Napule… parla

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‘NU VICO ‘E NAPULE

Titolo:              Napule ..parla

Genere:            prosa

n° atti:             1

n° personaggi:

Durata:            100’

Rappresentata:            1999

Riassunto:       In una realtà passata ma sempre attuale, tra fantasia e realtà la città si lamenta ai propri abitanti, cercando di far capire che se essa, da soggetto illustre di storia, è divenuta oggetto di scherno, la colpa è da ricercarsi tra chi la vive e non sulla città stessa.  Pulcinella, in questo lavoro, identifica l’anima della città tormentata ed addolorata. Ed è lo stesso Pulcinella che nel seguire le vicende del quotidiano, interviene con durezza e determinazione, per far capire, a chi sta commettendo un’azione indegna,  che, non è importante ciò che si vuol far credere d’essere, ma ciò che realmente si è, ed il perché lo si è. Il rispetto per la città in cui si vive è fondamentale per ogni cittadino. La città è lo specchio di quel che sono i propri cittadini.


indice scene

1.SCENA I°

2.SCENA II°

3.SCENA III°

4.SCENA IV°

5.SCENA V

6.SCENA VI°

7.SCENA VII°

8.SCENA VIII°

9.SCENA IX°

10.SCENA X°

11.SCENA XI°

12.SCENA XII°

13.SCENA XIII°

PERSONAGGI:

·PULCINELLA VECCHIO   []                                                                    ADULTO*

·SPETTATORE                []                                                                    BIMBO   @

=========================== ° ================================== ° =======================

1.CIRO                            [Augusto]          PESCATORE                              ADULTO*

2.NICOLA                        [__________]    CASTAGNARO                           ADULTO*

3.RAFELE                        [__________]    FRUTTIVENDOLO                      ADULTO*

4.GIGGINO                      [ANTONIO P.]    CAMERIERE DEL CONTE             ADULTO*

5.PEPPENIELLO                [ Nico ]             GUAPPO                                   ADULTO*

6.MARGHERITA                [ Katia              FIORAIA                                               ADULTA            +

7.GNESINA                       [__________]    LAVANDAIA                              ADULTA            +

8.FILOMENA                     [__________]    LAVANDAIA                              ADULTA            +

9.ROSA                            [__________]    Ragazza madre (prostituta)        ADULTA            +

10.ASSUNTENELLA             [ _________ ]   moglie di Gigino                        ADULTA            +

========================================== * ============================================

11.CICCILLO                      [__________]    FIGLIO DEL CASTAGNARO          BIMBO   @

12.CUNCETTINA                 [__________]    FIGLIA DEL CASTAGNARO          BIMBA   $

13.ELENA                          [__________]    FIGLIA DEL CONTE*                   BIMBA   $

14.ERMENGARDA               [__________]    FIGLIA DEL CONTE*                   BIMBA   $ 

15.FILIPPO                        [__________]    FIGLIO DEL CONTE*                  BIMBO   @

16.CARMENIELLO               [__________]    FIGLIO DI RAFELE                     BIMBO   @

17.‘NMACULATA                [__________]    FIGLIA DI RAFELE                     BIMBA   $

========================================== * ===========================================

18.[*] Conte Alfonso Puvarillo Catorza Sepicado ÿ Nagoña

SCENA I°   (Pullecenella se ne và)

MUSICA INTRO ( napule, napule, napule, nà) *  SI APRE IL SIPARIO SU UNA PIAZZA. inizia la musica del risveglio 1 Pulcinella accovacciato al centro della scena si risveglia lentamente sulle note di una musica.  Alla fine della musica Pulcinella guarda la piazza, guarda il cielo, il mare poi lentamente rivolto al pubblico, con voce stanca…

Pulcinella:      Napule! … città d’ò core ….. città e ll’ammore …. Città d’ò sole, do mare …… città de’ canzone, de’ spaghette e da’ pizza …….. città ‘e chesta maschera ……..No! …. No! Tu nun’ si’ cchiù chesta,  mo si ‘a città de’ mariuole, da’ munnezza, de’ cammurriste, de’ soppruse, de’ scippe …. Mah! Ie nun te riconosco cchiù …… e forze manco tu me ricunusce …… è passato ‘o tempo, … so’ passate l’anne e invece e fa crescere e’ cose ca’ t’hanno fatto grande …. ‘e fatto crescere chello che era ed è ‘o cchiù  malamente ‘e te. …. E chesto vo’ dicere ca’ ie nun so’ servuto a niente! ….. e si ‘e cose stanno accussì, saie ca’ te dico …. primma ca’ tu me fernisce d’accidere io me ne vaco! …… e cò core ca ‘le chiane ‘mpietto Pullecenella te saluta dicenneto: “ADDIO!”  e lentamente, chiano, chiano …… se ne và ….

Detto ciò pulcinella va via. Dal pubblico si alza uno spettatore, che avendo capito ciò che sta per accadere ……

Spettatore:    Pulcinella! …. Pulcinella! … ma che fai? …. Tu che sei stata, è sei, l’anima di questa città  non puoi sparire così!!!! ….. Che colpa ha questa città … che è e resta solo una città? …..

La voce fuori campo di pulcinella ……

Pulcinella:      Parole!, falsità! Cheste so’ sulo chiacchiere! ….

Spettatore:    la colpa è solo nostra Pulciné!, si, solo nostra. Siamo noi, napoletani che, giorno dopo giorno, scaviamo la fossa a questa città!….

Pulcinella:      E nun’‘o vilite capì!!!!….….

Spettatore:    hai ragione o  meglio forse non vogliamo capire. Torna pulcinè, non te ne andare, tu sei rimasta l’unica cosa autentica in questa città, torna, te ne prego, qui c’è ancora bisogno di te! …….

Pulcinella:      So troppo stanco, e po’ me songo fatto troppo vecchio…..

Spettatore:    tu non hai età….. potranno passare altri melle e mille anni, tu sarai sempre il giovane cuore di Napoli!.....

Pulcinella entrando in scena ……

Pulcinella:      Ma si tu sì accussi bravo, saglie, viene ‘ccà …. Pigliatela tu st’eredità! ….. pigliate ‘o posto mio e famme vedè chello ca’ saie fa!

Pulcinella esce di scena lasciando la maschera a terra dietro la quinta. Lo spettatore sale sulla scena e dando le spalle al pubblico si guarda attorno si volta lentamente e scorge la maschera. Le si avvicina lentamente, si china e la prende in una mano. A questo punto la maschera si anima e tenta di porsi sul viso dello spettatore che impaurito vorrebbe gettarla per terra ma non vi riesce. La maschera sembra essersi fortemente attaccata a lui. Lo spettatore tenendola distante dal proprio viso retrocede sino al centro scena …… Pulcinella è in ognuno di noi perché noi siamo l’anima della nostra città, ed ora tocca a lui essere il Pulcinella, che dovrà condurre la sua città agli antichi fasti, cercando di far capire, a tutti, che la causa dei mali di ogni città  è solo e soltanto di chi la vive…… Sulle note della musica del risveglio la piazza lentamente si popola di figure antiche ma attuali ….. sulla destra Rafele ‘o fruttavinnolo al centro Niculin’’o castagnaro, sulla destra verso il proscenio Ciruzz’’o pisciavinnolo sul lato opposto due sedie ( o una panchina ). Mentre tutti si fermano e lo spettatore, imparuito, con il braccio destro regge la maschera e con la sinistra tenta di tenerla lontano al proprio viso teso s’ode la voce di Pulcinella che…..

[“ ‘a maschera ‘e pullecenella “]

Chesta maschera, che a tante pare eguale,

sape annasconnere  sia ‘o bene che ‘o male.

Cunosce tutta ‘a storia e ‘ sta città,

do’ puveriello  sino all’alta nubiltà!

Si t’ha miette ‘ncoppo a’ faccia lentamente

riesce a leggere pure e pensiere  da’ gente.

Ciento e cchiù de ciento so’ e facce ch’ha passato.

Ciento e cchiù de ciento so’ e core ch’ha ‘nfiammato.

Ma è rimasta sempe ‘a stessa, e maie cagnarrà,

pecché ‘into core suoio, ce regna l’umiltà.

Ogge, chesta maschera, ha cunusciuto: “il tuo disprezzo”,

e tu nun ‘e capito ca’  Essa …………. nun tene prezzo.

Chesta machera, che è nera commo è ‘a graunella,

tene ‘nu core ianco commo a ‘na culumbella.

Pare ca’ nun te parla, ca’ nun te vede, ca’ ….. nun  te sente...

ma si ‘a vaie cercanno ‘a può truvà sulo  ‘nmiezzo ’a gente …

e si te ‘a cale  annanzo all’ uocchie  e po’ guarde  attentamente

ce vire tutto chello che sape annasconnere  ‘into ‘o core  ‘a gente!

sugli ultimi versi :” ce vire tutto chello che sape annasconnere  ‘into ‘o core  ‘a gente!” la scena si anima. dal vicolo a sinistra entra in scena Rosa, tutta preparata per affrontare la giornata di lavoro.

SCENA II°   (‘a piazza se sceta)

NICOLA  :         Uè …. Ro ……sa ……..

(Rosa nel passargli davanti gli da un pizzicotto sulla guancia e s’avvia verso Rafele, questi gli offre, sorridendo, una banana, Rosa capendone il doppio senso, prende la banana e la ficca in bocca a Rafele, il quale non aspettandosi tale reazione resta di sale. Intanto Rosa prende un altro frutto e va via. Ciruzzo che aveva visto tutta la scena inizia a ridere e beffeggiando l’amico, rivolto a Nicola che è ancora stralunato dalla visione di Rosa.)

CIRUZZO:         e capito, niculì, (ammiccando) le vuleva dà  ‘a banana ….. ma se vede che Rosa da buona intenditrice, a capito subbeto, che nun era bona!

RAFELE:           e chella  ‘addu te nun è venuta proprio pecchè ‘o sapeva che tu tiene sulo ‘na ranfetella e purpo

CIRUZZO:         jammo me …. che tengo e meglio ciefale de’ mazzune …. venite gente .. venite!

RAFELE:           mele … arance e mandarine … venite che tengo puro l’esotico .. e meglio nanasse i e meglie banane  e sulo rafele ‘e tene ….

NICOLA  :         rafé stammatina parle comm’’a nu poeta…..

CIRUZZO:         ma Rafele è sempre stato un po’…eta…(Rafele nel sentire s’atteggia… e Ciro guardandolo….)… e un pò … scemo …

( Raffaele fa per dargli addosso ma Nicola lo ferma, anche perché sta arrivando in piazza Margherita la cui voce s’ode vicina dal vicolo….)

MARGH:   sciure …. sciure frische ….

( margherita etra in scena e salutando i presenti si posizione sul lato opposto a quello di Ciruzzo che non le toglie gli occhi da dosso restando imbambolato e folgorato dalla sua bellezza…. Rafele affiancato da Nicola guardano Ciruzzo e nell’accorgersi delle sue intenzione, appena questi fa per andare verso Margherita …..)

RAFELE:           Statt’’a casa siente a mme!, chesta nun è paglia pe’ fuoco…….

CIRUZZO:         Ma quann’è ca ve facite nu pucurillo e fatte vuoste…..

Dopo un attimo di silenzio ….

NICOLA:           Castagne, castagne cavere …. ne venite ca stammatina teng’’è palle d’’o vesuvio….

RAFELE:           ‘e tengo fresch’’e terra stammatina …. signora, signò! addò menate, menat’’e mane acchiappate sulo robba fresca……..

