Nicola e la bottega del vino rosso

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Basile Francesco

Nato a San Giovanni in Fiore (CS) il 27-03-1952

NICOLA E LA BOTTEGA DEL VINO ROSSO

francesco1952basile@virgilio.it

Settembre 2018


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PERSONAGGI

Nicola (60 anni)

Un venditore di vino

Pasqualina (42 anni)

Una bella donna

Agostino (45 anni)

Marito di Pasqualina

Luciano

(30 anni)

Amante di Pasqualina

Rosetta

Figlia di Pasqualina

Mario (22 anni)

Fratello di Luciano

Faustina (50 anni)

Una donna

Saverio

Un cliente di Nicola

Francesco

Un cliente di Nicola

Luigi

Un cliente di Nicola


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STRUTTRA DELLA COMMEDIA

PRIMO ATTO

Scena 1 = Nicola e Pasqualina;

Scena 2 = Nicola, Pasqualina e Faustina;

Scena 3 = Faustina e Pasqualina;

Scena 4 = Faustina e Nicola;

Scena 5 = Nicola e Luciano;

Scena 6 = Nicola, Luciano e Pasqualina;

Scena 7 = Nicola, Luciano, Pasqualina, Rosetta e Mario;

Scena 8 = Luciano Mario Nicola;

Scena 9 = Nicola, Agostino e Saverio;

Scena 10 = Saverio, Nicola e Faustina;

Scena 11 = Mario e Rosetta;

Scena 12 = Mario, Rosetta, Nicola e Saverio;

Scena 13 = Rosetta E Mario;

Scena 14 = Rosetta, Mario e Pasqualina;


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SECONDO ATTO

Scena 15 = Saverio, Francesco, Nicola e Luigi;

Scena 16 = Saverio, Francesco, Nicola, Luigi e Agostino;

Scena 17 = Saverio, Francesco, Nicola, Luigi, Agostino e Pasqualina; Scena 18 = Francesco, Luigi, Saverio e Nicola; Scena 19 = Nicola e Agostino;

Scena 20 = Faustina e Nicola;

Scena 21 = Faustina, Luciano e Mario;

Scena 22 = Luciano e Mario;

Scena 23 = Francesco, Luciano e Mario;

Scena 24 = Pasqualina, Francesco, Luciano e Mario; Scena 25 = Pasqualina e Luciano;

Scena 26 = Agostino, Pasqualina e Luciano;

Scena 27 = Agostino, Pasqualina, Luciano, Faustina, Francesco, Nicola, Saverio e Rosetta;

Scena 28 = Agostino, Luciano e Pasqualina;

Scena 29 = Pasqualina, Nicola e Francesco;

Scena 30 = Rosetta, Nicola e Pasqualina; Scena 31 = Pasqualina, Mario e Luciano; Scena 32 = Nicola, Luciano, Mario e Rosetta; Scena 33 = Agostino e Nicola;


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PRIMO ATTO

Fa da perimetro ad una delle tante piazzole del paese: a sinistra la casa di Pasqualina, a muro e di fronte al pubblico, a piano terra, la casa di Faustina, si vede la porta ed a lato la finestra con la grata. Fra quest’ultima e a destra dove si trova la bottega del vino di Nicola la strada, pavimentata a pietra come la piazzola. A sinistra della casa di fronte si apre un sottopassaggio ad arco che mette in comunicazione la piazzola con la via di dietro.

In questo spazio trascorre il tempo insieme ai problemi del giorno di questi abitanti del presente angolo del paese.

All’apertura delle luci sul palcoscenico, si trova Nicola che ha già spalancato la porta del suo locale e ha già tolto fuori una botte vecchia di media grandezza. L’ha messa a lato della porta e sotto la finestra, più che finestra una stretta finestrella, per mancanza di spazio, con la grata di ferro fra la porta e l’angolo del muro dietro al quale passa la strada su menzionata.

Nicola piegato su delle frasche verdi di pino si appresta a farne due fasci legandoli con un filo di ferro per appenderli uno all’unico chiodo conficcato a lato della sua porta e l’altro alla parete interna del sottopassaggio.

Per le usanze del paese le frasche verdi di pino appese al muro hanno il loro significato. L’uomo non fa nulla senza uno scopo preciso. Esse annunciano che nelle vicinanze hanno aperto al pubblico una botte di vino. Camminando seguendo la frasca ti ritrovi dritto dritto nel locale del vino. Nicola in effetti non ne ha messo al muro solo due di frasche ma tante nel circondario, più precisamente nelle crocevia dove fanno da frecce per indicare la strada. Due si vedono sul palcoscenico.

Scena 1 (Nicola e Pasqualina)

Ritornando al suo locale, con lo sgabello in mano, che gli è servito per raggiungere i chiodi, s’incontra con Pasqualina che sta facendo ritorno a casa con la borsa della spesa, per la strada dietro il suo locale.

Pasqualina (nel passare ed avendo compreso, nel vedere le frasche, quanto si appresta a fare Nicola,): “Nicola! Ricominciamo la tiritera di ogni anno! Mannaggia te e il tuo vino rosso! È finita la pace nel vicolo per un bel pezzo!”

Nicola: “Pazienza, Pasqualina! Il vino è la metà del mio pane! L’altra metà lo guadagno lavorando a giornate di qua e di là, dove mi chiamano! Stamattina ho messo la cannella alla prima botte e poi ho sistemato le frasche.”


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Pasqualina (davanti la sua porta): “Sempre buono lo fai questo tuo vino! E sbaglialo un anno così ci riposiamo!”

Nicola: “Pasqualina, quando parli in questa maniera non mi vuoi bene! Questa è una bestemmia contro di me! E non sei l’unica! Ce ne sono altre che balbettano maldicenze per un po’ di chiasso che sentono!”

Pasqualina: “Un poco ..! Non c’è pace né di giorno né di notte! Il giorno non puoi passare perché i tuoi clienti ti spogliano con gli occhi e ti pensano subito nuda come se fossi vestita con abiti trasparenti; sono degli scostumati! La sera gridano e quando se ne vanno cantano, addio sonno! Ci vuole oltre la mezzanotte per un po’ di riposo.”

Nicola: “Spogliano solo te perché hai un fisico eccezionale! Gli occhi si sa che si posano sempre sulle cose più belle! La natura con te ha detto abbondanza e sei venuta abbondante! Non hanno torto i miei clienti! Prima di mezzanotte perché devi dormire? Hai un bel marito per giocare fino a quell’ora di notte! O forse non gli vuoi bene!? Dopo la mezzanotte, hai ragione, si deve riposare per riprendere le forze e per affrontare il giorno che segue belli freschi e volenterosi!”

Pasqualina: “Come si dice: la lingua batte sempre dove il dente duole! Ha ragione chi a inventato questo proverbio. Il tuo dente è amaro e la lingua è lunga! Queste cose vai a dirle a tua moglie che abbonda pure!”

Nicola: “Abbonda! ma non ha le curve giuste come le tue. Tu sembri una statua che è l’unione dell’abbondanza e della perfezione! Chi ti ha fatto era un artista: e sei il suo quadro più perfetto!”

Pasqualina: “E guardalo! Guarda questo quadro finché non chiudi gli occhi per sempre! Alla tua parete non l’attacchi! La notte non lo puoi ammirare! Metti giudizio!!! Che sei vecchio e ancora ti manca!”

In realtà, Nicola non ha tolto. Pasqualina è ben fatta nella sua forma fisica. E’ alta e proporzionata. Ha delle misure che molti la invidiano. Non ha un filo di pancia; sa vestirsi e curarsi. Possiede un fisico da signorina nei suoi quarantadue anni. È mamma di una figlia che le ha rubato tanto della sua bellezza. Nicola, sessant’anni, un uomo robusto e capelli brizzolati: è molto attento alla sua vigna e al suo vino.

Nicola: “Ce l’ho! Ce l’ho! Ne ho anche troppo! Non mi è mai mancato! Sono stato e sono ancora un uomo equilibrato in famiglia e fuori. So scherzare e so fare lo spiritoso, però, poi, mi rendo conto quando mi devo ritirare e cambiar linguaggio! Non amo andare in giro, come certi che ne fanno di tutti i colori e poi vogliono passare per gente onesta. Mi piace stare con la mia famiglia e curarla nei suoi bisogni. Ho portato e porto ancora rispetto a mia moglie! Ci sono tante donne in paese che vogliono passare per sante e sono delle diavole scatenate! Dei mariti non hanno rispetto! L’hanno messi in croce e loro non lo sanno! Tutto si sa! Le notizie volano anche con le ali tagliate!”


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Pasqualina: “Con tutte le pettegole che ci sono…! Stanno solo attente alle cose degli altri, per le proprie c’è sempre tempo! Su di me non hanno nulla da dire, sono chiara come l’acqua che esce dalla sorgente!”

Nicola: “Tutte così dicono!”

Pasqualina: “Lo metti in dubbio?”

Nicola: “Per l’amor del cielo! Non parlo di te! Guarda (indica la sua porta e quella di Pasqualina), stiamo di fronte e ci conosciamo. Nulla ho da dire e nulla ho sentito dire! La brava gente si fa subito onore. Tu sei onorata da sempre!”

Pasqualina: “Sono onesta di razza! La mia famiglia ha sempre rispettato i suoi uomini, da madre in figlia e nipote. La razza è razza!”

Scena 2 (Faustina, Nicola e Pasqualina)

Alle loro spalle Faustina è uscita fuori, dalla casa di fronte. Anche lei donna matura e madre di famiglia. Dal volto mostra i suoi cinquant’anni portati non male.

Faustina (lasciando girare gli occhi intorno): “Nicola ha messo la frasca!”

Nicola (verso di lei): “Si l’ho messa! Hai da dire? Non sei contenta!?”

Faustina: “Contenta io…! Mio marito si che è contento! La sera a casa, fino a quando non finisci il tuo vino, non torna più! E io maledico Nicola! Solo io so quello che mi spetta fare per metterlo a letto, quando ritorna ubriaco, e quanto puzza di vino!”

Nicola: “Mi devo procurare in fretta un ferro di cavallo! per attaccarlo sopra la mia porta! Altrimenti tutti e tutte mi fate crepare dall’invidia! Che colpa ne ho io se i vostri mariti il vino non lo sanno bere! Non glielo dico io di riempirsene la pancia fino all’orlo!”

Faustina: “Lo sai vendere, però! E quanto sei contento quando tracannano. Vedi la botte che si svuota in fretta e sorridi!”

Nicola: “Ci lavoro un anno intero per questo vino, non ci viene da solo nelle botti! Son vignaiolo nato! La vigna me l’ha lasciata in eredità mio padre! Mi ha insegnato a fare il vino come un artista, per questo mi viene sempre perfetto! Chiaro, non troppo carico di colore e soprattutto saporito! Un bicchiere tira l’altro, senza il terzo non se ne esce nessuno dal mio locale!”

Pasqualina: “E come ci credo…! C’è un via vai!”

Nicola: “Piace anche alle donne! Non vengono in bottega per vergogna! Mandano qualcuno con la bottiglia: un figlio piccolo, un nipote o addirittura il marito! Se mi dessero diecimila lire per ogni bicchiere che ne mandano giù, nel giro di un anno, sarei l’uomo più ricco del paese!”

Faustina: “Come abbondi Nicola! Uno a pranzo ed uno a cena ne bevo io. E mi accorgo che faccio pure uno sforzo!”

Nicola: “Racconti balle, Faustina! Dici pure quello che nascondi! Le donne non dicono mai la verità! La quantità del vino che bevono la nascondono; perché non lo deve sapere nessuno né la comare né la vicina di casa.


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Ma se tutte dicessero la verità nessuna riderebbe dell’altra! Il vino è sempre più buono dell’acqua, lo sanno tutti e fa buon sangue!”

Faustina: “Ce ne sono che bevono di più, ma sono rare.”

Nicola: “Convinciti che non sono rare come credi! Nella mia bottega sento un sacco di racconti sull’argomento dalla bocca dei miei clienti. E ci credo! Gli uomini quando parlano e sono soli, senza le mogli, dicono la verità! Sono più sinceri delle donne! Pasqualina, Faustina ci sono donne che bevono quanto i propri mariti se non di più! Non faccio nomi perché non

èbello e non è onesto. Quando me l’hanno pagato nessuno è obbligato a dire dove finisce e in che misura!”

Pasqualina: “Gli uomini sono compatiti ma le donne non capisco che cosa ci trovano e che cosa provano mentre lo bevono!”

Nicola: “Il gusto ci trovano! Il sapore del vino le piace! A tavola disseta e aiuta a spingere giù il cibo!”

Faustina: “Preferisco l’acqua per dissetarmi e per spingere il pane! Per me, è il vizio che spinge il vino. Bisogna stare attenti con i vizi. Meglio non prenderli, l’uno tira l’altro! Per una donna averne non è normale! Non bisogna correre dietro alla gola, ci deve essere un limite come si dà alle altre cose!”

Nicola: “Faustina, un punto debole l’abbiamo tutti; chi pecca di gola e chi di altro! Non ci credere a chi dice che non ne ha, perché dice solo bugie!” Pasqualina: “Ci sono vizi e vizi! Certi si possono accettare altri no, bisogna

farne una distinzione.”

Nicola: “Chi ce l’ha non lo vede con lo stesso occhio vostro ma è più compatito! Per un bicchiere di vino tante storie, si dicono. Chi non beve davanti beve dietro, continuano per scolparsi. Ora basta! Non trattenetemi più continuate voi due! Ho la bottega da mettere in ordine. Se vengono i clienti devono trovare le sedie spolverate e i tavoli al suo posto. Scusatemi!”

Pasqualina: “Vai, Nicola! Non stare a sprecare tempo con noi! Ci siamo fermate perché abbiamo visto te.”

Nicola: “Ci siamo trattenuti a vicenda, nella fretta!

Rientra nel suo locale.

Scena 3 (Faustina e Pasqualina)

Faustina (entrato Nicola): “Giusto qui doveva comprare il locale, per aprire bottega; proprio davanti casa nostra! Ha aggiunto un’altra croce alle nostre croci, Nicola! Ci ruba i nostri uomini, ogni anno. Mio marito beveva, ma da quando ha aperto bottega ha moltiplicato il vizio! Gira e rigira gironzola intorno alla porta di Nicola per una parola. Dalla parola passa al quarto, dopo il primo al secondo e poi non li conta più!”

Pasqualina: “Che pensi, che il mio è diverso?”

Faustina: “Lo vedo spesso insieme al mio, seduti davanti alla porta col bicchiere in mano; spengono il fuoco che hanno nello stomaco! Ma


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quanto deve essere capiente il loro? Quando non torna a casa canticchiando lo fa appoggiandosi ai muri. Dentro comincia il mio dannato lavoro per metterlo a letto. Non è facile convincerlo, ha una testa dura! Ho sempre paura che cade per terra, camminando per la casa; perché si regge appena sulle ginocchia. Quando sta seduto al focolare gli sto vicino, non lo lascio mai solo; temo che possa cadere sul fuoco. Diventa fastidioso col bicchier di vino! Di solito parla poco ma quando si ubriaca gli viene lo scioglilingua: canta e parla! Racconta i fatti suoi e quelli della sua famiglia, i miei non li passano mai per la testa! E Faustina se la prende col vino e con Nicola, e bestemmia tutti compreso lui. Anzi comincio proprio da mio marito! Dopo un’ora, un’ora e mezza, delle volte anche due, di tira e molla riesco a metterlo a letto. Quando è più ubriaco mi devono aiutare i miei figli, diventa pesante sulle ginocchia e non cammina e io da sola non ce la faccio. Credimi, Pasqualina, sono stanca del vino e degli ubriaconi!”

Pasqualina: “Sapessi chi ti ascolta! Un’altra disperata più di te! Il mio non fa tante parole, si mette a letto subito. Però mi dispero lo stesso! Non voglio che si ubriaca! Litighiamo tante volte per questo motivo, anche quando non è ubriaco! Non lo sopporto in quello stato, divento una bestia! La puzza del vino, specialmente a letto, mi fa vomitare! Lo devo allontanare da questo viziaccio! Ci devo riuscire! Non posso abbandonarlo all’alcool, è ancora troppo giovane!”

Faustina: “Noi siamo meno giovani rispetto a voi. Anch’io lo volevo allontanare da questo brutto vizio, ma non ci sono riuscita!”

Pasqualina: “Io mi son messa in testa che ci devo riuscire e ci devo riuscire! Devo essere più testarda di lui! Devo tenere duro!”

Faustina: “Te lo auguro!”

Pasqualina (presa dal dialogo): “Non ci sto con lui a queste condizioni! Non può decidere sempre su tutto da solo! Io sono una donna risoluta! Tutto non mando giù a corrodermi lo stomaco e la vita! Reagisco! Gli dico tutto quello che c’è da dire e faccio tutto quello che c’è da fare! Che significa questo vino nella giornata? Questo bere a gonfie vele a danno di se e degli altri? Deve stare nei suoi limiti come ci sto io!”

Faustina (un po’ sorpresa): “E che vuoi fare?”

Pasqualina: “Lo so io quello che devo fare!”

Faustina: “Non lo conosci il proverbio che si tramanda da più generazioni? Figli e marito Dio come te li manda!”

Pasqualina: “Si..! Si…! Che bella cosa! Dai retta al proverbio! Accetta tutto e ti ritrovi disperata a morte! E loro godono! E quanto godono! Sai quanto gliene frega a loro che siamo disperate e che mangiamo rospi tutti i giorni? Un bel cavolo di niente! Il paradiso l’hanno trovato qui e noi siamo i Santi protettori per amore di quello che troviamo nell’aldilà! Come gli sorride la vita! E che sorriso lungo che gli fa! Hanno ragione le mamme di piangere quando nasce una figlia femmina! Poverine!


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Pensano che hanno messo al mondo un’altra schiava del marito! Deve finire quest’America! Faustina! Mio marito tanta servitù non l’ha trovata! Ha trovato denti duri e a che fare!”

Faustina: “Pensi come vuoi! Io non ce la faccio a maltrattarlo e dargli dei rifiuti o mancargli di rispetto.”

Pasqualina: “Nemmeno io gli manco di rispetto! Che credi?”

Faustina: “Lavora tanto fuori, dentro ci sono io.”

Pasqualina: “Pure io mi sbrigo tutto da sola in casa! Ma non faccio la serva! Se non riesci a fare valere determinate regole finisci veramente per diventare serva!"

Faustina: “Pasqualina, quanti anni son passati che l’hai sposato? Tua figlia è diventata una bella signorina! Se non l’ha imparate fino ad ora certe regole …”

Pasqualina (interrompendola nel parlare): “Ha imparato molte cose per opera mia durante gli anni di matrimonio che abbiamo alle spalle, ma non è ancora finita! Tante e tante altre deve continuare ad impararle!”

Parlano portandosi ora verso la porta di Faustina e ora verso quella di Pasqualina senza accorgersi del tempo che passa, tanto sono prese dal dialogo

Faustina: “Tante volte lo vedo ubriaco a tuo marito! Non te lo dico per fare la maligna ma per dire che anche per te togliergli il vizio non è facile!” Pasqualina: “Eppure ti garantisco che ci riuscirò! Gli ho detto che se non la

smette lo lascio e me ne vado! E lo faccio per davvero!” Faustina: “Ha avuto paura?”

Pasqualina: “Con questa domanda mi vuoi dire che non mi ha creduto!? Però, sa che non mollo facilmente e che sono anche capace di fare quello che dico!”

Faustina: “Tu sei come me che faccio sole parole e nient’altro! Se lo farai non sarà per il vino.”

Pasqualina: “Che altro ci dovrebbe essere?”

Faustina: “E che ne so io! Questi sono cavoli del tuo orto, Pasqualina! Non ci voglio entrare! Ognuno conosce il suo operato! Quando una prende una decisione il vero motivo che l’ha costretta non lo va a raccontare alla gente, se lo tiene per sé! Per le vie semina quello che gli piace.”

Pasqualina: “Faustina! con mio marito altri problemi non ne ho! L’ho sposato per amore e con amore stiamo insieme! Nei primi anni di matrimonio non si ubriacava, il vero vizio l’ha preso dopo! Io odio il vino!”

Faustina: “Odi il vizio che sta dentro di lui!”

Pasqualina: “Si! Il vizio e quello che sta nelle botti; perché penso che una parte finisce dentro mio marito e me lo ruba.”

Faustina: “Ce lo dobbiamo dividere, una metà ciascuno!”

Pasqualina: “Se ti accontenti! Se ci stai bene, fallo! Io no! Non sono disposta, non divido nessuna cosa con gli altri! Sono un’egoista! Lo voglio tutto per me!”


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Faustina: “Meglio col vino che con un’altra donna! Così mi viene più facile perdonarlo.”

Pasqualina: “Ognuno come la pensa! Io e te non la pensiamo allo stesso modo! Faustina, adesso ti lascio e ti saluto! Ho la borsa piena e il braccio mi fa male!”

Lo mette in evidenza. Intanto Nicola ritorna fuori a sistemare, davanti la sua porta, un tavolo e due sgabelli pronti per ricevere gente.

Faustina (in risposta): “Pure io me ne vado, dentro c’è sempre da fare! Stando fuori si perde tempo e la lingua parla troppo! Meno ne escono parole meglio è! Una tira l’altra e puoi far male a qualcuno!”

Pasqualina (interrompendola): “Non ti ascolto più! Non trattenermi più! La prossima volta si continua!”

Faustina: “Arrivederci!”

Pasqualina rientra.

Scena 4 (Fausitna e Nicola)

Faustina (verso Nicola): “Hai sentito? Pasqualina parla d’amore per il marito! Che grande amore che è stato il suo! E quanta gelosia che possiede per quel povero uomo! Solo davanti alla gente, però! Non lo vuole dividere col vino!!!”

Nicola: “Poveraccio! Un bicchiere di vino lo fa contento. Gli da quella felicità che da tanto tempo ha perso in casa.”

Faustina: “Vuole apparire l’innocente che non è!! E lo fa, perché sa che noi sappiamo! Ci combatte nel silenzio; non ha ancora trovato la scintilla per esplodere per dire a tutti che sono solo calunnie quello che si racconta su di lei! Nessuno gliene dà la possibilità! Tutti hanno voglia di farsi gli affari propri! Perché mettersi sulla sua bocca, con la quale manda tante bestemmie! Fa paura a tutti! meglio tenerla alla larga. Perché farsi bestemmiare per le marachelle che fa, che a noi ci mangano i guai!”

Nicola: “Ci basta solo sapere e sappiamo! Sappiamo quello che ha combinato e che continua ancora a combinare a quel santo di suo marito! Ha trovato un uomo poco attento! Io le avrei tagliato la testa! Sulle mie spalle non avrebbe ballato come sta facendo. Questi (fa le corna con la destra mostrandoli a Faustina) non me li avrebbe fatti dalla paura della mia ira.”

Faustina: “Nicola, la forza dei muscoli non sempre vince! Ringrazia tua moglie che è una donna d’onore, di buona famiglia e di testa sana. Non ringraziare la tua irascibilità se stai lontano dal male! La forza di un uomo non basta per fermare una donna che cammina sulla strada distorta. Voi maschi vi vantate della forza che avete nelle braccia, e avete ragione perché è una vostra qualità sacro santa; ma la donna la forza ce l’ha nella testa, nell’inganno, nel linguaggio, nella menzogna e nel sapervi imbambolare a suo piacimento; ti volta e ti gira come un pupazzo di stracci senza farvelo capire.”


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Nicola: “Non tutti gli uomini si assomigliano! Ci sono i più svegli e i più attenti!”

Faustina: “Ti sbagli, siete tutti uguali! Appartenete tutti ad un unico fascio! Delle donne puoi farne tante scelte! Anche il marito di Pasqualina, Agostino, si sente forte; però non si rende conto che la sua forza l’usa solo per lavorare e per portare soldi a casa.”

Nicola: “A quello lo chiami pure uomo! Ha occhi e non ci vede, ha orecchie e non ci sente; sembra una statua di marmo e poi pecca anche di cervello!”

Si tocca una tempia con il dito.

Faustina: “Lo dici tu! Ce l’ha il cervello per campare la moglie e la figlia! Pasqualina, ha sparso questa voce che è poco intelligente per giustificare le sue male fate! Da quando ha cominciato ad allungare il piede gli ha attribuito il difetto! Prima nessuno parlava di lui. Oggi, poverino, è uno sciocco solo perché la moglie fa la sciocca! Stacci più attento e lo noterai anche tu! Nicola, è la donna che comanda voi vi solo illudete! E lei che gira la minestra nella casseruola. Chi non la trova onesta sono cavoli suoi che si mette sulla bocca di tutti e porta quel gran peso sulla fronte, senza accorgersene! Tu e mio marito dovete andare ad accendere un cero di ringraziamento in chiesa!”

