Monty Python’s Flying Circus

Stampa questo copione

Monty Python's Flying Circus

Monty Python’s Flying Circus

di Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin, Marty Feldman.

Traduzione di Gregorio Grasselli e Giovanni Folena

Note

Chi sono i Monty Python Il gruppo detto dei "Monty Python" è autore ed interprete del “Monty Python’s Flying Circus”, un programma televisivo andato in onda per 45 episodi sulla BBC tra il 1969 e 1974, e di diversi film tra cui "Il senso della vita" e "Brian di Nazareth". Il loro umorismo è diventato leggendario, alcune citazioni si protraggono ancora oggi, per esempio l’Inquisizione Spagnola in "Sliding doors", oppure alcuni termini sono entrati nel gergo moderno, tipo lo Spam che da impasto di prosciutto e maiale inscatolato è passato ad indicare qualcosa che si infila dappertutto, come la posta elettronica indesiderata.

Il testo e gli attori Questa traduzione è stata fatta tenendo sott’occhio i filmati originali, cosa che ha reso evidente ciò che è già ovvio: il testo è solo un pretesto, la forza comica non esce dalle battute in sé ma dalla caratterizzazione degli attori e dalla loro reazione alle situazioni createsi. Alcune caratterizzazioni coinvolgono anche il testo (vedi il cliente del "Negozio di formaggi" o l’agente dell’"Irruzione"), altre ne sono rimaste fuori e sarà compito dell’attore ricrearle a sua discrezione.

Traduzione e riduzione I pezzi sono stati scelti in base alla fattibilità teatrale (assenza di effetti ed ambienti cinematografici) e, inevitabilmente, ai gusti personali, e sono stati ordinati secondo alcuni criteri. L'ambientazione teatrale ha forzato alcuni adattamenti: l'attore parla al pubblico e non alla telecamera ecc. ecc. Alcune scene sono state “italianizzate” per renderne più immediato il senso. Per un confronto potete comunque recuperare i testi originali da Internet.

La messa in scena La traduzione è stata fatta nell’arco di alcuni anni per mettere in scena due spettacoli diversi, quindi c’è materiale per oltre cinque ore di spettacolo. Il regista potrà comodamente scegliere le scene che preferisce e montarle insieme. Si noti la frequente mancanza della “battuta finale”: nell’originale, il passaggio da una scena all’altra non segue nessuna regola logica o formale: un personaggio può uscire da una ed entrare nell’altra, oppure salta fuori un presentatore che annuncia "qualcosa di completamente diverso", o una scena è contenuta nell’altra e così via. Frequenti sono interviste a persone della strada su quanto appena visto, come le seguenti:

SCOZZESE: Be’, è, ehm, molto interessante, perché, ehm, io sono, in effetti, fatto completamente di legno.

BORGHESE: Bene penso che dovrebbero attaccare le classi inferiori, mm, prima con bombe, e razzi che distruggano le loro case, e poi quando corrono indifesi per le strade, mm, falciarli con le mitragliatrici. Mm, e poi naturalmente liberare gli avvoltoi. So che queste idee non sono popolari, ma io non ho mai aspirato alla popolarità.

BOY SCOUT: (accanto a un Capo Scout) Penso che ci dovrebbe essere più pregiudizio razziale. (riceve uno schiaffo dal Capo Scout)

CAPO SCOUT: Meno.

BOY SCOUT: Meno pregiudizio razziale.

Luce diretta su angolo in cui sta un uomo che proclama:

La prossima scena comincerà dopo una serie di suoni stupidi.

Buio, suoni stupidi. Scena successiva

Inoltre vengono usate le celeberrime animazioni di Terry Gilliam, che sono quasi completamente senza senso (un esempio? Un omino rattrappito come un vermiciattolo striscia tra le foglie, e va a dormire nel buco di un albero come fosse uno squallido appartamento. La mattina dopo dal giaciglio esce uno sfolgorante cantante pop con le ali di farfalla). Tutto ciò naturalmente ha una benefica funzione di pausa nel fiume di parole, quindi il regista è invitato ad organizzare libere improvvisazioni tra gli attori, i cui risultati utilizzare come intermezzi.


INDICE

Note................................................................................................................................................. 1

1.       Fine del Film...................................................................................................................... 4

2.       Questa è l’arte.................................................................................................................... 4

3.       Rana croccante.................................................................................................................. 5

4.       L’inquisizione spagnola.................................................................................................. 5

5.       Colloquio di lavoro.......................................................................................................... 6

6.       Stazione di polizia (vocine)............................................................................................. 7

7.       L'uomo che finisce le frasi degli altri.......................................................................... 8

8.       Irruzione............................................................................................................................. 9

9.       Io dottore............................................................................................................................. 9

10.     Il negozio di formaggi................................................................................................... 10

11.     Comprare un letto.......................................................................................................... 11

12.     Un uomo con un registratore nel naso....................................................................... 13

13.     Le foto di zio Ted............................................................................................................ 13

14.     Il contrabbandiere.......................................................................................................... 14

15.     Scena del farmacista...................................................................................................... 14

16.     Clinica della discussione............................................................................................... 15

17.     Il ministero del portamento idiota............................................................................. 17

18.     Déjà Vu.............................................................................................................................. 17

19.     Tribunale (sciarade)...................................................................................................... 18

20.     Spam.................................................................................................................................. 19

21.     Visitatori / Il signor Hilter........................................................................................... 19

22.     Quattro signori................................................................................................................ 21

23.     Sketch dell'aereoplano.................................................................................................. 21

24.     Gorilla bibliotecario...................................................................................................... 22

25.     Libreria............................................................................................................................. 23

26.     Spago................................................................................................................................. 25

27.     Nascita............................................................................................................................... 25

28.     Grulli................................................................................................................................. 27

29.     Coccodrillo....................................................................................................................... 27

30.     Gentile e scortese............................................................................................................ 28

31.     Presentatore..................................................................................................................... 28

32.     Legnata in testa............................................................................................................... 28

33.     Barbiere omicida............................................................................................................ 29

34.     Gesti................................................................................................................................... 30

35.     Premio scolastico............................................................................................................ 31

36.     Bruno Schiffo.................................................................................................................. 31

37.     Alla Agatha Christie...................................................................................................... 32

38.     Metà dello spettacolo..................................................................................................... 33

39.     Naufraghi......................................................................................................................... 33

40.     Rapina non illegale........................................................................................................ 34

41.     Caduta uomini................................................................................................................. 35

42.     Omicidio........................................................................................................................... 35

43.     Uomini strani................................................................................................................... 36

44.     Negozio di animali......................................................................................................... 37

45.     C’è....................................................................................................................................... 37

46.     Infermiera pugnalatrice............................................................................................... 38

47.     Matrimonio...................................................................................................................... 38

48.     Dopobarba........................................................................................................................ 39

49.     Cucciolotto....................................................................................................................... 40

50.     Processo............................................................................................................................ 41

51.     Letame............................................................................................................................... 42

52.     Incidenti............................................................................................................................ 43

53.     Stanza da letto................................................................................................................. 44

54.     L’acume dei programmisti TV................................................................................... 45

55.     Contrario.......................................................................................................................... 46

56.     Bomba............................................................................................................................... 46

57.     Intermezzi: come riconoscere le parti del corpo.................................................... 47

58.     Dottore............................................................................................................................... 47

59.     Agente bancario.............................................................................................................. 47

60.     Regina Maria................................................................................................................... 48

61.     Licenza per pesci............................................................................................................ 48

62.     Caffè Conquistador........................................................................................................ 50


1.Fine del Film

Presentatrice

Brigitte (valletta)

PRESENTATRICE: Bene, siamo arrivati alla fine dello spettacolo. E ora, ecco il senso della vita. (la valletta porta una busta) Grazie, Brigitte. (Legge) Be’, non è niente di speciale: mm, cerca di essere gentile con gli altri, non mangiare grassi, leggi un buon libro ogni tanto, fai delle camminate, e cerca di vivere in pace ed armonia con gente di ogni credo e nazione... E ora, per finire alcune immagini completamente gratuite di peni per disturbare la censura e, si spera, innescare qualche sorta di discussione, il che sembra essere l’unico modo al giorno d’oggi per far alzare il culo alla gente incollata alla TV e farla venire in teatro. I programmi TV fanno schifo. Tutto quello che vogliono è immondizia: gente che si fa cose l’un l’altro con seghe a nastro durante un pigiama party, babysitter pugnalate con ferri da calza da candidati presidenziali gay, gruppi di vigilantes che strangolano polli, bande armate di critici teatrali che sterminano capre mutanti... Cosa c’è di divertente a teatro? Oh, be’, eccoci qui. Buonanotte.

2.Questa è l’arte

Figgis (presentatore)

Karl (vecchio decrepito)

Intervistatore

Personaggi svariati

FIGGIS: Beethoven, Mozart, Chopin, Liszt, Brahms, mutandine... Scusate! Schumann, Schubert, Mendelssohn e Bach. Nomi che vivranno per sempre. Ma c’è un compositore il cui nome non è mai incluso con i grandi. Come mai il mondo non ha mai ricordato il nome di Johann Gambolputty de von Ausfern -schplenden -schlitter -crasscrenbon -fried -digger -dangel -dungel -burstein -von -knacker -thrasher -apple -banger -horowitz -ticolensic -grander -knotty -spelltinkle -grandlich -grumblemeyer -spelterwasser -kürstlich -himbleeisen -bahnwagen -gutenabend -bitte -eine -nürnburger -bratwustle -gerspurten -mit -zweimache -luber -hundsfut -gumberaber -shönendanker -kalbsfleisch -mittler -raucher von Hautkopft da Ulm? Per rendere giustizia a questo uomo, secondo molti il più grande nome nella musica barocca tedesca, presentiamo un profilo di Johann Gambolputty de von Ausfern -schplenden -schlitter -crasscrenbon -fried -digger -dangel -dungel -burstein -von -knacker -thrasher -apple -banger -horowitz -ticolensic -grander -knotty -spelltinkle -grandlich -grumblemeyer -spelterwasser -kürstlich -himbleeisen -bahnwagen -gutenabend -bitte -eine -nürnburger -bratwustle -gerspurten -mit -zweimache -luber -hundsfut -gumberaber -shönendanker -kalbsfleisch -mittler -raucher von Hautkopft da Ulm. Cominciamo con un’intervista al suo unico parente in vita: Karl Gambolputty de von Ausfern... (continua mentre la scena passa ad un vecchietto in carrozzella, che ha di fronte un intervistatore che annuisce con interesse)

KARL: Oh ja. Quando incontrai per prima volta Johann Gambolputty de von Ausfern -schplenden -schlitter -crasscrenbon -fried -digger -dangel -dungel -burstein -von -knacker -thrasher -apple -banger -horowitz -ticolensic -grander -knotty -spelltinkle -grandlich -grumblemeyer -spelterwasser -kürstlich -himbleeisen -bahnwagen -gutenabend -bitte -eine -nürnburger -bratwustle -gerspurten -mit -zweimache -luber -hundsfut -gumberaber -shönendanker -kalbsfleisch -mittler -raucher von Hautkopft da Ulm, era con sua moglie, Sarah Gambolputty de von Ausfern...

INTERVISTATORE: Sì, se posso interromperla, Herr Gambolputty de von Ausfern -schplenden -schlitter -crasscrenbon -fried -digger -dangel -dungel -burstein -von -knacker -thrasher -apple -banger -horowitz -ticolensic -grander -knotty -spelltinkle -grandlich -grumblemeyer -spelterwasser -kürstlich -himbleeisen -bahnwagen -gutenabend -bitte -eine -nürnburger -bratwustle -gerspurten -mit -zweimache -luber -hundsfut -gumberaber -shönendanker -kalbsfleisch -mittler -raucher von Hautkopft da Ulm, e chiederle velocemente se c’è qualcosa di particolare che ricorda di Johann Gambolputty (il vecchio comincia visibilmente a sentirsi male, l’intervistatore comincia a preoccuparsi) de von Ausfern -schplenden -schlitter -crasscrenbon -fried -digger -dangel -dungel -burstein -von -knacker -thrasher -apple -banger -horowitz -ticolensic -grander -knotty -spelltinkle -grandlich -grumblemeyer -spelterwasser -kürstlich -himbleeisen -bahnwagen -gutenabend -bitte -eine -nürnburger -bratwustle -gerspurten -mit -zweimache -luber -hundsfut -gumberaber -shönendanker -kalbsfleisch -mittler -raucher von Hautkopft da Ulm. (nessuna risposta. Scuote il vecchio uomo, poi si alza ad ascoltargli il cuore. Realizzato che il suo intervistato è morto, lo copre con la giacca)

FIGGIS: Un tributo a Johann Gambolputty... (da qui interventi dei più disparati personaggi e oggetti)

Viking:... de von Ausfern-schplenden-schlitter...

Man:... crasscrenbon-fried-digger-dingle-dangle-dongle...

Knight in Armour:... dungle-burstein-von-knacker-thrasher...

Mona Lisa:... apple-banger-horowitz-ticolensic...

Lon Chaney:....grander-knotty-spelltinkle...

Policeman:... grandlich...

Pig:... grumblemeyer...

Policeman:... spelterwasser...

Boar:... kurstlich-himbleeisen...

Botticelli Lover:...bahnwagen-gutenabend ...

Medieval Couple: ... bitte-ein-nürmburger...

Family Group:... bratwurstle...

Doctor:... gerspurten...

Bishop & Saint:... mit-zweimache-luber-hundsfut...

Two Dancers:... gumberaber-schönendanker...

Three Naked Ladies:... kalbsfieisch...

Cricket Team:... mittler-aucher...

Policemen:... von Hautkopf...

FIGGIS:... da Ulm. (Buio)

3.Rana croccante

Milton (imprenditore)

Pralina (ispettore di polizia)

Parrot (poliziotto)

PRALINA: (Entra seguito dall’agente Parrot e si dirige alla scrivania) Buonasera. Signor Milton? Lei è proprietario unico della Whizzo Chocolate?

MILTON: (fiero) Sì.

PRALINA: L’agente Parrot ed io siamo del Nucleo Antisofisticazioni. Vorremmo parlare con lei della vostra scatola di cioccolatini identificata come I Whizzo Assortiti.

MILTON: Ah sì.

PRALINA: (tirando fuori una scatola di cioccolatini) Parto dall’inizio. La Cherry Fondue. È estremamente cattiva, ma non possiamo perseguirvi per questo.

MILTON: D’accordo.

PRALINA: Poi abbiamo la numero quattro, "Rana Croccante".

MILTON: Ah sì.

PRALINA: Ho ragione nel credere che c’è una vera rana qui dentro?

MILTON: Sì. Una piccola.

PRALINA: Che tipo di rana?

MILTON: Una rana morta.

PRALINA: È cotta?

MILTON: No.

PRALINA: Come, una rana cruda? (l’agente Parrot sembra sempre più nauseato)

MILTON: Usiamo solo le migliori rane giovani, colte nella rugiada e importate dall’Iraq, pulite nella più fine acqua di fonte, uccise con leggerezza e sigillate in una succulenta copertura di cioccolato svizzero al latte tripla crema quintupla dolcezza e amorevolmente glassate.

PRALINA: Sì, ma è sempre una rana.

MILTON: E cos’altro?

PRALINA: E non togliete neanche gli ossi?

MILTON: Se togliessimo gli ossi non sarebbe croccante, no?

PRALINA: L’agente Parrot ha mangiato una di queste.

PARROT: Scusatemi un istante. (esce di corsa)

MILTON: C’è scritto chiaramente "Rana croccante".

PRALINA: Be’, lui pensava che fosse un ricciolo di mandorla. La gente non si aspetta che ci sia una rana qua dentro. È portata a credere che sia una rana finta.

MILTON: (offeso) Rana finta? Noi non usiamo conservanti artificiali ne’ addittivi di alcun tipo!

PRALINA: Ad ogni modo, devo avvertirla che in futuro dovrà togliere le parole "Rana croccante" e sostituirle con la scritta "Vera rana morta non disossata cruda croccante", se vuole evitare l’incriminazione.

MILTON: Ma le nostre vendite?

PRALINA: Non mi interessano le sue vendite, io devo proteggere il pubblico. Adesso che mi dice di questa. (l’agente entra) Era il numero cinque, vero? (l’agente annuisce) Numero cinque, Coppetta Vescica di Montone. (l’agente esce di corsa) Di che cosa è fatta?

MILTON: Usiamo i pezzi più succosi di vescica fresca di montone della Cornovaglia, svuotata, stufata, aromatizzata con semi di sesamo, tuffata nel fondente e guarnita con vomito di allodola.

PRALINA: Vomito di allodola?

MILTON: Esatto.

PRALINA: Be’, qua non ne dice niente.

MILTON: Oh sì, sul fondo della scatola. Dopo ‘Glutamato di sodio’.

PRALINA: (controllando) Be’, non penso proprio che sia sufficiente. Penso che sarebbe più appropriata una grossa etichetta rossa che segnali "Attenzione: vomito di allodola".

MILTON: Le nostre vendite precipiterebbero!

PRALINA: Be’, perché non vi muovete verso produzioni dolciarie più tradizionali, come praline o crema di limone, un sapore molto popolare mi sembra. (l’agente entra) Voglio dire, guardate questo, "Grappolo di Bacherozzi", (l’agente esce) "Increspatura Ebola". Cos’è questo, "Sorpresa a molla"?

MILTON: Ah, questa, è la nostra specialità, ricoperta con la più scura crema di cioccolato. Quando la si mette in bocca, dardi d’acciaio sprizzano fuori e si conficcano nelle guance.

PRALINA: Be’, e dov’è il piacere in questo? Se la gente si mette un cioccolatino in bocca, non vuole avere le guance bucate. In ogni caso questa è una descrizione inadeguata del dolciume. Dovrò chiedervi di accompagnarci alla centrale.

MILTON: (alzandosi) È un poliziotto corretto.

PRALINA: Non parli al pubblico.

MILTON: Scusi.

PARROT: (entra mentre gli altri escono, e si rivolge al pubblico) Se solo la gente facesse più attenzione nell’acquistare i dolci, si ridurrebbero le ore di lavoro perse nella nazione e si passerebbe meno tempo con lo stomaco in rimescolamento a sedersi nei gabinetti pubblici.

4.L’inquisizione spagnola

Uomo (lavoratore proletario)

Donna (casalinga)

Ximinez (cardinale capo dell’Inquisizione)

Biggles (cardinale esecutore)

Fang (cardinale esecutore)

UOMO: Problemi al mulino.

DONNA: Oh no, che tipo di problemi?

UOMO: Raggioincroce traverso sul pedale.

DONNA: Come?

UOMO: Raggioincroce traverso sul pedale.

DONNA: Non capisco cosa dici.

UOMO: (irritato e con voce esageratamente chiara) Uno dei raggi in croce è andato di traverso sul pedale.

DONNA: Be’ ma cosa significa?

UOMO: Io non lo so, il signor Wentworth mi ha detto di entrare qui e dire che c’erano problemi al mulino, è tutto. Non mi aspettavo un’Inquisizione Spagnola. (ACCORDO DRAMMATICO – La porta si spalanca ed entra il Cardinale Ximinez, affiancato da due apprendisti cardinali. Il Cardinale Biggles ha un guanto infilato sulla testa. Il Cardinale Fang è giusto il Cardinale Fang)

XIMINEZ: NESSUNO si aspetta l’Inquisizione Spagnola! La nostra arma principale è la sorpresa, sorpresa e paura, paura e sorpresa... Le nostre due armi sono paura e sorpresa, e una spietata efficienza. Le nostre TRE armi sono paura, sorpresa, e spietata efficienza. E una devozione quasi fanatica verso il Papa. Le nostre QUATTRO, no... TRA le nostre armi, nel nostro arsenale, ci sono elementi come paura, sorpresa... Rifaccio l’entrata. (escono)

UOMO: Non mi aspettavo un’Inquisizione Spagnola. (ACCORDO DRAMMATICO – I cardinali entrano)

XIMINEZ: NESSUNO si aspetta l’Inquisizione Spagnola! Nel nostro arsenale troviamo elementi diversi quali: paura, sorpresa, spietata efficienza, una devozione quasi fanatica verso il Papa, e graziose uniformi rosse – oh cavolo! (al Cardinale Biggles) Io non ce la faccio, dovrà dirlo lei.

BIGGLES: Cosa?

XIMINEZ: Dovrà dire il pezzo de "Le nostre armi principali sono..."

BIGGLES: (terrorizzato) Ma non potrei mai... (Ximinez spinge di nuovo fuori i cardinali)

UOMO: Non mi aspettavo un’Inquisizione Spagnola. (ACCORDO DRAMMATICO – I cardinali entrano)

BIGGLES: Ehm... Nessuno... mm...

XIMINEZ: Si aspetta...

BIGGLES: Si aspetta... Nessuno si aspetta la... mm... l’Inquisizione... mm...

XIMINEZ: Spagnola.

BIGGLES: Lo so, lo so! Nessuno si aspetta l’Inquisizione Spagnola. Infatti, chi se l’aspetta -

XIMINEZ: Le nostre armi principali sono...

BIGGLES: Le nostre armi principali sono... mm... ehm...

XIMINEZ: Sorpresa...

BIGGLES: Sorpresa e -

XIMINEZ: Okay, basta, basta. Basta così. Basta. Uff! Oh... le nostre armi principali sono sorpresa, bla bla bla. Cardinale, leggete le accuse.

FANG: Siete con la presente accusati di avere in date diverse commesso eresia contro la Santa Chiesa. "Quello che lasci tu lo conosci – "

XIMINEZ: Basta così. (alla donna) Ora, come vi dichiarate?

DONNA: Siamo innocenti.

XIMINEZ: Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! (cartello: "RISATA DIABOLICA") Vi faremo presto cambiare idea! (cartello: "RECITAZIONE DIABOLICA") Paura, sorpresa e una quasi spietata – (si controlla con uno sforzo supremo) Ooooh! Adesso, Cardinale, la ruota! (Biggles tira fuori una ruota da triciclo. Ximinez la vede e cerca di non perdere il controllo) Tu... Bene! Legatela. (Fang e Biggs fanno un patetico tentativo per legarla alla ruota) Bene! Come vi dichiarate?

DONNA: Innocente.

XIMINEZ: Ha! Bene! Cardinale, fate fare (oddìo) fate fare un giro alla ruota.

BIGGLES: (resta lì imbarazzato) Io...

XIMINEZ: Lo SO, lo so che non può. Non volevo dire niente. Volevo solo cercare di ignorare il suo errore grossolano.

BIGGLES: Io...

XIMINEZ: Fa sembrare tutto così stupido.

BIGGLES: Devo...?

XIMINEZ: No, fate finta per l’amor di Dio.

BIGGLES: Ha! Ha! Ha! (esegue)

5.Colloquio di lavoro

Direttore

Candidato nervoso

Giurati

DIRETTORE: (al pubblico) Sapete, mi piace proprio fare colloqui per questo posto di formazione lavoro. (bussano alla porta) Avanti. (il candidato entra) Ah. Entri e si sieda.

CANDIDATO: Grazie. (si siede)

DIRETTORE: (lo scruta serio e annota qualcosa) Può alzarsi solo per un momento? (il candidato si alza) Si segga.

CANDIDATO: Scusi?

DIRETTORE: Si segga. (il candidato si siede) Ah! (annota di nuovo) Buongiorno.

CANDIDATO: Buongiorno.

DIRETTORE: Buongiorno.

CANDIDATO: Buongiorno.

DIRETTORE: (annota) Mi dica, perché ha detto "buongiorno" se sa perfettamente che è pomeriggio?

CANDIDATO: (sorridendo) Be’, be’, lei ha detto "buongiorno". Ha, ha.

DIRETTORE: (scuote la testa, serio) Buon pomeriggio.

CANDIDATO: Ah, buon pomeriggio.

DIRETTORE: Oh dio... (Annota) Buona sera.

CANDIDATO: … Buon appetito?

DIRETTORE: (ride divertito, ma dice) No. (annota, poi suona una campanellina) Non mi chiede perché ho suonato la campana?

CANDIDATO: Ehm perché ha suonato la campana?

DIRETTORE: Perché pensa che l’abbia suonata? (grida) Cinque, quattro, tre, due, uno, zero! (annota)

CANDIDATO: Io, io…

DIRETTORE: Troppo tardi! (finisce di annotare, poi suona la campanella e canta:) Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding. Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding.

CANDIDATO: Ehm questo è, è il colloquio per il posto di formazione lavoro, no?

DIRETTORE: Sì. Sì lo è. Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding.

CANDIDATO: Oh. Oh dio, non mi sembra che stia andando bene.

DIRETTORE: Perché dice questo?

CANDIDATO: Be’, non so.

DIRETTORE: Lo dice perché non lo sa?

CANDIDATO: Be’, n-n-non lo so.

DIRETTORE: Cinque, quattro, tre, due, uno, zero! Bene. (annota, poi fa una boccaccia assurda ed un verso)

CANDIDATO: Mi scusi, sono confuso.

DIRETTORE: Be’ perché pensa che l’ho fatto?

CANDIDATO: Non lo so.

DIRETTORE: Non è curioso?

CANDIDATO: Be’ sì.

DIRETTORE: E perché non me l’ha chiesto?

CANDIDATO: Be’… Io… ehm…

DIRETTORE: Nome?

CANDIDATO: Cosa?

DIRETTORE: Il suo nome, ragazzo, il suo nome!

CANDIDATO: Mm, ehm, Vito.

DIRETTORE: Vito. Certo?

CANDIDATO: Oh sì.

DIRETTORE: (scrivendo) Vito Certo.

CANDIDATO: No, no. Mauro.

DIRETTORE: Mauro Certo?

CANDIDATO: No, no, Vito Mauro.

DIRETTORE: (lunga occhiata di riprovazione, poi di nuovo:) Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding. Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding.

CANDIDATO: Oh dio, di nuovo. Non so che fare quando fa così.

DIRETTORE: Be’, faccia qualcosa. Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding. Cinque, quattro, tre, due, uno… (il candidato disperato fa una boccaccia ed un verso) Buono!

CANDIDATO: Buono?

DIRETTORE: Molto buono - lo faccia di nuovo. (il candidato lo rifà, poco convinto) Molto buono davvero, straordinario. (si alza e va alla porta) Va bene. Siamo pronti. (quattro persone entrano e si mettono in linea) Bene, un’altra volta. Buonanotte, ding-ding-ding-ding-ding. (punta il dito al candidato, che fa la boccaccia ed il verso. Le quattro persone improvvisamente alzano dei cartelli con i voti come i giudici di tuffo o di pattinaggio)

CANDIDATO: Cosa succede? Cosa succede?

DIRETTORE: (scrivendo) Ha dei voti molto buoni.

CANDIDATO: (istericamente) Non m’importa, voglio sapere cosa sta succedendo! Io penso che stiate deliberatamente tentando di umiliare la gente, adesso uscirò fuori di qua e andrò dritto alla polizia a dire esattamente quello che fate alla gente e voglio essere dannatamente sicuro che non lo rifarete mai più. Ecco, cosa ne pensate? Cosa ne pensate? (i giudici gli danno voti molto alti)

DIRETTORE: Ottimi voti.

CANDIDATO: Oh, oh, allora sono assunto?

DIRETTORE: (serio) Ehm, be’, purtroppo no. Temo che tutti i posti siano già stati assegnati diverse settimane fa. (scoppiano tutti a ridere - tranne il candidato)

6.Stazione di polizia (vocine)

Uomo derubato

Primo agente

Secondo agente

Ispettore

UOMO: Buonasera, devo denunciare un furto.

PRIMO AGENTE: Parli più forte, per piacere.

UOMO: Devo denunciare un furto.

PRIMO AGENTE: Non riesco a sentirla, signore.

UOMO: (urlando) Devo denunciare un furto!

PRIMO AGENTE: Ora è un po’ troppo forte. Può dirlo giusto un po’ meno forte di così?

UOMO: (un po’ più forte del normale) Devo denunciare un furto.

PRIMO AGENTE: No... Non sento ancora niente... Ehm, può provare in un registro più alto?

UOMO: Cosa vuol dire in un registro più alto?

PRIMO AGENTE: Cosa?

UOMO: (in falsetto) Devo denunciare un furto.

PRIMO AGENTE: Ah! Ecco, aspetti un attimo. (prende carta e penna) Adesso un po’ più forte.

UOMO: (più forte e più in falsetto) Devo denunciare un furto!

PRIMO AGENTE: Denunciare un cosa?

UOMO: (adesso con un ridicolo squittìo sforzato) Furto!

PRIMO AGENTE: Questa è la frequenza esatta! Tenga questa! (un altro agente entra e va dietro il bancone)

SECONDO AGENTE: (in falsetto) Ciao Serge!

PRIMO AGENTE: (con voce molto bassa) ‘sera Charlie. (il secondo agente si toglie la giacca e il primo comincia a raccogliere le sue carte. L’uomo continua il racconto della sua sventura, sempre con un urlo in falsetto)

UOMO: Ero a casa con un amico di Camber Sands, quando abbiamo sentito un rumore dalla camera da letto. Siamo andati a controllare e abbiamo scoperto che erano spariti 10.000 Euro!

PRIMO AGENTE: Ehm, è finito il mio turno purtroppo. Può parlare coll’agente Foster... (se ne va. L’agente Foster si fa avanti con un sorriso premuroso)

UOMO: (continua in falsetto) Ero a casa con un amico...

SECONDO AGENTE: Mi scusi signore ma, ehm, perché la vocina buffa?

UOMO: (voce normale) Oh, mi scusi tanto... mi ero abituato a parlare così con l’altro agente.

SECONDO AGENTE: Mi dispiace... non riesco a sentirla, signore, può provare a parlare in un registro più basso?

UOMO: Cosa? Oh (a voce molto bassa) Devo denunciare il furto di 10.000 Euro.

SECONDO AGENTE: 10.000 Euro? È una cosa seria, è meglio che ne parli con l’ispettore. (in quel momento l’ispettore entra)

ISPETTORE: (con voce molto profonda) Cosa succede, agente?

