Moto perpetuo

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Moto perpetuo

una commedia di

Francesco Randazzo

PERSONAGGI:

AUGUSTO, studente f.c.

BRUNO, giovane neo laureato neo impiegato

LUISA, assistente universitaria

ILARIA, ex sessantottina, madre di Augusto

SARA, ex seminarista polacco, transessuale

Un professore

Un cieco

Una vecchietta

Un poliziotto

*

PRIMO ATTO

I

La scena rappresenta il soggiorno/sala comune di un appartamento di studenti: un tavolo, sedie, una poltrona, un divano, un televisore, posters e pupazzi; quattro porte: una comune che porta all'ingresso e alla cucina, due danno sulle camere da letto, una da sul bagno. L'appartamento è condiviso da Augusto e Bruno, coetanei, fra i 25 e i 30 anni; il primo è un irrimediabile studente fuori corso, l'altro è laureato e impiegato brillantemente.

Un urlo nel buio.

Poi luce.

AUGUSTO

E' stato terribile. Quando stava per spalancarsi, proprio mentre era aperta - come un'enorme bocca, capisci? Senza denti. -, proprio allora stava per ingoiarmi! Io ero terrorizzato: "E' quello che ho sempre desiderato, cazzo!", mi dico. " Sono mesi che le do la caccia, ci sono... Ma non così... E' troppo... Aiutoo!"

E mi sono svegliato. Urlando.

BRUNO

Tutto qui?

AUGUSTO

Tutto qui? Ero distrutto. Il mio sogno: un incubo.

BRUNO

Che avevi mangiato?

AUGUSTO

MacchÉ mangiato. Niente. La sera evito. Se mangio è peggio, accumulo più energie inutilmente.

BRUNO

Forse perchÉ non hai mangiato: eri debole.

AUGUSTO

Ero una pila. Ho dovuto farmene due prima di riuscire ad addormentarmi.

BRUNO

Due?

AUGUSTO

Eh.

BRUNO

Forse è per questo.

AUGUSTO

Oh, ma sei scemo! Era enorme, capisci? Era nera, profonda e affamata: terribile! Ho urlato. Mi sono svegliato urlando. E nonostante tutto...

BRUNO

E nonostante tutto?

AUGUSTO

Era ancora duro!

BRUNO

Ma va!

AUGUSTO

Tu non ti rendi conto. Lo shock. Era bellissima. Mi voleva. La volevo. Le metto una mano sul culo. Lei ci sta. Si spoglia. Di sopra. Poi lo slip. Resta in gonna...

BRUNO

E sotto la gonna...

AUGUSTO

Aspetta, aspetta. Mi dice - è importante! -, mi dice: "Toglimela tu." "Sipario!", dico io. E con un colpo gliela faccio cadere. UN MOSTRO. Un buco nero! Enorme. Viva! Capisci? VIVA! RE-SPI-RA-VA!!!

Roba da ammosciare i negri. Urlo e mi sveglio.

E lui è ancora lì: insoddisfatto.

(PAUSA)

Pazzesco.

BRUNO

Sì.

AUGUSTO

Che ne dici?

PAUSA

BRUNO

Non sarai mica frocio?

AUGUSTO

No!

PAUSA

AUGUSTO

Spogliati.

BRUNO

Cosa?

AUGUSTO

Hai capito.

BRUNO

Ma sei scemo?

AUGUSTO

Spogliati.

BRUNO

Allora è vero!

AUGUSTO

MacchÉ, stronzo! E' una prova. Spogliati. Per sicurezza, dai!

BRUNO

E se poi...

AUGUSTO

Se reagisce lo taglio, giuro! In cucina, con l'affettatrice.

BRUNO

Dai, smettila. Dicevo così prima, tanto per dire. Scherzavo.

AUGUSTO

Io no. Spogliati.

BRUNO

Tu sei pazzo.

AUGUSTO

Solo la camicia. Toglila...

PAUSA

BRUNO

Va bene. Solo la camicia.

(Se la toglie)

AUGUSTO

Fermo! Fatti guardare...

BRUNO

Beh?

AUGUSTO

Gira un po'... Va più in là... Sculetta...

BRUNO

No!

AUGUSTO

Sculetta!... E sorridi, Dio, che culo malinconico! Come mignotta fai schifo!

PAUSA

AUGUSTO

Mi fai schifo. Non sono frocio, rivestiti.

BRUNO

Meno male va.

AUGUSTO

Grazie.

BRUNO

Prego, quando vuoi, tesoro.

AUGUSTO

Cretino.

BRUNO

Secondo me, anche se non lo sei, c'è qualcosa...

AUGUSTO

Cosa?

BRUNO

Niente, niente.

AUGUSTO

No, dillo.

BRUNO

Niente, così...

AUGUSTO

Così come?

BRUNO

Uffaaa!

AUGUSTO

Lo fai apposta, stronzo? Lo fai apposta! E io ci casco sempre, cretino. Stronzo e cretino. Bella coppia.

BRUNO

Non siamo una coppia.

AUGUSTO

No. (PAUSA) No.

PAUSA

AUGUSTO VA AD ACCENDERE IL TELEVISORE.

AUGUSTO

NO! (Scorrendo velocemente su tutti i canali)

Non c'è!

BRUNO

Ma tu, domani non hai l'esame?

AUGUSTO

Sì e allora?

BRUNO

Come non detto.

AUGUSTO

"Cara mamma,

domani ho l'esame. Non so un cazzo. Quindi è inutile che studi ancora. Guardo la Tivù. Stasera c'è lei. Una strafiga. So per tentare un importante esperimento che capovolgerà tutta la Fisica e la genetica attuali. Stasera proverò l'impossibile: LA FECONDAZIONE VIA ETERE!

Sta' tranquilla, mammina? anche se domani l'esame andrà male, per questo esperimento rivoluzionario Mi daranno la Laurea Honoris causa e forse anche il Nobel. Con affetto,

Tuo figlio.

BRUNO

Sì, fai il cretino, che poi mi tocca sopportarmela davvero tua madre. "Che fa? Non studia? Controllalo. Aiutalo. Spronalo. Rimproveralo!" PerchÉ mica parla a te la vecchia, no, a me telefona: all'amico, l'unico vero amico di suo figlio !

AUGUSTO

L'esemplare studente, il figlio perfetto: laureato in quattro anni netti col massimo, la lode e un calcio in culo! Obiettore di coscienza. Pacifista. Ecologista. Non fuma, non beve e mangia poco. Signore e signori ecco a voi: PAPERINO l'androide del Duemila! Riprodotto in serie direttamente nel vostro utero materno. Preciso e perfetto, bello come uno Swatch! Al modico prezzo di una scopata con un robot!

BRUNO

Vaffanculo.

AUGUSTO

Eccola!

BRUNO

Tutta invidia la tua. Invidia del pene.

AUGUSTO

Che culo!

BRUNO

Sei solo un pene malinconico e isterico.

AUGUSTO

Zitto! Mi sto concentrando.

BRUNO

La verità è che hai paura. Una paura fottuta. Di tutto. Per questo sogni fighe-mostro. Complesso di castrazione nei confronti del mondo e conseguente invidia del pene, invidia di me. PerchÉ io - Paperino l'androide - SCOPO e senza tante pippe mentali di contorno!

AUGUSTO

La feconderò.

BRUNO

Ti freghi con le tue mani.

AUGUSTO

Due gemelli.

BRUNO

Ti sei iscritto a Medicina solo perchÉ volevi fare il ginecologo. "Una vita per la figa"! Che idiota! Sei esami in sei anni. Sarai ginecologo per i tuoi funerali!

AUGUSTO

Funziona, funziona: sto forando lo schermo ! Sarò padre.

BRUNO

Un nero buco profondo t'ingoierà. La tua ultima sublime penetrazione. Un enorme fallo di legno laureato in ginecologia penetrerà nella propria fossa.

AUGUSTO

Sì! Ci sono!

BRUNO

Amen

AUGUSTO

Sì sì sì!!!

BRUNO

NO!

BLACK OUT.