Nicola: “Sì! Ma che cero e cero!! Vi facciamo una statua a mezzo busto e la mettiamo sul comò; la mattina la salutiamo col buon giorno e la sera con la buona notte e poi ci mettiamo sotto le coperte!”

Faustina: “Non ci scherzare sopra! Meritiamo di più di una statua, invece spesse volte ci maltrattate perché non vi rendete conto di che cosa avete davanti!”

Nicola: “A casa mia ho un bel paio di scarponi pesanti, li uso solo per zappare la vigna, con la testa fumante che ho se mi fossi accorto di qualcosa di storto di mia moglie glieli avrei consumati sul sedere!”

Faustina: “Nicola! Pure tu, che bella testa fumante che hai! Che bel pensare! Lo so che lo fai per non darmi ragione. La verità è una sconfitta per l’uomo che si sente forte!”

Nicola: “Faustina, vuoi che ti dica che la donna è donna? È donna! Alla fine la vittoria è sempre vostra! E ci arrivate perché siete un trapano nel cervello!”

Faustina (dopo aver notato che si avvicina gente): “Nicola, sta arrivando un tuo cliente, uno famoso nel rione. Me ne vado; in mezzo agli uomini davanti ad una bottega di vino non ci voglio stare!”

Scena 5 (Nicola e Luciano)

Un giovane sui trent’anni si avvicina: è robusto, nero di capelli e di nome fa Luciano.


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Luciano (venendo avanti): “Quando vedi Nicola seduto davanti alla porta del suo locale ed una frasca di pino sulla sua testa vuol dire che ha messo in vendita il suo vino!”

Nicola (a lui): “Non ci vuole un mago per indovinarlo! La frasca (indicandola con l’indice della mano desta) nelle nostre usanze vuol dire: qui si vende vino di casa!”

Luciano: “Tutti gli ubriaconi la sanno leggere!”

Nicola: “Lo sai perché hanno inventato la frasca?”

Luciano: “Non me lo sono mai chiesto; quand’ero bambino esisteva già e l’ho sempre guardata così!”

Nicola: “Ieri, la maggior parte delle persone nel nostro paese non sapeva leggere, e prima ancora molto di più; allora al posto della scritta hanno inventato la frasca. Tutti la guardavano e tutti capivano qual era il suo significato. Se avessero scritto: “qui si vende vino di casa” avrebbero solo lavato la testa all’asino perché nessuno l’avrebbe letta; forse uno su mille, o, ancora, qualche letterato capitato per disgrazia di passaggio!”

Luciano: “Analfabeti ma intelligenti!”

Nicola: “Proprio così! Chi ha testa sulle spalle non si perde mai! Trova sempre il modo per farsi capire. Non solo la penna parla ma anche la testa e la segnaletica locale!”

Luciano: “Io so leggere, ma tanti studi non l’ho fatti! Ho frequentato solo la scuola elementare. Col mio intuito, però, capisco tutto, qualsiasi movimento delle labbra e della testa!”

Nicola: “Hai mille lampi, lo so! Da un bel po’ di tempo quando apro bottega noto che fai il vai e vieni e non ti ubriachi mai! Mi consumi gli sgabelli e non mi fai guadagnare una lira!”

Luciano: “Ti dispiace? Ti da fastidio la mia compagnia?”

Nicola: “No! La tua compagnia mi fa compagnia e chi mi fa compagnia mi fa piacere! Ho fatto altri sgabelli per quest’anno e ce ne sono per tutti! Il primo bicchiere di vino te lo voglio regalare, il secondo me lo paghi perché ci devo campare!”

Luciano: “Ti pago pure il primo!”

Nicola: “No! Nicola non si rimangia le parole dette e promesse! Non è avaro! So anche che per bere il tuo secondo bicchiere ci vuole domani! Con un solo bicchiere di vino sei già morto, a due di seguito non ce la fai; non sei un bevitore! Io ho pazienza, aspetto volentieri la giornata di domani per assaporare i tuoi soldi!”

Luciano (brontola): “Che ne sai tu di me!”

Nicola: “Da quando faccio questo mestiere conosco tutti: quelli che bevono e quelli che non bevono. Conosco tutta la gente del rione ed anche qualche marachella!”

Luciano: “Seduto qui davanti fai anche lo spione!”

Nicola: “Non sono una spia! Vedo pur non volendo! La mia bocca nonostante tutto rimane sempre chiusa; le notizie le tengo solo per me. Mi faccio i


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cavoli miei! Lasciami entrare, ora, faccio subito a riempire due bicchieri di vino!”

Entra.

Luciano nell’attesa si guarda in giro.

Nicola ritorna in fretta con due bicchieri colmi nelle mani.

Nicola (nel dargliene uno): “Bevi, e dimmi se ti piace!”

Luciano: “Beviamo alla nostra salute!”

Nicola: “E con gran piacere!”

Col suo bicchiere cerca quello di Luciano per brindare; questi ne beve due sorsi e si sofferma per assaporarlo.

Luciano: “Sempre buono questo tuo vino! Conosci tutti i segreti nel farlo, sei un vero maestro!”

Nicola: “Il merito non è tutto mio. Si! ci vuole una mano esperta per farlo buono ma oltre al mestiere ci vuole il sole caldo per maturare l’uva. Se l’uva non è matura il vino viene acre. E la terra non deve essere pesante ma nera, uguale a quella dei nostri orti.”

Luciano: “Che vuol dire pesante?”

Nicola: “Per pesante si intende molto argillosa! Sarebbe quella terra che attacca alle scarpe come la colla quando si bagna. La mia vigna è molto esposta al sole, vi sorge la mattina e tramonta la sera e la terra è nera. Mi accorgo che queste cose non t’interessano molto, Luciano! I tuoi occhi non mi guardano li vedo incollati alla casa di fronte.”

Luciano: “Non posso guardare solo te! Guardo tutto quello che mi circonda!”

Nicola: “Sei furbo! La vista corre verso le buone cose! Lo so che sai che la casa di fronte è abitata da due femmine meravigliose! Buona la mamma e buona la figlia! Anche gli occhi sono abituati a godere, e perché no! è anche giusto! Dove non si può arrivare col cuore si arriva con la vista e col pensiero. Tu non abiti in questo rione, parecchio più lontano, eppure sei diventato uno della famiglia col tuo vai e vieni.”

Luciano (più interessato alle parole): “Che vuoi dire con questo, Nicola?”

Nicola: “Nulla di particolare! Per la figlia mi sembri troppo grande, dalla faccia ti do trent’anni e la ragazza ne avrà diciotto, massimo diciannove. Dieci anni di differenza sono troppi!”

Luciano: “Perché mi fai questi calcoli? Non me li faccio da solo e me li fai tu! Quale diritto ne hai?”

Nicola: “Con il diritto dell’età! Quando gli anni cominciano ad essere tanti il pensiero inizia a navigare facilmente. E poi ci sono tanti detti che non fanno comodo a nessuno! Alcuni li vorrebbero abolire ma nessuno ci riesce! Fra questi: I conti che non ti fai da solo te li fanno gli altri! Se scavi ancora nella curiosità della gente ne trovi ancora più peggiori!"

Luciano: “Tu vorresti fare i miei?”

Nicola: “No! Io non sono il tipo da fare i conti alla gente! E poi con quale tempo? Non ne trovo per fare i conti del vino, devo aspettare la sera per


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contare i soldi che ho preso nella giornata! Io ti voglio bene Luciano, ti metto in guardia dalla gente.”

Luciano: “Sono una persona pulita, onesta e rispettosa! Che conti mi devono fare? Sono generoso, quando mi regolo che posso aiuto sempre le persone in difficoltà; do tutto me stesso con sincerità!”

Intanto si è levato.

Nicola: “Ti conosco Luciano! Vieni qui e risiediti al tuo sgabello, finisci il tuo bicchiere di vino! Tu sei un ragazzo col cuore fra le mani, pronto a donarlo a chi ne ha bisogno. Io queste cose le so e chi non ti conosce che parla. E poi non ti meravigliare, sono cose che possono succedere a tutti noi!”

Luciano: “Chi spettegola è gente senza ragione! Gente che lavora di fantasia! Con una pietra costruisce subito una casa! Con una parola intreccia una storia! Che poi racconta agli altri e gli altri agli altri e la voce si diffonde! La calunnia cammina a galoppo! È la cattiveria che hanno dentro che la spinge a dire cose non veritiere! È l’invidia che alimenta la voglia di fare male!”

Nicola: “Di me non hanno parlato mai, perché mi sono fatto sempre i fatti miei!”

Luciano: “Ancora non hai trovato chi ti vuole male!”

Nicola: “Dici!”

Luciano: “Dico si! Fatti un nemico e sentirai parlare di te! Di quelle cose che tu non hai mai fatto!”

Nicola: “Luciano, tutto non è vero ma c’è anche del vero. Tutti non siamo Angeli! Fra gli Angeli ci sono anche i diavoli. E questi vogliono di più a danno degli altri! Chi non fa non da occasioni al prossimo di vedere e di parlare; chi fa, oggi o domani sarà visto!”

Luciano: “Di me parlano a vuoto! Mi attribuiscono cose che non ho fatto, sono di malafede!”

Nicola: “Io non voglio parlare di te, il tuo fatto non mi riguarda! Parlo in generale, di ciò che può succedere e che succede.”

Luciano: “Fai la finta che non ti riguarda, invece punzecchi e quanto punzecchi! Delle volte più degli altri! E che punteruolo lungo e pungente che hai! Sei una vespa! Hai tutta la voglia di divertirti alle spalle del prossimo come tutti.”

Nicola: “Ti sbagli!”

Luciano (che si è rialzato): “Tu fai il diavolo travestito da Angelo! Fai la faccia dell’innocente per scoprire quanto c’è di vero nelle marachelle che si raccontano! Ti posso assicurare che sono tutte parole a vuoto su di me! Si divertono di me e di quella povera femmina che vogliono coinvolgere a tutti i costi! Non c’è nulla fra me e Pasqualina! C’è solo la malalingua della gente, che gira per il paese. Tutti mi guardano, tutti mi pensano e poi fanno finta di niente! Mi guardano allo stesso modo di un assassino e non lo sono!”


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Nicola (calmo nel suo dire): “Non ti arrabbiare! La verità si fa strada dopo la menzogna. Con un po’ di pazienza tutto si aggiusta, il vero trionfa sempre!”

Luciano: “Sono solo belle parole le tue! E chi ci crede che il vero è vero? Il dubbio alla gente rimane sempre, non si deve spandere una voce per non lasciare dubbi!”

Nicola: “Che vuoi fare, caro mio? Affoga tutto con un altro sorso di vino e non pensarci più!”

Scena 6 (Nicola, Luciano e Pasqualina)

Pasqualina alle spalle di Luciano ritorna fuori.

Luciano: “Il vino non fa miracoli! Quando ti ubriachi dimentichi tutto per una serata il giorno appresso i pensieri e i travagli ritornano.”

Pasqualina: “La bottega si affolla, Nicola!”

Nicola (a lei): “Uno ce n’è! Non è neanche bevitore! Veramente, la voce ancora non si è sparsa che Nicola ha aperto bottega! Lascia passare un giorno pieno ed alla porta a non far nulla non mi vedi più!”

Luciano: “Signora Pasqualina, possiamo offrirti un bicchiere di vino rosso?

Non farti sfuggire l’occasione, è ancora più buono dell’anno scorso!”

Pasqualina: “Io in mezzo agli uomini…!!! Mai! Che cosa ti salta in mente?

Quando mai una donna si ferma davanti ad una bottega di vino!”

Luciano: “Allora una goccia del mio bicchiere!”

Insiste avvicinandosi a lei col bicchiere in mano.

Pasqualina: “Il tuo cervello non ti funziona più! Io nel tuo bicchiere! Non sono né tua mamma né tua sorella! Non bevo in quello di mio marito e bevo nel tuo! Ti conosco solo per caso, Luciano, perché passi e spassi di qui! Altro non c’è! Lo dico per tutti: altro non c’è! Non c’è! Voi tutti non lavorate di malizia! (di nuovo a Luciano) Fammi il favore di non passare più per questa via, stanne lontano!”

Luciano: “La strada è di tutti! Nessuno mi può dare questo divieto! Ci passo quando voglio e quanto voglio e mi ci fermo con chi incontro!”

Nicola ascolta.

Pasqualina: “Per questo te lo chiedo per favore, perché la via è pubblica! altrimenti te l’avrei vietato in assoluto! Sempre per colpa delle linguacciute senza coscienza e senza cuore!”

Nicola: “Non ti curare di quello che si predica, Pasqualina! Prenditi cura di te e delle cose tue.”

Pasqualina: (in risposta a Nicola) “E non ti sembra che sto facendo questo? Se non mi riguardano le maldicenze che si dicono su di me che cosa mi riguarda? Mi calunniano! Adesso ne parlo perché non ce la faccio più a tenere tutto dentro; mi sento uscire pazza! E pazze ci devono uscire loro! Auguro le stesse calunnie alle loro figlie, solo per farle conoscere quello che mi fanno provare nell’animo! Mi hanno dato questo bello giovane per amante come se mio marito non mi bastasse! Mio marito mi basta! E se


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potessi tornare in dietro non ne vorrei neanche uno più, di uomini! Perché vogliono troppo serviti! Io che sono l’onestà in persona devo subire queste dicerie, quest’ infamia maledetta! Di bestemmie gliene mando tutti i giorni finché non le colgono! Ne devo vedere le conseguenze con i miei occhi per smettere! A momenti mi può essere figlio, io quarantadue anni lui (indicando Luciano) sui trenta!”

Luciano (precisando): “Esattamente trenta! Anche a me hanno rovinato una reputazione! Io con una signora di quarantadue anni, mai! Puzza troppo di vecchio! Non ce l’avrei il coraggio! La carne vecchia mi fa vomitare! Desidero quell’adatta alla mia età!”

Nicola: “Pasqualina, tu gli anni li porti bene! Nessuno ti da l’età che hai! Sembri una ragazzina!”

Pasqualina: “E Nicola ha scagliato la pietra! Con molto garbo, piano piano, dolce dolce, tira più pietre che può! Tutte sulla tua testa ti devono ricadere! Più le mandi in altro più male ti dovranno fare! Una pioggia te ne dovrà cadere anche sugli occhi affinché ti accecano! Così non potrai più riconoscere chi ti passa davanti e non le potrai attribuire le tue critiche! ”

Nicola: “Pasqualina, io sono l’unico che non ho dubbi sulla tua innocenza! Ma devi pure riconoscere che ci sono tante donne che lo fanno con ragazzi più piccoli di loro. (ad ambedue) Non dimenticate che l’amore è pazzo e non ha età! Non si fa tante domande quando si innamora. Entra nei cuori e ci mette la sua residenza, e basta! Vi rimane finché gli fa comodo: per tutta la vita, per mezza vita, per breve tempo. Fa quello che gli pare, può succedere pure la fine del mondo che non si arrende! ”

Pasqualina (guardandolo in faccia): “Anche la mano ti deve cadere dietro alle pietre? Con una sola devi restare, così il vino non lo potrai più fare! E se non lo fai neanche alla porta a spiarci starai! Che bella faccia tosta che hai fatto stando qui davanti! No! No no! Non me lo dici che ho l’amante! Me lo fai capire, e come lo fai capire a me lo fai capire anche agli altri! Sfrutti la tua furbizia per uscire pulito dopo che ti sei sporcato le mani degli altri! Con me non ci riesci però, perché o più lampi e più furbizia di te, hai trovato chi ti supera!”

Nicola: “Per favore Pasqualina, non giudicarmi così! Non ho detto che tu hai l’amante! Che ne so io chi ce l’ha e chi non ce l’ha! Son tutti affari suoi! Non m’interessano i vizi della gente! Ognuno ha le sue buone ragioni per agire in un determinato modo.”

Pasqualina: “L’hai detto! Nessuno è scemo! Nel tuo modo sei stato pure chiaro!”

Luciano: “Fanno tutti così! Nessuno usa la parola amante, perché ne hanno paura: ne trovano un'altra, o più di un’altra, con lo stesso significato! Te lo fanno capire sottile sottile. Poi alle spalle usano tutte le parole che vogliono! E ci rovinano!”


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Pasqualina (a Luciano che le si è avvicinato intento nel parlare): “Stai più lontano da me, tu! Nemmeno la tua puzza mi deve raggiungere! Tu hai dato occasioni a far parlare la gente di me, sempre col tuo via vai di qui e col saluto che mi hai rivolto. Che diavolo! Proprio a me dovevi rivolgere la parola!”

Luciano: “Io sono abituato a rispettare tutti! Quando incontro un conoscente, o una persona più grande di me saluto sempre!”

Pasqualina. “Con me non lo devi fare più! Non mi devi nemmeno guardare con la coda di un solo occhio, devi girare la faccia dall’altro lato!”

Luciano: “E chi ti guarda più! Anch’io ho un nome da salvare e una famiglia da onorare. Mio padre è un uomo molto serio, ha dato tutto per la sua famiglia, tutto se stesso! Io devo continuare a fare la stessa cosa che ha fatto lui! Ho tutta la voglia di rispettare i principi della mia famiglia!”

Nicola (a Luciano): “Conosco tuo padre, sempre attaccato al dovere e al lavoro. Grande uomo di rispetto!”

Pasqualina: “Meno male che mio marito è di testa sana e di mente forte altrimenti avrebbe fatto un macello! Molte volte l’ho calmato io e ci sono riuscita perché ha tanta fiducia in me; ma col tempo anche le pietre perdono la pazienza! E di questo ho paura, paura che si possa mettere nei guai per causa della gente maledetta!”

Nicola: “Lo so che tuo marito è un Santo, di lui mi dispiace veramente. È l’unica croce di questa strana storia. Sta avendo molta pazienza, così tanta da invidiarlo.”

Scena 7 (Nicola, Luciano, Pasqualina, Rosetta e Mario

Alle loro spalle, dal sottopassaggio, arrivano, camminando affiancati, Rosetta, la figlia di Pasqualina, e Mario, fratello di Luciano.

Pasqualina (a Nicola): “Porta lo stesso peso che porto io: il peso della vergogna che ci hanno messo addosso! Ci devono morire sotto il peso di un pietrone! Sulla testa le dovrà cadere!”

Luciano: “Ed un altro ancora le dovrà schiacciare i piedi, così resterebbero asserragliati in casa per lungo tempo!”

Nicola (dal suo posto): “Tua figlia è dietro di te, Pasqualina.” Si gira per guardare.

Pasqualina: “Rosetta… che hai fatto? Sei tornata in compagnia di un maschio! Vacci piano figlia mia! Perché noi con gli uomini abbiamo poca fortuna! Se ci vedono con una mosca la trasformano in elefante!”

Rosetta: “È solo un conoscente!”

Pasqualina: “Lo so! Ma gli altri che ne sanno!”

Mario: “Non possiamo stare nella paura di chi c’ incontra e di chi ci guarda! Nulla ci devono fare!”

Luciano: “Chiudi la tua boccaccia e taci, fratellino! Come ti trovi qui? Hai perso la strada di casa? Ritornaci subito!”


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Mario: “Conosco tutte le vie del paese, non mi perdo! A casa tornaci tu prima di me!”

Pasqualina (a Mario): “Prenditelo per un braccio il fratellone e portacelo di peso a casa e poi glielo chiudi a chiave per un anno intero, così la gente non vedendolo non ne parla più di lui! Ed anche tu allontanati da mia figlia; non voglio che stai al suo fianco! Vai altrove a cercare amicizia. Qui amicizie per voi due non ce ne sono! (a Rosetta) E noi torniamo dentro! Si è radunata troppa gente e non mi piace starci in mezzo. Su, cammina avanti a me!”

Rosetta senza rispondere si avvia verso la porta di casa davanti alla madre e sotto lo sguardo dei rimanenti.

Scena 8 (Luciano, Mario e Nicola)

Luciano (al fratello): “Non è la prima volta che c’incontriamo per questa via, io e te!”

Mario (in risposta): “No! E’ vero! E nemmeno la seconda! Ma sono tante volte!”

Luciano: “Ho il sospetto che mi vieni dietro per spiarmi! Ti manda mamma?”

Mario: “No! Che c’entra mamma! E poi, sei tu che vieni dietro a me, non io dietro a te! Lasciami in pace! Dammi spazio! Questo non è posto per te! Io ne ho più diritto rispetto a te di starci!”

Nicola: “Non iniziate a litigare fra di voi, siete fratelli!”

Luciano (a Nicola): “Non litighiamo, discutiamo! (di nuovo al fratello) Dimmi la verità! Se non è mamma chi altro può essere? Io sono convinto che è lei!”

Mario: “Qualcuno è! Ma non mamma! Il cuore! Il mio cuore!”

Luciano: “L’hai perso in questa via e sei venuto a ritrovarlo?”

Mario: “Come faccio a dire di no! Non ci riesco!

Luciano: “Non l’ho visto in giro! Se l’incontro e lo riconosco che è il tuo lo prendo a calci!”

Mario: “Torna a casa che il tuo te lo pesta papà! È molto arrabbiato con te, non con me!”

Luciano: “Tu sei il figlio fortunato, la pupilla dei suoi occhi! Io, oramai, sono molto lontano dal suo affetto; da più ascolto agli altri che a me!”

Mario: “Ha ragione! Tu gli racconti solo bugie!”

Luciano: “Quale bugie? Tu non sai proprio nulla! Sei allo scuro di tutto!” Nicola è ritornato a sedersi e ad ascoltare.

Mario: “C’è! C’è, qualcosa di vero! Nessuno magia paglia a casa nostra! Abbiamo attinto da fonte sicura! E Nicola ride sotto il baffo!”

Luciano: “Ma se non mi credete voi della famiglia, come mi possono credere gli altri? E me lo dici in faccia alla gente!”

Mario: “Scusami, in questo ho fatto male; non dovevo.”

Nicola: “Parlate! Lavatevi i panni sporchi! Fate come se non ci fossi! In questo momento non ho orecchie per sentire.”


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Luciano (a Nicola): “Bugiardo! Hai aperto le orecchie ed hai spalancato gli occhi per sentire e per saperne di più! Sei curioso più di una dozzina di donne! Che bello ridere e chiacchierare sugli altri! È un cinema all’aperto! Tu Mario, il cuore l’hai lasciato fra le mani di Rosetta! Pensi davvero che non me ne sono accorto; non è la prima volta che la cerchi! Levati anche la tua maschera!”

Mario: “Io non ho bisogno di nascondere la mia faccia, non ne ho il motivo! Corteggio Rosetta a viso aperto perché non c’è nulla da temere e da ridere. Il mio è un amore legale! Ti dispiace?”

Luciano: “Chiamalo stupido il tuo occhio e la tua pretesa!”

Nicola (dal suo angolo): “L’ho detto tante volte: buona la mamma e buona la figlia!”

Luciano: “E Nicola dice la sua sempre quando non dovrebbe! Che ti frega della loro bontà? Hai sessant’anni e non sei contento!”

Nicola: “La vista! La vista ancora non mi manca, ce l’ho tutta! Ci vedo bene da lontano e da vicino! Il medico ancora non mi li ha prescritto gli occhiali!”

Luciano: “Ha ragione Pasqualina quando dice che sei una spia! Fallo dentro il bottegaio di vino e non sempre impalato alla porta!”

Nicola: “Il locale è umido e di reumatismi ne sono pieno! Mi devo salvaguardare la salute!”

Mario: “Nicola si deve arricchire nelle conoscenze perché poi le deve diffondere. Deve crescere come fa la pianta del prezzemolo per poi distribuirne i suoi rami a tutti! Che bella minestra che cuoce in questa via! Saporita e cotta!”

Nicola: “Nicola non fa questo mestiere! E la minestra non l’ha messa lui a cuocere, ma voi! Si trova a guardare perché è qui a vendere il suo vino!” Mario: “Ce l’hai una bottiglia vuota? La voglio portare piena a papà per dimostrargli che hai messo la cannella ad una delle tue botti! Così si

regola a come deve agire alla notizia.”

Nicola: “Anche due ne ho! Tuo padre è un mio vecchio cliente!”

Mario: “Portamela subito piena che me ne vado!”

Nicola: “Ce l’hai i soldi per pagarmi?”

Mario (all’istante): “Ne fai credenza?”

Nicola: “Ancora devo cominciare e mi chiedi credenza! Dove me la segno che mi manca ancora il quaderno!”

Mario: “Vai, va! Te la pago subito! Cammino sempre col portafoglio in tasca; con pochi soldi ma ce l’ho! Te l’ho chiesto per conoscere la tua disponibilità.”

Nicola: “Ma se proprio non ce l’hai ……”

Mario: “Ce l’ho! Ce l’ho! Non mi sono mai mancati.” Nicola torna dentro per provvedere.


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Luciano (girando lo sguardo intorno): “Visto che siamo rimasti un momento da soli dimmi come fate, in famiglia, ad essere certi che c’è del vero nella mia storia? Chi è questa fonte sicura che vi ha informato?”

Mario: “Perché lo vuoi sapere?”

