Nera come l’inferno

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lacrime e conversione

Nera come l’inferno

Dramma in tre atti

di

Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 902860A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

Personaggi:        Luisa                                                        D             

Rita               Nuora di Luisa                       D

Fatima           Domestica di Luisa                 D

Antonio          Avvocato                    U

Selma            Figlia di Fatima                      D

Leone                                            U

Sergio            Figlio di Rita                U

Viola                                                        D

Gioia              Figlia di Viola                         D     

Scena:               Stanza con una scrivania centrale, tre sedie, un mobile con ripiano per bottiglie e bicchieri. Uscita di destra verso l’appartamento di Rita, a sinistra verso la segreteria, la comune per le stanze interne. Accanto ad essa un imponente tendaggio che permette un altro ingresso, praticabile dalla comune, ma nascosto al pubblico.

 


Atto primo, Scena prima: Luisa, Rita

All’apertura del sipario, Luisa è seduta alla scrivania, con la lampada accesa. Il resto è in penombra. Luisa scrive in silenzio.

Luisa                  E pure questo è sistemato! (sfogliando delle carte, con tono soddisfatto) Non c’è male, non c’è male… tra poco si arriva al traguardo… e poi… vacanza perpetua! Ahhh!

Rita                    (bussa ed entra da destra; si siede, sbirciando le carte) Permesso… non è che disturbo? Mamma, che state facendo? Sempre con questi conti?

Luisa                  (sistemando le carte a faccia in giù) Sì, ma non preoccuparti! Stavo facendo i conti di quel che c’è da pagare, Rita… la vita è cara, le necessità ci sono, qualunque cosa costa… e i prezzi aumentano sempre! Ma… ti serviva qualcosa?

Rita                    Beh, sì e no… Mario e Sergio sono dal barbiere, e io stavo andando dall’estetista… non è che volete venire anche voi? Vi farebbe bene uscire un poco, svagarsi, invece di stare sempre qui con Fatima, sempre chiusa dentro, non vedere mai nessuno…

Luisa                  (con ironia) No grazie… sai com’è… ci sono tante spese, io mi arrangio da sola coi capelli e il resto… poi finisce come l’altra volta, cara Rita… ti ricordi che ancora non mi hai rimborsato? Stavolta ce l’hai il portafogli?

Rita                    (alzandosi nervosamente) Va bene… sì, il portafogli ce l’ho… l’avevo dimenticato… però ho lasciato la borsa di là… quando ritorno ve li restituisco… cosa… quanto vi devo?

Luisa                  Lascia stare… l’importante non sono i soldi… mi avrebbe fatto piacere che tu ti fossi ricordata che ti ho aiutato… (stizzita) Non ti ricordi mai niente di quel che faccio per te, sia tanto o sia poca cosa… le mie gentilezze nei vostri confronti sono inutili!

Rita                    (innervosendosi) Eh, già! Comunque anche io sono venuta per gentilezza… (tace, vedendo l’espressione ostile di Luisa) ma se la pensate così… finisce che vado sempre da sola!

Luisa                  Ah, ma tu non hai bisogno di me! Hai tante amiche che la pensano come te… non sarai mai sola… fino a che riescono a reggere il ritmo delle tue spese!

Rita                    Ma io e Mario guadagniamo bene!

Luisa                  E chi lo nega? Divertiti, fai quel che vuoi… ma non pretendere che gli altri spendano come te…! Vedi, io non ho molti problemi, ma se non mi controllo, finisce che nella mia vecchiaia vado a dormire in stazione, col cartone per materasso…

Rita                    Ma che dite? Anche se vi rovinaste e perdeste la casa, pensate che vi lasceremmo vivere in quelle condizioni? Ma andiamo!

Luisa                  Tu lo sai che non dici il vero. Se io perdessi la casa, al massimo mi portereste in un ospizio… (prevenendo le proteste di Rita) Non vorreste e non potreste fare diversamente, lo capisco. Sergio cresce, la famiglia si allargherà, c’è bisogno di spazio, poi ci sono le feste con gli amici, le crociere, le vacanze… i vecchi e le loro infermità sono solo un peso… ed io ne so qualcosa!

Rita                    So che ne avete passate di brutte, ma comunque…

Luisa                  Ti prego! Certe cose sono passate e non le voglio ricordare! (pausa; Luisa si alza e sospira) Vai, ora… non ti preoccupare… Io non ho bisogno di uscire… e tra l’altro sta arrivando l’avvocato, abbiamo una riunione di affari…

Rita                    Va bene… Ma stasera cenate con noi? Sergio fa una festicciola con i suoi amichetti…. Ci farebbe piacere…

Luisa                  D’accordo, giocherò un poco con Sergio ed i suoi amici… magari con quel videogioco nuovo… li farò morire dalle risate, sbagliando tutto! Ma tu non cucinare nulla di particolare! Quello che avevi previsto, qualunque cosa sia, va bene… purché siano porzioni piccole… per tenermi in salute, devo mangiare poco.

Rita                    Scusate per la dimenticanza, allora… Per farmi perdonare vi prenderò una lozione… un pò di profumo… gradite qualcosa di particolare?

Luisa                  Grazie, ma non incomodarti… non li uso…. Ma sei vuoi sdebitarti, c’è un piacere che mi puoi fare… (prende una busta dalla scrivania) Ecco, è già affrancata, la puoi impostare? Avrei mandato Fatima, ma mi serve che stia qui…

Rita                    Solo questo? Con piacere! Ma vi prenderò lo stesso un pò di profumo leggero, metterlo fa sentire bene! (prende la busta ed esce a destra) Allora a stasera, verso le otto! Arrivederci!


Atto primo, Scena seconda: Luisa, Fatima, Antonio

Luisa                  (guarda l’orologio e preme un pulsante sulla scrivania)  

Fatima                (entra dalla segreteria e si chiude la porta alle spalle; cammina con difficoltà e parla un italiano non perfetto)  Signora, eccomi…

Luisa                  Chi c’è ancora in attesa?

Fatima                Allora, due donne, prima volta, forse madre e figlia, forse piccola incinta… sono da due ore ma io ho sempre fatto passare prima altri… tra poco cotte punto giusto! Poi avvocato, lavora computer, arrivato da mezz’ora; poi uomo nuovo cliente, alto, con cappello e cappotto lungo, forse grande freddo, non si vede quasi faccia, arrivato adesso. Io farei passare avvocato.

Luisa                  D’accordo, Fatima, va bene così. Ritorna di là e fallo venire… ah… spegni il riscaldamento, così il tizio freddoloso protesta… e se non protesta… significa che non si vuole far riconoscere…

Fatima                Va bene… (uscendo) …non necessario registrare, vero?

Luisa                  No, per l’avvocato non serve… (ritorna alla scrivania e prende un fascicolo)

Antonio               (entra e si siede di fronte a Luisa) Cara Luisa, tutto a posto!

Luisa                  (con intenzione) Buona sera. Accomodatevi, prego.

Antonio               Voi siete capace di mettere a disagio chiunque! Buona sera!

Luisa                  (brusca) Avvocato, avete compiuto la missione?

Antonio               Sì, signora. Ha pagato. Ma… mi ha fatto compassione…

Luisa                  La cosa non mi tocca. Io voglio riscuotere ogni mese come ci siamo accordati… e se lui non paga puntualmente, ogni mese pagherà anche il vostro intervento in più! Avete trattenuto la percentuale?

Antonio               Sì…

Luisa                  E allora non parlatemi di compassione! Poi cosa se ne fa dei soldi, quello…? Ha la pensione, dà lezioni… è solo… o si è trovato qualcuna che gli fa compagnia? Ne sapete qualcosa?

Antonio               Sì… ha comprato un violino antico! Il macellaio e il droghiere me l’hanno confermato, e dicono che ora spende pochissimo per il cibo, ha venduto la macchina, non esce più, sta sempre in casa a suonare… gli è costato caro, ma assicura che ha fatto un affare e, conoscendolo, credo che abbia ragione… lo ha pagato ottomila euro e dice che invece vale ventimila… Ma non lo rivenderà!

Luisa                  Ventimila? Non è gran cosa… ma allora i soldi che gli ho prestato…

Antonio               Sì, servivano soprattutto per questo… ha rinunciato a farsi operare.

Luisa                  Avvocato, che dice il contratto? Lui non l’ha rispettato! Io gli ho prestato i soldi perché si operasse, non per fargli comprare altre cose! Dopo quante mensilità di mora posso chiedere la risoluzione anticipata?

Antonio               Tre mesi… ma non vorrete… che state pensando?

Luisa                  (sibilando) Voglio quel violino! Chissà chi potrebbe acquistarlo…? Io non lo so ancora… ma al momento giusto me lo farò dire da lui stesso, e forse riuscirò a farci ancora di più! Siamo in inverno, sta arrivando l’influenza… (si frega le mani) …non sta mangiando, si ammalerà, dovrà spendere… e in primavera io avrò altri ventimila euro… più quello che già mi ha pagato…!

Antonio               Sì, il contratto dice così… ma quella è una clausola che di solito non si fa valere… Mica lo volete rovinare?

Luisa                  Rovinare? Quando mai? Gli levo un pensiero… e non pagherà più le rate! Così camperà bene e potrà mangiare quello che vuole! E poi… a me piace la musica! Voglio quel violino!

Antonio               Ma quello ci muore! Quel violino per lui è tutta la sua vita!

Luisa                  Avvocato, non mi fate perdere altro tempo…! Se ne comprerà un altro… che costa di meno!

Antonio               Io non posso dirvi altro… quello veramente ci muore…

Luisa                  (alzandosi) Avvocato, c’è altro?

Antonio               (si alza anche lui) No, signora, ci tenevo a dirvi che il maestro aveva pagato… gli altri… ordinaria amministrazione!

Luisa                  Va bene! Allora arrivederci, avvocato! Ci vediamo…il giorno sette per il contratto di vendita della casa. Il compratore ha sottoscritto l’opzione, ma dobbiamo ancora iniziare la trattativa del prezzo. Lui è libero solo allora.

Antonio               Va bene… (consultando un’agendina) nel pomeriggio sarò libero…

Luisa                  E invece no! Ci vediamo alle dieci di mattina, perché io nel pomeriggio devo andare dall’estetista! Liberatevi!

Antonio               Ma veramente, ho una causa…

Luisa                  Avvocato, non cominciamo! Fatela mettere a nuovo ruolo, e andatevene! Ho da fare!

Antonio               Signora… (visibilmente irritato) vedrò quel che posso fare…

Luisa                  Sono sicuro che uno con la vostra abilità nelle… carte… voi mi capite… riuscirà ad accontentarmi!

Antonio               Va bene, signora…. Non c’era bisogno di ricordarmelo… (esce a sinistra)

Luisa                  (da sola, verso l’uscita) T’è piaciuta la bicicletta? E mò pedala! (preme il pulsante sulla scrivania)


Atto primo, Scena terza: Luisa, Fatima

Fatima                (entra dalla segreteria)  Signora, signora… Il signore alto se n’è andato! Non ha detto nulla… prima c’era… e poi è… non c’era più!

