Nel privee’

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NEL PRIVEE’

NEL PRIVEE’

di

Silvano Picerno

(libero adattamento da Totò, G. Inglese e R. Bizzarro)


SILVANO: (Entrando) E mo’ che gli facciamo a […] (proprietario locale)?

NICOLA: (c.s.) E che ne so?

LORENZO: (c.s.) Ma quanti sketch ha detto che dobbiamo fare?

SILVANO: Tre.

LORENZO: E facciamo quello dell’altra volta.

SILVANO: No, ha detto che li vuole nuovi.

NICOLA: Nuovi?! E quanto ci da? (Silvano glielo dice nell’orecchio) No… mi rifiuto…

LORENZO: Quanto? (Silvano c.s.) No… e che cosa dobbiamo fare!?

SILVANO: Dai, ormai abbiamo detto di si e poi… ci servono i soldi!

LORENZO: Pure questo è vero!

NICOLA: E cosa possiamo fare?

LORENZO: Io ho un’idea!

SILVANO: Ah, si?

LORENZO: Si. Stupenda! (mette il pugno sulla fronte) Oh, la notte…

NICOLA: (A Silvano) Fermalo a quello!!

SILVANO: Mamma mia, che questo quando inizia s’attacca al cervello e ti tira tutto il midollo!

NICOLA: Il nuovo Carmelo Bene!

LORENZO: Oh, che io un’idea volevo dire…

NICOLA: Ce l’ho io! E se facessimo una bella canzoncina… (mima una chitarra)

SILVANO: E quest’altro!

LORENZO: Ehi, pe’ piacere, tu e la chitarra!

SILVANO: Basta che suona per la ragazza: (canta) “Angela, Angela…!”

LORENZO: (imita) “Nicola, Nicola…! Come mi trovi?”

SILVANO: (imita) “Dimagrita! Soprattutto qua(indica il seno)! E io, io?”

LORENZO: (c.s.) “Ti trovo ristretto”

SILVANO: (c.s.) “Ah, come al Dixan Tabs!”

NICOLA: Molto spiritosi!

SILVANO: Io c’ho un’idea bellissima!

NICOLA e LORENZO fanno per andare via.

SILVANO: Dove andate? Venite qua. E’ veramente bella!

LORENZO: Sentiamo, da dove l’hai letta?

SILVANO: No, ma che letta?!… L’ho pensata io… Beh, si, l’ho letta da un libro, ma non vuol dire…

LORENZO: Come al solito!

SILVANO: Allora, facciamo così: tu farai la parte del marito cornuto, va bene?

LORENZO: No, no, no io quella parte non la faccio, non la voglio fare, non mi piace.

SILVANO: E invece la farai, la devi fare!

LORENZO: No, non la faccio.

SILVANO: Si, la fai.

LORENZO: No.

SILVANO: Si.

LORENZO: No.

SILVANO: Si.

LORENZO: No.

SILVANO: Si.

(fra i si e i no finiscono per abbozzare il gioco della morra)

NICOLA: (li interrompe) Oh, e la dobbiamo finire?!

SILVANO: (lo schiaffeggia) Insomma basta, che cacchio mi fai fare!… Tu farai la parte del marito, e basta!

LORENZO: E va bene… io devo fare sempre queste parti che non mi piacciono!…

SILVANO: Non ti piace a bere lo (fale corna) Jegermaister di […] (proprietario locale)?

LORENZO: E che solo quello c’ha!

SILVANO: Comunque non ti preoccupare che ti serve… (gli da una pacca sulla spalla) ti serve per diventare un attore… (c.s. Lorenzo accenna a mettere il pugno in fronte) Non quello, ma un attore di cabaret! Senti a me.

LORENZO: E va bene… va bene faccio la parte del marito cornuto.

NICOLA: E io cosa faccio?

SILVANO: La fessa di… (si copre la bocca) Hm!!! Mo’ te lo stavo dicendo! Tu farai la parte della moglie traditrice…

NICOLA: La zoccola?

SILVANO: La zoccola.

NICOLA: Oh, come mi piace questa parte!

SILVANO: Meh, e vatti a cambiare. E fatti la barba! (Nicola via) Tu invece farai…

LORENZO: Il marito cornuto, lo so…

SILVANO: Non signore, ho cambiato idea… farai il cameriere, Sabato.

