Na storia garibaldin-a

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NOI GARIBALDINI

Na stòria

garibaldin-a

( TURIN CAPITAL D’ITALIA )

COMMEDIA IN TRE ATTI

DI  FRANCO  ROGGERO

POSIZIONE  SIAE    N.   18.29.90

UNA STORIA  GARIBALDINA

( TURIN  CAPITAL  D’ITALIA)

(  scritta tra  il 20 SETTEMBRE  e il  9 OTTOBRE 2009)

Commedia  in tre atti  ambientata a Torino  negli anni del Risorgimento italiano.

La storia d’amore di Cecilia,figlia di un salumaio e Emilio,garibaldino,si intreccia con la storia di quegli anni .E sono anni particolarmente significativi. Il primo atto rievoca la seconda guerra d’Indipendenza (1859)  ,il secondo la spedizione dei Mille,mentre il terzo rievoca il 17 marzo 1861,il giorno della proclamazione del Regno d’Italia e  Torino capitale.Il tutto visto attraverso le vicende di una semplice famiglia di “sautissè ’d Turìn” con intervento di personaggi nobili e meno nobili.Sullo sfondo l’amore di Cecilia e Emilio nella Torino del 1860.

Scenografia  –   Il salotto di casa Bertoglio

Personaggi   12  (  5 donne e 7 uomini)

Remigio                   Il salumiere,padrone di casa che cerca di accasare la figlia

Cecilia

Virginia                   La moglie facile allo svenimento e molto pia

Cecilia          18-20 anni , un po’ ribelle ama Emilio e rifiuta i matrimoni

di convenienza

Carlòta                    La  giovane“serventa”energica,sveglia,pronta alla battuta .

Giacolìn                   Il garzone  , è  il comico della commedia.Contadinotto  semplice

e simpatico

Dott. Comoglio           Medico,liberale,realista è molto informato di tutto

Felicita                    Zitella,pia,devota e un po’ pettegola

Gen. Guerrazzi Generale a riposo,rievoca le battaglie del 1848

Il Conte Attilio Nipote del generale,ufficiale di Cavalleria,innamorato di Cecilia

                                      Ha circa 45 anni

Isabella                    Ex vivandiera,volontaria della Croce Rossa,che nasce  in quegli anni

Marsilio                   Giornalista, nipote del salumiere,liberale,crede nell’unità d’Italia.

Emilio           Giovane garibaldino .Segue Garibaldi nelle sue spedizioni.

                            innamorato di  Cecilia.

PERSONAGGI

REMIGIO  BERTOGLIO                                 Padrone di casa

VIRGINIA                                                           Sua moglie

CECILIA                                                             La figlia

CARLÒTA                                                          La serva

GIACOLÌN                                                         Il garzone

TÒTA FELICITA                                              L’amica di Virginia

                                                                             

EMILIO                                                              Il garibaldìno

GEN. GUERRAZZI                                          Generale a riposo

      

IL CONT ATTILIO                                          Ufficiale di cavalleria                   

DOTTOR COMOGLIO                                    Medico di famiglia

ISABELLA                                                         Crocerossina

                                                                              

MARSILIO BORRI                                           Giornalista

ATTO PRIMO

TORINO  1859

                            ( A SIPARIO CHIUSO  musica“ Va pensiero”)

La scena

TORINO .II salotto di casa Bertoglio,salumiere .Una porta a destra ed una a sinistra.  La  Cameriera  Carlòta  canta mentre a fa le pulizie. Arriva madama Virginia, la padrona  di casa con l’amica tòta Felicita. Le due donne si seggono sul sofà e cominciano a ricamare..

     

Virginia      Ah, le giovo d’ancheuj a son pi nen come cole ’d na vòta. Adès a veulo

                  sposé chi a veulo lor ! A l’han ëd pretèise ! E peui i faso na confidenza…

                   (a-i parla sotvos) Ël reverend parco don Lorens a l’ha dime ’d fé

                   atension e duverté bin j’euj përché a l’ha vist nòstra fija con Emilio, ël

                   fieul ëd l’avocat Solari…

Felicita       L’avvocato Solari ? Oh,povera me ! quell’anticristo che non va mai in chiesa.quell’ anarchico,quella testa calda !!

Virginia      Ël fieul a l’é l’istess… a diso che a l’han già arestalo na vòta, a parlao ’d

                   Carboneria ò ’d la Giovine Italia che mi i sai gnanca còs ch’a sia…

                  (As fa‘l sègn dla cros) Ma sens’àutr a l’é pecà ! A lo dis sempre don

                  Lorens ant soa predica a mëssa granda a Santa Cristin-a...       

Felicita       E’ vero. L’ha detto anche Don Basilio e ha detto anche che c’è la massoneria,quelli che fanno i massaggi…si…i massaggiatori…no,forse non è così.Comunque sono quelli che poi fanno la spia a Garibaldi che poi va a Roma a fregare la sedia Dilatatoria o…Giaculatoria al Papa !                  

Carlòta       Ma come ? Il Papa ha solo una  cadrega ?

Viginia       Carlòta ti sta ciùto ch’it capìsse gnente ’d politica !

Carlòta       Ha parlato madama Cavour !

Virginia      Com’it përmëtte ’d rëspond parèj a toa padron-a ! Vërgognosa ! E peui 

arcòrdte che ’l cont Camillo a l’é nen sposà !  Pitòst, va sùbit a ciamé mifija Cecilia, che i veuj parleje. Disije ch’a ven-a sùbit sì !

Carlòta       (fa una mezza riverenza) Sempre ai suoi ordini ,madama Virginia !

                            ( ESCE)

Felicita       Adesso anche le serve non hanno più rispetto  per nessuno e don Basilio,il parroco della Gran Madre dice che la colpa è di quelli che si nascondono nelle cantine e poi escono e vanno a fare paciocchi in piazza !|

Virginia      Ah, si, ij temp a cambio, ansi, a son pròpe cambià. Certo che Carlòta a

                   l’ha na lenga… Mi la sopòrto pì nen !

Felicita       Si,ha proprio la lingua lunga,con tutto ciò che avete fatto per lei !

Virginia      Ch’a pensa che noi Carlòta, si la serventa, i l’oma piàla a l’orfanotròfi ’d

                   l’Infansia Derelita, òpera benemerita ’d la marchèisa Florestani, na santa

                   dòna, che Nosgor a l’abbia ’n glòria!

Felicita       Ah,si,della marchesa Florestani non si può dire niente,una santa donna…Suo marito,piuttosto…

Virginia      Còm a sarija a dì ? Ma a l’é nen n’uffisiàl ëd l’esercit regiò ?

Felicita       Si,,era in cavalleria a Pinerolo… e lì è successo quelllo che è successo …

Virginia      E còs ch’a l’é capitaje, su, ch’a parla, ch’am disa tut…

Felicita       E’ fuggito con una cocotte… Una di quelle che muovono il sedere davanti a tutti in quei luoghi della perdizione che chiamano teatro, don Basilio a lo dice sempre : il teatro è la casa del demonio !

Virginia      (As fa’l sègn dla cros) Maria Vergine, còs ch’am dis ? A l’é scapà con

         na còcòt… monsù Girolamo !? Ël Marchèis ’d Salusse !?

Felicita       Si,ora è andato ad abitare nel suo palazzo di Via Dora Grossa,

è lì che ha conosciuto una specie di donna,una svergognata,che non ha neanche 20 anni ! Quella ceh tra 150 anni chiameranno una “escort” !

Virginia      E la marchèisa ?

Felicita       E’ ammalata,non si alza più dal letto..…

Virginia      Ah, che temp, che temp ! Ël mond a gira al contrari… chi ch’a l’avrìja dilo, ël marchèis… un sant òm… fè na ròba parèj !

Carlòta       (Entrando) Oh, non è la prima volta …

Virginia      Com a sarìa a dì ?

Carlòta       Sarebbe a dire che ci ha provato anche con me!

Virginia      Con ti ? Sara mach sta boca ! Còm it përmëtt ’d dì ste ròbe. Fate mach

                   sente da gnun, figuronse se ’l Marchèis Girolamo Florestani as buta con 

                   un-a come tì !

Carlòta       Quello e altro ,se proprio vuole saperla tutta !

Felicita       Ah,cosa bisogna sentire da questa servitù !! Dalle serve oggi c’è

da aspettarsi di tutto !

Virginia      Carlota, fa nen l’impertinenta e va a ciamé mia fija, cor, va sùbit.

Carlòta       Sua figlia, tòta Cecilia, non c’è,è uscita…

Virginia      Come ? A l’è surtìa sensa ’l mè përmès ? E ’ndoa a l’é ’ndàita ?

Carlòta       Mi na sai gnente…

Virginia      E bin… alora, quand a riva, disie ch’a ven-a sùbit da soa mare, cor !

Carlòta       Come  ordina lei, madama Virginia. (Carlòta a seurt)

Felicita       Ma è proprio maleducata questa ragazza ! E’ senza credenza !

Virginia      Creansa,madama,creansa…E pensé che quand ch’i l’oma piàla dal colégi a l’avìa gnanca set ani. E i l’hai sempre tratala bin, i dasia fin-a da mangé, e peui quand a l’ha compì 15 ani i l’hai compraje na vesta neuva. E ch’a varda còm ch’am rëspond…

Felicita       E’ proprio vero ,i giovani d’oggi non hanno più rispetto per nessuno.

                   E pensare che siamo nel 1859 ,più si va avanti,più non si capisce niente                  Non c’è più riconoscenza per niente !

Virginia      A l’é vera, e pensé ch’i l’hai mostaje a lavé ij piat ch’a l’avia apen-a 8 ani e peui a cuse, a polidé, ’nsoma, a fé la serventa ! E peui ch’a pensa ch’i l’hai fin-a mostaje a scrive sò nòm… as capìss che a scòla a podia nen andéje, a l’avìja tròp da fé ’n te cà…

Felicita       Don Baìsilio ha anche detto che un ministro di Tojo,si il nostro re,

                   pare voglia obbligare tutti i cit  ad andare a scuola ! Ròbe neire !!

Virginia      Costa peui, a l’é sens àutr colpa ’d coi anticrist ch’a veulo mandé via

                   ël Papa da Roma… ah, che banda! An che man i soma finì !

(ENTRA Cecilia elegante e sorridente)

Cecilia        Buongiorno mamma,buongiorno madama Felicita

                   ( Dà un bacio alla madre)

Virginia      Alora ? Andoa ’t ses andàita sensa mè përmes ?

Cecilia        Oh,mamma scusami,ma stamattina mi sono proprio alzata che avevo voglia di pregare… e così sono andata a Messa al monte dei Capuccini

C’è una vista bellissima di lassù e poi oggi c’è il sole e mi son fatta una bella passeggiata

Virginia      Da sola fin-a al mont dij Capusìn ? A j’era nen na cesa pì davsin ?

Cecilia        Si,però avevo voglia di un po’ d’aria fresca e l’aria della collina è così frizzante !

Felicita       Ah,certo che l’aria della collina è frizzante… specialmente quando l’amore c’è…

Cecilia        Ma cosa dice madama Felicita,io non sono innamorata. Io sono andata  nella chiesa dei Capuccini  per pregare,anche perché dicevano messa per i soldati morti in guerra.

Felicita       Ah,si,poveri giovani,sono morti per fare il loro dovere,che pena…

Virginia      Chila a l’ha rason, a fan pròpe pen-a. Ch’a pensa che a l’han dime che ant la bataja ’d Solferin a son staje tanti mòrt !

Felicita       Anche nella battaglia di San Martino ci sono stati tanti morti e migliaia di feriti,almeno così m’ha detto monsù Barbero ,lo spessiari,chiel a sa tut,legge sempre il giornale,è uno che sa ,è andato a scuola per ben due anni !

Virginia      Ma si, it l’as fàit bin a preghé për tuti sti mòrt, pòvri fieuj…

Cecilia        Si però la Messa non l’hanno detta per tutti,ma solo per i Cacciatori della Alpi

Felicita       Questa è bella ! Adesso dico anche messa per i cacciatori  !E’ proprio vero,mia cara Virginia che questi mondo ormai gira all’inconrario !  

Cecilia        Ma no,non sono caciatori,sono volontari con la camicia rossa del reggimento dei Cacciatori delle Alpi sotto il comando  di Garibaldi

Felicita       O Santa Vergine ! Garibaldi…quello che vuol prendere le terre al Papa!   

Virginia      Cecilia, doman it vas a confëssète da don Lorens e tij diras tut.

Cecilia        Ma tutto cosa !? Io sono capitata lì per caso…ho incontrato madama Cravero,si quella che lavora alla Filanda…piangeva,povera donna .Allora l’ho presa sottobraccio  e l’ho accompagnata .Suo figlio era partito volontario per andare a liberare la Lombardia dagli austriaci .E’ morto che non aveva ancora  vent’anni…

Virginia      Alora ’t l’as fàit bin. As peul nen meuire a vint’ani.

Felicita       Se è solo per quello neanche a sessanta !Monsù Barbero dice che per morire c’è sempre tempo,gnun-e prèsse !! Chel a l’ha studià…

Virginia      Chila a l’ha rason, madama Felicita, però mi tuti coj fieuj mòrt am fan sté angossà… Meno mal che sta guèra a l’é finìa.

Cecilia        Già,pare però che presto ce ne  sarà un’altra

Felicita       Un’altra guerra ?? Ne abbiamo già avute troppe ,adesso basta ,per carità !

Cecilia        Ecco, mentre scendevo dal monte dei Capuccini, un giovame mi ha parlato e mi ha detto che in Emilia in Romagna e in Toscana c’è la rivoluzione e che la gente vuole unirsi al Piemonte

Virginia      Ma chi a l’ha ficate ’n testa ste ròbe ? A sarà pà ’l fieul ëd l’avocat Solari, si… còm ch’as ciama…  Marsilio…?

Cecilia        No,Emilio… Si,c’era anche lui a Messa,c’era tanta gente .C’erano anche due o tre giovanotti con la camicia rossa.Ma quelli il parroco non li ha fatti entrare in chiesa

Felicita       Ah, lo credo bene !

Virginia      Però ’t saras pà fate compagné a cà da col…

Felicita       Dica pure anarchico ! Io non so bene cosa vuol dire ma Don Basilio dice sempre di stare alla larga dalle camicie rosse !                

Virginia      E alora, Cecilia, ’t l’as sentù lòn ch’a l’ha dit madama Felicita. A la larga

                   da col fieul… E peui, a m’ësmija che tò pare a l’abia d’àutre ideje për la

                   testa…

Cecilia        Quali idee !? Non vorrà mica farmi sposare quell’antipatico del figlio del                 sig. Ravotto .Non mi piace,è brutto ed ha perfino un occhio storto e poi

Virginia      E peui ?

Cecilia        Ecco,io non lo voglio ,no,no  e no !!

Felicita       Certo che Cecilia non ha tutti i torti…Il figlio del sig. Ravotto non è molto bello,anzi è proprio brutto …però…ha tanti soldi ,due cascine,un palazzo e delle terre ad Asti. E’ un buon partito,non è poi tanto vecchio,  non ha neanche 50 anni  e lei ,Tòta Cecilia,diventerebbe la padrona di cascine e palazzi,si,insomma,una vera signora !

Cecilia        No,a me i soldi non interessano e se un giorno deciderò di sposarmi,sposerò chi voglio io !   (Si volta di scatto e fa per uscire)

Virginia      Cecilia, fërmte, e va nen via, ansi va ant toa stansia a preparete, but-te la

                   vesta ’d la dominica che pì tard tò pare a veul presentete na përson-a.

Felicita       Che persona ?

Cecilia        Mi scusi,ma “ che persona” lo devo  dire io !