Luisa                  (pensosa) Questo non mi piace. Bestia che sei, pensaci bene… quando è entrato, ha salutato? E quando ha prenotato la visita?

Fatima                Registrato con nome Mitrico Leone, ma non so se telefonato proprio lui. No… non ha detto niente… mai parlato! E’ entrato, e mi ha fatto vedere biglietto con nome…

Luisa                  E tu non gli hai parlato? Stupida! Che stavi facendo?

Fatima                No signora, non arrabbiare… per piacere… Io al telefono, poi registrazioni… archivio… Ah! Si… non ha parlato, ma ho sentito cantare zitto zitto… canzone… no, musica senza parole… come roba di chiesa…

Luisa                  Per quanto tempo? Ti ricordi il motivo?

Fatima                No… ma erano sempre li stessi suoni … sentito mentre sono andata vicino per spegnere riscaldamento… di lontano no sentivo.

Luisa                  Si dice “gli” stessi… può essere qualunque cosa… anche a bocca chiusa… forse è un musicista! Forse un autore, che cerca di chiudere un movimento… in cerca di ispirazione…. Allora non era nervoso, vero?

Fatima                Nooo… no nervoso, solo chiuso in cappotto, come chi tiene tanto freddo… ma sotto cappotto niente di grosso… nessuno gonfiore!

Luisa                  Va bene, vai di là e fammi venire le donne…. Registra!

Fatima                Sì, signora… anche la fine?

Luisa                  Sì, registra tutto e poi quel che non serve lo levi.

Fatima                Signora, va bene… dopo, vuoi levare mia cintura? Fa molto male…

Luisa                  No! La tua punizione finirà quando lo dico io! E se me lo chiedi ancora, ti metto anche la fascia! O devo dire che la mettano a Selma?

Fatima                No, signora, per piacere… la fascia è molto… penosa… (si inginocchia faticosamente davanti a lei) e risparmia Selma, mia povera piccola… faccio la brava… tutto quello che vuoi!

Luisa                  Vedremo più tardi… se farai veramente la brava… ora vai!

Fatima                (si rialza penosamente ed esce a sinistra)


Atto primo, Scena quarta: Luisa, Viola, Gioia

Viola                   (entra) Permesso…

Gioia                   (entra senza parlare)

Luisa                  Buonasera. Accomodatevi.

Viola e Gioia        (siedono in silenzio)

Luisa                  Come sapete, io sono Luisa… ci diamo del tu… i vostri nomi, per favore… (sfogliando delle carte) Non trovo la scheda di richiesta… quella bestia non me l’ha fatta ancora…

Viola                   Io mi chiamo Viola… e questa è mia figlia Gioia…

Luisa                  Va bene così, per il momento… e tuo marito, Viola? Gioia è sposata, vero?

Viola                   (sospira) Mio marito se n’è andato… siamo sole… Lei… non è ancora…

Luisa                  E voi siete qui perché… (rivolgendosi a Gioia) …hai anticipato i tempi… è così?

Gioia                   (china la testa)  Ma non è stata tutta colpa mia… ho vergogna…

Luisa                  Vergogna? Ma hai subìto violenza… o no?

Viola                   E’ stata plagiata, drogata… e solo da poco ha capito con chi ha avuto a che fare… e cosa le è capitato…

Gioia                   (sempre a testa china)  Si. E ho paura…

Luisa                  Ho capito. Ci sono due problemi. Ma io li posso risolvere, se volete. Conosco una comunità dove si potrà isolare, chi la perseguita ne perderà le tracce, e… il bambino lo vuoi?

Gioia                   Io non lo so… non ho ancora maturato l’idea… e poi… non so…

Viola                   E’ stato un periodo brutto… ha fatto tardi parecchie sere…

Luisa                  …e non è certa chi sia stato…. Eh, ci siamo divertite un poco, vero? Ma adesso bisogna rimediare… e anche questo si può fare a quel centro… Ma vi avviso: è come su una montagna, anzi, come uno scoglio in mare, non ci può andare nessuno! Lo dirigo io direttamente. Disciplina ferrea; una volta entrata, non potrai uscire per almeno un anno, (rivolgendosi a Viola) e Gioia dovrà obbedire a tutti i miei ordini e fare quello che le chiederò, se vuole uscire presto! Parlerete solo attraverso di me, (a Gioia)e quando uscirai… sarai libera e senza… conseguenze!

Viola                   E dov’è questo posto?

Luisa                  Non lo potete sapere, neppure lei lo saprà! Ci andrà dormendo e dormendo ne uscirà, quando sarà il momento!

Viola                   Ma come… è come una prigione…

Luisa                  Esatto. Come una prigione, con porte insonorizzate e tutto il resto. Ma non è gratis! Si paga parecchio… e il risultato è garantito.

Viola                   Ah! Parecchio… quanto?

Luisa                  Per un anno, cinquantamila; dopo, sono centomila all’anno.

Gioia                   Ma noi non ce li abbiamo…

Luisa                  (ghignando) Lo so… perciò non li voglio in anticipo… te li guadagnerai lì, un poco alla volta, non ti preoccupare… penserò a tutto io… tu dovrai essere solo disponibile…, carina…, quando verrò a trovarti con i… miei amici.

Gioia                   (sussurrando) Forse me lo merito…

Viola                   (si alza, indignata) Sentite… Luisa… ma che intenzione avete? Come vi permettete di fare queste proposte? Lo sapete che vado alla Polizia?

Luisa                  E che aspettate? Andate! Vi aspetto con il funzionario… solo preavvisatemi quando venite, vorrei farmi trovare qui, senza fare la scortesia di assentarmi… sono tutti miei… diciamo amici… e mi devono parecchi favori!

Viola                   Ah è così… e se io lo scavalcassi?

Luisa                  Stai attenta a non fare il passo troppo lungo… potresti cadere e… farti male! Chi conosci tu? Da chi mai puoi andare? Ma siamo liberi, ognuno può fare quel che vuole… Accomodati! Portati pure qualche Ministro, finisce che ci facciamo una bella serata, tutti insieme! Le cose stanno così! Io ho i mezzi per farvi cambiare vita, ma noi mi dovete pagare!

Gioia                   Siediti, mamma… (Viola si siede; a Luisa) …se io accettassi… solo per togliermi di torno quella gente… che garanzie avremo?

Luisa                  Tu mi regali un anno, sei tanto giovane, e un anno passa presto! Dopo io ti faccio ritornare libera come una signora… carica di soldi e senza problemi, pronta a rifarti una vita dove vuoi… e ce ne saranno anche per tua madre… Ecco, se vuoi, puoi anche parlare da sola con Fatima, la signora che vi ha fatto entrare. Ti dirà che ora sua figlia è in quella comunità… ancora sei mesi… e poi sarà libera, lei e Fatima, potranno andare dove vogliono a rifarsi una vita.

Viola                   Anche sua figlia era…?

Luisa                  Sì, ma lei aveva anche il problema della droga… non ne tocca più da quando è entrata… e ormai non ci pensa più! Ah! C’è un’altra condizione…! Tu, Viola, per quell’anno, farai servizio al mio studio, al posto di Fatima: ti offro vitto, alloggio, cure mediche e quanto altro ti servisse, ma non sarai stipendiata. Accetti?

Viola                   State scherzando! Andiamo, Gioia! (si alzano)

Luisa                  Non fate passare molto tempo; entro domani attendo una risposta; per i dettagli, ci vedremo dopodomani… (sfoglia un’agenda) alle ventuno… venite direttamente, senza prenotare; se Gioia porta la sua valigia è meglio, entrerà direttamente… inutile dire che il telefonino sarà disattivato; avrai la radio, lo stereo, la televisione e… parecchi libri. Dovrai pensare tu alla pulizia dei locali, e ci sarà anche da studiare!

Gioia                   (si siede di nuovo) Cosa dovrei studiare?

Luisa                  Quel che non sai! Come ci si comporta in società, le regole dell’etichetta quando avrai a che fare con qualche Presidente o Principe; dovrai imparare a parlare piano, con signorilità, studiare l’inglese e il francese, ti farai una cultura di ballo, imparerai a fare gli aperitivi, a servirti delle posate per il pesce, a distinguere i vini, a berli nel bicchiere adatto… Cose che serviranno, se deciderete di andare a vivere, che so, in Russia o in Arabia, in quelle Corti imperiali …

Viola                   Ma può mai essere? Ci stai imbrogliando…

Luisa                  La conoscenza è potere, ed io ho conoscenze che non immaginate…! Sapeste quanta gente oggi mi ringrazia per avermi ascoltato! Aspetto una vostra telefonata, domani, e dopodomani ci vediamo!

Gioia                   No. Non faccio passare il tempo. Accetto… ma il bambino… se lo volessi?

Luisa                  Allora sarebbero due o tre anni. Non vuoi che impari a camminare e a darti la mano, quando te ne andrai?

Gioia                   Ah, era per questo…

Luisa                  Non solo… ma non devo dirti tutto. Sono io che detto le condizioni. Allora, Viola, che dici?

Viola                   Gioia, ci vogliamo pensare? Mi sembra tutto così…

Gioia                   No. Io ho deciso. Voglio che quelli non mi tormentino più. E voglio il bambino!

Luisa                  Viola, manca la tua decisione. Gioia vuole il bambino, perciò sono tre anni a partire da… adesso. Sei d’accordo?

Viola                   E io che dovrei fare?

Luisa                  Te l’ho detto. Chiudi casa, hai due mesi di tempo, vendila, pure mobili e masserizie, disdici tutto e poi vieni da me. Non ti servirà più nulla. Ricordi e nostalgie le lascerai lì. Dici ai vicini che ti trasferisci… e non dirai una bugia. Cambierai vita anche tu… e non rimpiangerai nulla!

Viola                   Non ci credo…

Luisa                  I soldi che avrai per la casa, li metterai su un libretto di risparmio, intestato a te e tua figlia. Penserò io al deposito della firma. Questo ti dà sicurezza?

Viola                   Mica tanto… mi sembra quasi… morire.

Gioia                   Mamma… ci scambieremo delle lettere! (guardando Luisa) Questo si può fare?

Luisa                  Sì, ma senza descrivere gli avvenimenti. Potete farlo, anche tutti i giorni, se volete.

Viola                   E allora sia. Gioia, lo faccio per te. Andiamo. (a Luisa) Ci vediamo dopodomani… Gioia verrà con la valigia.

Gioia                   Si. E’ l’unico modo… mi troverebbero dovunque. Anche io devo… morire per un pò di tempo. (si alza; escono entrambe a sinistra)


Atto primo, Scena quinta: Luisa, Sergio

Luisa                  (sistema le carte sul tavolo) Diamogli il tempo di parlare con Fatima…

(Sergio bussa alla porta di destra ed entra)

Sergio                 Nonna, nonna! Stasera sei da noi! Ho invitato quattro amici a cena… e tre sono ragazze!

