NEL SEGNO DELLA BILANCIA
Monologo
di ALDO NICOLAJ
PERSONAGGI
NANNI
VOCE DELLA BILANCIA
Commedia formattata da
Monolocale con letto, poltrona, sedie, tavolo, telefono, ecc. Nanni, bell'uomo, piuttosto florido, non grasso ma in carne, Sta pedalando su una cyclette, al ritmo di una allegra musichetta. Accelera le pedalate via via che la musica accelera il ritmo e finisce ansimante, senza fiato, quando la musica termina con un finale molto vivace. Nanni scende dalla cyclette e la porta nel bagno. Scena vuota per qualche secondo: si sente lo scroscio della doccia e la voce di Nanni che canta una canzone. Quando finisce, Nanni riappare asciugandosi ed indossa un vivace accappatoio. Finisce di asciugarsi, si massaggia con acqua di colonia, poi ritorna in bagno, da dove esce subito portando religiosamente in scena una bilancia elettronica, che posa in mezzo alla stanza.
Nanni - (alla bilancia, che diventa la sua interlocutrice) Buongiorno, piccola. Come vedi ci rivediamo, finalmente! Dimmi tutto. (sale) Ho fatto qualche progresso?
Voce della bilancia - Bentornato, Nanni. Vediamo subito la situazione. Non ti devi essere comportato molto bene. Non hai fatto alcun progresso.
Nanni - Come sarebbe a dire?
Voce della bilancia - … sarebbe a dire che sei aumentato ancora. Eri ottanta chili trecentotrenta grammi, ora sei novanta chili seicento trenta grammi.
Nanni - (guarda la bilancia stupito e seccato) Impossibile. Ci deve essere un errore. Riproviamo. (risale sulla bilancia)
Voce della bilancia - Nessun errore. Novanta chili seicentotrenta grammi. Anzi trentuno.
Nanni - Mi pare esagerato. Non so da cosa possa dipendere. (si toglie l'accappatoio e risale sulla bilancia)
Voce della bilancia - La differenza è minima. Novanta chili duecentodieci grammi.
Nanni - Troppo Troppo! (scende dalla bilancia contrariato, si toglie dal polso l'orologio, si sfila la fede dal dito, poi lo slip e si pesa completamente nudo)
Voce della bilancia - appena cinquanta grammi di meno. Novanta chili seicentosessanta grammi.
Nanni - (guardando la bilancia con profondo odio si rimette fede, orologio e slip ed infilandosi di nuovo l'accappatoio sbotta) E dove sarebbero tutti questi chili in più?!? Peso esattamente come l'ultima volta, se non qualche chilo in meno. Non è che sia ingrassato, sei tu che sei sballata, piccola. Bari sul peso per farmidispetto. Ma non mi lascio certo condizionare da te. Non sei la sola bilancia al mondo. Ora mi vesto e vado a pesarmi da qualche altra parte. Dove? Dal farmacista all'angolo Come dici? Che quella del farmacista non è una bilancia elettronica? Per lo meno è onesta e non mi fregherà sul peso. No, non mi arrabbio, ma scusa Come avrei mai potuto ingrassare tanto? Dieci chili in dieci giorni vuole dire un chilo al giorno. Ho mangiato moderatamente. Niente grassi niente zuccheri niente farinacei mai sale, intingoli, sughetti soltanto carne o pesce ai ferri insalata o verdura scondita mele Con una dieta così come posso aver fatto ad ingrassare, scusa. Ho bevuto troppo? Ho bevuto, ma senza esagerare. Col mestiere che faccio come posso non bere? Mi occupo di pubbliche relazioni, organizzo cocktails, ricevimenti, incontri Scusami, ma agli invitati non posso offrire acqua fresca!?! Ti dico che ho bevuto, ma restando nei limiti. E, dopo un cocktail, mi precipitavo in sauna. Per espellere, sudando, tutto quanto avevo bevuto. Per ogni drink un'ora di sauna, tanto che l'inserviente mi ha consigliato di non esagerare perché, espellendo troppo liquido, danneggiavo l'organismo Ed in camera avevo una cyclette e pedalavo tanto che se fosse stata una bicicletta normale avrei fatto due volte il giro d'Italia È così, ti dico. E non me ne stavo sempre sdraiato, facevo un vita superattiva andavo anche dall'albergo al congresso e dal congresso all'albergo a piedi. Ero l'unico a rifiutare il pulmino a disposizione dei congressisti Dici che, allora, ho qualcosa che non funziona? Il metabolismo? Il mio metabolismo va benissimo, sei tu che non funzioni il tuo cervello elettronico è andato in tilt e ormai non sei che da buttare (sale di nuovo sulla bilancia)
Voce della bilancia - Novanta chili seicento trenta grammi. Sempre lo stesso peso, tesoro.
Nanni - Non chiamarmi tesoro. (guarda la bilancia e pensa di cambiare tattica. Conciliante) Insomma, piccolina, che cosa ti ho fatto? Sei offesa perché ti ho lasciata dieci giorni? Non l'ho fatto per cattiveria, dovevo assolutamente partecipare a quel congresso. Non potevo portarti con me. Come facevo, scusa? Arrivavo con la mia bilancia personale?!? Ma ti assicuro che pensavo spesso a te. Dicevo: chissà come si annoia tutta sola E tu ti sei indispettita ed hai voluto vendicarti. È così? O è stato un errore? Non preoccuparti, errare humanum est, e solo se si persevera è diabolico. Su su non è successo niente. Ora riprovo e tu mi dici la verità, tutta la verità, non un grammo di più della verità. (sale sulla bilancia)
Voce della bilancia - Novanta chili seicento trenta grammi.