SCENA III°   (‘a filosofia ‘e ‘Ngesina)

Arriva in piazza, dalla destra, ‘Ngnesina ‘a lavannara, con una cesta contenente panni sporchi,  nervosamente borbottando, e s’avvia a casa verso sinistra. Dalla sinistra entra Filomena ‘a Capera …….

‘Ngnè:             E che ghiurnata ca s’è schiarata tiè !,   ammo accuminciato proprio buono oinì! (si ferma e parlando a se stessa )  e che ci vuoi fare, ‘Ngnesì, quello il mondo e fatto così! stevemo meglio quanno stevemo peggio

riprendendo a camminare verso sinistra incrocia filomena che ……..

F:                   buon giorno ‘Ngnesì,  ch’è passato,  pare  che t’ha muzzecato na  serpe  ?

‘Ngnè:             filome!, filome ! lassame stà pe’ piacere tengo cierti lapse che  m’abballano ‘ncapo stammatina ……

F:                   e che sarrà maie ….. che forze  foss’ asciuta  quacch’’ata  tass‘ a  pavà ?

‘Ngnè:             ma che dice, Filomé!….. ma dimme,  TU! , …..  si TU! addò campe? dimme ‘a verità fusse una e chelle ca …. s’aizz’’a  matina, fatica na   ghiurnata sana, p’arrevà  ‘a sera distrutta e stanca, cu nu sulu  penziero ….  ‘o lietto “  ??????

F:                   Uè, uè!, e cher’è , MA PE’ CHI E PIGLIAT’’A GENTE, MA TU GUARDA ‘NU POCO, Né!

Ngnè:              GUARDA NU POCO ?  …. ma guardate attuorno INVECE, cecata!   si,  site tutte  cecate e surde ….

( FILOMENA facendo come per andarsene, con aria di sopportazione ed ironicamente……)

F: :                 chesta sarrà   asciuta pazza tutto ‘nzieme, mò simme addeventate tutte cecate e surde, ma famm’’o piacere ‘ngesì!…….

(accompagnando con la mano il gomito di gnesina, la quale  afferrandola per lo stesso  braccio  e avvicinadosi al viso di  filomena, con decisione  )

‘Ngnè:             Napule, ……

(filomena con una smorfia di schifo dovuta all’alito pesante di ‘ngnesina)

F:                   ‘ngnesì, ma che t’’e magnato “ cane muorte e zoccole a ragù “ ? UH! che passà maie niente, e  sciata chù ‘a ‘llà ! 

( ‘NGNESINA per nulla offesa, quasi non avesse udito…….)

‘NGNè:            ‘a città parla,  …. ‘sta città … a cchello ch’era …. a cchello a cchello che l’avimmo fatta  addeventà, se stà sfastedinno …. e  parla …. (fissando il vuoto. in lontananza ode una musica, “NAPULE MIA” e Man mano che la musica cresce, lei viene presa da un turbine e rivolta all’amica ….)‘a siente!… ‘a siente…. je tutt’’e  notte ‘a sento! … e pure mò ‘a stongo sentenno... ‘sta musica…. ca è  doce comm’’a ‘na ninna nanna e martellante comm’’a ‘na campan’’a morto…. è nu lamiento  ca me stregne talment’’o core ca pare quase nun vulesse sbattere cchiù………

[inizia la parte cantata della canzone ]

SCENA IV°  (‘ognuno tene ‘e guaje suoje)

A fine canzone, Pulcinella va via da destra e la fioraia da sinistra, contemporaneamente entra Rosa da destra ….

Nic:       donna Rò, già di ritorno?

Rosa      e vuie ‘o sapite, tengo chillu probblema ‘a casa!

Nicola:  Ah! … si, il vostro figlio … em…

Rosa:    Livio …..

Nicola: ecco, si, Livio, nun me veneva ‘o nomme…..

Rafele:  quacche malalengua dice che è miezo abbunato…

nicola:   certamente, ma quanno mai, che vaje dicenno chillo e sulo nu poco….

Rafele:  sghizzato!

Nicola: ma allora si scemo?, scusatelo Rosa, quello rafele è un giocherellone, dice così pecchè ‘o guaglione è vivace….

Rosa      Nicò, è inutile che vi sbattete, quello rafele ha ragione, purtroppo Liviuccio ogni tanto va fore cu ‘a capa!

Raf.:     ‘o vero? … e addo se ne và ‘e bello?

Nicola:  ma che dici? ……

raf.:      e chella a ditto ca va fore…..

Nic:       Rafè, Rosa vuol dire che il ragazzo ogni tanto, come dire, evade….

Raf:      ma pecchè sta ‘ngalera?

Rosa      ma no, la colpa è stata di tutte quelle maledette medicine che ha dovuto prendere da piccolo, quando s’ammalò di bronchite e così oggi ne paga le conseguenze con tanto d’interessi….

Raf:      uh …. commo me dispiace….

Nic:       ma te staje nu poco zitto….

Raf:      ma chell’’a commo l’ha ditto già a mme m’è dispiace…. je so sensibile che te crire Nicò! ….

Nic:       ‘e fernut’’e fa a scemeggiata!... vi prego Rosa compatitelo ….. infondo non è altri che un verdummaro ignorante….

Raf:      ha parlato Monprezzemolo ….

Nic.       e chi fosse mò ‘stu Monprezzemolo?

Raf:      ignorante a mme! … e chillo da Ferrari

Nic:       ah, capisco ha fatt’’a traduzione in verdummaresco Montezemolo l’ha fatt’’addeventà Monprezzemolo, ma famm’’o piacere statte n’anno zitto….

Rosa:    scusate ma io dovrei proprio andare, buona giornata….

Nic:       un memento, stavate parlando…

Raf:      si, stive dicenno ca sta pavanno ‘o ‘nteresse e….

Rosa      Ma il guaio più grosso non è questo…

Nic:       e che altro può esserci…..

Rosa      Se qualcuno si permette di contradirlo ….addeventa ‘nu ciuccio sfrenato, se scatena e accummenci’’a dà mazzate ‘a cecate a chiunque l’è capita annanze…

Raf:      robba da Leonardo Bianchi!

Nic:       Ma … e voi come fate per tenerlo a bada quanno…..

Rosa:    (andando via)  Dolcezza, amore di mamma e tanta ma tanta pacienza. mò facitemene ire ca s’è fatto overo tarde e Liviuccio si nun mangia a tiempo …….

Raf.:     addeventa nu ciuccio, e…..

Rosa      Esatto … e poi se non  ce penso io a pripararle ‘a mangià, mi dite chi ci può pensare ….. i servi che non ho? ….

(ciò dicendo va via. filomena e ‘ngnesina si alzano e camminando a passi stretti verso Nicola e Rafele con aria sarcastica ed all’unisono…. )

‘ngne e F:        ha parlato ‘a riggina mittilloco mitticcà!… (rivolgendosi a Nicola e rafele…)….Sciù mettiteve scuorno!

SCENA V°  (‘pur’’e pullice tenene ‘a tosse)

( ciò dicendo escono di scena a mò di trenino ….. rafele poggiando la testa sulla spalla di  nicola estasiato…. )

Nic:       je n’aggio capito ‘e che c’avessemo ‘a mettere scuorno…….

Raf.:     embè si chella è ha riggina …… Ah! je vuless’essere ‘o Re!………

( in quell’istante entra Gigino, marito di Assuntina e persona di fiducia del Conte Alfonso Puvarillo Catorza Sepicado ÿ Nagoña, che spesso abusando del fatto d’essere al servizio di una persona potente cerca di ottenere gratuitamente ciò che desidera. Follemente invaghito di Rosa, vorrebbe portarsela a letto ed il fatto che lei non lo curi proprio lo rende geloso e irascibile appena qualche altro fa delle allusioni……. )  

Gig.:     ‘o  Re e che ? ? ? ? ?

( Rafele sapendo che Gigino è piuttosto ignorante e irascibile tenta di sviare ogni qualsiasi Conte Alfonso Puvarillo Catorza Sepicado ÿ Nagoña

Raf.:     ….’o re …. de verdummare !  giggì…. Nun t’addumbrà ….

Gig. :    ma t’avissa credere che je fosse mezzo scermo?

Raf.:     ma che dice Giggi se sape ca tu nun faje maje niente a mità!

Gig.:     ha, ‘nmbè! me credevo …. Aggio capito buono che ce l’avive cu Rosa pirciò statt’’accorto ca….

( Nicola vista la piega che sta prndendo la discussione tenta di deviare il discorso…)

Nic:       ‘o conte che dice Giggi?

Gig.      sieto due ‘ngnuranti ‘npastati nella ‘gnurantitezza dell’ignoranza popolara!

Nic:       ma c’ha ditto?

Raf:      mah???

Gig       quanno parlate di sua ‘ccellenza dovete nominarelo commo vvà annummenato…

Raf:      cioè ‘o fetente!

Gig:      che ditto?!!!!

Nic:       ‘o putente, giggi, ha ditt’’o putente….

Gig:      chesto va buono ma isso s’annomena:   Conte Alfonzo  Puveriello Cafforza Sé pigliat’’arogna

Raf:      u…. quanto me dispiace???

Nic.:     e comm’’è stato?….

Gig.      ma che state sfarfuglianno?!?!

Raf       ‘o fatt0 che ‘o Conte ten’’a rogna?!?

Gig.      ‘O Conte ten’’a rogna?…. ma l’ha ditto?

Nic:       tu!

Gig:      je?!?! ma quanno?

Nic:       Giggì, proprio nu mumento fa ‘e ditto ca ‘o Conte Alfonzo  S’’è pigliat’’arogna….

Raf:      i‘ ‘e ditto pure puveriello….

Gig:      je?? ma vuje che ghiate dicenno…. nu mumento, siete protamente ‘ngnurante, di una ‘ngurantitezza unica, chell’’è l‘annummenazione del nome ca isso tene!

Raf:      aggio capito…. Figurammec’‘o cugnome c’adda esere!

Gig.      Ma ch’i ‘a capì tu…. quanno uno è nobbele, comm’’è ‘o Conte, tene ‘na felera e ‘na sfelazzata ‘e nomme. Uno azzeccato all’ato, ma je po’ parlo e parlo ma che parl’’a ffà vuje nun capite niente!

Nic:       vulesseme mettere pure ‘a possibilità ca forse si tu ca nun te saje spiegà?!?!

(rafele  ironicamente ……)

Raf:      Nicò a niente a niente vulisse dicere ca Giggin’’è nu poco strunz!

(gigino atteggiandosi….. )

Gig:      seh!…

Raf:      guardalo meglio e t’accuorge ca è completo…… 

(afferrando per il bavero della giacca rafele ……)

Gig.      mò basta Rafè! A chi te crir’’e cuffià!!

Nic:       nun sia mai detto Giggì, saje ca tenimm’’o rispetto sia p’’o conte ca pe’ tte….

Raf:      so’ d’accordo sulo pa’ primma parte…..

GiG:      tu ogge me pare vuò fa ‘a calamita de’ pacchere, è overo? …. Primma te miett’’a ffa ‘o zezo cu Rosa, po’ te crir’’e me sfottere, ma si je perde ‘a pacienza (prende il coltello dalla tasca, lo apre e facendo un gesto con la mano verso le parti basse di Rafele…) ZAC …  e mecco fin’’o regno e ass’’e bastone, facendo sicuramente nu piacere a mugliereta! 