Virginia      Bè, mi i sai gnente… sai nen chi ch’a sia, sai mach che a l’é na përsona

                   motobìn importanta… e peui j’ordìn ëd tò pare as dëscuto nen !

Cecilia        Cereja, tòta Felicita,mi stia bene !(esce facendo un mezzo inchino)

Virginia      (Si alza posando il ricamo) Am dëspiàss ma a venta pròpe ch’i vada, mia

                   cara tòta Felicita. I vado a preparé tut për l’òspite ch’a deuv rivé.

Felicita       Vuole che l’aiuti a preparare ?       

Virginia      Nò, nò a l’é mej ch’a vada… e peui a-i é Carlòta, a-i pensa chila a deme na man… (urla) Carlòta, Carlòta !!!

Felicita       Allora io vado… ma… ma  mi dica solo una cosa…quella persona è un nobile ? Sa,non per sapere …

Virginia       ( Accompagnandola fuori)  Sai nen, mi sai gnente, ma se a l’ha ’n pòch ’d passiensa doman a lo savrà… Arvëdse Tòta Felicita, a doman !

Felicita        Non vedo l’ora che sia domani,arrivederci  madama Virginia !

                   (Le due donne ESCONO)

Carlòta  -    (Entrando) Ma,qui non c’è nessuno… prima mi chiama e poi scappa ! Certo che questi padroni sono assai curiosi !Carlotta qui,Carlotta là,meno male che tota Cecilia mi tiene le parti..Ma io ne ho abbastanza,appena trovo un bonaccione che abbia quattro soldi io mi sposo ! Beh,si,che sia anche un po’ bello,ecco…certo che se fosse un conte o un marchese o magari un principe.si un principe spagnolo o un principe francese…si,non sarebbe male..” Principessa Carlotta ,permette questo ballo ?” “ Mi scusi ,do uno sgaurdo al mio carnet…si…c’è anora un posto libero…balliamo...”

(Si sente la musica di un valzer viennese e Carlotta balla con la scopa

che ha in mano.Nel frattempo entra Giaculìn,il garzone del padrone di casa)

Giacolìn      (entra tenendo sottobraccio un cesto con salciccie e salami)                   Brava Carlòta, i dësturbo ?

Carlòta       Oh Giaculìn,facevo le prove per il gran ballo di corte.Sai,il principe Umberto mi ha invitato …  

Giacolìn      Ma cò’t dise !? Ël prinsi Umbert,’l fieul dël Re, a l’ha mach 15 ani, a bala ancora nen, a l’é tròp giovo !

Carlòta       Mai mettere limiti alla provvidenza…e poi è govane ma crescerà ed allora un bel giorno mi vedrà passare e mi inviterà a Palazzo Reale e poi se son rose fioriranno…

Giaculìn      E se a fusso crisantem !?

Carlota       Oh,smettila !  A proposito,cosa sei venuto a fare qui a quest’ora ?              

                   Non dovresti essere nella bottega del signor Remigio a fare i salami ?

Giacolìn      Ecco, giustapunt a l’ha mandame monsù Remigio, ’l padron a l’ha dime ’d porté salam e saotissa a cà, ’d consegné tut a madama Virginia e peui a l’ha dime che col monsù ch’a deuv rivé ma a l’é pà ’ncor rivà a rivrà prest! Ecco, pija ij salam e la sautissa ! (Le porge un pacco)

Carlòta       (Annusa) Ehm…che buon profumo ! Ma questi salami li hai fatti tu ?

Giacolìn      Sicur ! Oramai i fas tut mi ’n botega… masso ’l crìn e lo travajo, e a-i é

                   gnun si a Turìn ch’a fassa ’d sautisëtte come le mie !

Carlòta       Eh, figuriamoci ! Solo tu sei capce a fare la salsiccia qui a Torino!Veramente ho sentito dire che a Moncalieri un certo signor Giorgio Frigerio fa delle salsicce speciali e mi han detto che li porta anche al re Vittorio !

Giacolìn      Si…a l’han dimlo. A l’ha fin-a contame la stòria. A diso che ’l Re antant che  andasija a caval vers Stupinìss a l’é fërmasse a la piòla dij” Tre gat” vers   Moncalé. A l’è setasse a taola con doi campagnìn ch’a mangiavo pan e salam. A l’é ’d cò fasslo porté për chiel ansema a un bel tòch ëd saotisëtta.E adès ogni doi o tre dì as fà porté a cà, la saotisëtta da Moncalé.

Carlòta       Ah, non ci credo a questa storia . E poi cosa ci andava a fare il re a

Stupinigi ?

Giacolìn      It lo sas nen ? Ma a lo san tuti… ch’andasia a trové la Bela Rosìn !

Carlòta       La Bela Rosìn ? Ma allora è vero quello che dicono

Giacolìn      Sicur, a diso fin-a che a veul sposéla, ma Camilo a veul nen

Carlòta       Chi ? Il conte Camillo Benso ?

Giacolìn      Si, pròpe chiel… a veul ch’a sposa na prinsipëssa fransèisa, ma chiel a

                   veul pà savejne

Carlòta       Proprio come tòta Cecilia ! (ENTRA madama Virginia)

Virginia      Còs i l’eve da dì ’d la mia Cecilia ?

Giacolìn      Gnente, gnente… i parlavo ’d lòn che deuvo dije… Madama Virginia, ch’a senta… Sò òm, monsù Remigio a dis che da sì ’n pòch a deuv rivéje chi ch’a deuv rivéje e a-i manda sòn përchè a-i na fasa omagi (le porge il pacco) e a dis ch’a pronta la taula përché a mangerà si a cà vostra…

Virginia      Còm a sarìja a dì ch’a mangerà si ? Oh mi pòvra dòn-a… Carlòta, su, date da fé, lesta va ’n cusin-a e tira fòra la tovaja ’d fiandra e ij piat pì bej… Im raccomando, lava bin ij bicer da dodes, che mi vado a feme presté l’argenteria da tòta Felicita.

Carlòta       Ma quanti sono gli ospiti ?

Giacolin      Lo sai nen, sai mach ch’a l’ha dime ’d ven-e si a preparé la stala përché

                   fòrse, a deurmiran ëd cò belesi… ma sai nen… im n’arcòrdo pì nen

Virginia      Ma còs dise! Monsù Remigio a veul butè j’òspit ant la stala ?

                   Ma ses sicur d’avej capì bin ?

Giacolin      Ma nen j’òspit… ij cavaj… a dis ch’a rivo con la caròssa, con un tir da

                   doi, forse da quat…

Carlòta       Allora si tratta di un nobile ed anche abbastanza ricco !

Virginia      (Agitata) Su, fòrsa, domse da fé ! Ti Giacolin cor a preparé la stala e ti

                   Carlòta ’n cusin-a ’ntant che mi vado da tòta Felicita.

( mentre  esce si scontra con Giaculin che continua a girare con il suo cesto.Dopo un po’ di confusione la  scena resta vuota)                 

Giacolin       (Entrando ) Ch’a ven-a avanti, che adès i diso a Carlòta ’d ciamé tòta Cecilia… (grida) Carlòta, Carlòta !!

                   (Con Giaculìn entra il giovane Emilio Solari vestito da garibaldino)

Carlòta       ( Entra di corsa ed attraversa la scena senza uasi accorgersi del giovane garibaldino,poi mentre sta per uscire  si ferma di colpo)Oh ! Signor

                            Emilio,lei qui ??  

Emilio         (Scatta sull’attenti e fa il saluto militare) Tenente Emilio

         Solari del primo reggimento dei Cacciatori delle Alpi… tòta Carlotta,  

potrebbe annunciarmi alla signorina Cecilia ?

Carlòta       Corro ,lei aspetti qui ! (Esce di corsa)

Emilio        Grazie… ( colpo di tosse verso Giulìn che lo guarda stupito)

Giacolìn      Ma adès l’esercit regio a l’ha cambià divisa ?

Emilio        No,io non faccio parte dell’esercito di sua maestà Vitorio Emanuele II

                   ma del corpo dei volontari di Giuseppe Garibaldi

Giacolìn      Oh basta là, parej chiel a conòss Garibaldi ? E còm a l’é, còm a l’é ??

                   Mi i l’hai senton-e parlé tant… sa, la gent a parla…

Emilio        Ah si ? E cosa dice  la gente ? Ne parlano bene o male ?

Giacolìn      Oh… bin, bin… naturalment… anche monsù Remigio a na parla bin…

Emilio        Nò,perché mi sembra che a Torino noi non siamo ben visti,specialmente

                   dagli ufficiali dell’esercito regio

Giacolìn      Ma nò, ch’a disa pà lòn… l’é pa vera…

Emilio        Purtroppo è vero.Finita la guerra vogliono che il nostro Reggimento sia sciolto,non ci vogliono nell’esercito regio. Il generale Garibaldi voleva che il re  avesse riconosciuto il valore dei nostri morti ..Abbiamo combattuto e vinto a Fermo,a Varese,a Como ,siamo arrivati fino a Brescia poi i francesi han dato l’ordine di fermarci altrimenti saremmo entrati nel Veneto…Ma Napoleone III  ha firmato l’armistizio di Villafranca con l’Austria e la guerra è finita

Giacolìn      Ma mi l’hai sentù dì che Nissa e Savòja a passeràn a la Fransa. L’é vera?

Emilio        Purtroppo si,pensi che il generale Garibaldi è nato a Nizza e adesso non è più italiano .è francese !

Giacolìn      Sacocìn dël bòia ! Oh costa si ch’a l’é bela ! Garibaldi fransèis ? E chiel

                   còs na dis ?

Emilio        E’ di pessimo umore,così come il conte Cavour

Giacolìn      Ma còs a veulo fè ? A veulo fé guèra a la Fransa ?

Emilio        No,Garibaldi vuole l’unità d’Italia

Giacolìn      Oh, ma as farà mai! Monsù Remigio mè padron, ël saotissè, si, ’msoma ’l pare ’d tòta Cecilia, a dis ch’as peul nen fèse, përché ’l Papa a veul nen e   peui j’Austriaci ’ndova ij butoma ? Coi-lì a son teste dure, teste ’d

          “croco”! Sòn a l’ha dìjlo monsù Barbero, lë spëssiari…

Emilio        Ma noi li abbiamo già sconfitti e li sconfiggeremo ancora perché l’Italia deve essere unita.Il Veneto sarà nostro ! Viva l’Italia !

(Scatta sull’attenti anche Giaculin)

Giacolìn      Un moment ! Ma mi son pà italian, mi son piemontèis, i son nà a     

                   Carmagnòla e Carmagnòla a l’é pà ’n Italia, a fa part dël Regno ’d             

                   Sardegna !

Emilio        Si, ma non tarderà molto che dsaremo tutti italiani,  ed un bel giorno anche il Regno delle due Sicilie farà parte del Regno di Sardegna                 

Giacolìn      Si, ma noi còs ch’i l’oma da sparte con tut coj-lì ?

Emilio        La nostra storia, la nostra cultura, le nostre montagne, i nostri mari,

                   le nostre campagne e avremo una patria sola : l’Italia !

Giacolìn      E dàila con sta Italia… comsissìa, s’a lo dis chiel mi i chërdo… però

ch’am gava na curiosità, ò forse a l’é ’n segret militar, i sai pà se chiel a peul dimlo…

Emilio        Un segreto militare ?

Giacolìn      Si… ( si avvicina ad Emilio guardandosi attorno  e gli bisbiglia

all’orecchio) A l’é vera lòn ch’a dis la gent, che al general Garibaldi, ch’a l’era piemontèis e ch’ades a l’é fransèis, a-i piaso

                   tant le siole e a deurm an sël paviment sensa mataras ?

Emilio        (Ridendo) Questo è un segreto militare,io lo dico solo a lei ,ma non lo dica a nessuno,sa sono cose riservate,se poi le venisse a sapere il nemico.. Si,è vero, il generale dorme sovente sulla nuda terra perché soffre di mal di schiena,e allora deve dormire sul duro.A dire il vero soffre anche un po’ di artrosi,ma non si lamenta mai,è sempre il primo  salire a cavallo e a volte cavalca senza sella,ha imparato in America.

Giacolìn      Si ma le siole ?

Emilio        Si,è vero anche questo,al generale piacciono le cipolle…ma zitto…questo è un segreto militare

Giacolìn      Mi son na tomba ! (ENTRA Carlotta di corsa)

Carlòta       Signor Emilio, Cecilia arriva subito !              

Giacolìn      Ti Carlòta ’t lo sas che ’l general Garibaldi a mangia le siole !!

                   ( poi si pente  e si tappa la bocca con iìuna mano)

Carlòta       Cosa mangia ?

Giacolìn      Nò, chiel a mangia pòch, ansi a mangia pà, a stà anche na sman-a a digiùn, chiel a viv d’aria ! Còs it veul, a l’é fait parej…

(ENTRA Tòta Cecilia)

Cecilia        (Corre verso il garibaldino e l’abbracia) Emilio !

Emilio        Cecilia ! (Si abbracciano e mentre Caròtta sta per uscire vede che

Giaculìn non si muove allora lo trascina via tirandolo per un braccio)

Carlòta       Vieni via,non son cose per te,queste!

Giacolin      Vorìja mach vëdde còm andasìja a finì… ( I due ESCONO)

Cecilia        Ma perché sei venuto fin qui,lo sai che i miei non vogliono,e se ti vedono qui sono dolori!

Emilio        (L’abbraccia) Stai tranquilla,tua madre è uscita

Cecilia        Si,ma potrebbe tornare da un momento all’altro          

Emilio        No,senti,io parto…il generale ha bisogno di me 

Cecilia        No,ma perché !? Stamattina m’hai detto che saresti rimasto qui

fino a Natale

Emilio        Il Generale mi ha chiamato a rapporto… L’ho saputo oggi dall’attendente di Nino Bixio…Cose grosse in vista,forse parto domani

Cecilia        No,non andare via          (Si stringe a lui) Ma dove andate stavolta ?

Emilio        Non lo so ancora,aspettiamo gli ordini dal generale .Si parla di una

grande spedizione nel sud d’Italia,però non sappiamo ancora niente di preciso

Cecilia        Ma perché vuoi partire,perché non resti qui…

Emilio        Cecilia,noi bbiamo una missione da compiere,dobbiamo fare l’Italia.E i nostri figli avranno una patria sola e saranno tutti italiani ,non ci saranno più divisioni ,tutti sotto una sola bandiera : il tricolore !

Cecilia        Il tricolore  ?

Emilio        Si,sarà la bandiera dell’Italia,pensa che già la sbandieravano a Reggio Emilia tempo fa .E’ la bandiera dei rivoluzionari,dei patrioti di tutte le regioni .Anche Mazzini l’aveva adottata per la sua Giovine Italia e

                   Garibaldi la innalzava  durante i giorni gloriosi della Repubblica

Romana

Cecilia        Ma cosa significano questi tre colori ?

Emilio        Il verde ricorda i nostri prati,il bianco le cime delle nostre montagne

                   e il rosso per ricordare il sangue di tutti quelli che sono morti per

         la nostra patria..( Si sente in lontananza un pianoforte che suona una

musica malinconica)…Chi è che suona?

Cecilia        E’ tota Ersilia,è tanto ammalata e quando sta un po’ meglio si alza dal letto ,si mette  al pianoforte e suona questa musica…

Emilio        Sempre la stessa ?

Cecilia        Si,gli ricorda il fidanzato che è morto in guerra quattro anni fa

Emilio        Allora è morto nella guerra di Crimea

Cecilia        Si, nella battaglia della Cernaia…era un bersagliere del generale

La Marmora,non è più tornato …              

Emilio        Ma questa musica è la nostra,è la musica di Giuseppe Verdi !

Cecilia        La vostra ?  

