Ninolino

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Alfio Messina

Ninolino

Commedia in Tre Atti


                  

Il sorriso di un bimbo

dà gioia all’adulto;

un sorriso dell’adulto

fa amare la vita

ad un bimbo.

Ai ragazzi “difficili”,

a tutti coloro

che ne condividono

ed amano la vita.

    ©    Alfio Messina

                   Personaggi:

                      Cirino Zappalà:              padre

                      Rosaria Torrisi:             moglie

                      Daniele:                         figlio

                      Ninolino:                       figlio

                      Dott. Scimmone:            psichiatra

                      Andrea:                         avvocato, amico di Rosaria

                      Signora Lucia:               una vicina di casa

    In un paese etneo.

    Ai giorni nostri.


Ninolino

Commedia in tre atti

Atto Primo.

In un soggiorno sono sistemati un divano, una libreria, un appendiabiti e un tavolino con sopra il telefono. Alle pareti alcuni quadri e nella stanza è presente qualche pianta. In fondo, una finestra centrale da cui s’intravede qualche palazzo; un ingresso a destra, usato come comune e una porta laterale a sinistra che rappresenta la via d’accesso alle stanze della casa.

Scena unica.

Al levarsi della tela sono in scena Cirino Zappalà e la moglie Rosaria.

Scena Ia

Rosaria e Cirino.

Rosaria - (Passeggia nervosamente sulla scena. Ella all’apparenza mostra un’età di cinquant’anni ma in realtà ne ha qualcuno in meno.) - Io vorrei sapere dove se ne sono andati. Quel disgraziato di mio figlio Daniele, chissà dove lo porta e cosa fanno! Sono sicura che gli farà eseguire una serie di pasticci.

Cirino - (Il marito di Rosaria, seduto comodamente in poltrona, sfoglia un giornale sportivo) - Sì… fa pasticcini! Quello non riesce a cuocere nemmeno due uova al tegamino, figurati se…

Rosaria - (C. s.) - Sempre spiritoso. Non ti passa mai questo spirito!

Cirino - E perché mi deve passare! Cara mia, se non fosse per questo spirito, dimmi tu, come starei in piedi?

Rosaria - (Continuando a passeggiare) - Non basta che gli altri si divertono alle sue spalle, che lo deridono, che gli fanno fare cose assurde... ci si mette anche lui!

Cirino - (Scostando il giornale e con tono di rimprovero) - Ma dico la vuoi finire di girarmi davanti? Mi stanno girando le palle degli occhi come se fossero due ruote di bicicletta!

Rosaria - (Fermandosi) - Sempre volgare!

Cirino - (Sorpreso) - Che cosa ho detto?

Rosaria - (Riprende a camminare) - Lascia perdere…

Cirino - (Ricomincia a leggere il giornale) - Non capisco perché ti preoccupi così; Daniele è grande, è responsabile, sa badare a se stesso e a Nino.

Rosaria - Quand’è che ti sei preoccupato dei tuoi figli?

Cirino - Ti sei preoccupata tu!

Rosaria - Perché, che cos’hai da dire, sentiamo!

Cirino - Che sei tutta ansimante, boccheggiante! Hai necessariamente bisogno dell’ossigeno… mi chiedo come fai ancora a respirare.

Rosaria - E tu… (pausa) - Quelli come te vivono cent’anni.

Cirino - Se la morte non li vede!

Rosaria - Stai tranquilla che almeno per questo, su quest’umile terra, siamo tutti uguali: muoiono i re… e muoiono i poveretti.

Cirino - Solo che i re muoiono tardi, i poveretti presto.

Rosaria – Lo hai letto nel giornale? Si muore ad orario?

Cirino - (Sospirando) – Ci fosse una volta che mi capisca a volo. In ogni cosa, in ogni spiegazione ci vuole per forza il cucchiaino! Intendo affermare che i re hanno più probabilità di morire in età tarda perché sono curati con tutti i requisiti medici, e possono farlo; i poveretti, invece, essendo curati a come capita prima, muoiono presto e dunque giovani!

Rosaria - Ed io intendo dire, che chi si preoccupa, muore giovane. Invece, quella razza particolare di persona alla quale tu appartieni, che fra l’altro hanno il sangue freddo, campano molto di più rispetto alla media!

Cirino - (Disinteressato e sempre leggendo il giornale) – Hai forse misurato la temperatura del mio sangue con quello tuo?

Rosaria - (Si ferma. Innervosita) - Basta! Con te non si può parlare!

Cirino - (Con rabbia butta il giornale) - Con me?! Ma se fai tutto tu! Tu fai i manici e tu fai i coperchi!

Rosaria - Lo vuoi tu!

Cirino - (Con tono rabbioso) - In questa casa si fanno solo e sempre discussioni. Non si possono mai leggere due notizie in santa pace. Non c’è più un momento di serenità. Se non ci sei tu ci sono i tuoi figli. Sono stanco! Lo vuoi capire che ormai sono stanco?

Rosaria - (C.s.) - Solo tu sei stanco?

Cirino - (Sempre con tono sostenuto) - Sono stanco di lavorare, di campare, di tutte queste parole sconcluse che mi rovesci addosso… Sono stufo di te, dei tuoi figli…

Rosaria - I tuoi figli sono il tuo sangue!

Cirino - Chi lo sa? Di questi tempi niente è sicuro!

Rosaria - (Con rabbia) - Sei un maledetto! Che cosa voi dire? Non sei degno… E’ normale che dobbiamo litigare su tutto. Non ti rendi conto di come mi rispondi? Con superficialità… come se io… (quasi con le lacrime agli occhi) – Chi lo sa… chi… chi...

Cirino - (Sfottente) - Chi, chi, chi, chicchirichì!

Rosaria - (C.S.) - Cirino, non fare lo spiritoso con me! Tu non fai altro che disinteressarti di tutto e di tutti!

Cirino - Come di tutto! Non ti basta che porto lo stipendio a casa?

Rosaria – Questo, in una famiglia, non basta.

Cirino - (Fingendo di non capire) - E hai fatto tutto questo casino… per ricordarmi che i soldi non bastano? C’è bisogno che me lo dici tu? Lo so anch’io che non bastano: i soldi non sono mai sufficienti, anche a chi ne possiede parecchi! Anzi più ne hai e più ne vuoi avere.

Rosaria - Che me ne frega dei soldi! Il marito è tale non perché porta i soldi a casa, ma perché da un aiuto, un conforto alla moglie, per crescere insieme i figli, per educarli, per dividere le gioie e i dolori, per sopportare meglio i problemi. Già… i problemi… i problemi sono altri e sono molto più grossi.

Cirino - I problemi sono a scuola. (Pausa. Annoiato dalla discussione) - Ma che vuoi da me, non riesco a capire. Vizi non ne ho; vado a lavorare da mattina fino a sera tarda; ho persino rinunciato ad andare allo stadio … che vuoi? (Incalzante) - Si po’ sapere che vuoi?

Rosaria - Sei sempre assente.

Cirino - (Stupefatto) - Ma non sono qua!

Rosaria - E’ uno dei momenti rari della tua vita.

Cirino - Ti ricordo… che io lavoro. E poi la domenica non sono sempre a casa?

Rosaria - Vuoi dire che l’unico giorno che ti vediamo a casa è giusto la domenica mattina, se ti alzi presto, perché il pomeriggio sei impegnato allo stadio!

Cirino - E allora? Dimmi tu quello che devo fare!

Rosaria - Se non vai allo stadio, ti piazzi davanti al televisore oppure leggi il giornale sportivo. Tanto vale, allora, che esci. Almeno, così, porti fuori il bambino che allo stadio si diverte.

Cirino - (Arrabbiato) - Ti rendi conto che da questa casa sono scomparsi tutti gli amici. Non so neppure che fine hanno fatto, se vivono, se muoiono… Prima c’era sempre qualcuno… si rideva… si scherzava… si cantava… ma ora… ora è un inferno! (Adirato verso la moglie) - Che vuoi da me che mi tormenti ogni istante, si può sapere che vuoi?

Rosaria - Voglio che tu prenda la tua parte di responsabilità.

Cirino - Continuo a non capirti… anzi ci rinuncio.

Rosaria - Non mi vuoi capire.

Cirino - (C.s.) - Ma insomma che cosa c’è?

Rosaria - (Disperata) - C’è che non ce la faccio più a stare dietro a tutti. Non ce la faccio più a restare sempre chiusa in questa casa.

Cirino - (Spiritoso) - Vattene un po’ fuori. Prendi un po’ d’aria. Fai una passeggiata con la bicicletta. Oppure ti fai un paio di chilometri di jogging… dicono che rilassa, ma soprattutto fa rilassare gli altri: chi guarda o resta a casa.

Rosaria - Quanto sei gentile.

Cirino - Prego, faccia pure (Indica la porta).

Rosaria - (Con scherno) - Quanto sei simpatico! (Poi con sentimento) - Tu lo sai che cosa vuol dire stare tutto il santo giorno con tuo figlio Ninolino? E che cosa si deve fare con questo ragazzo?

Cirino - (Spazientito) - Ninolino, Ninolino… si chiama Nino oppure Antonino e basta. E poi … se è per questo, te lo puoi tenere.

Rosaria - (Adirata) - Questo vuoi tu e questo è quello che intendevo io! Ciò che non vuoi capire tu.

Cirino - (Alzando la voce) - Basta! Non voglio sentire più niente! Tu lo sai di chi è la colpa.

Rosaria - (C.s.) - E di chi è?

Cirino - Tua!

Rosaria - Sempre colpa mia. Se qualcosa non ti convince o non sai che dire… allora la colpa è mia. (Con tono deciso) - Tu non hai messo niente?

Cirino - Tu sei…

Rosaria - Dillo, dillo cosa sono!

Cirino - Prima o poi me ne vado e ti lascio con la tua angoscia.

Rosaria - Provaci e poi vedi che cosa sono in grado di fare!

- Si odono le voci dei figli provenire da fuori.

Ninolino - (Da fuori) - Qua siamo! Arrivati! TuuuTuuu… TuTuuuuuuuuuuu! (Imita il treno).

Daniele - (Sempre da fuori) - Attenzione, arriviamo alla stazione. Fate largo! Liberate il binario.

Ninolino - (C.s.) Libberate il binariooo.

Rosaria - Ecco! (Indicando l’esterno) Lì, c’è tutta la sintesi di quello che volevo spiegarti.

Scena IIa

Ninolino, Daniele e detti.

- Entra Ninolino e suo fratello Daniele. Ninolino, giovane handicappato mentale lieve, è un tipo bonaccione, non aggressivo e spesso le parole pronunciate sono incomplete o storpiate. Il fratello è più grande di lui e veste alla moda casual-giovane. I due entrano attaccati come quando si gioca al trenino.

Ninolino - Possima si scende! TuTuuu… TuTuuu… TuTuuuuuuuuuu…

Daniele -  (Entrando) - Eccoci alla fermata (Imitando anche lui il treno) - TuTuuuu! Passeggeri a bordo… ultima fermata.

Ninolino - Passeggeri a boddo uttima femmata!

- Girano per un po’ nella stanza, attorno al divano, legati sempre a trenino.

Ninolino - Uttima femmata. (“Sbandando” cade addosso al padre). Bum!

Cirino - Che è successo… non hanno funzionato i freni, vero?

Ninolino - Bum, Cirino Papì! Non hanno fuzzionato i feni. Era un treno difettoso.

Cirino - Me l’ero immaginato!

Rosaria - (Con apprensione) - Ma si può sapere dove siete stati?

Daniele - Dove potevamo andare? Non è che qui ci siano grandi attrazioni! Siamo stati un po’ in giro…

Ninolino - (Gioioso) - Mammì! Siamo stati in posti belli! C’erano tante cose belle. Tante pessone belle, prati belli, giochi belli…

Cirino - Tutto bello! Scendi che mi stai rompendo le ossa delle gambe.

Ninolino -  (Ninolino si siede accanto al padre. Raggiante) - Mammì… Daniele ha fatto un gioco con una fe… (è interrotto bruscamente dal fratello).

Daniele - …Certo, abbiamo fatto tanti giochi, mica uno! Siamo andati all’altalena, nei giochi d’equilibrio, sul cavallo a dondolo…

Ninolino - Vero… Io dondolavo col cavallo… (ride) e sai come si dondolava Daniele sopra quella fe… (Nuovamente interrotto da Daniele)

Daniele - (Imbarazzato) Vuole dire che io mi sono messo a dondolare… camminare sopra una fune. Vero Ninolino?

Ninolino - No! Quali fu… e poi io ho detto “fe”, non “fu”! Daniele ma io non ho visto la fune di cui parli tu!

Daniele - (Guardando in cagnesco il fratello) - Certo non la potevi vedere perché era sottilissima!

Ninolino - (Divertito ) - E non si rompeva?

Cirino - Chiamatelo scemo?!

Daniele - (A Ninolino sottovoce) - Stai zitto, non aprire la bocca, se no… non ti porto più con me.

Rosaria - (A Ninolino con curiosità) - Ma, allora, qual è stato questo gioco?

- Silenzio da parte di Ninolino che serra le labbra. Non parla.

Cirino - Nino, che ti succede. Perché non parli più?

Ninolino - (Rimane ammutolito).

Rosaria - (Insistendo) - Ninolino, dai, che cosa è successo?

Ninolino - Io non pallo! Non posso pallare.

Rosaria - E perché?

Ninolino - Se dico che non posso pallare, non pallo.

Cirino - (Convincente) - Con noi puoi parlare liberamente… ma, scusa, hai parlato fino a poco tempo fa!

Ninolino - Io quando schezzo schezzo, quando non schezzo non schezzo!

Daniele - Bravo!

Cirino - E va bene, non parlare. Noi non vogliamo sapere niente di niente!

Ninolino - (Tutto d’un fiato come una macchinetta) - Io non pallo, non posso pallare e non dico niente perché Daniele mi disse di non dire niente. Se dico cosa non mi potta più nei giochi. E se pallo non posso più fare il gioco che ha fatto lui. E siccome è un gioco che a me è piaciuto tanto, non pallo e non posso pallare… e non vi dico niente di quella fem…

Daniele - (Intervenendo tempestivamente) - Ninolino… quali film. (Sottovoce) - Zitto… se no!

Ninolino - (Avvicinandosi al fratello, sottovoce) - Ma tu me lo fai fare quel gioco?

Daniele - Poi vediamo.

Ninolino - (C.s., incalzante) - Quale poi, io ora, ora, ora lo voglio sapere!

Cirino - Che cosa è successo?

Daniele - Niente le solite cose di Ninolino.

Rosaria - Ma allora perché parlate piano?

Daniele - Gli stavo spiegando che la fune era quella dell’altalena.

Rosaria - Quanto mistero! (A Daniele) - Comunque, ti ho raccomandato un sacco di volte che quando sei con tuo fratello, devi tornare presto a casa.

Daniele - (Scocciato) - Mamma! Io veramente non vorrei essere il responsabile di nessuno e almeno una volta vorrei uscire solo; altro che con mio fratello!

Rosaria - Bravo! Tu esci mentre lui sta in casa. Lo sai benissimo che da solo non può stare e soprattutto uscire, perché combina un sacco di guai.

Ninolino - (Piagnucolando) - Io voglio uscire con Daniele. Mi è piaciuto quel gioco che ha fatto con quella…

Daniele - Di nuovo?!

Cirino - Daniele, ma si può sapere che gioco hai fatto?

Daniele - (Imbarazzato) - Papà,… che gioco potevo fare? (Ha un’idea) - …L’altalena… ecco abbiamo fatto l’altalena… (Guardando il fratello in cagnesco) - Vero Ninolino che abbiamo fatto l’altalena? (Sottovoce) - Digli di sì… avanti digli di sì…

Ninolino - (Secco) – Sì, l’altalena! Sì, sì, sì, abbiamo fatto l’altalena. (Poi riflettendo) - Veramente quel gioco che hai fatto tu non era l’altalena… e io non l’ho fatto!

Rosaria - Mi è venuta una gran curiosità.

Ninolino - Daniele, diglielo tu.

Daniele - (Al pubblico sottovoce) - Guarda che cosa… Giusto oggi doveva esserci anche lui!

Ninolino - E’ bello, è bello! Mi è piaciuto molto! Bello, bello,bello…

Daniele - Ma se tu non hai fatto niente?

Ninolino - Che importanza può avere! Mi è piaciuto il movimento.

Daniele - E chiamatelo scemo!

Rosaria - Per cortesia lo vuoi spiegare anche a noi che tipo di movimento era?

Cirino - Già, che movimento era?

Daniele - (Imbarazzato) - Movimento, la stessa parola lo spiega… cosa vi sembra che sia… movimento…!

Ninolino - (Raggiante) - Mammì, te lo dico io.

Daniele - No. Non c’è bisogno perché glielo spiego io.

Ninolino - Va bene, allora dillo tu.

Daniele - (Inventando, cerca le parole più adatte) - Era un nuovo tipo di ballo che si fa…

Ninolino - Rotolati per terra, anzi sopra l’erba.

Rosaria - (Sospettosa) - E com’era?

Ninolino - (Indicando con una mano sotto e l’altra sopra) - Uno qua e uno…

Daniele - (Intervenendo prontamente) - …Dall’altro lato.

Cirino - Non ho capito niente. Signori miei, dopo due ore di parole confusionarie… ancora non ho capito niente.

Ninolino - E dai, Cirino Papì! Com’è che sei così babbo!

Cirino - Meno male che ho fatto un figlio furbo come te.

Rosaria - Ah! Allora c’è qualcosa di tuo!

Ninolino - (Guardando il padre e alzando il mento) - Papì, sooopra.

Cirino - (Ripete imitando il movimento del figlio) - Sopra?

Ninolino - (C.s. ma abbassando il mento) - Soootto.