Nanni - Allora è la guerra che vuoi! (le dà un calcio sbattendola in un angolo della stanza) Inutile essere gentile con te. Sei cattiva, sei perversa Ed io che ti credevo amica Ma se persino Fiammetta, sempre così critica nei miei riguardi, ieri, come mi ha visto, ha esclamato: “Complimenti, Nanni, non ti ho mai visto così in forma!”. Non me lo avrebbe detto se mi avesse visto ingrassato. Fiammetta ha un occhio se ho un chilo in più, subito lo nota. E, poi, spiegami come avrei potuto ingrassare di dieci chili. Una donna incinta ingrassa di dieci chili, ma in nove mesi, non in dieci giorni. Puoi dire qualsiasi cosa, ormai non ti prendo nemmeno più in considerazione. (si toglie l'accappatoio, prende dall'armadio una camicia e se la infila) Mi peso dal farmacista e poi ti porto su lo scontrino. Anche se quella nonè una bilancia sofisticata, sa pesare. (la camicia gli va stretta e fa fatica ad abbottonarla. Si giustifica con la bilancia) Non mi è stretta, è attillata. L'anno scorso le camicie andavano cosi strette avvitate al corpo Mentre quest'anno usano ampie, comode, sciolte Questa mi è giusta, ma riesco benissimo ad abbottonarla. (un bottone della camicia salta via) Un bottone attaccato male. Succede. (dall'armadio tira fuori un paio di pantaloni, ma non riesce a chiuderli in vita, dopo che se li è infilati. Volta le spalle alla bilancia perché non vuole che veda i suoi sforzi) Non è che mi siano stretti mi stanno un po' giusti Basta fare un piccolo sforzo e poi la stoffa cede e si assestano al corpo. (è riuscito ad allacciarseli, ma lo stringono come in una morsa. Alla bilancia) Visto? Come mi stanno? Perfetti! Sembra che me li abbiano dipinti addosso col pennello. (sorride anche se i pantaloni lo stanno segando in due, fa alcuni passi per far vedere alla bilancia come gli stanno bene ed al primo movimento i pantaloni si spaccano. Minimizzando) Colpa della stoffa. O della lavanderia. Mandi un vestito a lavare e quando te lo rimandano, non riesci più ad indossarlo. Voglio provare la giacca. Prima mi stava larghissima ci ballavo dentro vediamo ora (prende la giaccia dall'armadio e se la infila. Gli sta strettissima, riesce ad abbottonarla a fatica. Alla bilancia) Vedi? La stoffa si è ristretta. I casi sono due: o è il tessuto che è di merda o è di merda il lavoro della lavanderia. (si toglie giacca, pantaloni e camicia che butta nell'armadio e tira fuori una polo e un paio di jeans) Polo e i jeans, sto anche più comodo. E, poi, tanto oggi è domenica, dove vuoi che vada? (si è infilata la polo ma fa fatica a chiudersi i pantaloni in vita. Alla bilancia) Stretti? I jeans vanno stretti. Altrimenti che jeans sarebbero? Anche se te li compri due o tre numeri più grandi, i jeans ti vanno sempre stretti. Perché? Perché sono jeans. È il taglio il modello la confezione (se li è abbottonati, con orgoglio) Vedi? Mi stanno perfetti Se fossi ingrassato non avrei nemmeno potuto infilarmeli. (suonano alla porta. Va ad aprire e dall'esterno qualcuno gli passa un vassoio su cui è preparata un’abbondante colazione del mattino) Grazie. Puntuale come un orologio svizzero. (appoggia il vassoio sul tavolo e siede per far colazione. Dopo una esitazione, con estremo coraggio, scarta burro, marmellata, crostini, panini, miele, dolcetti vari) Troppa roba. Meglio una frugale colazione, al mattino. (si serve il tè, ma mentre sta per zuccherarlo,. allontana la zuccheriera ed anche la lattiera) Il tè si beve «naturale» senza zucchero, senza latte, senza limone. Solo così si può sentirne l'aroma. (beve un sorso di tè ma non riesce a trattenere una smorfia) Bisogna farsi il palato. Ottimo, però, profumatissimo. (un altro sorso. Non gli piace. Mette una puntina di zucchero nella tazza) Ma lo zucchero ci vuole. Non è che una puntina di zucchero possa farmi ingrassare. (ci ripensa e mette qualche cucchiaino di zucchero nella tazza) Poco da dire, i gusti sono gusti. A chi il tè piace dolce, a chi amaro. A me piace dolce. Dolcissimo. (beve il tè soddisfatto) E, poi, al mattino, si ha bisogno di zucchero, che è energetico. Dopo la pausa notturna bisogna aiutare l'organismo a rimettersi in piedi. Senza benzina nel radiatore, nessuna macchina parte. I medici sconsigliano di cominciare la giornata a stomaco vuoto. (rimette nel vassoio marmellata, panini, crostini, ecc. e comincia a mangiare allegramente spalmando ed imburrando) Al mattino bisogna mangiare. È un'abitudine che mi ha dato mia madre. Lei era emiliana. Di Bologna. Bologna la dotta, ma anche la grassa. Una città che apprezzando i piaceri della vita, ama la cucina non meno della cultura. Mia madre era una patita della buona cucina. Sapeva fare di tutto: lasagne, tortellini, fettuccine, ravioli, pappardelle, tagliolini, passatelli E poi aveva una passione per i dolci. E il suo pasto preferito era proprio quello del mattino. (con accento bolognese) “Nanni, Nannino al mattino devi nutrirti! Lagiornata è lunga e se non mangi, come fa il fisico a sostenerti? Mangiare è civiltà. Più un popolo è civilizzato più mangia al mattino. Gli americani, per esempio, hai visto nei films quanto mangiano gli americani al mattino? Succhi di frutta uova latte cereali pancetta prosciutto formaggio bistecche Ed è proprio perché mangiano che gli americani sono diventati americani ed hanno vinto la guerra. Al mattino, dopo una buona dormita, facevano un'abbondante colazione, poi salivano sull'aereo ed andavano a bombardare. Bombe su bombe, dove capitava, capitava. E così, bombarda oggi, bombarda domani, alla fine, hanno finito per vincere la guerra questi