Luisa                  Sì, caro… con il massimo piacere…! Ci sono anche ragazze? Sei un conquistatore! Vengo tra poco… hai preparato qualcosa per giocare?

Sergio                 Sì, il nuovo videogioco…! Papà mi ha comprato la base, ed io mi compro i giochi… stasera ce n’è un altro!

Luisa                  Ma io non so giocare neppure a quelli che già hai, figurarsi uno nuovo…!

Sergio                 Ti insegno io! E ti dico pure i trucchi!

Luisa                  (sorridendo) Va bene… comincia ad andare ed allenarti per bene… poi vengo io… (prende una banconota da un cassetto e la mostra) …e scommetto questa che vinco!

Sergio                 E se perdi?

Luisa                  Naturalmente te la tieni!

Sergio                 Molto bene! Ritieniti sfidata! (mentre esce a destra) Ti aspetto stasera! Non fare tardi!

Luisa                  Adesso avranno finito di interrogare Fatima… (preme il pulsante)


Atto primo, Scena sesta: Luisa, Fatima, Leone

Fatima                (entrando dalla segreteria) Signora, eccomi. Mi hanno fatto quelle domande… e io risposto come dovevo… Ma allora me potrò andare?

Luisa                  Certo! Te ne andrai anche tu dov’è Selma. Lei deve finire ancora gli ultimi sei mesi… aspetterete insieme la fine del periodo… tu però starai da sola in un altro appartamento e ti dovrai comportare come fai adesso… obbedire a tutti i miei ordini… capito?

Fatima                (si inginocchia faticosamente e abbraccia le gambe di Luisa) Grazie. Io non credevo più… Grazie signora…

Luisa                  Alzati adesso! Controlla che non ci sia più nessuno, chiudi tutto, sistema le registrazioni e poi vai a cucinare… ah, già… non serve preparare… stasera non si mangia! Io sono invitata di là.

Fatima                (rialzandosi) Va bene, signora, grazie. (uscendo a sinistra) Adesso posso sperare nuova vita…

Luisa                  (tra sé) …Questo lo credi tu, bestiolina!

Leone                 (uscendo da un tendaggio) Infatti… che stupida!

Luisa                  Ah! E come hai fatto ad entrare qui? Chi sei…

Leone                 Chiamami Leone; mi ero stufato di aspettare di là e allora sono andato un pò in giro a visitare il posto.

Luisa                  Tu sei quel nuovo… accomodati, prego… (si siede e mette la mano in un cassetto)

Leone                 Grazie… (si siede di fronte a lei) E adesso possiamo parlare di affari… posa quel ferro vecchio che chiami pistola, è scarica.

Luisa                  Pure questo? (la prende e verifica) …esatto… dove li hai messi?

Leone                 Sono scomparsi… e tanto basta. Ah, io non sono armato… non ti preoccupare. Sono venuto con te per parlare di affari.

Luisa                  Ti riconosco una certa abilità, ma chi vuole fare affari con me, di solito non ci guadagna…

Leone                 Cioè perde i suoi soldi? Ma io non sono venuto per fare soldi… voglio un’altra cosa. Io ti voglio assumere, e voglio darteli.

Luisa                  (incredula e divertita) Questa, poi! E cosa vorresti che facessi? E quanto mi daresti?

Leone                 A me non piace molto scoprirmi…

Luisa                  E si vede, ancora con quel cappotto…

Leone                 Già… ma non intendevo questo… non mi piace che la gente sappia di me… nel tuo caso farò un’eccezione…! Allora… ti piace la musica, vuoi quel violino, vuoi ridurre Gioia a fare la prostituta, la mamma la vuoi tenere per il tuo comodo, vorresti eliminare Fatima e tenerti per sempre Selma…

Luisa                  (stupita) E tu come… non è vero! Non è possibile! Hai ascoltato, chissà come… ma certe cose non le ho mai dette…

Leone                 Ma lei hai pensate! Il pensiero a volte è trasparente come un bicchiere… si vede cosa c’è dentro, il colore, la densità… e adesso vedo cosa stai pensando di fare con me… non funziona, lascia perdere… non puoi vincermi, né con quel coltello e neppure col veleno… anzi, dammelo quel bicchiere, ho sete… e ti dimostro che sarà inefficace!

Luisa                  Chi sei… e che vuoi?

Leone                 Quanta fretta! Non ti va di bere qualcosa con me? Ah, stai attenta a non confondere i bicchieri… quello col veleno è a destra!

Luisa                  Adesso basta! Vattene o…

Leone                 (tranquillo) …chiami la polizia, o la fai avvisare da Fatima… ma falle nascondere prima le registrazioni… non si sa mai…

Luisa                  (urlando) Ma chi sei e che vuoi?

Leone                 Mi chiamo Mitrico Leone, e sono un… diavolo. (si alza lentamente ed apre il cappotto, con la schiena agli spettatori; la figura domina quella di Luisa; Luisa si mostra esterrefatta; Leone richiude il cappotto e si siede)  Va bene? Hai visto com’è fatto un diavolo, ci credi, adesso?

Luisa                  Ma io… cosa vuoi… cosa volete da me…?

Leone                 Ah, finalmente il tono giusto…! Chiama Fatima… e falle togliere la cintura!

Luisa                  Si, certo… (preme il pulsante)

Fatima                (entra dalla segreteria) Signora, eccomi…

Luisa                  Ah… vai in bagno, levati… la cintura… (fruga nel cassetto e le dà una chiave) e portamela…

Leone                 …senza lucchetto…

Fatima                Va bene, signora. Senza lucchetto. Vado. (esce per la comune)

Luisa                  Tu… voi mi volete far uscire di senno? Vi… vi…

Leone                 Vi sembra bello…? Che ingiustizia! (si alza, minaccioso) Il bello non è ancora cominciato! Quando ti dirò cosa devi fare, allora ci divertiremo…! A proposito, tu volevi comprare un’isola, veroooo?

Luisa                  Già.

Leone                 E’ già tua… domani riceverai per posta il certificato di proprietà dall’Amministrazione Governativa delle Antille Minori, ed il permesso di soggiorno permanente. E’ solo un piccolo anticipo di quel che avrai…

Luisa                  Ma come avete… ci vuole un anno solo per la pratica… ah, voi forse potete…

Leone                 Possiamo. Stanno costruendo anche la pista di atterraggio su una banchina artificiale… roba piccola, ma per un velivolo a sei posti può andare… (si siede)

Fatima                (entra portando un cilicio di corda) Ecco, signora… grazie. Non lo farò più…

Leone                 (a Luisa) Per poco non la perdevamo! Brutta cretina, ti sembra questo il modo di trattare le persone? Questa ha ricominciato… a pregare! Tu non devi fare più cose del genere!

Fatima                (ancora con il cilicio in mano) Signora… qualcosa no va? Questo signore a posto? Mi senti, signora?

Luisa                  Sì, sento… stavo pensando… Chi ti ha insegnato a pregare? (prende il cilicio e lo depone sulla scrivania)

Fatima                Ho sbagliato, signora? Ma grande dolore mi fa fare questo… no dolore botte, ma stare sola, senza mia bambina… chi sa si sta bene… non dici niente di lei… io pianto tante lacrime…! Scusa, signora, non volevo… Fatima stupida! Fatima ha imparato a pregare di notte, leggendo le carte che tu preso a chiesa e poi buttato via… no capisco tutte parole… ma parole non ci vogliono per pregare… ho sbagliato, signora?

Luisa                  E che dici… e chi preghi?

Fatima                Io ringrazio! Io sono felice di essere qui, essere nata… essere stata scelta per nascere… quante persone vivono, e neppure capiscono essere vivi! Ho tanto dolore per Selma, ma ringrazio Signore perché nostro destino è salvezza! Selma è viva, e anche io viva… saremo insieme, un giorno, e tutto passato! Cieli nuovi e terra nuova… siamo nate, siamo vive, possiamo ringraziare, benedire, e Signore forse ci accoglierà!

Luisa                  Siamo vivi… è vero…! Dove hai preso questa… luce?

Fatima                Luce? No… speranza… fiducia. Luce verrà, un giorno.

Leone                 Va bene, adesso basta. Torna in cucina, mangia qualcosa e poi vai a dormire… stanotte non viene nessuno… e domani non mi serve la sveglia.

Fatima                Oh, signora, grazie… muoio fame! Allora vado! (esce per la comune)

Leone                 Hai visto cosa combini? Sai quanta fatica ci vorrà per riprendere quell’anima?

Luisa                  Avete tante anime… che ve ne fate di questa stracciona?

Leone                 E tu che te ne fai dei soldi? Anche tu ne vuoi sempre di più… come se fossi eterna! Non ne hai fatti abbastanza? Goditi quello che hai… quello che manca ce lo metto io! Sarai eterna all’Inferno!

Luisa                  Ah! All’inferno… io… all’Inferno? Esiste, allora? Ma io sono una nonna amorevole… disponibile… una persona buona…

Leone                 …che tratta male figlio e nuora… che costringe le ragazze a prostituirsi… che le porta via i figli indifesi per farsi altri soldi…, che strappa la vita dalle mani di un musicista… che ricatta le persone… che tortura indegnamente una donna che ha ridotto in schiavitù! Solo perché dai dei soldi a tuo nipote, perché ti capita di fare elemosina, perché vai in chiesa, pensi che tu sia una persona buona? Devo continuare?

Luisa                  No. Ma io vorrei… posso chiedere perdono…

Leone                 Troppo tardi. Ne hai fatto tante e tali che Dio non ti rivolgerà mai più lo sguardo… hai mai visto un Re che si china a raccogliere immondizia?

Luisa                  Io non lo so… il prete dice… ma perché sei venuto proprio da me?

Leone                 Perché fai tanto male a tante di quelle persone, che tutte ci stanno scappando di mano! Anche l’avvocato sta pensando di lasciare la sua amante e… (ride) confessarsi! Ma te lo immagini…? Basta, adesso! Ti metterò nella condizione di non darci più fastidio… tu sei troppo libera, ti darò un poco da fare… per prima cosa… tuo nipote tra qualche oretta… partirà! Un bel corto circuito mentre giocano… una piccola scarica elettrica…

Luisa                  No! Faccio quello che vuoi. Pago io, non è giusto che paghino loro…

Leone                 Avresti dovuto pensarci prima! Ora è tardi… (accenna il motivo del “Dies Iræ”) …ti dò tre minuti di tempo per accettare!

Luisa                  Fermati! Ti darò… vuoi la mia anima?

Leone                 E’ già mia. Accetti la mia proposta?

Luisa                  Ma quale? Non mi hai detto niente!

Leone                 Accetti? Due minuti…

Luisa                  E va bene! Cosa devo fare?

Leone                 Fai venire qui Selma. La farai lavorare qui… deve lasciare quella stanza.

Luisa                  E tu che ne sai… ah… solo questo?

