‘Na mugliera cuntignosa

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'Na mugliera cuntignosa

Due atti di UMBERTO CASTALDI

Liberamente tratti da:

“L’UOMO, LA BESTIA, LA VIRTÙ”

di LUIGI PIRANDELLO

“...Il non mettere le mani nelle opere antiche per aggiornarle e renderle adatte al nuovo spettacolo, significa incuria, non già scrupolo degno di rispetto.. Il Teatro vuole questi rimaneggiamenti...”

LUIGI PIRANDELLO

Personaggi ed interpreti

(in ordine di entrata)

Lucia,                                   Cameriera di casa Docenti                       MARIA

Luisa                                                Moglie del maestro Docenti          MELANIA

Totò Mistura,                      Farmacista                                       MARCELLO

Antonio Docenti,               Maestro di musica                          EDDY           

Domenica frettalla             Impresaria                                        LUCIA                                  

Lisy Stecca                         Cantante                                          AMALIA

Giacinta                               Moglie del Capitano Lupone        ANNA

Otello                                    Marinaio                                          DIEGO

Carmela                               Cameriera di casa Lupone                       LUISA

Orazio Lupone                   Capitano di marina                         UMBERTO

la commedia é stata scelta, oltre che per la sua esilarante comicità, anche  in base al numero dei personaggi ed alla capacità degli attori di coprire il ruolo assegnatogli. Avendo più di uno, specialmente  le donne, indubbie duttili capacità, ho ritenuto opportuno dare la possibilità a qualcun altro, di poter interpretare un ruolo di maggior spessore. Spero che la verifica sul campo, possa darmi ragione. Se così non fosse ci sarà tempo per invertire  i ruoli. Ci vediamo fra una settimana, 1o giorni per una verifica. Ciao a tutti.

                                                                                              Umberto.  

ATTO PRIMO

LA SCENA:Studio del professor Docenti: scrivania, poltrone, sedie, scaffali e libreria; leggìo e spartiti. Vi è un gran disordine. La comune è sul fondo. Stanze a destra ed a sinistra.

Luci spente - Musica - Sipario - Luce.

Dalla comune entra Lucia: è la cameriera. Si è alzata da poco. Ha ancora i bigodini che ricopre con un fazzoletto. Sul vestito un grembiule con grandi tasche.

SCENA 1 (LUCIA – LUISA)

Lucia              (Guarda con sconforto il gran disordine) E facimmoce ‘a croce! Chesta è ‘n’ata jurnata... Guardate ccà, guardate! Me pare ‘nu campo ‘e battaglia... Luci’, non ti perdere in chiacchiere e accummencia. (Si siede) Giusto il tempo di metterti un po’ in ordine e po’ inizia ll’opera ‘e pupe. (Tira fuori dalle tasche del grembiule il necessario per il trucco ed uno specchio. Si trucca alla meglio, poi specchiandosi va in battuta) Bella, quanto so’ bella! Me paro Greta Garbo che si prepara a girare una scena d’amore... Specchio, specchio delle mie brame, dice ‘a verità, sono la più bella del reame? (Subito) Statte accuorto a comme rispunne, ca si no te schiatto ‘na scarpa ‘nfaccia! (Pausa, poi come se rispondesse allo specchio) Scostumato!

Luisa              (Entra da destra; è la moglie di Antonio Docenti. Fa subito capire le sue origini: è la classica provinciale che tenta di parlare in italiano, e quando lo fa si esprime con vocaboli di tutt’altro significato. Si è appena alzata: indossa un baby doll con mutandoni al ginocchio ed una casacca di colore acceso. In testa ha una cuffia di colore forte in netto contrasto con il resto. Vede Lucia seduta ed ha un moto di stizza) Abbiamo messo i puorci a pasceriare... Questa non è una casa: è uno sfizio di riposo dove la collaboratrice addomesticata invece di fare il servizio, si vroccolea e spicchichea!

Lucia             (Mette le sue cose in tutta fretta nelle tasche del grembiule, si alza e si mette a riordinare)

Luisa              (Continua) Ecco brava, ma senza fare il rumore. Mi puzzo ancora di suonno e mi sono alzata solo per una soluzione fisiologica...

Lucia              (Non capendo) Vi dovete fare i lavaggi?

Luisa              Lo sapevo. Ti devo parlare come al Volga?

Lucia              Dobbiamo andare in Russia?

Luisa              Llà te mannasse: ‘ncopp’‘a Siberia! Al Volga, cioè alla gentarella comme a te senza distruzione alla quala bisogna parlare semplicia... Mi sono aizata per la soluzione fisiologica.

Lucia             Che?

Luisa              La pisciarella...

Lucia              (Soffoca in una risata) ..

Luisa              Hai capito mò? Doppo però mi torno a coccare per far riposare ancora un po’ lo stanco membro... Quindo non fare il rumore perchè non voglio essere sconcioliata nel riposo mattiniero.

Lucia              Non vi preoccupate, farò rumore il meno possibile.

Luisa              No, tu non lo devi propeto fare! Devi fare i servizi facendo il rumore in silenzitudine.

Lucia              (Rassegnata) Non vi preoccupate.

Luisa              Brava! E fra un’orina, un’orina e mezza scetami con l’aruoma del crema e gustolo. (Sospirando) Quello del più lo mandi giù e più te lo tira su... Puortammenne ‘na bella tazza.

Lucia              E al signor Antonio gliela devo portare una tazzina?

Luisa              ‘Na tazzona! Quello, pe’ mio marito, pe' 'o scetà, ‘nce vulesse ‘nu sicchio!  Io vaco e mi raccomando, non mi sconcioliate! (Sospira e via a sinistra)

SCENA 2 (LUCIA - TOTÒ)

Lucia              (Rassegnata più che mai) ...E facciamo i servizi facendo il rumore in silenzitudine... (Suona il campanello) E chi sarrà? Forse il principe azzurro venuto a conquistare la sua Cenerentola?

Totò              (Farmacista amico di famiglia. Abita nello stesso palazzo. Ogni mattina, con la scusa di lasciare la chiave per paura di perderla, va a scroccare una tazzina di caffè. Entra dalla comune) È permesso?

Lucia              (Sobbalza. È contrariata e cerca di riordinarsi) Comme site trasuto?

Totò              La porta era solo poggiata e sono entrato, mi dispiace solo di averti fatto spaventare.

Lucia              Lo spavento non c’entra. Dovevate bussare e prima di entrare, anche se la porta è aperta, dovevate sentire «Avanti!»(Avanti va detto con la stessa intonazione e mimica del presidente del tribunale della commedia “’O scarfalietto)

Totò              Stammo facenno ‘O scarfalietto!

Lucia              (Riordina i capelli) Per fortuna sono in disordine solo alla capigliatura... ma putevo sta’ in sabbigliè... (Invitante) Forse annura...

Totò              Saje che recrio...

Lucia              E già, quando il gatto non arriva al lardo dice ca fete! Insomma, che vulite?

Totò              (Cercando una scusa) ...Ti volevo lasciare la chiave di casa: lo sai che da quando l’ho perduta non me la porto più appresso.

Lucia              E ‘nce steva bisogno ‘e trasi’? Mi aspettavate sulla porta e me la davate, la chiave...

Totò              Ma quanto ‘a faje pesante... Ho trovato la porta aperta e sono entrato.

Lucia              E avete fatto male... Guardone!

Totò              Non ti rispondo pecchè so’ ‘na persona seria... E po’ chillo ‘o mobile è troppo bello...

Lucia              È inutile che vi offendete... Non volevo dire guardone pecchè stiveve guardanno ‘na bella femmena...

Totò               Addò sta?

Lucia             Sto cca°!

Totò               Ma passa a llà!

Lucia             Volevo dire ca tengo 'na casa sotto e ‘ncoppa, e ‘a casa, quanno sta in disordine, è comme ‘na femmena onesta ca nun se vo’ fa’ vede’ nella sua intimità. È comme si l’avisseve violentata!

Totò              Ma che staje dicenno? Violentata... E a chi?

Lucia              Alla casa!

Totò              Nenne’, ma famme ‘o piacere, ma stisse ‘mbriaca stammatina?

Lucia              Seh, ‘mbriaca ‘e suonno... Mò lassateme ‘a chiave e ghiatevenne, pecchè si se sceta ‘a signora e trova ‘a casa ancora in questo stato, s’‘a piglia cu’ me e va fernì ca succede ‘o quarantotto!.

Totò              D’accordo, me ne vado... Noto con piacere, però, che ami il tuo lavoro... Hai rispetto per la casa... Ah! Si ‘a putesse tene’ pure io ‘na casa...

Lucia              E nun ‘a tenite ‘a casa?

Totò              Non la tengo: nè come intendi tu, e cioè la proprietà, perchè è di mio fratello, nè come intendo io, e cioè la famiglia, il focolare.

Lucia              E per la famiglia putite fa’ ampressa ampressa: ve ‘nzurate e... appicciate ‘o fuculare...

Totò              Me ‘nzoro... E po’ chi ‘nce pensa a fratemo?

Lucia              Se ‘nzora pure isso!

Totò              E chi glielo fa fare? Chillo tene a me...

Lucia              E che facite, chello ca po’ fa’ ‘na mugliera, vuje?

Totò              Beh, in un certo senso si!

Lucia              Che schifo!

Totò              Embè, te facesse ‘na faccia ‘e pacchere! Faccio quello che fa una moglie nel senso che bado alla casa, gli preparo da mangiare... Chillo è guaglione, come sai è figlio di secondo letto... Ha già tanto da fare tra l’ospedale e l’università e, quando torna a casa, deve trovare tutto a posto.

Lucia              Che ciorta!

SCENA  3  (ANTONIO - TOTÒ - LUCIA)

Antonio         (Entra da destra; è palesemente nervoso. A Totò) Lo sapevo che ti avrei trovato qua!

Totò              Buongiorno Antonio, ben svegliato.

Antonio         Ben svegliato un corno! M’he’ scetato tu con le tue elucubrazioni. (A Lucia) Ma quanto se l’hadda suda’ ‘nu pover’ommo ‘na tazza ‘e cafè? (Indica Totò)

Totò              (Come un bambino sorpreso a rubare la marmellata) Ma quanto si’ malpensante!

Antonio         Se io sono un malpensante, tu sei un ipocrita.

Totò              Ipocrita?

Antonio         Si, ipocrita e scroccone! (Mima un braccio più corto rispetto all’altro) E fai attenzione che, primma o poi, s’arrogna l’ata mana!

Totò              (Mortificato) Ma io stavo dicendo a Lucia...

Antonio         ...Che non hai una casa... Che devi pensare al tuo lavoro... Ad accudire tuo fratello... E stavi decantando le gioie della famiglia. È ‘na litania vecchia, Totò, putisse pure cagna’ canzone.

Totò              Ma io alla casa, al focolare, ci credo, perchè...

Anto e           Lu.Se fà ‘o ccafè ‘a coppa...

Totò              Basta, me ne vado... Vado ad aprire la farmacia! So’ stato offeso abbastanza. Tu ed il tuo dannato caffè ca spesso sape ‘e acqua sporca.

Lucia              ‘O ccafè mio sape ‘e ciucculata!

Antonio         Lascia perdere, Lucia... Anzi, ricordami che da oggi useremo solo miscele arabiche per il caffè che offriremo al dottore. Quello di stamattina ti dovrai accontentare di come è.

Totò              Non ti disturbare, pecchè stammatina nun m’‘o ppiglio.

Antonio         No, tu t’‘o ppiglie!

Totò              Nun m’‘o ppiglio!

Antonio         (A Lucia che avrà guardato alternativamente i due nelle ultime battute) Te vuo’ spiccia’? ‘Nce ‘o vuo’ purta’?

Lucia              (divertita) Vulevo vede’ come finiva l’incontro.

Antonio         Mò l’incontro lo faccio con te, ma vinco io, pecchè te dongo ‘nu cazzotto ‘ncapo e te sbatto ‘nterra!

Lucia              Nun ve permettite! La donna non si tocca neanche con il fiore...

Antonio         La donna......

Lucia             Pecché io che so'?

Antonio         'Nu cuopp'allesse!

Lucia             Cuoppo o non cuoppo  nun ve scurdate che sono una signora.

Antonio         No! Tu si’ ‘na zuca cafè ‘nzieme a chistu ccà! Basta mò, puortale ‘o ccafè, ca ogge se l’è guadagnato... M’ha fatto sfuga’ e accussì me so’ calmato. Ma da domani niente! (A Lucia) Va’, va a fa’ ‘o ccafè!

Lucia             (via)

SCENA 4 (TOTO’ – ANTONIO)

Totò              Tu mi hai offeso ‘e chella manera... (Si imbroncia)

Antonio         Ma dai, su, adesso non fare l’offeso... Anzi, per farmi perdonare, te l’offro anche domani. (Ride) Ma da dopodomani lo spaccio chiude!

Totò              Mò facciamo una bella cosa: io mi prendo il caffè... Ma te lo pago!

Antonio         E io fore ‘a porta scrivo “Gambrinus”! Ma che l’he pigliata, pe’ ‘nu cafè, ‘a casa mia?

Totò              Non mi fraintendere. Scusa, tu lo fai fare per la tua famiglia, no? E ne faje fa’ ‘na tazza ‘e cchiù e io te la pago.

Antonio         Ma che bella pensata! Anzi, facciamo un’altra cosa, completiamo l’opera... Visto che tu non hai famiglia, non hai una moglie... Mezz’ora al giorno, quando ritieni tu, ti presto la mia...

Totò              No, tua moglie no!

Lucia              (Rientra  e incomincia a spolverare)

Antonio         Ah, mia moglie no, e ‘a cammarera si!

Totò              Che ce azzecca ‘a cammarera? Io ‘na tazza ‘e cafè voglio!

Scena V (Totò - Antonio - Lucia)

Atonio           E il caffè non si fa da solo. ‘O fa la cameriera, e quindi usufruisci gratuitamente delle prestazioni di una persona che io pago profumatamente.

Lucia              È meglio ca me sto zitta!

Antonio         E faje buono, si no pierde pure quelli che tu consideri quattro pidocchi. Se fosse per me, già avresti fatto le valigie, e invece no... La mia signora deve tenere la cameriera...

Lucia              ...Che cura e governa questa casa e che serve la signoria vostra comme ‘e prievete all’altare!