II

UNIVERSITË, SEDE D'ESAMI.

Augusto seduto davanti a un Professore.

PROFESSORE

Mi parli del canale virtuale vaginale.

AUGUSTO

Stupendo.

PROFESSORE

Delle sue caratteristiche e funzioni.

AUGUSTO

Mistiche.

PAUSA

I due si guardano, il professore sorride e riconsegna il libretto ad Augusto che si alza e va via.

AUGUSTO (Uscendo)

Frocio.

III

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Luce d'ambiente illumina un divano sul quale sta disteso Augusto. A lato del divano una sedia con lo schienale rivolto al pubblico.

AUGUSTO

Mia madre non ha potuto allattarmi. Non perchÉ non avesse latte, no: ce l'aveva, tanto. Ma io la mordevo. Mi avventavo sulle sue tette come un pigmeo cannibale e affamato e le massacravo i capezzoli con le gengive fino a farli sanguinare. Così ha smesso. Latte e sangue... Credo di no... No, non ricordo.... Forse lo rifarei... Per questo latte in polvere, capisce, Dottore? Latte in polvere! Sintetico. Carenza di latte animale! Succo materno. Sono stato allattato da un barattolo.

PAUSA

La prima volta che mi ricordo d'aver visto una bistecca cruda , ho avuto un'erezione. Che schifo, eh? Avrò avuto tre, quattro anni. Mi sono sentito come... non lo so... è difficile dirlo... ci provo... sì, ero piccolo... ecco, sì: come se avessi avuto un bastoncino di pesce appena fritto fra le gambe!... Io, la bistecca cruda e quel fastidioso bastoncino di pesce fra le gambe.

Mi aiuti Dottore! Sono un mostro, lo so. Non ho mai sognato di sposare mia madre nÉ di uccidere mio padre: sono un mostro!... No? E' un buon segno?... Se lo dice lei... Sì. Mia sorella sì. Come la bistecca. Sognavo di mangiare mia sorella cruda e mi svegliavo col bastoncino di pesce appena fritto. Mia sorella, capisce? Che fregatura. Come lo spiega questo, Dottore? Eh? Mia sorella! La bistecca! Altro che Edipo. L'ho fregata!

SI ALZA. VA VERSO LA SEDIA.

AUGUSTO

E allora?

VOLTA LA SEDIA: SOPRA C'E' UN PUPAZZETTO CON LE SEMBIANZE DI FREUD.

AUGUSTO (Soddisfatto)

Non lo sa. Lo sapevo.

SUONA IL TELEFONO. AUGUSTO VA A RISPONDERE.

AUGUSTO

Pronto? No, sono Augusto. E' uscito. Non lo so. Richiama? Fra mezz'ora. Se lascia il numero la faccio chiamare da lui. Sì, ho da scrivere... 4 - 4 - 3 - 7 - 2 - 8... Va bene. Richiamerà. 447...!!! MAMMA! Sono io, Augusto! Come, lo sai? E fai finta di niente? Ah, volevi parlare con Bruno. Non con me. Come se io non fossi tuo figlio. Tu non sei mia madre, mia madre è un barattolo! Lo so io che significa. Mi spii! Volevi informazioni da Bruno senza che io lo sapessi... Ah, sei preoccupata!... Si... Stavo studiando. Psicologia. No. Non è per un esame. Per me, Mamma!! Come perchÉ? Per la mia vita. Sto benissimo. Stavo benissimo. Sì, è colpa tua, Sí! Ti faccio star male? Mi fa piacere. Te lo meriti. Ciao!

SBATTE GIU' IL TELEFONO. DURANTE QUESTA CONVERSAZIONE E' ARRIVATO BRUNO. NON VISTO HA SEGUITO IL DISCORSO, PRIMA DIVERTITO, POI PREOCCUPATO E' ANDATO A SDRAIARSI SUL DIVANO.

BRUNO

PerchÉ la tratti così?

AUGUSTO (Accorgendosi di lui)

E' un barattolo! Quella non è mia madre. MIA MADRE E' UN BARATTOLO! Vado a farmi una bistecca.

(Esce)

BRUNO

Ma sono le quattro!

AUGUSTO (Fuori scena)

Non la mangio!

BRUNO

Ah.

AUGUSTO (Rientrando)

Me la scopo.

(Esce)

BRUNO

Ah.

PAUSA

BRUNO

Siamo di nuovo in analisi, vedo. Finirà che dovrai andarci davvero dallo psicanalista!

AUGUSTO (Rientra)

Forse hai ragione... Una donna, però.

BRUNO

E dalli!

AUGUSTO

Non si sa mai, per precauzione...

BRUNO

Certo, certo: il transfert!

(Ride)

AUGUSTO

Che cazzo ridi? Il transfert, sissignore. Ci si innamora sempre dell'analista, è chiaro! Lo sanno tutti. Mi manca solo d'innamorarmi del mio analista maschio! Una bella dottoressa invece, che mi sta a sentire, che mi conforta, - e perchÉ no? - con cui mi potrei consolare. Con quello che costano. PerchÉ ti pare costi così tanto andare in analisi? Scopano furiosamente. Gli analisti sono la categoria più violentata delle società borghesi! Quindi si fanno pagare. E' tutto incluso nel prezzo... Li capisco...

BRUNO

Stasera esco con Luisa.

AUGUSTO

Psicanalista?

BRUNO

No, insegna.

AUGUSTO

Cosa?

BRUNO

E' assistente di Glottologia.

AUGUSTO

Biologa?

BRUNO

Linguista.

AUGUSTO

Ah!

BRUNO

C'è anche una sua amica.

AUGUSTO

Una racchia è un classico.

BRUNO

Un fiore.

AUGUSTO

Una pianta grassa.

BRUNO

Come vuoi. Telefono che vado da solo.

AUGUSTO

PerchÉ?

BRUNO

Tu non vuoi venire.

AUGUSTO

Ho detto che non voglio venire?

BRUNO

E' come se...

AUGUSTO

Ho detto che non voglio venire?

BRUNO

Hai detto che non ti piace.

AUGUSTO

Non ho detto che non voglio venire. Ho detto che è racchia.

BRUNO

Appunto, hai detto...

AUGUSTO

Non ho detto ! Che non voglio venire. HO DETTO...

BRUNO

HAI DETTO CHE E' RACCHIA!

AUGUSTO

Certo che è racchia.

BRUNO

Ma se non l'hai mai vista!

AUGUSTO

Appunto: non mi fido.

BRUNO

Allora non vieni?

AUGUSTO

Chi te l'ha detto?

BRUNO

Allora vieni?

AUGUSTO

E' un mostro?

BRUNO

NO.

AUGUSTO

Sicuro? PerchÉ se è racchia...

BRUNO

E' UN MOSTRO! HA I PELI SULLE LABBRA, IL NASO STORTO, L'ALITO DI FOGNA, LE GAMBE A ICS E LA FIGA COI DENTI, ENORME! E SI NUTRE DI CAZZI APPENA UCCISI!

AUGUSTO

Ok. Vengo.

BRUNO, FURIOSO, GLI TIRA UN VASO CHE AUGUSTO SALTANDO PRENDE AL VOLO.

AUGUSTO

Mi interessa la zoologia!

BRUNO

Vaffanculo, tu non vieni!

AUGUSTO

Non vorrai lasciarmi solo a casa, davanti alla tivù, a vedere Quark mentre tu te la spassi allo zoo?

BRUNO

Sì! M'hai rotto.

AUGUSTO

Nooooo...!

(Gli si getta ai piedi)

Ti prego non puoi! Meglio la racchia! Portami con te, non voglio restare solo con Piero Angela!

BRUNO

Se non la smetti chiamo Bonolis.

AUGUSTO

Ahhh! Aiuto! Mi vuole uccidere! Bonolis no! Bonolis no! Viva le racchie! Viva le fighe carnivore! Pietà! Pietà! Pietà!

PRUNO PRENDE IL TELECOMANDO DEL TELEVISORE E LO USA COME UN'ARMA SPAZIALE CONTRO AUGUSTO.

BRUNO

E Costanzo!

