Il Conte di Montecristo
di Francesca Angeli
liberamente tratto da Alessandro Dumas
Scena Molti luoghi, o anche uno solo
Personaggi
Il conte di Montecristo/Edmond Dantès protagonista
Abate Busoni travestimento di Montecristo da religioso
Lord Wilmore travestimento di Montecristo da uomo d’affari inglese
Danglars, poi Barone banchiere
Villefort giudice e procuratore del Re
Benedetto suo figlio illegittimo
Fernando Mondego, conte di Morcef pescatore, poi generale e parlamentare
Albert de Morcef suo figlio
Mercedes (ombra di) fidanzata di Edmond Dantès poi sposa di Fernando Mondego e madre di Alberto
Ispettore della prigione d’If
Luigi Vampa brigante italiano
Peppino suo attendente
Bertuccio servitore di Montecristo
Napoleone
Il re di Francia Luigi XVIII
Un consigliere di Danglars
Un venditore di giornali
Testimoni
Tutti i personaggi possono essere interpretati da due attori
Con loro in scena sono evocati un pappagallo, una scimmia, un pavone, un cane
Ogni personaggio è accompagnato da un TEMA MUSICALE, quello di Montecristo deve essere TERRIFICANTE
ATTO UNICO
1 UN UOMO
(come rispondendo ad alcune immaginarie domande di un’inchiesta, o più semplicemente al pubblico)
Io vi parlo signori di un uomo potentissimo, ricco da mettere paura. Provate a immaginare una ricchezza immensa, sterminata, tanto estesa da poter comprare ciò che si vuole, la vita delle persone, l’onestà di un giudice, la verità stampata sui giornali, o la credibilità di un politico. Vi parlo signori di una persona in grado di far tornare i morti in vita, e che della morale non sa più cosa farsene, il suo fine d’altronde è un altro, è ben altro.
2 CONSIGLIERE DI DANGLARS E DANGLARS IL BANCHIERE
CONSIGLIERE 100.000 franchi saranno sufficienti
DANGLARS Perché solo 100.000 franchi? La notizia è sicura, vendiamone 200.000
CONSIGLIERE La notizia che vi do è attendibile, e tempo qualche ora sarà su tutti i giornali, il gabinetto del ministro ha la precedenza, le azioni spagnole non sono più sicure
DANGLARS Sta bene, ma vendiamone 200.000 non voglio ritrovarmi sul groppone queste benedette azioni spagnole
CONSIGLIERE Benissimo 200.000
DANGLARS 200.000. (il Consigliere esce) Non sono importanti gli amici, ma le conoscenze. Relazioni agili, utili, fragili o fortissime a seconda dell’interesse che le lega. Potrebbe essere vista come un’evoluzione. Scriverò un libro.
3 NAPOLEONE
(Riceve un invisibile Edmond Dantes, è cortese ma non smette di guardare l’orizzonte da una finestra)
(si volta appena)
Edmond Dantes… ho saputo del capitano Leclerc..
(ascolta)
Queste purtroppo sono zone malariche... Da quanto tempo avete lasciato Marsiglia?
(ascolta)
Il Faraone è un bellissimo bastimento, in altri tempi ne avrei fatto acquisto. L’armatore è Morrell, giusto? Lo conosco. I Morrel sono armatori di padre in figlio, ed ho conosciuto un Morrel, che serviva nello stesso reggimento con me, quando ero in guarnigione a Valenza. Conoscete il maresciallo Noirtier a cui è indirizzata la lettera che vi è stata data?
(ascolta la risposta)
Tanto meglio che non lo conosciate. Quella lettera potrebbe compromettervi, ne siete consapevole?
(sorride alla risposta)
Potrebbe compromettervi anche senza conoscerne il contenuto, ragazzo.
(fa un cenno di congedo, continua a guardare l’orizzione)
4 MONTECRISTO
(accarezza il pappagallo che poggia sul suo braccio, guarda anche lui fuori da una finestra da cui assiste ad un’esecuzione capitale)
Sono pochi gli spettacoli di questo genere che io non abbia veduti. Il mio primo sentimento fu la ripugnanza, il secondo l'indifferenza, il terzo la curiosità.
Curiosità! La parola è veramente terribile! Vero? Ma poi perché? Ebbene non è curioso studiare in quanti differenti modi si può giustiziare un uomo? La ghigliottina, la mazzolata, il colpo d’accetta. Certo è fin troppo semplice, troppo rapido, e nulla c'è di inaspettato. La mannaia non sbaglia, non trema non colpisce in falso, non si ripete trenta volte come il soldato che tagliava la testa al conte di Chalais.
Se un uomo avesse fatto morire fra torture inaudite la persona da voi amata, e aveste nel cuore un vuoto eterno ed una piaga sempre sanguinosa, credete che sarebbe sufficiente la riparazione che vi accorda la società, vi sentireste sollevato perché il ferro della ghigliottina gli è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle , perché ha provato qualche secondo di dolore fisico? La giustizia umana è insufficiente, come consolatrice delle angosce sofferte; può versar sangue per sangue, e niente più... Non bisogna dunque chiederle più di quello che può dare. Oppure ecco un ulteriore caso. Non vi sono delitti per i quali il palo dei turchi, i trogoli dei persiani, i nervi attortigliati degl'indiani sarebbero supplizi troppo gentili per alcuni delitti che tuttavia la società indifferente lascia senza punizione?... Rispondetemi, non vi sono questi delitti? Un uomo vi ruba la felicità a cui avevate diritto nella vita, quella parte di felicità che è promessa ad ogni uomo nel crearlo, e ne fa un'esistenza di dolore, di miseria, o di infamia, e voi vi credete vendicato perché quest'uomo, che vi ha messo il delirio nell'anima e la disperazione nel cuore, è stato passato al petto da una spada o traversata la testa con una pallottola? Se avessi mai a vendicarmi, non mi vendicherei così.
5 DANGLARS e MONTECRISTO
DANGLARS Ho l'onore di parlare al signor di Montecristo?
MONTECRISTO Conservando l'abitudine di farvi chiamare barone, avete perduta quella di chiamare gli altri conte, barone Danglars.
DANGLARS Non ci faccio caso neanche per me..Mi hanno fatto barone e cavaliere della Legione d'Onore per servigi resi, ma...
MONTECRISTO Ma voi avete abdicato ai titoli. Questo è un bell'esempio da seguire, signore. Voi siete barone per la servitù, e cittadino per i giornalisti, e per i vostri committenti.
DANGLARS Signor conte, ho ricevuto una lettera d'avviso della casa Thomson e French.
MONTECRISTO Ne sono contento, signor barone. Voi dunque avete ricevuto una lettera di credito?
DANGLARS Sì, ma vi confesso che non ne ho bene capito il senso.
MONTECRISTO Fatelo, signore, eccomi, io ascolto, e sono pronto a rispondervi.
DANGLARS Questa lettera apre al signor conte di Montecristo un credito illimitato sulla mia casa.
MONTECRISTO Ebbene, signor barone, che vi trovate d'oscuro?
DANGLARS Niente, signore, fuorché la parola illimitato...
MONTECRISTO Capirete che sono anglosassoni che scrivono.
DANGLARS Oh via, signore per la sintassi non c'è niente da ridire, ma non è così per la contabilità.
MONTECRISTO Perché, la casa Thomson e French non è a vostro avviso abbastanza sicura, signor barone? Diavolo, mi spiacerebbe, perché ho depositati su di essa alcuni capitali.
DANGLARS Ah, perfettamente sicura ma la parola illimitato, in materia di finanza, è tanto vaga che...
MONTECRISTO Che è illimitata, non è vero?
DANGLARS Precisamente questo volevo dire. Ciò che è vago è dubbio, ed il saggio dice: astieniti dal dubbio.
MONTECRISTO Che è quanto dire che se la casa Thomson e French è disposta a fare delle pazzie, la casa Danglars non è disposta a seguirne l'esempio.
DANGLARS Che significa, signor conte?
MONTECRISTO Ma, signore, se ho chiesto un credito illimitato su voi, fu precisamente perché non sapevo di quale somma potevo aver bisogno, ma posso rivolgermi ad altri che…
DANGLARS Oh, signore, non abbiate alcun timore nel chiedere. Potrete convincervi che le cifre della casa Danglars, per quanto limitate, possono soddisfare le più grandi esigenze, e potreste anche chiedere un milione...
MONTECRISTO Sarebbe a dire?
DANGLARS Dico un milione.
MONTECRISTO E a che mi servirebbe un milione? Buon Dio, signore, se non mi fosse abbisognato che un milione, non mi sarei fatto aprire un credito su voi per una simile miseria. Un milione! Ma ho sempre un milione nel mio portafogli, nel mio scrigno da viaggio.
(gli mostra due assegni di cinquecentomila franchi l'uno, pagabili al portatore)
DANGLARS Debbo confessarvi una cosa Signor Conte , io credevo di avere delle cognizioni esatte su tutte le belle fortune d'Europa, e tuttavia la vostra, che mi sembra considerevole, mi era, ve lo confesso, del tutto sconosciuta. É recente?
MONTECRISTO No signore, al contrario è di vecchia data. Era una specie di tesoro di famiglia che era proibito toccare, e i cui interessi accumulandosi hanno triplicato il capitale. Dicevamo… fissiamo, se volete, una somma per il primo anno: sei milioni, per esempio.