(ciò dicendo fa per andare via ma giunge alle sue spalle Peppeniello, il guappo del quartiere, che, prendendolo per un orecchio….

SCENA VI° (chi cumanna overamente)

Pep:      che staie facenno Giggi! …. t’aggio ditto tanta vote ca dint’’o quartiere mio nun voglio assolutamente ca succedeno ‘sti jacuvelle,  si  po’ nun me so spiegato buono dimmello! ……

Gig       Don Peppì, je nun me permettarria maje e farve n’affronto, ma ‘sti duje….

Pep:      c’hanno fatto ‘sti duje?...

(a questo punto iniziano a parlare tutti e tre insieme ……………)

Raf:      Veramente……

N.         Quello Rafele vuleva……

G.         Chisto s’è permettuto e……

Pep.:    è ch’eré! … silenzio! ……. cca me pare ‘a torre  ‘e babbele…. Parlate  a  uno  ‘a vota ….

( i tre dopo un breve sguardo tra loro poi riniziano a parlare tutti e tre insieme …..)

Raf.:     Veramente io stevo ……

Nic.:     Rafele vuleva……

Gig.:     s’è permettuto e……

Pep.:    Ma allora me vulite fa perdere a pacienza, basta! … Niculì, parla tu,  famme sentì, ch’è stato(guardando gli altri due  in cagnesco…) e vuie zitte!

Nic.:     Quello Rafele stava pazzianno cu Rosa e Giggino s’è, come dire… ecco s’è offeso,

Pep:      s’è offeso?

Nic:       no forse me sbaglio me pare ca s’è ‘mpressiunato….

Pep:      s’è ‘mpressiunato!!!???

Raf:      si ma poco però, appen’’appena……

Pep.:    Giggi….

N/R :    obbilloco obbì!... mò s’’è mazzate…….

(Peppeniello afferrando l’orecchio di giggino e effettuando una leggera torsione)

Pep:     ma allora stammo punto e ‘accapo!, ‘e accuminciato ‘n’ata vota  a fa ‘o ‘nzisto cu rosa?…..ma nun capisce che stu fatto a me  non  piace.  L’ommo si è overo n’ommo ‘a ‘na femmena, ca l’ha sempe ditto NO! ‘a lassa perdere…. E po’ sapite buono ca e sacrifice ca fa chella nennella cu tutt’’e disgrazie che ha passato, e ancora ogge se sacrifica notte dopp’’a notte po’ piccerillo sujo… ca nun tene pate!(lasciando l’orecchio spinge Giggino per terra e avventandosi su di lui…)     Ma tu, sulo pecché si l’ommo ‘e fiducia d’’o Conte  Alfonso Puvarillo Catorza Sepicado ÿ Nagoña, te cride d’essere superiore all’ate, è overo?

Raf:      ‘e capì commo se dice?!?!?

Gig:      ( irato verso rafele) embè je …..

Pep:      ancora! ….. Zitto! … nun risponnere! ti ha mettere dint’’a chella mullechella ‘e cerviello ca tiene, ca si strunzo! i e strunze quanno fanno ‘e scemenze songo pericolose….

Raf:      parole sante….

(Peppeniello guarda con la coda dell’occhio rafele e portando l’indice al naso….)

Pep:      Sssss!!!!! ….. vuje nun avite capito niente! quanno parlo je, parl’je e basta! …. Giggì turnanno a te te voglio avisà sulo ‘e ‘na cosa, si pruove n’ata vota a fa ‘o ‘nnammuratiello geluso cu Rosa je nun me fermo dopp’’o ZAC … je vac’’annanzo … te faccio tanta piezze ca doppo manco mugliereta te ricunosce cchiù, me so spiegato?

( ciò dicendo va via e Gigino, impaurito, si alza lentamente da terra e andando via…)

Gig:      certamente, farò come dite….. ma commo, je ero asciuto pe’  piglià ‘na buccata d’aria e invece…..

SCENA VII°  (‘o ‘nciuciamiento)

(entrano in scena, dal lato ove è uscito Peppeniello,  filomena e Assunta,( moglie di giggino), seguita dai figli del conte, ( Elena Ermengarda e Filippo),  e nell’avvicinarsi lentamente a rafele….…)

f:          Assù, l’’e vist’’a Peppeniello, vulesse sapè  che ‘a passato, chillo era tanto nu buonu guaglione, po’ ‘a quanno e muort’’o pate,  è addeventato intrattabile. ………

Ass:      Filomè,   ‘e femmene ! ….. e che te sapene cumbinà ‘e femmene….

F:         Assu nun te scurdà ca pure nuje simmo femmene!

Ass:      che c’azzecca, nuje simmo di un'altra epuca…..  e tiempe nuoste erano l’uommene ca ce currevano appriesse… mo invece s’’è girat’’o munno…..

F:         ‘ncopp’’a chesto hai ragione, ma nun capisco che centra Peppeniello….

(Assunta si ferma di botto e….)

Ass:      ma allora tu nun saje niente ( guardando i tre bambini….)

Ele:       Non sai far altro che spettegolare……

Fil:        lasciala perdere, è sempre la solita…..

Erm:     guai a chi ci capita……

Ass:      ‘e capito! …. Filomè, mò nun pozzo parlà, ma nun mancherà occasione….  ( rivolgendosi a Rafele…)che tien’’e buono stammatina rafè?

Raf:      ma commo so domand’’a fa ‘o RRe da frischezza, tutto chello ca vulite rabba frasca e de qualità!

Ass:      a solita storia tutt’’e matine, (rivolta a filomena),  io lo so, chill’’o fa pe giustificà ‘o prezzo…. ma nun ha capito ca je l’’e rongo sempe ‘a mità ‘e chello ca me cerca……

(rafele chinandosi verso Nicola a bassa voce…)

Raf:      e je ca saccio buon’’o fatto l’’è rico semp’’e prezze radduppiate!

Nic:       accussì a faje fess’’e cuntenta…..

Ele:       ho sentito ciò che è stato detto, ed oggi lo dirò a papi poiché questo fatto puzza d’imbroglio! ….

(assunta credendo d’essere stata udita lei cerca di giustificarsi……)

Ass:      ma che dici je steve pazzianno….

(rafele credendoinvece che avesse udito lui……)

Raf:      vire ca forse nun è sentuto buono…….

Fil:        taci bifolco, anch’io ho sentito…. e posso testimoniare che qui si raggira il prossimo…..

Raf:      ma si ccà ce state sulo vuje…… chi è ‘stu prossimo?

Ele:       si fa anche dello spirito, bene, bene!

Nic:       ma quanno maje cuntessì, ccà se venneno sule castagne frutta, verdura e pesce, addo l’avite visto ‘stu spirito?

Fil:        si continua a turlupinare nel manico?!?!?

Raf:      embè, forse sarraggio scemo, ma je a ‘sti nobili, quanno parlano nobilese, nun’’e capisco proprio……..

Ele:       ma tu capisci Fillippo, qui dinanzi a noi rampolli di nobile lignaggio, questi villici si permettono tali scurrili comportamenti……

Fil:        forse avete dimenticato chi siamo?

Ass:      ma che dicite ….

Fil:        Elena, Ermengarda, andiamo non sostiamo più di tanto in questo posto che è pari ad un covo di bucanieri…..

( ciò dicendo Filippo prende per mano le sorelle e fa per andare…..)

Erm:     je me songo sfastediata….. iammucenn’’a casa….

Ele:       Ermengarda! …. ma come favelli?!?!

Raf:      parla comm’’e nuje BUCANEVE….

Fil:        taci bifolco! E sappiate che non finisce qui!

( ciò dicendo vanno via…)

Ass:      e si, facite buono, avviateve a casa……

F:         fernimmo e fa ‘sta spesa e ghiammucenne pure nuje, je ancor’’aggia mettere ‘a pignata ‘ncopp’’o fuoco…..

Ass:      eh.. filumè, chello nun sarranno manco ‘e diece….

(entrano in scena Ciccillo e cuncettina i figli di Nicola …..)

Nic:       per l’esattezza songo ‘e diece ‘e mezza

F:         e comm’’o saje si nun tiene ‘o rilorgio?

Nic:       song’’arrevate Ciccillo e Cuncettina, e chiste arrivene precise ogni matina ‘e diec’’e mezza pecché la mia signora deve andare a fare la spesa… e overo Ciccì?

Cic:       si papà, a ditto mamma damm’’e sorde che stammatina è na mala jurnata….

Nic:       ‘e sorde?, ma si nun aggio vennuto ancora niente che ll’e  rongo?

Cun:      papà m’ha daje ‘na castagna?

(Assunta e filimena scrutano tra le ceste di rafele e nicola prendendo una castagna dal tegame…)

Nic:       tié a papà, almeno tu t’accuntient’’e ‘na castagna….

Cic:       papà, è allora ‘sti sorde?

Nic:       e nu mumento guagliò! damm’’o tiempo e pensà!…. ( guardando Rafele …)Rafè…

Raf:      è no Nicò, nun me guardà pecché stammatina, l’’e visto pure tu, ancora aggi’’a ‘ngignà ‘a votte…..

Nic:       manco 5 euro tiene?

(rafele cercandosi nelle tasche…)

Raf:      cu tutt’’a bona vuluntà al massimo arrivo a 40/50 centesime…..

Nic:       e chi ‘a sente mò a chell’ata!

Cic:       papà, ccà se fa tarde e chella mammà già steva comm’’e na pazza….

Nic:       aggio capito, aggio capito, ma nun me mettere aggitazione bell’’a papà, mò verimmo commo putimmo fa! assiettate ccà, vicino a mme, magnate pure tu sta castagna e aspietta….. ( rivolgendosi a Filomena … ) e che se passa a ffa ‘o marito!

Ass:      a proposito, avite visto a Giggino?

Raf:      l’avimmo visto e comme ca l’avimmo visto, è venuto ed è fujuto comm’’a ‘na lepre….

Ass:      fujuto??... e pecché?

Nic:       ha avuto ‘a solita discussiona cu Peppeniello e….

Raf:      Peppeniello ce na data una pe’ bevere e n’ata pe se sciacquà!

(Asunta irata butta la borsa drella spesa a terra e inizia a camminare avanti ed indietro nervosamente farfugliando tra se e se…)

Ass:      no, no, ‘sta stori’’adda fernì…… nun se po’ ghire annanzo accussì …… ccà ogni doj’’e tre cu ‘na scusa o n’ata chillo me mann’’in cris’’o maretiello mio…..

F:         Assù, ma ch’è stato ? …

Ass:      ch’è stato!, è stato ca mmò basta! me somgo sfastediata e suppurtà ‘stu cammurrista ca nun perde occasione p’umilià a geggeniello mio! mò basta!

Raf:      Assù nun fa accussì, chillo Peppeniello ‘o saje comm’’è fatto…..

Nic:       rafè statte zitto ca è meglio…..

Ass:      no rafé, si saje quaccosa ca je nun soccio, devi parlare! ….

Raf:      ma veramente ‘o fatto e ca… ( guardando nicola che gli fa segno di tacere),  ..fors’’è meglio si me stongo zitto…..

Ass:      e no!, nun può fa accussì, primma vutt’’a pretella e po’ t’annascunn’’a manella…. ‘e fatte vintinove i’ apparà trenta!

Raf:      embè Nicò a mme ‘stu fatto da manella e da pretella me perseguita a quann’ero piccerillo…

(Assunta afferrando Rafele per i capelli e dimenadolo a tempo con le parole …..)

Ass:      Belli! t’aggio ditto ca i’’a parlà!