Luciano: “Come perché? Non ti pare che è l’unica cosa che più mi interessa nel momento?! Tutti ne parlano! Ho pure il diritto di sapere quello che si dice in casa!”

Mario: “Noi sappiamo e ti dirò come! Tu, invece, sai da te! E sai la vera verità!”

Luciano: “Si! Però nessuno mi crede, nemmeno i miei genitori e mio fratello!”

Mario: “Se non la vuoi dire a mamma e a papà la verità, dilla solo a me che sono il tuo unico fratello, confidati almeno con uno solo della famiglia, ti può sempre aiutare con un consiglio.”

Luciano: “Vuoi sapere la verità? Te la dico subito, senza più un minuto di ritardo! Non siamo mai stati amanti con Pasqualina!! È la gente che ha sparso questa falsa notizia, forse perché la guardo un po’ più del normale!”

Mario: “Taci, per favore! Anche le pietre che sono per la strada sono stanche delle tue menzogne!”

(risponde con calma e dritto davanti al fratello)

“Non serve più darti del bugiardo, visto che la tua faccia e il tuo cuore non si lasciano penetrare nemmeno dalla punta di un ago! Ora ti dimostro che io so la tua verità! È giusto che menti con la gente perché ti possono fare ancora più male. Ma io, invece, male non te ne farò mai anche se hai sbagliato e di grosso! Tutto quello che so non l’ho raccontato a nessuno e a nessuno lo racconterò, lo terrò tutto per me per regolarmi come posso meglio aiutarti. Io sono la fonte sicura! Io ho visto con i miei occhi! Ti ho visto insieme a Pasqualina! Tu l’aspettavi nascosto dietro ad un cespuglio nel suo orto! Lei ti ha raggiunto e insieme siete entrati nel vecchio casolare, il luogo dei vostri incontri. Tante volte vi siete incontrati in quel rudere, vi ho spiato più di una volta, per esserne meglio certo!

Luciano: “Quante volte l’hai fatto?”

Mario: “Esattamente non l’ho ricordo più, ma tante volte!”

Luciano: “E l’hai riferito a casa?”

Mario: “Lo sapevano già per conto di altri. L’orto non è un luogo tanto distante dal paese; e più di una persona si è tolto il dubbio che la notizia l’aveva messo in testa.

Luciano: “Come sono arrivati a pensare all’orto?”

Mario: “E che ne so! Penso…, più o meno, come ho fatto io! Seguendoti di nascosto. Sei stato poco attento, ti sei fatto scoprire facilmente e la notizia si è sparsa! Smettila prima che possa succedere qualcosa di grave!

Luciano (infastidito): “Non mi dire quello che devo fare!”


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Mario: “E’ solo un consiglio.”

Luciano: “Non ne voglio!”

Mario: “Da quanto tempo dura questa storia?”

Luciano: “Non chiedere troppo, per favore! E non fare più domande, fermati qui!”

Mario “Per aver fatto il giro completo del paese, pure i gatti ed i pulcini lo sanno, penso da parecchio se non da anni! Non ti arrabbiare! Cambio argomento! Mamma vuole che ti trovi una ragazza da sposare e pure papà è dello stesso parere!”

Luciano (cercando uno sgabello per sedersi): “A casa, vi dovete fare tutti gli affari vostri! Ho trent’anni e non ventidue come te! Consigli non ne voglio più da nessuno di voi! Mi consiglio da solo! Ognuno ha i suoi sentimenti e se li tiene!”

Mario: “Smettila, Luciano! Pasqualina, non è pane per i tuoi denti! Tu hai bisogno di una donna che ti dia una famiglia; lei una famiglia non te la può dare! Non cercare più avventure; cerca quelle cose che non ti lasciano a mani vuote, pensa a te e al tuo domani. Più i tuoi anni aumentano di numero, e se arricchiti da cattivi fatti e maldicenze, meno possibilità di scelta avrai nel cercare la tua donna giusta!”

Luciano (Molto infastidito da Mario): “Non mi serve la tua moralità! Togliti il vestito da monaco! L’ho già detto che non voglio consigli da te, da mamma e da papà! Ognuno pensa per se! Anch’io ho i miei pensieri da realizzare!”

Mario: “Hai pure molto da pensare. Pensa! E pensa bene!”

Luciano: “Per pensare bene non dovete intendere, tutti nella famiglia, che devo pensare quelle cose che pensate voi! Devo pensare bene su quello che voglio e che sento io! Io devo stare bene nel mio bene e non gli altri!”

Mario: “Ricordati che, in famiglia, nessuno è contro di te ma tutti con te! Io più di tutti! Noi due siamo gli unici figli di mamma e papà. Tu sei il mio unico fratello ed io il tuo. Tu hai me ed io ho te! Il rapporto di sangue ci deve tenere uniti per sempre! Fidati di me, così come faccio io! Non mi lamento di come mi hai trattato fino ad ora perché mi hai sempre rispettato da fratello grande anche quando ti ho fatto molto arrabbiare per le marachelle di bambino capriccioso; mi hai saputo sopportare!”

Esce Nicola con la bottiglia del vino stretta per il collo nella mano destra. Nicola (a Mario): “Eccoti! La tua bottiglia!”

Mario (girandosi verso di lui): “Ed io sono qui, ad aspettarla!”

Nicola: “Dici a tuo padre che il vino quest’anno è più forte del precedente e ubriaca prima.”

Mario: “Non ha bisogno di suggerimenti! Papà è un buon intenditore e se ne accorge da solo!”

Nicola: “Lo so che a tuo padre piace il vino! Dille pure che l’aspetto qui in bottega, per chiacchierare e tracannare.”


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Mario: “Povera mamma! Quanto ti devo?”

Nicola: “È un litro esatto, duemila lire!”

Mario (sorpreso) : “Come…! Hai aumentato il prezzo! L’anno scorso costava mille e ottocento! Come sei esagerato! E in che modo, Nicola!”

Nicola (ancora con la bottiglia in mano): “Le altre cose sono forse rimaste allo stesso prezzo dell’anno scorso? Ogni anno aumenta! Il prossimo lo venderò ancora più caro! Te lo sei chiesto quanti soldi ho speso per mantenere la mia vigna? Non lo posso regalare!”

Luciano: “Lo so anch’io che nessuno fa Regali!” Mario mette la mano in tasca per cercare il portafoglio.

Un uomo alle loro spalle ed in silenzio si siede davanti alla bottega.

Nicola (a Mario): ”Senti tuo fratello, ha già imparato le prime lezioni dalla vita.”

Mario: “Queste l’imparano tutti e subito, appena nascono!”

Nicola: “Chi vuol mangiare deve sudare! E chi non suda non si sposa! Tutto costa caro, anche la moglie!”

Mario gli da le duemila lire e prende la bottiglia.

Mario: “Ti saluto Nicola, torno a casa!”

Nicola: “Fai bene! Ai conoscenti che incontri riferisci che ho spillato la botte e che il vino è ancora più buono dell’anno scorso!”

Mario (accingendosi a prendere la via di casa): “È una cosa che posso fare e la faccio volentieri!”

Luciano (a Mario): “Aspettami! Vengo con te!”

Nicola (a Luciano): “Si, è meglio che vai! E non ripassare di qui per una settimana, almeno; se ci riesci! Impara a resistere e ad allontanarti!”

Luciano: “Nicola! Sei amaro come il morso di una vespa!”

Nicola: “Ma come esageriamo! I miei sono giusto dei consigli!”

Luciano: “Sempre più pungenti!”

Nicola: “In tutte le cose è così! Dopo il dolce c’è sempre l’amaro!”

Luciano: “Maledetto chi cade sulla bocca degli altri!”

Nicola: “E non ti lamentare sempre!”

Si gira di spalle e non risponde più.

Scena 9 (Nicola, Agostino e Saverio)

Nicola ritornando verso la sua porta nota Agostino, marito di Pasqualina. Nicola: “Agostino! Tu sei qui! Da quanto ci sei? Non ti avevo visto!” Agostino: “Da poco! Portami un quarto!”

Nicola: “Agli ordini! Sono il servo dei miei clienti! Lo beni dentro, spero!”

Agostino: “Si sta meglio fuori, con una bella giornata come questa!”

Questi, quarantacinque anni, giusto di statura con un po’ di pancia che spunta in avanti. A guardarlo non sembra un uomo addormentato nel suo io. Nicola: “Vuoi fare un dispetto a tua moglie, Pasqualina? Afferma sempre che

ècontro il vino e le bevi davanti! Aprendo la porta subito ti vede, dentro sei più nascosto!”


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Agostino: “A casa mia comando io e faccio quello che mi piace! Non temo nessuno! Mia moglie parla con gli altri con me non dice nulla! Sta nel suo silenzio! E le conviene prima che prenda una sberla in faccia!”

Nicola: “Tutti cosi dicono, i maschi! Poi non solo comandano, ma c’è pure chi si disseta a due fontane!”

Agostino: “Cosa vuoi insinuare con due fontane? Fatti capire meglio!”

Nicola: “Nulla, Agostino! Nulla! Non c’è niente da capire! Non voglio farti aspettare, ti porto subito il tuo quarto!”

Agostino: “Si, grazie! Ho sete e mi disseta.”

Rientra per servirlo. Nell’attesa un altro cliente viene avanti dal sottopassaggio, di nome fa Saverio.

Saverio (Raggiungendo Agostino): “Ho seguito la frasca e mi ha portato diritto diritto alla bottega di Nicola! E adesso mi sciacquo la bocca! È dentro?” Agostino: “Si, adesso arriva col mio quarto! Ogni anno, Nicola, ci fa la bocca

dolce! Il suo vino è più dolce dello zucchero!”

Saverio (sedendosi di fronte ad Agostino): “Nicola è il mastro dei mastri a fare il vino! Ha una mano d’oro! Deve campare cent’anni per noi che siamo bevitori. Ne puoi bere quanto ne vuoi che il suo non ti fa male né allo stomaco né altrove! Quando mi ubriaco con quello dell’osteria sto una settimana malato di pancia, in più mi viene la diarrea e vado e vengo dal bagno in continuazione!”

Agostino: “Io ne approfitto solo del suo.”

Saverio: “La stessa cosa faccio io! Ogni volta che apre bottega di qui non mi muovo! Lasciala cantare mia moglie, quando ritardo a tornare a casa! C’è tanto spazio da riempire con le sue parole. Chiusa la bottega di Nicola mi riposo tutto l’anno!”

Agostino: “Se dai retta alla consorte un bicchier di vino non lo bevi mai! Il vino fa bene quando è buono! Ti mette forza nelle braccia, e poi se un uomo non beve un bicchiere di vino che uomo è!”

Saverio: “Il vino è fatto apposta per i maschi!”

Nicola uscendo dalla porta col bicchiere su un vassoio ha il tempo di sentire l’ultima di Saverio.

Nicola (aggiungendo): “Quello di Nicola, però, è fatto per tutti! Maschi, femmine e ragazzini ed una goccia lo fanno assaggiare anche ai bambini!”

Saverio (a Nicola): “Hai ragione! Mia moglie del tuo due bicchieri li beve a tavola.”

Nicola: “Il terzo ci scappa spesso!”

Saverio: “Nicola! Vorresti che li conta uno per uno facendo una tacca sul bastoncino di legno come fanno i vignaioli per non perdere il conto dei barili quando tolgono il mostro dal palmento?”

Nicola: “Chi mai ha detto questo!”

Saverio: “Adesso, se non ti dispiace, ritorni nuovamente dentro a riempire un altro quarto per me!”


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Nicola: “Far da spola dentro e fuori fa parte del mio mestiere! La carne che porto sopra le ossa non mi grava per vendere il vino! Questa è l’ultima goccia di sudore che scende giù dalla mia fronte prima di acchiappare i soldi!”

Agostino: “La carne pesa solo quando si deve lavorare con la zappa!”

Nicola: “La tua pancia non spunta molto fuori dai pantaloni, ti puoi piegare facilmente e comodamente. I guai sono di quelli che ce l’hanno più grossa, Agostino!

Saverio: “Pensa che da più fastidio a letto che nel lavoro! Lavori con più calma e con tutto il tuo tempo; a letto invece ogni momento perduto non si recupera!”

Nicola: Non ti preoccupare per quelli che ce l’hanno più grossa, Saverio! visto che anche tu non ce l’hai. Guardati bene e renditi conto che sembri un palo, una pertica buona per battere l’albero delle noci! In camera da letto tutti trovano la sua posizione giusta; a bocca asciutta non rimane nessuno!”

Saverio: “Nicola, non ti offendere, non mi riferisco alla tua.”

Nicola: “Non mi offendo, mi difendo!”

Saverio: “Adesso però vai! Non farmi morire dalla voglia! Continuiamo a parlare dopo, al tuo ritorno!”

Nicola: “Certo che vado! È anche mio interesse!” Ritorna dentro.

Saverio (ad Agostino): “Che aspetti a bere?”

Agostino: “Aspetto per brindare insieme.”

Saverio: “Ci dobbiamo organizzare Agostino! Oggi siamo capitati così! Domani ci porteremo un pezzo di pane e del companatico. Il vino si beve in compagnia di un boccone, senza niente un quarto va giù, il secondo è più fastidioso! Con un po’ di piccante perdi il conto dei quarti; scivolano che è una meraviglia! O hai paura della signora?”

Agostino: “Pensa alla tua, alla mia ci penso io a tenerla buona!”

Saverio: “Bravo Agostino, mi piaci quando parli così! Alle donne non devi dire mai la verità e non bisogna mai fidarsi. Quando ti raccontano una bugia sono così brave che non ti lasciano sospetti! Invece chi è più furbo di loro deve sempre verificare! Non lasciarti mai intenerire quando le vedi scendere giù dagli occhi la solita lacrimuccia con essa t’ingannano e te li fanno portare sulla fronte senza fartene accorgere! Li vedono tutti ma tu no! Non aspettare mai ad essere l’ultimo a sapere!”

Agostino: “Saverio! Mi stai tirando le orecchie! Lo so che tu sai che si sta parlando di mia moglie e di me. Sono in tanti quelli che mi tirano sempre la stessa pietra in testa per farmi male!”

Ritorna Nicola col secondo quarto per servire Saverio, lo posa sopra il tavolo in silenzio.

Agostino (continuando): “Sono tutte menzogne che raccontano su di noi! Mia moglie mi vuole bene e mi ama! È stata sempre sincera con me fin da


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quando l’ho conosciuta per la prima volta. Nonostante ciò l’ho spiata tante volte e non ho visto nulla!”

Saverio: “Se fossi in te non starei ancora tranquillo! Le donne non si fanno scoprire facilmente quando fanno qualcosa che deve restare nascosta. La sua furbizia non è solo profonda ma più che profonda! Hanno un’abilità pazzesca per mettere l’uomo fuori strada! Noti qualcosa di diverso nel suo sentimento? Il trattamento verso di te è cambiato?”

Agostino (in risposta): “Ti metti a fare pure il professore!? Non sono un alunno in queste cose! Sono un uomo e un marito fatto ed anche un mago! So leggere da solo il sentimento di mia moglie ed il comportamento, non ci vogliono gli occhiali; la trovo sempre trasparente! Se scopro chi ha messo in giro questa burla, non dico che devo andare in galera, ma una buona bastonata gliela faccio! Si guardasse questo o questa linguacciuta figlia di una donna di quella razza! La rabbia che mi ha messo dentro da forza ai muscoli delle mie braccia per colpire forte. Ha disonorato la mia famiglia! La mia amata famiglia! Abbiamo vissuto sempre con amore e con il lavoro delle mie braccia! Sono un uomo onesto non ho mai pensato di rubare, né ai vicini di casa né ai confinanti della mia terra! Voglio l’anima pulita come la richiede chi da lassù (guarda in cielo) ci guarda di giorno e di notte e ci aspetta per diventare elementi della sua casa. Chi calunnia con la menzogna non lo fa entrare lo caccia via non appena bussa alla sua porta! La mia fronte è leggera, (si mette la mano sulla parte alta della fronte) non credete alle ciarle che gli altri dicono, mia moglie me l’ha sempre rispettata!”

Nicola: “E bevi Agostino! Tracanna il tuo bicchiere! Non ti arrabbiare più! Se dovessimo dare retta a tutto quello che dice la gente, a quest’ora tutti dovremmo avere dieci anni di galera sulle spalle!”

Agostino: “Quando te la dicono grossa come fai a non arrabbiarti!? Mi arrabbio e quanto mi arrabbio!”

Saverio: “Le corna non si vedono e non pesano; nemmeno con gli occhiali si vedono tanto sono disgraziate! Con questo non voglio dire che tu ce l’hai! Chi ce l’ha non lo sa. Molti ce l’hanno! Non si può dar retta a tutto quello che raccontano. Solo chi vede la marachella sa con certezza!”

Agostino: “Di mia moglie nessuno mi ha detto che ha visto! Tutti per sentito dire e hanno sentito male! Qualche mezzo sordo ha capito una cosa per un’altra ed ha sparso la voce sbagliata.”

Saverio: “Oggi, in questo momento, tutti insieme ci beviamo sopra! Domani sarà un altro giorno! Cozza al mio bicchiere Agostino, e dopo di te anche Nicola col suo bicchiere dimagrito!”

Nicola (a Saverio): “Non posso mettermi a bere alla pari dei clienti. Io devo lavorare voi no, voi venite per divertirvi!”


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I bicchieri fanno sentire il rumore del vetro e poi si beve a fondo.

Saverio: “Ci laviamo la bocca (posando il bicchiere sul tavolo)! Molti non sono degni di lavarsela con il vino, ci vorrebbe acqua e sapone!”

Agostino: “È anche poco! La candeggina pulisce meglio, perché ce l’hanno tanta incrostata di sudiciume e di parolacce! Gente senza cuore e senza intelletto! Le bugie sono il loro pane che li mantiene in vita! Dovrebbero morire trapassate da una cornata di un toro o di una mucca impazzita!”

Saverio: “Nicola! Un altro bicchiere per tutti, pago io!”

Agostino: “Grazie Saverio! Per oggi basta! Non sono disposto ad andare oltre il quarto! Sono di passaggio e vado di fretta.”

Nicola: “Ma che fretta devi avere! Fai vendere il vino a Nicola!”

Agostino: “Nicola sa che non deve avere fretta quando vende il vino a bottiglie e a bicchieri!”

Nicola: “E chi scappa! Sono qui inchiodato a questa porta e su questo sgabello!”

Agostino: “Vi lascio subito, il dovere mi chiama.”

Si alza mettendo la mano in tasca e lasciando delle monete sul tavolo si allontana con un arrivederci, e va a bussare alla sua porta che presto si apre ed entra.

Saverio (guardando Nicola): “Così la pensa Agostino! Crede nell’innocenza e nella sincerità di chi non la merita!”

Nicola: “Pasqualina ha un bel modo di fare: è dolce nel linguaggio e nelle maniere. Ha una buona dote per nascondere quello che non vuole visto dal marito. Fino ad oggi c’è riuscita perfettamente, sa molto recitare si è persa un’attrice con lei!”

Saverio: “Ancora ci riuscirà ad ingannare Agostino! Non hai visto che non gli viene il minimo sospetto! È troppo convinto di quello che dice! Ha una diavola in casa e la considera santa!”

Nicola: “Ha tanti è successo quello che sta succedendo a lui! E tanti di questi nodi non sono arrivati al pettine, sono rimasti nascosti! Quello di Agostino può darsi che col tempo ci arriverà!”

Saverio: “Si! Con più tempo possibile! Dopo che sono maturate le nespole! Dopo che Pasqualina si è goduta la vita a modo suo! Non sono bugie, non sono maldicenze quello che si dice in giro; io sono un figlio di buona donna, un curiosone nato! Mi piace spiare con un occhio negli affari degli altri, non per malignità ma per vederci chiaro. Io sono uno che ha visto e che ha visto bene! Ho visto tutto quello che mi interessava vedere! A Pasqualina piace il sapore di Luciano! e quanto le piace! e da quanto le piace! Neanche si preoccupa che ha una figlia da maritare e deve darle un buono esempio! Si prende cura solo di se stessa! A Pasqualina piace la gioventù! Agostino sta invecchiando!”

Nicola: “Pasqualina vorrebbe le gambe accorciate con un’accetta affilata, ci gira troppo! Anch’io so la verità per mezzo di chi mi fido!”


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Saverio: “Lo so che non sono il solo a sapere e a vedere. Agostino, poveraccio, mi fa pena! È troppo bonaccione e lei lo sa!”

Nicola: “Agostino è una bravissima persona! Il suo difetto è quello di essere buono e sincero. E, spesso, i buoni vengono spinti in ultima fila, com’è successo a lui. È un grande lavoratore; quando dà dà col cuore a chiunque dà. La moglie è piena di lampi e di malanni! Ci voleva un uomo più cattivo per lei, più ostinato, più pronto a farle dispetti così l’avrebbe fatta stare con quattro piedi e non con due in una sola scarpa. Agostino le perdona troppe cose e lei ha tolto la testa fuori dal sacco! Le ha concesso delle libertà in più e si è rovinato con le sue stesse mani. Le donne vanno tenute sempre sotto il piede; devono sentire il tuo peso sopra di loro, altrimenti comandano e comandano a discapito del maschio!”

Saverio: “Pasqualina doveva trovare un uomo come me, per filare da mattina a sera con lo stesso fuso! L’avrei schiacciata sotto il mio piede, non glielo avrei mai dato il tempo di pensare di fabbricare corna! Agostino ha fatto la fortuna di Luciano che gode a spese altrui!”

Nicola: “La chiami fortuna per lui?”

Saverio: “Se non è fortuna se la gode!”

Nicola: “Eppure ci rimette qualcosa di suo! Si parla di lei e si parla di lui. Se non si brucia tutto la metà con certezza.”

Saverio: “A Luciano se lo prendono lo stesso! Anzi lo vogliono di più perché è collaudato e porta esperienza! Maschi per questo motivo non ne sono rimasti da sposare! Donne si, anche tante! Le mogli dei mariti intelligenti pagano con la solitudine il loro errore perché le mandano via di casa a calci nel sedere! I meno focosi, quelli che non hanno cavoli in capo e sangue nelle vene, se le tengono anche al costo di raccogliere cornate! Un giorno, spero non lontano, penso che Agostino riuscirà a sapere, e allora staremo a vedere a quale dei due gruppi apparterrà!”

Nicola: “Come ti diverti!”

Saverio: “Vuoi che mi metta a piangere per gli sbagli altrui? Non è né mia sorella né mia parente! Spettegolo! Come fai tu e tanti altri!”

Scena 10 (Saverio, Nicola e Faustina)

Dalla porta di casa esce Faustina con una bottiglia in mano e si avvicina verso la bottega.

Nicola (trovandosela davanti): “Faustina ti serve qualcosa?”

Faustina: “Troppo facile a capirlo! Con una bottiglia in mano che cosa ci posso fare? Vado a trovare Nicola!”

Nicola: “Hai messo un po’ di coraggio! Voi donne dite sempre che avete vergogna di venire alla mia bottega, ma poi quando vi serve il vino, piano piano girando gli occhi a destra e a sinistra per non essere viste …”

Faustina (interrompendolo risoluta nel linguaggio): “Non fare subito commenti! Metti in prigione fra i denti la lingua lunga che hai, ogni tanto!”


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Nicola: “Non sempre ci riesco!”

Faustina: “Sforzati che fai più bella figura! Subito canti, appena vedi un pelo, sembri un gallo stordito!”

Nicola: “E se passa qualche altro anno… !”

Faustina (sempre contro Nicola): “Non sei stordito di vecchiaia, sei stordito di carattere! Riempimi questa bottiglia! E non mi fare aspettare troppo qui davanti!”

Nicola (prendendo la bottiglia): “Mannaggia la maniera di pensare di questa gente! Nessuno ti deve fare per averti visto davanti alla mia bottega! Non lo fare il vero male e nessuno parla di te! Tutti abbiamo la pancia e la bocca per mangiare e bere! Sapessi quante femmine fanno come te qui davanti!”

Faustina (davanti a loro): “Non m’interessano le altre! Io guardo il mio fare! Sono venuta per amore di mio marito. Stasera torna a casa tardi dal lavoro e ho pensato di fargli trovare un bicchiere di vino a tavola.”

Saverio: “Siete voi stesse che ci viziate e poi vi arrabbiate quando ci vedete un po’ubriachi.”

Faustina: “Che bell’accusa che ci fai! Veramente la meritiamo! Mi arrabbio si! e con santa ragione, quando si ubriaca! Due bicchieri di vino, anche tre, quando si mangia non fanno male sono salutari e non ubriacano! Il troppo fa male! Ed il troppo non lo bevete a casa ma in compagnia nelle botteghe! Torna a casa da tua moglie, non stare qui davanti ad oziare; l’ozio è il padrone dei vizi e ubriacarsi è un vizio dannoso!"

Saverio: “L’aiuto a fare la calza e la maglia di lana con i ferri!”