americani, proprio perché facevano delle buone colazioni al mattino”. E per invogliarmi a mangiare mi preparava ogni mattino un dolce diverso: la crostata di frutta la torta di ricotta il dolce al caramello la crema paradiso La pinolata il budino di riso il flan al mascarpone la pastafrolla ripiena. Ricordi, mamma? Chi le ha più viste colazioni così? Al mattino venivi a svegliarmi dicendomi: “Alzati, Nanni, c'è la torta in forno, così te la mangi calda, calda, come piace a te. Ed a me”. E mangiavi allegramente senza preoccuparti né di ingrassare, né di farmi ingrassare. “Grassezza fa bellezza” dicevi e divoravi tutto, senza problemi di linea. Una fetta di torta a me ed una a te, un crostino imburrato a me ed uno a te una tazza di cioccolata a te ed una a me un panino con la gelatina a me ed uno a te un dolce con la crema a me ed uno a te “Vedi, Nannino, io ho bisogno di nutrirmi se non mangio mi sento male. Una mattina sono uscita digiuna per delle analisi e sono svenuta in mezzo alla strada. Se qualcuno non mi avesse tirata su e portata al bar, dove ho subito fatto colazione, sarei morta. E tu, povero bambino, saresti rimasto solo al mondo ”. Il cibo per te era tutto, anche per una forma di compensazione. Mio padre ti aveva lasciata per un'altra donna e tu ti lamentavi “Vedi, Nannino, gli uomini sono tutti mascalzoni: lasciano una donna con la quale hanno vissuto i loro anni più belli per una donna più giovane ”. Ed anche più magra, mamma. Lo ammettevi anche tu. “Magra ma così magra che sembra una lucertolina senza coda. Senza forme, senza seni, senza curve, senza fianchi. Due coscettine così magre che sembrano quelle dei polli, dopo che lei hai rosicchiate. Non ha nemmeno un po' di culo, Nanni. E senza un po' di culo, una donna che cos'è? Meno di niente. Cosa può averci trovato tuo padre in una donna così ”. “Perché piangi, mamma?”. “La magrezza mi fa venire le lacrime agli occhi, Nannino mio. Ma è meglio che tuo padre se ne sia andato, così posso sempre stare con te ed abbracciarti tutte le volte che voglio. Peccato che tu non sia una bambina ”. “Perché, mamma?”. Ho capito più tardi che sarebbe stato per te un sollievo: non avere più maschi per casa, la nostra sarebbe stata un'alleanza completa. Ed, allora, per rimediare, cosa hai combinato? Hai deciso di vestirmi da bambina: mi pettinavi coi boccoli, i riccioli e i nastrini mi confezionavi abitucci arricciati a piegoline a volants con trine e ricami maniche a palloncino o con lo sbuffo sottanine di organza e di seta Ricordo ancora un vestitino di velluto nero, con gonna larga e cortissima da dove spuntavano le mutandine orlate di merletto. Mi rivedo ancora mentre cercavo di strapparmelo di dosso, mentre tu per calmarmi mi ricattavi: “Non dare un dispiacere alla tua mamma Vuoi farmi piangere anche tu? Sapessi come sei carino vestito così. Una signora, poco fa si è voltata ed ha detto che eri proprio una bella bambina ”. Io strillavo per protestare, dicendo che ero un maschietto e tu: “Su su buono Nanni, non fare capricci Cosa t'importa se pensano che tu sia una bambina? Tanto hai un pisellino così piccolo, ma così piccolo, che si fa fatica a capire se sei un maschietto o no ” E mi hai creato un complesso, mamma, che mi sono portatodietro tutta la vita “Voglio i pantaloni - urlavo battendo i piedi - non voglio la sottana!”. “Che importanza ha, Nannino?” mi dicevi. “E i preti non la portano la sottana? Ed anche i frati. Persino gli angeli, cherubini e serafini. In paradiso nessuno porta i pantaloni. Hai mai visto il buon Dio con le brache? E i santi? E Gesù? Quando era piccolo, sua mamma, la Madonna, gli cuciva dei vestitini proprio come i tuoi ”. Senza un padre che mi difendesse, dovevo cedere. Chissà dov'era finito mio padre. Mi mancava talmente senza di lui mi sentivo come mutilato M'ero persino dimenticato del suo viso Lo ritrovavo soltanto nei miei sogni e al mattino mi svegliavo col cuscino bagnato di lacrime. Ero già grandino, quando seppi che era morto in un incidente, con la sua lucertolina. Alla fine, tu, mamma, ti sei rassegnata a vedermi in pantaloni, Ma a malincuore, molto a malincuore. Se fossi diventato un travestito, saresti stata più contenta. Ti sei rifatta dandomi tanto da mangiare. “Mangia, devi farti le ossa per diventare grande e grosso come tuo padre, che era un marcantonio che non finiva più. Bello, bello come il sole, che il cielo lo stramaledica. Promettimi che non mi lascerai, come ha fatto lui. Ma tu non hai certo la sua bellezza”. E per farmi diventare grande e grosso, mi facevi mangiare lasagne, pasta al forno, ravioli, arrosti, stufati, polpettine alla crema che si scioglievano in bocca Col risultato che i miei compagni di scuola mi sfottevano e mi chiamavano ciccione. “Lasciali dire - mi consolavi - meglio fare invidia che pietà. Sono così brutti i tuoi compagni così lunghi, lunghi, magri, magri con quei fianchi gracilini ”. “Non starei meglio più magro?”