SECONDO AGENTE: (parlando a velocità fantastica) Be’-questo-signore-è-appena-venuto-a-denunciare-che-stava-a-casa-con-un-amico-quando-ha-sentito-un-rumore-dalla-camera-da-letto-è-andato-a-controllare-e-ha-scoperto-che-10.000-Euro-erano-stati-rubati.

ISPETTORE: (voce profonda) Ho capito. (si gira verso l’uomo e gli parla a voce normale) Dove abita, signore?

UOMO: (voce profonda) Halliwell Road 424, Dulwich. (l’ispettore si è sforzato di sentire ma non c’è riuscito. Il secondo agente interviene prontamente)

SECONDO AGENTE: (veloce) Halliwell-Road-424-Dulwich.

ISPETTORE: (in falsetto) Un altro colpo in Halliwell Road, eh agente?

PRIMO AGENTE: (che stava passando, veloce) Sì-non-riesco-a-crederci-pensavo-che-il-tipo-che-lo-faceva-fosse-stato-sbattuto-dentro-l’anno-scorso.

SECONDO AGENTE: (in falsetto) Sì, a Pankhurst.

PRIMO AGENTE: (profondo) Be’ dev’essere stato qualcun altro.

ISPETTORE: (profondo) Grazie agente. (voce normale) Ci mettiamo in movimento subito, signore. (prende il telefono e compone il numero, allo stesso tempo grida in falsetto al primo agente) Lei resi qui, agente. (voce profonda al secondo agente) Avverta tutte le pattuglie nella zona. (ridicola voce altalenante al telefono) Cia-o ca-ra, ho pa-u-ra che ar-ri-ve-rò tar-di que-sta se-ra.

SECONDO AGENTE: (intanto sta parlando alla trasmittente cantando con una voce da tenore) Attenzione a tutte le squadre...

7.L'uomo che finisce le frasi degli altri

Signora NomeLungo

Mr Vernon

VERNON: Buongiorno, signora.

SIGNORA NOMELUNGO: Ah, buongiorno... Lei dev’essere venuto per...

VERNON: ... finire le frasi, sì.

SIGNORA NOMELUNGO: Oh... be’... se non le dispiace...

VERNON: ... venire da questa parte. Certo... Oh, è una bella casa.

SIGNORA NOMELUNGO: Sì... be’... ehm... a noi...

VERNON: Piace?

SIGNORA NOMELUNGO: Sì... sì ci piace...

VERNON: ... proprio. Bene! Dunque allora... quando ha cominciato a...

SIGNORA NOMELUNGO: ... trovare difficile...

VERNON: ... finire le frasi... sì.

SIGNORA NOMELUNGO: Be’, non sono io, è mio...

VERNON: ... marito?

SIGNORA NOMELUNGO: Sì. Lui...

VERNON: ... non la lascia mai finire quello che ha cominciato.

SIGNORA NOMELUNGO: Ecco. Sto cominciando a sentirmi...

VERNON: ... come se non finirà più una frase in tutta la sua vita.

SIGNORA NOMELUNGO: Esatta...

VERNON: ... mente. Dev’essere terribile.

SIGNORA NOMELUNGO: Mi sta portando...

VERNON: ... al bere?

SIGNORA NOMELUNGO: No, fuo...

VERNON: ... ri di te...

SIGNORA NOMELUNGO: ... s...

VERNON: ... ta.

SIGNORA NOMELUNGO: Sì...

VERNON: Mi posso...

SIGNORA NOMELUNGO: ... sedere...

VERNON: Grazie. Vede, il nostro metodo è di rassicurare il paziente ricreando condizioni di... ehm...

SIGNORA NOMELUNGO: ... normalità?

VERNON: Sì. Poi cerchiamo di metterli in una posizione in cui scoprono improvvisamente che stanno completando le frasi degli altri...

SIGNORA NOMELUNGO: ... da soli!

VERNON: Ha visto, signora...

SIGNORA NOMELUNGO: ... Smith?

VERNON: Bene! Be’, cerchi di non esagerare in...

SIGNORA NOMELUNGO: ... principio?

VERNON: Bene. Resti su una o due...

SIGNORA NOMELUNGO: ... parole...

VERNON: ... per cominciare, altrimenti può trovarsi a...

SIGNORA NOMELUNGO: ... portare avanti una frase troppo lunga e finire completamente... ehm...

VERNON: ... smarrita. Bene. Sì. Be’ questo è quanto...

SIGNORA NOMELUNGO: ... per adesso, quindi...

VERNON: ... grazie per aver chiamato.

SIGNORA NOMELUNGO: Di niente.

VERNON: E, ehm...

SIGNORA NOMELUNGO: ... come dire...

VERNON: ... grazie per essere venuta.

SIGNORA NOMELUNGO: Di niente.

VERNON: E arrive...

SIGNORA NOMELUNGO: ... derci, Signor...

VERNON: Vernon. (Musica. La signora NomeLungo esce di casa, eroica, con ispirazione negli occhi)

8.Irruzione

Uomo (famoso attore)

Amico dell’uomo

Agente di polizia

(due uomini che giocano a scacchi in un normale appartamento. All’improvviso un tremendo bussare, scalciare, battere alla porta)

UOMO: La porta è aperta.

AGENTE: Oh. Sì. (entra) Bene. Bene, bene, bene. Sono l’agente di polizia Henry Catcher, e questa è un’irruzione. Ho ragione di credere che ci siano certe sostanze all’interno dell’edificio.

UOMO: Che tipo di sostanze, agente?

AGENTE: Ehm… certe sostanze.

UOMO: Be’, che genere di certe sostanze?

AGENTE: Ehm, certe sostanze di natura illecita.

UOMO: Può essere più specifico?

AGENTE: Mi scusi?

UOMO: Può essere più ‘chiaro’?

AGENTE: Oh, oh… sì, ehm… certe sostanze all’interno dell’edificio. Da prelevare per test clinici.

UOMO: Ha qualcosa di particolare in mente?

AGENTE: Be’ lei cosa ha?

UOMO: Niente, agente.

AGENTE: Lei è (nome dell’attore), l’attore?

UOMO: Sì.

AGENTE: Devo avvertirla, signore, che fuori ho il cane poliziotto Josephine, che non solo è armato e addestrato ad annusare certe sostanze, ma è anche un tossico.

UOMO: Ma che cosa sta…?

AGENTE: (estraendo un pacchetto di carta dalla tasca, molto goffamente e apertamente, e appoggiandolo sul tavolino della scacchiera) Oo! Oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh, oh! Qui c’è un sacchetto di carta che ho trovato all’interno dell’edificio. Devo confiscarlo, signore, e portarlo con me per un esame clinico.

UOMO: Aspetti un minuto. Se l’è appena tirato fuori dalla tasca.

AGENTE: Come?

UOMO: (lo prende) Cosa c’è dentro comunque? (lo apre) Panini.

AGENTE: Panini? Diamine. Cosa ho dato allora a mia moglie?

9.Io dottore

Dottore

Signor Bortoletto

Moglie di Bortoletto

Suora

Infermiera

(Bortoletto e sua moglie sono in sala d’aspetto all’ospedale)

DOTTORE: (entra e chiama il paziente di turno) Signor Bortoletto?

BORTOLETTO: (si alza) Io, dottore.

DOTTORE: No! IO dottore, lei Signor Bortoletto.

BORTOLETTO: (indica la moglie) Mia moglie, dottore...

DOTTORE: No! Sua moglie paziente.

SUORA: (entra e si rivolge a Bortoletto) Venga con me, prego.

BORTOLETTO: Io, sorella?

DOTTORE: No! (indica la suora) LEI sorella, IO dottore, lei Signor Bortoletto.

INFERMIERA: (entra e chiama il dottore) Dottor Zampa?

DOTTORE: Io, infermiera... (riflette, poi indica la suora) Lei Signor Bortoletto, (indica Bortoletto) lei sorella, (indica l'infermiera) lei dottore.

SUORA: No, dottore.

DOTTORE: No dottore, chiamate l’ambulanza, tenete al caldo.

INFERMIERA: Beve, dottore?

DOTTORE: Bevo dottore, mangi sorella, cuoce Signor Bortoletto, curate me!

INFERMIERA: Lei, dottore?

DOTTORE: IO dottore!! (indica Bortoletto) Lei Signor Bortoletto. (indica l'infermiera) Lei infermiera!

BORTOLETTO: Ma mia moglie, infermiera...

DOTTORE: Sua moglie no infermiera! (indica l'infermiera) LEI infermiera, sua moglie paziente. Sia paziente, lei infermiera sua moglie. Io dottore, tu Bercolosi, lei Acùla, io Gurt, lei Popotamo, loro Logio. IO dottore!

10.Il negozio di formaggi

Cheddar (proprietario del negozio)

Suonatore di Bouzouki (tipico strumento a corde greco)

Danzatori

Cliente erudito

CLIENTE: (entra nel nel negozio di formaggi di Henry Cheddar. In un angolo c’è un suonatore di bouzouki che suona e due danzatori che danzano) Buon giorno.

CHEDDAR: Buongiorno signore, benvenuto all’Emporio Nazionale del Formaggio!

CLIENTE: Ah, grazie, buon uomo.

CHEDDAR: Cosa posso fare per lei, signore?

CLIENTE: Be’, stavo, mm, seduto alla biblioteca pubblica di Thurmon Street poco fa, sfogliando "Il silmarillion" di J.R.R. Tolkien, e improvvisamente ho sentito un certo languorino.

CHEDDAR: Languorino signore?

CLIENTE: Mi sono sentito... famelico.

CHEDDAR: Eh?

CLIENTE: Ehm, tenev’ famm’. (Ah wor 'ungry-loike)

CHEDDAR: Ah, fame!

CLIENTE: In parole povere. E ho pensato tra me e me, "un po’ di caglio stagionato farà al caso", così, ho ammainato le mie attività tolkeniane, ho fatto una sortita e mi sono infiltrato nel vostro posto di approvigionamento per negoziare la vendita di qualche commestibile caseario.

CHEDDAR: (Non ha capito)... Di nuovo?

CLIENTE: Voglio comprare un po’ di formaggio.

CHEDDAR: Oh, pensavo che si stesse lamentando del suonatore di bouzouki!

CLIENTE: Oh, il cielo mi perdoni: sono uno che gode di tutte le manifestazioni della musa tersicorea!

CHEDDAR: Scusi?

CLIENTE: Ooh, questa musica me piace assai! ('Ooo, Ah lahk a nice tuune, 'yer forced too)

CHEDDAR: Allora può continuare a suonare?

CLIENTE: Ma certamente! Adesso dunque, del formaggio, mio buon uomo.

CHEDDAR: (vigorosamente) Certo, signore. Cosa preferisce?

CLIENTE: Be’, ehm, che ne dice di un po’ di Provolone.

CHEDDAR: Ehm, temo che abbiamo appena finito il Provolone, signore.

CLIENTE: Oh, non importa. Come siete con lo Stracchino?

CHEDDAR: Purtroppo non ce l’abbiamo mai alla fine della settimana, signore, ci arriva fresco il lunedì.

CLIENTE: Mm mm. Nessun problema. Bene, valoroso gentiluomo, due etti di Fontina, per cortesia.

CHEDDAR: Ah! È in ordinazione, signore, da due settimane. L’aspettavamo questa mattina.

CLIENTE: Non è il mio giorno fortunato, vero? Aah, Bel Paese?

CHEDDAR: Spiacente, signore.

CLIENTE: Mozzarella?

CHEDDAR: Normalmente sì, signore. Oggi il furgoncino si è rotto.

CLIENTE: Ah. Montasio?

CHEDDAR: Spiacente.

CLIENTE: Emmenthal? Gruviera?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Un Quartirolo Lombardo, possibilmente.

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Taleggio?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Asiago?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Robiola?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Pecorino?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Ricotta?

CHEDDAR: (pausa) No.

CLIENTE: Caprino?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Scamorza?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Brie, Roquefort, Pont L’Eveque, Port Salut, Savoyard, Saint-Paulin, Carre de l’Est, Bresse Bleu, Boursin?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Camembert, forse?

CHEDDAR: Ah! Abbiamo il Camembert, sissignore.

CLIENTE: (sorpreso) L’avete! Eccellente.

CHEDDAR: Sissignore. È... ah, ... è un po’ andato...

CLIENTE: Oh, mi piace ‘andato’.

CHEDDAR: Be’, è molto andato, in realtà, signore.

CLIENTE: Nessun problema. Prendiam di qua il fromage de la Belle France! Mmmha!

CHEDDAR: Io... penso che sia più andato di quanto le piaccia, signore.

CLIENTE: Non m’importa quanto cazzo è andato. Porgetelo a tutta velocità.

CHEDDAR: Oooohhh...!

CLIENTE: Che succede?

CHEDDAR: Il gatto se l’è mangiato, signore.

CLIENTE: (pausa) Il gatto.

CHEDDAR: Gatta, signore.

CLIENTE: (pausa) Gouda?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Edam?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Burrino?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Canestrato?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Furmaggiu du quagliu?

CHEDDAR: No, signore.

CLIENTE: Voi... avete del formaggio, vero?

CHEDDAR: (fiero) Naturalmente, signore. È un negozio di formaggi, signore. Abbiamo -

CLIENTE: No no... non me lo dica. Amo indovinare.

CHEDDAR: D’accordo.

CLIENTE: Uuuuh, Cheddar.

CHEDDAR: Sì?

CLIENTE: Ah, bene, un po’ di quello!

CHEDDAR: Oh! Pensavo che mi stesse chiamando, signore. Cheddar è il mio nome.

CLIENTE: (pausa) Feta greca?

CHEDDAR: Uh, quella no.

CLIENTE: Uuh, Gorgonzola?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Casareccio.

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Toma.

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Caciocavallo.

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Mascarpone.

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Crescenza?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Formai de Mut dell'Alta Val Brembana?

CHEDDAR: Non oggi, signore, no.

CLIENTE: (pausa) Aah, e il Parmigiano?

CHEDDAR: Be’, non ne abbiamo molta domanda da queste parti, signore.

CLIENTE: Non molta doma - È il formaggio più popolare del pianeta!

CHEDDAR: Non da queste parti, signore.

CLIENTE: E qual è il formaggio più popolare di ‘ste parti?

CHEDDAR: Il Raschera, signore.

CLIENTE: Lo È.

CHEDDAR: Oh, sì, è straordinariamente popolare in questo feudo, messere.

CLIENTE: Lo è.

CHEDDAR: È il nostro numero uno nelle vendite, signore!

CLIENTE: Capisco. Ehm... ‘Raschera’, eh?

CHEDDAR: Sì, signore.

CLIENTE: Va bene. Okay. "Ne avete?" chiese, aspettando la risposta "No".

CHEDDAR: Do un’occhiata, signore... nnnnnnnnnnnno.

CLIENTE: Non è un gran negozio di formaggi, vero?

CHEDDAR: Il migliore della città!

CLIENTE: (annoiato) Spieghi la logica che la conduce a questa conclusione.

CHEDDAR: Be’, è molto pulito.

CLIENTE: Di sicuro non è contaminato dal formaggio...

CHEDDAR: (fieramente) Non mi ha chiesto del Limburger, signore.

CLIENTE: Ne varrebbe la pena?

CHEDDAR: Potrebbe...

CLIENTE: Ha del - SMETTETELA CON QUEL DANNATO BOUZOUKI!

CHEDDAR: Gliel’avevo detto signore...

CLIENTE: (lentamente) Ha del Limburger?

CHEDDAR: No.

CLIENTE: Ovvio. Prevedibile, suppongo. Era un atto di puro ottimismo porre la domanda. Mi dica.

CHEDDAR: Sì, signore?

CLIENTE: Avete effettivamente un qualsiasi tipo di formaggio qui?

CHEDDAR: Sì, signore.

CLIENTE: Davvero?

CHEDDAR: (pausa) No. In realtà no, signore.

CLIENTE: Non ne avete.

CHEDDAR: No, signore. Neanche un pezzetto. Stavo deliberatamente buttando il suo tempo, signore.

CLIENTE: Be’ mi dispiace, ma dovrò spararle.

CHEDDAR: Sì, signore.

CLIENTE: (tira fuori una pistola e spara al negoziante) Che assurdo spreco della vita umana.

11.Comprare un letto

Marito

Moglie

Lambert (commesso)

Verity (commesso)

Direttore del negozio

Impiegato del negozio

(Uno sposo ed una sposa novelli, lei in braccio a lui, attraversano la città di corsa ed entrano in un negozio)

MARITO: Buongiorno, mia moglie ed io vorremmo comprare un letto.

LAMBERT: Certo, signore, le chiamo qualcuno che possa aiutarla.

MARITO: Grazie.

LAMBERT: Verity!

VERITY: Posso aiutarla, signore?

MARITO: Sì, vorremmo un letto, un letto a due piazze, e mi chiedevo se ne avete uno per circa cento Euro.

VERITY: Oh no, ho paura di no, signore. Il nostro letto meno caro è da duemila Euro.

MARITO: Duemila Euro?!

LAMBERT: Mi scusi, signore, ma prima di andarmene avrei dovuto dirle che il signor Verity tende ad esagerare. Ogni cifra che le dice è dieci volte più alta del reale.

MARITO: Ho capito.

LAMBERT: Per il resto è completamente normale.

MARITO: Ho capito. Ehm... Il letto doppio meno caro costa dunque duecento Euro?

VERITY: Duemila Euro, sì, signore.

MARITO: Bene. E quanto è largo?

VERITY: È largo venti metri.

MARITO: Sì... (sottovoce alla moglie sbalordita) Due metri, capisci. (a Verity) ... e la lunghezza?

VERITY: La lunghezza... ehm... un momento. Lambert, qual è la lunghezza del Comfidown Majorette?

LAMBERT: Ah. Settanta centimetri.

MARITO: Settanta centimetri?

VERITY: Sì, tenendo conto naturalmente che deve moltiplicare tutto quello che Lambert dice per tre. Non può farci niente, capite. Ma per il resto è assolutamente normale.

MARITO: Ho capito, mi scusi.

VERITY: Significa che se dice che un letto è lungo settanta centimetri, in realtà è lungo ventun metri, d’accordo?

MARITO: Sì, capisco.

VERITY: Il materasso non è compreso, naturalmente.

MARITO: Quanto viene quello?

VERITY: Lambert saprà dirvelo. Lambert! Puoi mostrare a queste venti brave persone le cucce per cani, per favore?

MARITO: Cucce per cani? No, no, i materassi!

VERITY: Mi dispiace, deve dire "cucce per cani" a Lambert, perché se dice "materasso", lui si mette un sacchetto in testa. Avrei dovuto spiegarglielo. Ma per il resto è assolutamente normale.

MARITO: Oh. Ah. Va bene. (a Lambert) Ehm, mi scusi, può mostrarci le cucce per cani, per favore, hm?

LAMBERT: Cucce per cani?

MARITO: Sì, vogliamo vedere le cucce per cani, hm.

LAMBERT: Ah sì, al reparto animali, secondo piano.

MARITO: No, no, no, vogliamo vedere le CUCCE PER CANI.

LAMBERT: (irritato) Sì, SECONDO PIANO.

MARITO: No, non vogliamo vedere le cucce per cani, è solo che il signor Verity ha detto...

LAMBERT: Oh Dio, cosa vi ha detto adesso?

MARITO: Be’, ha detto che avremmo dovuto dire "Cucce per cani" al posto di "Materassi". (Lambert si mette un sacchetto di carta in testa) Oddio. (chiama Verity) Scusi? Scusi?

VERITY: (arrivando) Avete detto "Materasso"?

MARITO: Be’, sì, ehm...

VERITY: Vi avevo chiesto di non dire materasso, no? Adesso devo entrare nella cassa del tè. (entra nella cassa del tè e canta - NdT la canzone di John Lennon ‘War is over’ riadattata dai Dodi e i Monodi) "So Chris chris chris Christmas, so Chris chris chris Christmas…"

DIRETTORE: (entrando) Qualcuno ha detto materasso a Lambert? (Verity punta il marito continuando a cantare. Il direttore entra nella cassa del tè e canta assieme a Verity) "And Chris chris chris Christmas, so Chris chris chris Christmas…" (Lambert si toglie il sacchetto dalla testa, il direttore esce dopo aver puntato un dito di avvertimento agli sposi)

VERITY: Adesso dovrebbe andare bene, ma voi non, sapete... non! (esce)

MARITO: Oh, no, no. Ehm, vorremmo vedere le, le cucce per cani, per favore.

LAMBERT: Sì, secondo piano.

MARITO: No, no, guardi, queste (indica un materasso) cucce per cani qui, vede?

LAMBERT: I materassi?

MARITO: Oh (indietreggia) ... sì.

LAMBERT: Be’, se voleva dire materassi, perché non ha detto materassi? Voglio dire, è molto difficile per me, se lei viene a dirmi cucce per cani quando vuole vedere dei materassi. Perché non ha detto semplicemente materassi?

MARITO: Be’, insomma, si è messo un sacchetto in testa s’ultima volta che ho detto materassi. (Lambert si rimette il sacchetto in testa. Verity rientra, sospirando, salta nella cassa. Il direttore entra e si unisce, cantano. Un altro impiegato entra)

VERITY e DIRETTORE: "And Chris chris chris Christmas, so Chris chris chris Christmas" (poi a due e più voci) "Hare Christmas, dio madonna, Hare Christmas, dio madonna…"

IMPIEGATO: Qualcuno ha detto materasso a Lambert?

VERITY: Due volte.

IMPIEGATO: Ehi, gente, qualcuno ha detto materasso a Lambert, due volte! (l’impiegato, lo sposo e la sposa si uniscono alla terapia)

VERITY: Non funziona. Abbiamo bisogno di aiuto! (fa cantare anche il pubblico. Lambert si toglie il sacchetto dalla testa)

LAMBERT: Ehm, posso aiutarvi?

MOGLIE: Vogliamo un materasso. (Lambert immediatamente si mette in testa il sacchetto)

TUTTI: Oh! Perché l’hai detto? Perché l’hai detto?

MOGLIE: (piangendo) Ma è la mia unica battuta! (piange, mentre tutti saltellano fuori)

12.Un uomo con un registratore nel naso

Annunciatore

Uomo elegante

Fratello dell’uomo elegante

ANNUNCIATORE: E ora qualcosa di completamente diverso. Un uomo con un registratore nel naso. (l’uomo in abito elegante. Mostra bene il dito, poi lo mette su per il naso. Sentiamo la Marsigliese. Toglie il dito e la musica si ferma. Mette il dito nell’altra narice, e sentiamo il suono del nastro riavvolto. Di nuovo si mette il dito nella prima narice e sentiamo di nuovo la Marsigliese. Si inchina. Applausi.) Ed ora un uomo con un registratore nel naso del fratello. (Stesso uomo, ora in compagnia del fratello. Mette il dito nel naso del fratello e sentiamo la Marsigliese. Toglie il dito e lo mette nell’altra narice. Sentiamo il suono del nastro che riavvolge.) Ed ora in stereo. (L’uomo mette contemporaneamente un dito nella sua narice ed uno dell’altra mano nella narice del fratello. Sentiamo ora due registrazioni della Marsigliese, leggermente sfasate. Applausi)

13.Le foto di zio Ted

Vecchietta

Donna (badante)

Ximinez

Biggles

Fang

(Una vecchietta e una giovane donna sedute nel soggiorno. La vecchietta tira fuori con amore delle foto da una scatola e le passa alla donna, che le strappa tutte senza che la vecchietta se ne accorga minimamente)

VECCHIETTA: Questo è lo zio Ted di fronte alla casa. (passa la foto e la donna la strappa) Questo è lo zio Ted dietro la casa. (id.) Questo è lo zio Ted di fianco alla casa. (id.) Questo è lo zio Ted, di nuovo di fronte alla casa, ma qui si può vedere il fianco della casa. (id.) E questo è lo zio Ted ancora più vicino al fianco della casa, ma si può ancora vedere il davanti. (id.) Questo è il retro della casa, con lo zio Ted che gira attorno al fianco verso il davanti. (id.) E questa è l’Inquisizione Spagnola che si nasconde dietro il garage. (la donna prende la fotografia dando il primo segno di interesse)

DONNA: Oh. Non mi aspettavo l’Inquisizione Spagnola. (ACCORDO DRAMMATICO - La porta si spalanca ed entrano Ximinez, Biggles e Fang)

XIMINEZ: Nessuno si aspetta l’Inquisizione Spagnola! (buio. Voce: "Nei primi anni del sedicesimo secolo, per combattere la crescente ondata di dissidenza religiosa, il Papa diede al Cardinale Ximinez mandato per muoversi senza sosta od ostacoli per ogni paese, in un regno di violenza, terrore e torture, nei migliori cinema! Questa era l’Inquisizione Spagnola." Luce. I cardinali trascinano la vecchietta nelle segrete e la incatenano al muro)

XIMINEZ: Bene, anziana donna! Sei accusata di eresia a tre titoli. Eresia di pensiero, eresia di parola, eresia di gesto ed eresia di azione. Quattro titoli. Confessi?

VECCHIETTA: Non capisco di cosa sono accusata.

XIMINEZ: Ha! Allora te lo faremo capire noi! Biggles! Prenda... I CUSCINI! (ACCORDO DRAMMATICO - Biggles prende due comuni cuscini moderni)

BIGGLES: Eccoli, signore.

XIMINEZ: Ora, anziana donna, hai un’ultima possibilità. Confessa l’infame peccato di eresia, rigetta le opere del demonio - DUE ultime possibilità. E sarai libera - TRE ultime possibilità. Hai tre ultime possibilità, la natura delle quali ho divulgato nella mia precedente enunciazione.

VECCHIETTA: Non so di cosa stiate parlando.

XIMINEZ: Bene! Se è questo che vuoi - Cardinale! Colpitela con i soffici cuscini! (Bigglies esegue questa patetica tortura)

XIMINEZ: Confessa! Confessa! Confessa!

BIGGLES: Non sembra nuocerle, signore.

XIMINEZ: Ha controllato l’imbottitura?

BIGGLES: Sì signore.

XIMINEZ: (gettando via i cuscini) Hm! È una dura! Cardinale Fang! Prenda... LA POLTRONA SOFFICIONA! (ACCORDO DRAMMATICO - faccia terrorizzata di Fang)

FANG: La... Poltrona Sofficiona? (Biggles tira dentro una poltrona - davvero raffinata)

XIMINEZ: Così pensi di essere forte perché riesci a resistere ai cuscini. Bene, vedremo. Biggles! Mettetela sulla poltrona sofficiona! (la spingono rudemente sulla poltrona)

XIMINEZ: (con uno sguardo crudele) Adesso, starai sulla Poltrona Sofficiona fino all’ora di pranzo, con solo una tazza di tè alle undici. (a parte, a Biggles) È tutto, vero?

BIGGLES: Sì signore.

XIMINEZ: Già. Immagino che sia ancora peggio se gridiamo molto forte, no? Confessa, donna. Confessa! Confessa! Confessa! Confessa!

BIGGLES: Confesso!

XIMINEZ: Non tu!!

14.Il contrabbandiere

Ufficiale di dogana

Uomo (contrabbandiere di orologi svizzeri)

Prete

Poliziotti

(Scena: una dogana)

UFFICIALE: (mostra un avviso) Ha letto questo, signore?

UOMO: No. Oh! Sì, sì, sì!

UFFICIALE: Niente da dichiarare?

UOMO: Sì. No! No, no, no! Niente da dichiarare, no. Niente nella mia valigia, no…

UFFICIALE: Niente orologi, macchine fotografiche, radio?

UOMO: Oh sì, quattro orologi… No! No, no, no! Uno, un orologio… No! No! Neanche un orologio! No, nessun orologio, nessun orologio. Nessun orologio di precisione, no.

UFFICIALE: In che paese è stato, signore?

UOMO: Svizzera. Ehm, no! No! Non la Svizzera! Ehm… non la Svizzera, cominciava con la S ma non era la Svizzera… oh cosa poteva essere? Ho una memoria terribile per i nomi. Qual è quel paese dove non fanno assolutamente orologi?

UFFICIALE: Spagna?

UOMO: Spagna! Quella. Spagna, sì, mm.

UFFICIALE: L’etichetta dice "Zurigo", signore.

UOMO: Sì, be’… era la Spagna allora.

UFFICIALE: Zurigo è in Svizzera, signore.

UOMO: Svizzera, sì mm… mm… sì.

UFFICIALE: Svizzera - dove fanno gli orologi.

UOMO: Oh, avete un bel baracchino qui.

UFFICIALE: Avete, mm, della valuta svizzera, signore?

UOMO: No, solo gli orologi. Ehm! Solo il mio orologio, ehm il mio cronometro, ho cronometrato la mia valuta, ho guardato e non ne ho più.

UFFICIALE: Ne siamo sicuri? (una sveglia suona dentro la valigia; l’uomo ci sbatte la mano contro, senza successo) Ha una sveglia lì dentro, signore?

UOMO: No, no, cielo, no… solo maglioni! (batte sulla valigia e la sveglia si ferma)

UFFICIALE: Sembrava un po’ una sveglia che suona.

UOMO: Be’ non può essere… dev’essere stato un maglione, ehm, che suonava.

UFFICIALE: Che suonava. (diverse pendole cominciano a suonare nella valigia. L’uomo ci batte disperatamente contro)

UOMO: E va bene, confesso! Sono un contrabbandiere! La valigia è piena zeppa di orologi svizzeri. Ho deliberatamente cercato di raggirare la Finanza dello Stato. Sono stato un povero stolto!

UFFICIALE: Non le credo, signore.

UOMO: È vero. Sono, ehm, colpevole di contrabbando.

UFFICIALE: Non mi faccia ridere… non riuscireste a contrabbandare un pezzo di carta velina, figurarsi una valigia piena di orologi.

UOMO: Cosa vuol dire! Ho già contrabbandato orologi, sa? Ho contrabbandato armi, telecamere, microfilm, componenti d’aereo, dica una cosa e io l’ho contrabbandata.

UFFICIALE: Passi avanti per favore, sta sprecando il nostro tempo… passi avanti.

UOMO: Guardi! (apre la valigia a mostrare che è imbottita di orologi e pendole) Guardi, guardi qua.