DANGLARS Sei milioni, sia! Il denaro sarà in casa vostra domattina alle dieci, signor conte. Volete oro, argento, o biglietti di banca?
MONTECRISTO Metà oro, e metà biglietti.
(Montecristo esce)
DANGLARS (solo) Coi vostri gusti e colle vostre intenzioni, signore, spiegherete nella nostra capitale un lusso che ci schiaccerà tutti, noi altri poveri piccoli milionari.
6 UN UOMO
Sì è vero. Egli aveva sulla fronte quella piega che indica la presenza incessante di un amaro pensiero, aveva quegli occhi ardenti che leggono nel più profondo delle anime, quel labbro superbo sprezzante che dà alle parole quell'incisività che le fa imprimere profondamente nella memoria di chi ascolta. Non era più giovane, aveva quarant'anni almeno, ma ciò nonostante si capiva che era fatto per dominare i giovani. In realtà, il conte sembrava avere il dono dell'affascinazione e la sua vista mi sconvolgeva.
7 DANGLARS e FERNANDO
(senza le giacche, si presume siano giovani)
DANGLARS Ebbene, comprendi che non vi è bisogno di ucciderlo?
FERNANDO No certo, se, come dicevi poco fa, si potesse trovare il modo di farlo arrestare.
DANGLARS Farlo arrestare… far arrestare il capitano in seconda del Faraone? Un marsigliese?
FERNANDO Perché no? (indicando se stesso) Anche un pescatore catalano può sognare ..
DANGLARS E come vorresti farlo arrestare?
(pausa)
Sì, certo, ma se si decidesse una cosa simile, sarebbe meglio … ad esempio, prendere bonariamente, così come faccio io, questa penna, bagnarla nell'inchiostro e scrivere la piccola seguente denuncia, con la mano sinistra, (esegue l’azione) affinché il carattere non sia individuato, in tal modo la tua vendetta sarebbe attribuita alle circostanze, senza ricadere su nessuno, e la cosa andrà da sola. Perciò non ti resterebbe più che piegare la lettera come faccio io, scriverci sopra: Al Procuratore del Re, e tutto sarebbe fatto.
(fa la soprascritta come se scherzasse. Sorride)
Tutto sarebbe fatto, soltanto sarebbe un'infamia
(Fernando allunga il braccio per prendere la lettera, ma Danglars gliela allontana)
Tutto ciò che ho detto e fatto non è che uno scherzo, ed io sarei il primo ad esserne afflitto se accadesse qualche disgrazia a Dantès, a questo buon Dantès! E così..
(Prede la lettera, la accartoccia e la getta in un angolo. Fa per uscire, si volta e vede Fernando precipitarsi sul foglio e metterlo in tasca; poi subito andarsene dalla parte opposta)
Bene. Le cose prendono quell'avvio che avevo previsto. Sarò presto capitano provvisorio del Faraone. E poi la giustizia è giustizia, ed io mi rimetto ad essa.
8 IL RE LUIGI DICIOTTESIMO E VILLEFORT IL GIUDICE
IL RE Ma continuate vi prego signor Villefort, siete un Procuratore del Re, come avete avuto queste informazioni?
VILLEFORT Sire, esse risultano dall'interrogatorio che ho fatto subire ad un uomo di Marsiglia, che da molto tempo facevo sorvegliare e che infine ho fatto arrestare. Quest'uomo, marinaio turbolento e d'un bonapartismo sospetto, certo Dantès, è stato segretamente all'isola d'Elba. Egli ha veduto Napoleone, che lo ho incaricato di una commissione verbale per un bonapartista, di cui non mi è riuscito di fargli dire il nome; ma questa missione era di preparare gli spiriti ad un ritorno. Noti Vostra Maestà, che è l'interrogato che parla. Un ritorno che non può mancare di essere vicino.
IL RE E dov'è quest'uomo?
VILLEFORT In prigione, Sire.
IL RE E la cosa vi è sembrata grave?
VILLEFORT Tanto grave, Sire, che questo avvenimento avendomi sorpreso in mezzo ad una festa di famiglia, il giorno stesso del mio fidanzamento ho tutto lasciato, fidanzata, e amici, tutto differito ad altro tempo, per venire a depositare, ai piedi di Vostra Maestà, i timori da cui ero preso e le assicurazioni della mia devozione.
IL RE Una cospirazione in questi tempi è cosa facile a pensarsi, ma ben difficile a condursi a termine. Ristabilito da ieri sul trono dei nostri antenati, noi abbiamo gli occhi aperti allo stesso tempo sul passato, sul presente e sull'avvenire. Da dieci mesi i miei ministri raddoppiano la sorveglianza perché il litorale del Mediterraneo sia ben guardato. Se Bonaparte discende a Napoli, la coalizione tutta intera sarà in piedi, prima che egli giunga a Piombino; se scende in Toscana, metterà il piede in un paese nemico; se scende in Francia lo farà con un pugno d'uomini, e noi ne avremo facilmente ragione, esecrato come è dalla popolazione. Rassicuratevi dunque, signore, ma non contate però meno sulla nostra reale riconoscenza.
VILLEFORT (come se d’un tratto vedesse la scena) In quel preciso istante entrò il capo della polizia, quasi barcollava, i suoi occhi erano colpiti da vivissima luce, balbettava frasi cerimoniose … alla fine riuscì a dare la notizia a Luigi Diciottesimo: l'usurpatore aveva lasciato l'isola d'Elba il 26 febbraio e sbarcato il primo marzo in Francia, in un piccolo porto presso Antibes nel golfo Juan.
IL RE (all’immaginario capo della polizia) L'usurpatore è sbarcato in Francia vicino ad Antibes, nel golfo Juan, a duecentocinquanta leghe da Parigi, il primo marzo, e voi sapete questa notizia soltanto oggi, quattro marzo in Francia! L'usurpatore in Francia! Non era dunque sorvegliato quest'uomo? Ovvero, chissà!, si era d'accordo con lui? Ebbene, ecco qui questo signore (indicando Villefort) che non aveva alcuna risorsa a sua disposizione, semplice magistrato, che ne sapeva più di voi con tutta la vostra polizia e che mi avrebbe salvata la corona, se avesse avuto, come voi, il potere di farlo.
(Villefort, abbassa la testa colla modestia del trionfo)
VILLEFORT Sire, la rapidità dell'evento deve provare alla Maestà Vostra che il cielo solo poteva impedirlo, suscitando un burrasca. Ciò che Vostra Maestà crede in me l'effetto di una profonda perspicacia è dovuto ad un puro e semplice caso. Ne ho approfittato di questo caso come un servo fedele, ed ecco tutto. Non mi attribuite più di quel che merito, per non aver mai a pentirvi della prima idea che avete concepito di me.
IL RE Sta bene, e frattanto, signori io non ho più bisogno di voi; ciò che resta da fare, spetta al Ministro della guerra. (esce)
VILLEFORT (solo, col tono disperato di una confessione improvvisa) Il destinatario di quella lettera di cui non dichiarai mai l’esistenza, la lettera che Napoleone aveva affidato al giovane Dantès, era mio padre, Noirtier il bonapartista. Avevo distrutto quella condanna a morte per mio padre, e condannato a vita un uomo innocente, che si era fidato di me consegnandomi quel documento, in cambio l’avevo rinchiuso nel Castello di If. (d’improvviso calmo) IO ero la giustizia, IO potevo decidere chi e come doveva pagare anche la buona fede, che difatti in talune congiunzioni della vita, si paga.
9 PEPPINO
Sono io il contadino che aiutava il brigante Luigi Vampa a rapire i nobili e a chiederne il riscatto. C’era il patibolo già pronto per me in Piazza del Popolo a Roma, ma lui non so come, riuscì a farmi avere la grazia all’ultimo minuto. Io già lo sapevo, il mio compagno di patibolo invece, non la prese bene…, urlava: “non è giusto! Uccidete pure lui!” invece di essere contento per me, voleva che mi ammazzassero, ma ormai a lui, che gli cambiava? Poi gli tagliarono al testa. Il Conte di Montecristo fece con Vampa, un patto di sangue, che il mio padrone lo seppe ben ripagare… non l’ho mai conosciuto di persona, lo vidi solo una volta da vicino perché gli restituimmo un francese, un conte che avevamo rapito per sbaglio. Al Conte di Montecristo, io, devo la vita.
10 LORD WILMORE/MONTECRISTO e L’ISPETTORE DELLE PRIGIONI
(L’ispettore è un uomo meschino reso loquace dalla cifra che Wilmore/Motecristo gli ha promesso)
LORD WILMORE Lo chiamavamo scienziato Faria.
ISPETTORE Oh, me ne ricordo perfettamente, era pazzo.
LORD WILMORE É possibile! E quale era il suo genere di pazzia?
ISPETTORE Pretendeva sapere dove stava nascosto un immenso tesoro, ed offriva delle somme considerevoli se avessero voluto metterlo in libertà.
LORD WILMORE Povero diavolo! Ed è morto?
ISPETTORE Certamente. La sua morte fu accompagnata da un singolare incidente.
LORD WILMORE Si potrebbe conoscere questo accidente?