Leone.                Al resto penso io. Tu partirai per le Antille tra sei mesi e non tornerai più. Avrai tutti i soldi che vuoi… prima di partire… ti bastano altri tre milioni? Il compratore della casa non farà storie e pagherà anche di più, se vuoi.

Luisa                  Aspetta… non ci capisco niente… una cosa per volta. Io pensavo di farci solo un milione! Perché casa mia dovrebbe valere tanto?

Leone                 Perché ci farò un hotel di lusso con discoteca… e i due appartamentini e la sala medica che hai in cantina saranno ottime stanze private… molto pittoresche! Il mercato è molto attivo, la spesa rientrerà in due o tre mesi dall’inaugurazione… modestamente è un mio progetto!

Luisa                  E Selma?

Leone                 Selma è una giovane e bella ragazza… ti aiuterà nello studio a ricevere i clienti… il tuo nipotino la vedrà, sarà conquistato… giocheranno da adulti… e la famiglia si ingrandirà! Del resto lo hai detto anche tu a Rita… ci sono esigenze di spazio… momentanee, però perché Fatima la ucciderà, prima che finisca la gravidanza!

Luisa                  Tu sei pazzo! E perché dovrebbe farlo?

Leone                 (con determinazione) Questo è il lavoro che devi fare tu. Convincere Fatima. La vita di tuo nipote in cambio di quella della ragazza e del bambino che porterà… del resto, Fatima ti ascolta devotamente… non ti sarà impossibile convincerla…! E questo lo devi fare prima di partire, hai anche tu sei mesi di tempo!

Luisa                  (si siede, affranta) Questa è follia! Mi sembra di impazzire!  E se non ci riuscissi? Se non ce la facessi in tempo?

Leone                 Allora morirebbe tuo nipote. Già ti ho detto che mi serve almeno una vita; Io ho il potere di vita e di morte; posso decidere chi, come e quando… ma non mi è dato imporre la volontà… quello è affare vostro, di voi mortali… e adesso il lavoro è tuo! La mia proposta l’hai accettata! Io me ne vado, e quando avrai finito… te ne potrai andare anche tu, nella tua isola dorata, lontana da tutto e dai ricordi… mi troverai là, ti farò dimenticare tutto, e vivrai felice! (accenna di nuovo il motivo)

fine primo atto


Atto secondo, Scena prima: Luisa, Rita

Luisa                  (alla scrivania, mani sugli occhi; bussano alla porta e lei si ricompone) Avanti!

Rita                    (entra timidamente, poi si siede)  Permesso? Luisa… come va? Dormito bene? Grazie di nuovo per quel sangue freddo… io… io…

Luisa                  Lascia perdere…! L’importante è che i ragazzi non si siano fatti male… la scottatura mi è passata, non brucia più.

Rita                    Mario è andato a restituire quell’apparecchio… ha detto che avrebbe fatto le sue rimostranze… eppure sembrava sicuro!

Luisa                  Già. Se il diavolo non ci mette la coda…

Rita                    (ridacchia) Spero che se la scotti anche lui, una volta o l’altra! Ma io ero venuta anche per un’altra cosa… volevo domandarvi… da donna a donna… avete visto Sergio come guardava quella ragazza… Paola?

Luisa                  L’ho visto, sì… hanno sedici anni… tutti e due come fiori che sbocciano… lei è più maliziosa! Le altre due ancora non sono… donne. Neppure hanno notato che quei due si cercavano con lo sguardo…

Rita                    Allora è vero! Anche io ho avuto l’impressione che Sergio mi… trascurasse, che gli desse fastidio la mia presenza!

Luisa                  La prossima festa la faranno da soli, mia cara Rita… loro due soli, senza genitori! E’ una cosa scontata…

Rita                    So che succederà. Me lo ha già chiesto per il suo prossimo compleanno; vorrebbe fare una festa in discoteca… non ci è ancora andato.

Sergio                 (entra senza bussare) Mamma, nonna… è fantastico! Paola mi ha telefonato! Mi ha ringraziato per ieri sera e… indovina… mi ha invitato in discoteca! Sabato prossimo c’è una festa… mamma… in discoteca! Io… è la prima volta! Devo portarle un regalo! Cosa le compro? Cioccolatini? Fiori?

(Rita e Luisa si guardano)

Rita                    (a Sergio) Andiamo piano, per favore! Questi sono regali che si scambiano persone… fidanzate… non mi sembra il caso! E poi chi ti ha detto che ci puoi andare, in discoteca?

Sergio                 Ehhh? Cosa ti passa per la mente? Nonna, diglielo tu! Mi invita una ragazza… dico una ragazza… e io dovrei dire di no? Ma stai scherzando, vero? Che figura ci farei? Non potrei più presentarmi da nessuna parte! Anche al liceo…

Luisa                  Calmati! (a Rita) Ieri avrei detto qualcosa di diverso, ma oggi ti dico: sorveglialo, ma non ostacolarlo troppo! Ci potrebbero essere dei problemi… se sta troppo in casa…

Sergio                 Allora è un si! Brava, nonna! Tu sì, che capisci i giovani! Dillo a mamma… io vado a provare i balli… farò un figurone…! Mamma… io ci andrò, anche se mi dici di no! (esce di corsa)

Rita                    E adesso? Come si fa per farlo ragionare un poco…? Ma… voi di che problemi parlavate?

Luisa                  E’ per via di Fatima! Sua figlia Selma sta venendo a raggiungerla, ed è una ragazza… appariscente!

Rita                    Ah! Ho capito… ma penso che avranno poche occasioni di incontrarsi, Sergio ha tutti quegli impegni, e poi viviamo in due case diverse!

Luisa                  Questo è vero. Forse avvertiranno anche la differenza di livello sociale. Ma se il diavolo ci mette la coda…

Rita                    Vuol dire che ci staremo attente… speriamo che la storia di questa Paola prenda piede, così il problema si risolverà da solo.

Luisa                  Forse sì; però non dimentichiamo che certe donne sono la rovina delle famiglie!  Adesso se però mi vuoi scusare…

Rita                    Naturalmente! (si alza) Vado a farmi vedere da Sergio; può darsi che riesca a calmarlo…

Luisa                  Stavi pensando… posso venire anche io? Mi offri un the? Magari potrei sostenerti…

Rita                    Se vi sentite… accetto con piacere! Comincio a preparare… vi aspetto! (esce a destra)


Atto secondo, Scena seconda: Luisa, Fatima, Leone

Luisa                  (preme il pulsante)

Fatima                Signora, eccomi.

Luisa                  Fatima, io vado di là da mia nuora. Mi serve… per favore… che mi metti in ordine le pratiche e fai le schede arretrate… mettiti qui, direttamente, così non perdi tempo.

Fatima                Va bene, signora. Posso anche pulire polvere?

Luisa                  Sì, fai… oggi c’è tempo…non ci sono appuntamenti, vero? E se telefonasse qualcuno, digli di richiamare… non ci sono! (esce a destra)

Fatima                Va bene signora. (comincia ad impilare i fogli sulla scrivania, poi si ferma; si sente il motivo del “Dies Iræ”) Amore!

Leone                 (uscendo da una tenda) Tesoro! Meno male che il passaggio segreto va sempre bene! (va ad abbracciarla) Hai visto che Luisa comincia a cambiare? Il piano funziona! Poverina… te lo avevo detto che sarebbe filato liscio… e tu non volevi!

Fatima                (sciogliendosi dall’abbraccio) Ma non ancora detto niente per Selma! Tu sei sicuro che lei capito?

Leone                 Dalle tempo. Le ho messo paura a sufficienza con quel trucco dello scheletro, e non mancherà di obbedire. Intanto Selma è tranquilla, nessuno la toccherà più… e questo è già un primo successo… le tue informazioni sono state preziose, ho dovuto inventare qualcosa, ma è andato bene… e noi dobbiamo essere prudenti… quella sanguisuga potrebbe tornare e scoprirmi… scoprirci! Tu continua a fare come se non sapessi nulla… hai sopportato tanto…! Devi resistere ancora un poco… e poi…

Fatima                Ma io non so se ce la farò…

Leone                 Pensa a Selma, a quello che le è stato fatto… e troverai tutto il coraggio che ti serve! Poi lei è una vigliacca; cercherà senz’altro di farla fuori con il veleno… non devi mollarla un istante, ci sarai anche tu, dovrai solo invertire i bicchieri!

Fatima                Ma il corpo… e la vendetta di Dio?

Leone                 Come avrebbe fatto con te? Un pezzo per volta, nell’inceneritore della sala medica… e ti ho detto che ti aiuto io… poi ci metto dentro anche il grembiule, le scarpe, gli stracci sporchi… ed è fatta! Scomparirà per sempre, lei e le prove! E noi ce ne andremo liberamente, prima che si rendano conto dell’accaduto… saremo fuori paese!

Fatima                Sì, ma… Dio?

Leone                 Dio ti perdonerà, perché hai sofferto tanto, tu e tua figlia! Avresti potuto essere nonna! Questo non vale niente, per te?

Fatima                Si… ma Dio non pensa come me. Anche se lei cattiva, per Dio sempre sua figlia… io come posso uccidere?

Leone                 Tu devi solo girare i bicchieri. Se Dio non vuole… morirà Selma… o morirai tu… ed io ti seguirò.

Fatima                No! No. Tu non devi. Va bene. Se ci offre bere, io cambio bicchieri…

Leone                 Brava! (l’abbraccia) Ancora pochi giorni… e saremo davvero liberi… tutti e tre! (si stacca) Devo andare… sono rimasto veramente troppo… (esce dalla tenda, mandandole un bacio)


Atto secondo, Scena terza: Luisa, Fatima

Fatima                (rimane un poco a guardare, poi si volge verso la scrivania, sospira, e riprende ad impilare le carte)

Luisa                  (rientra silenziosamente da destra) Fatima!

Fatima                (sussulta) Signora… perdono, no sentito, non ho visto entrare… (si stacca dalla scrivania, mani dietro la schiena) Signora adesso prego non colpire… io lavoro… io non curiosa…

Luisa                  (si siede alla scrivania)  No, non sei curiosa, e adesso non ti punirò! Certo che ne hai imparate di cose, da quando ci siamo conosciute…

Fatima                Sì, signora, se signora così dice…

Luisa                  Stavo pensando di sostituirti… io ho molto da fare e tu mi devi aiutare in questa stanza! Allora ci vorrebbe un’altra persona in sala di attesa… che ne dici?

Fatima                Sì, signora ha ragione… ma io no so… posto delicato, difficile…

Luisa                  …ci vorrebbe una persona di fiducia! Ho pensato a far venire con noi Selma…

Fatima                No! (mette le mani sulla faccia, poi si ricompone lentamente) Scusa signora… sarei felice riabbracciare Selma… tanto felice… potrei morire da gioia…

Luisa                  (fissandola) Morire! Che brutta parola! Comunque pensi che Selma vada bene?