LORENZO: Eh!… Peggio che andare di notte… il cameriere di sabato, con tutte i clienti che stanno… era meglio il marito cornuto!… tutti i giorni…

SILVANO: Silenzio! Decido io. Farai il cameriere… Siete pronti? Ah già, quello s’è andato a cambiare. Ammà vedè ce amm’accumenzè dou?… Pronto tu?

LORENZO: Si, pronto… pronto…

SILVANO: Pronto?

LORENZO: Pronto? (mimano il telefonino) Mannaggia, non si prende bene la linea!

SILVANO: Pronto? Chi parla?

LORENZO: Parla il cameriere… Sabato…

SILVANO: Il cameriere? E che vuoi? Chi ti ha chiamato?

LORENZO: Mi avete chiamato voi… (soggetti)

SILVANO: (lo schiaffeggia) Ma insomma la vuoi finire di fare l’imbecille? Dobbiamo lavorare si o no?

LORENZO: Pronto!… (Silvano accenna a schiaffeggiarlo) cioè… sto qua… ecco…

SILVANO: Avanti, cominciamo… Allora questo è un separè…

LORENZO: E che cos’è un separè?

SILVANO: Il privèe.

LORENZO: Il privèe a […] (locale)?! (gli viene da ridere)

SILVANO: Il privèe a […] (locale)… Va be’, facciamo finta! Tu stai qua… io entro dopo… e tu… ti vesti e inizi con la battuta, va bene?… incominciamo.

LORENZO: (indossa una giacca da cameriere) Tutto è fatto, (mette il pugno sulla fronte) pare che non manchi niente…

SILVANO: (lo interrompe) Ma no, non così drammatico! E’ arrivato Gassman! Normale.

LORENZO: Va bene. (ricomincia) Tutto è fatto, pare che non manchi niente. (guarda l’orologio) A momenti la coppia che ha prenotato questo privèe… del […] (locale) sarà qui.

SILVANO: (entrando) Permesso?

LORENZO: Accomodatevi.

SILVANO: Io sono venuto…

LORENZO: Lo vedo: è tutto macchiato! (lo pulisce sull’inguine con un tovagliolo)

SILVANO: Ma che fate?! E’ questo il gabinetto?

LORENZO: No, è quello lì a destra…

SILVANO: Lo so, vengo proprio da lì. Ma io intendevo un altro gabinetto… quello separativo…

LORENZO: Ah, il privèe… del […] (locale)?

SILVANO: Ecco, bravo, il privèe come dite voi.

LORENZO: (lo scruta dai cima a fondo) E voi siete il signore della prenotazione?

SILVANO: Per l’appunto! Permettete, Cesarino Bolletta. E voi come vi chiamate?

LORENZO: Sabato!

SILVANO: Tutti i giorni?

LORENZO: Certo!

SILVANO: No sa, certe volte… non si sa mai… alle volte uno pensa… gli altri giorni come si chiamerà?… e invece voi no… tutti i giorni…

LORENZO: Tutti i giorni!

SILVANO: …escluso il sabato… (si corregge) …cioè… tutti i giorni compreso il sabato vi chiamate Sabato… scusate… questi nomi certe volte… Ecco… mi posso fidare?… (sottovoce) La signora che aspetto è una maritata.

LORENZO: Cipolle a colazione, eh? (c.s.) Non ho capito.

SILVANO: (c.s.) La signora che aspetto è maritata.

LORENZO: (c.s.) Non ho capito.

SILVANO: Ma perché parlate così?

LORENZO: Perché state parlando voi così.

SILVANO: Ma io parlavo così per non farmi sentire perché la signora che aspetto è maritata. Shhh…

LORENZO: E non è forse questo un ambiente elegante e fine?

SILVANO: A me sembrava più un […] (locale), comunque…

LORENZO: Ma no, […] (proprietario) c’ha messo anche gli addobbi!

SILVANO: E’ proprio questo che volevo dirti… io vorrei sapere: in questo locale… questo […] (locale), diciamo… ci fossero dei gabinetti… così così…

LORENZO: Gabinetti così così? Voi scherzate?

SILVANO: Di seconda classe…

LORENZO: Voi scherzate?

SILVANO: Di terza…

LORENZO: Non scherzate. In un locale di primo ordine come questo?

SILVANO: Il […] (locale)?!

LORENZO: Ma certo, ha festeggiato anche il […] (anno) compleanno!

SILVANO: E allora giacchè siamo al gabinetto dammi la carta… (Lorenzo gli da la carta igienica) E questa cos’è?

LORENZO: La carta.

