Francesco Randazzo
Monologhi
ATTO INVOLONTARIO
UN CARILLON SUONA UNA CANZONCINA PER BAMBINI. IL
RESPIRO DELL' UOMO SI SOVRAPPONE AL MOTIVETTO. POI
UNO SCATTO SECCO INDICA LA BRUSCA CHIUSURA DEL
MECCANISMO. LA MUSICA CESSA. PASSI ALL'ESTERNO. UNA
PORTA CHE SBATTE.
IN SOTTOFONDO RUMORE DI TRAFFICO E VOCI.
IMPROVVISAMENTE VOCI DI BAMBINI LONTANI EMERGONO.
IL RESPIRO SI FA AFFANNATO, LE VOCI DEI BAMBINI
CRESCONO MENTRE L'UOMO SI AGITA PER LA STANZA. LE
VOCI SONO CHIARE ADESSO, UN GRUPPO DI BAMBINI STA
CANTANDO UN GIROTONDO. L'UOMO SI SIEDE E COMINCIA
A PARLARE. ANCORA AFFANNATO.
X
non possibile. io non ce la faccio pi. non riesco a dimenticare.
impossibile. il fatto che non lo controllo. un atto involontario.
assolutamente. come il singhiozzo. va e viene, all'improvviso. e a volte,
sempre pi spesso ormai, pare che non debba mai finire. ultimamente
sempre pi spesso.
atroce. insopportabile. capirei se fossi vecchio. sarebbe normale.
almeno penso. per me, ho sempre pensato che fosse l'attivit principale
dei vecchi, delle persone alla fine della loro vita. niente ormai davanti.
mi sbagliavo. oppure che si comincia ad invecchiare da giovani. io
sono giovane.
almeno credo. ho
PAUSA. IL SUO RESPIRO PIU' REGOLARE. MA NERVOSO.
OGNI TANTO, LONTANO, IL TRAFFICO MISTO A VOCI E
STORMIRE DI FOGLIE, FLUIRE DI FONTANE.
tre anni pi di mio padre e undici pi di mia madre, s perch mio
padre pi vecchio di mia madre di nove anni, in effetti cos, adesso,
mentre sto parlando, io ho esattamente tre anni in pi di quelli che
aveva mio padre, quando io sono nato e undici pi di mia madre,
sempre quando sono nato io. solo che io non sono sposato. e non ho
nemmeno un figlio di tre anni. e neppure un figlio appena nato.
nemmeno una donna, se per questo. insomma ho trent'anni. e forse
sono gi vecchio. o comincio a diventarlo. e questa cosa che mi
tormenta. i ricordi. sono gi pieno di ricordi.
non possibile. non riesco a dimenticare. impossibile. il fatto che
non lo controllo. un atto involontario. assolutamente. io ricordo tutto.
tutto della mia vita, intendo. atroce. come si fa a sopportarlo? certe
volte mi sembra di impazzire. troppe. troppe. troppe cose. anche inutili.
anche crudeli. soprattutto le cose peggiori. che sono quelle che ricordo
meglio.
IN SOTTOFONDO, COME UN'ECO LONTANA CHE VIENE DAL
FONDO DEI RUMORI DELLA CITT E DEL GIARDINO, LO
SFERRAGLIARE DI TRENI IN PARTENZA E IN ARRIVO.
l'altro giorno per la strada ho visto un vecchio. un tipico vecchietto
curvo e magro dall'aria desolata e tanto implacabile da risultare
simpatico o allo stesso modo, ridicolo o anche patetico. per lo pi
indifferente. questo era ancora pi strano. a passetti traballanti ma
precisi s'avvicinava ai ragazzi fermi a ciondolare, ero nei pressi della
stazione ferroviaria, erano circa le sei del pomeriggio, e quel vecchietto
insospettabile s'avvicinava ai ragazzi e gli strizzava il sesso. preciso.
sistematico.
GRIDA DI RAGAZZI E RISATE.
senza perdersi d'animo tutte le volte che veniva scacciato via. la gente
rideva e lo prendeva in giro. i ragazzi reagivano male, schifati o
semplicemente infastiditi, insultandolo. lui era del tutto indifferente a
queste reazioni delle persone. perseguiva il suo scopo. non aveva pi
nulla da perdere. e, lo sapeva, niente da guadagnare. obbediva al
ricordo primario della sua vita. era omosessuale. o meglio era un
vecchio omosessuale che obbediva a quello che era stato un suo
bisogno primario.
IN SOTTOFONDO, IL TICCHETTIO DI UN OROLOGIO,
CONTINUO, INESORABILE, FINO A: "LO ODIO".
in fondo non importante che fosse omosessuale, il fatto cruciale che
era un uomo, vecchio, e non aveva pi nulla da perdere, che ricordava
e riviveva un ricordo come se non fosse tale. era tornato indietro nel
tempo. faceva, pi spudoratamente, ci che avrebbe fatto da giovane.
purtroppo era vecchio.
nonostante l'illusione era rimasto vecchio. magari fra qualche giorno
sar morto. lo spero. perch - perch s - mi ha fatto stare male. era
privo di presente, era un ricordo che si muoveva nel suo sarcofago di
pelle avvizzita, era orribile. triste. angosciante. sono sicuro che nel
sonno pianga. s sono sicuro che la mattina si svegli piangendo e
nell'attimo in cui apre gli occhi si ricordi di tutta la sua vita, di essere
solo un vecchio alienato e per non continuare a piangere, fra tutti i
ricordi scelga quello che gli ha dato pi piacere e lo creda reale,
presente, utile, l'unico possibile per continuare a vivere. spero che
muoia. l'ho compatito tanto che. lo odio.
io, per fortuna, non sono omosessuale. ma sto invecchiando. e forse
quando sar al limite ultimo della vecchiaia, curvo e traballante andr in
giro a strizzare il culo alle bambine o mostrer il mio sesso distrutto
alle baby sitter che la mattina portano i bambini ai giardini pubblici.
allora sar meglio che anche io muoia.
non crudelt, la mia. e nemmeno moralismo.
PAUSA.
piet.
GRIDA DI BAMBINI CHE LITIGANO.
adesso. ho solo trent'anni. e ricordo tutto. impossibile. il fatto che
non lo controllo. un atto involontario. assolutamente.
non vorrei. non vorrei ricordare nulla. invece, una tortura.
L'UOMO SI ALZA.LO SCROSCIO DELLA FONTANA CRESCE.
la rivedo ancora. con un vestitino bianco a fiorellini sfumati, rossi e blu.
la testolina bionda, la pelle bianca e due occhioni belli come due pesci
tropicali. mi sorride. e anche io le sorrido. ci siamo appena incontrati.
per caso. lei era davanti a me. le caduto qualcosa di mano. io mi sono
affrettato a raccoglierla e gliel'ho ridata. un sorriso e un grazie. cos ci
siamo conosciuti.
PIANGE. SILENZIO.
poi rivedo le sue scarpe. ha i piedi piccoli e graziosi. cammina a passi
brevi e svelti. un piacere guardarla. ha una voce bellissima che tintinna
su tutte le vocali, come se il suo alfabeto ridesse, un'espressione
continua di gioia pura. non ha fretta d'andare via. si trova bene con me.
io sono al settimo cielo. parliamo di tutto. cose amene, divertenti. non
ha una gran cultura ma piena di spirito, trova belle moltissime cose
che di solito io non guardo nemmeno. lattine. pezzi di legno. frammenti
di vetri colorati.
IN SOTTOFONDO LONTANO, IL RUMORE DI UN CAMION
MACINA RIFIUTI.
raccoglie tutto. e me lo fa vedere come fosse un tesoro ritrovato. su
ogni cosa ha una storia fantastica da raccontare: da dove viene, di chi
era, perch stava l per terra dove l'ha raccolta. le sue mani
accompagnano le parole con gesti rotondi, disegna nell'aria cerchi su
cerchi, sfere di fiaba su quegli oggetti altrimenti insignificanti.
VA VIA IL SOTTOFONDO DEL RUMORE DEL CAMION
SOSTITUITO DAL CARILLON INIZIALE.
mi ero innamorato. volevo amarla per sempre. essere felice con lei. non
come con le altre. una vera storia d'amore a lieto fine.
IL CARILLON SI BLOCCA MENTRE IL RESPIRO DELL'UOMO SI
FA IRREGOLARE.
non riesco a dimenticare. impossibile. il fatto che non lo controllo.
un atto involontario. assolutamente. ormai avviene di continuo. ho
sempre lei davanti agli occhi. anche se adesso non c' pi. anche se
vorrei dimenticarla. dovrei dimenticarla. finita. eppure ogni attimo,
ovunque, la vedo.
davanti a me. sta correndo. felice. come me. ormai un mese, trenta
meravigliosi lunghi giorni che la nostra storia d'amore dura. ci vediamo
ogni giorno. la cosa straordinaria che non ci diamo nessun
appuntamento. nessun obbligo o dovere ci imposto l'uno dall'altro. e
proprio per questo sappiamo incontrarci, sempre. dappertutto. ogni
volta come fosse la prima volta, ogni volta una nuova scoperta.
troppo bello. ho paura che non possa durare. sento che le mani
incominciano a sudarmi, mi capita sempre quando ho paura. ma di cosa
ho paura? tutto perfetto. sono innamorato. felicemente innamorato
della migliore e pi bella creatura del mondo. sono pieno di gioia, non
sono mai stato tanto felice. eppure.
LONTANISSIMO, IL CARILLON RIPRENDE A SUONARE, IL
RESPIRO DELL'UOMO AFFANNATO.
non riesco a dimenticare. impossibile. il fatto che non lo controllo.
un atto involontario. assolutamente. il passato mi invade e mi tormenta.
il passato remoto ha distrutto il passato prossimo e il presente non pi
che un ricordo. il mio futuro gi quello di un vecchio. non possibile.
io non ce la faccio pi.
si chiamava.
PAUSA. CERCA DI CALMARSI, MA NON CI RIESCE.
no!
non voglio ricordare. non me lo ricordo. non lo so.
mi tremavano le mani e mi sudavano. ogni giorno di pi. con l'amore
cresceva la paura. sapevo, lo sapevo lo sapevo che tutto sarebbe finito
in quel modo. ma l'amore mi accecava. m'illudeva.
IL CARILLON TACE.
voglio dimenticare dimenticare dimenticare. tutto. anche il mio nome.
e quel vecchio! quel vecchio porco. quel vecchio frocio. alla stazione. a
toccare i ragazzi. che schifo! morto morto morto! spero che sia morto.
PAUSA. DI NUOVO IL RUMORE DELLA MACCHINA MACINA
RIFIUTI, PRIMA LONTANA, POI IN CRESCENDO FINO AL
MASSIMO DI VOLUME INSIEME AL GRIDO DELL'UOMO.
poi successo. di nuovo. come sempre.
le mani mi sudavano, tutto il mio corpo sudava, tremavo ed avevo
paura. e vedo la paura anche nei suoi occhi quando mi vide cos. gridai.
gridai gridai forte mentre la stringevo a me e lei non capiva non capiva
quello che dicevo. e sbagli. scapp via. la mia mano! la mia mano che
l'afferra, la mia mano sudata che la fruga. il suo grido il mio grido i suoi
occhi i miei occhi. furia furia furia la mia furia la mia paura furiosa il suo
morso la mia mano che la penetra dentro la mia mano che la invade, la
mia mano potente la mia mano dentro dentro sempre pi dentro
AaaaaaaaaaaaA
IL GRIDO DOPPIO: DELL'UOMO E DELLA MACCHINA.
si spaccata come un'albicocca. con l'altra mano avevo tirato troppo.
troppo forte. cos, come un'albicocca, con due polpe gocciolanti in
mano, l'ho gettata in un cassonetto.
nella spazzatura. come un'albicocca.
L'UOMO CORRE INVASATO PER LA STANZA BATTENDO
CONTRO LE PARETI, CADENDO E RIALZANDOSI.
l'ho chiamata. l'ho cercata. tutto il giorno. Mariolina Mariolina Mariolina
Mariolina. e mentre la cercavo mi ricordavo di Giulia Giulia Giulia e
mentre la cercavo chiamavo chiamavo Chiara Chiara Chiara e mentre
la chiamavo cercavo cercavo Silvia Silvia Silvia e Luisa Luisa Marcella
MarcellaaaaaaaaaaaaaaA
PAUSA. SFINITO. RITORNANO LE VOCI DEL GIROTONDO DI
BAMBINI. L'UOMO SI SIEDE.
basta. non ce la faccio pi. non riesco a dimenticare. impossibile. il
fatto che non lo controllo. un atto involontario. assolutamente. come
il singhiozzo. va e viene, all'improvviso. e a volte, sempre pi spesso
ormai, pare che non debba mai finire. ultimamente sempre pi spesso.
atroce. insopportabile. devo vivere.
PAUSA. LUNGO SILENZIO.
spero che sia morto quel vecchio. sarebbe giusto cos.
DA SOTTO LA SEDIA TIRA FUORI UNA BAMBOLA, SE LA
METTE IN BRACCIO E LA CULLA. LA SUA NINNA NANNA UN
SINGHIOZZO.
SORRIDE.
1994
CONDUTTURE
UNA STANZA SPOGLIA, CON SOLO POCO ARREDO, UN
TAVOLINO DA CAFF, DUE SEDIE, UNA RADIO, ALCUNI
LIBRI E GIORNALI. UN TUBO DA DOCCIA SCENDE GIU' DAL
SOFFITTO A MO' DI LAMPADARIO. SULLO SFONDO
APPAIONO IMMAGINI DIVERSE A SECONDO DELLE PAROLE
DEL PERSONAGGIO.
UN UOMO, IN PENOMBRA, COMINCIA A PARLARE, MANO A
MANO LA LUCE SCOPRIR LUI E GLI OGGETTI E IL SUO
STRANO MA LOGICO TESTAMENTO. INDOSSA UNA TUTA DA
IDRAULICO MA SOTTO IN CAMICIA E CRAVATTA, SOPRA
PORTA UNA GIACCA D'ABITO. IL SUO NOME PETER.
PETER
rumori. gorgogli. infinite glottidi gargariscenti. ugole profonde e
ramificate. liquidi aspiratori. vomitatoi infiniti e servizievoli. rutto di
citt. orecchi senza timpani e bocche senza labbra di palazzi, case, ville,
uffici, casupole, ospedali, garonniere, stazioni, aeroporti, ministeri e
municipi. scheletro nervoso, arterioso reticolo di azzurra vitalit.
tentacolari cannucce della grande bibita, aracnide alluminoso, narghil
delle calure, cattedrale della liquida santa, tempio antisolare, maschio
ricettacolo del femminil flusso. singolare e plurale. pieno e vuoto. stasi e
movimento. pausa e sinfonia.
a voi ho dedicato la vita, ho creduto nel vostro mistero e ho conosciuto
cose che tutti potrebbero conoscere ma di cui nessuno si cura, perch
sono nascoste, occultate dall'uso quotidiano.
io faccio l'idraulico.
sto parlando dei tubi.
ovviamente.
successo tutto molto velocemente. ma i fatti, che sono poi la nuda
realt, sono avvenuti a causa di rapporti intervenuti fra cose preesistenti.
e dunque gi come se questi fatti siano stati prima del loro
accadere. non sto parlando di un puro rapporto di causalit, non in
senso comune. Ludwig, un mio amico filosofo, mi ha spiegato queste
cose. e le ha scritte. infatti il mio amico Ludwig morto. credo prima
ancora che io nascessi. dodici anni prima, se si fa il conto fra la sua data
di morte e quella della mia nascita.
"i fatti nello spazio logico sono il mondo... ci che accade, il fatto, il
sussistere di stati di cose... essenziale alla cosa poter essere la parte
costitutiva d'uno stato di cose... nella logica nulla accidentale: se la
cosa pu occorrere nello stato di cose, la possibilit dello stato di cose
dev'essere gi pregiudicata nella cosa... se le cose possono occorrere in
stati di cose, ci deve gi essere in esse..."
questo dice il mio amico Ludwig, parla di nessi, di possibilit gi insite
nella singolarit della cosa sola.
io mi occupo di tubi. cose. che portano acqua, una cosa. nelle case, altra
cosa. agli uomini, cose (in quanto enti, direbbe il mio amico Ludwig).
pu darsi che il mio amico Ludwig non pensasse ai tubi.
sicuramente, anzi. io per faccio l'idraulico. quindi logico che pensi
alle parole del mio amico Ludwig e ai tubi. nulla accidentale. ma non
un puro rapporto di causalit. preesiste. io ero gi un idraulico quando
ancora usavo i rubinetti ignorando i tubi. era gi possibile che io fossi
un idraulico. tutti coloro che si lavano possibile che siano idraulici.
ho conosciuto Ludwig all'universit. studiavo fisica teorica. me lo fece
conoscere Thomas. Thomas era uno scrittore. conosceva suo nipote.
ora anche Thomas morto. prima di lui anche il nipote di Ludwig era
morto. ricordo che Thomas si rammaricava di non essere potuto andare
al suo funerale. glielo aveva promesso. ma si trovava a Creta quando
Paul, questo era il nome del nipote di Ludwig, mor.
non mi sono mai laureato. Thomas mi convinse che era da imbecilli.
non so se avesse ragione, ma allora credetti di s.
fu grazie a Thomas, dopo la mia rinuncia alla laurea, che scoprii i tubi.
gliene sar per sempre grato. senza di lui adesso sarei soltanto un fisico
teorico e non saprei nulla dell'ignoto mondo dei tubi.
Thomas possedeva una doccia a gas. identica a quelle dei lager nazisti.
lui non era nazista, n di destra. e nemmeno di sinistra. era uno
scrittore. ed era un genio. lui se ne infischiava di quello che avrebbe
pensato la gente. anche se non lo sapeva nessuno che aveva una doccia
a gas. ma comunque non gl'importava se l'avessero saputo e l'avessero
criticato dandogli del pazzo nazista. lui non lo aveva detto a nessuno
soltanto perch temeva che gliel' avrebbero fatta smantellare.
Thomas era malato ai polmoni. per tutta la vita stato malato ai
polmoni e infine questa malattia l'ha ucciso. era pieno di vitalit.
pensava spesso al suicidio e ne scriveva. aveva con la morte un
rapporto strano. tetro ed ilare. mesto ed epico. critico. per questo si fece
costruire la doccia a gas. gli operai installarono l'impianto della doccia in
una stanza vuota della sua casa di campagna, ma Thomas chiese loro di
non collegarla all'impianto idrico della casa. si fece fare un'uscita del
tubo in giardino. gli operai lo presero per matto e perci lo
assecondarono ciecamente, mentre lui si divertiva infinitamente perch
aveva capito che lo avevano scambiato per un pazzo e lo temevano.
disse persino loro che voleva murare la stanza lasciando che solo il
rubinetto della doccia facesse passare aria e ogni tanto acqua. spieg
loro, con divertita malignit, che voleva provare a coltivare fagioli sul
pavimento di una stanza buia e chiusa. gli operai erano esterrefatti. a
quel punto per, Thomas ebbe pena della loro stupidit e disse loro,
mentendo, che la sua era una ricerca per la F.A.O. e che lui era un
biologo naturalista specializzato in colture effettuate in condizioni di
impossibilit naturale. allora gli operai si rassicurarono e smisero di
temerlo. se ne andarono via tranquilli, contenti di avere lavorato non
per un pazzo pericoloso ma per un semplice imbecille.
in realt quella doccia era terapeutica. aveva lo scopo di tenerlo allegro.
l'aveva collegata con una bombola di gas esilarante, che aveva messo in
giardino. non voleva affatto morire. lo dimostra il fatto che aveva messo
la bombola in giardino e non nella stanza - sarebbe stato lo stesso e
forse gli sarebbe costato meno - perch aveva paura che scoppiasse e
lui non voleva morire. sopratutto saltando in aria a causa di una
bombola difettosa. lo so perch me lo disse lui.
Thomas era costretto a vivere in campagna a causa delle cattive
condizioni di salute dei suoi polmoni. ma odiava la campagna. per un
certo numero di anni pass il tempo a spostarsi dalla campagna alla citt
ogni quindici giorni. stava in campagna fino a che non gli riusciva
assolutamente insopportabile, allora andava in citt, dove aveva un
appartamento e viveva fra i suoi adorati caff e i concerti e gli incontri
con gli amici, fino a quando i polmoni non reclamavano aria pulita,
allora tornava in campagna. ma non sempre poteva farlo. spesso era
costretto a restare in quella prigione naturale, come la chiamava lui, pi
di quanto fosse sopportabile alla sua mente. perci si fece costruire
quella doccia a gas.
per prima cosa quella doccia era assolutamente innaturale. non era un
oggetto organico, non apparteneva alla campagna e non era nemmeno
destinato al suo scopo "naturale". era un artificio della mente di
Thomas. era la macchina della cattiveria.
aveva arredato la stanza con pochissimo. un tavolino tondo da caff, un
giradischi, qualche giornale e qualche disco. ogni tanto ci portava anche
una radio.
lui si sedeva l, come al caff, leggeva i suoi giornali, ascoltava musica
da camera e fingeva di essere in citt. a secondo del suo stato d'animo e
di quello che leggeva o ascoltava regolava il flusso del gas esilarante.
una quantit minima di gas era l'umore pacato e soddisfatto del
semplice piacere di sedere in un luogo confortevole e anonimo
leggendo notizie dal profumo di caff o di cioccolata. una dose media
era il corrispettivo dell'acutizzarsi dell'attenzione monologante su
particolari ragionamenti sopra fatti banali o di altissima levatura
intellettuale. infine la dose massima era l'esaltazione, il chiacchierare con
un amico acuto e intellettualmente folle come lui, ma anche l'allegra
cattiveria del gusto che prova il genio a ridere degli uomini
comuni. era una macchina perfetta. era lui che la rendeva tale.
funzionava solo per lui. il tubo del gas aspirava il suo umore e lo
restituiva insufflandolo nello spazio della stanza, lo spazio di Thomas,
creando una struttura chiusa e
perfetta.
Thomas mi fece notare che il tubo era il tramite fra lui e la realt.
mi fece osservare che il tubo della doccia non solo immetteva il gas
nella stanza ma riceveva l'aria della stanza, l'aria degli oggetti della
stanza, e la portava fino all'esterno, nel suo caso fino alla bombola del
gas. quel gas diventava cos il suo gas. non ce n'era un altro uguale.
da qui estese la sua teoria sulla doccia ai tubi in generale che lui defin la
Teoria delle Condutture. i tubi secondo la teoria di Thomas erano i nessi
viventi fra le cose
(comprendeva nel termine anche gli uomini) e i due elementi primari:
l'aria e l'acqua. ovviamente le riteneva delle strutture dell'intelletto,
diversamente dai canali naturali, fiumi, sorgenti, etc.
la struttura compositiva di un impianto di condutture era, secondo
Thomas, identica a quella del labirinto di Dedalo a Cnosso. ogni
elemento della struttura di condutture come del labirinto era parte di un
sistema globale di chiusura ed esclusione per l'uomo, ma allo stesso
tempo racchiudeva in s la soluzione di uscita dal problema. i tubi
racchiudendo in s, in ogni singola parte, al proprio interno, il liquido
vitale; le mura del labirinto, avendo in ogni modificazione costruttiva la
possibilit di riconoscimento dell'unico percorso d'uscita. sono dunque
strutture esclusive che per contengono la capacit di comunicazione
con l'oggetto escluso, sia interno che esterno.
