Nico e il nonno

Stampa questo copione

  NICOE  IL  NONNO

                                         ( Alla ricerca del Verga )

                                            Atto  unicoculturale

di

     Antonio  Sapienza  

Personaggi:

Nico, ragazzo tredicenne

Il nonno, anziano sessantenne

L’atto è ricavato dal fotoracconto culturale Nico e il Nonno, ideato e scritto dallo stesso Autore e pubblicato sulla rivista “Vivicatania” nel dicembre 1996.

L’azione si svolge prima nello studio del nonno, poi, con adeguato gioco di luce e gigantografie, si sposta ad Aci Trezza, quindi a Vizzini e nei campi vicini.

E' una bellissima giornata primaverile, tiepida, con un cielo terso.

Nello studio di un distinto signore sessantenne, vi è lo stesso che legge un libro seduto nel suo scrittoio, e, affacciato alla finestra che guarda verso l’esterno, vi è un ragazzo tredicenne, Nico.

Nonno –(leggendo ad alta voce)In un punto del Cosmo c'è un piccolissimo pianeta verde- azzurro; in questo pianeta vi e' un luogo dolcissimo e aspro nello stesso tempo: e' la Sicilia. In una località dell'isola, si trova una città- precaria perchè per ben sette volte e' stata distrutta dal vulcano, ai cui piedi sorge, e per altrettante volte e' stata ricostruita - dolce e tragica..-.

Nico -… è Catania?-

Nonno- Si. Ma come hai fatto ad indovinare? (ironico)-

Nico- ( a mo di rimprovero) Nonno…-

Nonno- Non volevo prenderti in giro, ma ti ho visto assorto nella tua contemplazione…-

Nico-No, non contemplavo ma riflettevo se chiedertelo o meno…-

Nonno – …chiedermi cosa?-

Nico – Si… ecco…Nonno, mi aiuteresti a fare una ricerca?-

Nonno- Se posso…ma di che tipo di ricerca si tratta?-

Nico- Ecco… dovrei fare una ricerca sul Verga. Ma di lui so solamente che c’è una piazza che porta il suo nome.-

Nonno- Ed è già tanto. Si, questa ricerca mi intriga. Dammi qualche minuto, finisco questo parabgrafo e, poi, passami quel libro con la foderina marrone che c’è sul terzo scaffale. E’ la biografia del nostro Autore, ci servirà.-

Nico- Nonno (indeciso), …è…èche il professore ci ha suggerito di effettuare la ricerca sul campo, non sugli scaffali delle librerie.-

Nonno- sul campo? Ottima idea! Bravo professore… e per quando dovremmo farla questa ricerca?-

Nico- Quando vuoi, anche adesso.-

Nonno- E la scuola?-

Nico. Assente giustificato per motivi di ricerca culturale.-

Nonno- Ne sei sicuro?

Nico- Sicurissimo, chiedilo a mamma.-

Nonno- Tua madre è fuori città e tornerà a fine settimana. Allora, Nico, come la mettiamo?-

Nico- Mettiamola che ora sei tu il capo.-

Nonno-Bene! Ti credo e accetto! Prendilo lo stesso quel libro, ci potrà servire lo sgtesso; io prendo bastone e cappello e partiamo alla ricerca del Verga.  Prima tappa la piazza, qui vicino, che porta il nome del nostro grande concittadino: Piazza Giovanni Verga. (la regia potrebbe proiettare una gigantografia della scujltura) La fontana che scorgi al centro è quella dei Malavoglia, opera  progettata dallo scultore catanese Carmelo Mendola, che ha voluto rappresentare - e fermare per sempre - il momento del naufragio della barca dei Malavoglia: la Provvidenza.Guarda i giochi di acqua che avvolgono i corpi armoniosi e tragici di questi due uomini di metallo, tali da farli sembrare vivi. Vedi? Sono proprio uomini vivi in mezzo alla procella...- E' una terribile burrasca contro la quale le piccole e fragili imbarcazioni dei pescatori dell'epoca - i fatti narrati sono ambientati intorno al 1870, cioè più di in secolo fa - avevano poche speranze di non affondare.