UFFICIALE: Senta, per quel che ne so, signore, lei può averli comprati qua prima ancora di partire per la Svizzera.

UOMO: Cosa? Non avrei comprato duemila orologi.

UFFICIALE: La gente lo fa! Ora chiuda la sua valiga e passi avanti, per favore, su. Non ci faccia perdere tempo, stiamo cercando di prendere i veri contrabbandieri. Avanti.

UOMO: (gridando) Sono un vero contrabbandiere! Sono un contrabbandiere! Voi non capite, sono un contrabbandiere, un fuorilegge… un contrabbandiere! (viene portato via a forza. Il passeggero successivo è un prete)

PRETE: Pover’uomo. Credo che abbia bisogno di aiuto.

UFFICIALE: Bene, basta con le spiritosaggini, padre. Entri nella sala perquisizioni e si spogli.

15.Scena del farmacista

Farmacista

Cliente con la sifilide

Cliente con i brufoli

Cliente con un gran seno

Cliente con la flatulenza

Portavoce del gruppo teatrale

Ragazza

Poliziotto

(delle persone sono sedute in attesa davanti al bancone del farmacista. Questo appare con i loro preparati in mano)

FARMACISTA: Bene. Ho alcune delle vostre prescrizioni qui. Chi ha la sifilide? (nessuno reagisce)... Avanti, chi ha la sifilide... avanti... (un uomo timidamente alza la mano) ... ecco a lei. (lancia il pacchetto all’uomo) Chi ha i brufoli sulle chiappe... brufoli sul culetto... (lancia la scatola) Chi ha un’irritazione al petto? (una donna con un gran seno alza la mano) Devo prendere una bottiglia più grande. Chi ha la flatulenza? (tira il pacchetto ad un uomo che se ne sta in disparte) To’. (entra un portavoce)

PORTAVOCE: Il gruppo vuole scusarsi per la bassa qualità del testo di questa scena. Non è uso del gruppo ottenere risate facili con parole come chiappe, mutandine, piselli o pipì. (risate da dietro le quinte) Shhh! Queste sono le parole da non usare più in questo spettacolo. (mostra cartelli o diapositive con le seguenti parole: CH*APPE, C*LETTO, S*FILIDE, M*TANDINE, P*P*’, SEMPRINI. Una ragazza entra.)

RAGAZZA: Semprini?

PORTAVOCE: (indicando l’uscita) Fuori! (escono entrambi)

FARMACISTA: Bene, chi ha i brufoli sul Semprini? (entra un poliziotto e lo porta via)

16.Clinica della discussione

Uomo

Segretaria

Barnard (professionista)

Vibrating (professionista)

Lamentatore (professionista)

Spreaders (professionista)

UOMO: Ah, vorrei avere una discussione, per favore.

SEGRETARIA: Certo. È già stato qua?

UOMO: No, è la prima volta che vengo.

SEGRETARIA: Ho capito. Bene, vuole solo una discussione o pensava di fare un corso?

UOMO: Be’, quanto costa?

SEGRETARIA: Sono cinque Euro per una discussione di cinque minuti, ma solo quaranta Euro per un corso di dieci lezioni.

UOMO: Be’, penso che sia meglio se comincio con una e vedo come va.

SEGRETARIA: Bene. Allora vedo chi è libero al momento. Il signor DeBakey è libero, ma è un po’ conciliatorio. Ah sì, provi il signor Barnard, stanza 12.

UOMO: Grazie. (va giù per il corridoio, apre la porta)

BARNARD: COSA VUOI?

UOMO: Be’, mi hanno detto qua fuori che...

BARNARD: Non darmela a bere, moccioso cumulo di sterco di pappagallo!

UOMO: Cosa?

BARNARD: Chiudi quella piaga purulenta, checca. Quelli come te mi danno il vomito, balordo, altezzoso, maleodorante, pervertito!!!

UOMO: Guardi, SONO VENUTO QUI PER UNA DISCUSSIONE, e non resterò qui a...!!

BARNARD: Oh, mi scusi, qui è Insulti.

UOMO: Oh, ah, be’, questo spiega tutto.

BARNARD: Vada alla porta 12A, subito qua a destra.

UOMO: Oh, grazie mille. Mi scusi.

BARNARD: Di niente. (tra sé) Stupido fetente! (l’uomo bussa all’altra porta)

VIBRATING: Avanti.

UOMO: Ah, è questa la stanza per le discussioni?

VIBRATING: ... Gliel’ho già detto.

UOMO: Non me l’ha detto.

VIBRATING: Gliel’ho detto.

UOMO: Quando?

VIBRATING: Poco fa.

UOMO: Non me l’ha detto.

VIBRATING: Gliel’ho detto.

UOMO: Non me l’ha detto.

VIBRATING: Gliel’ho detto!

UOMO: Non me l’ha detto!

VIBRATING: Le dico che gliel’ho detto!

UOMO: Non me l’ha detto!!

VIBRATING: Ah, mi scusi solo un momento. È la discussione da cinque minuti o la mezz’ora piena?

UOMO: Oh, ah, (si siede) solo i cinque minuti.

VIBRATING: Ah, grazie (scrive). Comunque, gliel’ho detto.

UOMO: È sicuro che non me l’ha detto.

VIBRATING: Guardi, chiariamo le cose, io gliel’ho decisamente detto.

UOMO: No non me l’ha detto.

VIBRATING: Sì gliel’ho detto.

UOMO: No non me l’ha detto.

VIBRATING: Sì gliel’ho detto.

UOMO: No non me l’ha detto.

VIBRATING: Sì gliel’ho detto.

UOMO: No non me l’ha detto.

VIBRATING: Sì gliel’ho detto.

UOMO: Non l’ha detto.

VIBRATING: L’ho detto.

UOMO: Oh, senta, questa non è una discussione.

VIBRATING: Sì lo è.

UOMO: No non lo è. È solo contraddizione.

VIBRATING: No non lo è.

UOMO: Lo è!

VIBRATING: Non lo è.

UOMO: Guardi, mi ha appena contraddetto.

VIBRATING: Non l’ho fatto.

UOMO: Oh, l’ha fatto!!

VIBRATING: No, no, no.

UOMO: L’ha fatto proprio adesso.

VIBRATING: Sciocchezze!

UOMO: Oh, questo è puerile!

VIBRATING: No non lo è.

UOMO: Sono venuto qui per una buona discussione.

VIBRATING: No non l’ha fatto; no, è venuto qui per una discussione.

UOMO: Una discussione non è solo contraddizione.

VIBRATING: Può esserlo.

UOMO: No non può. Una discussione è una serie consecutiva di affermazioni intese a stabilire una proposizione.

VIBRATING: No non lo è.

UOMO: Sì lo è! Non è solo contraddizione.

VIBRATING: Guardi, se discuto con lei, devo prendere una posizione contraria.

UOMO: Sì, ma non è dicendo solo "No non lo è".

VIBRATING: Sì lo è!

UOMO: No non lo è! La discussione è un processo intellettuale. La contraddizione è solo la negazione automatica di ogni affermazione che l’altro fa. (breve pausa)

VIBRATING: No non lo è.

UOMO: Lo è.

VIBRATING: Per niente.

UOMO: Guardi...

VIBRATING: (suona il campanello sul tavolo) Arrivederci.

UOMO: Come?

VIBRATING: Abbiamo finito. Arrivederci

UOMO: Stava appena cominciando ad interessarmi.

VIBRATING: Mi dispiace, i cinque minuti sono finiti.

UOMO: Non era per niente cinque minuti!

VIBRATING: Ho paura che lo fosse.

UOMO: Non lo era. (pausa)

VIBRATING: Mi dispiace, ma non mi è permesso più discutere.

UOMO: Cosa?!

VIBRATING: Se vuole che continui a discutere, dovrà pagare per altri cinque minuti.

UOMO: Ma non sono passati cinque minuti. Oh dai!

VIBRATING: MmmMm....

UOMO: Senta, è ridicolo.

VIBRATING: Mi dispiace ma non posso discutere finché non paga.

UOMO: Oh, d’accordo. (paga)

VIBRATING: Grazie. (pausa)

UOMO: Be’?

VIBRATING: Be’ cosa?

UOMO: Non erano veramente cinque minuti.

VIBRATING: Le ho detto che non posso discutere finché non paga.

UOMO: Ho appena pagato!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: L’HO FATTO!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: L’HO FATTO!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: L’HO FATTO!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: L’HO FATTO!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: L’HO FATTO!

VIBRATING: No non l’ha fatto.

UOMO: Senta, non voglio discutere di questo.

VIBRATING: Be’, non ha pagato.

UOMO: Aha. Se non ho pagato, perché sta discutendo? Preso!

VIBRATING: No non ha preso.

UOMO: Sì ci ho preso. Se lei discute, allora devo aver pagato.

VIBRATING: Non necessariamente. Potrei star discutendo nel mio tempo libero.

UOMO: Oh, ne ho abbastanza!

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Sì ne ho.

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Sì ne ho.

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Sì ne ho.

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Sì ne ho.

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Sì ne ho.

VIBRATING: No non ne ha.

UOMO: Oh, silenzio! (esce in corridoio. Va nella zona "Lamentele". Apre una porta)

UOMO: Voglio fare una lamentela.

LAMENTATORE: Vuole fare una lamentela! Guardi queste scarpe. Le ho da tre settimane e i talloni sono consumati da parte a parte.

UOMO: No voglio lamentarmi di...

LAMENTATORE: Se si lamenta non succede niente, quindi potrebbe anche non importarsene.

UOMO: Oh!

LAMENTATORE: Oh, mi fa male la schiena, che brutta giornata, sono stufo di stare in ufficio.

UOMO: (sbatte la porta, apre la seguente) Buongiorno, voglio... Oooh!

SPREADERS: No, no, no. Tenga la testa così e poi faccia Waah. Riprovi.

UOMO: Uuuwwhh!!

SPREADERS: Meglio, meglio, ma Waah, Waah! Metta la mano qua.

UOMO: No.

SPREADERS: Adesso...

UOMO: Waaaah!!

SPREADERS: Bene, bene! Così.

UOMO: La smetta di picchiarmi!!

SPREADERS: Come?

UOMO: La smetta di picchiarmi!!

SPREADERS: Smettere di picchiarla?

UOMO: Sì!

SPREADERS: Perché è entrato allora?

UOMO: Volevo fare un reclamo.

SPREADERS: Oh no, è la porta a fianco. Qui c’è lezione di venir-colpiti-sulla-testa.

UOMO: Che stupidaggine.

17.Il ministero del portamento idiota

Ministro

Negoziante

Pudey (inventore)

Segretaria

(un uomo sta aspettando nervosamente nell’ufficio di un ministero. Dopo un po’ il ministro entra camminando in maniera indescrivibilmente idiota.)

MINISTRO: Buongiorno. (mentre parla appende il cappotto e va in modo assurdo a sedersi al suo posto) Mi dispiace di averla fatta aspettare, ma temo che il mio portamento sia diventato abbastanza più idiota recentemente, e così mi ci vuole più tempo per venire al lavoro. Ebbene, di cosa si trattava?

PUDEY: Be’ onorevole, ho una camminata idiota e vorrei avere un finanziamento del Governo per svilupparla.

MINISTRO: Ho capito. Posso vedere la sua camminata idiota?

PUDEY: Sì, certo, sì. (si alza e fa un po’ di passi, sollevando il ginocchio sinistro più del normale)

MINISTRO: È questa?

PUDEY: (si ferma e torna a sedersi) Sì, è questa, sì.

MINISTRO: Non è particolarmente idiota, no? Voglio dire, la gamba destra non è idiota per niente e la gamba sinistra non fa che un mezzo giro aereo verso avanti ad ogni passo.

PUDEY: Sì, ma credo che con il supporto del Governo potrei renderla molto idiota.

MINISTRO: (alzandosi) Signor Pudey, (cammina in giro per la stanza in modi molto assurdi) il vero problema è il denaro. Purtroppo il Ministero del Portamento Idiota non riceve più il supporto di cui ha bisogno. C’è la Difesa, la Sicurezza Sociale, la Salute, il Turismo, l’Istruzione, il Portamento Idiota... tutti dovrebbero ricevere lo stesso. Ma l’anno scorso, il Governo ha speso meno per il Ministero del Portamento Idiota che per la Difesa Nazionale. Adesso riceviamo 748 milioni di Euro all’anno, che dovrebbero essere spesi per tutti i servizi che abbiamo disponibili. (si siede) Caffè?

PUDEY: Sì, grazie.

MINISTRO: (all’intercom) Signora Zolletta, può portarci due caffè per favore?

VOCE ALL’INTERCOM: Sì, signor Bustina.

MINISTRO: ... è fuori di testa. Pensi, i Giapponesi hanno un uomo che può portare la gamba sopra la testa e indietro ad ogni singolo passo. Mentre gli Israeliani... ecco il caffè. (entra la segretaria con un vassoio e due tazze sopra. Ha un’andatura molto altalenante, quindi quando arriva dal Ministro non c’è più caffè nelle tazze. Il ministro dà una rapida occhiata alle tazze e sorride soddisfatto)

MINISTRO: Grazie, molto gentile. (lei esce portando via tutto) Lei è molto interessato alle camminate idiote, vero?

PUDEY: Oh sì, abbastanza.

MINISTRO: Guardi questo allora. (sfilata di dipendenti del ministero che camminano in modo assurdo)

18.Déjà Vu

Boniface (presentatore)

Assistente

(Buio. Musica e luci da programma di documentari)

BONIFACE: Buonasera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già vissuto una scena, che quello che sta succedendo sia già successo. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già... (si ferma per un attimo) Comunque, stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana... (Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface leggermente stupito) Buonasera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione che a volte... abbiamo... di aver già vissuto una scena (Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface ora molto scosso) Buona... buona sera. Stasera a "I misteri della mente", esaminiamo il fenomeno del dddddddddddéjà vvvvvvvvuu, quella straordinaria sensazione... proprio straordinaria... (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d’acqua) Grazie. (beve. L’assistente prende il bicchiere ed esce) Quella strana sensazione che a volte abbiamo di aver già vissuto una scena. (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d’acqua. Salta sulla sedia) Grazie. (beve. L’assistente prende il bicchiere ed esce) Quella strana sensazione... (il telefono suona, risponde) No, grazie, sto bene. (mette giù, un assistente entra e gli appoggia sul tavolo un bicchiere d’acqua) Grazie (urla di spavento) Sentite, mi sta succedendo qualcosa. I-io penso che sia meglio che mi faccia vedere da qualcuno. Buonanotte. (il telefono suona di nuovo, lui salta su ed esce. Buio. Musica e luci da programma di documentari. Boniface in scena, grida e corre fuori)

19.Tribunale (sciarade)

Giudice

Portavoce della Giuria

Avvocato

Cancelliere

Giudice Kilbraken

Rita Thang (documento A)

Cardinali dell’Inquisizione

(Giudice e corte. L’imputato al banco dei testimoni)

GIUDICE: Signore e signori della giuria, avete concordato il verdetto?

PORTAVOCE: Sì, vostro onore.

GIUDICE: E come giudicate l’imputato? (il portavoce mostra la mano con due dita) Due parole. (un dito) Prima parola. (il portavoce mima un vecchio ricurvo) Vecchio? Curvo? (il portavoce scuote la testa e mima di accarezzare qualcosa)

AVVOCATO: Gatto?

CANCELLIERE: Cane?

GIUDICE: Pony? (il portavoce scuote la testa e punta sé stesso)

AVVOCATO: Fantino? Nonno? (il portavoce fa segno ‘più corto’)

CANCELLIERE: Non? (il portavoce annuisce entusiasta)

TUTTI: Non! (il portavoce alza il pollice, poi indica il suo secondo dito)

GIUDICE: Seconda parola. (il portavoce indica due parti) Due parti. (punta il primo dito) Prima parte. (il portavoce batte sul tavolo) Bussare?

CANCELLIERE: Sbattere?

GIUDICE: Protestare?

AVVOCATO: Nikita Krushev.

GIUDICE: No, no, no, quello era un presidente russo.

CANCELLIERE: Boris Eltsin allora.

GIUDICE: No, no, non sia sciocco. Come può giudicare qualcuno "Non Boris Eltsin".

AVVOCATO: Rompere. Impatto.

GIUDICE: Picchiare.

AVVOCATO: Colpire. (il portavoce annuisce e indica la mano che bussa)

GIUDICE: Colpire... COLPI! (il portavoce alza il pollice e la corte applaude eccitata) Non colpi... (il portavoce mima la seconda parte) Seconda parte. Non colpi... (il portavoce mima di volare)

AVVOCATO: Uccello.

CANCELLIERE: Albatros? Avvoltoio? (il portavoce accentua l’atto di volare)

GIUDICE: Non colpi... nuoto? Non colpìnuoto! (il portavoce guarda stupito) Siete stato giudicato non colpìnuoto delle accuse mosse contro di voi e potete lasciare questa corte come uomo libero. Bene. Tocca a me. (l’imputato esce. Il giudice mostra quattro dita)

AVVOCATO: Quattro parole.

"fate entrare il prossimo imputato"

CANCELLIERE: Fate entrare il prossimo imputato. Suo Onore Justice Kilbraken. (un giudice molto solenne vestito uguale all’altro entra) Se posso accusarla Vostro Onore, siete accusato Vostro Onore di avere nel giorno 14 giugno 2005, alla Corte Criminale Centrale, commesso azioni atte a causare disordine. Come vi dichiarate Vostro Onore, colpevole o innocente?

GIUDICE KILBRAKEN: Innocente. Il caso è chiuso. La corte si aggiorna. (batte col martelletto. Tutti si alzano e cominciano ad uscire chiacchierando)

GIUDICE: (riprendendosi) No, no, no, no, no, no, no. (si fermano tutti e tornano a sedersi) No, lei è al banco, Vostro Onore.

GIUDICE KILBRAKEN: Sono un giudice, Vostro Onore.

GIUDICE: Anch’io, Vostro Onore, quindi faccia attenzione.

GIUDICE KILBRAKEN: Ha! Chiamatelo Tribunale, questo.

TUTTI: Chiamatelo tribunale. Chiamatelo tribunale. Chiamatelo tribunale.

GIUDICE: Silenzio. Avanti con il proceso.

AVVOCATO: Vostro Onore, e Vostro Altro Onore, cercheremo ora di mostrare, Vostro Onore, come Vostro Onore – ah, non lei Vostro onore, quel Vostro Onore, Vostro Onore – pronunciando la sentenza alla Corte Criminale abbia commesso abuso di potere. Chiamo il documento Q.

GIUDICE: Q?

AVVOCATO: Oh, ho detto Q? Scusate, volevo dire A. Scusate, chiamo il documento A. Cancelliere. (due uscieri portano dentro una cosa con un lenzuolo sopra. Tirano via il lenzuolo scoprendo una ragazza sexy in una posa provocante) Documento A, Vostro Onore, Miss Rita Thang, modella per artisti, insegnante di fisarmonica svedese e venditrice di sedie impagliate, è stata giudicata colpevole in base all’Articolo di Contegno Rude presso la corte dell’imputato. L’imputato, Vostro Onore, sentenziò che lei fosse "portata via da questa sede e portata alla mia".

ALTRO AVVOCATO: Obiezione, Vostro Onore.

GIUDICE KILBRAKEN: Obiezione accolta.

GIUDICE: Silenzio, lei! Obiezione respinta.

AVVOCATO: L’imputato ha poi fatto commenti sulla struttura corporea di Miss Thang, altre osservazioni non del tutto legali in tema di divertimento, e ha poi piazzato la sua veste sulla sua testa e cominciato ad emettere lievi mugolii.

GIUDICE: Ha qualcosa da dire in sua difesa?

GIUDICE KILBRAKEN: Non lo facevo da settimane.

GIUDICE: Ah no? E quel numerino che ha fatto imboscare a Belsize Park?

GIUDICE KILBRAKEN: Oh, io mai!

GIUDICE: Ah, no. Ho! Ho! Ho!

GIUDICE KILBRAKEN: E va bene, e allora che ne dice di Woodford Square 8?

GIUDICE: Dica qualcosa di quello e la sistemo per tradimento.

AVVOCATO: Vostro Onore se posso continuare...

GIUDICE KILBRAKEN: (all’avvocato) Ha un bocconcino cinese da quelle parti.

GIUDICE: No, questo è vilipendio alla Corte.

GIUDICE KILBRAKEN: Stavo scherzando.

GIUDICE: Vilipendio alla Corte. Comunque, non la punirò perché siamo troppo a corto di giudici al momento, con tutti che stanno emigrando in Cina. Io ci vado domani, ho già il biglietto. Vai là e ti fai delle sentenze decenti. Ooh, che ribrezzo stare in Inghilterra. Il meglio che posso fare qui è un ergastolo. Quasi non c’è motivo di venire qui la mattina. Mentre, in Cina? Hai il tuo gatto a nove code, quattro condanne a morte alla settimana, i drink costano poco, hai tanti lavoratori ed un mercato in espansione. Me ne vado, vi dico. Sì, ne ho abbastanza di "prove" e dannati referti psichiatrici. È così, me ne vado. È così. Bene. Be’ voglio godermela ancora una volta prima di partire, quindi la condanno ad essere bruciato sul rogo. (batte col martelletto)

GIUDICE KILBRAKEN: Diamine! Non mi aspettavo l’Inquisizione Spagnola. (tutti si girano verso la porta. I tre cardinali però sono appena usciti di casa, prendono il bus, scendono davanti al tribunale, corrono dentro, mentre si sta allestendo già la scena successiva)

XIMINEZ: Nessuno si aspetta l’Inquisizione... (buio. Si passa alla scena successiva) Oh, bastardi.

20.Spam

Marito

Moglie

Cameriera

Vichinghi

MARITO: Siediti qui, cara.

MOGLIE: Va bene.

MARITO: (alla cameriera) Buongiorno.

CAMERIERA: Buongiorno.

MARITO: Che cosa c’è di buono?

CAMERIERA: Be’, c’è uova e bacon; uova salsiccia e bacon; uova e spam; uova bacon e spam; uova bacon salsiccia e spam; spam bacon salsiccia e spam; spam uova spam spam bacon e spam; spam salsiccia spam spam bacon pomodoro e spam;

VICHINGHI: (cominciano a cantare) Spam spam spam spam

CAMERIERA: Spam spam spam uova e spam; spam spam spam spam spam spam fagioli stufati spam spam spam...

VICHINGHI: (cantano) Spam! Splendido spam! Splendido spam!

CAMERIERA: ... o aragosta Thermidor à Crevette con salsa mornay servita alla provenzale con scalogno e melanzane, guarnita con paté ai tartufi, brandy e con sopra un uovo fritto e spam.

MOGLIE: Avete qualcosa senza spam?

CAMERIERA: Be’, nello spam uova salsicce e spam non c’è molto spam.

MOGLIE: Non voglio spam!

MARITO: Perché non può avere uova bacon spam e salsiccia?

MOGLIE: Ma in quello c’è lo spam!

MARITO: Ma non tanto spam quanto in spam uova salsiccie e spam, no?

VICHINGHI: (cantano in crescendo) Spam spam spam spam

MOGLIE: Potete farmi uova bacon spam e salsiccia senza lo spam?

CAMERIERA: Bleargghh!

MOGLIE: "Bleargghh" cosa? Non mi piace lo spam!

VICHINGHI: (ancora in crescendo) Splendido spam! Magnifico spam!

CAMERIERA: Zitti!

VICHINGHI: Splendido spam! Magnifico spam!

CAMERIERA: Insomma, zitti! (i vichinghi smettono) Maledetti vichinghi! Signora, non posso darle uova bacon salsiccia e spam senza lo spam.

MOGLIE: (strilla) Non mi piace lo spam!

MARITO: Calmati, cara, non litighiamo. Mangerò io il tuo spam. A me piace molto. Voglio spam spam spam spam spam spam spam fagioli stufati spam spam spam e spam!

VICHINGHI: (cantano) Spam spam spam spam. Splendido spam! Magnifico spam!

CAMERIERA: State zitti! I fagioli stufati sono finiti.

MARITO: Be’ allora posso avere lo spam invece dei fagioli?

CAMERIERA: Allora vuole spam spam spam spam spam spam...? (ma è troppo tardi, la sua voce è sopraffatta dal canto dei vichinghi)

VICHINGHI: (cantano in coro) Spam spam spam spam. Splendido spam! Magnifico spam! Spam spa-a-a-a-a-am spam spa-a-a-a-a-am spam. Splendido spam! Splendido spam! Splendido spam! Splendido spam! Splendido spam! Spam spam spam spam!

21.Visitatori / Il signor Hilter

Signora (affittacamere)

Johnson e consorte (clienti)

Phillips e consorte (clienti)

Hitler

Himmler

Von Ribbentrop

SIGNORA: Buongiorno. I signori Johnson?

JOHNSON: Sì, esatto. Sì.

SIGNORA: Oh, entrate pure. Scusate se non vi stringo la mano, ho appena messo un po’ di lardo sulle pustole del gatto. (chiude la porta)

JOHNSON: Grazie.

SIGNORA: Oh, dovete essere stanchi. È lunga la strada da Coventry, vero?

JOHNSON: Be’, di solito ci vogliono cinque ore e mezza, e noi ci abbiamo messo sei ore e 53 minuti, con una pausa di 25 minuti a Frampton Cottrell per sgranchirci le gambe; e abbiamo dovuto aspettare mezz’ora per entrare nella M5 a Droitwich.

SIGNORA: Davvero?

JOHNSON: Poi c’è stata una coda di tre miglia giusto prima di Bridgewater sulla A38. Di solito passiamo sulla B3339, sa, giusto prima di Bridgewater.

SIGNORA: Davvero?

JOHNSON: Abbiamo deciso di rischiare perché dicono sempre che allargheranno la strada lì. Sì, be’, proprio vicino all’incrocio, dove converge la A372. È pieno di spazio per ampliare lì, ci sono solo campi incolti. Potrebbero guadagnare ancora due metri, tirare giù quell’ospedale. Poi abbiamo preso la costiera per Williton – e abbiamo preso tutto il traffico di Taunton sulla A358 tra Crowcombe e Stogumber.

SIGNORA: Be’, starete morendo dalla voglia di una tazza di tè.

JOHNSON: Be’, non diremo di no, se è calda e bagnata. Ah ah!

SIGNORA: Ah ah! Bene, venite nella sala, sto giusto per servire il tè del pomeriggio.

JOHNSON: Molto gentile.

SIGNORA: Venite, Signore e Signora Johnson, vi presento il Signore e la Signora Phillips.

MR PHILLIPS: Buongiorno.

JOHNSON: Buongiorno.

SIGNORA: È la terza volta che vengono a stare qui. Non riusciamo proprio a mandarvi via, eh? E quaggiù c’è il Signor Hilter. (nell’angolo ci sono tre generali tedeschi in completa uniforme nazista, studiando una mappa)

HITLER: Ach. Ha! Puon tempo, er, Puonciorno.

SIGNORA: Oho, state organizzando una piccola gita, eh, Signor Hilter?

HITLER: Ja, ja, noi ha un piccolo... (a Himmler) was ist Abweise bewegen?

HIMMLER: Escursione.

HITLER: Ah sì, noi fa piccola excursus e Bideford.

JOHNSON: Ah sì. Be’, prenderete la A39. Oh no, avete la mappa sbagliata. Questa è Stalingrado. Vi serve la sezione Ilfracombe a Barnstaple.

HITLER: Ah! Stalingrado! Ha ha ha, Heinri... Reginald, questa è mappa sbagliata tu sciocco pezzo di fallo di mano inglese persona! [you silly old leg-before-vicket English person]

HIMMLER: Mi dispiace mio Fuhrer, (viene schiaffeggiato) mio vecchio compagno di mille sbronze.

SIGNORA: Oh, che fortuna che il Signor Johnson ve l’abbia fatto notare. Non vi sareste divertiti tanto a Stalingrado, vero? Ha ha. (silenzio di tomba) Ho detto: non vi sareste divertiti tanto a Stalingrado, vero?

HITLER: Non divertiti tanto a Stalingrado, no.

SIGNORA: Oh, scusate, non vi ho presentato. Questo è Ron. Ron Vibbentrop.

JOHNSON: Oh, non Von Ribbentrop, eh? Eh eh.

VON RIBBENTROP: Nein! Nein! Oh. Ha ha. No, diverso altro tizio. Io in Somerset nato sono. Von Ribbentrop nato in Gotterdammerstrasse 46, Dusseldorf Vest 8... così dicono! Eh eh.

SIGNORA: E questo è quello silenzioso, Heinrich Bimmler.

HIMMLER: Piacere di fare incontro, nobiluomo. Io anche non sono di Minehead nato ma nel vostro Peterborough Lincolnshire alla luce venni. Ma sono in casa di Peterborough Lincolnshire per tutta guerra rimasto, per care vecchie ferite di corse, e non potuto in strada scendere o partite di calcio visitare o a Nuremburg andare. Ah, lavavetri in pensione sono e pacifista, senza afer crimini di guerra fatto. Oh... e sono lieto Inghilterra ha Coppa del Mondo vinto. Bobby Charlton! Martin Peters! E mangio sacco di chips and fish e Piccadilly Circus e Lady D... sapete, vero! Ed ero capo di Gestapo per dieci anni. (si siede, torna su) Ah! Cinque anni! (gomitata di Hitler) Nein! No! Oh. No capo di Gestapo PER NIENTE! Non ero, io fatto scherzo! (risate)

SIGNORA: Oh, signor Bimmler. Ci eravamo quasi cascati! (il telefono suona) Oh, scusatemi. Meglio che vada a rispondere.

JOHNSON: Quanto resta qua, signor Hilter, giusto stanotte?

HITLER: Perché lo chiedi, sei tu una spia? (estrae una pistola) Vai contro il muro, maiale inglese, adesso morirai!

HIMMLER: Calma, mio vecchio compagno di mille sbornie!

VON RIBBENTROP: È un poco nervoso, signor Johnson, non dorme da 1945.

HITLER: Chiudi tuo forno, scheisse Nazi!

VON RIBBENTROP: Calma, fuhreruccio.

HIMMLER: Ha ha, come ci divertiamo!

JOHNSON: Non vi ho visto in televisione?