Cirino - (C.s.) - Soootto?

Ninolino - (C.s.) - Sooopra.

Cirino - (Ripete) - Sopra?

Ninolino - (C.s.) - Soootto.

Cirino - (C.s.) - Soootto?

Ninolino - (C.s.) - Soopra.

Cirino - (Innervosendosi) - Sopra… Sopra dove? Sopra gli alberi, sopra l’altalena…

Ninolino - Miih! Ma allora veramente non capisci niente! Ha ragione la mamma quando dice che tu non capisci niente!

Cirino - (Spazientito) - Stai zitto prima che te le suono di santa ragione. Mi fai impazzire! Sopra, sotto, sotto, sopra. Sono più confuso di prima. Basta così, non voglio sapere più niente!

Ninolino - Guardami, così ti spiego meglio.

Daniele - Non c’è bisogno. Ti ha detto che non lo vuole spiegato.

Ninolino - Così… (si lancia sul padre e finiscono uno sopra l’altro sul divano).

Rosaria - Ninolino che fai?

Cirino - (Sconvolto) - Con un maschio?

Ninolino - No! Con una femmina.

Rosaria - (Al figlio Daniele) - Queste cose fai? Non ti vergogni... E con tuo fratello vicino.

Daniele - (Al fratello) - Non ti porto più con me.

Ninolino - (Piangendo) - Mi ha detto che non mi potta più con lui. (Piangendo in crescendo) - Aaah! Aaaaa!

Cirino - Basta! Finiscila! (Cerca di rassicurare il figlio) - Per favore non piangere… Per queste cose c’è tempo. Non ti preoccupare che prima o poi ti ci porto io!

Rosaria - Che fai tu?

Cirino - Io non faccio niente, accompagno il ragazzo. Ormai ha l’età…

Rosaria - Se vuoi che ti rompo qualche costola, accomodati pure.

Cirino - Sei la violenza in persona.

Daniele - E basta, finitela. Sempre ad accapigliarsi, a litigare. Se mi venisse voglia di sposarmi… me la fate passare! E poi, che c’è di male se ho fatto… questo gioco… alla fine sono un maschio!

Rosaria - Tu stai zitto, perché ce ne sono anche per te.

Ninolino - Ce ne sono anche per te.

Daniele - Forse è meglio che vada dall’altra parte. (Accenna al movimento di andarsene ma è bloccato dalle parole della madre).

Rosaria - (Categorica) - No! Tu aspetti qua, perché dobbiamo discutere questo fatto!

Cirino - (Intervenendo in favore del figlio) - Ma che devi discutere? Anche quando ha fatto questo… gioco… come lo chiama Nino, non vedo che male possa esserci? E’ un uomo, un maschio e suo fratello lo è pure.

Rosaria - Sì, ma certe cose non le deve fare davanti a Ninolino!

Cirino - Perché, non è maschio?

Ninolino - (Si mette sull’attenti, impettito e con tono solenne) - Io sogno… Garibbaddi, generale Garibbaddi, che era maschio come me.

Cirino - Hai sentito? E’ Garibaldi maschio! (Rivolgendosi al figlio Daniele) - Daniele, aspetta, papà, ti faccio compagnia. Qua c’è un’aria di battaglia che non mi piace e sono stanco di discutere. (Escono di scena)

Ninolino - (Avvicinandosi alla madre) - Mammì, mi sento stanco.

Rosaria - Vieni qua, figlio mio! (Mettendo un braccio sulla spalla del figlio) - Mettiti qua con me. (Si siedono l’una accanto all’altro) - Come devo fare con te. Ora ci sono io, ma dopo?

Ninolino - Non ti preoccupare, mammì, ci penso io a te.

Rosaria - Io penso a quando non ci sarò più!

Ninolino - (Con apprensione) - Perché dove vai? Parti? Senza Ninolino, mammì?

Rosaria - Il viaggio che prima o poi dovrò affrontare, è senza preavviso e tu non puoi venirci.

Ninolino - (Dispiaciuto) - No. Io voglio venire.

Rosaria - Lascia perdere, non avere premura, perché prima o poi in quel posto ci verrai anche tu, come tutti.

Ninolino - Allora anch’io?

Rosaria - Certo!

Ninolino - Bello! Bello… così rimango sempre con te, mammì.

Rosaria - Vai a prepararti il bagno che poi, più tardi, mangiamo.

Ninolino - Va bene, vado! (A metà strada ci ripensa) - Mammì, allora preparo la valigia?

Rosaria - (Accennando ad un sorriso) - No… Poi te lo dico io.

- Ninolino esce di scena, contemporaneamente, suonano alla porta. Rosaria va ad aprire.

Scena IIIa

Rosaria e lo psichiatra.

Rosaria - (Sulla porta) - Buongiorno. Prego?

Psichiatra - (Appare sull’uscio lo psichiatra con una valigetta in mano. Un tipo strano, con gli occhiali, spettinato, con i capelli dritti tutti per aria, con la parvenza tipica di uno studioso un po’ pazzo) - Buongiorno. Mi permetta di presentarmi: sono il dottor Scimmone.

Rosaria - (Che non afferra bene il cognome) - Scusi, ma non ho capito bene… Ha detto… Scimmione?

Psichiatra - (Sbuffando) - Questo è un errore che fanno tutti. D’altronde non è un cognome di uso comune. Scimmone… senza la “i” e con due “emme”: (Scandisce bene le sillabe) -  Scim-mo-ne.

Rosaria - Ma… prego si accomodi.

Psichiatra - (Accomodandosi) Dunque, signora… lei si sarà chiesta chi sono!

Rosaria - Non saprei… (Senza dare il tempo al dottore di rispondere, tenta di indovinare) - Guardi, se è per le enciclopedie… la scongiuro… ne possiamo fare a meno!

Psichiatra - No! Le sembro il tipo che va in giro a vendere libri?

Rosaria - Allora per le pentole?

Psichiatra - Ma no!

Rosaria - Ah, ho capito! Ma non ne ho di bisogno…

Psichiatra - Di che cosa?

Rosaria - Prodotti per pulizia…

Psichiatra - Signora, credo che ci sia un equivoco… Io sono…

Rosaria - (Interrompendolo) - Ho capito… lei è il dottor Scimmione e…

Psichiatra - (Infastidito) - Scimmone, signora!… Sci-mmo-ne. Ma scusi!… (Innervosendosi) - E non vendo lavandini, pentole, detersivi o altri generi di consumo. Io mi occupo di menti.

Rosaria - (Non sa che fare) - Va bene! Stia calmo, mi scusi… Però non ho capito bene di che cosa si occupa?

Psichiatra - (Calmo) - Senta, signora, mi trovo qui perché il dottor Testa mi ha pregato di sostituirlo.

Rosaria - (Che finalmente capisce l’equivoco) - Mi perdoni! Io non potevo pensare…

Psichiatra - Il dottor Testa si scusa di non essere presente.

Rosaria - Come mai non è venuto? E’ sempre puntuale nei suoi appuntamenti e finora non si è mai assentato.

Psichiatra - Purtroppo ha avuto un incidente ed allora…

Rosaria - Un incidente? Spero niente di grave?

Psichiatra - Non sappiamo ancora!

Rosaria - Ha investito?

Psichiatra - Magari! (Si accorge della gaffe e si corregge) - No, volevo dire… che, siccome lui non guida, l’incidente non sarebbe potuto accadere.

Rosaria - Ma allora?

Psichiatra - Un paziente!

Rosaria - (Perplessa) - Come?!

Psichiatra - La nostra professione, purtroppo, a volte, presenta alcuni inconvenienti. Speriamo che se la cavi con qualche punto di sutura.

Rosaria - (Stupita) - Addirittura! Vuol dire che è stato pesante.

Psichiatra - (Sdrammatizzando) - Ma che! Un ragazzetto minuto e “smiciaciato”…

Rosaria - No, dico l’incidente è stato grave.

Psichiatra - Per l’appunto… un ragazzetto, durante un test, gli ha tirato in testa, la testa di Freud che stava sulla scrivania.

Rosaria - Come? Il professore Testa ha ricevuto in testa, durante un test, la testa che stava sulla scrivania? E che faceva una testa sopra la scrivania?

Psichiatra - Cos’ha capito? Una testa di bronzo… una di quelle che si creano per ricordare grandi personaggi.

Rosaria - Ho capito, tipo i mezzi busti che si trovano nelle piazze.

Psichiatra - Sì, esattamente, ma naturalmente di dimensioni ridotte. Sa noi psichiatri e psicologi, a volte, sopra i tavoli, teniamo effigi o piccoli busti raffiguranti i padri fondatori della nostra disciplina scientifica.

Rosaria - Come i sacerdoti con i santi!

Psichiatra - Beh, non proprio, ma il concetto è quello. In base alla corrente di pensiero cui si appartiene, ci si circonda di questi… “testimoni di pensiero”.

Rosaria - Stavolta però il pensiero di Freud è andato troppo profondo.

Psichiatra - Scusi ma non capisco.

Rosaria - Dicevo che al professore Testa, la testa del pensiero, avrà fatto un po’ male!

Psichiatra - Male? Lo abbiamo trovato svenuto a terra in una pozza di sangue, mentre il ragazzaccio gridava: (imita l’azione e si fa coinvolgere emotivamente. Rosaria assiste incredula e sbigottita mentre il dottore prosegue in crescendo) - “E’ vinta, è vinta. Il nemico è stato sconfitto per sempre. Sangue, sangue…” (Spiegando) - Non le dico che cosa abbiamo dovuto fare per staccarlo da sopra il professore. Chi lo tirava da un lato, chi dall’altro… (si agita e gesticola) - “…E lascialo maledetto ragazzaccio! Lascialo, lascialo…” E quello pronto rispondeva: “nooo, vendetta… morte…” Mentre il professore gridava: “aiuto, aiutoooo”. “Sangue, sangue… aaaaah!”

Rosaria - (Interviene per calmarlo) - Dottor Scimmione…

Psichiatra - (Adirato) - Scimmone, signora, Scimmone… Le ho già detto Sci-mmo-ne!

Rosaria - (Non sa come agire, ma tenta lo stesso di calmarlo) - Si calmi, non c’è bisogno di agitarsi, capisco lo stesso.

Psichiatra - (Cosciente di aver esagerato, si calma di colpo ripetendo a se stesso) - Sono calmo, sono calmo, calmo… . (Poi prendendo un ampio respiro) - Capisce signora, una scena terrificante.

Rosaria - (Sottolineando le parole) - Cose da pazzi! Certo la vostra è una professione difficile. Ma mi consolo sentendo che ci sono ragazzi peggiori del mio Ninolino. A proposito, ma il dottore Testa conosce il caso, (dubita delle capacità del medico) - sa… lei…

Psichiatra - (Ricomponendosi) - Capisco benissimo la sua preoccupazione, ma stia tranquilla. Ho letto tutta la diagnosi ed ho studiato attentamente tutto l’incartamento. Stia rilassata che faremo un’ottima seduta. Lasci fare a me!

Rosaria - (Con un tono che vuole rassicurare per prima se stessa) - Perché mi devo preoccupare. Ninolino non è aggressivo, è buono,… è solamente un po’…

Psichiatra - (Rassicurandola) - Stia tranquilla. Ci penso io!

Rosaria - Ha ragione. Certo, lei è uno psicologo e sa come agire.

Psichiatra - (Correggendola) - Uno psichiatra esattamente!

Rosaria - Guardi per un’ignorante come me, voi medici siete tutti la stessa cosa: Psichiatri, psicologi, psicanalisti, psiconeuro… ecc… Ne ho conosciuto di tutte le razze e di tutte le religioni… scusi… volevo dire… di pensieri diversi… ma per il mio Ninolino, nulla da fare! Cento dottori, cento diagnosi. Nemmeno uno, però, che mi abbia detto come comportarmi o come posso aiutare mio figlio, oppure che mi abbia indirizzato in una struttura idonea… nessuno. Tutte le strutture che ho visitato, ospitavano o handicappati gravi oppure poco idonee. Nel frattempo, mio figlio diventava grande e le difficoltà per inserirlo aumentavano; persino i centri di riabilitazione lo hanno scaricato: - “Non ne vale la pena… non apprende più”. - Ma chi li aveva visti lavorare?

Psichiatra - Vede, signora, purtroppo la psiche è qualcosa di… aggrovigliato, dove interferiscono ed intervengono tante di quelle componenti affettivo-relazionali, nonché stimolazioni di tipo analitico-globale provenienti dall’ambiente socio-familiare…

Rosaria - (Interrompendo il medico) - Signor dottore, mi perdoni, non vorrei sembrarle scortese, ma lei non sa quante di queste “parolone” e fiumi di discorsi ho dovuto ascoltare, senza mai capirne effettivamente il significato. La realtà è che il mio Ninolino è qua, con me, marchiato come un diverso, senza alcun aiuto per inserirlo nel mondo del lavoro o in un posto dove possa sentirsi, quanto meno, simile agli altri.

Psichiatra - E’ vero! Purtroppo dobbiamo accettare la realtà e dobbiamo sconfiggere questa mentalità con il nostro impegno.

Rosaria - Lei ha presente una battaglia dove un solo uomo combatte contro mille?

Psichiatra - Che centra?

Rosaria - Lei diceva che dobbiamo accettare la realtà! Come in ogni cosa, si parla tanto, ma la realtà è tutt’altra cosa; la battaglia si decide sul campo… Comunque… mi scusi un momento che vado a chiamarlo. Lei nel frattempo faccia come se fosse… nel suo studio.

Psichiatra - Prego, faccia pure con comodo! (Rosaria va via per chiamare il figlio. Lo psichiatra resta da solo). Certo, la signora ha ragione. Ma questo scoraggiamento, influisce sull’io del ragazzo rendendolo insicuro. Ancora non si è capito che si deve intervenire sulla famiglia; è necessario che si intervenga in modo capillare sul nucleo cellulare che è costituito dalla famiglia… Questa mi parla di battaglie!

Scena IVa

Lo psichiatra e Cirino.

- Entra Cirino, che vedendo lo psichiatra, l’osserva per un po’ di tempo in silenzio per capire chi possa essere.

Psichiatra - (Accortosi della presenza di Cirino, dopo averlo guardato attentamente , si rivolge al pubblico) - A guardarlo bene, mi sembra che ci sia un processo d’invecchiamento. Questo non c’era scritto nel fascicolo. (Lo scruta nuovamente per studiarlo. Il suo sguardo si incrocia con quello di Cirino. Si fissano per qualche istante. Poi con fare calmo si rivolge a lui, pensando di avere davanti Ninolino) - Bene! Buongiorno, come va?

Cirino - (Al pubblico) - E che fa, parla! (Al dottore) - Non c’è male... Ma scusi, noi ci conosciamo?

Psichiatra - No. Ancora no, ma non ti preoccupare… ci conosceremo molto presto. Vieni accomodati. (Indica il divano).

Cirino - (Rimanendo ben distante dal dottore. Al pubblico) - C’era un padrone in casa mia ed io non lo conoscevo! (Allo psichiatra) - Ma scusi, lei chi è?

Psichiatra - Io sono… chi dici che io sia?

Cirino - (Ancora più dubbioso di prima) - Che dice?

Psichiatra - Capisco…

Cirino - Lei, ma io no!

Psichiatra - Ed io perché ci sono? Per capire e per far capire…

Cirino - Allora mi faccia capire, per prima cosa, lei chi è?

Psichiatra - Tu, chi dici che io sono?

Cirino - Prima di tutto, precisiamo che non abbiamo fatto il militare assieme.

Psichiatra - E questo mi sembra giusto, anche perché io il militare non l’ho fatto. Non avendolo fatto non c’è stata l’occasione di conoscerci sotto la veste di commilitoni.

Cirino - (Al pubblico) - Questo è un pazzo! L’apparenza c’è l’ha, il modo di parlare anche… (riflettendo a voce alta) - …è sicuramente un pazzo!

Psichiatra - (Che ha sentito) - Bravo! Io sono un pazzo!

Cirino - (Al pubblico) - Però, è un pazzo che sente bene! (Al dottore) - Se lo dice lei che è pazzo…

Psichiatra - Io sono pazzo? (Pausa) - Ma senti… pensi proprio che io sia pazzo?

Cirino - (Sempre rivolto al pubblico) - In quest’istante vorrei tanto che ci fosse mio figlio Nino. Sicuramente gli avrebbe risposto: “lei pazzo, io Garibbaddi”!

Psichiatra - Bravo! Chi sono io?

Cirino - Un pazzo!

Psichiatra - Sei sicuro che non sono un certo generale?

Cirino - (Sorpreso) - Possibile che anche tu sai questa storia di Garibaldi?

Psichiatra - (Sicuro che finalmente ha raggiunto il suo scopo) - Bene! Adesso si che ci siamo. Io sono…

Cirino - Ripetiamo: un pazzo!

Psichiatra - Che centra! Torniamo a prima. Tu chi sei?

Cirino - (Smarrito) - E che ne so? (Interrogandosi) - Chi sono io?

Psichiatra - Tu sei Ga…  Ga… Ga…

Cirino - (Riflette, poi inizia a imitare un tacchino) - Gau gau gau gau gau… glugluglugluuu!

Psichiatra - Ma che fai?

Cirino - Ma come? Hai iniziato tu…

Psichiatra - Io ho fatto solo: ga ga ga…

Cirino - Per l’appunto! Tu hai fatto l’inizio del verso del tacchino… ed io…

Psichiatra - Ma che tacchino e gallina. Io intendevo dire Garib…

Cirino - (Non convinto) - Garib…

Psichiatra - Gariba…

Cirino - Garibaldi?

Psichiatra - E che c’è voluto?! Ok! Tu sei Garibaldi ed io sono… (Gridando) - I mille!