Antonio         Ma famme ‘o piacere!

Lucia              Pecchè, chi ve lava ‘e cazettine, ‘e mutande, ‘e lenzola, ‘e maglie ‘e lana, ‘e mappine, ‘e...

Antonio         Basta, per oggi basta! He’ già fatta ‘na culata sana sana! Ma non eri andata a fare il caffè?

Lucia              Sta saglienno... Io nun me pozzo permettere il lusso ‘e me ferma’. Devo continuare il mio lavoro, nun pozzo aspetta’ vicino a ‘o fuculare ca se fa! (Totò guarda entrambi divertito)

Antonio         E tu che ridi a fare? Che fai impalato come un mamozio?

Totò              (Rifacendo il verso a Lucia) Voglio vede’ come finisce l’incontro.

Antonio         Finisce ca nun te dongo ‘o ccafè manco stammatina! (A Lucia) Va’, vallo a piglia’!

Lucia              (Via)

SCENA VI (Luisa – toto’ – antonio)

Luisa              (Rientrando; si è svegliata da poco. È ancora  in vestaglia) Ma cos’é tutta quest’ammoina?

Totò              Buongiorno signora bella!

Luisa              (Scortese) Buongiorno! Ma è mai possibile che una signora non si può neanche scamazzare un pisellino mattutino nel lettino?

Antonio         S’ha fatto i gargarismi con l’acqua dell’Arno, stamattina! Io ‘ncapa t’‘o scamazzasse, ‘nu pisellino, ma cu’‘o martiello!

Luisa              Volgare e schistimato e zandraglio! Accussì si profferisce il buongiorno alla tua signora?

Antonio         Scusami, sono stato troppo cortese, ma domani rimedierò.

Luisa              Uh, Anto’! Ma tu a quanto ‘o vinne? (A Totò, in tono sfottente) Caro dottore, siete venuto pure stamattina a sgraffignare il caffè?

Totò              (Mortificato) No, sono solo venuto a lasciare la chiave di casa con la preghiera di consegnarla a mio fratello... Ora tolgo il disturbo.

Antonio         (Con sguardo di rimprovero alla moglie) Ma quale disturbo, Totò... Lo sai che la mattina aspetto te proprio per prendere il caffè...

Luisa              (Interrompendolo) ...E po’ Lucia già l’ha fatto... Si nun ve ‘o pigliate s’hadda jetta’, quindo...

Totò              Tanto vale ca m’‘o ppiglio.

Antonio         (Guarda la moglie contrariato) ...Pure pe’ nun fa’ piglia’ collera a Lucia che lo fa con tanto amore... (Alla moglie) Se proprio non puoi fare a meno ‘e te sta’ zitta, famme ‘o piacere ‘e parla’ comme t’ha fatto mammeta.

Luisa              Mammema m’ha fatto campagnuola della campagna, ma io cerco di parlare comme si deve per nun te fa’ sfigura’.

Antonio         Si vuo’ fa’ ‘na bella figura, he’ ‘a perdere proprio ‘a lengua!

Luisa              (Delusa) Si’ proprio malamente! Nun parlave accussì quando volevi scardinaregli scuri del mio cuoro... (Apre la vestaglia mostrando il seno)

Antonio         (le chiude la vestaglia e la spinge verso Totò)Lui’, chiude ‘e scure!

Totò              Signo’ chiudite ‘a fenesta pe’ piacere! (Cercando di consolarla) Mò però  non vi arrabbiate... Antonio scherzava. Anzi, voglio farvi una confidenza: manco poc’anzi

Luisa              Ata vedé a me

Totò              Manco poc’anzi

Luisa              (Capisce :”Manco pe ‘o c….o”)    Avita vedè a me…

Totò              Va buò, cagnammo ‘o disco….poco fa mi ha detto che vi vuole bene come il primo giorno che vi ha incontrata.

Luisa              (Raggiante) Overo?

Totò              Si! ...Ma, a proposito, come vi siete conosciuti?

Antonio         ...Mi ero appena diplomato al conservatorio ed ebbi una supplenza per insegnare nella scuola media di Pollena Trocchia...

Luisa              ...Io cantavo nel coro della chiesa, luglioi suonava l’organetto….

Lucia              …E ‘o preveto passava cu ‘o piattino!

Luisa.             .. E fu là ca ‘nce ‘ncuntrajeme, durante la messa vespasiana della sera notturna…

Totò              Tra l’olezzo dei giardini in fiore

Antonio         (Sconcertato) Vespertina, Lui’...

Luisa              Ah, non te lo sei scordato? (Riflette) Vespertina? Mò accussì se dice?

Scena VII (Luisa – Totò _ Antonio – Lucia)

Lucia             (Entra  e serve il caffè)

Antonio         S’è sempe ditto accussì... Quello che hai detto tu ha un altro significato.

Luisa              Scusami, scusami, ogni tanto me lo mentico!

Antonio         E non te lo devi menticare…Dunque, fu alla messa vespasiana….

Luisa              (Lo riprende)Vespertina Toni, vespertina!

Antonio         Io m’aggio agliottere ‘a lengua! Dunque fu alla messa vespertina  che ebbi la fortuna d’incontrarla... Cercavo una stanza e lei me la offrì nella locanda gestita dal padre, con l’intesa che le avrei fatto lezione per conseguire la licenza media.

Luisa              (Ricordando) ...Quando tornavi da scuola all’ora ‘e mangia’ te purtavo dint’‘a stanza toja ‘e sigarette, ‘a zuppetella ‘e fasule, ’o pescetiello frisco, ‘o babà, ‘e melelle annurche, ‘o ccafè...

Antonio         Basta, non continuare... Per oggi sto a posto... Nun ‘nce trase niente cchiù..(Fa per prendere la tazzina col caffè, ma viene preceduto da Lucia che prende la guantiera. Sgomento) Manco ‘o café!    .

Lucia              (Uscendo) ...Menu male, ogge sparagno ‘e cucena’...

Scena VIII Antonio – Totò – Luisa)

Antonio         (Continuando) ...Il pasto rientrava nella retta... ‘E sigarette è overo, me le portavi di nascosto...

Totò              ...E con le sigarette ti ha conquistato...

Luisa              (Nostalgica) Serraglio senza filtrazione...

Antonio         ‘O serraglio te mannasse! Mi ha costretto a sposarla con l’inganno.

Luisa              Si, e pecchè?

Antonio         Mi faceva una corte serrata e, un giorno, nella mia stanza, dopo avermi servito un lauto pasto cercò di abusare di me...

Totò              (Divertito) Lei di te?

Luisa              Che volete, c’era la gioventù...giovane

Antonio         Si, lei di me... In quel momento entrò il padre ed ho i miei dubbi che fu una combinazione...

Totò              E voleva ucciderti?!

Antonio         Quando mai! Mi buttò le braccia al collo e, oltre ad accusarmi di volerla violentare, mi disse:«Figlio mio, che stommaco ch’‘he’ tenuto!»

Luisa              (In estasi) Perciò mi sei piaciuto subito... (Lo strattona) Per la tua brutalità mascolina, per la tua violenza!

Antonio         (Si svincola) Ma qua’ violenza? Io dopo tanti anni tengo ancora ‘ncuollo i segni del tuo amore villico.

Luisa              (A mo’ di rimprovero) Ah, ah, ah... ‘O vvi’ ca si’ busciardo? Quando mai abbiamo fatto l’amore nel villino?

Antonio         (Rassegnato) Mai, mai, hai ragione tu!

Totò              (Divertito più che mai) Beh, io vi lascio ai vostri ricordi e vado via. Ci vediamo Anto’, ossequi signora. (Via)

Antonio         (Va a sedersi sul divano)

Luisa              (Aggira il divano poi, prima va a sedersi vicino ad Antonio, poi tenta di abbracciarlo) Bello, quanno si bello, abbracciami.

Scena IX (Lucia – Domenica – Archimede -  Antonio)

Antonio         (Sta per dire qualcosa quando si ode un vociare fuori scena; è Lucia che sta parlando con qualcuno)

Lucia              (Da fuori) Vi ho detto che non potete entrare... Il maestro è occupato!

Domenica      (Parla velocemente e non consente a nessuno di interromperla. Entra dal fondo; a Lucia) Non strillare come una gallina che stanno spennando... Ho bisogno di parlare con il maestro immediatamente. (Ad Archimede che si è fermato sulla porta) Venga Archimede, entri!

Archimede    (È un giovane cantante; anche quando parla sembra che canti) Son qui, non si preoccupi, ma mi stia vicino.

Domenica      Maestro, scusi l’intrusione, ma ho immediato bisogno di parlarle.

Luisa              Neh, ma chi è chesta?

Domenica      Statte zitta, fantesca, e mi lasci lavorare!

Antonio         (Soffoca in una risata) Mò chesta abbusca! (Cerca di trattenere Luisa)

Luisa              Neh ueh! Mò mi scordo che sono una signora, che l’ospito si piglia a pesci in faccia solo dopo tre gghiuorne, e te ruciuleo pe’ tutte ‘e scale! Comme te permiette ‘e trasi’ dint’‘a casa mia senza l’invitamento? Azzò!

Antonio         (Trattenendo la moglie) Quanno ‘nce vo’, ‘nce vo’!

Domenica      Oh, la moglie del maestro? (Cenno di assenso di Luisa) Scusi l’equivoco madame, ho giudicato troppo frettolosamente, scambiandola per la famme de chambre...

Luisa              Io faccio ‘e sciampe? (Antonio le fa segno di sorvolare)

Domenica      (Continuando) ...Ma si vede subito che è l’anfitrione...

Luisa              (Continuando a non capire) Anfurone a me? (Fa per avventarsi, ma Antonio la trattiene)

Archimede    Ma no, Anfitrione; Domenica voleva dire la padrona di casa, di questa casa!

Luisa              (Calmandosi) Ah, ‘mbe’...

Archimede    Mi perdoni la superficialità di valutazione: le chiedo venia.

Luisa              (Continuando a non capire) Mi dispiace, ma abbiamo già dato alla Croce Rossa... E po’ nun ne tengo assaje, pecchè nun so’ passati ancora tre mesi e non ve lo posso dare...

Domenica      (Disorientata) Cosa?

Luisa              (Mostrando le vene) Quello che ci avete chiesto e sta qui nelle ve... Ve... Venie... Il sanguo, no?

Antonio         (Più che mai sconcertato) Chiede venia, cioè chiede scusa!

Domenica      Appunto!

Luisa              (Con sufficienza) Io l’avevo capito, anche se la signorina ha parlato in spagnuolo.

Archimede    Com’è simpatica la signora!

Luisa              Grazie, so’ gli occhi vostri.

Domenica      Dunque, ritorniamo al tema della nostra venuta: ho urgente bisogno di parlare con suo marito.

Antonio         Non capisco cosa ci sia di tanto urgente, ma in ogni caso non si fa così irruzione in casa altrui...

Luisa              (Precedendo la risposta) ...Pure pecchè ve putite fa’ male!

Archimede    (Non capendo) In che senso, scusate?

Luisa              Nel senso che fate il ruzzolono, rocioliate e vi stroppiate! (Disappunto di Antonio)

Archimede    (Ride) La signora ha un carattere faceto...

Luisa              Facete ambressa, spicciateve a dire che volete ca tenimmo che ffa’!

Domenica      Ha ragione e mi scuso anche con lei. Caro professore, mi chiamo Domenica Frettella... Non amo perdere tempo... Il tempo è danaro... Sono una donna d’affari, li faccio e li faccio fare.

Antonio         La cosa ha poca importanza... Comunque ora è entrata e si accomodi... (Ad Archimede) Prego... (Seggono)

Archimede    Grazie, passo subito al dunque... Per risolvere i miei problemi, ho sempre cercato persone che mi dessero le massime garanzie, perciò mi sono rivolto a lei.

Antonio         La ringrazio dell’apprezzamento ma...

Domenica      Mi faccia finire...

Luisa              E falla finire Tony…

Antonio         (Sgomento) Finite vi prego!.

Domenica   ….Tra le mie attività vi è anche quella di scoprire nuovi talenti e Archimede ha una bellissima voce, che è di una duttilità incredibile. Il suo repertorio spazia dalle canzoncine per bambini ai brani d’opera. Sono riuscita a fargli ottenere un contratto da una compagnia di navigazione, per allietare i crocieristi durante le vacanze...

Archimede    ...E bisogna saper cantare di tutto: dalle romanze a... “Maramao perchè sei morto”...

Luisa              Forse ha avuto un colpo a porpetta...

Antonio         (Sgomento) Luisa...

Domenica      Lasci perdere. Vorremmo pertanto metter su uno spettacolino con il suo aiuto...

Archimede    ...Ed ovviamente dovrà prepararmi lei... (Nell’indicare Antonio con un dito, glielo ficca in un occhio. Antonio si ritrae e dà una capocciata a Luisa, che si fa male e inveisce)

Luisa              Devi passare un guaio negro...

Antonio         (Riprendendosi) Ma...

Archimede    Non mi dica di no, senta prima la mia voce: (Canta, rivolgendosi a Luisa) Che gelida manina, se la lasci riscaldar…(Le prende la mano)

Luisa              Comme te permiette? Tony, questo fa lo ‘nzipeto, vuole un contatto carnalo con la mano…

Antonio         Ma no, Interpetrava un brano d’opera….

Luisa              E’ meglio ca se mette a fa’ l’opera ‘e pupe…

Antonio         (Sempre più sgomento, ad Archimede) Continuate, vi prego….

Archimede    LA MI SOL RE LA SI FA FA RE SOL SOL FA.

Luisa              Ed è ‘na bella sporcacciona, anzio diciamo zoccolella! E ‘o dicete accussì, senza scuorno?

Antonio         Luisa, ma che dici?

Luisa              Ma comme, nun he’ sentito? (Scimmiotta il canto) La mia sorella si fa fare sul sofà! A parte tutto, a nuje che ce ne ‘mporta?

Antonio         Ma no, ha cantato delle note senza un senso compiuto.

Luisa              ‘O dice tu... Io già me ‘a veco annanze ‘a sera. Si le rassumiglia, hadda essere ‘na bella pezza pe’ ‘o lietto! (Disappunto dei tre)

Antonio         Senta, Domenica, è inutile continuare a parlare... Facciamo una cosa: vada di là, nel mio studio, faccia riscaldare la voce ad Archimede. Io vengo fra poco.