Immagina: I cavalloni sono alti quanto una casa, il cielo è nero come la pece, i lampi solcano sinistramente le nubi gonfie di pioggia, la quale cade, sferzata dal vento impetuoso, sui poveri corpi di quegli uomini in balia degli elementi e senza speranza...-

Nico - … ma tutto questo e' scritto nel romanzo?-

Nonno- Beh, più o meno.( tossicchia imbarazzato) E adesso andiamo nei luoghi dove fu ambientato il famoso romanzo.-

Nico- Nonno, non ti sembra un po' strano questo nome: Malavoglia?-

Nonno- In un certo qual modo si: ma e' un'ingiuria, un soprannome. Sai, ancora oggi, nei piccoli paesi, si usa appioppare un soprannome ad un individuo che ne definisce, si può dire, la qualità. Poi ci si dimentica del vero nome e quell'uomo è identificato fino alla morte, con "l'ingiuria" che, molto spesso, la si tramanda da padre in figlio.E il nostro autore volle intitolare il romanzo proprio col soprannome che aveva il protagonista della storia, che , appunto, in realtà si chiamava Toscano: Patron 'Ntoni Toscano, detto Malavoglia. Ora andiamo ad a Aci Trezza. VediNico, questo e' il paese  dove si svolsero i fatti che il Verga ci marra 8gigantografia di Aci Trezza). Laggiù c’è la memoria del porticciolo, e daqualche parte ci dovrebbe essere la casa del Nespolo, cioè la casa di Patron 'Ntoni. Ma non ti garantisco che se li cercassimo oggigiorno non li troveremo: vedi?il paese si e' trasformato: Il povero villaggio di pescatori descritto dal grande Verga, adesso e'questo paesone per turisti e gitanti. Una sola cosa e' rimasta come allora: il mare.

Nico- Ma perchè i Malavoglia non facevano solo i pescatori?  Vedi come si affollano le persone attorno a quella barca per comprare il pesce fresco?  Forse cosi' non morivano.-

Nonno-... e il Verga non avrebbe scritto il suo capolavoro. Ma no, scherzavo. Sai allora non si guadagnava molto con la pesca.  Non c'erano i motori, i frigoriferi, i borghesi pieni di quattrini che cisono adesso.

A parte le facili battute, Nico, la vita dei pescatori, in quel tempo - siamo in pieno ottocento, non dimenticarlo mai - non era facile. E il nostro Giovanni lo sapeva; come sapevadella vita fatta di stenti dei contadini, degli operai: Tutto un ceto - il cosiddetto proletariato come lo definì all'epoca Carlo Marx - che lottava per il pane quotidiano.Erano quelli che il Verga chiamava i Vinti, cioè uomini  senza fortuna, senza speranze, in balia degli eventi che essi non potevano ne governare ne sottrarsi. In una parola: miseria! dalla quale prese spunto lo stile letterario detto Verismo, i cui massimi esponenti, altre il Nostro, erano Emile Zola, in Francia e il nostro Luigi Capuana... gli autori si distaccavano dalle loro opere...-

Nico -Scusa nonno ma da dove partivano i pescatori d’allora?-

Nonno. Te l’ho detto: da un piccolo porticciolo che adesso non c’è più, fagocitato dalla modernità. Ora guarda là, verso mezzogiorno, vedi quelle scogliere nere?-

Nico - Gli scogli di lava?-

Nonno- Esatto! Quelli sono gli stessi scogli da dove il nostro Autore immagina che le donne di Aci Trezza aspettassero i loro uomini, usciti con le barche per pescare - quando il tempo minacciava procella.Adesso immagina la' su quegli scogli delle donne vestite in nero, avvolti nei neri scialli per proteggersi dal vento impetuoso; e riporta alla mente la fontana che abbiamo già vista. Chiudi gli occhi. immagina...-

Nino - Li vedo! Nonno li vedo... credo di vederle…sento anche l'ululato del vento.-