Cirino - (Al pubblico) - Questo è irrecuperabile! Un pazzo in casa mia, ma chi l’ha fatto entrare? Forse è meglio che l’assecondo, altrimenti chi sa cosa combina.

Psichiatra - Generale…

Cirino - Chi è?

Psichiatra - I mille!

Cirino - E ci entriamo tutti in questa casa?

Psichiatra - Certo che no! Gli altri sono con le restanti barche!

Cirino - (Al pubblico) - L’avevo dimenticato. Ora, cosa gli devo dire! (Al dottore) - Abbiamo fatto lo sbarco?

Psichiatra - Si, o mio prode generale.

Cirino - (Impersonando Garibaldi) - Bene, prepariamoci per l’attacco.

Psichiatra - (Toccandosi il petto) - Aaaah! Aaaah!

Cirino - (Preoccupato) - Che è successo, cosa ti è preso, cos’hai?

Psichiatra - Quanti morti!

Cirino - Mi era parso che stavi male.

Psichiatra - …Cannonate… fucilate… sparano, sparano.

Cirino - Sangue, sangue, sangue… dappertutto c’è sangue!

Psichiatra - (Al pubblico) - Vede sangue. E’ peggio di quanto pensassi! Sta venendo fuori una personalità alquanto criminale che può sfociare in manie omicide. Meglio approfondire (Poi continuando il gioco) - Sì, è vero! Quanto sangue! Barche che affondano, compagni che muoiono, morti sotto i miei piedi.

Cirino - Che vergogna! Che schifo! Almeno spostali!

Psichiatra - (Serio) - Che cosa?

Cirino - I morti in mezzo ai piedi. Non ne hai pietà? Ci cammini di sopra?

Psichiatra - (Si china e mima il movimento per spostare i morti)

Cirino - Che stai facendo?

Psichiatra - Sposto i morti, o mio generale Garibaldi!

Cirino - (Al pubblico) - E’ veramente pazzo! (Poi continuando la finzione) - Non sparate, noi non vogliamo morire, non sparate! Non sparate, per carità! Non vogliamo morire.

Psichiatra - (Al pubblico) – E’ presente in lui anche un pensiero di morte che incombe sulla propria esistenza e ciò può generare delle turbe nella personalità. Caso veramente grave ed interessante. (Verso Cirino) - Basta! Non sparate, tanto noi non moriremo.

Cirino - Come non moriremo! Ma scusa se ci sparano… moriamo.

Psichiatra - E chi lo dice, noi siamo immortali!

Cirino - Magari fosse vero!

Psichiatra - Attento! (Dà uno scappellotto a Cirino).

Cirino - (Toccandosi la testa) - Ahi! Porcaccia miseria! Che è successo?

Psichiatra - Una pallottola di fucile è passata così bassa che ti ha sfiorato la testa.

Cirino - Potevo morire, è vero? Anzi… non morire.

Psichiatra - Cosa facciamo, mio Generale?

Cirino - (Smarrito) - Che facciamo?

Psichiatra - Attento! (Da un altro scappellotto) -

Cirino - (Che non se l’aspettava) - Ahi! Botta di veleno! Come sono dolorose queste pallottole del nemico! E’ stata un’altra pallottola di fucile?

Psichiatra - No.

Cirino - Allora che cosa è stato?

Psichiatra - Una pallottola di pistola. Dobbiamo stare attenti perché il nemico è in agguato.

Cirino - (Al pubblico) - Sarà, ma io sono stato colpito per ben due volte, lui nemmeno una! (Al dottore) - Meno male che ancora sono vivo per miracolo!

Psichiatra - Attento! Sssssss… (Imita il sibilo di un proiettile)

Cirino - Cirino, questa volta, ancora prima che il dottore lo colpisca con un altro scappellotto, gli si butta addosso e lo picchia. Ambedue cadono a terra.

Psichiatra - (Arrabbiato, rimanendo a terra) - Basta, basta, basta! Ma che fai?

Cirino - (Anche lui a terra) - Ma come! Se non era per me quella palla di cannone ti avrebbe certamente portato al mare. Non hai sentito le schegge?

Psichiatra - (Risentito) - Le ho sentite… le ho sentite. Ora basta! Mi sono stancato. Smettiamola con lo sbarco e con Garibaldi.

Cirino - Giusto giusto ora che mi stavo divertendo. E che facciamo quello di Normandia?

Psichiatra - Non facciamo niente. Basta con la doppia personalità. Ora facciamo a modo mio.

Cirino - Come?

Psichiatra - Io sono il dottore e tu il paziente.

Cirino - (Con disapprovazione seduto a terra) - Magari fosse stata una bella dottoressa, il gioco si sarebbe fatto più interessante!

Psichiatra - (Riflettendo a voce alta) - Anche turbe sessuali. Questo è veramente un caso da ricovero!

- Lo psichiatra accenna ad alzarsi e mette inavvertitamente un ginocchio sulla mano di Cirino.

Cirino - (Per il dolore alla mano, emette un urlo tipo l’ululato del lupo) - Au, au, au, auuuu

Psichiatra - (Al pubblico) - Adesso si mette a ululare come un lupo? Nella diagnosi che ho letto non si faceva riferimento a nessun lupo o cane… A Garibaldi sì, ma al lupo no!. Interessante! Meglio non contrariarlo, potrebbe mordere. (Si mette in quadrupedia ed abbaia) - Bau, bau, bauuuu… (Gira per la scena a quattro zampe abbaiando come un cane. Cirino seduto a terra, si tocca la mano e si lamenta).

Cirino - Ahi! Mi ha rotto tutte le ossa della mano! Il cane però non lo faccio! No, non se ne parla proprio. Può rompere tutto, ma il cane non lo faccio!

Psichiatra - (Smettendo di abbaiare) - Ecco! Tu sei un lupo… io un cane…

Cirino - (Serio) - Oltre a essere pazzo è anche un cane?

Psichiatra - Il cane sei tu!

Cirino - Tu sei pazzo!

Psichiatra - Cane! Tu hai fatto l’ululato…

Cirino - Io non ho fatto nessun ululato.

Psichiatra - Invece hai fatto uuuuu… au au auuu…

- Nel frattempo rientra Rosaria con Ninolino e trova il dottore nella posizione descritta e suo marito seduto per terra. Ninolino sentendo abbaiare, imita il verso.

Scena Va

Detti, Rosaria e Ninolino.

Ninolino - Bauuuu, bau,bau,bauuuuu.

Psichiatra - Lo psichiatra l’osserva attentamente.

Rosaria - Si può sapere che cosa fate per terra?

Psichiatra - (Imbarazzato si alza) - Ssss... Cara signora, mi dispiace dirglielo, ma quello… (Indica Cirino) - è un caso veramente grave. E’ necessario che venga approfondito in strutture più idonee, così può essere tenuto sotto costante osservazione.

Rosaria - Che si trattasse di un caso grave lo sapevo già, ma che fosse da rinchiudere non lo sospettavo… Ma, dottore, lei lo ha esaminato bene?

Psichiatra - Certo! Benissimo!

Rosaria - Se lo dice lei!

Psichiatra - Ha manifestato parecchie turbe psichiche delle quali non si faceva alcun riferimento nella diagnosi o in altri documenti sanitari o in appunti del dottor Testa. Quello lì… (additando Cirino) è un caso particolare e significante per le scienze psicologiche. Mi piacerebbe studiarlo meglio nello studio. Se lei me lo avvicina…

Rosaria - Ma mi faccia capire: lei si riferisce a quale caso? (Indicando il marito) – A quello?

Psichiatra - Sicuramente! Quel signore che è lì. (Indica il marito)

Cirino - (Alzandosi da terra) - Siamo a piombo! (Alla moglie) - Ma questo pazzo chi è? Chi l’ha invitato?

Psichiatra - Signora stia attenta! Non si avvicini, può essere pericoloso.

Rosaria - Ma dottore cosa dice? Quello è mio marito. Questo è mio figlio Ninolino, il paziente del dottor Testa. Ho ritardato perché non voleva venire.

Psichiatra - (Indicando Cirino) - Quello non è il paziente del dottore Testa?

Cirino - Chi io? Ma io sono Garibaldi...

Ninolino - Garibbaddi sogno io! Guai a coloro che usano il mio nome. Sarete tutti fucilati! Soldati! Soldati! Soldati!

Psichiatra - Non ci capisco più niente. (Alludendo a Cirino) - Quello è pazzo con manie omicide… turbe comportamentali ed eterosessuali. L’altro, prima fa il cane, poi dice di essere Garibaldi… Basta, basta…

Rosaria - Ma dottore…

Psichiatra - Quale dottore e dottore d’Egitto! Io scappo, perché qui siete tutti matti.

Cirino - Veramente per tutto ciò che mi ha fatto fare il vero pazzo è lei!

Psichiatra - Via, via… ma chi me l’ha fatto fare? Pazzi, pazzi, siete tutti pazzi… (Scappa dimenticando la valigia). Mi doveva capitare una famiglia di pazzi…

Ninolino - Cirino papì, il nemico scappa, è stato sconfitto. Andiamo all’attacco?

Cirino - No, lascialo scappare. Sono stanco del combattimento di prima. I soldati hanno bisogno di riposo.

Ninolino - Allora, lo inseguo io sul mio cavallo bianco! (Afferrata una scopa si mette a cavalcare per la stanza)

Rosaria - (Bloccandolo) - Ninolino lascialo andare. (Poi si rivolge al marito. Ninolino gira per la stanza a cavallo della scopa) - Cirino, ma che cosa è successo e che facevate per terra?

Cirino - Per favore lasciami stare! A saperlo prima lo avrei preso a pedate! Mi ha fatto fare una battaglia con Garibaldi e alla fine voleva che facessi anche il cane! Ma io no. Il cane non l’ho fatto!

Ninolino - (Nel frattempo Ninolino ha trovato la valigetta) - Ho trovato i miliaddi, bello, bello, bello…

Rosaria - Ninolino, ma che miliardi, quella è la valigetta del dottore, di quel pazzo furioso.

Ninolino - Del nemico? Una bomba del nemico. Fuori! (Si avvicina alla finestra e la getta via ancora prima che i genitori lo possano fermare).

Cirino -Rosaria - No, fermo!

Ninolino - Bum! Fuori bomba! Bello bello bello bello bello!

Cirino - Bello, bello… bello un cavolo! Se hai beccato qualcuno in testa, lo vediamo subito quanto è bello!

Rosaria - Ma che hai fatto, quella era la valigetta del dottore!

Cirino - (Sarcastico) - Tu non puoi sapere se c’era una bomba.

Ninolino - Bravo Cirino papì! Bum, bum, bum!

Cirino - Ti ho detto un sacco di volte che non mi chiamo Cirino papì! Mi devi chiamare solamente papà!

Rosaria - Il bambino lo fa per affezione.

Cirino - Il bambino… guardatelo… il bambino. Un candeliere come a quello, me lo chiama ancora bambino.

Rosaria - Per me…

Cirino - Sì, per te è sempre neonato. Tu non hai capito che più lo tratti da neonato e più ci resta! Com’è che non ti entra nel cervello!

Rosaria - Lui è… particolare.

- Squilla il telefono.

Ninolino - Vado io. (Si precipita al telefono) -

Rosaria - Aspetta Ninolino, rispondo io.

Ninolino - (Ancora prima che la madre finisca di parlare, Ninolino ha già preso la cornetta) - Pronto?… Qui siamo pronti… lì come siete messi… Sì, pronti… Ti ho detto che siamo pronti… No! Questa non è casa Zappalà…

Cirino - Come non è casa Zappalà…

Ninolino - Un momento che non capisco niente… Chi? Come? Ma vai avanti tu che già conosci la strada… (Chiude)

Rosaria - Ma chi era?

Ninolino - Che ne so! Prima mi ha detto se eravamo pronti ed io gli ho risposto di sì!… Poi mi ha chiesto se era la casa di Zappalà ed io gli ho risposto: no!… Poi si è seccato e poi mi ha detto vai a f….

Rosaria - (Interrompendolo) - Non c’è bisogno che ripeti, l’abbiamo capito perfettamente.

Cirino - Tu mi devi usare la cortesia di non rispondere al telefono, perché non puoi sapere se è qualcosa d’importante ma soprattutto… chi è?

Ninolino - (Ad alta voce) - Chi è?

Rosaria - Chi c’è?

Ninolino - Non lo so!

Cirino - Ma perché, chi è?

Rosaria - Io non ho sentito nessuno.

Ninolino - (Alla madre) - Il papì… ti sembra che è sordo, il papì?

Cirino - Che vuoi dire?

Ninolino - Hai detto: chi è?

Cirino -  (Cirino fa il gesto di colpire Ninolino) - Te lo dico io chi è. E poi ricordati che questa è casa Zappalà. A quest’età non sai nemmeno come ti chiami.

Ninolino - Certo che lo so: Ninolino Zappalà.

Cirino -  (Con approvazione) - Ooh! Una cosa esatta!

Ninolino - (Scattante) - Esatto: Ninolino Zappalà Garibbaddi!

Cirino - D’accordo… Come non detto. (Rassegnato) - Ma come si è potuto fissare così! Comunque ricordati che questa è casa Zappalà.

Ninolino - Dai Cirino papì, lo sai pure tu che questa è la casa del nonno, papì della mammì.

Cirino - E allora? E’ sempre la nostra casa! Perciò casa Zappalà.

Ninolino - Ma allora sei babbo veramente! Se il nonno si chiama Torrisi che centra Zappalà! Babbone!

Cirino - Ti ho detto un sacco di volte che devi essere educato! A me babbone non lo devi dire!

Ninolino - Ma la maestra mi ha insegnato che i papì si chiamano babbi. Siccome io ti voglio bene assai, faccio l’accrescitivo: babbone. Papì, io sogno istruito e ti chiamo babbone, babbone, babbone…

Cirino - (Lo insegue mentre Ninolino scappa e si rifugia nell’altra camera) - Vieni qua… te lo insegno io come mi chiamo. Gran figlio di…

Scena VIa

Rosaria e Cirino.

Rosaria - Cirino!… Ma che ti metti con lui!

Cirino - Allora mi metto con te.

(Squilla il telefono. Risponde Rosaria)

Rosaria - Pronto?… sììì… il signor Zappalà è in casa… un attimo che glielo passo… Chi devo dire?… Va bene!… Adesso glielo riferisco subito… Ah! Capisco! (Al marito con tono serioso) - Per te.

Cirino - Chi è?

Rosaria - (Marcando le parole) - La segretaria dell’azienda… ti vuole!

Cirino - (Facendo il finto tonto) - Chi?

Rosaria - Hai capito perfettamente… Come mai quest’interesse?

Cirino - Sicuramente mi deve comunicare qualcosa d’importante per domani.

Rosaria - Sarà, ma non mi convince.

Cirino - (Va a telefono) - Pronto? Sì era mio figlio Nino. (A bassa voce mentre Rosaria si allontana e va nell’altra stanza. Cirino si guarda attorno) - Ma come ti salta in mente di chiamarmi qui! A casa, con mia moglie sempre sospettosa... Sììì… tu non la conosci, quella sospetta di tutto e di tutti… Nemmeno io ce la faccio ad aspettare… Ma qui, non posso parlare... Come? Chiami da sotto? Vuoi salire? No! Non è possibile, non puoi venire qua… Certo che ti amo… Quanto?… Ma tanto, tanto, tanto… Ma dai ora non posso… ma sì che ti amo, te l’ho appena detto!… Ma così… Ora non mi viene… Va bene te lo dico… un momento. (Si guarda attorno. Poi, passionale, recita alcuni versi) - I miei occhi non sono che per te, (nel frattempo entra Rosaria che ascolta) - il mio cuore non batte che per te, la mia vita non ha senso senza te! Il cuore scoppia (Si accorge della presenza della moglie, balbetta un po’) - …sì, batte forte… Che cosa ho? No, niente! (Imbarazzato, cambiando tono) - Certo con la pressione scoppia... Può andare dal dottore… (Guarda la moglie e la moglie guarda il marito) - Che centra.. la pressione… il dottore… No, io non soffro di pressione… (Cerca di chiudere il discorso) - Brava hai indovinato! (Al pubblico e con un occhio alla moglie) - Finalmente! Sì, anch’io tantissimo. Sì… no, no… non c’è bisogno che ti scomodi… Non venire! Oh! Bene, arrivederci a dopo… (Correggendosi) - A domani! (Chiude)

Rosaria - (Sospettosa) - Dimmi dimmi… come mai parlavi di dottori, di pressione? Hai qualche problema di salute e io non so niente?

Cirino - (Un po’ imbarazzato) - No, io no.

Rosaria - E allora?

Cirino - (C.s.) - Si parlava del capo.

Rosaria - E la segretaria telefonava a casa per dirti che il capo soffre di pressione? Cirino, che cos’è questa storia?

Cirino - (Fingendo di non capire) - Quale storia!

Rosaria - Tu mi hai capito! Lo sai meglio di me che cosa voglio dire!

Cirino - (Recitando la parte dell’ingenuo) - Non fantasticare. Ha telefonato per dirmi che il capo soffre di pressione e se la pressione è alta può far scoppiare il cuore! Questa non è una novità, mi pare?

Rosaria - Mi vuoi abbindolare? “…I miei occhi non sono che per te… il mio cuore non batte che per te…” eccetera, eccetera… (Rammaricata) - Una volta li recitavi per me, ora…

Cirino - (Cogliendo l’attimo di debolezza da parte della moglie, attacca con tono fermo) - Ora basta!

Rosaria - (Reagisce anche lei in modo rabbioso) - Basta lo dico io!

Cirino - Tu sei troppo gelosa e noi due non possiamo andare avanti così.

Rosaria - Te ne sei accorto ora? Dopo venticinque anni?

