RENATO MAINARDI
N E R O D’ I N F E R N O
COMMEDIA IN DUE TEMPI
PERSONAGGI:
Zerlina 78 anni, madre di
Celesta 54 anni, madre di
ROSE 30 anni, e di
UGO 29 ANNI.
INSIDE 28 anni, cameriera
Waltraute 35 anni, istitutrice
LA SCENA
E’ una vasta stanza sopraelevata, una specie di giardino d’inverno
che dà l’idea di un pavillon sospeso fra i rama degli alberi.
L’ultima parte dell’ambiente è un vasto bow-window, di forma pentagonale; vi si accede salendo tre gradini e si può isolare dal resto della stanza per mezzo di una porta a coulisse di legno laccato di bianco. Nella stanza, un po’ dappertutto, ci sono vasi con piante.
Due porte, una a destra e l’altra a sinistra, immettono nella stanza
PRIMO TEMPO
PRIMO QUADRO
(All’aprirsi del sipario, tutti i personaggi sono disposti nel bow-window e stanno eseguendo un concertino di stile tartiniano: Celesta suona il contrabbasso, Waltraute la viola di gamba, Zerlina il flauto, Iside l’arpa, Ugo il pianoforte. Rose, seduta sull’ultimo gradino di una scaletta a libretto, dietro al pianoforte, suona il fagotto- è molto brutta. Alla fine di un tempo, Ugo, invece di attaccare, si gira sullo sgabello e ride. Le donne lo guardano sorprese)
ZERLINA Ugo!
UGO (cercando di trattenere una risatina) Dio mio, se penso al finale!...(ride) Non ci posso pensare, non posso!...Oh, nonna!...
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ZERLINA Perché ti vien da ridere, Ughetto?
UGO (che non ha capito, ripetendo la frase)…mi vien da ridere? Oh, sì, sì, mi vien da ridere!...Eccome!...(Ride)
ZERLINA Ma perché?
UGO Così!...Sì, perché mi pare già di sentire il tuo sol, nonna…sembra la campanella dell’elelevazione, sembra!....(Ride)
ZERLINA Niente profanazioni, Ugo! (Teneramente) Scherzi sempre buffoncello!...(Le altre scoppiano a ridere. Zerilina le fulmina con un’occhiata) Non c’è proprio niente da ridere, stolide! Avanti, si prosegua col concerto! (Riprendono tutti a suonare, ma, dopo poche battute Ugo torna a fermarsi. Si volta e scoppia a piangere, indicando un oboe con fiocco di raso nero, posato sul cuscino di una seggiola) Beh, ora piangi?...Perchè?...Perchè mai piangi, adesso?
UGO Ora sarebbe toccato a lei, alla bis nonnina Maria Soave…mi fa tanta impressione, sai, quello…(indica l’oboe)…tanta!
ZERLINA Che cosa ti fa impressione, caro?
UGO …che cosa mi fa impressione?...Eh?…
ZERLINA Sì, tesoro, che cosa?
CELESTA (a Zerlina) Allude all’oboe di tua madre, mamma.
ZERLINA ( a Ugo9 Ti fa impressione l’oboe della mia defunta mamma, mom amour? Su, rispondi alla nonna!...Ti fa impressione l’oboe della tua bis nonnina Maria Soave?...Ma ella, adesso, suona in un’orchestra assai più gioiosa e gloriosa, tesoro. E’ felice, lei. Non devi piangere. Suona con gli angeli, seduta su una nube del Paradiso.
UGO …una nube del Paradiso?...Ma va!...Mi racconti delle bugie e basta! Non ci credo. Non sono mica stupido, io, sai!...Si bagnerebbe tutta se si sedesse su una nuvola. Le nuvolette sono cariche di pioggia e grandine, me l’hai detto proprio tu! (Le donne scoppiano a ridere) Poverina, la faranno certo stare seduta, ma non su una nuvola! Certo che la faranno riposare dopo tutti i salti che le abbiamo fatto fare, sarà stanchissima! Io te lo avevo detto, ricordi nonna, di farla smettere di saltare, ma tu…
ZERLINA (interrompendo una foga) Ora basta! Non divaghiamo oltre, Ugo! Dobbiamo terminare il concerto. Forza, riprendiamo! (Le donne trattengono a stento il riso) Oh, insomma, basta!...Ca sufflit! Serietà!...Basta con le stoltezze! Riprendiamo ho detto! (Tutti riprendono a suonare e, dopo poche battute, terminano il concerto. Iside prende i due candelabri che stavano sul pianoforte, accende le candele e li posa davanti a una statuina della Madonna, in una nicchia, al centro della parete di sinistra) Coosa?...Eh, no, mie care! Le impertinenze si pagano! Non si deve tirare in ballo la mia defunta madre solo per farsi beffe di me! Si pagano, le insolenze! Stasera per punizione…(soffia sulle candele e le spegne) …niente rosario! Così imparate!...(Guarda malignamente soddisfatta le donne che fanno sforzi incredibili per non tornare a ridere).
UGO No, no!...Uuh, no, nonna! E’ peccato!...E’ peccato grande non dire il rosario la domenica sera!...Proprio tu me l’hai detto che è peccato!...
ZERLINA (accarezzando Ugo, sottovoce, con intesa) Zitto, tesoro: ce lo recitiamo più tardi, noi due soli!
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UGO (felice, con aria complice) Oh, sì!...Ma lo sai che sei furba, tu? Sei furba furbissima!...Così noi due ci salviamo e andiamo dritti in Paradiso e loro, invece…(Iside e Waltraute spostano il pianoforte e lo accostano in fondo alla stanza, a destra del bow-window)
ROSE (porgendo il suo strumento a Iside) Mi passi gli spagni, per favore, Isidina?
ISIDE (porgendo un cestino colmo di spaghi) Ma non ne hai poi già quasi più!... Questa non pensa che agli spaghi, al concerto e poi basta più: per il resto, silenzio completo su tutta la linea1…(Rose non la sta neanche a sentire e incomincia subito a sciogliere i nodi con una velocità incredibile. Celesta, intanto, si avvicina furtivamente alla porta di sinistra).
UGO (sottovoce, a Zerlina) Nonna, ti faccio la spia: la mamma tenta di svignarsela , sai!
ZERLINA (voltandosi di scatto, con un grido) Maria Celesta!
CELESTA (sobbalzando) Oh, mamma!...
ZERLINA (sibilando) Ou vas-tu? Dis done: ou vas-tu, devè règondèe?...
CELESTA Ma…vado a fare due passi…
ZERLINA Ah, no! Stasera non esci! Stasera, né domani, né mai!...Non c’è più la mia povera, povera mamma, a tenerti bordone. Era troppo indulgente con te. Ma ora sono io la padrona e io non permetto che si continui a gettare fango sul nome…
(Si guarda intorno e scopre Iside e Waltraute, sedute sui gradini del bow-window, che seguono, divertitissime, la scenetta) Cosa ci fa qui la servitù! (Alzando la voce) Fuori!... (Iside e Waltraute escono) Spero che ti rendi conto, Celesta, che sei la pietra dello scandalo: a pochi giorni dalle esequie della mia adorata madre, ti agghindi e vai certamente a praticare il tuo abominevole vizio!
CELESTA Oh, mamma, non definiamo sempre…sono avventure modeste, le mie, rapide…
ZERLINA Assez!....Non vorrai scandalizzare questi due poveri innocenti coi dettagli delle tue storie vergognose, adesso?
CELESTA Ma è il mio unico svago, lo sai bene…sono così esuberante , io!
ZERLINA Mortifica la carne! Offri le tue sofferenze alla memoria della tua cara nonna: nella rinunzia si trovano più consolazioni che nel piacere.
CELESTA Ma è una necessità fisiologica, la mia…
ZERLINA Non più oltre!...Tais-toi!
UGO Senti, nonna. Ma quando hai ordinato alla bis nonnina Maria Soave di saltare alla corda con me, l’hai fatto per farla divagare un po’ prima che morisse?
ZERLINA (Sconvolta) Ma che cosa ti salta in mente, Ughetto?...Silenzio, caro, buono: non devi interrompermi quando sto parlando, non sta bene. (Celesta ride) Perché ridi, tu? Perché ridi?
CELESTA Perché Ughetto, povero innocente, sembra il pubblico accusatore.
ZERLINA (lasciandosi cadere su una poltrona) Temo il deliquio! E’ il deliquio, lo sento…(a Celesta) Mi farai morire, scellerata!...
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CELESTA (versa da una caraffa un po’ di limonata e porge il bicchiere alla madre) Tieni, bevi.
ZERLINA No! No, non voglio niente da te! Piuttosto che accettare qualcosa da mia figlia, preferirei montare in groppa a Belzebuth!...Finirai dannata, vedrai!...Nonostante le mie preghiere e quelle di quest’angelo innocente…(Ugo va ad inginocchiarsi davanti alla statua della Madonna. Zerlina lo guarda commossa) Guardalo! Guarda tuo figlio!....Caro!...E tu, con un figlio come lui, parti così alla ventura e, vittima dei sensi, lo abbandoni! La tua inverecondia è veramente ripugnante! Oh, povero Ughetto, povera creatura abbandonata!
CELESTA Macchè abbandonata, mamma!...Eccedi sempre! Fra un paio d’ore sarò già di ritorno.
UGO (manda un bacio alla Madonna, poi si alza e torna accanto a Zerlina) Ecco! Sai, mammina, ho pregato un po’ per te, perché tu diventi buona e ubbidiente, come me, perché tu non faccia più disperare la nonna.
ZERLINA (a Celesta, con intenzione) Puer amabilis, puer admirabilis!...
UGO Ho detto così. Senti come ho detto. Ho detto, tu dimmi se ho fatto bene! – Ho detto: <<Mio caro buon Signore, la nonna Zerlina è tanto buona con tutti noi e, in cambio, non chiede che l’ubbidienza. Allora, fa che la mia mamma non vada più con i suoi uomini e diventi docile e ubbidiente come me, come le povere prozie, come la povera bis nonnina Maria Soave che, pur di non disobbedire è…
ZERLINA (lo interrompe, confusa, agitata) Sì, caro, sì…buono!...
CELESTA (maliziosamente) Abbiamo capito, Ugo!...Abbiamo capito, vero, mamma?
UGO ….la bis nonnina Maria Soave è volata dritta in paradiso proprio perché ha ubbidito, cosa credi? Il suo viaggio edificante è stato rapidissimo, vero, nonna? Perché il suo Angelo Custode ha detto subito che era stata così ubbidiente, ma così ubbidiente che è…
CELESTA …che è mor…
ZERLINA Oh, insomma, basta! Basta!...Ma che cosa vorresti insinuare, vipera? Cosa c’entriamo noi con la… dipartita della povera mamma? Che, poi, tu non c’eri neanche al momento…Diglielo, diglielo tu, Ughetto, com’è andata!
UGO Com’è andata?...Eh?...Com’è andata la bis nonnina Maria Soave?...Oh, è andata benissimo! Benissimo!
CELESTA Ah, certo! E anche in fretta!
UGO In fretta?!...No, no, macché in fretta! Ha vinto tre giri di quindici salti, prima di andarsene!
CELESTA Povera nonnina! A novantasette anni suonati farla saltare…
UGO (interrompendola) Ma se era più brava di me?!...Se non fosse morta…
ZERLINA Ughetto, no! Non si deve dire così. Si dice: << Se non fosse partita per il viaggio edificante>>, lo sai.
UGO Obbedisco, nonna. (A Celesta) Se la bis nonnina Maria Soave non fosse partita per il viaggio edificante che l’ha fatta morire, mi avrebbe vinto, sai!
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Era in gamba lei! Altrochè!... Però, quel giorno, non avrebbe voluto giocare. Non se la sentiva! Nonna Zerlina ha dovuto fare la voce grossa, sai, per costringerla! (Celesta ride maliziosamente) Guarda che se non la smetti di dileggiarmi, ti avverto, dico alla nonna di tutti i furti che mi hai detto di non dire, ecco!
CELESTA (minimizzando) Ma che cosa dici sciocchino?...
ZERLINA Oh, se credi che non lo sappia! Lo so benissimo: io sorveglio tutto e faccio, ogni giorno, il giro dei granai. Le terre non rendono quasi più niente e tu, incosciente, ti vendi il mio grano di nascosto! Ma non hai onta di te?...
CELESTA Io rubo il grano?!...
ZERLINA Tu!
UGO Sì, tu!....tanto che ho fatto questa riflessione: << Ma guarda quanta bella forza ha la mamma su quelle braccia! Trasporta tonnellate di grano come se…>>. Come potrei dire’ come potrei esprimermi nonna?
ZERLINA Come se fossero piume, tesoro!...
UGO Ecco, sì! Come se fossero piume!... Ma poi ho visto che ti fai aiutare!...(a Zerlina) Fino alla porta del granaio fa tutto lei, da sola, ma poi, però, si fa aiutare da certi omoni grandi!...Allora, così non vale, vero nonna? non vale!
ZERLINA Vale, vale, tesoro! Son tutti soldi che volano per colpa di questa truffaldina! (a Celesta) Rispondi tu, adesso. Avanti, piccola voleuse, che cosa rispondi a tuo figlio? Che cosa gli dici, eh?
CELESTA Ma non crederai a questo…innocente, spero, mamma!
Zerlina Certo che ci credo. L’innocente non mente mai.
UGO Mai, mai! Ecco, non mente mai! Non mente mai, mai, mai!...
CELESTA Ma figurati! Se tu ci credessi, avresti preso dei provvedimenti!
ZERLINA Appunto. Te lo voglio proprio dire, guarda: ho segnato sul mio testamento l’importo dei tuoi furti. (ride) Ah, ci farai una bella figura quando mi succederà qualcosa e vi verrà letto! Allora il notaio non avrà che da fare la sottrazione di tutte le tue ruberie, rimettere l’equivalente a tua figlia Rose e darti quel poco che ti resta…se ti resterà qualcosa!
UGO E a me, nonna, quante diecimila lire mi lascerai?
ZERLINA (affettuosamente) Si vedrà, si vedrà…(pensa a qualcosa che non vuol dire)…Vedrai che non avrai da lamentarti della tua nonnina. A te che sei buono un premio e a te (guarda Celesta con rancore) che buona non sei davvero….
CELESTA Ma non pensi che a vendicarti, mamma, anche al momento della tua mor…
ZERLINA (con un grido) Non la nominare!... Du silence, ie t’en prie! Ne dis pas des betises! Va a letto, piuttosto, va!
CELESTA Certo che ci vado! Ma non qui e…non da sola!
ZERLINA Ti denuncio, sai, coureuse, mal embouchèe, voleuse! Ma tu con l’altro sesso hai chiuso, amor mio! (bussano) Avanti!
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WALTRAUTE (entrando) E’ forse posipile ca io possa entrar? (va verso Zerlina) Pronta, sì, par nostra pichela inizionen, pichelissima tzigano Zerlina? Oh, sì, sì, sì! Pronta, sì, frau Zerlinele, pronta! (ride).
ZERLINA (infastidita) La prego, cara, la smetta di fare la graziosa, lo sa bene che non lo gradisco.
WALTRAUTE Oh, javohl! (prepara l’iniezione) Sind sie vor bereited, frau Zerlina?
ZERLINA Ja, ich bin berait. (vanno dietro a un paravento sul lato destro del bow-window) Massaggi bene, prima, mi raccomando.
WALTRAUTE E lei staga ferma, prego! Sempre con questo muscolo duro! Ma non può, non può de tolor sentir! Eee..cco!
ZERLINA (urlando) Ahiii!...(Ugo e Rose, Celesta e Waltraute scoppiano a ridere) Ma cosa fa, salope? Sembra che mi infili una baionetta!
WALTRAUTE O, ja! (ride) Io, di asalto sempre prento!
ZERLINA Ne riez pas, ma schère! Io la licenzio, sa? Anzi, non l’assumo: non dimentichi che ancora non è trascorsa la settimana di prova! (raggiunge, zoppicando, la sua poltrona. Ugo la guarda e torna a ridere) Anche turidi, vergognoso?! Ridi della nonna, adesso?...
UGO Merito castigo per questo?
ZERLINA Certo! (Ugo va a metterti, di spalle, in un angolo ddella stanza).
WALTRAUTE Oh!...(guarda Ugo, poi Zerlina e torna a ridere).
ZERLINA Vuole smettere di ridere, garce?!....(fra sé massaggiandosi) Mi ha distrutto, quella bestia!...(dei fischi all’esterno. Ugo si volta eccitatissimo)
UGO Potrebbe bastare così, nonnina bella? (nuovi fischi da fuori) Mi concedi il perdono, dovrei uscire un momentino…(va alla finestra e risponde con un altro fischio) Sono i miei amichetti, sai nonnina. (con voce portata) Scendo subito! (a Zerlina) Sai, esco a fin di bene; forse don Filippo ci fa le proiezioni. Non mi daresti, per piacere, un po’ di soldini, nonna?
ZERLINA Ancora?!....Ma, Ughetto mio, i soldini non sono lupini!...
UGO E se, dopo, ti facessi i giuochi segreti?
ZERLINA No, Ughetto, no!
UGO E se ti dicessi la poesia…sai quale?...Quella che ho composto la settimana scorsa: << Zerlinetta il tuo nome è dolcezza e non potrei dire altrimenti…>>, eh, nonna?
ZERLINA Sei furbo, tu canaglia!