Faustina: “Lo so che se ci date un aiuto in casa quando siete liberi vi cadono le mani! A noi, però, non ci cadono quando ci portate a lavorare in campagna! E non rispondere dicendo che è anche lavoro nostro! Perché non è nostro! È vostro! A voi i lavori di casa vi disonorano!”

Saverio (a Nicola, lì impalato): “Nicola! Per favore, sbrigati a servire Faustina prima che le cose si mettono male!”

Faustina: “Faustina, vi dice il vero così com’è in faccia perché non teme la vostra reazione!”

Nicola: “Si, Saverio! Hai ragione! Faustina va servita subito, in fratta in fretta!” Così detto entra con la bottiglia.

Faustina (continuando a parlare con Saverio): “Non illuderti che incollato a questa porta all’odore del vino sembri più bello! Tu sei ancora giovane. Ricordati che il vino con l’età porta ad una cattiva salute. Date retta alle vostre mogli che vi parlano col cuore! Non fate tutto di testa vostra! Trovatevi un altro gioco per passare il tempo libero, uno che non vi fa male.”

Saverio: “Io non sono un bevitore accanito.”

Faustina: “Non ce la faccio a crederti! Perché dite tutti così! Se parli con mio marito non ne beve proprio, quasi quasi lo odia!”


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Ritorna Nicola con la bottiglia piena e la ridà a Faustina, che riconta i soldi prima di darglieli.

Nicola (ricontandoli appena glieli consegna): “Faustina! Sei rimasta al prezzo vecchio di due anni! Costa di più!”

Faustina: “Di quanto?”

Nicola: “Mancano duecentocinquanta lire!”

Faustina: “No! Caro Nicola! Sei tu che hai preso la rincorsa! Sei scappato troppo in avanti! Per adesso ti accontenti di tanto, la prossima volta, se ci sarà, ti accontenterai di nuovo!”

Nicola: “Come sai comprare! Sei una maga!”

Faustina: “Invece no! Non sono una maga! Sei tu che non sai vendere!”

Nicola: “Hai proprio ragione, dovrei pagarmi in anticipo!”

Faustina: “Devi cambiare testa e frenare il prezzo se vuoi clienti! Il vino è buono ma non illuderti troppo, che non è il solo! Se ne trova altro, buono lo stesso e ad un prezzo ancora più basso!”

Nicola: “Contrattare con le donne non è una cosa facile, ci vuole arte e pazienza!”

Faustina: “Nicola è abituato con gli stupidi degli uomini, pronti a pagare alla cieca. Tu, però, sei intelligente sai come farli pagare caro! E non trattenermi più perché se non mi hanno visto mi vedranno!”

Nicola non risponde più e Faustina si allontana per la via di casa. Saverio: “Che donna risoluta!”

Nicola: “Sono tutte le stesse, una peggio dell’altra! Quando si tratta di soldi le arriva lo scioglilingua. Sono le tenaglie della casa!”

Saverio: “Non tutte!”

Nicola: “Ne manca solo una fra mille! Meno male che nel mio mestiere ne incontro pochissime. Gli uomini sono diversi, fanno meno parole e meno storie.”

Saverio: “Faustina, ce l’ha un po’ di ragione! I maschi non sanno contrattare quanto loro.”

Nicola: “E meno male! Se così non fosse stato io avrei chiuso bottega, perché non ho fiato e forza nei polmoni da sprecare. Sarei corso subito alla mia vigna a sradicarla, non mi sarei preoccupato delle due botti nuove che ho comprato per sostituire le vecchie. L’avrei rivendute! Nessuno lavora a perdere! Faustina poi … per mollare una lira fa un pianto ed una predica per due giorni! Ma Nicola non ci casca! La conosce e con lei aumenta sempre il prezzo per farle pagare quanto lui dici! Conosce a memoria i suoi clienti e sa quanto pesano uno per uno! Ci vuole un po’ di furbizia per vendere, devi saper tenere a bada i clienti; è un’arte che s’impara col mestiere!”

Dal sottopassaggio ritorna Mario, lentamente e per i fatti suoi; non si avvicina alla bottega di Nicola. In questo momento non gli interessa.

Nicola: “Saverio, Io soldi in più non ne prendo da nessuno! Poi, dovete tener presente, e lo ripeto ancora una volta, che col vino ci devo campare per


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cui non posso fare troppi sconti. Vieni! (continua alzandosi all’in piedi) Vieni dentro! Ti faccio vedere le botti nuove; sono un gioiello! Regnano fra le altre. Per causa loro ho qualche debito da pagare!”

Saverio dietro a lui entra in bottega.

Scena 11 (Mario e Rosetta)

Mario si ritrova campo libero ad aspettare chi non si lascia attendere molto.

Rosetta viene fuori da casa sua apposta per lui.

Rosetta (a lui che si avvicina): “Sono andati finalmente! Se non l’avessero fatto non sarei uscita. La loro presenza mi da fastidio! Tu Mario, mi cerchi troppo! Non passare e ripassare sotto la mia finestra come stai facendo, mamma se ne accorge, non è una stupida!”

Mario: “Succede perché tu mi tieni sulle spine! Dammi un si ed io starò più tranquillo!”

Rosetta: “Non voglio che mi cerchi!”

Mario: “E come faccio? Io seguo il cuore, non so come fermarlo e poi perché dovrei?”

Rosetta: “I motivi ci sono e sono tanti! Te l’ho detto! Non posso! Non possiamo!”

Mario: “Si che possiamo! Perché dobbiamo pagare noi gli errori degli altri? Loro sono un’altra cosa!”

Rosetta: “No! Non voglio alimentare il fuoco che ci sta bruciando, in famiglia. Si sta parlando troppo di mamma, di papà e di tuo fratello e se ne parlerà ancora di più se io dessi un si a te!”

Mario: “Il tuo si lo voglio, perché è mio e non lo lascio a nessuno!”

Rosetta: “Non in questo momento e non so nemmeno quando potrà avvenire.”

Mario: “La nostra vita, la tua e la mia, non la dobbiamo associare a nessun’altra vita! Ognuno ha il sacro santo diritto di godersi la propria senza crearsi ostacoli che appartengono agli altri! Tu sei libera come lo sono stati i tuoi genitori!”

Rosetta: “Non cercare di convincermi perché non ci riuscirai! Sono convinta di quello che sto facendo.”

Mario: “Se continui così, costringi anche me a pagare per quello che si dice di tua madre!”

Rosetta: “Tu non ne hai il diritto di pagare, per gli errori della mia famiglia! Errori che poi non sono mai stati commessi! Ci sono stati attribuiti per errore da chi ha sbagliato, e forse anche volendo sbagliare! Tu non c’entri né dalla porta né dalla finestra! A te nessuno di noi ha fatto un male! Sei un estraneo in tutto! Io ancora ci credo nell’innocenza di mia madre!”

Mario: “Lo ero un estraneo, fino a quando non mi sono innamorato di te! Ora non più! Ora che sei entrata a far parte di me il caso mi pesa quanto tu non immagini!”


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Rosetta: “Vattene! Vattene e dimenticami! E ti sei liberato di tutto! Io non posso liberarmi facilmente di questo peso; non so nemmeno fino a quando lo devo portare. Sarò sempre la figlia di quella che ha fatto parlare di se.”

Mario: “Da te non mi muovo di un solo centimetro! Ci sto così bene…, anche se devo combattere parecchio per restarci!”

Rosetta: “Se proprio non vuoi… restaci fino a quando non sarai più che stanco! Io sono ostinata nella mia decisione.”

Mario: “Facciamo a chi si stancherà per primo?”

Rosetta: “Che dirà la gente?! Certamente: la madre se la spassa col fratello maggiore e la figlia col minore, che bella famiglia di gente onesta! E continuerà col dire ancora, come anche adesso: alle spalle di quel povero uomo di Agostino; che è lo stupido innocente della storia! Invece no! Mio padre non è uno stupido! Stupidi sono loro! No! Non voglio fidanzarmi con te! Anche se riconosco che la gente è pazza! Non ci credo che mia mamma e tuo fratello s’incontrano di nascosto. Se ciò fosse stato vero io sarei stata la prima ad accorgermene. Mia mamma è innocente; e nessuna persona vuole riconoscere questa sua innocenza! Solo noi della famiglia. Meno male che papà è forte e non ha dato e non da ancora retta a queste cretinate!”

Mario: “Tua madre e mio fratello sono gli unici a sapere con certezza!”

Rosetta: “Dicendo questo mi dimostri che anche tu dubiti! Perché mi vuoi? Non pensi che possa assomigliare a mia madre?”

Mario: “Tu non sei tua madre e neanche le assomigli! Tu sei un’altra in tutto. Tu pensi altre cose e desideri anche altre cose!”

Rosetta: (con tono più deciso) “Tu stai riconfermando ancora i tuoi dubbi! Mia mamma mi ha giurato e ci credo! E su quello che mi ha detto ci metto la mano sul fuoco che non me la brucio! Tu non ti fidi di tuo fratello! Per questo dubiti!”

Mario: “Come te no! Mi può anche mentire se vuole, non lo riconosco Santo! Ha le sue debolezze.”

Rosetta. “Vattene Mario! Vattene subito! Non solo perché il momento non è quello giusto ma anche perché il tuo modo di pensare è molto lontano dal mio! Siamo uno l’opposto dell’altro!”

Mario: “Vuoi dire che non sei d’accordo sul giudizio che do su tua madre e su mio fratello? Io non giudico facilmente gli altri, né nel dare giudizi positivi né negativi. Giudicare è difficile e me ne guardo!”

Rosetta: “Vattene lo stesso!!! Non M’interessi! Non mi piaci! Cerco un uomo diverso in tutto anche nell’aspetto fisico! E poi sono ancora piccola, posso aspettare e sperare di trovare di meglio!!!”

Mario: “Rosetta, ammetti che anche tu mi vuoi! È così chiaro! Mi rifiuti perché sei spaventata della situazione che vivi! E non hai torto! Io, però, ti voglio aiutare.”


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Rosetta: “Mi dai l’aiuta del diavolo in cambio dell’anima! Mi aiuti per il tuo fine ben preciso, che è quello di farmi cadere cotta a puntino nelle tue braccia!”

Mario: “Chi non ti ama non ti aiuta con tutta sincerità!”

Rosetta: “Non mi serve nessuno aiuto e nessuno amore! Per il momento mi basta il mio verso me stessa e quello di mamma e papà!”

Mario: “Mi stai facendo soffrire!”

Rosetta: “Non posso e non voglio darti di meglio, Mario! Aiutati da solo perché puoi! Adesso devo andare e ti ordino nella maniera più assoluta di non passare più sotto la finestra per farti notare. Se continui a farlo ti faccio un bagno con un bel secchio di acqua fresca! Così ti svegli dai tuoi sogni.”

Mario: “Un altro fallo tu, così poi discuteremo di nuovo e meglio.”

Rosetta: “Io non ne ho bisogno, penso già bene! Sei tu quello che usi troppo la fantasia.”

Scena 12 (Mario, Rosetta, Nicola e Saverio)

Intanto esce Nicola con Saverio.

Nicola (notando Mario con Rosetta): “Che sbaglio che hanno commesso nel dare il nome a questa via, dovevano chiamarla via del cuore!”

Rosetta (sentendosi offesa da Nicola): “Anche questo nome è sbagliato! Questa è via Nicola, la botte e la frasca!"

Nicola: “Il mio è più giusto perché succedono frequenti fatti di cuore! E il cuore ha la precedenza su ogni cosa! Il cuore comanda il resto deve portargli obbedienza!”

Rosetta (in sua difesa): “Anche il vino comanda! Sale subito in testa è annebbia tutto il corpo, in special modo lo stato della ragione! Nicola standone all’odore tutto il giorno si ubriaca più dei clienti e quando crede di comandarsi è comandato da chi è entrato dentro di lui da ospite indesiderato!”

Mario: “Se parli con Nicola dice sempre che lui non c’entra, in nessuna cosa che vede e che sente! Ma come succede qualcosa, anche se si muove un filo d’erba per colpa di un alito di vento vedi spuntare il suo naso! Ha il naso di pinocchio, troppo lungo!”

Nicola: “Nicola chiude bottega e va a casa a riposare! Ritorna fra un paio d’ore. Leva il disturbo a questa gente!”

Mario: “Nicola si fa i comodi suoi, del disturbo che reca non gliene importa nulla! Si cura della sua comodità!”

Intanto Nicola chiude la porta e lascia girare la chiave nella serratura, lasciando tavolo e sgabelli fuori.

Nicola: “Tutti si servono di Nicola e nessuno lo ringrazia! L’accarezzano quando chiedono e poi le girano le spalle. Andiamo Saverio! Andiamo per di qua!”

Indica la strada dietro la sua bottega.


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Rosetta: “Nicola sa come scagliare le pietre e poi nascondere il braccio. Si guardasse, un giorno o l’altro, di pietre su di lui ne scenderanno una pioggia!”

Nicola (a Rosetta): “Che bello augurio che fai a Nicola! Arrivederci a tutti!” Detto insieme a Saverio si allontana.

Scena 13 (Rosetta e Mario)

Rosetta (dopo che Nicola è andato via): “Che tipo questo tizio, sempre attento a scrutare gli altri! Dei suoi difetti ed affari non ne parla mai! Sa più lui che è l’ultimo arrivato che chi è nato in questo vicolo!”

Mario: “Altro che bottega del vino rosso, è un centro d’informazioni! Chi entra nel suo locale si aggiorna di tutto perché ogni cliente porta le sue conoscenze e se le scambiano! Nicola le raccoglie tutte! È la banca delle pettegolezzi!”

Rosetta (spingendo la sua porta verso l’interno per entrare): “La porta si è chiusa, l’avevo lasciata socchiusa!”

Mario: “Sarà stato un vento che mi vuole bene!”

Rosetta (mentre bussa): “Si! Quello scostumato più di te!”

Mario: “Che accarezza le guance delle signorine gelose. Perché non ti arrabbi pure con lui? Falle causa!”

Rosetta (in attesa che qualcuno l’apra): “Hai una bella faccia tosta! Molto tosta!”

Mario: “Se penso a quello che si dice “chi non ha faccia non ha moglie” mi passa tutta la timidezza che ho! Davanti a te poi…, mi passa tutto! Divento anche scostumato per venirti dietro!”

Rosetta: “Io non possiedo una bellezza rara! L’hai girato il paese per renderti conto di quante bellezze ci sono o ti sei fermato sotto casa?”

Mario: “Lo conosco il paese! L’ho girato per quanto è lungo e per quanto è largo! Ho trovato qui, nella tua bellezza quello che cercavo."

Rosetta: “Grazie per i complimenti ma sono sprecati!”

Mario: “Aspetto! Spesse volte l’attesa da buoni frutti.”

Rosetta: “No nel nostro caso! I motivi l’abbiamo discussi. ”

Mario: “Aspetto lo stesso!”

Rosetta: “In avanti ti rispondo col silenzio.”

Scena 14 (Rosetta, Mario e Pasqualina)

La porta dopo aver bussato più di una volta si apre e sulla soglia esce Pasqualina.

Pasqualina: “Rosetta! Un’altra volta fuori! Non ti ho visto uscire!”

Rosetta: “Infatti, non mi sono fatta vedere! Poi la porta si è chiusa e ho dovuto bussare.”

Pasqualina (notando Mario): “Sei uscita per lui?”

Rosetta (guardando Mario): “No! Sono uscita per me per chiarire dei motivi.”

Pasqualina: “Faccio finta di crederti!”


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Rosetta: “È la verità!”

Pasqualina: (per farsi sentire) “Mario, pure lui la deve smettere di passare e ripassare sotto le nostre finestre e per questa via!!! Anche lui come suo fratello ci vuole rovinare! Che significa questo via vai? (direttamente a lui) Mai affiderei mia figlia alla tua famiglia! Mettiti la testa sul serio e vai via! Prima si doveva combattere con solo uno, ora con tutti e due! Che pensate? La mia famiglia è fatta di gente onesta!”

Mario (per difendersi): “Infatti gente onesta cerco!”

Pasqualina: “A questa porta non devi chiedere nulla, nemmeno uno spillo! (verso la famiglia) Ci avete fatto troppo male, tanto male!”

Mario. “Prima eri arrabbiata solo con Luciano, adesso perché con tutti?” Pasqualina: “Perché so che tutti vi siete messi a parlare contro di me, avete

creduto nel falso!”

Mario: “I miei genitori non sanno più cosa fare, sono preoccupati per mio fratello! Anche loro vorrebbero che queste chiacchiere non fossero accadute!”

Pasqualina: “C’è chi gioca con questa bugia per divertirsi!”

Mario: “Non siamo noi!”

Pasqualina: “Vattene, vattene per sempre! Non ho più tempo per te; devo prendermi cura del mio uomo che è dentro. Che brutta storia! Non posso mettere il naso fuori dalla porta che tutti mi guardano e mi disprezzano! Mi hanno condannata per una colpa che non ho commesso. Mi sento odiata più di una detenuta! (a Rosetta) Dentro, per favore!”

Entra seguita dalla madre. Mario rimane solo.

FINE DEL PRIMO ATTO

22.08.2018


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SECONDO ATTO

Il secondo atto si svolge dopo pochi giorni dal primo. La scenografia rimane tale e quale, non si nota nessun cambiamento; solo meno sgabelli davanti la bottega di Nicola. Anche in questo il tema più in discusso rimane quello di Pasqualina. Oramai è diventata la notizia più diffusa, tutti sanno e tutti parlano. Certamente la cosa non piace alla diretta interessata che dispera e nello stesso tempo manda tante bestemmie a chiunque pronuncia il suo nome. Tutta la gente si diverte nel raccontarsi la solita minestra e non si stanca mai. Agostino nonostante tutte le maldicenze rimane sempre convinto della sua idea: l’innocenza della moglie. Per questo motivo da più a discutere. Tutti se la ridono a pancia piena alle sue spalle ogni volta che lo vedono passare e per tutti diventa lo sciocco del paese che poi non è molto grande, e questo favorisce lo espandersi della notizia a macchia d’olio. Non avendo altri problemi più grandi da risolvere diventa l’argomento per riempire il tempo libero.

All’apertura della tela appaiono in scena Saverio in compagnia di Francesco, un altro cliente di Nicola. Tutte e due intorno al tavolo a lato della porta della bottega.

Scena 15 (Saverio,Francesco, Nicola e Luigi)

Il primo ad aprire bocca è Francesco.

“Il tavolo senza una bottiglia di vino sopra sembra un salice piangente! Ed io sono il nemico delle lacrime!”

Saverio: “Hai ragione! Qui si viene per cercare un sorriso e per un po’ di compagnia fra amici, per fare due chiacchiere e per bere due bicchieri di vino buono. La qualità ce la garantisce Nicola!”

Francesco: “Nicola col suo vino ci attrae, come sono attratte le mosche da una carcassa di coniglio a cielo aperto! Anche se le mandi via agitando un ramo ricco di foglie subito ritornano! Noi ritorniamo all’odore del vino; facciamo un via vai finche non finisce! Il vino bevuto a casa, a pranzo e a cena, sotto lo sguardo insidioso della moglie, specialmente quando si superano i tre bicchieri, ha un sapore amaro anche quando è buono! In bottega, anche se da solo, sembra zucchero! Fra bevitori amici scende senza che te ne accorgi! Con un pezzo di pane ed una salsiccia casereccia stagionata ti ritrovi nel paradiso dei viventi!”

Saverio (a Francesco): “Ti sei dimenticato che stiamo aspettando Luigi col pane e il companatico?”

Francesco (in risposta): “Sto parlando per ingannare l’attesa! Le salsicce fresche della macelleria non mi piacciono, sono troppo grasse e mi disgustano. Se non è buono il vino Francesco non lo beve, e glielo dice


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in faccia al padrone senza cercare vie di traverso per farglielo capire! Il vino di Nicola ti da fiducia perché la fiducia la merita! Conosco la sua vigna; una vigna curata e concimata col cuore.

Saverio: “Il vino di Nicola si fa sempre più strada; in paese lo conoscono tutti ed anche nel circondario. Vengono apposta da lontano per assaggiarlo, diciamo assaggiarlo, per non dire che ne fanno il pieno come si fa con le macchine ad una colonnina di benzina! Ed ancora non si accontentano si portano dietro un fiasco da portare a casa. Io, ogni anno, ne compro una damigiana di cinquanta litri, per berlo dopo quando chiude bottega perché è finito! Quest’anno l’ho già comprato; l’ho fatto subito, appena mi sono accorto che ha messo cannella, per paura di arrivare in ritardo! Pure quando non ho i soldi all’istante lo faccio. Nicola mi fa credenza! Spesse volte facciamo cambio col lavoro; mi porta a zappare la vigna, quando ritarda e si regola che da solo non ce la fa a finire in tempo giusto. Nicola mi conosce quanto e come zappo! E quando non mi fa lavorare glielo pago appena ho i soldi disponibili! A tutti non fa credenza a me si!”

Nicola: “A tutti non posso, perché tutti poi non mi pagano solo a quelli che godono della mia fiducia perché se l’hanno acquistata; ti rimandano sempre al mese prossimo e passano tal volte anche anni!

Alle loro spalle viene avanti un terzo uomo con in mano un tovagliolo gonfio, legato incrociato con i suoi stessi angoli. È Luigi, compagno di bicchiere dei due clienti già presenti.

Luigi (appena giunto davanti): “Eccomi! Sono arrivato!”

Francesco (in senso ironico): “Quanta fretta che ti sei messo per arrivare subito!”

Nicola in silenzio si porta dentro la bottega.

Luigi: “Lo so che vi ho fatto attendere, più in fretta di così non mi è stato possibile!”

Saverio: “Veramente ho pensato che eri andato al forno a fabbricarlo con la farina un tozzo di pane!”

Luigi: “Lo so che chi attende all’odore del vino il tempo si allunga!”

Francesco: “Adesso, però, sbrigati!”

Luigi: “Certo che mi sbrigo (mentre lo fa) a slegare il tovagliolo, la vostra fretta

èanche la mia! Dentro casa ho travato mia moglie e mi ha trattenuto. Si

èresa conto di quello che stavo per fare e me lo voleva impedire. Le ho spiegato che non avevo nessun’intenzione di ubriacarmi; solo un bicchiere con un mozzicone di pane! Mi ha fatto notare che spesse volte le ho detto così e poi sono rincasato pieno di vino. Si!! Tante volte mi è successo dopo averglielo promesso. Il sapore del vino, il più delle volte,

èpiù forte di me e non ci riesco a dominarmi. Dopo che ha insistito per non lasciarmi andare e dopo ancora di essermi accorto che oltrepassava i sui limiti, mi son ripreso con la forza il mio comando di uomo! Ho fatto tutto quello che volevo e l’ho lasciata che brontolava. Ha casa mia


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comando solo io, su mia moglie e sui miei figli! Tutti devono tacere davanti a me! Nessuno si deve prendere il lusso di oltrepassare i limiti che gli ho dato! Se si permettono di un solo pelo faccio una guerra che dura giorni e la devo vincere io!”

Saverio: “Fai bene, Luigi! Tu sei un uomo come dico io, non lo dico per evitare una parolaccia! La cammuffo… forte di fisico e di volontà! Pure io assumo lo stesso comportamento in casa! Nessuno mi deve contraddire, o sfidarmi con il dito mignolo! Nessuno si deve mettere davanti a me!”

Francesco: “Solo e sempre gli uomini devono comandare! Le donne non lo sanno fare! Devono assolutamente eseguire gli ordini che vengono dal marito, senza neanche dire solo ah! Comandano solo nelle case dove gli uomini non sono uomini ma mezzi uomini per non dirla più grossa! In questo istante siamo di fronte ad una casa dove l’uomo non fa il suo dovere perché non è uomo forte! E la moglie ha preso il comando e si diverte! E quanto si diverte! Con chi ha avuto fortuna di essere scelto!”

Luigi (mentre Francesco parla) “Nicola!!! Nicola, vieni qui! Dove ti sei cacciato? Ci hai lasciato nel momento che abbiamo più bisogno di te!!!”

Nicola (dall’interno della sua bottega) “Vengo subito! Di corsa!” In fretta esce dalla porta.

Luigi: “Portaci una bottiglia di vino! E di fretta!”

Nicola: “Anche due! Al vostro (per indicare tutti) comando non posso dire no!” Luigi. “Bravo a Nicola! Sai come rispondere! Come fai a dire no se aspetti

tutto l’anno per vedere una bottiglia di vino?”

Nicola: “Per questo ho detto: al vostro comando! E corro perché devo vendere il vino fino all’ultimo bicchiere! Ed ho anche fretta perché altri lavori mi aspettano.”

Saverio: “Gira subito i tuoi tacchi allora non stare ad allungare il tuo dire!”

Nicola: “Anche se nella fretta, come faccio a non rispondere a quanto mi viene chiesto!”

Ritorna dentro.

