Na sorpreisa per papà

Stampa questo copione

Na   sorprèisa

për papà

Commedia  in tre atti

               di  Franco  Roggero

                                   Posizione Siae n. 18.29.90

NA SORPRÈISA  PËR PAPÁ

( Commedia brillante in tre atti)

TRAMA

Berto ,cassa integrato Fiat,è vedovo con due figlie giovani .Ha una piccola casetta  con un orto . E’ perseguitato dalla vicina di casa,impicciona,piuttosto bruttina,segretamente innamorata  di lui.

Arriva Gusto un suo vecchio amico ,che ha dei trascorsi un po’ movimentati,ha alloggiato anche al Grand Hotel Regina Coeli.Gusto gli propone,vista la crisi,di

mettersi in società con lui .

Poi  è la volta di Agenore il postino,personaggio curioso, che gli porterà la notizia dell’arrivo della zia Matilde,sensitiva e veggente,che porterà un po’ di scompiglio nella casa.Ci sono poi le figlie con i giovani fidanzati,che cercheranno di far sposare il padre . Con l’aiuto di Internet, tenteranno  di trasformare  la vicina di casa facendola diventare una bella donna. Poi ci sono i due fidanzati miopi  con tante gag e situazioni divertenti ecc..Come finirà ?  (DICEMBRE  2009)

SCENA

 Una  modesta  stanza  dove regna il disordine , con pochi mobili,un tavolo e qualche sedia.Pareti abbastanza spoglie.Due poster sbilenchi.

PERSONAGGI  (5 donne e 5 uomini) N.B.  L’età è puramente indicativa

Berto  -      Il padre,età 40/50  anni,contadino-operaio,pratico ,sbrigativo,

                  simpatico. E’ con Teresa e Matilde uno dei protagonisti.

Tòta Teresa – La vicina di casa,impicciona,sempre tra i piedi,segretamente

                       innamorata di Berto. Età  40/50 anni .Personaggio comico.

Rosy    -    La figlia di Berto ,fidanzata di Camillo.Studentessa . Età 19/20 anni

Susy –       L’altra figlia ,più simpatica e alla buona.Anche lei studia  ,età 18 anni

Leone  -     L’amico di Susy.Molto miope e piuttosto imbranato.Comico, 22 anni

Camillo-    Il fidanzato  di  Giusy.Sa tutto lui,molto presuntuoso.Sempre elegante.

                  Poco simpatico  parla  con l’erre moscia,di famiglia nobile. Età 24 anni

Agenore – Personaggio comico . Il postino claudicante e un po’ balbuziente,

                  combina  pasticci ( età 50 anni)

Zia Matilde – Decisa,autoritaria.Un vulcano.Vedova,sensitiva ,veggente,

                  fa  oroscopi un po’ strani .Età 50/60 anni

Gusto -L’amico di Berto. Commerciante.Ha un passato un po’ movimentato.

            Età  40/50 anni

Olivia -    La ragazza  di Leone. Molto miope .Età  17/18 anni.

                 

PERSONAGGI

BERTO                                                Il padre

ROSY                                                  La  figlia

SUSY                                                   L’altra  figlia

CAMILLO                                           Il fidanzato  saccente

TÒTA  TERESA                                 La vicina  di  casa

AGENORE                                          Il  postino

GUSTO                                                L’amico  del  padre

LEONE                                                Giovane contadinotto

OLIVIA                                                La musa di Leone  

ZIA  MATILDE                                   La   sensitiva

ATTO  PRIMO

                                 

                   

       LA SCENA -                            

Una stanza  della casa di Berto,contadino-operaio vedovo con due figlie.Vive in campagna  La stanza è abbastanza spoglia,con qualche attrezzo appeso alle pareti, un calendario,un tavolo,qualche sedia impagliata.Una bottiglia sul tavolo con due

bicchieri. Regna  un gran disordine. 

Berto – (Entra seguito dall’amico Gusto)  Ven avanti Gusto,ven che i beivoma

              ’n bicer

Gusto  - (Entra)  A l’è përmes ? Vorerìja nen disturbè…

Berto   -  Ven,ven,fa nen tante stòrie,diav,is conossoma da na vita

Gusto  -   Si,da quandi i l’oma fait ël bajèt (il soldato) ansema ..It n’h’arcòrdi cola

               vòta  che i soma andaita a fé i giardinè da la fomna del capitani ?

Berto –  ( Pulisce due  bicchieri con un asciugamano un po’ sporco) Lassa mach

              perdi che mi i son piàme 10 dì ’d CPR.E tut për colpa tua . Ricòrdo

              che ‘l capitani a sercava doi giardinè  e ti…”Pronti ! Io e Berto !”

              E a l’ha  acompagnan-e da sua fomna ,tant gentila...”Oh,che bravi                           ragazzi,avevo  proprio bisogno di voi ..Venite,venite…!”  Eh,venite,venite…

              Peui a l’ha portan-e ’n na stansia ’ndova a j’ero 10 bei vas enormi ’d ficus

              E a l’ha din-e :” Prendete queste due spugnette e pulite bene tutte le foglie

              una ad una ,mi raccomando ,con garbo “ E ti it l’ha avù l’idea grandiosa

Gusto – Si,mi i l’hai sempre d’idee grandiose…E alora l’hai dite “ Foma parej ,

              che i foma prima”  i l’oma stacà le feuje una a una,con garbo, e  i l’oma           

              pulidaje  e peui  i l’oma posaje për tera    ( si siedono)

Berto -   Con garbo ! Però  a la fomna dël capitani a l’è nen  piasùje

Gusto -  Cò it veuli,a l’avija pà ’l sens dl’umorismo …Le fomne a son come le dòne!

              Quandi a l’ha vist le sue bele piante sensa pi nen na feuja a l’è ficasse a crije

              come n’aquila !“ E ditemi chi ch’a l’è che ha combinato stò pastìsso,che                                 

              domani lo faccio fucilare all’alba,che mio marito a l’è il capitano ! Chi che a                    

              l’è quel sassino !”

Berto  -  E ti … a l’è stait Berto ! E’ lui  l’assassino ! Ah,si…pròpe ’n bel amis !

Gusto -  Ma i l’hai falo për ël tò bin , a l’era pà giust che mi im pièìssa tut ël  merit

Berto  -  Eh,parej mi son piame 10 dì ’d përson e ti gnente përchè it  l’has confessà!

Gusto  - Si,però che bej temp ! I l’avijo vint’an-i …(prende un bicchiere ,lo alza)

              Sa,versa,versa…

Berto  -  Speta ’n moment (Gli prende il bicchiere,lo osserva controluce,ci sputa

    dentro  e pulisce con l’asciugamano ) A l’era nen pulid da bin,a  cà mia

    prima còsa l’igiene! Të schifie pà,no ?

Gusto   - (posa il bicchiere) No,a l’è che i l’hai pi nen sej…

Berto  -  Alora i beivo mi ( beve) Bon, ma dime ’n pòch e ’l travaj,com’a va ?

              A l’avijo dime che it l’avij un bel negòssi ’d  primissie su a  Biela

Gusto  -Parla nen,l’hai dovulo sarè ,tròpi client !

Berto  - Come  a sarìja dì tròpi client ?!

Gusto – Si,j’afé  andasìjo  bin,peui a l’han dovertà ’n supermercato pròpe tacà a mi

Berto  -  Alora it l’as perdù tuti i client

Gusto -  No,a l’è pà l’òn, ’d client i n’avija pì che prima

Berto  - E alora ?

Gusto-  Alora ’l fatto a l’è che a intravo da mi, a compravo e peui…andasìjo a paghè

             a la cassa dël supermarket !!!   E parej i l’hai dovù sarè baraca

Berto -  It ses  pròpe sfortunà !

Gusto – E ti coma ch’a va ? L’hai savù che it ses vido…Certo che la pòvra Marieta

              ad mancherà…

Berto -  A certo…sempre le camise bin stirà,a fasija bin da mangè,tuti i boton a pòst

Gusto – Certo che it l’avije pròpe trovà na brava fomnin-a che at fasìja bin da mangè,

               at tacava i boton,a të stirava le camise …

Berto – No,no…a l’è pà l’òn…A l’è che i l’avija trovà na brava fomnin-a che a l’ha

             mostame a stirè,a fè  da mangé,a tachè i boton …

Gusto – It ses pròpe fortunà !Mi ’nvece son stait tant sfortunà ! Tre volte vido!!

Berto – Come ? Tre vòlte vido…Ma coma a l’è andaita  conta ,conta…

Gusto – Eh,conta,conta..an ciàpa  mal mach a penséje…la prima a së s-ciamava          

   Carmela…brava,né…Cò it veuli …na disgrassia…( Si asciuga le lacrìme con

   il fazzoletto)  A l’avija mangià i bolè,l’è staita lì come ’n babiàs !

Berto – Oh,ma che disgrassia ! Ma i bolè andova che it l’avij compraje ?

Gusto – I l’avija trovaje mi …(Piange)

Berto – Ma fa tension ! ...E la  seconda ?

Gusto – A l’ha mangià i bolè

Berto – Cò chila ?

Gusto – L’è staita lì come…

Berto   - Un babiàs !

Gusto  - Come it fas a savèilo ?

Berto – Lo imaginavo …e la tersa

Gusto  -A së s-ciamava Cunegonda ..bela fija..(piange)

Berto – Dime nen che anche chila a l’ha mangià i bolè !

Gusto – No,i l’oma divorsià   !

Berto  -  Ma perché ?

Gusto - A vorìja nen mangè i bolè sta disgrasià !

Berto  - Certo che it ses staita pròpe sfortunà !

(Entra  TERESA  la vicina di casa con grembiule e foulard in testa ed una cesta sottobraccio.E’ una contadina un po’ bruttina  e piuttosto sciatta)

Teresa – (entrando) Al’è përmes ? Peuss intré…disturbo ?

Berto –  Cò a ciàma përmes che a l’è già intrà !?

Teresa – L’hai vist la pòrta duverta e alora i son dime …che Berto a ston-a nen

               bin…? Sa, con i problemi che a l’ha ,as sa pà mai..a podrìja anche ste lì

               bele sech !

Berto – Chila ch’a i pensa për chila  che a la mia salute i penso mi !

Teresa – Peuss setéme ? ( si siede)

Berto  - A l’è già setà …

Teresa – ( Rivolto a Gusto) Oh,ma chi a l’è sto bel fiolìn..? Mi i lo conòsso pà

Berto – A l’è me amis Gusto e ades che a vada fòra dij ciàp che noi i l’oma pà

             damanca ’d  chila  (rivolto a Gusto) It sas come a la ciàmo tòta  Teresa

              si ant’ël pais ? …Madama Canapia,përchè a fica sò bech daspërtut !

Teresa  - Maleducà !( Si alza) Ma mi i lo sai che… chi disprezza  ama !

Gusto  -  Ah si ? Berto a l’è annamorà   ’d chila , madama Canapia ? Oh,ch’a më

              scusa  …..tòta Teresa ..A l’è pròpe vera che l’amore è cieco !

Berto –  Si,si a l’è pròpe bòrgno !

Teresa – Ah,si la passion a fa fè ‘d còse ….’d còse …

Berto  -  Da beté!

Teressa - Sempre ’l sòlit romantich  !

Gusto -   Ma Berto ,fa nen parej,con le fomne a venta  esse gentij,le fomne a

               son come le reuse…

Berto – A foro ! No,no, a son pà  për mi

Gusto – Të sbagli…le fomne a son ël sal dla vita,a son come l’amel,a son le fior

             pì bele, a son come …

Berto – I crisantem !

Gusto – E peui,madama Canapia,oh,ch’a më scusa..Tòta Teresa  a l’ha doe man      

             che a smijo doe farfalin-e,cò i diso,doe…

Berto-     Pantofle !

Teresa – La gentilëssa ’n përson-a ! Lassoma perdi . Ma chiel..ch’a disa .. a

              l’è sposà ?

Gusto – No,i son vido…

Berto – A sua  fomna a-i  piasìjo  i  bolè

Gusto -  E  a  chila a-i piaso i bolè ?

Teresa – A son la mia passion !

Berto – ( si alza e la allontana) Ecco,alora a l’è mej che a vada …

Teresa – Oh,ma che manere !

Berto – ( la spinge fuori della porta) Ch’an don-a da ment a mi,ch’a vada !

Teresa -  I vado,i vado…ma i tornerai ! (Esce)

Berto – No,no,ch’a torna pura pì nen !(poi rivolto a Gusto) E ti piantla lì con sti  bolè

             E lassà perdi madama Canàpia,cola lì am perseguita,a l’è mach sempre sì për

             fichè ël bech !

Teresa – (rientrando) Për sua nòrma e regola mi ven-o nen sì për fichè ‘l bech ! Mi

             son na misionaria,mi i ven-o si per curelo …Përchè monsù Berto a l’ha

             anche ’n pò ’d prostata …a lo sa ?

Gusto – Ah si ? Lo savija pà ..

Berto – ( si alza e si avvicina con far minaccioso a Teresa) Mi faso  na strage !

Teresa – (mentre indietreggia) Mi i lo diso mach për ’l sò bin…Cerea né monsù,

                piasì dla conossensa (scappa)

Gusto – Oh,ma le dòne a venta nen trateje parej, a venta …

Berto – Feje mangè i bolè !…Sa,sa lassoma perdi,su,it beive pròpe nen ?

Gusto – L’hai pì nen sej,sai  nen përchè,ma a l’è passame la sej

Berto – Alora i beivo mi a la tua salute…(Beve) Ma disme ’n pòch, e adès cò it fas,

              it travaje ?

Gusto –Ah, i l’hai  na cita asienda ,i comercio, in don da fè…Prima

             trafigavo con ël tabac : import ,export . Na còsa gròssa

Berto – It l’avija na bela asienda alora e andova a l’era la sede ?

Gusto – A Porta  Palas,ant’ël centro ’d Turin…bel ambient…a l’è ’n centro

              internassional,da lì a-i passa tut ël mond,it senti parlé tute le lingue: arabo,

              veneto,spagneul,marochìn ,rumeno e fin-a  ‘l  piemonteis !

Berto – E peui ?

Gusto  - La solita sfortuna che am perseguita da quandi i son nà…i j’era an

macchina e la polissia a l’ha fermame

Bert  -  E alora  ti it t l’as daje patente e libret

Gusto – Si,si i  l’hai daje tut ! It veuli chërdi ? A l’han sequestrame la macchina

           con  120  stëcche ’d Marhboro  che i l’avija pen-a catà  a Genova

Berto – Ma përchè ?

Gusto – Përchè  la macchina a l’era nen mia.Mi i l’hai spiegaje che a Genova

            ant’la pressa l’hai montà  ansima la prima  macchina ch’a l’è capitame a tir,

  ma lor gnente,a l’han portame ’n bojossa !(carcere)

Berto – Oh basta là,costa a l’è bela !

Gusto – Ma i son piame n’avocat ’n gamba,di chiara fama ,un luminare del fòro

Berto – E alora ?

Gusto – A l’han dame  16 meis sensa condissional,përchè a l’era la tersa vòlta che an

              ciapàvo ,cioè che an fërmavo !