Domenica      Va bene, vieni Archimede.

Archimede    (Canta) Subito... Ma lei, professore, non tardi troppo, perchè è lunga l’attesa e non indugi ancor oltre! (Viano a sinistra)

Scena X (Antonio – Luisa)

Luisa              E’ finita la messa …amen!(Ondeggia il braccio e la mano senza guardare)

Antonio         (Le morde la mano) Ahhh!

Luisa              Cannibalo!

Antonio         Ma ‘a vuo’ ferni’ ‘e me fa’ fa’ brutti figure? Vuoi riflettere prima di parlare?

Luisa              Anto’, tutto chello ca vuo’ tu, ma caccia a chilli dduje... Chesta è ‘na casa onesta... ‘Na casa norata...

Antonio         Lui’, lasciamo perdere. Non esci stamattina?

Luisa              Si, vado dal coiffeur (Così come è scritto) a ristrutturarmi un poco.

Antonio         E allora devi andare all’officina della pinacoteca di Capodimonte.

Luisa              Sei uscito di sennolo! Dalla Torretta me vuo’ fa’ arriva’ a Capodimonte? È troppo lontano, e po’... Preferisco non cambiare: io a chesta Pina Coteca nun ‘a cunosco!

Antonio         Ma che cosa hai capito? Io dicevo...

Luisa              Uh, quello insistisce... Io mi trovo bene da Sciù Sciù (Cantilenando) ...Della testa lo stilista, che fa sì che ogni uomo è una conquista...

Antonio         Pure poetessa sei diventata?

Luisa              Che vuoi, quando una è moglie di un uomo dicoltura...

Antonio         ...Se mette a zappa’ ‘a terra!

Luisa              (Disorientata) ...Non capisco perchè continui a fare lo spirituale... (Cambia tono, micina) ...Ma se tu pensi che questa Pina... (Cerca di ricordarsi quello che crede un cognome) ...Coteca mi fa più bella, ci vado per te.

Antonio         Noo, va addo’ vuo’ tu: da Sciù Sciù, Lulù, Bisciù... Ma invece ‘e te fa’ ‘a capa e ‘a faccia, fatte cagna’ ‘a lengua!

Luisa              (Indispettita) Se si potesse cagna’ qualcosa del corpo umano della persona, tu t’avisse ‘a cagna’...

Antonio         Luisa non essere volgare...

Luisa              ‘O vvi’ ca tiene ‘o mariuolo ‘ncuorpo? Volevo dire t’avisse ‘a cagna’ sulo d’‘a capa a ‘o pero! (Antonio tenta di controbattere quando entra Lucia)

Scana XI (Luisa – Lucia -_antonio)

Lucia              Professo’, scusate, ma fuori c’è una signora che vi vuole parlare.

Luisa              ‘Na femmena di sesso femminile?

Lucia              Penso di si, a meno che nun è ‘nu travestito.

Antonio         Te faje piglia’ in giro pure d’‘a cammarera!

Luisa              Non rispondo perchè non mi ammescolo con la servitù. (Cambia tono) ‘Na femmena?

Lucia              Si, e sta molto agitata.

Antonio         Ma io non aspetto nessuno!

Lucia              (Insinuante) Forse sarrà qualcuna ca è venuta a purta’ ‘e sigarette e ‘a zuppetella ‘e fasule.

Luisa              Appena trase ‘a scippo ‘a faccia!

Antonio         Luisa, ricordati di essere una signora, moglie di un professionista.

Luisa              Ah, si? Scusami caro, ma ogni tanto me lo scuordo! (A Lucia) A te po’ chi t’‘a dà tanta cunfidenzia? ...Ti ha ditto chi è?

Lucia              La moglie del Capitano Lupone.

Luisa              La marchesa Esposito?

Lucia              Si.

Luisa              (Con Noncuranza) la marchesa Esposito, e che vo?

Antonio         Forse sarà venuta a pagarmi, sai che faccio leione di musica al figlio e di canto a lei!

Luisa              Forso! (Poi realizza e Agitata) Uh, mamma mia, quale onore! ‘A marchesa Esposito in casa mia?

Antonio         Si, perché sei così agitata?

Luisa              (Sempre più agitata) Anto’, io ‘a voglio cunoscere... Chella fa parte dell’aristocraziella e mi può menare nell’alta suggità! (Implorante) Anto’, presentammella!

Antonio         Si cara... Però non mi sembra il caso adesso. Non sei troppo presentabile in questo momento. Va’, va’ dal parrucchiere... Io intanto dirò alla marchesa che vuoi conoscerla.

Luisa              Hai ragione, non sono rappresentabile in questo momento... Vado, ma tu, mi raccomando, prendi un appuntamento... Famme cuntenta.

Antonio         Si, ma ora va’... (Luisa esce, a Lucia) Fai entrare la signora.

Lucia              (Esce dal fondo)

Antonio         E vedimmo si riesco a tirà ‘stu capo ‘nterra!

Scena xii (Giacinta –Antonio – Archimede – Giacinta)

Lucia              (Introduce Giacinta)  Prego contessa, si accomodi!

Giacinta        (È una bella donna. Si vede che qualcosa la tormenta. Accenna un saluto e fa una smorfia come per confermare un sospetto)

Antonio         (Timoroso) Si? (Giacinta sta per rispondere quando da sinistra entra Domenica seguita da Archimede)

Archimede    (Emette un acuto sul “si” di Antonio e va sempre in crescendo) Si, si, si, siiiiiiiii... (Antonio e Giacinta, impauriti, hanno una reazione comica)

Domenica      Beh, maestro, che mi dice?

Antonio         Puozze jetta’ ‘o sango!

Domenica      (Non capendo) Come?

Antonio         (Riprendendosi) Il sangue, il canto, Archimede  si vede che il canto ce l’ha nel sangue...

Domenica      Vede? Io non sbaglio mai! Allora, vuol sentire qualche altra cosa?

Antonio         No, no... Può bastare... Mi sono già reso conto del valore del suo pupillo... Ci vediamo domani per programmare le lezioni.

Domenica      Benissimo, allora ci vediamo domani. Arrivederci!

Archimede    (Cantando) ...E con sicura fede io aspetto... (Esce dalla comune con Domenica)

Scena XIII ( ANTONIO – GIACINTA)

Antonio         (Riprendendo il discorso) Allora, si?

Giacinta        (Con gli occhi bassi) Si!

Antonio         Ah! (La fa sedere) Ma ne sei certa?

Giacinta        (Fa per parlare, ma si copre la bocca con il fazzoletto) Certissima, ecco il risultato. (Gli dà un foglio)

Antonio         (Leggendo) Po…po…positivo... Oh, Dio!

Giacinta        È atroce, sono perduta, finita! Non c’è più rimedio per me: solo la morte!

Antonio         (Tenero) Ma no tesoro, non esagerare... Se ti avvilisci è peggio.

Giacinta        Ma come faccio a non avvilirmi? Ma tu capisci, ho le nausee, i conati e tutti i sintomi specifici della gravidanza... Lui arriva oggi ed i fenomeni sono incontrollabili, e un conato posso farglielo in faccia!

Antonio         E tu non farglielo!

Giacinta        Come se dipendesse da me! Quando viene non riesco a reprimerlo... E lui se ne accorgerà perchè sono le stesse manifestazioni di quando aspettavo Nonò.

Antonio         A proposito, come mai non è con te?

Giacinta        L’ho portato dalla nonna, non voglio correre rischi... Sai, il bambino mi scimmiotta e sicuramente lo avrebbe fatto davanti al padre... Lui questi sintomi li conosce bene e capirebbe!

Antonio         Hai detto che arriva oggi?

Giacinta        Si, alle cinque.

Antonio         E quando riparte?

Giacinta        Domani.

Antonio         Oh, no! Domani? Allora hai solo questa notte per... (Cerca le parole) ...Porre rimedio!

Giacinta        Si, ma lui non me lo consentirà, come le altre volte: sai che farà? Per un pretesto qualsiasi, anche il più futile, bisticcerà ed andrà a dormire in un’altra camera!

Antonio         Ma chisto è fesso! Torna dopo diversi mesi... Domani partirà e tornerà solo tra sei mesi... Ha l’opportunità di trascorrere tutta una notte cu’ ‘na femmena comme a te... E se ne va a durmi’ dint’‘a ‘n’ata stanza?

Giacinta        Come vedi, non ho scampo. (Ha un conato) E po’... lo vedi anche tu, no?

Antonio         Ma non riesci proprio a controllarti?

Giacinta        (Spazientita) Noo, te l’ho già detto... È una contrazione che mi prende qua (Indica la bocca dello stomaco) e arriva fino alla bocca. (Gli alita in viso)

Antonio         (Fa una controscena di disgusto)

Giacinta        (Riprende piagnucolando) Vedi, disgusto anche te...

Antonio         Ma no, amore... (L’abbraccia)

Giacinta        (Svincolandosi) Sta’ buono... Può entrare la cameriera! Già quando sono entrata, mi ha squadrata dalla testa ai piedi: ho sentito i suoi occhi entrare nella mia pancia, come se riuscisse a vedermi dentro!

Antonio         (Scherzoso) ...E allora chiediamole se ha visto di che sesso è...

Giacinta        Sciocco! (Fa per abbracciarlo)

Scena IV (Lucia – Antonio – Giacinta)

Lucia              (Entra, tossisce)Coff…coff….

Antonio         (Si alza e cercando di darsi contegno) L’acca va aspirata, come se il diaframma fosse compresso some in un abbraccio...

Giacinta        Proprio come mi stava facendo vedere?

Antonio         Appunto! (A Lucia) Cosa vuoi?

Lucia              (Sfottente) Scusate se interrompo la lezione diaframmatica, professo’, ma di là c’è il dottore... Non vuole entrare perchè è ancora mortificato per stamattina...

Antonio         E che vuole allora?

Lucia              È venuto a riprendersi la chiave che ha lasciato qua: se permettete, la prendo e gliela porto.

Antonio         (Come illuminato da un’idea) Il dottore sta qua? (Si esalta)Il dottore sta qua….il dottore sta qua..

Lucia              (Con lo stesso tono) Sta qua….sta qua!

Antonio         Digli di non andare via, devo parlargli.

Lucia              Lo faccio entrare subito o... (Insinuante) Volete finire prima la lezione?

Antonio         (Non raccoglie) Fallo entrare fra qualche minuto.

Lucia              Va bene, gli dico che avete ancora il diaframma occupato... (Esce)

Antonio         (Indispettito) A quella qualche giorno di questi le dò un calcio dove dico io e la sbatto fuori!

Giacinta        Lascia perdere, ma cosa vuoi fare con il dottore?

Antonio         Gli chiederò cosa possiamo fare.

Giacinta        Ma così dovrai dirgli che tu... Che io...

Antonio         Non preoccuparti, il dottore è un mio carissimo amico, oltre ad essere una persona seria ed uno stimato professionista.

Giacinta        Va bene, come vuoi tu. Ora vado a casa: devo ancora preparare la cena... Ma mi raccomando, non abbandonarmi...

Antonio         E come potrei?

Giacinta        Sai, tremo al solo pensiero di restare sola con lui: perchè non vieni a cena da noi?

Antonio         E che scusa trovo con mia moglie?

Giacinta        Porta anche lei!

Antonio         Non sia mai, tu non la conosci bene! È una donna volgare, ignorante e senza il senso della misura...

Giacinta        Benissimo! Il tipo ideale di mio marito: non avrà occhi che per lei, e così non si accorgerà delle mie nausee.

Scena XV (Lucia – T otò – Antonio – Giacinta)

Lucia              (Entra con il dottor Mistura) Il dottor Mistura!

Antonio         Entra, Totò... (Presenta) La marchesa Esposito...

(Scambio di convenevoli)

Totò               (Si mostra molto ossequiso con Giacinta – Gag con Antonio)

Antonio         (A Lucia)Accompagna la marchesa alla porta.

(Lucia e Giacinta vanno via)

                                                   Scena XVI (Totò – Antonio)

Totò              Cosa vuoi, non ti sono sembrati abbastanza gli insulti di stamattina?

Antonio         Totò, mi devi scusare, stevo nervuso: lo sai, sei il mio migliore amico nonchè grande estimatore del mio caffè!

Totò              E tu pe’ me dicere chesto m’he’ chiammato? Pe’ accummincia’ ‘n’ata vota cu’ ‘a litania d’‘o ccafè?

Antonio         E famme pazzia’ ‘nu poco! Anzi, per farmi perdonare, ti informo che da questo momento ’a ciucculata ‘e Lucia, alias il caffè del sottoscritto, è a tua disposizione tutte le volte che vorrai.

Totò              (Lo scruta) Che te manca, in che guaio ti sei cacciato?

Antonio         Chi, io? (Cambia tono) In un guaio serio, Totò... Vieni qua, siediti e ascoltami.

Totò              Allora ‘o fatto è cchiù serio di quello che pensavo, dai su, confidati.

Antonio         E va bene, però ricordati che da questo momento tu non sei un dottore, sei un prete!

Totò              ...E tu si’ ‘nu ‘nzallanuto... Ma comme, ‘nu prete?

Antonio         Perchè quello che ti dirò deve essere legato da un doppio vincolo, non potrai mai dirlo: in primis perchè sei un dottore, e quindi la tua deontologia ti impone il segreto professionale, ed in secundis il fatto che ti ho nominato mio confessore non ti consente minimamente di divulgare quanto ti dirò, pena la scomunica.

Totò              (Sorpreso) ...Ed in terzis, io chiammo ‘n’ambulanza e ti faccio ricoverare in neuropsichiatria pecchè si’ asciuto pazzo!

Antonio         Sto dicenno ‘nu cuofeno ‘e fessarie, ‘o ssaccio... Ma quando saprai cosa mi è successo mi giustificherai.

Totò              Bene, adesso cerca di espormi con parole sensate qual’è il tuo problema, e cerca di farlo con calma se no, nella migliore delle ipotesi te faccio bere ‘nu sicchio ‘e valeriana!

Antonio         E va bene, però mi raccomando...

Totò              Anto’, si nun te spicce me ne vaco!

Antonio         No, no, ti dico tutto! ...Lupone ha due case...