Fatima                Signora… io non so… due anni io non vedo Selma… ricordo sì, foto sì… ma io non vedo lei… due anni! (manifesta dolore)

Luisa                  Beh, adesso non esagerare! Faccio venire Selma… ho deciso! E tu la istruirai… le dirai tutto quel che deve fare… le starai a fianco, e l’aiuterai per due settimane… poi lavorerai qui con me.

Fatima                (ricomponendosi) Sì, signora… io non lascerò mai sola Selma… anche dopo due settimane… lei là… io qui… ma se nessuno aspetta, io… apro porta… per vedere mia Selma… e sognare nostro paese… nostra vecchia casa…

Luisa                  Anche questa casa è vecchia… molto antica e molto grande… ha un sacco di passaggi interni che neppure io conosco… e Selma è in questa casa!

Fatima                Come? Sempre stata qui? No solo oggi?

Luisa                  E’ sempre stata qui… tu non conosci la cantina… ci sono tre appartamenti, senza luce, ma prendono aria lo stesso con un sistema che… boh, non so… comunque Selma è sempre stata qui… anche quando…

Fatima                Perdona signora… quando perso bambino?

Luisa                  Esatto…

Fatima                E bambino… dove stato messo…?

Luisa                  Incenerito.

Fatima                Perdona signora… Fatima non sta bene… posso sedere?

Luisa                  Siediti pure…

Fatima                (esegue e porta la mano alla fronte) Io non so… Fatima stupida… ma allora voci di fantasmi… vere? Mio piccolo nipote… adesso fantasma… in questa casa! Perciò sentire voci… di notte…

Luisa                  I fantasmi non esistono… quelle voci… non erano di morti! Quando veniva qualcuno, di sera… ti ricordi? Li facevi entrare qui… prendevano qualcosa, giocavano un poco e poi uscivano… dopo un poco… si sentivano le voci…

Fatima                Sì signora… signora diceva che era suggestione o era voci in vicolo…

Luisa                  Mentre invece erano le voci di quelle persone… in cantina… il sistema di aerazione…

Fatima                Ma quelli erano uomini… io sentito voce donna… come addolorata… come di anima tormentata da diavoli inferno…

Luisa                  (distoglie gli occhi da Fatima) Forse si…

Fatima                Mia Selma… sofferto…?

Luisa                  (sempre non guardando Fatima) Forse si…

Fatima                (si alza; poi interrompe il gesto a metà e ripiomba sulla sedia; declama a voce alta) Io ringrazio Signore… mio pastore e mia luce…! Povera mia Selma! Tu… ucciso suo bambino… tu fatto soffrire Selma… tu fatto soffrire me… ma verità non resta nascosta…! Altra persona ti ucciderebbe per quello che signora fatto… ma io no. Io solo voglio Selma… voglio… baciare mia povera figlia… sanare sue ferite…

Luisa                  Guarda che Selma non ha ferite, non ha niente… sta benissimo… adesso te la vado a prendere…

Fatima                (alzandosi) Vengo anche io a prendere Selma!

Luisa                  No! Tu aspetti qui! E’ un ordine! (guardandola con severità) E dopo che vi sarete incontrate, dille anche tu che non pensasse di potersi allontanare di qui! Ho già informato i miei amici! Mi sono spiegata? Siete ancora mie, per sei mesi! (esce a destra)


Atto secondo, Scena quarta: Fatima, Selma

Fatima                (va con calma alla scrivania, estrae la pistola e la ricarica, prendendo i proiettili da una tasca, mentre canticchia; dopo chiude il cassetto e attende)

“Dies irae, dies illa
solvet saeculum in favilla
teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.”

(TRADUZIONE:     Giorno d'ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco,
come affermano Davide e la Sibilla.
Quanto terrore ci sarà,
quando verrà il giudice,
per giudicare tutti severamente.)

Selma                 (si affaccia dalla comune)  Permesso…?

Fatima                Selma! (corre ad abbracciarla) Finalmente… come stai… tesoro…

Selma                 (abbastanza fredda, si svincola) Mamma cara… Luisa mi ha detto tutto… che ora dovrei lavorare qui…

Fatima                (ammirandola) Come ti sei fatta bella…! La signora… dov’è?

Selma                 Nella casa a fianco… anche tu stai bene… ti vedevo sempre dalla telecamera… sentivo quello che dicevi, quando venivano i clienti di giorno e quando entravano gli… amici di notte. Ma non lo sapevi che venivano da… me? Sei stata dolce, carina… disponibile… ballavi sul tavolo… scherzavi con loro… e io che sentivo e vedevo tutto…! Ma come hai potuto? Non ti è passato mai per la testa che dopo essersi… montati… si sarebbero sfogati da qualche parte? Con qualche… ragazza?  Con chi avrebbe potuto essere una loro figlia… tua figlia? E poi quella Luisa… che contava i soldi! Tu non hai mai pensato che cosa pagavano quelli?

Fatima                (triste) Lo so. Ma no potevo fare niente. Io no sapevo che tu eri qui… credevo lontana… e signora Luisa obbligava… diceva che non avrei rivisto più mia Selma, se non facevo quelle cose…! Ho avuto botte, portato cintura stretta, catene, fascia con punte, pulito pavimento con lingua… tutto per te… cercato fare tutto per te… tutto… tutto quello che vuole signora… per farti vivere…

Selma                 Meglio morire, che vivere in questo modo! Lo sai che anche io avevo la catena? Ma adesso sono uscita… voglio chiamare la polizia! Dov’è il telefono?

Fatima                Telefono qui e di là… ma aspetta… so che Luisa ha avvisato suoi molti amici qui… bisogna andare a polizia città vicina, lì ascolteranno… non fare sbagli, per fretta…! Adesso siamo insieme, e insieme andremo! Prima prepariamo, poi andiamo… quando Luisa dorme e no vede telecamere.

Selma                 Io voglio che quell’aguzzina sia punita! Dovrà marcire in galera e desiderare la morte!

Fatima                Perciò aspetta… poco tempo e sarà punita… adesso è finita… già diventata migliore, e c’è chi aiuta noi… persona molto abile… Luisa morirà… prenderemo sue cose e andremo via…

Selma                 Ma io voglio che soffra! Prima di morire, dovrà soffrire… la voglio colpire nella cosa che ama di più! Quel Sergio! Dov’è?

Fatima                Vive in casa vicina, con genitori… cosa vuoi fare?

Selma                 La ricatterò anche io, come ha fatto con noi… sarà lei a doverci dare tutto quello che ha… ce lo offrirà per mandarci via… e quando l’avremo, allora denunceremo lei e i suoi amici! Voglio sedurre Sergio! E lo picchierò, davanti a lei… sarà mio servo, lo farò strisciare per terra, gli farò passare la voglia di studiare, di pensare alle ragazze…

Fatima                Questo va bene con piano di chi ci aiuta…! Ma ora vieni…!(l’abbraccia) Perdona tua mamma sciocca… e ringraziamo Signore per averci ridato libertà! (rimangono abbracciate)


Atto secondo, Scena quinta: Fatima, Selma, Sergio, Rita

Sergio                 (entra da destra, senza bussare, con un quaderno in mano) Nonna… ah, Fatima… sai dov’è?

Fatima                Ma non eri a casa…? Tua nonna…

Selma                 Mamma, ma questo chi è? Possibile che sia Sergio? (gli si avvicina, e gli prende le mani) Tu sei famoso! Tua nonna mia ha tanto parlato di te! Fatti vedere! Sapessi quante cose tua nonna mi ha detto…! Ah, tu non mi conosci… mi chiamo Selma, e sono un’amica di tua nonna… sai è lei che mi ha fatto ricongiungere proprio adesso con la mia mamma…

Sergio                 (liberandosi) Ah… capisco… ma tu parli bene l’italiano! Dove hai studiato?

Selma                 Ah, se te lo dicessi, non ci crederesti! Ma parlo anche l’inglese, il russo, il serbo, il tedesco e, naturalmente, l’arabo!

Sergio                 Anche l’inglese? Io ero venuto per un aiutino… la nonna è più brava di me e allora…

Selma                 Ma ti posso aiutare anch’io! Poi viene tua nonna e ci facciamo controllare! Vieni, andiamo di là… c’è anche il computer e siamo più… tranquilli!

Sergio                 Affare fatto! Andiamo!

Selma                 Però spegni il telefono! Non ci devono disturbare! (escono)

Fatima                (va con calma al mobile, pulisce i bicchieri e prende una boccettina, la rimira e la mette in tasca)

“Dies irae, dies illa
solvet saeculum in favilla
teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.”

Rita                    (bussa ed entra da destra) Fatima…! Ma sei sola…! Luisa mi aveva detto che c’era tua figlia…

Fatima                Sì, ma adesso non disponibile… credo senza vestito!

Rita                    Ah… sta facendo il bagno… Luisa dice che ha fatto un viaggio lungo!

Fatima                Molto lungo… e molto corto, signora. Ma bisognava fare questo… dopo che ha finito, io faccio conoscere… va bene?

Rita                    Va bene… non le diamo fretta… io torno di là… Luisa ha detto che è meglio che non esce per ora, quindi ritornerò tra qualche minuto a conoscerla… e mi ha detto che è una ragazza molto bella!

Fatima                Più bella della mamma. E più brava. Come gazzella e capra.

Rita                    Non esagerare! (uscendo a destra) Ah, se capitasse Sergio di qua, digli di telefonare a Paola…

Fatima                (da sola)  No sarà fatto, signora!

Selma                 (entrando) Mamma, tira fuori una coperta… s’è addormentato sul divano!

Fatima                Vestito?

Selma                 E cosa credi? Certo che l’ho rivestito! (sogghignando) Ma si è stancato… molto! E non si vuole svegliare…!

Fatima                Ma non potrà dormire lì sempre!

Selma                 Fallo riposare un poco… poi tornerò all’attacco! (fa spallucce) Neppure ho dovuto combattere… è caduto come una pera matura! Però non voglio che prenda il raffreddore… andiamo a coprirlo!

Fatima                Aspetta, vado a prendere coperta… (esce)

Selma                 (si siede alla scrivania, prende una carta e legge)  Gioia e Viola… tre anni… duecentocinquantamila… ha alzato i prezzi!

Rita                    (bussa ed entra da destra; vedendo Selma ha un moto di sorpresa)  Ma tu… sei per caso Selma?

Selma                 (si alza e va incontro a Rita) Sì, sono io… e voi siete Rita, la figlia della signora Luisa! (l’abbraccia) Mi ha tanto parlato di voi! Sapete, io ero in… comunità… e spesso Luisa mi veniva a trovare…! Che persona caritatevole e squisita! Non mi faceva mancare mai nulla… non dimenticava mai niente! Mi ha anche parlato del signorino Sergio, vostro figlio… vi conosco tutti in fotografia!

Rita                    (sciogliendosi, e rimirandola) Ah, si? Beh, non credevo…lei non mi ha mai parlato di te… sei veramente una bella ragazza! Come mai qui?

Selma                 La signora ha voluto offrirmi un’opportunità lavorativa… e la cosa mi è molto congeniale, visto che lavorerò vicino a mia madre!