ISPETTORE Oh senza difficoltà. La cella di Faria era lontana quarantacinque cinquanta piedi circa da quella di un certo bonapartista, uno di quelli che avevano più di tutti contribuito al ritorno dell'Imperatore nel 1815, uomo molto risoluto. Non si scendeva nella sua cella senza esser scortati da un picchetto di soldati. Quest'uomo mi ha fatta una profonda impressione, e non dimenticherò mai il suo viso.
LORD WILMORE Dicevate dunque che le due celle...
ISPETTORE Erano separate da una distanza di cinquanta piedi ma sembra che questo... Edmondo Dantès, si chiamava, sì signore, un marinaio... Sembra che questo Edmondo Dantès si fosse procurato degli utensili, o ne avesse costruiti... Fatto sta che fu ritrovato un corridoio sotterraneo per mezzo del quale i due prigionieri comunicavano.
LORD WILMORE Questo corridoio sarà stato fatto senza dubbio a scopo di evasione.
ISPETTORE Certamente, ma per disgrazia dei prigionieri, Faria fu colpito da una paralisi, e morì. Il fatto sospese il piano di evasione per il morto, ma non per il vivo, che trovò il mezzo di accelerare la fuga. Senza dubbio pensava che i morti del Castello d'If fossero seppelliti in un ordinario cimitero; trasportò il defunto nella sua cella, prese posto nel sacco entro cui era stato cucito il cadavere, e aspettò il momento che lo avrebbero seppellito.
LORD WILMORE Era un espediente rischioso e che esigeva non poco coraggio
ISPETTORE Oh, vi ho detto che era un uomo molto pericoloso; fortunatamente però egli stesso ha liberato il governo dai timori che aveva della sua persona...
LORD WILMORE E in qual modo?
ISPETTORE Come! Non lo immaginate?
LORD WILMORE No.
ISPETTORE Il Castello d'If non ha cimitero, ed i morti si gettano semplicemente in mare, dopo avere attaccato ai loro piedi una grossa pietra.
LORD WILMORE Davvero?
ISPETTORE Sì, signore. Capirete quale sarà stata la costernazione del fuggitivo allorché si sentì precipitare dall'alto del Castello. Avrei voluto vederlo in quel momento.
LORD WILMORE Sarebbe stato difficile.
ISPETTORE Non importa, me lo figuro.
(Scoppia a ridere)
LORD WILMORE Ed io pure (ride anche lui) In tal modo il fuggitivo fu annegato?
ISPETTORE Nel modo più assoluto.
LORD WILMORE Di maniera che il Governatore del Castello fu liberato nello stesso tempo di un furioso e di un pazzo?
ISPETTORE Precisamente!
LORD WILMORE (smette di ridere) .... Ma ritorniamo ai registri...
ISPETTORE É vero, questa storia ci aveva divagati: scusate.
(apre un grande libro sotto gli occhi di Montecristo)
Ecco qui tutto quello che desideravate conoscere sul vostro povero precettore, che era dolcissimo nella sua pazzia.
LORD WILMORE (d’un tratto vede la scena) Montecristo continuò a sfogliare fino a che ritrovò la parte dedicata a Edmondo Dantès. Ritrovò ogni cosa: denuncia, interrogatorio, postille di Villefort.
(esegue le azioni)
Piegò chetamente la denunzia e se la pose in tasca, lesse l'interrogatorio, e vide che non era stato segnato il nome di Noirtier, in compenso trovò la seguente nota: “Edmondo Dantès. Bonapartista arrabbiato; ha preso parte attiva al ritorno dall'isola d'Elba. Da tenersi in segreta, e sotto la più stretta sorveglianza.” La nota del registro era dello stesso carattere del certificato, era la mano di Villefort, il Giudice.
(rivolto all’ispettore)
Grazie!
(chiude con rumore il registro)
Ho visto quanto mi abbisognava. Ora sta a me mantenere la mia promessa: fatemi una semplice girata del vostro credito; dichiarate in essa di aver ricevuto il contante, ed io vi pago subito questa somma.
(L’ispettore si affretta a fare la girata, mentre Montecristo conta sul tavolo dell’ispettore i biglietti di banca)
11 BERTUCCIO
Sono Bertuccio e sono stato al suo servizio tanti anni. Era un gran signore, ma ancora oggi a volte penso che forse era pazzo, un pazzo lucido voglio dire. Una volta ho sentito dire che addormentò una ragazza, la fece praticamente morire e poi la risvegliò. Non so se è vero. Di sicuro faceva cose strane. Quando ancora ero a suo servizio, prima che ci desse a tutti una parte di ricchezza e se ne partisse, allora con Alì, l’arabo, fecero.. questo non so se posso raccontarvelo. Non mi credereste. Io stesso stento a credere a tutto quello che si dice ancora di lui. A volte pensavo davvero che fosse pazzo…lucido ma...Perché faceva tutto quello che faceva? Ma è sempice, me lo disse lui, come fosse la cosa più naturale del mondo.. (l’urlatore lo interrompe)
12 UN URLATORE CON I GIORNALI e BERTUCCIO
URLATORE Giornali della sera!! Don Carlo rientra in Spagna!! Edizione della sera! Tutti i dettagli su Don Carlo e la sua famiglia!! Edizione della sera!! Don Carlo rientra in Spagna!!
BERTUCCIO Una copia per me ragazzo
(prende una copia)
URLATORE Notizia sensazionale appena battuta dai telegrafi e già su tutti i giornali, non è incredibile la modernità, signore?
BERTUCCIO (leggendo) Sì, davvero incredibile.
URLATORE Non è un affare come uno scandalo ma è una notizia inaspettata anche questa, nessuno se l’aspettava davvero, e che succederà adesso signore?
BERTUCCIO (non lo ascolta) E chi lo sa? (esce)
13 UN UOMO
Praticamente non mangia e anche per questo si dice sia un vampiro... Questa è la ferma opinione della contessa Guiccioni che come voi sapete, ha conosciuto lord Ruthwen. Occhio rossiccio, la cui pupilla si dilata e restringe a volontà. Volto ossuto e scarno, fronte spaziosa, tinta livida, barba nera, denti bianchi ed acuti, compitezza tutta particolare. Quest'uomo mi ha fatto fremere un giorno, guardavamo insieme una esecuzione, ho creduto di svenire, molto più nel vederlo e sentirlo ragionare freddamente su tutti i supplizi della terra, che guardare il carnefice eseguire il suo compito, e sentire le grida del condannato. Era spaventosamente pallido. Un brivido mi percorre le vene. Quando un tal uomo si è visto una volta, non si dimentica più.
14 MONTECRISTO
(vedendo la scena)
Montecristo è in un labirinto e non riesce ad uscire. Apre una porta poi ne trova altre e poi altre, infine è al punto di partenza. E’ intrappolato. Stremato cade a terra, si rende conto di dover stare immobile. Solo una visione placata della mente potrà mostrargli la soluzione, qualunque essa sia, la prigionia, la libertà, e la differnza tra le due, se c’è.
(riprende l’azione, è affannato, ha urgenza di dettare una lettera)
Amico abate Faria. Protettore, benefattore, mago e scienziato. La lunga prigionia che tu con me hai condiviso, ha riunito in me, in un sol punto, tutte le facoltà fluttuanti del mio essere vitale, tali facoltà urtandosi nell’angusto spazio del mio corpo e della mia mente, hanno provocato un'elettricità, quest’elettricità ha generato il lampo, e dal lampo è nata una luce. E’ così che ora vedo, ora so.
15 CADEROUSSE e ABATE BUSONI/MONTECRISTO
(Busoni/Montecristo ha un diamante in mano e lo mostra a Caderousse, un povero cristo che la vista del diamante mette in eccitazione)
CADEROUSSE (fissando il diamante) Non volete prender qualcosa per rinfrescarvi, signor abate?
BUSONI (non risponde) Vi ho fatto molte domande Caderousse, che meritano una risposta, se non altro per quel povero ragazzo morto, e per questo diamante che lui stesso ha voluto lasciare ai legittimi eredi e amici…
CADEROUSSE Ma non sono amici coloro che tradiscono! Povero ragazzo! (tormentato)
Ma quella gente può schiacciarti con un gesto… suvvia lo sapete!
(Busoni sta per riporre il diamante)
Fu Danglars il più colpevole, l’istigatore della congiura contro il povero Dantes.
BUSONI Danglars?
CADEROUSSE Sì, il banchiere. All'epoca della guerra di Spagna, si occoupò delle forniture dell'esercito francese, e fece fortuna. Poi speculò sui fondi pubblici, quadruplicando i suoi capitali, poi sposò una vedova che godeva dei più grandi favori a Corte. Divenuto milionario lo hanno creato barone, ed ora è il barone Danglars che ha un palazzo in rue MontBlanc, dieci cavalli nelle scuderie, sei lacchè in anticamera, e non so quanti milioni in cassa.
BUSONI Ed è felice?
CADEROUSSE Felice? Chi può dir questo? La felicità e l'infelicità sono il segreto delle mura, le mura hanno orecchie ma non lingua; se uno è felice con una grande fortuna, Danglars è felice.
BUSONI E Fernando ?
CADEROUSSE Fernando è tutt'altra cosa.
BUSONI Come mai un povero pescatore catalano senza risorse e senza educazione ha potuto far fortuna? Ciò mi sorprende, ve lo confesso.