UGO Se ti dessi un bacetto circolare? (le dà un unico bacio tutto intorno al viso. Zerlina ride. Ugo le prende di tasca il borsellino e glielo porge. Zerlina, cercando di non farsi vedere da Celesta che sta aggiustandosi il trucco, dà a Ugo un foglio da diecimila).
ZERLINA (portandosi l’indice alle labbra) Ssss!...
UGO Grazie, nonna: avrai certamente un posto in Paradiso.
ZERLINA (inquieta) C’è tempo, c’è tempo!...(Ugo esce di corsa) E con te, Celesta, come la mettiamo? Vai a letto o preferisci che ti maledica?
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CELESTA Devo uscire, mamma, te l’ho già detto. L’uomo, del resto, è il mio solo svago.
ZERLINA E’ la tua ultima parola, questa?
CELESTA (avvviandosi) Ma sì, sì!
ZELINA E allora, Celesta…(alzandosi in piedi, furente)…io ti maledico!
CELESTA Oooh, ecco fatto! Buonanotte, mamma. (Le fa un inchino).
ZERLINA Ah, que tu es vicieuse! (Celesta esce ridendo) Ah, quels chagrins, que de malheurs!...(Sospira e orna a sedersi) Vuol tenermi un po’ di compagnia, cara fraulein?
WALTRAUTE (sedendo accanto a Zerlina) Posso io hischirimento afer, frau Zerlina?
ZERLINA In che senso, cara?
WALTRAUTE Io, de suo anunzio su gazeta, in questo momento, parla: lei stitutriz ti pampini e ta compagnia tamìna, timantafa, con lingue et latino und musica. Et da sonare anca. Mi, tuto questo sa far, ma pampini no fete! Tofe miei pampini da badarghe, frau Zerlina?
ZERLINA (sbalordita) Ma come? La Contessa Celesta non le ha detto niente?
WALTRAUTE No.
ZERLINA Eh, sono stati giorni funesti per me, questi! Ma non posso pensare a tutto io!...Avevo incaricato mia figlia di farla incominciare subito a dar lezioni a Ugo: vorrei che arrivasse a prendermi almeno la licenza elementare. Un diplomino, nella vita, fa sempre comodo…soprattutto a lui, povero angiolo, che non sarà mai ricco come la sorella.
ROSE (che finora è stata occupatisima a disfare nodi) Perché, io, sarò ricca, nonna?
ZERLINA (sgarbata) Zitta là, pettegolina! Non sei stata interrogata!... (Rose fa le spallucce e si rimette a disfare nodi) Ma anche lei, cara fraulein, poteva chiedermi quali erano le sue mansioni qui…benedetta figliola!...
WALTRAUTE Ma mi no afuto gnanca tempo per tomantar, frau Zerlina! Mi folefa, ma mi sempre con mia fiola ta gamba qua in giardino d’inferno! Par concerto di domenica sera prepararme!...Io dopo mesi ca no più sonava!...e io no capito che tsignor Ugo e tzigano Rose miei pampini! (ride) No più tanto pampini, feramente! ….Solo mentalità da pampini!...Interessante!... (ride)
ZERLINA Pas trop, ma chère!...Pas trop!...
WALTRAUTE Feramente!
ZERLINA Glissons!
WALTRAUTE Clisòn! (Entra Iside con un cestino pieno di nuovi spaghi annodati in più punti).
ZERLINA Cosa c’è, Isidina?
ISIDE Porto i nuovi spaghi, no? Quella birichina me ne ha sissiolti una sessantina in giornata! (Cambiano il cestino a Rose) Ma che rapidità che c’hai su quelle manaccine, diavoletta!...(Rose ride) Ma non lo vuole il gatò di ffragole, stasera, padrona Zerlina?
ZERLINA Già! M’era uscito di mente. Sentivo un languorino!...come ho fatto a scordarmene? Eppur è un rito che si
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ripete ogni domenica fin dai tempi del mio educandato, dalle Bonnes Mères de la Contrition, a Bourg: prima il concerto, poi il rosario e poi il gateau…(si alza e dà il braccio a Iside) Che altro ci hai messo, oltre alle fragole, Isidina? (Golosa) Dimmelo, dimmelo, su, dimmelo!...
ISIDE (uscendo con Zerlina) Mò Dio, niente: zabaione, panna, un bocconcin di crema, pasta inglese, i suoi bei canditi, zucchero e vaniglia, un sentor di maraschino e un cinin di muschiata…tutto lì! (Via).
WALTRAUTE (va a sedere ai piedi della scaletta di Rose; la guarda a lungo, in silenzio, scuotendo la testa). Mah!...
ROSE Piaccio anche a lei, che mi guarda tanto?
WALTRAUTE Come tu dice, Maria Rosa?
ROSE Mi chiami Rose tout court! Tutti i miei ammiratori e tutti gli amici di Bernard possono chiamarmi Rose…
WALTRAUTE Chi questo Parnar?
ROSE …il mio vero nome è Maria Rosa, ma, Bernard, quando mi ha conosciuta, ha detto subito che “Rose” per me, è più adatto.
WALTRAUTE Mia pichela testa ha tanto di dolore in vardarte in halto. Perché tu no desmonte da hiscala, Rose?
ROSE Ma….si sta burlando di me? Gliel’ha suggerito Ugo, scommetto di chiedermi di scendere!
WALTRAUTE No, lui no tetto.
ROSE E allora la mamma o la nonna. ma lo sa che, da quasi tre anni, dalla mattina alla sera, non fanno altro che tormentarmi, sgridarmi, farmi scherzi di ogni genere…per costringermi a scendere dalla mia scaletta? Credono che sia matta solo perché sto seduta quassù!...Ma se io ci sto volentieri!...Mi piace!...Ci sto da quando è morto il povero Luca; sì, da quando è mancato mio marito…
WALTRAUTE (guarda Rose con un vago terrore) Oh, ecco!
ROSE E dunque? Se ci sto da quasi tre anni, su questa scala, significa che i motivi non mi mancano.
WALTRAUTE Ah, crete bene, altremente!
ROSE Questo è proprio il mio posto. Il posto più adatto a me: l’ha detto Bernard…
WALTRAUTE Ma chi questo Parnar?
ROSE … <<Certi fiori>> ha detto <<non sembrano fuori posto quando sono ancora attaccati alla pianta? Il vaso è la loro morte. Certe rose, per esempio, gialle o bianche…ebbene, tu sei una di quelle rose e <<la tua morte>> è questa scaletta>>.
WALTRAUTE (incominciando a divertirsi) Tua morte? Ah, così letto questo Parnar?!
ROSE Sì. La mamma dice che Bernard è un pazzo che profitta di me. Ma come, dici io, come profitta se a lui le donne non piacciono neanche?
WALTRAUTE Ah, lui tono mi piace, questo Parnar!....Come mio pichelo fratelo. Alor non fa amore con te, questo Parnar? No è amante?
ROSE (ridendo) Nooooo! Lui dice che sono più seducenti le donne che si tengono lontane dagli uomini. Però per me ha ddell’affetto e anche i suoi giovani amici mi vogliono bene: i
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giunchi. Lui li chiama così. Certe volte gli telefono e gli dico: <<Non verreste da me, Bernard?>> <<No>> mi risponde <<vado alla giuncaia>>. Oppure <<no, ho intrecciato giunchi per tutto il giorno, sono spossato, ma petite Rose rose. Ci vedremo un’altra volta>>….ma poi non viene…
WALTRAUTE Ah, no fiene questo Parnar!
ROSE No, ma io non mi offendo. E come potrei offendermi, gli devo tutto! Prima di conoscerlo, io ero brutta.
WALTRAUTE Ah, tu era brutta? (La guarda come se sognasse) Und hora?
ROSE Ora sono bella e sono felice! La gente viene apposta fin qui in campagna, per vedermi! Giovedì scorso, quando lei è entrata, ho pensato che fosse anche lei una ammiratrice mandatami da Bernard. Per questo mi sono messa subito in posa. Si ricorda?
WALTRAUTE Cosa recorda?
ROSE Quando le sono apparsa, ha fatto caso alla mia mano, tesa a prendere quel vasetto?
WALTRAUTE Oh, ja, sì!...
ROSE Che bella mano, vero?
WALTRAUTE Pelissima mana!...
ROSE E la gamba, h’ha vista bene? Così lunga lunga, tutta tesa sulla scaletta…come una ballerina, vero?
WALTRAUTE Ja, come palarina, feramente! Pelissima gamba!
ROSE E’ bella anche l’altra, sa! Solo che lei non può vederla. Perderei l’armonia della composizione, se mi muovessi.
Waltraute Questo Parnar, tetto!
ROSE Sì, proprio!... E il viso’ così. (Si atteggia) Ecco. Che bella espressione, vero?
WALTRAUTE Oh, ja. Feramente impression lui fa!...
ROSE Non ero mica così, sa, prima. Avesse visto com’ero brutta!....Persino le cameriere mi dileggiavano con insulti anche un po’ pesanti, alle volte. Pensi, che volevo sopprimermi!...
WALTRAUTE Per quanto tu si brutta?
ROSE Per quanto ero brutta, sì. M’ero procurata una capsula di cianuro. L’avevo nascosta dentro a quel vasetto…bene, un giorno, mi arrampico fin lassù, per prenderla…sto già con la mano pronta, così. (Si rimette in posa)…quando, di colpo, si spalanca la porta e chi arriva?
WALTRAUTE Questo Parnar!
ROSE Proprio! <<Ferma! Ferma così, mi fa! Come siete bella, Rose! Un’apparizione, un miracolo di bellezza! Il volto da cherubino, la coscia snella, lunga, febbrile…e quelle mani! Quelle mani!....Come quelle di una santa, dopo morta!>>… <<ma davvero?>> faccio io <<Davvero, Rose! Dovete restare lassù per sempre e io verrò a contemplarvi, verrrò a chiedervi la forza per vivere…ogni giorno!>>… Poi, veramente, non è venuto più…
WALTRAUTE (Con tono normale) Naturalmente.
ROSE …io lo aspetto da trte anni, ma lui non si è fatto più vivo…Ma sentp che tornerà, anche per rendermi certi soldi che gli ho prestato: due milioni ottocentosettantacinquemila.
WALTRAUTE Himmel!
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ROSE Ma i soldi non mi interessano, in fondo. A me basta che mantenga la sua promessa come io ho mantenuto la mia. Non mi sono mai più mossa da questa scala, sa!...Anzi, se devo essere sincera, delle volte, sarei anche un po’ stufa…
WALTRAUTE Oh, io crede pene!...Ma perché tu no desmonte da hiscala par pichelo tempo per manovrare un poco altra gamba? Podaressi anca paralitica da Lourdes a ferma star, difentare, no?...Desmonta!
ROSE No. Ci andrebbe di mezzo la mia bellezza. Non potrei più comunicare questa gioia di vivere che anche lei sta provando…la sta provando lei?
WALTRAUTE Ja. Io prova, prova, ma!...(Fa un gesto per far capire che ci prova inutilmente, Rose non ne afferra il senso)
ROSE Me lo dicono sempre anche i ragazzi: i giunchi! Barnard li manda spesso da me quando sono tristi e io cerco di aiutarli, sollevarli. Consigli, pareri, libri!...Loro con me si sfogano volentieri. Parlano e mi guardano. Mi ammirano e sono subito giulivi. Ridono. Vedesse come ridono! Appena mi vedono, si mettono subito a ridere. Ridono come matti!...
WALTRAUTE (La guarda allibita, poi scoppia in una frsgorosa risata) Oh, sì, che ridar!...Oh, mein Gott, che ridar!...
ROSE Grazie, cara. Spero che la sua allegria sia il frutto della mia bellezza. Allora, l’ho trasmessa anche a lei la gioia di vivere? La sta provando?
WALTRAUTE (ridendo sempre) Oh, ja!... Io, io profa, io profa. E anca con dinari tu aiuta giunchi, Rose?
ROSE Ma sì! Le ho detto dei libri, no? Quando arrivano, tristi tristi, tutti compunti, e si mettono lì davanti per contemplarmi, io mi commuovo. Allora dico: <<prendi questo libro, carino, vedrai che fra le pagine ci troverai la felicità>>.
WALTRAUTE E cosa tu mette fra le pagine?
ROSE Mille lire. Mille lire per pagina.
WALTRAUTE So was!?! E quante ha di pagine?
ROSE Oh, poche, adesso! Cento, centoventi….ora do solo volumettini. Proverbi, massime, pensieri. Prima davo anche “Via col vento”, “Guerra e pace”…effettivamente venivano un po’ carucci…La bisnonna Maria Soave non ci badava, ma nonna Zerlina è un po’ taccagnina. (Rientra Ugo).
UGO Sai, Rose, il figlio del campanaro mi ha detto che vorrebbe mettere su una lavanderia benefica contro il peccato, per lavare le barzellette sporche. Ha già fatto un esperimento: riescono benissimo. Senti, te ne dico una già pulita, senti: <<Una donna va in un campo di nudisti a cercare un vero uomo, però sbaglia strada e arriva in una banca>>. Vero che è venuta bene? Tutto il finale è stato smacchiato alla perfezione, che non si vede neanche più. Però fa ridere lo stesso. (Waltraute lo guarda allibita) Vero che fa ridere?
WALTRAUTE Oh, tutti di gran ridar in questa casa, sì!
ROSE Ma io non l’ho capita! Mah! Forse è perché vivo così appartata!...
UGO Tu non capisci perché sei ritardata!...Invece a me fa tanto ridere! Se la nonna mi dà i soldi, gliela finanzio io, la lavanderia. La costruiamo in fondo al parco. Facciamo anche una
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grotta per visioni…ma una grotta di lusso, sai!...E sopra costruiamo una cattedralina…Non ci vuole molto: basta compare le cambiali. Oggigiorno si fa tuttto con le cambiali! L’ha detto il figlio del campanaro, mentre lo aiutavo a suonare il vespero. Tu non avresti qualche soldino da darci, a me e ai ragazzi, Rose?
ROSE Quali ragazzi, Ugo, i giunchi?
UGO Ma no, che giunchi! I frati! Io e i miei amichetti ci facciamo frati.
ROSE Allora, non do proprio nulla. Oh, sono così stanca! Spossata!...
WATRAUTE Ma tu non fatte cose! Perché stanca?
ROSE Perché io vivo della mia bellezza: è stancante, sai, dover tenere sempre presente la propria bellezza, aver coscienza di sé, sempre! Ogni tanto ho bisogno di rilassamento e di riposo assoluto. Concedetemi una sosta, vi prego. Scusatemi. (Preme il pulsante; la porta a coulisse si chiede lentamente; Rose saluta con un languido gesto della mano, sparendo) Arrivederci!...Arrivederci!...
UGO E’ un’avaraccia anche lei, ecco!...E’ avara, vero?
WALTRAUTE Ja, afara lei!...Ma come, Ughetto, sanctuarium fonta?
UGO Coi ragazzi! Abbiamo deciso di avere delle visioni, così, poi, sopra la grotta costruiamo una bella basilichina. Una cattedralina, sai?...Allo strapiombo, in fondo al parco.
WALTRAUTE Ma come tu fa par fisionem afer, Ughetto?
UGO Scrivo una letterina al Pontefice. Oppure alla Congregazione dei Riti. Dice che sono molto bravi anche loro.
WALTRAUTE Siete qua di me. Hispiega pene, prego!
UGO Sulle tue ginocchia’ come faceva la bis nonnina Maria Soave?
WALTRAUTE Ah, così lei faceva?
UGO Sì e mi raccontava delle storie bellissime. (Siede sulle ginocchia di Waltraute che lo accarezza sulle gambe)
WALTRAUTE Felissime gampe ti coridore, Ughetto!
UGO Vuoi sentire i miei fasci muscolari? Senti, senti! (Tende la gamba e la fa toccare a Waltraute che si eccita) Forti, vero?
WALTRAUTE Oh, già, forte!...Gnanca cretefa!...
UGO Però, adesso, basta. Lascia stare. Non le toccare più. Don Filippo ha detto che dalle ginocchia in su, tutto, insomma…non mi ricordo più bene come ha detto, ma, insomma, tu non devi toccarmi. Mi manchi di rispetto, capisci?... Ecco!
WALTRAUTE Tu non hai fidanzata, Ughetto?
UGO No, no! Non si può, l’ha detto Don Filippo. Le fidanzate inducono in tentazione perché sono figlie del demonio. Un buon figliolo deve tenersi lontano.
WALTRAUTE Ma che tetto questo?
UGO Don Filippoooo!...E anche la nonna Zerlina, tante volte!... Ma tu, sei francese?
WALTRAUTE Io ghermanide de Ghermania: tetesca sensorial, Waltraute! Perché, Ughetto?
UGO La nonna Zerlina dice che le istitutrici francesi praticano solo la fornicazione e a lei non piace tanto: ne ha mandate via già tre per questo.
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WALTRAUTE Ma cosa formicazionen?
UGO Cosa?...E’ atto impuro, no!
WALTRAUTE Oh, bellissimo atto impuro: atto di grande sottisfazionen. Ta bacino a Waltraute, sì?
UGO (Le dà un bacino sulla guancia e fa per divincolarsi e scendere dalle ginocchia) Ecco…Ora, però, sarà meglio che scenda, sai…
WALTRAUTE No, no così!...Tu no si come pampino. Ughetto. Tu sì come omo, sì?