Cirino - Non è mai tardi. Non posso fare un passo che subito mi sento dire: <<Che fai? Dove stai andando? Perché vieni così tardi? Perché esci?…>> Ora basta! Sono stanco. Non posso più sopportare il tuo fiato sul mio collo.

Rosaria - (Turbata) - Questa non è la prima volta che ti sento dire che sei stanco… Hai forse tirato l’aratro con tutti i buoi?… E poi è da un po’ di tempo che ti vedo e ti sento strano. Tu non ti sei mai interessato della famiglia, ma è un periodo che ti vedo assente completamente, non ti vediamo più. Mi dici sempre che fai straordinario, ma soldi non me ne porti. Mi dici che la macchina si è fermata in mezzo ad una strada, però ti ritiri con una bella macchina sportiva guidata da una donna e arrivi sempre in ritardo. Una volta eri così preciso, puntuale, potevo mettere la pasta a orario. Ora, invece, la pasta diventa una colla nel piatto e spesso nemmeno la mangi per la troppa stanchezza… tu dici! C’è sempre una scusa pronta per ogni cosa che ti succede. Una volta una, una volta un’altra. Fatto sta, che trovo sempre più cose strane.

Cirino - (Cercando di scusarsi) - Cosa ci posso fare se stanno succedendo tutte a me!

Rosaria - Solo a te. L’altra sera eravamo tutti in pensiero io e i tuoi figli. Non sapevamo cosa pensare. Ho trovato il numero di Toni, il tuo collega, e gli ho telefonato.

Cirino - Che ti ha detto?

Rosaria - Dapprima mi fece capire che eravate usciti assieme, poi quando gli ho detto che tu ancora non eri arrivato… si è corretto, dicendomi che ti eri offerto di fare straordinario e che lui non ricordava. Me l’ha venduta!

Cirino - Che c’è di strano?

Rosaria - Niente! Solo che quando sei venuto, avevi i capelli per aria e la maglietta piena di rossetto!

Cirino - Lo vedi che sei gelosa! I capelli per aria era stato il vento… e poi il rossetto… ma sei sicura che era rossetto?

Rosaria - E come! Lo trovo dappertutto. Ha ragione Ninolino quando ti chiama babbone…

Cirino - (Con tono alterato) - Non ti permettere…

Rosaria - E perché non mi devo permettere! (Incalzante) - Era rossetto! Sei così babbeo che non stai nemmeno attento. Almeno me lo nascondevi!

Cirino - (Reagisce ridendo) - Aaah! Rossetto. Sicuramente il colore di una maglietta che si era stinta e a te è sembrato rossetto. Smettila una buona volta di fare la gelosa. Sono i tuoi occhi accecati dalla gelosia che vedono ciò che vogliono vedere.

Rosaria - I mie occhi saranno accecati, quelli degli altri no! Ho soddisfatto un piacere, proprio per non essere completamente cieca.

Cirino - Che piacere?

Rosaria - L’ho fatto analizzare!…

Cirino - (Sarcastico) Il tuo cervello?

Rosaria - Era rossetto!

Cirino - (Scoperto cerca qualche scusa o quanto meno di giustificarsi) - Sicura che non era tuo?

Rosaria - Come poteva esserlo se è più di un anno che non mi dai un bacio? E poi il rossetto era di marca buona, uno di quelli che io non posso permettermi, che costa un sacco di soldi; quello che tutte vorremmo comprare ma che solo alcune se lo possono permettere.

Cirino - (Sconvolto) - Ti sei permessa di fare analizzare una cosa di mia proprietà? Non potevi chiedermelo?

Rosaria - Lo chiedevo a te! La prima scusa che mi avresti detto sarebbe stata quella che mi hai dato: una macchia dovuta a un indumento stinto! Oppure avresti cercato altre scuse per nascondere ogni cosa!

Cirino - (Ormai scoperto non sa che fare, così attacca la donna verbalmente) - Tu sei pazza! La gelosia ti ha reso pazza!

Rosaria - (Risponde a tono) - Sono pazza, non per la gelosia, ma perché vivo con te. Perché non sei più un marito, un padre. Perché non t’interessa niente di me… Ma se fosse solo per me, credimi, io non ti avrei detto niente, mi dispiace perché ci sono i tuoi figli, con tutte le conseguenze che possono nascere…

Cirino - Basta! Basta!

Rosaria - Basta? Ancora potrei continuare fino a domani mattina.

Cirino - Sai che ti dico, tu continua fino a quando vuoi… io me ne vado. Sì, ho deciso: me ne vado da questa casa che è diventata una prigione. Non ce la faccio più.

Rosaria - (Scoppiando in lacrime) - Vattene, vattene da quella “cosa puzzolente” che si mette con un uomo vecchio, rimbambito e con una famiglia sulle spalle. Ti sembro così scema da non capire che c’è una donna sotto tutto questo? Ho fatto finta di niente perché speravo in un tuo cambiamento e dicevo a me stessa: ora il mio Cirino torna quello di una volta… Sarà una sbandata di un paio di giorni… ha bisogno di sfogarsi. Avrei accettato pure questa situazione… Ma che mi viene fino in casa, con mille ridicole scuse… no! Questo no! La pressione… il capo sta male… la macchina… Tu non eri così. Ti ha fatto girare la testa, non è vero? Guardami, non è vero?

Cirino - - Silenzio da parte di Cirino.

Rosaria - Il silenzio è la migliore risposta.

Cirino - (Sbotta) - Finiscila! Chiudi quella boccaccia maledetta!… Sì! E’ vero! C’è una donna giovane che non m’assilla, che si sistema bella, simpatica, che non mi riempie la testa di chiacchiere asfissianti… Ma guardati, sembri una vecchia! Osservati allo specchio, guarda come ti sei ridotta. Sistemati! E ora basta! Io me ne vado, i vestiti li mando a prendere dopo con qualche amico! (Accenna ad andarsene)

Rosaria - Se te ne vai da questa casa… non entri più!

Cirino - Finalmente in tutta la giornata hai detto una parola giusta, saggia… non entro più!

- Esce dalla porta di casa infuriato. Rosaria rimasta sola piange.

Rosaria - Come sono ridotta… Che ne sa lui… Anche a me piacerebbe vestire alla moda, elegante, sempre pronta per festini e balli, andare nella parrucchiera ogni settimana… Che ne sa lui della mia sofferenza. Sa forse di pediatri, dottori, farmacie? E’ stato sempre assente come padre e come marito. E’ venticinque anni che convivo con quest’uomo e quante volte l’ho visto vicino alla mia pena? I figli si fanno e si crescono in due! (Piange)

Si sente la voce di Ninolino che chiama la madre.

Ninolino - Mammì, io sono pronto. Vieni?

Rosaria - (Fra una lacrima e l’altra) Vengo, gioia mia. Vengo! (Si avvia).

Cala il sipario.


Atto Secondo

Qualche settimana dopo.

Scena Ia

Ninolino e Daniele.

Ninolino - (Seduto nel divano, parla tra se mentre tiene in mano un aereo di carta) - Io mi gioco i numeri, così vinco i miliaddi e la mammì non va a lavorare. Ninolino non sopporta che Cirino papì non c’è, che non mi porta a vedere la partita di pallone allo stadio. Io non sopporto che la mammì piange sempre. Io voglio mammì e papì insieme. (Gioca con l’aereo) - Vuuuu… Ninolino soopra l’aereo vola. Passeggeri a boddo non vi spaventate, siamo in mezzo alle nuvole… Vuuuuuuuu… Stiamo per atterrare, vuuuuuuuu … Si parte per i carabbi… dove c’è sempre sole… Vuuuuuu… spiagge… mare… pesciiiiii…

Daniele - (Entrando dall’altra stanza vede il fratello seduto nel divano) - Ninolino, ma che fai? Non vieni a vedere i cartoni animati?

Ninolino - Ninolino sta da questo lato, in questa stanza. Io con te non ci vengo.

Daniele - Ma ci sono i cartoni animati, a te piacciono così tanto!

Ninolino - Non m’interessano. Con te non ci sto. Mi metto sooopra l’aereo e volo nei carabbi.

Daniele - Dov’è che voli?

Ninolino - Nei carabbi…

Daniele - E che cosa sono?

Ninolino - Babbaccio, e com’è che non sai niente… dove fanno le carabine! Quelle che sparano: pam pam! Daniele, pam pam pam.

Daniele - Ma che dici?

Ninolino - Aaaah, me l’hanno insegnato a scuola: parole derivate… carabbi… carabine! E poi, là è bello… c’è sempre caldo bello, mare bello, spiagge belle, tutte le cose belle… bello, bello, bello.

Daniele - Bello, lo so. Questo posto che dici tu si chiama Caraibi e non hanno niente a che fare con le carabine.

Ninolino - Io che cosa ho detto: carabbi.

Daniele - Caraibi.

Ninolino - (Innervosendosi) - Chi sogno io?

Daniele - Per favore non cominciare.

Ninolino - (Mettendosi sull’attenti) - Io sogno Garibbaddi. E tu?

Daniele - Sì, sogno di notte e di giorno?

Ninolino - Di giorno sbarchiamo e ammazziamo il nemico. (Guarda il fratello con uno sguardo minaccioso) - Il nemico deve morire!

Daniele - (Conosce bene quello sguardo e malvolentieri sta al gioco del fratello) - Sì, mio generale. Io sono il tuo luogotenente, o mio generale.

Ninolino - Sicuro che non sei il mio nemico?

Daniele - (Verso il pubblico) - Come mi annoia! Dobbiamo fare sempre lo stesso gioco! (A Ninolino) - Sicuro, signor generale!

Ninolino - Meno male, perché gli stranieri… io, li fucilo! Hai capito?

Daniele - Uffa! Signorsì!

Ninolino - Com’è il mare?

Daniele - Calmo e silenzioso!

Ninolino - (Ridendo e prendendolo in giro) - Aaaa… aaaa… babbaccio… perché, il mare parla?

Daniele - Che centra!

Ninolino - Tu hai detto: “silenzioso”. Vuol dire che prima stava parlando!

Daniele - Volevo dire che non è mosso… non è agitato!

Ninolino - E la luna?

Daniele - …Offuscata e pallida!

Ninolino - (C.s.) - Aaaaa… aaa… e perché  non le dai da mangiare?

Daniele - (Spazientito) - Ninolino, basta mi sono seccato!

Ninolino - Ue, ue! Chi sogno io… chi sogno io…?

Daniele - E torna con questo sogno!

Ninolino - Io sogno generale Garibbaddi e ti fucilo.(Serio) - Daniele, ma che cosa vuol dire offuscata?

Daniele - Offuscata… Che non si vede bene… quasi nascosta… come se ci fosse un velo, o come quando c’è una leggera nebbia.

Ninolino - Ah! Come quando tu fumi e il fumo ti gira attorno e ti nasconde.

Daniele - Ma tu che ne sai?

Ninolino - Ooooh! Silenzio! Io sogno il generale e so tutto! Siamo pronti allo sbarco?

Daniele - (Sbuffando) - Sì, pronti allo sbarco!

Ninolino - Oh, oh! Un po’ di forza, di animo, mi sembri un po’ moscio. Dobbiamo sbarcare, quanti soldati abbiamo?

Daniele - Mille.

Ninolino - (Imitando l’attacco suona la tromba) - Papapaaaa, papapapapaaaa…. (Si butta sul fratello) - Pam, pam, sparano! Mi spavento!

Daniele - Non si preoccupi, generale, ci sogno io!

Ninolino - Aaaaah… pure tu sogni!

Daniele - No, mi hai contagiato. Volevo dire: chi sono io?

Ninolino - (Si ferma, diventa triste) - Sì, ma la mammì mia dov’è? E Cirino papì dov’è? (Piange) - Io voglio a papì! Voglio a Cirino papì.

Daniele - (Cerca di consolarlo) - Non fare così, non piangere. Prima o poi il papà torna, non ti preoccupare.

Ninolino - Sì, prima… prima… Me lo dici sempre… Io ora lo voglio. Perché alzavano sempre la voce la mammì e il papì?

Daniele - (Non sa che dire) - Perché… ma tu non pesarci… (Cerca di distoglierlo e cambia discorso) - Lo sai che facciamo ora? Usciamo e andiamo ai giochi, va bene?

Ninolino - No! Non vengo! Devo giocare i numeri.

Daniele - Sì, i numeri! (Sospira) - Ma che devi fare!

Ninolino - (Deciso) - Mi gioco i numeri, così il papì non lavora, sta sempre a casa, mi porta allo stadio e non litiga con mammì; anche lei non va a lavorare… tu non lavori…

Daniele - Ninolino, io non lavoro.

Ninolino - No, volevo dire, così tu non vai a lavorare.

Daniele - Ti ho detto che non lavoro.

Ninolino - Ue! Ti pare che sono babbaccio! Ho capito, ma prima o poi ci devi andare a lavorare?

Daniele - Certo! Purtroppo!

Ninolino - Se io vinco, tu non lavori.

Daniele - (Con approvazione) - Magari! Va bene! Per il momento non ci pensiamo.

Ninolino - No, io devo pensarci, perché i numeri escono come dico io!

Daniele - (Ride e schernisce il fratello) - Allora sei un mago! Riesci a trasformare, a predire ciò che accadrà nel campo dei numeri! Signori e signore, ecco a voi, il mago dei numeri.

Ninolino - (Arrabbiato) - Io non sogno mago! Sogno Garibbaddi. No mago, no mago, no mago, no mago, no mago…

Daniele - Basta Ninolino… ho capito. Generale Garibaldi!

Ninolino - (Si mette sull’attenti) - Sissignore. Io, grande generale Garibbaddi conquisterò il mondo… vincerò miliaddi e… (Con tono serio e perplesso) - …e poi che faccio, Daniele?

Daniele - (Preso alla sprovvista) - …Che fai?! …Intanto puoi pagare i tuoi soldati, ma soprattutto il tuo amato e fedele luogotenente.

Ninolino - E chi è questa persona?

Daniele - Come chi è? Io, il tuo amato fratello.

Ninolino - (Riflette) - A te niente soldi.

Daniele - Come, prima mi hai detto che non dovevo andare a lavorare e ora mi dici niente soldi? Io non ci capisco più niente.

Ninolino - E l’hai scoperto ora?

Daniele - Che cosa, che non mi darai una lira?

Ninolino - No. Che sei scemo! Non capisci niente!

Daniele - Ma perché a me niente?

Ninolino - Perché tu sei sempre in mezzo alla nebbia e non ti vedo bene! Ti vedo… offuscato! Ti metti quella sigaretta “puzzolente e puzzante” nella bocca e ti esce fumo da tutte le parti. Quando ti chiamo nemmeno mi dai retta, non mi senti. Certe volte mi rispondi: (Con voce tremolante)  sto viaggiando… E ti metti a dire: (movendo il capo a destra e a sinistra) - a… a… a… a… u… u… e… e…

Daniele - (Imbarazzato) - Eee… per questo mi devi dare i soldi!

Ninolino - A te niente. Lo vuoi capire? A te niente, neanche un soldino.

Daniele - E va bene! Mi rassegno a rimanere povero!

Ninolino - E poi, mi hai fatto fare quel gioco? No! Ora che sogno ricco, a te… no, no, no, no, no!

Daniele - (Facendo il saluto militare) - Signorsì, a me niente. Giacché sei ricco… a me niente… Non ne voglio… Però, giochi niente!

Ninolino - (Lo guarda teneramente negli occhi e dopo una breve pausa) - Scherzoooo! Babbaccio, non lo sai che scherzo! Ne ho soldi, ne ho? Nooo! Chi sogno io? Chi sogno io?

Daniele - Ninolino, per favore, basta con questi sogni; con questa storia! Sto diventando scemo!

Ninolino - Daniele… Daniele!

Daniele - Lasciami stare! Sono stanco!

Ninolino - Daniele… Soldato! Lungotenente! Camicia rossa!

Daniele - Ninolino, io sono Daniele! Tuo fratello! E basta!

Ninolino - Sì, lo so, ma sei scemo! Non capisci niente!

Daniele - (Adirato) - Che devo capire?

Ninolino - Sogno ricco! Ho vinto i miliaddi!

Daniele - (Si arrabbia) - Basta, basta, basta… (Si mette le mani ai capelli e va via) - Sto diventando veramente scemo a furia di stare con lui!

Ninolino - (Dispiaciuto) - Se n’è andato! Mi lascia sempre solo per mettersi a fumare quella cosa schifosa, “puzzolente e fumaiola”. Non ha capito che io gioco i numeri e divento ricco, miliaddario!

Scena IIa

Ninolino e Rosaria.

- Entra la madre che viene da lavorare. Ninolino è seduto sul divano.

Rosaria - Ciao, Ninolino, che fai là tutto solo! Vieni da mamma tua.

Ninolino - No, non ci vengo.

Rosaria - Come, non vieni dalla tua mamma?

Ninolino - No, no, no, no… io voglio stare da solo, solo, solo, solo…

Rosaria - Ma perché? Che è successo? (Gli si avvicina)

Ninolino - (Pentito, piange) - Mammì, io non volevo dire così… Non te ne andare mammì. Io voglio stare con te e il papì. Non lasciare Ninolino solo!

Rosaria - (Si siede con lui e cerca di consolarlo) - Hai ragione. Ma lo sai che non è un capriccio. Papà è fuori per lavoro ed io devo guadagnare per forza qualche soldo!

Ninolino - Non è vero! Tu imbrogli Ninolino! Cirino papì non torna più. Se n’è andato con un’altra…

Rosaria - Ma chi ti ha detto queste cose?

Ninolino - Io lo so! Le ho sentite con le mie orecchie…

Rosaria - Non ti preoccupare che prima o poi si sistema tutto. Papà ha bisogno di… una pausa di riflessione. Vuole riflettere solo, lontano da noi! Vedrai che ritorna!