Berto – Ma ti serca ’d fè pì d’atension..diav  là…prima i bolè peui le macchine

Gusto – Ah,ma me avocat a l’ha trovame  ’n bel pòst  al grand Hotel

              Regina Coeli, a Roma.Bel servissi,orari precis e  che pulissia,che ordin !

Berto – Hotel Regina Coeli…mi sto nòm i l’hai già sentulo !

Gusto – N’Hotel famos,cinque stelle ! Ma adès basta ,parloma ’n pò ’d ti

Berto  - No,no..dime dël grand hotel…com’ a l’è ? Regina Coeli ? Ah,si ..e dime

             an po’ … e le stansie ? Chissà che  bele stansie gròsse ..E che lusso !

Gusto  - Tre meter për tre ! Si…cioè…na tripla !

Berto – Parla pà,tre stansie an una…e ’l servissi  ? Tuti i cambrè ’n divisa ,scomëtto .

Gusto – Ah,si ,tuti an divisa ,n’ordìn,na disciplin-a ….

Berto – Come,na disciplin-a ..?

Gusto – Si,vorja dì che i cambrè a scato sl’attenti savanti al padron,oh già…

Berto – Dime ’n po’…e ’l mangè ? Chissà che ròba !

Gusto – Ël rancio…cioè ’l mangè a l’è lunica ròba che a lassava ‘m po’ a desiderè,

              a j’era nen tanta varietà da sèrne…disoma…piatto unico,come as costuma

              adès…Ma lassoma perdi …

Berto – Si,cioè,nò..disme ancora  n’ultima còsa…e i lèt ? Tuti con ël baldachìn  

Gusto  - Tuti let a castej…si si..na meravija ..i materas ‘n po’ dur…

Berto  - Ah,ma i materas dur  son   për l’artròsi  si,..si..cò mi’l dotor  Panòtti  a l’ha

             dime ’d deurmi sël dur për la s-chin-a….Sen,dame è peui l’indirìss ëd col

             hotel lì, caso mai i capitèisso a Roma,as sa pà mai…Magari i diso che i son tò

             amis e an fan an prèssi special,vist che ti it ses sò client

Gusto  - Ah,si si,mi son un client bon,ogni tant i vado a passeme ’n pòchi ’d dì, e

             come i rivo ’l secondìn…cioè,vorija dì ’l portijè, an compagna subit ant’la

   mia stansia,ormai an conòsso da bìn …Ma parloma ‘n pò ’d ti ,pitòst…

Berto – Ma ,cò it veuli,i tiro anans..l’hai sta casòta ,’n pò ’d  bestie :quat cunij,

             na galin-a ,’n pito e un bel òrt .Mi verament i travajo a la “Feroce” a la Fiat

   ma adès i son an cassa integrassion , a-i è la crisi…Scapìss che                                    

             pà tuti a  peulo andè al Grand Hotel…coma a së s-ciama ?

Gusto – Regina Coeli …ah,ma i son staita anche quei dì al Grand Hotel San Vitor,

             bel ambient,confortevol,e peui bin frequentà…Pensa che l’ultima vòlta

             che i l’hai sogiornà lì,an’la cela…pardon...ant’la suite davzin a la mia a -i

             era fin-a n’onorevole !

Berto – N’onorevole  davzin a la tua stansia ? Ma va ?

Gusto – A-i na passo tanti da li,onorevoli e senator,ma ’n gener as fërmo pòchi dì,

             peui  a van via,scapìss che lor  a l’han tant da fè !

Berto – San Vitor…ma mi sto nòm l’hai già sentulo…( si gratta la testa

             pensoso)

Gusto – Ah,sicur, a l’è un dij pì famos  hotej  ëd Milan..ma dime ’d ti..coma a va ?

Bewrto – Tiro avanti …i l’hai na bela famija,doe brave e bele fije ch’a studio  e an

               rispeto,i peuss nen lamenteme

Gusto – Vaire ani a l’han ?

Berto – 18  e 20 ani,ma it diso subit che a mangio nen i bolè !

Gusto-  Ma cò it dise, mi son mnùita sì për proponte n’afè

Berto – Ah,si ? Dime,dime…

Gusto – Stame bin a senti…dunque…mi i l’hai na bela bancarella al mercà ’d

              Borgomanero. Fruta e vërdura. A-i è da fesse i sòld a palà ! Dunque mi i  

              l’avrìja pensà che ti it coltivi e mi  i vendo,dal produttore al consumatore,

              peui i foma mes a prun: 30% a ti e le 70% a mi,përchè mi i l’hai ’l rischio pì

              gròs,përchè adès la Comunità Europea a l’ha butà ’d leggi tremende ! Le

              banane a venta drisseje,la caròte a deuvo esse tute ’d misura e peui

              le patate,a deuvo avej tute la stessa circonferenza.

Berto -   E cola che a l’è la circonferenza giusta ?

Gusto   - Pà facil…  però i  nòstri ministr a l’han pensà a tut.Dunque : a venta

              piè la circonferenza dla patata,peui moltiplichela për la lunghëssa dla coa

              dël can , divis tre!

Berto – Ma përchè divis tre ?

Gusto – As sa nen,ma a son regole precise,che i nòtri parlamentar,vere teste da

              Ministr, a l’han  aprovà ’n Europa. E as discuto nen . Alora cò it n’a dise ?

Berto -  ( si gratta un po’ la testa) Si,a l’è pà mal ,ma…

Gusto – Ma còsa ?

Berto – A-i è ’n problema …mi i l’hai nen ël  can !

Gusto – Se a l’è mach për l’òn i penso mi

(Entra Susy la figlia più giovane ,jeans e maglietta )

Susy  - Ciao,Papi !

Berto – Ciàmme nen  papi,che an fa ven-i la pecòla , an dà sij nerv !

Susy –   Scusa  papi !  

Berto – Torna ! It veuli pròpe feme ven-e l’orticaria !

Gusto -  Ben mi alora i gavo ‘l disturbi (si alza) i vado

Berto – Andova  it  vas  ? Beivoma ancora na vòlta ..

Gusto – Vado a serchè ’n can ,peui na parloma

Berto – Speta che i t’acompagno (lo accompagna ed esce con lui)

Susy –   Ma papi,ti devo dire una cosa !

Berto – Dòpo,dòpo …e ciàmme nen papi che an fa ven-i ’l brusacheur !

(Esce  e Susy rimane sola)

Susy  -  Ecco,sempre arrabbiato,non ha mai tempo per me…neanche

              mi guarda ! Eh,non ci sono più i genitori di una volta !

              (Poi si volta cercando qualcuno) Leone…Leone ,dove sei ?

              (Va verso la porta) Vieni avanti,dai,non fare lo scemo,non avrai mica

              paura ! Dai entra,che voglio farti ascoltare il CD che ho appena comprato

LEONE  -( E’ un ragazzo giovane di ,un po’ imbranato e molto miope) Eh,i ven-o

             i ven-o,speta ‘n moment …i treuvo nen la pòrta…(entra con passo incerto ,

             con le braccia tese in avanti .Veste in modo un po’ buffo,non moderno)

Susy  -  Attento al gradino ! (Leone si inciampa e ruzzola per terra) Come non detto.

            (Lo aiuta a rialzarsi) Ti sei fatto male ?

Leone – No,no( Si rialza pulendosi i pantaloni) Ma i stasija mej prima !Ma io mi

domando  e dico ( Parla con forte accento piemontese) ma che bisogno c’è           di fare gli scalini !?  Nella vita gli scalini  son solo un opzional, a son

 inutij,a bastava spiané tut ed il caso era risolto.Ansi, it diraj ‘d pì,

              quandi ’n dì i saraj  sindich dël paìs ,it sas l’òn che faraj ?

Susy  -   No,dimmi (Ed  intanto armeggia attorno ad un giradischi)

Leone   - I faraj fé tute le salite ’n discesa !

Susy   - Ma lo sai che sei proprio intelligente.Lo dicono tutti,solo tuo padre di

             dice che non capisci niente …Ma dove vai ? Sono qui !

Leone –( A quattro gambe sotto il tavolo) Sercava j’uciàj …i treuvo  pì nen

              Ah,l’hai trovaje !

Susy – Su,vieni fuori che balliamo un po’ il   POP !

Leone – Arrivo veloce come il vento (alzandosi batte una craniata sotto il tavolo) 

              Ahi,pòrca vaca che cranià ! Ahi..ahi…

Susy   -  Ma è possibile che tutti gli spigoli siano i tuoi ?

Leone – Ecco quand i saraj sindich i faraj fé tuti ij spigol rotond  ! ( si alza

              grattandosi la cucurbita) Ahia, la mia testa !

Susy –   Piantala di lamentarti…ma tu,sai ballare  ?

Leone – Più o meno …Mia sorela a l’ha mostrame a balè la  mazurka

Susy  - (urla) La mazurka ? E cos’è,un ballo nuovo ?

Leone – No,mia mari a l’ha lesù da quéj part che se le vache  a sento

              la musica  a fan pì ’d lait e parej  me pari ha l’ha fait butè le stereo

              ant’la stala

Susy –  Per le mucche ? Però è vero ,l’ho sentito dire anch’io  e allora cosa le

             fa sentire  tua madre alle   mucche : rock, rap ,pop ?

Leone – No,alle mie mucche ci piace solo il liscio …Vedessi come a bogio la

              coa quand a sento la musica,a van pròpi  a temp ! Però aventa nen ciameje

              vache përchè a s’ofendo ! Bisogna chiamarle mucche ! A fa pì fin…

Susy –   Allora vuoi ballare il pop ?

Leone – E come si fa ?  Mi i son nen bon…

Susy  -   Basta guardare me …vieni che ti insegno

(Accende il giradischi poi ballano il Pop, lei lo balla bene e lui lo balla in modo buffo piuttosto goffo e poiché è molto miope cerca sempre la sua ballerina,ma non la trova mai e così lei ogni tanto è costretta a corrergli dietro per non farlo sbattere contro il tavolo o le sedie.Alla fine lui batte una ginocchiata contro il tavolo)

Susy – (Spegne la musica) No,non così,devi essere più sciolto ! Guarda me …

              Devifare così ( fa alcuni passi di danza)

Leone – Ma  an ven ël torcicòllo !

Susy  -   Ma no,devi imparare altrimenti non riuscirai mai a conquistare la tua

              Olivia !

Leone  - Eh, Olivia, non mi guarda neanche  e pensé che  për la sua festa

              l’autr ani  i  l’hai regalaje doe  fior…e chila a l’è ofendusse !

Susy  -   Ma che fiori le hai regalato ?

Leone – Doi crisantem ! J’era andàita al camposanto,l’avja  vansan-e doi e i son   

              ricordame  dla sua festa…Ma  chila a l’è ofendusse.A l’ha un caraterìn !

Susy  -  E cosa ti ha detto ?

Leone – I son pà ’ncora mòrta  da porteme i crisantem ! Adès an parla pì nen

Susy –  Su,non te la prendere,vedrai che quando saprà che balli il pop ti butterà

             le braccia al collo!  Ma senti…com’è questa Olivia , ma io non la  conosco ?

Leone  - Bela come na reusa, a l’ha doi bras,doe gambe, ,doe orìje ,doi euj …

Susy  - Ah,meno male ,pensavo ne avesse uno solo  

Leone  - No,no,tut a pòst …a l’ha mach an cit difet …     

Susy –  Ah,si ? Quale ?

Leone  -A l’è miope come na talpa ! Ansi…un trapon ! Non vede a un palmo di

             naso,devo sempre farle strada io…L’altro giorno invece d’ambrassé la sua

             amisa  Genoveffa .. a l’ha ambrassà ’n  pal dla luce ! Mi sai pà coma as fassa

   a  esse bòrgno parej ! A veul nen buté j’uciaj  përche non le donano

Susy  - Ma quanti anni ha ?

Leone  - Sai pà.. 17..18.. ,ma chila a dis che a n’ha 25  e che  a l’è maggiorenne

               e a fuma !

Susy  -  Còsa ? Si fa  uno spinello ?

Leone – No,cò it l’as capì! A fuma ’l trinciato forte ’d sò pari

Susy  - Trinciato forte ? E che che cos’è ? Una nuova erba ?

Leone – Ma che erba,è tabacco forte ! Senti Susy,i deuvo confesséte na còsa ..

Susy –  Dimmi

Leone  - I l’hai scrivuje na poesìa .Ma  non mi oso…(Estrae dalla tasca un foglietto)

Susy  - Dai fammela leggere ( Gli prende il foglietto) Ma io non ci capisco niente,ma

            in che lingua scrivi ?

Leone  - An piemonteis,përchè chila a parla piemonteis

(Entrano  l’altra figlia Rosy  , anche lei in jeans e maglietta  seguito dal fidanzao Camillo in giacca e cravatta e capelli ben curati con riga da una parte)

Rosy  -     Salve ! Vedo che abbiamo ospiti !

Susy  -     Ciao , questo è il mio amico  Leone ! Gli insegno a ballare il pop

Camillo – ( parla con l’erre moscia) Leone ,che buffo nome ,Leone…

Leone –    E ti come të s-ciami ?

Camillo – Camillo Adalgiso Abelardo  Giorgetti … sono di famiglia nobile ,io

Leone –    Certo che anche ti come nom it ses cò  bin servì

Camillo – Come sarebbe a dire ? 

Rosy     – Lasciamo perdere ...Camillo è il mio nuovo boy-frend ,ci siamo conosciuti

                ieri sera e ci siamo subito fidanzati.Chissà papi come sarà contento quando

                verrà a saperlo !

Camillo – Bè,allora che si fa in questa magione  ?

Leone –   Magione ? E cò a sarìja ?

Camillo – Il villico non ha compreso …

Susy – Lui non è un villico e scrive anche poesie,se lo vuoi sapere,lui è un poeta!

Camillo – Ah,ah,ah…lui un poeta !? Hai sentito Rosy,questo omiciattolo

                sarebbe un poeta …(Avvicinadosi a Rosy recita alcuni versi di una poesia

                di Dante)  Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella

                altrui saluta ,che ogni lingua divien tremante muta …

Leone – ( Lo interrompe) Ma  it l’as scrivula ti ?

Camillo – Ah.ah.ah…no,un certo Dante Alighieri

Leone  - Lo conòsso nen!

Susy   - E invece Leone se le scrive da solo,dai fai sentire cos’hai scritto alla

             tua amata Olivia

Camillo – Olivia  ,che nome buffo !

Leone – (Rivolgendosi erroneamente a Susy che poi lo fa voltare dall’altra parte)

              Ti,Agatino o come diav che të s-ciami…Non offendere la mia Olivia !

Rosy    - Su,ora basta…piuttosto sentiamo il poeta

Leone  - Im vërgògno …(apre il foglietto) l’ho scritta un giorno che pioveva

Camillo – Chissà  che  meraviglia !

Susy –    Su,Leone ,fai sentire  come sei bravo ! Lui l’ha scritta in piemontese

              perché  è più spontanea,più vicino al suo animo  sensibile,lui è un naif..