UGO Eh? Ma tu, mi stai frastornando? Lo sai che non si deve frastornarmi: dopo sto male, sai! Mi duole la testa, sai, dopo.
WALTRAUTE Mo, io non frastorna, io semplicemente dico ca tu no più pampino, tu omo in questo momento, sì?
UGO Sono un uomo, dici?....Mah!...
WALTRAUTE Oh, ja!...Muscolo di omo!...E come omo fa con tona? Tu questo conosce, Ughetto?
UGO Certo! Me lo ha insegnato madamoiselle Denise, una volta che abbiamo visto il contadino che picchiava il caprettino grande. E tanto l’ha picchiato che il caprettino si è arrabbiato, è corso dalla caprettina e le è montato addosso. Per sfogare i nervi, sai?...Ehi, ehi! Ma che cosa fai? …Su, fammi scendere, adesso!...ma no, giù le mani!...Gli atti impuri, no! Non si deve, è peccato. Non peccato piccolo, peccato grande!...Insomma!...Io non li commetto i peccati grandi!
WALTRAUTE Oh, quanta pella forza anca su braccia, Ughetto!...(Ugo riesce a liberarsicon uno strattone; Waltraute lo rincorre per la stanza) fiene qui da me!...
UGO No!...Se ti avvicini, guarda che io…ti do una botta che ti faccio vederfe le stelle, sai!...
WALTRAUTE (sensuale) Oh, sì, fa feter stele a Waltraute! Fa veter stelle, Ugo!...
UGO Non commetto atti impuri!
WALTRAUTE Ma tu sa de atto impuro, e alor tu fatto atto impuro!...Oh, fa anca anca con Waltraute atto impuro, sì?!...
BUIO.
SECONDO QUADRO
(La signora Zerlina è seduta al tavolino da ricamo e legge un libretto di devozioni, al lume di un abat-jour a carrucola. Tirato fino all’altezza dei suoi occhi. La porta a coulisse è chiusa.)
ZERLINA (biascicando le parole)…et souviens-toi de moi, pauvre pecheresse, a mon dernier moment…(Waltraute fa capolino dalla porta di destra. Guarda Zerlina, ride, poi allunga la mano fino all’interruttore della luce e la spegne. Buio totale). Oh!...Qu’est-ce que c’est?...Ughetto, sei stato tu’ sei tornato’…Accendetemi la luce!...Celesta!...Mais alors? Sono vecchia, ho paura!...(lancia un grido) Chi mi ha toccato il braccio?...(tremando) Siete per caso voi, cara madre?...Torna, torna ai tuoi luoghi, cara ombra, pregherò per te!...(gridando) Ma non trascinstemi così, madre mia, volete vendetta per la vostra morte?...Ahi!...La luce! Voglo la luce! Celestaaaa!...(una risata di Waltraute) Qui si ride!...Chi a riso?...Insomma basta!... O devo ricorrere al commissariato?
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(Ricomincia a gridare) Aiuto! Au secours! Help, help, help!... Das licht ist zu, fraulein Waltraute…(arriva Celesta e riaccende la luce. La vecchia signora è in piedi sulla poltrona, ha lo sguardo allucinato).
CELESTA Perché eri al buio, mamma?
ZERLINA ( Sedendo) Rifaccio il testamento. (Ricompare Waltraute che si ferma sulla porta e segue la scenetta) Chiamami subito il notaio: interdisco ache te, come Rose! Ti rovino per sempre, vedrai!...
CELESTA Ma sei sconvolta!...Stai male?
ZERLINA Sto benissimo. Per lo meno di cervello, sto benissimo. Non ti lascio neanche un soldo! Neanche la monetina per Caronte, ti lascio!
CELESTA (alzando le spalle) Non imprta, tienila tu…ne avrai bisogno.
ZERLINA (gridando) Hai attentato alla mia vita, assassina!...
CELESTA Mamma, sei impazzita? Ma cosa dici?
ZERLINA Approfitti dell’assenza di Ugo per farmi morire, mauvaise!
CELESTA Non capisco, ma non ha importanza. Soprattutto ora che ho fretta.
ZERLINA Esci anche staseera?...(Fra i denti)…sgualdrina!
CELESTA Non cominciamo, mamma!...
ZERLINA Non te lo permetto, svergognata!
CELESTE Ma sono maggiorenne!
ZERLINA Da più di trent’anni, se è per questo!
CELESTA Batti sempre su quel tasto, eh?...
ZERLINA Bada, bada, Celesta! Se esci anche stasera, ti lancio la maledizione in perpetuo, bada!...
CELESTA E va bene, lanciala! Così poi non se ne parla più!...Avanti, coraggio!
ZERLINA (smontata) Ti maledico in saecula saecculorum, anche se ti pentirai maledetta ognor sarai. Così sia, amen! Ecco fatto.
CELESTA Bene. Così ho il permesso perpetuo. Buonanotte, mamma.
ZERLINA Fatti almeno sentire, quando rientri!...(Celesta esce. Waltraute viene avanti) Oh, lei è già tornata?...Stava a sentire, dietro la porta, naturalmente!...
WALTRAUTE No. No tietro di porta, tafanti di porta. Ma tute sere lei, contessa Celesta maledicie, perché?
ZERLINA Ciò mi riguarda. Perché, perché?...Perchè sì!
WALTRAUTE E contessa Celesta crete?
ZERLINA Ci mancherebbe altro, certo che ci crede!
WALTRAUTE Lei come matta per omini, sì?
ZERLINA (severa) Fraulein Waltraute, la prego! Dopo due mesi che sta con noi, ancora non ha capito che esigo rispsetto per tutti i membri della mia famiglia!...
WALTRAUTE Oh, sì, partono! Io più no tirà.
ZERLINA Non può permettersi di giudicare mia figlia, lei! La contessa Celesta è rimasta vedova troppo presto, per questo si prende qualche svago, capisce?
WALTRAUTE (ridendo) Oh, anca troppo pene io “hisfaco” capisce!...
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ZERLINA Lei ha uno spasimante?
WALTRAUTE Oh, no! (ridendo) Niente hispassimanti!...
ZERLINA Non vedo proprio cosa ci sia da ridere, ma poupee scherie! Non è poi così allegra la sua situazione! Alla sua età, io avevo già dodici figli.
WALTRAUTE Oh, toteci?!
ZERLINA Sì. Nove mi sono passati a miglior vita a causa della spagnuola.
WALTRAUTE Ah, con hispagnola! Interessante!...
ZERLINA Una figlia è caduta vittima dell’alcolismo, povera Bianca! E una..una…di tango! (Ha un brivido) Un disonore!...
WALTRAUTE Come par tanco, morta, prego?
ZERLINA Era fuggita con Ribaldo: un ballerino da pista. E’ deceduta a Salsomaggiore, durante una gara. Facendo il caschè, ha battuto la testa, povera Maria Olivetta! Il mio povero Giambattista non trovava pace nella tomba, per colpa di quella sciagurata. Che disdoro! (Si segna) Requiescant.
WALTRAUTE Chi questo Giampatista, prego?
ZERLINA Il mio defunto marito, il duca.
WALTRAUTE Oh, ecco!
ZERLINA Ha cenato, lei, cara? E il rosario, l’ha detto’ oggi non è domenica ma è pur sempre una festa e bisogna santificarla con la Messa e il rosario, lo sa?
WALTRAUTE Jà. In paese, dopo Kinomatocrafo messa und rosario e, dopo rosario, manciare! Oh, molto tifertita in pomeridio! Pelissima pelicula ghermanide fista! Suo titulo: <<Rul de tamurè>>. Ah, grante kermesse de guerra.
ZERLINA (infastidita) Non avete in mente che la guerra, voi teutonici!...Il mio Ughetto, l’ha visto?
WALTRAUTE Ja. Fisto e chiesela. Lui pello con suo fistitino lonco, nero, e con plusina pianca con merletto, ca rispontefa in rosario e sonafa campanino. Serio! E poi fisto lui ca petili da fiore butafa in prozizzionen, con suo cistino!
ZERLINA (teneramente) Il mio chiericuzzo!...Non trova anche lei affascinante che, a onta dei suoi trent’anni, mi rimanga sempre così fanciullo?
WALTRAUTE Oh, sì, bellissimo, perché lui pampino ma omo in tempo histesso. Mi crete ca lui grante satisfazionen può tare.
ZERLINA Proprio! Mi dà tante soddisfazioni, quell’angiolo! Così premuroso, così buono! Sarà ancora imbronciato con me? (Ride) Voleva una bazzecola!...proprio una bazzecola voleva, lui, caro il mio ingenuone! Soltanto venti milioni, voleva, quell’innocente, per farsi una cattedrale, si figuri!...Glieli ho rifiutati, naturalmente, e Dio solo sa se mi è costato questo diniego!...Ma, come si fa? Così ,’è scappato. E’ da stamattina che non si fa vivo con me.
WALTRAUTE Dopo lui fiene. Lui mi tetto. Lui fiene par pardono, in sua camara.
ZERLINA Che caro!...(Entra Iside) Oh, brava, Iside! Ha una fame!...(Waltraute ride) Cosa succede, perché ride, lei?!....Non fa altro che ridere!...
WALTRAUTE Grande posipilità di nostra populazione, jà!...Noi tedeschi sempre di ritare e balare e chiotti da manciare e bavare bira e barzelete da contarse! Noi, molto di ritare, jà!...
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ZERLINA Eh, già!... E poi s’è visto! (A Iside) Allora, cara, che cosa mi ha preparato, racconta…(Dà il braccio a Iside).
ISIDE Ci ho fatto i soffici. (Uscendo con Zelina) Mo’, niente: fior di fecola, strutto, burro, sangue di maiale e cioccolato…(Via)
WALTRAUTE (Chiude la porta. Con odio) Gehe zum teufel!...Possi crepar!... (Va al telefono e compone un numero) Allò, Canonica?...Tzignorino Ughetto, bitte!...Ughetto, si tu?...No, io ti viduto ca guardava pampina angioletta in processione!...No, tu guardava pampina angioletta, con hali! Alor, fiene a casa, ca anca profera Waltraute, finalmente prente suo hisfaco!...Si to no fiene, io conto paroco de atto impuro!...Jà, jà, jawohl!...Tu come Tarzan!?...sì, capito: tu entra par finestra!...jà,Jà,debiti…oh, dubiti!...No debiti und dubiti, sì! Perché debiti und dubiti, Ughetto?...Oh, tu firmato campiale per catedrale! Scritto cum firma?...Oh! (Entra Celesta. Waltraute finge di non vederla e cambia tono) Massimo secretum, bene, si tzignorino Corradino. Arifedersch. (Posa il microfono e si volta) Oh, ma lei era qui?!...
CELESTA Che cosa voleva Corradino?
WALTRAUTE Lui spetta lei in curfa de chiesella, sotto grande fico a dicci orologi e mezzo.
CELESTA Perché questo cambiamento?
WALTRAUTE Lui paura de tzigano Zerlina, forse.
CELESTA Può darsi benissimo. C’è proprio da aver paura ad avvicinarsi a questa casa di matti…
WALTRAUTE Oh, ja!...(Ride).
CELESTA Le sembro un po’ matta anch’io. Dica la verità?
WALTRAUTE Oh, jà! Ormai io sa: lei matta per sexum!
CELESTA Se piaccio, non è colpa mia e a me non dispiace di piacere…
WALTRAUTE (Mostrando l’orologio) Fenti minuti dopo dieci orologi!
CELESTA ….quest’ultimo, per esempio. Corradino, è come se espugnasse una città, tanto è aggressivo!...
WALTRAUTE Fenti minuti più uno, dopo dieci orologi! Per parlar lei fa tardi e de lui, lei ricefe anca botte.
CELESTA Oh, no, non mi picchia più, adesso. L’ultima volta che mi ha picchiata, s’è preso una paura! (Ridendo) Credeva che fossi morta!...
WALTRAUTE Fenti minuti più due, dopo dieci orologi….(Fingendo di scherzare) io le sbato fuori de porta, brutta noiosa!...
CELESTA (Ridendo) Oh, che cara!... Come si preoccupa!...Vado. Oh, senta, mi dia uno di quei fiori: la gardenia, che guarnisce tanto!
WALTRAUTE (Stacca una gardenia e la mette fra le mani di Celesta) Eccote a lei: anca cartegna, pella matonina piena da peccato! Marche, adesso!... Marche, adesso! Marche! Eins, zwei, eins, zwei, eins, zwei!
CELESTA (ridendo elettrizzata) Oh, sì! Eins, ewei, eins,zwei: la marcia del peccato! (Esce)
WALTRAUTE Fecchia troiona!...(Chiude la porta e si precipita a una finestra. Ugo entra da un’altra finestra e, in punta di piedi, raggiunge waltraute, le batte su una spalla gridando)
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UGO Buuuh!
WALTRAUTE (Sussultando) Aaaah!....Oh, come grande paura, Ughetto!...Paura!...(Scoppia a ridere)
UGO Ma no, non ridere a quel modo, Waltraute! Potrebbe nuocere alla salute, potrebbe anche farti molto male, sai! Poi ti manca il respiro e finisci come la mia prozietta Maria Pervinca.
WALTRAUTE Chi lei, Ugo?
UGO La sorella della nonna, no?...La prozietta Maria Pervinca! Indovina come ha fatto a partire per il lungo viaggio! Lo sai?...
WALTRAUTE (Ridendo) Lei si scordata di respirare, sì?
UGO Proprio! Come hai fatto a indovinare?
WALTRAUTE Ah, intofinato, sì?!...
UGO Beh, è morta di trom…
WALTRAUTE ……posi!
UGO Ma no! Di trombone! Suonando il trombone!
WALTRAUTE Oh, par trombone!...(Ride)
UGO Se ridi, non ti dico più niente!
WALTRAUTE No. Ecco, io seriamente.
UGO (Spiegando) Io, oltre al piano, suono anche il trombone e lei era invidiosa di me perché facevo degli squilli più lunghi dei suoi. Diceva che non era vero, figurati! Allora, la nonna Zerlina ha indetto una bella gara. Ha vinto proprio lei, sai…ma poi è morta.
WALTRAUTE Nissuna ca par malattia muore qua! Tu sempre in mezzo a morte di tone parenti, sì?...Tu non ha paura de morte, Ugo?
UGO No. Le povere defunte non devono far paura. Non fanno mica niente, sai! Sono dedlle viaggiatrici che dormono. Dormono, dormono e intanto viaggiano. Fanno il viaggio edificante. Me lo ha detto nonna Zerlina che sa tutto.
WALTRAUTE Tu no paura de morte ma ha paura de fife! Tu ha paura de Waltraute!
UGO Ioooo?!...
WALTRAUTE Alor tai a Waltraute grante bacio pasional!
UGO No. E non starmi tanto vicino che, se viene la nonna, mi sgrida e non vuole più giocare con me…invece, stasera, devo chiederle una certa sommetta…per la cattedrale, sai! (Si svincola; Waltraute lo riacchiappa).
WALTRAUTE No, no!....Tu no dato bacio di passion! Dai bacio subito e fa feter stele a pofera Waltraute! Prente hisfaco de stele!
UGO Ma allora vuoi indurmi in tentazione?!...No, Waltraute, io non voglio fa inquietare la nonna…proprio stasera, poi!
WALTRAUTE Ma due mese, ormai, ca no prente hisfaco da stele con ti! Ma come tefesi far?...
UGO (Ridendo) Sìì!....Se credi che te lo dica!...Non sono mica stupido, io, son furbo!...E poi, ho molto da fare, stasera, con la nonna; per costruire questa cattedralina ci vogliono le cambiali! E chi me li dà i soldini per comprare le cambiali?...La nonna me li deve dare. Allora devo farla giocare: quando gioca lei si svampisce e mi dice sempre di sì, come il moretto delle missioni, sai!...(Ride)
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Basta che non venga a saperlo la mamma!...
WALTRAUTE Lei no savarà: aposifamente io mantata a grante fico in curfa di chiesela. Lei crede ca suo Coradino fa a grante fico, ma infece, lui no fa. Io pensato cusì per mantar lei fuora de casa, così nona Zerlina dà a Ugo dinari e tzigano Celesta no fete e no sa. Posso, in questo momento, afer hisfaco di stele come premium di mia furparia?
UGO No! Ti ho già detto di no! Se penso alle visioni celesti, non posso pensare al gioco dei capretttini, poeca l’ochetta!
WALTRAUTE Cosa gioco di caprettini, Ugo?
UGO Eh!....(Fa per scappare ma Waltraute lo blocca) Fammi passare!...
WALTRAUTE No! Cosa gioco di caprettini?
UGO Non te lo dico! Fammi passare! Mi metto a gridare, sai!...
WALTRAUTE Oh, no, no crite!...No critar!...Ma tu non puono con tua maestra Waltraute. No puono! Altri pampini ca io badafa, buono con Waltraute, sempre….no cativi come Ughetto!...(Piange) Altri pampini sempre ca me dafa hisfaco di stele!...
UGO (Commosso) Bada che se vedo piangere, piango anch’io, sai!...
WALTRAUTE Fa a Waltraute feter stele con ato impuro e più no piange lei….Sì tu no fa ecco ca piange lei!... (Finge di singhiozzare, disperata)
UGO Ma adesso ho da fare con la nonna. Cosa di affari, sai!...Cose immobiliari, di cose di cambiali e poi le ipoteche! Io le so le cose!...Magari vengo da te un momento dopo che ho fatto giocare la nonna. Va bene? Sei contenta? Non piangi più?