" la forma la possibilit della struttura ", concluse Thomas, citando
Ludwig.
fu allora che decisi di dedicare la mia vita all'idraulica. dopo alcune
discussioni con il mio amico Thomas, che fu molto contento della mia
scelta, riguardo a quale tipo di studio o di lavoro avrei dovuto
dedicarmi, alla fine escludemmo l'ingegneria idraulica e qualsiasi
approccio altamente specializzato e perci inevitabilmente basato sui
presupposti di una fisica la cui conoscenza avrebbe finito per
ottundere le mie capacit speculative impedendomi di elaborare
un'etica ed una metafisica delle condutture. dovevo dedicarmi ai tubi da
un punto di vista esclusivamente filosofico, cio assolutamente pratico.
ho cominciato come apprendista di un idraulico molto esperto, per certi
aspetti il migliore che potessi incontrare in una fase cruciale della mia
nuova attivit, l'iniziazione. appresi in modo assolutamente empirico la
fenomenologia dei tubi. strutture, entit, materia, forma e applicazioni.
come conoscere le note all'inizio di uno studio musicale ed eseguire
all'infinito scale di tutte le tonalit per apprendere ed appropriarsi del
linguaggio e dello strumento, applicando conoscenza elementare,
tecnica e ripetizione e variazione della ripetizione per modificare il
proprio tessuto connettivo pratico e mentale in rapporto all'oggetto di
studio, la musica e, nel mio caso, l'idraulica. i risultati furono
sorprendenti. dopo due anni di severa ed ostinata applicazione ero in
pieno possesso di ogni elemento, e dei nessi ad esso sotteso, relativo alle
condutture. dopo due anni ero detentore dei misteri dei tubi e
possedevo una conoscenza pratica che mi permetteva di elaborare una
loro metafisica. il tubo una cosa inorganica conduttore di una materia
organica, l'acqua, che inanimata ma generatrice, in potenza, di vita ed
il loro nesso strutturale gi preesistente nel loro essere singolarmente,
produce un ente organico generatore di effetti e fenomeni
assolutamente differenti e ad un livello estremamente superiore a quelle
che si crede siano le sue uniche funzioni, l'erogazione e la defluizione
delle acque.
i tubi assolvono innumerevoli altre funzioni, sia pratico-quotidiane,
inerenti ai due usi conosciuti ma anche e sopratutto sono oggetti di
ricognizione, di assorbimento e rielaborazione fra la realt degli uomini
e quella delle cose, per il tramite del liquido condotto ma anche
lasciando tracce riconoscibili ad un occhio esperto sulla materia stessa
del tubo in quanto cosa. senza dire che le strutture delle condutture
formano architetture nascoste all'interno di altre architetture esteriori o
sotterranee (nel caso delle fogne) i cui disegni potrebbero essere oggetto
di studi che implicherebbero scoperte quantomeno inquietanti, perch
rivelerebbero aspetti di taciute corrispondenze fra settori di conoscenza
della realt che appaiono, e si tiene a che rimangano, assolutamente
separati.
dopo due anni ero pronto. tubi, rubinetti, sifoni, giunture, nodi,
chiavette, chiaviche e spruzzi erano ormai a completa disposizione della
mia conoscenza. adesso cominciava la vera avventura: scoprire e
sistemare tutti questi elementi nella realt, dentro la realt, delle cose e
degli uomini. la loro configurazione. la loro sussistenza. visto che tutto
l'apprendistato era consistito in fatti essenzialmente di cose: tubi e affini,
muri, lavandini e vasche da bagno, mi dedicai alle prime scoperte di
relazioni fra i tubi e gli enti umani.
ultimamente si detto molto degli idraulici quale categoria a rischio
riguardo ad una nuova e terribile malattia. il che pu anche essere vero,
considerato il lato meramente sessuale che la notizia discuteva. pure,
posso dire di non credere ad una incondizionata arrendevolezza degli
idraulici nei confronti di qualunque cliente. un vero idraulico conosce
gi il proprietario del tubo, prima ancora di conoscerlo personalmente e
di avere rapporti con lui che non siano strettamente inerenti al guasto
che chiamato ad aggiustare. i tubi parlano mostrandosi e rivelano
tutto all'idraulico esperto. dinanzi ad un tubo di scarico di lavandino o
addirittura di uno scarico di water perfettamente puliti e lucidi
all'interno, addirittura inodori, ogni idraulico di buon senso e con una
minima attitudine a cogliere i nessi, sa di trovarsi in casa di un
omosessuale o di una cinquantenne vergine. nel primo caso il tubo
l'esatta immagine corrispondente all'ossessione alla pulizia interna,
intestinale, di ogni omosessuale praticante, sia attivo che passivo. prima
ancora di fronzoli e boccetteria frou frou, il tubo rivela la sessualit del
proprietario. ho aggiustato cessi in bagni assolutamente sobri e virili,
persino esteriormente un po' sporchi a volte, e scoperto tubi perfetti pi
che nuovi, in alcuni casi profumati. nel secondo caso, riguardante la
tarda verginit, c' l'ossessione a mantenere intatto l'organo inusato,
importante notare che nel novanta per cento dei casi ho rilevato che
questa seconda categoria tende a non usare il bagno se non per pulirlo,
avendo in casa un bagnetto di servizio, di solito adibito anche a
ripostiglio o lavanderia, assolutamente trasandato e sporco, spesso
intasato da assorbenti usati, i cui tubi sono tremendamente logorati,
rigati come canne di fucili adoperati per battaglie superiori alle loro
capacit fisiche, e maleodoranti pi che d'orina di flussi stagnanti.
appare persino ovvio che cosa significhi questo secondo bagno accanto
al primo e opposto bagno di rappresentanza. in ultimo voglio notare
che nessuna delle due categorie in oggetto lava il bagno introducendo le
mani nei pezzi, come minimo usano i guanti se non addirittura serie di
spazzole e scovolini dalle fogge pi diverse che riescono a raggiungere i
punti pi reconditi dell'apparato di condutture lasciando loro le mani
pulite. ho visto pi di una volta, che mentre mi mostravano il guasto di
quei pezzi perfetti accarezzavano per la rubinetteria esterna e
scintillante.
un idraulico, un vero idraulico, sa sempre chi ha davanti, se prima ha
bene osservato i suoi tubi. sa che un drogato se il suo tubo del
lavandino ricoperto di uno strano muschio color cannella o se lo
scarico del water odora di vomito ed di un verde che nessun epatico
secerne. sa quindi che nel primo caso si tratta di droghe leggere e nel
secondo di droghe pesanti. sa persino che in quella casa c' un bambino
che di nascosto inzuppa biscotti nel cesso non perch ne trovi residui
ma semplicemente dall'odore dolce che esala mentre si stacca il pezzo
dal tubo di scarico. cos di seguito all'infinito, per tutti i casi possibili e
rilevabili con l'esperienza diretta.
un idraulico sa. ed quindi, se lo , una categoria a rischio per libera
scelta. egli non fa un salto nel buio. sceglie. nel caso della tremenda
malattia del nostro secolo, appare incredibile ma egli sceglie di
ammalarsi. un eccesso di conoscenza che lo induce a farlo. egli
conosce tutto delle persone con le quali tratta ma sempre al di fuori.
un escluso e proprio grazie al suo sapere. dunque un tuffo d'umanit,
la richiesta di compartecipazione alla miseria umana che perde un certo
numero di idraulici pi sensibili degli altri. una forma di altruistico
suicidio.
Thomas mor un anno dopo la fine del mio apprendistato. fu il suo male
ai polmoni ad ucciderlo. ma credo, adesso, che se la doccia a gas non
stata la causa della sua morte cos si pu dire che non l'abbia ostacolata.
ai suoi funerali c'era pochissima gente, fra cui, lo seppi dopo, per caso,
gli operai che gli avevano installato la doccia. quando me lo dissero
riuscii a ricordare tre uomini impacciati e tristi, in abiti scuri, che
posarono tre piccole piantine sulla bara prima che fosse calata gi.
piantine di fagioli.
dopo il giorno del funerale di Thomas, tutto avvenuto molto
rapidamente.
ebbi paura. improvvisamente, con la scomparsa del mio amico
Thomas, ispiratore della mia nuova vita, creatore di una sua Teoria delle
Condutture, di cui io ero il discepolo e continuatore, io mi ritrovavo
solo, senza guida, con la responsabilit della mia opera, della mia - ora
era, doveva esserlo - Teoria delle Condutture. l'unico legame, l'unica
cosa che oramai univa me ed il mio amico defunto, era il tubo di nichel
che lui aveva voluto fosse installato nella sua bara fino al livello esterno
del suolo: in caso di morte apparente avrebbe potuto respirare
(respirare era stata la sua ossessione per tutta la vita) e forse anche far
sentire la sua voce nel mondo degli ancora vivi. tutto quello che resta
il tenace attaccamento alla vita, per il tramite di un tubo, di quell'uomo,
il mio amico Thomas, lo scrittore contemporaneo che sar sempre
menzionato per la sua immensa opera letteraria sul tema della morte e
del suicidio. ebbi paura d'essere rimasto solo. non che Thomas
partecipasse al mio lavoro, ma ne era sempre tenuto al corrente da me.
e pur non interferendo nella mia personale elaborazione dei dati e dei
nessi scoperti egli sempre m'aiutava con delle precise quanto discrete
indicazioni di metodo che non poco mi hanno giovato e mi giovano
ancora. inoltre era un amico. un vero amico. ed ora non c'era pi.
Buchenwald, Dachau, Spencer Tracy, Thomas. la nemesi del crimine di
massa, crimine volgare, stupido, come la follia che lo aveva ispirato,
duro e atroce come i vincitori persino al cinema lo avevano
condannato, nelle intenzioni prima di tutto, nella condiscendenza delle
intenzioni. e nell'intenzione di Thomas s'era ribaltata la qualit di quello
strumento, allora tetramente sordido, ora grazie al guizzo dell'altrettanto
atroce ma impareggiabilmente sana intelligenza di Thomas era divenuto
uno strumento di piacere. un crudele strumento di piacere. nemesi.
nemesi dell'oggetto.
chiesi ai parenti di Thomas, che peraltro praticamente non esistevano se
si esclude un unico nipote interessato al famoso zio defunto e che
suppongo seguir le orme del nipote di Ludwig, trascorrendo una vita
evitando di parlare dello zio ma facendo dell'opera di lui il proprio
modo d'essere, chiesi, dunque, a quell'unico nipote, unico possibile
interlocutore per una questione riguardante Thomas, di poter andare a
casa di Thomas, la sua casa in campagna. gli dissi che volevo stare per
un poco ancora in compagnia di Thomas grazie a tutte quelle cose che,
a parte i suoi libri, restavano di lui. d'altra parte io avevo la chiave della
casa, Thomas me l'aveva data, per essere pi tranquillo lui e pi libero
io di considerarla sempre aperta. il nipote disse distrattamente di s, che
potevo e spar, assalito da un avvocato dagli occhi sporgenti che, con
una voce che era l'imitazione di un soffio di dolore, lo prese in disparte
per discutere della successione e dei diritti d'autore.
la casa era abitata dalle piccole azioni di Thomas. le loro tracce non
erano state cancellate dalla lieve patina di polvere che anzi le aveva
fissate e col tempo accumulandosi le avrebbe rese eterne, prive di vita,
in apparenza. ma allora, quando io vi tornai, il giorno seguente al
funerale di Thomas, tutto ancora viveva e la polvere era un elemento
leggero, mobile, vivo.
sul tavolino della stanza con la doccia a gas era ancora posata una copia
della Frankfurter Allegemaine, aperta alla pagina dov'era un articolo a
firma di Thomas. parlava dell'uso dei fiati nelle Sinfonie di Mozart.
Thomas era un acutissimo critico musicale, ma non sapevo che avesse
scritto di musica per i giornali. solitamente egli riservava le sue
osservazioni musicologiche alle discussioni private fra amici, senza dire
che segretamente egli scriveva i suoi libri come si scrivono le partiture.
tutti i suoi libri, racconti, romanzi, drammi e commedie non sono altro
che traduzioni verbali e foniche di testi musicali di Bach, Mozart,
Schubert e del suo prediletto Schumann. l'articolo sulla Frankfurter
Allegemaine, lo lessi, era un pretesto per parlare degli strumenti a fiato
in generale. Thomas ne rilevava la funzione viva e mimetica della voce
umana, del canto e riportava tutto al soffio in quanto respiro, atto vitale.
sosteneva la finitezza dello strumento a fiato in quanto mero condotto
fisico per l'aria che l'animava ma si spingeva al limite della teorizzazione
supponendo che fosse possibile, disponendo di una fonte di emissione
d'aria illimitata per quantit e qualit, emettere da ogni singolo
strumento a fiato una serie infinita di suoni, ben oltre le canoniche
tonalit assegnate ad ognuno. per estensione non v'era nessuna
differenza fra un ottavino e un fagotto, ovviamente era solo una
questione di timbro, affermava Thomas, ma l'estensione era di uguale
infinitezza per tutti gli strumenti a fiato che si differivano per questo da
tutti gli altri strumenti. spiegava anche che Bach non avrebbe potuto
elaborare il sistema di scale temperate se non avesse avuto a
disposizione un clavicembalo al posto di un flauto. " Il clavicembalo ben
temperato " appunto, non il flauto, sarebbe stato impossibile. i fiati
potevano essere usati con il sistema temperato ma strutturalmente non
ne suggerivano n l'uso n lo stimolo a inventarlo o scoprirlo. lo
usavano e basta. fra l'altro c'era scritto: " come i tubi a seconda della
loro grandezza o lunghezza possono immettere una certa quantit
d'acqua al secondo, il che d loro identit e, per cos dire, il loro singolo
timbro d'emissione, pure ogni singolo tubo pu in teoria riversare una
quantit infinita d'acqua. al limite massimo non si pu escludere che in
teoria un unico tubo potrebbe riversare tutta l'acqua del mondo, cos gli
strumenti a fiato possono emettere tutti i suoni del mondo ".
dunque Thomas aveva esteso la sua Teoria delle Condutture.
era come se ancora mi parlasse e mi stimolasse a scoprire di pi sui
tubi.
dopo lunghissime riflessioni, dopo aver messo in discussione ogni mio
pensiero prima di avallarlo, dopo aver distrutto e ricostruito tutto il mio
anteriore sistema di pensiero, posso dire con assoluta certezza che il
tubo in quanto conduttura l'immagine della struttura segreta del
mondo. segreta solo in quanto finora non la si notata. in realt sotto
gli occhi di tutti. basta osservarla e scoprire i nessi giusti, che sono,
come gi si sa, preesistenti.
si pensi, per esempio, al corpo umano. la sua struttura si fonda e si
regge su un intricatissimo sistema di condutture. cosa sono le vene, le
arterie, le ossa, i reticoli cerebrali, gli alveoli polmonari, i nervi ottici,
l'esofago, lo stomaco, gli intestini, il cuore e persino i capelli se non tubi,
tubicini, tubercoli, un complicatissimo sistema di condutture per sangue,
cibo, aria, impulsi, memoria, idee, immagini, sinapsi, crescita. infine,
come si moltiplica la specie umana, e non solo quella? attraverso
l'innesto di un tubo in un canale, emettendo un liquido vitale. e tutto il
corpo umano non composto per il novanta per cento d'acqua? non
dunque l'uomo un tubo vivente? la massima evoluzione dell'idea e della
complicazione di un sistema di condutture? credo di s. ne sono certo.
gli idraulici, si sa, guadagnano piuttosto bene. anch'io. cos ho potuto
comprare la casa di Thomas, che ora la mia casa, da suo nipote, cui, a
dire il vero ho pagata cara non la casa ma l'importanza di possedere la
casa di Thomas, che prima di tutto era un grande scrittore, il pi grande
del suo paese, e infine, solo per caso, il mio migliore amico. non mi
pento d'averlo fatto, d'averla comprata. ne sono contento. questa casa,
che ora la mia casa, ha il pi bel sistema di condutture che io abbia
mai visto. lo aveva gi quando Thomas era vivo. io l'ho perfezionato,
grazie a piccole ma fondamentali modifiche.
tutti i singoli condotti sono ora intercomunicanti. ogni rubinetto pu
versare acqua, gas, aria, persino escrementi. e bevande, cibi liquidi e
cremosi, minerali in polvere e molte altre sostanze. con un sistema di
selezione e di esclusione ogni parte pu avere un singolo compito ed
una singola fonte di emissione ma tutto pu essere sovvertito,
scambiato o unicizzato o addirittura mescolato in infinite combinazioni.
suppongo che dallo studio del sistema di condutture di questa casa, gli
scienziati potrebbero elaborare un valido modello per una teoria sulla
creazione dell'universo. ma tutto ci, in apparenza, non che un
eccentrico, e a prima vista folle, sistema di tubi domestici esasperato per
un uso incomprensibile. basta pensare alla vecchia doccia di Thomas e
agli operai che la installarono scambiandolo per un pazzo.
a volte, per un attimo, mi chiedo se non sono pazzo. ma solo un
momento. io so di non esserlo.
oggi il tubo della doccia, la vecchia doccia a gas, ha parlato. con la voce
di Thomas. in perfetto tedesco, come Thomas che odiava l'accento del
suo paese. per un attimo ho creduto di sognare. ma era vero. vero. il
tubo ha parlato. evidentemente la modifica del sistema di condutture ha
provocato l'interazione di fatti che altrimenti non si sarebbero messi in
rapporto e da ci ne scaturita una configurazione nuova, un nuovo
fatto, una nuova forma, una nuova immagine del tubo, che ora parla.
non Thomas, non si tratta di ridicolaggini paranormali, il tubo ha la
voce di Thomas, evidentemente l'aria e il gas l'hanno trattenuta nel
condotto del tubo della doccia e passando attraverso il sistema globale
l'hanno riemessa non come soffio d'aria scomposto ma ricreato, voce
viva. ma non Thomas. il tubo che parla, con la voce di Thomas,
ma il tubo che parla non Thomas. Thomas morto. il tubo no. il tubo
vive e parla con la voce di Thomas.
Thomas parlava spessissimo da solo. io, se non ho un interlocutore, sto
sempre zitto, non parlo mai da solo. ecco perch il tubo non ha la mia
voce ma quella di Thomas. forse, un giorno, avr la mia. se parler.
intanto, cerco di capire che cosa dice. non mi pare che dica cose
comprensibili. perlomeno io, per ora, non le capisco. tedesco, un
tedesco perfetto, ma non lo capisco. le parole, per, sono bellissime,
troppo lunghe e complesse per essere capite ma il loro suono lascia
intendere la loro bellezza, la loro perfetta modulazione, la loro chiara
musica. sono puri concetti. espressione pura del pensiero. pi che
musica, perch so che ogni parola, ogni frase ha un significato che
quello, non lo capisco, lo "sento". una lingua assoluta.
infine, ho imparato la lingua che parla il tubo della doccia. la capisco
perfettamente. impossibile non capirla. basta non opporle resistenza.
facilissima. non riesco per, a parlarla. forse perch non umana, ma
per gli uomini, di questo ne sono certo, altrimenti perch potrei
capirla? con un po' d'abitudine anche un bambino potrebbe capirla.
suppongo anzi, che un bambino molto piccolo potrebbe impararla
completamente, potrebbe parlarla.
ho cominciato a parlare da solo. da solo perch non c' nessun'altra
persona qui con me, in questa casa. ma in realt non parlo da solo,
parlo con il tubo, per la precisione con i tubi, adesso parlano tutti, con la
stessa unica voce. la voce di Thomas. parlo con la voce della doccia
perch un giorno sar la mia voce.
non ci sono argomenti specifici di cui parlare. mi limito ad ascoltare e
rispondere con quello che mi passa per la mente. anche solo puri suoni,
verbalizzazioni di pensieri, elementi d'immagini che mi passano per la
testa durante i suoi discorsi. piacevolissimo. niente pi piacevole, pi
appagante, pi infinito. come volare suonando. sono felice.
finalmente la mia voce. parla attraverso le condutture, i tubi della casa.
la mia stessa voce che parla quella lingua perfetta. ed io so quel che
dice. come se io fossi un altro. non ho pi bisogno di parlare. mi
ascolto. e sono felice. io e i miei tubi. io e la mia voce.
non uscir mai pi di qui.
IL TUBO DELLA DOCCIA GORGOGLIA. UNA VOCE UGUALE A
QUELLA DELL'UOMO VIENE FUORI DA ESSO. L'UOMO ALZA
GLI OCCHI VERSO IL TUBO E SORRIDE. IN SOTTOFONDO LA
RADIO TRASMETTE IL QUARTETTO OP. 133 "GRANDE FUGA"
DI L. VAN BEETHOVEN.
1993
PIATTI ROTTI
UNA DONNA D'ET INDEFINIBILE SEDUTA SU UNA SEDIA,
IN UNA STANZA COMPLETAMENTE INVASA DA COCCI DI
PIATTI ROTTI. UN MUCCHIO MOLTO ALTO AL CENTRO
DELLA STANZA. UNA LUCE VIOLENTA LE ILLUMINA IL
VOLTO. DA FUORI ARRIVA IL LAMPEGGIARE DI UNA
MACCHINA DELLA POLIZIA. DI FRONTE ALLA DONNA E DI
SPALLE AL PUBBLICO UNA SAGOMA SCURA ASCOLTA LE
PAROLE DI LEI.
MENTRE PARLA LA DONNA ACCENDE, FUMA E SPEGNE
PARECCHIE SIGARETTE.
DONNA
no. non li ho rotti io. stanno l da anni. stata la mamma. per anni li ha
rotti e li ha conservati in quelle scatole. centinaia. quando eravamo
piccole, io e mia sorella, sentivamo il rumore dei piatti che la mamma
mandava in pezzi gettandoli a terra. credevamo giocasse o che fosse
debole. pap usciva la sera, dopo cena, e a lei cadevano di mano i piatti.
non me lo ricordavo pi. stata la mamma. a romperli. e me lo ha
ricordato lei. quando ero pi grande, pochi anni fa. avevo venticinque
anni. la mamma aveva trovato una lettera, una mia lettera, fra le mie
cose, nella mia stanza. cercava un'altra cosa, ma trov quella lettera.
l'avevo scritta ad una mia amica. ma invece di dargliela gliel'avevo letta
di persona e me l'ero tenuta. e dimenticata. cos la mamma dopo
qualche anno la trov. e fu un casino. c'era scritto, ero giovane e la mia
vita era un trip continuo, che vivevo un periodo interessantissimo ed
esaltante, cos mi pareva allora, in cui ingollavo di tutto per sballare:
hascisc, marijuana, lsd e pasticche di tutti i colori, e quando andava bene
anche coca. niente eroina, per. ma a mia madre bast tutto il resto. la
cosa che pi la sconvolse fu la descrizione di un pompino che avevo
fatto a uno che aveva sniffato insieme a me la polvere. l'immagine della
mia lingua di ragazzina che leccava freneticamente quella cappella
incipriata di cocaina, s, ce l'eravamo sparsa anche addosso, sui punti
giusti, il tipo era ricco e potevamo usarne senza economia, fu una cosa
molto divertente per me, a dire la verit, ma per mia madre fu uno
choc. ero una creatura perduta. irrimediabilmente. anche se ora non
sniffavo pi e non mi pasticcavo, ogni tanto mi facevo solo qualche
canna, ma ovviamente a lei non lo dissi, ero comunque un mostro che
mia madre aborriva. mi disse che non riusciva pi a guardarmi perch
vedeva la mia bocca sporca di "borotalco" e sperma. sempre. quando
tornai a casa, la volta che lei aveva scoperto la lettera, ma io non lo
sapevo ancora, e la baciai, lei corse via in cucina e vomit in una
pentola vuota che stava sul lavello. ci rimasi male. non capivo. quando
lei me lo disse, che aveva letto la lettera, quasi tirai un respiro di
sollievo. era acqua passata in fondo. macch. per lei era come se ogni
giorno io le avessi mentito sniffando e spompinando cocainomani, come
se invece di fare tre pasti al giorno io facessi abominevoli ciucciate,
come se invece di lavarmi i denti tre volte al giorno io spalmassi crema
di cazzo sulle mie gengive, come se invece di respirare aria io
naturalmente con moto involontario tirassi su per il naso quintali di
coca. insomma ero una puttana drogata. una specie di Alien che le era
uscito dalla pancia per distruggerla. per un mese non ci vedemmo e
sentimmo. io vivevo in un'altra citt allora. volevo fare l'attrice. giravo
per set e provini. non ero mai in casa. mia madre telefonava e non
trovandomi mai lasciava messaggi orribili sulla segreteria telefonica in
cui diceva che mi drogavo e mi facevo sbattere ventiquattrore su
ventiquattro, che le facevo schifo, che non ero pi sua figlia, che non mi
avrebbe mai pi dato un soldo, che la stavo uccidendo e infine, che
avrebbe raccontato tutto a mio padre. quando arriv a formulare
quest'ultima minaccia era gi passato un mese. avendo esaurite tutte le
possibilit di ricatto per la mia resa, aveva usato mio padre. glielo
avrebbe detto. non sopportavo l'idea di dovermi giustificare davanti a
lui. finalmente, dopo un mese, alzai la cornetta e le risposi. le dissi di
aspettarmi, sarei andata a casa, cos ci sarei stata anch'io quando lo
avrebbe detto a pap, cos avrei affrontata subito la questione
personalmente. ovviamente non era quello che volevo. andavo da lei
per bloccarla. ma lei ci casc e attese il mio arrivo.
