Munch Munch

Stampa questo copione

                                                 MUNCH  MUNCH

                                               Commedia brillante

                                                       in un atto

                                                            di

                                               Antonio   Sapienza

                               tratta dalla commedia in tre atti, “Astro”

L’azione si svolge, agli inizi degli anni ’80, in un giardino comunale di una cittadina siciliana, dove avviene l’incontro tra un giornalista, un poeta e un extraterrestre, arrivato sulla terra, con la sua astronave in panne.

Personaggi:

Astro……………………………………….Extraterrestre in panne;

Paolo……………………………………….Giornalista principiante;

Vittoria……………………………………..fidanzata di Paolo;

Poeta………………………………………. Vecchio simpatico e solo;

e, inoltre due comparse.

Sulla scena è stato ricostruito uno scorcio di giardino pubblico.

Quasi al centro è stata posta una panchina e, vicino ad essa, verso destra, vi è un lampioncino.

All'apertura del sipario, con  musica e luci adatte, si simulerà il tramonto del sole. Poi sarà sera. Si accenderà il lampioncino. Da sinistra entreranno in scena due giovani: sono Paolo e Vittoria. La musica si affievolirà e i due, come se stessero continuando un discorso già iniziato, lo mimeranno  vivacemente, finche` arriveranno in fondo a destra, poi ritorneranno indietro e infine si siederanno nella panchina.  Fine della musica.

Vittoria- Eppoi è vero! Tu la guardavi. Ma non la guardavi come per guardarla, la guardavi...anzi no.-

Paolo- La guardavo o non la guardavo. Deciditi...( con rassegnazione).-

Vittoria- La guardavi, la guardavi. Eccome! Ma non per guardarla e basta, tu la guardavi come se stessi per mangiartela con gli occhi. Tu la stavi spogliando davanti a me. Ma te ne rendi conto?-

Paolo- Ma dai Vittoria...( conciliante).-

Vittoria- Niente vittimismo Paolo! Lo sai che io sono buona e  cara, ( Paolo fa un gesto come per dire: All'anima,) ma le corna, sia pure putative, non le voglio. Non le vogliooo.( cantarellando).-

Paolo- Ma che corna d'Egitto. L'ho solamente guardata così...per curiosità..-

Vittoria- E ti sembra niente? Oggi la guardi…solo per  curiosità, domani la tocchi.. per vedere com'è; e  dopodomani te la porti a letto... per... per... (  piagnucola) libidine. Sei un erotomane, ecco.-

Paolo- Si, e buona notte! ( Vittoria gli gira le spalle  offesa) Ma dai Vittoria...( conciliante) Ti prego cerca d'essere ragionevole. Non vedere malizia anche dove non c'e`. Sai che così facendo non viviamo più?-

Vittoria- Ah, cosicchè sarei pure maliziosa? Ma bene, benissimo!-

Paolo- Non ho detto questo! Forse, sei... forse sei, come dire? Ecco, un po` drammatica.-

Vittoria- ( punta sul vivo) Ah, adesso sarei anche drammatica.(  sottolinea "anche") Questo è troppo! ( si alza).-

Paolo- ( facendola risedere) Ma che cosa hai capito? Ho detto  drammatica per dire seria. ( poi sbuffando) Ma insomma, insomma finiamola, ti prego. ( sempre più conciliante e facendole le fusa) Avanti, girati, micia, facciamo pace.  Eh? ( pian piano la prende per le spalle e la gira verso di se`. Lei lo lascia fare, ma è sempre compunta.  Poi Paolo, delicatamente l'attira a se` e la abbraccia.  Vittoria, finalmente, cede).-

Iniziano quindi strani effetti di luce.

Vittoria- ( vedendoli e staccandosi da Paolo) Cos'è questa  luce?-

Paolo- ( che non vuole staccarsi, ne` interrompere le effusioni) Saranno i fuochi di Sant'Agata..-

I due giovani tubano, mentre in scena, da sinistra, entra un uomo alto. Egli porta il cappello in testa, camicia e cravatta, pantaloni rossicci e non calza scarpe. Costui, camminando come un ebete, attraversa tutta la scena ed esce dalla parte opposta. Musichetta adatta. I due guardano con meraviglia. Poi di nuovo giochi di luce, e, sempre da sinistra, entra in scena un uomo basso, coi capelli neri ritti come per la paura. Indossa una giacca verdognola, ed è senza pantaloni. Calza le scarpe. L'uomo in mutande. Come il precedente, attraversa tutta la scena guardando fisso davanti a se`, ed esce dalla parte opposta. Musichetta adatta.