Raf:      ( dolorante ) a… lassa, lassa ca me faje male….

Ass:      te lasso sulo doppo ca ‘e parlato!

Nic:       Rafè, nun parlà ca è meglio pe’ tte!

F:         rafè parla, chesta te scippa tutt’’e capille ‘a capa….

Nic:       Rafè!!!!

Raf:      né, huè! basta! i’’a parlà, nun i’’a parlà, e a tte lassa ca me staje facenno male

Ass:      si te vulevo fa bene te devo 5 euro…

Nic:       veramente chille me servessero a mme……!

F:         e a chi è ca nun servessero?!?!

Raf:      Assù ti prego lassam’’e capille….

Nic:       Assuntì lass’’o ire, chillo nun po’ dicere niente pecché si parla…. Zac!!

Raf:      e fernesc’’o regno e ass’’e bastone!             

(Assunta mollando la presa e guardando con ribrezzo i due…)

Ass:      me facite schifo e pietà!

Raf:      Chesto nun t’’o permetto!

Ass:      e chi sì tu ca me vulisse da e permesse …… nun si nisciuno pecché te miett’’appaura e n’ommo comm’’a tte’…..

Raf:      ma chillo nun è comm’’a mme….

Ass.      hai ragione pecché chillo è n’ommo tu invece si nu chiachielle….

Nic:       Assù mò pare ca staje esaggeranno, pienze ca tenimmo ‘na famiglia…. E nun putimmo fa’ ‘e capa nosta. Tu ce vuò fa compromettere cu fatte ca nun songo e nuoste....

Raf:      si parlammo nun stammo cchiù quiete, si proprio vuò sapè quacche cosa, vall’’a spià a mariteto, isso certamente conosce buono tutt’’a storia,

Nic:       cerca però e nun ce mettere ‘nmiezzo!

Ass:      ecco chello ca è addeventata ‘sta città…….     (rassegnata)  ‘a città  da nfamità. che ogge chiammano onore! Ma che speranza ponno tené e figli nuoste ? ………

F:         è overo Assù, primma se campava meglio, forse nun tenevemo chello ca tenimmo mò, ma era ‘na vita cchiù schiett’’e onesta, t’arricuorde  quanno campavamo  a’  iurnata.…… invece Mò(Filomena va via, lentamente,  verso il vicolo e Assunta, portandosi al limite del  proscenio e fissando un punto alto nel vuoto ….)mò se camp’’a ora, a minute, a mumente pecchè nun saie maie … (con rabbia mista a paura e rassegnazione ) ….chello che t’aspett’’aret’’o vico!

Ass:      e che ne parlamm’’a ffà!.... facimmo ‘sta spesa va….. a ttè damme duje chil’’e mele, nu fasc’’e ‘nzalata e tre banane …. m’arraccumanno fresch’’e toste si no chi ‘e sente e tre scignetelle…..

F:         Nicò tu famme duje chil’’e castagne, m’arraccumanno né fute, né fracete!

Nic:      (rivolto a ciccillo…) ‘e visto Ciccì, Dio vede e provvede……

(rafele consegna le buste ad Assunta e Nicola a Filomena …)

Ass:      quant’’è?

Raf:      ( guardando sottecchi Nicola…) sarebbero 5 euro e 30 centesimi….

Ass:      Aggio capito, ( ammiccando Filomena) ccà stanno 3 euro e vaje buono tu…

F:         Nicò quant’’i’’avé?

Nic:       songo 2 chil’’e castagne a 3 euro ‘o kilo, fanno esattamente 6 euro….

F:         (ammicando Assunta) ccà stanno 3 euro e….

Nic:       ma che staje dicenno Filomè, ‘e prezze mie so’ prezze fisse

F:         m’ero scurdata ccà sta Caflish….

Nic:       Caflish o nun Caflish, si te vuò magnà ‘e castagne mie mi ‘a da’ 6 euro!

F:         (nervosamente)e hai ragione ca chillo maritemo pare ‘na femmena prena, quanno ce venen’’e viglie guaje a nun ce ffa’ passa ….. tiecchet’’e 6 euro ‘nmbrugliò!

(Assunta e filomena escono di scena dal lato Dx. Nicola da 5 euro a Ciccillo e…)

Nic:       Ccà stanno 5 euro, dicece a mammeta ca nun è cunzumasse tutte quante……

Raf:      si Ciccì, dicice a Nannina ca facess’’a spesa a rate….

Nic:       fa poc’‘o spiritoso, ca Dio solo sa che ‘nc’è vò pe’ t’abbiscà nu centesimo, va Ciccì e statt’’accort’’a nun perder’’e sorde…

SCENA VIII°  (‘a gelosia nun fa arraggiunà)

(Ciccillo e Cuncettina escono  dal lato Sx. Dalla destra entrano i figli di Rafele e… 

Cun:        papà…

Car:        famme parlà a mme ca songo l’ommo !

Cun :       e je songo ‘a femmena, che vulisse dicere ?

Car:        quanno nun c’è stà papà song’je ‘o cap’’e casa e capì!

Cun:      ma, commo dice mammà, ‘o cap’’e casa e papà ma chi cumanna e parla e ‘a femmina, pirciò, parl’je!

Nic: tiètiè! E commo se l’hanno ‘nmparata bon’’a leziona!

Raf:        né guagliù! Ma ch’erè ‘sta jacuvella?

Car:        aggia parla je!

( Concettina tappando la bocca al fratello e trattenendolo…)

Cun:      A ditto mammà mannace 10 euro c’addà ire addò Giuvann’’o salumiere ….

Raf:      10 euro???? E c’add’’accattà?

( Carmeniello divincolandosi ….)

Car:        ‘o prusutto crudo e ‘o formaggio cu e buche…

Raf:      ma mammet’’o sape buono che a mme nun me piace né ‘o prusutto crudo e manc’’o furmagge cu e buche

Cun:      chell’’addà venì nonna Maria a mangià

Car:      a fatto questione cu ‘o nonno Gennaro e mamma c’ha ditto e venì a mangia a casa nosta…..

Nic:       ‘e ciucce s’ampiccecano i e varrile s’è scassano…..

Raf:      va buono mò tengo sulo 2 euro e 5° centesime si aspettate nu poco verimmo che se po’ ffà….

Cun:      ma papà chella mamma c’’a ditto ‘e fa ampresso?

Car:      si no a nonna se ‘ncazza!

Raf:      e vuje facitela ‘ncazza, po’ verite ca co’ tempo se scazza….. ma verite a chisti duje stammatina…..

(dalla Sx, in quall’istante entra nervosamente Peppeniello che, avvicinandosi a Nicola ….)

P.:        Nicò, avete visto ‘a margarita ?

(intanto Rafele con i figli disce a bassa voce mettendo a posto delle ceste..)

NIC.:     Peppeniè, a quanno stongo ccà Margarita nun s’è vista, …. comunque domandammo a Rafaele, isso sta ccà a primm’’e mè … Rafè ,….(alzando il tono della voce)     Rafè !

R. :       Né uè, ch’è stato !

NIC.:     aviste vist’’a margarita?

P.:        Nicò! … la signurina margarita …

NIC.:     Ah, sì scusate, avite visto la signurina margarita?

R.:        No, nun s’è vista!

P.:        caso maie ‘a verite dicitece  che  ‘a stò cercanno …..  a proposito Rafè, priparame nu poco e frutt’’assurtita e nu par’’e fasc’’e ‘nzalata quanno songo prote mn’’e mann’’a casa( si cerca nelle tasche, estrae 10 euro e..)  ccà ce stanno 10 euro vire tu che me può ddà…..

Raf:      sarete servito all’istante, appena pronto ve mann’’a casa pe’ figlie mie, va buono?

P.:        A chiste songo ‘e figlie tuoje ( calmandosi dall’ira e chinandosi vicino Carmeniello..) tu commo te chiame?

Car:      Carmeniello a servirvi….

P.:        e tu piccerì?

Cun       je songo femmina!! … e me chiammo Cuncettina!

P.:        elà!!…. accussì piccerella e già tene l’atteggiament’’e ‘a brigadera, ‘e chi ha pigliato Rafè?

Nic:       e c’è da chiederlo Peppeniè, e figlie quanno songo accussì sulo da’ mamma hanno pututo piglià!

P.:        va buono mò tengo che ffà, (mette mano alla tasca e..) ccà ce stanno 5 euro, facite mità pe dono…

Raf:      ma no Peppeniè, nun c’è sta bisogno ….

P.:        (ritornando allo stato iroso) quanno faccio ‘na cosa je soccio nuono chello ca faccio, e po’ me so’ simpatici sti duje creature…. Bona jurnata gioventù!(dicendo ciò esce di scena )

NIC.:    Peppeniè pur’je tengo duje figlie….. se ne ghiuto.

(Rafele consegnando le buste ai figli…)

R.:        Ccà stanno ‘e busta da spesa purtatele a casa ‘e Peppeniello e ccà ce stanno 5 euro purtatele a mammà…..

Cun:      papà ma chell’’a ditto 10 euro no 5?!?!

Raf:      si ma 5 già e tenite ve l’ha date Peppeniello….

Car:      ma chille songo e nuoste, tu che c’azzicche….

Raf:      Carmeniè tu vuò essere l’ommo ‘e casa e a tte Concetti vuò addeventà na bona femmena?? Allora stateve zitt’’e facite commo vaggio ditto. ‘E sorde chi e guadagn’’e guadagne dint’’a ‘na casa servono sulo pììa casa! Jate mò, Jate!

( i due bambini vanno via discutendo tra loro)

Cun:      a mme me pare ca papà c’ha fatte….

Car:      cu a scusa e l’omm’’e casa…

Cun:      saje ca te dico Carmeniè, a ogge nun voglio cchiù essere ‘a femmina e casa…

Car:      manch’je (escono di scena)

Nic:       e overo te l’è fatt’’e creature Rafè!

R.:          Lassa perdere Nicò, invec’’e visto che faccia teneva Peppeniello…..

NIC.:       Uhuuu!!!….. nera comm’’e a pece ….

R.:          Chissà c’ato sarrà succiesso ?…..( i due guardandosi contemporaneamente …. )

R/N:     saie niente tu !

NIC.:       e tu saie ca io me vaco ‘ntreganno de fatte da gente ?

R.:        No …ooH!, e  quanno maie !, era sulo  accussì, …. semplice  curiosità.

NIC.:     Curiosità pé curiosità,(abbassando la voce),pare ca sia nu fatto e corna !

R.:          ‘Nu fatt’’e corna ? ……

NIC.:       SSSSsssssssssssssssS!

( scappano via ognuno al proprio posto e si guardano intorno sospettosamente. i due guardandosi contemporaneamente …. )

N/R:       a chi e visto ? ! ?

NIC.:       IO A NISCIUNO, E TU ?

R.:          A NISCIUNO !

NIC.:       embè pecché si fujuto???

R:         aggio vist’’e fuire a ttè e….

N.:        che stevemo dicenno?

R.:        ( abbasando il tono della voce ) stive a dicere ‘o fatto de’ corna…

NIC.:       a, si!…….SSSSssssssS ……. , se dice  ca Margarita ……

R.:          AH! Ah!….. La signurina( i due  contemporaneamente …. )

N/R:     MARGARITA …

NIC.:     Si, và buò, proprio Essa !!!, ‘a ‘nu poco  ‘e tiempo.. fa ‘a culumbrina cu Ciruzzo…..

R.:          MA tu che dice? ! ?