Emilio        Si,è il coro degli oppressi,di tutti quelli che combattono per la libertà!              

Cecilia        Non capisco…ma io ti voglio bene…non andare via

Emilio        Anch’io ti voglio bene Cecilia…Vedrai che tornerò,si tornerò a rivedere

la mia bella Torino ed allora ti porterò con me a Superga e lassù alzeremo insieme la nostra bandiera ,la bandiera dell’Italia unita

(I due stanno per baciarsi quando si sente la voce di madama Virginia)

Virginia      (da fuori) Carlotta,Carlotta ,dove sei? Ciama Giaculìn che a son si

                   ch’a rivo !

Cecilia        Emilio,va,scappa ! ( Sospinge fuori Emilio che si ferma e le dà un bacio

Poi la musica tace ed entra madama Virginia seguita da Carlotta e

Giaculìn)

Virginia      (entrando) Forsa,buteve  n’ordìn,e im racomando la riverensa!

Giacolìn      Ëd cò mi deuvo féla la riverënsa ?

Virginia      Nò, ti va ant la cort a speteje, peui tij pòrte ij cavaj ant la stala.

                   Ah, meno mal ch’it ses sì Cecilia, im racomando fame fé bèla figura e

                  

parla mach quand at lo dis tò pare…

Giacolin      Ma madama Virginia, la nòstra stala a l’ha mach doi pòst per ij cavaj e se

costi sì a rivo con un tir da quat, còm i deuvo fé ? I na buto un adrinta e doi  fòra ’d la stala ? Përché ’ndrinta a-i é ’d cò Napoleon !

Virginia      Come ? Oh mi pòvra dòna ! A-i é ’d cò Napoleon, l’imperador ëd la Fransa a ven si da noi ? Oh, am ciàpa  mal… (A sviene)

Giacolìn      Ma nò, Napoleon a l’é ’l neuv caval ch’a l’ha catà monsù Remigio a la    

                   fèra ’d Civass !

Cecilia        E’ svenuta… Mamma! Mamma ! (Poi urla) Carlotta, Carlotta fai

                   qualcosa,sbrigati !

Carlòta       Oh povera me, madama Virginia si sente male…

Giacolìn      Belessi a-i va un cichetìn ’d cògnach, col fransèis

Cecilia        Ma mia madre  non è  abituata al cògnac !

Giacolìn      Basta fèilo nufiè e peui a basta ch’a na bèiva mach na stissa e as arpija

                   sùbit. Carlòta andoa a l’é ’l cògnac?

Carlòta       Di là, nella credenza !

Giacolìn      Vado sùbit a piene ’n cichetìn ëd col bon… (esce di corsa)

Cecilia        Mamma, Mamma ! Non sarà mica morta  ?

Giacolin      (entra di corsa con un bicchiere di  cognac) Largo che mi l’hai fàit ël        

                   pòrtaferì ant la bataja ’d Custoza, sai mi còm fé ! Cogéla për tèra, 

                   ecco… parèj… pian… adès tirela sù… parèj… un cichetin ’d cògnach !

                   (Giacolìn passa il bicchiere sotto il naso di Virginia poi se lo beve lui)

Carlòta       Ma Giaculìn,cosa fai ? Ah…è così chre si fa ??

Cecilia        Questa mi sembra una cura un po’ strana

Giacolìn      Madama, su madama Virginia, ch’as dësvìja… si a-i va n’àutr cichetìn…

                   (rivolto a Carlotta) vërsa, vërsa… che come rimedi pì a-i n’a-i è, pì an

          pressa a riva l’efèt. (Carlotta  versa da bere e Giaculìn si scola il

bicchiere di cognac)

Giacolìn      Madama a sta mej ?

Cecilia        Si,si ha aperto gli occhi…si sta riprendendo…

Virginia      Tireme su, ahi… ma còs a l’é capitame ? I l’hai vist tut nèir peui im

                   arcòrdo pi gnente…

Carlotta      Niente,niente …ormai è passato(Madama Virginia si riprende ,la mettono a sedere mentre Giaculìn con la bottiglia in mano beve un altro sorso,poi improvvisamente sputa il cognac urlando)

Giacolìn       Madama, madama !! A son si ch’a rivo… parla pà che tir da quat… a l’han mach un caval, pitòst vej e malandàit… Mi vado !

(ESCE di cors)

Virginia      An pressa, su, leste, ’m arcomando la riverënsa…

                  (Le  tre donne aggiustandosi i vestiti vanno verso la porta.

ENTRANO il sig. REMIGIO padrone di casa seguìto dal generale 

GUERRAZZI in borghese,è un generale a riposo.Le tre donne fanno

la  riverenza)     

Remigio      General, iv presento mia fomna Virginia e mia fija Cecilia…

                   (Il generale  fa il baciamano alle due donne)

Virginia      Oh, che onor, un general…

Remigio      Si, ’l general Casimiro Guerrazzi… adès a l’é a ripòs, ma a l’ha combatù

                   tante bataje, a l’é stàit ferì a Custoza. A l’han fin-a daje na mudaja…

General       Ch’a lassa perde monsù Remigio, adès i son a ripòs. I l’hai servù l’esercit   Regio për pì ’d trant’ani, adès un pòch ’d ripòs im lo mérito

Virginia      Ch’a s’acòmoda… ma che onor, un general a nòstra cà, noi soma mach ëd negossiant… i soma gnanca nòbij…

Remigio      Su, su, Carlòta, cor a pié na bota ’d ròsòliò ò forse ’l general a preferis na

         bota ’d Bareul del ’57 anada spessial !

General       Vada për ’l bareul… vëddo che monsù Remigio a l’é nen mach un grand

                   intenditor ëd salam e saotìsse, ma anche ’d vin… Ël ’57 peui, a l’é stàita

                   n’anada ecessional…

Remigio      Im lo fas porté diretament da La Morra… a sentirà che gust, che përfùm e che color !

General        E chila sì a sarija Cecilia… a l’é verament në splendor… me novod,

                  uffisial dël Regio Esercito, ’l cont Attilio, a l’ha dimlo ch’a l’é na fior…

                   na fior da cheuje…

Cecilia        Grazie del complimento (piuttosto imbarazzata)Bene,allora col vostro permesso io mi rititro

Remigio      Nò, nò…. Cecilia për piasì…

General       A veul pà feme ’n tòrt parèj ! Mi son mnùit pròpe për chila !

Cecilia        Come sarebbe a dire ?

General        A sarìja a dì che a-i é na përson-a che a preuva un nòbil sentiment për…

Remgio       Si, a l’é annamorà ’d ti !! (Intanto Carlotta appena entrata per l’emozione lascia cadere il vassoio con i bicchieri)              

Virginia      Ma fé tension Carlòta ! Ch’a me scusa, ma a l’é tant sbadà sta fija…

General       Eh, l’é la gioventù…

Cecilia        Lei..lei..sarebbe innamorato di me …?

General       Nò, a l’é ’l cont Attilio, mè novod ch’a l’é annamorasse ’d chila, tòta

                   Cecilia, e ch’a sarija dispòst a sposela… sempre che chila tòta a sia

                   consensienta… (A Carlotta cade nuovamente il vassoio )

Remigio      Ma basta ! Carlòta ! Basta !

Carlòta       Scusatemi..è l’emozione…Vado a prendere altri bicchieri ( ESCE)

General       Alora, tòta Cecilia, mè novod a peul cheuje sta reusa ?

Remigio      Si, si, si, a-i na son tante fòra ’n giardìn ! Ch’a fasa pura

General       Ma nò, còsa a l’ha capì… Mè novod, ël cont Attilio a veul cheuje la reusa pì bèla dël giardìn… soa fija Cecilia… E chila tòta Cecilia a l’é d’acòrde ?

Remigio      Si, si, sens’àutr, chila a l’é d’acòrd… fëstegioma e decidoma sùbit la data ëd le nòsse… Noi soma bin content, nen vera Virginia ?

Virginia      Contentissima… che emossion… mia fija na contëssa ! I l’avria mai dilo!A venta che lo manda sùbit a dì a tòta Felicita chissà còm a sarà sodisfàita! A chërprà d’invidia…

General       E chila tòta Cecilia a l’é contenta da sposè ’l cont Attilio ?

Cecilia        Ecco… io… veramente…

Remigio      Brava ! a l’ha dit ëd sì !

General       Benissim. Alora adès podoma parlé ’d la dòte. Ecco, ’l cont Attilio, mè

                   novod…

Cecilia        Ma io non  lo conosco …

Remigio      Ma che ’mportansa a l’ha… i l’eve tuta la vita danans për conòsve…

alora còs ch’a disìja dla dòte ?

General       Ah, si… giust… ecco… da part mia, Attilio a l’avrija ’n dòta la

palassin-a ns la colin-a e tre bej terèn da le part ëd Pinareul. Peui da sò pare a l’ha eredità ’l castel ëd Cumian-a a doi palass si da Turin, oltre naturalment a la villa ’n sël lach Magior e peui…

Remigio       Basta parej, affare fatto! Tra galantòm a-i basta na strèita ’d man                  (i due si stringono la mano) alora a l’ha dit… vaire castèj ?

General       Ah, dësmentiavo la scuderia al palàss real dla Venaria con des cavaj e peui le vigne dël Monfrà… a m’ësmija ch’a basto, nò ?

Remigio      Si, si a va bin… oh se a va bin ! Né Virginia ch’a va bin… S’a veul i

foma anche në scrit… mi son bon a scrive…

General       Sicur, a va tut bin, salvo ’n cit particolar…

Remigio      Un particolar ? E col ch’a sarija sto particolar ?

General       Ecco… tòta Cecilia… a l’ha ’ncora nen dit ëd si…

Remigio      Ah, ma chila a l’é contenta, oh s’a l’é contenta ? Né Cecilia, di ëd si !

Virginia      Cecilia ti prego, dì ëd si ! Falo për toa mare…

Remigio      E anche per tò pare… Alora, parla… Basta na paròla… dis sì !

Cecilia        No! No! no e no ! Io parto, vado a fare la vivandiera con Garibaldi !

                   (ESCE  sdegnosa,Virginia sviene,allora arriva Giaculìn di corsa)

Giacolìn       Bogé nen ! Che mi l’hai fàit ël portaferì a Custoza. Portème ’n cichetin

                   ëd cògnach ! (A-i riva Carlòta con la bota e un bicer, a na vërsa’n pòch

                   e Giacolìn a bèiv, peui as na fa vërsè n’àutr për ël general. A la fin tuti a

                   bèivo ma Madama Virginia as arpìja nen) Còm a và ?A và mej madama

                   Virginia ? As arpija ’ncora nen… Carlòta, vërsa, vërsa ’ncora

                   ’n cichetin…

SIPARIO

                      canzone  “ADDIO MIA BELLA ADDIO”

FINE PRIMO ATTO

ATTO   SECONDO

Torino  1860

(a sipario chiuso Musica  “la bela Gigogìn”)

La scena

La stessa del primo atto : il salotto di casa Bertoglio. Entra Giacolìn con dei fiori in mano  

Giacolìn      (Entrando non trova nessuno) A-i é gnun ? A son sparì tuti… magara a-i é quàicòs da bèive. (as guarda d’antorn e a duverta n’anta dla giojera)

Carlòta       (Entrando) Giù le manI ! Maleducto e anche ladro adesso !

Giacolìn      Nò, nò… mi vardava mach (Nasconde i fiori dietro la schiena)

Carlòta       Il cognac l’abbiamo finito…Ma cosa nascondi ?

Giacolin      Gnente… gnente…

Carlòta       Fammi vedere  !

Giacolìn      (A tira fòra’l bochèt) Ecco, a son për ti… (E a-i lo spòrs)

Carlòta        Oh, grazie… che gentile… (annusa) Ma…  sono crisantemi !

                   Grazie tante,ne faccio volentieri a meno !

Giacolìn      Ma përchè ? A son bej… i l’hai apen-a cuije adès… a son fior frësch…

Carlòta       Senti, regalali a qualcun altra                   

Giacolìn      Ma monsù Remigio a la dime ’d porteje doe fior a madama Virginia ch’a

                   sta mal e adès soma a stember e a-i son pà tante fior, l’hai vist sti bej

                   grisantem da la vejòta danans al simiteri e l’hai compraje… I l’hai pensà

                   a ti… (A-i euffre torna)

Carlòta       Grassie, ma non  sono ancora  morta ! (Se ne va sdegnosa)

Giacolìn      Am dëspiàss…

Carlòta       (Si gira) Come sarebbe a dire “ mi dispiace “ ? Vuoi vedermi morta ?

Giacolìn      No,no… vorìja dì che an dispiàss che at piaso nen (a varda le fior)

                   Alora pòrtije a madama Virginia…

Carlòta       Ma anche lei non è ancora mòrta !

Giacolìn      Oh che dë stòrie për doe fior… regalà col cheur (A s’avsin-a a Carlòta)

Carlòta       (Si allontana) Gira al largo !

Giacolìn      Chi ch’a dësprèssia a… sai pì nen còm a finì…

Carlòta       Lascia perdere…Piuttosto temo che bisognerà nuovamente chiamare il dottor Comoglio…Madama Viginia non va,sta male…Da quando Tòta Cecilia è scappata non fa che piangere,non mangia,non …mi preoccupa                 

Giacolìn      Ah, mi chërdija mai pì che tòta Cecilia a sarìja scapà da cà ! Adès ormai a l’é squasi ’na sman-a… chissà ’ndoa sarà adess sta pòvra fija…

Carlòta       Io li so …    

Giacolìn      It lo sas ? E alora përchè ’t l’as dit gnente ! Monsù Remigio e madama

                   Virginia a son dësperà ! Ma se ti ’t lo sas, parla nò !

Carlòta       Sai tenere un segreto ?

Giacolìn      Na tomba…

Carlòta       Ed io non te lo dico ! 

Giacolìn      Ma se a la serco daspërtut… fin-a a Genova a l’é ’ndàit monsù Remigio.

                   Asmìja ch’a l’abia sërcà d’ambarchese a Genova, dòp ch’a l’ha savù che

                   sò moros, Emilio, a l’era  a Calatapumi, si, ’nsoma,

                   belelì, un nom parèj… giù ’n Africa…

Carlòta       Ma che Africa ! Calatafimi é in Sicilia, me l’ha detto il dottor

Comoglio,lui sa tutto

Giacolìn      Ma Garibaldi a l’é ’ndàit an Sicilia ?

Carlòta       Certo…e il dottore mi ha detto che forse è già arrivato a Napoli !

Giacolìn      A Napoli ? Ma a Napoli a-i é ’l Re… còm ch’as ciama… si… Cichìn…

Carlòta       Ma che Cichìn ! Franceschiello secondo ! Me l’ha detto il dottore,lui legge i giornali  e mi ha anche detto che i soldati del re scappano,

si ritirano

Giacolìn      Oh, crispa ! Com’a l’é possibil n’afé parèj…Ma Emilio ?

Carlòta       Pare che sia ferito…

Giacolin      Ma a l’é grave ?

Carlòta       Non si sa …

Giacolìn      Oh pòvra tòta Cecilia !

Carlòta       Ma che tòta Cecilia, è Emilio che è ferito !

Giacolìn      Si, ma chila a l’é tant annamorà e chissà com ch’a sta mal,

chissà come ch’a seufr!

Carlòta       Su,vai ad aprire la porta,non senti che stanno bussando !

Giacolìn      Vado, vado, a-i sarà torna cola ciòspa ’d Tòta Felicita ch’a ven a piorè ’n  

                   pòch sì, a ven a solevèje ’l moral a madama Virginia… Mi la sopòrto pà

                   (Giacolìn va ad aprire ed ENTRA Tòta Felicita)

Felicita       Cerea a tuti ! Come sta madama Virginia  ?