Totò              Puveriello, ‘o ssaje quanto ha pagato di patrimoniale! (Cambia tono) Ma chi è Lupone?

Antonio         Lupone, il capitano Lupone, il comandante dell’Achille Lauro!

Totò              Non lo conosco.

Antonio         Meglio così. Ha due case, capisci: una qua e una al Vomero.

Totò              Ho capito, ha due case, ma perchè la cosa ti tormenta?

Antonio         Comme pecchè? Un uomo ammogliato, padre di un figlio... Cu’ ‘na mugliera che farebbe la felicità di qualsiasi uomo, se fa ‘n’ata casa cu’ ‘n’ata e ce fa tre figli, capisci, tre!

Totò              Capisco che non è un buon consumatore di profilattici.

Antonio         Nun pazzia’! Tre figli con l’amica, e chissà quanti ne farrà ancora, e con la moglie uno solo e nun ne vo’ cchiù!

Totò              E mi pare giusto: cu’ una s’hadda sta’ accorto!

Antonio         E s’hadda sta’ accorto proprio con la moglie? ‘A puverella non solo (Marcato) resta digiuna, ma quanno po’ se lo vuole fare fesso non può, perchè il malandrino, quando torna a casa, prende a pretesto una scusa banale, se ‘ncazza e se ne va a dormire in un’altra stanza; l’indomani riparte e quella poverella deve aspettare altri sei mesi il suo ritorno, con la speranza che qualcosa sia cambiata, e invece niente, capisci?

Totò              Capisco ca è uno ca ‘nce sape fa’ cu’ ‘e ffemmene.

Antonio         ...Pecchè è femmena chell’ata? Se la vedessi, Totò, è brutta, volgare, si trucca come una sgualdrina e nun sape di’ ‘na parola d’italiano!

Totò              Scusami, ma sembra il ritratto di tua moglie.

Scena XVII (Luisa – Totò – Antonio)

Luisa              (Entra sull’ultima battuta di Totò; è truccata vistosamente ed ha una pettinatura ridicola) Chi è che mi vuole fare la ritrattazione?

Antonio         (Sguardo di sconforto con Totò) Nessuno! Dicevo al dottore che in casa non c’è un tuo ritratto.

Luisa              Ah! Buongiorno dotto’... Cierto il salotto con una mia raffigurazione sopra il caminetto sarebbe un’altra cosa...

Antonio         (A parte) ...Il museo degli orrori!

Luisa              Dotto’, quando si dicio la combinaziona, volevo giustappunto un vostro visitamento.

Totò              Non vi sentite bene?

Luisa              No, benissimo! Solo volevo sapere com’è che ho sempre una lopa malandrina.

Totò              Che?

Luisa              ‘Na fetente ‘e famma, dotto’, ma forse non capite l’italiano?

Totò              Sto facendo appunto un corso serale per aggiornare il mio vocabolario... Per quanto riguarda il vostro appetito, non dovete preoccuparvi, è segno che state bene!

Luisa              È segno ‘e salute?

                        (Gag su saluto)

Totò              Appunto.

Luisa              (Ad Antonio) Ti è piaciuto il risanamento?

Antonio         Ma comme te si’ cumbinata?

Luisa              Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto: Sciù Sciù ha detto che questo è il lucco che ci vuole per le serate mondate.

Totò              Mondate?

Luisa              Si, le serate che uno si vede con l’altra gente, va nei luoghi pubblici e non fa la ritirata a casa!

Totò              Forse volete dire le serate mondane?

Luisa              Giustappunto... Dotto’, e facitelo ‘e pressa ‘stu corso d’italiano!

Antonio         Ma a quale serata mondana dobbiamo partecipare?

Luisa              Como?

Totò              A Como?

Luisa              Como,  a tiatro!

Antonio         A teatro a Como?

Luisa              No dottò, a Napoli:  passando per la galleria ho visto la locandiera!

Totò              (Non capendo) Di Goldoni?

Luisa              No, del San Carlo.

Totò              (Divertito) La locandiera del San Carlo!

Luisa              Uh, dotto’, sarete un uomo di medicina, ma siete ‘gnurante forte! Ma siete scusato, voi non vivete con un professore di scuola, non potete conoscere tutto il fraseggio italiano... Anto’ dincello pure tu: la locandiera è il manifesto che stanno fuori i tiatri.

Antonio         Ah, la locandina... La locandina del San Carlo!

Luisa              Giustappunto! Tu che sei professore la conosci.

Totò              E che si rappresenta al San Carlo?

Antonio         Mò siente...

Luisa              La forza delo stentino! Un’opera con la lira!

Antonio         (Insieme a Totò a stento soffoca una risata) Luisa, stasera non possiamo andare a teatro.

Luisa              Uh, e perchè?

Antonio         Perchè tu avevi espresso un desiderio

Luisa              (Gag sputo) Si!

Antonio         Ed io l’ho esaudito.

Luisa              Hai fatto un caffè espresso?

Antonio         No, cu’ ‘a machinetta napoletana!

Luisa              Ed offrine una tazza al dottore!

Antonio         (A parte) Io ‘a chesta l’accido! Luisa, cerca di capirmi, segui il labiale: tu avevi detto che volevi andare a casa della marchesa Esposito e del capitano Lupone, ed io mi sono fatto invitare a cena: stasera andremo a casa loro!

Luisa              Anto’, da quando vedi troppo assai il dottore nun saje parla’ manco tu tanto bbuono italiano... (Pensa a quello che ha detto Antonio ed esulta. In evidente stato di agitazione) Ch’he’ ditto? A cena a casa della marchesa e del capitano? Allora permettete, vado a cambiare il lucco! (Esce)

Scena XVIII (Totò – Antonio)

Totò              Bravo, non me lo avevi detto: vai a cena a casa del grande amatore?

Antonio         Si, sperando che resto calmo e nun ‘o faccio ‘na faccia ‘e pacchere per come si comporta con la moglie!

Totò              Ma scusami, a te che te ne ‘mporta?

Antonio         Ah, nun me n’hadda ‘mpurta’, secondo te?

Totò              No, a meno che la moglie non ti appartiene... Ti è parente, forse?

Antonio         Parente proprio, no, ma... Come dire... Come fartelo capire... Mi appartiene!

Totò              Ah, ora capisco... Tu e la signora...

Antonio         Ricordati che siamo in confessione!

Totò              Nun te preoccupa’, nun m’‘o scordo... Ma io non ti capisco: se tu e la signora (Marcando) siete amici... Il fatto che il marito non la tocchi, dovrebbe farti piacere...

Antonio         E invece no! E qui sta il nòcciolo della questione... Nòcciolo... Si dice nòcciolo o nocciòlo?

Totò              Nòcciolo... Nocciòlo... Va buo’, non ha importanza, magari mò che viene tua moglie ce lo facciamo dire da lei...

Antonio         Seh! (Poi, agitato) Volevo dire che deve toccarla, se no è finita... Si scopre tutto ed io sono costretto a fare un macello! Io l’ho capito: (Invasato inveisce) tu vuoi costringermi a commettere un delitto!

Totò              Io non voglio costringerti a commettere un bel niente! Ricapitoliamo con ordine: se ho ben capito, la tua amicizia con la signora Lupone è stata più di un’amicizia, tanto da generare qualcosa che farebbe capire al marito che la moglie ha una relazione...

Antonio         La tua intelligenza è a dir poco mostruosa!

Totò              E il generatore sei tu!

Antonio         Totò, quanto si’ bello! (Gli dà un bacio sulla fronte)

T>otò            (Si asciuga la fronte) Antò, quanto fai schifo!

Totò              Quello che non arrivo a capire, però, è che vaje truvanno ‘a me!

Antonio         Il tuo aiuto di medico!

Totò              No, questo no! Io ‘e ccriature, all’occorrenza, cerco di aiutarle a nascere, nun l’accido!

Antonio         Non hai capito niente: non voglio farla abortire, vorrei che tu in qualche modo ti adoperassi per costringere il marito a nun durmi’ dint’‘a ‘n’ata stanza stanotte, e accussì se putesse accummiglia’ ‘o fatto! Insomma, Totò, ‘o marito hadda fa’ ‘o marito!

Totò              E che ll’aggia fa’, ‘na pompa afrodisiaca? (Ride)

Antonio         Non ridere, se no comincio la carneficina da te. (Implorante) Se po’ fa’ qualcosa?

Totò              Tenteremo!

Antonio         In che modo?

Totò              Ricapitolando: tu stasera vai a cena a casa sua...

Antonio         Appunto!

Totò              Benissimo, e... Non credo ci andrai a mani vuote!

Antonio         Ma... Credo che porterò un dolce.

Totò              Benissimo... Vallo a comprare e portamelo in farmacia... Penserò io a manipolarlo per la riuscita del nostro piano.

Antonio         (Spaventato) Vuoi avvelenarlo?

Totò              Non ti sputo dint’‘a ‘n’uocchio perchè capisco che non connetti: lo avvelenerò, si, ma d’amore!

Antonio         Bravo! Avrai la riconoscenza eterna sia mia che quella della signora. Totò, sto nelle tue mani!

Totò              Non preoccuparti... Portami il dolce ed al resto penserò io. (Gli dà la mano) Statte bbuono!

Antonio         Statte bbuono! Non ti accompagno, la strada la conosci. (Totò via dalla comune) Speriamo che tutto vada per il verso giusto... Ma Luisa che sta facenno? (Via a sinistra)

SCENA XIX (lucia – Otello)

Lucia              (Entra con Otello) Ma tu si’ pazzo, che vuoi?

Otello          (È un marinaio e, come tale, ha una donna in ogni porto... E qualche volta anche due) Ma come, torno dopo sei mesi e mi accogli così, senza un poco di voluttà? Non sei felice di vedermi?

Lucia              Certo che sono felice... Ma si trase ‘a signora, invece che ’a voluttà, ‘nce fa vula’ ‘a llà e so’ dulure ‘e panza...

Otello          E che problema c’è? Potrai sempre presentarmi come un lontano parente...

Lucia              E chella secondo te ‘nce crede... (Cambia tono, affettuosa) Ma tu pecchè stai qua?

Otello          (Fanciullescamente) Pecchè sto qua?

Lucia              (Sullo stesso tono) E io che ne saccio?

Otello          Per incontrare te, o soave fanciulla!

Lucia              Allora me vuo’ bene?

Otello        Tu sei il tormento e l’estasi della mia vita: sei la mia oasi felice, sei la mia

isola incantata, sei la mia...

Lucia              (Rapita) ...Pasta e fagioli!

Otello          (Non capendo) Pasta e fagioli?

Lucia              So che ti piace tanto...

Otello          Si, ma con le cozze...

Lucia              (Invitante) Con le cozze o senza cozze... Baciami! (Lo abbraccia)

Otello          E come disse Garibaldi…..Obbedisco! (Esegue)

Scena XX (Lucia – Otello – Antonio)

Antonio         (Entra da sinistra; si sofferma a guardare) Ah, qui ci si sollazza!

Lucia              (Ripropone la stessa azione di quando ha sorpreso Antonio abbracciato con Giacinta; spinge Otello che per poco non cade) L’acca va aspirata come se il diaframma fosse compresso come in un abbraccio...

Otello          Proprio come mi stavi facendo vedere?

Lucia              Giustappunto!

Antonio         (Divertito) E brava, mi rubi il mestiere...

Lucia              Embè, sapete com’è... Per arrotondare lo stipendio... E poi anch’io ho le mie esigenze diaframmatiche!

Otello          (Come a cercar comprensione) ...Arretrate di sei mesi...

Antonio         Hai ragione pure tu. (A Lucia, indicando Otello) Puortate ‘o diaframma ‘a via ‘e fore, piglia ‘n’appuntamento pe’ stasera per continuare la lezione... Ca si mò trase ‘a signora, ‘o diaframma, t’‘o fa a piezze.

Lucia              (Ad Otello) Vieni, ti accompagno alla porta... L’acca la finiamo di aspirare stasera.

Otello          Subito! (Ad Antonio) Ma l’acca va ispirata come?

Antonio         (Gli alita in viso)Così….

Otello          (Vacilla)Grazie Arrivederci e... Grazie per la lezione! (Esce con Lucia alla comune)

Antonio         (Tra il rassegnato ed il divertito) Non c’è di che! Ma vuje vedite che se passa...

Scena XXI (Antonio – luisa)

Luisa              (Entra da sinistra; ha accentuato il trucco ed è in vestaglia) Eccomi qua! Anto’, tu che sei un uomo di gustolo, non per niente m’he’ spusata, che ne dici, metto il vestito rosso o quello giallo?

Antonio         (Disorientato) Quello paonazzo! (La guarda con disgusto) Ma che hai fatto a ‘sta faccia?

Luisa              (Invitante) Il trucco fatto apposta pe’ fa’ gira’ ‘a capa al mio bel maritone... Anto’, saje che te dico? Saranno i riccioli ca me ciollecheano ‘ncoppa a ‘o cuollo, ma me sento ‘nu friccico friccico pe’ tutte le parti, ca si mò viene cu’ mme nella stanza del nostro amore, nun te ne faccio penti’!

Antonio         ‘O che? Tengo cierte riccioli pe’ ‘a capa! Senti, vatti a vestire, lievate ‘nu poco ‘e schifezza ‘a faccia e pettinati decentemente! Non devi sfigurare nei confronti della marchesa Esposito... Chissà come sarà elegante per il ritorno del marito dopo tanti mesi... Si sarà fatta bella solo per lui... Il capitano Lupone.

Luisa              (Sospira) Ah, il capitano Lupone, il comandante dell’Achille Lauro? Chillo si ca è ‘n’ommo! Mi ricordo che durante tutta la cruciata de ‘o viaggio ‘e nozze nun me luvaje ll’uocchie ‘a cuollo! Me guardava e me faceva senti’ annuda!

Antonio         Va’, va’, vatte a vesti’, che annuda me faje avuta’ ‘o stommaco!

Luisa              Ah, si? E allora nun me faccio cchiù scrupole cu’ tte! Appena me vene ‘o vulìo, appena qualche ommo overo me fa l’occhialuto, me faccio passa’ ‘o sfizio. Anzi, saje che te dico, si stasera ‘o capitano Lupone mi fa il corto, me faccio spuglia’ e nun solo cu’ ll’uocchie!