N:         e nun songo ‘o sulo a dicerlo, tutt’’o quartiere ne parla…

R:         tutte trann’je, je nun soccio majer niente… ma ‘e preciso che se dice?

NIC.:     qualcuno dice che li ha visti in  dorge assentimentalismo

R.:          In Dorge che ?……..

NIC.:     “assentimentalismo” rafè! ( far capire che amoreggiavano abbracciando Rafele… ) ASSEN …. TI  MEN…TA…LISMO!

R.:          NE … UE! Nicò E CHE TE VENE ? MA TE SISSE MENAT’’A DINT’’O NIVO D’’O LATO SBAGLIATO ? ! !

NIC.:       MA CHE CAPITO RAFE !  TE VULEVO FA CAPì CHE CHILLI DUIE STEVENO ….

R.:        Aaaaa ! Ciruzz’’E  Margaritra, … cioè! “La signurina margarita” …stevano …….

(e nel dire ciò alza il braccio destro piegato e col pugno chiuso lentamente scende verso il basso distendendolo )

NIC.:     bloccando la discesa del braccio  no, non proprio quello, ma …. poco ce mancava

( i due ritornano ai propri posti ridacchiando e ripetendo )

R.:        tu e capite, tu e capite,  la signurina margarita! ….  teneva  stu poco e prurito !

NIC.:     Se vede ca Peppeniello nun’’a  sape  ratta  a duvere !

SCENA IX°    (l’ammore da coraggio….)

(entra in scena dalla Sx Margherita  seguita da Ciruzzo. Lei ridacchiando e cercando di evitare i palpeggiamenti dell’altro. Ciruzzo dietro a lei, con movenze da cascamorto,  la tocca nei fianchi facendole il solletico)

NIC.:     Obbilloco, parlanno d’’o diavule  ……

R.:        accumpareno e corna!

M.:       E dai smettila stupido, ce sta ‘a gente, smettila !

CIR.:     Margarì, je quanno te veco, me sent’’o fuoco dint’‘e vene……

NIC.:     E vevivete nu bellu bicchiere d’acqua fresca, chello se stuta!

CIR.:     Ne pè sapè, ma chi vi ha interpellato ? faciteve ‘e fatte vuoste!

R.:        Niculì nun t’attizzà!, chillo Niculino ce l’aveva cu mme !

( dicendo ciò strizza l’occhio a Nicola) 

CIR.:     Margarì, Margarì, me sento nu freccecariello ‘ncuollo, commo si fosse …… nu prurito……….

R.:        Ne Nicò, ma nun er’’essa ca suffreva e ….. prurito ?

(Ciruzzo sente e cambia espressione nel viso, l’ira solca il suo viso)

NIC.:     SSSsssssss! ma vuò fa succerere a guerra !

CIR.:     Hai detto protamento bene Nicò! ( avvicinadosi minacciosamente a tatonno) secondo me, stammatina quaccheruno vò acchiappà  na sport’’e pacchere ..  è overo !

SCENA X°   (‘a gelosia …. l’epilogo)

( mentre dice ciò,  dalla Destra s’ode la voce di  Peppeniello)

P.:        S’adda sul’’a truvà,‘o suggetto c’avess’’acchiappà sti pacchere !

(silenzio totale . margherita arrossendo impaurita cerca di balbettare qualcosa. Nicola  e Rafele si chinano a fianco alle loro ceste. Entra Peppeniello e Ciruzzo indietreggia sino al fondo scena guardando spaventato peppeniello che, con passo sicuro e tanta rabbia in corpo ridacchiando sarcasticamente …….)

P.:        Margarì ch’erè sta facc’’e paura ….. ( arrivatole vicino prendindole il mento con una mano, con tono duro e perentorio)Tiene…forze  quaccos’’annasconnerme ?

M.:       ( con voce  impaurita ed incerta… ) No ..o Peppeniè, che dice tu ‘o saie c’ammore mio null’annascongo niente …….

R.:       ( a bassa voce verso Nicola)sulo quacche  prurito che s’è fatta ratta  a chisto

 (mostrando Ciruzzo. tatonno e Ciruzzo tentano di zittire rafele, che sghignazza.)

P.:       ( rivolgendosi di scatto a Ciruzzo )  e tu !, manco m’annascunne niente ?

CIR.:     Peppeniè, tu ‘o saie ca pe mme si comm’’a nu frato …..

P.:        E frate stann’’o cunvento ! , ma ‘nzomma vulite proprio ca perd’’a pacienza ! ( guarda margherita e Ciruzzo con ira ), ie voglio sulo sapè …

  (margherita temendo il peggioaggrappandosi a peppeniello)

M.:       Dimme peppeniè, che vuò sapè, margaritella toia tutto te dice, e tu ho saie !….

(peppeniello divincolandosi dalla presa di margherita….)

P.:        Voglio sulo sapé  si chesti voce ca girano po’ quartiere  ‘a ‘nu poco e tiempo,………so vere! ......’o songo ‘nfamità ! ?

(Ciruzzo facendo lo gnorri e cercando di sbollire l’ira di Peppeniello nell’avicinarsi a lui con voce tremante ....)

CIR.:     MA E CHE VOCE STAIE PARLANNO ? ….  CCà SE NE DICENO TANTE …..

P.:        ce Vulimmo strunzià Cirù!, ie parlo de voce ca m’interessano, e l’ate !,   nun saccio ca ne fa!

M.:       Ma che dicene, pe sapè ?

P.:        Dicene ca tu me staie mettenno sott’’a custellazion’’e San Martino, a mme! Peppeniello ‘o sfreggiante!! Ecco che diceno!!!

M.:       E cu ….cu… chi !

P.:        Margarì, a te, te tremm’a voce a che m’e visto,  chist’ato se sta squaglianno dint’’e panne, ….. e tu, …. SI TU ! …. ME SPIE … CU CHI ? ! ? cu stu chiachiello margarì ! cu stu merdillo !

(ciruzzo spaventatissimo…. )

CIR.:     nun’’è niente overo, so sulo bucie, so tutte ‘nfamità…..

P.:        e ‘nfamità, …. e bucie  ……. teneno e cosce corte niculì !,  e cosce talmente corte ca nun te fanno ‘ngarrà a fuì, ….(Dicendo ciò Peppeniello estrae il coltello a serramanico dalla tasca dei pantaloni, lo apre e guardando la lama ……Ciruzzo  scappa verso il vicolo …peppeniello inseguendolo)e sta mancanza ‘e rispetto  t’a mann’’a risolvere addu dio ! 

(Sulla scena, per un attimo, tutti restano impietriti. dal vicolo si sentono grida e voci poi un tetro silenzio.)

M.:       Chillo  l’Accide Rafé, l’accide! …(aggitatissima afferra per il collo della camicia rafele) e mmò che facimmo? …… che facimmo, Rafé !!!!. 

R.:        Che facimmo, che facimmo, né, comme te chiàmme! …

(Margherita alibita)

M.:       So Margherita, Rafé…… ( Rafele con aria da dotto replica…..)

R.:        Eh no!….. la signurina Margarita!…( Ciò dicendo s’avvia al centro della scena)

M.:       Rafé, m’’avisse perzo ‘e cervelle!

(Dopo qualche attimo esce Peppeniello che con un falzoletto netta la lama del coltello intrisa di sangue. Nicola lo segue farfugliando parole incomprensibili con la voce che gli si strozza in gola per la paura e per l’orrore. tutti in scena restano come paralizzati si guardano tra loro come a cercare uno sguardo rassicurante, che gli desse coraggio, ma sul volto di ognuno c’è solo parura …….. Peppeniello  giunto alla destra della scena si volta di scatto verso Margarita)

P.:        E a ttè speci’’e femmena…… (il tono della voce diventa indeciso rabia e amore cozzano tra loro nel cuore di Peppeniello però lui, ‘o guappo d’’o quartiere, frenando l’emotivita….)si, a ttè, a te, c’aggio rialat’’a vita e ‘o core mio, primma ‘e te mannà appriess’’a isso,(sfilandosi l’anello),te dongo st’aniello c’aveva essere ‘o pegno ‘e ll’ammore tuojo pe’ mme! E invece è stato sulo nu cerchietiello d’ore ca serveva pe’ m’accecà e nun me fa vedè e tradimente tuoje.. ( ciò dicendo butta l’anello verso Margherita) si ‘na ‘nfama Margarì…. ( Rafele nell’udire….)

Raf:      ‘a signorina Margarita, prego!

P.:        si ‘na ‘nfama e nun si degna ‘e campà…… e cu’’a stessa lengua ‘e fierro che ha cunusciuto ‘o core dell’amante tuojo,( brandendo il coltello verso il cielo s’avventa verso Margherita. Rafele che si trova tra i due blocca involontariamente Peppeniello e Nicola capendo le intezioni di Peppino prende per un braccio Margherita e la porta nel vicolo), …………..je mò t’accido!!!!!!!! ……

(intanto Peppeniello, bloccato da Rafele lo guarda irato. Rafele paralizzato dal terrore e in balia di Peppeniello che prendendolo per il bavero e fissandolo negli occhi, sentenzia)

P.:        Grazie a tte, m’aggio pututo salvà sulo miezz’’onore!!!!

(va via dando una spinta a Rafele che per lo spavento preso se l’è fatta addosso e non riesce a camminare)

SCENA XI°  (‘a paura fa brutti scherze)

(detto ciò va via verso il vico alla Sinistra.  Rafele, che per la paura se l’è fatta addosso, cerca di raggiungere il suo posto di lavoro, indietreggiando a gambe piegate e larghe, dando le spalle al vicolo di destra. In questo istante entra barcollante Ciruzzo,  col volto sttravolto e le mani strette  all’addome grondande di sangue. nel vedere rafele, che sta al centro scena e gli volge le spalle, gli si avvicina, l0 tocca sulla  spalla e con un fil di voce rauca)

CIR.:       Rafè ……  ( Rafele, che stava sopra pensiero, salta per lo spavento)

R.:        Madonna! ….. chi è !  (Ciruzzo aggappandosi a rafele )

CIR.:     Aiutame Rafé …….. nun voglio murì … già sento ‘a puzza da’ morta!

R.:        No Cirù, chella nun è a puzza da’ morta e che…… (Ciro stramazza al suolo tirandosi rafele a terra) . …. uanema e bella .. ma che stato?…. (Rafele si rialza da terra, guarda Ciro, si palpa il sedere accorgendosi del guaio accorsogli e…. ) ….mò ammo apparat’’a festa!!(entra, in scena, dal vicolo di destra, Nicola che vede la scena corre verso raffele. Rafele immobile)

NIC.:     MAMMA D’’O CARMENE, ( otturandosi il naso e mostrando Ciruzzo)….CHISTO GIà FETA E CHESTA MANERA!

R.:        No!, no!, Nicò ….. chella nun’è a puzza da’ morte, e n’ata cosa poi ti spiego..

(nicola  si china su Ciruzzo e resosi conto che non c’è più niente da fare, scuotendo la testa, guarda rafele il quale   ancora imbambolato…..)

R.:        Nicò ….. PURTAMMEL’’O ‘SPITALE !

NIC.:     MA QUA ‘SPITALE RAFè,  allora nun e capito niente, ……. Ciruzzo …… è muorto!