. “Non penserai di essere grasso?!? - mi dicevi - Sei solo un poco in carne, hai preso da me ”. Tu, mamma, eri così grassa, così rotonda, che per abbracciarti, dovevo fare un po' alla volta. Eri bella con tutta quella carne addosso eri soda la tua pelle liscia, lucida e tesa Sembravi una mela un'enorme mela Mai sudata, sempre fresca sapevi di buono di colonia di cannella di saponetta E mangiavi, non facevi che mangiare. (riflettendo) Mangiavi perché ti sentivi infelice. Io, invece, sono contento di me, ho un lavoro che mi piace amici che mi vogliono bene una vita sentimentale serena Volere o volare sono un uomo di successo. Ed allora perché mi piace tanto mangiare? Perché sei stata tu, mamma, a darmi il gusto della buona tavola. E, poi, ho appetito perché sono sano, perché sto bene (guarda il vassoio della colazione) Guarda, mamma, ho mangiato tutto. Era una discreta colazione, ma nulla a che vedere con quelle che mi preparavi tu. Quando? Ormai sono anni che te ne sei andata quasi sette a luglio. Quel mattino mi avevi preparato per colazione il mio dolce preferito, una pastafrolla con la gelatina di ribes, un sapore così delicato che, solo a pensarci, mi viene l'acquolina in bocca Ero uscito allegro, mille miglia lontano dal pensare che ti potesse succedere qualcosa. Ero in provincia per il lancio di un nuovo prodotto, quando mi hanno chiamato al telefono per dirmi che dovevo tornare, perché ti eri sentita male. Sembrava uno scherzo di cattivo gusto mi sentivo angosciato, non riuscivo quasi a guidare Quando sono arrivato ho trovato la casa silenziosa. Ti ho chiamata, nessuna risposta. Poi sono entrato nella tua stanza, eri rigida sul letto, bianca come fossi morta da sempre. Non mi sono mai sentito così infelice, così disperato, mamma Sono andato in cucina e mi sono messo a mangiare tutto quello che c'era: la torta di pastafrolla un avanzo di lasagne il polpettone peperoni pomodori formaggio Mangiavo e piangevo, piangevo e mangiavo mangiando mi pareva di sentirti ancora viva accanto a me riuscivo a cancellare la morte E tutti mi guardavano stupiti masticare col viso rigato di lacrime. Sarei ingrassato chissà di quanto, in quel periodo se tu, Barbara non fossi intervenuta, prendendomi sottola tua tutela (si guarda le varie parti del corpo) Certo, magro non sono. In certi momenti tutta questa carne in più mi dà un tale fastidio anche perché vivo in mezzo ad artisti gente che non so come faccia, ma conserva sempre una linea eccezionale Gli attori, soprattutto. Non hanno stomaco, non hanno pancia, non hanno salsicciotti sui fianchi un fisico asciutto Non mangiano che carote, pompelmi, mele Risparmiandosi a tavola, dovranno pure risparmiarsi anche a letto. C'è un preciso equilibrio tra cibo e sesso. Se controlli il cibo, limiti il sesso. Io non rinuncerei mai all'amore per conservare la linea. Fossi matto! (ride) Mamma, in questo campo non ho problemi. Mangio e bevo e sessualmente vado forte. Con le donne ho successo, anche se sono un po' in carne. Del resto, non dicevi sempre che le donne dell'uomo devono sentire anche il peso? (si avvicina alla bilancia e si pesa)
Voce della bilancia - Sei aumentato ancora. Ora sei novanta chili novecento dieci grammi.
Nanni - A me non importa. Un po' grasso sto meglio. Mi secca solo dare questa gioia a Barbara. Quando ci siamo lasciati mi ha detto: “Povero Nanni, ora che non mi avrai più accanto, ingrasserai, diventerai enorme”. Cosa stai dicendo, mamma? Che non avrei mai dovuto innamorarmi di Barbara? Perché? Troppo magra?!? Non era né magra, né grassa, era perfetta, 85 di seno, 45 di vita, 85 di fianchi. Ed ha conservato queste misure anche dopo la maternità. Per questa sua bellezza io mi sono innamorato. Un colpo di fulmine. Il nostro è stato un matrimonio d'amore e siamo stati felici come pochi. Vero, Barbara? Quante ne abbiamo combinate insieme. Quell'estate a Viareggio, te lo ricordi? La polizia che ci correva dietro ed io col piede sull'acceleratore, abbracciato a te che suonavi il clacson svegliando tutto il paese Eravamo incredibili, noi due, incredibili ed imprevedibili, non è così, Barbara? Belli, folli, ubriachi come due personaggi di Scott Fitzgerald. Anche per noi era tenera la notte, ah, come erano tenere le nostre notti (è commosso) Eravamo perdutamente felici. (con angoscia) Non sarò mai più felice come lo sono stato con te. Una felicità incantata una felicità di vetro una specie di incantamento, di magia Ballavamo su quella rotonda sul mare stretti stretti. .. io cantavo piano, piano sfiorando con le labbra il tuo orecchio (finge di ballare abbracciata ad un’invisibile donna e canta una canzone romantica un po' vecchiotta, tipo «Stranger in the night». L'attore può far durare la scena quanto vuole, poi si interrompe come se qualcuno gli stesse parlando) E con questo, mamma? Ci siamo lasciati. Nessun amore è eterno. Tutti i rapporti finiscono, per deteriorarsi. Noi ci siamo lasciati da buoni amici. E senza soffrirne. Per lo meno, io non ne ho sofferto. Barbara? Non lo so. Forse. Rimpianto sì. Rimpianto e tenerezza. Come quando qualcosa di bello finisce. Perché con te sono stato bene, Barbara. Eri la mia mezza mela. Eri il mio mondo. Che giorni abbiamo avuto. E tu mi amavi. Guai se ingrassavo sorvegliavi rigidamente la mia alimentazione In cucina tutto chiuso a chiave il mobile bar bloccato con un congegno elettronico, come fosse una cassaforte Mangiavo solo pesce o carne ai ferri. .. 