Carlòta       Sta male,non mangia ,dorme poco, piange sempre,povera donna

Felicita       Allora vado a consolarla… e di  tota Cecilia ,nessuna notizia ?

Carlòta       Il signor Remigio è partito per Genova con un amico,pare che l’abbiano vista da quelle parti                

Felicita                 A Genova !?  Ma come è andata a Genova,con la carrozza o con il treno a vapore? A me il treno fa paura,dicono che corra più forte del vento,

                   no,no…io non salirò mai li sopra…Don Basilio dice che sono macchine

                   infernali.Dice che ci è salito sopra una volta e quando è arrivato  aveva tutta la faccia nera !

Giacolìn      Për fòrsa, ël tren-o a và a carbon !

Felicita       Ma perchè pròprio a  Genova ?

Giacolìn      Përchè a l’é da là ch’a l’é partì Garibaldi !

Felicita       Oh Maria Vergine ! Garibaldi, quell’anticristo… don Basilio                dice che si fa peccato mortale solo a nominarlo,stasera andrò a confessarmi ! Ora  vado a tirar su un po’ il morale a madama Virginia,

                   vado a dirle il rosario

Giacolìn      Ch’a vada, ch’a vada, ch’a fasa parèj, ma ch’as arcòrda ch’a l’é pà ’ncora

                   morta madama Virginia

Felicita       Certo che non è ancora morta,ma è meglio sempre prevenire,non si sa mai. Due Pater Ave Gloria ,due Ave Maria non ci fan male a nessuno.

Io vado ( Entra nella stanza di madama Virginia)

Giacolìn      (Fa ij còrn con la man) Mi cola lì la sopòrto pròpi nen !

Carlòta       Scommetto che tra un po’ arriva il Generale Guerrazzi.Per me questi

due si danno appuntamento qui con la scusa di far visita a  Madama

Virginia …Per me tra questi due c’è sotto qualcosa…

Giacolìn      Ma figurte se ’l general Guerrazzi Casimiro as perd darera a na

                   ciampòrgna parèj ëd chila !

Carlòta       Misura le parole !E non farti sentire…E poi il generale è vedovo !

Giacolìn      Ëd cò mi son vido, ma im butrija mai con na ciampòrgna come cola lì…

Carlòta       Ecco, ccosa ti ho detto  !? Va ad aprire dev’esser il generale !

                   (ENTRA il Generale  Guerrazzi)

General       Buoniorno a tutti,non c’è nessuno ?

Giaolìn       E noi chi soma ?

General       Si… vorija dì… për cas a l’é passà da si tòta Felicita ?

Carlòta       Oh sì ,certo che è passata di qua.E’ andata a recitare il rosario

con Madama Virginia                

General       Alora ch’a la dëstorba nen (As seta) Piuttosto, Carlòta, avete ancora

un po’  di quel  ròsòliò  delizioso …

Giacolin      Cògnac… cògnac fransèis…

Carlòta       No,purtroppo l’abbiamo finito.. vado a fare il bucato…

                   Riverisco signor Generale,se avete bisogno di me io sono di là (ESCE)

General       Giacolìn, fame ’l piasì, daje ’n pòch ëd fen al caval e ’d cò ’n pòch ëd

                   biava ch’a l’é ’d cò chiel vej come mi…

Giacolìn      Efetivament i l’hai vist che sò caval… coma ch’as ciama ?

General       Temistocle… a l’é ’l nòm d’un general ëd l’antica Grecia

Giacolìn      Eh si, a l’é un pòch vej e a respira anche nen tant bin

General       A l’é strach… a son j’ani ch’a pèiso…

Giacolìn      Ma vaire ani a l’ha ?

General       An che ani soma adès ?

Giacolìn      Se më sbalio nen soma ant ël 1860 !

General       Ah, si… 1860… dunque i l’hai compralo ant ël ’38, donca a l’ha pì ’d 20

                   ani. Temistocle a l’ha fàit con mi tuta la prima guèra contra l’Austria.

La prima guèra d’Indipendensa del ’48. Soma stàit an sij camp ëd bataja ’d           Pastrengo e Gòito ’ndova i l’oma batù j’austriaci grassie anche al sacrifissi ’d tanti giovo volontari toscan, squasi tuti student. E bin, lor a Curtatone e a Montanara a l’han segnà un-a dle pagine pì gloriose dla nòstra stòria.Grassie a lor noi i l’oma podù bate l’esercit ëd l’imperador Francesco Giuseppe a Goito. A son staje, a l’é vera, tanti mòrt, ma a l’é lì che i l’oma  butà le basi per l’unità d’Italia. Përché peui da tute le part dla penisola i patriòt a son unisse a noi. A Firense, a Milan, a Venessia e fin-a a Roma a   son rivoltasse, a l’han fàit ëd baricade, a l’han campà an mes a la strà tut lòn ch’a l’avìjo. Milan per 5 di a l’ha resistù a j’austriaci, Brescia 10 dì, Venessia guidà da Daniele Manìn e Niccolò Tommaseo a l’han piàla per fam dòp doi meis, e a Roma Garibaldi a l’ha proclamà la Republica e ’dcò a Firense con Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Armellini. Ma la còsa pì bèla a l’ha fala ël nòstr Re Carlo Alberto che ël 4 mars sempre del 48 a l’ha proclamà lë statuto Albertin, il primo statuto in Italia.

Giacolìn      A l’é për lòn che cola piassa as ciama piassa Statuto ? Ma còs ch’a l’é sto

                   statuto ?

General        Pà fàsil da spieghé ’n doe paròle. E’ stata una grande  conquista. Për esempi con lo statuto ’l Re Carlo Alberto a l’ha concedù la libertà dë stampa, peui a-i  Valdèis, perseguità da sécoj, la libertà ’d culto…

Giacolìn      E còs a veul dì libertà ’d culto  ?( ENTRA tòta Felicita)

Felicita       Oh, salve general…? (Porge la mano al generale)

General       Casimiro… generale Guerrazzi Casimiro, ma lei mi chiami pure

                   solamente  Miro, se le fa piacere

Felicita       Oh,no,non mi permetterei mai !

General       Ma nò, chila ch’as përmëtta pura…

Felicita       Tròppo  onore, mio caro Casimiro…piuttosto cosa diceva della libertà

                   di culto ?

General       Che finalmente anche i valdesi e gli ebrei possono professare liberamente la propria religione !

Felicita       Io non lo trovo giusto…i valdesi non sono cristiani come noi e poi

gli Ebrei hanno ucciso Gesù Cristo ,mi sembra un po’ troppo,lo dice sempre…

Giacolìn      Don Basilio !

Felicita       Ma lei come fa a saperlo ?

Giacolìn      Mi vad sempre ’n cèsa…

Felicita       Lasciamo perdere…ma lei stava raccontando delle sue battaglie,

                   continui,continui pure  a raccontare ,a me piace molto ascoltare

General       Ma le guère a son nen fàite për le fomne, a-i é tant sangh, tanta soferensa e a l’é nen bel da vëdde meuire ’l fior ëd la nòstra gioventù… come ant la bataja ’d Novara ’nt ël 49 andoa le trupe dël maressial Radetzky a l’han   batù ’l nòstr esercit guidà dal general Alberto Charznowsky un polach… Mi son gnanca bon a prononsielo col nòm. Però a l’era nen a

l’àutëssa e a l’ha portan-e a la dësfàita. E sël camp ’d bataja, quand a l’ha vist che ij nòstr fieuj a muirijo a l’é fase avanti ’l Re Carlo Alberto ’n sël sò caval bianch e a l’ha sercà la mòrt, ma a l’ha nen trovala. Peui pòch dòp a l’ha abdicà për ël fieul Vittorio Emanuele II e chiel a l’é ’ndàit an esilio a Oporto, andoa a l’é mòrt pòchi mèis dopo. Ch’a pensa che a l’han ambalsamalo e peui con la nav a l’han portalo a Turin e a l’han sotralo con j’autri Savoja ant la Basilica ’d Superga.

Felicita       Ah ,a sentire queste cose mi vengono le caldane

Giacolìn      E Temistocle ?

General       Temistocle a l’ha avù l’onor dë scortè ’l Re fin-a a Turin.

Felicita       Allora lei ha conosciuto il re Carlo Alberto,un bell’uomo,alto,magro

                   sempre un po’ pallido,elegante,un portamento regale..

Gaicolìn      Certo,se a l’era ‘l Re !

Felicita       Ma mi tolga una curiosità..non so se posso dire…sa ..la gente a Tiorino parla …sa ci sono tante  malelingue…

Giacolìn      I na conòsso un-a ’dcò mi…

General       Ch’a disa… ch’a disa…

Felicità       Ecco… dicono… la gente dice che… si…

General       Su, ch’a parla, non abbia paura…

Felicità       Dicono ceh quando c’è stato quel famoso incendio a Palazzo Carignano nel 1822…mi pare…si,proprio due anni dopo la nascita del principe

                   Vittorio ,il primogenito,che ora è re….ecco qualcuno dice che in quel parapiglia,in mezzo a tutta quella confusione qualcuno pare abbia scambiato il principino che aveva solo due anni con  il bambino del macellaio di corte al servizio di sua maestà.Si,insomma,dicono che il principino era morto nell’incendio e così…hanno scambiato il bambino con quello del macellaio.Si,insomma,il nostro Re Vittorio sarebbe figlio di un macellaio   

General       Ma cosa dice ! Per carità non si faccia sentire da nessuno!

Felicita       Io riporto solo ciò che la gente dice.Anche perché il re Carlo Alberto era una persona tanto fine,un vero signore,alto quasi due metri, pallido in volto,con un bel portamento proprio da re…invece suo figlio,il re Vittorio,mi perdoni,va in giro per le piòle, piccolo,tozzo,la faccia sempre rossa…da macellaio ,si,insomma,non mi pare che abbia un portamento

regale…

General       Ma tòta Felicita,cosa dice !

Felicita       Dico,dico…e poi ,mi scusi,d’accordo che è vedovo  ormai da quattro

anni,ma andare in giro con una popolana,la fglia di un…si,la bela Rosin,che poi tanto bella non è…E sa cosa dice la gente ? Dice che ha tanti altri figli spatarati per il Piemonte !

General       Tòta Felicita ! Io non le permetto di parlare così di sua maestà il re Vittorio !!Dalla moglie ,la regina Maria Adelaide il re ha avuto ben otto figli,

                   mi sembra che questo possa bastare .

Felicita       Si,la bela Rosin,Rosa Vercellana…un’analfabeta…dicono che il re l’abbia conosciuta quando lei aveva appena 14 anni e lui 27 ed era già padre di ben 4 figli ! E sa cosa dice la gente,dice che lui l’abbia  subito ospitata nella palazzina di caccia di Stupinigi…E sa cosa dicono ?Che le ha pure dato il titolo di Contessa di Mirafiori e di Fontanafredda e pare che le abbia anche ragalato il castello di Sommariva Perno !!

Giacolìn      Ma a-i é pà gnente ’d mal se a va con la bela Rosìn. A-i piaso le bele fije.

                   E peui a l’é vido e n’òmo a l’ha ’d cò soe esigense…

Felicita       E si,Maria Alelaide,la povera moglie che poi era sua cugina è morta giovane che aveva appena 37 anni  ed aveva già dato alla luce  ben 8 figli !! Uno all’anno,per forza che è morta giovane…

General       Sono solo le malelingue di Torino che dicono queste cose  !

Felicita       Può darsi,ma intanto lui va in giro a “ badolare” si a consolarsi con le altre e poi c’è ancora una cosa da dire…si,si,lo dice sempre don Basilio

General       Mi sto don Basilio a cominsa già…

Giacolìn      Ëd cò a mi… ma còs a dis ancora ?

Felicita        Bè,dice che mentre Carlo Alberto era tanto pio e dovoto e andava tutte le sere a messa,questo non ci va mai  e quando va ci si addormenta  !!

General       Sòn a l’è tròp,tòta Felicita…mi…mi..si,’nsoma lei non può parlare così

del nosto Re !!!

Giacolìn      S’a l’é parèj… scusème, mi vado a ciadlé Temistocle… (ESCE)

Felicita       Che mi scusi,Casimiro,cioè…Miro…meglio cambiare discorso…senta,chissà se mi accompagnerebbe  a vedere i quadri di un pittore si,un nuovo pittore,mi hanno detto che è molto bravo…e monsù Cavagnero,l’antiquario di via dei Caliè mi ha invitata ad andarli a vedere,perché sa che io sono molto inlitterata ,amo molto la coltura…

General       E chi sarebbe questo pittore ?

Felicita       Un certo Giovanni Fattori un toscano… dicono che sia bravo…

General       (Porge il braccio a Tòta Felicita) Con piasì, am pias la pitura ! A lo sa

                   che mi quand ch’j’ero giovo ’ndasijo su fin-a a Superga con ël penel e ’l

                   cavalèt e peui i butavo sla tèila ij color pì bej dle nòstre montagne

Felicita       Oh, com’è  romantico…(Urla) Carlòta ,mi saluti madama Virginia, e che ci dica che domani io verrò di nuovo a consolarla…(poi al generale)A proposito,devo passare un momento al mercato delle Erbe ,dovrei comprare un po’ di valeriana…sa,io sono tanto  nervosa…dormo poco !

General       L’accompagno volentieri… Arvëdse Carlòta, ch’am saluta madama Virginia

                   ( I due ESCONO sottobraccio mentre Carotta ENTRA)

Carlòta       (Fa il verso a tòta Felicita) Domani verrò a consolarla,,,ah,si,bella consolazione ! Tutti i giorni la stessa storia,viene qui a dire il rosario …ma se non è ancora morta !! Certo che se tota Cecilia sapesse come sta sua madre sono sicura c he tornerebbe  a casa. Mi fa una pena madama Virginia,ma mica posso dirle che Cecilia è scappata per raggiungere il suo moroso  in Sicilia..Chissà dove sarà ora,speriamo bene…

Giacolin      (Intrand) Carlòta, a-i é sì na Tòta ch’a veul parlé con la padron-a

Carlòta       E chi ch’é ?

Giacolìn      Sai nen… ch’a ven-a avanti… tòta o madamin ?

(ENTRA Isabella una bella ragazza con una fascia al braccio )

Isabella       Tòta, prego… Isabella Ferrero,vengo da Genova e devo consegnare una cosa a Cecilia Bergoglio

Carlòta       Mi dispiace,ma tota Cecilia non c’è.Però può dire a me

Isabella       Mi scusi,ma lei chi è ?

Carlòta       Io sono un’amica di Cecilia,si,sono la domestica ,ma se vuole può dare a me (bussano alla porta) Giaculìn,vai a vedere chi è

Giacolìn      Ma si stamatìn asmia la fera ’d San Mò… gent ch’a va, gent ch’a ven

Carlòta       Il padrone non c’è e madama Virginia è a letto che non sta bene

Isabella       Oh,mi dispiace !Ma io devo solo consegnare questo a tota Cecilia

Carlòta       Prego,  si accomodi… (  ENTRA il dottor Comoglio con Giaculìn)

Giacolìn      A l’è si ’l dotor Comoglio… ch’a ven avanti dotor

Dotor         Cerea a tutti…la tota non la conosco …

Carlòta       Si chiama Isabella..

Isabella       Ferrero…( fa un piccolo inchino)

Giacolìn      A l’é si përchè a deuv consegné ’n pachèt a tòta Cecilia…

Dotor         Ma tòta Cecilia è  tornata ?

Carlòta       No e neanche il signor Remigio…(rivolta ad Isabella) Intanto se

vuol dare a me ,glielo consegnerò io

Dotor         (A Isabella) Mi scusi … ma cos’è quella fascia al braccio ?

