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NAJA

NAJA

di Angelo Longoni

 1996 


PERSONAGGI

TONINO       Ragazzo di umili origini,  è un tipo tranquillo, senza molti problemi né grandi aspirazioni.

FRANCO       Arrogante e aggressivo. E' alto ed atletico. Spesso molto violento e per questo anche rispettato.

CLAUDIO     Il suo aspetto esile rispecchia perfettamente il suo carattere che è debole e influenzabile.

CARMELO    Siciliano, intelligente e sicuro di sé. Fisicamente forte, è riflessivo e per nulla aggressivo. E' orgoglioso e molto individualista.

LUCA             Introverso e nervoso. I nervi sempre a fior di pelle, un viso e un corpo sciupati, magri. E' carico di una violenza inespressa e spesso rivolta contro se stesso.

                        Tutti i personaggi hanno poco più di vent'anni.

                        L'azione si svolge interamente nella camerata di una caserma dell'Esercito Italiano. La scena è fissa ed è composta da alcuni posti letto costituiti da una branda e un armadietto personale. Sulla sinistra sono collocate la porta d'ingresso e una grande finestra prospicienti il cortile della caserma.


PROLOGO

                        Un taglio sottile di luce illumina  il volto di un militare, è Carmelo, inizia a parlare verso la platea come se si rivolgesse a un superiore che gli sta davanti.

CARMELO    Sissignore, ho giocato in serie B, è vero… e ho fatto anche la riserva in serie A. No, la ringrazio ma preferisco non giocare nella squadra della caserma.Lo so che è difficile da capire ma... credo di non poterle spiegare il perché. Sissignore lo so, ma preferisco fare le guardie e le corvé... vede, al mio paese si dice: “Nun cunfunnemu a minchia cu bummulu… cioè “ Non confondiamo la minchia col bummulu”. E' un modo di dire. Cioè… la minchia sa anche lei cos'è, no? Invece il bummulo è un'anfora che usano i contadini in Sicilia, è di terra cotta e serve a mantenere l'acqua sempre fresca, sulla pancia ha un buco da dove esce uno zampillo d'acqua. Tutti possono bere dal bummulo, a cannella, senza poggiare la bocca, capisce?

                        Ci sono delle regole, e le regole vanno rispettate, perché il bummulo serve a tutti, è una cosa che riguarda la comunità… e invece la minchia… è una questione più privata, capisce no? E' per questo che si dice: “Non confondiamo la minchia col bummulu”. Per questo non voglio giocare nella squadra della caserma…no…e non voglio nemmeno dirle perché…mi scusi.

                        La luce si spegne. Se ne accende un'altra che va ad illuminare un altro militare, è Tonino.

TONINO       Ecco…avrei proprio deciso, signore. E siccome so che se uno si sposa ha diritto a una licenza…volevo saperne di più. Si, certo  sono sicuro.

                        Bé, la conosco da un po' di tempo, ci volgiamo bene. Quando finirò il servizio di leva resterò al suo paese, suo padre mi ha trovato un lavoro, si…visto che quello che avevo l'ho perso prima di venire qui. Bruna, si chiama Bruna. A me sembra carina, mi piace. Viene a trovarmi tutte le domeniche. E' qui in tre quarti d'ora… con il treno.  Da quando ci conosciamo no ha mancato nemmeno una domenica. (Facendosi serio d'un tratto) No, non ho premura, solo che abbiamo deciso, è inutile perdere tempo. No, le assicuro che non è una scusa per avere una licenza. Davvero, mi sposo perché voglio sposarmi. No, non ho paura di sbagliare e nemmeno di annoiarmi. Il matrimonio è una cosa normale…almeno credo... questa è la prima volta che ho una ragazza seriamente. Devo rifletterci ancora? Mi scusi, ma io non credo di averne bisogno. Abbiamo già deciso. Ci piacerebbe all'inizio di settembre. Sissignore, c'è tempo…c'è tempo. Ho capito… ne riparleremo.

                        La luce su Tonino si spegne mentre un'altra va ad illuminare il volto di Luca.

LUCA             (Parlando a fatica) La prima volta? E' successo un giorno ... mentre  stavo tornando a casa da scuola. Mia madre non era ancora rientrata dal lavoro. Mio padre credevo che fosse fuori città per i suoi affari. Sono salito a piedi, noi abitiamo al quinto piano. Ero al quarto quando ho sentito la voce di mio padre...  Poi ho sentito anche la voce di una donna che non era mia madre. Lui le diceva: “Facciamo in fretta che qui tra poco tornano tutti…”.Così sono scesi in ascensore. Quando sono entrato in casa ho guardato dappertutto per vedere se avevano lasciato qualche traccia. Ho trovato solo un portacenere con un paio di sigarette spente. Allora ho buttato via tutto, e ho aperto le finestre per cambiare aria... perché... Non volevo che mia madre se ne accorgesse. Quando mi sono sdraiato sul mio letto mi sono accorto che era tiepido. Si erano messi li, proprio nel mio letto. Però ero contento che non l'avessero  fatto in quello grande dove...  Più tardi, quando mia mamma è tornata, ho fatto apposta a rovesciare della coca cola sul mio letto così lei mi ha dovuto cambiare le lenzuola senza insospettirsi. Non mi andava di dormirci dentro. Da allora ho quasi sempre saputo quando mio padre tradiva mia madre. Io non volevo che lei lo venisse a sapere, ho cercato di coprirlo... e ci sono sempre riuscito... Ho sperato fino all'ultimo che qualcosa sarebbe cambiata.... ma non è servito a niente visto che adesso lui se n'è andato anche se mia madre sta male... e sono io... che...

                        Smette di parlare, riflette. Sembra deluso.

LUCA             Però mi scusi signore...  forse tutte queste sedute non servono a molto… a me serve solo una licenza. Nient'altro … una licenza, solo una licenza.

                        Il taglio di luce scompare Si illumina il volto di un altro militare, Claudio.

CLAUDIO     E' difficile spiegare. Vede, signore, mi sento come un fastidio proprio davanti agli occhi. No, per vederci ci vedo bene, ma è come se gli occhi si incrociassero, capisce? No, no… non mi gira la testa. Il fatto è che non dormo, non riesco a dormire e allora sento stringermi davanti agli occhi.

                        Si, è la prima volta che mi succede. E' solo un fatto nervoso? Comunque se è solo un fatto nervoso posso sempre prendere delle pastiglie.  No? Devo reagire? (deluso) Ho capito… reagire. Il problema però è che non dormo…quasi mai. Sì, continuano con quegli scherzi… se ti svegli tutto bagnato e con il letto bagnato non é facile riaddormentarsi. Mi viene l'ansia... e non dormo... tre o quattro volte me l'hanno fatto. Non lo so perché lo fanno, lo fanno e basta. Devo reagire? Va bene.

                        Riflette un istante, sembra deluso, poi riprende a parlare sforzandosi di essere convincente.

CLAUDIO     E per quell'altra questione? Si, quella… macchia.  No, non mi è andata via…no, neanche con la sua pomata. No, non me ne sono venute altre. Mi guardo sempre con una lente di ingrandimento, l'ho comprata apposta. Se me ne esce un'altra vengo subito da lei? E allora per quelle pastiglie per dormire la notte…non se ne può far niente? No, le assicuro... non sto facendo il furbo gliel'assicuro, non voglio licenze, voglio solo dormire. Io lo so come sono fatto se poi dormo mi passa tutto, anche la macchia. No, mi scusi… lo dicevo così per dire lo so che la macchia non mi passa.Va bene, provo a reagire, sì…e se non ci riesco torno da lei… si, grazie…signore. cb

                        La luce si spegne e si riaccende illuminando Franco.

FRANCO       Lei sa che può contare su di me signore. Io sono convinto che nessuno di noi può aver fatto quegli atti di vandalismo. Sì, eravamo noi di corvè ma non abbiamo visto chi è stato, non ci siamo accorti di niente. No, no né omertà… non voglio difendere nessuno…io se lo sapessi glielo direi.

                        Noi poi eravamo in un altro settore, le avevamo già fatte le pulizie nei cessi… Si, mi scusi. Volevo dirle che non potevamo accorgerci di niente. Non può toglierci la domenica per questo. No…sì, certo che può, solo che ecco… perdere la domenica per colpa di qualcun altro… Non sto dicendo che lei si sbagli solo che… come? Un'altra settimana di corvè? Ma no…Si, certo, sto zitto.  Vede, è che io fra una settimana avrei una licenza e non vorrei perderla. (Servile) Si, tutto quello che vuole. E come faccio a scoprire chi è stato, non posso essere sicuro. Magari c'è di mezzo qualcuno che non conosco... di un'altra camerata...  Si, io ci posso anche provare ma non le assicuro niente. Non è la prima volta, lo sa… io se posso aiutarla… solo che, ecco… per la mia licenza fra una settimana…  (Sorride) Ho qualche problema con la mia ragazza, l'americana. Se ne sta a casa mia con un amico ma io non ci credo mica tanto che sia solo un amico… capisce? (Facendosi serio) Si, me ne vado… me ne vado…e se so qualcosa vengo subito da lei… grazie… grazie signore.

                        BUIO


SCENA 1

                       

                        La camerata della caserma. I letti sono allineati con la testata contro la parete.

                        Tra un letto e l'altro ci sono degli armadietti metallici chiusi con dei lucchetti.

                        Dal radio registratore di Claudio, ai piedi del suo letto, proviene una canzone a tutto volume. Due tavoli di legno sono messi uno vicino all'altro e una retina verde li divide. Carmelo e Claudio stanno iniziando a giocare a ping-pong, sono in canottiera. Tonino si é vestito con abiti borghesi. Luca è fermo davanti alla finestra, immobile, guarda fuori, parla rivolgendo lo sguardo all'esterno della camerata. poi si mostra ingfastidito per l'eccessivo volume della musica.

LUCA             Claudio! Claudio!

                        Claudio continua a giocare a ping pong con Carmelo e non presta attenzione a Luca.

LUCA             Claudio! Abbassa! Abbassa quella roba.

                        Claudio gioca a ping pong. Luca allora si dirige verso il registratore e abbassa il volume.

CLAUDIO     Oh... perché abbassi? Alza... alza!

LUCA             Non si può nemmeno parlare.

CLAUDIO     Sto sentendo la musica.

                        Claudio smette di giocare e va ad alzare il volume. Carmelo assiste alla scena con sguardo annoiato.

LUCA             Cazzo! Sto parlando con Tonino..

CLAUDIO     (indicando Carmelo) E noi vogliamo giocare e sentire la musica.

LUCA             Vaffanculo.

                        Luca abbassa ancora il volume.

CLAUDIO     Che cazzo fai? Mi fai giocare o no?

LUCA             Sto parlando con lui.

TONINO       Smettetela.

                        Claudio alza di nuovo il volume. Luca lo abbassa. Claudio spinge Luca allontanandolo dal registratore.

TONINO       Oh, basta.

                        Luca si dirige minacciosamente contro Claudio. Si mettono le mani addosso spintonandosi. a quel punto si intromette Carmelo dividendoli. Poi si rivolge a Luca in modo amichevole per calmarlo.

CARMELO    (a Luca) Dài sù... lascialo stare.