Leone  - L’hai scrivùla ’n dì che a piuvija

Rosy    - L’hai già detto,vai avanti !

Camillo –Io mi seggo,per non svenire

Leone –Titolo –“ A pieuv”   (colpo di tosse) A pieuv …plin,plin,plin ,splash !

Camillo – Ma cos’è questo splash ?

Leone – A l’è la stissa pì gròssa,no !? A pieuv e la galin-a a fa l’euv …

Camillo – Orribile  !

Leone – Sta ciùto ,Camilo ,che it capissi gnente …( poi riprende a leggere)

             Che bel quandi a pieuv,ël sol a-i è nen,përchè ? Përchè a pieuv e la galin-a

              a fa l’euv…Plin,plin splah…The end…a l’è finija  !

Camillo –Come , è già finita ?

Leone –   Certo ,a l’ha finì ’d  pieuvi  !

(Entra Tòta Teresa con il fazzoletto in mano asciugandosi le lacrime)

Teresa  - Bela ,pròpe bela,mi ste poesie an fan piorè…Posso entrare ? (entra)

Susy  -   Entri,entri ,prego …

Leone –  Oh,madama Canapia,a l’è piasuije  la mia poesia ?

Teresa – Mi më s-ciamo nen madama Canapia,mi son tòta Teresa !

Leone –  Ch’a më scusa,ma me pari a la ciàma parej

Teresa – E tò pari a së sbaglia…Mi son intrà përchè l’hai vist tanta gent e alora i

               son dime …chissà  magari monsù Berto  a sta nen bin,magari a l’ha

                damanca  ëd quaicòsa …Ma monsù Berto a-i è nen ?

Susy –     No,è uscito…

Teresa  -  Am dispiass…ma sti fiolìn chi a son ?

Rosy    -  Questo è il mio boy frend (indica Camillo)

Camillo – Enchanté,madame  ( le fa il baciamano)

Rosy  –    Sa,lui è nobile

Leone –   Si a së s-ciama Camillo Giorgetto,Agatino e peui sai pì nen…

Teresa –   Oh,che bei nòm, ma ch’a më scusa…ma chiel a l’è andaita a l’isola dei

                famosi ?

Camillo – No,ma non è detto che non ci vada ,vede mio padre conosce il  gran

                 mondo,ha ville e cascine ,cavalli e mandrie  di mucche alpine !

Teresa –   E chiel ? (rivolta a Leone)

Leone –    No,me pare a l’ha doe vache  ,tre crave e un buch

Susy –      No,lui vuol dire che chatta su Face-book. Lei chatta signora Teresa ?

Teresa  -   No,mi ’d  chat ij n’hai nen,l’hai mach un can,ma a l’è vej

Rosy    –   No,Susy intendeva dire se lei naviga su Internet

Teresa –   No,mi navigo nen,cò i veuli, i l’hai la pression aota  e ’l mar an fa nen bin

Camillo – Lasciamo perdere  Rosellina  ,parlar col vulgo non mi diverte,andiamo

                 ( Si avvia all’uscita recitando un altro verso  di Dante) Amor che nullo 

                 amato amor perdona …

Rosy    – Si,andiamo,di a Papi che arrivo per cena  (Escono) Arrivederci  signora !

( Camillo uscendo fa l’inchino a tòta Teresa)

Teresa –  A l’ha fame l’inchin ,pròpe a mi,pròpe come ant’ël film Via col Vento !

Leone –  Mi collì am pias gnente !

Teresa-   Un vero gentiluomo …

Leone –  Për mi a l’è ‘n parpagnàco! Si,’n badòla ! 

Susy  -    Leone,ti prego,non dire parolacce !

(Entra Berto)

Berto  - Chi a l’è col badòla che a l’era ansema a Rosy  ?  Oh,salve Teresa,

             cò chila sì ? Sempre’n mes ai pé ,nèè ..

Susy  - Quello è il  suo nuovo boy-frend 

Berto  - Boy…cosa ?

Leone – A l’è un parpagnaco , a l’è ’n  boy ch’a l’ha frèid !

Berto – Oh,ciao Leone,cò ti am bele sì ? Tua mari coma a stà ?

Leone – Mia mari a sta bin a l’è me pari che a sta pà vaire bin

Berto – Come mai ?

Leone – A l’ha ciapàje da mia mari

Susy –   Bè,io vado a preparare  cena  (esce)

Teresa – Ma come mai na còsa parej…I son bele neira !

Leone – No,no a l’è me pare che a l’ha n’euj neir

Berto –  Lo savija…a van pà d’acòrdi coj doi lì

Leone – No,no,,quandi a ruso nen ,  a van d’acòrdi

Teresa – Si,però ste còse as fan nen,ma përchè tua mare,che a l’è na santa dòna,

               a l’ha butaje le man a adòss a tò pari ?

Leone – No,a l’ha pà butaje le man adòss…A l’ha ficaje na ramin-a ’n testa !

              Më pari a dis sempre che ’l prim ch’a bat a  l’ha sempre rason, parej

              a l’ha batù prima chila,si,ansoma a l’han avù na cita discussion

Berto – Còse ch’a capito tra òm e fomna

Teresa  -  A mi a capito nen

Berto –  Certo,chila a l’è pà sposà

Teresa - E gnanca i l’hai intension dë sposeme…

Leone – Scuseme na domanda…ma come mai tuti a diso ch’a veulo nen sposesse

              e peui  tuti a së sposo  ?

Berto –  Përchè quandi  un a l’è giovo a l’è beté,peui vers i quarant’ani un a diventa

              fòl ,mach vers i sessanta a diventa’n pòch pì  furb,ma òrmai a l’è tròp tard !

Teresa - Ah,certo che a-i mosta pròpe bin nè ai giovo chiel ! Brav ! Ades capìsso 

              përchè al dì d’ancheuj  i giovo a së sposo pì nen ! E ’l Papa a piora

Leone  - Ël Papa a piora ?

Teresa – Certo ,përchè i giovo a së sposo pì nen e alora a produvo  nen e’l mond

               a va la fin .A lo dis sempre  Don Pipeta  ’l parco ’d San Martin 

Berto –   Coma a sarìja a dì che a produvo pì nen ?

Teresa – Si,a fan pì nen ëd masnà,a- i compro già bele fait adès,e parej l’Italia

               a  va a ramengo !

Leone – Oh basta là,costa i l’avija mai sentula …alora a venta che in don-a da fé

              con  Olivia ,si a venta che i produva !

Berto –  Calma,gnun-e presse,che për  diventè balengo it l’as tuta la vita davanti !

Teresa – Mi i supòrto nen sti discors,im na vado …cerea a tuti …( si avvia verso

              la porta ,poi si ferma e torna indietro)

Berto  - Brava ,ch’a vada e ch’an saluta i sòi che mi  i saluto i mei !

Teresa  - Oh ! A-i è Agenore,’l postìn ,che a riva

Leone – Chi ? Speedy Gonzales ?

Teresa – Forse  a l’è mej che i resta si,as sa pà mai… nen për curiosità,né,che mi son

               nen curiosa…però chissà che notìssie  a-i  pòrta  Agenore !

Berto –   Ma a chila còsa a- j’interessa ?

Teresa – Mi,gnente,però se a-i porteissa quei bruta notissia,mi son si për consolelo!

Berto –   Mi l’hai damanca ’d gnun !

Leone -   Bin,mi i vado…Cerea monsù Berto …

( Si avvia verso la porta sbattendo contro una sedia e nel frattempo arriva Agenore,piuttosto claudicante,con berretto a visiera e borsa a tracolla.)

            Salve Agenore,sempre pì veloce ,eh ? ( Leone esce)

Agenore  - Salve Berto,cerea ma…ma..dama   Canapia ! ( Fa il giro attorno al tavolo               

 e poi  si  ferma Ha una camminata alquanto strana.E’ un po’ balbuziente)

Berto – Salve Agenore,t’ën pòrte ’d bon-e  neuve ?

Agenore – ( si siede) I l’hai …un..un..tele..telegramma për ti ,na còsa urgente,

             urgen… urgen…urgentissima !    

Berto –   E quandi a l’è rivà,stamatin ?

Agenore  - Na sman-a fa…Mach che i..i ..j’era dësmentiame..

Teresa  -  Parla pà come a funsion-o bin le pòste !

Berto    -  Na smana fa ? Alora it ses an pò  ’n ritard né ! E andova it l’as butalo?

Agenore – Speta un moment che i lo serco ( Vuota la borsa sul tavolo : lettere,

               cartoline,un pezzo di pane,una calza ecc…) Scuseme ’l disordin

Berto –    Ma a l’era urgente ?

Agenore – Urgentissimo !! ( E intanto rovescia le tasche,si toglie la giacca,poi

                le scarpe,ma  non lo trova )

Teresa – Ch’a preuva a guardè ant’ij caussèt !

Berto  - Ma chila còsa a fa ancora si,ch’a vada  !

Agenore – ( Si toglie le calze,in una c’è un grosso buco sa cui spunta il ditone..)

               A … a …a-i è nen…e…e…pura l’avija butalo sì…

               ( si toglie la camicia e compare la canottiera tutta bucherellata)

Teresa – Ammi,pòvra dòna,Agenore a fa le streep-tease..Mi i guardo nen(si volta)

Berto – Su,Agenore,tira fòra sto telegramma urgente !...Preuva a guardè

             ant’le braje

(Agenore si sfila i pantaloni e rimane con un paio di  mutandoni,si volta  e  mostra

una vistosa scritta  sul sedere “ C’E’ POSTA PER TE “ )

Teresa –   Scandalos,pròpe scandalos !

Agenore – A-i piaso le mie mu…mu…mudande,madama Canapia ?

                  Né che a son bele ?

Teresa  - ( Sdegnosa) Mi im ciamo nen madama Canapia,ma tòta Teresa !

Berto   - Sa ,Agenore,piantla lì  ’ d fè ’l fòl e tira fòra sto telegramma ,che a ven  neuit

( Agenore  si siede ,poi con un sorriso luminoso  alza il berretto e compare  

il telegramma)

Agenore – L’avìja butalo sota ’l capel për nen dësmentielo ! Adès im ricòrdo

Berto –( Apre il telegramma e legge tallonato da Tòta Teresa che cerca in tutti modi            

             di sbirciare lo scritto) A veul lèsslo chila ?

Teresa – No,no,mi im përmëtteria mai ! Ma cò a dis…cò a dis ?

Berto – Zia Matilde arriva  martedì  9 settembre con corriera.Prego provvedere!

             Ommi pòvr’òm ,ma ’l  9 dë stember  a l’era  ier…(E’ molto agitato)

Teresa – No a l’è doman..ansi doman a l’era ier

Berto – Alora a riva ancheuj, se doman a l’è ancheuj …Mi i capìsso pì gnente

             Lesti,  tuti fòra dij ciàp ! (Urla) Susy,Rosy ! presto !(sempre più agitato)

Teresa – Ma a l’è nen content dla sorprèisa ?              

Berto – Pròpe na bela sorprèisa ! I son pròpe content  che a-i riva cola bruta

             ciampòrgna ’d magna Matilde ! Cola là a l’è na disgrassia,che

             ògni vòlta che a ven  a pòrta la rivolussion …Ma a che ora a riva la corriera ?

Teresa  - Sai nen,mi l’hai mai piàla

Berto – Chila a sa mai gnente ! Si a venta butè tut a pòst,foma an prèssa che

             magna   Matilde a veul l’ordin,a l’è ’ncrosjà con i tedesch !

Teresa – Ma a ven a comandè a  cà nòstra ?

Berto –Verament a l’è cà mia ,e peui a mia  cà i comando mi  ,se a-i è nen chila!                  

  Òmmi,pòvr  òm,Rosy ,Susy ! Ma andova a son finì ste fije ???   Rosy,   

Susy ,fòrsa deve da fè ! ( Arriva anche Susy e tutti cercano di pulire,mettere

ordine creando solo confusione .Agenore ne approfitta per bere

 un bicchiere di vino)

              E ti Agenore cò it fas ? ( Gli dà una pacca sulla schiena e lui spruzza il vino

             che ha in bocca) It bèive ?

Agenore  - No,no,mi  i  butavo a pòst  la cròta …

Berto – Agenore ,cor, va  a vëddi se la corriera a l’è già rivà,fa mpressa !

             dësgàite ,bogia,va !

Agenore – I vado…corro più veloce del ve..ve..nto ! ( Esce in mutande

              con la sua andatura claudicante  in mezzo al caos  che gli altri fanno

              per la  grande agitazione   )

                       SIPARIO

ATTO  SECONDO

LA SCENA

La  stessa  del primo atto.Una stanza di casa Berto.Seduti vicino  al tavolo

su due sedie una di fronte all’altra,tòta Teresa e Leone . Teresa fa il gomitolo,

mentre Leone tiene la lana tra le due mani con le braccia aperte.

Leone –  Ma cò a veul fè con tuta costa lan-a  tòta Teresa ?

Teresa  - Un bel majon për monsù Berto ….ma fa tension..ten sù ste man che t’ën

               fas sbagliè !

Leone -   Ma a lo fa tut d’un color ?

Teresa – No,veuj fèilo tricolor ,ansi ..un melange…un color tipo bleu pom,a l’è tant

               modern. Mi guardo sempre i giornaj ’d mòda

Leone –  E còsa ch’a lèss ?

Teresa  - Famiglia Cristiana , a l’ha consigliamlo Don Pipeta,ël parco ’d San Martin,     

               tant  na brava përson-a ! E le prediche che a fa… ah, che prediche! Come a

               predica chiel a-i è gnun ch’a predica !

Leone – Si,però ogni tant a-j’ë  scapa ’n pò la frision,sì..a slitta,e as capiss pà tant

               l’òn che a dis 

Teresa – Si,a  l’è colpa dla dentera neuva…cioè..a l’è nen pròpe neuva.A l’han

               regalaila le suore dël convent,a son tant brave…Tre meis fa a l’è mortje

               la superiora,a l’avja pì ’d novant’ani, e alora le suore ch’a son tant

     caritatevoli a l’han gavaje la dentera che a l’era bele neuva e a l’han   

     regalajla a Don Pipeta per la sua festa. A l’è staita tant  content ! A l’avja

     mach pì da pioré…

Leone -   Ma a l’ha fa nen rangè ?

Teresa  - Ah për l’òn a-i è Pinòt ël sacrista,a-i pensa chiel,a l’è pratich,a  travjava

               a la Fiat

Leone – Ma cò a fasja ? A l’era ant’ël repart specialissà ’d micro-meccanica ?

Teresa – Si,a fasja ’l battilastra e adès a temp pers a rangia le dentere..ma ,ten su

               ste man !

Leone –  Ma mi i son già stufi,a lè n’ora che i son sì e Susy a riva nen,da sì an

               pòch mi i vado

Teresa  - Bogia nen da lì ! Da sì’pòch a dovrìjo rivè.A son andaita a spetè la

               corriera. La zia che a dovìja rivè ier,però  a l’ha spetavo për doman,che a   

               sarija ier ,cioè, ancheuj che a sarìja doman…ansoma,a l’è nen rivà.