AUGUSTO

Ah, perfido!

BRUNO

E Mike Bongiorno!

AUGUSTO

Meglio la morte!

BRUNO

E Minoli, Minà, Santoro, Carrà, Ambra, Greggio, Iva Zanicchi e... Sandra Milo!

AUGUSTO (Accasciandosi a terra)

Basta! Basta! MI UCCIDI! Ah, soffoco....

(Lotta contro mostri invisibili, percorso da orribili fremiti)

BRUNO (Puntandogli alla testa il telecomando)

E infine: PIPPO BAUDO!

AUGUSTO

Ahhhh.... Muoio....

(Esala)

BRUNO

Finalmente. Ahh...

AUGUSTO (Saltando in piedi)

Andiamo?

ESCONO RIDENDO. BRUNO CON INDOSSO UN MONTGOMERY E AUGUSTO CON UN IMPERMEABILE. BRUNO ESCE DI CASA LASCIANDO LA PORTA APERTA. AUGUSTO SI AVVICINA LENTAMENTE AL TELEVISORE.

BRUNO (Fuori scena)

E dai!

AUGUSTO, CON NEGLI OCCHI LO SGUARDO DEL MANIACO, SI FERMA DAVANTI AL TELEVISORE, SPALANCA E RICHIUDE VELOCEMENTE L'IMPERMEABILE E SCAPPA VIA.

AUGUSTO

Arrivooo!

IV

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

QUALCHE ORA DOPO, A NOTTE FONDA.

Si spalanca la porta d'ingresso, con violenza. Appare Augusto, è stravolto. Ha la camicia sbottonata e fuori dai calzoni, l'impermeabile al contrario, un calzino in mano, etc.

AUGUSTO

DOV'E'? Bastardo, vieni fuori!

VA A BATTERE SULLA PORTA DELLA CAMERA DI BRUNO.

AUGUSTO

ESCI!

BRUNO (Da dentro)

Eh? Chi è?

AUGUSTO (Irrompendo nella stanza di Bruno)

PORCO! Io t'ammazzo!

SI SENTE UN URLO DI DONNA.

BRUNO

MA CHE CAZZO FAI? CHE...

RUMORE DI FORTE COLLUTTAZIONE. GRIDA. INFINE UN COLPO SECCO. AUGUSTO RIENTRA, CON LA MANO A COPRIRE IL NASO SANGUINANTE, E SI VA A BUTTARE SUL DIVANO.

LUISA (F. s.)

Cristo! Ma siete pazzi?

BRUNO (F. s.)

Non lo so.

BRUNO ENTRA IN SCENA. E' IN BOXER.

BRUNO

Te ne vai! Domani. Prendi le tue cose e te ne vai. Tu sei pazzo!

LUISA (Entrando)

Gli hai rotto il naso. Perde sangue. Del ghiaccio....

(Va in cucina a prenderne)

AUGUSTO

No! Voglio morire.

BRUNO

Cretino.

AUGUSTO

Stronzo.

LUISA (Rientrando col ghiaccio e andando da Augusto)

Tienilo sul naso, sù. Non è niente.

AUGUSTO

Grazie. Ruffiana.

BRUNO

Come?

AUGUSTO

Mezzana.

BRUNO (Contro Augusto)

Ti sta aiutando, imbecille! (A Luisa) Lascialo crepare.

LUISA

Ruffiana?... Mezzana?... Io?

BRUNO

E' un porco.

AUGUSTO

Bastardo!

LUISA

Ma... che è successo?

BRUNO

Niente. E' pazzo.

AUGUSTO

Sono stato aggredito...

LUISA

Aggredito? Da chi?...

AUGUSTO

Da una salamandra.

BRUNO

Lo senti? E' pazzo.

AUGUSTO

Una salamandra enorme.

LUISA

Una salamandra?

AUGUSTO

La tua amica! Un mostro.

LUISA

Un mostro?

BRUNO

Sì, con un enorme buco nero, senza denti, che ha tentato di divorarlo!

LUISA

Che cosa?

AUGUSTO

Con un'enorme salamandra nera, lunga e VIVA!

LUISA

Siete pazzi!

BRUNO

Lui è pazzo.

AUGUSTO

Un incubo. Come nel sogno. Con la salamandra, però.

LUISA

Ma che dici?

BRUNO

LA SALAMANDRA?

AUGUSTO

Sí.

BRUNO

Nera?

AUGUSTO

Nera. E lunga.

BRUNO

Lunga?...

AUGUSTO

Lunghissima.

BRUNO

.... Viva?

AUGUSTO

Viva.

LUISA

MA CHE DITE?

BRUNO

Vuoi dire che...

AUGUSTO

Era un uomo!

BRUNO

Nooo...

LUISA

Chi, era un uomo?

BRUNO

Non è possibile.

AUGUSTO

La tua amica !

BRUNO

Sei sicuro?

AUGUSTO (Alzandosi, fuori di sÉ)

Senti, GENIO, ammattiamo che io non abbia mai visto una patonza, eh? AMMETTIAMOLO! Ma una copia ingrandita del mio uccello che sta fra le gambe di una donna lo capisco che è un cazzo!

LUISA

Sara?

AUGUSTO

Aleksander.

BRUNO

Aleksander?

AUGUSTO

Aleksander Ostaszewski, ex seminarista polacco, per gli amici " Biberon"...

LUISA

Ma non è possibile. E' una mia allieva, frequenta l'università!

BRUNO

Aleksander Biberon...

AUGUSTO

Sei Linguista?

LUISA

Sì, ma che c'entra?

AUGUSTO

Anche lei!

PAUSA. BRUNO, STORDITO, VA A SEDERSI IN UN ANGOLO. LUISA, INEBETITA, COME SE NON AVESSE CAPITO NULLA, SI SIEDE SU UN BRACCIOLO DEL DIVANO.

AUGUSTO (A Bruno)

Era meglio Pippo Baudo...

LUISA (Sconcertata)

Anche lui?

AUGUSTO E BRUNO RIDONO.

V

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Qualche giorno dopo. Bruno e Luisa, seduti al tavolo, stanno facendo colazione.

BRUNO

Hai lezione oggi?

LUISA

Sì, alle dieci.

BRUNO

Ti accompagno.

LUISA

Ho la macchina.

BRUNO

Ah, già.

LUISA

Vai tranquillo. (Beve) Ma che caffè è?

BRUNO

Non lo so, lo compra Augusto.

LUISA

Fa schifo.

BRUNO

A lui piace. Compra le marche peggiori, anche se costano di più. Gli piace il caffè forte, dice.

LUISA

Non gli bastano le emozioni? A proposito, come sta? Ormai sono passati dieci giorni.

BRUNO

Ha gli incubi. Come sempre del resto, solo che ora ci crede. Sono diventati oracoli. Quando non dorme passa il tempo a decifrare i sogni e a prendere precauzioni.

LUISA

Davvero?

BRUNO

Sì. Non so se era meglio prima. Era agitato, sì, ma almeno era attivo. Viveva d'angoscia dinamica, vitale. Ora no. E' sempre sotto tono. Depresso. Anche fisicamente: ha certe occhiaie...

LUISA

Pensi che...

BRUNO

Noò, avrebbe paura anche per quello. Ha fatto un sogno a riguardo: si toccava e diventava cieco.

LUISA

Una donna allora?

BRUNO

Figurati! Ha una fifa tremenda. O buchi neri o salamandre, dice. Dice che ha sognato di fare un figlio soffiandosi il naso!

LUISA RIDE. SI ALZA E VA IN CAMERA A VESTIRSI.

BRUNO

Ci vediamo stasera?

LUISA

Non so.

BRUNO

Fai la preziosa?

LUISA

Forse.

BRUNO

Non capisco perchÉ non vuoi venire a stare qui.

LUISA (F.s.)

Augusto.

BRUNO

E perchÉ? E' simpatico. Nevrotico ma simpatico, no?

LUISA

Non è questo.

BRUNO

E allora? Lo spazio c'è.

LUISA

Non mi va.

BRUNO

Sarebbe tutto più semplice.