                        Carmelo si volta verso Claudio dandogli una bonaria spinta per dirigerlo verso il tavolo da ping pong. Insieme ricominciano a giocare. Luca si acccende una sigaretta. Carmelo e Claudio smettono di giocare e si dirigono verso l'uscita della camerata. Fanno segno che vanno a prendere da bere.

CARMELO    Torniamo subito.

                        Escono.

LUCA             Claudio! Claudio!

                        Luca esasperato spegne il registratore.

LUCA             E che cazzo! Che stronzo!

TONINO       Dài...

LUCA             Tiene sto coso al massimo e poi se ne va? Cos'é? A casa sua? Io uno di 'sti giorni glielo scasso...

TONINO       Va bene... va bene...

LUCA             Glielo infilo su per il culo con tutte le cassette.

TONINO       Sì... sì...

LUCA             Insomma, ti stavo dicendo Tonino… m'é successo quindici giorni fa... eravamo in riga, sull'attenti, pioveva fortissimo…

TONINO       Luca...

LUCA             Un temporale. Io ero l'ultimo della fila e dietro di me c'era una grondaia che gocciolava...

TONINO       Luca...

LUCA             Veniva giù acqua come da un rubinetto.

TONINO       Luca! Me l'hai già raccontata...

LUCA             Come? Te l'ho già raccontata?

TONINO       Due o tre volte... la so già.

LUCA             Ah...

TONINO       Guarda che ti stai rincoglionendo con tutte quelle pastiglie che prendi...

LUCA             Bé, é quello che voglio, no?

TONINO       Sì, ma mi sembri mio nonno... non ti ricordi più niente... sembri arteriosclerotico.

LUCA             Mi mandassero a casa allora. Cosa devo fare? Sparare per sbaglio a qualcuno per dimostrare che non ci sto con la testa?

TONINO       (ridendo) Basta che non spari a me.

                        Dall'esterno giunge la voce di Claudio che si avvicina.

CLAUDIO     Perché hai spento? Oh!

                        Claudio e Carmelo rientrano.

CLAUDIO     Si può sapere perché hai spento?

LUCA             Indovina un po'?  Non riaccenderlo...  se lo riaccendi vedi...

                        Claudio sta per riaccendere il registratore. Ma interviene Carmelo con autorità.

CARMELO    (a Claudio) Non stavamo giocando? Continuiamo a giocare... senza musica.

                        Claudio obbedisce. Insieme tornano a giocare a ping pong.

CARMELO    Stavamo sette a due per me.

                        Tonino guarda fuori dalla finestra.

TONINO       Non ci riesce a convincerli, sono sicuro.

CARMELO    (continuando a giocare) E' chiaro che non ci riesce. (a Claudio) Otto a due.

TONINO       Ma io non posso rimanere qui dentro tutta la domenica.

CLAUDIO     Che caldo.

TONINO       (A Luca) Si vede qualcuno?

                        Luca fa segno di no.

TONINO       Non ce la fa… non ce la fa, sono sicuro.

CLAUDIO     Non doveva nemmeno andarci, non le hanno mai tolte le punizioni.

LUCA             (Voltandosi di scatto verso Claudio) E stai zitto, capito stronzo?

CLAUDIO     Stronzo a chi?

                        Claudio smette di giocare.

CARMELO    (A Claudio) Gioca.

CLAUDIO     Come cazzo ve lo devo dire che io non ne so niente? Ve l'ho già detto... non c'entro... io non ho visto niente.

CARMELO    Va bene, va bene… ce l'hai già detto, gioca!

CLAUDIO     E' da stamattina che continua con questa storia.

                        Carmelo blocca Claudio che si dirige ancora contro Luca.

CARMELO    Stai zitto e gioca! Dieci a due per me.

                        Claudio sbuffa, è contrariato ma riprende a giocare con Carmelo.

LUCA             Ma perché non torna? Io devo uscire, devo andare a casa... devo uscire.

                        Claudio smette ancora di giocare e si rivolge a Luca.

CLAUDIO     Uscire... uscire... tutti dobbiamo uscire! Solo tu devi uscire?

                        Luca si volta di scatto verso Claudio.

CARMELO    (A Claudio) Sai zitto!

                        Carmelo si allontana dal tavolo da ping pong.

CLAUDIO     Che fai?

CARMELO    Che faccio? E' finita. Undici a due, mi devi altre diecimila.

CLAUDIO     Facciamone un'altra.

CARMELO    No, non si può giocare con questo caldo.

                        Carmelo prende la racchetta dalle mani di Claudio e va a deporla insieme all'altra nel proprio armadietto. 

CLAUDIO     Che domenica di merda.

                        Luca si leva dalla finestra e va a sedersi sul suo letto.

LUCA             Mi piacerebbe sapere che cazzo ci sta a fare la dentro tutto questo tempo. Mica gli starà dando il culo.

CARMELO    Gliel'ha già dato, gliel'ha già dato.

                        Carmelo si avvicina a Luca.

CARMELO    A che ora hai il treno?

LUCA             Che ore sono?

CARMELO    Quasi mezzogiorno.

LUCA             Mezzogiorno? No... Tra meno di un'ora.

                        Luca prende dal suo armadietto delle medicine e le ingoia bevendo del liquore.

CARMELO    Smettila di prendere quelle medicine.

LUCA             Lasciami stare.

CARMELO    Tua madre? Sta ancora male?

LUCA             Deve fare quelle iniezioni tutti i giorni... la domenica l'infermiera non c'é... se non gliele faccio io... chi gliele fa?

CARMELO    Quando l'hai sentita?

LUCA             Ieri sera. Era sola.

CARMELO    E tuo padre?

LUCA             Niente, non s'è fatto nemmeno sentire. Sono due settimane che é sparito... avrà trovato qualche nuova troia da scoparsi...

                        Carmelo sfila dal proprio armadietto un contenitore di alluminio dal quale sfila uno spinello. Claudio si rivolge a Tonino che è ancora alla finestra.

CLAUDIO     Niente?

TONINO       No, niente.

CARMELO    Tonino... accendilo tu.

                        Carmelo passa lo spinello a Tonino.

TONINO       E vai! Ammazziamo il tempo.  (accendendolo) Oh Carmelo... cosa c'hai messo dentro oggi?

                        Tonino guarda l'orologio che tiene al polso.

TONINO       Se Bruna non mi ha visto uscire dalla caserma forse sarà andata ad aspettarmi al bar. Se Franco ce la facesse potrei raggiungerla prima che riprenda il treno per tornare a casa.

CLAUDIO     Se Franco perde tempo vuol dire che non ce la fa. L'avevo detto che era inutile... non ce la fa.

                        Luca raccoglie da terra la borsa con i suoi vestiti e la lancia violentemente contro Claudio.

CLAUDIO     Oh, ma sei pazzo?

LUCA             (Fa per andare contro Claudio) Ti spacco la faccia se non stai zitto.

CARMELO    (A Luca trattenendolo) Stai calmo.

LUCA             Calmo un cazzo! Questo stronzo porta sfiga e io devo stare calmo?

                        Carmelo continua a trattenere Luca.

CLAUDIO     Quelle pastiglie t'hanno dato alla testa. Te l'ho già detto che non ho visto niente, stronzo.

                        Claudio raccoglie la borsa di Luca e gli si avvicina minacciosamente.

CLAUDIO     Cosa credi? Che sia stato io da solo a spaccare tutti quei cessi?

                        Claudio lancia la borsa di Luca colpendolo sullo stomaco. Carmelo si precipita a fermare Luca mentre Tonino blocca Claudio.

CARMELO    (A Luca) Lascialo perdere. Tanto, anche se è stato lui cosa cambia?

                        Luca non risponde, si piega su se stesso trattenendo a stento dei conati di vomito.

CARMELO    Cosa c'é?

                        Luca con la mano sulla bocca esce correndo verso i gabinetti. Carmelo lo segue per aiutarlo.

TONINO       Claudio... però... anche tu...

CLAUDIO     E' da stamattina che continua. Io non c'entro.

TONINO       Sì ma lo sai com'é fatto...

                        Carmelo rientra.

TONINO       Allora?

CARMELO    Sta vomitando.

CLAUDIO     Sai che novità.

CARMELO    Adesso la smetti... é chiaro?

CLAUDIO     Ma...

CARMELO    Chiaro?

                        Luca ritorna.

CARMELO    Come va?

LUCA             Bene.

                        Restano tutti a guardarlo.

LUCA             Bene... sto bene.

                        Luca sfila dall'armadietto una confezione di pastiglie, ne ingoia una.

CARMELO    Finiscila di prendere quelle porcherie.

                        Claudio raccoglie un asciugamano e va nei bagni.

CARMELO    Hai una faccia che fa schifo.

                        Claudio rientra su tutte le furie. Dà una spinta a Luca.

CLAUDIO     Vai a pulire i cessi. Oh! Vai a pulire i cessi!

CARMELO    Claudio!

CLAUDIO     Carmelo... ci sono i cessi che fanno schifo... ha vomitato dappertutto.

CARMELO    Va bene, abbiamo capito.

CLAUDIO     Carmelo... non ci si può lavare.

CARMELO    Va bene... non ti lavi!

                        Claudio si calma. Torna al proprio letto.

CARMELO    Luca. Devi smetterla qui dentro ormai stai sui coglioni a tutti... non te ne perdonano più una... se continui a cercare d'imboscarti quelli non ti fanno più vivere. Comunque vadano le cose, licenze non te ne danno più.

LUCA             'Sti stronzi... Lo sai cosa m'é successo quindici giorni fa? Eravamo in riga, sull'attenti, pioveva fortissimo…

                        Carmelo e Tonino si scambiano un'occhiata.

CARMELO    (sorridendo) Luca...

LUCA             Un temporale. Io ero l'ultimo della fila e dietro di me c'era una grondaia che gocciolava... Veniva giù acqua come da un rubinetto. Allora quello stronzo del caporale mi guardae mi dice di fare tre passi indietro. Ma a tre passi indietro c'era la grondaia che colava. Allora lui mi guarda, ride e mi fa: “Ho detto tre passi indietro!”.  Sono rimasto bagnato tutto il giorno.

CARMELO    Luca.

LUCA             Più tardi quel bastardo mi è venuto vicino e m'ha detto che dovevo ringraziarlo perché se mi veniva una polmonite avrei avuto un motivo in più per imboscarmi… un motivo vero questa volta. Mi fosse venuta una bronchite... un raffreddore... niente.

CARMELO    Luca! La sappiamo ce l'hai già raccontata venti volte...

LUCA             Ah, sì?

TONINO       Io gliel'ho detto che si sta rincoglionendo.

CARMELO    Sono le pastiglie che prendi... ti rovinano... e in più non servono a niente. ormai l'hanno capito tutti... non ti credono più...

LUCA             Lo sai cosa sono riuscito a farmi venire di pressione con questa roba qui?

                        Novanta di massima e sessanta di minima. E quel bastardo d'un dottore m'ha detto che andava bene.

CARMELO    Vedi? E' inutile.

LUCA             Novanta e sessanta... mai avuta così bassa la pressione.

CARMELO    (sorride) Nemmeno i morti ce l'hanno così bassa.