Antonio         (Ha un’idea) Ma che vaje dicendo? (Cerca di rabbonirla) E la mia bella mogliettina me facesse ‘stu tuorto? Dare le sue grazie ad un estraneo? No, sei solo mia! (L’abbraccia)

Luisa              (Sopraffacendolo) Ah, uomo brutalo e sensualo! Accussì te voglio! (Incalzando) Ma non abusare di me, con la tua forza mascolina!

Antonio         (Quasi soffocato) Non abuso, ma mò levate ‘a cuollo si no schiatto!

Luisa              Hai ragione, mi aizo, ma solo per andare al nostro talamaccio nunziato. (Invitante) Vieni...

Antonio         Si, ma più tardi. Ora dobbiamo prepararci per andare a cena dal capitano... Anzi, visto che ti è simpatico, dovresti fargli un piacere.

Luisa              Al capitano, un piacere?

Antonio         Si, quando è venuto l’altra volta si è lamentato che la moglie lo trascura, non fa niente per stuzzicare le sue voglie mascoline...

Gennaro       Come sarebbe?

Antonio         Sarebbe che non gli fa neanche una carezza, veste tutta accollata e senza ‘nu poco ‘e trucco! ‘O pover’ommo dice che non sente tutto quel friccicolìo che dovrebbe indurlo a tentare un rapporto. Comme se cumporta ‘a ugliera, non lo fa sentire uomo!

Luisa              Alla faccia del miccio!

Antonio         Ca nun s’appiccia...

Luisa              Embè, e io c’avessa ‘a fa’?

Antonio         Dovresti parlare con la signora, farle un po’ di scuola e, visto che al marito piacciono le donne che sanno vestire e truccarsi come te, consigliale come comportarsi. Lo farai?

Luisa              Ciertamente: farò la professora d’amore e vedrai che fra nove mesi nasce ‘a surpresa!

Antonio         Anche meno! Brava, è quello che voglio!

Luisa              (Perplessa) Ma a te che te ne ‘mporta?

Antonio         Niente, mi fa piacere salvare il matrimonio di due amici!

Luisa              Quanto si’ bbuono! Ma mò ‘sti discorsi... Il friccico, friccico, il prurimiento, l’hanno fatto veni’ a me... Viene ‘a ccà! (Si lancia sul marito che riesce a scappare)

Antonio         (Rincorso dalla moglie) ‘N’ata vota, ‘n’ata vota... Mò pensammo a ‘o capitano...

BUIO E SIPARIO

FINE DEL PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

Camera da pranzo in casa del capitano Lupone. Sul fondo un camino, sul quale fa bella mostra il quadro di una nave. La comune è a sinistra. Sulla destra vi è la porta della camera da letto. A sinistra un portafiori con cinque vasi bene in vista. La tavola è apparecchiata per quattro. Sera dello stesso giorno del primo atto. A destra in prima vi è un balcone.

Scena I Lucia – Giacinta

Giacinta seduta alla poltrona è intenta a leggere un giornale: di tanto in tanto porta il fazzoletto alla bocca, quasi a voler frenare i sintomi che la tormentano; si asciuga una lacrima. Dal fondo entra Carmela, la cameriera: si ferma a guardare Giacinta e scuote la testa, a mo’ di compassione.

Carmela       Povera signora, che pena! Ah, si ‘a putesse da’ ‘na mano... Ma che pozzo fa’? Niente. Anzi, è meglio ca me spiccio e mi preparo ad affrontare la grande prova: cena in famiglia, questa volta con ospiti e, come sempre, con rottura finale ‘e piatte e bicchieri da parte del capitano che accussì po’ tene’ ‘a scusa ‘e se ji’ a cucca’ dint’‘a ‘n’ata stanza! E menu male ca vene una o massimo ddoje vote all’anno...

Giacinta        (Ha un conato più forte, si alza, traballa)

Carmela       (Carmela le va incontro) Signo’, ch’è stato?

Giacinta        Niente, Carmela, niente... Solo un capogiro. Ora mi siedo e passa.

Carmela       Si nun ve calmate, nun ve passa: più vi agitate e più non vi sentite bene.

Giacinta        Ma che posso fare? Tu sai in che condizioni mi trovo, con te mi sono sempre confidata... Sei l’unica persona, oltre ad Antonio, a conoscere la verità.

Carmela       Signo’, ve cunosco ‘a piccerella e ve voglio bene comme ‘na mamma...

Giacinta        Lo so, ma t’immagini cosa sarà capace di fare mio marito se si renderà conto che...

Carmela       Gli sta bene! Ma comme, cu’ ‘na mugliera bella comme a vuje….a proposito, levateme ‘na curiosità: comme avite fatto a ve ‘o spusà, chillo pare ‘o pato, anzi ‘o nonno vuosto!

Giacinta        la mia famiglia così ha voluto: per tradizione la primogenita o prendeva i voti e diventava monaca di clausura e forse era meglio, o sposava un ufficiale di marina….

Carmela       E va bene capisco la tradizione: un ufficiale di marina, ma bello, simpatico, giovane e no cu  chella palla ‘e sivo d’‘o capitano ca oltre tutto tene ‘n’ata femmena brutta, chiatta ca pare ‘nu cummò cu’ ‘a panza... (Riflette) A proposito, ma che fanno, panzè mia e panzè tua?

Giacinta        (Ride)

Carmela       Ecco, brava, faciteve ‘na bella resata... (Riprendendo il discorso interrotto) Si vuje ‘a vedisseve, si trucca comme si fosse ‘na...

Giacinta        Maschera ‘e carnevale, me lo hai detto decine di volte... D’altronde, evidentemente gli piace così: la ama, e l’amore in quanto tale non sempre ci fa vedere le cose come sono in realtà. L’amore ci offusca la vista, ci fa diventare...

Carmela       ...Cecate!

Giacinta        Appunto! Il guaio è che con me ha gli occhi bene aperti, e se si accorge che...

Carmela       ...Sarà padre per la seconda volta, senza aver collaborato, è capace ‘e jitta’ ‘nterra ‘a casa... Ma voi perchè (Tendenziosa) non lo fate collaborare?

Giacinta        Come se fosse facile! Lui vuole evitare appunto questo, e perciò troverà un pretesto per trascorrere la notte in un’altra stanza. Domattina partirà ed io sono perduta!

Carmela       Certo, gli potete far credere di essere così virile che in questa occasione gli è bastato guardarvi pe’ ve fa’ crescere ‘a panza!

Giacinta        (Ride) Per lo meno riesci a mettermi di buon umore! (Suona il campanello) E chi sarà? Lui no perchè ha la chiave... Poi mi ha telefonato poco fa che stava andando dalla mamma a trovare Nonò...

Carmela       Forse sarà il maestro...

Giacinta        Forse (Altra bussata) Va’, va’ ad aprire, io vado a ricompormi un po’! (Esce a destra)

Carmela       (Sospira)Ah, Ah l’ammore che fa fa….Sembra la storia di Giulietta e Romeo!(Va ad aprire, poi rientra)

Antonio         (Segue Carmela)

Luisa              (Entra insieme ai due:  è vestita e truccata in modo pacchiano)

Carmela       (La guarda quasi con disgusto) Accomodatevi, vado ad avvertire la signora che siete arrivati. (Via a destra)

Scena II ( Antonio – Luisa -

Antonio         Mi raccomando, mò che arriva la signora, falle capire con molto tatto come si deve truccare e vestire per l’arrivo del marito.

Luisa              Nun te preoccupa’, la truccherò propetamente io: le farò un trucco ca si ‘a vede Elisabetta Ardente, more ‘e collera e dichiara fallimento pe’ ‘o scuorno...

Antonio         ...Ca pure tu faje parte de’‘e ffemmene! Lui’, mi raccomando, non esagerare.

Luisa              Nun te preoccupa’, uomo irriguardoso, staje ‘mmano all’arte!

Scena III  (Giacinta – Antonio – Luisa)

Giacinta        (Entra da destra: è leggermente truccata, ma ha un vestito accollato) Quale piacere, quale piacere, prego, accomodatevi!

Antonio         Il piacere è tutto mio e di mia moglie, vero Luisa?

Luisa              E come no?

Antonio         ...Signora, chiedo scusa, ma dovrei fare una telefonata urgente, posso approfittare della sua gentilezza...

Giacinta        Prego, maestro, si accomodi nello studio, starà più comodo.

Antonio         Allora permettete, vi lascio sole! (Via)

Scena IV Giacinta – Luisa)

Luisa              (Guarda con insistenza Giacinta che dimostra un palese imbarazzo) Signora bella, dov’è che avete preso i vuoti?

Giacinta        I vuoti, quali vuoti?

Luisa              Quelli che si pigliano quando una femmina ca non vuole tené cchiù niente da spartere con la suggità va a se chiudere dint’a ‘nu cunvento…

Giacinta        Forse volete dire i voti che si prendono quando una donna si fa suora!

Luisa              Si, mia cara... Siete si, eleganta, ma me parite ‘na monaca!

Giacinta        Dite?

Luisa              (Tra sè) ‘N’ata vota? ...Me parite ‘na monaca!

Giacinta        No, dicevo, vi dò l’idea di una monaca?

Luisa              E si, siete troppo accollacciata, e po’ tenite ‘na faccia ca parite ‘na morta!

Giacinta        Dite?

Luisa              (Scocciata ripete) Parite ‘na morta!

Giacinta        No, volevo dire, vi sembro una morta... O una monaca?

Luisa              Diciamo una monaca morta!

Giacinta        (Soffoca una risata) Ah! E che si può fare?

Luisa              Si può fare, si può fare... E state sicura ca stasera ‘o capitano suonerà la carica per l’abbardonaggio!

Giacinta        Ma che dite?

Luisa              Quello che ho detto... Prima di tutto, scullateve ‘stu vestito! (Glielo scolla)

Giacinta        (Timida) Ma che fate?

Luisa              Chello ca ‘nce vo’! Vuje tenite ‘stu bene ‘e Dio e lo nascondete?

Giacinta        Non parlate così che mi vergogno... E poi, so già che mio marito non apprezza il mio fisico...

Luisa              Nun capisce niente! Sulamente ca vuje dovete sturzicarlo un po’, fargli sentire quel volìo, quel prurimiento che fa addiventa’ l’uomo... Tempestoso!

Giacinta        Dite?

Luisa              Ancora? Signo’, ma pecchè aggio ‘a ripetere ‘e ccose ddoje vote?

Giacinta        Ma no, dite è un modo di dire, un intercalare...

Luisa              Ah, un’interocolite? E pigliateve qualche fermento al lattice, vedite ca ve passa subito!

Giacinta        (Ride) Ma no, avete capito male!

Luisa              Brava, ridete, facitele vede’ ‘sti diente bianche... Anze, per farli frastagliare meglio, mettimmece un bel tocco di vermiglio a queste labbra! (Prende il rossetto dalla borsa)

Giacinta        Si, ma non troppo marcato, mi raccomando!

Luisa              Faciteme fa’ a me, assettateve! (Le mette del rossetto) Ecco fatto! (Le porge uno specchio) Guardateve!

Giacinta        Oh Dio! Sembro un mostro! Ma gli piacerò?

Luisa              E ‘o gghiate dicenno? Appena vi avrà veduta vi dirà: «Moglie mia, quanto si’ bella!» E partirà all’attacco!

Giacinta        Speriamo che non si arrabbi...

Luisa              Nun ve preoccupate, state tranquilla: quello appena vi vede non si arrabbia, quello... Arra... Beh, avete capito?

Carmela       (Entrando) Signo’... (Vedendo Giacinta) Uh, mamma mia bella!

Giacinta        Ti faccio orrore?

Carmela       Ma no, siete bellissima, proprio come dovete essere!

Luisa              Signo’, se permettete mi vaco a rinfrisca’ ‘nu poco; dove sta il bagno?

Giacinta        Nel corridoio, in fondo a destra. (Luisa esce; a Carmela) Hai visto come mi ha conciata?

Carmela       Veramente il trucco è ‘nu poco pesante, ma è chello ca ‘nce vo’. Faciteve guarda’... Ma siete troppo accollata!

Giacinta        Dici? Per me è già troppo così: ho la sensazione di essere un pellerossa truccato con i colori di guerra...

Carmela       Jamme bello, nun ve facite prega’, su, scopritevi di più...

Giacinta        (Esegue) Così?

Carmela       Signo’, (Indica il seno) e mettitela ‘a fora ‘sta grazia ‘e Dio!

Giacinta        (Esegue) Più di così no, anche perchè ne è rimasto ben poco...

Carmela       (Soddisfatta) Ah, accussì va ‘nu poco meglio! N’atu poco arriva il capitano e v’adda truva’ comme ‘e ffemmene che piacciono a lui.

Giacinta        Hai ragione, anche perchè questa è l’unica possibilità che ho di uscirne a testa alta. Ho solo paura che tutto si risolva in una bolla di sapone: lui non ha mai mostrato di apprezzare le mie doti, ammesso che ne abbia.

Carmela       ‘E ttenite, ‘e ttenite! Solo che lui ha gusti volgari e, la vostra bellezza fine, e delicata nun le piace.

Giacinta        E pensi che così conciata possa interessarlo, sollecitare le sue attenzioni e turbarlo?

Carmela       E si nun se turba nun è ommo! Jamme bello, completiamo l’opera, passiamo alla pettinatura.

Giacinta        Cos’è che non va nei miei capelli?

Carmela       Sono bellissimi, ma troppo in ordine, troppo seri... Faciteve qualche ricciolo che, sciollechiandovi sul collo, ve fa pare’ ‘o fatto meno niro ‘e chello che d’è! ‘O capitano, vedendovi comme le piace a isso, se ne saglie ‘e pressione e ‘o fatto è fatto!

Antonio         (Entrando) Brava, proprio così!

CAMPANELLO

Carmela       Permettete (Esce)

Antonio         Ha ragione Carmela. A momenti il bestione arriva e dovrà trovarti piacente, invitante e disponibile...

Giacinta        Antonio, vedo nei tuoi occhi uno sguardo compiaciuto... Ma non ti turba tutto ciò?

Antonio         Si, ma il fine giustifica i mezzi, anche se impone da parte tua un grosso sacrificio. Avanti, come ha detto Carmela, fatti solleticare dai tuoi riccioli!

Giacinta        I riccioli non devono solleticare me, ma lui... Comunque io sono pronta al sacrificio.