Rita                    Certo, è importante…

Fatima                (entra con un fagotto) Oh, signora Rita… scusate porto copertura per divano, cambiare ogni tanto!

Rita                    Sai tu cosa devi fare… vai pure! Ah! Ma Sergio non si è visto da queste parti? Doveva essere a casa già da un poco…!

Fatima                Fatima stupida, no visto Sergio da… no ricordo! (esce)

Selma                 Ah, Sergio, ragazzo prezioso, per quello che mi ha detto la signora Luisa… credo che lo perderete a breve! Un ragazzo del genere, se non è già fidanzato, non mancherà in poco tempo ad avere una relazione di affetto con ragazza del suo livello sociale!

Rita                    Ma tu leggi il futuro? Infatti, proprio in questi giorni si sta avvicinando ad una certa Paola… anche lei di antica famiglia!

Selma                 No, non leggo il futuro… anche la nostra è un’antica famiglia… abbiamo tradizioni centenarie… poi c’è stata la guerra civile… siamo dovuti scappare tutti… mio padre ucciso… abbiamo perso tutte le nostre proprietà, riducendoci a fare dei lavori… che avremmo preferito evitare!

Rita                    Ti capisco… (si avvicina) senti… io sono attratta da certe tradizioni… del vostro continente… leggo che certe sfortunate ragazze delle vostre terre sono ricattate, e costrette anche a prostituirsi con la minaccia di riti magici… tu sei una persona colta, e volevo sapere se ne sai qualcosa… avrei voluto domandare a tua madre già da tanto tempo, ma lei ha difficoltà ad esprimersi…

Selma                 Volete sapere qualcosa del Vudù? Bene, accomodiamoci! (si siedono) L’argomento è molto vasto, ve lo sintetizzo in poche parole… il Vudù non è magia, ma una vera e propria religione. Sono le persone ignoranti del mio popolo e le scaltre del vostro, ad avergli dato quest’etichetta! Il Vudù nasce con gli aborigeni africani animisti e rispettosi dell’ambiente e dei loro fratelli, agli albori dell’umanità…

Rita                    Possibile? Ma allora quelle cose che si leggono, quei servizi televisivi… tutto inventato?

Selma                 Purtroppo no. Il ceppo originario ortodosso è rimasto, ma ci sono state deviazioni ed eresie, localizzabili in ambienti afroamericani… favorite dall’avidità dei primi conquistatori, e di alcuni dei miei fratelli di razza… la molla che ha portato al degrado è la solita: la ricerca del potere, attraverso lo sfruttamento spietato delle risorse e degli esseri umani e il godimento fisico personale, a spese degli altri… sapete… credo di conoscere alcune persone tra voi… che, senza saperlo, sono vuduiste della peggiore specie…

Rita                    Persone… qui… tra noi? Ma noi siamo cristiani, cattolici, andiamo in chiesa!

Selma                 Andare in chiesa non significa essere cattolici… essere cattolici significa “seguire” quella religione, in tutto e per tutto… per esempio, rinunciando ai moti egoistici! Non conoscete persone egoiste, voi?

Rita                    Questo è vero, purtroppo! Ma noi siamo deboli…

Selma                 Questo è un alibi fallace! Essere deboli significa essere egoisti? Significa forse chiudersi in un guscio e disinteressarsi degli altri? Dove sono gli sforzi per entrare in comunione ed aiutare i fratelli meno fortunati? Essere fragili implica dover schiacciare gli altri per non rompersi? Il Cristo, sulla via della croce, si segue in due modi: soffrendo insieme con lui, per quel che si può, o insultandolo, come un carnefice; non è umano allontanarsi nell’indifferenza, e la stessa indifferenza è un insulto a Dio! Non ci sono alternative! Voi quale di questi comportamenti adottate?

Rita                    Ma, veramente… capisco cosa vuoi dire… interessante! Ci penserò sopra! Ora devo andare, voglio telefonare a Sergio… sono un poco in pensiero… (si alza)

Selma                 (rimanendo seduta) Oh, non credo che quella… signorina Paola già ve lo abbia rubato! Si sarà fermato con degli amici… non preoccupatevi! (si alza anche lei)

Rita                    Già…possibile! Beh, ora scappo… capitasse qui, fallo venire subito a casa mia! (esce)


Atto secondo, Scena sesta: Fatima, Selma, Sergio, Leone

Fatima                (entrando) Andata via, meno male! Sergio quasi svegliato… ho dovuto… farlo addormentare!

Selma                 (sorriso amaro) Mammina! Cosa hai fatto a uno che… potrebbe essere tuo figlio…?

Fatima                Quello che fatto prima tu. Sistema sicuro!

Selma                 (ridacchiando) Povera Paola! Già prima di cominciare a frequentarlo… brutto destino!

Sergio                 (entra dalla segreteria, capelli in disordine)  Selma… Fatima… io non so cosa dire…

Fatima                Parlo io… scusa… ma io non ho resistito… tu troppo bello…! Angelo addormentato…! Perdono, padrone Sergio, io no faccio più!

Sergio                 Ah… perdono… di cosa? Nessuno sa cosa è successo… (guardando Selma) e nessuno lo dovrà sapere…

Selma                 Sergio… io so di non essere al tuo livello… ma non puoi impedirmi di sognare! Oggi mi sono sentita di nuovo realizzata… una vera donna… dopo che sono stata trattata male per tanto tempo… umiliata dal mio datore di lavoro!

Sergio                 Beh, ora lo hai lasciato… ti auguro di trovarti bene qui… accidenti, gli esercizi d’inglese…

Selma                 Manca poco per finirli… ancora due frasi…vieni con me, e dopo stupirai tua nonna…

Sergio                 Di nuovo? Ma io non so…

Selma                 Vieni, completiamo gli esercizi! E fammi sognare un altro poco…! (prende Sergio per mano ed escono per la segreteria)

Leone                 (entra per il passaggio) Fatima!

Fatima                (lo vede e lo abbraccia)  Amore! Hai visto, sentito tutto…?

Leone                 Si, vedi come procede bene? Ho anche intercettato alcune telefonate di Luisa… non muovetevi di casa… e non telefonate ancora… hai preparato le armi?

Fatima                Pistola carica, bicchiere pronto, sempre in cassetto.

Leone                 Vedremo come si muoverà Luisa. Tra poco ritorna… bisognerebbe far sbrigare quei due… già, che stupido! Vai tu a chiamarli… ormai vi conoscete bene!

Fatima                Sì amore… (gli dà un veloce bacio ed esce)

Leone                 (va alla scrivania, prende la pistola e controlla i proiettili; poi prende un coltello da una tasca interna del soprabito cassetto e lo mette nel cassetto, fischiettando il solito motivo)

(entrano Fatima, Sergio e Selma)

Fatima                Ecco, questo è Leone…

Leone                 Ragazzi, saltiamo i convenevoli, non meravigliatevi che io vi conosca e sappia tutto… bisogna sbrigarsi… Sergio, devi venire con me… usciamo dal passaggio segreto e dopo ritorni a casa per le scale; tua nonna non lo conosce, e deve rimanere all’oscuro… tu no, Selma… altrimenti succedono dei guai… Luisa vi farebbe fermare per immigrazione e permanenza clandestina. E’ scomparsa anche la vostra pratica di richiesta di cittadinanza!

Selma                 Pagherà anche questo!

Leone                 Senza dubbio… ma ora andiamo! Sergio, non dimenticare il quaderno! Tu sei stato al bar con degli amici, vero?

Sergio                 Buona idea! (esce con Leone dalla tenda)

Fatima                Allora, Selma… com’è andata?

Selma                 Stai tranquilla… è obbediente! Voleva accendere il telefonino per chiamare quella Paola, ma gli ho chiesto di tenerlo ancora chiuso… ed ha accettato!

Fatima                Allora sta andando come voliamo?

Selma                 Come “vogliamo”, mamma… però ora diamoci da fare… quando verrà Luisa chiederà cosa ci siamo dette… fammi vedere il lavoro che dovrei fare adesso…

Fatima                Segreteria! Andiamo a computer…

Selma                 …e mettiamo in ordine il divano… ma la coperta lasciamola lì… non si sa mai! (escono per la segreteria)


Atto terzo, Scena prima: Luisa, Rita

Luisa                  (entrando, dalla segreteria, parlando verso l’interno) …e non dimenticate di far sparire le vecchie cartelle! Nel distruggi-documenti! (siede alla scrivania e consulta dei fogli)

Rita                    (bussa ed entra) Mamma? Ah… permesso?

Luisa                  (posando le carte) Prego… prego, Rita… accomodati! Come mai sei qui? Non è che…

Rita                    Sergio! Da quando è tornato, sta sul letto e dorme! Ho cercato di svegliarlo, per via dei compiti… mi risponde a malapena, si gira dall’altra parte e riprende a dormire…

Luisa                  Beata gioventù! Potessi dormire io come fanno loro…

Rita                    Sì, ma io sto pensando… mi ha detto che è stato al bar con degli amici… vuoi vedere che hanno preso qualcosa… che gli hanno dato qualcosa…

Luisa                  (improvvisamente attenta) Da quanto tempo dorme?

Rita                    Dopo pranzo… è andato a stendersi… sono cinque ore!

Luisa                  Troppe. Che dici, chiamiamo il medico?

Rita                    E che gli diciamo? Che Sergio dorme? Non credo che sia una malattia…

Luisa                  Però potrebbe vedere se ha sintomi strani…

Rita                    Ho controllato già. Niente febbre, respiro normale, non puzza di alcool… o altro. I libri sono in ordine nella cartella, il vestito è pulito… non so cosa pensare!

Luisa                  E il suo telefono?

Rita                    L’ha spento… forse per non essere svegliato… prima ha telefonato a Paola, discuteva animatamente… ma senza litigare

Luisa                  Hai sentito di che parlava?

Rita                    Parlava della prossima festa, quella in discoteca… forse ha dei dubbi…

Luisa                  Sulla festa non credo. forse su come andare, il vestito… dettagli del genere. Ma non credo che sia importante, questo… cos’ha mangiato a casa?

Rita                    Niente. Non ha voluto niente. Ha detto che non aveva appetito e se n’è andato nella sua stanza!

Luisa                  Sembrerebbe tutto a posto… forse il medico non serve davvero… però…

Rita                    Però… che cosa?

Luisa                  La medicina non convenzionale… gli influssi maligni…

Rita                    (ridacchia) Ma andiamo! Siamo ridotti a questo punto? Non mi parlerai di malocchio, di stregoni o di sciamani… di… o cielo! Quella ragazza!

Luisa                  Gia. Selma.

Rita                    E cosa può avere fatto? Non si sono neppure incontrati? Dai, non è possibile!

Luisa                  Non dico che lei gli abbia fatto qualcosa… effettivamente neppure si conoscono… ma forse lei conosce cose che non sappiamo… sai, ho avuto possibilità di parlarle, e so che ne sa parecchio sulle religioni africane…

Rita                    (illuminata)  E’ vero! Anche io le ho fatto una domandina sui riti africani, e mi ha risposto con cognizione di causa, tanto coinvolgente che mi sono sentita a disagio!