45 grammi di pane tostato verdura scondita mezza mela. Ogni tanto, come premio, un buon pranzetto che mi cucinavi tu stessa in un modo delizioso. Non cucinava come te, mamma, mai detto niente di simile. Tu passavi le ore in cucina a preparare piatti complicati con intingoli elaborati Barbara in pochi minuti mi faceva un pranzetto semplice, semplice, ma squisito. Il pesce, per esempio, nessuno sa far!o come te. È vero, Barbara, te lo giuro. Il pesce come locucini tu, non l'ho mai mangiato. Era così appetitoso. Mi servivi abbondantemente dicendo che potevo mangiar!o tranquillo, perché il pesce non ingrassa. Era squisito delicato Mamma, non lo dico per offenderti. Il pesce non è mai stata la tua specialità, riconoscilo. Tu eri imbattibile nei dolci, insuperabile nella pasta fatta in casa, meravigliosa negli stracotti, negli sformati, negli arrosti, ma il pesce come lo faceva Barbara, scusa, ma non lo hai mai saputo fare. Perché ho detto “faceva”? È stupido usare il passato. Lo cucinerà ancora. Non più per me, per qualcun altro. Non so, per chi, mamma. Non lo so e non voglio sapere. Cosa vuoi che m'importi cosa fa e con chi sta? Con lei ho chiuso. Il mondo è pieno di donne, finito con una, comincia con un'altra. E a me le donne non mancano. E, poi, sono un uomo moderno. Come sono i nostri rapporti, ora? Sono quelli di una coppia in attesa di divorzio. Io le spedisco il suo assegno mensile, lei mi ringrazia con un biglietto di ricevuta. Se vive sola o con un uomo, non m'importa di saperlo. E se qualcuno fa delle chiacchiere sul suo conto, non le voglio nemmeno sentire. E, poi, non sono chiacchiere. So benissimo che sta con un altro. Vuoi sapere con chi, mamma? Ma cosa te ne importa? Sta con un certo Eugenio. Se lo conosco? Certo che lo conosco. Com'è? Come vuoi che sia, mamma. Uno che avrà sì e no 40 anni Bello? Difficile da dire. È uno di quegli uomini dai fianchi stretti alto, slanciato, senza un filo di grasso sembra ombra di pancia uno di quei tipi che ti fanno rabbia tanto sono secchi ed asciutti. Ti viene da domandarti come possano esistere uomini così. Ma sì, mamma, ti dico che lo conosco, frequentava casa nostra, negli ultimi tempi Non mi dire che ne soffro Non soffro affatto Soffrirei se fossi ancora innamorato di Barbare. Invece ti giuro, mamma, sono così staccato da lei Come non l'avessi mai conosciuta. Certo, questo sì, ci siamo voluti bene, un bene vero. Però eravamo profondamente diversi. In che cosa? In tante cose, mamma, anche nel modo di pensare. Anche politicamente. E poi, Barbara era più superficiale ci teneva all'aspetto esteriore Guai se mi vedeva un po' trasandato guai se mi vedeva in jeans Vero, Barbara? Mi voleva sempre in giacca ed incravattato Venivi con me dal sarto mi aiutavi a scegliere i tessuti volevi abiti classici doppiopetto completi di flanella gessati fumo di Londra giacche di tweed Se mi vedessi, ora polo e jeans. Per reazione? Neanche per sogno. Esprimo quella mia personalità che tu, in fondo, hai sempre cercato di soffocare. Lo so lo so, Barbara, prima vestivo come piaceva a te perché tu vestivi come piaceva a me. Tra noi c'era un accordo silenzioso, un'identità sentimentale meravigliosa Ci volevamo bene. Ora che l'amore non c'è più Scusa, come faceva la canzone? (accenna alla canzone, può anche cantare qualche verso in più) “Or non ci amiamo più ma spesso tu distrattamente pensi a me ” Per lo meno tu hai la bambina, Barbara. Non è che mi dispiaccia, educare una bambina è una tale responsabilità Non sarei all'altezza, lo dici anche tu. Non voglio legami, non voglio doveri. E, poi, Valeria ama più te che me almeno questa è la tua opinione Ed ha un'età delicata difficile Come dici, mamma? Quanti anni ha? Nove. È nata due anni prima che tu te ne andassi, ricordi? Certo, non è che la vedessi spesso. Barbara aveva sempre una scusa pronta per non farvi incontrare Certo, hai ragione, non aveva simpatia per te era convinta che fossi contraria al nostro matrimonio che, se non l'avevo sposata subito dopo la nascita di Valeria, fosse colpa tua. Non ti voleva per una forma di gelosia, aveva paura che si affezionasse a te. Lei scambiava per invadenza sentimentale qualsiasi manifestazione d'affetto. Diceva persino che aveva paura dei microbi che avresti postato in casa, per non farti vedere la bambina. Quando non vuolequalcosa Barbara è bravissima ad inventare scuse Ne so qualcosa anch'io. Non farmi parlare, mamma, te ne potrei raccontare delle belle Come dici Barbara? Ora avresti il coraggio di negare? Non volevi far vedere la bambina a mia madre?!? Lo facevi per dispetto. Hai sempre detestato mia madre. Zitta tu, mamma, perché Barbara, non hai mai potuto sopportarla. Sparlavi di lei, la criticavi, non la trovavi nemmeno bella. Era un'antipatia reciproca, la vostra. Ed io, tra incudine e martello, cosa potevo fare? Ne andavo di mezzo, purtroppo. Vedi, Barbara, la mamma non ha mai cercato di ostacolare il nostro matrimonio, ero io che non mi sentivo ancora maturo per fare questo passo. Perché, allora, subito dopo la morte di mia madre ti ho sposata? Perché mi ero maturato. E poi mi sentivo solo, terribilmente solo, in quella casa vuota. Cosa dici? Che speravo di trovare in te una madre sostitutiva? E con questo? Gli uomini in una moglie cercano anche una madre. Ma come avrei potuto cercare una madre in te, che sei sempre stata soprattutto un'amante?!? La più straordinaria ed appassionata delle amanti. Te lo ripeto ancora una volta, con nessun'altra donna sono stato felice come con te. E tu, mamma, non devi essere gelosa. Anche noi ci siamo voluti molto bene, ma il nostro non era un rapporto fisico Con te non sono mai stato a letto, con Barbara sì. Come dici? Ma sì, certo, ho dormito anche con te, nel tuo letto, ma quand'ero piccolo Sì, sì va bene, anche quella volta in montagna voglio dire che tu e Barbara per me siete state due cose diverse. Tu una madre eccezionale, lei un'amante eccezionale. Vorrei tanto sapere, Barbara se tu, con me, sei stata felice come io lo sono stato con te. Sei stata più felice con un altro? Sul serio? Con chi? Quando? Prima di me? Dopo di me? Ah, quando eri ancora con me. Possibile che non me ne accorgessi? Ma, ormai, che importanza può mai avere (istintivamente sale sulla bilancia)
Voce della bilancia - Novanta chili ottocento trenta grammi, tesoro.