LUCA             Lui m'ha detto di smetterla di farmi le seghe, che intanto una licenza non me la dava…

TONINO       Anche a me ha detto la stessa cosa, è un imbecille, ha la fissazione delle seghe quello. Però mi hanno detto che adesso se ne va, ne arriva un altro, un civile. Quello che c'è adesso è di “firma”. Quelli di “firma” sono i peggiori, non sanno darti nemmeno un'aspirina.

LUCA             Sei sicuro? Sei sicuro che ne arriva un altro?

TONINO       Si, me l'hanno detto in fureria, arriva martedì, però è provvisorio.

LUCA             Ci voglio provare anche con questo, martedì marco visita... tanto questo non mi conosce.

CARMELO    Tu sei pazzo, se vai avanti così finisci male.

LUCA             Se finisco male meglio…Voglio tornare a casa cazzo, non ci posso più rimanere qui... sono pronto a fare qualsiasi cosa.

TONINO       I civili qualche volta ti danno una mano però devi essere fortunato.

CARMELO    Cosa gli vai a raccontare Tonino... sono tutti uguali, se ne trovi uno che gli girano le palle ti frega.

LUCA             Martedi ci provo.

                        Claudio, che è rimasto a guardare dalla finestra, sembra agitarsi.

CLAUDIO     Eccolo, eccolo... arriva, sta arrivando. Oh, se non ce l'ha fatta non prendetevela con me, chiaro?

                        Tonino corre alla finestra.

TONINO       Si, è lui, però ha l'aria incazzata, mi sa che è andata male. (A Claudio) Ti conviene stare zitto adesso.

                        Claudio si mette buono buono sul suo letto e accende a basso volume il registratore. In quel momento entra Franco.

TONINO       Allora?

                        Franco non parla, si avvicina, minacciosamente a Claudio il quale cerca di sottrarglisi. Iniziano una buffa rincorsa sopra i letti. Franco lo raggiunge e lo spinge contro uno degli armadietti. Poi lo prende per il collo.

CLAUDIO     Lasciami… lasciami!

FRANCO       Oltre alla domenica ci hanno dato anche una settimana di corvè… lo sai pezzo di merda? Ti giuro che ti faccio passare la settimana peggiore della tua vita.

CLAUDIO     Non c'entro ve l'ho già detto. Non ho visto niente.

FRANCO       Ah no? Chi doveva pulire i cessi,

CLAUDIO     Io, ma cosa c'entra?

FRANCO       Chi stava nei cessi?

CLAUDIO     Ci stavo io, ma deve essere successo dopo che me ne sono andato.

                        Cosa ci posso fare se ci sono degli stronzi che si divertono a spaccare la roba?

FRANCO       Li devi vedere cretino!

                        Franco spinge Claudio facendogli picchiare la testa contro un armadietto.

FRANCO       Altrimenti danno la colpa a noi che siamo di corvè.

CLAUDIO     Ma non è la prima volta che succedono queste cose, no?

FRANCO       Si, ma questa volta hanno dato la colpa a noi.

                        Franco prende il materasso del letto di Claudio e glielo tira addosso coprendolo. Una parte del materasso colpisce Carmelo sul proprio letto.

CARMELO    (a Franco) Oh... calmo.

FRANCO       Calmo? (indicando i due tavoli da ping pong) E quei  due tavoli cosa ci fanno qui?

CARMELO    Che cazzo te ne frega?

FRANCO       Sono quelli della mensa... il capitano é già incazzato... cosa vuoi? Un'altra settimana di corvé?

CARMELO    Vaffanculo anche il capitano.

FRANCO       Allora la prossima volta ci vai tu a parlare...

CARMELO    No... sei il più indicato... sei tu il nonno... no?

 TONINO      Franco... Quindi non si esce?

FRANCO       (A Tonino) Ma allora sei scemo Tonino.  E' chiaro che non si esce.

TONINO       Oh madonna…

FRANCO       Mi sa che ci devi mandare qualcun altro dalla tua morosa. Magari lei è anche più contenta.

                        Luca, che è rimasto lontano dagli altri, si lascia cadere sul letto disperato. Carmelo resta a guardarlo preoccupato. Franco si sfila la maglia che indossa, si avvicina al proprio letto, prende uno spruzzatore per le piante pieno d'acqua e si bagna per rinfrescarsi. Tonino inizia a togliersi gli abiti civili e si rimette la divisa. Claudio si bagna la botta che ha preso in testa. Franco prende un asciugamano e si dirige verso i bagni. Claudio lo guarda e cerca di fermarlo.

CLAUDIO     Franco... guarda che di là é tutto...

FRANCO       Zitto! Zitto... non mi parlare...

CLAUDIO     Ma...

FRANCO       Zitto. Rimetti tutto a posto.

                        Franco esce.

TONINO       Bè, io vado allo spaccio a telefonare, forse la trovo ancora al bar in piazza. Claudio me lo presti un gettone... duecento lire?

                        Claudio prende un gettone e lo lancia a Tonino che esce velocemente dalla camerata. Carmelo sfila di tasca una busta di tabacco e si rolla una sigaretta. La tensione si allenta.

                       

CARMELO    (a Luca) E ora che fai?

LUCA             Non lo so… non lo so.

CARMELO    Perché non chiami tuo padre,

                       

                        Luca alza le spalle.

CARMELO    Ma non è possibile, dovrà pur fare qualcosa, no?

LUCA             No, è inutile.

CARMELO    Ma perché?

LUCA             E' fatto così… lui non le vuole sapere le cose. Non vuole neanche pensarci.

                        Carmelo fissa Luca, vorrebbe sapere di più ma non insiste. Rientra Franco.

FRANCO       Ci sono ancora i cessi sporchi... (a Luca) Sei stato tu... vero?

                        Franco va al suo armadietto. Si spoglia mettendosi dei pantaloni corti della divisa

FRANCO       Ehi, Luca. Non è che per caso te n'eri fatte troppe di quelle pastiglie che prendi di solito?

                       

                        Luca tace.

FRANCO       Sai, non sono mica tanto sicuro che sia solo colpa di questo stronzo.

                        (Indica Claudio) Se non sbaglio anche tu eri dalle parti dei cessi, no?

                        Non è che sai qualcosa e non ce lo dici?

                        Luca continua a rimanere in silenzio rannicchiandosi sul proprio letto.

                        Franco gli si avvicina, solleva il letto di Luca e lo fa ricadere. Luca resta in silenzio, ha paura.

FRANCO       Guarda che sto parlando con te.

                        Luca non risponde.

FRANCO       Mi sa che ho ragione.

                        Carmelo spegne la sigaretta nervosamente, si alza dal letto di Luca e resta a guardare fisso Franco.

FRANCO       Per me gli unici che possono sapere qualcosa siete voi due. Tu che ne dici Carmelo?

                        Carmelo non risponde.

FRANCO       Tonino non se ne starebbe zitto, non rinuncerebbe a vedere la sua ragazza tutte le domeniche. Io e te siamo stati sempre insieme e non abbiamo visto niente. (a Luca) Rimanete solo voi due.

                        Luca si gira nel letto e non parla.

FRANCO       Si, devo averci azzeccato.

                       

CARMELO    Anche lui doveva uscire oggi.

                       

                        Franco ignora le parole di Carmelo.

                       

FRANCO       (A Luca) Magari non sei stato tu …ma forse hai visto qualcosa. Perché non ci racconti tutto?

                        Luca sta ancora in silenzio.

 FRANCO      Sai Luca...  Sarebbe ora che tu trovassi un sistema più sicuro per avere delle licenze. Dovresti smetterla con le pastiglie, l'alcool. Non so, potresti farti male sul serio. Romperti un dito per esempio. L'hanno fatto in tanti, sai?  Prendi una bottiglia, ci infili dentro un dito...

CARMELO    Lo sappiamo... lo sappiamo... quel dito perché non te lo infili nel culo?

FRANCO       Perché non te lo infili tu Carmelo?  Sto parlando con Luca... lo dico per il  suo bene. (a Luca) Insomma prendi una bottiglia infili un dito e crak… (fa un segno con le mani). Dici che sei caduto e che ti sei fatto male.

                        Così sei a posto per un po'. Però ci vuole del fegato e mi sa che tu non ne hai mica tanto.

                        L'atmosfera torna ad essere pesante. Luca è sempre zitto, immobile. Franco fa di tutto per irritarlo. Rientra Tonino, è sconsolato.

TONINO       Ho telefonato ma non l'ho trovata…al bar non c'era. Chissà cosa avrà pensato?

FRANCO       (A Tonino) Chiedici un po' se ci interessa.

                        Tonino si avvicina a Carmelo.

TONINO       Carmelo... hai una sigaretta?

                       

                        Carmelo sfila di tasca il pacchetto delle sigarette e ne dà una a Tonino. Franco prende dal proprio armadietto un rasoio elettrico a pile e inizia a radersi.

FRANCO       (A Luca) Luca... Come sta tua madre? Male?

                        Luca non risponde

FRANCO       (Con tono cattivo) E tuo padre? Lui bene, no?

                        Franco ride. Luca finge di nulla.

FRANCO       Lo sai cosa farei io se avessi un padre come il tuo?

CARMELO    Perché ci devi scassare sempre la minchia?

FRANCO       (A Luca) Lo sai o no?

TONINO       (A Franco) Dai, smettila.

FRANCO       Andrei a trovarlo proprio quando sta con la sua amichetta.  A proposito… ha sempre quella o l'ha cambiata?

TONINO       Smettila!

FRANCO       Beh, insomma… lo prenderei per le palle e lo riporterei da mia madre, mica starei a guardare. (Ride) O forse tua madre non ci sa più cosa fare con le palle di tuo padre?

                        Luca ha uno scatto, scende dal letto, è furioso, si scaglia contro Franco.

                        Carmelo e Tonino gli sono subito addosso e lo bloccano. Luca si dibatte.

LUCA             Figlio di puttana!

                        Carmelo e Tonino continuano a tenerlo stretto.

FRANCO       Dài... lasciatelo... lasciatelo...

TONINO       Stai fermo… Luca!

LUCA             Bastardo…

FRANCO       Dài  Luca vieni, sono qui.

CARMELO    (a Luca) Basta, vieni via.

                        Luca cerca di liberarsi dalla presa di Carmelo e di Tonino.

FRANCO       Lasciatelo, no?

                        Franco ride, Luca spinge lontano Tonino che cade a terra. Carmelo si fa più energico, riesce a trascinare Luca fino all'uscita.

LUCA             Lasciami cazzo, lasciami!

CARMELO    Vieni via! Via!

                        Carmelo riesce a portare fuori Luca. Franco ride.

FRANCO       (Urlando) Io sono qui, la domenica è lunga.

                        Claudio aiuta Tonino a rialzarsi.

TONINO       Che male!

                        Tonino si tiene una mano.

CLAUDIO     Cosa ti sei fatto?

TONINO       Mi sono tagliato, merda! Ma perché siete tutti così stronzi?

                        Franco ride, va a sedersi sul suo letto.

CLAUDIO     Ho del cotone.

                        Claudio apre il suo armadietto, prende il cotone e lo porta a Tonino.

CLAUDIO     Dovresti disinfettarti.

                        Tonino si tampona il taglio con il cotone.

TONINO       No, non importa.

FRANCO       (A Claudio) Fai anche la crocerossina adesso?

                        Claudio non risponde.