(BREVE PAUSA. RUMORE ESTERNO: UN GRIDO, QUALCOSA
CHE CADE)
occhio per occhio. sapevo che lei aveva avuto un amante quando io ero
piccola. lo sapevo da sempre, da sempre ero stata sua complice
involontaria. io avevo saputo tenere il segreto. lei adesso mi minacciava
ed io l'avrei ricattata. silenzio per silenzio. oppure guerra aperta. totale.
drogata forse no. ma puttana era stata anche lei.
quando glielo dissi croll. ovviamente non se l'aspettava. glielo dissi
brutalmente e lei schiant. si mise a piangere. per un pezzo, seduta di
fronte a me, pianse con gli occhi spalancati e la bocca dischiusa, quasi
immobile se non per gli scossoni che i singhiozzi le procuravano.
(RACCOGLIE UN COCCIO, LO GUARDA FISSO)
guardandola cos, mi ricordai tutto. io e mia sorella, avremo avuto
cinque e sette anni, eravamo detentrici del segreto che riguardava gli
adulteri dei nostri genitori. pap telefonava alla sua amante da casa,
quando la mamma non c'era, e mia sorella che era sempre dov'era lui
quando stava a casa, ascoltava tutto. cos mio padre, giocando sul
fascino della complicit fra lui e la sua preferita, la istru sul silenzio da
tenere intorno a quelle telefonate, e mia sorella, sentendosi importante
per questo, lo assecondava. lo stesso, anche se in modo diverso, pi
sofferto, faceva mia madre con me. purtroppo io dissi tutto a mia
sorella che lo disse a sua volta a mio padre che la mamma faceva
telefonate come lui quando lui era fuori casa. successe il finimondo.
(STRINGE NEL PUGNO SERRATO IL COCCIO)
ricordai tutto, improvvisamente, seduta davanti a mia madre che
piangeva per causa mia. glielo dissi e lei quando smise di piangere mi
raccont che pap l'aveva picchiata brutalmente e che lei aveva sempre
creduto che fossi stata io a tradirla. le dissi che era stata mia sorella. le
dissi che anche pap aveva un'amante. la mamma mi rispose che lo
sapeva e che pap l'aveva tradita spesso. pap l'aveva amata per
qualche anno, poi aveva preferito cercare altrove ci che a casa non gli
piaceva pi. cos mamma s'era trovata giovane e sola, invecchiata e
abbandonata con due bambine piccole attaccate alla gonna. e s'era
distrutta.
(APRE IL PUGNO, IL COCCIO RIMANE ATTACCATO ALLA
PELLE, POI CADE)
ogni sera, per anni, quando lui usciva dopo cena, lui veniva sempre a
pranzo e a cena e di notte tardi per dormire, per il resto stava sempre
fuori, e appena lui usciva la mamma rompeva tutti i piatti che stavano a
tavola, ogni giorno. per centinaia di giorni. migliaia di piatti. e li aveva
conservati tutti quei piatti rotti, dentro le scatole vuote delle scarpe,
dentro ogni tipo di scatola vuota che le capitava sottomano. mi spiegai
cos quella che per anni mi era parsa una stranezza di mia madre, la sua
passione per le scatole vuote, le raccattava ovunque. tornava sempre a
casa con delle scatole vuote che poi sparivano chiss dove. lei aveva
conservato tutto per anni. aveva messo ogni giorno i cocci dei piatti
rotti in quelle scatole e le aveva conservate in cantina. per noi, mi disse,
perch quando fossimo cresciute lei ce le avrebbe fatte vedere, perch
sapessimo e capissimo chi fosse lei veramente e come avesse vissuto e
sofferto, anche per noi. mi port gi in cantina e me le fece vedere.
erano centinaia e centinaia, tutte piene dei cocci di mia madre. tutti i
pezzi frantumati del dolore quotidiano di mia madre. l da sempre
ormai. eterni. ed io ora li vedevo e capivo.
(...)
mamma mi disse che dopo tanto dolore, aveva conosciuto un uomo
dolce e gentile che l'amava e con il quale avrebbe voluto ricominciare
una nuova vita, ma la paura di perdere noi due, io e mia sorella, le sue
figlie, l'aveva bloccata, finch mio padre non aveva scoperto tutto
grazie a mia sorella. mio padre aveva continuato a vivere come viveva
ma la mamma era morta dentro ancora, ogni giorno, per anni. finch
lui, mio padre, non torn a casa per sempre. ed era ormai un vecchio. e
mia madre pure. e fino ad allora aveva rotto piatti ogni giorno e messo
da parte scatole piene di urla represse.
(...)
mi misi a piangere. mia madre ed io finalmente c'incontravamo,
finalmente ci capivamo. ci lasciammo chiedendoci scusa e baciandoci
per la prima volta con amore. eravamo uguali.
(...)
la mamma morta due mesi fa. si tagliata le vene. di notte. in bagno.
(...)
aveva scoperto pap, che ormai era bloccato da anni su una sedia a
rotelle, sul letto, con l'infermiera che lo assisteva a cavalcioni sulla sua
faccia, col camice tirato su, senza mutande, e mio padre la leccava,
grugniva, tossiva, le sputava sulla figa e gliela mordeva con le gengive
sdentate, aveva la patta dei pantaloni aperta e sull'uccello ormai morto
aveva messo un mucchio di banconote che quella smanacciava durante
l'esecuzione di quello schifo. mia madre entr e li vide. non disse nulla.
usc e richiuse la porta. e li sent ridere e continuare. lei non disse nulla
e non ruppe pi nessun piatto. la notte stessa si tagli le vene.
(...)
ho ricevuto una sua lettera, dopo due mesi, la posta fa schifo anche in
questi casi, dove mi diceva tutto questo. per il resto non aveva lasciato
scritto nulla quando s'uccise.
(...)
sono tornata a casa per chiudere il conto. ho portato su tutte le scatole.
e le ho riversate su di lui. su quella merda d'uomo che dormiva.
tonnellate di piatti rotti.
(...)
no. non li ho rotti io. stanno qui da anni. stata la mamma. sono i suoi
pezzi. pap sta l sotto.
(...)
no. non ricordo il mio nome.
SI SENTE UN GRAN RUMORE DI PIATTI ROTTI, UNA SIRENA
URLA E TUTTO SI FA IMPROVVISAMENTE BUIO.
Una Medea
IN UNA STANZA NUDA CON UNA SOLA FINESTRA, SENZA
VETRI, PERCORSA DA UNA LUCE FREDDA D'ARGENTO
SCURO
UNA DONNA, CONSUNTA E SCARMIGLIATA, SEDUTA PER
TERRA, SU UN PAVIMENTO SCABRO, SEGNA CON LE DITA
ALCUNI FOGLI SPARSI DINANZI A LEI, DI ROSSO; OSSERVA
IL VUOTO E I SUOI DISEGNI, LE LETTERE SCOMPOSTE,
RICORDA, RICREA...
Medea
Le pagine si sfogliano ad una
ad una, lacerandosi. Questa storia
io la vivo come gi stata. Come
ancora . Devo solo ridire parole
gi scritte, riscritte, ora.
Da me. Che sono sola. Priva. Negata.
Mai fui per me soltanto. In questo
io ho sbagliato.
Non riconoscermi che in te. Cretina
io. Pazza. Incapace d'altro modo
d'esistere. Incapace di ricreare vita
se non in te. Sterile io. Abbandonata.
Dov' l'eroe, l'uomo, l'universo
che amavo? Tu dove sei ora?
Piovono i salici, gemono i cani feriti,
il cielo annega nel colore morto del mare
che piange col lamento della risacca.
Il coltello, dov'? Dove? - Di',
non avresti mai pensato a questo! -
Devo dividere il mio sangue dal tuo.
Devo recidere la commistione impura...
Dov' ora il tuo seme?
Solo terra e plastica potrai
fecondare. Il ventre infetto della
nuova puttana divorer il tuo sesso.
Le bianche carni che hai baciate,
fuggendo dalle mie gi conosciute,
putrefanno ora, arse dalla mia
collera. Copri il tuo cadavere,
sposo, marito mio, porco
cazzo irresponsabile e gonfio,
orgoglioso stendardo di morte,
goditela adesso la tua giovane vacca!
Guardala e amala se puoi...
No! Non abbracciarla! Fermo!
Fermati! Torna... torna... indietro...
uccider nuovamente... torna... io...
convincer di nuovo le figlie di Pelia...
uccider di nuovo mio fratello... io...
ti salver ancora... il mio potere
sar tuo... per sempre... come sempre...
Mi guardi? Ridi. T'illudi
d'essere tu l'eroe, di non avere
bisogno d'altro che di te solo.
Ridi, piccolo bambino imbecille,
ridi, io far di te un
uomo. Solo. Ridi mentre osservi
i miei seni inaridirsi e sangue
coagulare sul mio ventre secco.
Chi ti dar latte, ora, chi
t'offrir rifugio nel suo corpo?
La puttana attica solo un budello
truccato da sesso. Un frigio imbellettato
pi donna di lei. Tu bambino caro,
sei un pervertito, vile anche nel vizio.
Sentirai le sue ossa penetrarti
le mucose gonfie di falso seme,
aprirai gli orifizi e la sua infezione
ti penetrer per sempre. Abbracciala!
Sperdi il tuo latte virile nel fango
putrido della troia regale!
Guardala mentre la godi,
apri gli occhi chiusi nell'orgasmo,
e osservala, ora!
rosa, logora, dissolta,
stracciata, distrutta,
dilaniata dalla corona che
la vanit le pose sul capo,
dal manto che la lussuria
fece strusciare sulle luride
carni albine! Io, io sola
sono stata a farne scempio!
Io che ora risplendo dinanzi
a te pi bella che mai,
pi nera che mai, oscura
e lucente come la luna
assopita nel letto notturno
del cielo invernale, io!
Che non sar pi tua.
Osserva quella roba disseccata
e fa il confronto. Le mie labbra
bruciano, quelle sono bruciate;
il mio abbraccio scalda, il suo
solo vento freddo e cenere.
Il mio sesso crea la vita,
quello solo morte riceve e d.
Senti questa mia mano setata,
il suo cammino sulla tua pelle
gioia, delirio, piacere, gorgo
immenso d'intensa perdizione.
Ti trafigger questa carezza,
questa mia mano, dove tu
neanche osi pensare. L
penetrer profonda e uccidendoti
ti lascer vivere solo perch
continui la tua sofferenza.
Chi chiami? Chi? Li hai
gi perduti. Hai dimenticato
qualcuno? Chi chiami? Chi?
Troppo tardi, troppo. L
guarda l, in quel vaso
smaltato, dove tu campeggi
dipinto eroe, col mio trionfo,
l dentro c' quel che cerchi,
l! E sappi
che non hanno chiamato
mai, nemmeno quando li ho
colpiti, non hanno invocato
"Pap", non hanno pensato a te,
non sono corsi da te, non
sono stati pi tuoi non appena
ho deciso di separarli da te.
Erano i miei figli! Maledetto,
per te li ho uccisi, per lo
schifo che mi facevi quando
ti vedevo in loro e vedevo
me pure: fusi noi due
in quei corpicini innocenti,
maledetto!
Erano miei invece,
miei miei miei! Solo io ero
in loro. L'ho visto solo dopo,
nei loro sguardi smarriti, d'amore,
coi quali m'hanno lasciata, mentre
la lama fra le mie dita piangeva
il loro sangue chiaro,
trasparente. I miei figli!
O Luna, amica nera rilucente,
a te il vento chiama che dispogli
la tua fronte protetta dalle nubi,
chioma dolce sul tuo latteo capo,
mostrati amica Luna, madre amata!
Raduna stelle cupe e morte, stelle
caduche, maligni astri precisi,
lampi dipingi forte e suona tuoni,
raccogli a te tutta la forza scura
e tu, come me donna, sola,
colpisci questo verme e fa giustizia!
Vibra il tuo braccio illimitato
e spacca il cerebro malato, storto
di questo impuro che ci ha offese entrambe.
O Luna amica, io tua figlia,
sorella, io Medea maga questo
chiedo, ti supplico, t'imploro!
Spacca distruggi spappola
dissolvi la ragione poca
che questa umana larva
tiene in s! Amica mia,
f vere queste parole d'odio
forti come l'amore ch' distrutto.
Io ti ringrazio e ti sorrido lieta,
adesso.
Dove vagano i tuoi occhi, ora?
Perduti i sogni, precipitate le altezze,
dissolto l'orgoglio, morto il vigore,
t'aggiri per l'abisso che hai voluto,
che io ti ho procurato. Piangi
e non puoi pi dire parola
che non sia silenzio. Vattene
adesso, vaga, smarrisciti nel buio.
Mentre io rimango
vincitrice. Vendicata.
Sola.
1989
ROSTOV
I
Uno spazio squallido
Una sedia
Un frigorifero da cui cola a terra un liquido rosso che forma una
pozza
Un registratore a bobina sopra un tavolino
Il Compagno Commissario seduto di spalle
al margine destro dello spazio
in penombra
UNA VOCE
dal registratore
Siamo qui per giudicare
limputato
Vania Petrvic Vointski
Laccusa di aver commesso
cinquantatre omicidi a sfondo sessuale
di particolare crudelt
Vania entra in scena
altissimo e robusto
Porta un paio di occhiali dalle lenti spesse
Indossa un impermeabile lungo
da una tasca del quale cola un liquido scuro
Si agita su e gi per la scena
VANIA
Mi hanno espulso
espulso espulso
Lei espulso
Vada via
Compagno Direttore
me ne vado
me ne vado io
indegno gli dico
indegno Una puttanella
una puttanella di undici anni
una piccola troia precoce
la sua parola vale pi della mia
Io sono un insegnante
Sono un comunista
Me ne vado io
Io Non mi mandate via
voi Me ne vado io
chiaro tutto chiaro
C in corso un complotto
Un complotto anticomunista
ovviamente
Gorbaciov
Gorbaciov sta distruggendo tutto
stato lui
Me ne vado io
Compagno direttore
Lo dica al compagno Michail
Glielo dica
Non ci siamo riusciti
Se n andato da solo
Ha preso la porta e se n andato
Senza infamia
Con dignit
Io io me ne sono andato
Quella troietta di undici anni
Io sono un insegnante
La sua parola contro la mia
Io sono un comunista
Un complotto ovviamente
Va verso il frigo
Lo apre
pieno di involti di carta zuppi di liquido rappreso
che colato dappertutto
Prende dalla tasca un altro involto gocciolante
Lo annusa lo lecca lo bacia e lo mette dentro il frigo
Bello bello bello
fiore rosso polpa
rossa gusto rosso
Delizioso
Margarita
Un fremito
Piccolo fiore
di citt
Io Io Io
Ti ho trapiantato
nel bosco
Io sono il tuo giardiniere
il tuo amico
il tuo
Rutta
Ira
IRAAA
il bicarbonato
Che hai preparato per cena
Ira
Borsch1
Lo sai che non lo digerisco
il Borsch
Lo sai
E adesso
anche se
non lho mangiato
Ho i bruciori allo stomaco
Lo sai lo sai
che non lo digerisco
il Borsch
Proprio
Proprio no
Tutto quel sugo
quella zuppa orribile
Anche a vedersi orribile
Non solo a mangiarsi
Anche a vedersi
orribile
soltanto a vedersi
Quellorribile zuppa
macerata
1 Tipica zuppa russa di verdure e carne
con quegli orrendi pezzi di carne
sfilacciata
e stracotta
orribilmente stracotta
Disgustoso
Terribilmente disgustoso
Ho i bruciori
anche se non lho mangiato
il solo pensiero mi ha procurato
questa tremenda acidit di stomaco
Rutta
Bicarbonato
lunico rimedio
il bicarbonato
Va a prendere un bicchiere dacqua e del bicarbonato
Mai pi
mai pi Borsch
mai pi Mi fa schifo
il Borsch lo sai
E mi fa male
molto male
Beve
Mai pi
Rutto finale
Domani non andr a scuola
Il progetto Il complotto
va avanti
I nemici del comunismo
la distruzione la divisione
lo smantellamento la morte
avanzano
I nemici del comunismo
la distruzione la divisione
lo smantellamento la morte
mi hanno costretto
ad abbandonare la scuola
Ma io lo sapevo
lo sapevo lo sapevo lo sapevo
e me ne sono andato
la menzogna la menzogna atroce
Quella puttanella di undici anni
quella puttanella con le mutandine
colorate colorate di perversione
di degenerazione quella puttanella
che ci gode ad ostentarla
la figlia del sabotaggio occidentale
lagente della distruzione
lalibi dellepurazione
La parola di un comunista
di un compagno
vale meno
delle invenzioni farneticanti
di una puttanella di undici anni
con le mutandine colorate
la bocca sporca di rosso sbavato
e le cosce sempre aperte
Volevano derubarmi
Ma io io sono un comunista
per questo per questo
Bastardi Cani dellOccidente
Le puttane e i ladri
hanno preso il potere
Ma io io me ne sono andato
Ho dato le dimissioni
Io
un insegnante
un comunista
un compagno
Io
Piange
Lo odio mi fa schifo
il Borsch
Urla
una zuppa zarista
Il sangue e la carne
del proletariato
cotte al fuoco della reazione
dellinferno americano
Compagno Stalin
tu non mangiavi il Borsch
sono sicuro
Nemmeno io mangio il Borsch
Noi siamo Comunisti
Apre il frigorifero mostrandone lo squallore grottesco
La Cucina Russa non esiste
Esiste la Cucina Francese
La Cucina Italiana esiste
ma la Cucina Russa non esiste
Persino la Cucina Cinese esiste
esiste veramente non si tratta
di grilli fritti ma fa schifo
lo stesso Per la Cucina cinese
la Cucina Cinese Esiste
La Cucina Greca quella Araba
quella Armena Turkmena Persiana
s
Quella Russa no
Quella Russa non esiste
Quellignobile guazza chiamata
Borsch lequivalente gastronomico
del vomito di un mugiko ubriaco
A Mosca si mangia francese
Gli Zar mangiavano francese
Loro sapevano che la Cucina Russa
non esiste e mangiavano francese
parlavano francese e cacavano
sul popolo alla francese
Il popolo russo coperto
di merda francese
UN TEMPO DI PAUSA
Adesso americana
Tonnellate di escrementi
Mac Donald
Tutti in fila
per un panino di plastica americana
cotto in fogli di carta plastica
servito in contenitori di plastica
americana
La cucina americana non esiste
eppure c
Non esiste eppure c
Invade il mondo
la vendetta dellAmerica
Contro lassoluta mancanza didentit
di un paese di puttane e di ladri
deportati dallEuropa
Puttane e ladri ecco s
I Padri Fondatori dellAmerica
Puttane e ladri deportati
in America
Coloni
Il Nuovo Mondo
Il popolo russo
il grande popolo russo
non ha da mangiare
Lamericano mangia hamburger
gli italiani mangiano spaghetti
i francesi souffl
I russi mangiano tutto quello
che non mangiano gli altri
Poca roba Quasi niente
Per questo amano le Cucine straniere
Per questo la Cucina Russa non esiste
La Cucina Sovietica men che meno
Non ce n nemmeno lidea
Sarebbe inutile
Si sa
I Comunisti mangiano i bambini
Chiude il frigorifero sbattendolo
Ride
Poi improvvisamente serio
Mi chiamo Vania
Vania Petrvic Vointski
Professore di Lingua
e Letteratura Russa
Iscritto al Partito
Comunista Sovietico
Il Partito ha fatto di me
un uomo Il Partito
mio padre
e mia madre
Cosa volete da me
compagni
Io sono un comunista
Mio padre era un porco
lho disconosciuto
era un nemico del comunismo
un nemico del popolo
Il Partito mio padre
e mia madre
impossibile spiegare tutto
Non posso parlare
I vigliacchi hanno preso il potere
Loro Loro ascoltano
Non posso parlare
troppo tardi
Voi siete degli stupidi
Parlate Parlate Parlate
e con la bocca spalate la merda
della democrazia
Compagno Commissario
la tua bocca puzza
il tuo alito putrido
Le tue parole sono cadaveri
carne morta morta per sempre
Tu parli parli parli
e non capisci e non sai
Tu non capisci
tu non conosci la Storia
la Storia che si prende gioco di noi
La Storia di noi
non noi di lei
la Storia di noi
Eccola la tua democrazia compagno
Eccola
Democrazia
Merda Rovina
Capitalismo americano
Colonie
colonie di merda americana
Democrazia
Merda
merda e cadaveri
Coca cola
e rutti
Che schifo
compagno
che schifo
I ladri e i delinquenti
si vestono bene
hanno macchine tedesche
Mercedes
Mercedes
che nome imbecille
sembra il nome di una puttana
una grassa puttana prussiana
Disgustato
Mercedes
Loro loro
I magnaccia se la spassano
nessuno lavora
e gli altri ingoiano
ingoiano i loro escrementi immondi
Io no
Io no
Loro non possono farmi niente
loro non possono colpirmi
non possono non possono capisci
Io non temo il sangue
Loro s
Non mi possono fare niente
Io sono il sangue
Loro sono la merda
Io la carne
Io sono un comunista
Loro sono dei maiali
Senza comunismo non esiste legge
Senza comunismo siamo tutti criminali
Non mi possono fare niente
niente
Sorride
Io sono gi morto
Non possono farmi niente
impossibile spiegarti tutto
Io non sono autorizzato
non sono autorizzato a parlare
tardi
tardi Troppo
tardi
Non c pi tempo
LUNGA PAUSA
Ottobre Diciassette
Durante la guerra
Quando sono nato
Diciassette Ottobre
Fine della guerra
Ucrina
Ucrina s
Un paese s
un paese dellUcrina
Di mattina
successo di mattina
nel buio nel buio successo
nel buio
mattina senza sole
una mattina nera
fredda molto fredda
troppo fredda
Sono venuto fuori
Mi hanno cacciato
fuori
Espulso
mi hanno espulso
Tirato Estratto
dal corpo morto di mia madre
mia madre morta
puzzava gi
Non respiravo
non volevo
non volevo
stato atroce
Io non sono nato veramente
stato atroce
Non riesco a dimenticarlo
Io cero
e non volevo
esserci
non volevo
Alla fine ho urlato
ho urlato urlato urlato
E allora hanno riso
mio padre ha riso
piangeva dagli occhi
e rideva rideva
mentre io urlavo
Nooooooooo
Bastardo
Traditore
Lacqua gelida
mi ha lavato la disperazione