Leone – L’hai nen capì da bin…

Teresa – Certo che vojautri giovo  i seve ’n po’ ancutì …Comunque  son

               tuti ’n agitassion ,alora mi i son mnùita  a guardè la cà,përchè a l’han 

              dime che a podrìja rivè  da ’n moment a l’autr !

Leone – Si,ma mi i spetavo Susy  përchè  a deuv mostème a dovrè ’l computer

               e  anche ’n po’ d’ingleis …Chila a lo conòss l’ingleis ?

Teresa  - Si,mi i lo subio ! Lassa mach perdi. Che doi meis fà  i l’hai comprà

              col afè lì,coma a së s-ciama…ël  der..der..toner…demoder…

Leone – Decoder !

Teresa – Ecco ,cola ròba lì.Monsù Antenna ,col dël negòssi che a l’ha vendumlo

               a l’ha dime che a l’era facil da piassé ! Altrochè facil !  L’hai traficà doi

dì e i  vedija pì gnente,peui a l’era tut scrit an ingleis,fortun-a  a veul che fòra

              a j’ero j’operai dël municipio për le fognature e  alora a l’han giutame lor

Leone  - E a l’han butajlo a pòst ?

Teresa – Pèss che prima ,a s setija  mach pì parlé  tedesch !Alora l’hai ciamà

               Flipòt ’l gomista

Leone – Ma as n’antend ?

Teresa  - Gnente ! Cò it veuli ,a fòrsa ’d piè la pression a le gome a l’è mnuje

               la depression…

Leone – A chi ? A Flipòt ?

Teresa -  Si,a l’è giù ’còrda  e a l’ha përdù ’l travaj e alora a fa un pò ’d tut .A l’ha

    butame a pòst  ël deconder…sì,cola ròba lì  e a l’avija

              quasi risolvù  ’l problema

Leone – E as vëdìja bin ?

Teresa  - Vëdìja  tuti i progranma cinèis…j’autri,gnente !  Bej,né,bin fait ,mach

               che i capija nen tant a parlè

Leone – Ma a podìja nen ciamè ’n tecnich ?

Teresa – L’hai pro ciamàlo,a l’ha piàme 120 euro e peui vedìja tut a quadratìn !

              Parleme pì nen dël decoder ! Adès a la seira i vado a vëddi la television

              da la mia amisa Adalgisa. As ved bìn,mi am piaso tant i program cultural

              come l’Isola dei famosi.A l’ha mach an cit difet ël sò televisor..

Leone – Che difèt ?

Tersa –  Le  imagini as vëddo a l’incontrari…Quandi i seurto da lì,sai pà

              përchè , i l’hai sempre ’l torcicollo ! Na mal al còl ,na mal al còl …

Leone – Eh a l’è ’l progrès,le novità a venta pagheje

(Entra Gusto con  un piede  piede vistosamente fasciato e cammina con la canna )

Gusto -  A l’è përmes ?

Teresa – ( Che le volge le spalle ) Chi a l’è ?

Gusto – (entrando) A-i è nen ël padron ?

Teresa  - (Posa il gomitolo e si alza) Oh,monsù Gusto ,che piasì …ma a l’è

             fasse mal al pè ? Ch’a intra,ch’a ven-a avanti

Gusto – Ël padron a-i è nen ?

Teresa – No,ma a duvrìja nen tardé …ma che as seta…Leone,daje na cadrega

               ( Leone porge la sedia con il gomitolo sopra) Ecco che as seta

               (e mentre Gusto sta per sedersi,Teresa se ne avvede ) No,nen cola cadrega,           

               pija  l’autra ! (Leone cambia sedia così Gusto  che stava per sedersi

               ruzzola per terra)

Gusto – Ahi,ahi ,ah !!!

Teresa – A l’è fasse mal ?

Gusto  - No,no,gnente,ma i stasìja mej prima ! Giuteme a tireme sù…

             ( I due lo aiutano  tirandolo per le braccia e lo fanno sedere)

Teresa –  A deuv scusélo,ma sto fiolìn a i ved pà tant e peui l’è giovo…E ti

               Leone pija ancora na cadrega,parej monsù Gusto a peul posè ’l pé

Giusto – No,no che a lassa perdi,che i m’arangio da sol

Teresa – Ch’a as preòccupa nen ,che noi i soma sì për deje na man..Su ,Leone,        

                pòrta sì la cadrega e chel che a pògia pura ’l pé,fòrsa !

                ( Gusto è seduto,Leone porta un’altra sedia e poi gli solleva la gamba per

                fargliela appoggiare sull’altra sedia. Ma a quel punto trilla il suo    

               TELEFONINO)

Leone  -  ( Lascia cadere la gamba di Gusto) Ël me telefòno ! Scuséme ,Pronto..!!

Gusto  - Ahi,ahi,ah…disgrassià,ma i veuli feme meuire !

Teresa – (rivolto a Leone) Ma cò it fas  ? Ch’a scusa tant,a l’ha nen falo a pòsta!

Gusto – Ahi,ahia.. E ,a-i mancherìja ancora che a lo fèissa a pòsta !!! Ahi…

 Leone – (Chiude il telefonino) A l’han nen trovala,la zia, a l’è nen rivà             

Teresa – A l’han torna sbaglià la data…Ma chiel monsù Gusto a veul beive 

               quaicòsa ?

Gusto – E magari un biceròt ëd barbera

Teresa – Leone,pija col bicer che a-i è sla fënestra e daje na polidà,përchè Berto a

               deuv avej butà la meisin-a për i rat

Gusto – No,no,ch’a lassa perdi,a l’è passame  la sej ..n’autra vòlta,sensa compliment !

Teresa – Ma che a disa ’n po’,còsa a l’è  capitaje ?

Gusto – I j’era a Turìn, tre di fa… e i dovija traversè ’l cors,un trafich

              dla madòna…speto,peui fasso un pas,peui torno ’ndarera,ansoma dòp

              mes’ora  ij’era ancora lì…’l semaforo a l’era dëstìss…alora im decido,

              traverso…na macchina a l’ha piame sota,mi son rubatà e col che a l’ha

              investime a fren-a ’d colp a tira giù’finestrin e an crija:

            “ E cha fassa tension !! ”  E mi “ Përchè,ades… a fa cò retromarcia ?”

Teresa -  Che maleducà ! Pòvr monsù Gusto,ma col che a l’ha piàlo sota a l’ha

              peui fala la retromarcia ?

Gusto – No,për fortun-a  a l’è scapà ! Peui a l’han portame a l’ospidal,l’hai ’l pé  rot

Teresa – Che fortun-a !

Gusto –  Come ,che fortun-a?

Teresa – Scapìss,chel a l’è staita bin fortunà,përchè  chiel vaire pé che a l’ha ?

Gusto – ( si guarda  i piedi) Doi ? Ma.. a më s-mia…

Teresa -  Doi,dunque a l’è staita fortunà,përchè che a pensa ’pò  se a l’aveijssa

               s-ciapàsse la testa !

Leone -  Vist ch’a rivo nen mi i vado ! Cerea (rivolta a Gusto) A veul che j’i spòsta la

     cadrega ?

Gusto – No,no,tucà nen la cadrega !

(ENTRA ZIA  MATILDE  una signora di mezza età,veste in modo stravagante,

decisa ed autoritaria. Buffo cappellino,borsa e  valigia )

Matilde  - Bondì a tuti,mi i son zia Matilde,piasì …(tende la mano a Leone

                 lasciandogli cadere sul piede la valigia)

Leone – Ahi !! ( Saltella tenedosi il piede in mano)

Matilde  - Nen tante stòrie,né ,che mi i l’hai nen falo a pòsta !

Leone – Si,ma còsa a l’ha ’nt’la valis, un negòsssi ’d  feramenta ?

Matilde – (decisa) L’òn che l’hai ant’la valis a-i j’interessa nen,me car giovinòt!

                 Ma Berto a-j’è nen ?

Teresa – No,Berto a l’è andàita a spetè la corriera,a saran ancora là che a la speto !

Matilde – E bin,mi si son zia Matilde,son parent con Berto da la part dla nòna,

                che a sarìja staita la sorela dël pari del cusìn dël barba dël novod  dla mari

      ’d  me  nòno… Se i më sbaglio nen…còsa i veuli,a l’è na  parentela           

      ’n pò  barvantan-a . Comunque  i son spiegame ?

Teresa –  Si,cioè no…si ..l’hai nen capì tant da bìn l’ultima paròla…

Matilde – A veul che i lo ripeta ?

Teresa –   No,no,grassie.. 

Leone -    Alora mi i vado ad avisèje ! Cerea.( Esce sbattendo contro la porta)

Matilde - A më s-mia che col fiolìn a sia ’n po’  bòrgno !

Teresa -    A s-ciàira  nen tant bìn…piasi ( tende la mano) mi i son Teresa,

                 la  sua visin-a ’d cà

Matilde – A mi le visin-e ’d cà am  piaso gnente ,përchè a son mach bon-e a fichè

               ’l nas ant’ij afè  d’ij autri !

Teresa –   Ah,mi i son nen ël tipo ! Ma , nen për savej i sòj afè,ma chila …

       a l’è sposà ?

Matilde –  Ch’a më scusa ,ma a chila cò a- i na frega ? ( poi rivolto a Gusto che

                 ha il piede sulla sedia) E chel monsù ch’a ten-a giù i pé,maleducà !

                 ( gli sbatte giù  il piede dalla sedia e Gusto urla)

Gusto –    Ahi,ahi,ah !!!  Ma chila a veul rovineme  ,ahi !! Che dolor,che dolor !

Matilde – Ch’a më  scusa,ma mi i sopòrto nen i  maleducà !

Teresa –   Ma nò, monsù Gusto a l’è nen maleducà,a l’ha mal a l pè,përché a l’è

                 finì sota na macchina

Matilde –  Malissimo ! Mai finì sota le macchine…a pòrta  scarògna !

                  Ch’a slo ricòrda,me car monsù !

Gusto -  ( salterellando su una gamba sola ed appogiandosi alla canna s’avvia verso

                la porta) Grassie,madama,për ’l consej,na faraj tesòr…

Matilde – Comunque a peul disse fortunà për doi motiv : primo,përché a l’ha

       investilo na macchina  e nen un camion.Ch’a pensa ’n pò se a l’aveissa

                 investilo un Tir ò ’n trator ò un caterpiller ,tant për dì .Chiel a l’è nà sota

                 na bon-a steila,che a ringrassia che ’l destìn a l’è staita generos con chiel .

                 Purtròp la gent a l’è mai contenta …

Teresa –   Sòn a l’è vera

Matilde –  Chila ch’a stun-a ciùto quandi a parla ,che mi i l’hai pà ancora finì

                 ’d parlè con ël monsù…Dunque ,second  motiv dla sua fortuna a son le

                  mie man …sensitive…a eman-o  calor , a scaodo e a guarissso !

                  Le mie man a son doi radar e a penetro come doi laser !   E peui son

                  anche veggente ,cartomante,pranoterapista

Gusto –     E bin, alora se a l’è tut sòn mi i la saluto,ch’a më staga bin  e che an saluta

                  Berto quandi a riva,che mi për ancheuj i n’a-i bele basta ! Arvëdse !

                  (ESCE )

Matilde  -  Ingrato ! A sa nen  l’òn che a l’è përdusse sto fieul…Bin ,ch’an disa

                  andova a l’è la mia stansia ( Si riprende la valigia)

Teresa –    Ma mi savrìja nen…ma se a speta un moment a-i rivo le fije e…Ch’a

                  senta…ma chila a l’è pròpe  tut l’òn…cioè veggente ,pranoterapista ?

Matilde –  Certament ,i l’hai anche ’n diploma con la curnìs e la firma ’d Vanna

                  Marchi,nen për vanteme ,ma…

Teresa  -    Alora a podrìja risòlvi ’l me problema

Matilde  -  Ch’as seta e ch’a disa ,come a fussa ‘n tël  confessional ,che mi i son na

                  tomba,deontologia professionale…( Le due donne si seggono)

Teresa    -  Ecco..mi…sai nen come dijlo..ecco..mi i son ’n pòch annamorà !

Matilde  -  A pija la pillola del giorno prima o del giorno dopo?

Teresa –    Quai vòlta na pastiglia  për mal  testa

Matilde –  Ma cò a l’ha capì…chila quandi a fa sesso ,a pija le precaussion ?

Teresa –    Che sesso!?  Ël me a l’è n’amor  romantich…chiel a lo sa nen …ma mi

                  sovent  i lo seugno

Matlde  -   Bin, e col ch’a l’è ’l seugn pì ricorent ?

Teresa  -    Bè ,a l’è ’n po’  strano….ecco…mi e chiel i coroma ’n mes a le fior del

                  camposanto…che bel..i coroma ..i coroma finchè chiel a sparìss, e mi i

                  lo vëddo pì nen…

Matilde –   E bin,andova a l’è finì sò principe azzurro ?

Teresa –    A l’è finì ’ndrinta a na tomba …spiacicasse come ’n babiàss !              

Matilde-    Basta parej,l’hai già capì tut,chila  a l’è annamorà…a lo savija ?

Teresa -     Ma…verament…i l’hai dijlo mi…

Matilde –  Appunto, mi i son na veggente  e  i l’hai andovinà…chila sto seugn a

                  dovrà conteijlo al sò amante…sì al sò spasimante …

Teresa –    Ma che amante,che spasimante ! L’unica vòlta che i soma surtì

                  ansema  a la portàme al cinèma  a vëddi Bernardette …peui

Matilde –   L’hai capì tut…lì a lë scur chiel a l’ha slungà le man …

Teresa –    Si,ma a l’ha cominsà a carëssè ’l ragiònier Bertoletto ,che a l’era setà

                  davzìn a mi  e a l’è ciapàsse dlë sporcacion !   Ma a l’avija pà falo apòsta,

                  a vorija carëssé le mie man,doe farfalin-e…

Matilde –   E peui ?

Teresa -     Peui a l’ha ciamàje scusa e ’l ragioniere a l’è andàsn-e  ofèìss…tuti an

                  guardavo…na figura!  E i  soma restà soj lassù ’n galeria …e lì …

Matilde –   E lì..avete consumato !

Teresa  -    Che consumato !? A l’è  ’ndurmìsse come ’n gamel , a l’ha ronfà

        për tuta la durata dël film

Matilde –   Benissim ! Mi i son na sensitiva,l’hai già capì tut. Chila a veul conquistè

                  ël gamel…oh,pardòn…ël principe azzurro ?

Teresa –        Am piaserìja tant !

Matilde – Alora che am pòrta am paira ’d mudande ’d col badòla e che a-i fica am

                mes 50 euro,magari anche 80 e a vëdrà che col fafiochè a rubaterà

                ai sòj pé come ’n prus,ansi come ’n cachi  madur !

Teresa – A dis ? Che bel, alora peus sperè …ma se ’nvece dle mudande i portèissa

              ’n caussèt,un fasoletìn,na crovata…

Matilde – No,le mudande ! E ch’a sijo nen neuve ,mej se ’n pò  fruste  e con

                i boton ! E adès largo,che i vado a campéme sël let ,che i n’hai

                bele a basta ! ( si riprende la valigia)

(Entrano Rosy , Susy e Camillo che tiene in mano un piccolo mazzo di fiori )

Rosy      -  Zia Matilde ! Che piacere rivederti !