LUISA

Ma tutto si complicherebbe.

BRUNO

PerchÉ?

LUISA

Lo sai. Non vai al cinema? Sì. Quindi lo sai!

BRUNO

Ma non è un film! E' la nostra vita.

LUISA

E' lo stesso. Ciao! (Lo bacia)

LUISA

A stasera?

LUISA (Uscendo)

Ti amo.

BRUNO

Anch'io.

LUISA SORRIDE ED ESCE. BRUNO, RIMASTO SOLO, VA A VESTIRSI IN CAMERA SUA. ENTRA AUGUSTO DALLA SUA STANZA. E' IN PIGIAMA: UN PIGIAMA AZZURRO, FELPATO, QUASI DA BAMBINO, CHE GLI STA PICCOLISSIMO. VA AL TAVOLO E PILUCCA GLI AVANZI. METTE LE DITA NELLO ZUCCHERO E LE SUCCHIA. BEVE UN PO' DI CAFFE' DALLA TAZZA DI LUISA.

AUGUSTO

Che schifo. (Gridando) Questo caffè fa schifo! Chi lo compra?

BRUNO (Rientrando vestito)

Tu.

AUGUSTO

Orzoro!

Da domani Orzoro. Si torna alla natura. All'infanzia!

BRUNO

Vabbè, ciao.

AUGUSTO SI ALZA E VA VERSO LA CUCINA. BRUNO LO VEDE ADESSO CON QUEL BUFFO PIGIAMA INDOSSO. RIDE.

BRUNO

BEH? Cos'è, hai dormito in lavanderia?

AUGUSTO

Sto ripercorrendo l'infanzia. Sono sicuro che l'inghippo è lì.

BRUNO

Buona fortuna! Non toccare la marmellata! (Esce)

AUGUSTO

Preferisco la Nutella! (Pausa) E il latte condensato!

VA IN CUCINA. TORNA CON UN BARATTOLO DI LATTE CONDENSATO. SI SDRAIA SUL DIVANO TENENDO IL BARATTOLO DAVANTI A SE'. LO GUARDA CON DOLCEZZA.

AUGUSTO

Mamma!

SUCCHIA AVIDAMENTE, ATTACCANDOSI AL BARATTOLO CHE STRINGE CON LE MANI COME UN NEONATO ATTACCATO AL SENO DELLA MADRE. MUGOLA E RIDACCHIA.

SUONA IL CAMPANELLO D'INGRESSO. AUGUSTO CONTINUA A SUCCHIARE. SI SENTE SCATTARE LA SERRATURA. LA PORTA SI APRE: E' LUISA.

LUISA

Ma che fai?

AUGUSTO

Mi allatto.

LUISA

Sei unico.

AUGUSTO

Purtroppo. Sai, mia madre...

LUISA (Sedendosi sul divano, accanto a lui)

Tua madre?

AUGUSTO

Si faceva male... Così! (Comincia a morderle il seno)

LUISA

Piano! Piano! Non così: mi fai male!

AUGUSTO

Sono un cannibale... AAARRR!

I DUE SI INSEGUONO E FINISCONO NELLA STANZA DI AUGUSTO.

AUGUSTO (F. s.)

Bisteccona!

VI

CABINA TELEFONICA.

Strada. Bruno entra , circospetto. Telefona.

BRUNO

Pronto? Sì. Sono io. Come stai? Bene, bene. Sì, sì sta bene. No, non sospetta di nulla. No, non posso venire da te. Certo che non puoi! Con una scusa? E quale? Non dire scemenze! Lo so, su dai, lo so che ti senti sola, ma oggi non posso... e poi non mi sembra giusto... non mi sembra corretto, onesto... Non sto cercando di scaricarti! Dio mio, ma ti sembra possibile? Sei isterica. Non ti sopporto più! Ma che dici? Un'altra? Mi hai visto! MI SPII! Ah, te lo immagini... TI SBAGLI. No, non sei vecchia, sei bellissima, sì, sì, ti desidero tanto. E non chiamarmi così! Mi da fastidio, anche se non ci sente nessuno! No... non te lo dico... Non mi va... c'è gente... E va bene, va bene... PAPERINO AMA NONNA PAPERA, sì... E GLI PIACE TANTO LA SUA TORTINA... E LE CILIEGINE!... Contenta? Vabbè, ci sentiamo... no! Chiamo io! (Riattacca)

DURANTE LA CONVERSAZIONE TELEFONICA DI BRUNO, E' ARRIVATA UNA BELLA RAGAZZA CHE E' RIMASTA IN ATTESA.

SARA

Ha finito?

BRUNO

Sì, sì, ho finito. Prego.

BRUNO ESCE DALLA CABINA, LA RAGAZZA ENTRA. I DUE SI GUARDANO.

SARA

Grazie.

BRUNO FA PER ANDARSENE, POI D'IMPROVVISO SI PRECIPITA VERSO LA CABINA E NE SPALANCA LA PORTA.

BRUNO

Aleksander!

SARA

Mi chiamo Sara.

VII

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Sera. Augusto, seduto al tavolo, scrive su dei foglietti piccoli, freneticamente: li straccia, riscrive, borbotta, ride...

Bruno, davanti al televisore guarda attento, ai limiti della propria concentrazione, un film molto silenzioso.

BRUNO

Fa' piano.

AUGUSTO

Sto creando.

BRUNO

Sì, ma fa' piano.

AUGUSTO

Che vedi?

BRUNO

"L'anno scorso a Marienbad".

AUGUSTO

Peggio per te.

BRUNO

Sì.

AUGUSTO

Ica, ica, ica... E' una rima impossibile!

BRUNO

Guernica.

AUGUSTO

E che è?

BRUNO

Una marca di preservativi.

AUGUSTO

Bello!

PAUSA

AUGUSTO RIPRENDE A SCRIVERE FRENETICAMENTE. BRUNO SI RIIMMERGE NEL FILM. SI SENTE APRIRE LA PORTA, E' LUISA.

LUISA

Ciao.

BRUNO

Ciao, amore.

AUGUSTO NON RISPONDE.

PAUSA

LUISA

Beh, tutto qui?

PAUSA

LUISA

Vabbè.

VA IN CAMERA DI BRUNO.

BRUNO

Che palle Ôsto film!

AUGUSTO

... sì.

BRUNO

Però bisogna vederlo.

AUGUSTO

... sì.

BRUNO

Lo citano tutti.

AUGUSTO

... sì.

BRUNO

Ma che cazzo fai?

AUGUSTO

... sì.

BRUNO

Sei peggio del film.

AUGUSTO

... Si!

LUISA (Rientrando)

E allora?

AUGUSTO (Trionfante)

Ce l'ho fatta!

BRUNO

Zitto!

AUGUSTO

Non posso, la cetra reclama!

LUISA

La cetra che?

AUGUSTO

Ve la leggo!

BRUNO

No.

LUISA

Che hai scritto?

AUGUSTO

Una POESIA!

BRUNO

Ci mancava.

LUISA

Una poesia? E come mai questa improvvisa ispirazione?

AUGUSTO

Semplice. Hai davanti il vincitore del Concorso "Poeti in libertà", promosso dall'Associazione Bufalotta Duemila!

BRUNO

Capirai.

LUISA

Hai già vinto?

AUGUSTO

Non ancora, ma è cosa fatta. E' una bomba!

AUGUSTO DI SCATTO SPEGNE IL TELEVISORE, SALTA SU UNA SEDIA E DECLAMA.

AUGUSTO

O immensa polimorfa onnivora carnivora,

O illusoria pattumiera del sesso maschio,

Tu! Essere il cui nome è Fica, - Tu! -

Non avrai il mio scalpo! Pallida

La tua speranza è ormai. Guernica

indosserò, profilattica corazza

E come dura medievale mazza

Di te farò polpetta!

O lercia Fica, io maschio,

Ormai di te m'infischio!

Ah ah!

Ah ah!

Ah ah!

Un capolavoro!

BRUNO

Fa cagare.

AUGUSTO

Non capisci un cazzo! Sei un selvaggio. (Riaccende il televisore. Si rivolge a Luisa) Non è stupenda?