Francesco: “In paese, donne che comandano ce ne sono più di una, ma questa che abbiamo a lato ha fatto più scalpore!

Luigi (a Francesco): “Ed il motivo è più che giustificato! Non hai visto che ha molto di diverso: un fisico da cartolina! Per questo la conoscono in massa, le altre donne la invidiano e i maschi la desiderano e si scagliano contro il fortunato!”

Saverio: “È parecchio che fa parlare di sé e del suo amante! Abbiamo perso il conto del tempo! La voce ha avuto tanto spazio per farsi strada! L’altra cosa che ha contribuito a suscitare vergogna e curiosità è stato il comportamento del marito, sempre incredulo ed innocente!”

Luigi (intento ad affettare il pane e tagliare la salsiccia a pezzi): “Il tempo esatto non ci interessa da quanto dura la storia! Ci basta la certezza che l’hanno fatto!”


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Francesco (in risposta a Luigi): “Sulla certezza non abbiamo più dubbi, in tanti hanno visto ed io sono uno fra questi! I più curiosi del paese l’hanno trovato il modo per curiosare e togliersi i loro dubbi! L’hanno seguiti gli amanti! ed hanno scoperto il luogo dove hanno commesso i loro peccati!

Ritorna Nicola con la bottiglia ed i bicchieri, che posa sul tavolo.

Saverio: “Allora raccontaci tutto per filo e per segno e quando hai visto!”

Francesco: “Saverio, tutto non voglio e non posso dire! Certe cose devono

stare nascoste, per non venire troppo all’occhio! Ti devi accontentare del poco che ho detto!”

Saverio: “Mi fido di te e di me! Anche i miei occhi hanno visto! Anch’io mi sono tolto di persona i miei sospetti e le mie curiosità. Delle volte divento più curioso di te e di una donna!”

Nicola: “Tutti i miei clienti che si ritrovano qui, parlano della stessa cosa! Smettetela! Parlate anche di altre cose, non penso che non avete cose più importanti di questa. Ne ho le tasche piene di questo amore clandestino! Un po’ di rispetto per il povero Agostino!”

Francesco: “Agostino! Quando sento questo nome mi viene da ridere! Non merita più rispetto di quanto gli portiamo.”

Nicola: “ Quando una donna si mette un pensiero in testa prima o poi lo realizza, a qualsiasi costo.”

Luigi: “Si! Però prima di pensarlo questo che tu hai pensato, si guarda bene intorno per rendersi conto di quello che può pensare e di quello che non può pensare!”

Nicola: “Povero Agostino! Quanta pena che mi fa! Il suo nome è sulla bocca di chiunque! Anche quelli che non lo conoscevano adesso lo conoscono!”

Saverio: “Ha fatto carriera!”

Intanto Nicola ha riempito i bicchieri.

Francesco: “Fra una parola e l’altra, mandiamo giù un bicchiere non vi dimenticate che siamo qui seduti prima per questo e non per il resto!”

Luigi: “Hai ragione! Ma per essere presi così dal dialogo vuol dire che l’argomento c’interessa!”

Saverio: “Certo che c’interessa! Quando si tratta di spiare nelle fatte altrui tutti aprono le orecchie per non farsi sfuggire neanche un pelo!”

Francesco: “Beviamo alla nostra salute, basta con Agostino!”

Luigi (rivolgendosi a tutti): “E il bicchiere di Nicola non c’è? ( a Nicola) Non bevi con noi? Vai subito a prenderlo!”

Tutti col bicchiere in mano aspettano la risposta di Nicola.

Nicola: “Come al solito, e come sempre ritorno a ripetere che io non posso bere dietro a voi clienti, Luigi! Altrimenti dovrei bere per tutta la giornata tutti i giorni.”

Luigi: “Oggi ti vogliamo con noi!”


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Nicola: “Ti ringrazio ed ammiro la tua generosità! In questo modo si manifesta l’amicizia. Prendo solo un pezzo di salsiccia ed un mozzicone di pane è così rossa e mi è venuta la voglia di assaggiarla.”

Saverio: “Fallo subito, Nicola! Prima che finisca!”

Nicola: “Mi metto fretta perché non so più aspettare!”

Scena 16 (Saverio, Francesco, Luigi, Nicola e Agostino) Alle loro spalle appare Agostino per rincasare.

Francesco (il primo a notarlo): “Agostino! Ti ha mandato qualche Santo che ha sentito l’odore della salsiccia! Vieni qui!”

Agostino (in risposta ): “Che c’entra il Santo?”

Francesco: “Sei arrivato nel momento giusto per assaggiare la salsiccia di

Luigi! È piccante! Col vino di Nicola fanno un’unione meravigliosa!

Un’occasione da non perdere!”

Agostino (avvicinandosi a loro): “Non è la prima volta che mangio salsiccia insieme al vino! Grazie per l’invito!”

Saverio: “Prima mangi e bevi, dopo ci ringrazi!”

Agostino (a Saverio): “No! Prima vi ringrazio per l’invito e per il vostro cuore generoso, poi per il pane e la salsiccia che mi offrite. Sto arrivando adesso adesso dall’orto! E la prima cosa che vorrei fare è lavarmi la faccia e cambiare i vestiti sporchi che ho addosso.”

Saverio: “Non ti aspettiamo! Se prima vorrai fare tutto questo non ci troverai nemmeno una briciola di pane!”

Agostino ( a Saverio): “Non lo pretendo! Non posso pretenderlo! Non ne ho il diritto!”

Francesco: “Agostino! Negli occhi ti leggo la voglia di un bicchiere di vino e di una fetta di salsiccia! Quella di cambiarti è una scusa per non dar fastidio perché pensi di dare fastidio, invece non è vero!”

Agostino (a Francesco e poi a tutti): “Perché dovrei dire una bugia? Non c’è uno scopo, non c’è un fine!”

Francesco: “Può darsi pure che hai paura di stare con noi a bere intorno allo stesso tavolo!”

Agostino: “Paura!!! E di chi?”

Francesco: “Sei troppo allo scoperto; tua moglie ti potrebbe vedere anche non volendo, trovandosi a spiare attraverso il vetro della finestra. Le nostre sono più lontane si devono trovare a passare per disgrazia! E poi a casa ci potrebbe scappare una discordia.”

Agostino: “Sempre con queste mogli ce la prendiamo! E poi nessuno ne tiene conto! La mia è uguale alle altre. Fa tante parole, solo parole che poi cadono nel vuoto. A comandare resto sempre io ed anche a prendere le decisioni più importanti. Io comando in casa! Io comando su di me! Io comando in tutto!

Francesco: “Ci crediamo, Agostino! Perché dovremmo avere dubbi?”


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Agostino: “Non ci credo (rivolgendosi a tutti) che ci credete! So che ho perso fiducia, ed anche voi verso di me!”

Saverio: “Agostino! Con le donne non bisogna mai dormire su sette cuscini o abbassare la guardia! Con un occhio dormi e con l’altro devi spiarle ventiquattro ore su ventiquattro! E non essere mai convinto che comandi sempre tu! Loro lo fanno con tanta eleganza e con tanta sottilizza che non te ne fanno accorgere. Specialmente quando sanno che il marito è bonaccione!”

Agostino (infastidito dal termine usato verso di lui): “Non sono bonaccione, come tutti mi definiscono! Ho le mie furbizie e mi rendo conto quando mi raccontano balle!”

Saverio: “Agostino! Per me sei molto bonaccione e tutti approfittano di te! Specialmente le persone che ti stanno in casa, ne approfittano per primo!”

Nel discorso mangiano e bevono; il vino della bottiglia piano piano scende di livello.

Agostino (a Saverio per dire a tutti): “Sempre ci mettete mia moglie di mezzo

perché mi volete colpire nel mio intimo nella vostra falsa gentilezza!”

Saverio (ancora): “Tua moglie si prende degli spazi in più! Io al tuo posto non

glieli avrei concessi, tu invece si! Perché sei molto buono di animo ed anche sincero! Un po’ di cattiveria ogni tanto fa molto bene nei rapporti con gli altri. Ti fa più uomo e ti fa acquistare fiducia in più!”

Agostino: “Che musica! Fra tanti dischi preferiscono sempre lo stesso! Ricominciamo sempre da capo, con la stessa filastrocca! Quanto me la fate pesare questa disgrazia che mi è capitata! Mi sta schiacciando! Mi manca la forza per respirare! Questa storia dell’amante ogni giorno me la trovo davanti! Mi accorgo che chiunque incontro mi guarda sulla fronte come per dire sei un cornuto! Quanta cattiveria che ci viene rivolta! Tutto prendono per buono! Anche una stupida voce sparsa per pura disgrazia da chi ci ha voluto punire in questo modo! Non sappiamo nemmeno quale offesa le abbiamo fatto, né io né mia moglie! Pasqualina è la regina della mia casa, la bocca della verità nei miei confronti. Mi vuole bene ed è ancora innamorate di me come quando mi ha dato il primo si!”

Francesco: “Agostino! I tuoi nemici ce l’hai dentro di te, e non fuori! Sono le tue semplici qualità. Ogni tanto non ti fidare nemmeno di te stesso, verifica di persona, con i tuoi occhi, più di una volta, tante volte, quello che gli altri dicono. La verità non la trovi subito a galla! Fai come il gatto che non si stanca mai di dare la caccia al topo!”

Agostino: “Ho perso tutta la mia pazienza e più prima che dopo con qualcuno farò una lite che non finirà mai!”

Scena 17 (Saverio, Francesco, Luigi, Nicola, Agostino e Pasqualina) Viene fuori dalla porta di casa la moglie.


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Francesco: “Con noi tre non c’è bisogno di litigare! Come si dice: contento tu, contenti tutti! Noi ti abbiamo parlato davanti perché ti vogliamo bene; il resto della gente ti parla dietro, non te la darà l’occasione per litigare!”

Nicola (mentre la moglie di Agostino, in disparte e non notata, si sofferma per ascoltare): “Agostino! Dai retta a me che ti ho portato sempre il massimo rispetto! Non stare ad ascoltarli più, torna a casa o ti faranno rincasare con ore di ritardo; tutti quelli che si siedono davanti la mia bottega hanno anche tempo da perdere e voglia di farne perdere! Vattene! Renditi conto che vogliono scherzare! Finché rimani non finiranno mai di parlare di te!”

Pasqualina (alle spalle di tutti): “Certo che non la smetteranno mai, parlano delle mogli degli altri! Parlassero della propria per stare a vedere come cambierebbero comportamento più veloce di un fulmine! E quanta fretta si metterebbero sulla punta della lingua per cambiare discorso!”

Francesco (sorpreso nel sentire la sua voce alle sue spalle e girandosi verso di lei): “Pasqualina! Vieni qui davanti! Non stare alle spalle!”

Pasqualina: “Sto bene ovunque! L’importante è vedere ed ascoltare ed io vi ho visto tutti e sentito! (a Francesco) Vattene da tua moglie e guardala bene in faccia, davanti e di dietro può darsi che pure lei fa le marachelle! Ognuno si guardasse la sua per rendersi conto che non è degno di parlare delle altre!”

Francesco: “Le donne non sono tutte uguali ci sono le buone e le cattive, le fedeli ai mariti e quelle che cercano altri uomini! La mia è una delle più fedeli! Innamoratissima di me di come sono dalla testa ai piedi da come penso e da come non penso, da come la guardo e da come mi guarda!”

Agostino (a Francesco): “Questa è una provocazione che mi fai!”

Francesco: “Io sono uno che rispondo chiaro, all’istante! Appena mi viene chiesto o chiamato in causa!”

Pasqualina: “Se parli chiaro non lo so! Di certo, stai parlando troppo! E chi parla senza misura prima o poi incontra chi le farà misurare le parole!” Francesco: “Può anche darsi! Ma non in questa piazza ed in questo

momento!”

Pasqualina: “Mio marito è un grande uomo! Ha pazienza, intelligenza e forza nei muscoli e nello spirito! Ma poi non bisogna approfittarne troppo; non si può mai sapere il momento in cui uno perde la pazienza. Voi tutti non avete nessuna qualità positiva, siete tutti ignoranti! E la vostra ignoranza non ci deve raggiungere per sporcarci le mani! La dobbiamo tenere il più lontano possibile!”

Agostino (appena la moglie finisce di dire l’ultima): “Infatti la mia pazienza è arrivata al limite, non ce la faccio più a sopportare!”

Pasqualina: “Agostino, no! Non dire queste cose, conservi e ritrovi la tua costanza! Ritrovala ogni volta che senti di perderla, ricordandoti che sei il migliore ed il più amato degli altri! Perché io ti amerò sempre!”

Agostino (alla moglie): “Buono il tuo suggerimento! Ma mi rendo conto che non basta più! Fino a questo momento sono riuscito ad essere


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responsabile delle mie azioni; però ora sento che il vaso è pieno e sta per traboccare, non prometto più nulla a nessuno né a me né agli altri! Agirò al’istante come mi verrà di fare!”

Pasqualina (al marito): “No! Non te lo consentirò mai! Stai Attento, perché ci vogliono provocare fino a scoppiare! Il loro scopo è quello di continuare a divertirsi sempre di più! Se reagisci realizzi quello che loro vogliono!”

Luigi: “Pasqualina! Non te la prendere se riconosco che hai una qualità rara nell’arte nel parlare!”

Pasqualina (nel rispondere): “Ha parlato pure Luigi! Ero meravigliata che ancora non l’avevi fatto! Hai sparato un altro colto di fucile! Siete una massa di straccioni! Ritornate alle vostre case che fate meglio! Nicola, con questo locale che ha comprato da chi oggi maledico in tutti i modi e in tutte le misure per averlo venduto è la nostra piaga nel costato. Ogni anno sempre con il solito minestrone: vino e ubriaconi! vino e ubriaconi! Vicino casa sua non l’ha comprato per dare disturbo a sua moglie! È venuto a disturbare le mogli degli altri!”

Nicola: “Nessuno si lamenta come fai tu! Vicino casa mia non l’ho trovato un locale da comprare altrimenti qui non sarei venuto!”

Pasqualina: “Ce n’erano! Ce n’erano! Ce ne sono anche adesso!”

Nicola: “Tutti piccoli, a me serviva un locale grande come questo; bello spazioso da starci comodamente con le botti e con i clienti!”

Pasqualina: “Agostino! Non stare più in mezzo questi ridicoli! Vattene dentro casa! Io sarò di ritorno fra poco!”

Agostino (alla moglie): “Subito rientro! Non ho più nessuna voglia di stare con loro e di sprecare fiato nel parlare! Non meritano la mia compagnia!”

Nel dialogo la salsiccia ed il pane sono arrivati alla fine, nulla è rimasto sul tavolo. Solo tre bicchieri ancora pieni ed una bottiglia vuota. Agostino rientra mentre la moglie va per i fatti suoi.

Scena 18 (Francesco, Luigi, Saverio e Nicola)

Luigi (dopo che Agostino è rientrato): “E poi Agostino, mi dice che comanda lui! Avete visto con quale fretta è rincasato non appena la moglie glielo ha detto!”

Francesco: “Agostino non è l’uomo che si definisce, ma tutto il contrario! Non lo conosce il significato della parola comandare! Lo ignora del tutto! Comanda la moglie che è una parente stretta del demonio! Avete notato che scioglilingua che ha? Sa raggirare tutti per nascondere tutto ciò che non vuole visto! Per Pasqualina ci voleva un uomo con tre palmi di fegato per soddisfare le sue voglie!”

Saverio: “Hai ragione! Ci voleva un uomo come se l’ha cercato di

contrabbando: Luciano!”

Francesco: “Le porterà via quello che Agostino non n’è stato capace!”

Luigi: “Quando la smetterà con Luciano se ne cercherà un altro, ne sono sicuro! È troppo sveglia e vogliosa!”


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Saverio. “Intanto Luciano sta mangiando, chi sa da quando, senza pagare il conto!”

Nicola: “Pasqualina, se la prende sempre con me per quello che dicono i miei clienti! Perché dovete parlarne qui? Perché non vi fate gli affari vostri quando venite a bere nel mio locale?”

Francesco (a Nicola): “E chi ci riesce! Guarda! Già entrando ti fa da specchio la sua casa e ti stimola il pensiero e la fantasia; non c’è bisogno di chiudere gli occhi per sognare! È tutto ciò per colpa del suo aspetto fisico, troppo stimolante! Molti parlano per invidia, compreso me, perché vorrebbero essere al posto di Luciano! Non so che cosa le ha fatto per essere stato scelto.”

Luigi: “Ha avuto una fortuna da strapazzo!”

Saverio: “E che fortuna! E quanta fortuna! Non c’è misura!”

Nicola (seduto insieme a loro): “Luciano non è di meno di Pasqualina, ed è anche bello di faccia. Non ha difetti! É dolce nel parlare e di carattere! Pasqualina ha un occhio fino quando sceglie!”

Francesco: “Adesso basta! Ci dobbiamo svegliare da questo dolce sogno che Pasqualina ci fa cadere! Anche mia moglie è una bella donna!”

Luigi: “Certo! Non solo la tua, anche la mia e quella di Saverio.”

Nicola: “Io faccio da arbitro: Pasqualina, come ho sempre affermato e continuerò ad affermare, in questa paese non ha trovato una sola rivale!” Saverio: “Quest’argomento è come se non avesse fine, piace a tutti! Più ne parli più vorresti parlarne. Ci devi mettere una grande forza di volontà

per venirne fuori!”

Nicola: “È tutta colpa della sua bellezza che ti fa scivolare nel mondo dei desideri e del peccato!”

Saverio: “Svegliamoci, perché è ora! Non possiamo prolungarci oltre! La salsiccia è finita il vino pure, è rimasto un po’ di pane; da solo rimane attaccato alla gola. Me ne vado! Il mio tempo a disposizione è finito per oggi. Domani si vedrà! Un saluto a tutti e mi giro di spalle!”

Francesco (a Saverio): “Anch’io vengo via! Saluto Nicola e Luigi con un arrivederci al prossimo incontro!”

Nicola: “Arrivederci un cavolo! ancora nessuno mi ha pagato il conto!”

Saverio: “Giusto, Nicola! Nella fretta, c’eravamo dimenticati! Chiedo scusa! Tocca a me pagarlo! Perché l’idea di venire qui è stata mia! (prende il portamonete e lascia cadere dei soldi sul tavolo) Bastano?”

Nicola: “Certo che bastano! Hai fatto bene i calcoli, si vede che la matematica la sai. Oramai tutti conoscete il prezzo del vino non lo devo ripetere ogni volta.”

Detto l’ultima Saverio con Francesco si girano di spalle e si allontanano.

Nicola raccoglie i soldi e li mette in tasca.

Nicola (all’unico rimasto): “Per vendere il vino a bottiglie e a quarti, ci vuole tanta pazienza, costanza e tempo. Delle volte sono così stanco che non


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riesco ad ascoltare i racconti dei clienti. Loro si ubriacano di vino ed io di parole.”

Luigi: “Anche adesso sei stanco?”

Nicola: “Non proprio! Siamo a metà giornata! Mi succede verso sera quando il locale è più affollato. Appena chiudo e torno a casa mi metto a letto e subito cado nel sonno e mi risveglio la mattina.”

Luigi: “Tutti i lavori affaticano, anche quelli che sembrano meno pesanti.” Nicola. “Sono d’accordo con te! Ogni lavoro ha i suoi difetti. Luigi, adesso

vattene!”

Luigi: “Perché mi mandi via? Che problema c’è?”

Nicola: “Te lo dico o non te lo dito!? (pensandoci su) Forse te lo dico! Ma si che lo faccio! Penso che non ci sono problemi! Mi dispiace del ruolo di Agostino! E’ la vittima e lo ignora, la sua mente si rifiuta di riconoscere questa sua posizione negativa. Gli succede perché è troppo invaghito della moglie. Voglio provare di persona ad aprirgli gli occhi; mi fa una pena poveraccio! È cosi buono che tutti lo scherzano! La moglie è la più disgraziata di tutti! Mi da fastidio, oggi più di ieri, saperlo in questo stato di cose. Gli voglio mettere davanti la vera realtà! Non è detto che ci riesco subito, ma col tempo…! Intanto comincio a provarci ed insisterò fino a quando ci riuscirò. Voglio cominciare adesso, in questo momento. Vattene! Devo essere da solo, con la presenza di altre persone non mi darà retta. Si infastidirà! Non m’importa di quello che mi dirà la moglie! Prima o poi questa storia dovrà arrivare ai suoi occhi!”

Luigi: “Veramente, ti sta molto al cuore Agostino!”

Nicola: “Sta diventando molto di più di un amico per me! Guarda! Stiamo di fronte! Delle volte una parola detta al momento giusto può diventare la scintilla che lo sveglierà.”

Luigi: “Pasqualina è troppo sveglia e innamorata del suo Luciano. Se non le succede qualcosa di grosso, come un terremoto non la smetterà!”

Nicola: “Pasqualina se ne infischia del marito e della figlia si gode i suoi piaceri; l’ha messi al primo posto! Vattene! Con una scusa lo faccio uscire di casa per portarlo qui, dove stai seduto tu.”

Luigi: “Subito me ne vado! (dice alzandosi dallo sgabello) Però, dopo mi racconterai tutto quello che riuscirai ad ottenere!” Luigi va via comodamente senza sforzarsi nel camminare.

Scena 19 (Nicola e Agostino)

Nicola rimane un attimo da solo poi si alza dallo sgabello e va a picchiare alla porta di Agostino. L’attesa dura poco, essa viene subito aperta.

Nicola (mentre Agostino mette la testa fuori): “Agostino, ti voglio parlare!”

Agostino: “Tu a me! E di che cosa?”

Nicola: “Vieni a sederti davanti la mia bottega per ascoltarmi!”

Agostino: “Di che cosa si tratta di così urgente?”


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Nicola: “Non è urgente quanto sembra; è da tempo che aspetto il momento giusto per parlartene.”

Agostino. “E l’hai trovato in questo istante?” Entrambi si siedono sugli sgabelli.

Nicola: “Si! Ho una botte, nel locale, che mi dà tanto fastidio e voglio venderla. Conosci qualcuno che possa comprarla?”

Agostino (mentre lo guarda uno po’ stupito): “Così su due piedi no?”

Nicola: “Non con troppa fretta, poi! So che un po’ di tempo ci vuole in tutte le cose! Chiedi fra le persone che conosci!”

Agostino: “Lo farò senz’altro!”

Nicola: “Agostino! Vorrei dirti tante altre cose ma non voglio né farti arrabbiare né infastidirti. Se mi prometti che non la prenderai a male ti parlerò come un fratello.”

Agostino: “Che altro c’è?”

Nicola: “Cose davvero importanti!”

Agostino: “C’entra mia moglie?”

Nicola: “Purtroppo si! Al primo posto!”

Agostino: “Allora ho già capito! Un’altra predica ed un altro rimprovero ma quando ci ritorno nel silenzio? Ma quanto ci devo stare ancora sulla cresta dell’onda? I tuoi clienti mi hanno appena rimproverato di brutto!”

Nicola: “No Agostino! Io non voglio rimproverarti! Non meriti nessun rimprovero. Sono stufo di sentir parlare sempre di te! Sei una bravissima persona e quello che ti viene detto comincia a darmi veramente fastidio! Per ciò voglio che mi dai retta! Devi avere un minimo di fiducia nelle cose che ti dirò! Non essere sempre troppo fiducioso solo verso tua moglie. Tutte le mogli prima o poi raccontano bugie ai loro mariti. Molte volte ti dicono si e poi fanno no; ti accontentano facendosi i cavoli loro. Nel mio locale con la scusa del vino passano tante persone e discutono! Ed io ascolto; raccolgo notizie anche da chi merita piena fiducia perché non sono ciarlatani ma gente seria e fiduciosa! Fidati una volta, perché fra mille tre persone oneste ci sono pure!”

Agostino: “Vorrei sapere quante volte si è parlato di me e di mia moglie e quante altre volte lo faranno ancora nel tuo locale?”

Nicola: “Tante volte! Molte volte! Io ci credo che tua moglie t’inganna!”

Agostino: “Non solo tu! Quasi tutti!”

Nicola: “Non posso raccontarti per filo e per segno i racconti che hanno fatto perché le parole esatte non le ricordo più; ti dirò il significato che è molto più importante dell’esattezza delle parole.”

Agostino: “Mia moglie è un angelo!”

Nicola: “No! Tua moglie è una diavola, caro Agostino! Ti racconta solo balle per nasconderti la verità! Approfitta della tua troppa bontà e della tua troppa sincerità! Io di mia moglie non mi fido al novanta per cento; ma molto di meno forse al trenta o al quaranta. Il resto lo voglio verificare e per verificarlo sto molto attento su quello che fa e su quello che dice. La


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spio sempre! Non mi rilasso mai! Non mi stanco mai! Davanti a lei faccio finta di credere e poi seguo con attenzione le sue azioni per saperne di più. Anche tu devi fare così!”

Agostino: “Ma così ho fatto tante volte!”