HITLER, VON RIBBENTROP e HIMMLER: Nicht. Nein. No. (Hitler si copre i baffi)

SIGNORA: Telefono, signor Hilter. È il signor McGoering dalla Bell. Dice che ha trovato un posto dove può noleggiare bombardieri a ore...?

HITLER: Se apre ancora sua grossa bocca, è tempo di Lapshig!

HIMMLER: Shhh! Ha ha, noleggiare bombardieri! È burlone, quel scozzese persona!

VON RIBBENTROP: Buon vecchio Norman!

SIGNORA: (a Johnson) È sempre al telefono in questo periodo.

JOHNSON: È in affari?

HIMMLER: Presto, caro.

SIGNORA: Giovedì è il suo gran giorno. Lo programmano da mesi.

JOHNSON: Cosa succede?

SIGNORA: Ci sono le elezioni di North Minehead. Il signor Hilter partecipa con il partito Nazional Bocialista. Ha splendidi piani per Minehead.

JOHNSON: Tipo?

SIGNORA: Be’, per cominciare vuole annettere la Polonia. (la scena passa sulla strada)

HITLER: Non sono un razzialista, ma, e questo è grosso ma, noi del Partito Nazional Bocialista crediamo das Überleben muss gestammen sein mit der schneaky Armstrong-Jones. Historische Taunton ist Volkermeinig von Meinhead.

HIMMLER: (applaude) Il signor Hitler, Hilter, lui dice che storicamente Taunton è già parte di Minehead.

VON RIBBENTROP: Ha ragione, sapete?

HITLER: Und Bridgwater ist die letzte Fühlung das wir haben in Somerset! (Von Ribbentrop accende un grammofono da cui escono grida ed applausi)

JOHNSON: Cosa pensa del programma politico del signor Hilter?

SIGNORA: Non mi piace il suono di quei Bampi di Boncentramento.

DONNA: Gli ho dato il mio bambino da baciare, e l’ha morso in testa!

22.Quattro signori

Eric

Graham

Terry

Michael

ERIC: Molto buono, vero? Molto buono.

TUTTI: È vero, è vero.

GRAHAM: Un buon bicchiere di Château de Chasselas, non è vero, sir?

TERRY: Oh, ha proprio ragione, Obadiah.

GRAHAM: Giusto.

ERIC: Chi avrebbe pensato, trent'anni fa, che ci saremmo trovati qui a bere del Château de Chasselas, eh?

TUTTI: Già, già.

MICHAEL: A quei tempi saremmo stati contenti di avere i soldi per una tazza di tè.

GRAHAM: Giusto! Una tazza di tè freddo!

MICHAEL: Giusto!

ERIC: Senza latte e senza zucchero!

TERRY: E senza tè!

MICHAEL: In una tazza scheggiata e tutto il resto.

ERIC: Oh, noi non avevamo neanche una tazza! Noi dovevamo bere da un giornale arrotolato!

GRAHAM: Il meglio che riuscivamo ad avere noi era uno straccio umido da succhiare.

TERRY: Però sapete, eravamo felici a quei tempi, anche se eravamo poveri.

MICHAEL: Perché eravamo poveri!

TERRY: Giusto!

MICHAEL: Il mio vecchio padre mi diceva: "I soldi non danno la felicità, figliolo!"

ERIC: Aveva ragione!

MICHAEL: Giusto!

ERIC: Ero più felice allora e non avevo niente! Abitavamo in questa vecchia casetta decrepita con grossi buchi sul tetto.

GRAHAM: Casa! Eravate fortunati a vivere in una casa! Noi vivevamo in una stanza, in ventisei, niente mobili, metà del pavimento non c'era, ce ne stavamo tutti ammucchiati in un angolo per paura di cadere.

TERRY: Eravate fortunati ad avere una stanza! Noi dovevamo dormire nel corridoio!

MICHAEL: Oh, noi sognavamo di dormire in un corridoio! Sarebbe stato un palazzo per noi! Noi abitavamo in una vecchia cisterna in cima alla spazzatura. Ci svegliavamo ogni mattina quando ci rovesciavano addosso un carico di pesce marcio. Casa, hah!

ERIC: Be', ho detto casa, ma era solo un buco nel terreno, coperto da una tela incatramata, ma per noi era una casa!

GRAHAM: Noi fummo sfrattati dal nostro buco nel terreno. Andammo a vivere in un lago!

TERRY: Eravate fortunati ad avere un lago! Stavamo in 150 dentro una scatola per scarpe in mezzo alla strada!

MICHAEL: Una scatola di cartone?

TERRY: Sì!

MICHAEL: Eravate fortunati! Noi abitammo per tre mesi in un giornale arrotolato dentro un serbatoio tossico! Dovevamo alzarci ogni mattina, alle sei e pulire il giornale, andare a lavorare giù al mulino, quattordici ore al giorno, per sei pence alla settimana, e quando tornavamo a casa nostro padre ci mandava a dormire frustandoci con la sua cintura!

GRAHAM: Che lusso! Noi dovevamo alzarci dal lago alle tre del mattino, pulire il lago, mangiare una manciata di becchime caldo, lavorare venti ore al giorno al mulino, per due pence al mese, tornare a casa, e il papà ci picchiava tra testa e collo con una bottiglia rotta, se eravamo fortunati!

TERRY: ... Be', naturalmente per noi era dura! Dovevamo alzarci dalla scatola per scarpe nel mezzo della notte, e pulire la strada leccandola con la lingua! Mangiavamo mezza manciata di becchime ghiacciato, lavoravamo 24 ore al giorno al mulino per quattro pence ogni sei anni, e quando tornavamo a casa nostro padre ci tagliava in due con un coltello da cucina!

ERIC: E va bene. Io dovevo alzarmi alle dieci di notte, mezz'ora prima di andare a letto, mangiare un tozzo di veleno freddo, lavorare ventinove ore al giorno giù al mulino e pagare il proprietario del mulino per poter venire al lavoro, e quando tornavamo a casa nostro padre ci uccideva e ballava sulle nostre tombe, cantando Alleluia!

MICHAEL: Aah. Se provi a dirlo ai giovani d'oggi, non ti credono!

TUTTI: No, no non ti credono!

23.Sketch dell'aereoplano

Capitano

Secondo

Steward

CAPITANO: (annoiato) “Vedo-vedo.”

SECONDO: (annoiato) “Cosa vedi?”

CAPITANO: (annoiato) “Una cosa che comincia per...” C.

SECONDO: (subito) Cielo.

CAPITANO: (annuisce) Mmh.

SECONDO: (annoiato) “Vedo-vedo.”

CAPITANO: (annoiato) “Cosa vedi?”

SECONDO: (annoiato) “Una cosa che comincia per...” N.

CAPITANO: (subito) Nuvole.

SECONDO: (annoiato) Sì… Oh Dio come mi annoio.

CAPITANO: Sono stufo di questo gioco. Facciamone un altro. (Pausa) Trovato.

SECONDO: Cosa?

CAPITANO: (accende l”interfono) “Salve, è il capitano che parla. Non c”è assolutamente nulla di cui allarmarsi.” (ridono come matti) Questo gli darà da pensare… (l”altro fa per accendere l”interfono) No, no, no, non ancora, non ancora, aspetta. Lascia che si depositi. Staranno pensando, mm, “Di cosa non c”è da allarmarsi? Ah, i motori sono in fiamme? (all”interfono) “I motori non sono in fiamme.” (ridono come matti) Adesso stanno pensando, mm, “Perché ha detto così?” E noi diciamo…

(lo Steward entra nella cabina)

SECONDO: Oh, come andiamo?

STEWARD: (sbircia il corridoio) Hanno smesso di mangiare. Sembrano un po” preoccupati.

CAPITANO: Bene… (fa per accendere l”interfono)

STEWARD: Aspetta! Cӏ uno che sta andando in bagno.

CAPITANO: (attenti) È entrato?

STEWARD: Sta chiudendo la porta... ora.

CAPITANO: Bene. Uno… due… tre…

SECONDO: (all”interfono, molto veloce) “Siete pregati di tornare ai vostri posti e allacciare le cinture immediatamente!” (ridono come matti)

STEWARD: Sì… eccolo che corre fuori come un indemoniato. Adesso passo io con la faccia preoccupata.

SECONDO: Bene. (STEWARD esce con aria abbattuta) Norme di sicurezza.

CAPITANO: (annuisce) Norme di sicurezza.

SECONDO: (all”interfono) “Si prega di ascoltare con attenzione. Vi ricordiamo alcune norme di sicurezza. In caso di emergenza è fondamentale... (smette di parlare, il Capitano fa un rumore di scariche statiche) “... appena si sente il cicalino d”allarme.”

CAPITANO: “Bzzzzz!” (ridono come matti) Oh, questo gli darà una bella scossa.

STEWARD: (entra nella cabina) Grande, grande! (esce)

CAPITANO: Ehi, ho un”idea! “Attenzione, trovate il giubbotto di salvataggio sotto il vostro sedile.” (ride)

SECONDO: No, sono nelle cappelliere. (indica su)

CAPITANO: (serio) Shhhh, lasciali scavare un po”. (SECONDO ride) “Chiedo scusa, lo trovate nella cappelliera sopra di voi. (pausa) Ma non slacciate la cintura di sicurezza.”

SECONDO: Aaahh! (ridono come matti)

STEWARD: (ritorna) Grande, grande, era fantastico!

SECONDO: Bene. Supercazzola!

CAPITANO: Oh sì.

SECONDO: “Gli scransi sopra di voi sono ora pronti a scopolare. Slacciate la cintura di sicurezza e premete i fotodiottri di emergenza sul retro del sedile dietro di voi.” (ridono come matti)

STEWARD: (sbircia fuori) Fantastico, corrono da tutte le parti, si arrampicano sui sedili.

SECONDO: “Localizzate il verrocchio di emergenza nel bagno di coda e attivatelo.” (ride)

CAPITANO: “Ma non slacciate la cintura di sicurezza.” (ridono come matti)

STEWARD: Così sono tornati ai loro posti.

SECONDO: “Il verrocchio di emergenza DEVE essere attivato!”

CAPITANO: “Ma non alzatevi dal sedile.”

SECONDO: “Niente panico.”

CAPITANO: “Verrà ora servito il caffè.”

SECONDO: “Gonfiate i giubbotti di salvataggio.”

CAPITANO: “E spegnete le apparecchiature elettroniche.”

SECONDO: “Rimuovete i bagagli dalle cappelliere sopra di voi e metteteli nelle cappelliere dall”altro lato dell”aereo.”

CAPITANO: “Ad eccezione dei bagagli a mano...”

SECONDO: “...su cui dovrete sedervi.” (ridono come matti)

CAPITANO: Dai un”occhiata.

STEWARD: (guarda) Ehi!

CAPITANO: Cosa?

STEWARD: (guarda) Aspettate!

SECONDO: Cosa?

STEWARD: (preoccupato) Sono saltati tutti fuori. (ridono come matti. Dopo un po” la risata muore a poco a poco. Lunga pausa)

CAPITANO: Mi sa che questa volta non la passiamo liscia, eh. (Scoppiano di nuovo a ridere come matti)

24.Gorilla bibliotecario

Presidente

Prete

Signora

Gorilla

Una sala riunioni.

PRESIDENTE: Il prossimo! (entra un gorilla) Buongiorno - il signor Filippi?

GORILLA: Sì, esatto.

PRESIDENTE: Ehm, si sieda.

GORILLA: Grazie. (si siede)

PRESIDENTE: Ci può dire di massima... perché vuole diventare un bibliotecario?

GORILLA: Ehm, be', ho una certa esperienza avendo gestito per un po' la biblioteca della scuola.

PRESIDENTE: Sì, sì... Che genere di esperienza?

GORILLA: Ehm, be', per un po' ho gestito la sezione di Scienze Avanzate.

PRESIDENTE: Sì, sì... Bene signor Filippi, certo si rende conto che il ruolo di bibliotecario comporta delle responsabilità molto importanti. Mi riferisco alla selezione dei libri, la tenuta del catalogo, e la galleria d'arte. Mi sembra che il suo punto debole sia la mancanza di esperienza professionale... oltre al fatto che, ehm, essendo un gorilla, tenderebbe a spaventare la gente.

PRETE: (a parte) È un gorilla?

PRESIDENTE: Eh sì.

PRETE: Ma perché non l'ha scritto sul modulo che è un gorilla?

PRESIDENTE: Be' vede, i candidati non sono obbligati ad indicare la loro specie. Signor Filippi, qual è la sua opinione sulla censura in una biblioteca pubblica?

GORILLA: Cosa vuol dire?

PRETE: Be' per esempio, catalogherebbe per ipotesi "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire"... o... "Porci con le ali"?

GORILLA: Penso di sì.

PRETE: Bene.

PRESIDENTE: Sì, be', questo mi sembra molto ragionevole signor Filippi. Non posso fingere che questa biblioteca non abbia avuto le sue difficoltà... Bertinelli, il suo predecessore, un ottimo bibliotecario, ha azzannato tre persone la scorsa settimana e ha dovuto essere abbattuto.

GORILLA: Mi dispiace, signore.

PRESIDENTE: Oh, no, non si dispiaccia. Vede, io non credo che le biblioteche debbano essere posti noiosi dove la gente siede in silenzio, e questo è il motivo principale della nostra politica di assunzione di animali selvatici come bibliotecari.

PRETE: E poi, sono molto più permissivi. I puma mettono "Selen" sugli scaffali aperti...

PRESIDENTE: Sì. Sì. Sì. (uno sguardo da maniaco) Sì, sì, signor Filippi. Adoro vedere gli utenti quando vengono a lamentarsi per un qualche libro danneggiato, chiedono di parlare con il capo bibliotecario e poi... dovrebbe vedere le loro facce quando la fiera bestia salta fuori dal suo ufficietto, afferra il libro dalle loro mani e affonda le zanne nella loro morbida ehm... (si controlla) Signor Filippi... Kong! Lei può essere il nostro prossimo bibliotecario! È fiero, maestoso e inquietante a sufficienza... Accetta?

GORILLA: Io... non credo di potere, signore.

PRETE: Perché no?

GORILLA: Io... non sono un vero gorilla.

PRETE: Eh?

GORILLA: Sono un bibliotecario travestito.

PRESIDENTE: Perché questo imbroglio?

GORILLA: Be', ho sentito che era il modo più sicuro per avere il posto.

PRESIDENTE: Se ne vada, signor Bibliotecario Filippi, visto che non è un gorilla, ma si è solo travestito da gorilla, per cercare di ingannarci a favore della sua carriera... (il gorilla esce) Il prossimo. (entra un cane vero) Ah, signor Valeri... Seduto!

25.Libreria

Cliente

Libraio

C: (tizio timido, entra) Buongiorno.

LIBRAIO: Buongiorno. Desidera?

CLIENTE: Ha una copia di “Trenta giorni nel deserto di Samarcanda con un cucchiaio” di Dottor Bertone, Dottor?

LIBRAIO: Ehm, non lo conosco...

CLIENTE: Ah, non importa, non importa. E “101 modi per scatenare una rissa”?

LIBRAIO: ... Di?

CLIENTE: Un critico d’arte di cui adesso mi sfugge il nome.

LIBRAIO: Ah be’, no, non ce l’abbiamo in stock....

CLIENTE: Oh, be’, non si preoccupi, non si preoccupi. Magari mi può aiutare con “David Coperfield”?

LIBRAIO: Ah sì, Dickens.

CLIENTE: No.

LIBRAIO: (pausa) Scusi?

CLIENTE: No, Edmund Wells.

LIBRAIO: Io... vedrà che “David Copperfield” l’ha scritto Dickens...

CLIENTE: No, no, Dickens ha scritto “David Copperfield” con due “P”. Questo è “David Coperfield” con UNA “P” di Edmund Wells.

LIBRAIO: “David Coperfield” con una “P”?

CLIENTE: Sì, avrei dovuto specificarlo.

LIBRAIO: Sì, be’ in quel caso non ce l’abbiamo.

CLIENTE: (guardando) Strano, avete un sacco di libri qui...

LIBRAIO: (un po’ irritato) Sì, certo, ma non abbiamo “David Coperfield” con una “P” di Edmund Wells. Abbiamo solo “David Copperfield” con due “P” di Charles Dickens.

CLIENTE: Peccato, era più profondo di quello di Dickens.

LIBRAIO: Più PROFONDO?!?

CLIENTE: Sì. Magari vale la pena dare un’occhiata tra i suoi “David Copperfield”...

LIBRAIO: No, signore, tutti i nostri “David Copperfield” hanno due “P”.

CLIENTE: D’accordo, ma anche la prima edizione di Edmund Wells aveva due “P”. Per quello poi c’è stata una denuncia per copyright.

LIBRAIO: No, posso assicurarle che tutti i nostri “David Copperfield” con due “P” sono di Charles Dickens.

CLIENTE: È proprio sicuro?

LIBRAIO: Abbastanza.

CLIENTE: Un’occhiatina?

LIBRAIO: Non serve.

CLIENTE: Oh... e “Grandi speranse”?

LIBRAIO: Sì, be’ quello ce l’abbiamo...

CLIENTE: È “Grandi speranSe” con la “S”, sempre di Edmund Wells.

LIBRAIO: (pausa) Sì, be’ in quel caso non ce l’abbiamo. Non abbiamo niente di Edmund Wells, in realtà: non è molto popolare.

CLIENTE: Neanche “Il circolo Sbicquic”? S-B-I-C-Q-U-I-C.

LIBRAIO: No.

CLIENTE: “Il Kanto di Natale” con la kappa?

LIBRAIO: (disturbato) No...

CLIENTE: Magari il “Racconco di due tittà”?

LIBRAIO: Assolutamente no.

CLIENTE: Mi scusi il disturbo... (se ne va verso la porta)

LIBRAIO: Di niente...

CLIENTE: Magari avete una copia di “Iliver Twost”?

LIBRAIO: No, come ho detto, non abbiamo niente di Edmund Wells!

CLIENTE: No, non Edmund Wells - Charles Dikkens.

LIBRAIO: (pausa - con interesse) Charles Dickens??

CLIENTE: Sì.

LIBRAIO: (eccitato) Vuole dire “Oliver Twist”!

CLIENTE: No, ‘Iliver Twost’ di Charles Dikkens. Dikkens con due kappa, il famoso scrittore olandese.

LIBRAIO: (leggera pausa) No, be’ non abbiamo “Iliver Twost” di Charles Dikkens con due kappa il famoso scrittore olandese, e magari per risparmiar tempo dovrei aggiungere che non abbiamo “Veliver Tsot” di Darles Chickens, e neanche “Williwer Stwiv” di Marles Pickens con quattro “M” e la “Q” muta. Perché non prova da Feltrinelli?

CLIENTE: Ci sono stato, mi hanno mandato qui.

LIBRAIO: Davvero!

CLIENTE: Ah, mi chiedevo...

LIBRAIO: Oh continui, la prego.

CLIENTE: Sì, mi chiedevo se avevate “Le favolose avventure del Capitan Loretta Fortechips e del suo intrepido volpino Steck tra i Giganti Pigmei di Maiorca”... parte otto.

LIBRAIO: (dopo una pausa per riprendersi) No, non ce l’abbiamo... strano, abbiamo un sacco di libri qui... Be’, non voglio trattenerla qui in piedi... grazie -

CLIENTE: Oh, va be’, avete -

LIBRAIO: (lo spinge) No, non ce l’abbiamo. No, non ce l’abbiamo -

CLIENTE: M-m-m-ma -

LIBRAIO: Mi dispiace, no, è l’una, chiudiamo per il pranzo -

CLIENTE: Ah, l’ho - l’ho visto -

LIBRAIO: Mi dispiace -

CLIENTE: L’ho visto, è là! L’ho visto.

LIBRAIO: Cosa? Cosa? COSA?

CLIENTE: L’ho visto laggiù: “Il grande libro degli uccelli d’Italia Brichetti”.

LIBRAIO: (pausa, cercando di restare calmo) “Il grande libro degli uccelli d’Italia Brichetti”?

CLIENTE: Sì...

LIBRAIO: B-R-I-C-H-E-T-T-I?

CLIENTE: Sì...

LIBRAIO: U-C-C-E-L-L-I?

CLIENTE: Sì...

LIBRAIO: (riprendendosi) Sì, be’, lo abbiamo davvero, in effetti...

CLIENTE: La versione espurgata.

LIBRAIO: (pausa; gentilmente) Mi scusi, non ho afferrato...?

CLIENTE: La versione espurgata.

LIBRAIO: (esplodendo) La versione ESPURGATA del “Grande libro degli uccelli d’Italia Brichetti”?!?!

CLIENTE: (disperatamente) Quella senza la folaga.

LIBRAIO: Quella senza la folaga!! Hanno TUTTE la folaga!! È un uccello d’Italia, la folaga, sta in tutti i libri!!

CLIENTE: (insistente) Be’, a me non piacciono... Hanno certi becchi... E poi la fanno nel loro nido.

LIBRAIO: (furioso) Va bene! La tolgo io!! (sfoglia il libro e strappa la pagina) Qualche altro uccello che non le piace?

CLIENTE: Non mi piace il pettirosso...

LIBRAIO: (gridando) Il pettirosso! Va bene! (strappa) Ecco qua, qualcun altro che non le piace, qualcun altro?

CLIENTE: Il rondone?

LIBRAIO: Bene! Il rondone, il rondone, il rondone, eccolo! (strappa) Ecco qua! Niente folaghe, niente pettirossi, niente rondoni, ECCO il suo libro!

CLIENTE: (indignato) Non posso comprarlo! È strappato!

LIBRAIO: (versi incoerenti, getta il libro nel cestino)

CLIENTE: Ah, mi chiedevo se avevate -

LIBRAIO: Oddio, mi chieda qualunque cosa! Abbiamo un sacco di libri qui, lo sa, è una libreria!

CLIENTE: “Harry Potter e la maglia di lana”?

LIBRAIO: No, no, quello non ce l’abbiamo, strano!

CLIENTE: “Il Vangelo secondo Amadeus”?

LIBRAIO: No, no, no, ci riprovi!

CLIENTE: Ah... oh, sì! “Ester lo zebù fa il perito edile”.

LIBRAIO: No, no, no, no, no... Cosa? COSA??

CLIENTE: “Ester lo zebù fa il perito edile”.

LIBRAIO: “Ester lo ze-” SI’!! SI’!! CE L’ABBIAMO!! (gettando libri qua e là) L’ho - l’ho visto da qualche parte!! Lo so!! Hee hee hee hee hee!! Ha ha hoo ho- ASPETTA! ASPETTA!! È lui? È lui?? (trionfante) Sì!! Eccolo, “Ester lo zebù fa il perito edile”!! Ecco il suo libro!(glielo scaraventa in mano) Adesso LO COMPRI!!

CLIENTE: (velocemente) Non ho abbastanza denaro.

LIBRAIO: Mi basta un anticipo!

CLIENTE: Non ho proprio soldi!

LIBRAIO: Accetto un assegno!

CLIENTE: Non ho un libretto d’assegni!

LIBRAIO: Facciamo col POS!

CLIENTE: Non ho un conto bancario!

LIBRAIO: VA BENE!! Glielo compro io! (pigia il registratore di cassa) Ecco, questo è il suo resto, questi sono i soldi per il taxi per tornare a casa, questo è il suo libro, ecco, ecco...

CLIENTE: Aspetti, aspetti, aspetti!

LIBRAIO: Cosa? COSA? COSA?!

CLIENTE: Non so leggere!

LIBRAIO: Non sa... leggere. (pausa) VA BENE!! Si sieda! Seduto!! È comodo? Bene! (apre il libro) “Una bella mattina Ester lo zebù stava zompettando verso il fiume, trottiti-trottiti-trottiti, quando incontrò un piccolo e simpatico perito edile...”

26.Spago

Adriano Zimarra, pubblicitario

De Luca, cliente

ZIMARRA: Aah, entri, entri signor... De Luca. Benvenuto alla Pistrello, Follicoli, Ocoide, Congiunzione, Ratzinger, Zimarra, Perversi, Faida e Bum!

DE LUCA: Grazie.

ZIMARRA: Si sieda - io sono Zimarra, Adriano Zimarra...

DE LUCA: Piacere.

ZIMARRA: Bene, signor De Luca... (pensoso) De Luca, De Luca... Francese?

DE LUCA: No.

ZIMARRA: Ah. Bene, lei vuole pubblicizzare il suo detersivo.

DE LUCA: Spago.

ZIMARRA: Spago, detersivo, è uguale. Possiamo vendere *qualunque cosa*.

DE LUCA: Bene. Io - ho questa grossa quantità di spago, centoventiduemila *chilometri* per la precisione, che ho ereditato, e ho pensato: “Se lo pubblicizzo...”

ZIMARRA: Ma certo! Un campagna a livello nazionale. Molto utile lo spago, nessuna difficoltà.

DE LUCA: Ma c’è un problema, guardi. Per cattiva pianificazione, i centoventiduemila chilometri sono tagliati in pezzi da sette centimetri. Quindi non c’è molta utilità.

ZIMARRA: Bene sarà il nostro punto di forza! “MONO-SPAGHELLI DE LUCA”!

DE LUCA: Cosa?

ZIMARRA: “LO SPAGO PRONTO! GIÀ’ TAGLIATO, MASSIMA MANEGGEVOLEZZA, MONO-SPAGHELLI PREMIUM DE LUCA - LUNGHI QUANTO BASTA!”

DE LUCA: Per cosa?

ZIMARRA: “UN MILIONE DI USI!”

DE LUCA: Tipo?

ZIMARRA: Mmmm... legare dei pacchi molto piccoli, attaccare messaggi alle zampe dei piccioni, ehm, disinfestare i parassiti casalinghi...

DE LUCA: Disinfestare i parassiti?! Come?

ZIMARRA: Be’, se sono più grandi di un topo, li si può strangolare, e se sono più piccoli, li si può frustare a morte!

DE LUCA: Come no!...

ZIMARRA: “DISTRUGGI IL 99 PER CENTO DEI PARASSITI CASALINGHI CON I MANEGGEVOLISSIMI MONO-SPAGHELLI PRESTIGE DE LUCA LIGHT, PRETAGLIATI, INOSSIDABILI, SENZA COLORANTI ARTIFICIALI, È UN PRESIDIO MEDICO-CHIRURGICO.”

DE LUCA: “Medico-chirurgico”!?!?!?!!?

ZIMARRA: Ha mai visto un ospedale dove non hanno dello spago?

DE LUCA: No, ma è solo dello *spago*!

ZIMARRA: SOLO SPAGO?! È tutto! È... è idrorepellente!

DE LUCA: Non lo è!

ZIMARRA: Va bene, è impermeabile allora!

DE LUCA: Non lo è!

ZIMARRA: Va bene, è assorbente! È... lo Spago Super Assorbente! “ASSORBI TUTTI I TUOI LIQUIDI CON GLI ASSORBI-MONO-SPAGHELLI DE LUCA! ABBASSO LE PERDITE!”

DE LUCA: Ha appena detto che era idrorepellente!

ZIMARRA: “BASTA CON LE NOIOSE ONDE DI PIENA UN GIORNO SI’ E L’ALTRO PURE! PREVENITELE CON I MONO ANTI-ALLAGAMENTI DE LUCA!”

DE LUCA: Lei è matto!

ZIMARRA: Zitto, zitto, zitto! (continua mentre l’altro se ne va) Sesso, sesso, bisogna metterci il sesso: ecco, vedo lo spot - c’è una donna nuda in una vasca che tiene in mano un pezzo del suo spago, grande, grande! ma ci serve un dottore: ci vuole il parere medico - c’è una donna nuda in una vasca con un dottore - troppo sessuale: mettiamo un arcivescovo che li guarda, così limitiamo lo scandalo. Adesso ci servono bambini e animali: ci sono due bambini che ammirano lo spago e un cane che ammira l’arcivescovo che benedice lo spago. Umm, ci manca un che di internazionale... facciamo l’arcivescovo greco ortodosso... perché no l’arcivescovo Demetrio? No no, è morto. Non importa, facciamo suo fratello, costerà meno. Quindi c’è il fratello dell’arcivescovo Demetrio... (sfuma)

27.Nascita

Dottor Spenser (primario)

Ostetrico

Infermiera

Mrs. Moore (partoriente)

Pycroft (amministratore dell’ospedale)

Marito della partoriente

Visitatori

(una stanza d’ospedale. Due ostetrici stanno giocando a tirare le carte al muro)

DR. SPENSER: Mille e otto!

INFERMIERA: (entra) Le contrazioni della Signora Moore sono più frequenti, dottore!

DR. SPENSER: Bene. Portatela nella Sala Spaventafeti.

INFERMIERA: Va bene. (esce. Musica eroica mentre i due ostetrici entrano nella Sala Parto, canticchiando la stessa musica)

DR. SPENSER: Thum, thummm, thumm, thum, thummm, thummm. Bene. È un po’ spoglio qui oggi, no?

OSTETRICO: Sì.

DR. SPENSER: Più apparati, per favore, infermiera: l’E.E.G., il monitor B.P., e l’A.V.V.

INFERMIERA: Sì, certo, dottore.

OSTETRICO: E prenda la macchina che fa ‘ping!’.

DR. SPENSER: E porti le macchine più costose, nel caso che venga l’amministratore. (eseguono. Musica eroica) Bene così. Portate dentro le altre macchine. Laggiù. Così. Giusto dietro di me. (la musica si ferma) Bello. Bello. Molto bene. Così va meglio. Molto, molto meglio.

OSTETRICO: Sìi, direi che ci siamo.

DR. SPENSER: Eehh. Manca ancora qualcosa, però.

OSTETRICO: Hm?

DR. SPENSER: Hmmm. Mmmmm. (schioccano le dita assieme)

DR. SPENSER E OSTETRICO: La paziente.

OSTETRICO: Dov’è la paziente?

DR. SPENSER: Qualcuno ha visto la paziente?

OSTETRICO: La paziente?

INFERMIERA: (la trova dietro una macchina) Ah, eccola.

OSTETRICO: Portatela qui. (il lettino della paziente sbatte contro una macchina) Attenti alle macchine!