TONINO       (A Franco) Ma perché fai così?

FRANCO       Così come?

TONINO       Con Luca… cosa ti ha fatto?

FRANCO       (Sorride) Niente, non mi ha fatto niente, perché?

TONINO       Allora lascialo in pace, no?

                        Franco sorride di luovo, si avvicina a Claudio che si é sdraiato sulla propria branda.

FRANCO       Sei stanco?

CLAUDIO     Franco lasciami in pace, non sono riuscito a dormire stanotte.

                        Franco mette un po' in ordine, poi prende i propri scarponi e si dirige verso Claudio.

FRANCO       Visto che in questa domenica di merda bisogna ammazzare il tempo dacci una pulita. Per favore.

                        Franco butta i propri scarponi sul letto di Claudio che é costretto a prendere dal proprio armadietto una spazzola e del lucido. Inizia a lucidare gli scarponi di Franco.

CLAUDIO     (mostrndo gli scarponi puliti) Va bene così?

                        BUIO


SCENA 2

                        Tonino sta dormendo. Franco sta arrotolando il materasso di Claudio il quale gli oppone una timida resistenza.

CLAUDIO     Franco, dài...  lascia stare...

FRANCO       Zitto e aiutami.

CLAUDIO     Senti… ma perché non usi il tuo?

FRANCO       Dammi una mano.

CLAUDIO     Se poi si rompe ci vado di mezzo io.

FRANCO       No, non si rompe.

CLAUDIO     Ma perché sempre il mio?

FRANCO       Zitto!

                        Franco arrotola il materasso e lo lega con una cinghia.

CLAUDIO     Se poi lo rompi vado nei guai io, è il mio materasso, mica il tuo.

FRANCO       Prendilo e tienilo stretto.

                        Franco obbliga Claudio ad abbracciare il materasso arrotolato.

                        Claudio fatica molto a sorreggerlo, gli scivola.

CLAUDIO     Non ce la faccio, pesa.

FRANCO       Tienilo su, più su. Tonino!

                        Tonino non risponde, continua a dormire.

FRANCO       Tonino!

                        Tonino non risponde. Franco allora si avvicina al letto di Tonino, lo solleva e lo lascia cadere a terra. Tonino si sveglia di soprassalto spaventato.

TONINO       Oh! Cosa succede?

FRANCO       Fai l'arbitro. Dài il gong.

TONINO       Ma va a dar via il culo...

FRANCO       Prima ripresa. Dai il gong!

CLAUDIO     Tonino dai 'sto gong che qui pesa.

                        Tonino dà una botta all'armadietto metallico simulando il gong. Franco parte e inizia a riempire di pugni il materasso che Claudio tiene in mano.

FRANCO       Il campione parte con una raffica di pugni al corpo... il campione sempre all'attacco... destro... destro... sinistro... vuole concludere l'incontro alla prima ripresa.

                        Claudio non può fare niente, accusa i colpi cercando di non farsi scappare di mano il materasso.

CLAUDIO     Mi cade. Non ce la faccio.

FRANCO       Devi muoverti, cazzo, te l'ho detto un sacco di volte. Muoviti.

CLAUDIO     Non ci riesco, lo sai.

                        Franco continua a picchiare contro il materasso, sempre più forte.

FRANCO       Ecco l'ultima raffica...

CLAUDIO     Basta, cade…

                        Un pugno più violento degli altri strappa il materasso dalle mani di Claudio che subito si tocca un braccio, si è fatto male.

FRANCO       Ma hai le mani proprio di merda.

CLAUDIO     Cristo, io non so che gusto c'è a fare questi giochi del cazzo.

FRANCO       Tu non puoi capire… è per stare in forma. Non è mica colpa mia se sono ingrassato.

CLAUDIO     Mangia meno. Ci vuoi lasciare in pace? Fa caldo... é domenica...

                        Claudio, sempre tenendosi il braccio, raccoglie il materasso e lo risistema sul proprio letto.

FRANCO       Bè, sei già stanco?

CLAUDIO     Sì, sono stanco.

FRANCO       Va bene... allora il campione si allena con il nuovo allenatore. (Stringe la mano a Tonino) Complimenti.

TONINO       No...

                        Franco inizia a fare delle flessioni a terra.

FRANCO       (a Toino) Conta.

TONINO       Uno, due, tre, quattro... io non capisco...  come fai con questo caldo? Ma perché non stai un po' fermo?

FRANCO       Se sto fermo mi rompo le palle e sudo lo stesso. Conta.

TONINO       Cinque, sei... (A Claudio) Che dici? Potrei telefonare a casa sua.

CLAUDIO     A casa di chi?

TONINO       Di Bruna.

FRANCO       Conta.

TONINO       Cinque, sei... Cosa dici? Lei non ci sarà… però, se richiama, suo padre o sua madre le possono dire quello che è successo.

                        Claudio prende dal proprio armadietto un foglio di carta e una penna. poi va al suo letto iniziando a scrivere.

CLAUDIO     Beh, non l'hai fatto apposta no? Le spiegherai tutto stasera per telefono.

FRANCO       Conto da solo.

TONINO       Stasera ci sarà la coda allo spaccio. Ieri ho aspettato fino alle undici per uscire a telefonare. Poi se non mi vede magari si preoccupa e resta ad aspettarmi tutto il giorno. Sono sicuro che mi sta aspettando ancora.

FRANCO       (Da lontano) Io non so come fa una ad aspettare te tutto il giorno.

                        Tonino non gli dà retta.

FRANCO       Quella poi viene tutte le domeniche… non ne salta una.

TONINO       Sì, mentre la tua mi sembra che non venga da un bel po'…o mi sbaglio?

FRANCO       E allora?

TONINO       Non so… si vede che  è occupata.

FRANCO       Cosa vuoi dire?

TONINO       Niente…non voglio dire niente. Se non viene avrà altro da fare? no?

                        Tonino e Claudio si scambiano una rapida occhiata di intesa. Sorridendo.

FRANCO       (A Claudio) Che cazzo ridi tu?

CLAUDIO     Io? Non sto ridendo.

FRANCO       Mi prendi per scemo?

TONINO       Bé, io vado allo spaccio a  telefonare.

                        Tonino va verso la porta d'ingresso della camerata.

FRANCO       Magari se n'è già andata via con un altro… così, tanto per non buttare via la domenica. E' scappata a Thaiti.

TONINO       Figurati, non sa nemmeno dov'é..

                        Tonino  esce. Claudio continua a scrivere.

FRANCO       Mi piacerebbe sapere dove la porta. Davvero… mica se la può portare in albergo, non ha mai una lira quello. L'hai mai vista tu?

CLAUDIO     Chi?

FRANCO       La tipa… come si chiama?

CLAUDIO     La ragazza di Tonino?

FRANCO       Sì.

CLAUDIO     Sì, l'ho vista... si chiama Bruna.

                        Franco prende lo spruzzatore si bagna e la testa e il torace e va a sedersi sul letto di Claudio. Claudio al suo fianco ha un'espressione di disgusto.

CLAUDIO     Senti, vai sul tuo letto per favore.

FRANCO       E com'è?

CLAUDIO     Normale. Vai sul tuo letto.

FRANCO       Normale? Cosa vuol dire normale.

CLAUDIO     Non so… se uno é normale é normale.

FRANCO       Cristo, come si fa a dire normale? O è bella o è brutta.

CLAUDIO     Non è né bella né brutta. E' normale. Dài vai sul tuo letto.

FRANCO       Non capisci proprio niente di donne, tu, vero?

CLAUDIO     D'accordo, non capisco niente... vuoi andare a sudare e a spruzzarti sul tuo letto?

                        Claudio vorrebbe continuare a scrivere, Franco si asciuga apposta sul letto di Claudio che ha un'espressione ancor più disgustata.

FRANCO       Quella che hai visto con me com'era?

CLAUDIO     (Infastidito) Chi, l'americana? Bella.

FRANCO       Bella? Solo Bella? E' fantastica... fantastica. Vedi che non capisci niente di donne?

CLAUDIO     Va bene, non capisco niente.

FRANCO       Lei è diversa dalle italiane. E'… come dire, è…

CLAUDIO     (ironico) Americana.

                        Franco molla a Claudio un piccolo ceffone.

FRANCO       Insomma, non è come le altre. E' una che non ha problemi…

CLAUDIO     Beata lei.

FRANCO       Ho dovuto starle dietro due mesi. Due mesi, capito?

 

CLAUDIO     Si…sì (Continua a scrivere)

FRANCO       Lei stava con un altro, uno separato… con un sacco di soldi. All'inizio non voleva saperne di me… ma io non ho mica mollato. Mi piaceva troppo. Così un giorno che lei ha litigato con quell'altro ... indovina che ho fatto?

CLAUDIO     Che ne so?

FRANCO       Me la sono portata a casa mia… capito? Lei mi ha confessato che avrebbe voluto mollarlo quell'altro... ma non sapeva dove andare a vivere…visto che quello… insomma…ci pensava lui a lei, capito? Allora io le ho detto che se voleva poteva restare da me.

CLAUDIO     (Lievemente ironico) E lei è restata…no?

FRANCO       Certo.

                        Claudio ha un cenno di sorriso.

FRANCO       Bè, cos'è quella faccia?

CLAUDIO     Che faccia?

FRANCO       Quella che fai.

CLAUDIO     Nessuna faccia…è una bella storia.

FRANCO       Mi prendi in giro?

CLAUDIO     No… perché? E' una bella storia Franco, davvero... lei non sapeva dove cazzo andare e per fortuna é venuta da te.

                        Franco capisce di aver commesso un errore, cerca di recuperare facendosi aggressivo.

FRANCO       A chi scrivi, di così importante?

CLAUDIO     Ai miei.

FRANCO       Visto che adesso siamo da soli, perché non mi dici chi è stato a fare tutto quel casino?

CLAUDIO     Perché non lo so.

FRANCO       Sei sicuro?

CLAUDIO     Certo che sono sicuro.

FRANCO       Guarda che se lo sai devi dirmelo.

CLAUDIO     T'ho detto che non lo so.

                        Franco resta qualche istante in silenzio, perplesso, poi strappa dalle mani di Claudio la lettera.

CLAUDIO     Cosa fai? Ridammela!

FRANCO       Si, certo che te la ridò, però tu mi devi dire la verità.

CLAUDIO     Ma quale verità, ridammela.

                        Franco  spinge Claudio contro l'armadietto. Franco legge la lettera.

FRANCO       Ehi… ma non è per i tuoi. Perché mi racconti balle?

                        Franco legge a voce alta.

FRANCO       “Caro Antonio…” Antonio? Chi è Antonio?

                        Claudio si avvicina a Franco, cerca di riprendere la lettera. Franco lo spinge all'indietro .

FRANCO       (Continuando a leggere) “…è una vita inutile, una perdita di tempo. Non si riesce a comunicare con nessuno” (Rivolgendosi a Claudio) Oh povero ciccio.

                        Nello stesso momento rientra Tonino .

FRANCO       (Riprendendo a leggere) “Ho fatto fare a mio padre una richiesta di avvicinamento, forse lui ce la può fare”.

TONINO       Cos'è succede?

FRANCO       (A Tonino) Senti, senti un po'. (Riprendendo a leggere) “Se avessi almeno qualcuno con cui parlare." Tonino vedi lui con noi non parla, noi facciamo schifo... Tonino tu fai schifo.

