Non c’è due senza… stress

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Non c'è due senza… stress

di Salvatore Scirè

            

            SCENA I

            

            (ci troviamo all’interno di un normale soggiorno, con un divano da

            una parte; si riconoscono le porte del bagno, della cucina e della

            camera da letto; in scena l’attrice A, Alessia, che indossa una

            vestaglia leggermente sexy; sta seduta e si sta limando le unghia,

            mentre B, Beatrice, è in bagno, in ambiente contiguo separato da una

            porta)

            A (fuori scena, dal bagno) Ti vuoi sbrigare? E’ più di mezz’ora, che

            sei in bagno! Forse non te ne sei accorta ma sono già le otto e

            mezza. Fra poco passano a prenderti e come al solito ti farai

            aspettare...

            B (ironica) Ha parlato l’orologio svizzero: ma pensa per te,

            piuttosto, che se qualcuno passa a prenderti e osa arrivare

            puntuale, gliene dici di tutti i colori, perché regolarmente non sei

            pronta; (affacciandosi dal bagno mentre continua a prepararsi,

            allusiva) se invece tocca a me uscire, allora fai la svizzera, la

            precisina, ti trasformi nella pubblicità occulta dello Swatch...

            A (cercando di sdrammatizzare) Sei sempre la solita esagerata,

            dicevo così, tanto per dire qualche cosa, mentre tu ti prepari...

            B Faresti meglio a star zitta, io sto facendo le corse per fare in

            tempo; e sono in netto anticipo; tu, invece, te ne stai lì,

            tranquilla e beata, a rifarti le unghia... il messaggio è chiaro: io

            devo sgombrare il campo al più presto (allusiva) per lasciarti tutta

            la casa libera, a tua completa disposizione...

            A (sorridente e conciliante) Su, Beatrice, non te la prendere, tanto

            lo sai che domani sera si invertono i ruoli: esco io e rimani a casa

            tu... con tutti gli ambienti a disposizione... bagno compreso...

            B Questa del bagno non l’ho mica capita, da quando in qua fai della

            facile ironia anche sull’igiene?

            A (allusiva e insinuante) Non alludevo certo all’igiene...

            personale, mi riferivo alla Jacuzzi, la vasca con l’idromassaggio...

            B (si siede accanto a Beatrice, sistemandosi il trucco con molta

            calma) Continuo a non capire...!

            A Continui a fare finta di non capire: francamente non pensavo che

            l’avreste usata... insieme, intendo dire!

            B (alquanto imbarazzata) Ebbè? Che c’è di strano? Non trovi forse

            che fare il bagno insieme, e con tanto di idromassaggio, sia una

            cosa piuttosto raffinata, eccitante... sensuale...?

            A Certo che si! (cambiando tono e scattando, quasi in preda a una

            crisi di nervi) E allora, sai che ti dico? Che questa sera me lo

            faccio anch’io, l’idromassaggio... Va bene? Come si dice? Occhio per

            occhio, tette per tette...!

            B Non ti scaldare! Sei la padrona, Alessia. Fai quello che vuoi!

            (seriosa) Speriamo soltanto che a lui non gli facciano male, tutti

            questi idromassaggi! (cambiando tono) Comunque, vedo che la cosa ti

            ha stimolato la fantasia; d’altronde, quando occorre, è

            comprensibile che ogni donna ricorra a tutte le armi, pur di

            riuscire a stimolare il proprio partner...

            A Sei sempre la solita, quando le cose si mettono male per te,

            allora ricorri alla vecchia e collaudata tattica di gettare in

            cattiva luce la concorrenza; facevi così anche a scuola, quando la

            Levi Montalbani ti fregava sempre nel recitare Dante a memoria...

            B Per forza, quella era una gran secchiona, stava sempre buttata sui

            libri...anzi, sui libri, ci stava piegata in tre, visto che era una

            stampellona alta un metro e novanta... i maschi del Visconti la

            chiamavano "canne al vento"

            A Oggi l’avrebbero chiamata (imitando Messner della pubblicità)

            "altissima, purissima, Levissima". E tu, comunque, non ti limitavi a

            dire che studiava troppo: (ironica e divertita) sostenevi che stava

            sempre sui libri...

            B ...piegata in tre...

            A ... solo perchè non aveva nient’altro di meglio da fare...

            B Beh, mica dicevo una menzogna: in effetti era tutta peticellosa,

            aveva il seno alla 10 di agosto, cioè cadente, come le stelle della

            notte di San Lorenzo, il sedere, poi, era un modello di Richard

            Ginori: piatto! E le gambe? Pelose, ma così pelose che con i peli

            superflui ci poteva riempire tutti i cuscini di casa...

            A Certo che era proprio bruttina, la poveretta! Nessuno maschio del

            Visconti se la filava...

            B E perchè, invece, quella pazza scatenata di lettere, la Maugeri,

            te la raccomando: brutta, cicciona e zitella! Si trovava bene solo

            in II C, dove le ragazze erano una più brutta dell’altra...

            A Per forza, quella non era una classe, era un... sauté di cozze...