CADEROUSSE E ciò sorprende tutti. Al ritorno di Napoleone fu ordinata una leva straordinaria, e Fernando fu costretto a partire. Era di piantone alla porta di un generale che aveva segrete relazioni col nemico e finì per abbandonare il posto e seguire il generale. Da quel momento il tradimento gli servì da raccomandazione. Rientrò in Francia con la spallina di sottotenente, e siccome non gli mancava la protezione del suo generale, divenne capitano al tempo in cui Danglars il banchiere arrischiava le sue speculazioni. In quanto catalano Fernando fu inviato a Madrid. Là ritrovò Danglars, discorsero insieme, fece e ricevette delle promesse, rese servigi tali, che dopo la presa del Trocadero venne nominato colonnello.
BUSONI Che destino!
CADEROUSSE E non è ancor tutto. Finita la guerra di Spagna, la Grecia si era sollevata contro la Turchia, per la sua indipendenza; tutti gli occhi erano puntati su Atene; era di moda compiangere e sostenere i greci. Fernando domandò ed ottenne il permesso di andare al servizio della Grecia continuando però ad essere iscritto sui registri dell'esercito. Qualche tempo dopo si seppe che il conte di Morcerf, tale era il nome che portava, era entrato al servizio di AlìPascià, col grado di generale istruttore. AlìPascià fu ucciso come sapete; ma prima di morire ricompensò i servigi di Fernando, lasciandogli una somma considerevole, colla quale tornò in Francia, dove gli venne confermato il grado di luogotenente.
BUSONI E oggi?
CADEROUSSE Oggi è conte e deputato in Parlamento, possiede un palazzo magnifico a Parigi
BUSONI E … Mercedes?
CADEROUSSE Sapete di Mercedes?
BUSONI Il povero Dantès in punto di morte mi ha detto essere stata l’unica donna da lui amata… com’è che andò in sposa a Fernando?
CADEROUSSE Era sola al mondo, e dopo aver a lungo aspettato il suo Edmondo finì per cedere all’amore di Fernando che da sempre l’aveva amata, non era un segreto per nessuno, neanche per Dantès. Oggi è una delle più grandi dame di Parigi.
BUSONI E quanto tempo passò tra l’arresto di Danets e la festa di nozze con Fernando?
CADEROUSSE Diciotto mesi in tutto.
BUSONI Gran cosa! Che può domandare di più l'amante più adorato? Frailty, thy name is woman, Fragilità il tuo nome è donna!
CADEROUSSE Otto giorni dopo le nozze, partirono. Fernando temeva il ritorno di Edmondo, e c’erano troppi ricordi da combattere a Marsiglia.
BUSONI Hai più visto Mercedes?
CADEROUSSE (fa spallucce) Sì e no, so però che non è felice, e che si occupa esclusivamente di suo figlio.
BUSONI Di suo figlio?
CADEROUSSE Sì, Alberto.
BUSONI Un figlio… un figlio… (lo ripete, isolandosi fino alla commozione)
(Caderousse gli sfila con dolcezza il diamante di mano, ed esce)
16 UN UOMO
Quando entrava in una stanza niente era più come prima. Il suo sguardo scintillava senza tutta via lasciar trapelare la minima emozione. I modi affabili, squisiti contrastavano con la sua mano gelida che pure tendeva senza esitazione, e stringeva con un gesto sicuro, lo so, perché una volta me la strinse di persona. Era pallido, ma questo lo capivi dopo, quando non potevi fare a meno di ripensare alla sua figura, a quella strana emozione che lasciavano i suoi discorsi. Quella volta raccontò che gli orientali, per conservare la loro libertà di vendetta, non mangiano né bevono in casa dei loro nemici e pensai che fosse una cosa accorta conservarsi questa libertà, perché non esistono amici per la vita, qui a Parigi.
17 VILLEFORT e MONTECRISTO
MONTECRISTO (vedendo la scena) Il cameriere annunziò il signor Villefort
VILLEFORT (vedendo la scena) In quel momento il conte seguiva su una cartageografica un itinerario da Pietroburgo alla Cina
MONTECRISTO (vedendo la scena) Dunque, quello era Villefort, il procuratore del re, il giudice che aveva fatto carriera facendo arrestare un bonpartista molto pericoloso, il marinaio Dantès.
VILLEFORT Signore, vi vengo a porgere i miei saluti siete appena giunto a Parigi, e colgo l’occasione di ringraziarvi giacchè mia moglie è stata accompagnata a casa sana e salva, ieri sera, grazie a voi.
MONTECRISTO Signore, so che prodigate difficilmente il vostro favore, ma questo, per quanto prezioso, non vale per me l'interna soddisfazione di aver reso una cortesia.
(Villefort fa un rigido piccolo inchino)
VILLEFORT (vedendo la scena) Quindi quel villano che gli stava davanti, sicuro di se’ fino all’inverosimile, era il Conte di Montecristo di cui tutta Parigi parlava, senza che nessuno, sostenitori e oppositori, se ne potessero dire indifferenti. Da dove proveniva tutta la sua misteriosa ricchezza?
MONTECRISTO (vedendo la scena) Il procuratore de Re era di sicuro un uomo giusto, pronto a raddrizzare le storture di questa terra, senza tenere conto delle proprie, s’intende: egli aveva avuto infatti un figlio illegittimo, destinato all’orfanotrofio, ma per fortuna nato morto, e che si affrettò a seppellire in un giardino.
VILLEFORT Vi occupate di geografia, signore?
MONTECRISTO Sì, signore. Ho viaggiato molto per conoscere l’animo degli uomini e per interessarmi in particolrar modo alla giustizia adottata nei diversi paesi, Giappone, Cina, India, Turchia…
VILLEFORT E per quale scopo avete appreso tutto ciò?
MONTECRISTO Bene, signore vedo che ad onta della reputazione per la quale visi ritiene un uomo superiore, voi vedete ogni cosa sotto il punto di vista più ristretto, più circoscritto che sia stato permesso all'umana intelligenza di abbracciare.
VILLEFORT (costernato) Spiegatevi signore…, non vi capisco.. molto bene.
MONTECRISTO Dico, signore, che voi non vedete che le molle della macchina, i semplici nomi che ricoprono i ruoli importanti, mentre vi sfuggono quegli uomini che Dio ha messo al disopra dei titolari, e che hanno una missione da compiere, questi sfuggono alla vostra corta vista.
VILLEFORT (credendo di parlare a un pazzo o a un ispirato) Allora, voi vi considerate come uno di questi esseri straordinari?
MONTECRISTO (freddamente) E perché no?
VILLEFORT Perdonatemi, signore, ma mi scuserete se, presentandomi a voi, non sapevo di presentarmi ad un uomo, il cui sapere e il cui spirito sorpassano di tanto il sapere e lo spirito ordinario ed abituale degli uomini.
VILLEFORT Inoltre signore, voi mi confondete; non ho mai sentito parlare come voi.
MONTECRISTO Perché non avete mai osato innalzarvi con un batter d'ali nelle sfere superiori che sono popolate d'esseri invisibili ed eccezionali.
VILLEFORT Ammettete dunque, signore, che vi siano queste sfere, e che gli esseri eccezionali e invisibili si mischino a noi?
MONTECRISTO E perché no? Vedete voi forse l'aria che respirate, e senza la quale non potreste vivere?
VILLEFORT Allora non vediamo questi esseri di cui parlate?
MONTECRISTO Voi li potete vedere ogni qualvolta che questi esseri si materializzano, voi li toccate allora, li urtate, parlate loro, essi vi rispondono.
VILLEFORT Ah, vi confesso che vorrei essere avvertito quando uno di questi esseri si metterà in contatto con me.
MONTECRISTO Io sono uno di questi esseri eccezionali, sì, signore, nessun uomo si è trovato in una posizione simile alla mia. Il mio regno è grande come il mondo: io sono cosmopolita. Io adotto tutti i costumi parlo tutte le lingue. Non domandando protezione, non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non un solo scrupolo, che arresta i potenti, non un solo ostacolo, che paralizza i deboli, può arrestarmi, e paralizzarmi.
VILLEFORT E dunque non temete nulla? Non la morte? Non la vecchiaia?
MONTECRISTO La mia missione sarà compiuta prima che sia vecchio.
VILLEFORT Non temete neanche la pazzia?
MONTECRISTO Se è per questo, poco è mancato che non diventassi pazzo.
18 DANGLARS ALLA BORSA DI PARIGI
(Frastuono della borsa)
DANGLARS Ho vendutocarta straccia a chi, ignaro della notizia, pensava di fare un’affare. Quando la novità si saputa, è sorto il timor panico, il poco che mi era rimasto l’ho regalato. Ho venduto più di 400.000 azioni spagnole. Non mi è rimasto niente sul groppone. Ho fatto il miglior guadagno possibile, visti i tempi.
19 UN UOMO
Non sono mai stato superstizioso, sebbene qualcosa di lui incutesse un timore reverenziale, ma una volta la contessa di Guccioni mi mise in guardia dal frequentare questo certo Conte di Montecristo. Si dicevano di lui le cose più strane, che fosse pratico di magia nera, che usasse dei travestimenti, e che la bellissima donna greca che l’accompagnava fosse stata resuscitata dai morti… non c’ho mai creduto, … ad ogni modo… promettetemi una cosa... Promettetela. Donde venga non lo so, ma dove vada, ve lo posso dire a colpo sicuro: va all'inferno. Ascoltate. Vi è una certa affinità fra le persone che si lasciano e quelle che si raggiungono; non vogliate servire da tramite fra quell'uomo e me. Domani corretegli dietro come più vi aggrada, ma non me lo presentate mai, e adesso rifiutate ogni suo invito.