Luisa                  Ho saputo che in quella comunità dov’era la chiamavano “la strega”… fossimo qualche centinaio d’anni indietro, sarebbe finita sul rogo… e forse non sempre hanno sbagliato, a bruciarle!

Rita                    Ma cosa mi vuoi dire…? Vuoi… eliminarla?

Luisa                  (ridendo) Ma quando mai? No, no… voglio dire che forse lei può scoprire… spero che tu mi segua… che cosa o “chi” ha colpito Sergio!

Rita                    Ma… metterci in mano a una ragazzina… poi per certe cose…

Luisa                  Calma! Io penso solo di domandare… al limite di farle dire cosa potrebbe essere… prima di farle mettere le mani addosso a Sergio, ce ne passa!

Rita                    Io non ho molta fiducia… facciamolo, per scrupolo… così passa un altro pò di tempo e forse Sergio si ripiglia da solo, nel frattempo!

Luisa                  Va bene. Ma non voglio testimoni. Fatima!


Atto terzo, Scena seconda: Luisa, Rita, Fatima, Selma

Fatima                (dalla segreteria) Signora, eccomi…

Luisa                  Basta istruzione per oggi! Vai in cucina e prepara anche per Selma. Come il solito. E quando hai finito, apparecchia in sala ed aspettaci lì!

Fatima                Va bene signora, come piace a signora, vado. (esce per la comune)

Luisa                  Ecco fatto. Rita, siediti vicino a me…

Rita                    Ma io non so… ho vergogna… ed ho paura di certe cose…

Luisa                  E’ mio nipote e tuo figlio! Anche quando è nato avevi paura, no? Hai visto cosa hai avuto, vincendola? Un figlio non esiste modo di pagarlo… è un bene così prezioso… basta! Siediti! (preme il pulsante)

Selma                 (entra, dalla segreteria) Signora Luisa… avete chiamato?

Luisa                  Sì. Accomodati Selma… voi vi conoscete, vero? (senza dar modo di rispondere) Lo so… dimmi, come ti trovi?

Selma                 E’ un lavoro molto diverso dal precedente. Voi lo sapete.

Luisa                  Sì. Ma senti… avremmo bisogno di un tuo parere… c’è una persona che sembra malata… ma non ha i sintomi di un malato…

Selma                 (tace e si acconcia i capelli)

Rita                    Insomma…

Luisa                  Zitta, parlo io! Ecco, io… noi sappiamo che tu hai studiato… anche religioni non convenzionali… e hai potuto approfondire…

Selma                 Siii?

Luisa                  Insomma… la stregoneria…

Selma                 E volete che io la usi per questa persona malata… per Sergio?

(Luisa e Rita si guardano)

Luisa                  (a Selma) Allora è proprio vero che sei una strega! Chi te lo ha detto?

Selma                 Molto semplice… la signora Rita non sarebbe qui, altrimenti, e lei ha un solo figlio….

Rita                    (sgomenta)  Io me ne vado! Impossibile resistere! Ma chi te lo ha detto… Santa Vergine, aiutami…

Selma                 Non vi aiuterà. Se ve ne andate, Sergio non guarirà. Ho bisogno anche di voi… come avrò bisogno di sapere… su chi trasferisco la fattura?

Luisa                  E come lo sai che è una fattura?

Selma                 Perché voi non sapete cosa fare. Non è una malattia convenzionale, eppure Sergio non sta bene. Siete impotente di fronte a questo fenomeno. Se volete che vi aiuti, lo posso fare, ma ho bisogno di un nuovo bersaglio… di una nuova vittima… di una persona sacrificabile… fate conto che debba… morire. Chi?

Rita                    Aspetta, cos’è questa roba? Neppure hai visto Sergio… dici che ha una fattura… a morte… non pensi neppure di… combatterla… ma la vuoi girare su un innocente!

Selma                 Anche Sergio è innocente. Ma c’è sempre una colpa, alla base, da scontare. Colpa vostra forse… (verso Rita) o vostra… (verso Luisa) solo voi sapete che cosa avete fatto… e se meritate qualcosa del genere… se ve la siete attirata facendo tanto di quel male che anche il diavolo ha detto basta!

Luisa                  (incerta) Tu sei una strega davvero… leggi il futuro… il passato… cos’hanno visto quei tuoi occhi?

Selma                 (lentamente) Hanno visto il diavolo… in forma di donna… che mi portava del cibo… e che mi incatenava ad un letto…

Luisa                  (china la testa) Forse hai ragione…

Rita                    Ma che succede qui? Mamma, tiratevi su! Questa ragazza vi sta stregando!

Luisa                  Lasciala fare. Per questo l’abbiamo chiamata. Cosa ti serve… del sangue… un sacrificio umano?

Selma                 Sì.

Rita                    (gridando)  Che cosa? Ma siamo nel Medioevo?

Luisa                  Zitta, Rita. “Ci sono più cose in cielo e in terra…”

Selma                 “…che non ne sogni la tua filosofia!”, Shakespeare, Amleto.

Rita                    Io non ci voglio girare intorno a questo problema! Non voglio filosofia! Luisa… che si fa?

Luisa                  Io un’idea l’avrei…

Selma                 Appunto. Esponetela.

Luisa                  Lo farei dire a te, visto che lo sai…

Selma                 Ma io non lo dirò, dovete dirlo voi.

Luisa                  Paola.

Selma                 Esatto. Proprio quel che ci vuole.

Rita                    Ma che state dicendo? Ma siamo tutti matti? Si parlava di morte, poco fa… ora quella Paola… ma che significa…?

Selma                 (la guarda intensamente) Esattamente quello che hai capito. La vita di Paola per quella di tuo figlio. Ci stai? Luisa, ci stai? Ditelo! A voce alta! Vi devono sentire!

Rita                    (con le mani sulla faccia)  Io non lo so… mi sento… confusa… non è possibile… so solo che voglio Sergio… vivo!

Luisa                  Sia. Che Sergio viva. Sono d’accordo anche io… a qualunque costo! Ed ora? Che farai?

Selma                 Nulla. Avete già fatto tutto voi. Andate a controllare… Sergio si sta svegliando in questo momento e tra un minuto starà facendo colazione.

Luisa                  Ci stai prendendo in giro!

Selma                 (si alza, dominando le due) Ma che pretendi, demonio? Che ti faccia un ballo rituale col corpo e con la faccia dipinta? Che accenda un fuoco e faccia bollire qualcosa? Che agiti gli ossicini di mio padre per erigere un oracolo? Che sacrifichi un animale, spruzzando il sangue sul malato? Tu, cosa hai fatto? In questo momento hai decretato la morte di Paola… tu e Rita…! Hai detto che offri la sua vita! Come la ucciderai? Con un coltello rituale? (rivolgendosi a Rita) O la ucciderai tu? Ma tu non hai il coraggio del sangue! Tu la ucciderai col veleno… o le metterai le mani intorno al collo… spingendo con i pollici… vincendo la morbida resistenza di quella giovane pelle… spingendo fino al punto da bloccarle il respiro… incurante dei graffi… e dell’espressione dei suoi begli occhi sgranati… che si appanneranno poco a poco…

Rita                    (rimane dov’è, singhiozzando a bassa voce) Sergio mio… Sergio mio…

Luisa                  (si alza e si avvia verso la porta) Io vado a controllare… se Sergio non sta facendo quel che hai detto tu…, ritorno e ti ammazzo!

Selma                 E se torni sconfitta? Ti farai ammazzare da me?

Luisa                  Anche questo sarebbe giusto…. Ma se ti uccido io… la tua sarà un’agonia molto lunga! (esce per la destra)

Rita                    (inebetita) Ma dove siamo… cosa succede qui…

Selma                 Povera Rita! Ti è crollato il mondo addosso? Ma questa è la vita… per alcuni la vita è nera… nera come l’inferno…! Io ci sono già stata lì… e tu ci stai entrando adesso…!

Rita                    (con espressione da folle) Ira di Dio… è la sua giustizia… la sua vendetta che ci colpisce…! Io ho molto peccato… ma non sapevo… ho cancellato due vite… per paura… per egoismo… e per avarizia! Per non rinunciare ai lussi… alle feste… ho già ucciso… ed ora Dio mi punisce… (si china su se stessa, singhiozzando)

Luisa                  (rientra da destra, e si rivolge a Rita, guardando Selma) Rita… Sergio è sveglio… sta facendo colazione… sta bene….

Rita                    (inebetita) Sergio… sta bene… e gli altri due… come stanno? Dove sono…? (si alza di scatto, lucidamente) Sergio… dov’è?

Luisa                  A casa tua. Ha detto che… era stanco… aveva sonno… ed ora si è riposato… e sta mangiando!

Rita                    Sergio! Dove sei? (esce di corsa a destra)


Atto terzo, Scena terza: Luisa, Fatima, Selma, Leone

Luisa                  Povera donna… (chiama verso la comune) Fatima… Fatima!

Fatima                (entrando) Eccomi signora…

Luisa                  Vai di là… da Rita… sorvegliala… non si sente bene, magari dalle un sedativo… mettila a letto… e non far capire niente a Sergio… magari un sonnifero…

Fatima                Va bene, signora… (prende un flacone dal mobile) questo, signora?

Luisa                  Sì, quello… va bene!

Fatima                (mette in tasca il flacone ed esce a destra)

Selma                 (serafica) Allora, cara Luisa… cosa ne dici? Come ti vuoi fare uccidere?

Luisa                  Il mio più grande errore… è stato quello di averti fatto uscire di lì! Tu sei una strega…un demonio… io ti ammazzo…

Selma                 Ti piacerebbe? Tu vorresti uccidermi per annullarmi… anima dannata! Ma non ci riuscirai! Anche se io morissi, la tua mente sarebbe sempre piena della mia presenza… ma non vedrai la mia morte! Prima che accada, il diavolo in persona ti porterà via, ti troverai all’inferno, dove sarai trattata come meriti… come hai trattato me e anche peggio! E anche lì, non uscirò dalla tua mente! Ti torturerò con la presenza del mio ricordo, minuto dopo minuto… per tutto il tempo dell’eternità!

Luisa                  (prende la pistola e la rivolge verso Selma)  Non è possibile… non è possibile…!  (depone la pistola nel cassetto, e si lascia cadere affranta)  Non posso, così…! E’ anche scarica…! E non voglio finire i miei giorni in galera…! Cosa vuoi per andartene e lasciarmi in pace?

Selma                 Vediamo… (si concentra e la scruta da vicino, girandole anche intorno) …tu non puoi mandarmi via. Tu non sei libera di decidere questo… sento che devi fare qualcosa… qui c’è una presenza… forte e decisa… che si aspetta una tua azione…

Luisa                  (strillando stupita)  Ma dove hai imparato? Hai spiato…! Come hai fatto? I microfoni qui dentro non sono collegati con la tua… vecchia abitazione!