Nanni - Bisogna che mi rimetta a dieta. Farò una dieta qualsiasi, la dissociata, per esempio. È facile: un giorno solo legumi un giorno solo farinacei un giorno solo cereali un giorno solo proteine Però farei più presto a dimagrire con la dieta dei marines. Uova sode e pompelmo. Però tutte quelle uova sode ti fanno scoppiare il fegato Meglio la dieta calorica. Tante calorie al giorno, basta non superarle. Però devi continuamente addizionare, moltiplicare, dividere, sottrarre È una dieta per contabili Cento più cinquanta venti moltiplicato tre ottanta divise sei Bisogna andare al ristorante con la calcolatrice Bisognerebbe mangiare solo frutta. O solo banane, che grazie al potassio che contengono, fanno anche bene all'organismo. E, poi, saltare qualche pasto mangiare solo pompelmi Ma ci sono giornate che uno non se la sente di mangiare pompelmi (scatta) E, poi, basta con i pompelmi! Barbara, quanti me ne hai fatti mangiare, di pompelmi? A colazione, a pranzo, a cena per antipasto per dessert E i pompelmi sono frutti stupidi, inconsistenti. Non sono aranci, non sono mandarini, non sono cedri, non sono limoni Sono soltanto dei grossi agrumi coglioni, ecco quello che sono i pompelmi. Ma Israele doveva prendersi proprio la pena di bonificare il deserto per coltivare pompelmi?!? Bisogna che pensi ad organizzarmi, per questa estate. Un viaggio di gruppo, lo scarto in partenza: passare due o tre settimane con dei cafoni, che non hai mai visto prima e non vedrai più per tutta la vita, per vedere cose che non ti interessano e che non hai nessuna voglia di vedere. Meglio un villaggio-vacanza.Sono di uno squallore spaventoso, ma, per lo meno, tutto è organizzato e non devi preoccuparti di niente. Ed in più ci sono dei rompipalle, pagati per questo, che stanno sempre appiccicati a te per farti correre, nuotare, cantare, saltare, ballare, sicuri di farti divertire. Uno non si diverte nemmeno un po', ma per lo meno, la sera si addormenta come un sasso. E, poi, nei club vacanza si mangia bene. In vacanza il cibo è importante. Ricordi, Barbara? Di questi tempi facevamo le nostre prime scappate al mare. Andavamo a passare il week-end nel solito alberghetto la spiaggetta sugli scogli era ancora deserta Vedendomi in costume mi dicevi: “Bisogna che perda qualche chilo, Nanni. Hai un po' di pancia questa cellulite deve andarsene, capito?” E io, subito, facevo ginnastica correvo saltavo Poi giocavo con Valeria Voleva che le facessi i castelli di sabbia. Le piacevano tanto ma, come li avevo finiti, li prendeva a calci. Ricordi? Poi, all'ora del bagno, me la mettevo a cavalcioni Rideva con quella sua bella risata, che sembrava fatta di campanellini d'argento, ma quando cominciava a sentire che l'acqua le toccava le gambine strilli che non finivano più dava calci mi tirava i capelli mi mordeva sul collo mi faceva persino sanguinare Un male Bei tempi, però. Non devo proprio lamentarmi momenti felici, ne ho avuti. E ne ho ancora. Perché la mia è una vita piacevole sono appena tornato da un viaggio divertente ho gente che mi vuole bene sentimentalmente vivo un periodo felice, perché Fiammetta mi adora. L'affetto nella vita è essenziale. Non c'è nulla più importante. E Fiammetta ha per me un affetto profondo Mi domandi se è bella? Bella, ecco è un tipo. Ha una sua personalità. E, poi, sa sempre cosa faccio, dove sono, me la trovo tra i piedi dovunque vada Se la conoscessi, ne rimarresti affascinata. Perché è una di quelle donne che conquistano le mamme. Piena di attenzioni sempre pronta a sacrificarsi a preoccuparsi per me Vuole sapere se sono contento se non lo sono perché lo sono perché non lo sono se ho dormito abbastanza se non mi sono svegliato troppo presto se ho sognato che cosa ho sognato Premurosa, dici, mamma? Rompicoglioni, direi io. Lo fa perché mi vuole bene? Certo che mi vuole bene. Perché, appena ottengo il divorzio, non me la sposo? Ritrovata la mia libertà, vado a perderla con lei? Non ci penso nemmeno. Non è vero, mamma. Non è vero che sia ancora innamorato di Barbara. Con Barbara ho chiuso, è una storia finita. Sono io che non voglio legami. Mi piace alzarmi quando voglio uscire quando mi va mangiare quando ho fame la vita da scapolo è la mia. Una donna in casa ti limita. No, Barbara, con te è stato diverso. Eravamo innamorati noi due. Ed è stato un grande amore. Un amore che (alza le spalle e cambia discorso) La domenica non si sa dove andare a mangiare: tutti i ristoranti sono chiusi. È allucinante. Potrei andare al macrobiotico sulla strada parallela alla mia, ma bisogna prenotare con molto anticipo. C'è sempre tanta di quella gente, seduta lì a mangiare semi legumi cereali alghe A me la cucina macrobiotica non è che dica molto. Meglio un ristorante cinese, allora E, poi, la cucina cinese non ingrassa. Sfido, come può ingrassare il riso scotto con quella roba tagliata a pezzettini, così minuscoli che non riesci nemmeno a capire se è carne, pesce, verdura, frittata. Potrebbe anche essere topo. Il fascino della cucina cinese è che è piena di mistero. Il ristorante greco sulla piazza è aperto. Ma la cucina greca è grassa. Olio dappertutto, persino sul gelato Meglio mangiare qui. Telefoni e ti mandano su quello che vuoi. Ma certo, sto qui e non mi muovo. Dopo un viaggio si sta volentieri a casa fa piacere ritrovare le proprie abitudini il proprio letto i dischi i libri. Se ieri non fossi arrivato troppo tardi, me la sarei organizzata diversamente, la domenica. Ma, ormai Gli amici sono tutti fuori,inutile telefonare, trovi solo delle segreterie che ti rispondono: “Siamo fuori, ma potere lasciare un messaggio ” Certo che il week-end è diventato veramente un mania Ti porta via gli amici per mezza settimana Perché già al giovedì non si combina più niente perché la gente il giorno dopo se ne va per rientrare la domenica, se non addirittura il lunedì mattina. E se c'è una festa di mezzo, addio si sta fuori dieci giorni La gente non lavora più. Non ha più voglia di lavorare, torna troppo stanca dal week-end. Che gusto proverà mai la gente ad andarsi ad isolare in campagna, fregando noi che restiamo isolati in città. (istintivamente sale sulla bilancia)
Voce della bilancia - Novanta chili ottocento trenta grammi.