R.:        Muorto ?  …. ma che  morte  ‘a fesso che ha fatto!! ………

NIC.:     E sì, rafè, ….. pe SE Fa na rattata ……. s’è  stracciato ’a  pelle !  sai c’avimmo ‘a fa!purtammelo a’ casa da mamma, viene damme ‘na mano (ciò dicendo si pone ai piedi di Ciro, ma rafele, che ha il probblema d’esserela fatta addosso replica)

R.:        No, no, passa tu a chistu lato, pecchè io tengo ‘nu probblema…

NIC.:     Quale probblema?

R.:        Poi ti spiego……   (solevato, a stento, ciro, che pesa, ……)

Nic.:     Manco l’anema ‘a iettato chisto! Pes’’e chesta manera… e commo feta…

Raf:      è fosse sul’Isso……

(ciò dicendo escono di  scena dal vicolo alla Sinistra. Dopo poco entrano, dal vicolo alla destra, ‘ngnesina e filomena)

SCENA XII°   (‘e voce …. d’’o quartiere)

F.:        MA CH’è STATO ‘NGNESì, IE AGGIO SENTUTO ‘E  ALLUCCà, .. SAI NIENTE ?

‘NGNè.:  A  NAPULE  OGGE,   SE S’ALLUCCA PE DUIE MUTIVE : O PE Fa FESTA !…… O ……..PE Fa A  FEST’’A  QUACCHERUNO !

(rientra intanto rafele, che,  staccarsi il pantalone che gli si attacca addosso cerca di raccogliere le sue cose.)  

F.:        è TURNATO RAFèLE, ( ANDANDO VERSO RAFELE, si fermano e si guardano in faccia, nel sentire l’olezzo nausebondo, fanno entrambe una faccia scifata, poi filomena ricomponendosi, riprende…)spiamm’’a Isso forse sape quacchecosa?

F.:        RAFè….. EMMM, AVIMMO ‘NTISO nu sburdello POCO FA, SAje QUACCHECOSA TU ?

R.:        E …  VUIE  SAPITE CHE jE, ME VACO ‘NTREGANNO DE FATTE E L’’ATE ?

‘NGNè.:  NOooooooo! P’AMMORE E DIO, MAjE SIA DITTO …ERA SULO PE’  SAPè ……

F.:        CASo MAIE AVISSE ‘NTISO QUACCHECOSA!

(le due donne vanno più vicine a rafele e, più s’avvicinano, più la puzza aumenta )

Raf:      stammatina è scuppiata ….. ‘na guerra  mentre stevamo a pazzià cu Ciruzzo ca faceva ‘o zezo cu  Margarita, ……no, scusate! … cu ‘a signurina margarita, commo dice  Peppeniello, …. e si, chillo Peppeniello teneva ‘a lengua e fierro, ccà sotto ‘o naso mio po’ Margarita me sbrunzuliava acca i a llà… che facimmo, che facimmo.(ciò dicendo riprende le sue cose e s’avvia lentamente all’uscita di destra.)  E ma io vengo e mele ‘sti cose nun è capisco! …. manco ‘o tiempo ‘e parlà ca chillo ‘e curzo dint’’o vico chill’ato appriesso a isso, allucch’’e pazze…. currite, currite... L’acciso, l’acciso. Ciruzzo steva stanco po’ è arrevato Nicola, e je stevo ‘nterra ‘nzieme a Ciruzzo ca m’aveva ditto: “ rafé aiutame!”,  je ‘o vulev’aiutà ma ….. obbilloco …’a puzza da’ morta! … no, no! nunè a morta, poi ti spiego Nicò,  purtammel’’o spitale!( giunge quasi sull’uscita si volta verso le due donne)….NO ‘o spitale no! …. e pècché NO! … pecché chillo è muorto ….. “è muorto!” rafè sai niente tu? …. no rafele nun sape niente, e nun vò sapè cchiù niente! ….. (rientrando in scena)Filumè, je nun c’aggio capito niente…. ( ciò dicendo va via) 

 ‘NGNè.:  Filomé chist’’e asciuto pazzo tutto ‘nzieme!

(Rientra dalla sinistra Nicola e andando verso  ‘ngnesina e filomena, che  si trovano al centro della scena)

NIC.:     avite ragione ‘ngnesì !  avite proprio ragione!  chesta città ch’era nu palcoscenico  oddò se rappresentava l’amore, ogge ha rappresentato l’epilogo da gelusia,(rivolto al pubblico…)addò e ghiut’’a fernì l’amicizia …. è stata seppelit’’a l’onore,  e nuje, sì nuje ca puttimmo fa!…vo’ dich’je, niente!(guardandosi)niente pecché nuje rappresentamm’’a puvertà! …. però ‘na cos’’a voglio dicere,  simmo pover’’e ignorante, ma tenimmo ‘nfaccia segnat’’o rispetto e ‘a  dignità. a gelusia esite perché  c’è sta l’amore …… l’amicizia è rara, pecché nun c’è sta fratellanza, ogge s’accide pe’ ‘na ‘nfamità, e dimane?…. sì, dimane che succederrà, chissà addò s’arrivarrà?!?…. forze s’accidarrà sulo po’ sfizio d’accidere……. annascunnenneso aret’’a facciata ‘e l’onore!

(‘Ngnesina e filomena  escono  di scena guardando niculico che lentamente raggiunge il suo posto di lavoro. Nicola girandosi lentamente verso la piazza da la voce……..entra in scena Rosa che rientra dalla stressante giornata di lavoro fa un breve giro della piazza e si ferma al centro della scena)

NIC.:     è tengo cavere cavere ….castagne…. casta..(s’avvede di Rosa)  ….Gne!!!…..Bona… sera……

RO.:      Sera nicò ….. com’è andata la giornata …..

NIC.:     e come vuoi sia andata….(le mostra il contenuto della teglia) niente, manco na scorza aggio vennuto ……

Ro.:      ( chinando il capo verso il proprio basso ventre ) …si vede che oggi non è giornata ‘e castagne……  

nic.:      almeno a toja dimane è ancora bona….(guardando nella teglia con rassegnazione….) cheste stasera l’aggi’‘a iettà! ………..

Ro:       stong’’a stammatina pe’ m’abbuscà ‘sta cinquantina d’euro….

Nic:       almeno tu te abbuscato 50 euro, ccà s’è abbuscato sulo…

Ro:       che vuò dicere Nicò?

Nic:       nun saje niente?

Ro:       no, pecché ch’è stato?

Nic:       Peppeniello, pe’ gelosia, accurtellat’’a Ciruzzo….

Ro:       ed è morto?

Nic:       l’ha fatto sicco comm’’e a gramigna!

Ro:       puveriello, me dispiace. Chell’ha colpa è dà gente ca nun se vò fa e fatte suoje. Je so sicura ca Margherita nun l’ha maje tradut’’a Peppeniello, ‘o vò troppo bene…

Nic:       dice? … mah?!? Je nun ‘o soccio ma a chello ca se diceva…

Ro:       appunto saje sulo chello ca se diceva..

Nic:       no, no! J’’e Rafele l’avimme viste cull’uocchie nuoste a Ciruzzo mentre facev’’o farenella cu Margarita, e chella l’è deva corda…

Ro:       je te dico ca era sulo ‘na pazzia, mò e tarde me n’aggio a ire, salutame a rafele….

( dopo un attimo di silenzio nel quale nicola guarda i vicoli e la piazza vuota….. arriva ‘ngnesina e Margherita parlottando dal vicolo ….)

Marg:    T’ho giuro ‘ngnesì je a Peppeniello nun l’aggio maje traduto..

‘ngne:   e cu Ciruzzo? ….. che nce facive ….. ‘a crema pe’ sciù!?

Marg:    Saje comm’èra chillo me steva appriesso e pe’ mme era commo a ‘na pazzia …. però t’ho giuro nun c’è stato maje niente tra me e Ciruzzo….

‘ngne:   sarrà, ma je nun ha veco ‘na cosa fatta bene…. chillo Peppeniello se l’è pigliata e brutto e….

Marg:    ma je te giuro ca ‘o vuglio tanto bene … senza Peppeniello nun pozzo cchiù campà!

Nic:       sera ‘ngnesì e pur’’a te margarì …. c’ato state cumpluttanno?

‘ngne:   niente, niente … ‘o fatto e che…

Marg:    ‘o fatto e che so’ fatte nuoste!

Nic:       sarrà ma ‘a nu poco ‘e tiempo a chesta parte pare ca ‘e fatte vuoste stanno addeventanno pur’’e nuoste….

Marg:    che vuò dicere?

‘ngne:   Niculì guarda ca e fatte nun stanno commo pienze tu!

Nic:       e vuje che ne sapite ‘e chello ca penz’je?

Marg:    lassalo perdere ‘ngnesì, chille l’uommene songo tutte quant’’e stesse ……. adumbruse, presuntuse e strunze!

Nic:       si aggio capito buono vulisse dicere ca Peppeniello s’avesse avut’’a tenè e corna p’essere ‘o cuntrario e chello ch’’e ditto?

‘ngne:   nun è chist’’o punto, niculì …

Nic:       ah! … e qual è, pe’ sapé?

‘ngne:   Margarita nun a’ maje fatto tuorto a Peppeniello pecché essa ‘o vò veramte bene …

Nic:       overo? … e dimme quannno facev’’a culumbrina cu Ciruzzo che era …. ‘na fantasia? … nu suonno? …. ‘na pazziella?

Marg:    esatto! era ‘na pazziella …

Nic:       chesto è chello ca dice pure Rosa ma allora…..

Marg:    me crire o nun me crire je cu Ciruzzo pazziavo sulo, nun me songo maje permisa e fa n’offesa all’ammore mio che è, è resta sulo Peppeniello.

Nic:       nun è ca mò ‘o dice pecché ciruzzo s’è abbiato all’aria ‘o cardone e peppeniello invece sta ancora ccà?

‘ngne:   Nicò, embé! te pare ca ‘na guagliona ca te dice ‘sti cose cu ‘e lacreme all’uocchie po’ essere fauza?

Marg:    Peppeniello e l’unic’ammore mio…..

Nic:       si ‘e cose stanno accussì vo’ dicere che nuje simm’obbligate a fa quaccosa te pare ‘ngnesì?

‘ngne:   giusto! … ‘o popol’’a fatt’’o guaio i ‘o popolo add’’arremendià! Sulo ca Peppeniello e nu tipo tosto assale e….

Nic:       e nuje l’ammusciammo ……..

‘ngne:   m’ero scurdata, è arrevato Masaniello…..

(nicola inizia a passeggiare avanti ed indietro pensieroso poi ….)

Nic:       Aggio truvato!!! Si, si forse aggio truvato ‘o sistema pe’ risolvere stu prubblema….

Marg:    veramente ‘i ‘e che se tratta?

Nic:       je avesse pensato….

‘ngne:   dice Niculì, Dice…..

Nic:       e damm’‘o tiempo ….

‘ngne:   tiempo ce ne sta poco…parla!…

Nic:       je avesse pensato…

‘Ngne:   e chesto già l’è ditto!…

Nic:       si…

‘ngnes:  e pure chest’’e ditto…

Nic:       me faje parlà !

‘ngnes:  è che ‘nce vò! Si stevo prena avesse già sgravato!

Marg:    zitta ‘ngnè, fallo parlà, dice Nicò…..

Nic:       dunque, commo vuje sapite, doppodimane accumenciano ‘e festeggiamente pe’ San Pascale?

‘ngne:   chist’’è scemo ccà ce stanno ‘sti guaje … chillo penz’’a festa…… 

( Nicola con fare burbero …)

Nic:       taci donna! …. e comm’’ogn’anno dint’’o quartiere nuosto, all’altezza do palazzo d’’o Conte Alfonso ….