Isabella       E’ il distintivo della nostra associazione

Dotor         E come si chiama questa associazione ?

Isabella       Non ha ancora un nome ben preciso

Dotor         Scusi la mia curiosità,ma di cosa si occupa ?

Isabella       Dei feriti…si,dei feriti in guerra,sui campi di battaglia senza nessuna distinzione di nazionalità.Noi cerchiamo di aiutare tutti

Dotor         Nobile cosa ! Ora che ci penso già un mio collega siciliano,un certo dottor Ferdinando Palasciano nel ’48  in occasione della rivolta di Messina

                            affermava  il dovere di tutti i medici militari di curare i feriti,anche i nemici,una cosa giusta e sacrosanta…Ebbene,sapete com’è finita ?

Giacolìn      No, ch’a disa dotor…

Dotor         L’hanno condannato a due anni di galera per le sue idee rivoluzionarie

Isabella       Si,ma ora i tempi sono cambiati,siamo nel 1860  e monsieur Henri

                   dice che presto noi saremo presenti su tutti campi di battaglia per portare

                   conforto ai feriti ed a consolare i moribondi

Giacolìn      Certo che l’eve ’n bel corage !

Dotor         Mi scusi,ma chi è questo “monsieur Henri” ?

Isabella       Jean Henri Dunant… è uno svizzero. L’idea di questa associazione

è nata l’anno scorso,durante la battaglia di Solferino.Lui si è trovato li per caso.E’ arrivato che la battaglia era finita ed è rimasto impressionato da tutti quei morti e da migliaia di feriti…Uno spettacolo orrendo,spaventoso…più di 7 mila morti  e più di 20 mila feriti con la battaglia di San Martino. E’ stata una strage spaventosa,una vera carbìneficina.La battaglia era durata  14 ore…

Carlòta       Si ,la guerra è una cosa aspaventosa!

Isabella       Si,ed è per questo che tanti volontari hanno aderito alla nostra associazione,abbiamo anche una bandiera,è bianca con una croce rossa in mezzo…ecco cosa  significa la mia fascia al braccio

Dotor         Vi auguro tanta fortuna,ma ho paura che monsieur Henry faccia la fine di quel mio collega di Messina.Durerà poco

Giacolìn      Mi ’nvece i son convint che sta ròba a durerà e s’e podèissa, j’andaria ’dcò  mi…

Carlòta       Lascia perdere,che come vedi un po’ di sangue svieni

Giacolìn      Nen vera, a Custoza i l’hai fàit ’l pòrtaferì…

Carlòta       Si,per scolarti tutto il cognac dell’infermeria! Lasciamo perdere

                   ( ad Isabella) Mi scusi,ma tota Cecilia cosa c’entra in tutta questa storia

Isabella       Ecco,io facevo la vivandiera e il 5 maggio mi trovavo in Sicilia,a Calatafimi.Garibaldi l’aveva detto che la battaglia sarebbe stata dura.I garibaldini hanno vinto ma l’hanno pagata cara…più di 300 tra morti e feriti.Erano partiti poco più di mille.Tanti i feriti anche tra i Borboni.Poi,terminata la battaglia abbiamo cominciato il nostro lavoro

                   …quando tra i lamenti ho sentito una voce…parlava piemontese…e i

                   piemontesi che han preso parte alla spedizione erano pochi..15 o 16 in tutto.Allora mi sono avvicinato  ed ho trovato tra i feriti un bel giovane

                   sui 25 anni con tutta la camicia piena di sangue…era molto grave..io gli ho parlato  e lui mi ha guardato ,si è strappato un pezzo della sua camicia

                   e m’ha detto in piemontese .” Portatela a Cecilia e le dica che io le voglio bene…” Io le ho chiesto il suo nome e lui con un filo di voce mi ha rrisposto …Emilio.” ma Cecilia chi è ?  e lui “ “ E’ facile da trovare,abita a Torino vicino alla Gran Madre,mi saluti le mie montagne,non so se le vedrò ancora..Poi ha perso i sensi e l’hanno portato via.Io non l’ho più visto..(Estrae da un pacco un pezzo di camicia  rossa e lo consegna a Carlotta) Ecco,questo è il pezzo della sua camicia da garibaldino…

Carlòta       (Con le lacrime agli occhi) Mah…é morto ?

Isabella       Non lo so…però era molto grave…

                 (Carlòta piange e Giacolìn si asciuga le lacrime col fazzoletto)

Dotor         Bin, mi vado a vëdde com a stà madama Virginia

Carlòta       E io vado a .. (piange ed ESCE di corsa con il pezzo di stoffa in mano)

Isabella       Allora vado anch’io (ESCE  salutando)

Giacolìn      Dotor… dotor… ch’a speta ’n moment… i deuvo dije na ròba

                  (as guarda an gir sospetos)

Dotor         Còs ch’a-i é ?

Giacolin      (as varda sempre antorn) Ecco… mi…

Dotor         Su, fòrsa, parla che mi i l’hai pà temp da perde…

Giacolìn      As trata ’d la contëssa ’d Castiglione…

Dotor         La contëssa ’d Castjon ? Oh,bela e còsa a l’ha da fé con ti ?

Giacolìn      I l’hai vistla dominica con ël cont Camillo Benso…

Dotor         Già, asmija che a-i sia ’d simpatia tra ij doi, d’altrond a l’é anche grassie a chila se Cavour a l’ha podù avej l’aleansa con la Fransa al congrès ëd

                   Plombières…

Giacolìn      Nò, mi a col congrès i son pà stàita…

Dotor         A l’han nen anvitate ?

Giacolìn      Ma a-j’era ’d cò la contëssa al congrèss ?

Dotor         Si, a diso ch’a l’abia mandala Cavour për convinse l’Imperador Napoleon III a aleesse con ël Piemont, con ël Regno ’d Sardegna… ma ti còs

                   ch’it intre ’n tut sosì ?

Giacolìn      Ah, mi gnente !

Dotor         Ah, vorija bin dì… e alora ?

Giacolin      Vorìa dì, da quand i l’hai vist la contëssa, mi la seugno tute le neuit !

Dotor         Brav, it l’has bon gust !

Giacolìn      Oh s’a l’é bèla la contëssa !  N’elegansa, na facin-a… a l’ha doi j’eui ch’as farìo mangé… e peui… che portament, pròpe da grand dama… Oh s’a l’é   bèla la contëssa ! E che përfum quand cha passa chila… a diso che a l’é un  përfum fransèis… Ansoma, i son annamorame ’d la contëssa ’d Castjon !

Dotor         It sarije gnanca ’l prim !

Giacolìn      A l’è passà ’n caròssa, un tir da quatr… quatr cavaj bianch !

Dotor         Sent, mi i l’hai d’àutr da fé che sté a sente le toe folarie… (A fa për seurti ma Giacolìn a lo fërma)  

Giacolìn      Dotor, mi son malavi…

Dotor         It ses malavi ? Ma s’it ses la salute ’n përson-a !

Giacolìn      I deurmo pì nen ëd neuit… im dësvjo e deurmo pì nen…

Dotor         Gnente ’d grave… forse ’t mange tròp a la sèira ò ’t beive ’n pòch tròp

Giacolìn      Nò, nò a l’é pà lòn… vorìa dì che tute le neuit i seugno la contëssa…

Dotor         Beato ti ! E alora ?

Giacolìn      Chila a duverta mia pòrta, la vëddo con na vestàja trasparenta, ij cavej

                   longh… e un sorìs…

Dotor         E alora? Va avanti…

Giacolìn -   Alora chila a tend ij brass vers ëd mi e am dis “Ven Giacolìn, ven mon

                   amour…”

Dotor         Mom amour ? E peui… ?

Giacolin      A sara la pòrta, la pòrta a sbat e mi ’m dësvìjo e deurmo pi  nen… i son

                   grave dotor ? 

Dotor         Nò, it ses beté… scusme, ma i l’hai da fé… (A intra ant la stansia’d

                   Virginia mentre Giacolìn as grata la testa. Peui as sent la musica d’un

                  pianofòrt ch’a son-a Va pensiero)

Giacolìn      (A va vers la finestra për scoté mej la musica) A l’é tòtaErsilia, ma mi sta musica la conòsso (As buta a cantè ma a l’è ’n pòch stonà, antant a-i ARRIVA  monsù REMIGIO)

Remigio      Ah, a l’é parèj che si as travaja ! Via ’l gat ij rat a balo !

Giacolìn      (tut spaventà) Nò, nò… mi i balava nen… mi i cantava…

Remigio      Ah, ti ’t cantave… Ma ti ’t duvrìje nen esse a botega a fé ij salam e le      

                   saotisse e ’nvece ’t treuvo sì a fé ’l gadan ! E Carlòta andoa a l’é ?

Giacolìn      I lo sai nen, prima a l’era sì… (a ciàma) Carlòta, Carlòta ! A l’é rivà

                   monsù Remigio !

Remigio      E mia madama coma a stà ?

Giacolin      A l’é moribonda…ma l’è nen morta, cioè... a stà nen tant bìn,

però adès a sta bìn…

Remigio      Còsa ? Mia fomna moribonda ?

Giacolìn      Nò, cioè si… nò… adèss a-i é ’l dotor Comoglio da là con chila…  

Remigio      Ël dotor Comoglio ? E còs a fà ?

Giacolìn      I lo sai nen… ogni tant a ven a trovela… sa com ch’a l’é… un a passa

                  da si e alora…

Remigio      Alora còsa ? Ah, quand che i son nen mi sta cà a và tut a rabèl ! Carlòta !

                   (Peui vers Giacolìn) Ti và sùbit dal cont Attilio ’n via dij Spëssiari al

                   nùmer 21. Disije ch’a ven-a ’n sà sùbit, che Cecilia a l’é sì…

Giacolìn      Tòta Cecilia a l’é si ? E andoa ch’a l’é, mi l’hai nen vistla

                   (Mentre monsù Remigio a intra ant la stansia’d madama Virginia

                   ENTRA Cecilia piuttosto avvilita)

Giacolìn      Tòta Cecilia ! (a crìja) Carlòta, a-i é tòta Cecilia !

Carlòta       (a riva’d corsa) Tòta Cecilia ! (Le due si abbracciano mentre Giacolìn   

                   si asciuga le lacrime) Come sono contenta che sia tornata!

                   Ma come  sta ?

Cecilia        Non tanto bene.Non sono riuscita a prendere il piroscafo per la  Sicilia

Carlòta       In  Sicilia , per raggiungere Emilio !              

Cecilia        Emilio… lui è là che combatte… ed io volevo essere al suo fianco

Giacolìn      Ma Emilio a l’é ferì…a l’è grave…

Cecilia        Cosa ?! Oh no,non può essere …Emilio ferito ? Ma come lo sapete ?

Carlòta       E’ venuta qui una signora…una tota..che non conosco,ma che

cura i feriti sui campi di battaglia…Mi ha dato qualcosa per lei

tota Cecilia

Cecilia        E cos’é ?

Carlòta       Aspetti… (Esce di corsa e ritorna subito) Guardi,mi ha dato questo …

                   era di Emilio !

Cecilia        Emilio ! E’ morto !?  (intanto Remigio appare sulla pòrta)

Remigio      Cecilia ven si da toa mare, ven a salutela ! (Peui a Giacolìn)

                   E ti ’t ses ancora sì, l’hai dite d’andè dal cont Attilio, cor, fà ’n préssa!

(Giacolìn ESCE mentre  Cecilia ENTRA nella stanza della madre,

mentre dalla stessa stanza esce il dottore)

Dotor         Soa madama a l’ha avù ’n brut colp,ma i son  convint che adès che a

                   vedrà soa fija ch’a l’é tornà as arpijerà ’n pressa

Remigio      Si, Cecilia a dovija nen fen-e n’afè parèj e peui chissà còs a dirà la

gent…Noi l’oma sercà ’d ten-e stërmà la còsa, ma se as ven a savèjlo a sarà në scàndol për nòstra famija. Noi l’oma dit gnente a gnun, ma con tute le grame lenghe ch’a-i son si a Turin, sai nen se riussiroma a ten-e ’l segret…

Dotor         Ma si, ’n fond Cecilia còs a l’ha fàit ’d mal ? A l’ha seguì lòn ch’a-i detava ’l coeur… a l’é la gioventù,a son ij vint’ani mè car monsù Remigio !

Remigio      Eh, vint’ani ! A di la vrità a l’ha apen-a compin-e disneuv ! E peui, pòche stòrie, mi l’hai parlaje ciair ! Cecilia a deuv sposé ’l cont Attilio. Ël cont a  l’é d’acòrde e mi anche e sòn-sì a basta e avansa.

Dotor         Capisso che ’l cont a sia ’n bon partì, a l’é uffissial d’esercit e peui a l’é un nòbil e peui a l’é rich !

Remigio      A penserà pà che mi i fasa sposé mia fija për anterès ? Nò, nò, për carità,

                   ch’a pensa pà mal !

Dotor         Nò, mi penso gnente… però ij sòld a fan sòld e ij poj a fan poj, almen parèj a dis ël provèrbi…

Remigio -    Me car dotor, chiel a së sbalia. Mi veuj deje mia fija al cont përché a l’é     galantòm, si, pròpe come ’l nòstr Re Vitorio: a lo ciamo nen ël Re galantòm ?  E bin, ël cont a l’é un ver ësgnor… ch’a pensa che chiel a pòrta na bela dòte, ansi, òtima e da noi a veul gnente, gnanca vint sòld ! S’a l’é nen un ver galantòm  ?

Dotor         Ah, sicur, gnun a lo buta ’n dubi… Però…

Remigio      Però còsa ?

Dotor         A venta anche consideré che a l’ha 25  ani pì che vòstra fija e

che a l’é nen tut òr lòn ch’a lus…

Remigio      Com a sarìja a dì ch’a l’é nen tut òr lòn ch’a lus ?

Dotor         Ah, gnente… gnente… però…

Remigio      Però ? Ch’a disa, ch’am fasa nen sté ’n pen-a…

Dotor         I veuj dì, se pròpe a veul ch’a-i lo disa, mi i lo diso… E bin, asmija che ’l

                   cont Attilio Pallavicini… a l’abia già un cit…

Remigio      Oh, mach për lòn ! I cit a son la benedission ëd la cà ! E peui a Cecilia

a-i piaso tant ij cit…

Dotor         Alora ’ndoma bin, përché a diso che a n’abia ’d cò n’àutr da na vidoa ’d   

                   Pancalé, na nòbildòna, antendomse... Però…

Remigio      Però ?

Dotor         Ël cont Attilio a l’é ’n galantòm, e alora a diso… si, asmija ch’a l’abia già fàit testament… sa con tute ste guère… chiel a l’é sempre ’n bataja, ’n  mes a-j pericoj…

Remigio      Un testament ?               

Dotor         Si, ma a son vos che a giro… si, asmija ch’a l’abia lassàje la palasin-a e

                   divèrsi teren… Però…

Remigio      Però ?

Dotor         A l’ha ’ncora palass e vigne e la tenua ant ël Monfrà… però…

Remigio      Oh, basta con sti però, dotor, ch’am fa ven-e mal a la testa !Ch’am disa tut ant na sola vòlta nen un tòch për vòlta ! Mi divento nervos !

Dotor         E alora i dirai la còsa pì ’mportanta. Cecilia a l’é nen annamorà dël cont  

                   Attilio, che peui a l’avrà vistlo doe o tre vòlte… Chila a l’è annamorà

                   d’Emilio ’l garibaldin…

Remigio      Emilio ? E chi a srija sto Emilio ?