Paolo- Ma guarda un po’ che roba, la serata degli ubriaconi.-

Vittoria- Però aveva belle gambe...-

Paolo- Ah, ecco!  Mi fai la gelosa se, spassionatamente si  intende, guardo distrattamente un'altra donna, eppoi tu  ammiri le gambe degli altri. Sporcacciona!-

Vittoria- Ecco, lo sapevo! Non vedevi l'ora di ripassarmi la  palla. Io ho solo fatto un'innocentissima constatazione  e tu mi tratti come una... come una…( si mette a piagniuculare).-

Nel frattempo entra in scena un tipo strano. Ha il viso rossiccio, i capelli lisci come spaghetti, senza sopracciglia, baffetti alla mandarino cinese, camicia gialla, giacca rossiccia due misure più larga, pantaloni verdognoli cortissimi, scarpe due misure più grandi, non allacciate, guanti.

Questo tipo gironzola nei pressi della panchina e ascolta il litigio tra i due giovani, mimandone le varie fasi. Poi si pone al lato della panchina, vicino a Paolo, si accovaccia e guarda i due a bocca aperta, come se non capisse e tentasse di capire cosa succede: E` Astro.

Vittoria- ( con le spalle a Paolo, senza accorgersi di Astro) Sei  un mostro, ecco cosa sei!-

Astro fa cenno come per dire: Chi io?

Paolo- ( scorgendo Astro) Ehi amico, se sei un guardone, stai  perdendo il tuo tempo. Qui, oggi, non si batte chiodo.-

Vittoria- Ecco la donna strumentalizzata, schiavizzata dal sesso. Donna oggetto! Ai vostri ordini signori uomini, ai  vostri desideri messeri! Ma sai cosa ti dico?-

Paolo- ( rassegnato) Che te ne vai.-

Vittoria- ( prima sorpresa, poi decisa) Si, certo, che me ne  vado. Ecco cosa ti dico! ( si alza e con passo veloce, si avvia verso l'uscita).

Paolo- Ma dai, aspetta... ( senza convinzione)-

Vittoria- ( uscendo) Non mi vedrai più, bruto! ( alza il capo insuperbita, facendo ondeggiare i lunghi capelli, ed esce)-

Paolo- ( sconsolato, rivolgendosi ad Astro) Hai visto? Eh? Hai visto? Loro sono dalla parte della ragione: Sempre!( fa cenno verso la parte dov'è uscita Vittoria) Io ho guardato una ragazza, per la verità molto formosa ( fa il gesto ), ma credimi solo per curiosità ( finta  serietà), e mi ha fatto una tale scenata; lei fa  apprezzamenti a dir poco lusinghieri su un tizio in  mutande, e questo non è nulla. ( imita la ragazza)  Solo un'innocentissima constatazione… Vieni amico, siediti qui, starai più comodo.( fa cenno  alla panchina, Astro esegue) Senti, credo che tu abbia qualche anno più di me; dimmi, che ne pensi delle  donne? Le capisci?-

Astro- ( stentatamente) Po... poco...Capi...capisco poco...-

Paolo- Ma che hai? stai male?-

Astro- No... io be… bene.-

Paolo- Dal colorito non sembra... eppoi parli così, con  difficoltà.-

Astro- Io imparo.-

Paolo- A quest'età? ( preoccupato) Ma... sei normale, vero?-

Astro- Non so...-

Paolo- Lo credo. Poi conciato così...( fa riferimento ai vestiti di Astro) cosi`... elegante.-

Astro- Elegante? ( senza comprendere).-

Paolo- Scusami, facevo dell'ironia.-

Astro- Cos'è ironia?-

Paolo- Non lo sai?-

Astro- Io imparo... adesso…-

Paolo- ( perplesso) Beh, si fa dell'ironia quando si vuole mettere in ridicolo qualcosa di bizzarro in qualcuno,  per prenderlo in giro... almeno credo.-

Astro- Complicato, molto complicato. ( pensieroso).-

Paolo- ( per sottrarsi da ulteriori spiegazioni) Io mi chiamo  Paolo, sono quasi un giornalista. E tu chi sei?-

Paolo, intanto tende la mano, e Astro, dopo un attimo di esitazione, gliela stringe. Paolo ha un'espressione di sorpresa, poi di dolore. Lascia subito la mano di Astro e si massaggia vigorosamente la sua; poi se la pone sotto l'ascella.