Ninolino - Se doveva riflettere, c’era bisogno che andava lontano? Si poteva sdraiare nel letto sopra quello di Daniele e con quel fumo che produce lui, poteva fare viaggi e sonni lunghi. Daniele dice che con quel fumo riflette.

Rosaria - Daniele continua ancora con quelle porcherie?

Ninolino - E come! L’altra volta gli ho sentito dire che era in viaggio… scemo! Come poteva essere in viaggio se era sdraiato nel letto in mezzo ad una nebbia puzzolente?

Rosaria - Ma tu non devi toccare le cose di Daniele, lo prometti?

Ninolino - Mammì, (breve pausa - guarda la madre) - che sogno scemo?

Rosaria - No, bello della mamma tua, no!

Ninolino - Mammì, non ti preoccupare che sistemo tutto io. Vinco, vinco, vinco i miliardi, tu non vai a lavare scale delle altre persone, torna il papì e a Daniele gli compro un treno a carbone… così, non fuma più lui, ma il treno… Tutuuuuuu! (Tutto contento) - E io mi metto sooopra, così giriamo tutto il mondo, vediamo posti belli, cose belle…

Rosaria - Tutto bello… lo sappiamo. (Pausa) - Certamente una bella favola: tu vinci i miliardi… io non lavoro più… tuo padre torna… e tuo fratello fa il capo stazione.

Ninolino - No, il macchinista!

- La madre accenna ad un sorriso amorevole.

Ninolino - Mammì, voliamo, cantiamo, andiamo lontano, nei carabbi, divertiamo tutti i giorni nei giochi…

Rosaria - Va bene, non ci pensiamo più ora… (Si alza per rassettare)

Ninolino - Come no! Io devo pensare i numeri per giocarli. (Si mette con la testa china e fra le mani) - Penso, penso, penso…

Rosaria - Ninolino, lascia stare.. (mentre si aggira per la stanza)

Ninolino - Uno, due, tre, quattro, cinque… (continua a contare).

Rosaria - Ma! Signore mio, aiutalo tu!

Ninolino - (All’improvviso esplose) - Ho pensato!

Rosaria - Che è successo?

Ninolino - Qua sono, qua sono…

Rosaria - Chi?

Ninolino - I numeri.

Rosaria - Li hai trovati?

Ninolino - No!

Rosaria - Allora che c’è!

Ninolino - I numeri… li ho pensati! Sogno miliaddario! Miliaddario!

Rosaria - Ma se nemmeno li hai giocati!

Ninolino - Giusto! Dammi i soldi, mammì.

Rosaria - Dai Ninolino, lascia perdere. Non è il caso di spendere questi soldi… evitiamo.

Ninolino - (Insistente) - Dammi i soldi! Ti prego, dammi i soldi, ci vado subito. Dammi i soldi, dammi i soldi, dammi i soldi…

Rosaria - Ninolino, ascoltami, poi ci vai.

Ninolino - No, ora. Ci sono i numeri che scappano!

Rosaria - E tu fermali, bloccali, così poi li giochi.

Ninolino - No, ora, ora, ora, ora, ora, ora…

Rosaria - Questa puntina s’incanta sempre! Basta ho capito. Aspetta che ti do i soldi. Prende la borsa e gli da cinque mila lire)

Ninolino - Solo questi mi dai?

Rosaria - E quanto ti devo dare?

Ninolino - Un milione!

Rosaria - Perché questi che hai nelle mani quanti sono?

Ninolino - Non lo so io! (Risentito) - Tu lo sai che Ninolino non conosce i soldi. Sono un milione?

Rosaria - Puh! Anche di più!

Ninolino - Grazie, mammì, vado! (Da un bacio alla mamma e corre via)

Rosaria - Aspetta dove stai andando? (La madre non fa in tempo a fermarlo).

Ninolino - Soootto. Nel bar-tabacchi di Sebastiano. Lui mi dà i miliaddi.

Rosaria - Aspetta, vai con tuo fratello.

Ninolino - (Guarda la madre e con tono serio risponde) - Ci vado solo. Ti pare che sogno babbaccio come lui! E poi con quell’addormentato non ci vado. (Scappa dalla porta d’uscita)

Rosaria - Si, ma stai attento. Non insultare nessuno!

- Va alla finestra per cercare di intravedere il figlio. Entra Daniele un po’ “fatto”, vacante sulle nuvole a causa del fumo.

Scena IIIa

Rosaria e Daniele.

Daniele - Ciao, mamma.

Rosaria - Daniele, ma quando la smetti! Non vedi come ti stai riducendo?

Daniele - Ma lasciami stare! Cosa vuoi da me!

Rosaria - Una volta a casa non fumavi, ora invece non rispetti più nemmeno quest’ambiente familiare.

Daniele - Familiare… quale famiglia! Non venirmi a fare una predica sulla famiglia, per favore. Vuoi forse che lo faccio fuori?

Rosaria - No! Se proprio lo devi fare, fallo a casa, almeno so dove sei. Senti fammi un favore. Scendi sotto e controlla tuo fratello che è andato a giocare i numeri.

Daniele - Quando si mette una cosa in testa, non gliela può togliere nessuno!

Rosaria - L’ha detto pure a te questo fatto dei numeri?

Daniele - A me ha detto che è già miliardario.

Rosaria - Anche a me! Vai, corri, prima che si piazza in mezzo alla strada ad imitare il vigile come sempre o peggio ancora combina qualche sciocchezza.

Daniele - Ma perché ci devo andare sempre io di mezzo, non capisco. (Si avvia all’uscita barcollante e brontolando).

Rosaria - C’è andato un valido aiuto! (Rimasta sola) - Che cosa grande! (Alzando gli occhi in cielo come per cercare una risposta) - Signore, ma perché questa cosa così grande proprio a me? Come devo fare? Tu mi devi aiutare. Questo me lo devi!

- Suonano alla porta. Rosaria, dopo aver dato un’altra occhiata dalla finestra, va ad aprire.

Scena IVa

Rosaria e l’avvocato.

Rosaria - Oh! Avvocato, accomodati.

- Entra Andrea, l’avvocato cui ella ha affidato il disbrigo della causa per il divorzio. Egli è ben vestito ed è un vecchio amico di Rosaria.

Avvocato - Grazie, Rosaria! Quanto non mi piace che mi chiami avvocato! Quasi, mi disturba! Chiamami come ai vecchi tempi: Andrea.

Rosaria - Ormai ti vedo sotto questa veste e sai…

Avvocato - Lascia perdere la veste. Come va?

Rosaria - O si va o si va! Come si deve sentire una povera donna con un mondo che gli crolla addosso?!

Avvocato – Avanti su, non essere pessimista! Vedrai che le cose si accomoderanno. In un modo o in un altro troveremo una soluzione ad ogni problema.

Rosaria - Intanto accomodati pure, siediti. Ti posso offrire qualcosa?

Avvocato - No, grazie, ho consumato qualcosa qui sotto al bar. (Siedono) - A proposito, ho incontrato Ninolino che diceva a tutti di essere diventato miliardario.

Rosaria - (Con sentimento) Quel figlio mio! Dove si fissa. Oggi nei miliardi, un altro giorno in Garibaldi…

Avvocato - Continua ancora con quella storia di Garibaldi?

Rosaria – Quella non la dimentica più! Ogni giorno ci sono battaglie e sbarchi. Sapessi com’è convinto!

Avvocato - Ma dico, come si può arrivare ad una cosa simile: impersonare un uomo, che dopo tutto, non ha neppure conosciuto.

Rosaria - Caro avvocato, tu conosci le leggi perché le hai studiate e perché sono cose create dagli uomini. Riguardo alla mente… nessuno comprende il come e il perché funziona così, anche se ci sono studi avanzati. Solo Nostro Signore sa che cosa c’è lì dentro, in quella testa, e solo Lui sa come devo comportarmi!

Avvocato - (Cerca di farle coraggio) - Va bene, ma devi tirarti su!

Rosaria - E come? Un figlio problematico, un altro mezzo drogato, un divorzio…

Avvocato - Certo, hai ragione. Ho studiato tutto per bene. Possiamo sistemare ogni cosa.

Rosaria - Sentiamo, che sistemazione possiamo dare?

Avvocato – Allora... Prima di tutto dobbiamo affrontare la realtà…

Rosaria – Scusami, ma, questa non mi sembra una gran novità!

Avvocato - Una cosa per volta. Prima di tutto iniziamo con il divorzio. Tuo marito non risulta occupato, anzi risulta iscritto nelle liste di collocamento come disoccupato, ma lavorava lo stesso! Addirittura una volta ogni tanto percepiva un assegno di disoccupazione che non gli spettava, perché nel frattempo lui lavorava.

Rosaria - In effetti è vero! La ditta dove lavora lo mette in regola solo per qualche settimana o mese e per il resto dell’anno risulta disoccupato.

Avvocato - A casa portava lo stipendio regolarmente?

Rosaria - Sì, quando lo pagavano portava qualche soldo. Ma questo che centra?

Avvocato - Potremmo fare causa alla ditta… ma non riceveremmo nemmeno una lira…

Rosaria - (Non riesce a capire il senso del discorso) – Che cosa vuoi dire?

Avvocato - Ecco, voglio dire che tuo marito, risultando disoccupato, non ti può dare una lira per il sostentamento.

Rosaria - (Meravigliata) – Come? Ha una famiglia…

Avvocato - Di fatto… sì…

Rosaria - Una moglie, due figli di cui uno handicappato e non mi tocca nemmeno una lira?

Avvocato - Purtroppo…

Rosaria - Quale purtroppo! Lui deve prendersi le sue responsabilità. Deve provvedere almeno al bisogno dei figli. Deve contribuire moralmente ed economicamente.

Avvocato - (Cerca di giustificare) - Bisogna tenere conto che non ha entrate! Se non le ha, non può darti quello che in effetti, con carte alla mano, non ha.

Rosaria - (Un po’ alterata) – Lui ha tutta la libertà che vuole. Ha i soldi che guadagna mensilmente e a me deve dare qualcosa per forza, almeno per sostenere i figli…

Avvocato - (C.s.) - Vedi Rosaria… secondo il punto di vista umano, tu hai perfettamente ragione, ma in base alla legge…

Rosaria - (C.s.) - Legge? Che legge e legge d’Egitto. Perciò io mi tengo i figli e per giunta gli devo dare da mangiare? Io che non ho una rendita, un lavoro...

Avvocato - Lui deve contribuire alla salute…

Rosaria – Dovrebbe rimanere paralitico! Maledetto lui e il giorno quando l’ho sposato.

Avvocato - Aspetta, calma, tranquillizzati.

Rosaria - Calma? Ma io lo uccido, piuttosto gli sparo! Lo uccido!

Avvocato - Avanti non dire spropositi.

Rosaria - E poi lo vedi! Anzi lo sentirai: “moglie stressata uccide il marito perché la legge non la tutela....” Tutti i giornali parleranno di questa pazza. Piuttosto quanto danno per un omicidio?

Avvocato - (Sopra pensiero) - …Beh! Siccome non hai precedenti penali… (Si corregge) - …ma che mi fai dire! Non ci pensare. (Pausa) - Un momento, tu percepisci l’assegno per Ninolino e…

Rosaria - E secondo te io posso vivere con la miseria dell’assegno? Lo sai cosa ha fatto Daniele l’altro giorno?

Avvocato - Che cosa ha combinato questa volta?

Rosaria – Mi ha rubato quei quattro soldi che avevo messo da parte. Ha sempre bisogno di soldi.

Avvocato - Rosaria, aspetta, fammi finire di parlare. Ho un progetto in mente che potrebbe essere la soluzione a tutti i tuoi problemi. Capisco che la situazione è grave, ma aspetta un momento, ascoltami.

Rosaria - (Calmatasi) – Sentiamo, parla!

Avvocato - Dicevo, tuo marito non percepisce alcun reddito sicuro o per lo meno accertabile, ma nel caso in cui la ditta lo metta in regola e lo paghi, è obbligato a risarcirti per una quota.

Rosaria - E se questo non succede? Se la ditta non lo mette in regola? Io nel frattempo, insieme ai figli, muoio di fame.

Avvocato - Fammi parlare. Fino a quando è disoccupato o risulta tale, non possiamo fare niente. Credimi! La mia è un’idea. Parlerò con la ditta e vedrò come sistemare la situazione. Da un primo colloquio sembrano disponibili a parlare.

Rosaria - A parlare sono sempre tutti disponibili.

Avvocato - Vedremo! Oh, e questa è una! Per il caso di Daniele, invece, ho già parlato con un mio amico che lavora in una comunità…

Rosaria - (Interrompendolo) - Comunità niente! Mio figlio non è drogato. E poi le comunità non mi sembrano sicure.

Avvocato - Va bene, non è drogato. Però la strada che ha intrapreso è quella. Si inizia così con uno spinello, la sigarettina, il desiderio di provare che aumenta sempre di più, le cattive amicizie… Questo credo che tu non lo possa negare.

Rosaria - (Non sa che dire) - Forse…

Avvocato - Lo sai, non lo puoi negare, prima o poi lo diventerà!

Rosaria - No! Mai! Io glielo impedirò.

Avvocato - Sì certo, come le altre madri… Sai quante ne sono passate nel mio studio raccontando tutte la stessa storia… (Rosaria piange sfogandosi) - … Avanti… su non piangere. (La consola) - Te l’ho detto per il suo bene. In questi casi è meglio allontanarlo dal luogo dove vive e dalle cattive amicizie.

Rosaria - Non voglio! Mio figlio non è drogato!

Avvocato - Comunque questa è una proposta da non sottovalutare. Pensaci bene e in seguito, con calma, mi darai la risposta. Poi ci sarebbe il problema di ... (Titubante) - di …Ninolino.

Rosaria - Ninolino non si tocca.

Avvocato - E chi lo vuole toccare. Ho pensato che i ragazzi come lui hanno bisogno di lavorare, di rendersi utile…

Rosaria - Questo è un discorso accettabile.

Avvocato - Ecco, volevo proporti un istituto…

Rosaria - Ninolino le scuole le ha frequentato. E’ stato visitato da almeno cinquanta dottori, tra pediatri, psicologi, psichiatri, neurologi… e figure varie. Nessuno mi ha detto con certezza quello che ha avuto, che ha o che conseguenze, che sviluppi può avere. Ognuno mi ha dato una risposta diversa dell’altro. Tutti sono concordi nel dire che non è grave! Perciò, te lo puoi togliere dalla testa.

Avvocato - Ma io ti indicavo un istituto che non è un istituto, insomma è un tipo d’istituto...

Rosaria - Andrea, che vuoi dire?

Avvocato - E’ una cooperativa che si occupa, per così dire, di artigianato, organizzata in modo tale, che questi ragazzi possono realizzare dei prodotti che in seguito vengono venduti. Il ricavato, naturalmente, tolte le spese di gestione e di materiale necessario, si distribuisce ad ognuno di loro. Certo, una miseria, ma che può costituire un modo per sentirsi partecipi nella società… I ragazzi possono dormire ed avere la pensione completa nella stessa struttura.

Rosaria - (Interessata) - E dove si trova?

Avvocato - In una cittadina del settentrione.

Rosaria - Del…

Avvocato - Del nord. Perché ti sembra così strano!

Rosaria - E tu vuoi che io mando mio figlio fuori,... al nord.. da solo?

Avvocato - Purtroppo se vuoi usufruire di tali strutture devi cedere un po’ del tuo…

Rosaria - (Con dono deciso) - Io non cedo niente e mio figlio, io, lo tengo qua. Fino a quando ho il fiato di lavare scale e cessi, mio figlio non si allontana da me. Mio figlio è mio figlio e resta con me fino a quando vivo.

Avvocato - (Cerca di calmarla) - Va bene, Rosaria. Calmati! Non c’è bisogno di fare così. La mia era soltanto una proposta. Pensavo di dare una buona risposta al problema di Ninolino: occupare la sua giornata o quanto meno offrirgli una prospettiva di crescita e, perché no… di sollievo per la famiglia e per te.

Rosaria - (Ragionevole) - Hai ragione Andrea, scusami, ma sono stanca.

Avvocato - Ti capisco. Io sono qua per aiutarti. Comunque non ti preoccupare, se non sei d’accordo con tutto quello che ti ho esposto, fai conto… beh, come se non ti avessi detto niente.

Rosaria - Vedi avvocato mio, tu non sei sposato e non puoi capire cosa significano i figli per una madre, comunque essi siano, buoni o malati, ben fatti o malformati. Anzi quelli che la società ha etichettato handicappati, diversi... quelli, sono i più amati. Siamo bravi a trovare le parole speciali, parole che fanno colpo appena le senti. L’amore per i figli, da parte di una madre, è una cosa naturale, ma per i figli come il mio Ninolino, l’amore è speciale e la protezione della mamma aumenta di cento volte. Guardati attorno, tutti gli animali proteggono i cuccioli. Non esiste potenza umana che può interferire o togliere questo amore. Una madre lotta fino alla morte.

Avvocato - Rosaria, i tuoi discorsi mi commuovono…

Rosaria - Questo è quello che non voglio io: la commozione, la pietà.

Avvocato - Non centra la pietà, ma devi anche accettare la realtà.

Rosaria - E qual è la realtà, quella che si vide o quella che è dentro di noi, nel nostro animo?