TONINO       Oh...

FRANCO       (continua a leggere) "Spero di vederti presto, forse ho una licenza fra due settimane…”. (a Caudio) Ma sei appena tornato da una licenza.

                        Franco é su tutte le furie, appallottola la lettera di Claudio avvicinandoglisi minacciosamente.

TONINO       Cos'è?

FRANCO       Una lettera del nostro amico. (A Claudio) Perché racconti balle? Me lo dici o no? (Minaccioso) Non devi raccontarmi balle.Se scrivi al tuo amichetto devi dirmi: “Scrivo al mio amichetto”.Se racconti balle su queste cose vuol dire che le racconti sempre. Vuol dire che non ti devo credere mai.

TONINO       Cosa ti importa a chi scrive? Scrive a chi vuole, no?

FRANCO       Perché mi racconta balle allora?

TONINO       Lascialo perdere.

FRANCO       Una domenica di merda per colpa sua e dovrei lasciarlo perdere?

CLAUDIO     Non è colpa mia.

TONINO       Non è colpa di nessuno. Ormai non possiamo farci niente.

FRANCO       Sì, troppo comodo. (A Claudio) Da domani ti faccio un culo che non ne hai idea. Questa settimana di corvè la paghi, vedrai... la paghi.

                       

                        Franco  infila in bocca a Claudio la lettera appallottolata.

                       

FRANCO       (A Tonino) C'era tanta gente al telefono?

TONINO       No, non molta.

FRANCO       Allora vado a telefonare. (a Claudio minaccioso) Ma torno...

                        Franco esce dalla camerata. Passando da dietro il muretto fa cadere sul letto di Claudio una bottiglia d'acqua? Il letto si bagna. Tonino e Claudio cercano di asciugare il letto.

TONINO       Non rispondeva nessuno a casa di Bruna. Non so cosa fare.

                        Claudio non parla, cerca di stirare con le mani la lettera stropicciata.

                        Tonino lo guarda. Claudio mette le sue cose in ordine. Poi la sua attenzione si rivolge allo spruzzatore sopra l'armadietto di Franco. Claudio controlla che Franco sia veramente andato via poi prende lo spruzzatore e lo svita sotto lo sguardo di Tonino.

TONINO       Claudio...

                        Claudio si slaccia i pantaloni voltandosi verso l'armadietto per orinare nello spruzzatore di Franco. Tonino sembra divertito e preoccupato.

TONINO       Claudio cosa fai?

CLAUDIO     Sto pisciando.

TONINO       (ridendo) Ma sei matto?

CLAUDIO     Tonino non ridere che non ci riesco.

TONINO       Guarda che se se ne accorge ti fa un culo grande come una casa.

                        Tonino ride.

CLAUDIO     Oh... sta zitto...

                        Claudio si riallaccia i pantaloni, rimette lo spruzzatore di Franco a posto e poi prende la sua lettera tutta stropicciata. L'espressione di Claudio si fa triste.

TONINO       Non te la prendere. Ormai non ci manca molto, no?

                        Claudio tace e riprende a scrivere. Tonino cerca di cambiare discorso.

TONINO       Sai, è la prima domenica che non vedo Bruna... Mi sembra così strano. E' come se mi cambiasse tutto. E' stata lei a farmi andare avanti tutte queste settimane. Mi sembrava tutto meno pesante perché sapevo che poi alla domenica arrivava lei. E' importante sai? Non so se capisci…

CLAUDIO     (Distratto) Come?

TONINO       No, non capisci. Lo sai cosa faccio quando finisco? Vado a casa dei miei, riempio la valigia e me ne vado subito al paese di Bruna. T'ho detto che suo padre mi ha già trovato un lavoro?

CLAUDIO     Si, Tonino me l'hai già detto.

TONINO       Ci sposiamo. Pensa che fortuna. Io credo di essere fortunato, sai?

                        Davvero. Quando sono partito credevo mi crollasse tutto addosso.

                        Ho perso il lavoro che avevo appena trovato, sono rimasto senza una lira, non ho più potuto aiutare i miei che se la stavano passando male, ho dovuto mollare anche quel corso serale che avevo appena iniziato…insomma credevo di non farcela e invece…la mia vita è tutta cambiata: ho rivisto Bruna, ci siamo messi insieme, adesso suo padre mi prende a lavorare con lui… Insomma, mi sta andando tutto bene, no?

CLAUDIO     Ti sta andando tutto bene, sì.

TONINO       Davvero, sono fortunato, è importante credere di essere fortunati.

                        Se credi di essere fortunato... alla fine la fortuna arriva.

                        Claudio guarda Tonino con interesse.

CLAUDIO     Sei sicuro?

TONINO       Si, sono sicuro.

                        Tonino sorride, apre delicatamente l'aradietto di Claudio.

TONINO       Senti Claudio non hai qualcosa da mangiare? Un biscottino... (guardando nell'armadietto di Claudio) Ah... c'é più roba qui dentro che allo spaccio.

                        Tonino prende dei biscotti di Claudio e inizia a mangiare.

TONINO       Ah…Voglio prendermi anche un cane, un pastore. Ti piacciono i cani?

                        Claudio alza le spalle.

CLAUDIO     Sono allergico al pelo.

TONINO       Ah… ti viene il raffreddore?

CLAUDIO     No, mi gratto.

TONINO       E tu cosa farai quando finisci qui?

                        Claudio esita, si intuisce che non ha voglia di parlarne.

CLAUDIO     Non lo so, cercherò un lavoro. Poi vorrei andare a vivere da solo.

TONINO       Da solo?

CLAUDIO     Non so… forse con un amico. Almeno per un po'. Per dividere le spese.

TONINO       Mi togli una curiosità. Chi è quella ragazza che ti viene a trovare ogni tanto?

CLAUDIO     Perché me lo chiedi?

TONINO       Così, perché è carina.

CLAUDIO     E' mia sorella.

TONINO       Ah…

CLAUDIO     Ti piace?

TONINO       Sì, cioè… lo dicevo per te.

CLAUDIO     Per me?

TONINO       Beh, se non era tua sorella, insomma…

CLAUDIO     Cosa?

TONINO       Era meglio, no?

CLAUDIO     E perché?

TONINO       Te l'ho detto, è carina.

CLAUDIO     Ho capito, ho capito. Comunque è solo mia sorella.

TONINO       Allora è lei che ti porta tutti i soldi?

CLAUDIO     Sì, è lei. Sono di mio padre.  Lui preferisce mandarmi i soldi che venirmi a trovare. Non ha mai tempo. Poi dice che i soldi sono più utili.

TONINO       Non c'ha mica tutti i torti. Beato te che sei sempre in grana. I miei non me li mandano mai. Adesso per esempio sono quasi rimasto a secco.

                        Non che mi serva molto, più che altro è per le telefonate.

                        Doveva portarmene un po' Bruna oggi, ma con questa storia… capisci? Un'altra settimana.

CLAUDIO     Vuoi dei soldi?

TONINO       No, Claudio... non lo dicevo per questo...

CLAUDIO     Se vuoi te li presto.

TONINO       Grazie. Te li rendo subito…una settimana, quando me li porta Bruna.

                        Te li ho sempre ridati, lo sai.

CLAUDIO     (Sbrigativo) Lo so, lo so. Quanto ti serve?

TONINO       Beh, non saprei… vedi tu.

CLAUDIO     Cinquanta vanno bene?

TONINO       Benissimo.

                        Claudio sfila da sotto la maglia una piccola sacca di stoffa che tiene appesa al collo e nella quale custodisce il denaro. Prende una banconota da cinquantamila e la dà a Tonino.

TONINO       Tra una settimana te li ridò.

CLAUDIO     Non dirlo a nessuno che te li ho dati, chiaro?

TONINO       Chiaro, chiaro.

                        Contemporaneamente entra Carmelo.

CLAUDIO     Mettili via.

                        Carmelo sembra molto preoccupato, si avvicina agli altri due.

TONINO       Ehi Carmelo... Luca dov'é?

CARMELO    Franco ?

TONINO       E' allo spaccio... a telefonare. Come sta Luca?

CARMELO    Luca… è scappato, è andato via.

CLAUDIO     Cosa?

CARMELO    Era sconvolto... voleva andare da sua madre. Non l'ho mai visto così.

                        Ho provato a convincerlo ma non ci sono riuscito.

CLAUDIO     Ci mancava anche questa oggi...

TONINO       Ma come ha fatto?

CARMELO    All'entrata non se ne sono accorti, è riuscito a passare. E' corso in stazione, dice che torna domani.

TONINO       Domani?

CLAUDIO     Se lo prendono lo mettono dentro.

CARMELO    T'ho detto che non se n'é accorto nessuno.

TONINO       Però ci mette nei guai tutti quanti. Se viene qualcuno a cercarlo cosa gli diciamo?

CARMELO    Niente… noi non sappiamo niente.

TONINO       Ma se ne accorgeranno.

CLAUDIO     Sì, lo prendono prima che riesca a salire sul treno.

CARMELO    No, ce la può fare... se noi lo copriamo. Bisogna dargli il tempo di prendere il treno... dobbiamo far credere che è ancora in caserma.

CLAUDIO     No, no… io non voglio andarci di mezzo per lui.

TONINO       Aspetta, fammi capire... Non c'è bisogno di raccontare balle, no? Basta dire che non sappiamo niente.

                       

CARMELO    Esatto... lui per noi é ancora in caserma... se nessuno viene a sapere che se n'é andato nessuno si mette a cercarlo... tutto qui. Allora? D'accordo?

TONINO       Si, per me sta bene.

CLAUDIO     No, io non ci vado di mezzo per quella faccia di merda. Io ho paura.

CARMELO    E di che? Se qualcuno viene a cercarlo tu devi solo dire che non sai niente... sarà fuori, in infermeria, allo spaccio... ai cessi... Claudio... lo dobbiamo aiutare...

CLAUDIO     Ma perché? Quello a me non m'ha mai aiutato... é uno stronzo... impasticcato...

CARMELO    Claudio... te lo chiedo io...

                        Claudio resta a guardare Carmelo.

CARMELO    E' un favore che fai a me... non a lui. Mi posso fidare? Claudio guardami... mi posso fidare?

                        Si sentono i passi di Franco che sta per rientrare.

CARMELO    Allora?

CLAUDIO     Sì.

CARMELO    Stai attento... stai attento a quello che fai.

                        Tutti e tre si allontanano buttandosi sui propri letti. Claudio accende la radio. Entra Franco, va verso il suo letto.

FRANCO       Bé, cosa c'è? Siete diventati scemi? Vi ho sentito che stavate parlando... arrivo io... e tutti muti?

                        Nessuno risponde.

FRANCO       (a Claudio) Oh... m'hai sentito?

CLAUDIO     Era la radio...

FRANCO       Mi prendi per scemo? Perché avete quelle facce?

                        Ancora silenzio. Franco va a prendere lo spruzzatore. Claudio e Tonino lo seguono con gli sguardi. Franco si porta lo spruzzatore davanti al viso. Si spruzza. Tonino non riesce a trattenere una risata.

FRANCO       Perché ridi?

TONINO       Non sto ridendo. (ride)

FRANCO       Sì che ridi... cos'hai?