Paolo- Ma che hai l'alta tensione? Mi hai fatto male.-

Astro- Mi spiace, ora provvedo. ( fa un gesto con la testa) ecco, ora prendi di nuovo mia mano.-

Paolo- No grazie.-

Astro- Non temere, prendere mano.-

Paolo- ( allungando la mano timorosamente) Niente scherzi, vero? ( Astro fa cenno di no. Paolo , con un solo dito, sfiorando la mano di Astro, si accerta che tutto è in ordine. Finalmente, fiducioso stringe la mano di Astro)  Ah, così va bene. Sei un buontempone, vero?-

Astro- Buontempone? Cosa è buontempone?-

Paolo- Uno che prende la vita allegramente… forse. ( sorride) Senti, ma non mi hai detto il tuo nome.-

Astro- Io non nome, io frequenza.-

Paolo- Come frequenza..(preoccupato) Cosa significa?-

Astro- Significa che io non sono precisamente come voi. Spero che tu non spaventi se dico una cosa.-

Paolo- Spaventarmi io? Ce ne vuole, perbacco! Sentiamo allora  cosa mi devi dire di così spaventoso.( sicuro di se)

Astro- Io vengo dallo spazio.-

Paolo- Tutto qui? Ma va’ là. ( poi ripensandoci) Cosa? Da dove vieni?-

Astro.- Dallo spazio. (fa cenno col dito verso l’alto)-

Paolo- Dallo spazio...( indicando il cielo) proprio quello lì?-

Astro- Si.-

Paolo- Tu saresti un extra... extraterrestre?-

Astro- Pressappoco.-

Paolo- Ma no, non può essere, tu mi stai prendendo in giro.( come per rassicurarsi da solo) Si, extraterrestre….già, ora ci credo...-

Astro- Dammi tua mano.-

Paolo- Ah no! ( balzando indietro).-

Astro gli sorride, poi facendo movimenti col collo, fa iniziare strani effetti di luce, fa udire una strana musica, accende e spegne il lampioncino, e altri effetti a discrezione della regia. Paolo sta a guardare imbambolato.

Astro- Ci credi ora?-

Paolo- ( sbalordito) Ci... ci credo. Cosa... come, quando…   cioè, perchè sei qui? ( confuso e impaperato).-

Astro- Guasto mio apparecchio.-

Paolo- E dove l'hai lasciato?-

Astro- E` qui. ( prende dalla tasca della giacca uno strano  apparecchio luminoso).-

Paolo- Questo coso così piccolo? E come ci entri dentro?-

Astro- Cosi`. ( e Astro fa cenno a qualcosa di grande che si rimpicciolisce).

Paolo- Ti rimpicciolisci tu, o quel... coso?-

Astro- A scelta.-

Paolo- Fantastico! Posso toccarlo?-

Astro- Tieni prendilo in tua mano.-

Paolo- ( prendendo l'oggetto con timore) Ma è caldo. ( poi  tra se) Madonna che scoop! Un extraterrestre. Ma ci  pensi? passerei alla storia del giornalismo... Che colpo sensazionale! Come minimo mi faranno capo cronista, se non direttore… Un momento... un momento… e come lo dimostro? Se Costui non fa cose strane, cose assurde, impossibili; se non si vuol fare riconoscere, se nega, che parte da cretino ci faccio? Come minimo mi prenderanno per pazzo! Eppoi sono sicuro di non nuocergli?  insomma che cosa farò adesso?-

Astro- Tu fare quello che sembrare giusto.-

Paolo- Esatto! Ma... ma mi hai letto nel pensiero?-

Astro- Pure. Senti cosa essere pazzo?-

Paolo- Uno come te qui, sulla terra; oppure come me, se  racconto in giro che sei un extraterrestre.