nella quale mi avevano gettato
gettato nellacqua morta
fredda
nella corrente
Poi mi hanno afferrato
una mano mi ha afferrato
Una mano
Ma non era una mano
Non era un uomo
Ero fuori dallacqua
vivo
e morto
Ero salvo
E quellessere grande
e forte
fiero
quellessere mi aveva salvato
e mi teneva nella sua bocca
ed ero vivo
ma non avevo paura
no non avevo paura
Mi ha voluto mi ha voluto
suo figlio
e ho deciso
io in quel momento
ho deciso
di essere come lui
scomparso lontano
lho visto cadere
lhanno colpito
ed scomparso
Io sono come lui
Nel bosco
Io ho deciso
PAUSA
Sottovoce
Lui ancora dentro di me
Io sono come lui
Loro non sanno che vivo
ancora vivo
in me
Forte
e vivo
Non potranno pi
ammazzarlo
No
Rumore di citt
Voco di gente per la strada
Vania si siede
ricorda
rivive
Ciao piccolo
Come mai
come mai sei qui
a questora
Non dovresti essere qui
a questora
dovresti essere a scuola
non qui Hai fatto sega
eh proprio cos
hai fatto sega
Non dire bugie
Io lo so che menti
non si va dalla nonna
a questora
con la cartella
no proprio no
A questora si va a scuola
Io lo so Non dirmi bugie
Puoi fidarti di me
Ti cercano lo sai vero
lo sai che ti cercano
La polizia ti sta cercando
Oh s Io li ho visti in piazza
nella grande piazza Puskin
Poliziotti
Chi cercate gli ho chiesto chi cercate
Cerchiamo un bambino
un bambino fuggito che non andato
a scuola Lo arresteremo cos
gli passer la voglia
di disubbidire
di non andare
a scuola
E sai come si chiama
questo bambino che cercano
Tu lo sai come si chiama vero
tu lo sai Si chiama come te
UN TEMPO DI PAUSA
Yuri
Yuri Pavlevic
Bravo
Tu lo conosci vero
questo bambino disubbidiente
tu lo conosci bene vero
A me puoi dirlo che lo conosci
io non sono della Polizia io so tutto
di te
ma non sono della Polizia Io
sono un amico devi
fidarti di me
sono il tuo unico amico adesso
UN TEMPO DI PAUSA
Ah
sei tu
sei tu quel bambino che stanno cercando
sei tu
Lo sapevo Io lo sapevo
Sorride
Dobbiamo fare qualcosa
Ti stanno cercando tra poco
arriveranno qui Devi scappare
No no
non devi piangere
no
ti aiuter io
Io so come fare
come salvarti
dalla Polizia
Vieni vieni con me
Nascondiamoci
Ti proteggo io
Nascondiamoci qui
Si alza
fa qualche passo
Non avere paura
Qui non entrer nessuno
Per ora nascondiamoci qui
Stai tranquillo
Non avere paura
non devi
avere paura
ci sono io
Ecco s cos
cos
Come sei carino
quando sei tranquillo
come sei carino
che bel sorrisetto che hai
sei proprio un bel bambino
Yuri
Un bel bambino
UN TEMPO DI PAUSA
S fa caldo qui
vero
Togliti la maglia Per ora dobbiamo
restare qui finch non vanno via
I Poliziotti
Fa caldo Molto caldo
Toglila per ora toglila
Ti aiuto io Ecco Ecco cos
bravo bravo Yuri
Come sei bianco Yuri
Tutto bianco Tutto sudato
Lo tocca
bianco
sudato
morbido
sudato
stai fermo
morbido
fermo tho detto
sudato
bagnato
Fermo
Sei monello Yuri
morbido
ma hai disubbidito
Peccato
peccato Yuri
sei cos carino
Bianco
Fermo
FERMO
Guarda
Stai fermo e guarda
Dalla tasca dellimpermeabile tira fuori un rasoio
e lo mostra al bambino
Ti piace
Guarda
Ti piace vero
Bianco
come Yuri
Morbido Yuri
Ti piace vero
Fermo
Ti piace molto
Bacialo Yuri Bacialo
Baciami
Toccalo toccalo
Prendilo
Comincia a fendere laria violentemente con il rasoio
S tuo
tuo prendilo
Yuri
Yuri
Ahh sssh ahhh
Va in orgasmo violento
rapido
a scosse forti
terribili
Poi crolla a terra
Il rasoio cade
PAUSA
Si rialza
stravolto
Si trascina al frigorifero
Lo apre
Prende scegliendolo accuratamente un involto
Lo apre
C dentro un grumo rosso scuro
Lo bacia
Yuri
Yuri
ti amo
Yuri
Lo mangia senza le mani
direttamente da terra
come un animale
Urla
Poi saccascia
Ride
Singhiozza
Ride
Singhiozza
II
Qualche minuto dopo
Inno Nazionale Sovietico
Vania seduto accanto al tavolo
Sul tavolo una tazza
un cucchiaio
due uova
un po di zucchero
Vania rompe le uova dentro la tazza
e comincia a farsi uno zabaione
Fuori piove
Ira
mia moglie
non sopporta
le uova
Le odia
Chiss
chiss perch
Mia moglie Ira
strana
una brava donna
ma strana a volte
Una donna strana
mia moglie
e odia le uova
Perci io le mangio
soltanto quando lei
non c
Sbattute
Uova sbattute
Zabaione
Uova
Uova e zucchero
e energia
Mi piace
Luovo
luovo perfetto
dentro e fuori
Luovo
crudo
limmagine
il simbolo naturale
del mondo
delluniverso
Un uovo
Un uovo soltanto
ha la compiutezza
la personalit
luminosa del cosmo
Come una stella
una stella
che ancora
non nata
ancora no
no
PAUSA
Una personalit luminosa
Oh s Una personalit
luminosa
che non ha mai illuminato
nessuno
proprio nessuno
Ridacchia
Sinterrompe di colpo
Pensa
Serio
Io Io avevo una personalit
una personalit luminosa
Giovane puro innocente
puro
innocente
Io
Impossibile impossibile
crederlo Forse non ero io
forse era un altro Forse
era un idea dentro di me
unillusione Soltanto quello
quello e basta Eppure era tutto
Ero io Ora sono vecchio
sono vecchio
perch non vivo pi
come allora No Non
Non pi possibile
Non pi ormai
Mi hanno mentito
Hanno mentito a tutti noi
Non pi possibile
La verit
La verit morta
per noi
La nostra forza
morta
La nostra forza consiste
nellenunciazione della verit
Ma cosa dici
cosa dici compagno
Lenin cosa dici
La nostra forza consiste
nellenunciazione della verit
Compagno Lenin
tu sei morto
e la tua verit
la tua forza
la nostra verit
la nostra forza
sono svanite
Svanite
Nel nulla
E adesso
La notte
la notte terribile
la notte non dormo
non dormo per langoscia
per la rabbia S non dormo
Perch sono loro
la rabbia e langoscia
e io che non sono pi io
a muovermi
a scuotermi
a farmi desiderare
Il tempo
Non c pi tempo
compagno
no non ce n pi
lo abbiamo sciupato il tempo
il tempo in cui avremmo potuto avere
tutto Tutto ci che la nostra et
ora non ci consente pi
Mai pi compagno
mai pi
Non pi possibile
Non pi
Mi sento male
mi sento
come
se non
ci fossi
pi
Tra poco smetter di piovere
e allora il bosco e tutta
tutta la natura si rinfrescher
e sospirer di dolcezza
di dolcezza s Che parola
compagno Dolcezza
Lavevo dimenticata
Nemmeno questo zucchero
me lha mai ricordata Mai
Nemmeno lo zucchero
Dimenticata
Da tanto tempo
Smetter di piovere
e il bosco e tutta la natura
sospireranno
di dolcezza
UN TEMPO DI PAUSA
Soltanto a me
e a te forse o forse no
tu sei un altro
tu sei tu
tu la notte dormi forse
o forse no Ma tu non sei
come me No non del tutto
Simile ma non uguale
Simile soltanto simile
a me
La pioggia smetter
ma a me il temporale
a me non avr dato nessun sollievo
Nessuno Di giorno e di notte
Ogni giorno ogni notte
Sempre mi ossessiona il pensiero
che la mia vita perduta
irrimediabilmente perduta
Allora sento la voce di mia madre
quella voce che non ho mai sentito
Mia madre che non ho mai visto
Io Io sono senza passato
lho sciupato il passato
e lho perduto
in cose senza senso
ora dicono cos
senza senso
senza senso
Inutile
Sbagliato
tutto sbagliato
Un errore
Ma il presente
Il presente terribile
ancora pi terribile
nella sua assurdit
nella sua disperazione
Cosa sono la mia vita
la mia vita e il mio amore
cosa sono cosa posso farne
Cosa
cosa
Il mio amore si perde
si perde inutilmente
come un raggio di sole
caduto su una fossa
ed io stesso
io stesso
mi perdo
Oh
come sono stato ingannato
tradito
Io
non ho vissuto
non ho mai vissuto
La vita
per me
finita
adesso
finita
Ero pieno
pieno capisci
pieno
di talento
dintelligenza
di coraggio
Se avessi vissuto
se avessi vissuto
in un altro modo
se avessi avuto
sempre
dentro di me
la verit
dentro di me
me stesso
sarei potuto diventare
avrei potuto essere
avrei potuto
Ho perduto
ho perduto tutto
tutto me stesso
tutto
La testa
la mia testa
la mia testa
la mia testa
Sto diventando pazzo
Se tu sapessi
se tu sapessi
come profondo
questo senso
questa vertigine
questo dolore
Se tu sapessi
Niente niente
paragonabile
niente pu essere
cos
cos
La testa
la mia testa
la mia testa
la mia testa
Sto diventando
pazzo
La testa
la mia testa
questo senso
questa vertigine
questo dolore
io
ho paura
ho paura
Mamma
ho paura
Mamma
sono disperato
Mamma
Vania terrorizzato
Si nasconde sotto il tavolo
Si rannicchia sotto il tavolo
Canta una ninna nanna
Canta e si addormenta
III
Poco dopo
Inno dellUnione Sovietica
Vania in piedi
ha in mano la tazza
coattivamente dondola la testa avanti e indietro
Ogni tanto sputa dentro alla tazza
si ferma
beve e ricomincia a dondolare la testa
Io vorrei parlare
vorrei parlare
ma non ci riesco
io non ci riesco
vorrei
ma non ci riesco
Non ci sono non ci sono non ci sono
Io sono un comunista
io sono
nessuno
io
sono
Sputa
Io
sono
qui dentro
io
io
io
Beve
Dondola
Perch me lo chiedi compagno
perch me lo chiedi
Tu lo sai
Tu lo sai vero lo sai
e allora perch me lo chiedi
perch mi chiedi
che sapore ha
perch
che sapore ha tu lo sai
perch me lo chiedi
che sapore ha il sangue
Tu lo sai compagno tu lo sai
perch mi chiedi che sapore
ha il sangue
Perch me lo chiedi
tu lo sai che sapore ha
il sangue
UN TEMPO DI PAUSA
Ha il sapore che hai dentro la tua testa
compagno
Quel sapore proprio
quel sapore
compagno
Il sangue
S
il sangue
ha il sapore
che tu
sai
Uguale
Uguale a quello
che tu hai dentro
la tua testa
Proprio quello
proprio quello
Uguale
BREVE PAUSA
Dondola
Io vorrei
vorrei
ma non ci riesco
io non ci riesco
vorrei
ma non ci riesco
Non ci sono non ci sono non ci sono
Io sono un comunista
io sono
nessuno
io
sono
Sputa
Io
sono
qui dentro
io
io
io
Beve
Dondola
Che importanza ha compagno
che importanza ha
Non ha nessuna importanza compagno
Io non lo so
Non lo so
Non ha importanza
No
Non ha importanza
cosa
penso
Cosa vuol dire cosa penso
Cosa vuol dire
Che importanza ha
Non ha nessuna importanza
neanche per me
Io penso meno
meno di quello che so
quello che so meno
meno di tutto quello che mi interessa
meno meno molto meno
ed ancora meno di tutto ci che esiste
meno molto meno
Quello che penso
quello che sono
meno molto meno
di tutto
di me
e di tutto il resto
Per questo non ha importanza
Non ha nessuna importanza
ci che penso
Io non ci sono
non ci sono non ci sono non ci sono
Nooooooo
Si ferma di botto
Io
Sono qua
Beve dun fiato tutto il contenuto della tazza
lacqua gli cola addosso
Vania
Vania mi chiamo Vania
Fracassa la tazza in terra
Il sesso orribile
Orribile
Una porcheria Una vera porcheria
Mia moglie Ira mi ama
cucina male ma mi ama
veramente
Noi non facciamo sesso
Il sesso orribile ci ripugna
Noi siamo persone serie Ci amiamo
Che schifo
Io non posso non voglio non posso
tagliare col mio sesso il sesso
di mia moglie Ira
morirebbe Anche io morirei
Non voglio che muoia Lei
mi ama Cucina male ma
mi ama Lei sa tutto
sa tutto di me e mi ama
lo stesso Lei lo sa
e mi ama
come una madre
UN TEMPO DI PAUSA
Non c pi mia madre
morta mia madre quando
io sono nato ma io non sono
nato davvero Il Partito
mi ha dato la vita il Partito
Ira lei non c pi
se n andata se n andata
Ora che io morir Giustiziato
Che parola ridicola compagno
Giustiziato
dal sesso della nuova Legge
dallorribile cazzo della Democrazia
Orribile Orribile Orribile
Io voglio
Lo voglio
S
IO VOGLIO
BREVE PAUSA
Basta
Il sesso mi disgusta
uno schifo Lamore
tutto Il sesso niente
Solo le bestie fanno sesso
Orribile disgustoso mi viene
da vomitare sicuro da vomitare
Ho fame ho fame Ho sempre
fame ma mia moglie Ira
non sa cucinare Noi
non facciamo sesso
Ci disgusta il solo
pensiero ci disgusta Noi
ci amiamo Il sesso
ci fa schifo Siamo superiori
noi Lei tutto per me tutto
Senza di lei sono un bambino
un bambino morto
Dissanguato
BREVE PAUSA
Piano sussurrando come un bambino colpevole
Il mio coso qui
il mio
qui
non funziona
non ha mai
non ha mai funzionato
Mai
Ogni cosa Ogni cosa
Ogni cosa al mondo
ha la sua funzione
Ogni cosa al mondo ha la sua funzione
Tutto perch deve
essere
Ogni cosa ha una funzione da svolgere
una funzione s Qualcosa per cui
esiste
Una mano
Una testa
Un uomo
Ma anche un oggetto
Tutti gli oggetti
hanno uno scopo perch hanno
una funzione
Un oggetto
Una sigaretta esiste
per essere fumata
quella proprio quella
la sua funzione
Un vestito deve coprire
Una scarpa deve
consumarsi camminando
Un pezzo di pane
persino una briciola
ha la sua funzione
quella di nutrire
Persino una pietra ha la sua funzione
io non so qual ovviamente
non posso sapere tutto io
ma ha la sua funzione
anche la pietra
Ogni cosa
Ogni cosa al mondo
ha la sua funzione
ogni cosa
Se no
Se non ce lha morta
Se non ce lha non esiste
No non esiste
BREVE PAUSA
Io vorrei
vorrei
ma non ci riesco
io non ci riesco
vorrei
ma non ci riesco
Io
Sono qua
Ma il mio coso
il mio
non funziona
eppure io
Io sono qua
Bere Mangiare
Il Comunismo
Io sono un comunista
Ogni cosa al mondo ha la sua funzione
Il Partito Il Partito
Comunista
ha dato ad ognuno
ad ogni cosa
ad ogni persona
la sua funzione
GIUSTO
S giusto
Ogni cosa ha bisogno di qualcosaltro
ogni cosa ogni persona
Anche io
UN TEMPO DI PAUSA
il mio coso
io
esistiamo
La bestia caccia
per vivere
La Natura sa
La Natura guida
La Natura giusta
Il Comunismo giusto
Io vivo
Io sono
come gli altri
Io ho bisogno
degli altri
Ho bisogno di loro
di tutti loro
Li amo
UN TEMPO DI PAUSA
Ho fame di loro
Tanta fame
PAUSA
Mormora
Fame fame fame
Non posso farne a meno
No
Non posso farne a meno
amore
fame
tutto
Sono io
Il mio sangue forte
la mia carne forte
forte capisci compagno
molto molto forte
Anche lamore lamore s
proprio quello lamore
forte troppo troppo forte
Io lo odio lamore
Lo odio
Mi turba
Io non sono pi me stesso
Non so non so pi niente
la forza la forza che mi prende
mi prende e mi porta lontano
a casa nella mia vera casa
Il bosco la mia casa
L soltanto l io sono riesco
ad essere ad avere
la mia funzione
Nascere e morire sono la stessa
la stessa identica cosa
Lamore nascere
Lamore morire
Io non sono nato no non sono nato
lho gi detto io
io non sono
ma sono qui
ed la forza lamore
compagno
che mi fanno vivere
tutto
Tutto intero
Il bosco il mio mondo
damore
Sono tutti l i miei giorni
i miei giorni veri
La mia fame sfamata
I nomi compagno li sai
te li ho dettati
tu puoi capire tu puoi
comprendere le mie ragioni
perch anche tu sei come me
Un comunista
Gorbaciov ci ha venduti
La tua vita uno schifo
come la mia
Ma siamo comunisti
ancora
A noi non ci fanno impressione i morti
compagno
Non si contano i morti
Si contano gli aerei caduti
Noi non abbiamo paura del sangue
Il sangue puro bello innocente
Noi non abbiamo paura del sangue
Stalin ci ha insegnato
a non aver paura del sangue
Il sangue degli uomini
linchiostro della storia
Il sangue puro vivo palpitante
nel corpo di un essere puro
vivo palpitante e fiducioso
deve
rendere lamore
a noi noi
a me
a te
a tutti quelli come noi
UN TEMPO DI PAUSA
che sono perduti
e non sanno pi
come
trovarsi
Ed la fame
la fame che ci accompagna
che ci guida
la fame di cose di vita di idee
che non esistono pi
Il Partito Comunista Sovietico
morto
LUnione Sovietica
morta
Io
Sono morto
PAUSA
Io non ho ucciso nessuno compagno
e tu lo sai
Non ho ucciso nessuno
Li ho salvati
Non li ho uccisi Li ho salvati
Sono tutti dentro di me
Tutti
Siamo tanti
Stiamo bene insieme
Siamo tanti
Ci amiamo
PAUSA
Non ho pi fame compagno
Non ho pi fame
Non mi piace il Borsch
La cucina russa non esiste
Il Borsch fa schifo
Il sangue puro bello innocente
La cucina sovietica non ce n nemmeno lidea
Avevo fame compagno
Senza comunismo siamo tutti criminali
Andiamo compagno andiamo
Non ho pi fame
Sono solo
Sono pronto
Andiamo
PAUSA
Il compagno Commissario si alza
Si avvicina ad Vania
I due si guardano fisso
Non ti invidio compagno
Vania gli volta le spalle e comincia a cantare lInternazionale
In sottofondo si ascolta la sentenza di condanna di Vania
VOCE
dal registratore
Limputato
Vania Petrvic Vointski
ritenuto colpevole
di cinquantatre omicidi
Le vittime uccise e dilaniate
dallimputato
assolutamente sano di mente
erano bambini
bambine
ragazze
e giovani donne
di et compresa fra gli otto
e i diciassette anni
Limputato colpevole
di averle uccise e dilaniate
nelle zone boschive
di Rostov
Revda
Leningrado
Krasnodar
Mosca
Kiev
Donesk
viene pertanto
condannato
alla pena capitale
da eseguirsi
mediante colpo di pistola alla nuca
come previsto dal vigente codice
di procedura penale
Il canto di Vania sale
Il compagno Commissario estrae una pistola
la carica con uno scatto
la poggia lentamente sulla nuca di Vania
Simultaneamente silenzio e buio
*
1995/1996
Biro Insalata e Sogni
LO SPAZIO DELLA SCENA E' SCURO. RACCHIUDE DUE
AMBIENTI MOLTO DIVERSI PER IL TIPO DI OGGETTI CHE LI
COMPONGONO E PER DUE TIPI DI LUCE DIFFERENTI CHE
LI ABITA. LE DUE PARTI SONO MOLTO DIFFERENTI, COME
SE APPARTENESSERO A DUE PERSONE DIVERSE, E FINO AD
UN CERTO PUNTO E' COSI'. UNA PARTE E' LA STANZA DELLA
MADRE, MORTA, DI ANNE. POCHI MOBILI, SOBRI, IN FINTO
BIEDERMEIER, UN LETTO SINGOLO, UN COMODINO, UNA
POLTRONCINA, UN PICCOLO ARMADIO A DUE ANTE E UN
TAVOLINO PIENO DI OGGETTINI. TUTTO MOLTO ORDINATO.
MA TUTTO E' ANCHE POLVEROSO, SBIADITO, ASCIUGATO,
NONOSTANTE ANNE OGNI GIORNO PULISCA. LA STANZA E'
MORTA, COME LA MADRE DI ANNE.
L'ALTRA PARTE DELLA SCENA E' IL LUOGO DI ANNE.
BASTANO UN TAVOLINO DA TELEFONO CON UNA
SEGRETERIA, UN TELEVISORE, DUE SEDIE, UN TAPPETO
PIENO DI GIORNALI, UN VASSOIO DA PRANZO CON GLI
AVANZI DEL GIORNO PRIMA, E QUALCHE VESTITO SPARSO
QUA E LA', SULL'ATTACCAPANNI SONO APPESI SOLO TRE
CAPPELLI E UN OMBRELLO. C'E' ANCHE UN OROLOGIO.
CHIAMEREMO I DUE AMBIENTI SPAZIO M (madre) e SPAZIO A
(Anne).
PROLOGO
ANNE E' SEDUTA PER TERRA AL BUIO
GUARDA FISSO UN MURO
SUL QUALE SCORRONO
LE IMMAGINI
DI UN SURREALE
CARTONE ANIMATO
I
SPAZIO M IN LUCE.
ANNE STA SULLA SOGLIA DELLA LUCE, INCERTA SE
ENTRARE. ENTRA VELOCEMENTE, VA' VERSO IL TAVOLINO
PRENDE UNA FOTO DELLA MADRE ED ESCE. BUIO SPAZIO
M. SQUILLA IL TELEFONO. ANNE NON RISPONDE. SI AZIONA
LA SEGRETERIA. SERIE DI BIPS. UNA VOCE PARLA
ALL'APPARECCHIO. PIANO SALE LA LUCE SULLO SPAZIO A,
ANNE E' ACCOVACCIATA DAVANTI AL TELEFONO E LO
GUARDA, SORRIDE. LA FOTO E' SUL TAVOLINO.
VOCE
Ciao, sono io, ho chiamato tutto il giorno ma tu non c'eri. Non ho
lasciato messaggi. Adesso devo uscire, se ti va' puoi raggiungermi al ...
ANNE BLOCCA LA SEGRETERIA. GUARDA LA FOTO CHE HA
PRESO PRIMA.
BUIO.
II
LUCE SPAZIO A. DI NUOVO SQUILLA IL TELEFONO, DI
NUOVO SCATTA LA SEGRETERIA E SI SENTE LA STESSA
VOCE LASCIARE UN IDENTICO MESSAGGIO. ANNE
ACCOVACCIATA COME PRIMA BLOCCA LA SEGRETERIA
ALLO STESSO PUNTO.
ANNE
Io non ti conosco
perch mi telefoni
e non mi chiami mai
mai Squilli e parli
come un topo un topo
dalla voce grossa
un topo sconosciuto
che non mi conosce
e mi parla Tu non sai
chi sono ma mi parli
mi chiedi mi richiedi
mi vuoi Un numero
una serie di sette
numeri numeri razionali
una sequenza di indici
Direzione direzione
Tutti i numeri segnano
una direzione
senza significato
Sbagliata
Io non sono
quella l
che non chiami mai
anche lei non chiami
per nome
io sono un numero
e non mi chiami
lei ha un nome ma tu
non la chiami
io ho un numero
lei no Tu ami
quella l e la chiami
col mio numero
quel numero sono io
tu sbagli
io ti ascolto
Parli con nessuno
Io non ti conosco
tu parli
io no
quella l no
tu
Tu non sei nemmeno
un numero per me
e non voglio sentire
dove sei
Io ti conosco
ormai
Direzione direzione
SI ALZA LENTAMENTE E COMINCIA A CAMMINARE
ALL'INDIETRO.
Direzione direzione
Tutti i numeri segnano
una direzione
senza significato
Sbagliata
SI COPRE GLI OCCHI CON LE MANI.