20 FERNANDO PARLA ALL’OMBRA DI MERCEDES
(è giovane, come nella scena della denuncia)
Non piangete Mercedes vi prego. Non piangete, pregate piuttosto… è morto, capite? Io darei una libbra del mio sangue per ciascuna delle vostre lacrime che ora scorrono per un altro. Mi avete sempre detto: Io vi amo come un fratello; ma non esigete mai da me altra cosa che questa amicizia fraterna, poiché il mio cuore è dato ad un altro! Ma Edmondo è morto in prigione! Mentre io sono vivo e posso aiutarvi. Ma per quanto possa stringere questi pugni e guardarvi con un occhio più cupo del mio stesso cuore, io vi amo Mercedes. Vi amo, vi amo, vi amo…
21 ALBERTO E MONTECRISTO PARLANO ALL’OMBRA DI MERCEDES
(l’ombra di Mercedes ora è immersa in un mare di foglie d’oro balluginanti)
(Montecristo e Alberto, suo figlio, si rivolgono a lei)
ALBERTO Madre mia, credo sia un titolo e niente più. Il conte ha comprato un'isola nell'arcipelago toscano, del resto non ha alcuna pretesa di nobiltà, e si chiama conte per caso, quantunque l'opinione generale di Roma fosse che il conte sia un gran signore, e i suoi modi sono eccellenti.
MONTECRISTO Quel giorno ti ho finalmente rivista, Mercedes, ventotto anni dopo la nostra festa di fidanzamento, quando mi portarono via sotto i tuoi occhi dolcissimi e da allora non mi hai più veduto. Edmondo Dantes quel giorno è morto.
ALBERT Io lo considero come uno degli uomini alla Byron, che la disgrazia ha marcati col suggello fatale; ma che colla forza del loro genio avventuroso si sono posti al di sopra delle leggi della società...
MONTECRISTO Tuo marito, Fernando Mondego, mi è stato appena presentato da tuo figlio Alberto. Suo padre non mi ha riconosciuto come il suo vecchio amico di gioventù, non ha potuto riconoscere in me Dantès, il tuo fidanzato che lui mandò in prigione con una lettera falsa al procuratore del re. Il tuo spasimante di allora, oggi è il tuo blasonato marito e non immagina neanche che cosa lo aspetti per aver forzato in tal modo il destino.
ALBERT Ma il conte non gioca mai, non beve che dell'acqua dorata con qualche goccia di vino di Spagna, e si è rivelato tanto ricco, che non potrebbe chiedermi in prestito del danaro senza esporsi a farsi ridere sul naso... Che volete dunque che io tema da parte del conte?
MONTECRISTO Sei diventata davvero una gran dama, e nessuno vedendoti oggi potrebbe immaginare la ragazza scalza e sorridente che mi corse incontro il giorno del mio sbarco a Marsiglia. Certo se fossi stata la semplice sposa di un capitano non avresti vissuto a Parigi e non avresti indossato diamanti, ma di certo saresti stata ancora bellissima.
ALBERT Ma voi socchiudete gli occhi madre, quest’uomo vi ha fatto una profonda impressione, non mi sorprende, tutti ne siamo impressionati, eravate così pallida, avevate quasi le lacrime agli occhi…Davvero, gli uomini non sono tutti eguali.
22 MONTECRISTO
(E’ attaccato ad una flebo comodamente seduto)
L'eccellente Adelmonte di Taormina aveva un bellissimo giardino pieno di legumi, fiori, frutti. Egli sceglieva il più umile di tutti questi legumi, per esempio, un cavolo. Per tre giorni lo annaffiava con una soluzione di arsenico; il terzo giorno il cavolo cadeva malato ed appassiva; era il momento di tagliarlo: per tutti sembrava maturo e conservava la normale apparenza. Allora egli prendeva un coniglio e gli faceva mangiare una foglia di cavolo; il coniglio moriva. Qual procuratore del re ha mai sognato di stabilire una requisitoria sul conto di un coniglio morti? Nessuno: ecco dunque un coniglio morto senza che la giustizia se ne inquieti. Morto il coniglio, Adelmonte lo faceva sventrare dalla sua cuoca e gettare gli intestini sopra un letamaio; su questo un pollo va a beccare gli intestini, cade malato a sua volta e muore l'indomani. Mentre si dibatte nelle convulsioni dell'agonia passa un avvoltoio, piomba sul cadavere, lo porta su una roccia e lo divora. Tre giorni dopo il povero avvoltoio, che dopo questo pasto si è trovato costantemente indisposto, si sente preso da un capogiro durante il volo, s'avvita in aria e viene a cadere a piombo in un vostro vivaio di pesci. Ebbene supponete che l'indomani venga servito alla vostra tavola uno di questi pesci avvelenati dopo quattro passaggi, il vostro convitato, che lo sarà al quinto, morrà in capo ad otto o dieci giorni di dolore d'intestini, di male al cuore, di ascesso al piloro. Verrà fatta l'autopsia, e i medici diranno: è morto di un tumore al fegato o di una febbre tifoidea.
(pausa)
Ho visto dei russi divorare senza essere incomodati sostanze vegetali che avrebbero ucciso infallibilmente un arabo. Perciò ho scoperto la veridicità di questa pratica antica grazie alle quale ci si rende del tutto immuni somministrandosi una dose calcolata di veleno ogni giorno. Quello che porterebbe a morte certa il convitato che fa un brindisi con me, a me non procurerebbe il minimo fastidio.
23 ABATE BUSONI e VILLEFORT
VILLEFORT Ho l'onore di parlare all'abate Busoni?
BUSONI Sì, signore
VILLEFORT Mi dicono che voi conoscete molto bene il conte di Montecristo?
BUSONI Sì, è il figlio di un ricco armatore di Malta.
VILLEFORT Sì, lo so bene, questo è quanto si dice, ma, capirete, la polizia non può contentarsi di un “si dice”
BUSONI Tuttavia, quando questo si dice è la verità, bisogna bene che tutti se ne contentino, e che la polizia faccia come gli altri.
VILLEFORT Ma questo titolo di conte?
BUSONI Sapete bene che si può comprarlo...
VILLEFORT In Italia?
BUSONI Dappertutto.
VILLEFORT Ma queste ricchezze immense, a quanto si dice? Si parla di tre quattro milioni.
BUSONI Gode di duecentomila lire di rendita, che fanno un capitale di quattro milioni. Altre cifre non sono credibili...
VILLEFORT E voi conoscete la sua isola di Montecristo?
BUSONI Certamente... Chiunque venga da Palermo, da Napoli, o da Roma in Francia per via mare, la conosce perché le è passato vicino e l'ha veduta passando.
VILLEFORT É un soggiorno incantevole, a quanto si assicura.
BUSONI Non è che un semplice scoglio.
VILLEFORT E perché dunque il conte ha comprato uno scoglio?
BUSONI Per esser conte. In Italia per diventare conte, c'è ancora bisogno di una contea.
VILLEFORT Avrete senza dubbio inteso parlare delle sue avventure giovanili.
BUSONI Ah, ecco dove cominciano le mie incertezze, perché lì ho perduto di vista il mio giovane amico.
VILLEFORT Ha fatto la guerra?
BUSONI Credo sia stato di leva.
VILLEFORT In quale arma?
BUSONI La marina.
VILLEFORT Signor Abate, Il nome del signor prefetto di polizia, v'intimo di dire tutto ciò che sapete.
BUSONI Egli passa per un uomo molto caritatevole, dice di amare più le ricompense date ai benefattori dell'umanità, che quelle accordate ai distruttori degli uomini.
VILLEFORT E’ dunque una specie di quacquero.
BUSONI Precisamente.
VILLEFORT Si sa se abbia amici?
BUSONI Sì, perché ha per amici tutti quelli che lo conoscono.
VILLEFORT Ma insomma avrà qualche nemico?
BUSONI Uno solo.
VILLEFORT Come si chiama?
BUSONI Lord Wilmore.
(Villefort esce)
MONTECRISTO Quando si vive con dei pazzi, bisogna anche fare scuola di follia
(si traveste da Lord Wilmore)
24 LORD WILMORE e VILLEFORT
(Appare un bersaglio dove vi è incollato un intero gioco di carte, dall'asso fino al dieci)
(Villefort entra, gli porge una lettera)
VILLEFORT Lord Wilmore
(Lord Wilmore legge)
LORD WILMORE Capisco signor Villefort, il signor procuratore sta facendo un indagine sul nostro Conte di Montecristo, giusto! Vi raccontarò tutto quello che so di questo signore….. è un maltese che…
VILLEFORT Vi ringrazio signore, tutto questo lo so già, ma più nello specifico sapete perché sia venuto in Francia?
LORD WILMORE Vuole speculare sulle ferrovie, e poi, essendo un valente chimico, ed un fisico non meno distinto, ha scoperto un nuovo telegrafo di cui cerca l'applicazione.
VILLEFORT Quanto spenderà circa ogni anno?
LORD WILMORE Oh, cinque o seicentomila franchi tutt'al più. Egli è avaro.