Avvocato - (Imbarazzato) - …Così non puoi andare avanti! Hai due figli cui badare, uno è mezzo fumato e l’altro… (reticente)

Rosaria - Handicappato!  Non essere imbarazzato quando lo dici, ormai l’ho accettato e mi sono abituata.  All’inizio alzavo gli occhi in cielo e chiedevo al Signore: perché proprio a me?  Che cosa ho fatto di così male per meritarmi una punizione così grande? Nessuna risposta, e ancora ne aspetto una, ma nel frattempo ho capito che cosa vuole dire amare veramente!  Che cos’è l’amore.  In situazioni come quella mia, si capisce quanto si vuole bene veramente una persona!  Sai, quando entro nei negozi, quando passo per la strada o quando sono alla fermata dell’autobus, mi sento puntati        addosso centomila occhi, come se avessi una malattia infettiva o fossi una untrice che porta la peste. Sento gli occhi che mi dicono: guarda là, poverina, quella è Sara, quella che ha un figlio scemo, un figlio handicappato, un figlio che non è normale! E il cuore... sai quanto mi diventa…? (Mostrando il pollice e l’indice in opposizione formanti un cerchio)… - tanto: piccolo, piccolo quanto una nocciolina. Quante madri sono venute in questa casa per lamentarsi: “signora, suo figlio tocca mia figlia”… “Stia attenta perché suo  figlio stuzzica mio figlio. Se poi gliele suona, che facciamo?”… “Signora, suo figlio mi ha preso…” Oppure quando mi dicono: “che tiene a fare in casa… perché non lo rinchiude in un collegio oppure lo mette sotto chiave”… “Vede che le mani non le deve alzare, se no, ci penso io!”… O peggio ancora c’è chi mi ha detto pure: “Lo tenga legato con una catena!” Che tipo di mostro è, un animale feroce?! La mia bocca se li vorrebbe spolpare uno ad uno. Ma loro che colpa hanno! Avvocato, c’è una legge per togliere questo tipo di malocchio? (Sa di aver fatto una domanda alla quale non avrà mai una risposta)… C’è?

Avvocato - Veramente... (Imbarazzato, non sa cosa dire) - Io non conosco a fondo il problema.

Rosaria - Non la girare che si brucia! Non la conosci perché non c’è! Come non c’è quella per far tirare fuori i soldi a mio marito, perché risulta disoccupato. Io combatto tutto il santo giorno per procurare il cibo e lui se la spassa a destra e a manca con quella grandissima…

Avvocato - (Intervenendo prontamente) - Rosaria, ti prego, almeno su questo risparmiami!

Rosaria - Hai ragione, scusami, ma sai, quando penso a tutto quello che ho passato...

Avvocato - Non commiserarti... ci sono io. Vedrai... ti aiuterò io! Se no, a che servono gli amici?

Rosaria - Hai ragione! (Pausa)

Avvocato - Beh! (Non sa cosa dire) - …Fuori, c’è una bella giornata!

Rosaria - - Rosaria lo guarda come per chiedergli: che centra?

Avvocato - (Finalmente si rivela) - Rosaria, il mio cuore palpita.

Rosaria - (Finge di non capire) - Meno male, significa che sei vivo.

Avvocato - Tu lo sai perché non mi sono sposato, e non puoi continuare a far finta di non capire.

Rosaria - Perché, Carmela ti ha lasciato?

Avvocato - Non scherzare. Carmela non era la ragazza che faceva a caso mio.

Rosaria - A no! Eppure da come stavate assieme non si capiva.

Avvocato - No, troppo stravagante. Un giorno aveva i capelli rossi; un altro giorno li aveva gialli; qualche volta se li trasformava a “moicana”; altre volte a “zulù”; quando la vedevo mi chiedevo se era lei o un’altra donna. Non sapevo quando e dove lavorava, oppure se era a casa o se era fuori. Io arrivavo e lei usciva. Ho resistito ed ho coabitato un anno perché i nostri incontri erano occasionali. E anche perché non avevo il coraggio di dirle che la nostra unione non poteva andare avanti: troppo diversi. Forse proprio per questo i nostri mondi si attraevano. Finalmente un giorno mi sono deciso…

Rosaria - Che hai fatto!

Avvocato - Ero uscito per andare in ufficio e lungo il tragitto, dicevo a me stesso: basta è giunto il momento di tagliarla. E così, a metà strada sono tornato indietro. Quando sono arrivato a casa… sai cosa ho trovato?

Rosaria - Cosa?

Avvocato - Non te l’immagini?

Rosaria - La casa vuota!

Avvocato - No, piena!

Rosaria - Di ladri?

Avvocato - No, che centrano i ladri!

Rosaria - E allora di che cosa?

Avvocato - Di amici suoi. Chi era sdraiato sopra il divano, chi si sbaciucchiava, chi beveva liquore. Uno addirittura l’ho trovato nel suo… anzi, precisiamo, nel mio letto con lei!

Rosaria - Oh! Con lei nel tuo letto!

Avvocato - Sì, precisamente! Nel mio letto! Sai cosa mi ha risposto? Che sono antiquato, che non so comunicare… Che quello era un esercizio per ristabilire un contatto con il sé corporeo. Mi sarei fatto volentieri dieci anni di galera!…

Rosaria - E tu cosa hai fatto?

Avvocato - Che dovevo fare! Ho fatto spalluccia, come un cornuto, e l’ho lasciata perdere. Tu pensa che i vestiti li ho mandati a prendere con un amico mio.

Rosaria - Certo tu non potevi entrarci più… Ma vedi cosa può capitare! Meno male che non te l’eri sposata!

Avvocato - Avrei fatto istanza di divorzio sull’istante. Ma poi, sapessi, vestiva una moda... oserei dire stracciata...

Rosaria - Strappata!

Avvocato - Non esageriamo. Sapessi quanto mi costavano quei vestiti… un occhio della testa!

Rosaria - Meno male che erano stracciati.

Avvocato - Io, invece, col lavoro che faccio, ho necessità di vestirmi in un certo modo, serio, distinto... ne va dell’occhio sociale. Io sono una persona seria! Non mi vanno quelle cose stravaganti senza un’adeguata programmazione.

Rosaria - Questo in un certo senso ti fa onore, soprattutto perché sei un avvocato.

Avvocato - (Guardandola negli occhi) - Tu conosci il problema e fai di tutto per evitarlo. Ogni volta che abbiamo iniziato il discorso, tu lo schivi.

Rosaria - Schivare... cosa? (Continua a far finta di non capire).

Avvocato - Dai non fare l’ingenua con me! Sai, noi avvocati in un certo senso siamo anche psicologi. Appena vediamo una persona...

Rosaria - Già pensate a come spennarla!

Avvocato - Ma che dici! (Con un sorrisino di approvazione) - Questo tuo senso umoristico ha fatto sempre colpo su di me. Dicevo che appena vediamo una persona, possiamo supporre di cosa ha bisogno, oppure se è un malfattore, un innocente, un assassino, o un ricco signore, un commerciante, un povero disgraziato…

Rosaria - Come me! Caro Andrea, per fare quello che dici tu, non c’è bisogno di fare lo psicologo o l’avvocato! Diciamo che per voi è più facile, perché avete più contatti.(Riflettendo) - Ma se avete quest’intuito, come mai difendete anche i delinquenti? Li dovreste conoscere subito.

Avvocato - Per la legge tutti hanno il diritto di difendersi!

Rosaria - Sì, ma non tutti hanno il diritto di essere liberi.

Avvocato - Come no?

Rosaria - Ma scusa, prendiamo uno che ha ammazzato un bel po’ di gente, un assassino, ha forse il diritto di essere libero? A parte il fatto che se trova un buon avvocato, uno di quelli che sa come smuovere le carte, non fa né carcere né galera! Però la legge è uguale per tutti!

Avvocato - Questo...

Rosaria - Mentre una come a me, tradita a vista, lasciata sola con due figli, la legge non sa come tutelarla.

Avvocato - Ah! Batti sempre sullo stesso punto!

Rosaria - La lingua batte dove duole il dente.

Avvocato - (Si rivela) - ...Lo sai benissimo che io ho un debole per te.

Rosaria - Andrea, non è che voglio cambiare discorso, ma non è il caso di essere deboli.

Avvocato - E invece è il caso. Rosaria… io… io… ti… amo! Io ti amo! (Al pubblico come se si fosse liberato da un blocco) - L’ho detto... l’ho detto... (A Rosaria) - E tu l’hai sempre saputo. Hai evitato di affrontare il problema. Io ti amo, ti amo, ti amo...

Rosaria - (Fredda) - L’ho capito, l’ho capito… ma ti scongiuro… alla nostra età…

Avvocato - Per l’amore non c’è età! Il mio cuore non fa altro che battere per te.

Rosaria - Avvocato, non è il momento e poi c’è già stato chi mi ha detto la stessa cosa. Può entrare Ninolino, Daniele… Frena questo tuo cuore. Ascoltami non lo era allora, venticinque anni fa, e non lo è ora!

Avvocato - E invece ora lo è! Perché ti ostini? E’ il momento di fare esplodere questo amore segregato per anni, fatto di sofferenze. Sì, di sofferenze. Perché vederti abbracciata con quel bruto, quel vigliacco, quel...

Rosaria - (Risentita) - Andrea, non ti permetto! Fino a quando non c’è la sentenza di divorzio, è sempre mio marito, il padre dei miei figli.

Avvocato - (Si innervosisce) - Ma insomma cosa voi? Il padre dei tuoi figli… chiamalo padre. Un uomo che si diverte alla faccia tua e di loro, che se ne sbatte se mangiate, piangete, morite...

Rosaria - (Si mette a piangere) - Sei crudele!

Avvocato - (C.s.) - Io sono crudele? (Pausa. Poi capisce di aver sbagliato) - Scusa, scusa… non volevo! E che questa situazione mi coinvolge emotivamente. Io voglio offrirti un futuro; voglio regalarti quello che non hai avuto e che ti meriti. Vieni a vivere con me! Penso a tutto io. Ti darò da mangiare, ti curerò, ti amerò, ti darò ogni cosa tu vorrai: una casa, dei gioielli, dei soldi... Sai in questi anni ho accumulato un piccolo capitale che mi permette già di vivere agiatamente, senza neppure lavorare. Vieni con me, ti prego, vieni e ti farò rivivere!

Rosaria - Andrea... (quasi convinta da quelle parole) - ...non so che dire!

Avvocato - Devi dire solo: sì!

Rosaria - (Ripensando) - E... i miei figli?

Avvocato - (Cambiando tono) - Vedremo in seguito, nel frattempo ripensa a quello che ti ho detto... (Rinforzando il tono) - troveremo una soluzione, non ti preoccupare.

Rosaria - Veramente… così , su due piedi... vorrei prima parlarne con i ragazzi.

Avvocato - Cosa devo fare per dirti che ti amo? Devo forse implorarti? Devo mettermi in ginocchio davanti a te? Vuoi questo? E va bene! (Si butta ai suoi piedi in ginocchio)

Rosaria - Ma che fai!

Avvocato - Vieni con me, ti prego!

Scena Va

Detti più Ninolino. In seguito Daniele.

Entra Ninolino che osserva la scena, dopo di ché si mette in ginocchio anche lui. Rosaria si accorge delle sua presenza, mentre l’avvocato continua nelle sue implorazioni.

Avvocato - Sei contenta di vedermi così? (Pausa) - Rispondi! Almeno un gesto

Rosaria - (Fa un gesto ma vuole indicare la presenza di Ninolino)

Avvocato - (Che non capisce) - Hai fatto un cenno. Hai detto sì! (Felice) - Hai detto sì!

Rosaria - Ma che sì! (Rifà il gesto mentre Ninolino continua a stare in ginocchio).

Avvocato - (Comprende tutt’altra cosa) - Allora? Vuoi essere portata fuori in braccio? Perché non ci ho pensato, che cavaliere sono?

- Si alza. Rosaria lo ferma.

Rosaria - (Sottovoce) - C’è Ninolino.

Avvocato - Accidenti. (Voltandosi vede Ninolino in ginocchio che guarda fisso in un punto) - Ma che sta facendo?

Rosaria - A volte è convinto di vedere figure mistiche e si mette in quella posizione per pregare e siccome ha visto te in quell’atteggiamento, allora...

Ninolino - Ehi tu! Perché ti sei alzato? Non vedi chi c’è là?

Avvocato - (Gli si avvicina e dopo aver guardato attentamente verso la direzione indicata da Ninolino) - Senti bello, io non vedo niente.

Ninolino - Che sei cieco?

Avvocato - Attento a come parli.

Rosaria - (Ad Andrea sottovoce) - Non lo contrariare altrimenti può diventare aggressivo.

Avvocato - Mi avevi detto che non era grave!

Rosaria - Sì, in effetti non è grave, ma quando ha questi atteggiamenti oppure è contrariato, può sfogarsi in modo aggressivo.

Avvocato - Capisco.

Rosaria - (Poi si rivolge al figlio) - Avanti, Ninolino, lascia perdere.

Ninolino - Mammì, ma questo è cieco ciecato! (All’avvocato) - Tu niente vedi?

Avvocato - Di nuovo? Non vedo niente!

Ninolino - Niente, niente?

Avvocato - Niente! Perché, tu che stai vedendo?

Ninolino - Niente!

Avvocato - Come! Niente?

Ninolino - Perché per te niente cosa vuole dire? Per me vuole dire niente!

Avvocato - Allora perché stai in ginocchio così e guardi in quella direzione?

Ninolino - Tu che stavi facendo?

Avvocato - (imbarazzato) - Ma… io…

Ninolino - Io lo so che cosa vedevi!

Avvocato - Lo so pure io:(guarda Rosaria)… una statua fredda ed irresponsabile. (Poi a Ninolino per giustificarsi) - Stavo cercando una cosa per terra che mi era caduta.

Ninolino - E che cosa?

Rosaria - Ninolino, una cosa!

Avvocato - Appunto… una cosa!

Ninolino - (Ridendo) - Quanto sei scemo!

Rosaria - Ninolino, cos’è questo linguaggio? Devi essere educato con le persone.

Avvocato - (Che vorrebbe dare una bella lezione al ragazzo) - Non ti preoccupare. Sono sicuro che lo diceva tanto per dire.

Ninolino - No, no! Sei scemo veramente!

Rosaria - Ancora!

Avvocato - (Curioso) - Perché sarei scemo?

Ninolino - (Sempre ridendo) - Tu hai mai vista una persona che guarda il cielo a testa sotto e piedi per aria?

Avvocato - Veramente no!

Ninolino - Come lo chiami?

Avvocato - Per usare il tuo stesso linguaggio… scemo. Sì, ma non capisco cosa centra.

Ninolino - (Al pubblico) - Mih, ma è veramente babbaccio! (All’avvocato) - Tu hai visto mai una persona che cerca una cosa per terra e sta in ginocchio con le mani giunte guardando la mia mammì? No! Allora come lo chiami?

Avvocato - (Oramai, rassegnato, capisce di essere stato raggirato) - Scemo! (Verso Rosaria) - Scemo d’amore! Senti ma questo è quello scemo o quello normale?

Ninolino - Io lo so cosa stavi osservando!

Avvocato - Sentiamo che cosa?

Ninolino - La Madonna! (Sempre in ginocchio e a mani giunte)

Avvocato - Ora lo riconosco!

Ninolino - (Categorico) - Mettiti in ginocchio!

Rosaria - Ninolino ora basta!

Avvocato - (A Ninolino) - Perché?

Ninolino - Tu hai bisogno di redimerti. (C. s. con uno sguardo cattivo) - Mettiti in ginocchio!

Rosaria - Andrea è meglio che lo fai, lo sguardo non mi piace.

Avvocato - Lo devo proprio fare?

Ninolino - Ancora non hai capito?

Avvocato - Ve bene stai calmo, non t’agitare che ora mi metto in ginocchio vicino a te. (Si mette in ginocchio vicino a lui).

Ninolino - Bravo!

Rosaria - (Cerca di convincere il figlio a desistere) - Ninolino, dai smettila, non mi piace che fai queste cose con gli ospiti!

Ninolino - Noi dobbiamo pregare! E lui grande pentimento deve fare.

Avvocato - (Alla donna sarcastico) - Che bravo, sa fare anche le rime! (Poi rivolto a Ninolino) - Va bene! Come vuoi tu! Basta, però, che stai calmo.

- Ambedue in ginocchio guardano fissi verso un punto della platea. Dopo una breve pausa, l’avvocato osserva Rosaria per cercare di capire che cosa deve fare, ma anch’ella indecisa, lo guarda senza dare alcuna risposta. Ninolino mantiene lo sguardo fisso verso il pubblico. Dopo un po’.

Ninolino - Tu cosa vedi?

Avvocato - Io vedo… (fa cenno a Rosaria per chiedere che cosa) - Che?

Rosaria - (Sotto voce) - La Madonna!

Avvocato - Vedo la Madonna!

Ninolino - Dove?

Avvocato - Come dove! Là non la vedi? (Indicando con l’indice la platea)

Ninolino - Io veramente ancora non la vedo!

Avvocato - (Stando al gioco) - Ma come? Non la vedi quella bella signora… Che bel vestito che ha!

Ninolino - (Si alza e si avvicina all’avvocato. Dopo aver guardato attentamente nella direzione indicata da Andrea gli da un sonoro scappellotto) - Babbalocco, quello è l’Arcangelo Gabriele! (Ridendo scappa verso la comune ed esce)

Rosaria - Ma che fai!

Avvocato - (Si alza d’impeto) - Ma insomma! Nessuno mi ha mai trattato così!

Rosaria - Mi dispiace Andrea. Ti ha fatto male?

- Entra Daniele.

Scena VIa

Daniele, l’avvocato e Rosaria. Poi Ninolino.

Avvocato - (Toccandosi il capo) - Che gli dai da mangiare? Ha una mano pesante! Ascoltami: costui o è più scaltro di me oppure è un pazzo!

Daniele - Pazzo lo diventerò io e tutti quelli che gli stanno attorno.

Rosaria - Che cosa è successo, Daniele?