(in quell’istante arriva Gigino seguito dalla moglie Assuntina….)

Gig:      Puveriello Caforza Sepigliat’’arogna è t’ho scuorde sempe

‘ngne:   ‘o conte ten’’a rogna?? … uh puveriello è comm’’è stato?

Gig:      chesta n’’è n’ata……

Nic:       no ‘ngnesì, pe’ favore, chesta è n’ata storia e nun tenimmo tempo ‘a perdere …….

Marg:    Nicò!…

Nic:       si, eccomi, dunque commo vuje sapite ‘o sabbato d’’a festa for’’o palazzo d’’o Conte(guardando gigino)..e tutt’’o riest’’appriesso, Peppeniello, commo faceva ‘a bunanema d’’o pate, organizza ‘o ball’in maschera…..

‘ngne:   embé?!?!

Nic:       ecco l’idea, margarita, se maschera da vicchiarella e nuje faccimmo in modo che Peppeniello se ‘ncontra cu ‘sta vicchiarella la quala poi, ce spiega buono commo stanno ‘e cose e ce fa capì ca Margarita colpe nun ne tene…. Quanno Isso se fatto capace ascimme nuje e…

Marg:    e si se n’’accorge ….. che succede?

Gig:      cunuscenn’’o su getto penso ca ce scapparrà quacc’atu muorto!!

Nic:       ehhh! e commo site malaurio, e logico che la riuscita dell’idea sta dint’’o fatto ca Margarita deve faro bene ‘a parta da’ vicchiarella……

Marg:    ma je nun l’aggio mai fatta, nun saccio manco addò aggio accumincià……

( Gigino assumendo un atteggiamento da saputello e nel contempo corteggiando Margherita….)

Gig:      si è sulo pe’ chesto je te pozz’’aiutà, te faccio nu poco ‘e scola e po’ t’aiuto a te mascarà ‘a vecchia e ‘o juoco è fatto!!

( Assunta incuneandosi tra il marito e Margherita…..)

Ass:      si permette tu m’aiut’’a mme a me mascara ‘a diavulessa, pecché si nun ‘a fernisce ‘e fa ‘o sarchiapone je te facc’’ire all’inferno primma d’’o tempo….

Gig:      uè Assuntì, e ch’erè, je stevo pazzianno….

Ass:      e viene cu mico te faccio pazzià je….

( ciò dicendo se lo porta via. Intanto dal vicolo giunge Rosa che nel vedere Margherita..)

Ro:       sera Margarita, aggio saput’’o fatto, commo vanno ‘e cose?..

Marg:    e commo vuò che vanno, dopp’’o fatto nun l’aggio visto cchiù, m’ha mannat’’a dicere ca meno me vede e meglio stà!

Ro:       allora vò dicere ca te vò ancora bene….

Nic:       Rosì, chill’ha vulev’’accidere, tu te ne viene….

Ro:       so’ cose ca se diceno e se fanno dint’’a stizza, po’ passato chillu mumento…….

Marg:    e quanno sarrò stu juorno, quanno? … je ho voglio bene, chill’’e tutt’’a vita mia…. Je nun pozzo stà senza Isso….

( ‘ngnesina, Nicola e Rosa si guardano commossi e ngesina…... )

‘ngne:   e va buono commo se dice s’è ‘nzerrata ‘na porta e vire ca se spaparanza nu purtone…. E po’ ce sta l’idea che ha avuto Nicola…

Nic:       Margarì nun fa accussì che si t’abbatt’’è peggio!

Marg:    si l’idea ma scusa, si stammo tutt’’e duje accamufate, commo faccio a sapè chi è Peppeniello?

 ‘ngne:  è giusto, ave ragione, Nicò, commo fa??

Nic:       o pensato pure a questo, dunque prima della festa je me chiammo a Rafele e l’ammezeo buono ‘ncopp’’o fatto ca isso deve scoprire Peppeniello commo se maschera. Quanno Rafele scopre il fatto …

( in quell’istante entra Rafele dicendo ….. )

Raf:      e bravo il castagnaro ….. qual è stu fatto c’avessa scuprì???

Nic:       niente Rafè, doppo parlammo, e a te Margarì vaje a pensiero sicuro, t’ho faccio sapè je comm’’è ‘o fatto….

‘ngne:   allora nuje ce ne jammo, m’arraccumanno je ‘a chist’’o tengo poco ‘e fiducia, statt’accorto….

Ro:       nun t’’è scurdà d’’o ‘mmezzià…...

( ciò dicendo le tre donne vanno via….

Nic:       jate tranquille me lo bbeche je, tutto je! ………… è tengo cavere cavere ….castagne….NE Uè ….. CASTAGNE!

( Rafele che poco ha capito ma a visto troppi movimenti e sentito paroline sospette, s’avvicina a Nicola e….)

Raf:      Me faje capì che sta succedendo?

Nic:       Niente Rafe, poi ti spiego… so’ cavere, cavere ‘sti castagne….

Raf:      no, no, je m’aggio sentito ‘e ‘nnummenà! … pozzo sapè ‘e che se tratta?

Nic:       nun è ‘o mumento, quanno sarrà, saprai … castagne….NE Uè ….. CASTAGNE!

Nan.:    a ttè!... Cucuzziè!!!!!! 

Nic.:     eccola, nc’e mancava sulo essa…..

Raf:      la voce del padrone…….

Nan:      Rimbambì, me siente!??!

Nic:       Inconfondibile, la mia dolce metà! … Nannina!

Raf:      ca nun perd’’occasione pe te fa ‘na mappina!

nan.:     e allora?????

Nic:       si stongo ccà, che ato è stato?

Nan:      acala  ‘sta  voce, ca papà nun se sente  tanto buono

( Nicola molto ironicamente…)

NIC.:     scusa tanto Nannì,  ma io nun ‘o sapevo…..

nan.:     e quanno maje saje quacche cosa tu, e mò ca ‘o saje, vire d’alluccà  cchiù chiano!

NIC.:     ma commo faccio a vennere ?

nan.:     allucca in silenzio! 

NIC.:     ma tu vire nu poco a chesta …. ( scimmiottandola ) allucca in   silenzio !….( alzando la voce verso il vicolo)e commo se fa ? ………. m’’aggio a mettere a fa ‘o pullecenella?

Nan.:    embè nun sarria sbagliato! pruovece pure tu!  tanto che sta è   a città   de’  pullecenella!  ….ah…. e si stasera vuò mangià fatt’‘a spesa che ccà  nun  c’è rimasto niente……. 

Nic:       ‘i e 5 euro e stammatina??????

Nan:      so fernute!

Nic:       ma tu capisce Rafè….  chesta nun è vita, biat’’a Ciruzzo…. almeno isso era zetiello….

Raf:      biato ‘a isso?.. ma si puvuriello chill’’è muorto!

Nic:       Rafè, era spusato?

Raf:      no…

Nic:       tene quacche speranza e se putè spusà?

raf:       che domande, no…

Nic:       e quindi mo ca è morto è sicuro che maje nisciuno putrà dicere: “songo mugliereta e tu i’ a fa chello ca dich’je!!” ……

Raf:      è chesto pur’’e overo. Nicò, mò me vuò dicere ‘o fatto e primma, pare ca tempo n’’è passato, nun te pare???

Nic:       si peggio ‘e ‘na femmena in cinta…. E va bene, ma m’arraccumanno Rafè, chello che te dico tu le’ fa’!

Raf:      e nu mumento, si nun soccio manco ‘e che se tratta….

Nic:       no, no, si ho vuò sapè, me prumettere ca ho faje…

Raf:      ma dimme almeno quaccosa…. Je che soccio damme nu spunto…. ( abbassando la voce )nun è c’avvessemo aizzà quaccato muorto ‘a terra?

Nic:       nient’‘e tutto chesto, mi devi fare un grosso piacere …..

(rafele lentamente si reca al suo posto di lavoro afferra un bastone e brandendolo verso Nicola…..)

Raf:      si se tratta ‘e sorde t’arrap’’a capa doje parte!

Nic:       ma qua sorde e sorde, è ‘na cosa delicata assaje. Avimma fa ‘na cosa pe’ Margarita…

Raf:      ah! …. ‘a signurina Margarita( quest’ultima viene pronunciata all’unisono dai due)

Nic:       tu saje fatto ‘e (si guarda intorno per vedere se qualcuno potesse sentire e poi girandosi di scatto verso Rafele…) cénerentola?

Raf:      addo sta??

Nic:       chi?

raf:       nerentola

Nic;       e chi è ‘sta nerentola?

Raf:      je che ne soccio, tu mò m’’e chiesto si ce steva nerentola?

Nic:       nun ‘e capito cenerentola chella da’ scarpetta? ….

Raf:      uè je nun cunosco a niscina nerentola ca se va facenn’’e scarpette….

Nic:       e inutile si tuosto commo e a vreccia ….. comunque lassammo perdere tutto chello che avimmo ditto fino a mmò. ‘o fatto importante è che  Margarita…

Raf:      Ah! … ‘a signurina Margarita! …..

Nic:       va buono, ma mò stamme a sentì, primma ca vene quaccheduno. Pa’ mascarata d’a festa ‘e S.Pascale tu devi scoprire commo se mascara Peppeniello …

Raf:      ma famm’’o piacere Nicò, chillo cu chello che c’abballa pe’ cervelle penz’’a se mascara p’’a festa…….

Nic:       c’abballa o nun c’abballa chillo ‘a festa c’è sempe venuto, venette pure l’anno ca murette ‘o pate, t’arricuorde, figurammoce mò.

Raf:      ‘o fatt’’e chesto c’’a sempe tenuto pe’ San Pascale, e po’ ‘o pate…

Nic:       Don Pasquale che ommo, m’’orricordo commo fosse mò….

Raf:      chille si ca erano uommene d’onore e po’ era ‘o presidente da’ cummissione d’’a festa.... t’arricuorde??…

Nic:       esatto, allora ‘o vide c’aggio ragione, chillo vene e se mascherarrà pure …. E tu devi scoprire commo se maschera….

Raf:      ma pecché je avessa fa chesto, tu ‘o saje ca Peppeniello ce tene a che nisciuno adda sapè n’ato comme se maschera???

Nic:       chesto pe’ mò è meglio si nun ‘o saje ….

Raf:      uè, uè…. allore ce sta periculo, si è accussì …. preferisco a te dicere subbeto ca nun se ne fa niente!…..

Nic:       ma qua periculo …. si proprio nu cacasotto… (guarda raffaele e capendo la gaffe ) scusa Rafè m’è scappato ….

Raf:      pur’’a mme m’è scappaje, ma chesto nun l’avive ‘a dicere Nicò …… chistu tasto nun l’avive tuccà!….

Nic:       scusa rafè, nun vulevo…….

Raf.-     manch’je tanno vulevo … ma nisciuno me crerette

Nic:       e và buono jà …… mo nce sta ‘na cosa cchiù importante a fà!… avimm’’a salvò nu ver’’ammore

( ciò dicendo i due escono di scena e le luci si abbassano sino al buio totale. Dopo qualche attimo s’odono suoni e  vociare di gente che si diverte dal vicolo. gradualmente la scena s’illumina e dal vicolo escono  Rafele, Nicola e Margherita …)

Nic:       Rafè allora si sicuro, a commo m’’e ditto peppeniello s’è vestuto ‘a ___________________________________ …...

Marg:    Si sicuro rafè?

Raf:      jeate tranquille ca è così!