Matilde – Rosy ,Susy,nipotine mie ,che piasì…feve ambrassé ! ( le abbraccia

                lasciando  cadere la valigia sui piede di Camillo che urla )

Camillo – Per dirinirdinndina !  Ahi,che dolor,ahimè il mio pié ! ( saltella

       zoppicando)

Matilde  - Oh,ch’a më scusa,l’hai faje mal ?

Rosy   -    No,non è niente ,non ti preoccupare zia…Lui è il mio boy-frend,

       si chiama  Camillo

Camillo –(Porgendo i fiori a Matlde) Mia nobile dama,voglia lei accettare i miei

      umili omaggi floreali,còlti nella serra del mio cuor e custoditi con

      amor onde  ossequiare la sua grazia e la sua  beltade!

     ( Le fa il baciamano)

Matilde – Ma cossìì a l’è fòl ? Scuseme ,i son comòssa . Comunque grassie,

                 i porterai sla tomba dël me pòver Casimiro,mòrto per aver compiuto

                 il suo dovere

Teresa    -A l’è mòrt an guera ? A l’era ufissial ?

Matilde – No… pompista ! A l’è campàsse ant’ël lach për salvè na vita uman-a .         

                L’è mòrt,përchè a l’era dësmentiàsse ch’a savija nen nové !

Teresa -  (Si asciuga le lacrime) Mi ste stòrie an commuòvo,scuseme,

                 i vado a serchè ’n paira ’d mudande con i boton…  Cerea a tuti (Esce)

Matilde  - Ch’a sijo nen neuve,’m racomando ! (Poi rivolta alle nipotine)

                 Care,care le mie nipotine …ma come ’stevi ? Steve bin ? E col

                gasépio ’d Berto,il vostro illustre genitore ,come sta ? 

Susy  -     Bene,zia..ma è sempre nervoso …

Matilde  - Nervos ?

Rosy    -   Da quando è in cassa integrazione è intrattabile…Noi  abbiamo cercato

                di aiutarlo,ma…

Matilde  - E còsa i l’eve fait për giutèlo ?

Susy  -      Niente…cioè abbiamo cercato su Internet   diversi rimedi,ma

                 è stato tutto inutile

Camillo – Io, dall’alto della mia intelligenza e conoscenza delle umane cose

                 ho suggerito loro un rimedio atavico

Matilde – E col che a sarija ?

Camillo – Camomilla al mattino camomilla a mezzodì,camomilla sul far della sera

                 Come suggeriva l’ adorata genitrice della mia genitrice

Matilde – Ch’a sarìja tua nòna ! E alora dis nòna,nen genitrice…comunque qui

                non c’è  tempo da perdere

Rosy      - Abbiam provato anche col bromuro,doppia ,tripla razione,ma niente !

Matilde – Gnanca con ël bromuro ?

Rosy    -    Anche perché si è  sempre rifiutato di prenderlo !

Matilde – Ah,certo che a l’ha faje bìn ! Non c’è tempo da perdere ,sì a venta fé

                quaicòsa !

Rosy      - Già,ma cosa ?

Susy    -   Cosa potremmo fare zia ?

Camillo – Io nella mia mente ho chiara la strada  percorribile del “de cuius”

Rosy   –   Ma Camillo,mio padre non è ancora morto !

Camillo – Dicevo così per dire (Ride) Ah,ah,ah ..come sono spiritoso!

Matilde – Pì che spiritos i dirìja …balengo !

Rosy    –   Ma zia,è il mio boy -frend

Matilde – Si,ma se un a l’è fòl a resta sempre fòl,anche se a l’è un boy col fren !

Susy  -    Allora zia,cosa dobbiamo fare ?

Camillo – Su,zietta cara,illuminaci d’immenso !

Matilde – Mi cussì an fa ven-i le bije quadre …

Susy  -     Come hai detto,zia ?

Matilde – Che cossì an fa ven-e l’orticaria…Ma  Rosy ,andova it ses andàlo a piè,

                 al mercàto delle  pulci   ’d  Borgo d’Ale ?

Rosy  –    No,il nòstro è stato un amore a prima vista

Camillo – Si,io l’ammirommi e la seguii …era  sera ,il buio della notte

       incombeva sui nostri passi ,il fato così avea scritto …

Rosy  –    Si,zia ,per farla breve era buio,lui mi seguiva

Susy -       Nel buio  non ha visto il palo della luce e ha  sbattuto  la testa contro !

Rosy    -    Si,due giorni d’ospedale

Matilde – Ansoma,a l’ha batù na cranià contra ’l pal dla luce             

Camillo – E vidi tante stelle in ciel …e fu così che ci conobbimo ..

Matilde – Mi l’avja  capì subit che cossì a l’è nen tant furb… Comunque bando alle

      ciance,diamoci da fare!

Rosy  –    Si,ma cosa dobbiamo fare ?

Camillo – Aita,aita …o numi  della mia intellighenzia ,soccorrete queste pie donne

                 che il fato è loro  avverso !

Matilde – Ma così a l’è ò a lo fa ? No,no..a l’è ..Basta,lasème pensè,voi sapete

                che io sono una sensitiva,pranoterapista ed anche veggente

Susy    -   Davvero,zia ?

Matilde – Certo,con tanto di diploma alla scuola Elettra diretta dal divino Otelma

Rosy    -   Ma allora conosci il futuro,leggi le carte,la sfera 

Matilde – No,le mudande ! E’ na nuova specialità del mago Otelma,a l’ha

                 mostrame  tut ! Porteme ’n paira ’d mudande di vostro padre,

                 risolverò la questione.

Camillo – Mutande ? Questa è buona…ah..ah..ah…(ride)

Matilde – A-i è pòch da rije,pëché ti tij bute nen le mudande ?

Susy   -     No,lui mette le culotte !

Rosy   -     Stupida ! Parla così per gelosia …

Matilde -  Su,non litigate  che via ’n  gasèpio a-i na riva n’autr…Pitòst feme

                 vëddi la mia stansia ( prende la valigia) Andoma !(Si avvia,poi

                 di colpo si ferma)  Alt ! (Lascia cadere la valigia sul piede di Camillo

                 che la seguiva)

Camillo – Per dirindirindindina ! Ahi,il mio piede (Saltella)

Rosy   –    Camillo,non dire parolacce !

Matilde  - Scusme,Camilo,se incontri  Berto e disije  nen che mi i son rivà,

                 veuij feje na sorprèisa ! ( esce con le due ragazze)

Camillo – (rimane solo zoppicando) Ahi,ma zia Matilde che cos’ha in quella valigia ,

                 parmi aver udito rumor di ferraglia…ahi-..ahi..

(Entra Berto seguito da Gusto che zoppica col piede vistosamente fasciato)

Berto  - Ven avanti Gusto,va pian  ,fa tension  a lë scalìn …(poi vedendo Camillo)

              Oh,e cossì da ’dova  riva  ?

Camillo – Mio austero vegliardo..io ebbi nome Camillo Adalgiso Abelardo Giorgetti,

                 io le rendo   onore ,oh mio dotto inquisitore (fa un mezzo inchino)

Berto  -   Ti, Gusto,it lo conòssi ti Adalgiso ?

Gusto –   Mai vistlo e mai conossulo

Berto  -   Ma tu ..lei..voi..si,ansoma,come it dise che  ti cognomi ?

Camillo  -  Camillo Adalgiso Abelardo Giorgetti della nobile famiglia degli Abelardi

Gusto – Mi cossì an covinch gnente ..sai nen përchè ..

Berto – Ch’a më scusa monsù Camilo ,ma chiel a vend le cassaròle ?                

Camillo – Non capisco il nesso logico della sua cortese interpellanza

Gusto – Cossì a parla già tròp dificil për mi

Berto – Me car monsù,scusi se la mia ignoranza non è pari alla sua ,ma ripeto

             la domanda…ma chiel a vend  cassaròle,piat ò a vend i materàss,përchè

             mi na facia da fòl come la sua i l’hai già vistla ’n television ch’a vendija  

             quaicòsa,ma sai pì nen còsa…Cò it na dise Gusto ?

Gusto – Mi diso gnente përchè  dòp che i l’hai butà ’l decoder e vëddo ’n tubo  !

Camillo – Mi scusi,o mio dotto vegliardo, ambasciator non porta pena

                ed io son qui per portarle la dolce novella

Berto –   La dolce novella ? E cola ch’a sarja ?

Camillo – Ecco , la zia Matilde arrivata oggi nelle prime ore del meriggio,mi ha detto 

       di comunicarle che io non l’ho vista e lei non è arrivata perché vuole

       farle una sorpresa.Ciò detto io me ne vò per altri lidi…Perciò voglia

       gradire  i miei omaggi .(Fa un piccolo inchino e indietreggiando pesta  il

       piede a Gusto che urla)

Gusto –    Ahi…ahi.ahi…ch’a fassa tension !

Camillo – Porgo le mie umili  scuse e m’en vò .Addio (Esce)

Berto   -   Ma, pròpe vera  che il mondo è bello perchè è vario,coma a dis ël proverbi

Gusto –    Eh, si…a  diso che la vita  a l’è ’n  valzer…

Berto –     Già,ma se a mi am pias ël tango,i son fregà !

Gusto  -    Sent,lassa  perdi  che tanti it deuve meuire

Berto   -   Già,perché ti nò ?

Gusto  -    Gnun-e  presse ! Sa,parloma dj nòstri afè ! Si ij soma nen,përchè le siole

                 che it l’as mandame  a son nen ëd mësura ,as vendo nen! E i cussòt,tuti

                 stòrt,a venta drisseje  second   i nuovi canoni europei,come le caròte

Berto –     Cò le  caròte ?

Gusto  -    Certo,se nò i nòstri parlamentari an Europa cò a-i stan  a fé ?

Berto –     It l’has rason ,ma le caròte come a deuvo esse alora ?

Gusto  -    Le caròte a deuvo esse giaone,ma nen tròp,tra ’l verd e ’l ross bleu pom,

                 a deuvo esse  con la punta girà vers la Mole Antonelliana,it l’has capì ?

Berto –     Si a l’han complican-e tut ! A l’è impossibil andè avanti parej

Gusto -    Coste a son le direttive . It l’as vorsù andé ’n Europa, e alora pedala  !

Berto  -   Mi verament  i l’hai pà vorsù gnente,anche dl’euro  i n’avrija fan-e  

               volenté a meno !

Gusto -   Përchè it ses ignorant,ti it capìssi nen ël progress. Le banche europee a

               a son la nòstra furtun-a.  Ti vaire it l’has ’n banca ?

Berto –   Gnente !

Gusto –  Ecco,it  vëddi,se a-i fussa nen  l’euro ti  it  n’ avrij ancora ’d meno !

Berto  -  Alora i son pròpe fortunà !  Come con le galin-e

Gusto –  Cò a intro le galin-e

Berto  -  Già, i l’hai pà contatlo ? Tre smane fa a l’è rivaje un dl’igiene,da Turìn,

               e a l’ha dime …” Cosa mangiano le sue galline? “ E mi ,a mangio ’d melia..

               “Basta così’,son 50 euro di multa,son le nuove direttive europee” Mi i l’hai

               pagà,scapìsss,cò i podija fè ? La  sman-a dòp as na riva torna “ Cosa         

               mangiano   le sue galline” E mi …i dago un pò ’d mangim..” Alt,basta

               così,60 euro di multa ! E mi ciùto  i l’hai pagà .Ier as na riva torna.

              “ E cosa mangiano le sue galline ? “

 Gusto – E ti ?

 Berto  - Mi ,i l’avija già pròpe le “ cosiddette” ’n giòstra,i l’hai dije “ I sai nen”

              “ Come non  lo sa ?” …”I lo sai nen ,përchè mi  tute le matìn ij don 50

               centesim a tute, e ogni galin-a a va a compresse l’òn ch’a veul …”L’è

               andasne,pì nen vistlo.        

Gusto  - It l’has fait bìn…oh,ecco Agenore ch’a riva …

( Arriva Agenore sempre con il suo passo claudicante )

Agenore – Bondì a tuti…l’hai na car…car…tolina për Berto

Berto    - Sa ,ven avanti,sette si,beiv an bicer ,përchè it saras strach a girè

               in bici tut ël dì

Agenore – Che bici ! A pé…

Gusto   -  Ma it l’has pì nen la bici ?

Agenore  - A l’ha se….se…se..sequestramëla ’l vigil neuv,col brut parpagnàco!

Berto –    Ma conta…come a l’è capità ?

Agenore  - Doi dì fa…A l’era ’l prim dì ch’a fassja ser..ser..vissi …A l’ha fërmame

             e a ..a.. a  l’ha dime …Lei …do..dov’  è  che  va  ?

Gusto  - Berto,daje ’n pò ’d vin,che a-i  jë  scapa la frission ..

(Berto   gli versa da bere e Agenore  si siede e beve)

Agenore – Parej a va mej

Berto – E alora conta ,coma a l’è andaita ?

Agenore – Mi i portava la pòsta…col  badòla a l’ha fërmame e a l’ha dime,

   documenti !  Ehi,ma a funsion-a, a më slitta pì nen la frission ! Veuida,veuida

Gusto – Berto,faje ’l pien ’d  bensin-a,veuida ..che la còsa a funsion-a!

              ( Berto gli versa da bere e Agenore beve)

Berto – Si,ma va avanti  ch’a ven neuit !

Agenore – Altolà, lei è in contravvenzione  ..Oh,basta là,e përchè ij rispondo …

               Perché la sua bici non ha il fanale,inoltre non ha la targa,poi è senza freni e

               come fa a frenare quando de…de…de…ve ..fre..fre..nare ?

Gusto  - Berto,veuida ch’a ji scapa torna la frission (Agenore beve)

Berto -  Si,ma cossì a l’è na spugna !

Agenore – ( si pulisce la bocca con le mani ) A va mej…” Io ci freno coi piedi” I

                  l’hai dije,campo giù i piedi per terra e raschio finchè mi fermo “ e

                 chiel  an dis :

    “ Lei c’è l’ha il carter infrangente ?” Mai savù còsa a sia”  “ E poi,a l’ha

              dime : “ Ci devo raddoppiare  la multa,perché non ci ha neanche

              il cam…il cam…cam ..( Berto gli versa subito da bere e Agenore beve)

              il campanello ! E adesso come la mettiamo ?  Risponda,come la mettiamo ?

Berto –  E ti còsa it l’has risponduje ?

Agenore – Ah,ch’a guarda  ch’a la pògia contra la muraja përchè a l’ha gnanca

            ël cavalèt !

Gusto – Brav ,Agenore ,it ses piasùme,a l’è parej che as rispond

Agenore – Si ,però chiel a l’ha requisime la bici e mi i son a pè…

Berto    -  Sta tranquil che i parleroma noi al sindich ! Ma e la cartolin-a ?

Agenore – Ah,stavolta i sai ’ndova che i l’hai butala …(Si toglie il cappello ,

               compare la cartolina che consegna a Berto) Ecco,a l’è sì,ciàpa !