Carmela       (Entra dalla comune) Signo’, scusate, c’è un signore che chiede del signor Antonio.

Antonio         Ah, si! (A Giacinta) È un amico che forse ci aiuterà a risolvere quel problema... Mi scusi se...

Giacinta        Non si scusi, lo riceva pure... Io intanto vado a completare la trasformazione. (Esce)

Antonio         Fai entrare (Carmela via)

Totò              (Dal fondo)È permesso?

Antonio         Finalmente! E che faje tu ccà... E tuo fratello?

Totò              Ha avuto qualche problemino con la pancia ed ha incaricato me di servirti, ma tu non devi andare di fretta! E che sso’, zeppole e panzarotte?

Antonio         No, sono paste! Quelle che vi ho portato io per farle preparare... E che ‘nce vuleva?

Totò              Non ci sono paste!

Antonio         Non ci sono paste?

Totò              No!

Antonio         E quelle che ti ho dato stamattina?

Totò              Le abbiamo mangiate... Vedi, erano così appetitose che non abbiamo resistito alla tentazione...

Antonio         (Con sconforto) Quaranta paste? Mò se spiega il problemino con la pancia...

Totò              Ma mica tutte! Qualcuna l’ho offerta e qualche altra sta nel frigorifero e me la mangio stasera...

Antonio         È giusto, il caffè non bastava, pure le paste... Spiegami una cosa, io forse non ne sono al corrente, ma che staje, dint’‘o stato ‘e famiglia mio? E mò come faccio?

Totò              Non ti preoccupare: (Mostra un cartoccio) Guarda che cosa ti ho portato.

Antonio         Che cos’è?

Totò              Un bel dolce alla crema, squisito, che ho manipolato con le mie mani e che servirà al tuo scopo. (Apre il cartoccio e mostra un dolce metà bianco e metà nero) Vedi, è bianco-nero ed ha la sorpresa.

Antonio         Ma che d’è? ‘N’uovo ‘e Pasca?

Totò              (Sfottente) Si, gli manca solo il fiocco.

Antonio         ...Mi raccomando, mettiglielo colorato...

Totò              Cocozza va bene? ...È bianco-nero per distinguere la parte innocua da quella minata.

Antonio         Ho capito, ‘nce miso ‘na bomba ad orologeria!

Totò              Come se... La parte bianca è un dolce normale e potete mangiarla tutti, quella nera è stata impastata su misura per il capitano: al cioccolato con... proremiento assicurato.

Antonio         ‘Nce miso ‘e pimmece dinto?

Totò              No, ‘e zecche!

Antonio         Scherzi a parte, non sarà mica avvelenata?

Totò              Nun te sputo dint’‘a ‘n’uocchie pecchè capisco che non connetti! Ma che m’he’ pigliato, pe’ ‘n’assassino? ...C’è un ingrediente che te fa passa’ l’appetito, ma te fa sceta’... (Tendenzioso) Capisce a me, ‘a famma... Erotica!

Antonio         Bravo Totò! Ho capito, ‘nce miso qualcosa di afrodisiaco... È stata ‘na bella idea e, se tutto andrà come spero, ti regalo ‘na cisterna ‘e cafè.

Totò              Me ne basta una tazzina al giorno... Allora, ricapitolando, il capitano deve mangiare la parte nera del dolce... Voi evitate... Non è che possa farvi male, ma se ne abusate, dopo avervi aiutato in prestazioni eccezionali, potrebbe, come effetto secondario, stimolare desideri particolari... Siamo intesi?

Antonio         D’accordo, ma ora va’. Non vorrei che ti trovasse qui. La nave è attraccata da un pezzo e lui è andato a trovare il figlio dalla nonna: a momenti arriverà.

Totò              Bene, allora io vado. E ricorda: bianco per tutti e nero per...

Antonio         ...La bestia... Ho capito!

Giacinta        (Entra da destra. È ancora più vistosamente truccata, i capelli pettinati in modo volgare ed indossa un vestito abbastanza scollato) Eccomi qua! (Vede Totò) Oh, mi scusi professore, non credevo fosse ancora occupato con il suo amico...

Totò              Non si scusi signora, ci mancherebbe altro! Sono io che devo farlo per essermi trattenuto troppo, ma ora tolgo il disturbo.

Giacinta        Ma quale disturbo... (Ad Antonio) Se ho ben capito, prima mi hai detto che il dottore, vero? (Cenno di assenso di Totò) ...Ci avrebbe aiutato a risolvere quel problema...

Totò              Appunto! Non si preoccupi signora, ho preparato personalmente, e le ho portato, un dolcino alla crema che, oltre ad essere squisito, sarà suo alleato!

Giacinta        Mio alleato? Vuol dire che...

Antonio         ...È stato preparato con un ingrediente che risveglierà le sopite voglie di tuo marito...

Giacinta        (Arrossisce ed abbassa gli occhi) Oh...

Totò              Deve solo stare attenta a fargli mangiare a tutti i costi la parte scura. Speriamo che il cioccolato gli piaccia!

Giacinta        Non si preoccupi, so io come fare ad indurlo a mangiare quello che vogliamo... Basta fargli intendere che intendiamo dargli la parte bianca... (Cambia tono, si rabbuia; ad Antonio) Comunque sono propro ridicola, è vero?

Antonio         Ma no!

Giacinta        Invece io non mi sento a mio agio... Prima mi sono guardata allo specchio ed ho provato solo disgusto.

Antonio         Non sarà un trucco molto fine, ma è quello che ci vuole.

Giacinta        Ne sei convinto? Io no! Non sono per niente sicura che, mostrandomi a lui in questo stato, possa fargli ricordare che è mio marito.

Totò              Non si dimentichi del suo alleato...

Giacinta        Ah, già! Comunque il mio viso sembra una tavolozza disordinata di colori. (Piange)

Antonio         (Affettuoso) Non piangere, chè sciupi il trucco e dopo dobbiamo chiamare un decoratore per rifarlo.

Giacinta        Vedi, mi prendi in giro anche tu! (Continua a piangere)

Antonio         Su, non fare così, perdonami... Cosa devo fare per farti sorridere? Forse la scimmia? (Salta sul divano e fa gesti scimmieschi) ...O forse un bel gattone che viene a farti le fusa vicino alle gambe? (Si mette a carponi e miagola) Miao... Miaoooo... (A Totò) Dai, fai anche tu qualcosa!

Totò              (Con rassegnazione si mette anche lui carponi) Miao... Miaoooo...

Luisa              (Entrando) Ma che state facenno?

Totò              (Si alza insieme ad Antonio e, cercando di darsi un contegno) ...E, vedete signo’... È entrato un gatto che ha spaventato la signora... La signora ha gridato... Il gatto si è spaventato a sua volta ed è fuggito... Si è nascosto, non sappiamo dove, e...

Luisa              ...Stavate facenno il richiamo dei gatti innamorati pe’‘o fa’ asci’!

Antonio         Brava, proprio così!

Totò              Scusatemi, ma io tolgo il disturbo. (Saluta) Signore, i miei omaggi... Anto’, statte bbuono! (Via dalla comune mentre tutti e tre salutano a loro volta)

Luisa              Neh, Anto’, ma come mai il dottore è venuto qua?

Antonio         (Cerca una scusa valida) ...Beh, vedi... Prima, quando sono andato a comprare il dolce, non era pronto... In pasticceria c’era anche il dottore che aspettava e... Poichè dovevo venire a prendere te... Per non fare tardi, ho pregato il dottore di aspettare solo lui e di portare il dolce qui appena pronto... Questo è tutto!

Luisa              Ah, va bene!

Carmela       (Fuori scena) Il capitano, è arrivato il capitano!

Giacinta        Che il Cielo mi assista! (Esce a destra)

Capitano      (Entrando, si ferma sotto la porta) E nun allucca’ comme ‘na ciucciuvettola, non ho bisogno di essere annunziato io! (Nell’entrare urta contro la porta) Corpo di mille balene! Avete spostato ‘a porta?

Antonio         Si è fatto male, capitano?

Capitano      Male? Un lupo di mare non conosce il dolore! Sono temprato a tutto io, e grazie a mio padre! Sa cosa fece quando avevo sei anni per punirmi di non aver ancora imparato a nuotare?

Antonio         Mi rincresce, ma non lo so.

Capitano      Mi buttò a mare, corpo di un tricheco senza baffi, e gridò: «O nuotatore, o morto!»

Antonio         (Mesto) E lei imparò a nuotare!

Capitano      Esattamente, ma sembra che la cosa le dispiaccia!

Antonio         (Timidamente) Ma no, le assicuro...

Capitano      (Vede Luisa e la guarda con ammirazione) Professore, dovrei tirarle le orecchie!

Antonio         (Remissivo) Se la cosa può farle piacere, lo faccia, ma perchè?

Capitano      Perchè per parlare con lei in inutili elucubrazioni, ho tralasciato di salutare (Galante) la sua affascinante signora...

Luisa              Oh, capitano, il vostro fraseggio mi fa squagliare di piacere!

Capitano      La sua voce, signora, potrebbe ispirare le più dolci melodie, sembra un canto flautato!

Luisa              No, il flauto non lo suono, ma il piffero si quanno portavo i piecuri a pasceriare…e poi cantavo nel cuoro della chiesa...

Capitano      Ma cosa fa in piedi? Venga, si accomodi, e mi parli, mi parli di lei.

Antonio         Fa piacere vedere due persone entrare subito in sintonia: fate pure conto che io non ci sto.

Capitano      Ma che dice professore, la sua compagnia è squisita... Solo che l’invidio per avere come compagna un sì variopinto fiore... Ah, se mia moglie le somigliasse vagamente... (Entra Giacinta, il suo viso è un’accozzaglia di colori e il suo vestire è a dir poco osceno; il capitano la guarda e scoppia in una fragorosa risata) ...E chi è ‘sta scigna?

Antonio         (Si domina a stento)

Giacinta        (Abbassa gli occhi e sta quasi per piangere)

Giacinta        Ma caro, ho fatto un trucco leggero perchè so che ti piace!

Capitano      Ah, Giacinta, ma sei tu? Ma comme ti sei combinata? Sembri una bertuccia sull’organetto! (Ride, poi vede il seno abbondantemente scoperto) E questo cos’è?

Giacinta        (Vergognosa) Beh... Il seno!

Capitano      E addo’ ‘o tenive astipato?

Giacinta        Dove madre natura lo ha formato... Solo che tu non te ne sei mai accorto!

Capitano      (A disagio, cerca di riprendere in mano la situazione) E poi come ti sei vestita?

Antonio         Capitano, mi scusi, non per difendere la signora, ma si è vestita con una certa cura per la sua venuta...

Capitano      Ma s’è pittata ‘e chella manera!

Luisa              Il trucco ‘nce l’ho fatto io...

Capitano      (Cambia tono) Bello, bellissimo, si vede che è stato curato da una persona di classe!

Carmela       (Entra con una zuppiera) La cena è servita!

Capitano      Meno male! La prima cosa sensata che sento dire da quando sono entrato. Presto, a tavola! (Alla moglie) Però è meglio ca te vaje a lava’ ‘a faccia, si no m’avota ‘o stommaco e non mangio più.

Luisa              Capita’, ma comme, chella sta accussì bella... (Cianciosa) E po’, me facite chistu tuorto? L’artificiera sono stata io! (Invitante) Nun ve piace proprio?

Capitano      Non è che non mi piaccia in assoluto... È lei, è lei che così non so che mi sembra: non ha lo stile, non ha la classe che, per esempio, vi trovate voi!

Luisa              E allora facitelo per me! Ammirate la signora e godete della sua beltà!

Capitano      E va bene, proprio perchè me lo chiedete voi... (Alla moglie) Ma assettate llà ‘bbascio! Professore, prendete posto. (A Luisa) Voi, sedete vicino a me.

Luisa              (Sospirando) Ah, ma che ci faccio io al setto mascolino...

Carmela       (A parte) ‘Na cosa dint’‘o stommaco...

CAMPANELLO

Capitano      Chi sarà? (A Carmela) Va’, va’ a vedere! (Carmela va ad aprire) Io non capisco con quale criterio si va in casa altrui ad ora di cena.

Luisa              Forse qualche malenducato che non conosce il gala... Il gala...

Antonio         (Bisbigliando, cercando di suggerire) ...Teo... Teo!

Luisa              (Recepisce il suggerimento) ...Il gala e il teo!

Capitano      (Non capendo) Cosa?

Antonio         (Previene Luisa) Il galateo, non conosce il galateo!

Capitano      Ovviamente!

Carmela       (Entrando) Capita’, ci sono due persone. Vengono da parte della compagnia di navigazione... Li mando via?

Capitano      Certo! (Ci ripensa) No, falli entrare!

Carmela       (Si gira per andare a chiamarli ma si scontra con Domenica, seguita da Archimede; Ironica) Vi potete accomodare!

Domenica      Grazie! (Si rivolge al capitano che nel frattempo si sarà spostato, facendo sì che Domenica dia le spalle alla tavola) Capitano buonasera, sono Domenica Frettella, ed ho già preso accordi con la direzione della sua compagnia per rappresentare, sulla sua nave, una serie di spettacoli che allieteranno le vacanze dei crocieristi. Sono venuta a prendere accordi con lei per quanto riguarda il nostro imbarco.

Capitano      Siete due artisti?

Domenica      No, solo Archimede Stecca: è un grande cantante! Io sono la sua chioccia, la sua mamma putativa, la sua impresaria, la sua...

Luisa              ...Trottola!

Domenica      (Si gira e vede Antonio) C’è anche il maestro Docenti! Archimede è un suo allievo, quindi le può dare le massime garanzie sulle qualità dello Stecca.

Antonio         Ma veramente...

Domenica      È inutile che si dilunghi in complimenti! Archimede ora allieterà la vostra cena, cantando una mia composizione che è il vanto del nostro repertorio: è, come dire, la ciliegina sulla torta, è il ricamo...

Capitano      Ma chesta comme se ferma?

Luisa              Datele ‘na botta ‘ncapo!

Domenica      (Si scosta impaurita) Sto zitta, ma solo per ascoltare l’esibizione di Archimede.