INFERMIERA: Mi scusi dottore.

DR. SPENSER: Di qua.

OSTETRICO: Di qua.

INFERMIERA: (facendola salire sul lettino) Un salto. Op!

DR. SPENSER: Salve! Adesso non si preoccupi più.

OSTETRICO: Adesso la guariremo!

DR. SPENSER: Lasci fare a noi. Non saprà mai cosa l’ha colpita.

OSTETRICO: Ciaoo!

DR. SPENSER: Ciao!

OSTETRICO: Mascherine!

DR. SPENSER: Iniezioni!

OSTETRICO: Posso infilare il tubo nella testa del bambino?

DR. SPENSER: Solo se io posso fare l’episiotomia.

OSTETRICO: Okay.

DR. SPENSER: Okay. Gambe su! (eseguono) Dottore, venga. (va ad aprire la porta della sala parto. Un sacco di gente entra) Venite dentro tutti. Ecco. Molto bene.

OSTETRICO: Prego, avanti.

DR. SPENSER: Avanti. Distribuitevi qua intorno. Uh, chi è lei?

MARITO: Sono il marito.

DR. SPENSER: Mi dispiace, solo le persone coinvolte sono ammesse qui. (lo fa uscire) Bene.

MRS. MOORE: Cosa faccio?

OSTETRICO: Mm. Sì?

MRS. MOORE: Cosa faccio?

OSTETRICO: Niente, mia cara. Lei non è competente!

DR. SPENSER: Lasci fare a noi!

MRS. MOORE: Quello a cosa serve?

DR. SPENSER: È la macchina che fa ‘ping!’. (ping!) Vede? Significa che il suo bambino è ancora vivo!

OSTETRICO: Ed è la macchina più costosa di tutto l’ospedale!

DR. SPENSER: Sì, costa oltre mezzo milione di Euro.

OSTETRICO: Non è fortunata? (la donna sorride)

NFERMIERA: Arriva l’amministratore, dottore.

DR. SPENSER: Accendete tutto! (musica eroica. L’amministratore entra)

PYCROFT: Buongiorno signori.

TUTTI: Buongiorno.

PYCROFT: Buongiorno signori.

OSTETRICO: Buongiorno!

DR. SPENSER: Buongiorno signor Pycroft.

OSTETRICO: Buongiorno signor Pycroft.

PYCROFT: (si guarda intorno) Oh, molto impressionante. Molto impressionante. E cosa fate stamattina?

DR. SPENSER: È un parto.

PYCROFT: Aahh. Che genere di cosa è?

OSTETRICO: Be’, e quando tiriamo fuori un bambino dal pancino di una signora.

PYCROFT: Magnifico quello che riusciamo a fare oggi. (ping!) Aah! Vedo che avete la macchina che fa ‘ping!’. È la mia preferita. Vedete, la prendiamo in affitto dalla società a cui l’abbiamo venduta, e in questo modo va sotto le spese mensili e non nel capitale fisso. (applausi) Grazie. Grazie. Cerchiamo di fare del nostro meglio. Bene, continuate.(esce)

INFERMIERA: Oh, la vulva si sta dilatando, dottore.

DR. SPENSER: Oh, sì, ecco la testa. Sì, quattro centimetri. Cinque, sei centimetri.

OSTETRICO: Luci!

DR. SPENSER: Amplificate la macchina che fa ‘ping!’. (ping!)

OSTETRICO: Su le maschere!

DR. SPENSER: Suzione! Eccolo che viene! (prendono il bambino per i piedi e lo alzano) E… spaventarlo! (gli passano una mannaia) Grazie. (con un colpo di mannaia taglia il cordone ombelicale)

OSTETRICO: E gli asciugamani ruvidi! (asciugano il bambino)

DR. SPENSER: Mostrarlo alla madre. Basta così.

OSTETRICO: Bene! Datele un sedativo!

DR. SPENSER: Numerate il bambino.

OSTETRICO: Prendete le misure, il gruppo sanguigno, e isolatelo! (lo chiudono nell’incubatrice. Applausi)

INFERMIERA: Okay. Lo spettacolo è finito.

DR. SPENSER: Molto bene. (escono tutti vociando tranne il dottor Spenser e Mrs. Moore sempre sul lettino) Molto bene.

MRS. MOORE: È un maschio o una femmina?

DR. SPENSER: Guardi, penso che sia un po’ presto per imporgli dei ruoli, no? Adesso, due parole: può trovarsi a soffrire per un po’ di tempo di un irrazionale senso di depressione, P.N.D., come noi dottori la chiamiamo. Quindi, ci sono un sacco di pastigliette per lei. E può scoprire tutto su questa nascita quando torna a casa. È disponibile in VHS, DVD e CDROM. (esce, lasciandola sul lettino. Ping!)

28.Grulli

T.F. Grullo

Specialista

Infermiera

Chirurgo

Assistenti

Anestesista

Ambulatorio piuttosto di lusso. Bussano alla porta, pausa, poi T.F.Grullo entra all’indietro.

T.F.Grullo: Dottore! Dottore! DOTTORE! (va al tavolo e suona il campanello violentemente; sfascia l’interfono e tutta la scrivania mentre continua a chiamare) Dottore! Dottore! DOTTORE! DOTTORE! Dottore! Dottore! Dov’è il dottore?

Pausa. Poi un’altra porta si apre e appare un altro grullo.

Specialista: Salve!

T. F. Grullo: Lei è lo specialista del cervello?

Pausa.

Specialista: Salve!

T. F. Grullo: Lei è lo specialista del cervello?

Specialista: No, no, non sono lo specialista del cervello. No, no, non sono... Sì sì lo sono!

T.F.Grullo: Mi fa male il cervello!

Specialista: Be’ diamogli un’occhiata signor Grullo!

Lo specialista grullo comincia a togliere la maglietta a T.F.Grullo.

T. F. Grullo: No, no, no, il cervello nella testa! (lo specialista gli picchietta sulla testa)

Specialista: Bisognerà tirarlo fuori!

T. F. Grullo: Fuori? Dalla mia testa?

Specialista: Sì! Tutti i pezzetti! Infermiera! Infermiera! (entra un’infermiera) INFERMIERA! INFERMIERA! Ah, infermiera, porti il signor Grullo da un chirurgo del cervello.

Infermiera: Sì dottore...

Porta via Grullo. Il dottore se ne va gridando.

Specialista: Dov’è la Gazzetta?

Infermiera: È bravo sa?

Specialista: Dov’è la dannata Gazzetta? Anche a me fa male il cervello.

Musica operatoria. Sala operatoria. Il chirurgo non è un grullo.

Chirurgo: (indossando gli indumenti) Guanti... Occhiali... baffi... fazzoletto... (voce da grullo) Adesso opero!!

È circondato da grulli. T.F. Grullo è sul lettino.

Tutti: Operiamo!

Cominciano ad usare attrezzi da falegname su T.F. Grullo.

T.F.Grullo: Salve!

Chirurgo: Ooh! Abbiamo dimenticato l’anestetico!

Grulli: L’anestetico! L’anestetico!

In quel momento un anestetista grullo sfonda il muro entrando con due bombole di gas.

Anestesista: Sono venuto ad anestetizzarti!

Alza una bombola e colpisce forte T.F.Grullo sulla testa. Bong. Buio.

29.Coccodrillo

Uomo

Venditore

(tra le file del teatro passa un venditore di gelati con un carrello con un coccodrillo morto)

Venditore: Coccodrillo! Coccodrillo! Coccodrillo!

Si avvicina un cliente

Cliente: Due coni al cioccolato, grazie.

Venditore: Non ho coni al cioccolato, ho solo coccodrilli. Coccodrillo!

Cliente: A che gusto sono?

Venditore: È un rettile, no? È un maledetto rettile di fiume… non è a nessun maledettissimo gusto. Saprà di coccodrillo. Coccodrillo!

Cliente: Ci vendete anche delle cialde assieme?

Venditore: Certo che no! Non vendiamo cialde! Coccodrillo!

Cliente: Quanto costano?

Venditore: 2 euro.

Cliente: Ne prendo uno, grazie.

Venditore: Eccolo qua, bello caldo su uno stecco.

30.Gentile e scortese

Cittadino

Macellaio

Bottega di macellaio. Entra un cittadino dall’aria inoffensiva.

Cittadino: Buongiorno, vorrei acquistare un pollo, per favore.

Macellaio: Non venire a presentarti qui con quella schifosa parlatina elegante, signor perfettino!

Cittadino: Come, scusi?

Macellaio: Un pollo, signore, sì, certamente.

Cittadino: Grazie. E, a quanto lo fate costare, al chilo, buonuomo?

Macellaio: Al chilo lo vuole, il sudicione! Ma che razza di ingordaccio sei?

Cittadino: Prego?

Macellaio: 5 euro al chilo, signore, bello pronto per essere infornato!

Cittadino: Capisco, e mi interesserebbe anche comprare del ripieno, se possibile.

Macellaio: Usa quello che c’hai a casa, sporco cacasotto!

Cittadino: Cosa?

Macellaio: Ma certo, del ripieno!

Cittadino: G… grazie.

Macellaio: G…g…g…grazie dice la reginetta balbuziente!

Cittadino: Chiedo scusa?

Macellaio: Ecco fatto, signore, ripassi quando vuole!

Cittadino: Mi scusi…

Macellaio: Che diavolo vuoi, ora, brutto pervertito?

Cittadino: Beh, non riesco a fare a meno di notare che lei è alternativamente cortese e sgarbato.

Macellaio: Oh, mi dispiace tantissimo, signore.

Cittadino: Oh, non si preoccupi, non c’è problema.

Macellaio: E anche se ci fosse stato, porco ingroppatore?

31.Presentatore

Presentatore: Buonasera, signore e signori,e benvenuti all’auditorium Zanon qui a Udine. Mi chiamo Vincenzo Granata e sarò il vostro presentatore stasera. (applausi) Sapete, ogni volta che ne ho l’occasione colgo il piacere, e il privilegio, di accogliere sul palco alcuni dei grandi artisti internazionali del nostro tempo. (applausi) E stasera abbiamo uno di questi artisti. (mormorio) Signore e signori, una persona che ammiro da sempre, forse più profondamente, più intensamente, più sordidamente che mai. (applauso) Un uomo, be’ più che un uomo, un dio (applauso), un grande dio, la cui personalità è così totalmente ed assolutamente meravigliosa che le mie fiacche parole di benvenuto suonano miseramente e pietosamente inadeguate. (scendendo in ginocchio) Qualcuno i cui stivali con gioia leccherei finché buchi logorassero la mia lingua, un uomo che è così totalmente ed assolutamente meraviglioso, che preferirei essere sigillato in un pozzo pieno della mia stessa feccia, che osare calcare lo stesso palco con lui. Signore e signori, l’essere umano incomparabilmente superiore, Roberto Benigni!!!!!!!!!

Voce da fuori: Non può venire!

Presentatore: Non preoccupatevi non è quella meraviglia che dicono. Signore e signori, vi presentiamo...

32.Legnata in testa

Presentatore

Donna

Set dello show: “Scegli il tuo premio”. Il presentatore, al centro, sorride ossessivamente.

Presentatore: Bene, accogliamo calorosamente il prossimo concorrente! (una donna sovraeccitata entra e si avvicina al Presentatore) Ha ha ha… buona sera, signorina, come si chiama?

Donna: Sì, sì…

Presentatore: E qual è il suo nome?

Donna: Vado a messa ogni domenica.

Presentatore: Splendido, e su quale premio avrebbe messo gli occhi stasera?

Donna: Mi piacerebbe la legnata in testa.

Presentatore: La legnata in testa.

Donna: Proprio qui (indica la sua nuca).

Presentatore: Splendido. Allora, la prima domanda per la legnata in testa, questa sera è: quale grande oppositore del dualismo cartesiano teorizza la riduzione dei fenomeni psicologici a seconda degli stati fisici?

Donna: Ma non lo so!

Presentatore: Beh, tiri a indovinare.

Donna: Henri Bergson.

Presentatore: Giusto!

Donna: Oh, che fortuna, non l’ho neanche mai sentito nominare.

Presentatore: Splendido!

Donna: Non mi piacciono gli spiritualisti.

Presentatore: Ah ah ah. E a chi piacciono? E ora la sua seconda domanda per la legnata in testa è: qual è il cibo preferito dei pinguini?

Donna: Polpettone.

Presentatore: No.

Donna: Spam?

Presentatore: No, no, no. Cosa mangiano i pinguini? Su, dai, i pinguini!

Donna: I pinguini?

Presentatore: Sì.

Donna: Odio i pinguini.

Presentatore: No, no, no.

Donna: Si mangiano tra di loro.

Presentatore: No, no, che cosa mangiano i pinguini?

Donna: Cavalli! … Armadi!

Presentatore: No, no, no. Che mangiano i pinguini?

Donna: Oh, i pinguini.

Presentatore: I pinguini, sì.

Donna: Crepes.

Presentatore: No.

Donna: Paella, moussaka, aragosta à la Thermidor, scaloppine di vitello à l’estragon con indivia gratinata e formaggio.

Presentatore: No, no, no. Le darò un indizio. (mima un pesce che nuota)

Donna: Ah! Marco Materazzi.

Presentatore: No, no.

Donna: La moglie di Ridge!

Presentatore: No!

Donna: Anna Moroni.

Presentatore: No. Cos’è quella cosa che nuota nel mare e si cattura con le reti?

Donna: Henri Bergson.

Presentatore: No.

Donna: Capre. Capre sottomarine con boccaglio e pinne.

Presentatore: No.

Donna: Un bufalo con l’autorespiratore.

Presentatore: No, no.

Presentatore: Gasparri.

Presentatore: Sì, ci siamo quasi. Gliela darò per buona. Bene, ora, signorina, lei ha vinto il suo premio. È sicura di volere la legnata in testa?

Donna: Sì, sì.

Presentatore: Le offro una ditata nell’occhio.

Donna: No! Voglio una legnata in testa.

Presentatore: Un cazzotto in gola?

Donna: No.

Presentatore: E va bene… un calcio sulla rotula?

Donna: No.

Presentatore: E se le offrissi uno stivale nei denti e cinque frustate sulle scapole?

Donna: (indecisa) Ehm…

Voci: Legnata in testa! Prendi la legnata in testa!

Donna: No, no, mi tengo la legnata sul cranio.

Presentatore: Molto bene, signorina, lei ha vinto il superpremio di questa sera, la legnata in testa!

Le dà una legnata in testa, lei cade. Un valletto vestito da donna sexy saluta e dà la buona notte.

33.Barbiere omicida

Barbiere

Cliente

Salone di barbiere di periferia. Un cliente entra, mentre il barbiere si sta lavando le mani al lavandino.

Cliente: Buongiorno.

Barbiere: (rabbrividendo spaventato) Ah… buongiorno, signore, buon giorno. Sarò da lei in un minuto.

Il cliente si siede sulla sedia da barbiere, mentre questo continua a lavarsi le mani, abbondantemente, in maniera quasi eccessiva, su fino al gomito. Si gira a scatti verso il cliente. Finisce di lavarsi le mani, quindi se le asciuga per bene, si gira e si dirige verso il cliente. Il camice è totalmente imbrattato di sangue e una macchia ha l’aspetto di una mano che sia scivolata fino alla fine del camice. Il barbiere prende un lenzuolo e lo scuote fuori scena (suono di pesanti oggetti di ferro che cadono per terra), quindi lo getta intorno al collo del cliente. Nel sistemarlo è lì lì per strangolare il cliente, ha la faccia stravolta e ha una espressione di follia, ma con uno sforzo supremo si trattiene. Il cliente gli sorride placidamente.

Barbiere: Come… come li vuole, signore?

Cliente: Li vorrei un po’ più corti.

Barbiere: Come si fa?

Cliente: Beh… me li accorcia un poco, no?

Barbiere: Non si usa il… rasoio? (improvvisamente) Rasoio, taglia, taglia, sangue, schizzi, arteria, omicidio… (si controlla) Oh, grazie al cielo, grazie al cielo. Bastano le forbici.

Cliente: (risolino, pensando che il barbiere stesse solo scherzando) Sì…

Barbiere: Non preferirebbe una bella acconciatura, piuttosto?

Cliente: Prego?

Barbiere: Non vorrebbe fare a meno di tagliarseli?

Cliente: No, no, voglio che lei mi faccia un bel taglio corto.

Alla parola corto, il barbiere ha un tremito.

Barbiere: Taglio, taglio, taglio, sangue, schizzi, arteria, omicidio, Hitchcock, Psycho… va bene signore… okay… (deglutisce a fatica) Solo un momento che mi preparo. Magari nel frattempo potrebbe compilare uno di questi.

Gli dà un foglio di carta, quindi va verso un armadietto e lo apre.

Cliente: Ah, sì, va bene.

Nell’armadietto c’è una mappa del corpo umano recante la scritta “Arterie principali”. Il barbiere le percorre con mano tremante, ogni tanto girandosi verso il cliente, come a controllare.

Cliente: Mi scusi…

Barbiere: Prego?

Cliente: Dove dice “ceppo d’origine” dovrei scrivere “mamma”?

Barbiere: Sì, sì… sì.

Cliente: Okay, ecco qua. (restituisce il foglio al barbiere)

Barbiere: Grazie.

Prende forbici e pettine e si piazza dietro al cliente, allarga le braccia e apre e chiude le forbici come fanno i barbieri prima di tagliare.

Barbiere: Pronti!

Non riesce a cominciare a tagliare, dopo un paio di tentativi torna all’armadietto, ne cava una fiaschetta di whiskey e manda giù una grossa sorsata, quindi ritorna dietro al cliente.

Barbiere: Bene, bene, ecco qua, finito.

Cliente: Cosa?

Barbiere: Ho finito di tagliare… tagliare… tagliare i suoi capelli, signore. Finito tutto.

Cliente: Ma se non ha nemmeno cominciato!

Barbiere: Ma certo che l’ho fatto! È solo che sono stato molto veloce… glielo giuro…

Cliente: (irritandosi) Guardi, vecchio mio, io capisco quando qualcuno mi ha tagliato o non mi ha tagliato i capelli, quindi, per favore, la smetta di perdere tempo e cominci.

Il barbiere si china e, parlando, tira fuori un mangianastri, e lo mette dietro alla sedia del cliente.

Barbiere: Sì, sì, ora comincio, le taglio i capelli, signore. Ora le comincio a tagliare i capelli, signore, comincerò proprio adesso!

Fa partire il mangianastri e, quindi, si allontana il più possibile dalla sedia, contro il muro, tremante.

Nastro: Bella giornata, signore.

Cliente: Certo, però qualche goccia di pioggia non farebbe male ai fiori, vero?

Nastro: (snip, snip) Ha guardato la partita ieri sera, signore?

Cliente: Sì, davvero un bell’incontro, credo.

Nastro: (snip, snip, snip; rumore di rasoio elettrico che viene acceso) Credo che Maldini abbia giocato molto bene, signore.

Cliente: (sforzandosi di sentire) Prego?

Nastro: (il rasoio si spegne) Penso che Maldini abbia giocato bene.

Cliente: Oh sì… sì… penso che sia stato l’unico meritevole, ieri sera.

Nastro: Può abbassare un poco la testa, signore?

Cliente: Certo, scusi. (piega la testa)

Nastro: Ultimamente preferisco seguire il Palermo (il rasoio riparte) Oh, scusi! Era il suo orecchio?

Cliente: No no… non ho sentito nulla.

Dicendo questo il cliente si gira e vede che c’è solo il registratore. Si alza e vede per la prima volta il barbiere rannicchiato contro il muro, tremante.

Cliente: Ma che diavolo sta succedendo?

Nastro: Proprio un bel posto, vero?

Cliente: Guardi, io sono venuto qui per farmi tagliare i capelli!

Barbiere: (pateticamente) Le stanno molto bene così, signore.

Cliente: (rabbiosamente) Ma se sono esattamente come quando sono entrato qua dentro!

Nastro: Esatto, è quello il punto!

Barbiere: E va bene, lo confesso, non le ho tagliato i capelli… io odio tagliare capelli. Mi viene un’ansia incontrollabile quando vedo dei capelli. Quando ero bambino odiavo la sola vista dei capelli tagliati. Mia madre diceva che ero un pazzo. Diceva che l’unico modo che avevo per curarmi era diventare un barbiere. E così ho speso cinque anni infernali al Centro d’Addestramento per Barbieri a Volgograd. Lei ha idea di che significhi tagliare gli stessi capelli dalla stessa testa per cinque anni? Non ho mai voluto fare il barbiere. Io volevo fare il...

34.Gesti

Mr. Orbiter-5 è seduto su una sedia da presentatore di fronte al pubblico in uno studio TV. Dietro di lui, un’enorme scritta con su scritto: “Il presidente è sano di mente?” Luce su Mr. Orbiter-5, che comincia a parlare immediatemente.

Orbiter-5: Buona sera. Stasera parleremo… beh, insomma… io vi parlerò… in realtà ve ne sto parlando già adesso… non sto parlando di quello di cui vi volevo parlare ma sto parlando… lo so che ogni tanto faccio delle pause, nelle quali non parlo, ma le pause stesse fanno parte del processo del parlare… quando uno parla, fa anche delle pause… ehm… così! Ho fatto una pausa ma stavo ancora parlando. Ecco, eccone un’altra! No quello che sto dicendo in definitiva è che quando sembra che io non stia parlando non andatevene di là nel foyer a sgranchirvi le gambe... a fumare una sigaretta... o a leggervi dei prossimi spettacoli dalle locandine attaccate dietro il vetro della bacheca... perché molto probabilmente io vi sto ancora parlando e quella che avete sentito era solo una pausa... ehm... ecco, come questa adesso! Guardate, per semplificare il tutto, in modo che non ci siano più problemi, ecco cosa faccio: vi faccio una specie di segnale, tipo questo (fa un gesto) mentre sto ancora parlando e facendo pause solo tra una frase e l’altra... e quando ho finito tutto farò così. (alza le braccia incrociate) Tutto chiaro?

SIPARIO

Orbiter-5: No, no! Chiedo scusa – stavo solo facendo un esempio, non ho finito. Non avevo nemmeno cominciato. (il sipario si riapre, Orbiter-5 passeggia cercando di riordinare i suoi pensieri, quindi si ricorda). Oh, capperi (fa il gesto, frettolosamente) Mi ero quasi dimenticato il gesto. Spero che nessuno sia scappato a leggersi dei prossimi spettacoli dalle locandine attaccate dietro il vetro della bacheca... Buona sera! (gesto) Questa sera vi parlerò…

Buio, voce registrata: Interrompiamo ora questo programma per darvi fastidio e per irritarvi in generale.

Luce su Mr Orbiter-5: … con un grande pezzo di carta bagnata. (gesto) Arrotolate la carta – arrotolate la carta facendo attenzione al cammello, quindi incollatela al lembo di uniforme del marinaio, fino a quando la parola “Silvio” sarà quasi completamente coperta. (gesto) Fatto? Bene, questo è uno dei modi possibili per farlo. (alza le braccia incrociate).

35.Premio scolastico

Prete

2° Prete

Afgano

Detective

Soldato

Una premiazione scolastica. Sulla scena c’è una lunga tavola dietro la quale siedono diverse persone compite. Un prete vestito di grigio e viola si alza.

Prete: Miei cari signori, mie care signore, è per me un grande privilegio ritornare oggi nella mia vecchia scuola, per presentare i premi nell’anno del centenario. Questa scuola può giustamente essere orgogliosa del suo grande primato in… aaagh!

Delle mani lo prendono e lo tirano sotto il tavolo, rumori di lotta, scalciare e grugnire. Nessuna reazione da parte delle altre persone. La testa del prete riappare per un momento.

Prete: …dottrina e risultati sportivi in ogni… aaagh!

Scompare di nuovo. I rumori aumentano. Viene fuori un altro prete vestito in maniera identica.

2° Prete: Io… io sono desolato, ma c’è stato un errore. L’uomo che vi stava parlando era un impostore. Egli non era infatti il Vescovo di Udine, ma un ricercato dalla polizia. Io sono il Vescovo di Udine e chiunque non mi creda può consultare il registro. Bene, il primo premio da assegnare è questa bella coppa in argento, che ho vinto io (mette la coppa in un sacco). Quindi abbiamo il Trofeo Marinelli per le straordinarie in campo matematico. Bene, nessuno quest’anno ha raggiunto gli standard necessari, quindi me lo insacco io. E per l’antica regola presente in questa scuola, tutti gli altri trofei di quest’anno me li insacco… aaargh!

Tirato giù da una mano che non si vede. Rumori ancora più forti dei precedenti. Emerge un afgano vestito come Bin Laden.

Afgano: Chiedo perdono per l’attesa… ora tutto a posto e io può cominciare… io è vescovo di Udine, ora io presenta i premi… il premio Stellini per le Elegie Latine… va a… il Movimento Islamico per la Liberazione... Aaagh!

Viene trascinato giù come gli altri, ancora rumori di lotta. Un poliziotto si alza.

Detective: Buona sera a tutti quanti. Il mio nome è Brandi, agente Walter Brandi del nucleo speciale Celebrazioni, ma vorrei che voi pensaste che sono il Vescovo di Udine, quindi vorrei presentarvi il primo premio, il Trofeo Malignani per…

Sparo. Cade all’indietro. Rumori di spari e bombe. Due uomini in uniforme, cammuffati, sbucano da dietro il tavolo, rispondendo al fuoco. Sulle loro spalle hanno un bazooka, che usano per rispondere alle fiamme di tanto in tanto.

Soldato: (gridando) Cari signori e signore e ragazzi. Vi prego di star calmi. Tenete giù le teste! Soprattutto voi in ultima fila! Niente paura, l’edificio è circondato. Non c’è nulla di cui aver paura. Io sono il vescovo di Udine. Ora, il primo premio è il Trofeo Uccellis per la Migliore Traduzione Francese (esplosioni e fumo) e va a Paolo Tolazzi… Paolo Tolazzi… bene, dategli un po’ di fuoco di copertura… vieni Paolo. Vieni avanti ragazzo, vieni a prenderlo. Stai giù! (arriva scolaro, con la testa abbassata) Ben fatta… (riesce a dargli il premio, ma mentre Paolo lo sta alzando in segno di trionfo, viene colpito) Oh… peccato! Va beh… il prossimo premio…

36.Bruno Schiffo

Bruno Schiffo

Rosamunda

Padre

Scena: raffinata casa di campagna, un signore distinto, elegante e una ragazza molto bella, spensierata e gioiosa. Il signore sta parlando a un uomo orrendo, ingobbito, puzzolente, scosso da una continua tosse catarrosa, seduto sul raffinato divano del salotto.

Padre: E così lei vorrebbe sposare la mia amata figliola?

Schiffo: (tirando su col naso e tossendo) Esatto… sì… sì…

Padre: Certamente. Lei sa che Rosamunda è ancora piuttosto giovane?

Rosamunda: Oh, papà, mi tratti quasi come se fossi una bambina! (sorride a Schiffo appassionatamente)

Schiffo: (lussuriosamente) Oh certo… sai com’è… prenderle quando sono ancora giovani eh… eh! Aahm! Sai cosa voglio dire, eh, aahm! (gesto osceno utilizzante un gomito).

Padre: Beh, sono sicuro che lei sa cosa intendo, signor… ehm… signor?

Schiffo: Schiffo... Bruno Schiffo...

Padre: Signor Schiffo… vorrei solo essere sicuro che lei sia in grado di badare a mia figlia…

Schiffo: Ma certo, certo. Certo che sono in grado di badarle, eccome se le baderò! Capisci cosa intendo, eh? Emggh!

Father: E… ehm… che lavoro fa, lei?

Schiffo: Pulisco i cessi pubblici.

Padre: Sono previste promozioni?

Schiffo: Oh certo, certo! (estrae un fazzoletto e ci si pulisce bocca e gola disgustosamente) Dopo cinque anni mi hanno dato una spazzola! Bleaargh! Scusa, ti ho insozzato il tappeto…

Padre: E, dunque, dove pensate di andare a vivere?

Schiffo: Da mia nonna... lei alleva procioni, ma la maggior parte sono soffocati, così ci dovrebbe essere un po’ di spazio libero in soffitta, eh. Sai cosa voglio dire. Oooh!

Padre: E quando pensa di volersi sposare?

Schiffo: Oh, anche subito sai… subito… Sai, è da qualche settimana che non lo faccio, eh… Oooh…

Padre: Beh, guardi, chiamerò il prete per vedere se riesco a prenotare l’Abbazia…

Schiffo: Oh, diarrea! (tossisce violentemente)

37.Alla Agatha Christie

Tigre

Colonnello Pickering

Lady Velloper

Kirt

Anon Winn

Statattenti

Ceunuomodietrodilei

Fuoco

Portavoce

Salone inglese di casa di campagna. Personaggi tipici dei romanzi di Agatha Christie (colonnello Pickering, lady Amanda Velloper, Kirt, Anon Winn) son seduti in circolo, sorseggiando the. Tuono da fuori, entra l’ispettore Tigre.

Tigre: Questa casa è circondata. Mi dispiace ma non devo chiedere che nessuno lasci la stanza. No, devo chiedere che nessuno… devo chiedere che tutti… non devo chiedere che nessuno lasci la stanza. A nessuno deve essere chiesto di lasciare la stanza. No, nessuno deve chiedere di lasciare la stanza. Io… io… chiedo che questa stanza nessuno sia lasciato. No. Chiedere che nessuno dalla stanza sia lasciato io possa. Posso lasciare la stanza? Tutti dovete lasciare la stanza… ora… così com’è… con voi dentro. (sospira) Phew… chiaro?

Colonnello Pickering: Lei vuole che nessuno lasci la stanza.

Tigre: (schiocca le dita all’indirizzo del colonnelo, per far capire che lui ha capito) Ora, presentatemi di permettermi. Scusate. Permattatemi di presentermi. Mettate di perpresentemimi. Prepermettete di misentarmi. Scusatemi un momento. (si tira dei colpi in testa) Permettetemi di presentarmi. Mi dispiace ma devo chiedere che nessuno lasci la stanza. Permettetemi di presentarmi. Sono l’ispettore Tigre.