Dotor         Emilio Solari, ël fieul ëd l’avocat… a l’é partì da Quarto con Garibaldi

                   e Nino Bixio, a diso ch’a j’ero apen-a mila ma adès a son tanti ’d pì e le   

                   ultime notissie a diso che Garibaldi a l’é rivà a Napoli… 

Remigio      Annamorà d’Emilio ? Cola testa mata, ’l fieul ëd l’avocat… Adès capìsso përché a vorija ’mbarchese ! A l’era già a Genova, meno male  che i son rivà a temp, i l’hai fermala ch’a stasija për montè sël piroscafo… Emilio’l  fieul ëd col anticrist d’un avocat .Adès… capìsso tante còse….

Dotor         Ma Emilio a l’é un brav fieul… e peui…      

Remigio      E peui gnente ! Cecilia a deuv sposé chi veuj mi ! Soma ant ël 1860 e ant

                   ël 1860 ij pare a comando ’ncora. Anche se con tute ste rivolussion as

                   capìss pì gnente ! Nò, Cecilia a sposrà ’l cont Attilio Pallavicini.

                   A nòstra cà a l’é sempre fasse parèj, òh giuradisna ! (A intra Carlòta)

Carlòta       Monsù Remigio… c’è il conte Attilio Pallavicini

Dotor         Bin, alora mi vado…

Remigio      Nò, nò, ch’a resta pura, a dà pà gnun fastidi… ansi, am fà piasì…

                   (ENTRA il conte Attilio in divisa da ufficiale dell’esercito regio)

Attilio         Conte Attilio Pallavicini, ufficiale del II squadrone, terzo reggimento

                   cavalleria di stanza a Pinerolo. ( Fa il saluto militare e Remigio a resta                                 un po’ confuso e non sa cosa fare) Comodi, comodi…     

                   Lor signori possono sedersi… (Isi guardano in faccia)

Remigio      (Ambarassà) I podoma settèse ?

Attilio         Forse non capite ancora bene la nuova lingua italiana,la lingua che tra qualche anno si parlerà  quando l’Italia sarà unita.Il dottore converrà con me che per unire tante regioni e tanti stati così diversi  ci vorrà una sola lingua: l’italiano !

Dotor         Mi i son d’acòrde, ma pochi la conoscono .Io ho letto il Manzoni, le

poesie del Carducci, del Leopardi… ma pochi li conoscono ,pochi sanno leggere e scrivere .Io che giro la città ed anche la campagna vedo che ci sono tanti analfabeti… anzi, secondo Massimo D’Azeglioil 70 % della

                  

popolazione  a sa gnanca scrive sò nòm. E ant ’l meridion a son pì dël

90 %.Mi penso che la prima còsa che Cavour a dovrà fare  saranno

le scuole per tutti

Attilio         Bè, proprio per tutti, no,mi sembra un po’ troppo, certamente che quando l’Italia sarà fatta ci saranno tanti problemi da risolvere … ma ci sarà una patria sola, una sola Italia,tutti fratelli !

Dotor         Si, ma fòrse  ci vorrà un po’ di tempo …

Attilio         Una decina d’anni,non di più e saremo tutti italiani… A propòsito, io sono venuto qui per salutare la mia futura sposa,Cecilia.Io parto domani

Remigio      A part ? E andoa a va ?

Attilio         Il Re Vittorio prepara una grossa spedizione militare. Stavolta ci sarà anche sua maestà alla testa del suo esercito

Dotor         Alora a deuv trattese verament ëd quàicòs ëd gròs se ’l Re a marcerà a la  

                   testa dël sò esercit…

Attilio         Si,posso dirvelo,non è più un segreto Andiamo a liberare l’Italia. Garibaldi è arrivato a Napoli e l’esercito di Francesco secondo é in rotta. Tutta l’Italia  è una polveriera. I patrioti di tutte le regioni del centro  sono in rivolta ,chiedono aiuto e invocano a gran voce il Re Vittorio. Stavolta è la volta buona,lo sento…faremo l’Italia !   

Dotor         Però… a-i é un però…

Remigio      Dotor, ancaminoma nen torna con ij però, ch’am fasa ’l piasì…

Attilio         E quale sarebbe questo “però “ ?

Dotor         Ël Papa, sua santità Pio IX. A m’ësmija ch’a sia pà tant d’acòrde.

Attilio         Giusto ! E noi andremo ad aiutarlo

Dotor         Come ? Ël Re adès a l’é col Papa ?

Attilio         No,noi andiamo a  fermare Garibaldi che vuol entrare  nello Stato

Pontificio con le sue camicie rosse. Pare che siano partiti in mille e sono

arrivati a Napoli in 9 mila

Remigio      Ma com a l’é possibil, dòp tante bataje e tanti mòrt ?

Attilio         I disertori.Molti soldati del re Franceschiello sono passati dall’altra

parte  e poi  a Garibaldi si sono uniti molti patrioti arrivati da tutte le parti d’Italia. Il Generale ha liberato tutto il sud,ma Cavour non vuole che occupi anche lo Stato Pontificio.

Remigio      E përché ?

Attilio         Perché Francia e Austria son pronte ad entrare in guerra contro il Piemonte  se attacchiamo il Papa e  allora il Re Vittorio Emanuele II  incontrerà Garibaldi per rendergli omaggio e ringraziarlo ma al tempo stesso per fermarlo prima che sia troppo tardi.Ecco perché noi partiamo.E adesso scusatemi,ma devo andare …ma tota Cecilia non c’è ?

Remigio      Si, si… a l’é si… la ciàmo sùbit… (A duverta la pòrta e la ciàma)

                   Cecilia ! Ven si, a-i é ’l cont Attilio…

Cecilia        (Entra con la faccia scura,tenendoil capo abbassato) Si, papà, son qua…

Remigio      Cecilia ti presento il  tuo sposo : conte Attilio Pallavicini uffisial ëd cavaleria ’d l’esercit Regio ’d soa maestà ’l Re Vitòrio 

Attilio         (scatta sull’attenti e poi le fa il baciamano) Sono onorato di baciare la mano della mia futura sposa …Se dovessi paragonarla a un fiore la paragonerei ad una rosa ,si,leggiadra  come una rosa…La sua bellezza e la sua grazia  accompagneranno i più bei giorni della mia vita

Remigio      Su, Cecilia, dis quàicòs…

Cecilia        Troppo gentile…io..io…non vi merito…

Attilio         Lei si merita questo ed altro,appena l’ho vista ho capito che lei sarebbe stato l’amore della mia vita,la mia gioia,la mia regina              

Cecilia        Grazie,ma …

Attilio         Niente “ma” ,e qui davanti a suo padre ,testimone il dottor Comoglio,

                   le chiedo…Cecilia,vuole diventare la mia sposa ?         

Remigio      Si, si… sens’àutr, a l’é bin contenta !

Attilio         Mi scusi,ma è lei che deve dirlo

Cecilia        Ecco… mi piacerebbe …lei è tanto …come si dice ...una persona

per bene, ma io non posso…

Remigio      Cecilia ! Com a sarìja a dì ch’it peule nen ?

Cecilia        Ecco… non so come dirlo..io..io…aspetto un bambino !!

Remigio      Còsa ? T’aspet un cit ??? E da chi ?

Cecilia        Non lo saprete mai ! (ESCE  sdegnosa)

Remigio      Im sento nen tant bin… Porteme ’n cògnach… an pressa !!

( Si lascia cadere su un sedia ed arriva di corsa Giacolìn con una bottiglia e un bicchiere,versa il liquore nel bicchiere,lo fa  annusare a Remigio e beve lui,poi riempie nuovamente il bicchiere e quando cerca di berlo lui Remigio glielo toglie di mano )

Remigio      Un momento ! Stavolta i lo beivo mi ! (Beve  poi sviene)

SIPARIO          

                     

Fine del secondo atto         

                                     

Musica  ( E tu biondina capricciosa ecc …)

TERZO  ATTO

Turino 17 marzo 1861

(Musica “La bela Gigogìn”)

La scena

Il salotto di casa Bergoglio,un bel vaso di fiori sul tavolo.E’ festa ,il re Vittorio ha

proclamato il primo regno d’Italia.Torino ne è la capitale.

Entrano Cecilia e Carlotta vestite a festa. Cecilia si aggiusta un grazioso cappellino in testa ,poi si specchia.Cecilia aspetta un bambino ma non lo si nota ancora)

Cecilia        Cosa ne dici,mi sta bene ?

Carlòta       E’ proprio un bel cappello, è alla moda. Ne ho visto uno così in testa a Madama Govean ,domenica scorsa  al teatro Regio             

Cecilia        Madama Govean,la moglie del direttore della Gazzetta del Popolo ?                  

                   Quella che abita in piazza  IV Marzo dove stampano il giornale ?

Carlòta       Proprio lei.E’ sempre  così elegante…e del mio vestito che ne pensi ?

Cecilia        Ti sta a pennello.Oggi è un giorno speciale,Torino è in festa ,tra poco ci

                   sarà la parata militare

Carlòta       Ci sarà anche il re ?

Cecilia        Non lo so.So solamente che da oggi il Piemonte è diventato il Regno

                   d’Italia e che adesso il re non sarà più il re di Sardegna  ma il re d’Italia

Carlòta       Allora noi non siamo più piemontesi ?

Cecilia        No… cioè… si… però siamo anche italiani, anzi, italiane

Carlòta       A me fa un certo effetto sapere che oggi siamo italiane

Cecilia        Dobbiamo abituarci,ormai l’Italia è fatta

Carlòta       Non è del tutto vero.Infatti ne manca ancora un pezzo,me l’ha detto il dottor Comoglio

Cecilia        Ah si ? E cosa mancherebbe ancora  ?

Carlòta       Roma e poi Venezia e poi…non me lo ricordo più

Cecilia        Oh,pensa come sarebbe bello se oggi fosse qui con noi Emilio.Lui ha combattuto per l’Italia…ma io sento che lui è ancora vivo,sento che

tornerà presto e allora…

Carlòta       Vi sposerete ed avrete tanti bei bambini

Cecilia        No, io ne voglio solo due ,si,non più di due

Carlòta       E come si chiameranno ?

Cecilia        Emilio ha detto che il primo lo chiameremo Carlo, come Pisacane…

Carlòta       E chi è questo  Pisacane ?

Cecilia        E’ un grande patriota che è morto a Sapri… e l’altro lo chiameremo Giuseppe come Garibaldi,come Mazzini… (Carlòta si asciuga le lacrime per la commozione)

Cecilia        Ma cosa fai ,piangi !?

Carlòta       A me queste storie mi commuovono...

Cecilia        Ma no,oggi non bisogna piangere ,oggi è una giornata storica,da segnare

                   sul calendario,una giornata da ricordare

                   (ENTRA Giacolìn  sventolando la bandiera tricolore)

Giacolìn      Viva l’Italia, Viva l’Italia ! Turìn a l’é la capital d’Italia !

(A pija Carlòta e la fà balé cantand la Bela Gigogìn, mentre Cecilia a batte  le mani  ridendo. Poi Carlòta si ferma)

Carlòta       (Ride)Adesso basta,che come cantante vali proprio poco  e come ballerino vali ancora meno!               

Giacolìn      E mi che stasèira vorìja ’nvitete al gran bal a Palas Real, con tuta la nobiltà  ’d Turìn !

Carlòta       Perché,ti hanno invitato ?

Giacolìn      Certament, Giustìn, ël feracaval ëd la scuderia ’d Palass Madama a l’é ’n

                   mè amìs e a l’ha ciamame ’d deje na man stassèira a guardé le caròsse.

                   A dis che a-i saràn pì ’d sent viture tra birocìn, dòme e caròsse con ëd tir

                   da doi e da quat… A-i è ’d travaj për tuti e mi i saraj là con ’l mè drapò !

Cecilia        Bravo  Giacolìn,e poi naturalmente prenderai sottobraccio la contessa                    Virginia Oldoini…

Giacolìn      E chi ch’a l’è chila lì ?

Cecilia        Il tuo amore : la contessa di Castiglione ! Certamente ci saranno tutte le più belle dame di Torino. E poi mi hanno detto che ci sarà anche lo scrittore Alessandro Manzoni, poi Massimo D’Azeglio , Cavour ,Costantino

Nigra e naturalmente il nostro re e dicono  che forse arriverà anche Garibaldi.Ah,come mi piacerbbe conoscerlo…

Giacolìn      Oh, ma s’a l’é mach për lòn ij lo diso mi a Giustìn ël feracaval… chiel a lo conòss bin ël general perchè a l’era ansema a chiel quand a l’é ritirasse da Roma për andé a combate për Venessia… E a l’é lì che soa fomna Anita a l’è mòrta…

Cecilia        Si,lo so,mi ha racontato tutto Emilio.Quando  Anita è morta, l’hanno sepolta nel cortile di una cascina presso Comacchio.Solo dopo un anno hanno potuto portarla via di lì e darle una degna sepoltura.Emilio mi raccontava che era una donna eccezionale,montava a cavallo come un vero uomo. Emilio mi diceva che …( Si commuove e si asciuga le lacrime)

Giacolìn      Basta con ste stòrie ch’a fan piorè ! Ancheuj a l’é fësta, viva l’Italia ! 

                            (a sventaja ’l drapò)

Carlòta       Su, tòta Cecilia, oggi Torino è in gran  festa ! Stasera si balla su tutte le piazze

Giacolìn      Si, a-i sarà la fanfara dij granatié an piassa San Carlo e ancheuj dòp

mesdì a sfileran ij squadron ëd la cavaleria ’ns la strà dla Fransa e peui, e

sòn ’é la còsa pì ’mportanta, tute le piòle ’d Turìn a daran da bèive a gratis a tuti ! Viva l’Italia !

Carlotta      ( Vede che sta arrivando Madama Virginia) Cecilia arriva tua madre,

presto il cuscino ! Presto,presto!! (Cecilia esce di corsa ed

 ENTRA  madama Virginia)

Virginia      (Vestìja con elegansa e un bel caplìn an testa) Còs a l’é tut sto rabèl !?

                   E ti Carlòta còs fas vestija da fësta ?

Carlòta       Ma oggi è festa ! Tutta Torino è in festa,sono tutti per le strade e volevamo andare anche noi in mezzo alla gente a sventolare il tricolore !

Virginia      Mi i l’hai pà dave ’l përmes ! E Cecilia andoa a l’é ?

Carlòta       Si sta preparando per uscire ed io…l’accompagnerei…

Virginia      Oh Maria Vergine ! Seurte da cà con tuta la gent che a-i è ’n gir ?

                   Nò, ancheuj as seurt nen ! E peui ant le soe condission… Mi son mach

                   surtija për andé a mëssa granda ’n Dòm e peui don Lorens durant la ’l

                   sermon, a l’ha dit che ancheuj a-i é pòch da festegé ! Con lòn che l’eve

                  faje al Papa !

Giacolìn      Mi l’hai faje gnente al Papa ! Lo conòsso gnanca !

Virginia      Già, antant it vas an gir con ël drapò che Garibaldi a l’ha piantà ’ns le tère ’d soa santità Pio IX ! (As fa’l sègn ëd la cros)  

Giacolìn       Ma verament sto drapò a l’ha damlo un vòstr parent, a m’ësmìja ch’as

                  ciama Marsilio… si… si… Marsilio Borri. A l’ha dime che pì tard a

                  passrà da sì a saluteve…

Virginia      Marsilio ? A-i mancava mach pì mè novod Marsilio ch’a scriv për la

                   Gasëtta dël Pòpol … un giornal da nen lèse… un giorrnal anticlerical !

Carlòta       Ah,io non l’ho mai letto!

Giacolìn      Për fòrsa, it ses nen bon-a a lèse…                

Carlòta       Ha parlato il  poeta !