LUISA

Profonda è profonda... Lo stile è un po'...

AUGUSTO

E' voluto, è voluto! E' il manifesto della nuova virilità contro il femminismo lesbico e castratorio che noi poveri uomini subiamo quotidianamente. Senza dire del messaggio anti Aids...!

LUISA

Se lo dici tu.

BRUNO

POSSO VEDERMI IL FILM?

AUGUSTO

Divertiti! Io vado subito a consegnarla al concorso.

AUGUSTO ESCE DI FRETTA. LUISA SI SIEDE DIETRO BRUNO CHE CONTINUA A GUARDARE IL FILM.

PAUSA

BRUNO

Quasi quasi partecipo anch'io...

LUISA

Hai scritto una poesia?

BRUNO

Sì.

LUISA SORRIDE E LO BACIA. BUIO.

VIII

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Augusto e Luisa sul divano, seminudi, si accarezzano, conversano.

LUISA

Sei incredibile. Come facevi a saperlo?

AUGUSTO

Intuito. (Pausa) No: ho frugato nei suoi cassetti. Ci sono tonnellate di poesie. Così mi è venuta l'idea.

LUISA

Sei stato bravissimo, ci avevo creduto anch'io.

AUGUSTO

La poesia però era bella...

LUISA

La tua?

AUGUSTO

Eh.

LUISA

Beh, insomma.

AUGUSTO

Ho rinunciato alla vittoria per te.

LUISA

Chissà se vincerà Bruno.

AUGUSTO

Con quella cosa?

LUISA

Sono versi bellissimi. E li ha scritti per me.

AUGUSTO

Che stai qui, con me.

LUISA

Sì, gli ho detto che stavo male.

AUGUSTO (Giocando)

Hai male al pancino, bambina?

LUISA

Mi faccio schifo.

AUGUSTO (C.s.)

Non puoi fare la popò?

LUISA

Mi sento una cacca.

AUGUSTO

Vieni dal tuo dottorino, che ti fa la punturina e ti passa tutto!

LUISA

E smettila!

AUGUSTO

Insomma, che hai? Prima tutta contenta, persino eccitata...

LUISA

Cosa vorresti dire, che di solito non mi eccito?

AUGUSTO

Un po' lentina sei. Ho qualche sospetto.

LUISA

Stronzo! Sei tu che sei un selvaggio. Zà zà zà e tutto fatto!

AUGUSTO

Lo faccio alla araba: presto e bene. Massimo godimento.

LUISA

Per te.

AUGUSTO

Allora ho ragione!

LUISA

No. Mi ci sono abituata. Mi concentro prima, per l'orgasmo lampo. Però...

SI SENTE SCATTARE LA SERRATURA DELLA PORTA D'INGRESSO.

AUGUSTO

Merda, è tornato!

LUISA

E ora?

AUGUSTO

Via, via, nella mia camera...

SI NASCONDONO NELLA CAMERA DI AUGUSTO.

ENTRA BRUNO, SEGUITO DA UNA DONNA INFAGOTTATA IN UN CAPPOTTO, CON UN CAPPELLO CALCATO IN TESTA ED UNA SCIARPA AL COLLO.

BRUNO

La luce è accesa.

ILARIA

Sei sicuro che non ci sia nessuno?

BRUNO

Sì, sta' tranquilla. Scorda sempre la luce accesa. E' la garanzia che non c'è.

ILARIA

Ma non tornerà?

BRUNO

No. E' al concorso di poesia.

ILARIA

Ma non è rischioso? Se non ti vede lì è capace di tornare a casa.

BRUNO

Figurati! Vuole vincere: penserà che mi sono arreso davanti al suo genio! Si gaserà come un maiale ubriaco.

ILARIA

Bruno!

BRUNO

Scusa, scusa, mi è scappato.

ILARIA

Non è bello quello che stiamo facendo.

Insultarlo è troppo.

BRUNO

Va bene, scusa! E poi non volevo offenderlo, era un modo scherzoso di chiamarlo. In fondo, siamo due maialini anche noi, no?

LUISA (Imbarazzata, ma divertita)

Ma Bruno...

BRUNO

Hai ragione. Non maialini: Paperini!

ILARIA

Stupido.

BRUNO (Imitando la voce di Paperino)

Quà quì quà, sono Paperino! E tu sei Nonna Papera, Quà quì quà! Voglio mangiare la tua torta, nonnina!

COMINCIA A BECCARLA E A TOGLIERLE I VESTITI, MENTRE LEI, GIOCANDO, SCAPPA.

ILARIA

No no no!

BRUNO

Quà! Un pezzettino dai!

ILARIA

Sono troppo vecchia per te, Paperino!

BRUNO

Papera vecchia fa buon brodo! Quà quì quà!

ILARIA

Ma che papero impudente!

BRUNO

Quà quì quà!

ILARIA

Smettila!

BRUNO

Nuda, nuda...

ILARIA

Un po' di rispetto!

BRUNO

A letto, a letto!

CADONO A TERRA E BRUNO LE TOGLIE GLI ULTIMI INDUMENTI, LASCIANDOLA IN SOTTANA. LEI E' UNA BELLA DONNA SUI QUARANTATRE' ANNI, MOLTO PIACENTE E FASCINOSA.

ILARIA

Paperino!

BRUNO

Eh?

ILARIA

Baciami.

BRUNO

Quà quì quà!

SI BACIANO. POI LUI CERCA DI SPOGLIARLA ANCORA.

ILARIA

No! Non qui.

BRUNO

Sì, sì, quì quò quà, per terra nell'àia!

ILARIA (Scappando via)

Prendimi, prendimi!

COMINCIANO A RINCORRERSI INTORNO AL DIVANO.

BRUNO

Quà quò quà! Vieni qui!

ILARIA

No no, devi prendermi!

BRUNO

Quà quì quà!

INFINE LA DONNA CORRE VERSO LA CAMERA DI AUGUSTO.

ILARIA

Prendimi, Paperino, prendimi!

BRUNO

Quà quì quà... No!

ILARIA

Sì! Sì! (Entra)

BRUNO (Inseguendola)

E' la camera di Augusto! (Entra)

BREVE PAUSA IN ASSOLUTO SILENZIO. POI, IMPROVVISI, DUE URLI DI DONNE. TUTTI ENTRANO IN SCENA CON GRAN PARAPIGLIA.

BRUNO

Luisa!

ILARIA

Augusto!

LUISA

Bruno!

AUGUSTO

Mamma !

SECONDO ATTO

I

QUALCHE TEMPO DOPO.

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Ora i quattro vivono insieme una strana convivenza, familiare...

E' mattina. Le due donne, Ilaria (la madre di Augusto) e Luisa stanno preparando il tavolo per la colazione, vanno e vengono dalla cucina, Bruno è in bagno a fare la doccia. Augusto dorme nella sua camera.

ILARIA

Mi sembra di rivivere i vecchi tempi: una piccola comune. Prendi tu lo zucchero? E' strano, ma sto bene. Stiamo tutti bene, ora.

LUISA

Sì, si può dire di sì. Ecco lo zucchero. Pare incredibile. Tutti insieme. E'... Boh.

ILARIA

Immorale?

LUISA

Forse. Ma no, non volevo dire questo. E' che... non lo so, è talmente "giusto" così da essere un po' inquietante. Come inventarsi un altro mondo. Un altro modo di vivere. Di vivere i rapporti, i legami, la...

PAUSA

ILARIA

Vuoi dire anche la famiglia?

LUISA

Sì, anche. Abbiamo instaurato l'ordine legalizzando il disordine. E' la stessa cosa, solo è diventata chiara, ammessa: un'istituzione.

ILARIA

No, non è un'istituzione, è solo una breve tregua, un patto di pacifica coesistenza. Loro non sono tranquilli.

LUISA

E noi?

ILARIA

Sì. Comunque più di loro. Siamo donne.

LUISA

Ma che donne?

ILARIA

Donne. Soltanto.

BREVE PAUSA

ILARIA

C'è più natura, più consapevolezza in noi, della nostra natura, della loro.