WALTRAUTE No piange. Contenta.
UGO Io mi nascondo, adesso. Tu parli con la nonna, così si addormenta e poi te ne vai. Allora io rientro e le faccio i giochetti e la sorpresa di svegliarla: quando si sveglia è buonissima! Ma tu parla tanto, falla addormentare, sai? Falla andare a letto, là gioca più volentieri.
Waltraute Hisparisci, Ughetto! Ecco suoi colpi di tachetini! Vai! (Ugo esce; Waltraute corre al telefono e finge di parlare con Ugo)…Oh!...Jà! Comprente!...Jà, dico io a tzignorino Ughetto. (Posa il ricevitore) Era tzignorino Ugo, frau Zerlina. Ecco, lui, fra poco a lei far visita in sua camera letto viene.
ZERLINA (Sedendo sulla sua poltrona) Ma neanche per idea! Lo aspetto qui. Voglio che mi trovi alzata ad aspettarlo.
WALTRAUTE No, in sua camara letto, lui mi tetto, fiene! In letto defe andar!
ZERLINA Sì, sì, non si preoccupi.
WALTRAUTE (Cercando di fare alzare Zerlina) In letto, on letto!
ZERLINA Ma, insomma!...(Fra sé) Elle est bien embetante, mom Dieu!...(A Waltraute) A letto con la cuffia bianca, la camicia da notte e la liseuse sulle spalle, sembro proprio una vecchia befana. Invece, qui, sono un po’ più gradevole a vedeersi, non è vero? (Prende una cuffia tutta nastri e pizzi e se la posa in capo, poi si controlla su uno specchietto a mano) Ca va: pas mal pour mon age, n’est ce pas?
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WALTRAUTE (Melliflua) Oh, un pichele fatina in giardino d’inferno!
ZERLINA (Confidenziale) Viene a batter cassa, sa, quel malandrino! Io fingo di non accorgermene e lui, con la scusa dell’uomo nero, apre la cassaforte e mi prende sempre diecimila lire. Mai di più, per la verità!
WALTRAUTE Ah, interessante!
ZERLINA Forse dovrei redarguirlo, ma, confesso che non ne ho il coraggio: è così povero, il mio Ughetto! Mi fa tanta pena!...Più povero di San Francesco.
WALTRAUTE Ma perché?
ZERLINA Per colpa di mia nonna. Elle ètait vraiment folle, la vieille!
WALTRAUTE Oh, anca lei matta?
ZERLINA (Sospira) Eh, sì, mia cara fraulein! Pensi che il patrimonio di questa casa era tutto suo e, dato che aveva un marito e dei figli, purtroppo smidollati e temibili, ha disposto che l’eredità andasse divisa solo fra le donne della famiglia. Per sempre! Ai maschi solo la legittima. Naturalmente l’erede in carica non può vendere e deve osservare un limite nelle uscite. Nessun sperpero, quindi. Ecco perché non posso dare quanto vorrei a quel caro figliolino.
WALTRAUTE Oh, terripile!
ZERLINA (Sospirando) Beh, parliamo di cose più piacevoli.
WALTRAUTE Fiene suo sono?
ZERLINA (Sbadigliando) Viene, viene!
WALTRAUTE Anca mio sono fiene!
ZERLINA Allora parli, così si tiene sveglia. Mi racconti di questa kermesse che ha visto al cinema.
WALTRAUTE Oh, sì, pelicula tetesca, grande kermesse. Historia di tona ea lafora in caserma: lei cuoca di caserma.
ZERLINA (Sbadigliando) Pessimo ambiente1
WALTRAUTE Oh, no fero! Tute perzone tzignoril in pelicula!
ZERLINA (Mezz’addormentanta) Ne me rèpondez pas, entendu? Prosegua col racconto della pièce.
WALTRAUTE Ecco alo cuoca, ca suo nomen è Ghertrude, ca parla con tenente Spiegel e lui a Ghertrude dice: <<no cibaria darge a miserapile traditore, sì?...E pichela Gertrude fa sì con sua pichela testina con tanti pelissimi pocoli de oro e con sue piche la boca fa pichelo sorriso, con suoi pichelissimi ochi pianchi e con suoi dentini non tanto pianchi. Lei pelina con una pichelissima altitudine. (Indica la bassissima statura dell’attrice) Lei fa pichelo inchino e poi fa ochio da mumieta a tenente Spiegel: lei crete ca tenente lei ama e lui non ama pichela Gertrudele anca perché lei puona con traditore e ancora cibaria dona a traditore. Ecco alor ea tenente Spiegel mete pichela Ghertrudele con sua testina in pegnata de acqua polente e manta incontro lei cani lupo anca, alti alti ca con granti salti morsecafa pichela Ghertrude e tutta lei sgrafata e suoi pocoli de oro tuti picicati in sua testina. E tenente Spiegel ca ritefa! Io anca ritefa! Oh, ma maximum de ridar, io fatto prima, quando ca pichela Gertrude in sua cucina fa grande zuppa con wurstel e patata e picheli fagiletti e carrot e tanta, tantissima cipola…Oh, main Gott, che ridar con cipola! (Incomincia a ridere) Tutti suoi ochi ca piange quando ce fa pichele fete de sue cipole!
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Lei ca piange, ca piange e soltati intorno anche ca piange, tuti con ochi ca piange! La Ghertrudedele fa fete, fa fete, fa fete e piange…Piange e tutti soldati ca ride!...Tu in kinomatografo ca ride…e io…io (Ridendo fino al convulso) Io, con mio fasoleto su la boba, ca ride con tanti grida, cussì forte, ma cussì forte!...Oh, miei Gott, che ridar!...Pello, tzigano Zerlina? (La guarda e si accorge che dorme) Oh, ecco ca lei torme, questa porca fecchia! (Va alla porta e chiama Ugo, sottovoce) Ugo!...Ecco ca lei torme! Fa prestamente, bitte! Io speto in mia camera.
UGO Va bene, se ho promesso!...
WALTRAUTE Attento bene, sì, Ughetto! Io no parmetto che uno prente me par culo!
UGO Ma parla piano, no? Fa piano!
WALTRAUTE (Fa la buffona) Piano pianissimo…Anca tua Waltraute un poco matta, sì, Ugo? (Ride ed esce canticchiando) Piano pianissimo senza parlar, tuto silenzium…(Chiude la porta. Ugo si avvicina a Zerlina).
UGO (Dolcemente) Bsszz!....(La stuzzica con un dito sopra il naso) Bszz!...
ZERLINA (Acchiappandogli il dito) Oh, il mio zanzarino pungentino!...(Ride)
UGO Ti piace quando ti faccio la sorpresa del zanzarino, nonna?
ZERLINA Mi piace, lo sai che mi piace!...Ma dove sei stasto tutto il giorno, birbante?
UGO Ho avuto molto da fare con la processione e poi anche per questa benedetta cattedralina…Bisogna trovare i soldini per comprare le cambiali, no?...Tu non ne hai di cambiali, nonna? Non potresti cedercene qualcuna?...
ZERLINA Schiocchino! Le cambiali sono anch’esse soldini, non lo sai?
UGO E gli assegni, nonna?
ZERLINA Anch’essi, anch’essi!...Bisogna guadagnare molto per poter lasciare degli assegni.
UGO E io, cosa potrei fare, nonna, per guadagnare? Non potrei fare il banchiere, nonna?
ZERLINA Se tu studiassi, vedi!...Ma ho poca fiducia nei tuoi studi, io!...
UGO Allora potrei fare il cacciatore: così sparo, pum, pum, pum…e giù allodole, cervi, dinosauri, dei pungitopo…(Zerlina ride) Perché ridi?
ZERLINA Perché a te non la danno la licenza di sparare, non puoi avere il porto d’armi, tu!...Non puoi fare il cacciatore…
UGO Ma allora, cosa potrei fare?...(Zerlina ride) Oh, sì, lo so!...Se ti faccio il lupo, nonna, poi mi dai qualche denarino in più?...(Recita) Oh, che begli occhiettini, nonna, che begli occhiettacci!...
ZERLINA (Commossa) Per vederti meglio nipotino mio, più che si può!
UGO Che bella vocettina, nonna! Che BELLISSIMA VOCETTINA!...
ZERLINA Oh, mon galant!...Mon petit fiancè…
UGO Che bel nasettino, nonna!...Che bel nasino avete!...
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ZERLINA Oh, mon brigand, mom assassin!...(Lo accarezza sui capelli).
UGO (Prendendole la mano) Che belle manine, nonna!...
ZERLINA Oh, mom petit flatteur, menteur!...
UGO No, no, avete anche un bel visettino, nonna! che bel visino e che bella bocchina avete1…(Ride) .
ZERLINA Per mangiarti meglio, nipotino mio!...Per mangiarti di baci…Il mio innocentino, il mio angioletto!...Lo sai che non ho che te?...Lo sai che piango tanto per te, quando scappi come hai fatto oggi?
UGO Ma io non scappo più. Te lo prometto. Non piangere!
ZERLINA Oh, no, non piango più! Il mio Ughetto è tornato! Rideremo tanto insieme, vero, amore mio? Ci divertiremo, giocheremo ancora….
UGO I nostri trastulli segreti, vero nonna?
ZERLINA Quelli che fai solo con me. Con la tua nonna bella!
UGO Il gioco dell’uomo nero, quello sì che ti piace, vero, nonna?
ZERLINA (Battendo le mani, entusiasta) Sì, sì, giuochiamo all’uomo nero che di notte scende dalla montagna e bussa alla mia porta!
UGO (Recitando) Toc toc!
ZERLINA (Fa la bambina) Chi è? Chi sarà mai? Chi è?
UGO (Fa il vocione) Son l’uomo nero e vengo dalla montagna. Ho tanto freddo, prego, mi faccia entrare!
ZERLINA (Si alza e apre una porta immaginaria) Oh, non dovrei farla entrare. La mammina me l’ha proibito. Ma mi fa pena; venga, venga vicino al fuoco, si riscaldi!...
UGO Grazie, bella bambina. Sei sola in casa?
ZERLINA Sì, sola.
UGO Allora non dovevi farmi entrare, brutta disobbediente!
ZERLINA (Trattenendo il riso) Perché?
UGO Perché son l’uomo nero!
ZERLINA (Sottovoce) Ugo, mi vien da ridere!...
UGO (Contrariato) Eh, no, nonnina, se fai così!...Avanti, avanti!...(Zerlina gli porge un cordino di seta). Ecco la corda e io l’appendo alla trave. (Sale sul tavolino e lega la cordicella alla trave). Sali, svelta!
ZERLINA (Ridendo) Che matti, che matti!...(Ugo l’aiuta a salire sul tavolo).
UGO E questa testolina bionda deve entrare prigioniera del nodo. Il tesoro dov’è?
ZERLINA (Ridendo) In cassaforte!
UGO Presto la chiave, presto!...
ZERLINA Ecco la chiave, brutto omaccio nero!...(Zerlina gli consegna la chiave, ridendo a più non posso. Ugo apre la cassaforte, celata da un portavaso a muro; prende un grossissimo pacco di banconote. Zerlina è inquieta).
ZERLINA Quanto ci metti?…Che stai combinando, Ughetto?
UGO (Tornando da lei) Ugo non c’è! C’è solo l’uomo nero che prende i tuoi tesori, butta bimba cattiva!
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ZERLINA (Ridendo) Oh, per piacere, non mi prenda tutto! Sono poverella e sono tanto buona!...(Ugo mette uno gabellino sul tavolo e vi fa salire Zerlina, poi le lega il cordino intorno al collo) Ecco, adesso basta sai Ugo!
UGO Ugo non c’è! C’è solo l’uomo nero! (Zerlina ride come una bambina, contagiata da Ugo. Nella penombra compare una figura di donna che si avvicina ai due, non vista, e allunga una mano verso lo gabellino, tirandolo via da sotto i piedi di Zerlina).
BUIO.
SECONDO TEMPO
PRIMO QUADRO
(I personaggi sono disposti sulla pedana del bow-window per il concertino della domenica; manca solo Zerlina: la sua seggiolina è vuota, ma sul cuscino di velluto verde c’è il suo flauto con grande fiocco di raso nero; finito il secondo tempo, dopo un attimo di pausa, attaccano il terzo tempo).
UGO (Dopo solo poche note) Un attimino di raccoglimento, vi prego. Qui ci sarebbe il famoso sol della povera nonna Zerlina…(Si commosse) Ella non è più fra noi, ma, nel giardino celeste è fiorita una nuova stella, piccola ma luminosa…una stellina tanto buona che brilla su nel cielo…
CELESTA (Fra sé, poco convinta) E’ ottimista!
UGO ……mandiamole un sorriso e un salutino. Ciao, stellina, ciao, nonnina bella!...(Scende dalla pedana) Non posso più suonare, non posso!...(Piangendo) Oh, nonnina mia!
ROSE Uffa, Ugo! Tutte le domeniche la stessa storia! Non è bello, sai, fare così. io sono per l’ordine e la disciplina e quando incomincio una cosa, la voglio portare a termine. Aventi, riprendiamo!
CELESTA (Sospirando) Questo concerto diventa ogni volta più difficile: le commemorazioni aumentano sempre. E’ sfibrante!....
UGO (Voltandosi di scatto, severo) Ma, mamma!...Non essere irriverente, sai! Pensa se io e Rose ci ribelliamo quando toccherà a te! (Waltraude ride) E tu, perché ridi, scioccherella?
WALTRAUTE Per morte ride Waltraude!
UGO Ma è peccato! E’ oltraggio, sai! Smettila, non si deve! Vero, mamma, che è proibito?
CELESTA (Distratta) Eccome, altroccchè!...
ROSE Il destino è crudele con te, Ughetto: tutti quelli ai quali ti affezioni, subito te li toglie. Ma è ancora più crudele con me. È da dieci anni che aspetto Bernard e…
CELESTA (Alzandosi) Oh, basta!....Ahi, ahi, non mi reggo più in piedi. Sto bene solo sdraiata.
WALTRAUTE Complexum da otalisca.
CELESTA (Con un sorriso) Eh1…(Sospira) Mia madre lo diceva fin da quando ero bambina: <<Sei un vera femmina, tu!>>…(Fa per scendere dalla pedana ma traballa e si aggrappa a Ugo) Oh!...
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UGO (Premuroso) Non stai bene, mammina bella?
CELESTA Ah, ora che la nonna non c’è più, ti sei attaccato a me, vero, brigante? Non c’è più lei per coccolarti e allora…
ROSE Ma insomma, non lo terminiamo proprio questo concerto? Le cose, se si incominciano, vanno finite. Può essere molto nocivo lasciare un’impresa a metà!
CELESTA Ecco: <<Un’impresa>>! E’ davvero un’impresa troppo ardua, questo concerto…
ROSE Bisogna terminarlo!...
CELESTA Ma non ti ci fissare, Rose!...
UGO Tanto, alla nonna basta il pensiero, l’intenzione buona, vero mammina?
CELESTA Ma certo, tesoro, certo!...(Siede su una poltrona) Non mi reggo ritta! Devono essere le iniezioni per questa benedetta cura di giovinezza. Sei certa, Waltraute, che non ne abusiamo? Sei al giorno!
WALTRAUTE Oh, no apuso. Io crete miglior ca cresce ancora: dodeci nezessarium far, io pensa.
ROSE Suonare non volete, dire il rosario nemmeno!...Non fate che parlare! Non riesco a disfare neanche un nodo con tutta questa confusione! E, entro stasera, ho stabilito di disfarne 47.
ISIDE Mò sì, << Morto che parla>>!
ROSE Se continuate così, peggio per voi! Tanto io mi isolo! (Preme il pulsante. La porta incomincia a chiudersi, lentamente. Sparisce)
CELESTA Tanto cara, ma un po’ tediosina, quella ragazza!...E pensare che la vita è già così noiosa che non occorrerebbe affatto cercare di…
WALTRAUTE (Interrompendola con molto affetto) Lei molto noiata, sì, tzignor Celesta?
CELESTA (A morte!)
WALTRAUTE (A Ugo) Perché, Ugo, no porte tua mameta in pichela caminata? Mameta no fisto ancora strapiompe da fisioni…Porta lei su horlo di precipizio ca cassi capisce pene dofe catedralina sorge!
UGO Col buio?
WALTRAUTE Jà, con buio. Molta più sughestion con oscurità!
CELESTA Davvero! Me li faresti fare quattro passi per il giardino, Ughetto?
UGO Ma non ci farà male, mammina, il fresco della sera? Lo sai che la nonna non voleva che uscissimo con la bruma!
CELESTA (Ridendo) Ma siamo in piena estate, tesoro! Non c’è la bruma alle nove della sera in estate!
UGO (Dubbioso) Davvero? Dici che non c’è?...
CELESTA Ma no, tesoro….
UGO Comunque, sarà meglio metterci in cappottino! Non si sa mai.
CELESTA (Ridendo) Ma soffocherai, amor mio!
UGO Che mi venissero i vapori, dici?
CELESTA (Ridendo ancor di più) Ma come parli?!...Tutto compitino!...<<I vapori!>>
UGO (Col nodo alla gola) La povera nonna non rideva mai quando le parlavo!...Mai mai!...
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CELESTA Beh, ma che cosa fai? Piangi?...Oh, santo cielo!...Il mio uccellino sensibile!...(Lo abbraccia) Su, su, non volevo mica prenderti in giro, io1…Dà un bacino alla mamma.