Nicola: “No Agostino! Tante volte ancora non bastano! Lo devi fare ogni giorno e per tutto il giorno! Non l’hai seguita! Ti sei fermato solo alle sue parole e le hai prese per buone. E quando hai pensato di seguirla ti sei fermato sullo in superficie! Tanti altri, molto curiosi, hanno fatto quello che dovevi fare tu e sono arrivati a scoprire la verità! La voce ha fatto il giro del paese e sono arrivati a prendersi gioco di te. Adesso sei sulla bocca di tutti! Non solo tu, ma anche tua moglie, il suo amante ed pure tua figlia!”

Agostino: “Nicola! Ti vorrei veramente credere ma non ci riesco, e non mi spiego neanche il perché! Forse dovrei vedere con i miei occhi.”

Nicola: “Giusto! Più che giusto, giustissimo! Ti farò vedere con i tuoi occhi! Quando la verità ti starà davanti ti renderai conto veramente che sei l’ultimo a conoscere tua moglie. Agostino! Dammi retta non ti fermare solo a quello che sai perché c’è anche quello che non sai!”

Agostino: “Mia moglie è troppo gentile, dolce e affezionata verso di me come posso non darle fiducia!”

Nicola. “Dietro la gentilezza e la dolcezza nasconde l’inganno! E non essere così duro di testa! Io al tuo posto avrei sciolto questo nodo da tanto tempo! Ho molto più sangue bollente nelle vene e molti più diavoli in testa che mi portano a sospettare e ad avere un occhio più critico!”

Agostino: “Non so più cosa fare e da dove cominciare. Se avesse avuto l’amante per davvero mia figlia se ne sarebbe accorta! Rosetta, sta molto più di me in casa e dietro alla madre.”

Nicola (seduti entrambi di fronte): “Ha ingannato tutti, pure tua figlia! Tu pensi davvero che ogni volta che è uscita da casa ha detto alla figlia e al marito la verità dove sarebbe andata?”

Agostino: “È difficile pensare per me in questo momento. Ho una grande confusione in testa.”

Nicola: “Ti credo! Questa tua situazione la dobbiamo risolvere! Fammi pensare su come ti posso aiutare! (Per un attimo si finge nel pensiero) In questa piazzola molte volte tua moglie e Luciano s’incrociano. Quando c’è gente fanno finta di conoscersi molto superficialmente quasi quasi si ignorano, ma quando rimangono soli sono certo che qualche parola in più se la scambiano; se non tante qualche riferimento che dimostra in che rapporto stanno! Vogliamo provare?”

Agostino: “Cosa? A che cosa?”

Nicola (entrambi presi dal dialogo): “Mi è venuta un’idea! Un’idea strana ma per me buona! Si, intanto cominciamo a provare e poi si vedrà! Ascoltami con attenzione…! Se io ti nascondessi nella mia bottega, se sarà necessario anche più di volta, tante volte, anche per giornate intere,


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e se tu ti mettessi ad origliare e a spiare dalla finestra su cosa succede fuori forse qualcosa la potrai raccogliere. Prima o poi capiteranno d’incontrarsi da soli, qui davanti! Si! Mi sembra un ottima trovata per ascoltare i loro dialoghi! Facciamo così, senza pensarci due volte! Ne sono convinto che a qualcosa arriveremo. Questa mi sembra un ottima strada per arrivare al nodo! Anche se sarà lunga noi la percorreremo tutta! Vieni! Vieni dentro!”

Agostino: “Cominciamo subito, oggi stesso!”

Nicola: “Io direi di si! Se sei disposto e se vuoi arrivare in fretta allo scopo! Ti chiudo dentro e me ne vado; se rimanessi certamente sarei io stesso il primo ostacolo e con me i miei clienti che verrebbero.”

Agostino: “Mi sta bene! Proviamo! Proviamo subito. Prima si comincia più possibilità abbiamo di fare prima! Perché rimandare ancora! Se scoprirò per davvero che Luciano è il suo amante farò la fine del mondo!”

Nicola: “La verità la toccherai da solo con le tue mani! Prima o poi il topo ci cadrà a rosicchiare il formaggio della trappola e ci rimarrà intrappolato!” Agostino: ”Luciano farà il topo ed io il gatto! Che bella cosa divertente che

abbiamo progettato! Chiunque si divertirà solo a sentirla raccontare! Se invece scoprirò il contrario che Luciano non ha mai avuto rapporti con mia moglie la fine del mondo la farò lo stesso ma non con mia moglie ma con tutti quelli che hanno inventato la calunnia! Inizierò da te Nicola!”

Nicola: “Te ne darò il permesso! Però non ti devrai fermare al primo ostacolo che incontrerai o alla prima notizia che sentirai dalla loro bocca. Dovrai raccogliere informazioni fino a quando te lo dirò io; perché come ho già detto so più di te! Ci vuole pazienza e costanza da parte tua! Tua moglie non smetterà mai di fare l’amante di Luciano, perché n’è cotta fino a sopra i capelli! Gli piace! Luciano è bello ed è anche un bel pezzo di giovane!”

Agostino: “Scoprirò il suo pensiero e tante altre cose!”

Nicola: “Vedrai quante volte mi ringrazierai per quello che sto facendo per te! Entriamo! E ti indicherò il posto migliore dove metterti per spiare, con gli occhi e con le orecchie!”

Per primo entra Nicola, Agostino lo segue.

Scena 20 (Faustina e Nicola)

Appena entrati Faustina esce fuori di casa con una scopa in mano. Prima di tutto gira lo sguardo intorno per cercare gente; non vedendo nessuno prende coscienza di essere da sola e comincia a scopare davanti casa sua. Poco dopo riesce Nicola che è subito notato da Faustina. Chiude la porta a chiave e si avvia per la strada dietro la sua bottega. Faustina (mentre le passa davanti): “Nicola!”

Nicola: “Faustina, buon giorno! Che fai pulisci davanti la tua porta?”

Faustina: “E dove se no!”


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Nicola: “Volendo potresti pulire anche davanti la mia bottega! (continuando in fretta) Ma non t’arrabbiare subito, per quello che ho detto! Non lo devi fare per forza! Se vuoi!”

Faustina: “No! Non voglio, caro Nicola! Perché non ci porti tua moglie a farlo? Lei deve fare la signora! Io pulisco solo davanti casa mia perché sono una persona pulita!”

Nicola: “Anche mia moglie è una persona pulita! Sta sempre a pulire dentro casa e davanti casa come stai facendo tu! “

Faustina: “Davanti la tua bottega ci scopi da solo, con le tue braccia e la tua scopa! Come fai di solito! A tua moglie continua a risparmiarla! Poverina, perderebbe mezzo chilo di grasso sulla pancia.”

Nicola: “Faustina, cominci ad offendere!?”

Faustina: “E tu non ti offendere!”

Nicola: “Il lavoro che faccio io, è lavoro da maschi! Per questo non viene mai!”

Faustina: “Bravo a Nicola! La sai più che giusta! Gli ubriaconi li porti a noi che abitiamo questa piazzola. Loro si ubriacano di vino e a noi invece ci ubriacano di parole, lagnanze e di canzoni stonate!”

Nicola: “Oggi potete stare tranquille! Ho chiuso bottega per tutto il resto della giornata, devo fare altre cose che ho rimandato da giorni, per non dire settimane, e che non posso più rimandare di un solo altro giorno!”

Faustina: “Quindi, hai chiuso per comodità tua e non per la nostra!”

Nicola: “Faustina! Mannaggia! Che brutto mestiere che ho scelto quello d’ infastidire gli altri! Mi dovete compatire ed avere un po’ di pazienza con me. Alla mia età non posso più cambiare mestiere! Come faccio! Non so fare altro e per imparare sono vecchio!”

Faustina: “Come sai parlare dolce dolce! Con la dolcezza sulla bocca ti fai spazio e strada!

Nicola: “Scusami per tutto Faustina! Adesso devo scappare! Sono già in ritardo!”

Faustina: “E chi ti trattiene! Sei stato tu a cominciare ad attaccare bottoni e non io!”

Nicola: “Lo so! Sono stato io e l’ho fatto con piacere! Buona giornata e corro!” Nicola si allontana subito mentre Faustina continua a pulire.

Scena 21 (Faustina, Luciano e Mario)

Dal sottopassaggio viene Luciano con il fratello, intenti nel discutere le loro cose. Faustina continua per i fatti suoi senza curarsi di loro.

Luciano (arrabbiato verso Mario): “Io di te ne ho le scatole piene! La devi finire di starmi alle calcagna! Non ti voglio dietro a me, nella maniera più assoluta!”

Mario: “Io non sono mai venuto dietro di te e mai ci verrò! Io vado dietro a me stesso! Ci incontriamo per puro caso in questa piazzola perché la tua strada qui si incrocia con la mia! In altre parti non ci incontriamo mai!


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Anche tu mi dai fastidio quando t’incontro! E quanto me ne dai!!! Le mie cose vanno male perché ci sei tu di mezzo!”

Luciano: “No! Questa è solo una tua convinzione! Le tue cose vanno male perché non sai fare di meglio! Le tue capacità sono limitate! Ti illudi di essere ma non sei, per questo i tuoi risultati non sono mai buoni!”

Mario: “I miei risultati vanno male perché ancora non ti fai gli affari tuoi! Ed i tuoi s’incontrano con i miei e insieme non stanno bene!”

Luciano: “Che vuoi dire?”

Mario: “Vuol dire che qui ci sono troppe orecchie che ascoltano e di più non posso dire!”

Faustina (essendo stata chiamata in causa): “Fate con comodo! Avete ragione! Siete fratelli e nessuno si può mettere di mezzo e io non ne ho nessuna voglia! Ho finito di fare e me ne vado dentro! E poi le cose strettamente personali non vanno discusse fuori, per la strada; ma dentro casa!”

Luciano: “Faustina, anche tu hai ragione! Io e mio fratello poche volte c’incontriamo da soli in casa, c’è sempre papa e mamma!”

Faustina: “Allora fate con comodo qui! Arrivederci!

Entra e chiude la porta.

Scena 22 (Luciano e Mario)

Mario: “Adesso quella chi sa che cosa starà pensando! Siamo degli imprudenti! Facciamo capire alla gente che abbiamo tanti problemi da risolvere. Invece ne abbiamo solo uno, un po’ grosso!”

Luciano: “Assai grosso e non un poco! Perché noi l’abbiamo fatto diventare grosso! Ne abbiamo fatto un problema più grande di quanto realmente è!”

Mario: “Ti sbagli Luciano! Noi della famiglia non l’abbiamo gonfiato , come tu intendi. Era già grosso appena è iniziato; e sapevi che stavi facendo una sciocchezza grossa! Hai sbagliato di troppo! Io sono innamorato di Rosetta ma lei non è innamorata di me!”

Luciano: “Siamo arrivati al nocciolo! Al punto dove volevi!”

Mario: “Si, è vero! Questo è il punto che mi interessa! Questo è il punto d’incontro tra te e me, il punto che ci farà litigare e che ci dividerà!”

Luciano: “Io che c’entro nei tuoi affari di cuore? Che me ne frega dei tuoi sentimenti amorosi! Perché mi metti in mezzo a queste cose?”

Mario: “Perché ci sei! Rosetta non mi accetta perché tu e la sua mamma ancora non avete finito con i vostri incontri di piacere!”

Luciano: “Gira e rigira ci ritroviamo sempre con lo stesso argomento davanti! Ma quando arriva il giorno che non mi parlate più di questa stupida faccenda? Se non la finite, voi della famiglia, vado via di casa; vado a vivere per conto mio! Così posso fare tutto quello che voglio!”

Mario: “L’hai già fatto tutto quello che hai voluto! Dentro e fuori casa! Non c’è bisogno di andare via!”


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Luciano: “Pure!”

Mario: “Si! Fratellone! Adesso, però, ti ordino di smetterla con Pasqualina!”

Luciano: “ Tu mi dai dei divieti! Ma chi sei per farlo? Come ti permetti?”

Mario: “Sono tuo fratello!”

Luciano: “Non ho dato retta a papà e mamma e adesso ne do a te! Ma sei matto?”

Mario: “Si! A me ne devi dare conto! Proprio a me che sono il minore della famiglia!”

Luciano: “Togliti questi pensieri dalla testa! Non sognare ad occhi spalancati!”

Mario: “Io sono nel giusto, tu no! Io ho tutto il diritto di portare avanti le mie pretese, tu no! Tu devi tenere tutto nascosto perché non sei nel giusto! Il tuo caso né si può raccontare né dare a vedere!”

Luciano: “L’amore non conosce ciò che è giusto e ciò che non lo è! Ama e basta! Non conosce confini, perché confini non ne ha! Ognuno può amare chi vuole e quanto vuole in ogni angolo della terra!”

Mario: “Perché il tuo deve stare nel buio? Nell’oscuro più scuro che esiste? Perché gli altri non possono né sapere né vedere?”

Luciano: “Non sono obbligato a rispondere a tutti questi perché che mi fai e che ti fai! Di quanto sanno e di quanto non sanno gli altri non m’interessa! Io mi preoccupo di come ci sto io! E ci sto bene!”

Mario: “Anch’io so che ci stai bene! In questa faccenda non c’è nulla ti tuo! Vivi alle spalle di un altro che non sa! Tutto quello che riesci ad ottenere da Pasqualina è un di più che prendi dalla vita! Invece io sto in una conseguenza derivata dal tuo comportamento! Devi smetterla, solo così posso sperare in Rosetta!”

Luciano: “È spera! È un problema che non mi interessa! Te lo devi risolvere da solo! Rosetta non ti vuole e basta! Della mamma ne fa una scusa, per darti un bel no pieno e convinto! Non gli interessi!”

Mario: “Che ne sai tu di Rosetta? Neanche la guardi quando l’incontri per strada; ne hai paura, perché pensi che possa scoprire qualcosa attraverso il tuo sguardo!”

Luciano: “Si! Ce l’ho scritto sulla fronte che sono l’amante della mamma!”

Mario: “Dove lo porti scritto non lo so! So solo che tutti lo sanno comprese le mosche! Con Rosetta abbiamo parlato e me l’ha detto chiaro e trasparente che sei l’unico ostacolo! Non mi accetta perché ha paura del giudizio della gente!

Luciano: “Non è vero che sanno! Ancora nessuno sa con certezza se io sono o non sono l’amante!”

Mario: “Solo la tua mente si rifiuta di crederci che non sanno! Tu sei l’amante di Pasqualina con l’ a maiuscola per tutti! Se non mi darai ascolto sarò contro di te! Farò di tutto per farvi arrivare ad una rottura, qualsiasi cosa!”

Luciano: “Qualsiasi cosa! Cosa?”

Mario: “Sarò portavoce per quelli pochi che ancora non sanno, che sono pochissimi!”


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Luciano: “Tu non farai un bel niente! Se mi accorgo che racconti balle su di me te le farò pagare a buon mercato!”

Mario: “Che mi fai?”

Luciano: “Certamente qualcosa che ti farà stare buono buono come un gattino sotto il letto!”

Mario: “Non ho paura! Né di te né degli altri!”

Luciano: “Ti darò tante di quelle botte da farti cambiare le tue idee!”

Mario: “Non ho paura delle tue botte! L’amore che provo per Rosetta è più forte delle botte! Io ho il coltello dalla parte del manico: ti metterò mamma e papà ancora più contro!”

Luciano: “Più di quanto ce l’ho non c’è!”

Mario: “Li stimolerò a litigare con te in ogni istante della giornata! Poi farò in modo che le notizie arrivino in fretta alle orecchie di Pasqualina; così ti manderà subito via! So pure che sono più anni che siete amanti!”

Luciano: “Io non ho contato né i giorni né le ore, non mi interessa misurare il tempo! So solo che passa veloce quando siamo insieme.”

Mario: “Certamente, la quantità di esso vorrai tenerla nascosta; sarà un segreto fra te e lei. Troverò anche un modo per avvicinare il marito, Agostino, ed informarlo di tutto. A me crederà di sicuro perché sono tuo fratello e sarò anche convincete!”

Luciano: “Non ha dato retta a tanta gente prima di te e adesso ci vorrai riuscire tu! In tutto quest’imbroglio son sicuro che a Rosetta non la conquisterai mai! Te la metterai ancora contro.”

Mario: “Lo so, so tutto! Sono tutte cose che ho analizzato bene! Subito non ci riuscirò ad arrivare al suo cuore! Oggi preparo il terreno per il domani. In fretta è importante che tu la smetta! Prima la smetti più il tempo d’attesa per me si accorcia!”

Luciano: “Io non la smetterò mai! Con te mi sono smascherato dell’amore che sento verso Pasqualina. Con gli altri continuerò a negare fin che posso!” Mario: “Nessuno ti verrà a chiedere in faccia! Perché si devono accattivare te per una cosa che non le riguarda direttamente!? Continueranno a fingere e a divertirsi come stanno facendo! Non lo sai che sei diventato il comico del paese? Tutti ridono quando ti giri di spalle! E continueranno ancora a

spiarti! Sei diventato il loro giocattolo!”

Luciano: “Che vuoi? Non ci riesco a starle lontano! La voglia di lei è più forte di tutte le altre voglie! Che m’ importa delle tue cose di fronte alle mie! La stessa cosa che provi tu nel vedere Rosetta provo io nel vedere la mamma.”

Mario: “Fra me e te, ci sarà una sfida! Nascerà un sentimento che ci dividerà, invece di coltivarne uno che ci accomuna. Ci sarà una guerra a campo aperto! Una guerra per amore!”

Luciano: “Siamo già in guerra! La vincerà chi avrà più costanza!”

Mario: “La tua e quella di Pasqualina non basteranno per sconfiggere la mia!”


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Luciano: “Lo so che solo la mia non basterà! Vincerà chi ama di più. Pasqualina, te lo posso pure giurare, mi ama e mi amerà sempre! Mi ama follemente! Non rinuncerà mai a me! Ci vorrà qualcosa catastrofica per mollare se molleremo!”

Mario: “Nemmeno io rinuncerò a Rosetta! Mi piace da morire, per me è unica. Non ha una sosia per sostituirla.”

Luciano: “E chi ti da torto! Manca una briciola per essere la fotografia della mamma. Due statue da adorare! Devi stare molto attento a non fartela rubare. Più di uno le ha messo gli occhi addosso!”

Mario: “Grazie per il suggerimento, ma lo sapevo già da me!”

Scena 23 (Francesco, Luciano e Mario)

Per davanti casa di Faustina e dall’angolo della bottega ritorna Francesco con una bottiglia da due litri in mano. Luciano e Mario vedendolo interrompono il dialogo.

Francesco (ai presenti notando la porta della bottega chiusa): “Nicola, ha chiuso già! Ogni volta che ti serve subito non lo trovi mai!”

Luciano: “Di solito sta sempre seduto qui davanti!”

Francesco: “Ero venuto per una bottiglia di vino!”

Mario: “E’ così evidente! Ce l’hai vuota in mano! Sicuramente aveva qualcosa di urgente da fare. Difficilmente si assenta dalla bottega quando vende il vino; aspetta i clienti anche quando non vengono, non si spazientisce.”

Francesco: “A casa, mia moglie mi ha detto che nella giornata verranno degli ospiti importanti e allora ho pensato di offrirle un bel bicchiere di vino rosso.”

Luciano: “Prova ad attendere, sicuramente non sarà andato lontano.”

Francesco (mettendosi a sedere su uno sgabello che Nicola a lasciato fuori):

“L’aspetto si! Un’ora fa l’ ho lasciato qui! Con degli amici ho diviso una bottiglia di vino. Non ci ha detto nulla che si sarebbe assentato.”

Mario: “L’avrà deciso dopo che siete andati via!”

Francesco: “Pure io penso la stessa cosa tua. Sono ritornato per puro caso; vengono a farci visita uno zio di mia moglie, la moglie e il figlio piccolo. Abitano in un paese lontano dal nostro, il nome lo dimentico sempre. È una persona molto affettuosa, lei un po’ di meno; due volte l’anno, spesso anche tre, vengono sempre. E quando vengono è festa a casa mia! Per una notte si fermano e poi vanno via. Anch’io insieme a mia moglie, andiamo a trovarlo, però sempre meno di lui, ci fa un’ accoglienza che non so descrivere tanto è generoso! A cena stasera ci vuole si, un bel bicchiere; lo meritano veramente! Se non viene, Nicola, mi fa un dispetto! Dove lo trovo un vino migliore del suo? Da nessuna parte!”

Luciano: “Verrà! Verrà! Non ha mai chiuso per una giornata intera! Se non lo farà subito in serata di sicuro. “


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Francesco: “Se ritarda vado via e ritorno una seconda volta, anche una terza se sarà necessario! Non mi scappa! Vado pure a casa a cercarlo! E se non lo trovo setaccio tutto il paese!”

Scena 24 ( Pasqualina, Luciano, Francesco e Mario)

Sempre da dietro l’angolo del locale di Nicola, viene Pasqualina. Luciano si gira subito per cercarla; mentre Mario guarda primo lei e poi il fratello negli occhi.

Pasqualina (nel trovare tanta presenza nella piazzola): “C’è gente che l’aspetta anche quando è assente! Ha una fortuna con questo vino … tanta grande quanto nessuno la immagina! (Rivolgendosi a Francesco) Aspetti Nicola?”

Francesco: “Eh già! Con una bottiglia vuota qui davanti non posso fare altro che aspettarlo!”

Pasqualina: “Non verrà! Neanche a tarda sera! Oggi ha chiuso per tutto il resto della giornata!”

Francesco: “Che ne sai tu se non sei né la moglie né la figlia!”

Pasqualina (in risposta): “L’ho incontrato mentre tornavo! E mi ha riferito che oggi per tutta la giornata che rimane non verrà più, perché ha impegni fino a tarda sera! Ancora, mi ha chiesto di riferirlo a tutti quelli che vengono alla bottega ed anche a chi abita la piazzola che stasera hanno una serata di pace! Una mezza ragione, non tutta, ce l’ha! Almeno per una sera stiamo tranquilli! Non ci saranno ubriachi, ma il via vai non manca perché tutti non sanno! Non è proprio pace e tranquillità ma mezza pace! Ci accontentiamo lo stesso!”

Francesco: “Di conseguenza sto aspettando inutilmente! Lo vado a cercare a casa, subito o in serata! Me lo deve fare il piacere di venire a riempirmi la bottiglia! Non mi farò dire di no!”

Mario: “Ne ha fatti tanti piaceri! Perché dovrebbe dire di no proprio a te!”

Francesco: “Nicola, sono certo, non solo non mi dirà di no ma verrà alla bottega come un fulmine! Ai clienti li rispetta, dalla testa ai piedi! Ed io sono più di un cliente assiduo!”

Pasqualina: “E così addio alla nostra mezza pace! Se verrà non avrà il tempo di richiudere e si ritroverà subito davanti altri dieci clienti.”

Francesco: “Pasqualina! Io non c’entro con gli altri, io vado solo per me!”

Pasqualina: “Qui nessuno ha colpe! Succede tutto per volontà del cielo!”

Francesco: “Se non ti trovi bene nell’abitare qui perché non cambi? Nicola non cambierà di certo! Ci sta così bene e comodo in questo locale ed è anche suo!”

Pasqualina: “Anche la casa dove sto è di mia proprietà! Questo è il guaio! Se fossi stata in affitto glielo avrei dato da tanto tempo un addio, a Nicola; Non l’avrei mai voluto incontrare sulla mia strada, né a lui né ai suoi clienti! Sono stanca e seccata da tempo, o meglio da anni!”


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Francesco: “Allora, ti devi accontentare di stare a guardare, ascoltare e tacere! Che altro ci puoi fare?”

Pasqualina: “Ed è quello che sto facendo, guardare ed ogni tanto brontolare che non serve a nulla!”

Luciano e Mario ascoltano in silenzio.

Francesco: “Non so dire più altro! Ho detto già tutto!”

Pasqualina: “Anch’io ho detto tutto! Vai a cercarlo, questo Nicola; portalo ha serata già inoltrata!”

Francesco (man mano che si allontana dagli altri): “Saluto tutti!”

Luciano (al fratello): “Anch’io vado e ti lascio qui!”

Mario: “Vai! E non m’interessa dove vai! Non devi darne conto a me!”

Così dicendo va via prima del fratello che rimane a guardarlo fino a quando scompare dalla vista.

Scena 25 (Pasqualina e Luciano)

Luciano e Pasqualina si ritrovano da soli. Si guardano un po’ smarriti come se l’uno vorrebbe sfuggire all’altro, ma nessuno osa andar via. Dopo un breve silenzio Luciano si guarda intorno come per essere sicuro che non ci sia altra gente.

Luciano (in seguito rompendo il silenzio): “Siamo rimasti da soli!”

Pasqualina: “Lo so che siamo rimasti soli! Tranne noi non c’è più anima viva!”

Luciano (avvicinandosi di qualche passo): “Pasqualina, io ti devo parlare!”