Daniele - Che è successo? Dapprima ha avuto una discussione con un paio di giovinastri che lo insultavano, poi ha detto a tutti i clienti del bar, che era diventato miliardario, che era ricco…

Rosaria - E allora?

Daniele - Ha invitato tutti a bere qualcosa, perché doveva offrire lui, il miliardario. E tutti gli altri… risate!

Rosaria - (Preoccupata) - No! Siamo rovinati! Chi c’è l’ha i soldi per pagare.

Avvocato - (Cerca di cogliere l’occasione) - Se accetti quello che ti ho detto, posso offrirti un aiuto.

Daniele - No, grazie. Non c’è bisogno perché ci sono arrivato appena in tempo!

Avvocato - La mia proposta comunque resta sempre valida. E in qualità di legale, viste le circostanze che io stesso ho potuto appurare, sono obbligato a…

Rosaria - Sì, grazie, Andrea… dopo, dopo.

Daniele - (Guardando la mamma e riferendosi all’avvocato) - Cosa vuole dire?

Rosaria - Niente, poi te lo spiego. Ma continua, che cosa è successo?

Daniele - Come al solito, si è arrabbiato, si è messo a gridare, poi se n’è andato a giocare i numeri.

Rosaria - Li ha giocati?

Daniele - Sì. Meno male che Sebastiano lo conosce abbastanza bene! Stava giocando una schedina…

Avvocato - E che c’è di male? Tutti devono tentare la fortuna.

Daniele - In questa schedina, superenalotto, ha segnato novanta numeri…

Avvocato - Praticamente tutti i numeri del lotto e quindi tutti quelli che si trovano stampati nella schedina. Hai capito il furbo… ecco come diventa miliardario… (Ride) - un sei lo azzecca sicuro!

Daniele - Se è per questo anche i cinque più uno, tanti quattro e così via…

Rosaria - E Sebastiano che cosa ha fatto? glieli ha fatti giocare?

Daniele - Come poteva? Per giocare una schedina del genere ci vogliono miliardi! Solo un pazzo poteva fare ciò.

Avvocato - A questo punto io oserei asserire che… viste le condizioni del soggetto… Considerato che…

Rosaria - Avvocato, vedi che sei a casa mia non in un tribunale.

Avvocato - Giusta osservazione… ma io sono del parere…

Rosaria - Se il tuo parere si rifà al discorso di prima… te lo puoi togliere dalla testa.

Daniele - (Non riesce a comprendere) - Ma quale discorso?

Rosaria - Non farci caso, poi te lo spiego.

Daniele - E questa è la seconda spiegazione che mi devi dare. Ma cos’è questo mistero.

Avvocato - (Con un sorriso) - Però, a volerci pensare… difficilmente avrebbe sbagliato il sei.

Rosaria - Daniele, ma come l’ha convinto?

Daniele - Ce n’è voluto! Gli ha detto che quella schedina l’avevano già giocata, perciò non poteva diventare miliardario!

Rosaria - E lui, gli ha creduto?

Daniele - Già! Così ne ha compilata un’altra con un solo numero!

Avvocato - Da tanti… a così poco? (Ride)

Daniele - Sì, da novanta a uno. Comunque dopo tremila spiegazioni ne ha compilato sei.

Avvocato - Sei numeri?

Daniele - No, sei schedine con un numero solo per ogni schedina.

Avvocato - (C.s.) - AaaaH!

Rosaria - Andrea ti stai divertendo? Capisci, adesso, a che serve un handicappato?!

Avvocato - Scusa, sai, ma la situazione è buffa. Quello dice di essere miliardario, ma non sa neppure giocare una schedina. Prima segna novanta numeri… poi uno ed infine compila sei schedine con su scritto un solo numero per schedina! Aaaa! (Ride)

Rosaria - Vai avanti, com’è finita?

Daniele - Sebastiano ha copiato i numeri in una sola schedina e l’ha giocata. A lui ha dato le sei schedine e a me quella con i sei numeri giocati; ma Ninolino se n’è accorto e me l’ha presa.

Rosaria - Alla fine si è risolto tutto bene!

Daniele - Non ti dico che cosa è successo quando Sebastiano gli ha detto quanto costava la giocata.

Rosaria - Anche per i soldi?

Avvocato - Non voleva pagare?

Daniele - No, anzi! Sebastiano gli ha detto: “mille e seicento lire”. Ninolino gli ha risposto: “cretino, come posso essere miliardario se non gioco un milione?” Perché lui si voleva giocare un milione! Ha fatto la valle!

Avvocato - (Sempre ridendo) - Quanto si voleva giocare? Un milione?

Rosaria - Ninolino non conosce i soldi…

Daniele - Quello si è arrabbiato di brutto! S’è sentito dire cretino, chiunque si sarebbe seccato!

Rosaria - Come devo fare con questo ragazzo. Qualche giorno ci finisce male.

Daniele - Basta alla fine Sebastiano ha  capito la situazione e gli ha detto che ci voleva veramente un milione per quella schedina! Lui si è calmato e tutto si è sistemato. Sapessi quanta gente si è riunita!.. Ridevano tutti… Se avessi fatto pagare a tutti il biglietto… ora avrei un bel mucchietto di soldi… (Risoluto) - Ma io non ci vado più! Basta, non se ne parla più di uscire con lui.

Rosaria - Che mi dici! Ora dov’è andato? Poco fa era qui, ma è scappato…

Daniele - È qua davanti! Sta parlando con Don Gaetano. Gli sta raccontando che è diventato miliardario, che parte, vola…

Rosaria - Non è che va via, scappa in strada?

Daniele - No, stai tranquilla, ci pensa Don Gaetano!

Avvocato - Va bene! Ora hai un miliardario in casa e non avrai più problemi!

Rosaria - Ti ci metti anche tu?

Avvocato - No, per carità. Io vado via. Rifletti bene su ciò che ti ho proposto e poi mi dai una risposta. Sto sempre in attesa.

Rosaria - Ci penserò.

Avvocato - Va bene! Arrivederci. Ciao… Daniele, mi pare!

Daniele - Si, arrivederci!

Rosaria - T’accompagno.

- Sta per accompagnarlo alla porta quando spunta Ninolino.

Avvocato - Ecco il miliardario. Stai alla larga da me. (Con tono sarcastico) - Piuttosto perché non mi dai un paio di numeri così divento anch’io un miliardario?

Ninolino - (Soffermandosi  e guardando in faccia l’avvocato) - Vuoi i numeri?

Avvocato - Se hai qualche numerino… non si sa mai!

Ninolino - (Guardandolo negli occhi) - E a me cosa dai?

Avvocato - Ma naturalmente la metà!

Rosaria - (All’avvocato) - Andrea, ti sembra forse il caso di incrementare queste cose?

Ninolino - (Di getto) Scrivi. (Pausa)

Avvocato - Beh! Sono pronto.

Ninolino - (Guardandolo in faccia e nelle mani) Senza carta e penna?

Avvocato - Li scrivo nella mia mente.

Ninolino - (C.s. Poi si porta le mani alle tempie, come per concentrarsi, e di colpo…) - uno, due, tre, quattro, cinque e sei… sei… babbaccio! (Scappa)

Avvocato - (Cambiando atteggiamento) - Meglio che vada.

Rosaria - Te l’avevo detto di lasciar perdere. (L’avvocato va via accompagnato da Rosaria). Ciao.

Ninolino - (Ridendo ed andando incontro verso il fratello) - Daniele, quel babbo si è scritto i numeri nella mente… senza penna e voleva che io gli dettassi i numeri, così i miliaddi li vinceva lui… (segnandosi la fronte) - E che c’è scritto qua… babbo?

Fine del secondo atto


Atto Terzo.

Qualche giorno dopo.

Scena Ia

Rosaria e la signora Lucia.

Suonano alla porta, Rosaria esce da sinistra e va ad aprire.

Rosaria - Che bella sorpresa! Avanti, si accomodi signora Lucia.

- Entra la signora Lucia, la vicina di casa, molto curiosa, una cinquantenne. Entra in scena con i bigodini in testa, vestita “di casa”.

Lucia - (Sull’uscio) - Grazie! Pensavo che non fosse in casa.

Rosaria - Oggi è sabato…

Lucia - Certo, sabato non si lavora… perché lei lavora… non è vero?

Rosaria - Che si deve fare.

Lucia - L’ammiro, perché è una donna emancipata. Farà certamente carriera.

Rosaria - Donna Lucia, le ricordo che lavo cessi e faccio qualche servizio a domicilio e non mi vergogno di dirlo.

Lucia - Bih! E che c’è di male! Si può fare carriera lo stesso. Almeno guadagna qualche soldo… perché la pagano, non è vero?

Rosaria - Non lo faccio certo per hobby!

Lucia - Che si deve fare per portare avanti una famiglia come la sua.

Rosaria - Ma… avanti, si accomodi, non siamo né dentro né fuori!

Lucia - (Entrando e conquistando la ribalta si dirige direttamente nel divano. Senza neppure chiedere il permesso si siede) - No, Signora Rosaria, resto qualche minuto perché ho molte cose da fare.

Rosaria - (Al pubblico) - Se l’avessi invitata per una serata si metteva direttamente nel letto! (Poi alla donna) - Il tempo di un caffè!

Lucia - Cara signora Rosaria, lei è sempre gentile. Mi creda, non posso fermarmi molto. (Sta sulle spine e si agita).

Rosaria - Ma solo due minuti, non ci vediamo mai!

Lucia - Questo è vero! Abitiamo una di fronte all’altra e non ci vediamo mai. Io, però, l’osservo ogni mattina quando esce di buon’ora e aspetta l’autobus alla fermata.

Rosaria - Purtroppo non ho la macchina!

Lucia - Lo so! La sera, poi, ritorna avvilita. Poveretta! Lo sa… si nota subito quando una persona è stanca. Lei certe volte quando torna così sfinita che strascina i piedi. Poverina, tanta è la stanchezza. E quando sale le scale, la vedo fermarsi in ogni pianerottolo per prendere fiato. Certo, una giornata passata fuori a lavorare… è dura!

Rosaria - (Al pubblico) - Meno male che non ci vediamo mai! (Alla signora) - Che cosa le posso offrire?

Lucia - Niente, grazie, grazie… Un’altra volta! (Si muove come se avesse le spine. Poi non pensando al motivo della visita) - Ma perché sono venuta?

Rosaria - Non so! A me non ha detto niente.

Lucia - (Ricordando) - Ah! Signora Rosaria, mi scusi, ma sono rimasta senza un po’ di prezzemolo. Sto preparando due polpette bollite e se non ci metto un po’ di prezzemolo non riesco a mangiarle. Se lo trova un ciuffetto, per caso? (Continua a muoversi nel divano).

Rosaria - (Osserva il movimento della donna) - Dovrei averlo un po’. Vado…(Continua ad osservarla) …a guardare di là…

Lucia - (Sentendosi osservata) - Che c’è donna Rosaria?

Rosaria - No… niente!

Lucia - (Pensa di aver capito cosa osserva Rosaria) - Mi deve perdonare se mi presento così combinata. (Tutta felice) - Lo sa, mi sto preparando per andare a teatro.

Rosaria - (Capisce il motivo dell’instabilità) - Davvero lo dice? Ora capisco perché si muove continuamente! Sono molto contenta per lei.

Lucia - Non posso stare ferma per la contentezza.

Rosaria - L’avevo notato.

Lucia - Sapesse da quanto tempo l’ho desiderato! Quanto soffrivo nel vedere tutta quella gente sistemata, vestita per bene, che andava a teatro e quanto l’ho invidiata. E’ un mondo fantastico. Mi affascina così tanto che a volte, quando sono sola, (Sospirando) …e capita spesso… mi vien voglia di recitare da sola... (Radiante) - Conosco a memoria tutte le battute di Giulietta e Romeo. (Ripensandoci) - Ma che racconto e cosa può pensare di me: “questa è pazza!”

Rosaria - Non lo dica nemmeno per scherzare. Le sembra un’aspirazione illegittima o che possiede solo lei?

Lucia - Perché, anche lei recita da sola durante il giorno?

Rosaria - Veramente ancora a questi livelli non ci sono arrivata! Ho recitato tante di quelle volte! Sa meglio di me che la vita è tutta una recita. Ogni giorno ci esibiamo nel palcoscenico della vita ed indossiamo tante maschere per altrettante situazioni che affrontiamo. (Sospirando) - Anche a me piacerebbe poter andare a teatro!

Lucia - (Come mossa da pietà) - Certo, povera creatura! Come può fare una cosa del genere con un ragazzo in quelle condizioni?

Rosaria - (Risentita) - Donna Lucia, che volete dire?

Lucia - No… volevo dire solamente che Ninolino ha i suoi bisogni, le sue esigenze…

Rosaria - (Sarcastica) - Ho capito… Quando una mamma ha un dolore nel cuore e non vuole far sapere agli altri che fa?… Recita!

Lucia - Ha perfettamente ragione. La stessa cosa quando s’incontra una persona che non si sopporta: la si saluta, la si bacia, le si chiede sempre come sta... Insomma le si fanno un sacco di feste e sorrisini, e poi… quando s’allontana un paio di metri…

Rosaria - C’è “il taglia e cuci”! Però, non avrei sospettato che lei è un’amante del teatro.

Lucia - E’ qualcosa che mi ha trasmesso mio nonno! Lui sì, che era un vero attore!

Rosaria - Non sapevo che suo nonno facesse l’attore!

Lucia - Quale attore, signora Rosaria!

Rosaria - E allora che faceva?

Lucia - Il commerciante! Una volta non c’era tempo per fare l’attore teatrale.

Rosaria - Allora cosa centra il commerciante con l’attore?

Lucia - Signora Rosaria, doveva vendere la merce?! Per fare ciò alle persone raccontava barzellette, impersonava uomini politici; a chi diceva una cosa, a chi ne narrava un’altra. Basta… tante ne imbrogliava che un filo di paglia lo vendeva per un filo d’oro.

Rosaria - Sinceramente più che attore, se mi permette, sembra di parlare d’un imbroglione.

Lucia - Come poteva vendere la merce se non faceva tutte quelle moine o quei paraventi?

Rosaria - E qui le do ragione. Vado a vedere… (tenta di andare via, ma viene trattenuta da Lucia)

Lucia - No, stia comoda! E’ una vita che aspetto questo momento!

Rosaria - (Curiosa) - Perché, prima non poteva?

Lucia - Lei sa che io non ho nessuno.

Rosaria - E allora! Non la facevano entrare?

Lucia - Ci andavo da sola? Una signorina come me, sola, andava a teatro?

Rosaria - Ma ormai i tempi sono cambiati. Nessuno ci fa più caso! Tutto ciò che una volta non era permesso, oggi è lecito!

Lucia - Però, certe cose sono all’eccesso e siccome io sono all’antica non riesco a comprenderle.

Rosaria - (Incuriosita) - Ma, scusi, se lei da sola non vuole andarci, come fa a dire che questa sera va a teatro?

Lucia - (Inizia a muoversi come prima. Radiante) - Perché, non glielo ho detto?

Rosaria - (Tra se) - Di nuovo! Mi ha detto cosa? Ah, ho capito, va con qualche amica.

Lucia - (C. S.) Ho incontrato un bellissimo giovanotto.

Rosaria - (Stupita) - Non mi dica!

Lucia - (C.s.) - E’ stato un colpo di fulmine! Un angelo!… Lui scendeva ed io salivo. Ci siamo incontrati nell’angolo… (Pausa con sospiro di sollievo)

Rosaria - (Che non ha capito) - Scendeva da dove? Dal paradiso?

Lucia - (Quasi in estasi) Già… in paradiso. Mi ha portato in paradiso!

Rosaria - Signora Lucia, come si sente?

Lucia - (C.s.) - Magnifica!

Rosaria - Se permette, non ho capito niente! E’ venuto un angelo e l’ha portata in paradiso?

Lucia - Mi è apparso come un angelo! Lui scendeva… ed io salivo…

Rosaria - (Al pubblico) - Scendeva e saliva! Fin qui ci siamo.

Lucia - (Sospirano) - Mi è apparso come un angelo dall’alto della nostra scala, appena girato l’angolo. Io nelle mani avevo due buste colme di spesa. Ci siamo scontrati come due fichi secchi… Lui scendeva di fretta ed io salivo piano piano. Le melanzane ruzzolarono fino al portone, le cipolle si misero a correre nella scala come le ruote di un carretto e i pomodori diventarono salsa. “Perdonatemi signora, sistemo io le cose” - mi ha detto con una voce vellutata… mentre gli occhi mi scrutavano fino… (Sospiro e piccola pausa)

Rosaria - Fino?

Lucia - (Trema) - Alle ossa. Ha una capigliatura che è un amore; due occhi penetranti; una mano calda che appena mi ha sfiorato, mi ha infiammato tutta.

Rosaria - (Al pubblico) - Certo cinquant’anni, zitella, senza che un maschio l’abbia mai toccata, s’infiammò al primo tocco.

Lucia - Ha un’intelligenza che sembra Einstain!

Rosaria - (Pensa di aver capito di chi si tratta ed incuriosita…) - Mi dica una cosa, (sottolineando le parole) - questo… giovanotto… ha i capelli tutti per aria?

Lucia - Sì, tutti rivolti verso il cielo come un’aureola.

Rosaria - (Sottovoce) - E torna! (Poi a Lucia) - Porta gli occhiali e fa il dottore?

Lucia - (Sorpresa) - Bih! Lo conosce?

Rosaria - (Al pubblico) - Quel dottore pazzo che è venuto l’altro giorno! E’ diventato un angelo! Si sono trovati! (Si rivolge alla signora) - Sì, cioè no, lo conosco di vista. Aspetti… come si chiama… Scimmione!

Lucia - A me veramente ha detto… (Con sospiro) - …Alfredo… Scimmone Alfredo!