SILVANO: Ma non quella, intendevo il menù. (Lorenzo glielo da) però mancano i prezzi…

LORENZO: I prezzi non si mettono mai…

SILVANO: Te l’ha insegnato […] (proprietario) questo, non è vero?

LORENZO: Il prezzo è l’ultima cosa!

SILVANO: Veramente per me è la prima… Senti Sabatino… Siedi qua un momento vicino a me.

LORENZO: Dove seder degg’ìo se qui sgabel non v’è?

SILVANO: Siedi dove ti pare, o favelliamo in pie’

LORENZO: Vicino a voi? Io, un modesto cameriere?

SILVANO: Macchè cameriere! Qua non ci sono né signori né camerieri, ma solo due buoni amici di vecchia data… cresciuti insieme come fratelli di lattice!

LORENZO: (Come se dettasse un telegramma) No! Voi, signore, mi confondete! Sedere vicino a voi! Ma voi mi mortificate! Stop. Sabato. Stop. Quant’è?

SILVANO: (Che ha mimato di battere a macchina) Quattromila e novecento lire. Paga in contanti? Ma che mi fate fare?! Senti un po’ Sabatino… Ho bisogno di una confidenza. (gli mette le mani addosso)

LORENZO: Già ve la state prendendo…

SILVANO: Su per giù, quanto viene a costare un pranzettino per due persone in questo gabinetto separativo?

LORENZO: Pochino… se […] (proprietario) ha portato il cane a pisciare, un 30, 40 mila lire.

SILVANO: Solo?

LORENZO: Se non l’ha portato ci sono poi i vini… e lo champagne…

SILVANO: Che champagne? A noi una gassosa…

LORENZO: E dove stiamo al Bar dello Sport?! La gassosa la prendete là. In tutti i modi aspettiamo che venga la signora, ordinerà lei il menù.

SILVANO: No, no, no, ordino io!

LORENZO: Aspettiamo che venga la signora, è meglio. (Via)

SILVANO: Santa Eufrasia… vergine! Mi sono messo in un bell’impiccio, e come me la spiccio? (estrae il portafogli e viene risucchiato dentro) Sto senza una lira, ci voleva proprio questa serata al […] (locale)! Comunque mi sta bene, svergognato che non sono altro… In una posizione come la mia non ci si mette a corteggiare la moglie del principale… Ordinare… e che ordino? Come si fa a ordinare se non sono segnati sulla carta neppure i prezzi? (prende la carta igienica per sbaglio) Ma che fa ancora qui? Sant’Antonio, tu che fai tredici grazie al giorno, fammene una… fai che ella non venga…

NICOLA: (entrando) Eccomi qua!

SILVANO: (fra sé) Sant’Antonio, grazie tanto!… Voi?… Siete… voi?…

(si bloccano in quella posa a mo’ di statue)

LORENZO: Il personaggio di Ridge oggi sarà interpretato da Cesarino Bolletta. Sigla. Taratatatatatata… (mima la sigla di “Beautiful”) Vai. (schiocca le dita)

NICOLA: Si! Proprio io, vi ho fatto piacere?

SILVANO: Si, tanto piacere… (fra sé) adesso mi viene un infarto!

NICOLA: Credevate che non sarei venuta?

SILVANO: Proprio!

NICOLA: Non vi nascondo che ho una terribile paura… se mi ha visto il mio magnaccio…

SILVANO: Chi?!

NICOLA: Se mi ha visto mio marito… siamo fritti!

SILVANO: E che siamo due polipi? Ma adesso siete qua, è inutile a pensarci più.

NICOLA: Mi volete proprio bene?

SILVANO: Assai. (freddo)

NICOLA: E allora che fate… non mi date un bacio? Da quando sono venuta non mi avete ancora baciata…

SILVANO: Scusatemi… sono troppo commosso… e poi non vi siete fatta la barba…

NICOLA: Ah, ma che vuol dire: donna barbuta…

SILVANO: E’ sempre barbuta!!

NICOLA: E’ la prima volta che pranzo in un gabinetto riservato. (guardandosi attorno) E’ caruccio però!

SILVANO: Ma, non lo so, non ci sono i prezzi sul menù…

NICOLA: A proposito, mi è venuto un po’ di appetito con li cacchi, cioè… una fame da lupi. E a voi?

SILVANO: A me m’è passato… appena vi ho vista!