Astro- Allora non dire.-

Paolo- Il che sarebbe la cosa più sensata. E dimmi, voi laggiù, vestite sempre cosi`? ( indica i vestiti di Astro).-

Astro- ( allargando la giacca e facendo intravvedere una tuta  spaziale gialla) Questo mio vestito. Questa ( accenna  alla giacca) L'ho avuto in prestito, diciamo cosi`, da un umano. Questi ( indica i pantaloni ) da altro  umano.-

Paolo- Ah, adesso si spiega quel tizio in mutande. ( tra se)  Ma sto sognando o è realtà. Oppure sto vivendo un  incubo?-

Astro- Per favore non parlare difficile ancora per poco. Debbo avere tempo per imparare vostra lingua.-

Paolo- La stai imparando adesso?-

Astro- Non proprio. Ho ascoltato vostre emittenti e ho imparato. Però, che confusione, parlate in modo differente da punto a punto. Spesso ho difficoltà e faccio grande sforzo per selezionare. Ma poi imparo.  Ora sto imparando idioma nr 18. sottogruppo 36.-

Paolo- Fantastico! Parla sottogruppo nr 35.-

Astro- Comme vulite vuie signò. Mò nun v'impressiunate, ma   chilla alluccava...-

Paolo- Sottogruppo 34.-

Astro- Ah Romolè, te possino... boni sti maccheroni, A li  mort...-

Paolo- Basta cosi`. E ora idiona 17.-

Astro- Amigos intendemoce ben: La noce es fatta por dormir, el  di por riposar. Perche` l'hombre non es de fierro,  carramba!-

Paolo- ( divertito) Amico, sei veramente forte.  Senti, poco fa dicevi di non avere un nome, ma frequenza. Spiegami, per favore.-

Astro- Si, non abbiamo nome, ma frequenza. Tu chiami mia  frequenza e io rispondo.-

Paolo- Interessante. Ma io preferirei un nome.-

Astro- Nome è etichetta. Frequenza è libertà.-

Paolo- Ma qui è necessario. Anzi, io direi che dovresti  sceglierti un nome.-

Astro- Se dici che è necessario.. Ma perchè non me lo dai  tu?-

Paolo- Volentieri. Vediamo un po’. Ecco ci sono: Che ne diresti se ti chiamassi Astro? Eh? che ne dici?-

Astro- Va bene. Io sono Astro.-

Paolo- Ciao Astro. ( tende la mano, poi ricordandosi della  scossa, istintivamente la sottrae. Ma Astro gli fa cenno che può stare tranquillo).-

Astro- Ciao Paolo.

Paolo- Astro quando sei arrivato?-

Astro- Quando vostra fonte di energia era in quel punto.( indica una parte dell'orizzonte).-

Paolo- Vuoi dire il sole?-

Astro- Sole? La chiamate sole vostra fonte di energia? –

Paolo- Beh, per noi è si una fonte di energia, ma, diciamo  cosi`, indiretta. Mi spiego meglio: Quell'astro ci  invia la luce, il calore che ci permettono la vita qui, sulla terra. Però non sappiamo captare l'energia, non sappiamo utilizzarla a nostro piacimento, per le nostre  necessita`, secondo la nostra volontà. Insomma ci  piove sopra, fortunatamente, e ci permette la vita.-

Astro- Possibile ciò? E come vanno i vostri apparecchi? Cosa  accendere questo? ( indica il lampioncino) E vostre  automobili, come si muovono?-

Paolo- Con la benzina.-

Astro- Cos'è benzina?-

Paolo- Un derivato del petrolio.-

Astro.- Cos'è  petrolio?-

Paolo- Ma sei proprio ignorantaccio, amico mio. Il petrolio è un liquido che troviamo nel sottosuolo, spesso a grandi profondità e non in tutti i luoghi della terra. Esso viene pompato in superficie, poi lo si imbarca sulle navi cisterna che lo trasportano nei  posti dove si trovano le raffinerie, le quali lo trasformano in benzina e altri derivati. La benzina viene trasportata con autobotti nei luoghi di consumo, viene messa nei serbatoi e poi nei nostri  mezzi...( Paolo ha il fiatone perchè avrà detto tutto  senza pause).-

Astro- Basta, basta. Tu dici: io pazzo. Ma io dico: voi umani  pazzi! Ma perchè fate tanta fatica per ricavare  piccola costosa energia sporca, quando il vostro sole ve ne può dare in quantità infinita e pulita?-