VILLEFORT mi è stato detto che voi lo diate, posso saperne il perché?
LORD WILMORE L'odio perché passando in Inghilterra, ha sedotto la moglie di uno dei miei amici.
VILLEFORT Ma se l'odiate, perché non cercate di vendicarvi di lui?
LORD WILMORE Oh, non dubitate, vado tutti i giorni al bersaglio, e prendo lezioni di tiro di precisione ogni due giorni!
(prende la mira contro il bersaglio con le carte da gioco e spara numerosi colpi)
25 LUIGI VAMPA
(ha in mano un libro, in spalla un fucile)
Sono Luigi Vampa, il brigante. Sono amico e serviore del Conte di Montecristo perché lui mi ha salvato dal patibolo un contadino a me molto caro, Peppino.
(mostra il libro)
A leggere m’insegnò un prete. Ma ero povero e allora da pastore mi feci brigante.
I commentari di Giulio Cesare. La notte che ho conosciuto il Conte era l’ultima di Carnevale. Non so se siate stati a Roma l’ultima sera di carnevale. Quarantamila lumi scintillano da piazza Venezia a piazza del Popolo. Il gioco è spegnere il moccolo dell’altro, non importa chi sia, il facchino attacca il principe, questi il trasteverino, il trasteverino il borghese. Poi d'improvviso, il suono della campana dà il segnale, e nel medesimo istante tutti i moccoli si spengono come per incanto. Come se un solo ed immenso colpo di vento li annientasse, portandosi via tutte le luci e tutte le grida. Così finisce il carnevale a Roma. E’ in quel preciso istante di buio totale che il Conte si è palesato al mio fianco e mi ha detto: “io so come salvare Peppino”. Non so se proprio parlò, o se io l’ho immaginato, o se quando l’ho veduto mi parve un uomo della provvidenza, fatto sta che è così che siamo entrati in affari.
26 DANGLARS E MONTECRISTO ALLA BORSA DI PARIGI
(Frastuono della borsa, Danglars guarda i cambi, soddisfatto)
MONTECRISTO Un banchiere ha molti soldi, perché in molti glieli affidano, perché lo fanno? Per farli fruttare.
(qualcosa cambia, Danglars è incredulo)
DANGLARS Com’è possibile?
MONTECRISTO E’ un dovere della sua banca che ciò accada, e allora costui si fa amico ad esempio del segretario del Ministro del Tesoro, che guarda caso è informato molto bene su alcune inclinazioni del Ministro e può giocare d’anticipo
DANGLARS La notizia era falsa?
MONTECRISTO Si sa che un pagamento di debito di stato sarà anticipato, che l’appalto per una ferrovia sarà accordato a una certa società, o che Don Carlo dovrebbe rientrare in Spagna…
DANGLARS E sopra questa falsa notizia ho perduto settecento mila franchi? Come? Eh? Come dite?
MONTECRISTO Ma immaginamo che ne so, che qualcuno, mettiamo un telegrafo impazzito abbia battuto la notizia sbagliata, tutto è possibile.
(il frastuono scresce)
DANGLARS Come? Eh? Non capisco!
MONTECRISTO (avvicinandosi a Danglars) Disponete di molti soldi, e giocarne una parte in borsa dovrebbe divertirvi…
DANGLARS (stordito) …Sono rovinato.
MONTECRISTO D’altra parte si dice proprio così: giocare
DANGLARS (quasi assente) Farò aprire un’inchiesta
MONTECRISTO Ascoltatemi e ditemi se sbaglio. Ho fatto delle riflessioni che mi hanno portato a dividere i ricchi in tre ordini. Il pirmo è quello che si compone di terre, miniere, rendite sui grandi Stati; il secondo ordine è composto dalle imprese, i vice-reami, i principati; il terzo dagli interessi composti dall'altrui volontà, dalle combinazioni della sorte, che un fallimento danneggia e una notizia telegrafica rovina, le banche, le speculazioni... non è quest’ultima la natura della vostra fortuna?
DANGLARS (lo guarda) Farò aprire un’inchiesta… (esce)
27 UN URLATORE e MONTECRISTO
URLATORE Giornali Della Sera! Edizione Straordinaria!! Il conte Morcerf coinvolto nel tradimento del suo benefattore greco! Tutti i dettagli nell’edizione straordinaria!!
MONTECRISTO (a parte) Ora il colpo è dato: è terribile, e rimbomberà fino ai confini d'Europa.
URLATORE Giornali Della Sera! Edizione Straordinaria!! Il conte Morcerf ha ucciso Alì Pascià, rubato la sua fortuna e venduto la sua bellissima figlia come schiava! I documenti originali in esclusiva! Tutti i dettagli nell’edizione straordinaria!!
(a Montecristo)
Una copia per lei signore?
MONTECRISTO Conosco bene questa storia. (esce)
URLATORE Ne siete sicuro signore? E’ una notizia appena arrivata!
28 MONTECRISTO
(è nel suo antro mollemente abbandonato)
Questa tazza d'argento dorata, l’ho portata dall’oriente. Non desta la vostra curiosità?
(la apre)
Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che Ebe serviva alla tavola di Giove. Gustaste di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'infinito, e passeggerete libero di cuore nei domini senza confine dell'ideale.
(Montecristo ne assapora da un cucchiaio da caffè, con gli occhi semichiusi e la testa rovesciata all'indietro)
Marco Polo racconta che in una vallata c'erano magnifici giardini isolati, piantati da HassenBenSabah, in questi faceva entrare i suoi eletti, e là faceva loro mangiare, disse, una certa erba che li trasportava nell'Eden, in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. Ora ciò che questi giovani felici prendevano per una realtà non era che un sogno, ma un così dolce, inebriante, un così voluttuoso sogno, che si vendevano interamente a colui che lo elargiva, e gli obbedivano ciecamente. Essi andavano a colpire in capo al mondo la vittima designata, morivano fra i tormenti della tortura senza lamentarsi, nella sola idea che quella morte che soffrivano non era che un passaggio a quella vita di delizie che l'erba misteriosa gli donava. Quell’erba, contenuta in questa coppa, è il meraviglioso hashish.…
29 FERNANDO e MONTECRISTO
(entra Fernando)
MONTECRISTO Cosa mi procura il piacere di vedere il signor Morcerf così di buon'ora?
FERNANDO Questa mattina, signore, avete avuto un duello con mio figlio?
MONTECRISTO Lo sapete?
FERNANDO So che mio figlio aveva buone ragioni per desiderare di uccidervi.
MONTECRISTO Infatti, signore, ma pur con queste buone ragioni, non mi ha ucciso, anzi non si è neppure battuto.
FERNANDO Tuttavia vi considerava la causa del disonore di suo padre, avendo voi risvegliato un passato tanto ben sepolto da poter essere dimenticato, e causando così la terribile rovina che in questo momento opprime la mia famiglia.
MONTECRISTO Viene il giorno in cui si ricorda, eccovene una prova.
FERNANDO Senza dubbio gli avrete fatto qualche scusa, e dato qualche spiegazione?
MONTECRISTO Nessuna spiegazione. E’ chiaro a vostro figlio che vi è un uomo più colpevole di me.
FERNANDO E chi è quest'uomo?
MONTECRISTO Voi.
FERNANDO E sia. (lancia la sfida) Difatti signore, sono venuto per dirvi che io vi considero mio nemico, vi odio per istinto, e mi sembra d'avervi sempre conosciuto, sempre odiato, e che in nome di questo sta a noi batterci... É questo pure il vostro parere, signore?
MONTECRISTO Precisamente.
FERNANDO Tanto meglio... I vostri preparativi sono fatti?
MONTECRISTO Lo sono sempre, signore.
FERNANDO Si cominci, allora, noi non abbiamo bisogno di testimoni.
(sfoderano le spade)
MONTECRISTO Infatti è inutile, ci conosciamo troppo bene!
FERNANDO Al contrario, noi non ci conosciamo affato.
MONTECRISTO Voi dite? (si battono) Non siete forse il soldato Fernando che disertò la vigilia della battaglia di Waterloo?... Non siete il sottotenente Fernando, che ha servito di guida e di spia all'armata francese in Spagna? Non siete il capitano Fernando, che ha tradito venduto, assassinato il suo benefettore Alì? E tutti questi Fernandi riuniti, non hanno formato il luogotenente conte Morcerf, Pari di Francia?
FERNANDO So bene, demonio, che hai penetrato nella notte del passato, e che hai letto, al chiarore di non so quale fiaccola, tutte le pagine della mia vita, io ti sono noto, lo so, ma io non conosco te, avventuriero coperto d'oro e di gemme! Tu ti sei fatto chiamare a Parigi conte di Montecristo, in Italia Sindbad il marinaio, a Malta altro ancora... Ma è il tuo vero nome che io ti domando, è il tuo vero nome ch'io voglio sapere, nell'istante in cui t'immergerò la spada nel cuore!
MONTECRISTO Avrei bisogno di dirtene uno solo per fulminarti! Ma questo nome tu l'indovini, non è vero? O piuttosto te lo ricordi? Un nome che devi aver sentito molte volte nei tuoi sogni dopo il tuo matrimonio con Mercedes… la mia fidanzata!
(Fernando colla testa rovesciata indietro, le mani tese, lo sguardo fisso, divora in silenzio quelle terribili parole)
FERNANDO Edmondo Dantès!