Berto – (legge) Ma costa a l’è pà mia,a l’è për ti..a l’è indirissà a Agenore  Tramùla

              via dei Baciàssi  1 ...  Borgo d’Ale …Ma a l’è për ti,firmato Agenore..ma i të

              scrivi da sol ?

Agenore –Son sol , a-i è gnun ch’a me scriv, tuti a ricevo e mi no ,alora…

Berto –  (Legge la cartolina) Ciao Agenore,come stai ? Io sto bene così spero di te  

              Ciao,con  tanto  affetto  il tuo amico Agenore

Agenore – Mi im  veuj bin da sol…

Berto – Ma it sas che it ses pròpe dròlo ! Ma,beivoma na vòlta e speroma

              che cola bruta ciampòrgna ’d Matilde a sia ancora nen rivà ..

(Improvvisamente esce dalla stanza la zia Matilde )

Matilde  - Sòrpresa ! La bruta ciampòrgna a l’è sì !

Berto  -   Ma mi i schersava …Che bela sorprèsia ,Matilde,come a va ?

Matilde – (Lo abbraccia) Berto, it ses content ?

Berto  -  Felice ! I son content come na Pasqua ! E it  fërmeràs am pèss ?

Agenore -No,përchè dòpo doi dì l’òspite a spùssa !

Matilde – Ma a chiel chi a l’ha dijlo ?

Agenore  - Berto !

Matilde  - La gentilëssa ‘n përson-a ! ( poi rivolto a Gusto) Ma mi col monsù si

                 i lo conòsso

Gusto  - Si,i soma già conòsusse  prima…a l’ha campame la valis sij pè !

Matilde – Ma se a l’è mach për l’òn provëddo subit…ij  ciàmo scusa  e

                ij dago ’n basìn ! (Gusto  è seduto,la zia si china per baciarlo e Gusto si

                mette a urlare ) Ma cò a crija che i l’hai ancora gnanca basàlo !

Gusto   - Ël pé..ël pè …a l’è montame dzora ’l pè …ahi..ahi…!!

(Escono dalla stanza di  corsa Giusy e Susy)

Rosy   - Ma che succede ?

Matilde  - A l’è sto gasèpio,ch’a crija për gnente !

Gusto – Ma che gasepio,chila an  ruvin-a , a veul vëdme mòrt !

Susy  -   Signor Gasepio,come si permette di parlare così a nostra zia !?

Matilde - Che spussa !   Ma i senti nen la spùssa ?

Rosy  – Io la sento zia

Susy  - Anch’io …

Berto – Ma che spussa !? A l’è Agenore che a le gavasse na scarpa           

Agenore  - ( che da seduto si era tolta una scarpa sventola un’altra cartolina)

            A l’è sì, i l’hai trovala ! Costa a l’è për ti,Berto ! (gliela consegna)

Berto  - (Annusa,poi si fa aria con la cartolina per cacciare la puzza,poi legge)

Matilde – Ma chiel a l’avija gnun d’autri pòst da butéla ?

Agenore – A l’era për nen dësmentièla !

Berto  - Ma costa a l’è ’d barba Casimiro che a në scriv da Oropa.Saluti Casimiro !

Matilde – Casimiro ? Me òmo…(Afferra la cartolina) A l’è chiel !

Susy – Ma zio Casimiro  non è morto un anno fa ?

Rosy  – E come ha fatto ad arrivare adesso,è un po’ in ritardo…

Berto – Eh,ciàmmie ad Agenore

Agenore – Eh,scuseme , ij’era dësmentiame…L’avija butàla ant’le scarpe ses meis

            fa,quandi i son lavàme  per le pulissie ’d Pasqua

Susy  - Ma da allora non si è più lavato ?

Agenore – Mi,no,mi…mi..i son pà…spòrch! Mach coj che a son spò…spò..

             spòrch  che as  lavo  !

Gusto  - Giust,chiel a l’è pulid

Matilde  - Si,a l’è pròpe la firma ’d me Casimiro,si,si,la cartolin-a  a  l’è sua…

              òmmi  pòvra dòna ,im sento manchè..( si siede)

Berto  - Largo,largo,fèje aria  ( Agenore gli fa aria con il suo cappello) No,no

             ti stà distant che it  l’asfìssie !

Matilde – A l’è chiel,a l’è Casimiro che an ciàma da la tomba…i lo vëddo,si

             a ven a pième,si…Casimiro i ven-no con ti ..

Gusto – Ma cò a dis …a- i gira a costa sì …

Susy –   E’ una sensitiva,lei parla con i mòrti…

Matilde – No,Casimiro,it vëddo,it ses pròpe ti (Indica col braccio Gusto  che si

               spaventa . Poi si alza di scatto) A l’è lì ! (urla) A l’è là ! Casimiro!!

               Si,Casimiro pijme, ch’a l’è n’ani  che i foma pi nen “Ciopa,ciopa ! “

Gusto – Ma costa sì a l’è pà a pòst …(Indietreggia mentre Matilde gli va incontro)

Matilde  - ( Agguanta Gusto,lo abbraccia forte) Si,Casimiro it ses pròpe ti !

Gusto – Ma mi i son pà Casimiro,ma costa a l’è na sansova !

Berto – Sta ciùto e lassa fè’,che a l’è na sensitiva !

Matilde – Ven Casimiro,ven da la tua Matilde che i foma “ Ciopa,ciopa !“

Gusto  -  Ma che ciopa,ciopa! Costa  a l’ha ‘d man che a smijo ‘d ventose,aiuto !!!

Matilde – ( Matilde lo butta  sul tavolo)  Casimiro ,pijme ! ( Lo bacia con le spalle                

                 rivolte al pubblico,mentre Gusto grida aiuto agitando in alto le gambe )

Berto   - Pròpe vera che l’amore è  cie cie…cieco…ansi, pròpe  bòrgno!               

Agenore – Quando l’amore c’è …la ..la..la gamba  a tira ’l pé !

 

                        SIPARIO

ATTO TERZO

LA SCENA

La stessa dei primi due atti,solo un po’ più di ordine nella stanza .

Un giornale e un vaso   senza fiori sul tavolo.

Susy  - (Entrando con un mazzo di fiori)  Fai attenzione al gradino ,vieni

Leone – ( Si inciampa come al solito e per poco cade) Porca miseria,ma sto

             scalìn a l’ha con mì !A l’è sempre pì aot ,m i sai nen che manera ’d fé le

             cà…quandi mi i saraj sindich i farej gavè tuti ij scalìn ed anche le scale ! 

Susy – Scusa,ma non faresti prima a guardare dove metti i piedi !?

Leone – Mi i pè i vardo andova i buto,a son ij scalìn che a së spòsto

Susy – Siediti ,che tra poco dovrebbero arrivare anche gli altri

           (sistema i fiori nel vaso)

Leone  - Gli altri chi ?

Susy  - Bè..Rosy,Camillo ed una loro amica .Lo sai che dobbiamo trovare il modo di

            far sposare mio padre,perché la zia ha detto che il suo cattivo umore

            è dovuto alla mancanza di una donna.La zia  ha analizzato il problema,

            sai che lei è una sensitiva. E ha concluso che ci vuole una donna al suo

            fianco .Senza le donne gli uomini diventano nervosi,intrattabili !

Leone – Alora me pare a fa ecession !

Susy  - Perché ?

Leone – Përchè me pari di donne ne ha due: moglie e suocera e pura a cristun-a       

        da la matìn a la seira !

Susy  -Senti,io mi dò una rinfrescata,tu intanto leggiti il giornale…è nuovo 

            e chiamami quando  arrivano…a proposito,come va con Olivia ?

Leone – Ci siamo fidanzati !

Susy –  Bravo,complimenti ! Ma lei lo sa ?

Leone – No,ma iml’hai scrivùje n’autra poesia ,it veuli sentla  ?

Susy  -  No,no,grazie…leggi qualcosa che io ritorno subito

Leone – (rimasto solo,si siede,apre il giornale e legge ad alta voce) L’Eco di

              Borgo d’Ale..ah, un giornal neuv …vedoma ’n po’….cronaca nera:

         “ Moglie uccide marito col ferro da stiro perché aveva preso una brutta

         piega”…costa a lè bela,ma i l’hai pà capìla…Vedoma …” Scontro

         frontale  fra due carri funebri: un resuscitato !” Oh,basta là ! Che notissie..

         Mach a Borgo d’Ale a-i càpito ste còse…” Muore mentre aspetta che

         gli facciano l’autopsia” Eh,la sanità a funsion-a nen tant bin,dime

         ti se un a deuv meuire mentre a speta che a-i fasso  l’autopsia !

         Tò, a-i è anche na pagina ’d pubblicità…Ai bambini buoni la dolce

         Euchessina,agli… che spingano ! ..Ah,ah..Bela costa !

         Alka Selzer,trasforma il rutto nella quinta di Beethoven ! 

         Costa a l’è piasume!

(Entrano  Rosy  e Camillo )

Rosy    - Ciao ,Leone…e Susy non c’è ?

Leone  - Si,a l’è da là che a së sgura ..cioè si dà una arsentata …

Rosy    – Una rinfrescata ,vorrai dire

Camillo  -Che orribile modo di disquisire! La lingua di Dante non ti appartierotti,

               a quanto  mi  parverotti …  

Leone -  Mi costì a më stà già pròpe sle…

Rosy   – Leone,ti prego,non  essere volgare ! Adesso dobbiamo pensare a mio padre!

              Dobbiamo trovare il rimedio.

Camillo – La zia Matilde disse che serviva una gentil dama, ma dove

             troveremo  la di lui anima gemella ?

Rosy   – Perché non proviamo a cercare su  Internet,lì c’è tutto,potremmo trovare la

              soluzione…Andiamo,Camillo,andiamo a chattare

Camillo – Corro,mia nobile donzella ,soccorrerò il tuo cuor che chiede aita  !

             (entrano nella stanza)

Leone – (Ripete  imitando la voce di Camillo) Il tuo cuor che chiede aita…Ma collì

               a l’è pròpe ’n gasépio !

(Entra Olivia,piuttosto miope ,con grandi occhiali ,vestita  in modo estroso)

Olivia – E’ permesso ? Posso entrare ?

Leone –( Ha ripreso a leggere il giornale con le spalle rivolte alla porta) Avanti,

              avanti…tension a lë scalìn !

Olivia – (entrando s’inciampa anche lei nello scalino) Per dirindindina,per poco

              cado,i rubàto !

Leone  - ( senza voltarsi) Ma come as fa a nen vëddi lë scalìn !

Olivia – I l’hai nen vistlo ..

Leone – ( alzandosi) Ma a venta pròpe esse bòrgno ! ( Poi improvvisamente si avvede

              di Olivia e va in confusìone)  Olivia..ti  sì ? Ti..am bele qui ???

Olivia – Sempre gentil né Leone !

      Leone – Scusme,scusme…pocionin, passaròt bel…me bel prussòt…

Olivia – Ma cò it dise,it ses garola ?!

Leone -  No…mi…mi..i son annamorà ’d ti…(prende un fiore dal vaso,poi si

              inginocchia davanti ad Olivia) Mia nobile dama …io dicerotti…che io ..

              che tu…che me..

Olivia  - Va avanti,che a ven neuit !

Leone  - Im ricòrdo pì nen come as dis…Io bacerotti il sen fuggiasco che …

Olivia – Porcacion ! ( Gli da una borsata in testa )

Leone – Ma no,cò it l’has capì ! A l’è na poesia ,che i l’hai scrit mi për ti

Olivia – Alora am pias,ma dësgàite che i deuvo parlè con Susy

(Entra Susy )

Susy – Olivia, sei arrivata ?  Bene,ma Leone che ci fai in ginocchio ? Hai perso

            qualcosa ?

Olivia – Mi stava dedicando una poesia…

Susy  -  Ah,ma allora vi siete fidanzati

Olivia  - Ah,si ? Non lo sapevo

Leone – Si,i l’hai ancora nen dijlo,però adès ij lo diso con la poesia

Susy -  Sentiamo la poesia,allora

Leone – ( Cerca nelle tasche e non la trova,poi da sotto la camicia estrae un

              foglietto) Ah,i l’hai trovala !

Susy  - Allora  sentiamo ,si, lui scrive delle bellissime poesie

Olivia – Un disastro ! A l’ha dedicamn-e una che a disija che a pieuv, peui

             a pieuv pi nen ..pròpe bela !

Susy  -  (vedendo che Leone cerca qualcosa) Ma cosa cerchi ?

Leone – Serco j’uciaj …ij treuvo pì nen…

Olivia  - It j’as sël nas! Costì a l’a pà tuti i giòbia a pòst ..

Susy  -   Eppure per me siete pròprio fatti uno per l’altro,allora Leone ,su ,

              forza ,la poesia!

Leone  - I son emossionà !( si asciuga i sudori ed estrae altri biglietti)

              A son tute poesie për ti ,Olivia…

Olivia – Se a son tute come cola dla pieuva,i na fasso volentè a meno !

Leone – No,no,costa a l’è bela …ma andova a l’è …(cerca tra i foglietti)

              I l’hai trovala..a l’è costa…scritta con il cuore ..per te Olivia….

              ( legge) T’amo o pio bove e mite un sentimento …

Olivia  - A chi,pio bove ..a mi ? Ciàpa  ! (borsata sulla testa)

      Leone – Ahi,i son sbagliame,ahi ! ( si gratta la cucurbita alzandosi)

(Entra la zia Matilde seguita da Rosy e Camillo)

Matilde – Sa,cò a-i càpita sì ?

Susy     –Niente, zia,una piccola discussione

Olivia – A-i è che se un a l’è beté a peul nen diventé furb

Leone – Mi i son nen beté ! E mi quandi i saraj sindich ..ecco..mi …i l’hai

              studià na còsa che gnun,gnun a l’ha ancora pensà

     Camillo – Sarà senz’altro un’altra   stupidaggine !

Matilde – Bè,prima dë spuè sentense a venta senti l’òn che a dis Leone.Su,fòrsa

Leone - Ecco…mi im vergògno ’n po’…

Susy – Non ti devi vergognare,le idee sono idee e bisogna rispettarle tutte

Matilde – Giust ! E ades dì la tua bela tavanada…oh,scusme,la tua idea grandiosa

Leone – Ecco,mi i ’hai pensà che quandi  mi i sarai sindich…

Camillo  – Cioè ,mai !

Matilde  - Sa,lasselo parlè

Leone – Ecco i l’hai pensà che vist che a-i è la crisi e i sòld a son pòchi,

              i l’hai  pensà…

Olivia – Sa,va avanti  !

Leone – Si,i l’hai avù n’idea për ’l camposanto …

Rosy  – Il cimitero ? E cosa c’entra il cimitero ?

Leone – C’entra,c’entra,visto che ’l nòstr a l’è già pien e  a veulo nen felo

              slarghé  përchè a costa…ecco quandi  sarej sindich mi i farej sottrè

              tuti an pè,con la testa fòra,parej a  risparmio  i sòld për  la fòtografia !