Paolo- Come ti dicevo, non sappiamo ricavarla. Almeno così dicono..-

Astro- Chi lo dice?-

Paolo- I politici, gli scienziati, insomma i competenti.-

Astro- Credo poco. Siete arrivati sull'astro bianco ( e indica il cielo)… quello che voi chiamate luna, quindi avete  buona tecnologia, non siete incapaci. Non vedo chiaro. Dimmi, chi può avere interesse a ciò?-

Paolo- Non saprei, non ci ho mai pensato. Ma è vero, ci sono  grossi interessi: monopoli, dollari, potere...-

Astro- Allora tutto spiegato.-

Intanto che i due stanno per concludere il discorso, da sinistra entra un vecchietto. E` il Poeta. Indossa abiti fuori moda e lisi, porta cappello e bastone. Il Poeta sembra indeciso se sedersi nella panchina oppure no. Paolo lo nota.

Paolo- ( facendogli posto) Si segga pure, signore, s'accomodi, c'è posto anche per lei.-

Poeta- No, grazie, preferisco non disturbare le coppiette.-

Paolo- Ma noi siamo due maschi.-

Poeta- Bella schifezza! ( disgustato sta per andarsene).-

Paolo- Ma che ha capito? Venga si sieda; noi siano solo due  buoni amici.-

Poeta- Ah, quando è così mi seggo. Vi prego di scusarmi ma non ci vedo tanto bene...-

Paolo- Si vede. Allora perchè non portate gli occhiali?-

Poeta- M'invecchiano. ( laconico).-

Intanto Astro, che  ha osservato il Poeta, alza la mano sinistra.

Astro- Bella serata vero?-

Poeta- Già, bella serata. ( come se fosse ispirato ) Vedete  amici miei, io di sera esco raramente. Sapete, per i  reumatismi.. ma se c'è una bella serata, allora nulla mi trattiene. Esco di casa e, alla facciazza di Santina, mi godo il fresco passeggiando tra questi  bellissimi viali. ( Astro abbassa la mano).-

Paolo- ( che ha notato) Che fai? ( sottovoce).-

Astro- L'ho vagliato per conoscere se è di verità.-

Paolo- E allora?-

Astro- E` di verità.-

Poeta- Cosa dite? Parlate più forte, non sento.-

Paolo- Dicevo che mi chiamo Paolo, faccio il giornalista.-

Poeta- Onorato signore ( porge la mano), quindi lei è un uomo di lettere, ma bravo...-

Paolo- Beh, sono ancora principiante, ma spero nel futuro.-

Poeta- Le auguro un futuro splendido. E lei signore, cosa fa?-

Astro- Io sono un Extra...-

Paolo- ( interrompendolo con precipitazione) E` un uomo extra, in una parola è... è un... un prestigiatore, anzi un  mago, si proprio un mago.-

Poeta- Un mago? Ma guarda che meravigliosi incontri sto facendo stasera. Interessante, interessante. Io sono un poeta.-

Astro- ( a Paolo) Cos'è poeta?-

Paolo- E` una parola. Vediamo un po': Il poeta è quell'uomo straordinario che con poche parole, con un'immagine, rende un'idea. Almeno credo, vero? ( rivolgendosi al poeta).-

Poeta- Supperggiù.-

Astro- Vorrei saperne di più. Da noi non ci sono poeti.-

Poeta- Da voi.. dove?-

Paolo- ( intervenendo) Da loro.. molto lontano..-

Poeta- Nel Sahara, al polo nord? Solo laggiù non ci sono poeti.-

Paolo- Ehmm, più lontano... più lontano...-

Poeta- Forse sulla luna?-

Paolo- Pi... più lontano ancora.-

Poeta- Allora su un altro mondo? ( detto senza convinzione).-

Paolo- Pressappoco. ( cogliendo l'occasione al volo).-

Poeta- Eh? ( tossicchia, si fruga addosso, prende un paio di vecchi occhiali da vista, li pulisce accuratamente, li  inforca e quindi si avvicina al viso di Astro e lo esamina attentamente) Come avete detto di chiamarvi?-

Astro- Lui mi chiama Astro. ( indica Paolo) .-

Poeta- ( tendendo la mano) Felicissimo amico Astro. (Paolo si preoccupa per la reazione del vecchio circa la rivelazione di Astro e per la relativa stretta di mano. Ma Astro con un cenno lo tranquillizza e stringe la mano al Poeta, senza conseguenze.)-