UGO Facciamo già la pace?
CELESTA Ma certamente!...(Ugo la bacia) Ecco fatta la pace. Andiamo adesso?
UGO Vieni, mamma! Andiamo a coprirci. (La prende per una mano e la trascina con sé).
CELESTA 8Uscendo con Ugo) Voi due ci aspettate, vero? Mi raccomando: mi fa effetto rientrare e non trovare nessuno…
ISIDE Santa Gerusalemme liberata, guarda te se due persone grandi devono aver apaura dei morti! Ma chi le muove più quelle salme’ e, anche se si muovono, io e Waltraute non possiamo mica fermarle, veh!...
WALTRAUTE Noi speta alzate. Lezionen a tzignorino Ughetto ancor tefe far.
UGO E’ salutare, sai, mammina, una passeggiata prima di coricarsi: è buona cosa! (Iside lo guarda e scoppia a ridere: Ugo infatti è in cappotto). Iside! (Chiedendo) Ma tu, sei irriverente? (Ridono tutti)
ISIDE Mò no, mò cosa pensi mai!...Anzi, ti ammiro perché sei prudente!...Sorbole se sei prudente!...
UGO C’è molta corrente, sai, alla grotta!...
CELESTA Noi andiamo.
UGO Sai, mammina, ti porto proprio quasi al torrente. E’ lì che costruiremo la cattedralina.
CELESTA (Uscendo con Ugo) Dove non costruiremo la cattedralina!...Ti pare che ci si possa permettere il lusso di spendere…
UGO Ma, sei avara anche tu, mamma?...Guarda che a me fanno proprio rabbia gli avari….ma una rabbia, ma una rabbia…(Via)
ISIDE Quando ci piglia una fissazione a quello, non ce la cavi col tirabusciò! (Sbadiglia) Mosca! Che sonno aha la Iside! Mò guarda te se l’è giusta stare in piedi per quei due lì!...E pensare che c’ho solo voglia d’andare al cinema, io!...(Ride)
WALTRAUTE A kino, Iside?
ISIDE Mò sì, al cinema bianchini…con la testa in sui cuscini! (Ride)
WALTRAUTE Ma come pianchini Kino, Iside?
ISIDE Mò a letto, alocca!
WALTRAUTE Oh!...(Maliziosamente) Io, a letto va volentieri solo con omo…Ma, con omo, anca in poltrona va volontiera!...Anca par terra, con omo, io cratisce. (Ride. Iside la guarda e scuote il capo)
ISIDE Eh, a s’capess!..
WALTRAUTE Tu no va con omo, Iside?
ISIDE No.
WALTRAUTE Oh!...Ma perché’
ISIDE T’ho pur detto del voto, no? Per la salvezza di certe anime, buone ma peccaminose, ho deciso di mortificarmi nella parte più femminile della mia persona.
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WALTRAUTE Oh! Pofera matta!...Io, si solo penso da non afer più…(Con un grido)…contatti!...Ah, no, no! Io pretendo presto presto matrimonio, infece, par far tute sere contatto di hisfago.
ISIDE Stai ben attenta, sai, Waltraute, guarda che il matrimonio è uno sbaglio enorme, mò madornale!...Un uomo si pente subito di aver sacrificata la sua bella libertà, così che non fa altro che ingravidarti e poi taglia la corda: per nove lunghissimi mesi non te la guarda più per quanto è lunga, la mogliettina!
WALTRAUTE Oh, io no permetto questo! Lui fa tutte sere contatto d’hisfago, io vedo stele, prendo pilula resto coperta e no (mai) resto pregna. Mia amica da Kassel manda pilule. Io mai me trovo in altro stato.
ISIDE (Interessantissima) Mò cosa dici? Mi prendi in giro? Ma di che razza di sorta di pillole mi vai parlamentando?
WALTRAUTE Ah, no buona pilula par una ca fa tanto orendo voto! (Ride)
ISIDE (Offesa) Mò cosa credi, che sia per me, cretina d’un insulsa?...Domandavo così, per una mia amica, tanto portata, ma un po’ troppo fertile. Una sensibile di bacino. Che, se ingravidata ancora un’altra volta, il suo ragazzo la pianta in d’un bott!
WALTRAUTE Perché? Quante folte lei sgrafata?
ISIDE Una…ufficialmente, nel senso che lo san tutti. E altre due di nascosto, nel senso che le ha messe a balia: nove gemelline in tutto! (Pausa) Solo che adesso, forse…forse, sai, non è detta l’ultima!...Può darsi che ci troviam di fronte alla cosidetta quarta gestazione.
WALTRAUTE Ah!...E come suo uomo?
ISIDE Mò niente?...Piccoletto, traccagnotto, maschio. Caloroso e tempramentoso!
WALTRAUTE Ahi!…Hilfe!…Pasta, Iside, pasta!...
ISIDE Se lo sai far funzionare, insomma, poi rende bene…si fa massiccio e pesante come un armoire!...
WALTRAUTE Hu! Ha!...Ma tu, come sa di suo peso, Iside?
ISIDE Beh!...Ben, si sa!....L’occhio della femmina l’è un bilancin che sa pesare il mondo! (Ride)
WALTRAUTE Oh, jà, questo si ha vero. Anca io pesa uomini con ochi!
ISIDE Alor, Waltraute, di ben su, mi cederesti una serie di flaconi di queste pillole? Sarei capace di fartele pagare anche benino, sai?
WALTRAUTE Jà Io ti dà. Io dà sempre anca a Celesta.
ISIDE (Scoppiando a ridere) Oh, ben questa poi! Mò cosa se ne fa delle pillole, quel calvario, alla sua verde età?...Le prende per far credere ai suoi ganzi d’essere ancora una bambina!...
WALTRAUTE Lei credesi ancora Capuccino Rosso!...
ISIDE Mò se sta in piedi giusto perché c’è posto!
WALTRAUTE Giustamente: lei già con piede su fossa. Celesta fa efeto da condannata a morte.
ISIDE Dio, se l’è vera!...E’ così tanto deperita dopo due bei mesi che ha passato in prigione!...Chissà poi perché non ha voluti dire di quei due ragazzoni che ha trovato la sera del delitto?...Se avesse palesato subito dove si trovava quella sera,
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nessuno si sarebbe mai insognato di accusarla!...Si vede che aveva un non so che di vergogna a dire di quei due pezzi di marcantoni!…
WALTRAUTE Oh, io trovo preferibile dire di due pezzi di marche toni portati in halbergo, piuttosto ca tuti pensa ca tu fatta fuora tua pofera mama.
ISIDE Mò, adesso, Waltraute, si fa tanto per dirne una in più, vero!!...Ma, aposta per dirla: non pensarai micca di restare ancora qua, no? Taglierai ben la corda! Tanto quell’Ugo, di studiare poca voglia ne ha e Celesta non ha micca bisogno di te come dama di compagnia, vuol ben dei maschi, lei! Ma va pur su all’assalto, alla conquista del mondo! Con la tua istruzione e la tua gran bellezza, arrivi insin a un belfatto sposalizio, tu! Tal digh me!
WALTRAUTE No. Waltraute resta qua. Fato anche Waltraute pichelo voto.
ISIDE Na vattene, sciocchina!
WALTRAUTE Io resta qua. Io sa un parchè. (Rientra Ugo) Ecco! (Ansiosamente, simulando indifferenza) Oh, tzignorino Ughetto! Na fata caminata?...(Con voce strazzata dalla emozione) Dofe tzigano Celesta, dofe lei?...
UGO Vai, Iside, va incontro alla mamma, ti aspetta alla rotonda.(Iside esce).
WALTRAUTE (Tra sé) Fifa?
UGO Eh?...Sapessi che ridere, con la mamma!...
WALTRAUTE Ma tu no portata a strapiompe?
UGO Certo. Volevo che vedesse l’orrido dove ci saranno le visioni, ma si è così spaventata, poverina…è scappata di corsa!...
WALTRAUTE Auf! Schaiser!...Ma dofe fenita tua grande pontà?...Tu no si puono con mama Celesta…lei pisognevole di passeggiata e tu infece no porrtata a strapiompe par caminata…come ca io te mandato in mia camara par prenter medizina par mama Ceklesta e ru metesimo fata cascar par tera, ca più no se trofa in apoteca grande medizina!...Come ca tu dati a cane Lelampo miei cnederl ca io fato par ritornoo di apetito di Celesta…
UGO I cnederl?...Ma se avevi sbagliato tutto!...Hai visto, no, che fine ha fatto il povero Melampo coi tuoi cnederl?...Pensa se li avesse mangiati la mamma, poverina!...
WALTRAUTE Oh, tu disoppetiente, tu cativo con mama Celesta, tu no ghentile…e io stufa, Ughetto, stufa1…
UGO Ehi, devi aver pazienza, sai, con me. Lo diceva sempre la povera nonna! Non te ne ricordi più?
WALTRAUTE Ma io tiene pazienza, io tiene, ma tu si duro, tu si tropo duro!...
UGO Cosa fai? Mi mortifichi?...Ti pare bello, mortificare un innocente’…Bisogna rispettarli, sai, gli innocenti: portano la fortuna nella loro casa, lo sai? La nonna lo diceva sempre, sì, sì!...E mi baciava anche!...
WALTRAUTE Ma anca Waltraute preferisce darte grandi baci, si tu ca no fuoi!
UGO Perché tu mi fai venire le convulsioni, non voglio!...
WALTRAUTE Confulsione de ighene con bacio di Waltraute. Salutare per omo bacio di tona!
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Utilissimi, come mie lezionen par hispirito, baci par fisico. Ma, in questo momento, lezionen defesi far par hispirito. In questo momento t fa pichelo gioco di histudio con tua Waltraute, sì?
UGO Giocare vorresti? A quest’ora?...
WALTRAUTE Achtung, bitte! Gioco di lezionen de halta psicologia. Attento bene!...Ecco ca io ha pichela idea divertente! Io achiapo idea, sì?
UGO Ma sì, acchiappala, dai!...Ma dove l’acchiappi?
WALTRAUTE Par aria io achiapa idea!...(Afferra qualcosa nell’aria) Ecc-cco! Ecco a te idea divertente!...Rite, Ughetto, par idea divertente!...
UGO Devo ridere?
WALTRAUTE (Incitandolo al riso, ride lei stesssa) Jà, rite, Ughetto, rite!...
UGO Sì, sì, rido!...(Sta per ridere ma si blocca). Ma sei sicura che sia divertente davvero?
WALTRAUTE Oh, jà! Difertentissima idea!...Ah, ah…(ride)…ah,ah,ah, che ritar par idea divertente!...Ah, che ritar, che ritar, Ughetto!...Rite, Ughetto, rite!...
UGO (Scoppiando in una fragorosa risata) Oh, hai ragione, sai è molto buffa!...Oh, che bel ridere!...Che idea!...Ma che buffa idea. Waltrause!...Che bello!...Ah, ah, ahih!...
WALTRAUSE (Estraendo una lavagna dalla parete, davanti alla porta a coulisse) Idea da psicologa, sempre idea divertente! Attraverso divertimento, analisis. Cosa analisis?
UGO (Buttandola lì) Parola composita femminile plurale?
WALTRAUTE No: analisis è conoscimento di sé medesimi. Come questo conoscimento? Con test! Cosa test? Test uguale gioco!
UGO (Che non ha capito) Beh, insomma, si gioca?
WALTRAUTE Jà.
UGO A che cosa si giuoca?
WALTRAUTE Con tuoi test: tu si auctor di test, sì?
UGO Sìì?
WALTRAUTE Jà! sì. In questo momento tu fa pichelo pioco di test con tua pitura, sì?
UGO Ma…dovrei fare un disegnino? Facciamo i disegnini, se ho ben capito, vero Waltraute?
WALTRAUTE Jà! Con tua pichela pitura, fetesi tua disposizione de caracter. In questo Ugo, Ugo metesimo stesso pitura. (Ugo la guarda senza capire):
UGO Ma…poni un quesito, per caso?
WALTRAUTE No, no, no!...Io tetto: Ugo, Ugo fa ritrato!
UGO Io son buono d’animo, sai!...Però, ti avverto: quando non capisco, non capisco! E’ inutile insistere perché se no mi arrabbio. Piglio fuoco come niente, io, sai!...
WALTRAUTE No rabiarte, no! Fazile! Ugo fa ritratto de Ugo. Auctorifrato! Bene?
UGO Aah, ecco!...Potevi dirlo subito, no?...Non ti esprimi mica molto bene, sai, Waltraute!...Ho capito da solo, perché sono svelto, io!...Guarda, dammi il gessetto! ( Prende il gesso e disegna un omino) Ecco questo sono io. ( Mette due ali all’omino) Così è meglio: mi piace di più. Ora ci metto anche…no, indovina!...
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(Disegna una donnina che tiene per mano l’omino) Fatto. No, no, aspetta!...Ci lascio anche la cornicina! ( Chiude le due figure in un cerchio) Guarda Waltraute, ho finito. Ti piace?...Adesso indovina che cosa ho fatto, però!
WALTRAUTE Oh, pelissimo!...Pelissimo, Ugo!...Questo si tu, questa è Waltraute: Ugo ca sa sposa con Waltraute. Così tu fa hisfago di stele tutte sere e no più ato impuro comete.
UGO (Ridendo) Ma và!...
WALTRAUTE Cosa <<ma và>> Cossa di ritar in questo momento?
UGO (Ridendo) Hai visto? Non hai capito proprio un bel niente!...Sciocchina, quella non sei tu!...Lo sai chi è?...E’ la Madonna!...Ah,ah!...Lo vedi che stupida che sei?...(Ride) Io che la sposo, figuriamoci!
WALTRAUTE (Adirandosi) No ha questo fato di ridar, Ughetto!...Per piacere!... Ome difenti solo par matrimonio: con numptial kerimonia ecco Pampino ca grante difenta e, omo lui, tona mantiene.
UGO Sìì!...E con che soldi? Me lo dici, me lo dici tu?
WALTRAUTE Jà, io ti dice. Con soldi di redità!
UGO (Ridendo) Ma non ho mica ereditato, io!...
WALTRAUTE Prestamente tu avrà redità! Dopo io va a explicarte. In questo momento (cancella il disegnino) tu fa altro pichelo test di pitura. Fa a me pichela casa.
UGO Una casettina?...(Disegna una casa che ha più della chiesa che dell’abitazione) Ecco, così va bene?
WALTRAUTE (Assentendo) Fa un pichelo halbaro, anca.
UGO Un alberello…(Disegna un albero a forma di elle rovesciata) Ecco.
WALTRAUTE Pene. Pichela persona anca pitura.
UGO Posso fare una donnina? (Waltraute assente) Bene. (Disegna una donna sotto l’albero) Così?
WALTRAUTE Pene. Animale anca pitura!
UGO Un animale?...Oviparo e viviparo…vertebrato o invertebrato?...
WALTRAUTE Waltraute no parla: Ugo dicide. Si cratisce ferteprato, fa ferteprato, si cratisce inferte prato, fa inferte prato…
UGO Bene. (Disegna un uccello posato sull’unico ramo dell’albero) Ecco. Ho finito.
WALTRAUTE Ohh! Fallico simpoli questo. Sì questo, no quasta mai. Ottimo simpolo!...
UGO Ma cosa dici?...E’ un corvo, non lo vedi?...
WALTRAUTE Jà, fete!...Alor, ecco ca io va a esplica: tu no fata casa, fata chiesa Katedralina e no fato halbaro de botanica ma halbaro de impicati. Par katedralina costruirte ecco ca tu…(traccia una linea dalla testa della donnina all’estremità del ramo)…impiccata nona Zerlina!
UGO Ma no, no! Non è nonna Zerlina, quella lì, è una donna qualunque!
WALTRAUTE (Alzando la voce) E’ nonna Zerlina, io tetto! Silenzium!...
UGO (Col braccio) Uhhm!...Se fai così, me ne vado, io!...
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WALTRAUTE No, tu resta qua. Tu fato pelissimo test: grante risulta tuo histinto eliminatorio, Ughetto!...Contento!...
UGO (Infastidito) Ma come contento?...Se non ci capisco niente!...Che cosa vuoi dire?...
WALTRAUTE No rabiarte, bitte, fo te hispicca pene: fechia nona ani settantacinque, ani cento spetava par Paratiso feter, cento meno settantacinque, ugual venticinque. Fisione di Paradiso di ani venticinque anticipata con aiuto di Ugheto: questo è misericordioso histinto eliminatorio.
UGO Mi vien mal di testa, ti avverto!
WALTRAUTE (A se stessa) Calma, Waltraute, calma. (A Ugo) Attento pene: tu, con tuo gioco di omo nero, mantata a Paradiso nona Zerlina fenticinque anni prima, sì?...Tu suo omo di distino! Tu impicata nona Zerlina, sì?...
UGO (Ridendo) Ah, questa sì che è bella!...Ma se è sparito il panchetto, che colpa ne ho, io?...Se il panchetto è scappato di sotto ai suoi piedi, io, che c’entro?...L’avevamo fatto tante volte il giuoco dell’uomo nero e non era mai successo niente!...