Tutti: Tigre?

Tigre: (scansandosi) Dove? Dove? Cosa? Ah. Io tigre. Tu Jane. Grr. Chiedo perdono, permettetemi di presentarmi, mi dispiace devo chiedere che nessuno lasci la stanza.

Lady Velloper: Perché no?

Tigre: Elementare. Visto che il corpo è stato trovato in questa stanza, e nessuno l’ha lasciata… allora… l’assassino deve essere qualcuno in questa stanza!

Colonnello Pickering: Che corpo?

Tigre: Qualcuno in questa stanza. L’assassino essere deve. L’assassino del corpo è qualcuno in questa stanza che nessuno deve lasciare. Lasciate il corpo della stanza che non va lasciata da nessuno. Nessuno lasci nessuno il corpo con qualcuno. Chiunque sia qualcuno deve lasciare il corpo nella camera corpo. Prendi le pastigle. (cerca le pastiglie) Chiunque con il corpo ma non il corpo è nessuno. Nessuno lasci il corpo nella (prende le pastiglie) Percorpatemi di presentare mio il chiurpo a conque.

Entrano medici che stendono Tigre su un lettino e cominciano a segargli il cranio. Entra portavoce.

Portavoce: Una lobotomia più tardi.

Esce portavoce. I medici si preparano ad uscire, la testa di Tigre è vistosamente bendata.

Chirurgo: Ora dai registi.

Tigre: Molto meglio. Ora, io sono l’ispettore Tigre e devo chiedere che nessuno lasci la stanza. (pollice in alto al chirurgo che se ne sta andando) Ora, qualcuno ha commesso un omicidio, qui, e l’assassino è qualcuno in questa stanza. Ma la domanda è… chi?

Colonnello Pickering: Ma non c’è stato nessun omicidio, qui.

Tigre: Nessun omicidio?

Tutti: No.

Tigre: Oh. Non mi piace. È troppo semplice, non c’è azione. Farò meglio ad aspettare. (si siede sul divano) No, troppo semplice, non c’è azione.

Si spengono le luci. Si ode un urlo maschile seguito da uno sparo. Le luci si accendono. L’ispettore Tigre è morto, una freccia attraverso il collo e un foro in  mezzo alla fronte.

Colonnello Pickering: Capperi, aveva ragione.

Entra il Capo Sovrintendente Statattenti, con un appuntato.

Statattenti: Questa casa è circondata. Devo chiedere che nessuno lasci questa stanza. Sono il Capo Sovrintendente Statattenti.

Lady Amanda Velloper: Statattenti?

Statattenti: (scansandosi, con l’appuntato) Cosa, dove, come? Oh, io, Statattenti. Statattenti, della centrale.

Lady Amanda Velloper: Perché, che dovremmo vedere?

Statattenti: Come, prego?

Lady Amanda Velloper: Cosa dovremmo vedere se ci avviciniamo alla centrale?

Statattenti: … mi dispiace ma non riesco proprio a seguirla. Ah ha. Il corpo. E così l’assassino dev’essere qualcuno in questa stanza. A meno che non abbia delle braccia molto lunghe. Tipo venti o trenta metri. Ma penso che dovremmo scartare quest’ipotesi. Ah, ah, ah (comincia a ridere sul serio) Statattenti della centrale. Buona, questa. Va bene. Ora, vedremo di ricostruire come sono andati i fatti. Io mi siederò qui. Appuntato, spenga le luci. (le luci si spengono, sentiamo solo la voce di Statattenti). Bene. Ora, qualcuno ha urlato (urlo) quindi poco prima che le luci si riaccendessero si è sentito uno sparo.

Sparo. Le luci si accendono e Statattenti è nella stessa posizione di Tigre, morto. Entra l’Assistente Capo Appuntato Ceunuomodietrodilei.

Ceunuomodietrodilei: Va bene… va bene, la casa è circondata e nessuno deve lasciare la stanza e tutto il resto. Permettetemi di presentarmi. Sono l’Assistente Capo Appuntato Ceunuomodietrodilei.

Tutti: Ceunuomodietrodilei?

Ceunuomodietrodilei: (l’appuntato si volta) Ah, non crederete di fregarmi con un giochetto del genere? Bene, vediamo di ricostruire i fatti. Appuntato, lei farà l’ispettore Tigre.

Appuntato: Sissignore. Nessuno lasciare la stanza chiedere dovrei – qualcuno lascio nessuno nella camera corpo dovrei, prendi le pastiglie Tigorpo. Percorpatemi di presentare il mio chiurpo a conque.

Ceunuomodietrodilei: Perfetto. Ora, si sieda qui. Ora faremo finta che le luci si siano spente. Appuntato, lei urli. (l’appuntato urla) Qualcuno le spara (tira fuori una pistola, uccidendo l’appuntato), le luci si riaccendono e la porta is apre…

La porta si apre. Entra il Capo Appuntato Fuoco.

Fuoco: Nessuno di muova. Sono il Capo Appuntato Fuoco.

Tutti: Fuoco! Dove?

L’agente si scansa. Entra portavoce.

Portavoce: Interrompiamo ora la scena, ma la riprenderemo non appena accadrà qualcosa di interessante.

38.Metà dello spettacolo

Presentatore: Salve, il... Be’, lo spettacolo finora... be’ è cominciato con uno in mezzo alla sala che vendeva dei coccodrilli come se fossero snack... poi c’era uno che era alternativamente gentile e scortese mentre comprava un pollo... poi è venuto un presentatore che doveva entrare Roberto Benigni ma non poteva. Poi c’è stato un quiz con una che non riusciva a dire che cosa mangiano i pinguini e alla fine ha vinto una legnata in testa. Poi... un barbiere che aveva dei raptus omicidi mentre voleva fare il presentatore ma si impaperava sempre, e una premiazione che tutti lottavano per essere il vescovo di Udine. Poi uno che andava a trovare il papà della sua fidanzata, ma faceva schifo... e si chiamava Schiffo (sorriso idiota). Poi c’erano degli ispettori che morivano uno dopo l’altro, e poi uno ci ha detto quello che era successo nello spettacolo fino a quel momento e poi gli hanno sparato – (si blocca pensoso) Questo non me lo ricordo? (gli sparano)

39.Naufraghi

1° Marinaio

2° Marinaio

3° Marinaio

Capitano

Cameriera

Scena: un canotto di salvataggio da qualche parte a chilometri dalla terraferma. Nel canotto ci sono 5 marinai malridotti, giunti al limite della loro resistenza.

1° Marinaio: Ancora nessun segno di terraferma… Da quant’è che non la vediamo?

2° Marinaio: È una domanda piuttosto personale, signore.

1° Marinaio: (esce dal personaggio) Razza di idiota, io intendevo quant’è che non vediamo una parvenza, un’avvisaglia di terra! Ecco, ora hai rovinato l’atmosfera.

2° Marinaio: Mi dispiace…

1° Marinaio: Silenzio! Dovremo ricominciare da capo. Ancora nessun segno di terraferma… da quanto è che non ne vediamo?

2° Marinaio: Trentatré giorni, signore.

1° Marinaio: Trentatré giorni?

2° Marinaio: Non credo che dureremo ancora a lungo… (esce dal personaggio) Non mi sembra di aver rovinato l’atmosfera.

1° Marinaio: Zitto!

2° Marinaio: Scusa… ma non penso di averlo fatto.

1° Marinaio: Ma certo che l’hai fatto!

2° Marinaio: (al 3° Marinaio) Tu credi che abbia rovinato l’atmosfera?

3° Marinaio: Beh, io credo…

1° Marinaio: Oooh, zitti, ZITTI! Ancora nessun segno di terraferma… da quant’è che non ne vediamo?

2° Marinaio: Trentatré giorni, signore.

1° Marinaio: Trentatré giorni?

4° Marinaio: Che, abbiamo ricominciato? (il primo marinaio gli tira un calcio sulla gamba) Ahia!

1° Marinaio: Ancora nessun segno di terraferma… da quant’è che non ne vediamo?

2° Marinaio: Trentatré giorni, signore.

1° Marinaio: Trentatré giorni?

2° Marinaio: Sì, non credo che dureremo ancora a lungo… Non tocchiamo cibo dal quinto giorno.

3° Marinaio: Siamo finiti! Siamo finiti!

1° Marinaio: Zitto Pestrin. Possiamo solo continuare a sperare che qualcuno ci trovi.

4° Marinaio: Come si sente, capitano?

Capitano: Non molto bene… mi… sento… così… debole.

2° Marinaio: Non resisteremo ancora a lungo.

Capitano: Sentite ragazzi… c’è un’ultima possibilità. Io sono finito, ho una gamba in cancrena, me ne andrò velocemente, non ce la farò mai… ma voi… alcuni di voi potrebbero farcela… quindi è meglio che mi mangiate.

1° Marinaio: Mangiarla, signore?

Capitano: Sì, mangiatemi.

2° Marinaio: Bleah! Con una gamba in cancrena?

Capitano: Non dovete mangiarla per forza, Torrisi, c’è ancora un sacco di buona carne… guardate la mie braccia.

3° Marinaio: Non è solo per la gamba, signore.

Capitano: Cosa vuoi dire?

3° Marinaio: Beh, signore… è solo che…

Capitano: Perché non mi vuoi mangiare?

3° Marinaio: Preferirei mangiare Giorgetti, signore (indica il 4° Marinaio).

2° Marinaio: Io pure, signore!

Capitano: Capisco.

4° Marinaio: Bene, è deciso. Si mangia me.

1° Marinaio: Beh… io… ehm…

3° Marinaio: Cosa c’è, signore?

1° Marinaio: No, no… fate pure, non vorrei…

4° Marinaio: Di cosa si preoccupa signore? Sta morendo di fame! Forza, si abbuffi!

1° Marinaio: No, no… è solo che…

2° Marinaio: Che cos’ha Giorgetti che non va, signore?

1° Marinaio: Non ne so la provenienza.

3° Marinaio: Questo dipende da come lo uccidiamo, signore.

1° Marinaio: Sì, sì, questo è vero… ma, ad essere franco, mi piace la carne un po’ più tenera. Piuttosto mi mangio Torrisi.

2° Marinaio: (allegro) Oh… beh… non c’è problema!

3° Marinaio: No, io continuo a preferire Giorgetti.

Capitano: Perché non la smettete di bisticciare e mi mangiate?

2° Marinaio: Sentite! Perché non facciamo così: quelli che vogliono mangiano Giorgetti, quindi lei, signore, può mangiare la mia gamba, e poi mettiamo in conserva il capitano e ci mangiamo il resto di Giorgetti freddo per cena.

2° Marinaio: Ottima idea, Torrisi.

4° Marinaio: E come dessert delle pesche! (tira fuori una scatola di pesche)

3° Marinaio: E come antipasto degli ananas! (tira fuori una scatola di ananas)

1° Marinaio: Cameriera! (entra una cameriera) Abbiamo deciso, prendiamo: Gamba di Torrisi…

40.Rapina non illegale

Boss

Fifth

Franco

Reg

Vicar

(Scena: una stanza dismessa con un tavolo spoglio. Intorno sono raccolti quattro rapinatori dall’aspetto inquietante. Il Boss ha una grossa mappa arrotolata. Uno della banda, Salvatore, fa la guardia alla finestra)

BOSS: Tutto chiaro?

SALVATORE: Tutto chiaro, Boss.

BOSS: (srotolando la mappa sul tavolo; parla con attenzione) Bene… questo è il piano allora. Alle 10:45, tu, Cal, passi a prendere me e Bruno col furgone e ci porti alla Gioielleria British in High Street. Arriviamo davanti alla gioielleria alle 10:50. Io esco dal furgone, tu, Cal, vai a parcheggiarlo qui in Denver Street, chiaro? Alle 10:51 entro nella gioielleria dove tu, Luigi, travestito da cliente, mi vieni incontro e mi passi 26 Euro e 32 centesimi. Alle 10:52 mi accosto al bancone e compro un orologio del prezzo di 26 Euro e 32 centesimi. Quindi do l’orologio a te, Luigi. Tu vai dritto al Norman Garage in East Street. Voi ragazzi continuate fino qui alle 10:56 e appuntamento nella saletta posteriore al Cow And Sickle alle 11:15. Bene, domande?

FRANCO: Non sembriamo fare niente di illegale.

BOSS: (risentito) Cosa vuoi dire?

FRANCO: Be’… l’orologio lo paghiamo.

BOSS: (con pazienza) Sì…

FRANCO: (esitante) Be’… perché paghiamo l’orologio?

BOSS: (pesantemente) Non ce lo darebbero se non lo pagassimo, no? Eh?

FRANCO: Guardate, non mi piace questa situazione.

BOSS: Perché no?

FRANCO: Be’, non infrangiamo mai la dannata legge! (costernazione generale)

BOSS: Che vuoi dire?

FRANCO: Be’, per esempio il colpo alla banca la settimana scorsa.

BOSS: Cos’aveva che non va?

FRANCO: Be’ dover andare dentro con una maschera e ritirare 30 Euro dal mio conto, ecco cos’aveva che non va.

BOSS: Ehi! Cosa stai cercando di dire, Franco?

FRANCO: Non potremmo semplicemente rubare l’orologio, boss?

BOSS: Ehi tu, stupido cialtrone! Ci abbiamo messo settimane a organizzare questo colpo. Cal ha affittato una stanza nell’edificio di fronte e ha filmato la gente che ci entra giorno per giorno. Luigi ha passato tre settimane sui cataloghi di orologi, fino a imparare il prezzo di ognuno a menadito, e ora devo rischiare tutto l’affare giusto per il gusto di infrangere la legge?

FRANCO: Ehm… non potremmo parcheggiare sulle strisce gialle?

BOSS: No!

FRANCO: Non potremmo prendere un cane per sporcare il marciap…

BOSS: No!

CAL: (impallidendo di colpo) Ehi, boss!

BOSS: Cosa succede?

CAL: M’è venuto in mente adesso… Ho lasciato la macchina al parchimetro… ed è…

BOSS: Scaduto?

CAL: Sì, boss.

BOSS: Da quanto?

CAL: (tremando) Non so, boss… forse due… forse cinque minuti…

BOSS: Scaduto da cinque minuti. Idiota! Idiota! Va bene… non abbiamo tempo da perdere. Bruno, raditi completamente, prendi il tuo passaporto e incontriamoci a questo indirizzo a Rio de Janeiro martedì notte. Luigi, vai in Africa Orientale, fatti la plastica e ci vediamo là. Cal, vai in Canada e dirigiti a sud fino al Nicaragua per luglio. Franco, tu stai qui di retrovia. Dacci quindici minuti e poi fai saltare in aria l’edificio. Okay, facciamo in fretta.

FRANCO: Non posso far saltare in aria l’edificio.

BOSS: Perché no?

FRANCO: È illegale.

BOSS: Tizzone d’inferno! Bene, non ci resta che arrenderci allora. (alzano tutti le mani)

CAL: Non possiamo, Boss.

BOSS: Perché no?

CAL: Non abbiamo fatto niente di illegale.

41.Caduta uomini

Primo Uomo

Secondo uomo

Due impiegati seduti uno di fronte all’altro a una scrivania accanto ad una finestra. Lavorano intensamente. Un corpo si vede cadere fuori dalla finestra.

PRIMO UOMO: Ehi, hai visto?

SECONDO UOMO: Mh?

PRIMO UOMO: Hai visto che qualcuno è passato fuori dalla finestra?

SECONDO UOMO: Cosa?

PRIMO UOMO: Qualcuno è passato fuori dalla finestra. In quella direzione. (indica giù)

SECONDO UOMO: Aha. (torna a lavorare. Il primo uomo guarda per un po’. Come ricomincia a lavorare un altro corpo passa fuori dalla finestra.)

PRIMO UOMO: Un altro!

SECONDO UOMO: Hm?

PRIMO UOMO: Un altro è passato cadendo.

SECONDO UOMO: Cosa?

PRIMO UOMO: Due persone sono appena cadute là fuori verso una morte quasi certa.

SECONDO UOMO: (con fare accondiscendente) Bene, bene.

PRIMO UOMO: Senti! Due persone (un altro cade), tre persone sono appena cadute fuori da quella finestra.

SECONDO UOMO: Dev’esserci riunione di consiglio d’amministrazione.

PRIMO UOMO: Oh. Già. (tornano a lavorare. Un altro cade) Quello era Tamburini delle finanze.

SECONDO UOMO: Oh, no, era Lirussi.

PRIMO UOMO: Tamburini.

SECONDO UOMO: Lirussi.

PRIMO UOMO: Tamburini.

SECONDO UOMO: Lirussi. (un altro cade)

ENTRAMBI: Quello era Tamburini.

SECONDO UOMO: Era un bravo giocatore di golf, Tamburini.

PRIMO UOMO: Buon giocatore di golf. Ottimo giocatore di golf. Schifoso nelle finanze. Il prossimo sarà Piccinini.

SECONDO UOMO: Scommetto di no.

PRIMO UOMO: Quanto.

SECONDO UOMO: Cosa?

PRIMO UOMO: Quanto ci scommetti? Cinque?

SECONDO UOMO: D’accordo.

PRIMO UOMO: Fatta.

SECONDO UOMO: Ci sto.

PRIMO UOMO: Bene. (si stringono la mano. Guardano dalla finestra) Forza Picc.

SECONDO UOMO: Non farlo Picc.

PRIMO UOMO: Dai Picc. Salta Picc. Salta.

SECONDO UOMO: Dai non fare lo stupido Picc.

UNO SPETTATORE: Basta con queste persone che cadono da un palazzo. Ho lavorato per tutta la vita in un palazzo del genere e non mi è mai capitato una sola volta... (urla e precipita)

PRIMO UOMO: (giubilante) Piccinini!

42.Omicidio

Violanda

Loris

Signora Silvano

Ispettore David

Tony

Scena: salone di una villa di famiglia altolocata. Un vecchio giace morto sul pavimento. Entrano Violanda e Loris:

Violanda: In ogni caso, Loris, potresti prendere quello che parte da Pievedizio alle 11.30 ed essere a Orzinuovi per l’una, oh, e c’è anche una carrozza ristorante e… (vede il cadavere) Oh! Papà!

Loris: Per la miseria! Signor Florio!

Violanda: (senza avere il coraggio di guardarlo) È stato…?

Loris: Sì, dopo colazione. Ma questo non importa, adesso… è morto.

Violanda: Oh! Povero paparino!

Loris: Be’, sembra che non prenderò il treno delle 11.30.

Violanda: Oh, no, Loris, non devi perdere il tuo treno!

Loris: Come pensi che io possa andare prendere un treno quando invece dovrei stare qui ad aiutarti?

Violanda: Oh, grazie, Loris… in ogni caso, potresti prendere quello delle 9.30 domani mattina – passa per Cignole e Folzano.

Loris: Oppure quello delle 9.45, che è ancora meglio.

Violanda: Oh, ma dovresti cambiare a Cascina Vinzischina.

Loris: Sì, ma devo aspettare solo sette minuti per il cambio, ora.

Violanda: Oh, sì, è vero, mi ero dimenticata che fosse venerdì. Oh, chi può aver fatto una cosa del genere?

Entra la signora Silvano

Silvano: Si sbrighi signor Florio, il suo treno parte tra ventotto minuti, e se perde quello delle 10.15, non riuscirà a prendere quello delle 15.45, il che vorrebbe dire… oh!

Loris: Mi dispiace, ma il signor Florio non prenderà il treno delle 10.15, signora Silvano.

Silvano: È stato…?

Violanda: Sì, dopo colazione.

Loris: Signora Silvano, credo purtroppo che possa annullare la sua prenotazione del posto.

Silvano: Oh, era giusto dietro alla motrice – quella quarta carrozza dalla quale poteva apprezzare a pieno i meravigliosi paesaggi di Villagana.

Loris: Non più, signora Silvano… la linea è stata chiusa.

Silvano: No! Non Villagana!

Loris: Mi dispiace ma è così.

Entra l’ispettore David

Ispettore: Okay, che nessuno si muova. Sono l’ispettore David della polizia.

Loris: Accidenti, ispettore, è stato veramente veloce.

Ispettore: Sì, ho preso l’espresso da Molinazzo delle 8.55 così ho evitato il traffico all’altezza di Castel Rozzone.

Silvano: Quello sì che è un buon treno.

Tutti: Eccellente, comodissimo.

Tony entra dalle finestre alla francese. È vestito in grande stile ed è assai di buon umore.

Tony: Buongiorno a tutti quanti!

Tutti: Tony!

Tony: Dov’è papà? (lo vede) Oh, miseriaccia! È stato…?

Violanda e Loris: Sì, dopo colazione.

Tony: Quindi… non gli servirà la prenotazione per il treno delle 10.15.

Loris: Esatto.

Tony: E suppongo che, essendo il figlio maggiore, spetti a me.

Ispettore: Aspetti un minuto, Tony. C’è una piccola questione di… omicidio.

Tony: Oh, ma di sicuro si è semplicemente sparato e poi ha nascosto l’arma.

Silvano: Ma come potrebbe qualcuno spararsi e poi nascondere l’arma senza cancellare la sua prenotazione?

Tony: Ha, ha! Beh, mi dovrò sbrigare o perderò il treno delle 10.15.

Ispettore: Ho il sospetto che lei abbia ucciso suo padre per la sua prenotazione.

Tony: Potrei avere avuto il movente, signore, ma non la possibilità, dato che sono appena arrivato da Ghisalba sul treno delle 8.13 e c’è il mio biglietto della carrozza ristorante a provarlo.

Violanda: Quello delle 8.13 da Ghisalba non ha la carrozza ristorante.

Loris: Ha solo un baretto nell’ultima carrozza.

Tony: Oh, ehm… ho detto quello delle 8.13, bè volevo dire il regionale delle 7.58.

Silvano: Ma il regionale delle 7.58 è arrivato a Casalbuttano alle 8.19, per la manutenzione annuale a Bottaiano.

Loris: E come avresti potuto prendere la coincidenza delle 8.12 che era partita sette minuti prima?

Tony: Ehm… semplice! Ho preso lo speciale delle 7.16 che arrivava a Casalbuttano alle 8.09.

Violanda: Ma lo speciale delle 7.16 ferma a Casalbuttano a sabati alterni.

Silvano: Giusto, sicuramente intendevi lo Speciale Festivo.

Tony: Oh, giusto! Che scioccone che sono! Ovvio, sono venuto con lo Speciale Festivo che ferma a Brusaporto, Cacastrone, Zerbo, Cascina Regina, Chiavicone e Ghisalba.

Ispettore: Ma viaggia solo di domenica!

Tony: Dannazione! E va bene, confesso, sono stato io. L’ho ucciso per la sua prenotazione, ma non mi prenderete vivo! Mi butterò sotto il treno delle 10.12 da Cizzago!

Loris: Non essere sciocco, Tony, non farlo, quello delle 10.12 ha la nuova motrice potenziata. Non ce la faresti mai!

Tony: Esatto.

Accordo basso.

43.Uomini strani

Intervistatore

Signor Fo

Signor Le

Signor Na

Intervistatore: Bene, vi presentiamo ora un nostro ospite che non solo vive a Pers, ma per di più pronuncia solo la fine delle parole, il signor Ni Na. Signor Na, buona sera.

Na: …na …ra.

Intervistatore: Ci fa molto piacere averla qui stasera.

Na: …lto …ere …che …a …rte …ia.

Intervistatore: Signor Na, non trova molto difficile farsi capire dagli altri?

Na: Sì, in effetti è estremamente difficile.

Intervistatore: Un momento, lei è un imbroglione!

Na: Oh, no. La 3° e la 4° frase le riesco a dire perfettamente.

Intervistatore: Capisco. Quindi la sua prossima risposta sarà di nuovo composta solo dalle parti finali delle parole?

Na: …to.

Intervistatore: Bene, ora vedremo un uomo che dice solo l’inizio delle parole. Signor Gio Fo, buona sera.

Fo: Bu… se…

Intervistatore: Bene, vi siete mai visti prima?

Fo: N…

No: …o.

Fo: N…

No: …o.

Intervistatore: Be’, questa si preannuncia davvero una grande serata, perché abbiamo qui in studio anche il signor Van Le, che dice solo la parte centrale delle parole. Buonasera.

Le: …uon… …er…

Intervistatore: Da dove viene lei?

Le: …a… …nie… …e… …iu…

Intervistatore: San Daniele del Friuli. Bene, lasci che le presenti il signor Ni Na…

Ne: …na …ra.

Le: …uon… …er…

Intervistatore: …e il signor Gio Fo.

Le: …uon… …er…

Fe: Bu… se…

Intervistatore: Ha ha ha, sì, un momento. Magari vi piacerebbe augurare al pubblico una buona serata tutti assieme!

Fo: Bu…

Le: …o…

Na: …na

Fo: Se…

Le: …ra…

Na: …ta

44.Negozio di animali

Uomo

Negoziante

Un uomo entra nel negozio e si avvicina al negoziante al bancone.

UOMO: Buongiorno, vorrei comprare un gatto.

NEGOZIANTE: Certo signore. Ho un bellissimo terrier. (indica una scatola sul bancone)

UOMO: (guardando nella scatola) No, veramente vorrei un gatto.

NEGOZANTE: (tirando via la scatola dal bancone, e rimettendola sopra come se fosse una scatola diversa) Oh sì, che ne pensa di questo?

UOMO: (guardando nella scatola) No, è il terrier.

NEGOZIANTE: Va be’, è lo stesso, quante storie.

UOMO: Ma che dice? Io voglio un gatto.

NEGOZIANTE: Senta, le dico una cosa. Gli sego un po’ le gambe, gli tiro via la mascella, gli pianto dei fili di ferro nelle guance. Ed ecco, un simpatico gattino.

UOMO: Non è un gatto vero.

NEGOZIANTE: Cosa vuol dire?

UOMO: Non miagolerebbe.

NEGOZIANTE: Be’ guairebbe un po’.

UOMO: No, no, no, no. Ehm, non ha un pappagallo?

NEGOZIANTE: No, non proprio, temo, abbiamo appena finito i pappagalli. Le dico una cosa però… Gli tronco le gambe dietro, poi mm gli strappo il pelo, gli appiccico un paio di ali e gli attacco un becco di sua scelta. (prende una piccola scatola e la scuote) Nessun problema. Un simpatico pappagallo.

UOMO: E quanto tempo ci vorrebbe?

NEGOZIANTE: Oh, dunque… ehm, strappare il pelo, via le gambe… (chiama) Gianni… potresti fare subito un pappagallamento su questo terrier?

GIANNI: (da fuori) No, sto ancora mettendo un becco sul cocker, e poi ho ancora le rane da fare.

NEGOZIANTE: (al cliente) Venerdì?

UOMO: No, mi servirebbe per domani. È un regalo.

NEGOZIANTE: Oh Dio, è un lavoro piuttosto lungo. Vede, il pappagallamento… le dico una cosa però, senza sovrapprezzo, coi terrier si fanno dei simpatici pesciolini. Voglio dire, posso farglielo subito qua. Via le gambe, su le pinne, un tubicino piantato dietro al collo per respirare, un tocco di vernice rossa, e poi…

UOMO: Ci vorrà una grossa vasca.

NEGOZIANTE: Ma è un grande spunto per la conversazione.

UOMO: Sì, va bene, va bene… Ma, ehm, solo se posso guardare.

45.C’è

Presentatore: Buona sera. Questa sera a “C’è” cercheremo una risposta alla domanda “C’è vita dopo la morte?”. Ad aiutarci abbiamo qui con noi tre persone morte… il compianto signor Biagio Quadri, ex curatore del museo delle guerre coloniali… (degli inservienti portano dentro gli ospiti e li sistemano sulle sedie) il compianto professor De Santis, fino a poco tempo fa docente, critico e personaggio tv… e per il punto di vista del Vaticano, il molto compianto Vescovo di Udine. Miei gentili ospiti, c’è vita dopo la morte o no? Signor Quadri? (silenzio) Professore? Sua Eminenza? Bene, “no” per tutti e tre. A “C’è” la settimana prossima discuteremo la questione “C’è di che averne piene le scatole?”. Fino ad allora, buona notte.

46.Infermiera pugnalatrice

Dottore

Signorelli

Infermiera

Ambulatorio. Un dottore parla ad un paziente dall’aria imbarazzata.

Dottore: Be’, signor Cotone, lei ha ciò che noi medici chiamiamo un malanno bastardo. Le consiglio di infilarsi questo sacchetto di carta in testa – vede, qui ci sono i buchi per gli occhi – e di suonare questa campanella, mentre porta questo foglio al suo ospedale. (gli dà un foglio lungo un metro, recante la scritta “Trattamento speciale”). Ah, ci penserò io ad avvisare i suoi parenti, i suoi genitori e chiunque mi capiti a tiro. OK… pagamento in contanti, vero? (l’uomo gli porge un mazzetto di banconote) Grazie mille. Se ne vada. (l’uomo se ne va) Piccolo luridone… (prende un librone recante la scritta “La pratica medica” e ne sfoglia le pagine) Hmm… Giuramento d’Ippocrate… Non c’è… splendido, molto utile. Il prossimo!

Urlo fuori campo. Un uomo barcolla dentro lo studio tenendosi lo stomaco sanguinante. Il sangue sprizza ovunque nella scena.

Dottore: Ah, sì, lei deve essere il signor Signorelli.

Signorelli: (evidentemente colpito a morte) Sì, s… sono io…

Dottore: Bene, si sieda pure. Qual è il problema?

Signorelli: Son… sono appena stato pugnalato d… dalla sua infermiera…

Dottore: Oh, cielo! Allora penso che farei meglio a darle un’occhiata. Però prima potrebbe compilare questo modulo?

Signorelli: M... mi ha appena pugnalato…

Dottore: Sì, è un tipo imprevedibile. Guardi, lei sta sanguinando parecchio, credo che sia meglio che si sbrighi a compilare il modulo.

Signorelli: N…non potrei farlo d… dopo?

Dottore: No, no, per allora potrebbe essere già morto. Ce la fa ad impugnare la penna?

Signorelli: Ci proverò…

Con un grande sforzo stacca una delle sue mani dallo stomaco e prende la penna.