Virginia      E brava Carlòta !  Parèj it vorije seurte për andè a spass për Turin, con tuta la confusion che a-i é ! Ma ’t ses pròpe sensa testa ! A basta che ’n caval a së sbaruva e a sàuta ’n mes a la gent e Cecilia a peul perde ’l cit !

Giacolin      A lo perd nen…

Virginia      Còs it na sas ti d’ij cit ch’a deuvo nasse ?

Giacolìn      Mi ’m arcòrdo che quand son nassù mi, mia mare a l’era sbaruvasse përché mè pare a l’era cioch, mè nòno cioch’d cò chiel , a l’han tacà a canté

“Abasso il Re e viva la republica! Viva Mazzini” ! E a son rivaje le guardie  e a l’han portaje ’n galera… Mia mare a l’é ciapasse në spavent che mia nòna a l’é anciocàsse ’d cò chila e antrames d’ sto pastìs, i son naje mi bèl come n’angiolèt… L’hai fàit tut da sol…

Virginia      E as ved…

Giacolìn      Coma sarìja a dì ?

Virginia      A sarjia a dì che a l’é mej ch’it pòse sto drapò e ’t vade a ciadlè

Napoleon  !

Giacolìn      Napoleon a l’ha già mangià, adès i buto ’l fiòch tricolor e lo ’mbardo

                   da bìn e peui lo pòrto ’d cò chel a la sfilada !

Virginia      Pijte varda !

Carlòta       Ma madama,oggi è la festa di tutti gli italiani!

Virginia      E mi i son nen italian-a, mi i i son piemontèisa !

Giacolìn      Ma sò novod a l’ha dime che d’ancheuj soma tuti l’ìstess : sicilian,

                   lombard, calabrèis, toscan… soma na nassion sola !Viva l’Italia !

                  (A sventaja ’l drapò)

Virginia      Ti Giacolìn va mach fòra dij ciàp ! Fòra, fòra da sì con col drapò !

Giacolìn      Come madama a comanda, vado a sventajelo ’n piassa San Carlo

(ESCE sventolando la bandiera.Nel frattempo Cecilia si messa un cuscina sotto il vestito ed ENTRA a testa bassa,simulando sofferenza.Il suo “pancione “ ha una forma un po’ strana…)

Cecilia        Vengo anch’io !

Virginia      Nò, ti ’t boge nen da sì… ma… còs a l’é capitate ? (A-i varda la pansa che a l’ha na forma’n po’ dròla )  Ma të staghe nen bin ?

Cecilia        No,no,sto benissimo …Solo che mi piacerebbe uscire un po’,è da  più di un mese che sono chiusa in casa !

Virginia      Për fòrsa, con cola pansa… it veule ch’a lo sapia tuta Turìn che t’ëspete ’n cit ? E pensé che ’l cont Attilio a l’era pront a sposète… Ah, podèissa

                    almen savèj chi a l’é ’l pare dë sta creatura che a deuv nasse…

Cecilia        Non ve lo dirò  mai !

Virginia      E antant tò pare a l’ha fan-e na maladia… (peui a varda torna la pansa

                   ’d Cecilia pitòst pensierosa. A tambusso a la pòrta) Carlòta, va a duverté

                  (  ENTRA ’l dotor Comoglio tut bin vestì)

Dotor         Bondì a tuti ! Ciareja sposin-a, com a stà ?

Cecilia        Benissimo dottor Comoglio, solo che mi piacerebbe uscire a prendere 

un po’d’aria pura !

Dotor         A l’é pròpe la giornà giusta, a balo, a canto a son-o ’n tuti i canton !

                   Che bèla fësta ! Turìn a l’é tuta soagnà ’d drapò, a l’é në spetacol, da la

                   colin-a a Palas Real a l’é tut në svantajament ’d drapò tricolor !

Cecilia        Che  bello  ! Glielo dica lei a mia madre che io ho bisogno di

sole,mi piacerebbe passeggiare lungo le rive del Po,mi han detto che le barche sono  tutte imbandierate  !              

Carlòta       Si,si,andiamo,vengo anch’io !

Virginia      Ti va ’n cusin-a che da si ’n pòch a-i riva monsù Remigio e a l’avrà fam… (Carlòta  ESCE brontolando)              

Dotor         Si, mi penso pròpe che tòta Cecilia a l’abia damanca ’d pié  na bocà

d’aria bon-a, e l’aria ch’as respira ancheuj a Turin a l’é unica, eccessional ! Ma… ch’a scusa… còs a varda ?

Virginia      La pansa ! (a varda Cecilia)

Cecilia        E cos’ha  il mio pancione  ?

Virginia      A l’é nen a pòst… jer a l’era tuta spostà a mancin-a e ancheuj a drita, ’n

                   pòch sù, ’n pòch giù… a cambia da ’n dì a l’àutr, capisso nen…

Dotor         A peul desse ch’a sijo doi gemej… ò fòrse tre… as peul mai disse…

E peuj lor as giro, a së sposto, a stan mai ferm… ij cit a son come i masnà  (Colp ’d toss e peui a-i fa’n segn ëd’intèisa a Cecilia)

Virginia      A-i é quàicòs ch’am convincc pà…

Dotor         Si, forse a l’é mej che la visito… Ch’a ven-a tòta Cecilia che foma ’n

                   contròl… (Fa un cenno d’intesa a Cecilia e i due entrano nella stanza)

Virginia      (A parla da sola ) Un pòch da sì… ’n pòch da là… ’n pòch su… ‘n pòch

                  an giù… mah, mi i l’hai mai vist na ròba parèj…                 

                   (ENTRA   monsù Remigio an crijand)

Remigio      Virginia, Virginia !!!

Viginia       Eh crija pà tant, i son sì, t’ëm vëddi nen !?

Remigio      (vestì da fësta con na bela cocarda tricolor sla giaca) Virginia, i l’hai da

dite na ròba maravijosa. Ancheuj a l’é na giornà stòrica për noi, na giornà fortunà ! Finalment le còse as buto a pòst !

Virginia      Sai già tut, ancheuj Turìn a l’é la capital d’Italia, lo sai già…

Remigio      Nò, a l’é pà lòn che veuj dite… A l’é che…

Virginia      A l’é che ij calabrèis, ij toscan, ij napolitan e ij lombard, a son tuti come ti e mi… a son tuti l’istéss… a son tuti italian… a l’han già dimlo…

Remigio      Com a sarìja a dì che i napoletan a son come noi ? Chi a l’ha ditlo ?

Virginia      A lo diso tuti, ancheuj s’it lo sas nen a l’é ’l 17 mars 1861 e stamatìn ‘l Re Vitòrio a l’ha proclamà ’l Regno d’Italia, dunque  ti ’t ses italian…

Remigio      E ti nò ?

Virginia      Nò, mi son piemontèisa !

Remigio      Bin, fa com ch’it veule… Ma a l’é pà sòn che vorija dite !

Virginia      A nò ?

Remigio      Nò ! I deuvo dite n’àutra ròba…

Virginia      E alora parla, a l’é mes ora ch’it deuvi dime na ròba e t’ëm la dise nen!

Remigio      It ses ti ch’i’t’ëm lasse nen parlé !

Virginia      E alora parla… ma còs a l’é cola cocarda ch’it l’as ans la giaca ?

Remigio      Gnente, a l’ha pontamla ’n monsù…

Virginia      Che monsù ?

Remigio      (A crija) Virginia !!! Monsù Ravotto a l’ha acetà dë sposé nòstra fija anche  s’a speta ’n cit… Ansi, a l’ha dit che se ’l cit a sarà un cit chiel a la sposa volenté, se ’nvece ’l cit a sarà na cita a la sposa pi nen… Ma mi sai che a l’è un cit…

Virginia      E come fas a savèilo ?

Remigio      Virginia, i son anformame, a basta guardé la forma dla pansa, a l’ha dimlo un che a travaja a l’Ospidal ’d San Gioan… un ch’as n’antend ëd cit…

Virginia      E sa son doj gemej ?

Remigio      Bòja fauss a son sì i l’avìa pà pensaje ! Comsissìa se a saran doj fiuej,

mej ’ncora ! Përché monsù Ravòtto a l’ha gnun ered e alora acetrà dë sposé Cecilia anche se ’l cit a l’é pà sò… E adès ciàma Cecilia che i veuj parleje e se tut a va bin, ancheuj i faroma na gran fësta !

Virginia      (A ciàma fòrt) Cecilia ! Ven si che tò pare a deuv parlete ! Ma ti ’t l’as   

                  guardala bìn la pansa ’d nòstra fija ?

Remigio      Përché, còs ch’a l’ha la pansa ’d nostra fija ?

Virginia      Përchè a më smija un po’ strana…

(ENTRA ’l dotor Comoglio con Cecilia)

Remigio      Oh, ciareja dotor Comoglio, i l’avija giusta damanca ’d ciamèje na

ròba…

Dotor         Ch’a disa pura, se peuss esse ùtil…

Remigio      Vorìa dije che, mè novod, ël fieul ’d mia fija, si col che a duvrìa nasse… sarà un fieul ò na fija ?

Dotor         Chiel còs a na dis ?

Remigio      Sens’autr un fieul !

Dotor         E alora… vada për ël fieul ! Però…

Remigio      Nò, nò. nò… dotor, ancaminoma nen con ij però. A sarà un fieul e

basta e alora mia cara Cecilia, se, còm tuti a diso a sarà un fieul, ti të sposeras ’l fieul ’d monsù Ravotto !

Cecilia        Chi ? Quel tipo brutto,un po’ storto,strabico che sembra mio nonno ?

Remigio      Cecilia ! It përmëtto nen ëd parlè parèj ’d monsù Ravotto ! Cònsissia

                   ti të sposeras monsù Ravotto ! Noi soma già d’acòrde su tut ! It l’avràs

                   anche na bela dòte…

Dotor         Però a deuv esse un fieul…

Remigio      Gnun problema, da la conformassion dla pansa a l’é sens’àutr un fieul !

Cecilia        E invece no ! Non sarà  nè un maschio nè una femmina…perché io non mi sposo !!  (  Cecilia si volta ,si toglie il cuscino da sotto il vestito)

                   Ecco fatto,il bambino è nato !! (Sbigottimento  generale)

Remigio      (Remigio stralun-à da la sorprèisa a crija) Carlòta ’n pòch ’d licor !

Virginia      Oh pòvra mi ! Ma përchè it l’as fàit na ròba parèj  ?

Cecilia        Perché io non voglio sposare né  il conte Attilio né  il signor Ravotto ! Piuttosto entro in convento e mi faccio suora di clausura !

(In quel momento ENTRA  cantando il nipote Marsilio con la bandiera tricolore ed una bottiglia di vino in mano)

Marsilio  -  Viva l’Italia ! Viva Re Vittorio Emanuele II Re d’Italia ! Barba Remigio!

                  Magna  Virginia ! Che piacere rivedervi  !( Abbraccia prima Remigio

e poi quando sta per abbracciare Virginia questa sviene)                   

Dotor         Gnun-e paure… a l’é stàit l’emossion ëd vëdde sò car novod dòp tanti

ani!

Marsilio      Non credevo che la mia persona le facesse un simile effetto !

Remigio      A l’é na fomn-a tant sensibile…

Cecilia        Il fatto è che mia madre legge sempre i tuoi articoli  sulla Gazzetta del Popolo

Marsilio      Non immaginavo che magna Virginia avesse idee liberali…Comunque  mi dispiace proprio di averle causato un simile svenimento

Dotor         (  Che intanto soccorre Virginia) Gnente ’d grave, da si ’n moment a

                            s’arpija

Cecilia        Marsilio ,ti presento  il dottor Comoglio, un vero liberale !

Marsilio      Alora ’ndoma d’acòrde… Ma tu saresti Cecilia ?... Cecilia, la mia cugina?( L’abbraccia)  Ma come ti sei fatta grande e bella !

Remigio      Ma ti  it ses sposà ?

Marsilio      Mi ? Col mio lavoro non posso sposarmi,son sempre in giro per 

                  il mio giornale

Remigio      Ëd cò Cecilia a l’é ’ncora da sposé…

Cecilia        Ma papà… anche con Marsilio adesso  ?!

                   (Intanto il dottore fa rinvenire con i sali madama Virginia che si rialza .

Dalla strada si sente una musica ,allora Marsilio prende Virginia e

cerca di farla ballare)

Marsilio      Su ,Magna Virginia, che la vita é un valzer !(La fa girare)

Virginia      No… no… ch’am gira la testa !

Marsilio      Allora  faccio  ballare Cecilia ! (Fanno due giri di valzer poi la musica si allontana ed i due smettono di ballare)

Virginia      Cecilia, compagn-me ant la stansia, che vado a deme na rinfrëscà.

         Con përmes… (Peui vers Cecilia) Cecilia !

Cecilia        (infastidita) Scusatemi (ENTRA  nella stanza con la madre))

Marsilio      (Dà una pacca sulle spalle a Remigio) Bravo barba ! Hai proprio una bella famiglia ,una moglie liberale ed una bella figliola ! Su, barba Remigio, beviamo alla salute del nostro Re Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia

Remigio      Scusme… Ma ’l Re Vitòrio, se a l’é second… com a fà a esse ’l prim Re

                  d’Italia?

Dotor         A l’é na stòria lònga… ma monsù Marsilio, chiel come giornalista a l’ha

                  presensià a la cerimonia a Palass Carignan stamatìn ?

Marsilio      Si, una data storica  oggi  17 marzo 1861. Ha parlato il conte  Cavour, poi Massimo D’Azeglio, poi anche lo scrittore Alessandro Manzoni. Mancava solo Garibaldi, ma dicono che dovrebbe arrivare oggi.  E  quando il Re ha  proclamato  “Il Primo Regno d’Italia e Torino capitale”  tutti  si  sono alzati in piedi  ed è partito un applauso che è durato più di

5 minuti…e poi tutti  gridavano “ Viva l’Italia !”

Dotor         Tutti, meno uno… Giuseppe Mazzini…         

Marsilio      E’ vero,ma lui è  repubblicano. Però bisogna riconoscere  che  ha fatto molto per la nostra patria

Dotor         Che è anche la sua .Però chiel a pensa già a l’Europa e a l’ha fondà a

                   Ginevra  ’n pòch d’ani fa na neuva associassion : la Giovine   

                   Europa…però non può tornare in Italia altrimenti l’arrestano !

Marsilio      Ma adesso, mio caro dottore ,cambierà tutto ,il progresso avanza .

Adesso le donne hanno anche la macchina da cucire,abbiamo il telegrafo,il gas che illumina le strade di Torino,la nuova linea ferroviaria  Torino-Genova e la Santhià -Biella e poi sono iniziati i lavori  per fare la

galleria del Frejus e vi sembra poco tutto questo ?

Dotor         Nò, ’l progrès as fërma nen. Però…

Remigio      Dotor, arcominsoma  torna con stì però !? (E antant a continua a bèive)

Dotor         Però, i disja ij problema ch’a dovran afronté Re Vitòrio e Cavour a son tanti a cominciare dall’analfabetismo, la  mancanza d’igiene e quindi le malattie,la miseria,lo sfruttamento dei bambini che sono costretti a lavorare anche 12/13 ore al giorno nelle filande,per non parlare delle miniere,dove lavorano bambini di 6 ,7  anni!  Una settimana fa  qui in via delle Tre Galline è morto uno spazzacamino.E’ rimasto incastrato dentro il camino,è morto soffocato…non aveva ancora 7 anni  !