LUISA

Come delle femmine d'animali?

ILARIA

Se credi. Sei tu che hai studiato.

LUISA

Che vuoi dire?

ILARIA

Che hai studiato troppo. Per pensare come loro, credendo così di essere più donna, più autonoma.

LUISA

Ma lo sono.

ILARIA

Autonomia maschile. Emancipazione... Donne con il sesso maschile.

LUISA

Ma che dici?

ILARIA

Niente, niente... non lo so neanche io.

LUISA

Sai che ho conosciuto Augusto, proprio la sera che lui ha avuto una disavventura con una donna dal sesso maschile?

ILARIA

In che senso?

LUISA

Nel senso che era un uomo che "credeva" di essere una donna.

ILARIA

No!

LUISA

Sì. Una mia allieva.

ILARIA

Come?

LUISA

All'Università. Ed era anche brava, bravo anzi. Nessuno s'è accorto di nulla. A pensarci adesso, aveva una voce un po' strana. Ma vai a pensare...

ILARIA

Non ci capisco niente. Come si fa a capire? Quando avevo vent'anni, non era così difficile, c'era confusione, ma era più semplice. Anche la diversità. Adesso tutto deve sembrare ciò che non è.

LUISA

Anche prima era così. Anche noi siamo così.

ILARIA (Sottovoce)

Anch'io?

ENTRA BRUNO. HA APPENA FATTO LA DOCCIA. E' IN ACCAPPATOIO MA HA I CALZINI AI PIEDI.

BRUNO

Buongiorno alle papere.

BACIA PRIMA ILARIA, POI LUISA.

ILARIA

Ciao, Paperino.

LUISA

Bene alzato. Hai fatto la doccia?

BRUNO

Sì. C'è del caffè?

ILARIA

Con i calzini?

BRUNO

Il caffè?

ILARIA

La doccia. Hai fatto la doccia con i calzini!

BRUNO

No, sono asciutti. Li ho messi dopo.

LUISA

Sul tavolo c'è la colazione.

BRUNO

Bene. (Va a sedersi e fa colazione)

ILARIA

E perchÉ li hai messi? Sei ancora in accappatoio.

BRUNO

Non lo so. Mi danno un senso di protezione. Senza mi sento nudo. Augusto?

ILARIA

No, lui li mette quando si veste.

LUISA

Dorme.

BRUNO

Lo stress...

ILARIA

Senza calzini.

LUISA

Spiritoso! Dorme sempre tanto, lo sai.

BRUNO

Vai all'Università oggi?

LUISA

No. Oggi sono libera.

BRUNO

Ah.

ILARIA

Vado a svegliarlo. Voglio vedere se dorme con i calzini.

BRUNO

NO!

LUISA

Non gridare.

ILARIA

Come lo sai?

LUISA

Non lo sa, non lo sa. Comunque basta con questi calzini! Non avevi nient'altro da fare oggi che metterti i calzini sotto la doccia?

BRUNO

Li ho messi dopo.

LUISA

E prima che hai messo, il cappello?

BRUNO

Gli occhiali da sole.

ILARIA

Lo sveglio?

BRUNO

NO!

LUISA

E' meglio di no, Ilaria.

ILARIA

PerchÉ?

LUISA

Sai com'è, poi è nervoso per tutto il giorno se lo si sveglia presto.

BRUNO

E già, sono appena le undici!

LUISA

Appunto, non dovresti essere al lavoro?

BRUNO

Ho il giorno libero. Recupero.

ILARIA

Ti sei alzato male, eh?

BRUNO

Forse. O forse siete voi due che state troppo bene.

PAUSA

LE DUE DONNE SI SIEDONO E CONTINUANO A FARE COLAZIONE IN SILENZIO.

BRUNO

E MI DATE AI NERVI!

SBATTE LA TAZZINA SUL TAVOLO E ALZANDOSI FA PER ANDARE IN CAMERA SUA. NELLO STESSO MOMENTO ENTRA AUGUSTO, ASSONNATO, CON INDOSSO IL SUO SOLITO PIGIAMINO.

AUGUSTO

Ciao Papà!

BRUNO

E' scemo! Tuo figlio è scemo!

AUGUSTO (Andando da Ilaria)

Mamma, mamma, chi è quell'uomo brutto?

ILARIA

Non farci caso, oggi è nervoso. Non lo provocare.

AUGUSTO (Vedendo Luisa)

Ciao amore! (Va a baciarla)

LUISA

Ciao, monello. Su, fai colazione.

AUGUSTO

Voglio l'Orzoro!

LUISA

E' qui!

ILARIA

E qui ci sono i biscottini che ti piacciono tanto.

AUGUSTO

Voglio il latte condensato!

LUISA

Oddio, l'ho dimenticato.

ILARIA

Eccolo qua, ci ha pensato mamma!

BRUNO

Ma vi rendete conto? Vuoi questo, Ecco quest'altro!... Lo trattate come un bambino!

AUGUSTO

Sono un bambino.

ILARIA

Il mio bambino.

BRUNO

Lo vizi. (A Luisa) Anche tu!

LUISA

Beh, che male c'è?

AUGUSTO

A me piace. Sto bene.

BRUNO

Io no! Sembriamo la famiglia di Lupo Alberto! Solo che io faccio il cane guardiano, mentre lui fa il povero lupo coccolato da tutti!

ILARIA

E noi?

LUISA

Le galline.

LUISA

Carino.

PAUSA

AUGUSTO

Stanotte ho fatto un sogno.

BRUNO

No.

ILARIA

Dai, racconta.

LUISA

Sì, sì, dai.

BRUNO

Non lo voglio sentire! Ogni notte un sogno idiota! Mai che dorma senza fare un cartone animato! Non ne posso più: sono stufo!

BRUNO, INFURIATO, ESCE DI CASA.

LUISA

Ma dove va?

ILARIA

Boh.

AUGUSTO

Speriamo che lo arrestino. Per atti osceni.

LUISA

In accappatoio...

ILARIA

Con i calzini...

PAUSA

AUGUSTO

Comunque era un bel sogno.

II

POCO DOPO. STRADA. CABINA TELEFONICA.

Bruno, ancora in accappatoio e calzini, aspetta fuori che la cabina si liberi. E' ovviamente imbarazzato. Infine la cabina si apre, Bruno fa per nascondersi ma si accorge che la occupava un cieco, rassicurato lo avvicina.

BRUNO

Scusi, per favore non vada via. Sono in una situazione d'emergenza, sono... sono... stato derubato... non mi hanno lasciato nemmeno cento lire e ... e devo urgentemente chiamare mia moglie per sapere... per sapere... se è ancora viva...

CIECO

E perchÉ dovrebbe essere morta?

BRUNO

E già, perchÉ? E' incredibile... ma... lei tenta sempre il suicidio se non le telefono ad una certa ora... sa, è molto... apprensiva... molto, molto apprensiva, sì!

CIECO

Un po' troppo mi pare.

BRUNO

Bravo! E' quello che dico anch'io! E' una tortura... ma sa... io sono cattolico... bisogna sopportare!...

CIECO

A chi lo dice. Io comunque, proprio per questo, sono ateo.

BRUNO

Beato lei!

CIECO

Questione di punti di vista.

BRUNO

Eh già!

BREVE PAUSA

CIECO

E perchÉ non telefona?

BRUNO

Gliel'ho detto, mi hanno derubato.

CIECO

Vada alla polizia.

BRUNO

Sì, ma prima vorrei telefonare...

CIECO

Ma non ha i soldi.

BRUNO

Ecco, appunto! Se lei potesse prestarmi un gettone, duecento lire...

CIECO

Ah, sì, certo: poteva dirlo subito, ecco, faccia presto...

BRUNO

Grazie, grazie.

CIECO

Di nulla. Addio. (Esce)

BRUNO

Addio. Meno male.

ENTRA NELLA CABINA. SI SENTE RUMORE DI MONETINA, CORNETTA, PUGNI E IMPRECAZIONI. BRUNO ESCE DALLA CABINA.