Dottore: Eh, sì, tutte queste maledette formalità sono una vera seccatura, lo ammetto… (si alza e passeggia per la stanza, preso dai suoi ragionamenti) sono davvero un incubo, questi pezzi di carta, un vero fastidio del diavolo. Andrebbero rimossi, non hanno ragion d’essere…

Signorelli: Devo rispondere a tutte le domande, dottore?

Dottore: No, no, risponda solo a quelle che riesce, non c’è bisogno che scendiamo troppo nel dettaglio. Non so neanche perché badiamo a tutto questo, tanto è seccante. Be’, vediamo come le è andata. (Signorelli collassa) Oh, cielo, cielo.. Non va tanto bene, eh? Guardi, la numero 4 la sapeva di sicuro!

Signorelli: N… no, non la…

Dottore: Da “Il mercante di Venezia”, lo sapevo pure io!

Signorelli: (sanguinando copiosamente) Sta finendo tutto sul tappeto, dottore!

Dottore: Oh, non si preoccupi per quello! Guardi questa, la 6, il Trattato di Versailles, non la sapeva? O, mio Dio…

Signorelli: Ahgg… aghhh.

Dottore: E la numero nove…Michael Schumacher! (sguardo torvo su Signorelli) Gabriella Sabatini? Dev’essere pazzo, lei!

Sparo. L’infermiera entra con una pistola ancora fumante.

Infermiera: Ah, dottore? Ho appena sparato ad un altro cliente, non credo che ci sia più bisogno di visitarlo.

Dottore: Non l’avrà mica ucciso?

Infermiera: Temo di sì.

Dottore: Le ho detto mille volte che non me li deve uccidere, signorina!

Infermiera: Oh, mi dispiace, dottore, ma è stato un attimo. Non c’ho nemmeno pensato… Veramente sciocca sul serio.

Esce, dopo aver preso una spada dalla parete. Durante le prossime battute si odono strilli e urla di morte.

Signorelli: Mi dispiace per il tappeto, dottore.

Dottore: Signor Signorelli, mi dispiace ma non le posso dare nessun voto, il ciò significa che non potrò indirizzarla verso alcun ospedale. Le dico una cosa, io le fermo l’emorragia, ma, a dirgliela tutta, non lo potrei fare, visti i suoi voti…

L’infermiera entra completamente imbrattata di sangue.

Infermiera: Non ci sono più pazienti in sala d’attesa, dottore.

Dottore: Oh, bene. Allora propongo di andare a pranzo.

Infermiera: E cosa ne facciamo di… ehm… (indica Signorelli, agonizzante)

Dottore: Ah, sì, giusto. Guardi, signor Signorelli, noi ce ne andiamo un attimino per mettere qualcosa sotto i denti, ora che abbiamo un momento libero, sa com’è… guardi, dia un’altra occhiata al modulo… se mi riesce a rispondere giusto alle domande di storia, bene, così le potremo dare qualcosina, tipo un po’ di morfina, OK?

Signorelli: Grazie, dottore, grazie mille!

47.Matrimonio

Impiegato

1° Uomo

2° Uomo

3° Uomo

4° Uomo

Ufficio registri, matrimoni, eccetera. Un uomo sta parlando con l’impiegato.

1° Uomo: Mi scusi, vorrei sposarmi.

Impiegato: Mi dispiace, ma sono già sposato, signore

1° Uomo: No, no, io voglio solo sposarmi.

Impiegato: Potrei divorziare, credo, ma sarebbe una discreta seccatura.

1° Uomo: Ma no, no, non è necessario, perché…

Impiegato: Viene lei a stare da me o vengo io da lei, io avrei la casa ipotecata.

1° Uomo: No, no, io voglio sposarmi qui.

Impiegato: Oh, cielo. Ci tenevo a un matrimonio in chiesa.

1° Uomo: Guardi, io voglio solo che lei sposi ME… con…

Impiegato: Ma anch’io voglio sposarla, signore, ma non è così facile. Sicuro di volersi sposare?

1° Uomo: Sì, mi voglio sposare, e in fretta.

Impiegato: Mi sta bene. Mi sta bene.

1° Uomo: Ma non voglio sposare lei!

Impiegato: Questo si chiama infrangere le promesse, signore.

1° Uomo: Io voglio solo che lei agisca come un normale impiegato e mi sposi!

Impiegato: Ma certo, la sposo, signore, ma la prego di decidersi. Non giochi coi miei sentimenti, la prego.

1° Uomo: Mi dispiace, ma…

Impiegato: Tutto a posto, signore, la perdono. Bisticci d’innamorati. Comunque non è la prima persona che me lo chiede, oggi. Ho già respinto parecchi pretendenti.

1° Uomo: Guardi, sono già fidanzato!

Impiegato: (pensando) Già, e anch’io sono già sposato. Ma in qualche modo ce la faremo.

2° Uomo (entrando): Buon giorno. Vorrei sposarmi.

Impiegato: Mi dispiace, ma sto già sposando questo signore.

2° Uomo: Beh, posso sposarmi dopo di lui?

Impiegato: Divorziare non è così veloce, signore. Ma se ne è convinto…

3° Uomo: (entrando) Vorrei sposarmi, prego.

Impiegato: Cielo, se oggi non è il mio giorno fortunato! Va bene, ma dovrà aspettare che io sposi questi due, prima.

3° Uomo: Cosa, questi due, sposati… Franco! Perché stai sposando questo qui?

Impiegato: Prima deve sposare me, signore.

3° Uomo: Ma se è fidanzato con me!

4° Uomo: (grande e grosso) Dai, Enrico.

Impiegato: Cielo, mia moglie.

2° Uomo: Vuole sposarmi lei??

4° Uomo: Sono già sposato.

Immortalati, tipo foto, sorridenti e felici come dopo un matrimonio

Voce: Be’, alla fine tutto è finito bene, ma non chiedetemi come, sporcaccioni. Ora sono tutti sposati e se la spassano bene in un appezzamento comunale dalle parti di Aviano.

48.Dopobarba

Uomo (cliente)

Negoziante

Ragazza suggeritrice

Primo grullo

Secondo grullo

Ximinez

Borghese

Bruno Schiffo

Taccheggiatore

Amico del taccheggiatore

Agente di polizia

UOMO: Buongiorno.

NEGOZIANTE: Buongiorno signore. Posso esserle utile?

UOMO: Sì. Vorrei un dopobarba.

NEGOZIANTE: Ah. "Del bagno un requisit-t-t-t-t-t…" Provi questo. È l’ultimo che ci e arrivato, si chiama Bruma di Mare.

UOMO: (lo annusa) Mi piace abbastanza.

NEGOZIANTE: Che ne dice di qualcosa di più muschiato? Questo si chiama Mimmo.

UOMO: No, non proprio. Ha qualcosa di più pesciato?

NEGOZIANTE: Più pesciato?

UOMO: Più pesciato.

NEGOZIANTE: (guardando gli scaffali) Pesce, pesce, pesce. “Del pesce un requisit-t-t-t-t…”

UOMO: Tipo aringa o acciuga.

NEGOZIANTE: O sardina?

UOMO: Sì.

NEGOZIANTE: No, non ne ho nessuno di quelli… ah, ho sgombro… o merluzzo… o nasello…

UOMO: Non ha niente di più acciugoso?

NEGOZIANTE: Ehm… gatto? Che ci fa lì? O salmone con un lieve accenno di gamberetti? O granchio, anguilla e mandorla, molto particolare.

UOMO: È che volevo proprio l’acciuga.

NEGOZIANTE: Be’, signore, abbiamo avuto una consegna di pesciati questa mattina, quindi potrei fare un salto giù nel seminterrato e vedere se posso trovare qualcosa su questo particolare requisit-t-t-t-t-t. Allora era acciuga o…?

UOMO: Aringa.

NEGOZIANTE: Aringa. Faccio in un moment-t-t-t-t-t.

UOMO: (aspetta per qualche secondo, comincia a stare a disagio, guarda l’orologio, borbotta. Parla al pubblico, cercando di essere affabile) Scusate… pom pom pom… Di solito cerchiamo di evitare queste piccole… pause… prolungamenti… sapete, solo teatralmente è sceso nel seminterrato. Perché, non c’è veramente un seminterrato, lui è solo uscito di scena e facciamo finta… Quello che succede in realtà è che lui esce di là, dietro le quinte, e aspetta là così sembra che sia andato giù… nel seminterrato. In effetti mi sembra che stia un po’ esagerando. Ah!

NEGOZIANTE: (viene vistosamente spinto dentro da un paio di mani) Scusi per l’attesa, signore. (col fiato corto) Sono tante scale. (l’uomo ammicca verso il pubblico) Temo che non sia arrivato questa mattina, signore. Ma ne abbiamo un po’ alla nostra sede di Kensington. Faccio un salto là e glielo prendo.

UOMO: Quanto ci vorrà?

NEGOZIANTE: Venti minuti.

UOMO: Venti minuti! (il negoziante parte. Mentre l’uomo resta lì e comincia ad essere imbarazzato, una ragazza da dietro le quinte gli passa goffamente un messaggio con un lungo bastone. Lui lo prende e lo legge) Oh… mi chiedo cosa usano gli altri come dopobarba. (cala la luce su di lui. Passaggio di diversi personaggi in proscenio)

PRIMO GRULLO: Io uso una frizione che si chiama Alitosi per far sembrare dolce il mio respiro.

SECONDO GRULLO: Io uso un dopobarba che si chiama Semprini. (viene portato via da un poliziotto)

NEGOZIANTE: (passando di corsa) No, scusate, non posso fermarmi, devo correre a Kensington.

XIMINEZ: Io uso due tipi di lozione dopobarba: Incenso, Mirra… Tre tipi di lozione dopobarba: Incenso, Mirra, Sandalo… Quattro tipi di lozione dopobarba: Incenso…

BORGHESE: Ogni mattina mi faccio una doccia fredda giusto prima di dare di matto, e poi do di matto 1, matto 2, matto 3, matto 4…

BRUNO SCHIFFO: Io uso Puzzola Rancida numero 2. Rende la mia pelle incantevole e squamosa.

NEGOZIANTE: (passando di corsa) Scusate di nuovo. Non posso fermarmi, devo tornare indietro. (tornano le luci sull’uomo in negozio, mentre lui sta girando avanti la lancetta di un orologio a muro di venti minuti. Si gira verso il pubblico, scoperto, e torna colpevolmente al suo posto. Il negoziante entra) Purtroppo non ne hanno alla sede di Kensington. Ma ne abbiamo giù al deposito.

UOMO: Dov’è?

NEGOZIANTE: Aberdeen.

UOMO: Aberdeen?

NEGOZIANTE: Esatto. Aspetti qua… Ho la macchina.

UOMO: No, no, no. Prendo l’altro, il Granchio, Anguilla e…

NEGOZIANTE: Di mandorla il requisit-t-t-t-t?

UOMO: Lo prendo. (il negoziante si gira verso gli scaffali. Un taccheggiatore entra. Sono due uomini dentro un grande cappotto. Le braccia dentro le maniche sono finte. L’uomo lo guarda. Si avvicina al bancone e due braccia escono dal cappotto a rubare varie cose. Un terzo braccio esce dal cappotto e si unisce al saccheggio. L’uomo batte sulla spalla del negoziante e gli indica il taccheggiatore. Il negoziante vede e suona un fischietto. Subito un poliziotto entra nel negozio)

AGENTE: Bene. Bene. BENE! Adesso! Adesso! Tocca a lei.

NEGOZIANTE: Non dice "Che sta succedendo qua?"?

AGENTE: Oh! Giusto, che sta succedendo, qua?

NEGOZIANTE: Quest’uomo ha taccheggiato, agente.

AGENTE: Oh davvero? Ha?

NEGOZIANTE: Sì.

AGENTE: Sta cercando di insegnarmi il mio lavoro?

NEGOZIANTE: No, ma lui ha taccheggiato.

AGENTE: Guardi! Devo avvertirla che tutto quello che dirà sarà ignorato e per di più alla minima possibilità le sbatterò il pugno nei denti. (mima i pugni) F’tang, F’tang.

UOMO: Ma agente, questo uomo…

AGENTE: Ne ho abbastanza, siete in arresto. (mima un aereo che plana e spara)

NEGOZIANTE: Agente, non è stato lui. (indica il taccheggiatore) È lui il taccheggiatore.

TACCHEGGIATORE: No non lo sono.

AMICO DEL TACCHEGGIATORE: (tirando fuori la testa dal cappotto) Non lo è… io ho visto tutto.

AGENTE: (al negoziante) Un altro gesto e la sistemo per eresia.

NEGOZIANTE: Eresia. Diamine. Non mi aspettavo l’Inquisizione Spagno…

AGENTE: Silenzio! F’tang, F’tang. Oh, carino questo. (prende qualcosa dal bancone e se la mette in tasca) Bene. Vi porto alla centrale.

UOMO: Perché?

AGENTE: Vi accuso per possesso illegale di qualunque cosa abbiamo qui. Bene. (mima di nuovo un aereo) Modulo lunare chiama Buzz Aldrin. Vieni dentro. (canta uscendo) Gocce di pioggia su di me… un gatto mi guarda…

49.Cucciolotto

Signora Nicolais

Signora S

Figlio

Due signore sono sedute davanti ad un caminetto, sfogliando un album fotografico.

Signora Nicolais: Ooh, è un bambino dall’aria così sveglia, proprio come suo padre!

Signora S: Lei crede, Signora Nicolais?

Nicolais: Oh, certamente, sputati come due gocce d’acqua!

La porta si apre, entra il figlio

Figlio: Buongiorno, mamma. Buongiorno, signora Nicolais.

Nicolais: Oooh, cammina di già!

Signora S: Sì, è un bambino così intelligente, vero, caro? Chi è il cucciolotto della mamma, eh?

Nicolais: Ma ciao, cucciolotto della mamma!

Signora S: Ciao, ciao… (gli danno delle grattatine sotto il mento)

Nicolais: Cucciolino cucciolotto. (il figlio sorride, imbarazzato) Ma guardalo che ride… ooh, è proprio un piccolo giocherellone. Vero che è un piccolo giocherellone… eh, eh? E parla, anche, vero? Vero che parla?

Figlio: Certo che parlo, sono il ministro degli Esteri.

Nicolais: Ohh, è proprio un bambino intelligente, un piccolo genietto. (tira fuori un sonaglino) Lo vuoi il sonaglino? Lo vuoi il tuo bel sonaglino? Guarda come lo segue con quegli occhietti… guarda quegli occhiettini porcellini sorrisini… ooh… senti il cuoricino che fa bum-bum. Il cuoricino gli fa tanto bum-bum…

Figlio: (mentre la signora Nicolais sta parlando) Mamma, potrei avere una veloce tazza di the, per favore? Devo andare a esporre il rapporto sulle coltivazioni in Rodesia in Consiglio, alle sei.

50.Processo

Giudice

Regoli

1° Poliziotto

2° Poliziotto

3° Poliziotto

Giuria

Pubblico Ministero

Aula di tribunale, atmosfera tetra.

Giudice: Massimiliano Regoli, lei è stato giudicato colpevole per l’omicidio di Salvo Genovesi, Luana Kashanian, Filippo Griffini, Mascia Braidich, Rocco Marconi, Pietro Minicozzi, Marina Pugliese, Flavio Pennington, Raffaello Laricchia, Pasquale Orselli, Victoria Montrucchio, Patrick La Rosa, Carolina Taricone, Robert Casalino, Erika Ferri, Jonathan Nardi, Patrizia Spagnolo e Guido Veneziano nella mattina del 19 Dicembre 2004. Ha qualcosa da dichiarare prima che emetta la sentenza?

Regoli: Sì, signore. Sono davvero dispiaciuto.

Giudice: Che cosa?

Regoli: Sì, signore. È stata una cosa davvero terribile da fare e mi vergogno orribilmente di me stesso. Posso solo dire che non accadrà più. Uccidere così tanta gente in così poco tempo è veramente tremendo e io sono davvero molto, molto, molto, molto dispiaciuto di averlo fatto, e di avere inoltre sottratto così tanto tempo prezioso a questa corte, costretta ad ascoltare i sordidi dettagli di queste mie uccisioni senza senso. In particolar modo io vorrei chiedere scusa a lei, vostro onore, per il mio assolutamente deplorevole comportamento durante il processo. Vorrei anche chiedere perdono alla polizia, per averla trascinata in una tale tribolazione (inquadratura su tre poliziotti esausti e bendati) per un tale numero di ore, costringendola a trovare indizi e identificare cadaveri e così via. Sapete, io penso che certe volte dovremmo comprendere il difficile e spesso pericoloso lavoro di cui c’è bisogno per braccare pericolosi criminali come me e vorrei quindi semplicemente dire che ho trovato il loro lavoro eccellente e che almeno io l’ho apprezzato.

I poliziotti sembrano imbarazzati

1° Poliziotto: No, no, abbiamo solo fatto il nostro lavoro.

2° Poliziotto: No, no, no, no.

Regoli: Una cosa molto bella da parte vostra, dirlo, ma so che cosa avete passato.

1° Poliziotto: No, no, c’è andata molto peggio altre volte.

3° Poliziotto: Stavolta è andato tutto liscio come l’olio.

Regoli: Lo so e ve ne sono grato. Vorrei inoltre chiedere scusa al Pubblico Ministero per essersi trascinato qui, mattina dopo mattina, con un tempo così meraviglioso.

Pubblico Ministero: Be’, sarei dovuto venire in ogni caso.

Regoli: Ah, va bene, ma come ha gestito il caso!

Pubblico Ministero: Oh, grazie.

Regoli: No, no, è stato un privilegio per me vederla in azione. Non ho mai avuto una sola possibilità.

Pubblico Ministero: Ma sì che ne ha avute.

Regoli: Non dopo quella arringa finale. Grandioso.

Pubblico Ministero: Oh… Grazie (lusingatissimo)

Regoli: Per non parlare della giuria. Che posso dire. Vi ho trascinati qua dentro, giorno dopo giorno, tenendovi lontani dalle vostre case, dai vostri lavori, dalle persone che amate, solamente per sentire i particolari delle mie orrende atrocità.

Portavoce: No, è stato molto interessante, invece.

Regoli: Ma vi poteva capitare un caso molto più leggero…

Portavoce: No, no, quando ci sono degli omicidi ci si diverte molto di più.

1° Giurato: Quando sono tanti, poi!

2° Giurato: Magnifico!

3° Giurato: Ce la siam spassata da matti! (la giuria applaude)

Regoli: (soffiandosi il naso) Mi dispiace, sono profondamente commosso. E così, vostro onore, le rimane solo da assegnarmi la più tremenda sentenza che la legge possa prevedere.

Giudice: Beh, non credo sia necessario…

Regoli: No, vostro onore, la massima pena stabilita dalla legge è a malapena sufficiente. Insisto affinché io possa diventare un esempio per tutti.

Giudice: Beh… sì e no… Voglio dire, la società…

Regoli: Oh, no, vostro onore. Non si transige sull’omicidio di massa.

Giudice: Ma, in questo caso… (alla corte) che ne dite?

Giuria: No, no!

Regoli: Oh, andiamo, vostro onore, mi merito l’ergastolo!

Giuria: No, no, no, no.

Regoli: (alla giuria) Beh, almeno 10 anni, allora!

Giudice: Dieci anni!

Giuria: Vergogna! Vergogna!

Regoli: Sia giusto, me ne dia 5!

Giudice: No, le darò 3 mesi al massimo.

Regoli: Oh, no, sarebbe così imbarazzante… neanche per sogno. Me ne dia 6, la prego!

Giudice: E va bene, d’accordo. Sei mesi.

Regoli: Grazie, vostro onore.

Giudice: Ma con la condizionale.

Regoli: Oh, no…

Giuia: Hurrà! (applaudono)

Portavoce: E per l’imputato, Hip Hip…

Giuria: … Hurrà!

Portavoce: Hip Hip…

Giuria: … Hurrà!

Portavoce: Hip Hip…

Giuria: … Hurrà!

Tutti: Perchè è un bravo ragazzo, perchè è un bravo ragazzo, perchè è un bravo ragazzo…

Voce: (da fuori) Nessuno lo può negar.

51.Letame

Lei

Lui

Grassone

Uomo del gas

Poliziotto

Ispettore

Party elegante. Due coppie in abito da sera siede ai lati del tavolo. Musica soffusa e luci abbassate.

Lei: La migliore vacanza di tutte, assolutamente fantastica.

Lui: Assolutamente meravigliosa.

Lei: Racconta, Michele.

Lui: No, cara, racconta tu.

Lei: Oh, a te viene molto meglio.

Suona il campanello

Lui: Scusatemi un attimo.

Lui va alla porta, che dà direttamente sulla sala da pranzo. Entra un tizio grasso e unto con una vasca sulle spalle. Mosche le ronzano attorno.

Grassone: Letame, signore.

Lui: Cosa?

Grassone: Eccole il suo letame.

Lui: Che letame?

Grassone: Il suo letame. Tre belle pizze da un quintale. Dove gliele metto? (si guarda intorno per un posto)

Lui: Ma io non ho ordinato nessuna pizza di letame!

Grassone: Ma certo che l’ha fatto. L’ha ordinato attraverso il Club del Libro del Mese.

Lui: Club del Libro del Mese?

Grassone: Sì, signore. Lei ha ordinato “Via col vento”, “I miserabili” di Victor Hugo e “La donna del tenente francese”, e con ogni terzo ordine, lei ha in omaggio del letame.

Lui: Non mi è stato detto quando ho firmato il contratto.

Grassone: Beh, no, no, no. Non c’era sul contratto. Pensavano non andasse bene per gli affari. In ogni caso, abbiamo tre quintali di letame nel camioncino. Dove vuole che glielo mettiamo?

Lui: Ma non lo vogliamo nemmeno. Non abbiamo giardino.

Grassone: Beh, qui non starebbe male. È letame della più fina qualità.

Lui: Non può metterlo qua, stiamo cenando!

Grassone: Fa nulla, lo lascerò sulla televisione.

Lo porta nella sala da pranzo. Gli ospiti lo ignorano.

Lui: Cara, c’è un signore col nostro letame del Club del Libro del Mese.

Lei: Non abbiamo spazio, caro.

Grassone: Quante stanze avete, allora?

Lui: Beh, ci sono solo questa stanza, la stanza da letto e una stanza libera.

Grassone: Va bene, sa che le dico? Se spostate tutto nella stanza da letto, potrete usare la stanza libera come stanza del letame.

Il campanello suona e alla porta, che era ancora aperta, si presenta un uomo del gas con un indiano morto sulle spalle.

Lui: Sì?

Uomo del gas: Indiano morto.

Lui: Cosa?

Uomo del gas: Ha comprato un nuovo microonde di recente, signore?

Lui: Sì.

Uomo del gas: Ah, beh. Questo è il suo indiano gratis, come c’era scritto sulla pubblicità.

Lui: Ma non era mica scritto sui volantini!

Uomo del gas: Invece sì, solo che è scritto molto in piccolo. Vede, signore, è per non far calare le vendite.

Lui: Ma non abbiamo posto!

Grassone: Va tutto bene, lo può semplicemente mettere nella stanza, in cima alla pila di letame.

Indiano morto: Sal…va …te …mi…

Lui: Ma non è morto!

Uomo del gas: Oh, beh, allora doveva essere un forno difettoso.

Il telefono squilla, Lei va a rispondere.

Grassone: Beh… (silenzio imbarazzato) lei si è letto “La donna del tenente francese” e le piaciuto, allora?

Lui: No.

Grassone: No… comunque, ne valeva la pena per il letame, no?

Lei: Caro, è la società del latte. Dice che per ogni due pacchi di panna da cucina abbaimo in omaggio la A4.

Lui e Lei da soli con l’indiano morto e il letame tutt’intorno, fumante, arrivano due operai che si lamentano delle condizioni del manto stradale. Due poliziotti arrivano.

Poliziotto: Siete voi i signori Rossi di via Marco Volpe 8, Udine?

Lui: Sì.

Poliziotto: Bene, salite in macchina, vi abbiamo vinti in una riffa alla stazione.

Lui e Lei vengono trascinati fuori. Rimane in scena solo l’Ispettore.

Ispettore: Sì! E questa coppia è solo uno dei premi nella Riffa della Polizia di quest’anno! Tra gli altri premi abbiamo due anni per evasione, un blocchetto di mandati di perquisizione, una T-shirt con la scritta “E cosa sarebbe questa? Farina?” e un fine settimana per due con uno skinhead di vostra scelta!

52.Incidenti

Maggiordomo

Uomo

Madia

Verde

Poliziotto

Salone molto raffinato, contenente molte robe preziose. Entra il maggiordomo con un uomo.

Maggiordomo: Bene, se lei aspetta qui signore, sono sicuro che il signor Thompson non la farà aspettare a lungo.

Uomo: Bene. Grazie mille.

Esce il maggiordomo. L’Uomo raccoglie una rivista dal tavolino vicino. Lo specchio alle sue spalle cade rovinosamente, facendo un baccano del diavolo. Il maggiordomo ritorna, squadrando interrogativamente l’Uomo.

Uomo: Lo specchio è caduto dal muro.

Maggiordomo: Signore?

Uomo: Lo specchio è caduto… dal muro… caduto.

Maggiordomo: (vistosamente scettico, ma gentile) Vedo. Aspetti qui. Andrò a prendere la scopa.

Non appena il maggiordomo chiude la porta, la libreria si stacca dal muro e crolla sul vassoio delle bevande. Torna il maggiordomo.

Uomo: Ah… si… si è staccata dal muro.

Maggiordomo: Sì, signore.

Uomo: Semplicemente si è staccata del muro.

Maggiordomo: Certamente, signore.

Uomo: Sì, ma… ma io non l’ho toccata.

Maggiordomo: (gentilmente sarcastico) Ma certo che no. Si è semplicemente staccata dal muro.

Uomo: Sì. Si è staccata dalla parete.

Maggiordomo: Non si muova, chiamerò qualcuno.

Esce

Uomo: Caduta… muro…

Entra Madia

Madia: Oh, mio Dio, che disastro. È stato lei?

Uomo: No, no. Non sono stato io. È… è… successo.

Madia: Oh? Beh, tenga questa. Vedo che posso farci.

Gli dà un pugnale.

Uomo: Oh, che splendore. Cos’è?

Madia: Un pugnale brasiliano. Ooops!

La Madia inciampa, cade letalmente sul pugnale che l’Uomo sta impugnando. Si accascia ai suoi piedi. C’è sangue sul pugnale e sulle mani dell’Uomo. Lui la guarda, quando si accorge che un uomo vestito di verde, vicino all’entrata, lo sta guardando terrorizzato.

Uomo: Ehm, è caduta su… sul pugnale.

Verde: (schernendolo) Certo, è stato così.

Uomo: Sì, mi ha solo dato il pugnale ed è scivolata… ha fatto “Ooops!”

Verde si sposta intorno alla stanza, lontano da lui, ma assecondandolo.

Verde: Certo, signore, capisco.

Uomo: Voglio dire, io non…

Verde: Oh, no, no, no. Ma certo che no, signore, capisco.

Uomo: Cioè, voglio dire, lei è…

Verde: Caduta?

Uomo: Caduta.

Verde: (Arretra un po’ troppo e cade, sfondando la finestra) Arrgh!

Uomo: (rivolto alla finestra) Sono terribilmente dispiaciuto!

Il maggiordomo entra, scortato da un poliziotto

Maggiordomo: È lui.

Poliziotto: Bene, signore.

Uomo: Buongiorno, agente. Sembra che ci sia stato un incidente. Beh, diversi incidenti, a quanto pare.

Poliziotto: Esatto, signore. Prego, venga da questa parte. (gli si avvicina, poi si afferra il petto) Ah! È… il cuore… (si accascia al suolo, morendo)

Maggiordomo: Schifoso maiale! La pagherai per questo!

Fa per muoversi, ma una parte del soffitto si stacca e lo spiaccica.

Uomo: Non serve che aspetto. Telefonerò.

Esce, attraversando la porta, si muove attraversando stanza che, al suo passaggio, crollano. Rumori si susseguono, mentre la sua faccia è sempre più spaventata. Raggiunge la porta principale, esce, la sbatte. Immagine di casa di campagna che esplode. Di nuovo lui, tutto sporco, che tiene i resti della maniglia della porta.

Uomo: Scusate…

53.Stanza da letto

Maurice

Vera

Marito

Roger

Biggles

Algy

Messicano

Stanza da letto di una coppia benestante. È buio. Entrambi dormono. Lui è tipo un colonnello, lei ha la maschera di bellezza sul viso. Qualcuno entra dalla finestra e con passo felpato si avvicina alla donna. È un francese dall’aria romantica con un berretto ed una baguette. La bacia sulla fronte. Lei si sveglia.

MAURICE: Vera… Vera… cara! Svegliati mio rabarbarino. Vieni nelle mie braccia.

VERA: Maurice! Cosa ci fai qui?

MAURICE: Non posso restare lontano da te. Devo averti per tutto il tempo.

VERA: Ma questo non è decoroso.

MAURICE: Non parlarmi di decoro, l’amore consuma la mia mente scellarata, sto delirando di desiderio. (le bacia la mano ripetutamente. Il marito improvvisamente si sveglia e si siede guardando dritto davanti a sé)

MARITO: Cos’è stato, Vera?

VERA: Oh, niente, caro. Solo un gioco di luci.

MARITO: Tutto a posto! (torna a dormire di botto)

VERA: Uff! C’è mancato poco.

MAURICE: Adesso mia bananina, mia macedonina, non posso più stare ad aspettarti. Devi essere mia completamente…

VERA: Oh, Maurice! (improvvisamente dietro di loro appare un tipo universitario con cravatta e pipa)

ROGER: Vera! Come puoi!

VERA: Roger!

ROGER: Cosa significa questo?

VERA: Oh, posso spiegarti tutto, caro!

ROGER: Chi è questo?

VERA: Questo è Maurice Zatapathique… Roger Thompson… Roger Thompson… Maurice Zatapathique.

MAURICE: Piacere.

ROGER: Piacere. (inginocchiandosi) Come hai potuto farmi questo, Vera… dopo tutto quello che abbiamo passato? Dannazione, io ti amo!