Astro- Sono contento anch'io. Senti amico Poeta, è molto se ti chiedo di farmi capire la poesia?-

Poeta- Non chiedi molto, chiedi solo il giusto. Ti dirò una  mia breve poesia:

Improvviso

Un frullare d’ali -

Come battito di ciglia,

O palpito di cuore -

E il volo d’un pensiero,

Mi travolge.-

Astro- Spiegatemi, vi prego.-

Paolo- Poeta, ti dispiace se ci tento io?-

Poeta- Fai pure.-

Paolo- L'immagine è la visione di un uomo che improvvisamente percepisce il suo essere creatura caduca, fragile e mortale. Ecco l’idea che frulla nel suo limitato orizzonte: L'uomo ha atteso, con speranza, che la vita, col passare degli anni, gli mostrasse la via, la bellezza, l'amore. Ma  il pensiero che il tempo, inesorabilmente, è passato, gli fa sentire vicina la sua fine. Ho detto bene?-

Poeta- Supperggiù!-

Astro – Strano, per me significa: Sprrr  =  munch munch  x  verx.-

Paolo- Eh no! Adesso ci spieghi tu.-

Astro – Il poeta ha dato la vostra definizione alla nostra formula: spazio- pensiero- velocità, con la quale viaggiamo nello spazio. E’ straordinario!!!

Poeta – (meravigliato) Io… avrei… io avrei fatto ciò?-

Astro- L’hai fatto amico.-

Paolo- Ahò! Io stasera butto all’aria tutto il mio pseudo sapere. Ma sono sveglio? (si pizzica) Lo sono! -  

Astro- Però è interessante la  poesia... Creare immagini d'un'idea… Bello! Bello, certo, ma un pochino triste…-

Poeta.- Vuoi che te ne dica una più allegra? Sai ne so tante…-

Astro – No, grazie, mi va bene così.-

Poeta-  Ecco, vorrei fare qualcosa per te. Ti vorrei divertire...-

Astro- Ah, ci vogliamo divertire?-

Poeta- Perche` no?-

Astro si alza, prende per mano il Poeta e accenna a dei passi di danza. Si udrà una musica adatta, possibilmente greca (sirtaki?), e il vecchio poeta, pian piano si raddrizza, come se ringiovanisse. Con l'aumentare d'intensità della musica, i due ballano velocemente. Paolo batte il ritmo con le mani. La regia, se lo ritenesse opportuno, potrebbe coinvolgere anche il pubblico presente in sala.

Paolo- Astro, non lo distruggere! (battendo le mani)-

Astro- Adesso è solo giovane, poi tornerà vecchio.-

La danza continua ancora qualche minuto, poi musica e luci si affievoliscono e la danza finisce. Il poeta si lascia andare sulla panchina sorridendo felice.

Poeta- Magnifico, formidabile! Cosa ho riassaporato? La gioventù?-

Paolo- Vecchio, hai fatto cose turche.-

Poeta- Ti sbagli. Ho fatto cose ... dell'altro mondo.-

Astro si irrigidisce.

Paolo.- Astro, cosa succede?-

Astro.- I soccorsi ritardano.-

Paolo- Come mai?-

Astro- Hanno dei problemi.-

Paolo- Di che genere?-

Astro- Sulla rotta si è aperta una voragine.-

Poeta- Forse quello che noi chiamiamo buco nero?-

Astro- Pressappoco.-

Paolo- E dove si è verificato?-

Astro- Dammi la tua carta astronomica, ti segno il punto  esatto.-

Paolo- Carta astronomica? Si, domani...-

Astro- ( comprendendo la difficoltà di Paolo) Scusami, dimenticavo. Comunque è molto lontano da qui, è su un'altra galassia.-

Poeta- Caspita! E come riesci a sapere queste cose?-

Astro- Io percepisco le video-cosmo-frequenze. Ricordi mia formula? Ecco per  esempio, in questo momento ho avvertito un grande crollo sotterraneo qui, sulla vostra terra.-

Poeta- Sarà stato un terremoto.-

Astro- Forse. Ma più possibile scoppio.-

Paolo- Un'atomica sotterranea!-

Astro- Ciò allora è molto pericoloso. Astro ve lo dice.-

Poeta- Questo è pacifico. Ma loro ( indica persone lontane), loro se ne infischiano. Loro sono forti, sono prepotenti, sono arroganti. Noi cosa possiamo fare?-