BRUNO

Merda! Mi ha dato un gettone falso! (Legge sopra la moneta) "Sala Video giochi L'Immagine"... un gettone per video games, che fregatura. Che se ne fa un cieco di un gettone per video games? Infatti lo ha dato a me! Che sfiga... Oddio, un poliziotto!

SI NASCONDE NELLA CABINA. INTANTO, UNA VECCHIETTA E' ARRIVATA E SI E' MESSA AD ASPETTARE DAVANTI ALLA CABINA. PAUSA. DOPO UN PO' LA VECCHIETTA BUSSA SUL VETRO DELLA CABINA.

BRUNO (Da dentro)

Sì, sì, un attimo, faccio subito... (Borbotta, facendo finta di parlare al telefono)

LA VECCHIETTA ASPETTA. DI NUOVO BUSSA.

BRUNO

Sì, Sì, ho finito....

LA VECCHIETTA ASPETTA ANCORA. POI SPAZIENTITA APRE LA PORTA DELLA CABINA E

VECCHIA

Insomma giovanotto! Ahhh! Un maniaco! Aiuto! Aiuto! Aiuto!

LA VECCHIETTA FUGGE GRIDANDO, BRUNO ESCE SI CORSA, IN DIREZIONE OPPOSTA, MA VIENE BLOCCATO DA UN POLIZIOTTO, MIRACOLOSAMENTE COMPARSO.

POLIZIOTTO

Ma bravo...

BRUNO

Non è come lei pensa...

POLIZIOTTO

No, certo...

VECCHIA

Lo fermi! Lo arresti! E' un maniaco! Mi ha aggredita! E' un pedofilo!...?... no... un vecchiofilo...?... Insomma è un porco!

III

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

Augusto è sdraiato sul divano, con accanto il pupazzo di Freud. Luisa legge un libro e succhia da un barattolo. Ilaria è in bagno a far la doccia.

AUGUSTO

Capisci, Sigismondo? Tutta questa situazione - io, Luisa, mia madre e Bruno - Manda per aria tutta la tua teoria. E' vero che mio padre è morto, ma io non l'ho mai conosciuto e sicuramente non l'ho ucciso io, visto che si è suicidato mentre mia madre era incinta. D'altra parte mia madre non mi ha mai attirato sessualmente e, detto fra noi, non capisco cosa ci trovi in lei Bruno. Ed è proprio Bruno che soffre di un complesso Edipico trasferito su mia madre, lui ha raggiunto l'ideale fine di andare a letto con la mamma, non importa quale! E perchÉ Luisa regredisce leggendo Frammenti da un discorso amoroso di Barthes mentre succhia avidamente dal mio barattolo di latte condensato? Questi sono i grandi interrogativi che devi porti, Sigismondo!

LUISA

Secondo me sei tu che non riesci ad abituarti all'idea che tua madre abbia una propria vita sessuale. Comunque è buono il latte condensato, tutto qui, Barthes non c'entra.

AUGUSTO

A proposito, ma chi è Ôsto Barthes?

LUISA

Un francese.

AUGUSTO

Ah. Un ma"tre à scopèr!

LUISA

Chissà dov'è finito Bruno.

AUGUSTO

Lo avranno arrestato.

SUONANO ALLA PORTA.

AUGUSTO

E' tornato papà!

LUISA

Non ricominciare. E vai ad aprire.

AUGUSTO (aprendo la porta con enfasi)

Ben tornato!

APPARE SULLA PORTA BRUNO, CON UN'ESPRESSIONE DEPRESSA E INFEROCITA. ENTRA, SEGUITO DA UN POLIZIOTTO.

POLIZIOTTO

Buongiorno.

AUGUSTO

Lo dicevo io.

BRUNO

Taci.

LUISA

Che è successo?

POLIZIOTTO

Scusate l'intrusione, ma quest'individuo sostiene di abitare qui. E' vero?

AUGUSTO

Mai visto.

REAZIONE DI BRUNO.

LUISA

Certo, sì, è vero, è vero!

POLIZIOTTO

Sì o no?

AUGUSTO

Purtroppo sì.

LUISA

Ma che è successo?

BRUNO

Sono uscito di corsa, ero talmente infuriato che non mi sono accorto di essere in accappatoio.

POLIZIOTTO

Coi calzini! L'ho sorpreso mentre importunava una vecchia signora.

BRUNO

Ma non è vero! Mi ero nascosto nella cabina, gliel'ho detto. Mi vergognavo.

POLIZIOTTO

E' già qualcosa che si vergogni. Insomma, la storia non regge. Voi abitate qui?

AUGUSTO

Purtroppo.

LUISA

Sì, sì, e lui abita qui, con noi.

POLIZIOTTO

In tre?

AUGUSTO

In quattro, c'è anche mia madre.

POLIZIOTTO

E lui è vostro parente?

AUGUSTO

Acquisito.

LUISA

No, no, è un amico.

AUGUSTO

Di mia madre.

POLIZIOTTO

Ah. Insomma, abita qui?

BRUNO

Sì!

LUISA

Sì, sì.

AUGUSTO

Eh.

POLIZIOTTO

Ah!

DAL BAGNO ILARIA GRIDA.

ILARIA

E' tornato Bruno?

TUTTI (meno il poliziotto)

Sì!

ILARIA

Arrivo!

POLIZIOTTO

Chi è?

AUGUSTO

Nonna Papera.

POLIZIOTTO

Giovanotto, faccia meno lo spiritoso! La faccenda è seria, gravemente seria!

APPARE ILARIA, IN ACCAPPATOIO, CON IN TESTA UN ASCIUGAMANI, AI PIEDI E ALLE MANI PORTA COLORATISSIMI CALZINI: INGRESSO TRAVOLGENTE.

ILARIA

Vualà! Madame Quasette! La più frenetica, travolgente, gallina, maialina, paperina, calzettina, troioncina di tout le monde!

Dadà da daùn

Dadà da daùn

dadà dadà da daùn!

BRUNO

Mio Dio...

LUISA

Ilaria...

AUGUSTO

Mia madre è un barattolo.

POLIZIOTTO

E' pazzesco!

AUGUSTO

Noò...

ILARIA

E questo chi è?

POLIZIOTTO

Siete tutti matti. La faccenda puzza. Sono costretto a portarvi alla centrale.

ESTRAE UN WALKIE TALKIE E CHIAMA.

ILARIA

Ma se mi sono appena lavata.

POLIZIOTTO

Pronto Centrale qui Fisichella. Agente Fisichella chiama Centrale. Un cellulare presto, Corso Vittorio 121. E' un'emergenza.

BRUNO

Ci arresta.

LUISA

Sì.

AUGUSTO

Ma proprio qui lo dovevi portare!

ILARIA

Ci arresta! Ahhh! E' STUPENDO!

TUTTI SI BLOCCANO A GUARDARE ILARIA ESULTANTE. BREVE SILENZIO. BUIO.

IV

CENTRALE DI POLIZIA.

Corridoio d'attesa con panche addossate ai muri. Seduti e affranti, Luisa, Augusto e Bruno. Da una porta viene fuori Ilaria.

ILARIA

Vittoria! Mi hanno rinfacciato tutto: militanza, autonomia, manifestazioni... Tutto tranne che brigatista! Alla fine ho dovuto farlo. Avevo diritto ad una telefonata ed ho chiamato Giorgio.

BRUNO

E chi è?

ILARIA

Vivevamo insieme, in una comune a Via Cavour. Un tipo in gambissima, un casinaro come pochi! Te lo ricordi, Augusto?

AUGUSTO

Mia madre è un barattolo...

ILARIA

Insomma, è diventato integratissimo! Un vero porco di sistema.

LUISA

E' un classico.

BRUNO

E allora com'è finita?

ILARIA

Niente; siamo liberi.

AUGUSTO (Alzandosi)

Meno male, và!

ILARIA

Tranne... tranne... Bruno. Deve, devi rimanere qui. C'è da pagare una multa per disturbo della quiete pubblica: è il minimo. Meglio di tentata violenza ad una vecchietta, no? Domani pagheremo e verrai via con noi. In fondo è una bella esperienza, no?