Susy  - Stupido ! Ci hai preso in giro

Leone – No,no…quando sarò sindaco ..

Matilde – Si,la sman-a dij tre giòbia ! Ma ades basta, si a venta pensè a fè sposè

             Berto ,e io ho consultato le stelle e le stelle mi dicono che per Berto

             ci vuole una donna !

Giusy – Ma questo ce lo avevi già detto,zia…

Matilde – Silenzio e sedetevi ( si seggono attorno al tavolo) Dalle mutande  che

             mi ha procurato la signora Teresa detta Canapia,io ho dedotto che vostro

              padre è nato sotto l segno dell’ariete,cioè a l’è ’n teston !

Susy –  Ma no,zia ,lui è dei Pesci !

     Matilde – A fa l’istess…Allora (estrae un foglietto e legge) Dunque..i nati

                sotto il segno dell’ariete hanno tutti la testa grossa,hanno anche le

                corna, piedi caprini e  barbetta fòlta..

Rosy –     Ma papà non ha la barba

Matilde – Ciùto ti,che mi fai perdere la concentrazone..Dunque i nati sotto il

               segno dell’ariete,a son an po’ ancutì,non troppo svegli,si non brillano per

                    intelligenza.Amano brucare l’erbetta fresca,che poi ruminano per ore…

Susy  -   Bè, questo è giusto,papi “a  rumia”…

Rosy –   E’ vero,ha un pò di acidità di stomaco

     Camillo – Si,l’ho sentito anch’io…a volte fa dei piccoli ruttini

     Leone – Ciàmmie ruttini…a fa tramolè tuta la cà !

     Olivia – Ti Leone se it dise nen na tavanada ogni 5 minute it ses nen ti !

     Matilde – Nella stagione degli amori si scatena  e prende a cornate i rivali ,poi

                si accoppia ed abbandona la patner ed i pargoli e  se ne va a l’òsto ,

                ergo per vostro padre ci vuole una donna che abbia i seguenti requisiti

                Uno,che sappia comandare,due,che sia sexy,tre che sia bellissima.

                Sapreste voi trovare una donna simile qui in paese o altrove ?

Teresa – (entra tenendo in mano un vistoso maglione rosso) Ecco..i sarija sì mi…

Rosy   – E’ vero,la signora Teresa ! Ma perché non ci abbiamo pensato prima !

Matilde – Sexy,bellissima …?

Leone   – Si, però a  sa comandé !

Matilde – Non basta, le stelle dicono sexy e bellissima !(Guarda pensosa la

                signora Teresa,girandole  un po’  attorno) No,non va …

Teresa  - Ma mi i l’hai anche faje un majon neuv  con le mie man,i l’hai a

                ancora nen podujilo misuré,ma pen-a ch’a riva ij lo pròvo.chissà

                come a sarà content !

Susy  -     Si,Tòta Teresa non sarà bellissima, ma con una ripassatina…

Leone –  A venterija mach tajeje ’n po’ i barbìss..

Camillo – Donna barbuta sempre piaciuta !

Teresa –  Ma se a l’è mach për i barbis i peuss fè la ceretta !

Olivia –   Io su Internet ho trovato una crema speciale

Matilde – Ah,si  e che crema è ?

Olivia – Viene dalla Cina …fa ringiovanire e fa diventare belli ,io non l’ho

               ancora provata

Camillo – E si vede !

Olivia  -  Stupid !  Bè,comunque as podrìja provèsse e tòta Teresa a podrija

               diventè bela

Matilde – L’idea a l’è pà mal,si ,si,as peul provèsse

Susy   -   Ma sei sicura che quella crema funzioni ? Di cos’è fatta ?

Leone -   Diav,se a ven da la Cina già che a funsion-a ! Mi i compro sempre dai

cineis,l’hai fin-a comprà le pillole che a fan diventè pì inteligent

Camillo – Evidentemente non hanno funzionato !

Matilde – A l’ha parlà Erasmo da Rotterdam …adès basta…alora …’d còsa

                 a l’è fàita sta crema ?

     Olivia – Im ricòrdo nen bin…përchè a l’è scrit an cineis..ma i son famlo traduvi

                   da n’amis indian che a conòss un giaponèis che a l’è amis d’ un tedesch          

                   che a  l’ha la mari che a l’è parenta con un  cinèis

     Teresa – E alora ? Cò a l’ha dit ?

Olivia   - A l’ha dit che a l’è faita con ossa di seppia,tritate con semi  di riso

             e lingue di topo con solfato di sodio e schegge di basalto antico…

Teresa – Ammi,pòvra dòna,mi i la veuj pà !

      Rosy   – Sta arrivando mio padre !

Teresa –  Aiuto !  Mi adès cò fasso ?

Matilde – Calma,rasonoma…alora,mentre a-i preuva ël majion,chila che a-i conta

               ’l seugn ch’a l’ha contame a mi,se a funsion-a nen,proveroma con la

           crema…E ades via,via tuti  ! E chila che an don-a ’l majon,lo ten-o mi.

(Tutti  entrano nelle stanze.Rimane  Teresa da sola .Arriva Berto più arrabbiato del solito e subito Teresa gli va  incontro tutta gioiosa)

Teresa  - Salve,monsù Berto,come i soma bej ancheuj !

Berto -   Oh,madama Canapia,sempre ant’ij ciàp chila ?!

Teresa  - Ancheuj i lo vëddo pròpe content ,gioios ,alegher …a l’ha vinciù

               un terno al lòt ?

Berto  -   No,i l’hai përdù a tresèt !

Teresa  - Ch’a senta,mi sai che chiel a gieuga cò al lòt e quaiche vòlta a vinch

Berto  -  Sempre perdù,i gieugo pì nen

Teresa – E a fa mal,përchè mi i l’hai i numer bon da deje

Berto  -  Ch’a s’ij ten-a pure ,pà damanca,i son bon a perdi da sol

Teresa – Ma mi i l’hai fait un seugn..cha senta che bel seugn

Berto  -   I lo immagino,a sarà come ciucè un ciò  rampìn !( Si siede)

Teresa  - Ch’a disa nen parej…dunque ..mi  im trovavo ant’ël simiteri,a-i era

               tante fior e an mes dë ste fior a-i era na cassia da mòrt ..

Berto –   Che alegria !

Teresa  - E ant’la cassia da mòrt a-i era chiel,Berto  (Berto fa le corna)

                     tut bin rangià,con ël rosari ’d Padre Pio tra le man….quandi a   

l’improviss chiel a l’è aosasse e a l’ha dime “Grassie Teresa dla bela    

cassia che a l’ha regalame”  (Berto continua a fare le corna) peui l’è

saotà fòra dla cassia e a l’è ficasse a cori an mes a le tombe,a le fior ,che 

bel  con i capelli al vento !(Teresa volteggia  mimando la corsa)

Berto – Meno male,i son salvame

Teresa – No,a l’è pà ancora finì…alora chiel a corija come na gazzella,

                a l’ha traversà la strà e a l’è finì sota na  macchina…na Ferrari

    Berto  - ( fa le corna) Pròpe fortunà !

    Teresa -  E alora  a l’è rivaje tanta gent  për  vëddi l’incident…chiel a l’era  

                   mòrt,sbergnacà come un babiàss…e la gente cò a disjia ?

     Berto  - ( si tocca) Cò a disija ?             

     Teresa - “ Parla pà che bela macchina ! “ A l’è piasùje ? E adès a peul gieughi  i

                   numer al lòt  …48 morto che parla …peui a gieuga ’l  54…

Berto – Madama Canapia ch’a senta né,mi i stamatin i son già ambrutì

            (si alza con fare minaccioso)

Teresa  - Ma Bertino,ch’a fassa nen parej ,che an fa paura !

            (Teresa  indietreggia ed allora esce dalla  stanza la zia Matilde

             con  il maglione rosso in mano e fa cenno a Teresa  di stare  zitta)

Matilde – Ciao Berto , a-i  è na sorprèisa për ti..Guarda che bel majon che a

            l’ha fate tòta Teresa,it veuli provelo ?

Berto – Ma  con la caud che a fa ? A-i son tranta gradi a l’ombra,ancheuj

              a së s-ciòpa !

Matilde – Ma a l’è ’l pensé che a conta ! Sa,sa…pòche stòrie,preuva sta maja

Teresa  - I l’hai falo mi,con le mie man…

Berto – I son pròpe comòss !

Matilde  - (Glielo infila,ma il maglione ha una manica più  lunga) Ma si a-i è

                queicòs che a va nen …Berto,ma it ses mai arcorzutn-e

                che it l’as  un bras pì curt ?

Berto  -  Chi,mi ?

Teresa -  Si,pròpe chiel,monsù Berto.Però a duvìja dimmlo che a l’avija ’n

               brass pì curt   e l’autr pì long !

Berto – Ah,mi i dovija dije che i l’hai un brass pì curt ! Ma mi i l’hai mai avù

             un brass pì curt

Matilde – Anrabte nen,Berto,a basta slonghè l’autra manja…Però,scusme,ma

             it ses cò ’n po’  gheub …(Gli tira un po’ di qua un po’ di là il maglione)

Teresa – A dì la verità a l’ha cò fin-a le gambe ‘n po’ stòrte…i l’avja mai notàlo

Berto – Sa,i l’eve  finì ’d critiché !? Mi i n’hai bele a basta ! Im na vado !

             ( Si sfila il maglione) L’eve pròpe rumpùme !

Teresa  - No,Bertino,dis nen parej…Bertino !! 

Berto     - I vado a feme n’ LSD da me amis Flipòt ! Iv saluto  (Esce)

Matilde – Cosa ? LSD a l’è na droga,ammi,a l’è divenàt  mat ! (Grida)As droga!

                Rosy,Susy, correte ! Vostro padre si droga !

(Entrano di corsa tutti i ragazzi)

      Rosy  - Che è successo zia Matilde ?

Matilde  - Vostro padre si droga !  A dis che a va a fèsse ’n LSD da sò amis

                 Flipòt,presto Camillo,Leone inseguitelo  ! Correte,Oh mio Dio !

(Camillo e Leone escono di corsa,naturalmente Leone  ,sbatte contro qualcuno

poi escono)

Olivia  - Lë scalìn ! ( Si sente un forte tonfo.E’ Leone che è caduto)

               A l’ha nen vist lë scalìn !

Leone  - (Affacciandosi alla porta) Mi,quandi i saraj sindich,mi…

Matilde – L’oma capì ma adèss cor,fa ampressa,spariss…va a vëddi andova

             che a va Berto ! (Leone scompare)

Teresa – E adès mi cò i fasso ?

     Matilde – L’oma përdù na bataja ma nen la guera ! (Poi urla) Olivia !! Susy !

                 Rosy ! Andate a prendere la crema miracolosa e fate un buon lavoro

                 con Tòta Teresa ! Mi raccomando,la voglio vedere sexy !

Rosy  -     Non ti preoccupare zia,ci pensiamo noi  !

Sussy   - (vedendo che Olivia esce dalla parte opposta,la richiama ed esce

              con lei) Olivia ! Da questa parte !

                 ( Escono tutti e rimane sola zia Matilde)

     Matilde – Alora,andè su,fòrsa che  i faroma verament na sorpreisa !

(Entra Gusto con un fiasco in mano ed il piede ancora  fasciato.

cammina con la canna)

Gusto – A l’è përmes ? (Entra) A-i è nen ël padron ?

Matilde – No,Berto a-i è nen …ma chiel….si…si ..(Urla) Casimiro !! A l’è tornà

                Casimiro,’l me Casimiro …( si avventa contro,mentre Gusto scappa)

Gusto  - Fërmela,che costa a l’è mata !

Matilde  - Casimiro !!! Foma ciopa..ciopa !!! (poi di colpo si ferma) No,no

               costì a l’è pà Casimiro ,a l’è tròp lòfi ! ( si siede) Ch’a më scusa

              i l’avja piàlo për Casimiro

      Gusto – L’avja  capilo,però col …”lòfi” a l’è pà piasume  tant!

     Matilde  - Ch’a më scusa …sa mi i son na sensitiva e quand i vado in

              “tranche”….ma che a s’acòmoda…Berto a-i è nen ,a l’è surtì

Gusto – E andova a l’è andait ?

     Matilde – Im vërgògno   a dilo… ma.. as droga !

Gusto – Còsa ? Berto as dròga,oh costa a l’è bela ! I chërdo nen

Matilde  - E ’nvece a l’è pròpe vera …as dròga, a va da sò amis Flipòt

                as  fa  cola ròba lì…. LSD…mi i son disperà  !

Gusto  - LSD ? Da Flipòt  ? Alora capìsso…Flipòt a l’è ’l padron dla piòla

              dle Tre Galin-e e i vado a cò mi a feme LSD

Matilde – Cò chiel ? Ah,ma alora i seve tuti drogà ! Che vergogna !

     Gusto   -  Ma cò a l’ha capì !? …LSD…Lambrusco,Soave e  Dolcetto !                     

                   Costa a l’è la nòstra droga !

Matilde – (un po’ confusa) Ah, si…certo ..mi i son na sensitiva..i l’avja capilo

              subit ( poi osservando il fiasco che Gusto tiene in mano ride) Ah,ah..

              e parej chiel as pòrta la droga da près…Cò a l’è ? Dossèt ò barbera  ?

Gusto  - No.a l’è la mia pipì…

Matilde  - Coma a sarija dì  la sua pipì ? Ant’ël fiasch ?  Parej chiel a va ’n gir

                con la sua pipì ant’ël fiasch ? Ma che scheur ! Ch’a   më scusa ma…

Gusto – Adès ij spiego…I deuvo fè l’esame dl’urin-a e ’l dotor a l’ha dime  ’d

              porteje  ’l primo getto  e mi …

Matilde – ( indicando il fiasco) E collì a sarija ’l primo getto ?

Gusto – No,a l’è pà pien, a-j na stà ’ncora un bicerìn …

Matilde – Ma ch’a campa via lolì,còsa am lo pòrta a mi ?!

Gusto – Diav,ël fiasch a l’è bele neuv,lo campo pà via ! A l’è che i deuvo portejlo

             a la ASL ,ma  a fan sciòpero,parej son dime , passo a trové Berto

Matilde – A l’ha fait bin,Berto a dovrìja nen tardè…Comunque a càpita a

                     propòsit…Dovoma  fè mariè Berto !

     Gusto –  Ma perché ? Cò a l’ha fait ëd mal për esse condannà  a l’impicagion ?

     Matilde - Gnente,a l’è che a l’è sempre nervos,sempre ‘mbruttì,a sta nen bin

                e mi che i son na sensitiva l’hai subit capì col ch’a l’è ’l sò mal

Gusto –   E col ch’a l’è ?

Matilde – Le don-e ! Berto a l’ha damanca  ’d na dòna !

Gusto – Ma se as lamenta sempre che a n’ha già doe,le fije,peui l’è rivaje cola

              bruta ciampòrgna ‘d magna Matilde…oh,ch’a më scusa !!

Matilde – Lassoma perdi ! Chiel a deuv deme na man,i voroma feje spusè

               tòta Teresa,le fije a son d’acòrdi !