Nonno - Questo e' il capolavoro di un vero Autore: con le parole rievocare le immagini. Io ho citato qualche frase del libro, tu hai visto una grande opera di scultura. Il resto l'ha fatto la tua fantasia.Ma, lo sai? su questa storia un nostro grande regista cinematografico - Luchino Visconti - ha tratto un bellissimo film...E adesso cambiamo ambientazione.  Rechiamoci di nuovo a Catania, alla Badia di Sant'Agata.La Badia(gigantografia) che è un antico convento di monache di clausura, nei pressi dell'Arcivescovado, in via Vittorio Emanuele E in una Badia come questa: Santa Chiara, per la precisione, il nostro Verga, ambiento' un altro suoromanzo: Storia di una capinera. In un certo senso, una vinta anche lei.E' la storia di una ragazza che...-

Nino - Ma nonno, questo lo so: hanno fatto un film su quella storia, l'ho visto in televisione: La povera monaca che si innamora, il padre violento, il colera...-

Nonno -Bene, allora sai tutto. Però ora voglio farti sapere qualcosa chedarà grande risalto alla tua ricerca: Nel registro dell’ormai scomparsa parrocchia di San Filippo e Giacomo, che era ubicata nei pressi dell’attuale piazza Mazzini, risulta che Giovanni Verga fu battezzato a Catania, da don Giovanni Battista Orlando, parroco di Vizzini e amico di famiglia, e non a Vizzini,come qualcuno male informato afferma.-

Nino - Ma questo è uno scoop! Nonno, sei forte!-

Nonno- … e qui vicino nellavia S:Anna,  c’è la casa dove nacque il Nostro, e lo studio dove lavorava … con relativa camera oscura…-

Nico- Non capisco…-

Nonno- Certo che non capisci, perché non sai che don Giovanni “Virrica” era anche un appassionato di fotografia.-

Nico – Virrica? Hai detto virrica? E cosa vuol dire?

Nonno- Vuol dire, in dialetto siciliano, Verga. E gli amici intimi, spesso lochiamavano così…tra questi c’era il Capuana e ilRapisardi.-

Nico- E chi furono costoro?-

Nonno –Furono i mentori del Verga e il Capuana era caposcuola del “Verismo” E fu proprio il Capuana che lo introdusse negli ambienti letterari italiani. E il Nostro con Storia di una capinera ottenne la fama e con i Malavoglia la gloria. Ma con le novelle " Vita dei campi", si universalizzo'. Infine, deluso dagli uomini e dall'arte, - aveva appena sessant'anni - si rifugio' nella sua città - Catania - e non volle avere piu' rapporti con la cultura ufficiale.Figurati che un giorno il giovane scrittore Vitaliano Brancati voleva discorrere di arte e di letteratura, intanto che nostro don Giovanni si godeva il fresco, seduto in un tavolino di un caffe' sulla via Etnea. E l'allora giovane scrittore parlava di letteratura e il vecchio scrittore rispondeva informandolo sull'annata buona, sul grande raccolto e sul prezzo di mercato delle arance...-

Nico- Figo.-

Nonno- Come dici tu. E adesso andiamo a vedere i luoghi dove il Nostro ambiento' il romanzo " Mastro don Gesualdo", e tante altri lavori, perloppiù le novelle rusticane: Vizzini e dintorni.(gigantografia) Sai, a Vizzini, c’è  il palazzetto presso il quale l'Autore immagino' di fissare l'abitazione dei protagonisti del romanzo: i nobili Trao. Questi nobilierano, diciamo così, degli inetti. Non sapevano amministrare le loro proprietà. Lamaggioranza di essi, amavano il lusso e il gioco. Il nostro Mastro, invece amava la " roba". La roba: le terre al sole, i magazzini pieni di frumento e legumi, le giare piene d'olio, le botti piene di vino, i soldoni sotto il mattone. Nei pressi del paese c’era la “cunzeria”,(gigantografia)  dove avvenne il famoso duello rusticano tra compare Alfio, carrettiere, e compare Turiddu donnaiolo. Parlo della Cavalleria rusticana.Vedi? Il Verga, come il Pirandello ed altri autori, attinge dalle proprie novelle le trame per i suoi lavori teatrali. E appunto da questa novella trasse un'opera teatrale e, in seguito, il libretto che Pietro Mascagni musico' e porto' al successo internazionale, facendo anche ricco il nostro Verga:sai, i diritti d'autore...la Siae, che fu fondata insieme ad altri proprio dal Verga e da Giuseppe Verdi. E anche dalla novella " La lupa", poi versione drammatica in due atti, stava per trarne un libretto per farlo musicare, ma questa volta da Giacomo Puccini.  Ma l'accordo naufrago' acausa della impuntatura del Nostro che voleva inserire una serie di proverbi, ritenuti necessari, e che il musicista non desiderava affatto che fossero inseriti; forse per motivi musicali.  Morale: l'accordo salto' e le musiche già pronte passarono alla Boheme. Peccato!-