(il duello si estingue, Fernando è sconvolto, barcolla, la camicia aperta, si trascina scuotendo la testa, finisce per guardarsi ad una specchiera dove dall’altra parte, d’un tratto, appare Montecristo)
FERNANDO Il mio amico Edmondo Dantès! (sorride)
(Si guardano negli occhi, Fernando è di spalle)
(Montecristo sorride, poi all’improvviso Fernando fa un gesto veloce portando il braccio alla tempia, sentiamo il colpo di una pistola, crolla a terra, morto)
(Montecristo rimane impassibile)
30 MONTECRISTO
(E’ di nuovo nel labirinto. Parla in arabo, cinese, francese, inglese, spagnolo)
Riequilibrare il mondo. Questo è il fine. Compensare l’ingiustizia. Addio bontà, addio umanità, addio riconoscenza...addio a tutti quei sentimenti che inteneriscono il cuore. Perdonarli?! Perdonare vorrebbe dire soccombere.
(mette tutto a soqquadro, poi d’un tratto si calma)
Mio Dio, conservatemi la memoria. Oh, sì, ecco la sola preghiera dei miei ultimi tempi. Io non chiedevo la libertà, io chievo la memoria, e Dio, me l’ha conservata. Grazie, grazie…
(appare, scompare, come un battito)
Verrà il giorno del perdono, sono iniziati i giorni della vendetta.
31 DANGLARS e VAMPA
(in una cella)
DANGLARS Ho fame
VAMPA E vostra eccellenza vuol mangiare?
DANGLARS Se è possibile.
VAMPA Niente di più facile , qui si può procurare tutto ciò che desidera, pagando, beninteso, come si usa presso tutti gli onesti cristiani.
DANGLAR S'intende! Quantunque, in verità, le persone che rapiscono e che imprigionano, dovrebbero almeno nutrire i loro prigionieri.
VAMPA Ah, eccellenza qui non c'è questo uso.
DANGLAR É una cattiva abitudine tutta italiana. Su, fatemi portare da mangiare.
VAMPA Che cosa desiderate?
DANGLAR Un pollo.
VAMPA Un pollo per sua eccellenza! Eccolo, eccellenza! Scusi, eccellenza qui si paga prima di mangiare; si potrebbe non essere soddisfatti, uscendo...
DANGLAR Vediamo: ho sempre inteso parlare dei buon mercato della vita in Italia, un pollo non deve valere più di dodici soldi a Roma. Eccoti un luigi...
VAMPA Un luigi? Vostra eccellenza mi deve ancora soltanto quattromilanovecentonovantanove luigi.
DANGLAR Ah, il burlone! Davvero furbissimo.
VAMPA E no
DANGLAR Cosa, non scherzate?
VAMPA Noi non scherziamo mai, eccellenza
DANGLAR Come, centomila franchi per un pollo?
VAMPA Eccellenza, è impossibile poter credere quanta pena ci costi l'allevare un pollo in queste maledette grotte.
DANGLAR Adesso basta la cosa è assai comica, e divertente, ma siccome ho fame, lasciatemi mangiare. E andate al diavolo!
(Vampa porta via il pollo)
DANGLAR Orsù, signore, non mi fate languire, e ditemi ciò che si vuole da me.
VAMPA Ma eccellenza, dite piuttosto ciò che volete da noi.. Dateci i vostri ordini, e noi li eseguiremo
DANGLAR Voglio perdinci, voglio mangiare!
VAMPA Che cosa desidera mangiare, vostra eccellenza?
DANGLAR Un tozzo di pane secco, poiché i polli sono di un prezzo esorbitante in questa maledetta prigione.
VAMPA Pane sia. Olà, pane! Eccolo!
DANGLAR Quanto costa?
VAMPA Quattromilanovecentonovantotto luigi. Ci sono già due luigi pagati in antecedenza.
DANGLAR Come, un pane centomila franchi?
VAMPA Centomila franchi Noi serviamo a prezzo fisso. Si mangi poco, o molto, si chiamino dieci piatti o uno solo, è sempre la stessa cifra.
DANGLAR Ecco un altro scherzo! Ditemi piuttosto che volete che io muoia di fame, e tutto sarà finito.
VAMPA Ma no, eccellenza. Voi avete cinque milioni e cinquantamila franchi, eccellenza. Bastano per cinquanta polli a centomila franchi, e un mezzo pollo a cinquantamila.
(Danglars gli firma un assegno)
VAMPA A voi, il vostro pollo.
DANGLARS E’ molto magro per una così grossa somma.
(Danglars mangia)
32 VILLEFORT e BENEDETTO
VILLEFORT Accusato, il vostro nome e il vostro cognome?
BENEDETTO (è un giovane che per tutto l’interrogatorio avrà un tono gentile) Perdonatemi, questo è un ordine di domande nel quale non posso seguirvi.
VILLEFORT La vostra età?
BENEDETTO Ho ventun'anni, essendo nato nella notte fra il ventisette e il ventotto settembre milleottocentodiciassette.
VILLEFORT Dove siete nato?
BENEDETTO Ad Auteuil, vicino a Parigi
VILLEFORT La vostra professione?
BENEDETTO Prima ho fatto il falsario, in seguito sono passato a fare il ladro, e recentemente mi sono fatto assassino.
(A Villefort manca il respiro e si guarda intorno)
Cercate qualche cosa, signor procuratore?
VILLEFORT É forse adesso, accusato, che acconsentite a dire il vostro nome?
BENEDETTO Non posso dirvi il mio nome, perché non lo so, ma so quello di mio padre, e posso dirvelo.
VILLEFORT Allora dite il nome di vostro padre.
(Pausa di assoluto silenzio)
BENEDETTO Mio padre è un regio procuratore
VILLEFORT Regio procuratore? Regio procuratore!
BENEDETTO Sì, e poiché volete sapere il suo nome, ve lo dirò: si chiama Villefort!
VILLEFROT (con tono convulso, vedendo la scena) L'esplosione così lungamente trattenuta dal rispetto che si porta alla giustizia, scoppiò come un tuono dal fondo di tutti i petti; la Corte stessa non pensò a reprimere quel moto della moltitudine.
BENEDETTO (vedendo la scena) Le imprecazioni, le ingiurie scagliate contro l’accusato che rimaneva impassibile, i gesti energici, il movimento dei gendarmi, tutto ciò durò cinque minuti, prima che i magistrati fossero riusciti a ristabilire il silenzio.
VILLEFORT (prevalendo) Vi prendete gioco della giustizia, accusato?
BENEDETTO Signore,mi domandate quanti anni ho, lo dico; dove sono nato, rispondo; ma il mio nome non posso dirlo, poiché i miei genitori mi hanno abbandonato. Posso dire il nome di mio padre: ora, lo ripeto, mio padre si chiama signor Villefort, e sono pronto a provarlo.
VILLEFORT (vedendo la scena) Gli sguardi si volsero un momento sul procuratore, che conservava, nel suo posto, la immobilità di un uomo che il fulmine abbia mutato in cadavere.
BENEDETTO Signori, io vi devo la prova e la spiegazione delle mie parole.
VILLEFORT Ma, nell'istruttoria voi avete dichiarato di chiamarvi Benedetto, avete detto di essere orfano, e indicato la Corsica per vostra patria!
BENEDETTO Nell'istruttoria ho detto ciò che mi conveniva di dire. Ora vi ripeto che sono nato ad Auteuil, e che sono figlio del signor regio procuratore Villefort. Volete alcuni particolari? Mio padre mi raccolse nelle sue braccia dicendo a mia madre che ero morto, mi portò entro una cassetta in giardino, ove mi seppellì vivo. Nel giorno in cui mio padre mi aveva sepolto, si era introdotto, quella notte stessa, un uomo che lo odiava mortalmente, e che da lungo tempo voleva vendicare un antico torto. L'uomo si era nascosto dietro un albero; egli vide mio padre nascondere un involto sotto terra, credendo che questo involto nascondesse qualche tesoro, lo dissotterrò e mi ritrovò ancora vivo, mi reclamò come suo figlio e mi portò con sé. Ecco in che modo, fui allevato in Corsica. Dal giorno in cui nacqui il mio destino fu fatale e doloroso.
VILLEFORT (e’ visibilmente scosso, riflette a lungo) Chi ti ha portato a Parigi? Chi ti ha protato fino a me?
BENEDETTO Un amico comune…
VILLEFORT Accusato, ricordate che questo tessuto d'orrori ha bisogno di essere sostenuto con le prove più certe.
BENEDETTO Le prove? Volete le prove?
VILLEFORT Sì!
BENEDETTO Mi domandi prove, padre mio, vuoi che te le dia? Ebbene, guardami.
(avanza verso di lui)
VILLEFORT No, no... no, è inutile. Signori, io sono, lo riconosco, colpito dalla mano d'un Dio vendicatore, ed è vero non occorrono prove: tutto ciò che ha detto questo giovane, è vero.
33 VILLEFORT e MONTECRISTO
(Benedetto diventa Montecristo)
(Villefort si toglie la toga, continua a rivolgersi a Benedetto che non c’è più)
VILLEFORT Oh, quanto t'ho cercato! Quante volte t'ho chiamato, nelle mie lunghe notti senza sonno, quante volte ho desiderato una ricchezza da re, per acquistare un milione di segreti da un milione d'uomini, e per trovare il mio segreto nel loro! Finalmente un giorno che per la centesima volta riprendevo la zappa, domandando a me stesso per la centesima volta ciò che quel corso avesse potuto fare del bambino, pensai che un neonato impaccia un fuggitivo, che, forse, accorgendosi che era ancora vivo lo aveva gettato nel fiume. Mi convinsi che eri morto!