BUIO.
III
LUCE SPAZIO M.
ANNE ENTRA VELOCEMENTE CON UN TUBETTO DI
MAIONESE IN MANO.
ANNE
Mamma aiutami ti prego
mamma la maionese mamma
non ci riesco non ci riesco
mai io non ci riesco mai
Chiss perch
Io no e tu s
io no ma tu s
Mi aiuti
Lo sai che mi piace
la maionese
in tubetti
solo quella in tubetti
mi piace ma non ci riesco
ad usarla a farla uscire
come si fa come si deve
Tu si mamma
M'ingrassa
Per mi piace
Ho risolto
un problema
un grosso problema
complicato molto
complicato
Stupir tutti domani
all'Universit
da tanto sai due mesi
che tutto fermo
negli studi
questo problema
un vero problema
ma io l'ho risolto
adesso
Da sola
Mi piace la maionese
ma non posso succhiarla
Deve uscire
lentamente
dove dico io
come penso io
tutti lo fanno
Io ho risolto
il problema nessuno
lo ha saputo risolvere
A me non piacciono
i problemi non li sopporto
La maionese fa schifo
vero mamma
Mi piace ma fa schifo
non un problema no
Tu non puoi aprirla per me
non puoi spalmarla sulla mia
mano a ghirigori come un gioco
no
no tu non puoi vero
mamma
a te non piace
la maionese
E' vero si vero
la maionese
fa schifo Io ho risolto
il problema io da sola
La maionese fa schifo
mi piace ma fa schifo
e non un problema no
fa schifo e basta
Io amo i problemi
Mamma lo sai tu lo sai
vero
meglio cos
Dormiamo si
dormiamo
come quando ero piccola
e dormivo con te
senza pap solo
con te io sola tu
sola Senza nessuno
senza niente
dormiamo
senza maionese
DURANTE L'ULTIMA PARTE DELLA BATTUTA SI E'
ACCOCCOLATA SUL LETTO. FORSE DORME.
BUIO.
IV
SPAZIO A.
ANNE RIENTRA DA FUORI. SI ACCENDE LA LUCE. ANNE HA
INDOSSO UN IMPERMEABILE LISO. HA IN MANO UN LIBRO.
ANNE
Teoria teoria tutta
la teoria dei numeri
e delle figure
le figure distrutte
come un cubo che si schianta
da trecento metri
un cubo sotto il maglio
di una pressa
enorme
(SCARAVENTA IL LIBRO PER TERRA)
Teoria dei Frattali
della chiarissima
chiarissima
Professoressa
Anne H.
Signora signora
Professoressa Anne
H. Autrice del Trattato
di Analisi sulla Teoria
dei Frattali E'tornata
sono tornata
a casa
(SALE SUL LIBRO)
la professoressa
la chiarissima Professoressa
Autrice del Trattato Metafisico
sulla Maionese
(TIRA FUORI DALLA TASCA UN TUBETTO DI MAIONESE)
autrice del Trattato
di Analisi sulla Teoria
dei Frattali autrice
del trattato di Analisi
della Maionese Frattale
io
Ho fame Ciao mamma
sono io Anne
Che lo dico a fare
Che lo dico perch
lo dico A che serve
giocare ancora
a non sapere
Ho fame e non voglio
pensare non voglio
che mi passi l'appetito
ho fame e mangerei un
enorme si enorme
piatto di spaghetti
col ketchup e la maionese
Fanno schifo ma mi piacciono
Ho fame e credo sono
sicura sono sicura
che manger un insalata
un' enorme si enorme
insalata senza sale
fa male Sono ipertesa
Troppo sale ipertensione
Insalata pura e fresca
insalata Mi fa impazzire
(GETTA VIA IL TUBETTO)
Anche se non mi piace
ma impossibile mangiare altro
impossibile
io non posso mangiare
nient'altro
che insalate e verdure e frutta
e pane e tutti quei cibi
quegli alimenti
perch non sono cibi
sono puri alimenti
io non posso mangiare
altro che alimenti
Il cibo va cotto
non gli alimenti
Gli alimenti sono freschi
anche se non sono buoni
nutrono e basta
ma cibi bruciano
se li cuoci bruciano
sarebbero buoni cotti
ma bruciano
Io li brucio
sempre
Immangiabili
Gli alimenti sono freschi
anche se non sono buoni
Manger un'insalata
SI TOGLIE L'IMPERMEABILE. HA UNA GRANDE MACCHIA
D'INCHIOSTRO SULLA CAMICETTA BIANCA.
ANNE
Eccola qui Stimmate
stimmate blu segno
della colpa Incapacit
Inettitudine
COMINCIA A PARLARE CON UN INTERLOCUTORE ASSENTE.
E' IL COMMESSO DI CARTOLERIA CHE HA TENTATO DI
VENDERLE UNA PENNA STILOGRAFICA. BALBETTA,
GESTICOLA, SI AFFANNA, URLA, SIBILA.
ANNE
Io non voglio una penna
stilografica io uso soltanto
penne a biro Non mi piacciono
le penne stilografiche sono
cos difficili da usare
difficili difficili
No non mi interessa
e non voglio vedere
come si usa Non voglio
provarla Assolutamente
no
(PAUSA)
Guardi Guardi Adesso sar
contento sar felice sar
che la sua stronzissima penna
mi ha macchiata Una camicetta
quasi nuova di seta e quasi
nuova Rovinata Smacchiarla
sar impossibile Sa lei lo sa
dove pu cacciarsela la sua
fottutissima penna stilografica
dove deve ficcarsela No non lo sa
Glielo dico io dove deve cacciarsela
Non su per il culo no assolutamente
L no Deve tirarsela su da quel
bell'ombelico vergine che ha su
quella schifosissima pancia S
su per l'ombelico e non su
per il culo per l'ombelico cos
non c' il rischio che le dia piacere
No non sono una signora io
uso le penne a biro io
Su per l'ombelico su
dentro in fondo all'ombelico
Su per l'ombelico in modo
da sembrare meglio tutto
blu quella pustola idiota
che Su su per l'ombelico
Idiota
SI CALMA. SI TOGLIE LA CAMICETTA E INDOSSA UN
PULLOVER LEGGERO.
ANNE
Stilografiche Merda
Merda blu
uso le biro io meglio
le biro funzionano sempre
non macchiano e quando non
funzionano pi le butti via
le biro sono meglio funzionano
funzionano da sole non sei tu
che devi farle funzionare non
si deve funzionare per farle
funzionare funzionano da sole
le biro Un'insalata
(SQUILLA IL TELEFONO)
un'insalata senza sale
Sono ipertesa Senza sale
E senza inchiostro
Un'insalata Verde
IL TELEFONO CONTINUA A SQUILLARE. ANNE DI SCATTO
SOLLEVA IL RICEVITORE.
ANNE
Idiota
CHIUDE BRUSCAMENTE.
ANNE
Un'insalata verde senza
numeri senza sale Idiota
PREPARA UN'INSALATA. E' UNA DI QUELLE BUSTE
D'INSALATA GI TAGLIATA E GI LAVATA CHE SI TROVANO
AL SUPERMERCATO. QUANDO LA APRE BUONA PARTE DEL
CONTENUTO SALTA FUORI, IL RESTO ANNE LO VERSA IN
UNA SCODELLA.
ANNE
Insalata Scodella Busta
Pronta gi pronta quasi
pronta Animale stronza
insalata animale Salta
Come viva Non ci si pu
fidare nemmeno dell'insalata
Direzione direzione
Tutte le cose prendono
una direzione
sbagliata
senza significato
Entropia
Entropia delle buste
dell'insalata Entropia
delle buste d'insalata
PRENDE DAL TAVOLINO LA FOTO DELLA MADRE LA
POGGIA PER TERRA. SI SIEDE E, GUARDANDOLA MANGIA,
CON LE MANI.
Ho sbagliato tutto avrei dovuto
dedicarmi alla Termodinamica
invece che ai Frattali
L'insalata e la sua entropia
della Chiarissima Professoressa
Anne H. Ma a pensarci bene
l'insalata in quanto tale
composta nei suoi singoli
elementi da figure frattali
innumerevoli Potrei scrivere
un trattato ad uso degli studenti
e delle donne obese e perch no
anche degli uomini obesi
su L'insalata e i suoi elementi
frattali Con un'appendice
sull'entropia dell'insalata
in buste Ma non possibile
scrivere un trattato su una cosa
di questo genere tutti i trattati
trattano appunto di sciocchezze
l'insalata nelle buste un problema
vero reale pratico dunque non si pu
scriverne un trattato Se fosse solo
un problema mio forse potrei scriverlo
Ma un problema di tutti
E' un problema mio
(RIVOLGENDOSI ALLA FOTO DELLA MADRE)
Tu non dici niente eh
non dici pi niente
D'altra parte tu non hai
mai detto niente Nemmeno
quando avresti potuto quando
avresti dovuto Mai mai
Tu non sei mia madre
sei troppo giovane in quella
foto non sei mia madre
non ancora l in quella foto
La foto vecchia molto vecchia
e tu sei giovane troppo giovane
per essere mia madre Sei tu
non ancora mia madre non ancora
(IL TELEFONO SQUILLA)
Sei giovane troppo giovane
potresti essere me in quella foto
Squilla Telefono Forse per te
mamma Ma non sei pi qui mamma
Solo questa vecchia fotografia
con una giovane che non conosco
Gertrude
(PAUSA)
Non ti ho mai chiamata
per nome
SCATTA LA SEGRETERIA. LA STESSA VOCE DELLA SCENA
PRECEDENTE RIPETE UN'IDENTICO MESSAGGIO. QUESTA
VOLTA PERO' ANNE NON LA BLOCCA PRIMA CHE ABBIA
DETTO IL NOME DEL POSTO DOVE L'UOMO SI
TROVA E LA PREGA DI RAGGIUNGERLO. E' UN LOCALE. IL
"CALIBAN".
ANNE
Forse per te forse
sei tu la sconosciuta
che lui cerca chiamando me
parlando con il mio numero
Un numero sbagliato indubbiamente
In tutti i sensi sbagliato
Forse te che cerca Gertrude
potresti andare potresti
raggiungerlo Hai sentito Sembra
disperato Ti vuole Dice d'amarti
Potresti andare da lui Potresti
(PRENDE IN MANO LA FOTO E LA GUARDA. SORRIDE.)
Mi somigli molto
Gertrude
BUIO SPAZIO A.
V
RUMORI DI TRAFFICO. POI UN SILENZIO. TACCHI
DA DONNA SULLA STRADA.
VI
LUCE SPAZIO M. ANNE, IN IMPERMEABILE, SEDUTA SUL
LETTO DELLA MADRE, HA IN MANO LA FOTOGRAFIA.
ANNE
Era chiuso logicamente
era chiuso Un locale chiuso
Deserto Dopo due giorni non
si va ad un appuntamento dopo
due giorni E ad un orario sbagliato
E' impossibile sperare
di trovarvi qualcuno
Non c'era nessuno infatti
Ma adesso sai dov' dove trovarlo
quando lo cerchi se lo cerchi
adesso sai Questa notte voglio
dormire qui con te Al tuo posto
nel tuo letto disabitato Tu
mi somigli molto in questa foto
Non sei mia madre ancora sei
ancora come me Capisco che sei
tu e non io soltanto dall'abito
quell'abito che io non ho mai
indossato Questa la tua foto
Il tavolino di l pieno
di polvere Ha i tarli da quando
la tua foto vi sta posata su
E' la polvere delle cose
appartenute a te Questa stanza
piena di polvere La polvere
che copre le cose di chi
morto Come te Gertrude come
te Mamma
Io lo so che tu non sei
pi qui Lo vedo dal colore
della tua roba Le tue cose
si asciugano si riempiono
di polvere sempre sempre
di pi Non serve a nulla
pulire ogni giorno Fingere
che tu sia ancora qui Loro
le cose le tue cose loro
lo sanno E in qualche modo
ti seguono L dove tu stai
ora L non qui in questa stanza
ma l dove tu sei adesso
E non il cielo no L
c'
la tua stanza un'altra stanza
eppure la stessa dove le tue cose
sono intatte Nuove Vive Di te
Le figure di cose rimaste
qui sono vuote secche inutili
morte Un giorno esattamente
il terzo giorno dopo la tua
morte mamma quando gi il tuo
corpo se n'era andato via privo
del tuo respiro quel giorno io
ho aperto la finestra di questa
stanza la tua finestra Tu
per un mese non avevi voluto
che fosse aperta L'ultimo mese
Sapevi gi tu un mese prima sapevi
Hai voluto abituarti forse non so
a qualcos'altro Intuire forse
guardando il buio quello scuro
pi profondo dove stavi andando
dove poi sei arrivata col respiro
sospeso in eterno
(PAUSA)
Il sole
dopo tanta astinenza
esploso qui dentro
E' passato come la mano destra
di un dio sorridente e tutto
tutto si acceso E pareva ancora
che ci fossi tu Ho sorriso ricordo
ho sorriso pensando che potevo
crederlo che potevo grazie a quel sole
pensarti viva qui nella tua stanza
fra le tue cose
(PAUSA)
Con me
Finch il sole quello stesso sole
che credevo buono che volevo credere
buono andato via lasciando tutto
in ombra Si tirato via trascinandolo
dietro di s un mantello di luce
bruciante Non rimasto che l'orrore
Il vuoto in una stanza piena
di oggetti morti E ho capito
allora ho capito che tu eri
morta E ho avuto paura e
ho pianto Non di dolore no
non dolore ma paura Panico
La paura che le verit portano
sempre con loro Ho toccato
qualcosa ricordo Era tutto secco
asciutto era tutto inutile
qui in questa stanza La tua
Poi ho visto questa foto
Un'immagine ho pensato
Un immagine L'immagine di te
Non mi sono accorta che eri
giovane in questa foto
che non eri ancora
mia madre Ho visto solo
che eri tu
E ho voluto salvarla questa foto
l'ho portata di l con me
perch vivesse perch tu perch
almeno qualcosa ancora restasse
viva di te E fossi io a farlo
a darti - che follia - ( io )
un po' di vita un po' della mia
vita A te
(PAUSA)
Ma tu l'hai presa tu
non io te l'ho data
ma tu l'hai presa perch tu
sei giovane qui non sei ancora
mia madre sei come me Io
(PAUSA)
credo a volte che questa sia
una mia foto
Ma so
che non cos
Ho trovato quest'abito Il tuo
abito in questa foto e l'ho preso
Non ho il coraggio d'indossarlo
L'ho messo di l nella mia stanza
Appeso come uno dei miei abiti
sull' attaccapanni di l Non ho
il coraggio d'indossarlo Ma so
che dovr farlo so che potrei capire
perch tu non sei me ed essere
diversa da come eri tu non diversa
come ora diversa come un'altra
un'altra persona Che non riesco
ad essere Perch non ti conosco
N me
SQUILLA IL TELEFONO. ANNE NON RISPONDE. SCATTA LA
SEGRETERIA. E' SEMPRE LUI. IDENTICO MESSAGGIO.
ANNE POSA LA FOTO SUL LETTO, DOLCEMENTE, E VA AL
BUIO NELLO SPAZIO A. DOVE PRENDE UN ABITO GRIGIOAZZURRO
D'ALTRI TEMPI E LO INDOSSA. RITORNA IN
SILENZIO NELLA STANZA DELLA MADRE, SI SIEDE SUL
LETTO E GUARDA LA FOTO, COME FOSSE UNO SPECCHIO.
POI LA VOLTA E LA POGGIA SUL SUO PETTO E TENENDOLA
COSI' SI SDRAIA SUL LETTO. SPEGNE LA LUCE DI UN ABAT
JOUR E LA STANZA SI FA BUIA. UN BUIO AZZURRO. IL BUIO
DEL SOGNO DI ANNE.
VII
ANNE SOGNA. LA STANZA SI POPOLA DI VOCI E RUMORI. LE
VOCI E I RUMORI DEL "CALIBAN". GENTE CHE PARLA,
GENTE CHE ORDINA AD ALTA VOCE, CAMERIERI CHE
VANNO E VENGONO, RUMORI DI SEDIE, TAVOLI, BICCHIERI,
PIATTI, ETC. IN SOTTOFONDO, FORSE, UNA CANZONE. ANNE
MIMERA TUTTA L'AZIONE, RESTANDO NELLA STANZA
AZZURRA CHE FA DEL SUO CORPO UNA SILHOUETTE
SCURA. E' SEDUTA SUL LETTO, ACCANTO A LEI UN
TAVOLINO O UNA SEDIA. LE PAROLE VENGONO DALLA SUA
MENTE E NON DALLA SUA BOCCA, SOVRASTANO I RUMORI
DI FONDO.
VOCE DI ANNE
Non dovevo sedermi qui
accanto alla toilette I cessi
puzzano sempre sopratutto
quelli delle donne puzzano
d'orina e profumi stucchevoli
Non c' che quest'odore qui
puzza tutto d'orina e profumi
nauseabondi Il fumo dei piatti
caldi il fumo delle sigarette
puzza d'orina e profumi
contraffatti Non dovevo sedermi
qui Ma il posto pi lontano
pi nascosto pi in ombra
Ci sono arrivata comunque
qui dove lui mi dice
sempre sbagliando numero
di telefono m'invita qui
al Caliban Qui c' puzza
ma la puzza non copre le voci
ed io riconoscer la sua prima
ancora di vederlo prima ancora
che lui veda me Anche se lui
non mi ha mai vista Io gli dir
un numero Non il mio numero
un altro numero a caso
e lui capir Riconoscer
la mia voce anche se non
l'ha mai sentita La sua voce
io l'ho sentita e lui conosce
il mio numero di telefono Io
dir un numero e lui sicuramente
conoscer la mia voce. Ascolto
PAUSA. LE VOCI E I RUMORI SALGONO, OGNI TANTO PARE
DI SENTIRE LA VOCE DI "LUI" MA SUBITO SCOMPARE. ANNE
PER UN POCO GUARDA IN GIRO CON GLI OCCHI
SPALANCATI, POI DECIDE DI CHIUDERLI E STARE SOLO A
SENTIRE. SI POSA LE MANI SUGLI OCCHI.
D'IMPROVVISO, SILENZIO.
VOCE DI ANNE
Niente Non riesco a sentirlo
A vederlo niente Forse oggi
non venuto forse non verr
Non so nemmeno perch viene
qui ogni sera Quasi
ogni sera
(BREVE PAUSA)
ANNE
Cameriere
VOCE DI ANNE
Ecco uno qualsiasi Chiamare
uno qualsiasi prima d'andarmene
Un caff e poi via E' inutile
giocare coi numeri Inutile
UNA SAGOMA SCURA, UNA FIGURA D'UOMO, IL CAMERIERE,
SI E' AVVICINATA A LEI.
UOMO
Buonasera La signora
desidera ordinare
ANNE NON RISPONDE. LO GUARDA. LUI A SUA VOLTA
GUARDA LEI. SORRIDE. LEI RICAMBIA.
UOMO
Sei tu Ma che fai
qui Non ti aspettavo
pi Sei venuta finalmente
Gertrude
LEI APRE LA BOCCA COME PER GRIDARE, D'IMPULSO, MA
NESSUN SUONO VIENE FUORI. L'UOMO SI SIEDE ACCANTO A
LEI, LE PRENDE UNA MANO.
UOMO
Bambina mia
mia piccola
bambina
ANNE LO GUARDA. SORRIDE.
ANNE
Si
Sono io
L'UOMO LE BACIA IL PALMO DELLA MANO MENTRE I
RUMORI DELLA SALA CRESCONO E TUTTO SI FA BUIO.
VIII
D'IMPROVVISO DI NUOVO LUCE, LA LUCE DEL GIORNO
FATTO E RUMORI, I RUMORI DEL GIORNO, DELLA STRADA,
DEL MONDO. ANNE SI SVEGLIA GRIDANDO.
ANNE
Pap
Dove Io La luce
E' la luce E' il
sole Non ho dormito
con questa luce non si pu
dormire Con questi sogni
come non dormire Sono
sogni orribili Incubi ma
dicono ricordano cose
cose nascoste Mai dette
Io con gli occhi spalancati
Volevo gridare Volevo
urlare ma ero muta
La mia voce era muta
Perch
SI ALZA LENTAMENTE TOCCANDOSI IL VESTITO,
PASSANDOSI LE MANI SUL VISO, TASTANDOSI I PIEDI.
ANNE
Questo non mio
quest'abito non l'abito
di Anne l'abito di Gertrude
Io non sono Gertrude io sono
Anne
Chi quell'uomo
che telefona Chi era
quel cameriere Perch
io l'ho visto Era uguale
a mio Padre o era
mio Padre Non ricordo
io non ricordo il suo
nome il nome di lui
l'uomo di Gertrude
mio Padre
(PAUSA)
soltanto
DA SOTTO IL LETTO PRENDE UNA GRANDE BORSA DI TELA
A FIORI. PIENA DI FOTOGRAFIE. ANNE LA APRE E LE
SPARGE SUL LETTO.
ANNE
Figure figure figure
bianche nere sbiadite
figure di vivi ancora
vivi bianche Figure
di morti ora gi morti
nere sbiadite Piatte
figure Quadrati Rettangoli
di persone Com'erano
e non sono non sono
pi Mai E' terribile
terribile
guardare una fotografia
anche un attimo dopo
un solo attimo dopo lo scatto
Quel prima gi vivo da fermo
si blocca Muore Qui
ci siete Ci siamo Tutti
tutti Noi
(BREVE PAUSA)
I bambini
i bambini delle foto sono
orribili pi sono belli pi
sono orribili Nessuno si guarda
allo specchio ad un anno nessuno
pu vedersi da piccolo nessuno
Perch fotografare un volto
che non il nostro
allora
Queste faccine deliziose
non sono le nostre noi
non le riconosciamo
non ne abbiamo ricordo noi
non lo sappiamo Ce lo dicono
Sei tu
Facile facile
Ma poi perch si rimpiange
un ricordo che di altri
quelli che hanno visto quel
poco che i bambini non vedono
perch non ha importanza
I bambini hanno occhi pi grandi
guardano un muro e ci vedono tutto
e ancora di pi E' orribile
catturare un bambino in una foto
privare i loro sguardi senza
orizzonte
Io
Con gli occhi spalancati
sempre spalancati Chiss
cosa vedevo Chiss Forse
se non mi vedessi
lo ricorderei
forse
FRA LE FOTO SPARSE SUL LETTO NE PRENDE UNA UN POCO
PIU' GRANDE DELLE ALTRE, UNA FOTO DEL PADRE.
ANNE
Pap
Anche tu
qui
sei giovane
troppo giovane
per essere davvero
mio padre Qui
Troppo giovane
troppo
LEGGE IL RETRO DELLA FOTO.
ANNE
"Con amore
a Gertrude"
Lei
VA NELLO SPAZIO A, ACCENDE UNA LUCE E CON VIOLENZA
IMPROVVISA SCAGLIA A TERRA LA FOTOGRAFIA
INCORNICIATA DELLA MADRE. LA CORNICE SI ROMPE, IL
VETRO VA IN FRANTUMI, LA CARTA DELLA FOTO SI PIEGA.
ANNE
Tu
Sei tu
che devi
scoprirti
ora Tu
Gertrude
non mia
madre
Gertrude
PRENDE LA FOTO DA TERRA E NE LEGGE IL RETRO.
ANNE
La tua bambina
Gertrude
Stronza
"La tua bambina"
Stronza
Puttana
Perch
perch perch
RABBIOSAMENTE STRAPPA LE DUE FOTOGRAFIE, I
FRAMMENTI CADONO A TERRA.
ANNE
Direzione direzione
tutte le cose prendono
una direzione
senza significato
sbagliata
Frammenti caotici
Vite frattali
distruzioni in corso
congiunzioni
terrificanti
di elementi
che non possono
unirsi
Tutto unico
SI CHINA A TERRA E SI SIEDE, PRENDENDO IN MANO I
FRAMMENTI DELLE FOTO E COSTRUISCE DAVANTI A SE' UN
PUZZLE.