Astro- Voi due nulla. Ma insieme ad altri umani forse qualcosa  potreste farla. State attenti uomini, questo è pericoloso. Astro ve lo ridice.-

Paolo- A noi non resta che sperare.-

Poeta- ( guardando l'ora) Oh, oh...s'è fatto tardi, devo  andare, Santina m'aspetta per la cena.-

Paolo- Chi è Santina? tua moglie?-

Poeta- Dio me ne scampi e liberi, mia moglie. No, è solamente  la donna che mi accudisce. ( alzandosi) Ma che  caratterino, sapeste.  Signor professore ( imita la donna) si pranza alle dodici in punto! Si cena alle diciannove in punto!  Sveglia alle sette...-

Paolo- ... in punto!

Poeta- Appunto! Vivo in una caserma! Amici, io vi inviterei a  cena, ma il cerbero insorgerebbe: Niente estranei,  niente ospiti, niente conviti, banchetti, bisbocce e  orge!  Niente vita, amici miei. Allora io vado, però desidero  che veniate domattina a prendere il caffè da me, d'accordo? Paolo ecco il mio biglietto-

Paolo- E il... cerbero? (prendendo il biglietto)-

Poeta- Per una volta lo lascerò abbaiare invano.-

Astro – (che era rimasto in silenzio, assorto) Io non ci sarò, parto stanotte, mi dispiace. 

Poeta- Così presto?-

Astro – Già.

Paolo – Hai ricevuto notizie dai soccorritori? –

Astro – Già.-

Paoli- Ma com’è possibile, così presto?-

Astro – Presto per voi…-

Paolo- Capisco, la formula. E non sei contento?

Astro- Beh, lo sono, ma volevo restare con voi ancora un pochino, per conoscervi meglio.-

Poeta – Dispiace tanto anche a me, volevo apprendere da te cose nuove…vedere cose belle…sentire suoni mai ascoltati…parole sconosciute. Mi dispiace proprio.-

Paolo- Dai poeta non ti commuovere. Egli va’ nel suo mondo. E’ giusto, mi pare.-

Poeta- Non lo metto in dubbio, ma io… no, sarei egoista. Ciao Astro, fai buon viaggio. E, pensaci.-

Astro- Dispiace anche a me…lasciarvi…scusate un attimo.-

Paolo- Fai pure…-

Astro esce di scena.

Poeta- (prima silenzio imbarazzato, poi)Vuoi che ti dica un’altra poesia?-

Paolo- (assorto) Se ti fa piacere. –

Poeta:

                                                             Amico            

                                                                 è

Troppo tardi!

I germogli sono stati bruciati dal gelo,

e lo scirocco umido e afoso

ha appiccicato il male nero

sulle palpitanti foglioline,

intisichendoli.

Troppo tardi,

sulla mia testa vi sono ormai troppi capelli bianchi

e una marea di delusioni.

Troppo tardi,

Amico.

Adesso sono stanco.-

Paolo – Bella, quando l’hai composta?-

Poeta- In questo preciso momento, di getto.-

Paolo- Accidenti che fertilità.-

Rientra Astro, indossa la tuta spaziale gialla attillata.

Paolo- (al poeta) E’ già pronto, ma mi sembra assai turbato.-

Poeta- Già… ed io, quasi quasi…-

Paolo- Quasi quasi? Che hai in mente?-

Poeta- Niente. Te lo dico dopo.-

Astro- Sono pronto.-

Paolo- Come sei elegante…-

Poeta- Sembra un extraterrestre- chic…in panne.-

Astro- (ridendo forzatamente) Mi spiace, debbo proprio andare, mi aspettano (fa cenno verso la quinta)-

Poeta- ( facendo schioccare le dita) Senti Astro, hai detto che ti dispiace lasciarci?-

Astro – Esatto.-

Poeta - Bene: Allora tutto è più semplice. ( accosta i due a se) Ascoltatemi amici miei: non so tu, Paolo, ma io avrei pensato una cosa…

Paolo- Cosa?-

Astro – Dilla.-

:Poeta- Ecco…(titubante, poi di getto) Astro perché non mi porti con te? –

Paolo- Ma che sei matto?-

Poeta- Sono in sensi, caro Paolo. Te l’ho già detto in versi: sono vecchio, solo, ho visto già tanto qui. Poi non lascio nessuno e nulla, che ci perdo? –