Archimede    (Si rischiara la voce e canta)     Io son maestro di mandolino

                                                                                  e vado in giro di qua e di là

                                                           \                       il mio strumento è bello e fino

                                                                                   e chi lo vede lo vuol suonar

                                                                       solfeggiando così:

                                                                       mi mi mi mi mi fa

                                                                       mi fa si mi fa si mi fa la...

                                                                       mi la do mi la do mi la do...

                                                                       mi mi mi la fa sol sol fa.

                        (Ripete tutte le note)

Domenica      Che soavità, che soavità! Concorda con me, capitano? (Il capitano, inebetito, non risponde)

Luisa              Che scorno, che scorno!

Capitano      (Si riprende, ad Antonio) Maestro, mi meraviglio di lei, insegnare canzoni così oscene!

Antonio         Ma io...

Capitano      Per rispetto alla sua signora, non li sbatto fuori a randellate. Mi limito a dire: (Gridando) Fuori!

Domenica      (Offesa) Incompetenti! Andiamo via, Archimede! (Via)

Archimede    (Segue Domenica, si ferma sotto la porta e canta) Vendetta, tremenda vendetta... (Si gira e via)

Luisa              S’è offeso ‘o strummolillo!

Capitano      Chiedo scusa a tutti per il deprecabile inconveniente... Bando alle chiacchiere, a tavola! (Siede a tavola, Carmela serve, poi ad Antonio) Ed ora, caro maestro, prima di assaporare i piaceri della tavola, mi consenta un brindisi: è d’uopo che io dia libero sfogo ai pensieri soavi che (Indica Luisa) la mia gradita ospite mi ispira. (Si rischiara la voce):

                       

                        Per te si alza il mio calice, o Giunone

                        e la tua mano il tuo tra le labbra pone.

                        Ed io d’invidia di morir mi sento ognor...

                        Perchè quel vetro e non io s’inebria del tuo amor!

                        (Applausi di tutti)

Antonio         (Tra il serio ed il faceto) Bravo capitano! Anche poeta, complimenti! (Cambia tono) ...Ma non le sembra di essere un tantino audace con la mia signora?

Capitano      (In imbarazzo) Ha ragione e... Mi scuso. Cosa vuole farci, di fronte a tanta bellezza, non riesco a reprimermi... Sarei pronto, (Guarda Luisa) per un suo sorriso, a scendere sul campo e sfidarla a duello, se necessario!

Antonio         (Accomodante) Ma no, non è il caso... (A Luisa) Sorridi, sorridi al capitano...

Luisa              Veramente mi muoio di famma! (Fa un sorriso ebete)

Capitano      E allora mangiamo! (Siedono tutti a tavola, Carmela serve. Solo il capitano mangia con avidità. Poi, dopo mangiato) Troppo sale, troppo sale e sono costretto a bere! Mai una pietanza salata al punto giusto, in questa casa.

Giacinta        Ma caro, l’altra volta ti sei lamentato che tutto era insipido...

Capitano      E per farmi dispetto l’he’ fatto salato!

Luisa              Ma no, è accussì gostoso... E po’, è meglio sapurito ’e sale ca ‘nzipeto!

Capitano      (Mieloso) Se lo dite voi... (Cambia tono) E cosa c’è per secondo?

Giacinta        E cosa potevo preparare al mio maritone bello, grande lupo di mare?

Capitano      (Scortese) E io che ne saccio?

Giacinta        Cernia al forno! Sei contento?

Capitano      Un corno!

Carmela       È uno... E nun se conta!

Capitano      Ma come, sto sempre ‘ncopp’‘a ‘na bagnarola in mezzo all’oceano e tu, invece di farmelo dimenticare per farmi godere le gioie della casa, mi cucini il pesce?

Giacinta        Ma la cernia ti piace tanto, ed io credevo di farti cosa gradita...

Capitano      Un corno!

Carmela       E sso’ ddoje: mò stammo a posto!

Giacinta        E cosa avresti gradito?

Capitano      ‘Nu puorco! ‘Nu puorco sano sano pe’ me scurda’ ‘o pesce!

Luisa              Capita’, ma il pesce è pesce!

Capitano      (Galante) Se lo dite voi che siete una buongustaia...

Carmela       Mò ‘o pesce gli piace...

Capitano      Comunque adesso non lo voglio, passiamo al dolce, c’è?

Antonio         Mi sono permesso di portarlo io, spero non le dispiaccia.

Capitano      E invece no, mi dispiace! (Alla moglie, sgarbato) Ma che figura mi fai fare... Inviti ospiti a cena e manco ‘o dolce faje tu?

Carmela       Ma forse l’ha fatto la signora con le sue mani...

Luisa              (Non lasciandosi sfuggire l’occasione e dopo uno sguardo d’intesa con il marito) ...Giustappunto, con queste mie mani...

Capitano      Allora la cosa cambia aspetto: sicuramente sarà buono e appetitoso... Come voi.

Luisa              Come siete galante!

Carmela       Ma chisto è farenella overo!

Giacinta        Allora caro, te ne taglio una fetta?

Capitano      So fare da me! (Guarda i due colori) Bianco o nero, questo è il problema!

Giacinta        Nero è al cioccolato, e tu soffri di stomaco... Mangia la parte bianca.

Capitano      Ho uno stomaco di ferro io: mangerò la parte scura!

antonio         (Sguardo d’intesa con Giacinta.

Capitano      (Ne taglia una fetta e la mangia)

Giacinta        (Improvvisamente allegra) Sai che c’è di nuovo? È venuta voglia anche a me... Ne mangio una bella fetta bianca! E a lei, professore?

Antonio         (Soddisfatto) Bianca, grazie.

Luisa              A me come il capitano. Ah, abbiamo gli stessi gusti gustosi!

Giacinta        Sembrate fatti l’uno per l’altra!

Carmela       Giulietta e Romeo...

Capitano      (Incomincia a sudare) Proprio così... Ma che d’è ‘stu calore? (A Luisa)...Signora, che fate stasera?

Luisa              (Che ha finito di mangiare il dolce, eccitata) Andrò a letto!

Capitano      (Sempre più eccitato) E con chi?

Carmela       Cu’ ‘o mammone!

Antonio         Con me, con chi altri? Come voi con la vostra signora!

Capitano      Ah, già, con la mia signora... (Agitato) Ma forse no, non si può, altri impegni mi attendono... Ma che caldo, che focore...

Giacinta        (Rincuorata) Vuoi un liquorino?

Capitano      Si, dammi un marsala!

Giacinta        Non ce n’è: l’altra volta lo buttasti dalla finestra perchè volevi il brandy...

Capitano      E mò voglio ‘o marsala, va bene? E si nun ‘nce sta scasso tutte cose e me ne vaco! (Butta le sedie a terra e va via) E non mi avrai, non mi avrai!

Carmela       E salutace ‘a fibbia, dicette don Fabbio! (Va vicino a Giacinta e cerca di rincuorarla)

Giacinta        Ha visto? Sempre così, come ogni volta. Ora si è chiuso in camera e non uscirà che domattina. A nulla servirà il mio pianto, a nulla le mie sollecitazioni... Mi attende un’altra notte di solitudine!

Luisa              Puverella, comme vi capisco... Ma che calore... Anto’, jammuncenne a casa ca tenimmo che ffa’... (Volendo ripetere le parole di Giacinta) A che ti serve il mio chianto, annulla le mie solleticazioni... Vieni, Anto’... E viene!

Antonio         Si, Luisa, va’, va’... Io ti raggiungo tra poco... Cerco di parlare con il capitano e ti raggiungo subito.

Luisa              Si, ma fa’ ampressa, mascolo dei miei sogni affatati! Io starò là... Nel nostro nido... Per sopraffarti con il mio amore... Non farmi attendere una notte di solitudine... Fa ampressa, Anto’!

Carmela       (Sollecitandola ad andare via) Vi accompagno, signo’... Andate a preparare il nido, andate... (Esce insieme a Luisa)

Antonio         Ma vedete che situazione: Chillu llà niente, e chell’ata ca me vo’ fa’ ‘a pelle... Ma che l’è succiesso?

Giacinta        Non dimenticare che anche lei ha mangiato la parte nera del dolce... Buon per te, per lo meno tu non trascorrerai la notte in bianco...

Antonio         Nun me ce fa’ pensa’... Ma non preoccuparti, vedrai che il dolce farà effetto anche su di lui e fra poco verrà e ti porterà di là.

Giacinta        Speriamo... Solo così potremo risolvere il nostro problema... Ora va’, tua moglie ti aspetta: sarà la notte più lunga della mia vita, in ogni caso!

Antonio         Anche per me. Domattina di buon’ora sarò qui, sotto il tuo balcone, aspettando un segno, un tuo cenno che tutto è andato come si conviene.

Giacinta        Si, va’... Io aspetto qua, con fiducia, che il lupo mi porti nella sua tana, pronto a sbranarmi. Domattina, se il sacrificio si sarà compiuto, io metterò sulla finestra uno di quei vasi... Uno di quei vasi (Ne va a prendere uno) sarà la testimonianza della nostra salvezza! Ora va’, Antonio, l’agnello si raccoglie in preghiera in attesa di immolarsi... A domani! (Assume una posa plastica)

Antonio         Amen! (Via)

Le luci si abbassano fino a spegnersi del tutto. Il ticchettìo di un orologio scandirà il trascorrere del tempo.

Si alzano le luci... La notte è trascorsa. La scena riproduce l’effetto devastante dell’uscita del capitano: tutto è in disordine, con la tavola ancora apparecchiata.

Carmela       (Entra ed osserva sconfortata il disordine) Guardate ccà, guardate! E addo’ aggio ‘a accummencia’? Ma chillo è proprio ‘na bestia! Ogni volta è la stessa storia, ogni volta m’aggio ‘a spezza’ ‘e rine pe’ mettere tutto a posto... Stammatina nun aggio tenuto manco ‘a forza ‘e fa’ ‘o ccafè e stongo diuna e morta ‘e famma! (Vede il dolce) Ah, meno male ca ‘o dolce s’è salvato dalla furia ‘e chill’animale... Mò quasi quasi me ne faccio ‘na fetta, visto che aieressera nun l’aggio pruvato...

Otello          (Dal fondo. È lo stesso marinaio che amoreggia da tempo sia  con Carmela che con la cameriera di Antonio) È permesso? Posso entrare?

Carmela       (Sobbalzando) Ueh, e tu da dove si’ asciuto?

Otello          La porta steva aperta e...

Carmela       Aperta? ...Allora avimmo durmuto... Ah, mannaggia ‘o prufessore, mannaggia! Ieri sera, quando se n’è andato, steva talmente ‘mpappavalluto ca sicuramente nun se l’è tirata... (Languida) Finalmente si’ venuto!

Otello          Si, anche se ufficialmente so’ venuto pe’ piglia’ la valigia del capitano, indovina pecchè sto qua?

Carmela       (Sospira) Perchè stai qua?

Otello          Per incontrare la mia sirena...

Carmela       (In estasi) E chi sarebbe la tua sirena?

Otello          Nun ‘o ssaje?

Carmela       (Fanciullescamente) E che saccio, ‘e fatte tuoje? Chi è?

Otello          È una leggiadra fanciulla che in questo momento sta in questa stanza...

Carmela       (Delusa si guarda intorno) Ah, e addo’ sta?

Otello          Ma sei tu, perla della mia vita!

Carmela       E spiegate meglio! (Riflette) Leggiadra fanciulla? ...Allora me vuo’ sfottere?

Otello          Così ti vedono i miei occhi, o vermiglio mare incantato dei Caraibi all’ora del tramonto!

Carmela       Oh garofano spampanato d’‘a fenestella ‘e Marechiaro!

Otello          (Si fa audace) Non perdiamoci in chiacchiere, aggio aspettato sei mesi ‘stu mumento... Abbracciame! (Tenta di abbracciarla)

Carmela       (Si svincola) Ma tu si’ scemo... Lassame, po’ trasi’ ‘o capitano ‘a ‘nu mumento a ‘n’ato...

Otello          Si, hai ragione, ma per lo meno dammi un casto bacio! (Chiude gli occhi ed offre le labbra; Carmela lo bacia sul naso, Otello fa uno starnuto) No, ‘o naso no! Lo sai che sono allergico a qualunque contatto... Eccì... Eccì...

Carmela       Scusami, amore... Per lo meno ti sei calmato!

Otello          …        Pe’ ‘o mumento... (Implorante) Ma promettimi che più tardi, prima della partenza, ti fai vedere...

Carmela       (Fatale) Tenterò... Se riesco ad uscire, ‘nce vedimmo al solito posto fra ‘nu pare d’ore!

Otello          Va bene, allora io vado... va’, vamme a piglia’ ‘a valiggia d’‘o capitano...

Carmela       Sta nell’ingresso... Ma aspetta, non ti ho offerto niente: ‘o vuo’ ‘nu bicchierino?

Otello          Veramente, tengo ‘nu poco d’appetito, nun ‘nce sta niente da mangiare?

Carmela       Questo dolce... Quando si’ venuto me ne stavo tagliando ‘na fetta... ‘A vuo’ pure tu?

Otello          (Vezzoso) Si me ‘a daje a mangia’ tu, si!

Carmela       (Scherzosa) Pecchè, mammina nun te ha ‘mparato a mangia’ da solo? ...Quale vuoi, la parte bianca o quella scura al cioccolato?

Otello          Quella bianca, il cioccolato me fa brucia’ ‘o stommaco!

Carmela       Io quella nera, proprio pecchè piace a ‘o capitano! Accussì, se ne vuole ancora, ne trova cchiù ppoco!

Otello          (Mangia) ...È ‘nu poco secca, annozza ‘nu poco ‘nganno... Ci vorrebbe qualcosa da bere...

Carmela       (Dopo aver mangiato avidamente incomincia a sentire caldo ed a sudare. Invitante) Vieni, dissetati al calice del mio amore... (Cerca di abbracciarlo, ma nell’azione gli tocca il naso)

Otello          Eccì... Eccì... Eccì... Aiuto! Aiuto!

Carmela       (Sempre più invasata) Vieni amore, vieni...

Otello          Ma che t’ha pigliato? Aiuto! Aiuto! (Via dal fondo)

Carmela       (Rimasta sola) St’uommene se fermano sempe ‘ncoppa ‘a sagliuta... Ma che calore... Che calore!