ANNE
Un pezzo sopra
l'altro un pezzo
accanto all'altro
Naso collo bocca
piedi occhi culo
braccia seno dita
un pezzo dopo
l'altro un pezzo
sopra e accanto
all'altro Frammenti
sfrangiati Frattali
di figure intere
diverse figure
Ogni pezzo un frammento
ogni frammento un Frattale
Un individuo a s stante
Impossibile ricomporre
tutti i pezzi in unit
Impossibile che da tutti
questi pezzettini di carta
di figure di corpi ricordi
di persone risulti
un'altra persona Bisogna
riscriverla ridisegnarla
Non si pu assemblare
non si pu addizionare
E ottenere Anne
E' un errore
procedere cos
E' un errore crederlo
Non si pu ottenere
un risultato positivo
da premesse sbagliate
Il modello teorico
sottoposto a verifica
sperimentale
fallito
Non il risultato
fallito
ma il modello
Non io
non Anne
ma questo puzzle
un modello assolutamente
sbagliato
che io ho costruito
sbagliando
il modello
sbagliando
Anne
Tutto sbagliato
Il modello
L'esperimento
Sono falliti
Il risultato
errato
Irreale
Bisogna partire
di nuovo
dalla realt
senza modello
lo costruir
Dopo
Non ora
Non prima
RACCATTA TUTTI I PEZZI DA TERRA, PONENDOLI SULLA
GONNA A CONCA, SI ALZA E VA VERSO IL FONDO DOVE
SPOSTANDO UN PANNELLO SCOPRE L'ESISTENZA DI UN
BUGIGATTOLO DOVE STA UNICO E SQUALLIDAMENTE
REALE UN W.C., ILLUMINATO DA UNA FIOCA LUCE
ELETTRICA. DALLA GONNA ANNE FA SCIVOLARE I
FRAMMENTI DELLE FOTOGRAFIE DENTRO LA TAZZA.TIRA
LO SCIACQUONE. UNA LUCE RAGGIATA ILLUMINA IL
BUGIGATTOLO E IL RUMORE DELLO SCARICO E' UN GLORIA
ESULTANTE.
ANNE ASCOLTA.
ANNE
Espulsione
di sentimenti
stracciati
Inutile portare
addosso cartacce
Pulizia Totale
(SILENZIO. ANNE SI SIEDE SUL W.C.)
Adesso Io
E da sola
Anne
E mi sento
bene Esausta
ma bene Pronta
Adesso
Si ricomincia
SALE LA MUSICA DI GLORIA. BUIO.
IX
SPAZIO A. LUCE DEBOLE AZZURRA, LA LUCE DEL SOGNO.
ANNE DORME RAGGOMITOLATA PER TERRA: UNA GRANDE
BAMBINA, UNA DONNA SORRIDENTE, ORA.
NELLO SPAZIO M, QUASI BUIO ED ORA VUOTO, STA UN
UOMO, LO STESSO DEL SOGNO PRECEDENTE, ORA PERO' E'
VESTITO IN MODO DIVERSO, HA UN ABITO SCURO,
COMPLETO DI GILET, E UNA PRESENZA MAGGIORE. E' UNA
BELLA FIGURA D'UOMO, DI CUI NON AVER PAURA, CON LA
QUALE ANNE ADESSO PUO' DIALOGARE, PERCHE' PU
FARNE A MENO. L'UOMO SI SPOSTA NELLO SPAZIO DI ANNE,
LE SI AVVICINA E LA GUARDA. SENZA CHINARSI,
L'ACCAREZZA DALL'ALTO, SENZA TOCCARLA. ANNE APRE
GLI OCCHI.
ANNE
Ciao
UOMO
Ciao Anne
ANNE
Sto bene sai
Adesso
Sono io
Da sola
UOMO
Lo so
E' bello vederti
cos mentre dormi
sorridente Appena
donna Domani
sar una bella giornata
Anne
ANNE
Si Anne
Prover
UOMO
Si
ANNE
E il telefono
Non smette mai
di chiamarmi
quello l E non
sei tu Lo so
Ma chiamer
ancora
UOMO
Ha sbagliato
numero Pu essere
quello che vuoi
Come credi
Ci che vuoi
Tu Da sola
uno qualunque
Uno fra tanti
Un uomo
ANNE
Ho paura
UOMO
Ciao
Anne
ANNE
Ciao
Pap
TUTTO SI DISSOLVE NEL BUIO SERENO DI UN SONNO
TRANQUILLO.
X
SPAZIO M.
IL GIORNO DOPO.
ANNE (SVEGLIANDOSI)
Bi roin sa
la taso gni
Ah
Questa
volta ho
dormito
bene
Senza sogni
senza incubi
Ho fame
(SI ALZA E CERCA DA MANGIARE, TROVA SOLTANTO BUSTE
D'INSALATA)
Insalata insalata
buste e insalata
solo insalata
in buste
Che schifo
Dovrei essere
una pecora ormai
Anni e anni d'insalata
Un martirio
Una punizione
Mi sono condannata
all'insalata
Ho studiato
la Geometria Frattale
e mangiato insalata
Una scienziata
un'ottima scienziata
con lo stomaco
da pecora
Non normale
Dopotutto
l'insalata un puro
alimento S Ma fa
schifo Bisogna ammetterlo
Fa proprio schifo
per anni e anni
fa schifo
Ho voglia di caff
Non c' altro che
caff solubile di l
in cucina Dovrebbero
farlo bere per anni
a chi lo ha inventato
una perversione
Caff Solubile
Cacca in polvere
A litri
(RIDE)
Basta Da anni
bevo caff solubile
mangio insalata cruda
Un inferno Una condanna
terribile Un supplizio
Basta Ho fame ora
ho voglia di un caff
Voglio riempire la cucina
la mia bocca il mio stomaco
di maionese hamburger
ketchup caff e
fumare finalmente
una sigaretta leggera
con il filtro
pi filtro
che tabacco Senza paura
di fumare solo quello
senza dover fumare
cannoni tremendi
sigarette di cemento
senza filtro
per paura di sbagliare
Risolvere il problema
evitando il problema
Una vita d'astinenza
mascherata Una truffa
su me stessa Orribile
Vado a far la spesa
A comprare tutto
PRENDE L'IMPERMEABILE E SVELTA ESCE. BUIO.
XI
SPAZIO NEUTRO.
ANNE CARICA DI SACCHETTI DAVANTI AD UN VENDITORE,
E' IL CARTOLAIO CHE TENTO' DI VENDERLE UNA PENNA
STILOGRAFICA.
ANNE
Buongiorno
UOMO
Buon giorno
Ah E' lei
ANNE
S E' ovvio
sono io
UOMO
Cosa vuole
Non abbiamo penne
a biro Per lei
ANNE
Infatti
Vorrei
comprare Anzi
Voglio comprare
una penna
Stilografica
UOMO
Ah s
Non ho
voglia di scherzare
Buongiorno
ANNE
Mi dia
una penna stilografica
Non pu rifiutarsi
di venderla
E' assurdo
UOMO
Lei no
ANNE
No
A stantuffo
Voglio una penna
stilografica
a stantuffo
UOMO
Andiamo
sul difficile
andiamo
Come vuole
Ecco
Stilografica
Una penna difficile
Eh
Una penna stilografica
A stantuffo
ANNE
Bella
Posso provarla
ovviamente
La compro
Ecco
(SCUOTE LA PENNA CONTRO IL VENDITORE SCHIZZANDOLO
DI INCHIOSTRO )
Bella
La prendo
E' perfetta
BUIO.
XII
SPAZIO A.
ANNE RIENTRA CARICA DI PACCHI. CANTICCHIA.
ANNE
Ora s Ora s
Esausta Va bene
Carica Carica Braccia
piene di cose impossibili
Cibi in scatola
Scatole di cibi
Roba orribile
meravigliosa
Lo straordinario
gusto
del sintetico alimentare
Corpi solidi
( ROVESCIA IL CONTENUTO DI UN SACCHETTO A TERRA,
SCATOLETTE, PER LO PIU')
Figure tridimensionali
Semplici figure
definite Intere
Nessun frammento
Nessun alimento
frattale
(FA LO STESSO CON UN'ALTRO SACCHETTO PIENO DI
APRISCATOLE E AFFINI)
E ferri Attrezzi
Strumenti Utensili
Per accedere al gusto
Manger tutto
A costo di schizzare
tutto A costo di
spezzarmi
le dita tagliarmi la
lingua Mangio tutto
COMINCIA UN'AZIONE INTERAMENTE A SOGGETTO,
DURANTE LA QUALE ANNE APRE DIVERSE SCATOLETTE,
ADOPERANDO GLI APRISCATOLE IN MODO IMPROBABILE,
CONTORCEN-DOSI E CONTORCENDOLE, IN UNA LOTTA
PAROSSISTICA CON GLI OGGETTI, SCHIZZANDO
DAPPERTUT-TO, FACENDOSI MALE, ARRABBIAN-DOSI E
RIDENDO, IN SOTTOFONDO UN BRANO JAZZ. AL PUNTO
MASSIMO DELLA PANTOMIMA, BUIO. FINE MUSICA.
XIII
LUCE SPAZIO A.
ANNE SEDUTA A TERRA A GAMBE LARGHE, SAZIA E FELICE,
UBRIACA SENZA AVER BEVUTO. OGNI TANTO RUTTA.
ANNE
Tutto ho
mangiato tutto
Ho rotto le scatole
e ho mangiato
(RIDE)
Ho persino schifo
adesso Nausea
Ma sono sazia
Allegramente
nauseata Mi verranno
i brufoli Centinaia
di brufoli ripieni
di maionese Diventer
grassa adesso Un'orribile
allegra grassa professoressa
E avr uomini
che mi ameranno
ameranno i miei brufoli
e me Baceranno me
e succhieranno i miei
brufoli Ma io
li rifiuter
Sar io a scegliere
Non tutti
Non il caso
Non la paura
Ma io
Grassa Brufolosa
Allegra e stronza
Sceglier il pi cretino
fra i miei studenti
o il salumiere
cos avr sempre nuovi
cibi in scatola
o un cuoco
o nessuno
Anne Anne Anne
Aaaaanne
COMINCIA A CANTARE STUPIDAMEN-TE UNA CANZONCINA
INFANTILE, TIPO: "OH, DU MEIN LIEBE AUGUSTIN!". SI
ROTOLA PER TERRA, RIDE, MUGOLA, EMETTE FRIZZANTI
GRIDOLINI. IL TELEFONO SQUILLA. PER UN ATTIMO ANNE
SI BLOCCA. POI COMINCIA A RIDERE, LO SGUARDO LE SI
ACCENDE, MALIZIOSO. SI ALZA, VA AL TELEFONO E LO
GUARDA. SCATTA LA SEGRETERIA. L'UOMO LASCIA IL
SOLITO MESSAGGIO. ANNE SOLLEVA LA CORNETTA MA NON
PARLA. L'UOMO SI ACCORGE CHE QUALCUNO E' IN
ASCOLTO ALL'ALTRO CAPO DEL TELEFONO E
VOCE
Pronto Pronto
Sei l Lo sento
che sei l e non parli
Rispondi Pronto
Rispondi
ANNE RIATTACCA. UN BREVE SILENZIO POI DI NUOVO IL
TELEFONO SQUILLA. FINALMENTE, ANNE RISPONDE.
ANNE
Pronto
VOCE
Pronto S
Pronto Sono io
Finalmente hai
risposto
Non ci speravo pi
Non ci sei mai
O fai finta di non esserci
ANNE
Con chi parlo
VOCE
Cos' adesso
fingi di non conoscermi
Sono io Chi vuoi
che sia
ANNE
Ah
non lo so
VOCE
Ti amo Capisci
ti amo Ti prego
non puoi trattarmi
cos
ANNE
Ma io non
la conosco
Davvero
VOCE
Giulia Giulia
ti prego
ti prego
ANNE
Anne io
non sono Giulia
mi chiamo Anne
Non Giulia Anne
Lei ha sbagliato
numero ha sbagliato
persona
VOCE
E' impossibile
Da dieci giorni
chiamo questo
numero
Ho lasciato messaggi
per dieci giorni
Non possibile
che abbia sbagliato
ANNE
Eppure cos
VOCE
Perch non hai
non ha risposto
ANNE
Credevo fosse
un altro
Poi ho capito
che era lei
Uno sconosciuto
VOCE
Non ci credo
Tu mi conosci
Giulia Mi conosci
benissimo
Vediamoci ti
prego Devo
parlarti Vederti
Da dieci giorni
ti aspetto al Caliban
ogni sera
ANNE (Quasi ogni sera)
Non sono io quella
che aspetta Non
sono Giulia
La prego
di non chiamare
pi questo numero
sbagliato
ANNE RIATTACCA. SORRIDE. MA E' UN PO' NERVOSA. FUMA.
ANNE
Ha sbagliato
Io non sono
Giulia sono
Anne e non ci andr
al Caliban Aspetter
un'altra Inutilmente
Non posso cominciare
un'altra storia
una storia con un uomo
partendo da un errore
uno sbaglio
Per fortuna lui
che ha sbagliato
numero
Una sigaretta ora
ci vuole una sigaretta
dopo mangiato Col filtro
Ho comprato un pacchetto
di sigarette con il filtro
un filtro bellissimo
lucido madreperlaceo
un gioiello di filtro
(PRENDE UN PACCHETTO DI CARTIER VENDOME E NE TIRA
FUORI UNA)
Bellissima
Peccato bruciarla
E' bellissima
(DELICATAMENTE, ACCURATAMENTE LA METTE FRA LE
LABBRA)
Ma il bello sta proprio
nel fumarla Con il filtro
fra le labbra Come un bacio
E respirare Respirarla
ACCENDE LA SIGARETTA, RITUAL-MENTE. SI SDRAIA.
DISTENDENDO IL CORPO SINUOSAMENTE, GODENDO DEL
PROPRIO CORPO RILASSATO, APPAGATO E FREMENTE.
ANNE
Adesso adesso
cos Sentirsi
Mi sento
viva Viva viva
e voglio farmi
bella Essere
bella Essere
io
(COMINCIA A SPOGLIARSI FINO A RIMANERE IN REGGISENO
E SLIP)
Abiti abiti nuovi
non pi coperture
di stoffa orribili
nascondimenti Sotterfugi
contro di me Ho l'armadio
pieno di gonne di camicette
di seta di abiti bellissimi
che non ho mai avuto il coraggio
d'indossare Per paura troppa
paura Mi sono nascosta
per anni sotto lo stesso
maglione gli stessi pantaloni
o la stessa orribile gonna
M'incartavo per uscire
con quel tremendo impermeabile
tremendo Cancellazione
cancellazione voluta
Totale Ma non ero
io Era la paura
il terrore di me
di vedere che gli altri
vedessero
NEL FRATTEMPO HA INDOSSATO UN BELL'ABITO CHE LA FA
BELLA. ED E' BELLA, ANNE, ORA. E FINALMENTE LO SA.
ANNE
Questa questa
sono io Cos Anne
Intelligente ma non
solo Bella anche bella
Viva Pronta a vivere
Finalmente
Usciamo
S Fuori fuori di qui
fuori a guardare
ad essere guardate
a ridere a piangere
con tutto con tutti
Di nuovo Per sempre
Andiamo Anne
Si ricomincia
IL PANNELLO CENTRALE SI E' APERTO SULL'ESTERNO. UNA LUCE
FORTISSIMA IRROMPE.
ANNE ESCE INONDATA DALLA LUCE.
SCIAILOC
SU UN LETTO DI FERRO, ALL'APERTO, SOPRA UN MUCCHIO
DI DETRITI, SULLA RIVA DI UN CANALE PUZZOLENTE,
SCIAILOC, MORENTE, PARLA ALLA FIGLIA DOPO TANTO
TEMPO, PER L'ULTIMA VOLTA.
SCIAILOC
Oh, se avessi tagliato quella carne, quella carne bianca avessi tagliato,
una libbra soltanto, non troppo, tutto sommato, poco saldo, putrido
interesse ad un debito tanto alto: tremila ducati! Una trappola cattolica
per fregarmi il denaro.E la dignit. S, un ebreo ha certamente mani,
occhi, gambe, braccia, organi, sensi, affetti, passioni, si nutre, si ammala,
sanguina e ride e muore, ma non ha dignit. Non pu averne. E tutto
allora si pu su di lui. Tutto. Anche un animale ha organi e sensi, ma
non ha dignit dinanzi a un cristiano. Cos un ebreo. Io.
Ma l'ebreo ricco. L'ebreo ha il denaro. L'ebreo disperatamente sa che
l'ipocrita cristiano non lo amer di pi per questo, anzi l'odier e lo
disprezzer maggiormente, posando sulla colpa della razza, la colpa
della falsit svelata. Oh, il dispregio dei beni terreni, lo schifo di
un'obbligazione, la repellenza di un prestito ad interesse, i cristiani non
possono tollerarli, Gesu! Ah! Che belle facce grasse e povere hanno i
cristiani, come sono sereni e puliti quando le loro debordanti carcasse
vengono interrate sotto una bella croce o un trionfante monumento che
ovviamente lode a Dio e non di s.
E' tutto per un ebreo. E' tutto il denaro. Tutto ci che ha. Tutto ci che
pu. Che pu dargli l'illusione al diritto d'essere un uomo. Come gli
altri. Pu salvare, il denaro, dalla vita e dalla morte.
Io lo guardo il denaro. E lo ammiro. Un ducato solo vale pi di dieci
onestissimi Antonio. Un soldo, un soldo soltanto si dichiara e si
dimostra sempre semplicemente per quello che . Ha scritto su, quanto
vale. E lo dice. Il denaro non mente. Antonio s. Il denaro non
discrimina. Antonio s. Se lo prendo in mano, il denaro, resta sul mio
palmo e si scalda e suda con me. Antonio preferirebbe che gli
tagliassero la sua di mano, piuttosto che stringere la mia. Ma
stringerebbe volentieri un ducato cacato dal mio colpevole culo.
Perch lui ha dignit. Io no. Io ho il denaro.
Ogni giorno, quando passo a Rialto, quando scanso lo sputo e l'insulto,
ogni giorno, da anni, da secoli ormai, da sempre, io so che la borsa di
ducati che stringo alla cinta, quella, ogni volta che passo nel mondo, mi
d, gratuitamente e senza pregiudizi la vita che mi negata. Il diritto di
esserci. E' mia madre il denaro. Perch nessuno sa, n vuol soltanto
pensare che io, Sciailoc, ne abbia avuta una vera di madre, in tutto
simile a quella di Antonio. L'onesto. Ma il denaro s. Il denaro puttana
per il cristiano. E' dunque giusto che io sia il suo abietto figlio.
Non esiterebbe Antonio a cavarmi di bocca ogni mio dente d'oro e
bruciare il mio corpo e tutti plaudirebbero questa santa azione. Non
esiterebbe Antonio a spogliarmi nudo se vestissi d'aurei broccati e
gettarmi nel fango, secondo sacra giustizia. Per questo, Sciailoc non
porta oro nel suo corpo, per questo veste miseramente, per questo
nonostante le sue casse trabocchino d'oro, Sciailoc povero. Ed per
questo che Sciailoc non ama il denaro.
Antonio s. Lo ostenta e lo spreca, non gli serve ma lo desidera, eppure,
quando l'ha, non sa mantenerlo, perch? Lui vivo comunque. E'
salvo. E' puro. E non esita a vendere la sua carne contro dei pezzi di
metallo per lui assolutamente superflui. Lui ha gi la sua santa dignit. E
sputa sulla mia che si poggia su ci che lui ama di pi, ma non pu
dirlo, e m'invidia e disprezza, perch sa che io, se non fosse per lui e per
quelli come lui, del denaro, dell'oro, della ricchezza, non saprei che
farmene. Eppure tutto ci che ho. E non ho niente. Soltanto un
marchio sul petto e occhi che piangono nel buio.
E tu, figlia mia, cosa hai creduto, tu, di me?
Tu, che sei fuggita sprezzandomi e derubandomi per portare una
madre, la tua dignit di donna al cristiano che ti ha comprata facendosi
pagare.
Oh, perch sei andata via, Jessica, a cercare d'essere pi donna grazie ai
ducati e ai gioielli che tua madre, la tua vera madre, non aveva mai
voluto nemmeno vedere perch le facevano paura? E tu li hai amati e
sei stata amata per loro, e i tuoi figli ricchi e cristiani sputano, adesso,
sui banchi dei loro ripudiati cugini, puliti e onesti, i tuoi figli con loro,
come Antonio e tuo marito sono stati con me. E con te.
Come vesti bene, Jessica. E come sei bella, oggi.
E come odi - lo vedo dai tuoi occhi - come odi la maschera d'oro che
t' cresciuta sulla pelle.
No. Non andartene, resta ancora un poco, quel poco che mi resta
ancora, quel poco che posso ancora darti, e dirti, di me.
Non avrai un soldo.
Eppure io, Sciailoc, sono molto pi ricco. Le mie stanze traboccano di
ducati e obbligazioni che impegnano tutta la Repubblica nei riguardi
dell'infame ebreo. E i fndachi sono ricolmi di sete e spezie e roba
d'ogni valore, per un ammontare che nessuno Sciailoc riuscir mai a
pagare ad un Antonio in cambio di un grammo di rispetto. Non sarebbe
sufficiente. Perch Sciailoc comunque colpevole d'esistere. E dunque,
sia anche colpevole di morire.
Non avrai un soldo.
Perch ti amo, e non voglio che tu abbia un prezzo da poter pagare.
Per un uomo, un uomo solo, non c' cifra possibile che basti, ma pure,
la tentazione di un assegno celato in una busta chiusa pi forte di
cento Paradisi Promessi e certamente di un Inferno terreno.
Le mie navi sono partite con le stive cariche di tutto il mio denaro, per
una rotta che non avr mai approdo. e forse i pesci ne saranno lieti, o
forse no.
Ma tu non avrai un soldo.
Guarda, guarda, figlia, guarda! Osserva come s'illumina il cielo oltre San
Marco, verso le case dei Giudei, guarda che bagliori, che luci e colori
producono le sete e le mercanzie che bruciano! E' per te, che si
dissolvono.
Respira! Respira quest'aria che la ricchezza ipocrita inquina, inala, se c',
la dignit che il denaro t'avrebbe incollata addosso e vivi, vivi! Figlia
mia, vivi, da sola, pi preziosa cos, inestimabile!
E' tuo padre, l'infame ebreo, Sciailoc, che ti battezza - paradosso! -
all'umana verit.
E se sarai povera, se sarai ancora, l'ebrea per tuo marito, se sarai di
nuovo priva di dignit senza denaro, se sarai estranea a casa tua, se i
tuoi figli ti guarderanno col sospetto degli occhi di loro padre, se
purtroppo ancora ti servir, ricorda, ricorda, figlia mia, ricorda, che il
cristiano ti deve ancora una libbra di carne. E puoi dire che il sangue
gi stato versato impunemente. Ma era il nostro.
SCIAILOC CHIUDE GLI OCCHI E SORRIDE.
JESSICA LO COPRE E SE NE VA.