WALTRAUTE Tu data occasione a distino: panchetto partito con mano di distino! Tua mano, senza ca lei tu comanda, data pichela bota a panchetino. Tua manina, no tu, tua manina lei tirato via panchetino!...Ma tu fata opara puona: tona fechia cosa timanta? Da prolongare tempo timanta. Chi più tempo longo contiene, ca eternità? Eternità histessa. Vita eterna! Chi a fechia dona vita eterna? Morte eterna. Chi dona morte eterna? Distino. Chi distino di tona comanda’ omo. Ughetto no più pampino ma omo. Ecco ca tu dà redità a mama Celesta con morte di nona Zerlina!
UGO E va bene! Diciamo di sì! Sei contenta?
WALTRAUTE Pene. Ecco qua ca io portata pichela valigetta con helementi anca utile a nostra lezionen. ( Prende dalla valigetta una carta arrotolata e l’appende davanti alla lavagna. È un albero genealogico della famiglia da Maria Soave e Rose) Questo mortual halbaro ghenealoghico di tua casa: (legge in ordine).
MARIA SOAFE
PARFINCA ZERLINA
BIANCA CELESTA OLIFETA
ROSE
Attento bene in questo momento a mio raghionamentum, sì?
UGO (Piagnucolando) Uffa, ufffa!....Sempre coi ragionamenti, tu!...Mi fai venire il mal di testa, sai!...Non devi dirmi cose troppo astruse! Io sono un ritardato, cosa credi? La nonna lo diceva sempre!...Lo sai che a un signorino gli è scoppiata l testa proprio perché gli spiegavano cose troppo difficili?...
WALTTAUTE Ma no, no: tu distrato, no è difizile cosa questa! E’ gioco di redità ca par tone di tua casa fino a Ughetto arifa: da pisnona Maria Soave a Ugo! Con morte di Maria Soave con salti, poi parfinca con trompone. Pianca con alcolismus. Olifeta con tanco, poi morte di Celesta con incognita ca tefesi trovar e, in fonto, ecco Rose ca già come morta su sua hiscala: lei intertetta ecco ca lei come morta!
UGO Le visioni, sono permesse in Germania, Waltraute?
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WALTRAUTE (Gli dà una botta in testa con bacchetta che usava per indicare i nomi della carta) Eccote!...tu fete ca no atento, sì? Tu no atento, no atento!...Io stufa, stufa!...
UGO Ma te l’ho già detto, no, che ho mal di testa?!...Dura, sai! Ho mal di testa, ho mal di testa!...
WALTRAUTE Dopo io grata tua pichela testa ma in questo momento tu atento pene: ecco qua ca noi fa gioco di psicotrama con mie pantierine, sì (Prende dalla valigetta un fascio di bandierine, bianche e nere, e ne porge una a Ugo) Prima pantierina nera è par morte di Maria Soave. (Fa una croce sul nome di Maria Soave) Sfentola pantierina di pisnona e fa pichelo giro!...(Ugo ride, sventola la bandierina, fa un giretto di corsa e torna da Waltraute9 Pene, brafissimo! Sfentola pantierina di pisnona Maria Soave ca sua tidità transmete a sua pampina Maria Perfinea ( il gioco sarà velocissimo).
UGO (Ubbidisce soddisfattissimo) Oh, questo sì che è un bel giochino!...
WALTRAUTE (Mettendogli in mano una bandierina bianca) Sfentola pantierina pianca di prozia Maria Perfinca! Fa suo pichelo giro! (Ugo esegue. Waltraute gli dà una bandierina nera). Ecco qua morte di Maria Perfinca (Fa una croce sul nome) ca sua ridità trasmette a Maria Zerlina! Sfentola pantierina pianca di nona Maria Zerlina, presto! Presto ca a nca le fa sua bellissima morte! (Waltraute cancella il nome, mette in mano a Ugo un’altra bandierina nera. Ugo riparte). Sfentola pantierina nera par pelissima morte di Zerlina ca sua ridità transmete a figlia Maria Pianca!...Ecco pantierina pianca par Maria Pianca, ca prestamente anca lei more: trak! (Fa la croce sul nome). Ecco pantierina nera per morte di Maria Pianca! Sfentola pantierina nera per morte di Maria Pianca ca passa sua ridità a sorella Maria Olifeta! …Sfentola pene pantierina pianca par Maria Olifeta ca prestamente anca more. Trak, trak! (Fa la croce sul nome) More Olifeta par sua ridità transmettere a sorella Maria Celesta! Sfentola pantierina pianca par Celesta ca presto more par dua ridità transmettere…
UGO Che bel giuoco, che bello!...(Corre, esaltando, ridendo a più non posso. Arriva da Waltraute e prende la bandierina nera, riparte di corsa, sventolando il fascio di bandierine; Waltraute, esausta, felice, lo applaude freneticamente).
WALTRAUTE Brafissimo, Ughetto! Benissimo, brafissimo, Ughetto, omo di distino!...
BUIO
SECONDO QUADRO
(Ugo e Waltraute stanno giocando a domino. Celesta è sdraiata su una doemeuse, ha gli occhi chiusi, ma non dorme; ogni tanto, infatti, agita un piccolo ventaglio e sospira. Ugo entra in punta di piedi, pigiando il fazzoletto contro una mano).
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UGO (A Waltraute) L’alcool, per piacere! Bisogna disinfettare le mani, subito, volevo farmi le stimmate, ma mi sono fatto tanto male a una mano…Bisogna che scriva a qualcuno che se ne intende per farmi insegnare bene. Presto, Waltraute, disinfettami subito. La nonna si raccomandava tanto!...
WALTRAUTE (Porgendoli un batuffolo di cotone imbevuto di spirito9 Oh, jà! Da noi anca, a grante Ghermania, fa sempre tisinfetionem. Quando io era in compagnia damina in casa di Herr Streikel, sempre ca tesinfetafa! ..Oh, quarda, Ughetto, una pichela mameta: torme lei come morta!...Pella, lei come morta, Ughetto!...
UGO Ma non devi dire così. porta male, sai! Ora la sveglio, la mamma, e glielo dico, vedrai come ti risponde?
WALTRAUTE Io tetto che lei pella!...Lei pella, sì!
CELESTA (Distratta) Che cosa volevi dirmi, Ughetto?
UGO Non dormivi, mammina?
CELESTA Non proprio, ma quasi: pensavo. (Sospira) Sono così stanca!...Da quando mi hanno dimessa da là dentro, non farei che dormire. Saranno quelle punture che mi fai per ringiovanire, Waltraute…speriamo che, prima o poi se ne vedano gli effetti!...
WALTRAUTE Oh, jà: fetarai! (Ride)
UGO Perché ridi, adesso?
WALTRAUTE Par suo sono, ride Waltraute.
UGO Non si deve ridere delle mamme: è un oltraggio, lo sai!
WALTRAUTE Par nostra lezionen ride Waltraute!...Recorda zignificato, Ughetto?
UGO No. I significati non li capisco mai. La nonna lo diceva sempre che non sono maturo per i significati. (A Celesta) Mammina, le sai, tu, le fiabe?
WALTRAUTE Io conta fiape a Ughetto! Fiapa di parpaplù, fiaqpa di Amazasete, exzetera exsetera!...
UGO No, invece! Ma la senti, mamma? Sempre gente che ammazza, lei! Tu non sei una giovane dabbene e coi tuoi discorsi mi innervosisci e basta! Vattene, vattene a letto, brutta!...
WALTRAUTE (Uscendo) Wunderbar, bleiben sie ruhig!...Pagagei!
UGO Pappagalla sari tu! (Waltraute chiude la porta con un tonfo) Ti viene a dire delle cose talmente astruse, quella l’!...Certi discorsi!...Complicati, complicatissimi! Lei dice che mi istruisce!...Mah, valla a capire! Mi istruisce?!...
CELESTA Ma certo, ti istruisce.
UGO Ni istruisce, dici?...Mah!...Ma, come fa a istruirmi, mammina?
CELESTA Non lo so. (Ride) Forse fa come tua nonna, per insegnarti a coniugare bene i verbi. Ripete, ripete, ripete!
UGO Ripete?...Ah, sì come la nonna coi verbi, proprio!...<<Se avessimo smussato, se si potesse essere più mansueti, avrei voluto che tu recalcitrassi meno, si sarebbe dovuto optare per la sillabazione!>> (Ride, ride anche Celesta) La nonna almeno cambiava i soggetti, ma lei, invece!...Ripete sempre la stessa cosa quella tedescaccia!...Meno male che non le do retta!
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CELESTA Sciocchino mio!...(Ride) Cerca di imparare, invece, ubbidiscile: la nonna aveva scelto una tedesca proprio per la tenacia. Batti, batti, vedrai che ce la farà e ti troverai meglio, poi, nella vita.
UGO Mi troverò meglio?...Già! Ma, e tu?
CELESTA Io?!...Che c’entro io?
UGO C’entri, c’entri eccome!...Dice sempre che dovrei svegliarmi e occuparmi di te, lei!
CELESTA Ma davvero? Che cara!...
UGO Ma è brutto essere ritardati nella vita, mamma?
CELESTA Può essere scomodo…dipende…
UGO Da chi?
CELESTA Ma….
UFO Io sono molto ritardato, mamma?
CELESTA Un po’. Però, da qualche tempo, ti stai svegliando.
UGO Dice Waltraute che se non seguo i suoi consigli, non combinerò mai niente di buono nella vita; dice che non avrò mai un soldo e che finirò all’ospizio, dai vecchioni vergognosi, oppure in una qualche prigione…Quando è morta la povera nonna, perché ti hanno messa in prigione, mamma?
CELESTA Perché non volevo dire dove avevo trascorso la notte, tesoro.
UGO (Compitando)….non volevi dire dove hai trascorso…Ah, ecco! Ma ti è dispiaciuto, mammina? Si sta molto male al manicomio criminale?
CELESTA Noo!...No, tesoro, si sta bene!...Così bene!...(Sognate) Io, ero felice, là dentro. Apposta non volevo uscirne.
UGO Perché’ che cosa ci si fa di tanto bello al manicomio criminale, mamma?
CELESTA Beh!…Sì!....Si impara a volere bene, tesoro, ecco. (Languida) Mi ero così attaccata a Mimì!...Eh, sì, sì! Si impara a voler bene!
UGO Ma a chi? Alle matte?
CELESTA E al personale! Mi ero così attaccata a Mimì!...
UGO Ma, era un’infermiera, questa Mimì?
CELESTA (Scoppia a ridere) Un infermiera! Era un fior di ragazzo, amor mio! Un napoletano verace, bello, forte!...Un gladiatore romano!
UGO Un gladiatore?!...Ma davvero?...Come Spartacus?:..Ma và! Mi prendi in giro, tu prima dici che è napoletano e poi che è romano! Napoli, capoluogo della Campania e Roma capoluogo del Lazio e capitale d’Italia! Cosa credi? Non sono mica ignorante, io, le so, sai, le cose delle regioni!
CELESTA Ho detto che sembrava, un gladiatore romano
UGO No. Avresti voluto! Avresti voluto dirlo, ma non l’hai detto! Hai tralasciato il verbo, per forza che il periodo risulta oscuro, per forza!
CELESTA Hai ragione, scusami. La prossima volta starò più attenta. Va bene?
UGO Eh!...Poi, se no, fai le brutte figure, sai, in mezzo alla gente!...
CELESTA Già. Hai proprio ragione.
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UGO Beh, allora mamma’ questo Mimì?
CELESTA Sembrava proprio un gladiatore romano. Avessi visto che braccia! Che forza! Era l’infermiere più temuto di tutto il manicomio…che, se una matta si muoveva appena, la immobilizzava con gli occhi: solo con lo sguardo, col fascino dei domatori!...Sai i domatori?
UGO Del circo! 8Canta la marcetta del circo) Quelli lì?
CELESTA Quelli, sì era forte e buono. Generoso1 mi dava il massimo, senza risparmiarsi mai. Era per il libero amore, lui. Un vero comunista dell’amore!
UGO Eh, poveri comunisti, ormai non glie è rimasto che il Papa. La nonna lo diceva sempre.
CELESTA Ora, purtroppo, è così, povero Mimì. Un Sansone coi capelli corti, ecco che cos’è.
UGO Perché, invece, prima…
CELESTA …Oh, era uno spettacolo! Era stupendo, gagliardo era…
UGO Ma perché dici <<era>>’ Sbagli ancora il verbo, mammina. Ddevi dire <<è>>. O non è più tanto gagliardo?...Non sarà mica morto, percaso, vero, mamma?
CELESTA Evirato! (Ha un brivido) Oooh!....Inservibile!...
UGO (Umilmente) Non capisco mica, sai! Non ti capisco più. (Scuote la testa) Come <<inservibile>>?
CELESTA Che non è più atto a adempiere i suoi doveri: una matta gelosa me l’ha rovinato. E’ sopravvissuto; ma, capirai!...
UGO No. Non credo che capirò, ma non ti affaticare, tanto!...Se non capisco subito, io non capisco più, lo so…pazienza!...
CELESTA (Scoppiando a piangere) Un amore distrutto! Il mio solo vero amore!...Ecco perché mi son decisa a parlare! Che cosa ci stavo a fare, ormai, al manicomio?...(Recitando) <<…addio, cari momenti, giuochi perduti, addio!>>…
UGO Ah, perché si giuoca, al manicomio criminale!...Non lo sapevo!
CELESTA Una vita di sogno!...(Piange).
UGO Se piangi tu, guarda che piango anch’io, sai!...E poi, perché piangi’ se non è morto!...(Va ad accarezzare Celesta)…ma tu eri pazza, mamma?
CELESTA Ne ero pazza, sì!...Così non mi era mai successo, prima!...Oh, è stata un’infamia! Proprio!...e nessuno, nessuno mi può aiutare!...
UGO Beh, se non è proprio difficile, posso aiutarti io. Che cosa dovrei fare?
CELESTA (Teneramente, sorridendo fra le lacrime) Oh, amore!....Che cosa puoi fare, tu?...Che cosa si può fare ormai?...Niente! quando non c’è l’amore, la vita non ha senso. Ormai l’ho capito! Non resta che morire…
UGO (Stralunato) Eeh?!...Che cos’hai detto?...No, no, sai!...Non devi dirle mai più queste brutte cose!...
CELESTA Va bene, va bene!...Così ho perduto il mio paradiso!...
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UGO Io lo so perché Adamo ed Eva - sua moglie, sai? – furono cacciati dal Paradiso! Me lo ha detto la nonna. li mandarono via perché furono disubbidienti.
CELESTA (Distratta) Ecco, proprio!
UGO Perché hanno mangiato una mela, senza lavarla prima. Non si deve! (Celesta ride) Ora la frutta è avvelenata dai fertilizzanti. Hai visto no, come fa il signor Guglielmo Tell, col suo bambino? Prima la lava, la mela, e poi gliela mette in testa e aspetta che un insetto vada a mangiarne un po’: se l’insetto non muore, allora la infilza nella freccia e la dà al bambino. Ma tu non mi ascolti, mamma?
CELESTA (Illuminandosi) Pensavo!...Ho pensato a un rimedio per la mia angoscia: un viaggio. Ecco che cosa mi ci vuole! Ora devo pensare allo spirito, non più al corpo!...Sì, sì, un bel viaggio edificante!
UGO (Colpito)…Ma perché? E’ presto, sai?...Perchè partire per <<quel viaggio>>, mamma?...
CELESTA Aveva ragione tua nonna: ormai sono vecchia, è tempo di pensare un po’ all’anima…Potrei andare a…
UGO (Interrompendola) No! No, non lo devi dire!...
CELESTA Ma sì, invece: è proprio quello che mi ci vuole…
UGO Ma allora?...Allora Waltraute aveva ragione!....
CELESTA In che senso, tesoro?
UGO Nel senso del destino. Lo sai cos’è l’uomo del destino, mamma?
CELESTA E’ morto, tesoro, l’uomo del mio destino…è come se fosse morto!...
UGO (Ridendo) Ma va!...Se sono io?!...
CELESTA (Con un sorriso9 Già!...Il mio ometto!...Ora che sono rimasta sola, sei tu che ti devi preoccupare per me, lo sai?
UGO Sì, lo so. Me lo ha detto tante volte anche Waltraute.
CELESTA (Sorpresa) ma guarda che cara, quella figliuola!...
UGO Ma…perché? Dici che abbia ragione, mamma?
CELESTA Sicuro!
UGO Davvero?
CELESTA Certo che ha ragione. Ormai non ho più che te e tu mi devi aiutare.
UGO Ma guarda!....Aveva ragione lei!...
CELESTA Allora, signor ometto, mi permetti di fare questo viaggio’
UGO Oh!...Ma davvero vuoi…lasciarmi, mammina?
CELESTA Potresti anche accompagnarmi, partire con me.
UGO Eh?!....Oh, no, no!...Non mi piacerebbe proprio!....Io….
CELESTA Ma come? Non vuoi?
UGO Ma sono ancora così giovane!....Quella è cosa per i vecchi!
CELESTA Non essere sgarbato , Ughetto!
UGO No, mammina.
CELESTA Sì, sì, l’unica è fare questo viaggio!
UGO Allora, aveva proprio ragione Waltraute!.... E io che non ci volevo credere!...
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CELESTA (Stupita) Ma perché? Anche lei desidera che io parta?
UGO Eccome, mammina, eccome!...
CELESTA Ma, che cara!...(Entra Waltraute portando un mappamondo; Celesta le va incontro e la bacia).
WALTRAUTE Perché pacio, sì? (Posa il mappamondo sul tavolo).
CELESTA Perché sei tanto cara! (Fa girare il globo del mappamondo).