Paolo- (guardando Astro che è rimasto in silenzio) Ma… si può? –

Astro- Forse si potrebbe fare un’eccezione…-

Poeta- Ti prego Astro, eccezionami! fammi venire con te, con voi. Te lo chiedo con tutte le mie forze. Voglio venire con te, per sempre… per sempre!-

Astro- ( sorpreso) Ma, dici proprio sul serio?-

Poeta- ( deciso) Non sono stato mai così serio in vita mia.-

Astro- (incerto) Paolo, tu che ne dici?-

Paolo- Ma, amici, parliamo seriamente? Non stiamo ammattendo? (poi al poeta) Vecchiaccio, ma sai quello che dici?

Poeta- Certo che lo so: Voglio andare con lui.-

Paolo.- ( ad Astro) Ma… non si farà male? sai non è  poi tanto giovane (indica il poeta)-

Astro- Se è per questo, vigilerò su di lui… se fosse il caso.-

Poeta- Bravo! Questo si chiama parlare!-

Astro- Paolo, ci tengo al tuo parere. Che ne dici?-

Paolo- (allargando le braccia) Che vuoi che dica? Se lui lo vuole...Ma si portati via questo vecchiaccio.-

Poe.- Paolo, sei un amico! ( ad Astro, pieno di speranza) Allora, andiamo?-

Astro- E va bene Poeta, verrai con me. Ma ad una condizione, però.-

Poeta- Quale? Dimmi tutto ciò che vuoi, lo faro!-

Astro - ( finta serietà) La condizione è questa: Che mi dovrai insegnare a poetare.-

Poeta- Affare fatto! ( i due si stringono la mano).-

Astro.- Vai Poeta, dietro quei cespugli ci sono i miei compagni. Io vi raggiungerò tra poco.-

Poeta- Prima vado a preparare la valigia. ( fa per uscire da destra, poi fa dietrofront e sta per uscire, ma si ferma per guardare se Astro fa sul serio, il tutto è fatto con orgasmo infantile) -

Astro- Niente valigia, poeta. Con me, lassù, non hai bisogno di nulla. Invece siamo noi che abbiamo bisogno di te, della tua poesia. Vai di là.-

Poeta- (balzando dalla gioia) Con verissimo piacerissimo! Corro! Corro! Vado con lui, vado con lui. (si avvia. Poi ci ripensa e si avvicina a Paolo) Ma ci pensi Paolo? proverò, le sensazioni più belle che un uomo possa mai provare, come il girotondo  col sole; il tuffo nella luce viola; l'inseguimento della cometa; la musica dei buchi neri; la danza delle stelle …-

Paolo- Un momento! E tu come sai queste cose?-

Poeta- (ammiccando) Diglielo tu, Astro.-

Astro – Paolo, sembra che da voi i poeti sappiano tutto di noi lassù… con la fantasia e l’immaginazione - suppongo. Addio Paolo.-

Paolo- Addio Astro. (si stringono la mano, dopo un’altra esitazione di Paolo, sorridente, poi al poeta). Addio Vecchiaccio. Posso fare qualcosa per te?-

Poeta- Certo che puoi: Salutami Santina, il cerbero, e …a mai più rivederla. Addio Paolo, stammi bene… e sappi che se ti avessi conosciuto prima, forse…beh, Addio.-

Paolo.- Lo farò certamente vecchiaccio. Mi mancherai. Ciao poeta e…fammi una cartolina.( i due si riabbracciano, poi il poeta esce da sinistra)-

Astro- Ciao? Bello come saluto. Ciao Paolo e buona fortuna a te e al tuo azzurro  pianeta.- ( si guarda attorno come per ammirarlo).-

Paolo- Ciao Astro, buon viaggio a tutti voi e...e… abbi cura  del Poeta. Addio. ( si abbracciano)-

Astro- Contaci Paolo, so chi mi porto via con me.-

Paolo- Questi uomini...questi uomini...sono...sono...(commosso).-

Astro-...eccezionali.-

Paolo- Già.-

I due escono di scena, seguiti con lo sguardo da Paolo. Musica adeguata. Pochi secondi e si intravvede dalle quinte una gioco di luci. Paolo saluta con la mano ed esca dalla parte opposta.

Fine