TONINO       Niente.

                        Franco si avicina a Tonino e scherzosamente lo spruzza. Tonino interrrompe bruscamente la propria risata. Ha un'espressione di disgusto. Claudio ride. Tonino non ha il coraggio di dire nulla. Carmelo guarda la scena senza capire. Tonino si alza dal letto e si dirige verso i bagni, passando di fianco a Claudio gli strofina in faccia la mano bagnata di acqua e orina. Franco Non capisce.

FRANCO       Insomma cosa c'é?

CLAUDIO     Niente.

FRANCO       Ma che cazzo avete tutti?

                        Carmelo, per allentare la tensione prende le racchette e la pallina da  ping-pong, si avvicina a Claudio.

CARMELO    Claudio giochi?

CLAUDIO     No, non ne ho voglia.

                        Tonino rientra in camerata.

CARMELO    Tonino giochiamo a ping pong.

TONINO       Ma sono una sega.

CARMELO    Ti do cinque punti di vantaggio... giochiamo.

                       

                        Tonino e Carmelo iniziano a giocare

FRANCO       Allora, si può sapere cosa avete?

                        Franco li guarda innervosito e si avvicina a loro.Tonino manca la pallina che rotola sul pavimento, Franco finge di volerla fermare con un piede e la schiaccia sotto la scarpa.

TONINO       No! Era l'ultima.

                        Carmelo guarda Franco con odio, fatica a trattenersi. Carmelo tormenta la racchetta tra le mani.

FRANCO       Scusate non l'ho fatto apposta. (A Carmelo) Davvero, volevo solo fermarla.

                       

                        Tonino rimane con la pallina schiacciata tra le mani.

CLAUDIO     Era la mia pallina.

FRANCO       (Ridendo) Mi spiace.

TONINO       Non si può più nemmeno giocare adesso.

CLAUDIO     Che giornata…

FRANCO       Allora, me lo dite cos'avete?

                        Nessuno risponde. Carmelo si avvicina a Franco.

CARMELO    (A Franco) Perché non vai a comprare un'altra pallina allo spaccio?

FRANCO       Ho detto che non l'ho fatto apposta.

CARMELO    Appunto, proprio perché non l'hai fatto apposta ti dico di comprarne un'altra.

FRANCO       Dopo ci vado.

CARMELO    No, ci vai subito.

FRANCO       Fra cinque minuti.

CARMELO    Bravo.

                        Franco  ride e va a sdraiarsi sul suo letto. Si infila la cuffia di un walkman per ascoltare la musica. Gli altri tornano ai propri letti. Tonino si avvicina a Carmelo.

TONINO       Carmelo. (Sottovoce) E se ci provassi anch'io?

                        Carmelo gli lancia un'occhiata senza parlare.

TONINO       Io però tornerei subito.

CARMELO    Tonino cosa dici?

TONINO       Vado giù in piazza, fino al bar. Solo un attimo, il tempo di parlare con Bruna e di spiegarle tutto.

CARMELO    No, se ne accorgono.

                        Claudio si intromette nel loro discorso.

CLAUDIO     Ha ragione Carmelo... se ne accorgono.

TONINO       Sta zitto. Se ce l'ha fatta Luca ce la posso fare anch'io, no?

CLAUDIO     No, a te ti prendono.

TONINO       Perché? Sono scemo?

CARMELO    Vuoi stare zitto o no?

                        Franco si accorge che i tre stanno confabulando, si toglie le cuffie.

FRANCO       Perché non lo dite anche a me?

                        Nessuno gli risponde. Carmelo e Tonino fingono un altro dialogo.

CARMELO    Il libro... Tonino... te lo presto domani... appena l'ho finito.

FRANCO       Cos'avete i segreti? Sembrate tre checche.

TONINO       Oh...

                        Franco si avvicina a Claudio.

FRANCO       Tu? Non hai niente da dirmi tu?

                        Claudio non risponde.

FRANCO       (A Tonino e Carmelo) Ehi, di questo qui non mi stupisco, ma voi… davvero sembrate tre checche. Pensavo che ce ne fosse solo una.

CARMELO    Dacci un taglio!

FRANCO       D'accordo, d'accordo. (Si rivolge a Claudio) Sono sicuro che tu però me lo dici.

                        Claudio si alza per sottrarsi a Franco ma non ce la fa. Franco lo spinge sul letto davanti a lui e scherzando gli abbraccia le gambe impedendogli i movimenti.

FRANCO       Parliamo un po'... come ai vecchi tempi... non eravamo amici noi?

CLAUDIO     Oh...

FRANCO       Siamo amici noi... ti ricordi quello che é successo quando eri ancora una spina? Te lo ricordi.

CLAUDIO     Lasciami.

FRANCO       (a Tonino e Carmelo) Ve l'ha raccontato?

                        Carmelo e Tonino non danno molto peso alle parole di Franco.

FRANCO       Era arrivato da poco. Un giorno viene da me e mi dice che non conosce nessuno, che non sa cosa fare e mi chiede se possiamo andare insieme da qualche parte alla domenica. Io allora gli ho detto di sì, cosa ne sapevo io.

                        Appena usciti ha cominciato a parlarmi dei suoi problemi, cazzo, non la smetteva più, mi ha tenuto lì tre ore ad ascoltarlo, avevo la testa che mi fumava. Allora gli ho detto che avevo voglia di scopare. Siamo andati in discoteca ma non si riusciva a combinare niente perché lui era un disastro, si vergognava. Allora io g li ho detto: andiamo a puttane.

     

CLAUDIO     Basta... adesso  basta!

FRANCO       Ma come... adesso arriva il bello. Lui all'inizio non voleva venire ma poi l'ho convinto. Bé, insomma, ci siamo andati. Lui è salito per primo sulla macchina di quella puttana bionda della stazione. Si sono messi a parlare, hanno parlato per un quarto d'ora. Io non capivo cosa aveva da parlare tanto con una puttana, ma loro parlavano, parlavano…

                        Tonino ride.

CLAUDIO     Cazzo ridi tu?

FRANCO       Poi finalmente ho visto la testa della tipa sparire, allora ho capito che glielo stava prendendo in bocca. Sono andati avanti un altro quarto d'ora… non finivano mai. S'era fatta notte. Allora mi sono avvicinato per vedere cosa stava succedendo. Insomma, lo vedo che piange come una donnetta.

                        Piangeva, capito? Quella aveva il suo affare in bocca e lui piangeva.

CLAUDIO     Hai finito?

FRANCO       No, non ho finito.

                        Franco mette una mano sui genitali di Claudio e li stringe con forza. Claudio ha un'espressione di dolore.

FRANCO       E' andato avanti un mese a guardarselo con una lente di ingrandimento, un mese… per vedere se gli cresceva qualcosa sopra. Io gli ho detto che le malattie veneree vengono solo a scopare. E mi sa che per scopare non vanno mica bene le checche.

CLAUDIO     Lasciami.

FRANCO       (Con calma calcolata) Prima devi dirmi perché siete così preoccupati.

CLAUDIO     (Cedendo) Luca…è uscito, è andato da sua madre.

                        Franco lascia la presa. Claudio si sdraia per il dolore.

FRANCO       Bravi stronzi. Se n'è accorto qualcuno?

                        Carmelo guarda Franco con sfida.

CARMELO    No, nessuno.

FRANCO       Se lo prendono andiamo nei casini tutti quanti, lo sapete?

                       

CARMELO    No, basta dire che non lo sapevamo.

FRANCO       Non ci crederà nessuno.

                        Carmelo si alza dal letto e guarda fisso Franco.

CARMELO    (Duro) Ormai è fatta. Noi abbiamo deciso di coprirlo.

FRANCO       E perché non me l'avete detto?

                        Nessuno risponde.

FRANCO       Cos'è non vi fidate di me?

CARMELO    Te l'avremmo detto.

FRANCO       Balle.

TONINO       Sì, te l'avremmo detto Franco...  e poi te ne saresti accorto anche tu, no?

CARMELO    Franco. Adesso che lo sai sei d'accordo anche tu, vero? Sei con noi... no?

                        Franco guarda Carmelo.

CARMELO    Siamo d'accordo tutti e quattro di coprire Luca, vero?

FRANCO       Certo...  pensavi che mi tirassi indietro?

CARMELO    Bravo... allora sai cosa devi fare adesso? Devi andare allo spaccio a prendere la pallina che hai schiacciato... i cinque minuti sono passati.. così ci facciamo una bella partita... giusto?

FRANCO       (sorride) Giusto.

                        Franco si volta ed esce dalla camerata.

CARMELO    (tra sé) Stronzo.

TONINO       (A Claudio) Ma cosa cazzo gli sei andato a dire anche tu...

                        Claudio guarda Tonino con uno sguardo disperato.Tonino è piuttosto imbarazzato capisce d'aver esagerato.

TONINO       Scusa... scusa... Mi spiace per quello che ti ha detto. Non ci pensare, tanto lo sappiamo che si è inventato tutto.

                        Claudio alza lo sguardo debolmente.

CLAUDIO     No… non si è inventato niente.

TONINO       Cioé? Come…allora...  Insomma, io credevo…

CARMELO    Tonino... perché non stai zitto?

                        Tonino lo guarda.

TONINO       Ma io... davvero...

CARMELO    Tonino stai zitto.

TONINO       Va bene, va bene. Sto zitto.

                        Tonino si butta sul proprio letto. Restano tutti e tre in silenzio, immobili.

                        BUIO


SCENA 3

                        Franco è tornato, è sdraiato sul suo letto, ha la cuffia stereo sulle orecchie.

                        Claudio è Carmelo giocano a carte. Carmelo ha il mazzo in mano e serve Claudio.

CLAUDIO     Ancora…ancora… basta.

                        Carmelo guarda la sua carta.

CARMELO    Sette.

CLAUDIO     Sei… hai vinto ancora.

                        Carmelo scrive qualcosa su un blocchetto.

CARMELO    Mi devi quarantatremila lire... forse é meglio se smetti.

CLAUDIO     Non ti preoccupare, dai le carte.

                        Carmelo mischia il mazzo e dà le carte. Claudio guarda la sua carta, Carmelo attende di servirlo.

CLAUDIO     Carta... carta... carta... Merda…sì hai ragione tu é meglio se smetto.

                        Claudio getta le proprie carte su quelle del mazzo, Carmelo scrive ancora sul blocchetto.

CARMELO    Mi devi quarantottomila, più venti dell'altro giorno ,e dieci del ping-pong.

CLAUDIO     Non avevamo detto cinque?

CARMELO    Avevamo detto dieci... sono settantottomila.

                        Claudio sfila la sacca che tiene appesa al collo, prende i soldi e paga Carmelo.

CLAUDIO     Vinci sempre tu, eh?

CARMELO    No, sei tu che perdi. E' diverso.

CLAUDIO     Sì, forse hai ragione, sono io che perdo. Perdo sempre. Perdo con tutti.

CARMELO    Sarebbe ora di smetterla... non credi?

CLAUDIO     E' che non riesco... io non sono come te.

CARMELO    E come sono io?

CLAUDIO     Tu sei... tu non ti fai mai mettere sotto. Tu sai sempre quello che si deve fare. Sei bravo...  beato te.