WALTRAUTE Defesi far lezionen de geografia, Ughetto. Con mappe monto.
UGO (Tirandola da parte; Celesta intanto continua a far girare il globo) Avevi ragione tu, sai! Mi ha chiesto quella cosa…prorpio lei!...
CELESTA Oh, ecco: Dakar!...Ma che cosa avete da confabulare voi due?
WALTRAUTE Oh, pichelo secretum!...
CELESTA (Sognante) Luce…e amore! (A voce più alta)…Potrò mai raggiungerlo io questo Paradiso? 8Si stacca dal mappamondo)
WALTRAUTE Oh, jà: tu afrà prestamente Paradiso.
CELESTA Beh, vi lascio alle vostre lezioni. (Bacia Ugo e esce)
UGO Ma…come faremo, Waltraute?...Come si può fare?…Altro che lezione!...Dobbiamo pensare a lei poverina?
WALTRAUTE Trofaremo maniera puona. Cura da giofanezza, intanto, non malamente lafora!...Tu segue mio consilium e feterai ca tuto fiene pene.
UGO Ma io sono giudizioso e li seguo sempre i consigli. Solo che certe cose proprio non le capisco. Quell’ultimo libro che mi hai dato, per esempio, non ci capisco niente: il <<mein Kampf>>!...(Waltraute scatta sull’attenti e fa il saluto nazista).
WALTRAUTE Heil!...Anca ti fa saluto, Ughetto!
UGO Heil!...(Imitando Waltraute, sbattte troppo violentemente i tacchi e cade per terra). Orpettina! Hai visto? Potevo anche morire!...Se fossi morto anch’io, ci pensi, la mamma, poverina, che sorpresa?...Chi ci avrebbe pensato, allora, a lei? Vuole andarsene subito, hai capito?
WALTRAUTE Se potaria…se potaria…Oh, io pertuto filo!...
UGO E’ vero, Waltraute che chi tocca i fili muore’
WALTRAUTE Prafissimo, con corrente in acqua da bagno!
UGO Ma se dopo piange?...Vuoi farle venire la commozione?
WALTRAUTE Jà. Cereprale! Con pichela bota su testa! No malfagia itea, questa!
UGO Una botta in testa? Ma sei matta! Non si deve picchiare la mamma. Non lo sai come si dice? <<Onora la madre e non l’ammazzare>>. Lei deve partire per il viaggio edificante, ma senza che noi le facciamo mancanze di rispetto!...Lo sai che cosa posso fare, Waltraute? Posso chiedere consiglio a do Filippo che è la mia guida spirituale. È il mio confessore!
WALTRAUTE Oh, no! No tefesi confessar opera puona, Ugo! No tefesi palesar, tefesi tener secreta. Si tu confessa, tu no più merito par opara puona. Anghelo Costode no più mete scrita su
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lipro da opara puona. Teripile Anghelo Custode in sua cantabilità! No tefesi parlar, capito? Opara puona, si secreta, sublime tifenta.
UGO Come, sublime?
WALTRAUTE Oh! Con suplimatum anca podaria risolfare.
UGO E’ cosa buona e giusta’
WALTRAUTE Oh, jà! Lei prente…(Entra Iside)…oh, ecco, qua Iside! Altra folta noi fa progieri, Ugo. Timani. Mi core, in questo momento, da contesa Celesta par inizionem da giovinezza. (Esce)
UGO Che peccato che sei entrata, Iside!...
ISIDE Già! A s’capess! Perché il signorino ci aveva da far progetti con la diavolessa!...Che ce ne ho tante e poi tante in sul gozzo!...Che ci ho una si ben fata voglia di buttar tutto in piazza!...Che fai insin senso, sempre ataccato alle sottane di quella sbagerla! Mo’ credi che non lo sappia, che non mi sia accorta che ti fai mette le mani addosso anche da lei, mignocchino? Baciapile, scaldabanchi, truffa preti!...(Ugo le si avvicina. È turbato, ma non vuol farlo vedere).
UGO Smettila, sai! Io sono un giovane dabbene!...
ISIDE Mo’ sentilo là, l’innocentino! Che la femmina ce l’hai persin nel sangue e nel pensiero! E’ da bene lui, che mi vien un si fatto colpo di nervoso che ti strozzerei! Ma vuoi farti trascinare fin sull’altare da quella serpentesca, bestiaccia che sei, maiale schifoso, boiaz d’un porz!....
UGO (Perde la testa e le si butta addosso) Ecco, brava, Isidina, così! brava!...Insultami, insultami ancora, brava! Un po’ di fornicazione, un pochino!...Insultami ancora…
ISIDE Mò, dico, Ugo, non vorrai mica fare adesso, veh?!...(Allontanandolo da sé). Va via da qui, con questi scatti da maturlo…brutto schif…(Trattenendosi) Santa Gerusalemme liberata, non posso neanche insultarti che faccio peggio!...(Ugo torna ad abbracciarla) Ugo!...Guarda che grido, veh!...
UGO Oh, sì, sì, gridiamo, gridiamo!...Grido anch’io!...Gridiamo tutti e due!...
ISIDE Ma basta, scriteriato d’un deficiente!....mò se la Rose apre la culisse, me lo dici che cosa succede?...Piantala, sai!...Guarda che ti mollo una sì ben fatta papinazza in sul muso!...
UGO Oh, sì, sì, brava!...Prendi il bastone, adesso, Isidina!...(Si mette a quattro gambe e gira per la stanza, belando) Beeeh! Beeeeh! Beeeh!...
ISIDE (Cedendo) Mò su, non far acsi, Ughetto! Finiscila che lo sai ben che mi esalto se ti vedo in quello stato…son pur di carne e sangue anch’io, veh!...Avanti, alzati, dai, scostumato, masochista d’un porz!...
UGO (Correndo verso Iside, sempre a quattro gambe) Beeeh, beeeh!...Beeeh…(Entra Waltraute e lo guarda attonita. Ugo si rialza subito).
WALTRAUTE Cosa tu fa, Ugo, par tera?...Alor anca con Iside tu fa caprettino, sì?!...
ISIDE (Simulando, ride) Mò, mi dici, questo birichino?...Ci ha preso un colpo di mattana a questo pazzerello!...
UGO Cercavo una monetina, invece!
WALTRAUTE No, no, altro parlar no sento. Anca con Iside tu fa caprettino. Io pretente presto presto matrimonio!
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ISIDE Mò con chi? Con quello lì, pazza anche tu?! (Preme il pulsante e apre la porta a coulisse) Cara la mia Rosetta!....Prendi ben un spiferetto d’aria, se no diventi muffa, tesoro!
ROSE (Posando il cestino dei nodi)…e uno ottanta! Oh, buonasera a tutti! Come va? Come stai Waltraute? Che cos’hai?....
WALTRAUTE Io pretente matrimonio, pretente matrimonio!...Lui fa caprettino anca con Iside: mi pretente, supeto supeto, matrimonio!...Pretente matrimonio!
ROSE Ma che cosa dici?! Che cosa dici, Waltraute?
UGO Non darle retta, è matta!....
ISIDE Dimmi te se c’è giudizio?!...(Entra celesta e va subito a sedersi).
UGO Non credeerle mica, sai, mammina!...Non credere a Waltraute!...Lo fa apposta per farmi castigare!
CELESTA (Vedendo Waltraute) Ah, sei qui, tu, carnefice!...Aveva proprio ragione la mamma. Non le sai fare le iniezioni!
WALTRAUTE Mi sa cosa tefesi far, mi!
CELESTA Sai, Ughetto, cercavo la guida del Touring e, invece, ho trovato certi indirizzi!...Sì, me li ha dati una zingara, mia compagna di cella…Ecco, pensavo che, invece di spendere tanti soldi…potrei invece distrarmi con una spesa mpdica…Beh, sì, potrei rivolgermi…vedere questi giovani, insomma. La zingara dovrebbe intendersene!...
ROSE Ma…anche con gli zingari, adesso, mammina’
CELESTA Non esssere razzista, Rose! Non possiamo proprio dire niente contro gli zingari…e tantomeno contro i negri! Ce l’hanno con loro perché sono gli uomini più virili…più affettuosi..e io ho tanto bisogno di affetto in questo momento. Tranne Mimì, nessuno mi ha voluto veramente bene.
ROSE Uno sì, invece. Quel biondino, slavato, amico di Bernard…così sensibile!
CELESTA Chi, quale biondino, Rose?
ROSE Uno che è morto…sai mamma?...
CELESTA Santo cielo, me ne sono morti sei, tesoro!...
ROSE Aveva una cicatrice sulla guancia!...
CELESTA Ah, lo sfregiato!...Quello che mi ha rubato le valigie!...Altro che volermi bene. Mi porta sul lago di Garda, quella faccia di bronzo, appena arrivati in camera, mi spedisce in farmacia, simulando una colica di fegato. Torno con la medicina e il portiere dell’albergo mi dice che <<mio figlio>> aveva ripreso i bagagli e mi aspettava alla stazione. Volo alla stazione. Nessuno!...Non l’ho più visto!...Anche perché poi è morto! Non sapevo come togliermi dai guai, quella volta. Pensa: senza un soldo, senza documenti…son dovuta tornare a casa con l’autostop! (Ride maliziosamente) A proposito!...Beh, lasciamo andare. È troppo spinto…abbiamo una verginella fra noi! (Indica Waltraute e ride)
WALTRAUTE No! No più. (Piange) Lui mi tolto mio honor!
CELESTA (Allibita) Ma che cosa dici? Ugo?!...Ma è impossibile, quell’angiolo?!...
WALTRAUTE Lui tefe me portar in matrimonio!
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UGO No, mammina, no, non le credere! Non crederle, sai!...(Piange) Io non ne ho colpa…Non volevo peccare, io!...E’ stata lei la causa di tutto!...Sapessi che brutte parole mi ha detto!...
WALTRAUTE Tu no porta me in matrimonio, Ugo?
UGO Non posso. Devo essere puro per aver le visioni!...Ho fatto un voto!...
WALTRAUTE Ma tutti con foti, qua!...Ma io sa cosa tefesi far, alora!...No posso grande dolore a mia mameta darghe…
ISIDE Sì, la mametta!...Sì, che la chiamavan la jena di Treblinca!...
WALTRAUTE Silenzium!...Ugo tefe me portar in matrimonio! Ecco, tetto! Tetto und fatto!...
CELESTA Suvvia, non essere assurda, Waltraute!...Ughetto è come un bambino!...
UGO Sì, son come un bambino, io!...
WALTRAUTE A me piace uomo come pampino: io pretente matrimonio io pretente nuptial und legal talamus!
CELESTA Ma che ostinata!...Non sarai mica incinta, vero? Con quelle tue pillole, si può stare piuttosto tranquilli!
WALTRAUTE Sì, a tua età!
CELESTA Insomma, la smetta di essere volgare! Basta!
WALTRAUTE (A Ugo) Sì tu no fa matrimonio, io…io dico…(Ugo si alza e tenta di scappare, ma lei lo rincorre. Rose ride) Io pretente numptial and legal talamus…legal und numptial…legal talamus!...
UGO (Esce inseguito da Waltraute) Aiuto, aiuto, Isidina, aiutooo!...
ISIDE Vengo, vengo, amor mio!...Vengo! (Esce)
CELESTA Abbiate pietà, ragazzi!...Mi fate girar la testa!...(Tonfo alla porta) Ah, meno male! Un po’ di pace!...Vedi, Rose, che ho ragione io? E ha ragione anche Ugo, poverino! Non bisognerebbe mai legarsi a una sola persona, finisce che la perdi o che, nella migliore delle ipotesi, ti fai mettere i piedi sulla testa. Se non mi fossi innamorata così follemente, ora non soffrirei come soffro…Ah, povero Mimì! Povero Mimì dalle forti braccia!...Sono distrutta!
ROSE E’ vero, mamma, sei tanto sciupatina, sai?
CELESTA (Già sulla difensiva) Ma che cosa dici, io?!...Sono un po’ affaticata, ma…
ROSE No, no. Dopo il carcere sei così invecchiata, poverina! Mi dispiace tanto vederfti così.
CELESTA Beh, basta! Zitta. Zitta che mi fai piangere!...Sono…invecchiata, dici?
ROSE Oh, sì, in un modo!...
CELESTA Oh!...
ROSE Sai, pensavo…Forse anche tu torneresti a essere giovane e bella, mamma…su una scaletta.
CELESTA (Con un sorriso mesto) Sìì! Altro che scaletta!...
ROSE Perché no, mammina?
CELESTA Quello è un trucco che funziona solo con te, cara.
ROSE Ma tu sei mia madre, non si sa mai! Si potrebbe provare: facciamo mettere un’altra scaletta per te…così mi terresti compagnia.
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CELESTA Ma no, tesoro! Non tormentarmi anche tu!
ROSE Proviamo! Se poi non funziona!...Sù, forza, Sali qui accanto a me!
CELESTA Ma no, no, Rose! No, cara! Oltretutto, non mi sento proprio niente bene.
ROSE Guarda: per me, scendere da qui è una vera follia, ma, però, per la mamma…Vorrei anche vedere che effetto si fa visti da giù, se si diventa davvero così belle!... <<Semel in anno…>>. Coraggio, chiudi bene le porte…sai, non vorrei che entrasse qualcuno e mi vedesse mentre sto giù: rovinerei in un minuto dieci anni di fede e di costanza. Chiudi le porte!
CELESTA Un’altra sera, sai, Rose!
ROSE Mi offendi, ecco, mi offendi! Lo faccio per il tuo bene, sai?
CELESTA Ma no, no!...
ROSE Sì, invece! Coraggio! (Celesta si alza di malavoglia e va a chiudere le porte. Rose incomincia a scendere dalla scala) Anche tu sarai bellissima sulla mia scaletta, vedrai! Fa’ presto , Sali!
CELESTA (Salendo sulla scala) Che cosa mi fai fare!...(Ride suo malgrado) Mi gira la testa!
ROSE (Esaminandola) Mettiti in posa.
CELESTA (Eseguendo) Così? (Ride).
ROSE (Si allontana e osserva Celesta) Fammi un po’ vedere!...No. si indovina la ruga con tutta questa luce…meglio socchiudere la porta. (Preme il pulsante e chiude mezza porta, togliendoci la vista di Celesta. Spostandosi sulla sinistra, sconsolata). Oih!...
CELESTA (Ridendo) E ora come sto?
ROSE (Torna a guardarla poi torna verso il bow-wimdow) Eh, c’è poco da ridere, mammina!...
CELESTA Ma come?!...
ROSE La scaletta per te non serve a niente. A niente!...Forse ci abbiamo pensato troppo tarsi. Sì!...Vedessi come sei brutta…(Entrando nel bow-window) Sei bruttissima…Orribile!...
CELESTA (Offesa, sbottando) Beh, se credi di essere bella tu, sulla scaletta!...
ROSE Ah, sì, eh?!...(Si vedono le gambe della scala che traballano poi che si sollevano; un grido Rose riapre la porta: la scaletta è vuota. Immediatamente si rende conto di quello che è successo, ma la sua reazione è quella di portarsi una mano alla bocca, come se avesse commesso una birichineria troppo spinta). Oh!... (Si affaccia alla finestra, poi, subito, ritira la testa. Corre a riaprire le porte e torna al suo posto, in cima alla scaletta. Entra Ugo).
UGO Dov’è andata la mamma, Rose?
ROSE (Facendo la disinvolta) Mah!...Io non lo so…non so niente, io….
UGO Ma se era qui con te?
ROSE E’ scesa , sai…è scesa in giardino…un momento…Ora, però, è meglio che chiuda. E’ meglio, sai…mi sono stancata…Buonanotte!...(Preme il pulsante e sparisce).
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WALTRAUTE (Entra di corsa e guarda Ugo con una strana luce negli occhi) Oh, Ughetto!...
UGO Ma…cosa c’è?...
WALTRAUTE (Sottovoce) Mi, in giardino stafa…Brafissimo, Ughetto!...Mi go fisto saltum mortale!
UGO Ma, Waltraute, non capisco…
WALTRAUTE No, no! No più questo hai da dire, Ughetto: tu capisce, anca tropo tu capisce!...Gnanca cretefa!...
UGO Dici che capisco?...Ma che cosa capisco’ Dimmelo!...Me lo dici, Waltraute?
WALTRAUTE No exaghitato, in questo momento, Ughetto! No te preocupe! Mi penza a tuto, fetarai! (Va al telefono e compone un numero. Parla con voce rotta dai singhiozzi) Alò, alò!...Pronto! bitte, tzignorina, dame hisfeltamente commissariatum da Politzei!...Prestamente, bitte!...Alò, tzigano komissarium, qui è Waltraute huber…oh, pene, grazie, e lei e sua tzignora…ma fiene qua, prestamente bitte: sfentura nuovamente bussato a nostro giardino d’inferno!...
BUIO.
TERZO QUADRO
(Ugo, Rose, Iside e Waltraute stavano eseguendo il concertino della domenica. Il contrabasso di Celesta ha il fiocco da lutto)
UGO (Smette di suonare e si volta di scatto verso Iside e Waltraute) Alt, alt! Ferme tutte!
ROSE Ma, interrompi sempre, Ugo!...Perchè adesso?
UGP (Ovvio) Per la mammina, no?...Un piccolo presente, una precina. A noi non costa niente e a lei può far comodo.