Pasqualina (con voce dura): “Resta dove sei! Non ti avvicinare di un solo passo a me! Siamo sulla strada, qualcuno può arrivare da un momento all’altro o spiarci dalla finestra!”

Luciano: “Voglio conoscere tanti perché che si sono verificati negli ultimi giorni! Comincio subito con il primo! Perché non stai venendo più ai nostri incontri? Io non sono mai mancato! Ti ho sempre aspettato invano! E continuerò ancora ad aspettarti sperando che continui a venire.”

Pasqualina: “Ti sembra questo il momento giusto per parlarne?”

Luciano: “Ogni momento deve diventare il nostro momento!”

Pasqualina: “Invece no! È ora di chiudere, fra me e te! Senza farci domande e senza darci risposte! Basta è finita! Tu torna a casa tua ed io a casa mia e ignoriamoci, come se nulla fosse accaduto! È stato bello lo so! Più che bello è stato bellissimo! Ma siamo arrivati al bivio che ci separerà per sempre! Lo sapevamo entrambi che prima o poi sarebbe accaduto! È accaduto oggi e l’accettiamo oggi.”

Luciano: “Io non mi accontento di come vuoi mettere fine alla nostra storia! Non ci dobbiamo spaventare della gente che parla! Noi siamo più importanti di loro, fanno solo la finta di sapere e con la bugia cercano di metterci alla prova!”

Pasqualina: “No! Luciano! Noi sappiamo benissimo, ed anche da tempo, che non parlano per scoprire il vero ma parlano perché sono al corrente del vero! Ci hanno spiato! In un primo momento non ci volevo credere


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neanche io ma poi mi sono accorta che non dicevano bugie! Ci hanno spiato veramente! Anche volendo, non possiamo più continuare.”

Luciano (girandole intorno): “Promettimi che lasceremo passare un po’ di tempo per calmare le acque e poi ritorneremo nuovamente insieme!”

Pasqualina: “Non ti prometto nulla! Perché non ne ho più le possibilità per farlo! Abbiamo davanti una situazione diversa da quella che avevamo quando abbiamo iniziato. Ero più giovane, mia figlia era più piccola e non si rendeva conto del mio comportamento, mio marito era in tutta sincerità. Oggi è tutto pieno di sospetti, lo sto tenendo a stento a bada negando tutto; mi sta dando ancora fiducia, quella fiducia che non merito, ma non ci riuscirò più per lungo tempo. Se continuassi più primo che poi lo verrebbe a sapere e ciò che succederebbe non lo so, certamente qualcosa di molto cattivo!”

Luciano: “Io non ci rinuncio a te cosi facilmente! Io ti amo e ti voglio ancora, anche se dovrò pagare un prezzo molto alto! Non mi interessa se la gente mi metterà vergogna addosso! Ed anche se tanta!”

Pasqualina: “Tu pensi che per me è più facile rinunciare? Anch’io provo sentimenti! Anch’io ti ho amato ma adesso non posso amarti più! Anch’io pago un prezzo assai caro verso me per te!”

Luciano: “Tu mi ami ed io ti amo! Perché dobbiamo soffocare l’amore che portiamo dentro di noi? Io so che l’amore deve sempre avere ragione!” Pasqualina: “Io sono una donna sposata e molto più grande di te, di età. Mia

figlia è cresciuta! Le ho messo una maschera di vergogna e lei non sa nulla, è giusto che adesso devo rimediare! Mio marito e sulla bocca di tutti sempre per causa mia. Sono io che devo pagare i miei errori, solo io senza coinvolgere nessuno della famiglia. Ho fatto male anche a te, amandoti. Ti ho costretto ad amare una donna che non ti poteva dare un avvenire.”

Luciano: “No! Non è così! Tu ancora puoi darmi un avvenire se vuoi! Ma tu non vuoi! E questo non l’accetto!”

Pasqualina: “Mi è successo tutto questo perché ho sposato un uomo che amavo poco. Però da oggi lo devo amare per forza!”

Luciano: “Stai bruciando l’amore vero per uno che non esiste! Io ti voglio anche se hai un marito ed una figlia! Mandalo via l’uomo che non ami e prendi me perché mi ami! Con te a fianco sarò l’uomo più grande dell’universo ed il più felice. Tu solo mi riempi il cuore di armonia! Appena ti vedo, in qualsiasi luogo, mi sento scoppiare nella pelle! Non so contenere la gioia che provo!”

Pasqualina: “Ho sposato Agostino in un momento di confusione sentimentale che avevo dentro e per i consigli di mia madre! Ero così giovane che non sapevo discernere i sentimenti che provavo. Mi sembrava amore ma non era amore era un’altra cosa che ancora oggi non so definire con esattezza. Dopo il matrimonio con l’andare avanti nel tempo provavo qualcosa che mi allontanava invece di unirmi a lui. Mi sono ritrovata con


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un uomo accanto che non accettavo e con i miei errori! Quello che sentivo non aveva nulla a che fare con l’amore. Intanto era nata mia figlia! Quando non si ama non si riesce a dare tanto, infatti io non gli ho dato molto affetto e molta riconoscenza alle sue qualità; sono rimasta quasi sempre un’estranea. Oggi mi rendo conto che gli ho fatto tanto male e non dovevo, non so nemmeno come riparare. Agostino mi ha sempre rispettato e mi ha sempre amato! Poi ho incontrato te ed è successo quello che è successo a discapito di lui, povero e semplice! Agostino ha avuto sempre e molta fiducia in me sin dal primo giorno che siamo sposati. Anche oggi continua ad essere lo stesso, e sempre allo stesso modo di prima. Mi crede ad occhi bendati. Sarà una grande delusione per lui se arriverà a sapere. Merito tutte le conseguenze che ne verranno fuori! Tu vai via adesso! Io mi arrangerò come meglio posso!”

Luciano (dopo averla ascoltata con interesse): “Metti tutto a conoscenza di Agostino; fallo tu di persona! Non aspettare che ci arrivi da solo tramite il dire della gente.”

Pasqualina: “Non riesco nemmeno in questo e poi perché?”

Luciano: “Perché tu hai davanti un uomo che ti può dare quello che Agostino non ti ha dato!”

Pasqualina: “Mi è bastato quello che mi hai dato fino ad oggi! Nel futuro sarà il ricordo più bello della mia vita.”

Luciano: “Nel futuro avrai ancora me che ti riempirà la vita di felicità!”

Pasqualina. “Non fare il testone! Ascoltami e ubbidiscimi, per il bene di tutti.”

Luciano: “Non me la sento di accettare questa fine! Tutti i sentimenti dentro di

me si ribellano, mi richiamano a combattere per vincere!”

Pasqualina: “Accettare tutto nell’istante é difficile! Lo so! Ci vuole un po’ di

tempo! Vedrai! Fra un mese neanche mi penserai più!” Luciano: “No! Combatterò contro tutti per averti, anche contro di te!” Pasqualina: “Adesso vattene! Volevi parlarmi e abbiamo parlato dicendoci

tutto quello che c’era da dire. Per fortuna nessuno è passato! Ma non tarderanno a passare! Meno ci vedranno insieme meglio è!”

Luciano: “Per te sembra una cosa così facile rinunciare!”

Pasqualina: “No! Non è facile per nessuno dei due! L’amarezza che abbiamo dentro di noi in questo momento ci accompagnerà per parecchio, il tempo esatto non si può stabilire. Trovati una ragazza! Una che ti può dare una famiglia e nel tuo cuore rinascerà la felicità! (Luciano la guarda ancora con tanto desiderio e Pasqualina continua) Se non ci riesci tu ad andare via per primo lo faccio io.”

Così dicendo si gira di spalle per raggiungere la sua porta di casa.

Scena 26 (Agostino, Pasqualina e Luciano)

Una voce dura, forte e decisa che fuoriesce all’improvviso dalla bottega di Nicola attrae la loro attenzione. Pasqualina riconoscendola si mette paura.


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Agostino (con quanto fiato ha nei polmoni): “Pasqualina!!! Pasqualina!!! Luciano!!! Sono io, Agostino!!! Sono nella bottega di Nicola!!! Ho sentito tutto!!! Tutto quello che vi avete raccontato! Vi ho spiato!!! Vi ho spiato per conoscere il vero!!! E l’ho scoperto!!!”

Entrambi rimangono smarriti, muti e spaventati.

Pasqualina (a Luciano): “Che spavento!! Sono terrorizzata! E adesso? Che succederà? Che facciamo?”

Luciano: “Ma…! Staremo a vedere!”

Agostino spalanca la porta ed esce continuando:

“Disgraziati!!! Vigliacchi!!! Vi ammazzo!!! Vi ammazzo tutti e due adesso, per quello che mi avete fatto!! Subito lo faccio senza perdere un minuto di tempo!! Comincio da mia moglie e finisco con te, Luciano!!!”

Infuriato Agostino si scaglia contro la moglie per picchiarla. Pasqualina trova riparo dietro Luciano, entrambi indietreggiano per sfuggire alla sua ira. Pasqualina: “Agostino, pietà! Pietà di me! Ti supplico, pietà! Perdonami!” Agostino (cercando sempre di acchiapparla mentre Luciano le fa da scudo)

“Non meriti nessuna pietà!!! Di me non ne hai avuto!!! Mi hai fatto portare le corna sulla fronte senza saperlo, e per quanto tempo non lo so!!”

Pasqualina: “Ti spiegherò! Ti spiegherò Agostino! Aspetta!

Delle volte si ferma di inseguirla per trovare il tempo giusto per ricominciare. Agostino: “E che devo aspettare? Non c’è tempo per aspettare! Ho solo fretta

per realizzare la mia vendetta!!”

Pasqualina: “C’è sempre tempo!”

Agostino: “Ti farebbe comodo se aspettassi un anno!! Invece no! Prima la faccio meglio viene!! (a Luciano) E tu, se non ti togli di mezzo comincio da te!!”

Luciano: “Come posso lasciarti fare!! Sarei un vigliacco!”

Agostino: “Sei nato vigliacco! Per distruggere la mia vita e goderti la tua!! Ci vorrebbe il mio coltello!!”

Lo cerca nelle tasche dei pantaloni e non lo trova.

Continuando: “Lo porto sempre in tasca ed in questo momento, per mia sfortuna che fa la vostra fortuna, non ce l’ho; ora che mi serve più delle altre volte!! Anche il diavolo si mette di mezzo!!”

Pasqualina: “Lascia perdere! Il coltello è pericoloso!!”

Agostino: “Ed io, molto di più!! Lo vado a prendere in casa, un bel coltellaccio!!”

Fa per rientrare. Pasqualina esce allo scoperto da dietro Luciano e prende

Agostino per la camicia e lo trascina all’indietro per non farlo rientrare.

Agostino: “Che fai?!!! Non ci riuscirai ad impedirmelo!! Sono troppo pieno di

rabbia!! E ne ho ragione! Tutte le ragioni sono mie!! Brutta bastarda!

Donna di strada sei!!!

Cerca nuovamente di acchiapparla e Pasqualina ritorna a ripararsi di nuovo dietro a Luciano.


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Agostino (a Luciano): “Togliti davanti o ti prendo a calci!! Ti ammazzo dopo di lei! Non merita più il nome di moglie! M quello di maledetta donna!”

Gli tira un calce che Luciano riesce a sfuggirlo a metà, l’altra metà lo raggiunge all’altezza del ginocchio. Lo prende in silenzio senza reagire e senza un lamento.

Scena 27 (Agostino, Pasqualina, Luciano, Faustina e Francesco) Sentendo le urla Faustina è uscita fuori di casa e da dietro la bottega è ricomparso Francesco ancora con la bottiglia vuota in mano.

Pasqualina (sempre nascosta dietro di Luciano): “Non è stata tutta colpa mia!”

Agostino: “E di chi allora? Ti ha preso forse con la forza, Luciano?”

Pasqualina: “No! Non così!”

Agostino: “Parla! Voglio sapere tutto il resto, se c’è!!!”

Faustina e Francesco ascoltano interessati e muti alle loro spalle. Pasqualina: “Non c’è tanto! Non so come cominciare per raccontare! Sono

troppo spaventata di te! Se stai buono un momento mi dai il tempo di ordinare il pensiero!”

Agostino: “Anche da Luciano voglio sapere!!! Fammi sentire la tua voce? Dimmi da quanto tempo fai l’amore con mia moglie?”

Luciano: “Non si può parlare e nello stesso tempo stare attenti per sfuggire alla tua violenza!”

Agostino: “Le vostre facce toste sono più dure di un muro di cemento armato!! E mi dite che devo stare quieto!!! Ma con quale diritto? Non avete diritti, solo pene e punizioni!! Se non vi ammazzo ora lo farò fra poco e se non lo farò fra poco lo farò sicuramente domani!!! Morti ammazzati dovete finire tutte e due per opera mia!!! Avete solo il tempo di farvi il segno della croce per provare se nell’aldilà c’è qualcuno che ha un po’ di misericordia di voi!!!”

Faustina: “Agostino, forse hanno ragione, se stai più calmo le dai il tempo per farti conoscere il resto che ancora non sai!”

Agostino (a Faustina): “Ti metti di mezzo!! Fatti i cavoli tuoi, per non dire i cazzi tuoi!!! Non sei contenta di solo ascoltare? Devi dire anche le tue?” Faustina: “Merito questo rimprovero! Ma sa, quando ti trovi presente ad una

lite una parola ti scappa facilmente.” Agostino: “Tappati la bocca e le orecchie!!”

Faustina: “Certo! Sui fatti altrui è meglio fare così come dici tu!”

Agostino (a Francesco e Faustina): “Che state a guardare? Al povero Agostino che si distrugge l’anima per colpa della moglie? Lo so che quello che è male per me per voi è un divertimento da godere!”

Francesco: “Non è vero! Io sono con te. Hai tutte le ragioni di questo mondo per reagire in questo modo; anch’io avrei fatto le stesse cose al tuo posto se non peggio!”


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Agostino (ad un tratto): “Mi sento male!! Non ce la faccio più a contenere questo torto che mi è stato fatto! È molto più grande di me!! Il cuore mi batte forte e mi sento perdere le forze mentre un’ondata di calore e di sudore si sta impossessando di me!!”

Pasqualina (stando sempre all’erta per indietreggiare davanti al marito):

“Sono solo io la causa del tuo male!”

Agostino (sedendosi su uno sgabello di Nicola) “Lo sanno pure le mosche!!! Tu e Lui!!! Quanto sono stato cieco e stupido!!! Mi prenderei a schiaffi con le mie stesse mani!! Non dovevo darti fiducia per quanto te ne ho dato! Tutto quello che mi dicevi per me era vero! Invece era tutto falso!! Me lo dicevi solo per nascondermi le belle corna che mi spuntavano sul capo e che tuttora porto! Tutti le vedevano quanto erano lunghe e rammificate tranne me! Tutti me lo dicevano che mia moglie si divertiva alle mie spalle ed io come uno stupido e come il più cretino dei cretini dicevo no! Che non era vero! Negavo la verità per dare ascolto al più grande nemico della mia casa!”

(alle spalle di tutti è comparso Nicola in compagnia di Saverio. Dalla propria casa viene fuori anche Rosetta che ascolta in silenzio)

Facevo pena a tutti!! Io sempre cieco come una talpa non volevo sentir ragioni! La ragione più grande di tutte l’aveva mia moglie! La fiducia che avevo era il frutto dell’amore che sentivo per lei! Le davo amore e mi ripagava coll’inganno e col disprezzo!!! Oggi però l’amore e diventato odio! Odio mia moglie perché mi ha tradito con Luciano, un ragazzo molto più giovane di lei.”

Scena 28 (Agostino, Pasqualina, Luciano, Faustina, Francesco, Nicola, Saverio e Rosetta)

Saverio (facendosi sentire da tutti): “Agostino! A tua moglie piace la freschezza! Tu sei vecchio!”

Agostino (infastidito): “Anche tu sei vecchio!”

Saverio: “Si! Però a mia moglie piaccio lo stesso!”

Agostino: “Divertitevi! Divertitevi tutti!! Ditene tante!! Ognuno la sua! Il cinema

ècominciato! Il film è arrivato sul più bello!! E poi andate a raccontare a tutti i vostri conoscenti quello che state vedendo ed ascoltando!!”

Luciano: “Nessuno deve abusare di questa storia!! Che nessuno vada a raccontare il suo parere!!”

Francesco: “Se no! Che gli fai? Luciano è finito il tuo divertimento! Oggi avete perso tutti: Agostino, per primo, Pasqualina, Tu ed anche Rosetta! Povera figliola è diventata la figlia di …”

Rosetta (interrompendolo): “Io sono sempre quella che ero prima!! Una ragazza seria. Mamma! Che sta succedendo? Dimmi che non è vero nulla!!”

Pasqualina (alla figlia): “È successo quello che non doveva succedere mai!”


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Agostino: “Certamente!!! Desideravi che il fatto restasse nel buio!! Nel buio più profondo!!! Pasqualina, ti è andata male!!! Sono venuto alla conoscenza di tutto!! Non mi puoi negare più nulla!!! Perché ho sentito tutto con le mie orecchie e dalla tua bocca e di quella del tuo caro amante!! Questa collera che ho dentro me la porterò dietro per non so quanto tempo!!! Il macello deve ancora avvenire!! Non fidatevi mai di me!! Perché vi colpirò di sicuro nel momento che non vi aspettate! Il tradimento che mi è stato fatto deve avere la sua vendetta!!!”

Nicola si è fatto più avanti per meglio partecipare.

Luciano (a tutti): “Pasqualina non deve disperare! Ha il suo punto di riferimento dove andare!”

Agostino: “Dov’è questo punto?

Luciano: “In me!”

Pasqualina (a Luciano): “Non stare a dire le tue! Te lo chiedo per favore! (Luciano alle parole di lei tace, mentre lei continua rivolgendosi al marito)

Come sei arrivato dentro la bottega di Nicola?”

Agostino (alla moglie): “Affari miei! Non te l’aspettavi una sorpresa come questa, vero? Eppure è successa!”

Pasqualina (guardando Nicola): “Senza la mano di Nicola tutto questo non sarebbe accaduto! Nicola ha sempre portato guerra in questa via e ancora ne porterà!”

Nicola “Nicola, ha sempre rispettato tutti nel mio tempo vissuto e continuerò a farlo! Pasqualina, ti è caduta la maschera! In questo momento ti stanno a guardare nella tua vera faccia!”

Luciano (a Nicola): “Non c’è nulla da insultare!!! Quelli che ne parlano e ne parleranno troppo, di noi, dovranno fare i conti con me e più prima che poi!

Nicola: “Luciano! Sei diventato il nemico di tutti! Vorrei assistere all’incontro con tuo padre dopo quello che è successo qui, per riderti ancora in faccia!”

Pasqualina: “Nicola aveva chiuso bottega per tutta la giornata!! Invece ne aveva architettato un’altra delle sue!! Quando mai ha chiuso bottega per riposare un giorno? Mai! Nicola deve stare sempre attento sulle fatte degli altri per metterci il dito e il naso!! Ovunque va porta guerra e danni!! Avrai anche tu la punizione che meriti!

Nicola: “Che mi devono fare? Io non porto né zizzania né guerra! Io ho fatto il mio dovere!”

Pasqualina: “Il tuo dovere!!! Ma ti sembra dovere quello che hai combinato? Ti sei fatto una nemica che ti bestemmierà giorno e notte e per tutta la tua vita!”

Agostino (alla moglie): “Lo ringrazio io per me e per te! Perché merita di essere ringraziato veramente!! Ha dato la luce ai miei occhi invece tu mi avevi accecato! Anzi lo ringrazio assai assai, per il grande aiuto che mi ha dato! Senza i suoi suggerimenti ancora ero all’ombra di tutto! Nicola!!!


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Siamo arrivati al nostro scopo! È andata proprio come hai detto tu, nel primo tentativo!”

Francesco: “È proprio vero che il nodo piano piano senza fretta arriva al pettine! Oggi è toccato al nodo di Pasqualina!”

Luciano: “Chi ride oggi piangerà domani!! Tutti hanno qualcosa da nascondere nella propria vita!”

Saverio (a tutti): “Avete sentito? Anche lui ha ammesso di essere l’amante di questa brava donna! Noi (a Luciano) non abbiamo nulla da nascondere le nostre mogli sono solo le nostre! Le corna non si possono nascondere perché sono lunghe e si portano sulla testa; fino ad ora non hanno inventato nessun cappello che le possano coprire!

Faustina (dice anche la sua): “I topi prima o poi, specialmente quando sono affamati, escono dal loro buco, nel quale si nascondono, per procurarsi da mangiare, il gatto sempre guardingo se li mangia!”

Pasqualina (a Faustina): “I topi! I gatti! I cani! I lupi! Faustina dillo chiaro che aspettavi anche tu il momento in cui Pasqualina avrebbe dato da divertire mettendo allo scoperto i suoi errori!”

Nicola: “Pasqualina! È vero che io ho architettato il modo per essere scoperta da Agostino! Non ce l’ho fatta più a vedere tuo marito tradito e schernito da tutti! Era l’angelo del vicolo; colui il quale viveva nell’innocenza assoluta. Un altro ci sarebbe arrivato da solo, e molto prima, a scoprire i malanni della moglie! Agostino è una persona molto cara non meritava un trattamento così, meritava una donna più seria più attaccata alla famiglia e al marito! Tu sei una donna dalla testa calda; sempre pronta a prendere dalla vita tutto ciò che pensa e che vuole!”

Pasqualina (a tutti): “Basta adesso!!! Il divertimento è finito!! Tornate tutti alle vostre casa, sicuramente a raccontare tutto in famiglia! Ditegli che Pasqualina è una donnaccia una che ha dato amore a Luciano!! Andate a raccontare a tutti!!! A tutti quelli che incontrate strada facendo!!! Ormai, non lo so fino a quando resterò sulla prima pagina del giornale! Io dico per parecchio!! Andate, è fate presto! Vi ho tutti sullo stomaco!!!”

Nicola (a tutti): “Io posso restare! Ho la mia bottega! Devo vendere il vino! Vieni Francesco, entriamo che ti riempio la bottiglia!”

Faustina entra in casa; Saverio va via.

Scena 29 (Agostino, Luciano e Pasqualina)

Si ritrovano da soli Agostino, Luciano e Pasqualina. Si guardano in faccia l’uno con l’altro e aspettano chi comincia a parlare per primo. Si fa coraggio Pasqualina col dire:

“Siamo rimasti noi della famiglia!”

Agostino: “Che bella famiglia!! Il marito, la moglie e l’amante! Non manca proprio nessuno! Pasqualina, da quando hai cominciato a mettermi le corna sulla fronte? Lo voglio sapere con esattezza!”


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Pasqualina: “Non ha nessuna importanza il tempo! L’importante è la sostanza!”

Agostino: “Già! Ci sono cose più importanti del tempo! Hai nettamente ragione! Povero me! Ho vergogna di me stesso! Rientro in casa, vi lascio soli! Tolgo il fastidio che vi ha infastidito non so per quanto tempo! Tolgo l’intoppo al vostro amore! Mi viene un dubbio: chi sa se il vostro è stato vero amore o solo convenienza? Non desidero la risposta tenetela per voi stessi, rispondetevi a vicenda! Pasqualina! Se vuoi e se ne hai il coraggio puoi entrare anche tu in casa! C’è ancora posto, ma non per molto, giusto il tempo per decidere il da fare!”

Pasqualina: “Vai va! Vai! Io ho da pensare prima di entrare!”

Agostino: “Tu penserai fuori ed io dentro; c’è da pensare molto su queste cose!”

Pasqualina tace ed Agostino entra.

Luciano (avvicinandosi a Pasqualina): “Invece non ci devi pensare troppo! Non ti sentire sulla strada! È’ stato un bene che si è chiarito tutto! Ci siamo ritrovati l’uno davanti all’altro senza veli di mezzo. Oggi siamo liberi, liberi di amarci con tutto l’amore che proviamo! Io ti darò una casa nuova, piena di tutto ciò che ti è mancato fino ad oggi e che desideravi avere!”

Pasqualina: “Non illuderti ancora! Dobbiamo guardare bene nel nostro passato, per affrontare il futuro senza andare incontro a nuovi errori! Io non voglio più, non voglio più vederti! Luciano, ancora non mi credi! È finita! Finita per sempre! Qualunque cosa mi succederà non tornerò indietro, non lo voglio veramente con tutta l’anima e con tutto il corpo! La tua storia e la mia storia non sono fatte per fare una sola storia! Oggi, tutti sanno quella che sono! Non posso più nascondere la mia identità; Sono la donnaccia del paese! Quella che ha messo le corna al marito, per divertirsi!”

Luciano: “Non sei la sola! In tante hanno fatto la stessa cosa! Tante non sono mai state scoperte! E Tante sono andate a vivere con l’amante! E vi hanno trovato l’uomo da amare e nel marito l’uomo da combattere!”