LORENZO: (entra col menù e lo presenta a Nicola) Se la signora vuol comandare…

NICOLA: C’è tanta roba qui sopra che uno si confonde…

LORENZO: Allora se credete faccio io…

SILVANO: Ecco bravo, fai tu… (gli fa un occhiolino)

LORENZO: Delle ostriche, va bene?

SILVANO: Ostriche? Ma scherzate? Fanno male assai! Un amico mio è stato male assai, è stato per morire…

LORENZO: Chissà che qualità saranno state… Noi qui le prendiamo vive…

SILVANO: E dove le pescate nella fontana di piazza […] (il nome di una piazza con la fontana)?!

LORENZO: Ma no, abbiamo il nostro rifornitore di fiducia. Allora facciamo due dozzine di ostriche?

SILVANO: No! Una basta…

LORENZO: Se ne ordinano sempre due per averne una…

SILVANO: E’ abitudine del locale, eh?! E io ne volevo una per non averne proprio…

LORENZO: Il signore ha voglia di scherzare… Poi del cane siberiano…

SILVANO: Cane siberiano?

LORENZO: Si, l’husky di […] (proprietario)…

SILVANO: Husky? Ma che schifo!

LORENZO: E allora una zuppa di pesce? Il pesce va bene per la signora?

NICOLA: No, pesce no, ce n’ho già tanto…

SILVANO: Facciamola finita… Cameriere senza pesce… porta un po’ di baccalà fritto e la frutta…

NICOLA: Baccalà? No!…

LORENZO: Baccalà? Oh! Adesso vi porto una nostra specialità… pollo alla regina […] (moglie del proprietario).

SILVANO: Se non la finisci ti do un calcio all’imperatore […] (proprietario)! Beh, porta… una coscettina di pollastro piccolino…

LORENZO: Il pollo si serve intero… E poi?

SILVANO: E poi che? Quando hai portato tutta questa roba!

LORENZO: Va bene… non vi arrabbiate… Porterò dolce eccetera…

SILVANO: No, no, niente eccetera che non lo digerisco…

LORENZO: E allora caffè, Jegermaister…

SILVANO: Quello te lo bevi tu (fa le corna)!

LORENZO: E poi champagne…

SILVANO: Che champagne? Porta mezzo litro…

LORENZO: Ho capito… Datemi carta bianca, penso io a tutto… (via)

SILVANO: Già mi vedo a lavare i piatti…

NICOLA: Cos’avete, amico mio, siete così cambiato!

SILVANO: Quel cameriere ce l’ho sullo stomaco…

NICOLA: Eppure qui si sta molto bene, verremo tutte le settimane…

SILVANO: Ma che t’ha pagato […] (proprietario)? Sembra lo spot della radio…!

LORENZO: (con la zuppiera) Ecco serviti i signori… Adesso porterò il vino… Capri bianco… (via)

NICOLA: Dunque, dicevamo, tutti i […] (giorno di chiusura) verremo qua…

SILVANO: Ma il […] (giorno di chiusura) è chiuso!

NICOLA: Appunto! Mio marito deve andare a Milano per affari professionali e io verrò con voi.

LORENZO: Ecco il vino… Capri bianco e rosso…

SILVANO: Se c’era il verde lo portava anche verde… Perché due bottiglie?

LORENZO: Capri bianco e rosso… Venezia: azzurro con qualche nuvola… Genova: nuvoloso, tendente al sereno… Palermo: acquazzone con qualche schiarita…

SILVANO: E Bari?

LORENZO: Come il vostro denaro: Non Pervenuto!

SILVANO: Se non te ne vai adesso ti perviene un calcio dagli Appennini alle Ande!

LORENZO: Ringrazio, signore, ma non avverto il bisogno. (via)

NICOLA: E voi non mangiate?

SILVANO: Più tardi…

NICOLA: Questo potete assaggiarlo…

SILVANO: Il pesce? Ah, no, non ho appetito… mi sento tutto sconvolto… sarà stato […] (specialità del locale)…

NICOLA: Ma non mentite, che l’ho mangiato pure io e non mi è successo niente.

SILVANO: Ah, è per questo che avete lasciato quel puzzone nel bagno!

NICOLA: Ma ditemi la verità.

SILVANO: Ebbene, lo volete sapere? Sto pensando allo Jegermaister… cioè… a vostro marito… (fa le corna)

NICOLA: A mio marito?

SILVANO: Perché, vostro marito non è forse un mio benefattore? Non debbo a lui se fra qualche anno potrò farmi un nome? Una carriera?