Selma                 Povera cieca e sorda che non sei altro! Senza telecamere e microfoni, sei finita! Non ti accorgi di come è… nera quest’aria? Com’è spessa… vischiosa… la respiri e neppure lo noti… povera vecchia… sorda, cieca, priva dell’olfatto, del gusto… ormai abbandonata dai tuoi parenti, da tuo nipote… sei un relitto umano! Dici che mi vuoi mandare via? Ma cosa aspetti tu, invece, per scomparire… che aspetti per scendere nella fossa?

Luisa                  (fruga nel cassetto) Quello ha scaricato la pistola, ma adesso ti faccio vedere io…

Leone                 (fuori scena fischietta l’aria del “Dies Iræ”)

Luisa                  (sentendo il motivo, si blocca) Eccolo! Ma… dove sei?  Da dove entri, diavolo? Vattene! Rispetta i patti! Mi avevi dato sei mesi di tempo…!

Selma                 Io…?

Luisa                  (a Selma) Non ce l’ho con te… lo senti questo fischio?

Selma                 (sorridendo amara) Forse viene dal vicolo… o dal sistema di aerazione… forse da qualche altra parte…

Leone                 (entrando dalla tenda) …o forse sono io… Luisa! Ti avevo dato tempo non perché tu uccidessi… ma perché convincessi qualcuno a farlo! Stavi buttando all’aria i miei piani, e mi parli di rispetto dei patti? Il nostro accordo è finito… ora farò quello che ti ho detto…

Luisa                  No! No. Fermo. Se la uccido io non è lo stesso? Lei…(indica Selma) …è stata lei, è colpa sua! E l’ho pure detto… non mi hai sentito?

Leone                 Sì. Ma io voglio quell’altra… (sibilando), voglio che uccida perché diventi mia… tu mi appartieni già.

Selma                 Ma che succede… di chi parlate?

Leone                 (si siede)  Sono cose che non ti riguardano… discorsi tra me e Luisa.

Luisa                  Già. Leone… ripensaci… faccio tutto quello che vuoi… Sergio no…

Selma                 Sergio… ma allora sei stato tu! Eppure sembravi… così gentile!

Luisa                  (sorpresa) Vi conoscete?

Leone                 Io conosco tutti. Dovresti averlo capito. Ma adesso non voglio perdere altro tempo… se vuoi vedere Sergio ancora vivo, ti consiglio di sbrigarti… Fatima ha già dato il sedativo a tutti e due… una bella dose… peccato per te che ha seguito il mio consiglio, usando un altro flacone… in tasca aveva anche quello del veleno…

Luisa                  No! (uscendo per la destra) Maledetto! Maledetto…!


Atto terzo, Scena quarta: Leone, Selma, Fatima

Leone                 E tu non vai di là? Forse tua madre ha bisogno di aiuto…

Selma                 Lei si sa difendere… e poi… non ci vado senza niente in mano… (prende la pistola dal cassetto e si avvia verso destra; non esce)

Fatima                (entrando) Selma… no, che fai, posa pistola… ormai no serve più… (toglie con delicatezza la pistola dalla mano di Selma e la mette in tasca, parlando a se stessa)  Dio ha armato mia mano… no volevo… ho ucciso e no volevo…

Selma                 Ma… Luisa?

Fatima                Luisa ha preso veleno anche lei… ho visto che beveva mentre uscivo… bevuto da bottiglia…

Leone                 Hai fatto bene! Quella meritava di morire! Ora sei libera, amore, siete libere tutte e due!

Fatima                (con amarezza) Libera no… ora io prigioniera più di prima… peccato grande nel mio cuore, io non voglio… tu sei davvero diavolo… non mi vuoi bene… mi hai tentato… e io ho girato spalle a mio Creatore… tre morti… io scelta da Dio… sua creatura… ora ho morti su anima… (si siede affranta, le mani sul viso)

Selma                 Mamma… ma quando vi siete visti?

Leone                 L’aspettavo sul pianerottolo, in quella nicchia… anche lì c’è un passaggio… è bastato un piccolo suggerimento…!

Selma                 Mamma… possibile? E hai aspettato tanto? Volevi la morte di Luisa… e perché non lo hai fatto prima? Mi hai lasciato marcire (infervorandosi), hai lasciato che io fossi trattata in quel modo… tua figlia! Perché non l’hai uccisa prima?

Fatima                Io no sapevo dove eri… paura di perderti per sempre, di uccidere unica via che portava a te… e paura di distruggere, di fare peccato… paura di non rispettare dolce comando di Dio… e Fatima adesso merita… inferno… eternità di dolore… vita nera come inferno… un errore… e vita nera in inferno dopo… no posso contare anni, anni, anni… sempre, sempre… sempre dolore…

Leone                 Ormai è fatta… ma sei libera, lo capisci o no? Puoi andare dove vuoi, senza limiti… senza nessuno che ti condizioni… verrai con me… saremo sempre insieme…

Fatima                Io capito solo ora… troppo tardi… io ero serva di Luisa… ora ho tuo collare… collare da schiava…, altro che amore! Dove posso andare? Dove nascondermi? Io sento sempre occhi di Signore addosso a me… occhi che giudicano… “Mane, tecel, fares!”

Leone                 Ma che dici? Ne parliamo con calma… adesso ce ne dobbiamo andare di qui… dov’è la cassaforte? Dove teneva i soldi, Luisa?

Fatima                Io che so… io penso a eternità vera di dolore, e tu pensi cartacce… tu no amore… tu diavolo! Io ucciso e tu pensi a soldi! Vai in sua stanza letto… piglia soldi… e vattene, diavolo!

Leone                 (esce per la comune)


Atto terzo, Scena quinta: Fatima, Selma, Leone

Selma                 Mamma… ce ne dobbiamo andare davvero anche noi… se ne accorgeranno tra non molto… per fortuna ci sono le sue impronte sulla bottiglia… penseranno che sei fuggita per paura e non ti cercheranno più… si stancheranno presto… e a me neppure mi conoscono! Andiamo, i miei soldi ce li ho in tasca… mi facevano dei regali, quei porci! Non abbiamo bisogno di niente… arriveremo alla frontiera, e poi chiederemo aiuto…

Fatima                No, chiedere aiuto, qui… in chiesa… chiedere perdono di Dio… sento dentro peso e notte… anche mie mani su bottiglia… presa anche io…

Selma                 Mamma… lo so che hai preso la bottiglia… ma che vuoi dire?

Fatima                Luisa… lei fatto bere prima me… io dopo sputato, ma qualcosa rimasto… nero come notte… nata per dono di Dio… e io sprecato tutto… Signore, perdona tua serva…

Selma                 Pazza! Andiamo in ospedale! (verso la comune) Leone! Vieni, muoviti! Dov’è l’ospedale? (scuote Fatima)  Avanti! Dove ti posso portare?

Fatima                (rimane immobile)

Leone                 (entrando) Lo ha preso pure lei, allora? (chinandosi)  Chiama il 118…

Selma                 (mentre si avvia, si rivolge a Leone) Ma dove siamo? Io non ricordo il nome della strada…!

Leone                 (rialzandosi) Ha finito di soffrire… Selma… dobbiamo andarcene… è tutto finito, adesso… vieni con me… qui non abbiamo altro da fare…

Selma                 (lo squadra)  Forse tu hai finito… ma io no! Che pensi, che me ne vada senza aver cura del corpo di mia madre? Povera donna! Una vita piena di dolore…! Vorrei piangere, ma non ho più lacrime… neppure per lei… ma tu… non mi sembri particolarmente colpito…(guardandolo più da vicino) caro Leone… mia madre mi ha fatto capire più volte che c’era una… corrispondenza tra voi… un affetto… ti ha chiamato amore… e tu non piangi? Neppure una parola sulla sua sorte? Allora non la amavi! E allora, perché illuderla? Hai preso i soldi? Era questa la tua intenzione? Solo i soldi di Luisa? O c’è dell’altro?

Leone                 Ma che dici? Certo che provo dolore… solo che io sono un… ecco ho il carattere freddo, non mi emoziono facilmente…

Selma                 Non ci credo. Non mi piace questa storia. Come non mi piace del suggerimento che le hai dato a proposito del veleno. Dici che eri nella nicchia sul pianerottolo, che c’è un passaggio nascosto… ma quella è ripresa da una telecamera… e c’è un sensore di allarme… come mai non ha suonato, se eri lì? Ripeto… se eri lì… oppure dov’eri…?  Perché mentire in maniera tanto banale? E che tipo di suggerimento le hai dato? Ma tu chi sei davvero?

Leone                 Però…! Sei qui come immigrata irregolare… dovresti aver paura della tua ombra… e sei così aggressiva… complimenti!

Selma                 Tutto qui? Voglio delle risposte, capisci? Io non ho paura, non sono un’immigrata irregolare… sono una persona che ha subito una delle peggiori detenzioni! E posso chiamare la polizia, senza avere timore! Anzi… adesso vado!

Leone                 E secondo te io resto qui tranquillo ad aspettare che vengano? Ti chiamano strega… lo sai che un tempo… le streghe erano le migliori amiche del… degli spiriti? Non vuoi accompagnarti con me? Io ti faccio diventare ricca e potente… sei ancora giovane… tutta una vita di lussi, feste, balli, vacanze, i vestiti più belli… e tu vuoi chiamare la polizia? Ma andiamo…

Selma                 Mi hai dato le risposte che volevo. Ho capito chi sei. Ma non  riuscirai a convincermi. Continui a non dimostrare interesse per chi dicevi di amare fino a poco fa…! Vattene, tu e i tuoi soldi… io rimango qui… non ho nulla da temere!

Leone                 Nulla da temere… è evidente che ti senti la coscienza a posto… se il diavolo non ci mette la coda…

Selma                 Tu puoi solo suggerire… il resto dipende solo dalla nostra volontà…

Leone                 Appunto… (mettendosi tra Fatima e Selma)

Fatima                (si muove debolmente; mette la mano in tasca, prende la pistola e spara un colpo diretto a Leone; dopo si accascia  nuovamente, senza simulare il decesso)

Leone                 (senza accusare conseguenze) …come adesso!

Selma                 (mostra di aver ricevuto il colpo al torace; senza parole, si guarda e poi lentamente si accascia, senza simulare il decesso) Fa male… diventa tutto nero… nero come la notte… mamma… Signore, aiutami…

Leone                 (rivolto a Fatima) Povera stupida! Pensavi di riuscire ad uccidere il diavolo? Chi pensavi di essere? (a Selma) Voi non potete niente contro di me (con enfasi crescente), contro il Re della notte! Contro il Re dell’Inferno! Dio stesso mi ha dato questo potere! Anche tu mi hai sfidato, ma hai creduto come una stupida quando ho detto che Fatima era morta… ed hai perso! (apre le braccia e le chiude lentamente, come se tirasse il sipario che dovrà essere chiuso in sincronia, fischiettando il solito motivo).

fine