Rosaria - Vero! Ha ragione. Si chiama Scimmone. E’ l’aspetto che tradisce! Però so che fa il dottore!

Lucia - Dottorissimo! Che bravo! Che dolce!

Rosaria - L’ha già assaggiato!

Lucia - (Sospirando) - Aaaaaah! Me ne vado perché le ho fatto perdere un sacco di tempo! (Si alza)

Rosaria - (Alzandosi anche lei) - No, ma che dice! Anzi mi ha fatto tanto piacere sentire queste belle notizie… (Poi ricordandosi del prezzemolo) - Non lo vuole più?

Lucia - (Che non si ricorda più) - Che cosa?

Rosaria - Come che cosa? Lei perché è venuta?

Lucia - (Smarrita) - Sono venuta… perché sono venuta?

Rosaria - (Al pubblico) - Il dottore l’ha trovato, perciò si possono curare a vicenda. (Poi alla signora) - Il prezzemolo, non lo vuole più?

Lucia - Vero! Lo sa signora Rosaria, la testa non mi ragiona più, me la sento sulle nuvole! Sono troppo felice.

Rosaria - Certo se ha incontrato un angelo, dove la può avere… in cielo, fra le nuvole. Mi permetta un momento, vado a prendere il prezzemolo dall’altra parte.

Lucia - Prego, prego.

- Mentre Rosaria va in cucina per prendere il prezzemolo, la signora Lucia si aggira per la stanza curiosando un po’ qua, un po’ là. Trova delle carte e, dopo essersi accertata di trovarsi da sola, le sbircia. Tra esse c’è anche la schedina.

Lucia - (Passando il dito sul mobile) - Le faccende a casa d’altri le fa, ma guarda quanta polvere c’è sopra questo mobile! Sporca! (Guardando le carte) - Sono morti di fame ma le scommesse, le giocate le fanno lo stesso!

Scena IIa

Ninolino Lucia e dopo Rosaria.

- Entra Ninolino. Egli appena vede la signora Lucia con i bigodini in testa emana un urlo.

Ninolino - Haaaaaa! La strega, la strega…

Lucia - (Girata di spalle, lancia la posta in alto e grida anche lei. Si gira) - Haaaaa!

Ninolino - (Risponde con un altro urlo) - Aaaaaahaahaaa!

- Rientra Rosaria con un ciuffo di foglie di prezzemolo.

Rosaria - Che c’è, che è successo?

Ninolino - (Corre verso la madre) - La strega, la strega…

Rosaria - Ma che strega, Ninolino, non vedi che è la signora Lucia?

Ninolino - No! Strega, strega, strega… Prendo la scopa e la sistemo io! (Sta per partire ma la madre lo ferma)

Rosaria - Aspetta, guardala bene e t’accorgerai che è la signora Lucia. Gli dia la voce signora.

Lucia - (Ansimante per lo spavento) - I… ii... io sono, Ninolino!

Ninolino - La signora Lucia? (Ride) - Lei  era brutta… ma così, con quei cosi in testa, pare una strega più brutta di una strega!

Rosaria - Ninolino, ma si può sapere che dici? Quante volte…

Lucia - (Offesa) - Grazie, signora Rosaria. (Prende il prezzemolo) - Me ne vado perché si è fatto tardi. (Si avvia verso l’uscita accompagnata da Rosaria).

Rosaria - Mi raccomando, si diverta tanto anche da parte mia.

Lucia - (C.s.) - Può contarci! (Guardando Ninolino) - Non dico tanto, ma un po’ di educazione… (Via) -

Ninolino - (Ride) - Le mancava la scopa.

Rosaria - Ninolino, ti ho detto un sacco di volte, che devi essere educato con le persone.

Ninolino - Ninolino niente ha fatto!

Rosaria - Hai detto strega a donna Lucia e non si dicono queste cose.

Ninolino - Hai ragione, ho sbagliato…

Rosaria - Oh, meno male… Una volta ogni tanto ragioni!

Ninolino - Dovevo dirle befana!

Rosaria - (Con approvazione) - Veramente com’era sistemata, anche a me, sembrava una…

Ninolino - Vecchia, strega, befana! (Ride)

Rosaria - (Con tono di rimprovero) - Ninolino… (ma guardandolo teneramente ride anche lei) - E se penso che si è messa insieme con quel dottore pazzo..!(Ridono ambedue e si siedono sul divano)

Ninolino - Pazzo, pazzo, pazzo… (Continuano a ridere)

Scena IIIa

Rosaria, Ninolino e Daniele. In seguito Cirino.

- Daniele entra di corsa, tutto raggiante, confuso per la gioia.

Daniele - (Non riesce nemmeno a parlare) - Ma… mamm…

Ninolino - Pazzo, pazzo, pazzo…

Daniele - (Pensa che il fratello ce l’abbia con lui) - Ancora devo entrare?

Rosaria - Non parla per te. Che ti succede Daniele?

Daniele - Mamma…

Rosaria - Daniele, calmati. Che hai combinato?

Ninolino - Io so cosa ha fatto!

Rosaria - Tu lo sai?

Ninolino - Io so tutto!

Rosaria - Se lo sai perché non lo dici a mamma tua.

Ninolino - S’è perso in mezzo alla nebbia puzzolente che fa lui stesso medesimo.

Daniele - (Ripresosi) - Mamma… dove hai messo la schedina giocata?

Rosaria - Che ne so. Forse l’ho gettata.

Daniele - No. (Sprofonda sul divano) - Non può essere. Pensaci bene!

Rosaria - Ma… io non ricordo. Quel giorno ero così confusa…

Ninolino - Mammì ci penso io per te, non ti preoccupare. (Si mette con la testa fra le mani e pensa). Penso, penso, penso…

Daniele - Devi pensarci. Io, quando l’ho presa a… (fa cenno verso Ninolino senza farsene accorgere) - …l’ho data a te. Guarda che facciamo, io vado a cercarla di là mentre tu… vedi di trovarla da questa parte.

Rosaria - Ma almeno si può sapere perché?

Daniele - Nella tabaccheria di Sebastiano, c’è un cartello con scritto: qui sono stati vinti quattro miliardi!

Rosaria - (Con superficialità ed incredulità) - E tu pensi che siamo noi i fortunati…

Daniele - Noi no, ma Ninolino può esserlo!

Rosaria - Ma i numeri li hai visti bene?

Daniele - Certo, uno per uno! Solo che non mi ricordo quali sono i numeri che ha giocato Ninolino. Se non ricordo male qualcuno coincide.

Rosaria - Sì, con la nostra fortuna…! Levaci pensiero!

Daniele - Noi cerchiamola! Io la cerco dall’altra parte! (Va nell’altra stanza)

Rosaria - Forse l’ho messa in mezzo alle altre carte. Non ci penso proprio!

Ninolino - Tu non ti preoccupare mammì, penso io. Penso, penso, penso…

Rosaria - (Guardandolo amorevolmente) - Figlio mio! Dolore grande! (Si alza e vede tutte le carte a terra) - E chi è stato a fare questo macello! Voi vedere che quella curiosa… (Sta per chinarsi quando suonano alla porta. Ella va ad aprire.)

Ninolino - Mammì, se è la strega befana, ci penso io!(Nel frattempo Ninolino raccoglie le carte. La schedina che stava per terra la mette in tasca.)

- Rosaria dopo aver aperto la porta non crede ai suoi occhi. La richiude nuovamente. Sbianca e sente che sta per svenire. Si avvia verso il divano.

Rosaria - Daniele… (Daniele non la sente. Lo chiama più forte.) - Daniele...

Ninolino - Ci sono io mammì. (Suonano nuovamente) - Che fai non apri?

Rosaria - Lascia stare. Non aprire!

Ninolino - E perché? Ci sono i ladri?

Rosaria - Tu non aprire. (Suonano di nuovo)

Daniele - (Entrando) - L’hai trovata mamma? Ma perché non aprite?

Rosaria - No, lascia stare! (Daniele apre la porta mentre Rosaria ha raggiunto il divano).

Daniele - (Anche lui incredulo) - Papà?!

Cirino - Si può?

Ninolino - (Corre verso il padre) - Cirino papì, Cirino papì…

Cirino - Sì, Nino… sono Cirino papì… papì…

Rosaria - Daniele, manda quella persona fuori da questa casa perché io non ho intenzione di vederla.

- Daniele non sa che fare.

Cirino - Non ti preoccupare Daniele, me ne vado subito.

Ninolino - Papì, ma dove sei stato? Io ti ho aspettato aspettato aspettato tutte le notti , tutti i giorni, ma tu…

Cirino - Ho avuto da fare. Sono stato impedito...

Rosaria - Certo aveva bisogno di riscaldarsi e di ossigenarsi. (Piange)

Cirino - (Avvicinandosi alla moglie) - Hai ragione. Sono pronto a subire tutto quello che mi vuoi rimproverare.

Ninolino - Mammì, perché piangi? Sei contenta che è venuto Cirino papì, vero?

Daniele - Ninolino vieni con me! Aiutami a cercare la schedina.

Ninolino - Ma tu me lo fai fare quel gioco?

Daniele - Se è come penso io, te ne faccio fare cento di giochi!

Ninolino - Allora corro di corsa. Gioco, gioco, gioco… (Saltellando esce insieme al fratello per cercare il tagliando vincente dall’altra parte).

Cirino - (Rimasto con Rosaria, cerca di ragionare) Rosaria…

Rosaria - Di chi è questa voce? Chi sei tu! Io non credo ai fantasmi!

Cirino - Rosaria…!

Rosaria - Non nominare il mio nome!

Cirino - Hai ragione… Chi sono io? Un essere insignificante in un mondo di belve, ed io stesso lo sono stato. Che vuoi che ti dica… Avevo pensato di dirti tante parole… ma lasciamo stare… le parole non servono…

Rosaria - (Con rabbia) - Te ne sei andato e mi hai lasciato in mezzo…

Cirino - Lo so quello che ho fatto e posso sfiorare appena il dolore che ti ho arrecato. Sai quante volte ho pensato di levarmi davanti… ma non ho il coraggio, non ho il fegato… sono un vigliacco!

Rosaria - Ci voleva tanto per scoprirlo e ci voleva questa sofferenza per capire che essere sei? Su tutto si può giocare, ma non sulla vita o sui sentimenti degli altri!

Cirino - (Commosso) - Rosaria, lo so che non mi merito di guardarti, che non sono degno nemmeno di stare qua. Ho riflettuto… e credimi… ti voglio dire… ho sbagliato!

Rosaria - Non ci credo!

Cirino - Giusto! Certo, tu pensi che ti sto imbrogliando… ma è la verità e non m’importa se mi credi oppure no… Io voglio dirtelo lo stesso: ho sbagliato! Non avevo riflettuto che l’amore vero non si ferma all’apparenza. L’amore vero è fatto di sofferenza, d’accettazione, di gesti piccoli piccoli che si fanno ogni giorno… ed io a te non ne ho mai dato! Avevi ragione quando mi dicevi che la vita non è fatta solo di soldi… Ma io volevo provare altre cose, nuove emozioni, nuovi piaceri… quanto sono stato stupido! E fu così che sono caduto nella rete di… Beh, lasciamo perdere! Rosaria, ho sbagliato, ti prego non farmi sbagliare un’altra volta. Se puoi trovare un po’ di perdono nel tuo cuore… un po’… non pretendo assai… ti prego, usalo per me. Sono qua… perché senza di te… la mia vita non ha senso. Non posso gettare via, al vento, venticinque anni della mia vita. Non posso scordare i momenti fantastici dei primi anni di matrimonio. Te lo ricordi? Quelle due stanze… quei pochi mobili conquistati col nostro sudore… E poi la nascita dei nostri figli! Com’erano belli. Ti ricordi Ninolino che bel visino che aveva? Già… poi la scoperta del danno e in me è scattata qualcosa. Non so cosa, ma certamente ha influito sul nostro futuro… Avevi ragione quando mi dicevi che ero assente. Non riuscivo ad accettare che mio figlio era un diverso… non volevo, no! Non era possibile una cosa del genere… Man mano che cresceva, il suo aspetto era quello di una normalissima persona, però, mi rendevo conto che c’era qualcosa che non andava: rimaneva sempre un bambino. L’aspetto di un adulto, ma il cervello di un bambino. Cos’è che non fa crescere quel cervello?! Avrei spostato una montagna per vederlo come gli altri! Non l’ho mai accettato e forse per questo mi sono allontanato, mi sono raffreddato dentro di me! Ora che sono stato fuori mi rendo conto di quanto male ti ho fatto, di quanta sofferenza ti ho dato. Certo, non mi aspetto in un minuto che mi perdoni, ma dammi un po’ di tempo per dimostrarti che sono cambiato. Ti prego… Rosaria… io ti voglio ancora bene!

Rosaria - E chi me lo garantisce che non rifai quello che hai fatto? Che non ti prende un altro attacco di pazzia?

Cirino - Nessuno. Ma, se tu mi stai vicino, non succede, non può succedere!

Rosaria - No! Non può essere. Ho sofferto abbastanza, non mi puoi chiedere una cosa del genere. Non so se posso volerti ancora bene come una volta!

Cirino - Ti scongiuro, mi metto in ginocchio. Perdonami! (Si inginocchia accanto a Rosaria)

- Entra Ninolino e Daniele.

Scena IVa

Rosaria, Ninolino e Daniele. In seguito Cirino.

Ninolino - (Osservando il padre che si trova in ginocchio) - Cirino papì, che fai? A mammì non è la Madonna; non c’è bisogno di metterti in ginocchio.

Cirino - (Alzandosi) - E va bene! Hai ragione tu. Io non lo merito. La nostra vita sarebbe sempre un… Che cosa? Che sarebbe la nostra vita!

Ninolino - (Va dal padre e lo avvicina) - Divettimento, mare, cielo, volo… Carabbi! Vuuuu! (Imita il volo)

Cirino - Beato tu, figlio mio, perché tante cose non le capisci!

Ninolino - E che devo capire! Ti sembra che sogno babbaccio! Io sogno miliaddario!

Daniele - Senza biglietto non siamo niente. Scomparso, volatilizzato.

Ninolino - Volaaa…zzato… Vuuu… uuuuh…

Cirino - (Al figlio ma guardando la moglie) - Miliardario è colui che possiede la salute e una famiglia ricca d’amore. Chi sente il cuore battere ogni qualvolta una mano lo sfiora, l’accarezza. Colui che è voluto bene… che si sente amato e che ama!

Ninolino - Ma io ti voglio bene, Cirino papì!

Cirino - Sì, lo so, figlio mio! (Si mette a piangere. Poi, dopo essersi ripreso e constatando la freddezza di Rosaria) - Va bene… Giusto. Me lo merito… me ne vado.

Ninolino - (Fermando il padre)No, papì, dove vai. Ora dobbiamo pattire.

Daniele - E dove dobbiamo andare?

Ninolino - A prendere i miliaddi!

Daniele - Ninolino, levati questa fissazione!

Cirino - Lascialo stare, almeno lui è libero di pensare e di dire ciò che vuole.

Ninolino - Papì… perché sei così triste. Dallo un bacio alla mammì!

- I due si guardano.

Ninolino – Mammì, perché non vi date un bacio tutti e due? Ninolino vi vuole bene, e tutti e due volete bene a Ninolino. Allora perché non vi date un bacio? (Prende il padre e lo porta nel divano, accanto alla madre e si siede tra i due).

Rosaria - No, Ninolino! Poi, ora non me la sento.

Cirino - Ninolino, ha ragione la mamma, non può essere… (pausa)

Ninolino - Invece sì. Vicini come una volta. Bacio bacio bacio bacio… Ninolino è contento! (Si reca dal fratello)  E io bacio Daniele. (Lo bacia)

Daniele - Dai smettila!

Cirino - e Rosaria - Marito e moglie si guardano poi si commuovono a vicenda e si abbracciano. Ninolino è felice, prende suo fratello e da luogo ad un balletto.

Ninolino - Bello, bello, bello… ora si che sogno miliaddario!

Daniele - Fermo, fermo Ninolino che fai!

Ninolino - Dobbiamo festeggiare!(Si avvicina ai due genitori mettendosi in mezzo e li abbraccia) - Voliamo nei carabbi… dove ci sono posti belli, sole bello, mare bello… bello…

Daniele - Bello, bello… (Disperato) – Dove dobbiamo andare! Chi sa chi li ha vinti quei miliardi…

Ninolino – Io li ho vinti… (Abbracciando madre e padre) - Papì e mammì sogno i miei miliaddi… Sogno miliaddario.

Daniele - Meno male che tu sogni miliardario. Io invece non vorrei sognarli…! Addio… miliardi.

Ninolino - (Alzandosi e andando verso il fratello) - Daniele… ma quando ce li danno i miliaddi?

Daniele - (Guardando il fratello con disperazione) - O divento pazzo prima di te, oppure tu già lo sei! (Alzando la voce) - Ma quale miliardi.

Ninolino - Mih! Ma allora sei babbaccio veramente!

Cirino - Ninolino, vieni qua, papà, lascia perdere. Siediti vicino a tuo papà.

Ninolino - Vicino papì e mammì… Essi sono i miei miliaddi!

Rosaria - Però tuo fratello ha ragione, basta ora con questa storia dei miliardi.

Cirino - Ma quale miliardi?

Ninolino - Ma allora anche tu sei babbaccio, Cirino papì!

Cirino - E va bene sono babbaccio. Mi mancava questo babbaccio…Hai ragione tu! Sogno… babbaccio!

Ninolino - (Infila una mano nella tasca dei pantaloni e tira fuori la schedina.) – Guarda qua… i miliaddi!

Daniele - (Si precipita verso il fratello, legge attentamente i numeri) – Siamo…siamo… miliardari! Miliardari!

Ninolino – Te l’avevo detto io, babbo!

Cala il sipario