NICOLA: Alla Natuzzi?!

SILVANO: Si, un salottificio non sarà il massimo, ma è sempre meglio che scaricare immondizia alla Tradeco! Ed è bello forse quello che adesso sto facendo? No… sono un ingrato.

NICOLA: Ma dal momento che a mio marito non ci penso io, non ci pensate neppure voi…

SILVANO: Non è soltanto questo… (si alza) E poi io sono un semplice tappezziere… mentre voi siete… (la guarda titubante) …una signora!

NICOLA: Ma io non vi ho cercato, è la provvidenza che vi ha mandato in casa mia come un…

LORENZO: Salame affettato!

NICOLA: Angelo consolatore. M’è passato tutto l’appetito!

SILVANO: Cameriere, portalo via…

LORENZO: Portalo via? Ma che dite? […] (proprietario) poi se la prende con me…

SILVANO: Si, si, portalo via… la signora non ha più appetito, inutile insistere… Tu fai il cameriere ed obbedisci e non ti pigliare tante confidenze con chi non ti conosce!

LORENZO: Prima eravamo fratelli di lattice… sei proprio un…

SILVANO: Ma che sei e sei? Sei e sei fanno 12; 12 e 12, 24, 24 e 24, 48, 48 e 48?

LORENZO: 96.

SILVANO: Ah, grazie 96. Amico mio, io non ti conosco; salutami a sorrete e statte buene!

LORENZO: Ma…

SILVANO: Fai silenzio! Che se mi vengono i cinque minuti, mi durano un’ora! E porta subito la frutta e il conto.

LORENZO: Abbiamo solo le banane.

SILVANO: Porta una banana! (Lorenzo via) Siete in collera con me?

NICOLA: No! Ma se avessi saputo… Mi sono messa al rischio di essere vista dal mio magnaccio… ehm… da mio marito, per venire qui ho preso un’automobile chiusa e voi mi ricordate proprio di mio marito? Vuol dire che non mi amate! Sigh, sigh…

SILVANO: Che è “Sigh, sigh”?

NICOLA: Il pianto.

SILVANO: Ah…! E allora, e allora… andate via, voglio restare solo, con la malinconia…

NICOLA: Che me la fate tutta la canzone? C’ho già il disco a casa!

SILVANO: Quand’è così, non vi trattengo più… e tornatevene pure dal vostro magnaccio… ehm… da vostro marito… Così rifletterete che ho agito da vero galantuomo… e nei momenti di sconforto… usate…

LORENZO: Banane e il conto! (Nicola si riveste)

SILVANO: E’ arrivato Gianni Morandi!

LORENZO: Ha parlato Massimo Ranieri!

SILVANO: Manca solo Anna Oxa (indicando Nicola) e abbiamo fatto Sanremo! (legge il conto raggiante) Tredicimila lire?

LORENZO: Si, signore, […] (proprietario) ha portato il cane a pisciare…

SILVANO: Eccotene quindici, il resto è per te… (Via Lorenzo)

NICOLA: (fa per andare) Me ne vado!

SILVANO: Ve ne andate, e perché?

NICOLA: Come perché? Se voi l’avete detto!

SILVANO: Non più!

NICOLA: E perché?

SILVANO: Perché siete b… (gli viene un rigurgito) …bella! Avete due occhi che quando mi fissano io resto fisso, e più rimango fisso e più divento fesso.

NICOLA: Eh! Me ne sono accorta!

SILVANO: Che sono un fesso?

NICOLA: Noooo! Che vi piaccio! Del resto anche voi mi piacete…

SILVANO: Spogliatevi, e vi assicuro che questa volta, per vestirvi, ci vorrà molto tempo! Si, sono pezzo da un pozzo,… sono pizzo da un puzzo,… sono pozzo da un pizzo,… sono pazzo da un pezzo!… Porca miseria!

NICOLA: (torbida) Ho una casa sul lago di Lecco
che a vederla ti sembra una chicca
se ci vieni ti giuro mio cocco
che rimani davvero di stucco.

SILVANO: Se ci vado stavolta l’imbrocco
e nessun potrà darmi lo scacco
se il tuo amore sarà poscia trucco
mi accontento del latte di vacca.
Bambina, bando alle ciance… ba… ba… ba…

TUTTI: Baciami piccina, sulla bo… bo… bocca piccolina, dammi tanti tanti baci in quantità, furniculì culì furniculà!!!


FINE