CARMELO   Devi concentrarti sul tempo che passa... devi sentire che il tempo passa... e che ce n'é sempre meno da passare qui dentro... pensa solo che finirà... pensaci, tutto il giorno... c'é solo questo di buono... non dura... da qui si esce... non é questa la vita... questo é solo un furto... ti rubano un pezzo di vita ma non é tutta la vita... far passare il tempo... é l'unico modo...

CLAUDIO    Per te é più facile... non credi?

CARMELO    Lo so… lo so che per te è peggio. Credi che non lo sappia?

CLAUDIO     Si fa fatica a parlare qui dentro. Riescono tutti a dirsi solo cazzate, cose inutili, come se si dovesse rimanere in questo posto pochi minuti soltanto, e invece si resta un anno intero.

                        Franco esce dalla camerata per andare ai bagni e passa davanti a Carmelo e Claudio senza mai togliere le cufie.

CARMELO    E con chi vorresti parlare? (indica Franco) Con lui?

                        Claudio non risponde.

CARMELO    Perché ti lasci trattare in quel modo?

                        Claudio sorride, alza le spalle.

CARMELO    Perché gli lasci fare tutto quello che vuole?

CLAUDIO     Non posso farci niente.

CARMELO    Si che  puoi invece.

CLAUDIO     E' molto più forte di me.

CARMELO    No, è solo più carogna.

CLAUDIO     E non è la stessa cosa?

CARMELO    No, è diverso

CLAUDIO     Per te forse.

                        Carmelo osserva Claudio, fatica a comprendere il suo atteggiamento.

CLAUDIO     Non è colpa mia se ci hanno consegnato, davvero. Io non ho visto nessuno entrare nei cessi. Almeno tu potresti credermi.

CARMELO    Vedi, tu non hai ancora capito che a me non importa sapere di chi è la colpa.

CLAUDIO     A me sì. A me interessa sapere quello che pensi tu.

CARMELO    Non ti preoccupare, io non penso niente.

                        Restano a guardarsi, è chiaro che non si capiscono.

                        Franco rientra, si toglie la cuffia stereo e si mette a sedere sul letto.

FRANCO       Fa troppo caldo, si soffoca qui dentro.

                        Scende dal letto e si avvicina a Claudio, gli appoggia una mano sulla spalla.

FRANCO       Ho sete. Perché non vai a prendere qualcosa da bere allo spaccio?

                        Claudio alza lo sguardo verso Franco e gli sorride con falsa gentilezza.

FRANCO       Qualcosa di fresco.

                        Franco butta sul letto di Claudio due banconote. Claudio non parla, guarda Carmelo. Restano tutti in silenzio qualche istante. Claudio poi si alza e lentamente si dirige verso l'uscita, esce.

                       

FRANCO       (a Carmelo) Non fare quella faccia. A lui piace rendersi utile.

CARMELO    E tu che ne sai?

                        Franco sorride.

FRANCO       Ce ne sono certi che sono proprio fatti così. Lui è contento di fare quello che gli dico. Non è mica il primo che vedo. Mica sono come noi. Tu non ci andresti a prendermi da bere, no? Lui sì, ci va. E perché?

CARMELO    Perché ha paura.

FRANCO       No, perché gli fa piacere. E' così, ho ragione io. E lo sai anche tu.

CARMELO    (Reagendo) No, io non so proprio niente. Vedi di lasciarmi fuori dai tuoi giochetti, va bene?

FRANCO       Io lo dico per te, davvero. Tu sei uno in gamba. Solo che hai il vizio di metterti sempre dalla parte sbagliata. Quella storia della squadra di calcio, per esempio…

CARMELO    Non ricominciare.

FRANCO       Lo sanno tutti che sei  bravo… perché non vuoi giocare?

                        Carmelo non risponde

FRANCO       Credi che stando fuori dalla squadra riesci a stare fuori anche da tutto il resto? Ti sbagli.

CARMELO    E tu invece credi di esserci dentro? Vero? Credi di essere dentro a tutto. Te lo fanno credere ma non conti niente. Quelli che non conteranno mai un cazzo nella vita... qui dentro hanno il loro piccolo momento di gloria. L'unico.

                        Franco sorride ironico. Contemporaneamente rientra Claudio tenendo in mano una lattina di aranciata e un bicchiere. Appoggia tutto davanti a Franco.

FRANCO       Ehi, guarda che servizio. Anche il bicchiere. (A Carmelo) Cosa ti dicevo?

                        Vedi, ho ragione io.

                        Carmelo lancia a Claudio un'occhiata di disapprovazione per il suo atteggiamento servile.

FRANCO       (A Carmelo) Dovresti dare più retta alle cose che ti dico.

CARMELO    Non dirmi niente, è meglio.

                        Sono interrotti dall'arrivo di Tonino che entra trafelato.

TONINO       L'hanno preso. Sono riusciti a fermarlo prima che salisse sul treno.

CARMELO    Ma che stai dicendo?

TONINO       Luca…l'hanno fermato i carabinieri, quelli di controllo alle ferrovie.

                        L'hanno preso loro, l'hanno riportato in caserma. Adesso stanno decidendo   cosa fare.

FRANCO       Gli faranno un bel culo, ecco cosa gli faranno.

CARMELO    Ma non è possibile, come facevano a sapere?

TONINO       Qualcuno ha fatto la spia altrimenti non potevano andare a colpo sicuro.

                        L'hanno beccato subito, lo sapevano che era in stazione.

CARMELO    Ma è impossibile, lo sapevamo solo noi.

TONINO       Si vede di no, forse c'era qualcun altro che lo sapeva.

CARMELO    E chi?

TONINO       Non lo so.

CLAUDIO     E adesso dov'è?

TONINO       L'hanno messo in infermeria, stava male, é da stamattina che prende quelle pastiglie.

FRANCO       L'avevo detto che sarebbe finita così prima o poi.

CLAUDIO     Ci andremo di mezzo tutti quanti adesso. Io l'avevo detto...

CARMELO    Sta zitto.

TONINO       Forse possiamo fare qualcosa.

FRANCO       Non c'è niente da fare. E poi non è vero che sta male, sono sicuro, non è mica la prima volta che si fa mettere in infermeria, no? Non ha mai avuto niente.

                        E' che ormai ci ha preso gusto. Dice di stare male solo per imboscarsi.

CARMELO    Non è vero,  questa volta è diverso.

FRANCO       No, è la stessa cosa, solo che adesso è nei guai. Ma non vi ricordate?

                        Quante licenze ha avuto lui? I primi tempi non c'era mai, era sempre a casa.

                         E noi? Quante licenze abbiamo avuto noi?

                        Tonino e Carmelo tacciono, non riescono a controbattere le argomentazioni di Franco.

FRANCO       Per non parlare dei giorni in infermeria delle sedute con lo psicologo, dei pasti saltati per dimagrire e dei coglioni che ci ha rotto per tutti questi mesi.

CLAUDIO     E le guardie che ci siamo fatti al posto suo?

TONINO       Bisognava dargli una mano. Per lui è diverso, lo sai, è pieno di guai.

FRANCO       Perché, tu non ne hai di guai?

                       

TONINO       Si, però sono diversi, non sono così gravi.

FRANCO       Anch'io sono pieno di guai, e anche loro. (Indica Carmelo e Claudio)

                        E allora? Mica rompiamo le palle tutto il giorno come fa lui, no?

TONINO       Tu non gli hai mai creduto, qui dentro nessuno gli ha mai creduto.

FRANCO       Ci sarà un motivo, no?

                       

CARMELO    Comunque qualcuno deve aver parlato altrimenti non lo prendevano come hanno fatto.

TONINO       Tu sei sicuro che lo sapevamo solo noi?

CARMELO    Sicuro. Lo sapevamo solo noi quattro.

                        Carmelo blocca lo sguardo su Claudio. Anche Franco guarda Claudio.

                        Anche Tonino lo guarda. Claudio si sente osservato, inizia ad agitarsi.

                        Cerca Carmelo con lo sguardo. Carmelo non parla. Claudio gli si avvicina, vorrebbe dire qualcosa ma non riesce. La tensione cresce.

FRANCO       Lo sapevamo solo noi... vero Claudio?

CLAUDIO     Che ne so? (Accorgendosi degli sguardi degi altri) No, non penserete che… Non vorrete dare la colpa a me adesso, vero? 

FRANCO       Nessuno ha detto niente (Ride)

CLAUDIO     Cazzo, non potete darmi la colpa di tutto quello che succede qui dentro.

FRANCO       Non t'é mai stato tanto simpatico Luca vero?

TONINO       Perché Caudio... ci avevi dato la tua parola...

                       

CLAUDIO     Cosa stai dicendo Tonino... Carmelo... non sono stato io... io non potevo.

CARMELO    Ah no? E perché non potevi?

CLAUDIO     Ma perché avrei dovuto fare una cosa simile?

FRANCO       Bé, perché sei il tipo che le fa 'ste cose.

CLAUDIO     Ma non è vero, porca puttana, non ho mai fatto niente.

                        Claudio guarda Carmelo e Tonino come per cercare un aiuto, una difesa.

                        Claudio sente la sfiducia che gli altri nutrono nei suoi confronti.

                       

CLAUDIO     Che stronzi. Per voi è facile, vero? Vi basta un'occhiata per essere tutti d'accordo. Improvvisamente se c'é da fregare me siete ttutti d'accordo.

                        Ma succederà anche a voi, vedrete. Non sarà sempre così facile.

                        Fuori di qui c'è pieno di gente capace di fregare anche voi con un'occhiata.

                        Franco ride.

CLAUDIO     Sì ridi. Ti conviene prepararti, sai? Non ti andrà sempre così bene, faranno il culo anche a te prima o poi, vedrai.

                        Claudio è esasperato, esce in fretta dalla camerata.

FRANCO       (Ridacchia) Ehi, si è proprio incazzato questa volta.Non l'ho mai visto così.

                         

TONINO       Che cazzo stiamo facendo? Carmelo... io non ci credo che va a fare la spia...

FRANCO       Io non mi stupirei, quello è capace anche di farla.

CARMELO    Se è per questo qui dentro non è l'unico.

TONINO       Scusa? Carmelo dài... no...

                       

FRANCO       (a Carmelo) Cosa vuoi dire?

CARMELO    Dico che forse ha ragione, non si può dare sempre la colpa a lui.

FRANCO       (Aggressivo) E a chi vorresti darla?

CARMELO    Non lo so.

FRANCO       Perché lo dici allora?

CARMELO    Lo dico, lo dico e basta, va bene?

                        Franco e Carmelo si avvicinano l'uno all'altro minacciosi, è chiaro che si temono vicendevolmente.

FRANCO       E no... Ti conviene parlare chiaro.

                        Tonino si intromette per dividerli.

TONINO       Basta, cazzo… siamo già abbastanza nella merda oggi. Non si può andare avanti cercando di fregarci a turno. Invece cerchiamo di fare qualcosa per aiutare Luca.

FRANCO       Ah si? E cosa?

TONINO       Ci deve essere un modo per aiutarlo.

FRANCO       Certo, come no…andiamo dal capitano. (Facendo il verso a Tonino) Vede capitano… il mio amico non è così stronzo come crede lei, no.

                        E' solo che sua madre non riesce più a camminare… è malata, ha l'osteoporosi… e a suo padre gli piacciono di più le ragazzine.