TANCREDI
I
UNA STANZA SPOGLIA
DETRITI
VETRI ROTTI
TUTTO SPORCO
ABBANDONATO
UN SILENZIO CHE GRIDA
UNA DONNA FRANTUMATA
Donna
Ciao entra Non ti preoccupare
del casino Sta attenta ai vetri
Non ti preoccupare Va tutto
bene Cio no per va bene
ora va bene Non ti preoccupare
no Sono tutta sporca s scusami
ma dopo non ho avuto il coraggio
di lavarmi Forse dopo Per ora no
troppo presto Forse dopo Forse
Non lo so Non lo so perch
terribile terribile
lo so lo so Io non
Perch io Non volevo
Non volevo Io non
lho fatto apposta Eppure
lho fatto Devo fare la lavatrice
S s meglio meglio C
un sacco di roba da lavare
Montagne di roba sporca
Lui la sporca Sporca tutto
Sporca sempre tutto
Lavatrice Novanta gradi
Tutto bollito biologicamente
Morte allimpurit Lavare
tutto Tutto bianco Puro
Mi piace fare la lavatrice
Mi d un senso bello un senso
di sicurezza ecco s di sicurezza
Posso trasformare le cose
i vestiti gli asciugamani
i bavaglini le mutande
tutto proprio tutto
in qualcosa di bello
pulito bianco puro
Perfetto morbido
assolutamente morbido
come niente lo mai
quando lo usi Quando lo vivi
Mi siedo e guardo lobl
meraviglioso
Lobl Rotondo
Lo guardo mentre gira
e i colori si mescolano
nellacqua con la schiuma
e gira tutto veloce veloce
poi si ferma come un quadro
un quadro astratto Bellissimo
E di nuovo tutto si mescola
di nuovo tutto gira Colori
schiuma acqua E il rumore
basso continuo confortante
Si ferma un altro quadro
Ed come se lavessi fatto
io quel quadro Tutti quei quadri
meravigliosi Con la sporcizia
di tutti i giorni I miei giorni
Ma che centra non centra niente
pazzesco Non lo so
Aspetta aspetta
un attimo Mi devi
ascoltare Tu sola
mi puoi capire tu
Ascoltami per favore
Non parlare no Non
dire niente se no mi blocco
Ci arrivo ci arrivo ora
ci arrivo Ti ricordi
quando ero piccola
e ti dicevo Mamma
ti devo dire una cosa
una cosa importante
e tu venivi da me
e aspettavi che ti dicessi
qualcosa e io stavo l
davanti a te con tutta la tua
attenzione che mi guardavi
e non dicevi niente aspettavi
e io stavo cos per tanto tempo
tanto tanto tempo Zitta Perch
mi piaceva di stare cos con te
che stavi cos tutta per me
e io ero lunica cosa per te
la pi importante lunica cosa
per cui potevi stare l ad aspettare
senza fare niente solo guardarmi
Pronta Per me Io sola
E il mio silenzio
Che rideva
Che piangeva
damore
folle
per te
Mamma
Ora parlo per
Non ti preoccupare no
Ora diverso Sono cresciuta
sai diverso ora s Lo sai
S lo sai Adesso parlo
solo ho bisogno di un poco
di tempo perch difficile
difficile quello che devo dirti
troppo difficile Ma lo posso
dire solo a te Come una donna
a unaltra donna Io e te
Soltanto
lui
S piange
Non ti preoccupare
normale Lo sai
Fa sempre cos
No
Non andare di l
Dopo
forse
dopo
ora no
Stai qui
per me Lui no
Per ora no
Stai zitto
ZITTO ZITTO
insopportabile
assolutamente insopportabile
Non pu non pu no Deve
Io non voglio pi Non ce la faccio
non ce la faccio pi Ho tentato
sai ho tentato Ma adesso sono
stanca Adesso sar pi difficile
Capisci sar pi difficile di prima
Non sar meglio sar soltanto pi
complicato Per colpa mia Ma io
non posso Non posso Adesso no
non posso pi Bastardo Piange
capisci Piange Pazzesco Piange
come sempre Capisci Tremendo
Terribile Orrendo Io non voglio
non voglio sentire STAI ZITTO
per favore No no Lo so lo so
Pazzesco Lui
Piange
piange e basta Qualche volta
mi guarda Mi guarda fisso
e io
milludo
aspetto
come facevi tu
con me
Per delle ore
Stiamo cos
E poi lui si addormenta
Lo odio Mi prende in giro
Mi inganna come se
come se lo sapesse
che io ci credo
Meglio cos meglio cos
preferisco Non possibile
non possibile Non pu
Non deve Piange
piange e basta Non lo sopporto
Ma quello che deve fare
quello che giusto Perch
lui cos cos
E forse
lo sa
No no no no no
Scusami scusami scusami
Non so cosa dico Non lo so
Scusami Lo sai no Lo sai che ho bisogno
di tempo Lo sai Anche se sono
cresciuta Lo sai difficile Troppo
difficile Che cazzo vuoi Aspetta
Scusa scusa Ti prego ti prego
scusa che io
Non possibile no
Io non lo so
Eppure vero
successo
Terribile
Terribile
Aspetta aspetta
dove vai No no
resta resta qui
Sta bene Piange
ma sta bene Piange
come sempre piange
Sta bene per Sta bene
No Non ti preoccupare
vivo
Piange
vivo
Dopo
dopo ci vai
dopo
pazzesco assurdo io non
posso credere che tutto questo
ancora capisci non ci posso
credere Perch Perch proprio
io Perch perch perch proprio
a me Io fra mille diecimila un milione
toccato a me Pazzesco Scusami
S lo so lo so che ti ho chiamata io
Ti devo parlare s ti devo parlare
che non so che dire Mi sembra
tutto cos stupido Cos assurdo
Siediti v Ci pigliamo un caff
va bene No Forse meglio di no
Sono gi troppo nervosa No
non ti preoccupare Fa sempre cos
Lascialo piangere normale
per lui Fa sempre cos Per lo pi
Non ci fare caso Io ci sono abituata
ormai Non ci faccio pi caso Per me
lo stesso Piange o non piange
per me uguale La stessa cosa
Accendo lo stereo ti va Cos
non lo senti pi Mettiamo un po'
di musica e via non lo senti pi
Una cosa rock che cos facciamo
un bel casino allegro eh Non ti va
No Vabb Come vuoi lo dicevo
per te Io non ci faccio caso Pazzesco
Te lo devo dire te lo devo dire perch
tu mi puoi capire tu lo sai come sto
questa situazione di merda tu
la conosci Per non puoi capire
Non puoi capire del tutto Non
del tutto no Perch non ci sei
dentro Puoi cercare di capire
di aiutarmi forse ma realmente
non lo puoi capire Nessuno pu
troppo troppo difficile Io stessa
a volte io stessa credo che sia impossibile
Tutta la mia vita
Assurda ecco s assurda Mi sembra di girare
a vuoto di essere vuota esasperata
e basta Non sogno pi sai Niente di niente
Cio no Faccio sempre lo stesso sogno
C una mano enorme sopra di me
e io sono dentro a un bicchiere enorme
di vetro e fuori c il mondo Io grido
ma nessuno mi vede Io vedo loro ma
nessuno vede me E grido grido Poi
La mano prende una cosa enorme
un frullatore sai uno di quei frullatori
col manico che si mettono dentro
le caraffe uno di quelli ma questo
enorme immenso e la mano
lo mette dentro al bicchiere io
sono terrorizzata e quella cosa
mi frulla tutta mentre io grido
e poi non grido pi perch
sono tutta spappolata e sono morta
frullata e fuori c il mondo
che se ne frega E io ci sono ma
non ci sono pi E mi sveglio
e rido Perch questa vita di merda
come il sogno Che idiozia vero
Non ha importanza Non questo
che ti volevo dire Mi devo sfogare
Scusami scusami Non sono pazza
Sono esasperata Sono stanca
Perch succedono delle cose
delle cose ancora pi assurde ancora
pi pazzesche Io ancora non ci credo
sai Eppure eppure successo
successo veramente A me
Ora te lo dico s difficile
ma te lo dico Ci provo Tu per
non mi dire niente stai zitta
se no mi blocco Senti qua
Ecco che
Cristo
Certe volte
Quella merda l
Lho rotta io capisci
colpa sua
S proprio Colpa sua
Vuoi fumare
Dove le ho messe
Cazzo non si capisce niente qui
c un casino Quando cerchi
qualcosa Mai niente Mai niente
Ah gi tu non fumi Fumo io
per Ne ho bisogno ne ho
Eccole qua ste stronze Chi
cazzo ce lha messe qua sotto
E chi cazzo ce le ha potute mettere
Io ovvio Io Sto schizzando sto
Scusami Adesso ci arrivo Ecco
(Accende una sigaretta e aspira due boccate)
Io lo so che ti sembrer scemo
ma stata la televisione s
non una scusa proprio cos
Una settimana fa Io stavo qui
a casa Tancredi dormiva e io
ho acceso la tiv Cera un
documentario Bambini
nella luce sintitolava Proprio
Bambini nella luce No non era
una setta religiosa tipo Bambini
di Dio o bambini di Satana non
era una setta era un programma
sui bambini down Handicappati
che per ognuno di loro sapeva
fare cose pazzesche cose che nessuno
sapeva fare Erano bambini prodigio
Handicappati prodigio Io sulle prime
mi sono incazzata che non le sopporto
queste cose qui che sfruttano la piet
e le disgrazie degli altri Mi toccano
e mi fanno male queste cose ipocrite
Che ne sanno loro che ne sanno
di cosa vuol dire vivere con un
bambino cos Li odio li odio tutti
Che ne sanno loro Che ne possono
sapere Ci fanno gli sciu alla tiv
Ci fanno commuovere la gente
Tutti belli comodi in poltrona
a fare i commossi e a dire Oddio
Poverini E poi pronta la pastasciutta
mamma Che stasera esci cocco S ma'
vado in palestra Merda Che tanto
piangere fa bene e ci fa sentire
tutti meglio atroce assolutamente
atroce la bont del cazzo Mi fa schifo
Tutta questa pubblicit Ma lhai vista
lhai vista Tutta famiglie felici Nonni
dacciaio inocs che spalmano formaggini
nonne superattrezzate che candeggiano
anche la verdura E sono tutti assicurati
che se ne fottono della pensione minima
Mariti strafighi che inzuppano biscotti
e bevono whisky come se si scopassero laria
Mamme Mamme felici spose fortunatissime
tutte in tiro anche quando stanno col culo
allaria per strofinare il cesso Strafighe
con lautista frocio che le abbuffa
di cioccolatini e mariti che al massimo
dellincazzatura dicono Ciao cara vado al golf
E i bambini I bambini Delle assurdit
di perfezione Belli Col culo asciutto anche
con la diarrea Cantano Volano Sorridono
e quando crescono ci hanno i motorini
spaziali gli sciampi afrodisiaci e il cellulare
che cos la mamma sa sempre dove trovarli
Quando sudano profumano al PH 5 e 5
quando ci hanno le cose di quel periodo
l vanno a giocare al karat come minimo
che tanto sono sempre asciutte E quando
scopano adesso ci hanno pure il computer
che ti dice Oggi lo puoi fare oggi non
lo puoi fare una catena pazzesca
Questo ci fanno vedere E la gente ci crede
Noi ci crediamo Tu ci credi E io pure
ci credo Lo sappiamo che sono stronzate
eppure ci vogliamo credere che c
una speranza che un giorno ci svegliamo
e puff siamo diventati belli e stupendi
come la pubblicit Un cazzo
pazzesco assolutamente atroce
Una tortura
Comunque lho vista La trasmissione
Una cosa americana ovviamente
tutta miracoli e progresso Dio
e amore Da sciogliersi in lacrime
Una cosa che ti faceva rimpiangere
Mike Bongiorno Orribile Disgustoso
Cerano tre casi uno peggio dellaltro
Uno peggio dellaltro veramente
Il primo era un tetraplegico che suonava
pazzesco suonava Era cos dalla nascita
Nessun segno di miglioramento mai
Vive con la madre che lo accudisce
senza speranza Lui sta l sul suo lettino
e basta Per anni Sempre uguale Sempre
lo stesso Poi un giorno la madre
senza un motivo Assurdo Senza
un motivo preciso decide di comprare
una batteria S s proprio una batteria
tamburi piatti grancassa e tutto quanto
E gliela mette vicino Ogni tanto lei batte
un colpo e spera che qualcosa si svegli
nel bambino che per non reagisce
Niente Per mesi Lei batte un colpo
e non succede niente La batteria sta l
e il bambino immobile un vegetale
Alla fine lei non ci spera pi
La batteria rimane l e basta
Una notte allimprovviso si sente
un gran rumore Pazzesco La madre
corre in camera del bambino
e lo trova che sta suonando
una cosa pazzesca Con le mani
con i piedi con le bacchette
con la testa Una frenesia
assurda Come diecimila convulsioni
tutte in una volta Per non sta male
Perch il fatto che suona suona
benissimo Non fa solo casino no
batte i tempi giusti i ritmi giusti
una cosa scatenata pazzesca
una melodia di rumori cos
hanno detto alla tiv Magico
Un miracolo Lhanno fatto vedere
Una cosa impressionante Pazzesca
Quel bambino spastico un Dio
della batteria Non lo so perch
io non ci ho mai pensato Insomma
quello ha fatto un sacco di soldi
Lhanno fatto vedere che suonava
insieme a gli U2 in concerto Soldi
a palate La madre felice e sorridente
E quello l che sta cos da sempre
mi rodeva capisci Per forse colpa
mia penso Io non ci ho mai pensato
Ma che cazzo devo pensare sordo
sordo totale che cosa cazzo vuoi
che suoni Vabb Poi cera un altro
un altra anzi una bambina mongoloide
russa mi pare russa o di uno di quei
paesi l che non si capisce come si chiamano
Mongoloide Dieci anni Incapace
totalmente incapace come una una bambina
di due anni peggio per perch ne ha dieci
Una deficiente assoluta La portano a scuola
in una classe per ritardati ovviamente
non sa leggere non sa scrivere per
dopo un po' scoprono che un genio
dico un genio assoluto della matematica
Parla come una scimmia ma fa calcoli
pazzeschi La portano in un centro
specializzato e a quindici anni soltanto
questa scema laureata in informatica
Crea programmi e computers Senza
dire una parola scrive tutto coi numeri
Una cosa senza senso Ovviamente
anche lei ha fatto i soldi Lavora
per la Microsoft Duecento cinquantamila
dollari allanno Ti rendi conto Pazzesco
Duecento cinquantamila dollari
in lire sono trecento settantacinque milioni
Trecento settantacinque milioni allanno
Una mongoloide del cazzo Io sto qua
da anni a rompermi il culo con quella cosa
inerte che sta di l e quella mongoloide
guadagna tutti quei soldi mentre sua
madre se la spassa in piscina Merda
ritardato Ri tar da to
Spa sti coo Non capisce un cazzo
non capisce
Ho letto che li adottano sai
Su Oggi lho letto s s
Li adottano C della gente
che li adotta Prima fanno
bei figli sani e poi ne adottano
uno cos Come minimo focomelico
E si sentono buoni Buona gente
Brave persone Lo sai perch
Lo sai perch lo fanno Io lo so
Io lo so perch lo fanno
Perch cos possono dire
dentro di loro senza dirlo
a nessuno solo dentro alla loro
coscienza merdosa Si dicono
Poverino Povero disgraziato
Come sono fortunati i nostri
figli I nostri veri figli Loro s
Lui no Povera creatura sgorbia
Belli i nostri figli I nostri figli
veri Belli sani Che fortuna
Siamo stati bravi eh
a farli cos Proprio bravi
S S E ora aiutiamo quel
disgraziato che abbiamo adottato
Gli vogliamo bene Lui non capisce
un cazzo ma noi gli vogliamo tanto
tanto bene Pazzesco Gente di merda
Falsi falsi falsi Ipocriti Vaffanculo
Si prendessero il mio
Ecco signora Ecco signore
Volete adottare uno spastico
Bene Perfetto Mi date in cambio
il vostro bambino Quello bello
quello sano E io vi do un perfetto
handicappato Alla pari Vediamo
questatto di pura bont Vediamolo
Col cazzo Col cazzo che lo fanno
Stanno col culo a piombo attaccato
al loro privilegio Bambini belli
perfettamente sani e poi Oscional
Uno spasticuzzo Tanto per gradirsi
di pi Tanto in culo la cucuzza
casca sempre al buzzurro Merda
Bastardi Non li sopporto per questo
capisci solo per questo che lo fanno
Che schifo che schifo che schifo
Deve stare zitto Muto Come sempre
Piange piange s Fa sempre cos
Fottitene Per adesso no Sta ferma
Deve piangere Se lo merita Lui
lo sa perch Lui lo sa Anche se
non capisce un cazzo lui lo sa
Che pianga Prima devo parlare
io Te lo devo dire quello che
successo pazzesco pazzesco
Aspetta aspetta Hai sete No
Io s Ma non bevo Devo parlare
devo parlare
prima
Pazzesco
Lo devo cambiare quattro volte al giorno
a nove anni ti rendi conto Ogni giorno
tutta la mia vita a pulirlo imboccarlo
e cambiargli pannolini Muto sordo e
spastico Una cosa Una cosa tremenda
Devo fare la lavatrice
Sono sporca Anche lui
Tutto sporco Tutto
Le macchie io le odio Sono
orribili le macchie Dentro
le macchie si nasconde
quello che non deve nascere
cos che il male si nasconde
per crescere indisturbato
che tu non lo sai eppure
dentro di te quella macchia
sta diventando un mostro
un mostro terribile Pazzesco
Ma cos cos davvero io
lo so Io lho vista la macchia
Stava dentro di me Non si capiva
niente Pareva solo una macchia
piccola scura che prima mi pareva
pure bella che gli ho detto al dottore
mio figlio questa cosina piccola
piccola E lui che non sapeva come
dirmela la verit la verit bastarda
mi ha risposto S signora suo
figlio Perch nemmeno lui lo
aveva capito davvero nemmeno
lui E me ne sono tornata a casa
tutta felice con le foto dellecografia
di mio figlio Era solo una macchia
E mi piaceva perch credevo
che non era soltanto una macchia
ma che era mio figlio credevo
la cosa piccola piccola che
un bambino quando comincia
a esistere dentro di te Dentro
Quando me lhanno detto era troppo
tardi capisci Ti fanno le ecografie
gli esami e tutto quello che fanno ormai
che sai pure se da grande far lingegnere
o il travestito e a me no Hanno sbagliato
Non se ne sono accorti Una ics in pi
una ics in meno La sai no quella cosa
dei comesichiamano i cromo sani somi ecco
ics ics ipsilon Uno di pi uno di meno
e sei fottuto Quarantasei devono essere
Esattamente quarantasei Ventitr e
ventitr che fanno quarantasei ovvio
e li hanno contati per forza che li hanno
contati ed erano giusti E allora perch
vengono da me allottavo mese S proprio
allottavo mese Pazzesco E mi dicono che
hanno sbagliato che tutti i calcoli sono
sbagliati che ci ho dentro una cosa
con tutte le ics e le ipsilon allaria e
ventitr e ventitr nella mia pancia
non fa pi quarantasei e quello l
che io credevo che era il mio bambino
e gli volevo bene ed ero contenta
e mi sentivo tutta la felicit che chai
quando pensi e lo senti dentro di te
che sei una donna che stai diventando
madre che dentro chai la vita E invece
mi dicono che dentro di me c un errore
Un casino di cose sbagliate che sono
cresciute smisuratamente troppo
e il bambino che tu credevi
non c e al posto suo c una cosa
che non sanno nemmeno come sar
perch a quel punto pu essere qualsiasi
cosa Qualsiasi cosa Tutto Tranne
un bambino
normale
Lo dovevo capire io che era
tutto sbagliato io lo dovevo capire
i dottori non capiscono un cazzo
si sa ma io io ero quella che
ce laveva dentro e lo dovevo
sentire
che era
tutto
un errore
io lo dovevo
sentire
Ci ho creduto invece
ci ho voluto credere
Era solo una macchia
una macchia cattiva
che cresciuta dentro
di me Pazzesco
Mi hanno imbrogliata
Odio le macchie
Non lo volevo pi
lo sai
Ma era troppo tardi
Tancredi
Un nome esagerato
Era quello per il mio bambino
Glielho messo lo stesso
Per rabbia
Gli ho messo il nome del bambino
che lui aveva ucciso
Tancredi
Era lui
adesso
E non finita Ce nera un altro Ancora
Questo pazzesco Un mostro Paralizzato
dalla nascita Totalmente Totalmente
paralizzato Un pezzo di legno immobile
Lo hanno collegato a un computer
Non lo so come ma lo hanno collegato
a un computer gli hanno attaccato fili
e prese di tutti i tipi e quello l comunica
con il computer Impressionante Dipinge
Proprio cos dipinge Pazzesco no
Quadri bellissimi Bellissimi Li ho visti
Belli belli belli da far piangere Merda
Una cosa cos e io
Devo fare la lavatrice
subito subito
Mi piace mi piace
la lavatrice
che lava
lava tutto
tutto lo sporco
tutto quello che
sbagliato
dentro
e fuori
dentro
e fuori
bello
quando gira
Troppo bello
Tutta questa merda
Ogni giorno
Che schifo
Lavo
lavo
lavo
Tutto
Ora no ora no
non posso ora
Lavo dopo
s s lavo dopo
ti devo parlare
ti devo dire
quello che successo
io Ora te lo dico s
Non ci dormito due notti S lo so
che piange Non ti preoccupare
piange e basta Non sa nemmeno
parlare Fa sempre cos poi smette
Non si pu stare sempre appresso
a lui una vita che sto appresso
a lui una condanna a vita un figlio
cos un ergastolo Non ci ho dormito
due notti Suonare no sordo
Matematica Figurati anche se va
bene qui in Italia al massimo trova
un posto da vigile urbano Che era lAmerica
qua Col cavolo Insomma tre giorni
dopo esco e compro i colori il cavalletto
e matite pennelli e spatole Torno
e gli piazzo tutto davanti Vediamo che fa
O fa qualcosa o lo metto in un istituto
me ne frego di suo padre che non vuole
tanto a lui che gliene importa se io
faccio questa vita di merda Lui non c
Se n andato Vive con quella troietta
di venticinque anni lui Come se la colpa
del bambino fosse solo mia capisci Lui
ce laveva con me diceva che ero io
che avevo il sangue malato Per anni
rimasto qui solo per picchiarmi solo
per punirmi davere rovinato suo figlio
perch io capisci ero io che gli avevo
contaminato il sangue Mi picchiava e
poi andava di l a piangere con suo figlio
Rovinato da me Bastardo O fa qualcosa
o lo metto in un istituto Sono stanca stanca
stanca Gli metto tutto l davanti e aspetto
Tre giorni che aspetto Non fa assolutamente
niente Gli ho fatto vedere tutto Gli ho messo
davanti i colori glieli ho spalmati sulla carta
sulla tela per terra ho colorato con le matite
Gli ho fatto un disegno bellissimo Ho
disegnato un bambino Un bambino
E gli ho detto che lui doveva fare
anche lui un disegno Che doveva
provare a disegnare visto che non sa
parlare Io ti ho disegnato un bambino
Lo vedi gli ho detto Questo il mio
bambino un bel bambino vero
Ora tu prova a fare un altro disegno
Provaci gli ho detto Guarda guarda
come si fa Ne disegno unaltro ancora
e poi ci provi anche tu Non difficile
Disegnare un bambino non difficile
Tu per puoi disegnare quello che vuoi
anche una cosa Un albero Una sedia
Il sole Una macchina La tiv Una casa
Quello che vuoi Qualunque cosa
Anche un uomo Una donna Quello che vuoi
Anche un altro bambino Quello che vuoi
Fallo per me
Niente Mi guarda e basta Lunica cosa che
fa non piangere Mi sono sentita male
per la disperazione Lho chiuso ventiquattrore
nella sua stanza con la luce accesa Ventiquattro
ore messo l per terra con i colori le spatole
e i pennelli Non ha fatto assolutamente nulla
Niente niente niente Dio Dio cattivo Dio
cieco Dio sordo Dio peggio di mio figlio
Tancredi Dio lo odio
Stamattina non ci ho visto pi Era l per terra
e non aveva fatto niente Tutti i fogli bianchi
le tele bianche Sono costate sai tutte queste
cose artistiche del cavolo Costa un occhio
un cavalletto Un mese di spesa al mercato
Ti rendi conto Ora per un mese mangiamo
scatolette scatolette e basta Colpa mia
ho speso tutto per quei colori del cazzo
Ma lho fatto per lui mica per me Gli ho dato
una possibilit Lui per se ne frega Sta l seduto
tutto storto e ci ha un tubetto di colore
in bocca lo ha rotto coi denti e se lo succhia