Capitano      (Entra dalla camera da letto: ha gli occhi gonfi come di chi non ha dormito. Sbadiglia e si stende) Ah, che nuttata... E che famma! (Vede Carmela) Ah, tu stai qua? Eri tu che parlavi? E con chi, se è lecito? (Si taglia una fetta di torta dal lato nero e la mangia)

Carmela       Io sola, parlavo io sola... Dint’‘a ‘sta casa ‘nu juorno ‘e chiste me portano a ‘o manicomio... Guardate ccà, guardate ccà che ammuina... Vide che gghiurnata ch’è schiarata... (Si soffia e cambia tono) Ma che calore... Che sensazione strana... (Guarda il capitano. Poi, invitante) Capita’, ma lo sapete che siete un bell’uomo?

Capitano      (Anche lui si soffia e si slaccia il collo della camicia) E tu lo sai che te ne intendi di uomini? (Sempre più accaldato) Ma che calore... Hai ragione, me sento pure io ‘na sensazione strana, come stanotte... Ma che sarrà? (Guarda Carmela) Carme’...

Carmela       Che d’è capita’?

Capitano      Ti ho fatto mai vedere la collezione di pipe che tengo nello studio?

Carmela       No, capita’...

Capitano      Ne tengo una di radica che riproduce ‘na capa ‘e ‘nu toro... ‘A vuo’ vede’?

Carmela       Si, capita’... A me le pipe di radica me piacciono assaje...

Capitano      E allora jamme dint’‘o studio... (Escono a sinistra. Le luci si abbassano e sobbalzano sulle note della “Carmen”. Dopo circa trenta secondi esce il capitano seguito da Carmela. Entrambi si ricompongono) E allora, ti è piaciuta la collezione di pipe?

Carmela       (Languida) Si, capita’... E po’, quella testa del toro, che finezza, che scultura... Aaaaah!

CAMPANELLO

Capitano      Va’, va’ a vede’ chi è...

Carmela       (Uscendo) Si, capita’... Aaaaah!

Capitano      Questo soggiorno si sta rivelando più movimentato del solito... E po’ s’è scetata ‘na famma! (Guarda la torta) Quasi quasi me ne mangio ‘n’atu pezzullo! (Esegue)

Carmela       (Dal fondo) La moglie del professore. (Via)

Capitano      (Andandole incontro) Quale piacere, a che devo l’onore?

Luisa              Al piacere di porgere a voi e alla vostra signora il buongiorno della mattina... Stavo andando al mercato e, passando di qua, ho sentito come una voce ca me diceva ‘e sagli’... (Maliziosa) E po’ volevo chiedere a voi e alla vostra signora se avevate dormito bene!

Capitano      (Che ha finito di mangiare la fetta di dolce, incomincia a sudare di nuovo) È stata una nottata piuttosto movimentata... Ma perchè parlare d’altro, parliamo di noi... Come siete affascinante! Di mattina siete ancora più bella!

Luisa              Capita’, non parlate così che mi fate infondere... Mi turbolate!

Capitano      No, per carità, ma perchè siete così tesa... Accomodatevi... Posso offrirvi una fetta di dolce?

Luisa              (Si siede) E perchè no? Stamattina non ho ancora riempito l’esofago... E poi, se è quello di ieri sera, è saporito!

Capitano      (Gliene taglia una fetta scura) Prego... (La guarda profondamente) ...La vostra bellezza mi offusca la vista...

Luisa              (Incomincia a mangiare) Come siete complimentoso stamattina... (Comincia a sudare) ...Ma pure voi... Mamma mia... E che calore... E nun me guardate accussì, me pare comme si...

Capitano      Come se...

Luisa              e ‘o facite dicere ca me metto scuorno... (Prende coraggio) Comme si me spugliasseve cu’ ll’uocchie... Ma che calore!

Capitano      Lo sentite pure voi?

Luisa              Si!

Capitano      E allora ve voglio fa’ ‘nu regalo: ‘nu ventaglio giapponese ca tengo dint’‘o studio... Vogliamo andare a prenderlo?

Luisa              Si, ‘e ventaglie giapponesi me piacciono assaje...

Capitano      E po’ ve voglio fa’ vede’ ‘na collezione di pipe ca tengo!

Luisa              Si, pure le pippe mi piacciono assaje!

(Vanno entrambi nello studio; a questo punto nuovamente luci e musica come nella precedente scena con Carmela; dopo trenta secondi luci piene. Luisa esce seguita dal capitano. Entrambi si aggiustano; Luisa ha in mano un ventaglio)  a    

Capita’, il ventaglio è bello, ma quella pipa era troppo bella... Che toro, che toro!

Capitano      Concordo con voi, signora... È il vanto della mia collezione. Ma guardate che bella giornata e che bel sole... Affacciamoci un po’... (Vanno al balcone e si affaccia per primo il capitano) Oh, professore, e che fate laggiù? Prego, salite! ...Come? ...Ma certamente, fate accomodare anche il vostro amico!

Luisa              Mio marito?

Capitano      Si, il professore... Sta salendo con un amico!

Luisa              Sarà Totò, il dottore... Ma è meglio ca nun me trovano ccà.

Capitano      Si, è meglio! Uscite per la porta di servizio, dalla cucina.(Le prende le mani) Adieu, mon amour!

Luisa              (Si svincola) Uh, Ddio! Moro annuda! Stateve bbuono! (Via)

Antonio         (Entrando con Totò) Eccoci qua! Buongiorno, capitano!

Capitano      Ma che velocità... Avite fatto ‘e scale a quattro a quattro?

Antonio         Sa, per tenermi in forma, per fare un po’ di moto... Ma permettetemi di presentarvi un mio caro amico: il dottor Mistura.

Totò              Piacere!

Capitano      Onorato... Parente del farmacista?

Totò              Si, sono suo fratello maggiore.

Capitano      Ah, ho l’onore di conoscere Fofò da diversi anni... Ma come mai in giro a quest’ora?

Totò              Sa, prima di andare in ospedale scendo presto per andare a comprare il giornale, ed ho incontrato il professore e stavamo facendo quattro passi...

Antonio         Appunto! Ma ditemi una cosa: sotto il vostro balcone c’era un gruppetto di persone che parlava di un vaso di fiori... (Speranzoso) Forse è caduto di qua un vaso di fiori?

Capitano      (Non capendo) No, che io sappia no... Ma perchè?

Antonio         (Smarrito guarda Totò) Perchè...

Totò              (Gli viene in aiuto) Abbiamo visto quella gente che era molto agitata ed abbiamo creduto...

Capitano      No... E poi, eccoli lì i vasi dei fiori: cinque in bella fila!

Antonio         (Deluso) Tutti e cinque... Non ne manca nessuno!

Capitano      Scusate, ma me pare ca ve dispiace!

Antonio         Me dispiace? Noo, è che... Come dire, Totò...

Totò              È che quando uno si fa un’idea... Uno pensa... Forse la signora stava innaffiando i fiori e un vaso è caduto...

Antonio         La signora non ha innaffiato?

Capitano      No, sta ancora dormendo... Ma vi vedo nervoso, qualcosa non va?

Antonio         Il caldo, il caldo... Non ho dormito tutta la notte!

Capitano      Non mi parli del caldo di stanotte... Un’afa, un’aria di libeccio da togliere il respiro!

Totò              E non ha dormito neanche lei, si vede... Ha gli occhi gonfi... Scommetto che si è alzato, perchè il letto, quando fa caldo, scotta e non si sopporta nessuno vicino... (Tendenzioso) Neanche una bella donna!

Capitano      Proprio così, neanche una bella donna... Anche se con quelle, quando voglio... Eh, eh, eh, lei mi capisce... Non c’è caldo che tenga... Eh, eh, eh, ma quando non voglio, non voglio!

Antonio         (A parte) Io l’accido a chisto. Si vede che è un tipo che sa gestire le sue cose come e quando vuole.

Capitano      Appunto! Lei invece mi sembra il tipo che si fa sopraffare, o sbaglio?

Antonio         Io? E che c’entro io?

Capitano      (Ignorandolo) Un sorrisetto, ‘na smurfietella e soccombe! Nun è overo?

Antonio         Capita’, la prego non mi mortifichi!

Capitano      Eh, no! Io me l’immagino, nell’intimità: un’aria umile, sottomessa, vergognosetta... Aggio ‘ngarrato?

Antonio         (Mortificato) Sa, con le mogli non si sa mai come agire...

Capitano      Le mogli? E che c’entrano le mogli, io parlo delle donne.

Totò              Perchè, le mogli non sono donne?

Capitano      Si, ma di tanto in tanto...

Totò              Per lo meno, ma non bisogna dimenticarlo...

Antonio         ...Perchè se no le mogli se lo ricordano con gli altri, di essere donne.

Capitano      Giusto! Non l’avevo apprezzato, sa? (Sospettoso) Ma mi sembra che lei difenda un po’ troppo le mogli, o sbaglio?

Luisa              (Entra dal fondo. Ha in mano un sacchetto di spazzatura, in testa una buccia di banana e sulle spalle qualche foglia di lattuga o altro) E allora accummencia a difendere la tua cunsorzia! Truova quel piecuro che mi ha cogliuto con questa sacchetta e lava Londra con il sanguo!

Antonio         No, lavo Parigi! Ma che dici cu’ chesta lengua?

Totò              L’onta, Anto’, lava l’onta col sangue!

Luisa              Giustappunto!

Antonio         (Divertito) Ah, l’onta! Lui’, e nun te piglia’ collera, ci vede che qualcuno a modo suo, non avendo altro, ha voluto fare un omaggio alla tua bellezza.

Luisa              Cu’ ‘a munnezza?

Capitano      (Che nel frattempo ha continuato a mangiare il dolce) Ma no! Ben altro ci vuole per una bellezza così prorompente e giunonica! Vorrei essere un floricultore per dare il suo nome al più bel fiore...

Luisa              (Rapita) E quel fiore io lo porterebbe al camposanto quando lei, di qua a cent’anni, sarà andato ad ingrassare la terra...

Capitano      Che pensiero gentile e squisito! Ma ora venga, venga vicino a me... Penserò io a togliere tutta questa robaccia che deturpa la sua fantasmagorica avvenenza! (Le toglie i rifiuti e poi la porta vicino al tavolo. Si siedono e mangiano il dolce imboccandosi a vicenda, senza curarsi degli altri.)

Totò              (Ad Antonio) Quanto so’ bellille! Non ti fanno tenerezza?

Antonio         No, me fanno avuta’ ‘o stommaco! (Totò sta per rispondere quando entra Giacinta.)

Giacinta        (Entra. È disfatta, con i capelli scomposti, il trucco disciolto ed è molto pallida. Quasi non ha la forza di parlare) Professore...

Antonio         Oh Dio, signora, ma che cos’ha? Totò, vedi un po’ tu!

Totò              Signora, si sente bene?

Giacinta        Bene, benissimo, non si preoccupi... Solo, il caldo (Marcato) di stanotte mi ha tolto un po’ le forze... Ma professore, lei perchè è così agitato?

Totò              (Interviene prima che Antonio possa rispondere) ...Stavamo discutendo e si è infervorato a difendere le mogli.

Giacinta        E si agita per così poco? (Antonio fa per parlare ma lo blocca) No, non mi dica niente... Mi aiuti, piuttosto, (Si avvicina al portafiori e prende un vaso) è una così bella giornata ed è un peccato che questi fiori non abbiano la loro razione di sole... (Il capitano si siede e finisce di mangiare la parte nera del dolce)

Antonio         (Raggiante) Oh, ma con quale piacere! (Prende un vaso) Vuole che lo porti al balcone?

Giacinta        Si, ma lo dia a me... Lei ne prenda un altro e non se l’abbia a male!

Antonio         Un altro?

Totò              (Marcando) Due! (Poi, con lo stesso tono di Giacinta) ...E non se l’abbia a male!

Antonio         (A Giacinta) A male? Ma che dice, sono felicissimo di aiutarla!

Giacinta        E allora sia buono, lo posi e ne prenda un altro...

Totò              E so’ tre!

Antonio         Un altro?

Giacinta        E un altro ancora...

Totò              Quaterna!

Antonio         Ma come, quattro?

Giacinta        Si, e non dimentichi di portare l’ultimo...

Totò              Cinquina! Si va per tombola...

Giacinta        (Continuando il discorso) ...Sa, il quinto sarebbe un orfanello se restasse solo lui...

Antonio         (Contento, ma non troppo, depone uno alla volta i cinque vasi sul balcone. Guarda Giacinta con espressione soddisfatta mista a rimprovero) Cinque?

Giacinta        Si, cinque perchè non ve ne sono altri...

Totò              Tombola! ‘Nce avimme luvato ‘o pensiero...

Giacinta        (Continuando) Ma che importanza ha il numero, quando sono così belli ed esprimono la gioia di vivere!

Totò              Antò', il numero che importanza ha... Il necessario è che prendano il sole e non appassiscono...

Antonio         Si, è vero... Ma guarda che bella giornata! Sono felice, stramaledettamente felice... (Al capitano che continua a mangiare insieme a Luisa la parte nera del dolce) Capita’, vi chiedo scusa.

Capitano      Scusa, e di che?

Antonio         Vi chiedo scusa per tutte le idiozie che ho detto prima.

Capitano      Ma le pare! (Incomincia a sudare ed a soffiarsi. ha un brivido, poi guarda Antonio languidamente) Professore, ma lo sa che lei è proprio un bell’uomo, simpatico e attraente? Le ho mai mostrato la mia collezione di dischi di musica classica? Voglio farle sentire “L’uccello di fuoco” di Stravinsky in un’esecuzione eccezionale! Venga, venga nel mio studio, glielo voglio far sentire...

Luisa              (Che nel frattempo ha continuato a mangiare la parte nera del dolce) Pur’io voglio senti’ l’uccello di fuoco!

Capitano      (Con fare scostante) Poscia signora, poscia! Ora tocca al professore! (Invitante) Venga...

Antonio         (Come a chiedere aiuto) Totò!

Totò              Tu ‘a me che vuo’?

Capitano      Venga, professore, venga... Non se ne pentirà... (Cerca di trascinarlo)

Antonio         A chi? )

Capitano      (Insegue Antonio)

Giacinta        (Insegue il marito)

Luisa              (Si accoda anche lei)

Carmela       (Entra in scena e c.s)

Totò              (C.S)

BUIO

Musica

Lampada strobo

F I N E