AUGUSTO

Bene! Andiamo?

ILARIA (Baciando Bruno)

Ciao Paperino. Fa' il bravo.

LUISA

Stai su.

BRUNO

Sì...

AUGUSTO

Ciao "papi", buonanotte.

BRUNO

Vaffanculo.

VANNO TUTTI VIA, TRANNE BRUNO CHE RIMANE SEDUTO E AFFRANTO. ENTRA UN POLIZIOTTO CHE ACCOMPAGNA UNA RAGAZZA VISTOSA, EQUIVOCA. E' SARA/ALEKSANDER.

POLIZIOTTO

Siediti qui e aspetta.

SARA

E fa' piano, bastardo!

POLIZIOTTO

Sta' zitto culo di merda!

SARA

Porco.

IL POLIZIOTTO ESCE. SARA SI ACCENDE UNA SIGARETTA E GUARDA BRUNO. LO RICONOSCE.

SARA

Ehi, ciao. Come và?

BRUNO

Male.

SARA

Non ti preoccupare. E' una fesseria, domani sarai fuori.

BRUNO

Lo so.

SARA

E' la prima volta?

BRUNO

E l'ultima

SARA

Credi? (Ride) Ti vesti sempre così quando esci?

BRUNO

Qualche volta mi metto la cravatta! Senti chi parla, oh...

SARA (Offrendogli la sigaretta)

Vuoi un tiro?

BRUNO

Sì, grazie.

BRUNO PRENDE LA SIGARETTA E ASPIRA PROFONDAMENTE ALCUNE BOCCATE, INFINE GUARDA SARA E LE SORRIDE. LEI RICAMBIA.

BRUNO

Com'è che sei qui?

SARA

Una retata.

BRUNO

No, dicevo, qui, in Italia.

SARA

Cinque anni fa. Approfondimento teologico, ero quasi prete.

BRUNO

Strano, non sembri un prete!

SARA (Ride)

Meno male!

BRUNO

Non sembra neanche...

SARA (Bloccandosi)

Cosa?

BRUNO (Imbarazzato)

... Che... che sei straniera!

RIDONO.

SARA

Scemo.

PAUSA

BRUNO

Sei simpatica.

SARA

Anche tu.

BREVE ESITAZIONE.

BRUNO

E sei pure bella...

V

APPARTAMENTO DI AUGUSTO E BRUNO.

L'alba del giorno dopo. Augusto è seduto per terra. Luisa rientra dalla cucina.

AUGUSTO

Non ho dormito tutta la notte.

LUISA

Hai fatto un casino.

AUGUSTO

Avevo gli incubi.

LUISA

Di nuovo?

AUGUSTO

Sì.

LUISA

Che hai sognato?

AUGUSTO

Non ce l'avevo più.

LUISA

Cosa?

AUGUSTO

Quello.

LUISA RIDE.

AUGUSTO

Ero terrorizzato, non sapevo cosa fare, non potevo parlare, era come se fossi morto. Mi cadevano i peli della barba, delle ascelle, tutti. Ero tornato bambino. Ma sapevo di avere perduto quella cosa. E mi sono messo a cercarla tra i giocattoli, che nel frattempo erano spuntati, per incanto. Cercando, ho trovato una bambola e mi sono messo a giocare con lei, mi sono dimenticato il resto... e mi sono addormentato. Nel sogno. In realtà, mi sono svegliato. Tu mi hai svegliato.

LUISA

No, stavo lì a guardarti. Cantavi.

AUGUSTO

Era la ninna nanna della bambola.

LUISA

Ah.

AUGUSTO

Quando mi sono riaddormentato, ho fatto lo stesso sogno, cioè il seguito. Io dormivo, nudo, bambino, senza sesso, con la bambola fra le braccia e all'improvviso entra mia madre, vestita di nero, vecchia, vecchissima, irriconoscibile, ma io sapevo che era lei. Mi pareva un sogno nel sogno, ma avevo aperto gli occhi e la guardavo. Lei ha sorriso e mi ha detto che doveva andare a ballare con Sigismondo, che infatti stava lì, accanto alla porta, in frac ma con un paio di bermuda a fiori al posto dei pantaloni e invece del sigaro teneva in mano un lecca-lecca...

LUISA

Freud?

AUGUSTO

Proprio lui. Era serissimo, disse solo a mia madre di sbrigarsi, perchÉ era tardi. Insomma, mia madre mi disse che prima di andare via doveva darmi una cosa, visto che ormai ero vecchio, mentre io sapevo che ero bambino. Aprì un cassetto di legno che stava incassato nel muro e tirò fuori un piatto di frutta. E lì in mezzo c'era il mio sesso! Capisci? Quello che avevo perduto, lo aveva nascosto lei! Mi baciò il pube rotondo e vi appiccicò sopra il sesso. Ero assurdo! Avevo non più di quattro anni e il membro di un uomo! Freud e mia madre sparirono come se non ci fossero mai stati. Io guardo la bambola e... in un attimo ho un'erezione spaventosa, enorme! Mi faceva male, un male tremendo. "Papà, papà ti aiuto io!", grida la bambola, con gli occhi spalancati e con un salto si lancia su quella cosa spaventosa e la morde, a pezzi, ingoiandola! Un male pazzesco! E mi sono svegliato.

LUISA

Mi hai svegliato.

AUGUSTO

Secondo te, sto impazzendo?

LUISA

Non lo so. Forse è colpa mia.

AUGUSTO

Forse.

LUISA

Sono stanca.

AUGUSTO

Sì, è vero. Anch'io.

LUISA

Non è colpa tua.

AUGUSTO

No. Nemmeno tua.

BREVE PAUSA

LUISA

Domani vado via.

AUGUSTO

Anch'io. Non posso restare qui, con mia madre e Paperino.

LUISA

E dove vai?

AUGUSTO

Non lo so. Magari mi cerco un lavoro.

LUISA

Adesso non dire cazzate!

AUGUSTO

Hai ragione.

PAUSA

AUGUSTO

Forse mi farò prete.

VI

STESSO LUOGO.

Qualche ora dopo, tarda mattinata. Augusto dorme sul divano. Ilaria viene fuori dalla stanza di Bruno, si è appena svegliata. Và dritta in cucina senza vedere Augusto.

ILARIA

Cavalli, cavalli, cavalli... Tutta la notte cavalli!... Sono distrutta... Caffè caffè caffè... Contro i cavalli caffè... (Entra in cucina) Ah, è già fatto.

RITORNA CON UNA TAZZINA IN MANO.

ILARIA

Non è caldissimo, ma va bene. (Vede improvvisamente Augusto) Ahhh!

AUGUSTO (Risvegliandosi)

Ahhh! Che c'è?

ILARIA

Mi hai spaventata!

AUGUSTO

Ma se stavo dormendo.

ILARIA

Appunto.

AUGUSTO

Non ho dormito tutta la notte.

ILARIA

Incubi?

AUGUSTO

Sì. Bambole.

ILARIA

Io cavalli. Ma ho dormito, in corsa, ma ho dormito. Una fatica! Luisa?

AUGUSTO

Se n'è andata.

ILARIA

Dove?

AUGUSTO

Via.

ILARIA

Via? E perchÉ?

AUGUSTO

PerchÉ no?

UN TEMPO DI PAUSA

ILARIA

Già. Non poteva durare, tutto questo...

AUGUSTO

Che c'entri tu? Comunque passava a prendere Bruno, paga lei la multa.

ILARIA

PerchÉ?

AUGUSTO

Così. E poi io avevo troppo sonno e nemmeno una lira.

ILARIA

Glieli ridaremo.

SUONANO ALLA PORTA.

ILARIA

Eccolo!

CORRE AD APRIRE.

ILARIA

Tesoro mi...

ENTRA BRUNO ACCOMPAGNATO DA SARA, CANTANO UNA STRANA CANZONE.

ILARIA

E lei chi è?

AUGUSTO (Stupefatto)

Aleksander!

ILARIA

Aleksander?

BRUNO

Sara, si chiama Sara...

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