 Marsilio     Mi sembra che lei ,dottore, sia un po’ troppo pessimista, in fondo

                   il parlamento l’ha votato il popolo

Dotor         Però su 21 milioni che siamo adesso in  Italia, solo 400 mila hanno avuto il diritto al voto ,nobili,ricchi e  professionisti vari.Insomma,per avere diritto al voto bisogna saper leggere e scrivere ed avere un patrimonio sostanzioso

Marsilio      Si,ma tutto questo cambierà.Basta solo avere  un po’ di fiducia. Perfino il presidente Abramo   Lincoln  vuole abolire la schiavitù in America . I tempi cambiano,mio caro dottor  Comoglio !

Dotor         Si, però a l’ha ’ncora nen abolila, la guèra a l’é apen-a cominsà. Ma a l’é

                   vera lòn ch’a diso ’d Garibaldi ? Costantino Nigra, che i conòsso bin, a

l’ha confidame che il presidente americano,Abramo Lincoln ha mandato a chiamare il generale Garibaldi per metterlo alla testa dell’esercito dei

Nordisti  ?

Marsilio      Si,é vero… ma Garibaldi ha rifiutato . Prima vuol liberare Roma.

                   Ma con Pio IX a sarà dura perché la Francia  lo protegge

Dotor         Ma Cavour a veul nen un Papa al servissi dël Re, le soe paròle i l’hai

                   lesuje sël sò giornal “Ël Risorgiment”, e a son costame 4 centesìm.

                   E a sa lòn ch’a dis ?  “Libera chiesa in libero Stato” (ENTRA Carlòta)

Carlòta       (Annuncia ad alta voce) Tòta Felicita e il generale Guerrazzi !

                   ( il generale arriva im grande uniforme)

Felicita       Oh, che piacere monsù Marsilio, è da tanto che non la vedo !

                   Le presento il generale Casimiro Guerrazzi ,che presto sarà mio marito

Marsilio      Adesso mi ricordo…lei è l’amica di magna Virginia…auguri per

le nozze,ed auguri anche a lei generale

Dotor         L’eve pròpe sernù ’l dì giust për anonsiè ’l fidansament

General       Turìn a l’é an fësta e noi foma fësta doe vòlte!

Dotor         Auguri tòta Felicita e auguri anche a chiel general

Remigio      Si, ’l general a l’ha pròpe damanca ’d tanti auguri…

Felicita       Come sarebbe a dire ,perché, c’è qualcosa che non va ?

Remigio      Gnente, gnente…

Felicita       Non capisco la sua ironia…Noi volevamo fare una sorpresa a Virginia

Remigio      Ancheuj Virginia ’d sorprèise a l’ha già avon-e tròpe !

Felicita       Coma sta ?

Remigio      A l’é da là con Cecilia

Felicita       Cecilia é tornata  ?!  Ma non era in vacanza? Sono due mesi che non la vedo,sta bene ?

Remigio      Eh, a l’é ’n pòch dëmagrìja…

Felicita       Vado subito a salutarla,scusate se ho interrotto la vostra chiacchierata

                   ( fa per uscire poi si ferma)

Dotor                   No,gnente…ch’a vada tranquila..i parlavo dël Papa

Felicita       Cosa avete da dire contro  la Chiesa ?!

Marsilio      No,niente …a Torino la Chiesa fa tanto per i poveri,ho conosciuto

                   Don Bosco che mi ha presentato un certo Don Leonardo Murialdo,

                   un suo allievo…E mi hanno raccontato tutto ciò che fanno per  quei

                   poveri bambini abbandonati

Felicita       Già,Don Bosco le  ha raccontato della San Vincenzo e della Piccola

Casa della Provvidenza fondata dal Cottolengo ? E poi vogliamo

         dimenticare Don Cafasso ?

Dotor         Tòta Felicita a l’ha rason… Ch’a vada tranquila… Virginia a l’ha speta ,

                   chissà come a sarà contenta ’d savèj che a së sposa !

Felicita       Meglio tardi che mai e se qualcuno vuol capire…  

(ENTRA  nella stanza))

Remigio      Mi i l’hai capì che belesi tuti a së sposo meno che mia fija

                   (ARRIVA ’d corsa Giacolìn crijant)

Giacolìn      A l’é rivà Garibaldi ! A l’é rivà Garibaldi, a l’é a caval con na cuerta ’ns

                   le spale e ’n testa ’n caplin curios… A l’é seguì da na vinten-a ’d camise

                   rosse tuti a caval… ch’a ven-o a vëdde che spetacol, tuti ch’a bato le 

                   man!

Marsilio      Che coperta !… E’ il poncho !  Ma dov’é ?

Giacolìn      A l’é si, ariva dal pont Mosca e a passa ant ël vial dla Regin-a  !

Marsilo       Io vado a vederlo… vieni anche tu barba Remigio, vieni a vedere  uno che ha fatto la storia  d’Italia (Lo sospinge fuori della porta ,perché a forza di bere Remigio ha già un po’ le gambe molli. I due ESCONO.)

General       Vengo anch’io,voglio proprio conoscere il famoso generale !

                   (ESCE)

Dotor         Speteme, i rivo ’d cò mi… saluto mach Madama Virginia

                   (Va verso  la stanza ma improvvisamente  ENTRA tòta ISABELLA)

Isabella       Scusate,lei è il dottor …

Dotor         Dotor Comoglio… ma chila a l’é… si… noi  ci conosciamo già

Isabella       Si, Isabella Ferrero… mi scusi se sono entrata senza chiedere permesso,

                   ma la porta era aperta  e io dovrei parlare con  la signorina Cecilia

Dotor          Ah, adès m’arcòrdo… chila a l’é cola ch’a fasija la vivandera e peui a l’è  dventà ’nfërmera… si, m’arcòrdo, aveva una croce sul braccio,ma

l’associazione non c’è più ? Perché avete tolto la fascia dal braccio ?

E si,è proprio come pensavo,le cose belle,gli ideali non sono di questo mondo

Isabella       No,l’associazione del signor Henry va bene,siamo in tanti …mi scusi,

                   ho premura,vado di fretta…potrebbe chiamarmi tota Cecilia ?

Dotor         Subit… Carlòta, Carlòta !

Carlòta       ( ENTRANDO) Cosa c’è ,dottore,qualcuno che sta male ?

Dotor         Nò, a-i é sta tòta… tòta Isabella ch’a veul parlé con tòta Cecilia

Carlòta       Ah,  è  lei…la chiamo subito (Entra nella stanza)

Dotor         A dire il vero non pensavo che un’associazione come la vostra potesse

                   durare così a lungo  

Isabella       No, come  le ho detto ora abbiamo anche un nome . Croce Rossa.Penso che ne sentirete parlare ancora per molto tempo  

Dotor         Lo  spero,  ma sono piuttosto  dubbioso… (Cecilia ENTRA con Carlòta)

Cecilia        Isabella, che piacere rivederla ! (Si abbracciano)

Isabella       Sono arrivata stamattina da Genova…Ho una notizia da darle

Cecilia        Ebbene…dica… Emilio ? Ha saputo qualcosa ,dica, non mi faccia stare

in pena…

Isabella       Ieiri a Genova è arrivata l’ultima nave dei garibaldini che sono stati feriti                  

                   gravemente,gli ultimi superstiti della spedizione dei Mille

Cecilia        E allora ?

Isabella       Beh,io avevo l’incarico di controllare i nomi dei feriti per avvisare

le famiglie …

Cecilia        No…non mi dica  che…

Isabella       Si, purtroppo… Emilio non c’è…

Cecilia        Allora è morto !?

Isabella       Non lo so,ma il suo nome non era nell’elenco…si faccia forza…                (Cecilia piange e Carlotta cerca di ciìonsolarla)             

Carlòta       Su ,su, non faccia così…(piange anche lei)

Dotor         Beh, …non sappiamo se è morto,potrebbe anche essere vivo

Isabella       Certo però che quando io l’ho visto era veramente mal ridotto

Cecilia        E poi è da troppo tempo che non ho più sue notizie ( piange)

                   (ENTRANO Virginia e tòta Felicita)

Virginia      Chi a l’é ch’a piora parèj ? Còs a l’é capitaje ?

Carlòta       Gnente, gnente… (si asciuga le lacrime)

Felicita       Come gnente ? Noi voroma savèj tut, nen vera Virginia ?

Dotor         Cecilia a l’ha avù ’n cit malor, ma adès a sta bin…

Felicita       (A Isabella) E chila chi ch’a l’é che mi i l’hai nen ël piasi ’d conòssla ?

Cecilia        Tòta Isabella… una mia amica… (si asciuga le lacrime)

Isabella       Bin, piasì ’d la conossensa… mi vado… a më speto… Cereja a tuti…

                   (fa una  piccola riverenza ed ESCE)

Felicita       Cecilia,non mi avevi mai detto che avevi un’amica che si chiama

Isabella.Noi avremmo anche il diritto di saperlo,vero Dottore ?

Dotor         Sicur, però a sarìja nen mej che ognidun a pensèisa a-i sòj afé ?

(As sent  parlé fòrt da fòra poi  ENTRANO  Remigio, Marsilio,

Giacolin e’l general)

Giacolìn      Che bel caval ch’a l’avija, e peui a l’era vestì a l’American-a !

Remigio      Ah, che spetacol ! Mi l’hai vistlo con i mei euj

Marsilio      Mi sono emozionato… Giuseppe Garibaldi… una leggenda !

General       Si, ’d cò mi ’n dì podraj dì d’avèjlo vist… tòta Cecilia, a-i é na bèla

                   sorprèisa për chila !

Remigio      A l’é passaje Garibaldi e sas chi l’oma vist an mes a tuta cola confusion?  

Cecilia        Emilio !

General       E chi a l’é Emilio ?

Giacolìn      A l’é un mè amis…

General        L’oma incontrà mè novod, il conte Attilio ! (ENTRA  il conte Attilio in divisa,fa il saluto militare e bacia la mano a Cecilia)

Attilio         Tòta Cecilia sono onorato di rivederla. Sono contento che lei sia in

buona salute…suo padre mi ha raccontato tutto

Cecilia        Tutto  cosa ?

Attilio         Si,che lei è stata molto male …e ha perso il bambino

Cecilia        Ho perso cosa !?

Attilio         La capisco ,è ancora sconvolta … Ma suo padre mi ha detto che ora 

                   sta bene,ormai è passato tutto

Remigio      Si, si, ma adès a l’é arpijasse bin… (Tuti as sguardo sorprèis)

Cecilia        Si… ora sto bene…

Felicita       Adesso capisco perché l’avete mandata due mesi in montagna !

Virginia      Tòta Felicita, a l’é mej nen parlene, a son còse riservà, chila am capìss...

Felicita       Io veramente non ho ancora capito niente !

Virginia      ( prende  Attilio sottobraccio) Alora… chel a l’é sì a Turin ad servissi ?

Attilio         No,sono solo di passaggio ,tra due giorni parto per la   Sicilia

                   con il secondo  squadrone di cavalleria

Marsilio      In Sicilia ? Ma cosa andate a fare in Sicilia ? Garibaldi l’ha già liberata

Remigio      Ch’a scusa, a l’è mè novod Marsilio, chiel a scriv an sij giornaj

Attilio         No,non deve scusarsi,ha ragione. La Sicilia fa parte del nuovo Regno d’Italia,ma  negli  ultimi tempi ci sono state alcune rivolte, si ,pare

che alcuni ricchi possidenti terrieri ,che posseggono la maggior parte delle terre in Sicilia ,non accettino la nuova situazione e pare che paghino delle bande ben organizzate che si ribellano alle autorità locali

Marsilio      Allora è vero quello che scrive un nostro corrispondente da Palermo,

                   il brigantaggio esiste veramente

Attilio         Purtroppo si.Garibaldi aveva promesso nuove terre alla povera gente,ma non le hanno avute. I padroni prima erano con Garibaldi e poi per paura di perdere le loro terre pagano bande di briganti che terrorizzano la  gente, dicono che sono al servizio del popolo invece sono al servizio dei baroni e dei ricchi proprietari terrieri.

Dotor         Come dice il proverbio…Tutto deve cambiare, perché tutto resti

come prima

Attilio         Il dottore ha ragione,però fra pochi mesi tutto tornerà tranquillo

Marsilio      Mi scusi,ma ho sentito parlare di una nuova organizzaione,molto

                   pericolosa…

Attilio         Si,i siciliani la chiamano “ Onorata società”…ma anche Mafia,

si, un nome così ,ma non può durare,noi la stroncheremo sul nascere..Ma forse tutte queste cose non interessano alle signore..tota Cecilia,io parto e sarò di ritorno tra cinque o sei mesi  e se lei è d’accordo…io..io..

Remigio      Su, ch’a disa, ch’a l’abia gnun-e gen-e…

Attilio         Ecco,io rinnovo la mia proposta di matrimonio…Lei che ne dice ?

Cecilia        Non lo so…ma…ormai ..a questo punto…

Virginia      Su, Cecilia, deuve decide… Alora ?

Cecilia        Sia come volete voi…io…io ..dico …si …( piange )

Giacolìn      Evviva gli sposi !

Virginia      Cecilia,finalmente !

Felicita       Ah,che emozione ! Cecilia sposerà il conte  ed io sposerò il mio

         Casimiro e diventeremo tutti parenti

General       E poiché oggi Torino è diventata capitale d’Italia,brindiamo all’Italia ed ai novelli sposi ! Viva l’Italia !

Remigio      Adès lë spos a peul ambrassé la sposa…

Tutti           Evviva,bravi !!

Felicita       Su…datevi un bacio ! (Attilio va verso Cecilia e mentre sta per

                   abbracciarla)

Attilio         Cecilia !

Cecilia        ( avanza di un passo a testa bassa,poi  vede un garibaldino  davanti alla porta  ,allora gli corre incontro per abbracciarlo gridando) Emilio !

Emilio        (l’abbraccia) Cecilia !

Attilio         (guardando i due con aria mesta ) Allora io tolgo il disturbo.Io vado

                  Addio Cecilia ! ( Gli fa il saluto militare ed Emilio risponde al saluto,poi

                   esce e si sente la musica di “ Addio mia bella addio”)

Cecilia        E’ un anno che ti aspetto,perché non mi hai mandato tue notizie ?

Emilio        Io ti ho mandato un pezzo della mia camicia …

Cecilia        Che io ho sempre conservato sul mio cuore ( Estrae il pezzo della camicia)              

Giacolìn      Viva  gli sposi !

Emilio        Si,ci sposeremo  presto,il generale Garibaldi ha ottenuto da Re

                   Vittorio Emanuele II di far entrare i suoi garibaldini nell’esercito regio

con gli stessi gradi  che avevamo nella spedizione.Cecilia…da domani

io sarò tenente dei granatieri di sua Maestà. E  tu Cecilia non piangere  che abbiamo fatto l’Italia e noi faremo tanti bei bambini e saranno

italiani !

Tutti in coro -Viva l’Italia ! ( Giacolìn sventola la bandiera tricolore,mentre Carlotta

                   entrando distribuisce tante piccole bandierine a tutti)

Marsilio      Evviva ! Oggi scriverò il più bell’ articolo della mia vita…

 (tutti sventolano le bandiere ,mentre il dottore se ne sta un disparte)

General       Dotor… ma chiel a l’é nen content ? Siamo tutti italiani…

Dotor         Si, mi son content, però…

Tutti in còro - Però ……????

Dotor         Però ricordatevi  quello che ha detto Massimo D’Azeglio stamattina

                   a palazzo Carignano

Giacolìn      E cò a l’ha dit ?

Dotor         Ha detto : “ ABBIAMO  FATTO L’ITALIA,

                   ORA  DOBBIAMO FARE  GLI  ITALIANI”

Tuti ’n còro –VIVA  L’ ITALIA !

( Parte la musica di “ Addio mia bella addio”  e tutti sventolano la bandiera tricolore)    

 

CALA LENTAMENTE LA TELA

                          

FINE

Rivoli  -  9 Ottobre   2009