MAURICE: Vera! Non capisci, sono io che ti amo. (il marito si sveglia di nuovo)

MARITO: Cos’è stato, Vera?

VERA: Oh, niente caro. Solo una fronda che ha sfiorato la finestra.

MARITO: Tutto a posto! (torna a dormire di botto)

ROGER: Vieni con me, Vera!

VERA: Oh… non ora, Roger.

MAURICE: Vera, mio porcospinetto! Non abbandonarmi!

VERA: Oh, non posso, Maurice. (entra Biggles, indossa caschetto, giacca e stivali da volo, tipo Prima Guerra Mondiale. Appeso al collo ha scritto: Biggles)

BIGGLES: Giù le mani, maledetto mangiarane schifoso! (si inginocchia)

VERA: Oh, Bruno, Bruno Biggles!

BIGGLES: Sì, anche Algy è qua.

VERA: Algy Braithwaite? (Algy viene alla luce. Lacrime scorrono lungo la sua faccia. Appeso al collo ha scritto: Anche Algy è qua)

ALGY: Esatto… Vera… (ricaccia dentro le lacrime) Dio, lo sai che noi ti amiamo ancora entrambi maledettamente.

VERA: Oh, Biggles! Algy. Oh, che meraviglia! (comincia a piangere. Il marito si sveglia ancora)

MARITO: Cos’è stato, Vera?

VERA: Oh, niente caro. Solo lo sciacquone che si sta ricaricando.

MARITO: Tutto a posto! (torna a dormire di botto. A questo punto tutti gli uomini hanno messo delle sedie in circolo attorno al lato del letto di Vera. Chiacchierano tra di loro. Biggles le tiene la mano. Maurice ha tirato fuori una bottiglia di vino francese. Quattro musicisti messicani appaiono dal lato del letto del marito. Il capobanda scuote il marito, che si sveglia)

MESSICANO: (leggendo da un foglio spiegazzato) Escusa… può dire me dove està… senora Vera Jackson… per favor.

MARITO: Sì… a destra e poi di nuovo a destra.

MESSICANO: Muchas gracias…

MARITO: Tutto a posto! (torna a dormire di botto. I messicani strisciano attorno al letto e si uniscono al gruppo. Cominciano a suonare una conga con una chitarra, una tromba e maracas. Il capo si gira e si avvicina a Vera con uno sguardo di rimprovero)

MESSICANO: Oh, Vera… Non ricordi Acapulco in primavera…

VERA: Oh. Il quartetto Herman Rodrigues! (il marito si sveglia)

MARITO: Vera! (immediato silenzio) Ho distintamente sentito una fusione di ritmi messicani.

VERA: Oh no, caro… era solo la coperta elettrica che si spegneva.

MARITO: Hm. Be’ devo andare a fare un filino. (scende dal letto e scompare nel bagno)

VERA: Oh no, non puoi farlo. Non abbiamo ancora finito la scena!

ALGY: Lascia stare, manca solo una maledetta pagina.

ROGER: Sì, ma non c’è nessuno a cui reagire.

MAURICE: Non parlare al pubblico.

ROGER: Oh scusa. (entra un omone vestito come un Dio azteco. Stende le braccia e sta per parlare quando è interroto da Vera)

VERA: È inutile che entri… Ha lasciato la scena.

BIGGLES: È andato a fare un filino. (fa capolino il marito abbracciato ad una ragazza)

MARITO: Sh! Credo che mia moglie stia cominciando a sospettare qualcosa...

(collegamento: vari personaggi assurdi che fanno qualcosa di assurdo e intanto parlano:)

-Penso che il finale fosse prevedibile.

-Sì davvero mancava di originalità.

-Comunque non è necessariamente una buona cosa voler essere sempre diversi.

-No, davvero, c’è altrettanta comicità nel convenzionale.

-Ma d’altra parte è questo che il pubblico vuole? Voglio dire, col nuovo permissivismo, senza contare il bilancio dei pagamenti. È un fatto inconfutabile che...

-Sono completamente d’accordo.

-Bene. Usciamo da qui prima che sia troppo tardi... Troppo tardi!

54.L’acume dei programmisti TV

1° Programmista

2° Programmista

3° Programmista

Produttore Esecutivo

Uomo della sicurezza

Riunione per la programmazione dei palinsesti.

1° Programmista: (leggendo delle statistiche) … e le nostre statistiche dimostrano che le autostrade sono estremamente popolari. Voglio dire, l’ultima volta che abbiamo mandato in onda una replica dello svincolo di Bergamo abbiamo fatto il 99,9% di share, e la RAI è andata in bianco. Così ritengo che dovremmo produrre una serie TV dedicata alle autostrade.

Produttore Esecutivo: Eh, no, mi dispiace… non possiamo proprio aumentarvi il budget.

2° Prog.: Baguette?

1° Prog.: (al 2° Prog.) No, credo se ne sia andato. (al Prod. Esec.) Perché no?

Prod. Esec.: Non siamo l’unica fetta della torta, sapete.

3° Prog.: Non mi dispiacerebbe una fettina di torta… Una buona torta al cioccolato… deliziosa…

2° Prog.: Una volta avevo una baguette, sapete, e un simpatico giovanotto voleva incastrarsi la testa in una campana… come si chiamava… Joey? Serse?

1° Prog.: Potremmo ripassarle…

3° Prog.: Riscaldarle?

1° Prog.: No, ripassarle…

3° Prog.: Non si riscaldano le torte. Specialmente quelle al cioccolato!

Prod. Esec.: Ripassare le torte?

2° Prog.: Baldassarre Forte, ecco come si chiamava quello della baguette!

Prod. Esec.: (guardando l’orologio) Santo cielo, il bar è aperto! (tutti scattano in piedi) Oh. No. Non è ancora l’ora… stavo guardando la lancetta che va più veloce…

Tutti: Dannazione. Sconforto. (Si siedono, riluttanti. Breve pausa)

1° Prog.: Potremmo rinominare le repliche.

2° Prog.: Cosa… dargli titoli diversi?

Prod. Esec.: Non vorrebbe dire rinominarle?

3° Prog.: Geniale!

Prod. Esec.: Okay, tutto quello di cui abbiamo bisogno sono nuovi titoli. E devono essere maledettamente nuovi!

2° Prog.: Cosa ne dite di “La flotta di papà”?

Prod. Esec.: Hmm… buono, buono…

1° Prog.: “La mamma della porta accanto”

Prod. Esec.: Anche meglio…

3° Prog.: “Dottore al caffè”!

Tutti: CHE?

Bussano alla porta.

1° Prog.: Qualcuno ha bussato alla porta.

Prod. Esec.: Abbastanza buono, anche se credo sia un po’ lungo.

3° Prog.: Decisamente troppo lungo.

2° Prog.: “Ho sposato Lucy”

Prod. Esec.: Ma non l’avevano già fatto?

2° Prog.: Oh, sì, ma tanto tempo fa, nessuno se lo ricorderà.

3° Prog.: “Dottore alle tre”!

Bussano alla porta.

1° Prog.: Penso che qualcuno stia bussando alla porta.

Prod. Esec.: Ma è ancora più lungo!

2° Prog.: “Ho sposato un albero”

Prod. Esec.: “E la mamma fece l’albero”

3° Prog.: “Dottore alla torta”!

Insistenti colpi alla porta.

1° Prog.: Sentite! Non ne sono completamente sicuro, ma ho piuttosto l’impressione che ci sia effettivamente qualcuno che in questo momento stia bussando alla porta!

Prod. Esec.: Questo è assolutamente ridicolo. Metà del programma è bruciata, così. La smetta di allungare il titolo!

3° Prog.: (disperato) “Ho sposato una torta”?

2° Prog.: (eccitatissimo) “Ho sposato tre coniglietti di gelatina”!

3° Prog.: Preferisco le torte… specie quelle al cioccolato…

Ora la porta viene incessantemente martellata.

Uomo della sicurezza: (da fuori) Aprite questa fottutissima porta!

Prod. Esec.: No, no, non si può dire “fottutissima” alla TV.

Tutti scuotono la testa. La porta viene sfondata. Entra un uomo della sicurezza vestito da Naziskin, sulla sedia a rotelle e con una spada giapponese che gli trapassa il cranio.

Prod. Esec.: Perché non ha bussato prima di entrare?

Uomo sicurezza: Scusi, signore, ma ci sono dei disordini allo studio 5!

2° Prog.: Lei è della sicurezza, no?

Uomo sicurezza: Sì, signore.

2° Prog.: (trionfante) Bene, non le è permesso suggerire nuovi titoli. (sorride vittorioso agli altri)

Uomo sicurezza: Signore! Nello studio 5 fanno la Seconda Guerra Mondiale ma non la prendono più sul serio!

1° Prog.: Non può suggerire titoli di programmi!

Uomo sicurezza: (accendendo la TV) Guardate!

Tutti corrono al monitor, uno di loro colpisce la spada ficcata nella testa dell’uomo della sicurezza.

Uomo sicurezza: Ahia! Attenti alla mia ferita di guerra!

Tutti: Eccolo! Ottimo titolo!

55.Contrario

Intervistatore

Contrario

Studio con due sedie. Ci sono un Intervistatore e un ospite.

Intervistatore: Buona sera. Ho con me in studio questa sera il signor Norman St. John Polevaulter, che, da qualche tempo a questa parte, non fa altro che contraddire la gente. Signor Polevaulter, perché lei contraddice la gente?

Contrario: Non lo faccio!

Intervistatore: Ma mi aveva detto che lo faceva, eccome!

Contrario: Sono assolutamente sicuro di non averlo fatto.

Intervistatore: Oh. Capisco. Ricominciamo da capo.

Contrario: No, lei non lo farà!

Intervistatore: Shh! Signor Polevaulter, vedo che lei non contraddice la gente.

Contrario: E invece sì!

Intervistatore: E da quant’è che non lo fa?

Contrario: Be’, dall’86.

Intervistatore: ‘86?

Contrario: ‘83!

Intervistatore: Da ventitrè anni, quindi.

Contrario: NO!

Portavoce: Eccetera, eccetera, eccetera…

56.Bomba

1° Pilota

2° Pilota

Bagnale

Hostess

Due piloti nella cabina di pilotaggio di un aereo. C’è anche una hostess.

1° Pilota: Qui è il capitano Nobile che vi parla e vi dà il benvenuto a bordo da parte della AliTirreno. Tra poco vi verrà servito il rinfresco delle 5. La nostra destinazione è Roma. Niente panico.

Si apre la porta della cabina. Entra il Sig. Bagnale, isterico.

Bagnale: C’è una bomba su quest’aereo, e vi dirò dov’è per 10.000 euro!

2° Pilota: Io non ci credo.

Bagnale: Se non mi dite dov’è la bomba… se non vi do i soldi… a meno che voi non mi diate la bomba…

Hostess: I soldi, forse?

Bagnale: I soldi! Sì, grazie, bella signorina… la bomba esploderà uccidendo tutti!

2° Pilota: Compreso lei.

Bagnale: Vi dirò dov’è per un euro.

2° Pilota: Ecco un euro.

Bagnale: Non voglio soldi tedeschi. Sono numerati, potrebbero essere rintracciabili.

2° Pilota: Ecco un euro spagnolo. Ora, dov’è la bomba?

Bagnale: Non me lo ricordo.

2° Pilota: Se l’è dimenticato?

Bagnale: Già… mi sa che le devo un euro… oh! (strofina la moneta) impronte digitali.

1° Pilota: Allora, dov’è la bomba?

Bagnale: Un momento, un momento… (chiude gli occhi e pensa) Vuoi saper dov’è il mio covo, no nel bagno non mi trovo, sto rinchiusa qua in valigia, … (riapre gli occhi) Vi dico dov’è per un euro.

2° Pilota: È nella sua valigia.

Bagnale: Bravo! Eccoti un euro.

Entra un uomo con le cuffie.

Cuffie: Questo qua vi sta dando problemi?

1° Pilota: Ha appena rovinato questa scena.

2° Pilota: Sì, del tutto rovinata.

Cliente: Okay, allora passiamo alla prossima.

Bagnale: Un momento, un momento… no. Non vi rovinerò la scena per un euro.

2° Pilota: No, no.

Bagnale: 75 centesimi.

Cliente: La prossima. (escono)

57.Intermezzi: come riconoscere le parti del corpo

Come riconoscere le parti del corpo. (indica un piede) Numero uno. Il piede. (indica una spalla) Numero due. La spalla. (indica un altro piede) E numero tre. L’altro piede. (indica un naso) Numero quattro. La gobba del naso. (indica il basso ventre di un tizio con dei mutandoni a pois) Numero cinque. I pallini. (indica un braccio) Numero sei. Un po’ più su del gomito. (indica il sedere di un altro tizio con mutandoni a pois) Numero sette. Due centimetri a destra di un pallino. (indica il ginocchio di un personaggio della scena successiva) Numero otto. Il ginocchio.

(indica un orecchio di un personaggio della scena precedente) Numero nove. L’orecchio. (indica un alluce) Numero dieci. L’alluce. (indica un altro tizio in mutandoni a pois) Numero undici. Altri pallini. (indica il basso ventre di una tizia con i mutandoni a pois) Numero dodici. I pallini di una signorina. (indica un tizio che fa il cavallo con i mutandoni a pois) Numero tredici. I pallini di un cavallo. (indica il pavimento) Numero quattordici. I pallini di una formica. (indica una foto di Silvio Berlusconi con i mutandoni a pois) Numero quindici. I pallini di Silvio. (indica la mano di un personaggio della scena successiva) Numero sedici. La mano.

(entra un personaggio vestito da papa. Pausa. Indicandogli la papalina) Numero diciassette. La cima della testa. (indica un pezzo di carne con una piuma piantata dentro) Numero diciotto. La piuma, cruda. (indica il naso enorme di un personaggio della scena successiva) Numero diciannove. Il naso.

(indica sotto il braccio alzato di un personaggio della scena precedente) Numero venti. Le ascelle. (indica il coppino di un tizio) Numero ventuno. I due terzi di sotto della nuca. (indica una sporta di verdura) Numero ventidue. Il pisello.

(indica un polpaccio) Numero ventitre. Il polpaccio. (indica una foto di Berlusconi) Numero ventiquattro. Il polpaccio di Silvio. (indica la testa di un tizio) Numero venticinque. Il cervello. (indica il ginocchio in una foto di Bondi) Numero ventisei. Il cervello di Bondi (irruzione di tizi in mutandoni a pallini) Numero ventisette. Altri pallini. (indica una foto del parlamento) Numero ventotto. I pallini del parlamento. (scena successiva) Numero ventinove. L’interno di una villa.

(fine dello spettacolo) Numero trenta. La fine.

58.Dottore

Dottore

Prizzi

Dottore: Il prossimo, prego. Nome?

Prizzi: Ehm, Prizzi.

Dottore: (scrivendo) Signor Prizzi.

Prizzi: Ehm, no, Dottore.

Dottore: Ah, signor Dottore.

Prizzi: No, non signore, Dottor.

Dottore: Oh, Dottor Dottore.

Prizzi: No, Dottor Prizzi.

Dottore: Aaah, Dottor Prizzi Dottore.

Prizzi: Oh, mi chiami semplicemente Tesoro.

Dottore: Salve, signor Tesoro.

Prizzi: No, Dottore!

Dottore: Salve, Dottor Tesoro.

Fischio, portavoce: Questa scena è stata soppressa.

59.Agente bancario

Knebter

Fon

Un dirigente nel suo ufficio: un cartello sulla sua scrivania reca la scritta: Presidente Knebter. Sta aspettando che il telefono squilli. Quando squilla, risponde.

Knebter: Pronto? Ah, signor Victim, sono felice di annunciarle che ho avuto il consenso per il prestito di denaro di cui aveva bisogno. Certo, ovviamente vorremo come garanzia tutti i beni di casa sua, della casa di sua zia, della casa della sua seconda cugina, della casa dei genitori di sua moglie e del bungalow di sua nonna. Ci servirà inoltre il controllo gestionale della sua azienda, l’accesso illimitato al suo conto bancario, il deposito dei suoi tre figli nel nostro caveau come ostaggi e una indennità completamente legale verso ogni atto di appropriazione indebita da parte di qualunque mebro del nostro staff durante il regolare svolgimento dei suoi compiti. No, temo che non possiamo accettare il suo cane al posto del suo figlio più piccolo, ma vorremmo suggerirle un nuovissimo pacchetto secondo il quale il 51% del suo cane e di sua moglie passa a noi nel caso in cui lei resti coinvolto in un incidente grave. Bene. No, di niente, piacere di fare affari con lei. (riattacca il telefono, quindi parla all’interfono) Signorina, può fare accomodare il signor Fon. (tra sé e sé) Ora, dov’è il dizionario? Ah, ecco – ecco qui… anima... anima… (bussano alla porta) Avanti. (entra il signor Fon, che sta raccogliendo delle offerte in una vaschetta) Il signor Fon, giusto?

Fon: Giusto.

Knebter: Come va? Io sono un agente bancario.

Fon: Buongiorno signor…

Knebter: Ehm… al momento non mi ricordo come mi chiamo, ma sono un agente bancario.

Fon: Mi domandavo se lei volesse contribuire alla costruzione della casa per gli orfani.

Knebter: Be’, non vorrei sbilanciarmi troppo presto, ma al momento alla Slater Nazi siamo abbastanza interessati al campo degli orfani, capisce, sviluppare il mercato e cose così… che somma aveva in mente?

Fon: Beh… lei… lei è un uomo ricco.

Knebter: Sì, lo sono. Sì. Sì, molto molto ricco. Quasi fenomenalmente abbiente. Sì, possiedo una strabiliante quantità di denaro. Sì, direi di sì… Lei è un giovanotto bello sveglio, vero? Potremmo prendere qualcuno come lei per dar da mangiare ai gasteropodi. Veramente sveglio.

Fon: Grazie, signore.

Knebter: Bene, dicevamo… io sono molto, molto, molto, molto, molto, molto, molto ricco.

Fon: Quindi, ehm… che ne dice di un euro?

Knebter: Un euro. Sì, capisco. Questo prestito sarebbe garantito da…

Fon: Non è un prestito, signore.

Knebter: Prego?

Fon: Non è un prestito.

Knebter: Ah.

Fon: Le do una di queste, signore (gli dà una banderilla)

Knebter: È un po’ piccola come obbligazione. No? Guardi, penso sarebbe meglio se ne parlassi con il nostro dipartimento legale. Potrebbe ripassare venerdì…

Fon: Deve proprio farlo? Non potrebbe semplicemente darmi l’euro?

Knebter: Sì ma, vede, non so per che cosa sia.

Fon: È per gli orfani.

Knebter: Sì?

Fon: È un regalo.

Knebter: Un cosa?

Fon: Un regalo.

Knebter: Oh, un regalo!

Fon: Sì.

Knebter: Una detrazione fiscale.

Fon: No, no, no, no.

Knebter: No? Beh, mi dispiace molto ma non capisco. Cerchi di spiegare esattamente cosa vuole.

Fon: Be’, voglio che lei dia un euro a me, dopodiché io vado via e lo do agli orfani.

Knebter: E?

Fon: E basta.

Knebter: No, no, no, non riesco proprio a seguirla, voglio dire, non vorrei sembrare stupido ma mi sembra che in tutto l’affare io sia sotto di un euro.

Fon: Be’ sì lo è.

Knebter: Lo sono! Beh, che incentivo avrei a darle l’euro?

Fon: Be’, l’incentivo sarebbe – fare felici gli orfani.

Knebter: (sinceramente spiazzato) Felici?… È sicuro di aver capito bene?

Fon. Certo, molta gente mi dà dei soldi.

Knebter: Come, così, su due piedi?

Fon: Sì.

Knebter: Devono essere pazzi. Non è che mi potrebbe dare una lista coi loro nomi ed indirizzi, vero?

Fon: No, io vado semplicemente in giro per la strada e chiedo.

Knebter: Santo cielo! Questa è l’idea più brillante che abbia mai sentito da anni! È così semplice che è geniale! Bene, se la sua idea non vale un euro, vorrei vedere cosa (prende la scatoletta dal Fon)

Fon: Oh, grazie, signore.

Knebter: L’unico problema è che lei mi ha dato l’idea prima che le dessi l’euro. E questo non è un buon affare.

Fon: No?

Knebter: No, temo di no. Così, uhm… arrivederci (un inserviente incappuccia Fon da dietro e lo porta via). È un piacere fare affari con lei.

60.Regina Maria

Voce della radio: … e con questo, per la puntata di questa settimane di “Come distinguere le varie parti del corpo”, è tutto. E ora vi presentiamo il primo episodio della nostra nuova serie radiofonica, “La morte di Maria, regina di Scozia”. 1° episodio: L’inizio.

Sigla di un famoso programma radiofonico.

Voce di Uomo: Lei è Maria, regina di Scozia?

Voce di donna: Sì, lo sono!

Rumori di torture e tecniche di uccisione, miste alle urla di Maria. La sigla si alza di volume, a indicare che la puntata sta finendo.

Voce della radio: Il secondo episodio de “La morte di Maria, regina di Scozia”, verrà trasmesso su Radio2 quasi immediatamente.

Si sentono ricominciare le urla.

Voce di Uomo: Penso che sia morta, ora.

Voce di Donna: No, non lo sono.

Ripartono le urla, sfumate sotto la sigla

Voce della radio: E questo era il secondo episodio de “La morte di Maria, regina di Scozia”. E ora, la vostra radio esploderà.

La radio esplode.

61.Licenza per pesci

Pralina

Uomo

Sindaco

Un ufficio postale. Pralina entra e si rivolge al primo sportello, dove c’è un cartello “Bolli e licenze”.

PRALINA: Buongiorno, vorrei fare la licenza per il mio pesce. (l’impiegato indica lo sportello successivo) Il cartello deve essere errato. Già in passato ho notato una marcata discrepanza tra questi cartelli postali e le attività che vi vengono svolte dietro. Ma via, vediamo se Dama Fortuna sorriderà alla mia prossima avventura postale! (va allo sportello successivo) Buongiorno, vorrei fare la licenza per il mio pesce.

UOMO: Che cosa?

PRALINA: La licenza per il mio pesce domestico, Eric.

UOMO: Come fa a sapere che il mio nome è Eric?

PRALINA: No, no, no. Il nome del mio pesce è Eric. Eric il pesce. È uno sgombro.

UOMO: Un cosa?

PRALINA: È uno sgombro.

UOMO: Ha uno sgombro domestico?

PRALINA: Sì. L’ho scelto tra mille. Non mi piacevano gli altri. Erano tutti troppo schiacciati.

UOMO: Lei è matto.

PRALINA: Non sono matto! Perché mi si deve imbrattare con l’epiteto ‘matto’ soltanto perché possiedo uno sgombro domestico? Ho sentito dire che Sir Gerald Nabarro ha un gambero domestico di nome Simon, e lei non darebbe del pazzo a Sir Gerald vero? In più, Dawn Palethorpe, la tuffatrice, aveva una vongola di nome Sir Stafford come l’ex Cancelliere. Alan Bullock ha due lucci, entrambi di nome Norman, e il compianto, grande Marcel Proust aveva un merluzzo. E se dà del matto all’autore di “Alla ricerca del tempo perduto” dovrò chiederle di fuoriuscire da qui.

UOMO: Va bene, va bene, va bene. Vuole una licenza?

PRALINA: Sì.

UOMO: Per un pesce?

PRALINA: Sì.

UOMO: Lei è matto.

PRALINA: Senta! È un fottuto animale domestico, no? Ho una licenza per il mio cane, Eric, e ho una licenza per il mio gatto, Eric.

UOMO: Non serve una licenza per un gatto.

PRALINA: Serve sì una fottuta licenza, e io ne ho una. Ho, ho, non mi ci piglia su questo.

UOMO: Non esiste nessuna dannata licenza per gatti.

PRALINA: Sì esiste.

UOMO: No, non esiste.

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Sì!

UOMO: No!

PRALINA: Cos’è questa allora?

UOMO: È una licenza per cani con la parola ‘Cani’ barrata e la parola ‘Gatti’ scritta sopra a matita.

PRALINA: L’impiegato non aveva il modulo giusto.

UOMO: Che impiegato?

PRALINA: L’impiegato del furgoncino accalappiagatti.

UOMO: Accalappiamatti vorrà dire.

PRALINA: È per gente come lei che succedono i disordini.

UOMO: D’accordo, che furgone accalappiagatti?

PRALINA: Il furgone del Ministero della Sanita.

UOMO: Sanita???

PRALINA: Sì, era scritto così sul furgone. Sono un buon osservatore. Mai viste tante antenne in vita mia. L’impiegato mi ha detto che i loro apparati possono rilevare delle fusa in un raggio di 500 metri... ed Eric da gatto molto affabile è stato un agevole bersaglio.

UOMO: Quanto ha pagato?

PRALINA: Centoventi Euro, e quaranta per il topo ragno.

UOMO: Che topo ragno?

PRALINA: Eric il topo ragno.

UOMO: Tutti i suoi animali si chiamano Eric?

PRALINA: Non c’è niente di strano. Kemal Ataturk aveva un intero zoo con tutti gli animali di nome Abdul.

UOMO: Non è vero.

PRALINA: (prende un libro dalla tasca) È vero, è vero, è vero, è vero ed è vero. Ecco qua. ‘Kemal Ataturk, l’Uomo’ di E.W. Swanton con una prefazione di Paul Anka, pagina 91, prego.

UOMO: (legge) Le devo delle scuse, signore.

PRALINA: Accettate in cordialità. Adesso mi fa questa licenza per pesci?

UOMO: Le giuro che non esiste niente del genere. Non ne ha bisogno.

PRALINA: Allora vorrei una dichiarazione in proposito, firmata dal Signor Sindaco. (fanfara di trombe. Il sindaco vestito sontuosamente con i dignitari entra affiancato dai trombettieri)

UOMO: È fortunato. (Il sindaco, alto tre metri, e i dignitari, si avvicinano ad un impressionato Pralina. Musica d’organo e voce in sottofondo che parla:)

VOCE: Ed ora, ecco il Sindaco. Sicuramente uno dei tre più alti sindaci di Derby. Ed ecco i consiglieri magnificamente risplendenti nelle loro consiglieresche brache, e osservate la potenza di quelle code. Per gli All Black le cose non saranno facili nel secondo tempo... e così per Dawn Palethorpe in un round netto con Sir Gerald... E ora il Sindaco ha raggiunto il Gran Cliente Signor Eric Pralina. (il sindaco prende una carta dall’impiegato) E ora l’essere umano sindachese prende la penna sindachese nella mano sindachese e sotto gli occhi della Signora Sindachessa, che naturalmente ha segnato quel magnifico punto nel primo tempo, firma l’ittica esenzione (il sindaco la firma e la consegna a Pralina) ed il Gran Cliente, Signor Eric Pralina, che è comprensibilmente stordito dalla magnificenza e anche dall’assurdità di questa grande occasione qui a Cardiff Park, (Pralina sembra molto confuso) è stato finalmente appagato ed ecco l’evidente senso di appagamento crescere sulla sua fronte. E ora i consiglieri stanno finendo le loro arance ed escono dall’ufficio postale per l’inizio del secondo tempo.

62.Caffè Conquistador

Ufficio dirigenziale. Il presidente sta leggendo un libro “Cinese per businessmen”. Prova qualche parola in cinese. Bussano alla porta.

PRESIDENTE: Avanti (entra Frog) Ah, Frog.

FROG: S. Frog, signore.

PRESIDENTE: Silenzio. Voglio dirti due parole, Frog.

FROG: S. Frog, signore.

PRESIDENTE: Silenzio. È per la tua campagna promozionale per il caffè Conquistador. Ora, ho ricevuto il direttore generale del Conquistador questa mattina; ed è molto scontento della tua campagna. MOLTO scontento. In effetti, si è sparato.

FROG: Malamente?

PRESIDENTE: No, estremamente bene. (solleva una gamba appartenente ad un corpo dietro la scrivania, ed un cartello con scritto “Battuta”) Be’, prima di andarsene ha lasciato una nota al segretario generale (apre una porta vicina; un segretario generale morto cade fuori) specificando quanto fosse insoddisfatto del tuo lavoro, in particolare per aver cambiato il nome da Conquistador Caffè Istantaneo a Conquistador Lebbra Istantanea. Perché, Frog?

FROG: S. Frog, signore.

PRESIDENTE: Silenzio. Perché l’hai fatto?

FROG: Era una battuta.

PRESIDENTE: Una BATTUTA? (solleva il cartello “battuta”)

FROG: No, no, non una battuta, una campagna promozionale. (solleva un cartello con scritto “No, una campagna promozionale”)

PRESIDENTE: Capisco, Frog.

FROG: S. Frog, signore.

PRESIDENTE: Silenzio. Ora, diamo un’occhiata al grafico delle vendite. (indica un grafico in picchiata) Quando hai assunto quest’incarico, Frog, Conquistador era un leader del mercato. Qui hai inaugurato la tua prima campagna, “Conquistador caffè dà un nuovo significato alla parola vomito”. Qui hai introdotto in omaggio un cane morto per ogni confezione, e questo è seguito alla tua seconda campagna, “Lo stuzzicante caffè che ti dà nuovi stimolanti colera, scabbia, idropisia, blenoraggia, calli e piede d’atleta. Dalla casa Conquistador”.

FROG: Si vendeva da sé, signore.

PRESIDENTE: Perché, Frog?

FROG: S. Frog, signore.

PRESIDENTE: Silenzio! Allora?

FROG: Be’, ora la gente conosce la marca, signore.

PRESIDENTE: Certo che conoscono la marca, hanno dato fuoco alla fabbrica. Il proprietario è nascosto nel bagno. (sparo) Il proprietario ERA nascosto nel mio bagno. (solleva il cartello “battuta”)

FROG: Non vorrà licenziarmi signore?

PRESIDENTE: Licenziarti? Tre uomini morti, la fabbrica incendiata, il profitto perduto e la nostra ditta in completa bancarotta, cosa... cosa... cosa... puoi dire? Che scuse puoi mai fare?

FROG: Mi dispiace, papà. (solleva il cartello “battuta”)