                        Franco ride. Carmelo non riesce più a trattenersi e si dirige verso l'uscita della camerata. Poi si ferma davanti al letto di Franco e lo ribalta. poi esce.

                       

FRANCO       (urlando in direzione dell'esterno) Ehi stronzo... cos'é? Sei diventato sensibile?

                        Franco va al letto di Carmelo e lo ribalta a sua volta.

FRANCO       Non si può più dire niente qui dentro?

                        Tonino re Franco restano a guardarsi. Poi Franco rimette a posto il proprio letto mentre Tonino si premura di sistemare quello di Carmelo.

FRANCO       Bé, di cosa ti preoccupi? L'ha voluto lui, no? Se l'e andata a cercare.

                        E poi non è così grave, cosa vuoi che gli facciano? Magari gli danno un'altra convalescenza… così ce lo tolgono dalle palle per un po'. Non sei d'accordo?

                       

                        Tonino non sembra ascoltare le parole di Franco, si dirige verso l'uscita.

FRANCO       Mi stai ascoltando o no?

TONINO       Come?

FRANCO       Dove vai?

TONINO       Vado a telefonare alla mamma di Luca, lo starà aspettando.

FRANCO       E tu cosa ne sai?

                        Tonino resta un istante sulla porta a guardare Franco, poi senza rispondergli esce.

                       

                        BUIO


 

SCENA 4

                        Franco è ancora sdraiato sul suo letto, non ascolta più la musica, è immobile, guarda il soffitto.Tonino è alla finestra. E' il tramonto. Nella camerata c'é poca luce.

TONINO       C'è un via vai incredibile intorno all'infermeria. E' entrato anche uno che non ho mai visto, deve essere un pezzo grosso.

                        Franco va ad accendere la luce. Poi torna a letto.

TONINO       Non capisco perché la tirano tanto per le lunghe.

                        E' due ore che lo tengono la dentro.

FRANCO       Perché non te ne stai tranquillo? Sembri uno che sta per avere un figlio.

TONINO       No, no... C'è un'aria strana la intorno.

                       

                        Entra Carmelo, si ferma un istante sulla porta.

TONINO       Hai saputo qualcosa?

                       

CARMELO    No, niente, là c'è un sacco di gente… non capisco.

                        Carmelo e Franco si guardano con sfida.

TONINO       Carmelo  ho avvisato la madre di Luca Ho cercato di spiegarle… piangeva.

                        Stava male, non riusciva nemmeno a parlare. Aveva una voce…

                        Dev'essere una situazione pazzesca.

                        Tonino torna a guardare fuori. Carmelo siede sul suo letto.

TONINO       armelo guarda...Sta entrando altra gente. E' strano.

FRANCO       Ci ho pensato, sai?  Secondo me non gli faranno niente.

                        Al massimo lo consegneranno per un altro paio di giorni.

TONINO       E tu che ne sai?

FRANCO       Lo so, si può essere accusati di diserzione solo dopo cinque giorni di assenza. Lui non è riuscito a farsi nemmeno cinque ore.

TONINO       E allora perché non lo lasciano uscire?

FRANCO       Che ne so? Gli staranno facendo passare la voglia di fare il furbo.

                        Carmelo é insofferente, è evidente che non è più in grado di sopportare le frasi di Franco. Si rivolge a Franco con sfida.

CARMELO    Un po' di tempo fa sono stato anch'io qualche giorno in infermeria.

                        Ho conosciuto un tipo strano, un sardo. Era agli arresti perché era scappato cinque o sei volte. Lo piantonavano tutto il giorno nella mia stessa stanza in attesa di trasferirlo. Parlava praticamente solo il dialetto del suo paese e nessuno capiva niente di quello che diceva. Stava sempre zitto, seduto sul suo letto a guardare il muro e a mangiare del formaggio . Io gli ho chiesto cosa gli era successo, ma lui niente, abbassava lo sguardo e mangiava il suo formaggio. Sono riuscito a sapere la sua storia dal piantone.

                        Lui aveva chiesto una licenza perché sua moglie era incinta e stava male, ma non gliel'avevano data. Allora è scappato, è corso da sua moglie e non è più tornato. Quando i carabinieri sono andati a riprenderlo non riuscivano a tenerlo, cercava sempre di scappare e anche quando è tornato in caserma ci ha riprovato, l'ha fatto altre volte. Era più forte di lui... doveva... capisci? Doveva scappare. Alla fine s'é fatto due o tre mesi in più solo per le punizioni che s'è preso.

FRANCO       Bella soddisfazione.

CARMELO    Lo so che tu non lo puoi capire ma a me sembrava in gamba... molto. E sai perché? Perché era convinto d'aver ragione, per lui era un diritto tornare dalla moglie e lo faceva... lo faceva e basta, senza leccare il culo a nessuno. Davvero, ci vuole un bel coraggio a fare quello che ha fatto lui, mica tutti ce l'hanno.

FRANCO       A  me non sembra tanto furbo uno così.

CARMELO    Lo so. Sono più furbi quelli come te, no?

                       

                        Franco guarda Carmelo, sta per reagire ma poi si trattiene, sorride.

FRANCO       Ci puoi scommettere.

CARMELO    Tu sai sempre da che parte stare, vero?

FRANCO       Sarebbe ora che lo imparassi anche tu, te l'ho già detto.

CARMELO    Bisogna nascerci… ormai io non imparo più.

FRANCO       Peggio per te.

CARMELO    SI, hai ragione, peggio per me. Certo che a te però deve piacere davvero questa vita.

                       

                        Franco guarda Carmelo con sfida.

CARMELO    Ormai manco lo senti più l'odore di merda, vero?

FRANCO       Cos'è, hai voglia di fare lo stronzo?

CARMELO    Ci si abitua a tutto, vero?  Anche alla merda.

TONINO       Oh madonna, non vorrete ricominciare, spero?

FRANCO       (A Tonino) Stà zitto.

CARMELO    No, stà zitto tu.

FRANCO       Si può sapere che cazzo vuoi?

CARMELO    C'è già troppa gente qui dentro che ci vuole fregare.

FRANCO       E allora?

CARMELO    Fanno di tutto per metterci uno contro l'altro. Per loro è più comodo se ci scanniamo tra di noi e i tipi come te sono proprio quello che cercano.

FRANCO       Ah si? E come sono i tipi come me?

CARMELO    Quelli come te servono a mettere sotto i più deboli e a far funzionare questo posto di merda.

                        Franco si alza dal letto, anche Carmelo. Si fronteggiano.

TONINO       No, per favore... per favore.

FRANCO       E da quand'è che sai tutte queste cose?

CARMELO    Sei stato tu.

FRANCO       A fare che?

CARMELO    Sei stato tu a dire che Luca era scappato.

FRANCO       Che cazzo dici?

CARMELO    Tu sei stato il primo ad uscire da qui dopo che io ve l'ho detto.

                       

TONINO       E' vero.

FRANCO       Stai zitto tu!

CARMELO    Solo io sapevo che Luca se n'era andato.

FRANCO       E allora?

CARMELO    E allora non potevano andare a prenderlo e riportarlo qui così in fretta.

                        Claudio é uscito dopo di te.

TONINO       E' vero. (Cercando di ricostruire) E io non mi sono mosso, sono andato a telefonare alla madre di Luca solo dopo che l'avevano preso.

FRANCO       (A Tonino) T'ho detto di stare zitto!

                        Franco si avvicina a Tonino minacciosamente. Lo spinge. Subito interviene Carmelo che allontana Franco da Tonino.

CARMELO    Lascialo stare.

                        Franco si volta di scatto verso Carmelo e lo spinge brutalmente. Carmelo allora prende una piccola rincorsa e tira a Franco una testata che lo fa crollare a peso morto a terra.

CARMELO    Io t'ammazzo figlio di puttana.

                        Tonino si precipita su Carmelo trattenendolo.

TONINO       No, Carmelo... no, fermo... Carmelo. Vuoi metterti nei guai anche tu? Calmati.

FRANCO       (a terra) Cos'è, mi volete fregare, voi due vero?

CARMELO    (aggressivo) No, non ti possiamo fregare noi… tu hai fatto il tuo dovere, no?

TONINO       Carmelo basta... vai via.

                        Tonino spinge Carmelo lontano da Franco che debolmente si rialza.

TONINO       (a Franco) Madonna, ma come fai a essere così stronzo? Cosa ci hai guadagnato?

                        Franco non risponde.

CARMELO    Niente, non ci ha guadagnato niente. (A Franco) Vero? E' tutto gratis. Forse un giorno gli faranno un favore oppure metteranno un altro di guardia al posto suo. Non ci guadagnerà nemmeno una licenza, non è così?

                        Franco continua a tacere.

CARMELO    (A Franco) Ma tu non l'hai fatto per guadagnarci. L'hai fatto perché volevi farlo, perché sei fatto così. Vero?

                       

FRANCO       (a Tonino) Non crederai a tutte le stronzate che dice?

                        Carmelo sta per scagliarsi ancora contro Franco ma Tonino glielo impedisce. Franco si dirige velocemente verso i bagni. Carmelo e Tonino cercano di Calmarsi. Si siedono sui letti.

TONINO       Perché non l'hai detto subito?

CARMELO    Non lo so.

TONINO       E adesso cosa facciamo?

                       

CARMELO    Niente… non facciamo niente.

                       

TONINO       Che posto di merda, non vedo l'ora che sia finita.

CARMELO    Perché, credi che fuori di qui sia meglio?

TONINO       Sì, credo di si.

                        Carmelo sorride.

TONINO       Io voglio che sia meglio. Voglio che sia diverso, ma non solo per me.

CARMELO    (Appoggiando una mano sulla spalla di Tonino) Allora sarà diverso… vedrai.

                       

                        Ha pronunciato queste parole senza crederci molto. In quel momento rientra Claudio, sembra sconvolto, si appoggia al muro. Tonino gli si avvicina.

TONINO       Bè, cosa c'è?

                        Claudio ha le lacrime agli occhi, singhiozza, la voce non gli esce. Si avvia al proprio letto.

TONINO       Ehi, mi dispiace per quello che t'abbiamo detto. Non volevamo offenderti... ci siamo sbagliati...

                        Claudio continua a piangere.

TONINO       Cosa c'é.

                        Carmelo si avvicina a Claudio.

CARMELO    Dài Claudio... lo sappiamo che non sei stato tu.

TONINO       Calmati… cerca di calmarti.

CLAUDIO     Luca…

CARMELO    E' successo qualcosa a Luca?

CLAUDIO     Si é impiccato quello stronzo.

TONINO       Cosa?

CLAUDIO     Ha chiesto di andare al cesso… si è chiuso dentro e si è impiccato.

                        Carmelo e Tonino non riescono più a parlare. Si stringono intorno a Claudio che continua a piangere.

TONINO       Oh madonna… non è possibile.

CLAUDIO     Avevano anche deciso di non punirlo…

                        Claudio singhiozza, Ognuno di loro si sente solo e impotente.

                        Trascorrono alcuni istanti, nel silenzio si sente solo i pianto di Claudio.

                        Rientra Franco, si ferma sulla porta, guarda gli altri che non si accorgono della sua presenza.

                        BUIO

                        Fine