ROSE Riprendiamo a suonare, avanti! La dirai più tardi la preghierina.
UGO No, invece!...Vuoi farla piangere anche là, in cielo, dov’è volata?
WALTRAUTE (Ride) Jà, da finestra!
ROSE Mi rinfaccci continuamente, Waltruate, non è bello, né generoso, ti avverto!
ISIDE (Sbadigliando) Santa Sanbuca, mò queste stornellate domenicali si fan d’una lunghezza sempre più lunga! Mi stancan più di sei ore di bucato! Coraggio, dai, Ughetto, facci pur questo sermoncino che poi innestiam l’allegro moderato e andiam a letto!
UGO Non mi ricordo più come incominciava.
WALTRAUTE (Suggerendo) Mama Celesta ca in celeste cielo sei….
UGO Ah, sì, ecco! (Compunto) Mamma Celesta che sei nel cielo celeste…
WALTRAUTE (c.s.)….noi fatto crante sorpresa con tua folata…
UGO Mi avete confuso e non me la ricordo più! Scusami mammina ma non è colpa mia! Domenica prossima magari te la
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leggo, eh? Ecco: passo e chiudo. E ora, pronte con gli strumenti! Uno due tre, via! (Riprendono a suonare; Iside dopo poche note si distrae: suona meccanicamente e canta il motivo del concerto, Waltraute, irritata, le dà una botta in testa con l’aqrchetto)
WALTRAUTE Silentium!
ISIDE Ehi, dico, scriteriata d’una manesca!...
WALTRAUTE (Suonando) Silenzium, tetto!
ISIDE Silenzio un Kaiser! Se mi piace, canto fino a squarciarmi l’ugola, che è pur mia!
WALTRAUTE Ecco tue ripsoste di contatina-fillica! (Smette di suonare)
ISIDE Sentila là che parla, la signora contessa!
WALTRAUTE Jà, contessa! Sì, mio marito Ughetto conte, ecco ca Waltraute contessa! (Riprende a suonare; Iside riprende a cantare; altro colpo in testa con l’archetto)
ISIDE (Alzandosi di scatto) Guarda, sai, musa da cagna, guarda che ti appoggio in sulla guancia un si ben fatto scamuflone, che la giro dall’altra parte, io, la mia disgraziata! (Ugo ride e scende dalla pedana)
ROSE (A Waltraute e a Iside che sono scese dalla pedana e che, ferme in mezzo alla stanza, si guardano minacciose9 Tornate subito qui! Il concerto va finito!
ISIDE Mò lo sai cosa ti dico, la mia bertuccina, che son pur stufa di pazzi, io!...Ehi, Ugo, parlo anche a te, sai!...E ora ti dico l’ultima. Se non ci parli subito di quella cosa, alla tua adorabile sposettina, ti pianto tante di quelle grane! E da non dimenticarsi che io, sono qua per volontà di bisnonna, di nonna e di madre: volontà testamentarie! Chiaro, Ughetto? Se non ce lo palesi tu, ce lo dico ben io a questa!
UGO No, ci penso io: prometto e mantengo.
ISIDE Esco una decina di minuti, regolati! (Si inchina) Devotissimamente, vi saluto e sono, vostra affezionatissima Iside. (Esce)
WALTRAUTE Cosa lei dicefa, Ughetto, sì?
UGO Ti piacciono i segreti, Waltraute?
WALTRAUTE Jà, piace secretum.
UGO Bene. Dopo te ne confido uno, allora. Ti piacciono i bambini, Waltraute?
WALTRAUTE Jà, pampini cratisce Waltraute. In nostro viaggio di miele questo folefa Waltraute, ma tu no foluto. Dopo nostro matrimonio tu no più fatto gioco di caprettini, perché?
UGO Oh, bella! Perché tu sei la moglie! E Iside è la mamma!
WALTRAUTE (Terribilmente inquieeta) Io no troppo pene capire, Ughetto.
UGO Sfido! Non sai niente! E’ il segreto, no? Ma piacciono davvero a te i segreti?
Waltraute (Inghiottendo) Jà, piace,. Contame secretum.
UGO Sì. Allora: ti piacciono i bambini, Waltraute?
WALTRAUTE Jà, Waltraute piace pampini.
UGO E le bambine? Ti piacciono anche le bambine?
WALTRAUTE Utile pampine par redità. Defesi far pampine. Piace pampine anche a Waltraute, sì.
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UGO (Timoroso) Uno che ancora non è maturo, che ancora non è uomo, secondo te, può avere delle bambine, Waltraute? (Rose ride)
WALTRAUTE (Spazientita) Arifa hisveltamente a secretum. Ughetto!
UGO Ma può o non può? Può un bambino avere dei bambini!
WALTRAUTE No. Non può pampino fare pampini!
UGO E bambine?
WALTRAUTE (Esasperata) No. No pampino e no pampine!
UGO (Trionfante) E, invece, io le ho avute! Nove ne ho, di bambine!
WALTRAUTE (Confusa e sempre più inquieta) Questo no secretum, questo hischerzo, sì?
UGO No, no, è vero, invece!...E lo sai che ho deciso di fare le pratiche?...Sì, per riconoscerle! Iside dice che è cosa veramente buona e giusta che portino il mio cognome. Me lo ha fatto capire bene.
WALTRAUTE (Sgomenta) Iside tetto questo?...
WALTRAUTE (Impietrita) Tu fato gioco di capretini con Iside….
UGO Sì, ma di nascosto. Lo sai che la nonna non voleva…avevo paura che mandasse via Iside e allora l’abbiamo fatto…come si può dire, Waltraute?
Waltraute (Automaticamente) Clandestinamente.
UGO Ecco! però vale lo stesso!
WALTRAUTE Ahi, mia pichela testa!...Tu fate pampine?!...Feramente?
UGO Uffa, ma non capisci!...Te l’ho rivelato il segreto, no? Certo che ne ho fatte! Nove!
WALTRAUTE Oh, no, no fero!...No fero, Ughetto!...No fero, fero?
UGO Ma sì. Fero! (Ride) E allora, vedi che non importa che faccia caprettino con te?
WALTRAUTE (Perdendo la testa) Oh, ma tu si mia rofina!...Tu si mi rofina…tu si mia grande rofina, pichelo memencitico!:::
UGO No, sai! Se fai così non ti racconto più niente!...Prima dici che ti piacciono i segreti e poi ti arrabbi!...Non ti dico più niente, ecco!
WALTRAUTE (Dominando la collera) Oh, no, no, ecco ca io caldamente. No rabiarte, parla! (A sé) Ahi, mia pichela testa ca sfanisce!...(A Ugo) Io par mia chefalea rabiata, no par secretum! Parla ancor di secretum!...Ecco qua che mi te consilia, Ughetto. Tu no defe nomen a pampine darghe! E’ peccato dar nomen a pampine fate clandestinamente con serfa! Pecato, Ughetto! No darghe nomen!
UGO Ma ce l’hanno già!...Ce l’hanno già!...
ROSE (Preoccupata) Davvero, Ugo’
UGO Davvero, davvero!...
WALTRAUTE (Sforzandosi per non piangere) No, no!...
UGO Sì, sì, Waltraute! Senti, le prime tre si chiamano. Maria Fede, Maria Speranza e Maria Carità – le Teologali! Iside le chiama così – poi ci sono le Cardinali: Maria Fortezza, Maria Giustizia e Maria temperanza; poi le ultime, che Iside chiama <<le
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tre sociali>>: Maria Libertè, Maria Egalitè e Maria Fraternitè. Li ho scelti proprio io i nomi!
WALTRAUTE Ma come cognomen, Ugo? Come cognomen?
UGO ( Ovvio) Ma il mio, no?!...Abbiamo fatto tutto col signor notaio, dieci giorni prima del nostro matrimonio…Io, così, coi sacramenti sono quasi apposto1 adesso, appena resto vedovo faccio l’Ordine e quando muoio l’Estrema Unzione…
WALTRAUTE (Bieca) Ortine tu no farà mai!
UGO L’ordine no? E perché?
WALTRAUTE Tu fa prima Estrema Unzionen e Cresema anca torna a farte Waltraute! (Lo schiaffeggia; Ugo scappa e corre per la stanza urlando come un pazzo; Waltraute lo rincorre)
ROSE Corri Iside! (Chiamando) Isidina!
UGO Isideee!...Isidina, mi picchiaaaa!...Isideee…(Iside entra immediatamente nella stanza e corre a bloccare Waltraute)
ISIDE Bein?! (Spinge Waltraute al centro della stanza) Trista d’una lazzarona!...Allora, eh?
WALTRAUTE Alor tu va via di mia casa, ecco! Subito tu va via di casa mia! Fuora, via!...
ISIDE Mò cosa dici mai, la mia assassina! (Ride) Sììì! Stai pur fresca, la mia oca! E come fai a strapparmi di qua, chi la manda via la Iside, eh?
WALTRAUTE Padrona lizenzia sua serfa, ecco! Io padrona e tu serfa e padrona…
ROSE La senti, Iside!!
ISIDE (La interrompe) A s’capess! Serva, certo! E contenta e fiera di esserlo! Me ai ho fat semper solo il mio dovere di serva…sempre pronta ai comandi! Anche carnalmente parlando!....E non ho nai chiesto il salario come ricompensa. Non ho mica fatto come te, sbagerla d’una avventuriera, che ti sei sposata questo angioletto, prendendo tutti a tradimento, tutto di sorpresa e di nascosto, approfittando d’un momento di distrazione per lutto, che con una mano vestivi la salma della povera padrona Celesta e con l’altra ti incalcavi il velo bianco, spudorata d’una nazista!
ROSE Waltraute, la senti? Difenditi!...
WALTRAUTE Altro parlar no sento, tu va via di mia casa, via!
ISIDE E’ meglio che ti suicidi, sai Waltraute, è un buon consiglio da amica sincera: ammazzati che così risparmiamo tempo e fastidi….tanto se non ti elimini da sola, ti faccio fuori io! A s’capess! Perché io non la sopporto proprio la disonestà, ti avverto! (Montandosi sempre di più) Ma che cosa credi di essere, tu, eh?!
WALTRAUTE (Indicando Ugo) Io la sua sposeta e padrona di questa casa.
ISIDINA E che vuol dire? Giusto un piatto di minestra ti sei assicurata! Non dovresti dimenticare che qui l’eredità va alle donne e che il signorino qui presente ci ha ben inzuppato il pennino quando ha voluto nel mio calamaio!...E son nate fior di bambine dai nostri amorosi amplessi: nove, per servirla! E con nove figlie legittime, cara la mia megera!
WALTRAUTE (Dà uno spintone a Iside) Gemaine!
ISIDE Sporcacciona!
WALTRAUTE Wilde
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ISIDE Truffatora!
UGO (So esalta alla lotta delle due donne e incomincia a gridare:) Ti mandiamo allo Spielberg, noi! A Alcatraz, a Sing-sing!
ISIDE Ma in galera la mandiamo, altro che all’estero, questa boiazza!
WALTRAUTE Ordinere luder!
ISIDE Scrofa!
WALTRAUTE Cativa!
UGO Cornuta! (Ride)
ISIDE Ma è suonata l’ora della resa dei conti, assassina!
UGO Beccacciona!
ROSE (Alza appena gli occhi e guarda Ugo con severità) Queste parolacce non si devono dire, Ugo. (Ricomincia a sciogliere i suoi nodi).
ISIDE Bolscevica!
WALTRAUTE Ah, questo no! (Perde la testa e dà uno schiaffo a Iside) Bolsifica, no! Ecco!
ISIDE (Rendendo lo schiaffo) Ecco!
ROSE Brava, Iside!
WALTRAUTE (Altro schiaffo) Ecco!
ROSE Forza Waltraute!....
ISIDE Ancora uno! (Schiaffo)
WALTRAUTE Ancora due! (Due schiaffi più forti)
ISIDE Ah, dico, matta, d’una pazza! (Va a staccare le due pistole appese, incrociate, su un pannello della parete di fondo; Waltraute la rincorre e gliene strappa di mano una: spara contro Iside. Rosa ride)
ISIDE (Porta una mano sul cuore e geme) Boiazza della miseria, ragazzi!...Ma sto male sul serio! (Spara su Waltraute che si accascia su una poltrona) Mò sto d’un male!
ROSE Allora, per piacere, vattene di là, Isidina…A star sempre isolata, sono diventata tropppo sensibile: mi fa senso vedere la gente che muore!....
UGO Vuoi che ti visiti, Isidina?
WALTRAUTE (Piagnucolando9 Come ca sente io doloroso male!...Ahi, ahi mio pichelo cuore!
ISIDE (Cercando di raggiungere la porta>) Mi par che tiro l’ultimo…
UGO Vuoi qualcosa, Waltraute?
WWALTRAUTE Io timanda da difentar hultima vedova di questa casa, solo questo cratisce Waltraute!...Ahi, mio pichelo cuore!...
ISIDE Vado a stendermi di là…così mi metto un po’ a posto, a mani giunte, come i cristiani…Ahi, ahi, l’è proprio fatta!
ROSE Portati via anche Waltraute, sii buona, Isidina.
ISIDE (Prende per mano Waltraute e la sospinge verso la porta) Vieni, vien pur meco, fior di rosa, vien ben che ci imbarchiamo insieme per il viaggio edificante!...(Tenta di ridere, poi, seria e preoccupata) Pensa alle bambine Ughetto!...Fatti ometto e sii giudizioso, veh, mi raccomando!....
WALTRAUTE (Sulla porta) Heredi di questa casa tutte ca more Pr morte fiolenta….Mi no cretefa gnanca…in questo momento, cretefa gnanca…in questo momento, crete. (Escono tutte e due; un tonfo dall’esterno).
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ROSE (Sospira di sollievo) Appena in tempo! Ancora un secondo e ci morivano davanti. Chiudi quella porta, Ugo, per favore. (Ugo esegue. Torna da Rose)
UGO ( Guarda stranamente la sorella) E adesso, Rose?
ROSE Siamo rimasti noi due, Ugo.
UGO Che cosa vogliamo fare, Rose?
ROSE 8Con un sorriso ambiguo) Potremmo terminare il concertino, intanto. Eseguiamo la tua marcetta funebre, vuoi? Passami il fagotto, forza! (Ugo porge lo strumento a Rose e siede al piano)
UGO Siamo rimasti noi due!....
ROSE Ci sono anche le tue bambine. Le hai legittimate, no? (Alza il braccio per colpire in testa Ugo con il fagotto, ma si blocca improvvisamente, sentendo Ugo che risponde:)
UGO No. (La guarda attentamente ridendo) Non sono mica matto! Per me, l’agenzia <<Viaggi edificanti>> ha chiuso! (Con intenzione) Capito Rose? L’ho detto solo per esasperare Waltraute e scatenare…beh, quello che si è scatenato! (Ride) Però, sono stato effettivamente dal notaio e basta un mio cenno e una settimana di silenzio per dare nove eredi a questa casa, dato che tu sei stata interdetta…
ROSE Ah, così!....
UGO Così.
ROSE Mica tanto scemo, però, tu!
UGO No. Come tu non sei tanto bella lassù anche se continui a fingere di credermi. Tanto è vero che qualche volta discendi….per togliere gli sgabelli di sotto ai piedi alle vecchie signore e per far volare in paradiso la nostra adorata mammina! (Ride) A me non resta che ringrazi art, Rose, per tutte le fatiche che mi hai evitato. Se lo avessi saputo prima che eri tu l’esecutrice e non Iside e la mamma…non mi sarei fatto intimorire da Waltrautene e non l’avrei sposata: mi sarei considerato l’erede unico già da tre mesi…da quando tu hai aiutato la mamma a imbarcarsi. (Rose lo guarda con rancore, ma non parla) Toglimi una curiosità, però: che cosa ci guadagni, tu, essendo interdetta?
ROSE Potrei anche sposarmi, no? Allora Bernard diventerebbe mio marito e mio tutore….(Si ferma di colpo e porta una mano alla bocca) Maledetto cosa mi hai fatto dire!...
UGO Ah, così, eh?! Brutta cattiva!
ROSE E’ già la seconda volta che mi dici che io sono brutta: guarda che non sono disposta a tollerarlo! Accetto tutto, ma questo no! Io sono bella!
UGO (Sorride e le porge uno specchietto a mano) Allora guardati!
ROSE Sulla mia scala non ho paura! Qui sono bella, sono bellissima!
UGO Controllalo sullo specchio, forza!
ROSE Dammelo! (Si guarda e manda un urlo, poi si afflisca, gemendo) Non dovevi, Ugo…non avresti mai dovuto…Muoio, sai? Muoio!... (Si irrigidisce; Ugo incomincia a ridere come un pazzo).
UGO Addio, Rose!....Santo cielo, c’è da crepare dal ridere!...8Ride sempre più convulsamente) Come le ho fregate, povere donne!...C’è da crepare dal ridere!...Ma sul serio!... (Non
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ride più – si guarda intorno smarrito – raggiunge a fatica il telefono e compone un numero) Signorina, mi passi il notaio, presto! (Ricomincia a ridere, torcendosi dal male) Oh, senti sono Ugo, annuncia alle mie bambine che qui s’è fatta piazza pulita. Il loro papà le saluta e le benedice…(Torna a ridere) Ma come? Che cosa faccio? Muoio, sto crepando dal ridere! (Ride disperatamente, poi, di colpo, straluna gli occhi e cade a terra, morto).
F I N E
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