Gusto – Madama Canàpia  ..cioè tòta Teresa ? E përchè i veuli deje ’n dëspiasì

              parej a Berto ?

Matilde – Për mi a l’è la përson-a giusta e chiel a deuv giuten-e 

Gusto –  Come ?

Matilde – A deuv convincëlo a sposèsse !

Gusto – Impresa  disperata ! Oh ,varda sì  chi a-i riva …Salve Agenore !

Agenore – ( Entrando con la sua camminata un po’stramba) Bondì a..a ..tuti !

Gusto –     Come mai da ste part ?

Agenore – A l’è mnume sej e a…a..a..a..lora i son dime..va..va…vado a trovè

                  Berto

Matilde  - Che as seta ,Amilcare,che a sarà strach ! Tut ël dì ’n bici ..

Agenore – No,no,la bici i l’hai pì nen,a l’ha fre…fre..fregàmla la guardia, col     

                      balengo ! Ades …i..i.. vado ’n taxi

     Gusto –    An taxi ?

Amilcare  - Si,an ta..xi … an tach no,an ta..xi    e an tach nò ( Cammina sui tacchi

                   mettendo un piede avanti all’altro con la sua camminata claudicante)

Matilde – Alora vist che i l’eve sej i vado a pieve na bota ‘d cole bon-e. Spetè

                ’n moment…(fa per allontanarsi) però prima i deuvi promëtme  na còsa

Agenore – Sempre a sua disposission !

Matilde –  I deuvi convinci Berto a sposesse

Agenore – Come non detto…cerea..( si alza e fa per andarsene)

Matilde -  Ch’a speta ’n moment ! Berto a l’ha na bota ’d dossèt ëd col bon,i vado

                 a pièla e peui na parloma ( Agenore si rimette a sedere mentre la zia

                Matilde esce)

Gusto –    Alora Agenore,coma a va ?

Agenore - A va  bin ò mej ..andarìja prö  bin …se…se…i l’avèissa nen la

                  cervical,i dent ch’a balo, ’n pò ’ d  to…to…tosëtta,’l fidich

                  go…go..gonfi,la pro..la prostata,’l ginoj che a..a..scrussisso,

                  le cavije gonfie , mal a ’n pé …ma..ma ..ma nen     

                  sempre,për ël rest tut bin …Ah, i l’hai cò un pò ’d pò..pòlisteròlò

Gusto –    Còlesteròlo  nen pòlisteròlò !

Agenore – Peuj i l’hai cò un pò ’d ca…ca..cataratta  e na punta ’d colite

Gusto  -     Certo che it l’avejsse quej  maladia it podrije anche  s-ciopè !

      Agenore – Ma ades la ca..ca..cataratta a va mej, i l’hai ca..ca..cambià dotor

Gusto –     E che dotor it l’has adès ?

     Agenore  - Ël dotor Quatrocchi..specialista për j’jeuj..prima i..i … l’avija ’ l

                Dotor Guercio,ma a capija gnente !

Gusto –   Lo chërdo,con un nòm parèj…Ma vèddo che ades it sòpij pì nen tant

                da che dotor it vas ?

Agenore – Dal dotor Frattura…a l’è brav,prima i sopiava mach da la drita ,chiel

                  a l’ha butame a pòst përchè a vòlte ades i sòpio anche da la snistra e

                  parej i  marcio  drit !

Gusto – Ah,certo che prima ti it fasje  aot e bas come it vorije

( Si affaccia la zia Matilde)

Matilde – Monsù Gusto,ma chiel a sa andova a ten ël vin Berto,che mi i  treuvo

                 nen la bota ’d dossèt

Gusto – Ch’a speta,che i ven-o mi,i sai mi  andova a stërma  le bote ,Berto

               ( si alza ed entra nella stanza con la zia.In scena rimane solo Agenore

                che comincia ad osservare il fiasco posto sul tavolo…)

Agenore – Lor a serco le bote,ma si..a ..a ..a-i è un fiach ! ( lo prende ,lo solleva,

                  lo osserva controluce) A..a..a l’è un bianchèt ! Ël color l’è bel, a ’nvita

                  a beive ...( si guarda attorno con fare circospetto,poi beve una sorsata,

                  subito la sputacchia disgustato ) Che scheur ! !! Che schifo !!!! (sputa)

(Entra  Gusto con una bottiglia di vino seguito dalla zia Matilde)

Gusto –    Ma cò ’t fas ? it ses fòl ?! Bev nen lolì !!

Matilde – Ma cò a l’ha fait ? A l’ha beivù dal fisch ?

Agenore – Ma …Ël color a l’è pà…pà..pà mal,ma sa  ’n pò ’d nata !

Gusto –    Altrochè nata ! Ti it l’as beivù la mia pipì !

Agenore – Pipì ? Ades capisso col gust un pò stra…stra…stravagant …

Matilde – Sa,sa ..(porta due o tre bicchieri e versa il vino) Ades basta ! E  im

                 racomando,quando a-i riva Berto,serchè ’d convincëlo ’d mariesse!

                 Mi iv lasso la bota,im racomando ,che mi i vado  a vëddi coma a va

                 ël restauro ’d Tòta Teresa

Agenore – A-i  restauro la faciada  a Madama Ca…Ca…Canapia ?

Matilde  - Iv lo spiego dòp,adès i  duevo andè … (esce)

Gusto –    No,a veulo fè sposè Berto con tòta Teresa   e noi dovuma convincëlo !

                 (versa da bere e bevono)

Agenore – Pà facil …a l’è nen l’òmo ch’a pija le fomne,a l’è la fo..la fo..mna

                 ch’a pija l’òmo !

Gusto –     Certo che tòta Teresa a l’è tant gentila ma a l’è nen na blëssa !

     Agenore – Onestà e gentilëssa  a valo pì che la…che la …che la  blëssa !

     Gusto –     Parla pà come it ses diventà  istruì,it conòssi anche i proverbi

     Agenore  - Tuti i dì i n’amparo un …la ma..ma…maestra a l’ha regalame ‘l liber

                  dij  proverbi  piemonteis e parej mi ij studio

Gusto  -     Brav,Agenore,e  ancheuj col che it l’as ‘mparà ?

Agenore – Cossì a l’è bel..Sent “ Pisè sensa tiré ’n pet

                  a l’è  come…come  sonè ’l violin sensa archèt “ ! A l’è piasute ?

Gusto  -    Bel e peui a l’è  tant fin …!

    (Entra Berto seguito da Camillo e Leone che sono un po’ brilli)

Berto -  Ven-i avanti e ti Leone fa tension a lë scalìn !

(Leone e Camillo entrano abbracciati cantando)

Leone  - Lë scalìn stavòlta i l’hai vistlo !

Berto – Brav ,stavòlta it ses nen rubatà  ! ( Leone pesta il  piede di Gusto

             che  urla di dolore e impreca )

Gusto – Ahi,ahi che dolor !! Ti fafioché,fa tension a’ndova it buti i pè !

Leone  - L’hai nen vistlo,ma giuro che quandi mi i saraj sindich i farej butè

              le luci ’d posission  a tute le scarpe  !

Camillo  - E i caretein…catrin…catermin…frangenti !

Berto -  Costi sì a-i j’ero con mi ’n piòla e a l’han fait ël pien dl’ LSD  e a son

              giovo e a son nen abituà  beive e a son an po’ brilli…Oh salve Agenore,

              prende la bottiglia) si a l’è mej gavè le bote,perché costi sì a l’han già

              beivù tròp !(Prende la bottiglia)

Agenore – No,no,che mi i l’hai pà…pà..pà  ancora finì ’d beive  !

Berto – Ma se i l’eve ël fiasch davanti  i l’eve mach da tirè giù da lì !

Agenore – An sodisfa nen tant …

Camillo – Lo bevo io ! (afferra il fiasco)

Gusto – No,ni,për carità a l’è mè ! Giù le man ! (tenta di togliere il fiasco)

Berto – Oh,diav Gusto come it ses diventà rancìn,làssje beive na stissa !

Camillo – Il nobile cavaliere Camillo Adalgiso Abelardo Giorgetti degli Abelardi

                 di Montefiascone beve alla salute di tutti voi ,o mìei prodi !

Gusto  -  E alora beiv !

Camillo  - Che schifo !! (sputa) ma cos’è questo, veleno ?

Agenore – No,no, a l’è la pipì di Berto ..l’hai cò sagiàla mi…am piàss gnente!

Berto – Ma ti Gusto,cò it buti lolì sla taola,sa gavla mach da lì e vojaotri giovinòt

             andé a canté an n’aotra cort ! Via !

(Entra Rosy)

Rosy – Oh,buongiorno a tutti ! Ciao papà !

Camillo – ( un po’ incerto sulle gambe) – Oh la mia divina donzella,dove

              nascondesti il tuo velo che ti farà sposa ? Io teco abbraccerotti

              e nel mio palagio condurrotti !

     Berto – Ma cò a dis cossì ? A l’è’n pò  gasepio !

Rosy – No,papà  …volevo farti  una sorpresa,ma ormai l’hai conosciuto.

             Io l’amo !

Berto – E mi gnente !

Rosy  - Ma dico sul serio (si avvicina a Camillo e lo abbraccia) noi vogliamo

            sposarci !

Berto – Ma seve mat ! Sposè un gasépio parej ?! E peui mi son contrari al

              matrimoni

Camillo – Mio sire,io  dimando a voi la mano di questa donzella ! La porterò

                 meco nella mia magione e la  farò duchessa di tutto lo mio  contado 

Berto – No,niente da fè,mi i l’hai na paròla sola

Rosy  – Papà ,lui è molto ricco ..possiede ville e un castello ed è anche nobile

Berto -   Ricco ? Bè alora podoma parlèn-e …            

Rosy  - ( gli getta le braccia al collo e gli dà un bacio sulla guania) Oh,grazie

             papà ,sapevo che avresti capito

Berto – Ah,mi quandi a-i è da contentè mia fija ,i guardo gnun an facia (guarda

              Camillo poi abbassa lo sguardo)  Lassoma perdi…(si siede)

Gusto – Brav Berto,it ses piasume: na paròla sola !

Agenore – Si però adès i deuvi cò sposete ti …a …a l’è ora ,it se cò pì nen

                giovo…

Rosy –   E poi tòta Teresa è una vera signora,gentile,premurosa ,simpatica

Gusto – E anche bela !

Berto –  E alora sposla ti ! No,mi më sposo pì nen,na vòlta basta e avansa !

              E peui përchè pròpe con  cola ciòspa !?

Rosy – Ma papà,non dire così..son sicuro che quando la vedrai cambierai idea !

             Sarà un’autentica sorpresa per te !

Berto – Altrochè sorpreisa..a l’è des an-i che an gira për cà,sempre ant’ij pé !

              Mi i la sopòrto nen !

Rosy –  Ma lei ti vuole bene,lei ti ama !

Berto –  E  mi gnente ! Pistòst i vado a ’mpichéme a na pianta ’d fròle !

Gusto – Berto,su,fa nen parej e ti Agenore tira fòra un proverbi che a lo convincia

     Berto – Ma i seve butave tuti d’acòrde ?

Agenore – La morosa a l’è ’l lait,la sposa ’l bur e la fomna ’l formag dur

Berto – Ecco,a l’ha pròpe rason ..(sia alza) cerea a tutti,si a son tuti betè…

     Gusto – Fërmte,sta sì..rasonoma …it l’as pi nen vint’ani e na fomna a-i va,

              guarda mi,i m’aosso a la matìn che im fasso pen-a da sol

(Entra la zia Matilde )

Matilde - (rivòlto a Gusto,quasi svenevole) Sa l’è mach për l’òn i son sì mi…

Gusto   -   Grassie ,tant gentila,ma ancheuj a l’è Berto che a deuv mariesse

Berto  -     No,pitòst im faso suora ’d claosura !

Matilde  - Berto,na sorpreisa për ti !

     Berto –     No,basta,për ancheuj i l’hai già avun-e tròpe !

    

    ( Entrano Susy e Olivia)

     Leone – Olivia,lë scalìn ! (Olivia s’inciampa e vola tra le braccia di Leone)

     Matilde – Stavòlta an sa che a l’abbia falo a pòsta !

     Leone – A dis ?

     Matilde  - Diso,diso…

     Leone – Alora quandi i sarej sindich i farej fè  tute le scale  con ij scalìn …

                   Cioè…fasso ij scalìn con le scale…

     (abbraccia Olivia e la bacia sulla guancia e Olivia lascia fare  )

     Olivia – Come it ses intelligent , Leonuccio  mio !

     Susy –   Papi !

     Berto – E ciàmme nen papi che an fa ven- ’l granfi a lë stòmi !

     Susy – (lo abbraccia e le mette le mani davanti agli occhi) Papi,chiudi

                 gli occhi, ecco la  sorpresa per te !

     Berto  - No,sent,basta con le sorpreise  !

     Rosy  - Papi,tienti forte,che quando aprirai gli occhi ti apparirà una fata..

     Berto – Sa,piantela lì ! Ma che fata,madama Canapia a l’è bruta come la neuit e

                  Peui mi i l’hai na  na paròla sola  ! Më sposo nen,gnune dòne ant’ij ciàp !

    Susy  -       Papi,ecco la sorpresa !!

   

   (Entra Teresa bellissima,elegante in un lungo abito da sera. E’ anche sexy )

    Tutti in coro – Oh….(meraviglia)

    Susy – Allora non vuoi pròprio aprire gli occhi ,papi ? (gli toglie le mani

             davanti agli occhi)    

    Berto – No ! Na paròla sola ! (Si copre gli occhi con una mano)   

               Camillo – Ma la donzella è bellissima ! Oh dea agreste,ninfa dell’universo !

   Matilde  - Mai vist na còsa parej,la crema  cinèisa  a l’han fait ël miracol !

                Veuj cò provela mi !

   Gusto -     (guardando Teresa)  Ma a l’è ’n miracol ! Agenore,cò it na dise ?

   Agenore -Ròba da mortze ’l cul con i dent ëd goma !!

   Teresa –  Coma a l’è romantich monsù Agenore …

   Susy –     Allora,papi,vuoi aprire gli occhi ?

   Teresa  -  Bertino,i son sì…

   Berto –    No,Bertino,no,a l’è tròp  !  Mi ….mi…l’hai na paròla…so..sola…

             ( vede finalmente Tòta Teresa e ne rimane abbagliato,stupito,allora

             si alza  e si avvicina a Teresa come in estasi) Ma ..a l’è pròpe chila  ?

Teresa -    Si,Berto ,i son pròpe mi …

Berto –( sempre come in estasi)  Ciàmme Bertino…

              ( parte in sottofondo un valzer viennese )

Teresa –  Si,Bertino ..

Berto –   Tòta, a bala ?

Teresa  -  Certo che i balo…a son des ani che speto sto moment …

Beto –     E alora baloma ( la musica si alza  ,i due fanno un giro di valzer da soli

            mentre gli alti applaudono,poi si uniscono anche loro alle danze,

  mentre il volume  della  musica  aumenta sempre di  più )

SIPARIO

                                

FINE                                          

Rivoli  29 dicembre 2009