Marg:    e si nun vene …. je che faccio?????

Nic:       niente paura mò ce penzammo nuje… Rafè, cerc’’a Peppeniello e fallo venì ccà….

Raf:      Azzo! Me fa piacere, ce penzammo nuje e po’ Rafe….

Nic:       iammo, vall’’a cercà, po’ indifferentemente

Raf:      si chilo m’accide, je nun soccio cchiù niente!

Nic:       za! za! za! Avimmo fernut’’o primmo atto da sceneggiata, va e si ‘o vide ce dice…… ecco! “peppeniè in piazza m’’è parz’’e vedè a Giggino ca faceva ‘o scemo cu chi saje…..

Marg:    chi saje chi?

Raf:      niente Margarì è nu fatto nuosto, Nicò ma si sicuro ca funziona??

Nic:       comm’’e a morte!

Raf:      è proprio chesto ca me fa paura…. E po’ secondo te chillo lass’’a festa e…..

Nic:       a lassa, ‘a lassa! ….. va nun te preoccupà…..

( Rafele fa per andare poi si ferma torna indietro e….)

Raf:      scusa ma se si tanto sicuro pecché nun ce vaje tu?

Nic:       nun pozz’’ire pecché aggio appriparà a Margherita…

Raf:      e a pripar’’je…

Nic:       ma che saje priparà tu ca nun saje commo s’hann’’a fa certi cose… va, va!

Raf:      ma..

Nic:       già si turnato?  ( Rafele va. Nicola s’avvicina a Margherita e….)

Marg:    mamma mia bella aiutame tu…..         

Nic:       nun te sta a preoccupà, ‘o trucco sta apposto mo che arriva isso tu fa ‘na voc’’e vecchia, in modo ca nun te sgama. Je mò me ne vaco dint’’o vico, tu si è quaccosa chiamma…..

(ciò dicendo va via. Entra Peppeniello che si guarda attorno e scorgendo margherita……...)

P:         Scusate signò, avite visto pe’ caso ‘na bella guagliona cu nu citrullo che le deva fastidio?????

Marg:    Madunella mia bella damm’’a forza… ( Peppeniello  udendo queste parole….)

Pep:      ma ch’eré, non vi sentite bona? Ve posso aiutà??? ( ciò dicendo fa per avvicinarsi ma margherita indietreggi e….)

Marg:    no, grazie. Nun so’ je c’aggio bisogno d’aiuto ma è Margherita…

( nell’udire quel nome Peppeniello s’irrita e s’insospettisce….)

P:         ma chi site vuje? E che tenite a che spartere cu chella fammena ‘e niente ‘e Margarita?

Marg:    so’ ‘na povera vicchiarella che sape buono commo songo jut’’e cose. E stasera stongo ccà pe’ v’arapì l’uocchie…

Pep:      ‘a cosa nun m’interessa. Si pe vuje tengo l’uocchie appellate, meglio a perderle proprio che a vede ancora chella fauza senza core…..

Marg:    ma possibile ca tutto l’ammore ca tenivene pe’ Margarita è morto pe’ na chiacchiera e po’ nun l’’e dato manco l’opportunità e se spiegà?

Pep:      e che teneva ‘a me’ spiegà… forse e commo mentre me giurava ammor’’e fedeltà sa spassava cull’amante suojo???… NO! … preferisco e nun sapè niente niente, sintite a mme ca è meglio.

( ciò dicendo inizia a passeggiare nervosamente su e giù per la piazza….)

Marg:    sarrà.. ma je credo ca vuje avissev’’a cunoscere ‘a verità ‘e commo so’ ghiut’’e cose, n’ommo accussì avess’’a ffà! …. dico bene?

Pep:      Signò, nun ve cunosco, nun v’aggio maje parlato pirciò nun ve consento ‘e me venì a dì ‘sti cose? … che ne putite sapè vuje e ‘sta storia?????

Marg:    forse cchiù de te! …… Margarita è ‘nnucente …..

Pep:      Ma stateve zitta!

Marg:    nun ha maje vuluto bene a nisciun’ato che a tte!

Pep:      Basta! .. Basta nun ve voglio cchiù senti….

Marg:    nun v’ha maje offeso pecché Margarita te vò bene!

Pep:      v’aggio ditto e ve sta zitta, si no me scordo ‘o rispetto pe’ l’età e pecché site femmena, e accido pure a vuje……

( Margherita avvicinandosi a lui gli prende la mano e ponendogli il coltello….)

Marg:    e fallo!.. fallo! Si po’ servi a te fa senti ‘a voce d’’o core.. fallo!

( Peppeniello si sente impacciato, lui ama ancora Margherita ma ….l’onore….. una voce gli dice di non cedere ma un'altra gli consiglia d’ascoltare e cedere all’amore ….).

Pep:      nun è possibile, nun se ne parla nemmeno….. è l’onore! … nooo!, nun se po’ nemmeno pensà!… anze sapite che ve dico, si sìte  ‘na cumpagna soja, dicitece ca pure si ‘a vulesse credere e pure si ‘a vulesse ancora bene, nun me pozzo spurca  a faccia turnanno cu essa…..

Marg:    ma allora pe’ tte è cchiù importante ‘a faccia che l’ammore ca siente pe’ Margarita?

(entra il scena Pulcinella fermandosi in un angolo per non essere visto …..)

Pep:      je songo n’ommo d’onore, e chisto è ‘o prezzo c’’agg’’a pavà si vogli’‘o rispetto… ….  ( Pulcinella senza muoversi da dove sta …..)

Pul.:     Peppeniè, l’ommo d’onore, pe’ primma cosa, adda sapè ricunoscere quanno sbaglia ….. si no è nu quàquàracquà!

Pep:      chi ha parlato! … chi s’’è permett’’e me chiammà quàquàracquà!

Pul:       nun t’allummà, e commo si fucariello….

P:         chi sì tu pe’ me parlà accussì!??!

Pul:       songo uno ca sape ‘a vita comm’’è fatta e forse t’’è po’ ‘nmparà quacchecosa…

P:         nun aggio bisogno e nisciuno, soccio sbaglià je sulo!

Pul:       (con sarcasmo) e chesto s’’è visto, (amichevolmente) je te voglio sulo dì ca pa’ vendetta, p’’arraggia e p’‘o currje nun val’’a pena e ‘npustà maje questione. Ma si se tratta da verità o dell’ammore, allora si ca vale ‘a pena ‘e cumbattrere….arricuordate sempe ca è meglio ‘na brutta pace ca ‘na bona guerra! si Margarit’’è ‘nucente e tu ‘a crire … puos’’o curtiello accattace na rosa e puortancella, ca essa nun aspetta ato …..

Pep:      si, accussì dimene tutt’’o quartiere me riderà apprieso …. m’appiccerranno e cart’’arreto e farraggio ‘a fine ‘e pullecenella e culumbrina!(Pulcinella portandosi in luce verso Peppeniello…..)

Pul.:     pecché Peppeniè, famme sentì, che fine avesse fatto je? …. pe’ cunuscenza toja … je pe’ l’ammore  ‘e culumbrina m’aggio fatto passa pure ‘e piede ‘ncapo è overo, ma arricuordate ca quanno se fa p’ammore e po’ bene da verità nun è maje nu sfreggio fatto alla propria onorabilità ….….. nun pensà a chello ca po’ dicere a gente pecché a gente chello ca faje faje tene sempe ‘a soja ‘a dicere…. (Margherita scappa via e Peppeniello togliendosi la maschera…...)

Pep:      addò fuje chella vicchiarella….

P:         lassa ire, forse va a chiammà l’unic’’ammore tuojo…

Pep:      ma je ….

Pul :      ancora cu sta prosopopea je! je! sulo chesto sapite fa e dicere vuje guappe ma quardateve nu poco attorno e vedite che c’è sta pure TU!  (Margherita rientra senza maschera e timidamente s’avvicina a Peppeniello…...)

Marg:    e ‘o TU tuojo songh’je…..

Pep:      e tu che ce faje ccà, m’aviss’’almeno chiesto scusa?

Marg:    nun tengo niente a me fa scusa. Guardame, so’ Margarit’’a sciurara, nun tengo niente ma si tu me vuò allora song’’a femmina cchiù ricca d’’o munno pecché teng’’ammore tuojo….

( i due s’abbracciano e vanno via.si abbassano le luci. Tutti vanno via tranne Pulcinella che dopo aver raccolto alcune castagne dal contenitore e si va a sdraiare sulla panchina. dopo poco alza la testa, guarda il cielo poi…. )

Pul:        …che silenzio ….. che pace ….. me pare de sta int’’a ….

Entra in scena Ciccillo con la scopa in mano raggiunge il posto di lavoro del padre, si guarda intorno poi con aria schifata …………..

Cic:       Munnezza! Munnezza pe’ tutto parte… 

Pul:       dicevo, me par’’e sta dint’’a ‘na nuvola! … e siente …..

Cic:       che puzza…..

Pul:       e sinte c’addore ca tene ‘sta città, quanno tutte se vanno a cuccà….. me pare ‘e sta …..

Cic:       dint’’o cesso!….

Pul:       Rafè, ma a niente a niente ce l’avisse cu mmè!??!

Cic:       uè Pullecenè, e chi t’aveve visto, guarda ccà, guarda. …po’ diceno: “ ca ‘sta città è sporca!” …. e  no! …… nun so’ d’accordo!  nun è sta città ca è sporca,  e chi l’avessa mantené pulita ca è nu ‘nzevato ….

Pul:       e chi è chisto?

Cic:       e uno ca è partito a dint’’a munnezza e cu ‘a munnezza s’’è arreccuto….

Pul:       e nisciuno fa niente?

Cic:       e chi ‘o tocc’’a  Pullecené, chillo, tene cchiù sante protettore che capille ‘ncapo.

Pul:       cheste song’’e cose c’arruvinano ‘sta città

Cic:       a verità, simmo pure nuje che ‘a ‘regnimm’’e munnezza! (inizia a ramazzare, poi si ferma, si riguarda intorno fa una piegata di spalle e  portandosi la scopa sulla spalla….) E va bene, ….. Mò basta ….. Rafel’’è stanco, sta tutto sudato, quinti! te lassa e se ne và a cuccà! …….

Pul:       Rafè nun te pare ca te staje scurdanno quacche cosa????

Cic:       a mazza sta ccà, ‘o falzuletto pure, a bust’’a tengo mano…. No, nun me scordo niente!

Pul:       e  ‘o riesto? (rivolto a rafele….)

Cic:       Ah….. ‘o riesto? ….. vo dicere ca ‘o riesto te lo lascie per mancia! Bona nuttata Pullecenè! ( ciò dicendo  va via ….)

Pul:       è chest’’è obbì! ….  Mah?  (sulla parte orchestrale escono gli attori per i saluti. per ultimo esce Pulcinella che portandosi al centro al silenzio totale ….)  Sarrà chello che sarrà ma sta città che m’ha visto e nascere, e a città mia, e io songo e chesta citta  che è e resta sempe a chiù bella città d’’o munno!

parte la canzone di chiusura ….

parte la canzone “ ‘sti criature….

(sulla parte orchestrale escono gli attori per i saluti. per ultimo esce Pulcinella che portandosi al centro al silenzio totale ….)

Pul:       Sarrà chello che sarrà ma sta città che m’ha visto e nascere, e a città mia, e io songo e chesta citta  che è e resta sempe a chiù bella città d’’o munno!

parte la canzone “papule nà!”

F  I  N  E