MONTECRISTO Dovevate cercare meglio e più lontano, signor procuratore
(Villefort mima il gesto di scavare con una pala)
VILLEFORT Questa voce! questa voce! Dove mai l'ho sentita?
(continua a scavare)
MONTECRISTO L'avete sentita a Marsiglia, ventotto anni fa.
VILLEFORT Mio Dio, voi siete quel nemico nascosto, implacabile, mortale che mi da ora questa tortura!... Io senza dubbio ho commesso un delitto contro di voi a Marsiglia...
MONTECRISTO Sì, è così, avete memoria.
VILLEFORT Ma che cosa vi ho dunque fatto? Dite! parlate!
(continua a scavare)
MONTECRISTO Voi mi avete condannato ad una morte lenta, mi avete tolto l'amore con la libertà, e la felicità con l'amore !
(Villefort si sposta e continua a scavare)
Io sono Edmondo Dantès!
VILLEFORT Tu sei Edmondo Dantès!
(torna a cercare)
Qui non c'è, e nemmeno qui! Dove l'hanno messo?
(scavava un poco più lontano)(poi a Montecristo)
Mi ricordo di voi, festeggiavamo entrambe il nostro fidanzamento quando vi arrestarono. Fui colpito da questa coincidenza; e quella voce vostra commossa, eravate come me sorpreso in mezzo alla felicità! Ma io volevo lasciarvi andare. “In tal modo io sono libero, signore?” Mi avete chiesto. Eravate al colmo della gioia. Giovane, pieno di speranze. “Sì, soltanto datemi quella lettera.” Vi ho chiesto. E così mi avete dato quella lettera sigillata di cui voi evidentemente non sapevate nulla. Ma, capite Dantès? La disgrazia volle che era indirizzata proprio a mio padre. Al signor Noirtier, rue Héron a Parigi. Ah, padre mio, padre mio, sarete voi dunque sempre un ostacolo alla mia felicità in questo mondo e dovrò io lottare eternamente col vostro passato ribelle?
(pausa)(riprende a scavare)
Una volta ho rabbrividito all'idea di voi, nell'oscurità e nel silenzio, che mi maledicevate! Ma ero troppo compromesso per potere tornare indietro. Troppo compromesso. La mia reputazione. La mia credibilità. Il mio ruolo nella società. Capite?
(pausa)
Mi dispiace.
(sorride)(continua a scavare)
Oh, lo ritroverò, non potete dirmi che non c'è più, io lo ritroverò, dovessi cercarlo fino al giorno del giudizio!
(Montecristo guarda a lungo Villefort scavare)
(Villefort andrà lentamente al buio, mentre Montecristo riflette a voce alta)
MONTECRISTO Esamino il passato, esamino il presente, cerco d'indovinare l'avvenire, e vedo che ho ragione di credermi uno strumento del Destino; la prima parte della mia vita ha visto i più spaventosi infortuni, le più crudeli sofferenze, l'abbandono di tutti quelli che mi amavano, la persecuzione di coloro che non mi conoscevano; poi, d'un tratto, la libertà, la ricchezza così enorme, così fatidica. Da quel momento questa ricchezza mi è sembrata un sacerdozio, da allora, non più un pensiero in me per questa vita, mi sono sentito come nube di fuoco spinta dal ciclo per bruciare le città maledette. Mi sono fatto vendicativo, cattivo, impassibile come la sorda e cieca fatalità. Allora mi sono buttato sulla via che mi era aperta, ho oltrepassato lo spazio, ho toccato la meta: guai a coloro che ho incontrato sul mio cammino!
34 DANGLARS e VAMPA
(in una cella)
DANGLARS Da bere datemi una bottiglia di quello che costa meno.
VAMPA Costa tutto lo stesso prezzo.
DANGLARS E qual prezzo?
VAMPA Venticinquemila franchi la bottiglia.
DANGLARS Ho capito. Che cosa desiderate per il mio riscatto? Parlate.
VAMPA Semplicemente i cinque milioni che portate indosso.
DANGLARS Non scherziamo, se me li togliete, tant'è che mi togliate anche la vita. Orsù, volete un milione?
VAMPA No.
DANGLARS Due milioni?
VAMPA No.
DANGLARS Tre milioni?... Quattro... vediamo, quattro?
VAMPA Perché mi offrite quattro milioni di ciò che ne vale cinque? É usura, signor banchiere, ed io non me ne intendo.
DANGLARS Siete un bandito!
VAMPA Sì, ma a differenza di voi non ho mai nascosto di esserlo.
DANGLARS (disperato) Quindi quando avrò finito i soldi che sarà di me? Morirò di fame? Volete farmi morire di fame?!
VAMPA Sì
DANGLARS Sì? (piange) Morire di fame è terribile, terribile… morirò di fame.. uccidetemi piuttosto, sparatemi, ma di fame no.. no…
VAMPA Non morirete…
DANGLARS Voi continuate a scherzare, ma io non ho più voglia di scherzare, tenete i soldi, tente tutto e uccidetemi ora, vi prego!
VAMPA Non morirete, se vi pentirete!
DANGLARS E di che debbo pentirmi?
VAMPA Di tutto il male che avete fatto
DANGLARS (consolandosi) Oh, sì, sì, sì mi pento! (con sincerità) Mi pento!
(pausa)
35 DANGLARS e MONTECRISTO
MONTECRISTO Allora vi perdono.
DANGLARS Il conte di Montecristo!
MONTECRISTO Sbagliate, non sono il conte di Montecristo.
(Danglars non capisce)
Sono quello che avete venduto, denunziato, disonorato; sono quello di cui avete prostituita la fidanzata; sono quello che avete calpestato per formare la vostra fortuna... Vi avevo condannato a morire di fame, e invece vi perdono, perché io pure, ora, ho bisogno di perdono….
(Danglars si alza, sta capendo)
… sono Edmondo Dantès!
(pausa)
36 MONTECRISTO ed EDMOND DANTES
(ora sono entrambe Montecristo)
DANTES Giunto al sommo della sua vendetta per il lento e tortuoso declivio che aveva seguito, vide l'abisso del dubbio.
MONTECRISTO Un uomo dell'indole del conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro una apparente originalità, ma che uccide le anime elevate. Il conte diceva a se stesso che per essere giunto quasi a biasimarsi, bisognava che si fosse sbagliato nei suoi calcoli.
DANTES Si diceva: “Io guardo male il passato e non posso essermi in tal modo sbagliato Lo scopo che mi ero proposto sarebbe forse insensato? Avrei percorso una falsa strada per dieci anni? “
MONTECRISTO Mano mano che ci si allontana, il passato, simile al paesaggio attraverso cui si passa, si cancella dalla memoria. Accade come a coloro che si sono feriti in sogno: guardano e sentono la loro ferita, e non si ricordano di averla ricevuta.
DANTES Orsù dunque, uomo rigenerato, ricco, stravagante, dormiente, risvegliati! Visionario possente, milionario invincibile, riprendi per un istante questa prospettiva funesta della tua vita miserabile ed affamata, ripassa per il sentiero in cui ti ha spinto la tua stella, in cui ti ha ricevuto la disperazione!
MONTECRISTO Troppi diamanti, troppo oro, troppa felicità, irradiano oggi sul cristallo di questo specchio da cui Montecristo guarda Dantès..
DANTES Nascondi questi diamanti, imbratta quest'oro, cancella questi raggi..
MONTECRISTO Ricco, ritorna povero, libero ritorna prigioniero, resuscitato, ritorna cadavere.
DANTES Quando si è attraversati da un unico costante desiderio per anni, è semplice dargli seguito, ci si addomestica a renderne possibile il compimento, senza più protestare, senza sentirne gli sforzi.
MONTECRISTO Il mio desiderio però non era spinto da nessun sentimento, perché la vendetta non è un sentimento, caso mai ne rappresenta la fredda ampolla, il vuoto che si crea quando le emozioni vanno tutte in odio così puro da sembrare nobile.
DANTES Ma il perdono è possibile!
MONTECRISTO E’ possibile…
DANTES Un uomo che, simile a Satana, per un momento si è creduto simile a Dio ora si spoglia di ogni sua ricchezza
MONTECRISTO La darà in beneficienza, ai poveri, alle vedove
DANTES Ai prigionieri, mai dimenticarsi dei prigionieri.
MONTECRISTO … mai dimenticarsi dei prigionieri.
DANTES Non vi è né felicità né infelicità in questo mondo
MONTECRISTO E’ soltanto il paragone di uno stato ad un altro, ecco tutto.
DANTES Vivete dunque
MONTECRISTO E siate felici
DANTES Perché tutta l'umana saggezza è in queste due parole
MONTECRISTO Aspettare e sperare.
DANTES Aspettare e sperare.
MONTECRISTO Vostro amico Edmondo Dantès
DANTES Conte di Montecristo.
(Si avviano alle quinte opposte con i passi cadenzati di un duello)
(poco prima di uscire si voltano l’uno verso l’altro)
(Buio)
(fine)