Pasqualina: “Lo so! So tutto! Non sono una bambina! Sono una donna di quarant’anni con la mia esperienza! So anche che nella vita ci sono un’infinità di situazioni. Io ho la mia; nella quale ci sono tanti errori fatti da me! Non ho sbagliato solo quando mi sono messa con te; tanti errori commessi prima mi hanno fatto sbagliare con te!”

Luciano: “Nessuno ha una vita senza errori! Ognuno ha i suoi!

Pasqualina: “Certi sono più gravosi, come i miei!”

Luciano: “Neanche questo è vero! Tutti gli errori sono gravosi!”

Pasqualina: “Luciano! Non cerchiamo giustificazioni! Gli errori vanno riconosciuti ed accettati! E quelli che vanno pagati si devono pagare! Il prezzo ce lo suggerisce la vita sociale nella quale viviamo. Stiamo più attenti nel presente per non sbagliare più! Perché poi il presente diventa


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passato come quello che abbiamo alle spalle in questo momento! Vattene! Vattene ora, per non rincontrarci mai più! Quando m’incontri per strada non guardarmi! Non alzare gli occhi per sfiorare la mia figura! lo farò cosi verso di te!”

Luciano: “Dove andrai, adesso che non hai più famiglia?”

Pasqualina: “Son cavoli miei! Pensa per te! Fuori dalla mia vita! Non voglio più uomini con me!!!”

Maltrattato Luciano si allontana per la strada dietro la bottega di Nicola.

Scena 30 (Pasqualina, Nicola e Francesco)

Pasqualina rimasta sola si siede un momento su uno sgabello alla porta della bottega; rimane in silenzio e ha pensare. Neanche un poco ed esce Nicola seguito da Francesco con la bottiglia piena stretta nella mano destra. Francesco (appena fuori ed avendo notato Pasqualina): “Arrivederci a tutti!

Non mi fermo perché a casa mia sicuramente sono arrivati i miei ospiti!”

Nessuno risponde al suo saluto. Pasqualina rimane a guardare in silenzio

mentre Nicola si ferma davanti a lei.

Nicola: “Ti hanno lasciato sola? Sono andati via tutti?”

Pasqualina (infastidita): “Se non vedi nessuno…!”

Nicola: “Come mai sei seduta su uno dei miei sgabelli? Fino a questo momento non l’ hai mai fatto! Ne hai avuto sempre paura e vergogna! Ti vuoi ubriacare? Vuoi dimenticare tutto con un quarto di vino?”

Pasqualina: “Portamene una bottiglia, una bottiglia grande, da due litri, per dartela in testa!”

Nicola: “Perché sei incavolata con me? Io che c’entro?”

Pasqualina: “Un errore l’ho commesso con la mia volontà! Tutti gli altri l’avete ingigantiti voi del rione! L’avete fatti diventare più grandi della sua misura reale!”

Nicola: “Pasqualina, nessuno l’ha misurati con un metro o con un'altra misura! È la natura e la vita sociale che l’ha dato la sua grandezza e la sua importanza!”

Pasqualina: “Nicola! Da quando sei qui con questa bottega hai portato sempre liti, disgrazie e malaugurio! Non sai stare nei tuoi limiti! Sei più pettegolo tu che una pettegola! Tutti i santi giorni seduto qui davanti (indica la porta della bottega) non fai altro che stare sempre attento al minimo pelo che vola nella spazio di questa piazza, al minimo rumore che proviene da dentro le casa, e al vociare della gente che passa! Le tue orecchie sono sempre tese! Sono certa che riconosci le persone dal rumore dei passi! Sei una campana che non la smette mai di suonare! Ti sei fatto una cultura con i fatti degli altri; sai tutto, persino dove si va a posare una mosca che ti passa davanti.”

Nicola (interrompendola): La dovete smettere tutti quanti! Perché sono stufo di sentire ripetere cento volte le stesse cose! Che sono un pettegolo! Che sto sempre seduto davanti la porta della mia bottega! Che non mi


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faccio mai gli affari miei! E tante altre cose che non mi vengono in mente in questo momento! Io sono qui per lavorare! La vo ra re! Capito! Lavorare! Che significa guadagnare i soldi necessari per campare! E non per divertirmi come date a capire tutti quanti! Il primo che mi ripete un’altra volta la filastrocca gli do una risposta da paralizzarlo! Anch’io ho finito la pazienza e non tollero più nessuno! Do risposte pesanti a chiunque sia!”

Pasqualina: “Che altro puoi dire per difenderti? Se non questo! Non ci puoi dare ragione e prenderti da solo il torto che hai! Ma dentro di te sai bene che quello che diciamo è tutto vero! Ammetterlo significa darci la soddisfazione che non vuoi!”

Nicola: “Ma quale soddisfazione! Pasqualina, non insistere più! O comincio da te a litigare e a dire parolacce!”

Pasqualina: “Tu parolacce a me! Io te ne devo riempire tutti i sacchi che hai in bottega e a casa!”

Nicola: “Dimmi quante me ne hai mandate fino a questo momento?” Pasqualina; “Ancora non ho iniziato!”

Nicola (arrabbiato): “Pasqualina, vuoi sapere l’ultima? L’ho fatto con piacere nascondere Agostino nella mia bottega! Lo rifarei ancora una seconda ed una terza volta! Hai preso per marito un uomo Santo, quanto un Santo del Signore! Ha ereditato tutta la bontà di questo mondo! Non so come hai fatto a mettergli le corna! Devi avere un cuore duro come il cemento armato! Io al tuo posto non l’avrei mai trovato tanto coraggio!”

Pasqualina: “Intanto non sei una donna, caro Nicola! E poi io conosco Agostino meglio di tutti e non posso raccontare i miei guai!”

Nicola: “Ma che guai devi avere! Non penso che Agostino non fa i suoi doveri notturni! È un uomo robusto, muscoloso, giovane e forte!”

Pasqualina (all’ in piedi ed agguerrita): “Adesso ti metti a spiare anche nei miei sentimenti e affetti! Ti sei preso il permesso di mettere la zampina nella mia vita? Solo tu hai osato farlo!”

Scena 31 (Rosetta, Nicola e Pasqualina) Rosetta esce fuori dalla porta di casa e si ferma vicino ad essa.

Nicola: “Vuoi forse dirmi che se non l’avessi fatto avresti continuato ad amare Luciano sotto banco, per chi sa quanto altro tempo? Che peccato! Ti ho rovinato la festa! Però se vuoi è arrivato giusto il momento di scegliere chi amare; se vuoi puoi continuare con Luciano! Però devi lasciare libero per la sua strada Agostino!”

Pasqualina: “Non hai nessun diritto di pensare e di parlare in questo modo!”

Nicola: “E come faccio a non pensare? Come si può fermare il pensiero? Se ne conosci il modo e la maniera suggeriscimi!”

Rosetta si fa avanti.

Pasqualina: “Nicola, ricordati sempre che hai una nemica agguerrita per tutta la vita!”


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Nicola: “Una in più una in meno non cambia nulla! Resto sempre Nicola, bottegaio di questa bottega di vino! Pasqualina! Rosetta ti vuol dire qualcosa! Me ne accorgo a come ti guarda. Io mi ritiro in bottega! Non voglio sentire più lamentele!”

Pasqualina: “E chi me lo garantisce? Sei sicuro che non ti metti a spiarci dalla tua finestrella, come ci hai messo mio marito?”

Nicola: “Andate in un altro luogo! Dove credete che nessuno vi può sentire! Devi stare con questo dubbio e non ce n’è bisogno!”

Detto si gira di spalle ed entra senza aggiungere altro.

Pasqualina (davanti a sua figlia): “Rosetta! Lo so che hai scoperto tutto!

Quello che non hai sentito te l’ha raccontato tuo padre, adesso dentro!”

Rosetta: “Si è vero! So tutto! E credo che sono stata l’ultima a sapere,

insieme a papà!”

Pasqualina: “Non mi guardare con questa faccia da innocente! Dimmi tutto quello che pensi di me!”

Rosetta: “Ma come hai fatto a tradire mio padre?”

Pasqualina: “Non voglio che tu mi faccia questa domanda!”

Rosetta: “Allora, perché mi hai chiesto di dire tutto quello che pensavo su di te?”

Pasqualina: “Tutto tranne questa!”

Rosetta: “No! Io te l’avrei fatta lo stesso, anche senza il tuo invito! E te l’ha rifaccio ancora! Perché hai tradito mio padre? Lo voglio sapere!”

Pasqualina: “Non ce l’ho per te una risposta per questa domanda!”

Rosetta: “Papà è dentro che soffre per causa tua! Sta soffrendo molto, mai come oggi l’ho visto soffrire tanto! Non solo lui hai tradito ma anche me!” Pasqualina: “Se bastasse chiedere scusa per tutto quello che ho fatto lo farei

cento volte!”

Rosetta: “Infatti non basta, chiedere solo scusa! Questa cosa che hai fatto è troppo grossa; non basta una sola parola per essere perdonata! Sarebbe troppo comodo! Vivevo di quello che mi dicevi! Ero convinta, come anche papà, che tutto quello che ci dicevi era vero: che era la gente che si sbagliava, che inventava solo calunnie perché ci voleva male! Oggi è venuta fuori tutta la verità! Meglio è accaduto oggi che domani! Non ti vorrei più come mamma, se potessi! Sono troppo amareggiata di te, tu non sai quanto! Io voglio stare con papà! Non me la sento di lasciarlo solo! E poi tu che cosa mi daresti? Solo bugie come hai fatto fino ad ora! Non mi fido più di te!”

Pasqualina: “Basta, Rosetta! Basta per favore! Anch’io sto soffrendo abbastanza, in questo momento, per quello che ho fatto.”

Rosetta: “Sono contenta che soffri! È quello che meriti! Papà ci ha voluto sempre bene! Non ci ha fatto mancare nulla; ha sempre lavorato per noi! Non so come hai fatto!”

Pasqualina: “Basta! non né voglio parlare più! Non voglio aggiungere altro! Torna dentro è stai con tuo padre!”


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Rosetta: “Certo che rientro! Tu non ci provare, sicuramente avrebbe una reazione sgarbata contro di te; potrebbe succedere quello che non è successo fuori.”

Pasqualina: “Non ti preoccupare di me!”

Rosetta: “Infatti non mi preoccupo minimamente!”

Pasqualina: “Io so dove andare! Ho tanti parenti e molte amiche!”

Rosetta: “Vai! Vai da loro, ammesso che ti accettano!” Con lo sguardo della mamma su di sé Rosetta rientra.

Scena 32 (Pasqualina, Mario e Luciano)

Pasqualina rimasta sola si appresta ad andare e involontariamente s’imbatte con Luciano e suo fratello, che ignora entrambi; non si degna nemmeno di uno sguardo, mentre Luciano di un mezzo si degna.

Mario (al fratello): “Non ti girare, guarda me! e parlami in faccia.”

Luciano: “Lo sto facendo!”

Mario: “Non ti distrarre! Io, a dire il vero, sono contento di quello che ti è accaduto oggi!”

Luciano: “E come ci credo! Stai sempre a divertirti su tutte le disgrazie che mi succedono, in particolare su quelle tra me e Pasqualina! Sei esageratamente invidioso!”

Mario: “Più di uno ti invidiava perché possedevi una donna con un fisico bestiale! Io, solo perché era la mamma di Rosetta! Le mie preghiere sono state ascoltate! Hanno raggiunto lo scopo.”

Luciano: “Finalmente, tu mamma e papà siete arrivati al vostro fine!”

Mario: “Giusto! Abbiamo raggiunto la nostra meta! Adesso che hai smesso tu fra non molto posso iniziare io! Oggi è caduto l’ostacolo che c’era tra me e lei! La mia strada si è spianata!”

Luciano: “Come ho già detto prima, non arriverai a nulla! Persino il nostro nome odia Rosetta!”

Mario: “Non mi odierà per sempre ma fino a quando le acque non saranno calmate e il fatto dimenticato!”

Luciano: “Ma quando sarà?”

Mario: “Fra un anno o poco più!”

Luciano: “E chi te lo garantisce che fra me e Pasqualina è tutto finito! Io ancora non lo affermo!”

Mario: “È finita! È finita! La devi cancellare totalmente dalla tua memoria!”

Luciano: “Agostino non la vorrà più per sé e neanche in casa. Deve trovarsi una sistemazione diversa. Nel tempo molte altre cose succederanno! Io non le permetterò di fare una vita nella solitudine. Insieme si stava meravigliosamente!”

Mario: “Pasqualina sa cosa deve fare per se stessa! Se vuole si troverà un altro uomo più degno di te.”

Luciano: “Un cavolo! Se decide di cambiare marito io sono l’unico preferito!”

Mario: “Tu non sei più nulla, nella sua vita!”


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Luciano: “E chi lo stabilisce, tu? Sai forse leggere i suoi pensieri? Ancora nella sua mente occupo un grande spazio! Non può finire un amore intenso su due piedi! Ha bisogno di tempo! Ancora io penso lei, come lei pensa me! Sono disposto a stare con lei, se vorrà e quando vorrà, per tutto il resto della mia vita! È la mia stessa vita!”

Mario: “Lo so fratellone che sei capace anche di peggio! Vorresti altre due vite per godertele con lei! Ti ha ridotto un cagnolino che la segue a un centimetro dalle calcagna! Povero te! E povera mamma e papà che non riescono più a riportarti a casa!”

Luciano: “Lo sanno che tu corri dietro alla figlia?”

Mario: “Io non gliel’ho detto!”

Luciano: “Neanch’io! Sarà un’ altra doccia fredda per loro. Un altro figlio da recuperare!”

Mario: “Io non sono te! Ho tutti i diritti di conoscere una bella ragazza da sposare! Una che mi può dare una famiglia con tutte le regole!”

Luciano: “Rosetta è corteggiata tutti i giorni da tanti ragazzi, il suo fisico è lo stesso della mamma, fatto con arte! Se devi aspettare finché non sentirai più parlare di me sicuramente arriverai in ritardo.”

Mario: “So quello che devo fare per evitare questo! Le starò sempre dietro; non darò spazio a nessuno di avvicinarla!”

Luciano: “Svegliati! Questo che dici appartiene ai sogni!”

Mario: “Io ne farò una realtà!”

Luciano: “Ti faccio i miei auguri, come anche a me con la mamma!”

Scena 33 (Nicola, Luciano, Mario e Rosetta) Ritorna fuori Nicola con un panno per pulire il tavolo e gli sgabelli.

Nicola (nel vederli, a Luciano): “Ci vuole veramente faccia e irresponsabilità per ritornare così presto in questa piazzuola! Ancora non è passato nemmeno un’ora dall’accaduto! E’ anche pericoloso per te! Agostino conserva ancora la rabbia di un leone che non riesce a raggiungere la preda!”

Luciano: “Con mio fratello stiamo tornando a casa!”

Nicola (continuando): “E proprio questa strada dovevi scegliere! Perché ( ad ambedue) non l’avete fatto per un’altra? Il paese n’è pieno e tutte portano a casa tua!”

Luciano: “Se siamo passati di qui vuol dire che non abbiamo avuto la possibilità di fare diversamente!”

Nicola: “Certo! Affari tuoi, a me non interessano! Io, al tuo posto, non l’avrei scelta nella maniera più assoluta! Prima di tutto per evitare una seconda lite!”

Luciano: “Se Pasqualina oltre al marito ha scelto anche me vuol dire che uno non le andava bene!”

Nicola: “Cominci a disprezzarla o cerchi la scusa per giustificarti davanti alla tua coscienza? Agostino ancora è forte come un cavallo!


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Luciano: “In certe situazioni il cavallo non basta! Un cagnolino al posto giusto fa molto di più di un cavallo!”

Nicola: “Non si può escludere neanche questo! Chi ha ragione, nessuno lo sa!”

Mario: “Pasqualina sa esattamente perché l’ha fatto, solo se si conosce bene!”

Luciano: “Io le ho dato cose che sono andate oltre il mondo della materia! Anche il mondo che sembra fatto di solo materia non lo è! Ci sono altre cose che vanno prese in considerazione, Agostino questo non l’ha saputo fare! Il suo talento non supera la materia! Il mio si! Perché ne sono cosciente che oltre la fragilità della materia ce lo spirito da curare! Pasqualina non è stata mai innamorata di suo marito! È stato un matrimonio sbagliato sin dal primo momento. In me ha trovato l’amore che sognava! Quello che non tramonta mai!”

Nicola: “Ti stai a consolare da solo! Fallo pure se vuoi, ma sappi che ti ha lasciato un pugno di mosche! Da te non verrà mai più! È finito l’amore tuo con Pasqualina! Se vuoi un consiglio in questo momento, vattene in fretta! Perché se Agostino riesce fuori e ti rivede riprenderà la lite con più aggressività! Fai passare tempo prima di farti vedere, anzi un bel po’ di tempo! Occorre per mandare giù nello stomaco questo bello boccone amaro! Agostino sa anche il fatto suo per farsi rispettare! E questa volta

èla volta giusta che vuole essere rispettato! Non si arrabbia facilmente ma quando gli succede non conosce ragione è pure capace di fare tanto male! Fidati di me Luciano, e dei miei consigli perché conosco te e lui! Mario, anche tu guardati! Lo sa che corri dietro alla figlia!”

Mario: “Chi gliel’ha detto?

Nicola: “Ma…! Non lo so! Io penso che l’abbia capito da solo! Vi ha visto insieme!”

Mario: “Che c’entro io nella storia di sua moglie con mio fratello? Io sono una cosa a parte; io non voglia la moglie! Voglio solo la figlia!”

Nicola: “Non è il momento giusto di parlargli di Rosetta.”

Mario: “Infatti non gliene parlo, aspetto!”

Nicola: “Tu aspetti! Luciano aspetta! Quanto dovete aspettare? Aspettate! Aspettate, fino a quando non perdete la pazienza e soprattutto la speranza!”

Luciano: “Io mi conosco e dico a me e a te che la mia speranza non svanirà mai! Sono un duro!”

Nicola: “Fate tutto quello che desiderate! Nessuno ve lo può impedire!” Mentre discutono Rosetta riesce, appena si rende conto che i due fratelli la guardano fa una bella smorfia e continua a camminare per la via del sottopassaggio. Appena ritornano con lo sguardo su Nicola, questi dice:

“Vi ha fatto quello che meritate! Una bella smorfia! Non valete più di tanto! Andate! Ve lo chiedo io per favore! Mi serve la piazzola vuota!”


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Luciano: “Oramai sei diventato il capitano di questa piazza! Tutti dobbiamo rispettare i tuoi comandi! Da quando ti sei preso questo ruolo non succede più un evento gradito! Ordini tutto a discapito degli altri! Una parola su di te e sulla tua famiglia non la dici mai! Racconti sempre i fatti di quelli che non godono della tua simpatia! Di solito i maschi sono meno pettegoli delle donne ma tu … fai eccezione!”

Nicola: “Per causa tua e di Pasqualina, sono diventato pettegolo e per la bontà di Agostino che era infinita! In avanti non sarà mai più buono! Si guardassero tutti! Doveva sapere quel poveraccio! Era un suo diritto! Ne doveva predente coscienza! Non potevo non farlo! È stato giusto per me farlo! E non dimenticare mai, non solo tu, che l’ira di chi è stato buono è la più pericolosa!”

Luciano: “Con te non si finisce mai di parlare! Hai sempre le parole pronte per stimolare chi ti ascolta.”

Nicola: “Io sono fatto così! Ho la parola facile! E così come sono, fra cent’anni, me ne andrò in paradiso!”

Luciano: “Se ci andrai tu tanti altri non rimarranno fuori!”

Nicola: “Ovunque ti trovi ti devi arrangiare come meglio puoi! Gli altri non sono meglio di me!”

Scena 34 (Agostino e Nicola)

Mentre i due fratelli scompaiono dietro l’angolo della bottega Agostino esce fuori per puro caso e scorge la metà della loro figura.

Agostino (riconoscendoli): “Ancora non è finita! La vera guerra deve cominciare! E sarà lunga e dura! Certi torti non si possono mandare giù nel silenzio! Le colpe di ognuno saranno punite! Non sono più buono degli altri! La mia dignità va rispettata da tutti cominciando da mia moglie! Con lei ci arriveremo a discutere faccia a faccia per tirare le somme dell’accaduto! Sarò ostinato nel mio pensare!”

Nicola: “Agostino! Sono andati via! Non ti sentono!”

Agostino: “Mi ascolteranno e come mi ascolteranno appena inizierò a distribuire le punizioni!”

Nicola: “Dopo una mazzata come questa ai ragione di manifestare la tua rabbia. Agostino, ci vorranno giorni e giorni prima di ritrovare la tua forza d’animo e la tua pace. Vieni qui! Vieni da me, solo della mia persona ti puoi fidare in assoluto! Te l’ho dimostrato quanto ti rispetto e ti stimo.”

Si avvicina a Nicola che sta seduto su uno sgabello.

Agostino: “Anch’io ho le mie colpe! E non sono nemmeno poche!”

Nicola: “Dai retta a me! Tu non hai nessuna colpa! Sei l’unico innocente in tutta la storia.”

Agostino: “Infatti ho sbagliato per colpa della mia innocenza!”

Nicola: “Che vuoi dire?”

Agostino: “Dico che non ho saputo guardare con i miei occhi e non ho saputo ascoltare con le mie orecchie! Tutti me lo dicevano ed io non credevo a


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nessuno, fino a quando non sono caduto con tutte le zampe nella fossa, che mi aveva scavato mia moglie!”

Nicola: “Non sei stato fortunato in amore! Però, ti puoi consolare dicendoti che non sei stato il primo e non sarai nemmeno l’ultimo tradito!”

Agostino: “Che bella consolazione! Molta amara ad ingoiarla! Più amara del veleno!”

Nicola: “Purtroppo, un sapore diverso non ce l’ha!”

Agostino: “Questa è la consolazione di chi ha perso tutto!”

Nicola: “Sii forte, con te stesso e con le lusinghe! E sarai premiato dalla tua stessa forza! Col tempo ti puoi sempre rifare una vita nuova!”

Agostino: “E con chi?”

Nicola: “Sapessi quanti maschi separati e quante femmine hanno ritrovato una vita molto migliore della prima con un nuovo coniuge!”

Agostino: “Io non voglio né vita migliore né moglie!”

Nicola: “In questo momento ti credo! Hai una forte delusione in atto! Più in là vedrai che i tuoi desideri saranno diversi. Oggi, ancora devi decidere il da fare! Puoi anche ritrovarti con Pasqualina, perché no! Nella vita può succedere di tutto, Agostino! Non bisogna dire mai no! Può darsi che questa sarà l’esperienza che vi dimostrerà quanto amore è rimasto fra di voi.”

Agostino: “Si! Aspetta! Questa è stata l’esperienza che mi dimostra quanto odio ho verso di lei! Non c’è misura!”

Nicola: “Oggi la misura non c’è! Fra un mese due mesi la misura ci sarà e fra un anno questa misura svanirà! Tante volte capita che uno si innamora una seconda volte della stessa donna. E ritorna a rimangiarsi la sua stessa minestra. E tanti errori che prima sembrano imperdonabili saranno perdonati.”

Agostino: “Per risposta ti vorrei dare una grassa parolaccia! Ma non lo faccio perché non posso fare lo scostumato nei tuoi riguardi! Io non appartengo a questi uomini!”

Nicola: “Oggi non lo puoi dire! Si deve attendere e quanto non si sa! Lo stabilirà il tempo stesso! Io ti ho dato l’opportunità di scoprire i malanni di tua moglie! E se ci sarà, un giorno, la possibilità di rimettere pace e amore fra di voi sarò di nuovo io il primo a collaborare per la vostra nuova unione. Scusami per essere entrato nella tua vita, ma i tuoi occhi si dovevano aprire per guardare il mondo nel suo vero essere!”

Agostino: “Non provare il minimo rancore per quello che hai fatto! Non hai fatto male a nessuno al contrario ci hai fatto un bene a tutti, anche se Pasqualina afferma il contrario! Ci hai dato la possibilità di farci guardare nello specchio per conoscere le nostre facce se pulite o sporche! Io non la voglio più, non l’amo più! In casa mia non poserà più piede sul pavimento! I suoi stracci che sono nel guardaroba e in giro per la casa glieli butterò fuori dalla porta!”


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Nicola: “Agostino! Fermiamoci qui! Non possiamo andare oltre, non possiamo dare immagini di come sarà il futuro! Il futuro va affrontato man mano che diventerà presente.”

Agostino: “Nessuna cosa mi porterà davanti a mia moglie, anzi alla mia vecchia moglie! Non ci starò più bene insieme a lei! A me e a Rosetta ci ha fatto un torto troppo grande! Gli sbagli si pagano per quanto valgono! E questo tipo di errore ha un prezzo alto! E lei ancora non ha cominciato a pagarlo! Inizierà da stasera quando si metterà a dormire nella casa e nel letto di chi l’avrà ospitata!”

FINE

04.09.2018