Nanni - E se fosse la solitudine che ingrassa? Può darsi. Ma se ci sono ormai così abituato Ero sempre solo anche da ragazzo, mamma! Per forza, mi stavi sempre alle costole tu! E se invitavo un compagno a casa, mi facevi il muso. Massimo non lo sopportavi Giorgio ti era antipatico Gabriele tirava su col naso Fabrizio non si lavava “Vuoi degli amici soltanto per parlare di porcherie con loro ”. Mamma, un ragazzo ha bisogno di socializzare, di parlare con qualcuno dei suoi problemi, anche di quelli sessuali. Un ragazzo deve crescere, maturarsi, cominciare a vivere Che brutto periodo! La mia infanzia è stata terribilmente infelice. Ed anche l'adolescenza anche la giovinezza I miei primi amori sono stati angosciosi e difficili Tu mi condizionavi io ero timido, non ci sapevo fare conquistare una ragazza era una fatica superiore alle mie forze. Non so cosa mi succedesse mi vergognavo bastava un niente a smontarmi Tanto che per riuscire a perdere, finalmente, la verginità, ho dovuto sbronzarmi a 28 anni. Così finalmente ho trovato il coraggio, una sera, di far l'amore con una puttana, in piedi, contro un albero del viale. Una puttana grassa, mamma, ti somigliava persino un po' (ride) No, mamma, scusa, non l'ho detto per offenderti. Aveva un fisico un po' come il tuo, abbondante, voglio dire Ma soltanto per quanto riguarda le dimensioni ti assomigliava, tu sei sempre stata una donna onesta, anche troppo. E questo è stato il tuo torto. Perché se, invece di starmi sempre alle costole, ti fossi presa, anche tu, qualche distrazione Non dirmi che non hai mai trovato un uomo che ti piacesse perché non è vero. Chi, mi domandi? L'idraulico per esempio, Sergio, mi pare si chiamasse Sergio. Avevi un debole per lui. Tutte le volte che lo facevi venire in casa, prima andavi a farti i capelli. Ed ho anche avuto l'impressione che il lavandino, fossi tu ad otturarlo. E come lo guardavi mentre lavorava. No, mamma, non era per controllare quello che faceva, ma perché ti piaceva quel corpo armonioso che si piegava, si chinava, si allungava, ti piaceva la bella muscolatura che la maglietta attillata metteva in risalto. Un rapporto fisico avrebbe fatto bene anche a te ed avrebbe dato a me quella sicurezza di cui avevo bisogno. Avendo tu una vita tua, io non avrei dovuto sentirmi morire d'angoscia e di rimorso ogni volta che ti lasciavo sola. Invece hai rinunciato all'amore per non tagliare il cordone ombelicale che ti univa a me, usandolo come un guinzaglio. Quando ti parlavo di matrimonio eri sbigottita: “E io?!? Cosa faccio? Mi lascerai sola, ora che sono vecchia?”. Nemmeno a trent'anni mi permettevi di stare una notte fuori. Quando rientravo alle tre, alle quattro di notte ti facevi trovare in vestaglia e bigodini nel corridoio, seduta su una sedia di cucina. Non su una poltrona. Dovevi stare scomoda per aumentare il mio complesso di colpa. Mi spieghi, mamma, come potevo divertirmi sapendo che tene stavi in vestaglia, in corridoio, ad aspettarmi? Era un pensiero che mi bloccava, mi rendeva incapace di qualsiasi rapporto amoroso. E quella volta che, rientrando all'improvviso, mi hai sorpreso a letto con la rossa dell'ultimo piano? Ho ancora davanti agli occhi la tua espressione di madonna addolorata, col cuore trafitto da sette spade. Sono rimasto impotente per dei mesi, pensavo che la mia virilità fosse finita per sempre. Sì, Barbara, perché nascondertelo? Era mia madre che non voleva che ci sposassimo. Ogni volta che le parlavo di matrimonio, era una scena straziante ed assurda. Cercava di convincermi che Valeria non era mia figlia, ma che era nata da una relazione che tu avevi col ragazzo di un fornitore che ti portava la spesa a domicilio. Tu lo avevi capito, vero, Barbara? E per questo trovavi sempre nuove scuse per non farle vedere la bambina. Proprio come ora stai facendo con me. Mamma, mi hai reso infelice, sempre. Profondamente infelice. Hai complicato la mia esistenza, mi hai condizionato, complessato, castrato cercando di convincermi che la sola felicità possibile era quella di stare a tavola con te. Nemmeno morendo mi hai ridato serenità, perché mi hai lasciato il dubbio che fossi morta di dolore, perché la sera ti lasciavo per andare da Barbara. Barbara, invece, un angelo! Sei riuscita a cancellare i miei rimorsi, le mie angosce, i miei complessi. Ci siamo sposati e con te sono stato sereno, il cuore tranquillo, i nervi distesi. Ero realizzato, avevo quella famiglia che avevo sempre sognato. Com'era bello stare a letto insieme, con Valeria tra noi due, che invece di dividerci ci legava ancora di più. Ora non vuoi più farmi vedere la bambina. Trovi delle scuse, come facevi con mia madre. Dici che non c'è che è occupata che sta studiando che è da un'amica che è in vacanza Cerchi di staccarla da me, non è così? L'avvocato dice che lo fai per ottenere col divorzio più di quanto dovrei darti. Ma al giudice dirai quello che hai detto a me? Che aveva ragione mia madre e che Valeria non è mia figlia? Non è vero. Barbara, non può essere vero. Valeria mi assomiglia, ha gli stessi miei occhi, il mio carattere, il mio modo di fare Non dovevi lasciarmi, Barbara. C'era un altro uomo nella tua vita, ma se ti rendeva felice, lo avrei sopportato, pur di restare con te, con Valeria, illudendomi che la nostra vita fosse quella di prima, la nostra meravigliosa vita felice. Invece sei stata dura, spietata. Hai detto che me ne dovevo andare che eri stufa di decidere tutto tu di guidarmi di proteggermi che nei nostri rapporti non ti ho mai dato piacere che anche la mia virilità ti