Nico – E il duello? Il duello di cui hai parlato, come finì?-

Nonno- Dopo la sfida mortale che fu lanciata nella piazzetta antistante la chiesa, i due si recarono alla cunzeria per duellare, E il duello finì con la morte di compare Turiddu, ma non sappiamo come si svolsero i fatti, perchè , il Verga, con molto buon gusto, non lo fa vedere, ma lo fa raccontare da qualche altro personaggio, senza troppe parole, e con un urlo: Ah! hanno ammazzato cumpari Turiddu! –

Nico- Nonno, ma perché ci fu la sfida mortale?

Nonno- Era Pasqua, c’era festa nel paese, ma nell’animo di don Alfio, c’era l’inferno della gelosia. Lola, sua moglie, lo aveva tradito con Turiddu Macca, durante una sua assenza. Ora ci voleva il sangue per lavare l’onore macchiato del carrettiere. Infatti, incontrando il rivale sul sagrato, (gigantografia) lo sfidò a duello, che finì nel modo che tu sai.-

Nico- (pensieroso) Un duello fra poveracci che finisce in teatro…-

Nonno – Beh, penso che quella novella si prestasse ad essere elaborata in un’opera drammatica… e  musicata…a  quei tempi l’opera lirica andava per la maggiore.-

Nico- Capisco.-

Nonno – Vedi, la storia in quel tempo, rappresentò una grande novità. Erano i tempi del verismo, in cui i protagonisti erano i poveri, la genti minuta, il popolino, coi suoi problemi, i loro amori, e la lotta per la sopravvivenza quotidiana. Insomma, fu la fine dei protagonisti nobili, sentimentali, gonfi d’onore, tronfi e di facile lacrime.-

Nico- E ci furono altri eroi nelle opere del Verga?-

Nonno- Si, ma non chiamiamoli eroi. Pensa che i protagonisti delle novelle rusticane, furono la gnà Pina, della novella “La Lupa”, Gramigna, Rosso Malpelo, Ieli il pastore, eccetera. (vedendo il nipote distratto, che guarda una farfalla) Ma tu mi segui? O insegui quel macaone?-

Nico- Scusami nonno…-

Nonno- Vai, inseguilo, dai, cosa aspetti?-

Nico- Grazie nonno… e la ricerca?-

Nonno- La ricerca? E’ finita, com’è finita la tua bugia.-

Nico- Scusami… non avevo voglia di andare a scuola con questa giornata piena di sole.-

Nonno- Vai Nico, corri, lasciati trasportare dalla primavera e dai profumi dei campi, ma soprattutto dalla tua giovinezza. Vai!-

Nico- (correndo) Evviva il Verga, evviva il nonno!!!-

Nonno- Si, viva il Verga! Viva lui già…Corri ragazzo, vai a scorrazzare tra i campi.

E se incontri la gnà Pina, la Lupa, non ti fermare;

non ti fermare neppure per Nedda;

e neanche per Rosso Malpelo.

E se incontri Ieli il pastore, salutalo e passa oltre;

Corri, ma se incontri Peppa, non la guardare neppure- perché, tra le messi, nella pietraia, nel letto asciutto del torrente, fra le sipale di ficodindia, nei burroni, nei precipizi, può esserci l’uomo che non dormiva mai, che combatteva sempre, che aveva il fiuto del furetto e gli occhi del gatto, infattici può essere nascosto Gramigna, il suo geloso amante!

Corri via, e se la vedi, conforta la gnà Lucia, venduta a 14 anni al vecchio parroco del paese- porco di carne e di morale.

Corri, come correva don Giovanni da ragazzo come te, nelle campagne di Licodia, nelle sterpaglie di Vizzini, nelle viuzze di Catania, a incontrare quelli che sarebbero stati i suoi eroi: I vinti!-