Lo succhia capisci Mi sono messa a gridare
gli ho fatto succhiare tutti i colori glieli ho sbattuti
in bocca tutti glieli ho spalmati sulla faccia
sulle braccia sul corpo e lho picchiato
e lui se l fatta addosso e ho pianto e
lui pure piangeva e stavamo l per terra
che piangevamo distrutti e in un attimo
cera silenzio e distruzione Io lui silenzio
e distruzione
Io
e Tancredi
Nel silenzio
Soli
Ha aperto la bocca ha aperto con la faccia
tutta sporca di colori era un mostro
con la bocca aperta Ha aperto la bocca
cos per un pezzo e poi cos tutto sporco
pisciato schifoso ha detto Per la prima volta
capisci ha nove anni ed muto da sempre
dalla nascita mai detto una parola Ha detto
Mamma no
Ha detto
Mamma no
Mamma no
Assurdo
Ha detto cos
Gli ho dato uno schiaffo
Mamma no
Non lo ha detto pi
Gli ho dato uno schiaffo
Sono andata di l
e ho spaccato la tiv
Vaffanculo
mio figlio
Me lo tengo
II
Stabat mater dolorosa
juxta crucem lacrimosa
dum pendebat filius
SILENZIO POI
UN SUONO
ACUTO
LA DONNA
CAMBIA
INVECCHIA
SI RISPONDE
PER EVITARE
DI DIRSI
LA VERIT
Donna
Ciao cara ciao Sono qui Calmati
Non capisco perch tutta questa
agitazione Dio mio che Che cosa
successo cara tutto cos cos
in disordine Vetri Tutti questi vetri
questo disordine cara Dio mio
Ma che cosa Va bene va bene
mi siedo Sempre cos sempre cos
tu Non capisco una parola quando
parli in questo modo nevrotico Dio mio
Non ti agitare cos ti ascolto ti ascolto cara
Sono venuta in taxi Non sopporto i bus
per non parlare della metropolitana Peggio
molto peggio La gente sai cara eh s
la gente sempre pi cafona E puzza
Dio mio quanto puzza disgustoso No no
non sono razzista bada bene non sono razzista
per niente la verit La pura verit
Non sono i negri che puzzano Voglio dire
non sono i soli Puzzano tutti Bianchi
negri cinesi filippini e tedeschi Sul bus
si concentrano ascelle sudice e mutande
indossate da secoli Uno schifo Indecente
S s lo so tu pensi che io sia snob
Non credo
Amo la pulizia tutto qui Semplice
Sei tutta sporca cara
Comunque sono venuta in taxi
Almeno c solo lautista Anche lui puzza di solito
ma sopportabile uno solo S s ti sto ascoltando
Non capisco niente ma ti ascolto Parli e non parli
Come al solito tutto a precipizio Impossibile
assolutamente impossibile capirti Ah s vero
Una volta era proprio il contrario Non parlavi mai
Mai mai mai Dio mio Una cosa impossibile
Mi chiamavi agitatissima come se volessi dirmi
la cosa pi importante del mondo e poi invece
Dio mio Passavi un quarto dora a guardarmi
senza dire niente Difficile difficile Una bambina
molto difficile Ho aspettato per anni che mi dicessi
finalmente qualcosa Lo psicologo mi aveva consigliato
di non andare via di aspettare sostenendo il tuo sguardo
fino a quando tu avessi parlato Dio mio che attese
Interminabili Eterne E poi te ne andavi come se nulla
fosse stato Ero preoccupata Dio mio Era snervante
Per fortuna hai smesso Non hai parlato Mai Ma almeno
hai smesso di chiamarmi E adesso Dio mio Lopposto
tutto lopposto Una logorrea interminabile e nevrotica
Respira
Come fai Dio mio come fai a parlare tanto se non respiri mai
Il mio cervello non respira Non ti capisco Che cosa
successo E Tancredi Povero bambino Dio lo protegga
Dov Ah s di l Piange Povera creatura innocente
Devi essere forte sai Perch non vai a vedere che fa
S va bene lo so che fa sempre cos Dio mio per
Tu lo sai tu lo sai meglio di me Va bene va bene
una prova sai Ci ho pensato molto una prova
Dio ci mette sempre alla prova Tancredi la tua prova
Sono sicura di questo sai Ci ho pensato molto cos
sono assolutamente sicura Io pure Io lo so S insomma
Dio mio sei grande posso dirtelo ormai Tu sei stata
la mia prova Certo certo non eri come Tancredi
non eri come tuo figlio Ma sei stata una prova per me
Una prova di Dio Una dura durissima prova
Ti voglio bene anche per questo adesso Davvero
Anche se non ti capisco Ti voglio bene s
Ma prima stato duro Io Dio mio cos
Sono stata una buona madre Credo di s
ma non ti volevo Assolutamente no Avevo
ventanni e non volevo essere incinta non volevo
nessun figlio nessuna figlia volevo solo la mia
giovinezza volevo solo tuo padre Che centravi tu
Niente Nove mesi di dolori nove mesi di pianto
mentre vedevo il mio corpo deformarsi invaso da
unintruso unintrusa s insomma da te
non cera lecografia allora non avevi sesso
eri solo un essere che mi invadeva che mi
succhiava la vita per prendersi la sua Le gambe
le mie gambe non sono mai pi state le stesse dopo
Dopo di te Dio mio Ero furiosa Non avevo
la maturit non era il momento giusto E
Dio mi perdoni non avevo la Fede Volevo solo
che tu scomparissi da me Ho partorito
in cinque minuti Soffrivo come una cagna ferita
ma spingevo come se volessi sputarti fuori di me
fuori lontana via dal mio corpo ormai distrutto
Eri bellissima Bellissima Sei sempre stata bellissima
e io ti ti
ti odiavo s
Perch la tua bellezza tu
me lavevi rubata
Signore perdonami
ma cos
Dio mio che vergogna che crudelt
ma vero allora non capivo allora ero
troppo giovane troppo troppo giovane
Non ero pronta Assolutamente non lo ero
Tu avevi distrutto il mio corpo giovane fresco bello
pieno di gioia e avevi costruito la tua vita
la tua bellezza lasciandomi a ventanni trasformata
in una cosa che si chiama Mamma Odiavo
questa parola Mamma La parola pi dolce
del mondo io la odiavo perch mi definiva per quello
che io non volevo essere Dio mio Dio mio che presunzione
Ero giovane sciocca e presuntuosa Ora no Ora ti amo
Ora so che tu sei la cosa migliore della mia vita
Non so chi sei Non ti capisco Ma sei mia figlia
Mia
Sei nata da me
Ti ho fatta io E ti ho fatta bene Grazie a Dio
Da vecchi si apprezzano le cose che da giovani non capiamo
La stanchezza aiuta E Dio ci illumina dentro
ci illumina e ci fa vedere quanto la sua mano
grande quanto il suo occhio profondo cos
cara proprio cos Ecco tu ora non puoi non
sai vedere ma vedrai un giorno vedrai sentirai
chiaramente che Dio con te e che tuo figlio Tancredi
che ora ti sembra solo una disgrazia tuo figlio Tancredi
un dono un grande dono di Dio La Fede cara
La Fede figlia mia la Fede la troverai anche tu
Dio in ogni cosa In ogni cosa Sempre Lui c
Anche se noi non riusciamo a vederlo Lui l
Nelle cose belle Nei nostri momenti di felicit
Lui c Illumina Ma soprattutto Dio dentro
al nostro dolore alle mortificazioni al sacrificio
Dio soprattutto l dentro al nostro sangue ferito
e ci sostiene e ci da la forza per sostenere quelle cose
che altrimenti ci ucciderebbero quei fatti sconvolgenti
che potrebbero farci
impazzire
La Fede la Fede figlia mia La Fede una Luce
La Fede una spada che Dio ci pone in mano
per lottare La Fede la Speranza viva dellanima
Devi crederlo Anche tu cara anche tu la troverai
No no no no no no no
Non ci credo Non ci credo
Non posso non voglio crederci
Dio
Chi Dio Dov Dio Non c
non c Io non lo vedo Cazzate
Dio non c Meglio cos molto
meglio cos Se ci fosse sarebbe peggio
Proprio cos peggio Perch sarebbe
un bastardo Un essere immenso
che si diverte a torturarci oppure
oppure un vigliacco eterno che se ne frega
se ne frega di te di me di tutti Stronzate
Non c non c Meglio cos Meglio cos
Dio mio O Dio Quanto sei catastrofica cara
Irrimediabilmente Tu vuoi soltanto star male
soffrire da sola per avere la libert di essere
la vittima di qualcuno atroce cara non so se tu
possa capirmi ma cos quel povero bambino
diventer un mostro per te Dio mio Un mostro
S s un mostro un mostro
No no non mio figlio mio figlio
Ha distrutto la mia vita Certo
un mostro s No non un mostro
solo un povero bambino spastico
mio figlio Adesso lo so Adesso
lo amo
Soltanto adesso
Dovresti fare un poco dordine tutto cos confuso
Questa casa un disastro Non ti aiuta Dovresti
cominciare a riordinare tutto Pulire la casa Rimettere
in ordine tutto Prima di tutto perch cos
Io non so come fai a viverci
Perch cos diventerebbe una casa vera cara La tua
Sembra che tu voglia che tutto sia un disastro Dio mio
Un poco dordine Io sono sempre stata molto ordinata
Molto ordinata E pulita Dio mio Guardati Guarda come sei
ridotta vergognoso non credi Dio mio se non fossi tua
madre non mi avvicinerei a te Dio mio non sembri nemmeno
mia figlia Perch non ti togli quegli abiti sporchi E la faccia
le mani Lavale Non puoi rifiutarti di essere una donna non
si pu rinunciare alla propria dignit Dio mio tu non sei
colpevole Non stata colpa tua Tancredi nato cos
perch doveva nascere cos Non colpa di nessuno Di nessuno
Anche Dio non ha colpe E tu sei soltanto un essere umano
che soffre come tanti altri Ho sofferto anchio sai nella mia vita
Ho sofferto molto Te lho detto Ma non mi sono mai ridotta cos
mai Sono sempre stata una donna prima di tutto Una donna
dignitosa Dio mio bisogna avere rispetto cara rispetto di s stessi
Sempre In qualunque circostanza Qualunque
Non puoi punirti per colpe che non hai commesso
passato tanto tempo Dio mio Cara
S
passato tanto tempo
tanto
non so pi quanto tempo
Non so pi
niente
Dio mio cara tu non sai quello che dici oh
figlia figlia mia cara che cosa che cosa posso
dirti ancora terribile quello che successo
Lo so Sono tua madre posso capirti Dio con te
Dio ci accompagna Devi crederci Non puoi Non devi
lasciarti andare cos Tuo figlio Anche Suo figlio
Lui lha sacrificato per noi anche il figlio di Dio
stato sacrificato per gli uomini Tuo figlio come Ges
una vittima perch il mondo espii la sua colpa
Una vittima immolata
Mio figlio mio figlio
dov mio figlio
Tancredi
Lo senti Lo senti anche tu
Grida
Grida
Grida
ancora
Questo silenzio
Questo silenzio il suo urlo
morto
Tancredi morto
Io
lho ucciso
Gli ho dato uno schiaffo
E lho amato
Lho amato per sempre
Ma lui era malato
Troppo tardi troppo tardi
il mio amore
Ha parlato
Mamma
Mamma
no
Mi ha detto
Gli ho dato uno schiaffo
Non stata colpa mia
Hanno detto cos
Non stata colpa mia
Ma sono stata io
Non volevo
ma lho ucciso
Il mio bambino
innocente
Il cuore
Il suo piccolo cuore
gi fermo
La sua faccia sporca
di colore
la sua bocca tesa
in un sorriso damore
e di liberazione
Mamma
mi ha detto
Mamma no
E se n andato
se n andato
Forse adesso corre salta
vola e dice tante cose
che qui non poteva
non riusciva
Forse
Era mio
Mio Completamente mio
Nel sangue nel fiato nella carne
mio
Non lo capivo
Non lo volevo
Ma era cos
ancora cos
UN RUMORE COME QUALCOSA CHE CADE
LA DONNA SI VOLTA DI SCATTO
LA SUA VOCE TESA CHIAMA PIANO Tancredi
BUIO
1997
Voglio tornare a casa
Un piccolo marziano
ma dallaspetto totalmente
umano
tiene in ostaggio
un uomo di colore
vestito in modo eccentrico
Le telecamere lo riprendono
Il marziano disperato
e lancia un appello
al mondo
Marziano
Le aurore sono rosse lass Anche
i tramonti E di giorno la luce avvolge
tutto in un mare di rosso Laria
rossa La terra rossa Solo il buio
nero ma anche l a volte dentro
il buio c qualcosa che dal blu
porta al rosso Un po non molto
Laria magnifica Non come qui
Non ho respirato unaria buona
come quella del mio pianeta
da quando sono qui Nemmeno
a New York nemmeno a Milano
nemmeno in mezzo al traffico
Ho messo il naso sotto il tubo
di scappamento di unauto
Era buonina ma non era
laria di Marte
insuperabile E non c bisogno
di accendere un motore rumorosissimo
per averla C gi Sta l e la si pu
respirare beatamente Ha qualcosa che
non si pu trovare in nessun altro
posto del sistema solare credo Io
sto bene solo a respirarla Mi manca
Forse la cosa che mi manca di pi
Non sto bene qua Perch devo restare
Io non volevo venire E poi lass
adesso non c pi nessuno Devo
tornare Se no la razza si estingue
Non ci saranno pi marziani
su Marte Cero io Adesso no
Non c pi nessuno
Io sono lultimo Cio sono
lunico Per normale Perch
da che Marte Marte c sempre
stato un solo marziano alla volta
A dire la verit le nostre leggende
parlano di un tempo lontanissimo
nel quale su Marte cera una grande
confusione di marziani Milioni
Milioni di milioni di marziani
Forse anche miliardi Tantissimi
Noi marziani siamo ermafroditi
E ci riproduciamo da soli Perci
immaginatevi la confusione
A quel tempo dicono le antiche
scritture ogni marziano poteva
riprodursi due volte al giorno
vero che ogni giorno di Marte
lungo il doppio di un giorno
terrestre ma incontestabile
che comunque ogni marziano
produceva anzi si riproduceva
ben settecento volte circa
in un solo anno Potete ben capire
che nel giro di un secolo la vita
su Marte era diventata un problema
Fu allora che inventarono un nuovo
sistema riproduttivo Innanzitutto
i biologi bandirono un concorso
nel quale veniva fissato per sempre
il sesso prescelto Fu difficile convincere
gran parte della popolazione Erano
tutti molto abituati a soddisfare da s
i propri istinti riproduttivi Ma dopo
una assidua e persuasiva campagna
di convinzione tutta la popolazione
fu divisa Met maschi Met femmine
Il concorso serv appunto a raggiungere
una divisione perfetta Il problema vero
fu per convincere la gente marziana
ad avere rapporti sessuali con un altro
essere diverso da s Ci fu un periodo
di circa ventanni di assoluta stasi
Non ci si riproduceva pi Per lo pi
ognuno tendeva a soddisfare da solo
i propri istinti quella che le antiche
scritture chiamano Lera dei Solitari
Lincremento demografico era bloccato
Gli scienziati non fecero nulla
per rieducare il popolo marziano
ad una nuova sessualit dualistica
Ma superati quei ventanni decisero
che era venuto il tempo della nuova
crescita Fu allora che alcuni scienziati
volontari dopo alcuni corsi in laboratori
di specializzazione fecero il giro del pianeta
effettuando delle pubbliche dimostrazioni
di approccio dualistico Dopo le prime
istintive repulsioni popolari qualche marziano
cominci ad accoppiarsi Dopo venti lunghi
anni di soddisfazione a met i marziani
riscoprirono il piacere legato alla riproduzione
tutto intero E fu un successo Un grande
immenso planetario successo Tutti
si dedicarono con enorme e costante
applicazione allaccoppiamento Solo
e soltanto a questo Per altri venti
anni su Marte vennero esplorate
e scoperte tutte le possibilit
fisico meccaniche e persino estetiche
della sessualit binaria Fu la Grande
Era dellApplicazione In realt
dur cos a lungo perch nessuno
sapeva esattamente come fare
vero che gli scienziati avevano
fatto delle pubbliche dimostrazioni
ma si scopr dopo che erano sbagliate
Servirono solo a vincere la repulsione
verso laltro e a scoprire il piacere
del contatto
Mettere il proprio braccio sotto
lascella del partner procurava
piacevoli sensazioni ma non
portava alla riproduzione
Il sesso riproduttivo rimase
per molto tempo un mistero
Per un certo periodo le femmine
provarono ad immettere i loro
tre peni nelle orecchie dei compagni
ma le orecchie erano soltanto due
e distanziate come potete ben vedere
Poi qualcuno prov la fecondazione
orale Ma essa produceva soltanto
spaventosi orgasmi femminili
ed ubriacature allucinogene ai maschi
recettori Insomma le provarono tutte
Fu unepoca di grande piacere ma
di nessuna fertilit Il fatto che i maschi
non conoscevano bene il loro apparato
sessuale Cio non sapevano dovera
esattamente Perch ogni singola parte
del corpo di ogni maschio marziano
ottenuta dopo la prima pianificata
separazione risult sotto stimolazione
dellorgano della femmina essere
fortemente orgasmatica I maschi
avevano orgasmi comunque
Dappertutto
Finch un giorno si sparse la sensazionale
notizia che finalmente un maschio
marziano di una provincia del Sud Ovest
era incinto Il problema fu capire come
aveva fatto Non si seppe mai Il marziano
in questione aveva partecipato
ad un raduno multi accoppiativo
come ormai ce nerano tanti su Marte
Capirete che dopo ventanni di rapporti
a due si esploravano altre possibilit
Che cosa era successo e come
non si seppe mai Le autorit subito
imposero la pratica collettiva
nella speranza che levento si ripetesse
Ma non successe nulla Intanto
lunico marziano incinto era gi
arrivato al sedicesimo mese di gravidanza
e si temeva il peggio Al diciottesimo
mese si sgonfi Gravidanza isterica
Il desiderio di paternit lo aveva
condotto a una illusione psicotica
Il poverino mor pazzo
Nel frattempo la popolazione era
invecchiata di quarantanni
dallepoca della divisione dei sessi
Let media di un marziano
era ed di quarantacinque anni
marziani naturalmente Let
riproduttiva cominciava dopo
il primo anno di vita Quando ancora
ci si riproduceva da soli Erano perci
tutti vecchi Parecchi erano gi morti
Gli ultimi anni detti pure Era dellEstremo
Coito furono disperatissimi e affannati
Alla fine morirono tutti Proprio tutti
Dal primo allultimo
Tranne uno
Un mio antenato
Achimirosatix
Un grande marziano
Il fondatore della nuova stirpe
Egli era stato dimenticato
in una cella frigorifera
allepoca della divisione dei sessi
Si era fatto ibernare
Perch non voleva affatto
essere diviso O maschio
O femmina Nemmeno per idea
Da che Marte e Marte i marziani
erano ermafroditi e si riproducevano
da soli e il Grande Dio Rossastran
aveva voluto cos e cos doveva essere
Scelse di essere ibernato ed esposto
nel Museo delle Scienze quale unico
esemplare rimasto di Marziano Primigenio
Quando tutti morirono il mondo
di Marte and in rovina Ed anche
gli impianti di congelazione si spensero
Achimirosatix si risvegli
E Marte riprese a vivere
La cosa assolutamente curiosa
fu che libernazione prolungata
aveva modificato i suoi processi
riproduttivi Prolific una sola
dico una sola volta in tutta
dico tutta la vita che visse
dopo lo scongelamento
Se decenni prima gli scienziati
avessero ibernato tutti
avrebbero risolto il problema
del sovraffollamento di Marte
dal quale erano nati tutti i problemi
e la conclusiva ecatombe
Achimirosatix
prolific e mor
La mutazione si trasmise
allerede e si perpetu
da allora fino a me
Zatimirotax
Io sono il popolo
di Marte
Abito su Marte
Vicino al Polo Nord destate
e al Polo Sud dinverno
Il freddo giova alla nostra
mutata struttura
Ero felice
Beato ed appagato di me
e del mio meraviglioso
mondo
Marte il mio mondo
Finch quella sonda maledetta
dal nome assolutamente orribile
e assurdo Pathfinder
mi ha scoperto Le sue indiscrete
videocamere hanno trasmesso
la mia faccia ignara e sbalordita
alla terra Approfittando del mio terrore
Vorrei vedere voi davanti a un robot
enorme che si muove su ruote giganti
e vi scruta con due palle di vetro
Approfittando del mio terrore
sono stato immobilizzato
catturato
e portato sulla terra
Non ce la faccio pi
Non sono verde
Non ho le antenne
E voglio andarmene
Fra un anno partorir
e dopo morir tranquillo
Voglio morire a casa mia
S vero Ho venduto i diritti
televisivi e internet del mio parto
per quattordici milioni di dollari
Ma non li voglio pi
Su Marte i soldi non servono
a niente
Non posso vivere senza
i deserti di polvere rossa
e bollente Non posso vivere
senza la meravigliosa compagnia
della mia solitudine
Mi mancano le pietre
i canali aridi I poli incrostati
del mio adorato pianeta
Vi piacerebbe se io portassi
uno di voi con me e lo
piantassi per il resto della sua vita
su una montagna marziana
E come potete pretendere
che io viva in un appartamento
di dodici stanze che mangi
hamburger e spaghetti
E la pizza Odio la pizza
Mi d i bruciori agli stomaci
Io posso mangiare Adoro
mangiare licheni crudi marziani
Quelli terrestri fanno schifo
sono troppo dolci Ho i denti
marci ormai Voglio bere
acido solforico marziano
quello terrestre pessimo
mi fa ruttare continuamente
E non sopporto di essere
studiato e filmato qualunque
cosa faccia e dappertutto
una vergogna che il mio apparato
sessuale a tre peni e vulve trilobate
a funzione trasudante sia stato
trasmesso in mondovisione
Voi terrestri siete maniaci
pervertiti e indiscreti
Approfitto di questappello
per dichiarare pubblicamente
che la figlia del presidente
degli Stati Uniti dAmerica
non ha mai avuto dico
non ha MAI avuto rapporti
sessuali con me e che farebbe
meglio a non rilasciare interviste
che affermano questa stupida
inutile menzogna impossibile
Fisiologicamente impossibile
Inoltre la trovo brutta e la sua
trasudazione troppo blanda
per eccitarmi Le mie ascelle
mi soddisfano bastantemente
Non ho bisogno di lei
Aggiungo inoltre che disapprovo
ed ho gi inoltrato procedimenti legali
contro luso della mia immagine
come testimonial del Gay Pride Day
Non sono omosessuale
Sono ermafrodita e auto riproduttore
Cio sono un normalissimo
marziano
Ho qui con me in ostaggio
questo signore molto famoso
Tutti voi lo conoscete
Michel Jackson
Ero sullorlo del suicidio
quando lui arrivato qui
con intenzioni poco chiare
Ma sono riuscito
a sopraffarlo e a ribaltare
la situazione a mio favore
O unastronave di qualunque
nazione mi riporter subito
su Marte o la terra perder
per sempre il grande cantante
venerato da milioni e milioni
di terrestri Il rischio di una
rivolta popolare enorme
Ci sarebbero decine di migliaia
di morti e milioni di feriti
Centinaia di ragazzini e ragazzine
per la disperazione tenterebbero
il suicidio I governi vacillerebbero
E tutto questo per un solo marziano
Assurdo
Mi rivolgo al Consiglio Permanente
delle Nazioni Unite che mi
vede e mi ascolta in questo
momento cruciale perch
tutto si risolva senza problemi
per nessuno N per me
n per Voi Mi rivolgo al mondo
a tutti i terrestri di buoni sentimenti
per la realizzazione della fratellanza
universale
Marte non vuole la guerra
Marte vuole la Libert
tutto
La vita di Michel Jackson
contro la mia libert
In nome di quella che Voi
chiamate Democrazia
Aiutatemi Fate presto
VOGLIO TORNARE A CASA
1997
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Francesco Randazzo
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