aveva sempre deluso. Ma le hai dimenticate, Barbara, le nostre notti d'amore? E non è dal nostro amore che è nata Valeria? “Te l'ho lasciato credere, ma non essere così sicuro che sia tua figlia ” Lo è Barbara, lo è. Ma anche se non lo fosse, non m'importa nulla. Le voglio bene, è la sola cosa che mi rimane. “Proviamo ancora a vivere insieme” ti ho implorato. Non hai sentito ragioni, hai fatto scrupolosamente le mie valigie in questo sei bravissima perché ci hai messo tutto, senza dimenticare niente e mi hai mandato via. Sono passati quindici mesi e io non so rassegnarmi. Mi pare un brutto sogno. L'ultima volta che ci siamo visti eri bellissima, più bella di sempre, ma avevi uno sguardo gelido, uno sguardo di serpente. Mi guardavi come non mi avessi mai visto, come se non ci fosse stato tra noi quello che c'è stato. Ed anche Valeria era diversa, aveva perso ogni spontaneità, era controllata. Non rideva più con quella risata argentina che mi accendeva nel cuore dei fuochi d'artificio. Poi l'hai fatta uscire con una scusa e mi hai detto che, per un certo periodo, dovevo rinunciare a vederla. Quel mio modo d'amare era troppo morboso e la faceva soffrire. E, poi, dovevo cercare di costruirmi un'altra vita, lasciando fuori dal mio mondo te e la bambina. “Il mondo è pieno di donne - mi hai detto -Cercatene un'altra”. Il mondo è pieno di donne, ma nessuna può prendere il tuoposto, Barbara. Cercherò di rassegnarmi, col tempo ci riuscirò, ma non impedirmi di vedere Valeria Ho bisogno di lei Di uscire insieme portarla al cinema al ristorante a pattinare come fanno tutti i padri divorziati coi figli Non puoi togliermela sempre con una scusa nuova, dicendomi perfino che non è mia figlia. Secondo l'avvocato, non devo preoccuparmi perché, con la sentenza di divorzio, i miei diritti saranno rispettati. Ma intanto come faccio a vivere? Senza te senza la bambina “Consolati come puoi, Nanni, trovati un'altra donna ” E con chi dovrei consolarmi? Con Fiammetta? Mamma, ti ho detto che Fiammetta era una donna interessante, che era un tipo Dicevo una bugia. Fiammetta ha per lo meno dieci anni più di me, è piccola, grassa, ha gli occhi e le gambe storte, è lagnosa ed appiccicaticcia, vederla non mi da nessuna gioia. È stata Barbara a presentarmela: “Povera Fiammetta - mi ha detto - è sempre stata infelice, non ha mai avuto un uomo che le volesse bene. Perché non cerchi di darle tu un poco di affetto? Ne ha tanto bisogno ”. So quello che meditavi Barbara. Eri sicura che, alla fine, avrei ceduto ed avrei finito per farmi consolare da lei. Sbagli, invece, Barbara. Fiammetta non la voglio. È inutile che le dica sempre dove sono perché mi venga continuamente tra i piedi. Non sopporto quei suoi occhi storti, pieni di speranza, nell'attesa di un gesto che io non so fare e non farò mai. Perché dovrei essere gentile con lei, visto che nessuno lo è con me?!? Io voglio essere amato, e voglio qualcuno da amare. Ma l'amore non è un'elemosina che si può fare al primo che ti tende la mano Sono infelice, non sono mai stato tanto infelice, bilancia mia. Più che infelice sono disperato. Non mi va più bene nulla. Se continuo così finirà che mi butteranno fuori anche dall'ufficio. Gli interventi che ho fatto al congresso mi hanno declassato: inutili, inconcludenti, persino ridicoli. Prima ero un oratore brillante, ora tutti mi guardavano stupiti, non riuscendo a capire come mai potessi parlare con tanta incompetenza. Fuori del congresso i colleghi mi evitavano per non dirmi in faccia quello che pensavano. Ero in una città straniera, dove non conoscevo nessuno; non sapevo cosa fare dove andare Giravo per i saloni come un idiota, per distrarmi entravo nel bar. Questa è la verità, bilancia mia. Ho bevuto, ho mangiato. Dici che sono ingrassato di dieci chili? Soltanto? Credevo di più. Non m'importa di essere grasso. Per chi dovrei dimagrire? Sono solo. Non so cosa fare dove andare nessuno mi cerca nessuno mi telefona non so con chi uscire con chi parlare L'unica voce che sento è la tua
Voce della bilancia - Novanta chili novecento grammi Sempre lo stesso peso. Non hai fatto progressi, tesoro
Nanni - Sei la sola tu a chiamarmi tesoro. E sai perché non m'importa niente d'ingrassare? Perché mangio e bevo e non mi è rimasta nessun'altra consolazione. Diventerò grasso come te, mamma. Ma tu eri bella così grassa sapevi di colonia di cannella sapevi di buono E vederti così grossa quasi enorme il cuore mi si riempiva di tenerezza Cara la mia bilancia, se avessi conosciuto mia madre, sarebbe piaciuta anche a te Ho deciso di diventare grasso come lei. Tra dieci giorni avrò dieci chili in più. Tra altri dieci giorni, altri dieci chili E continuerò così grasso sempre più grasso fino a quando per la grassezza scoppierò. (fa un numero al telefono) Ristorante? Lo chef, per favore Buongiorno, sì, sono ritornato Vuoi dirmi cosa offre di buono, oggi, la sua cucina? No, non ho invitati. Sono solo Dica Bene, ottimo una porzione Magnifico, anche di questo una porzione. Abbondante. Benissimo, è uno dei miei piatti preferiti Se è come l'ultima volta, due porzioni. Ed una buona insalata ben condita E da bere cosa mi consigli? Ottimo. Ben ghiacciato, mi raccomando. E per dessert non ci sarebbe una torta di pastafrolla? Con gelatina di ribes preferirei. Grazie. Può mandar su quando vuole, tanto stamattina non esco. Sì, dopo il viaggio mi riposo. Grazie. (posa il telefono e guarda la bilancia) E, dopo, mi peserò. Vedrai, vedrai, come ci divertiremo noi due (la sua voce è incrinata dal pianto) vedrai come ci divertiremo.
FINE