            A proposito di ricordi, ma quanti libri compravamo, ogni anno? Per

            fortuna che noi dividevamo tutto! Tu compravi i testi di italiano,

            matematica, fisica e io quelli di latino, greco, scienze... e pure

            di storia e filosofia...

            B E’ vero, anche con i dizionari ci eravamo divisi i compiti: io

            avevo rimediato quello di greco di seconda mano e tu gli otto chili

            e mezzo di latino in due volumi...

            A Già (ricordando estatica) fu proprio dai tempi del liceo, che, per

            un gioco quasi eccitante, cominciammo a dividere tutto tra di noi,

            ma proprio tutto...

            B E’ vero, anche i jeans di Fiorucci e il giaccone di pelle!

            A E te li ricordi gli stivaletti alla kasatschov, quelli neri con la

            lampo laterale? (ridono complici)

            B Abbiamo sempre vissuto in multiproprietà!

            A Tutta colpa di quella mezza calzetta di filosofia...,

            B Non mi pare che si chiamasse Calzetta...

            A Infatti: si chiamava Pennacchi Calzerotti, quello che ci ha

            inculcato tutti gli stupidi ideali di anticonformismo, di

            progressismo... di amore libero...

            A Già, l’amore libero... per finire vittime della cosa più borghese

            e più conformista inventata per sbaglio dal Padreterno in un momento

            di distrazione: (enfatica) l’amore... che cretine...

            B Comunque, con i nostri bravi maschietti, ci siamo divertite

            abbastanza, ai tempi del liceo: ti ricordi come ci passavamo le

            notizie strategiche? Quello ci sa fare molto bene, assaggialo anche

            tu!

            A (concitata) Oppure, quell’altro non vale una lira, lascia

            perdere...

            B E poi, (esaltandosi) c’era la favolosa Terza C: quando entravi in

            classe, erano tutti uno più fico dell’altro...

            A A proposito di Terza C, come si chiamava il biondino, quello bravo

            a pallacanestro, te lo ricordi? Era un tipo interessante, anche se

            s’atteggiava da morire: aveva una bella villetta a Ostia, dove mi

            portava quando fregava la macchina al padre; e poi, con la scusa di

            andare a vedere la villa, te lo sei pappato anche tu...

            B Si chiamava... Filipponi, si, Eugenio Filipponi: è vero, con

            Giulia ci scommettemmo addirittura una cena... che ce lo saremmo

            portato a letto tutt’e due... e lei, niente! E ci rimase con un

            palmo di naso, anzi con due palmi, visto che uno già ce l’aveva di

            suo...!

            A Comunque, il Filipponi, al dunque,non si rivelò niente di

            straordinario. E noi ci aspettavamo chissà che cosa...

            B Soltanto perchè era alto un metro e novantotto: lo capimmo solo

            con gli anni che le proporzioni non contano, per certe cose...

            B E all’università, ti ricordi? Ci siamo divise equamente anche

            l’assistente di procedura civile, quello con i capelli ricci e

            l’aria da finto intellettuale... Invece con quello di diritto

            costituzionale ci andò male...

            A Già, mi ricordo che gli andai sotto io, con una scusa; e quando ci

            trovammo finalmente soli, nel suo studio, e gli dissi "professore,

            voglio essere colta", lui mi rispose: "e allora studia"! (ridono

            entrambe)

            A Certo, però, che questa bizzarra idea di instaurare un condominio

            totale, tra di noi, ce la saremmo potuta anche risparmiare...

            B Effettivamente, la cosa poteva funzionare senza grossi problemi

            con il vocabolario di latino, con le orazioni di Cicerone, con

            Tucidide...

            A ... con i jeans, gli stivaletti, il professore di ginnastica, ma

            già con la casa...

            B In effetti, non mi pare sia stata un’idea così brillante, dividere

            soprattutto la camera da letto...

            A ... (salendo di tono) e neanche il bagno, se è per questo...

            B (ancora più agitata) e neppure l’idromassaggio, se proprio

            vogliamo dirla tutta...

            A Senti: appena riusciremo ad essere più serene, più calme,

            cercheremo di riflettere meglio su questa situazione paradossale...

            (sente suonare il citofono e diventa improvvisamente più polemica)

            Ecco, vedi, tu qui ancora a chiacchierare e i tuoi amici sono già

            arrivati... devi sempre farti aspettare... d’altronde, è un vecchio

            vizio, che non muore mai!

            B Ma se sono pronta! (rispondendo al citofono e accelerando i

            preparativi per uscire) Eccomi, due minuti e scendo... (rivolta di

            nuovo all’amica, imbarazzata e confusa) No,...è che... mi sarebbe

            piaciuto salutare... Marco, così... al volo... solo per vedere come

            sta...

            (risentita e seccata) E come vuoi che stia? Starà bene

            sicuramente...

            B Ma si, hai ragione, scusami; magari, me lo saluti tu... anzi,

            fammi un favore, piuttosto: chiedigli che cosa vuole mangiare,

            domani sera: fatti dire se preferisce carne o pesce. Ci conto O.K.?

            (ed esce di scena)

            A (rimasta finalmente sola ed assumendo un tono sensuale e quasi

            eccitato) Fa pure la spiritosa... Carne o pesce?!? Figuriamoci,

            pensa già a domani sera, la mia... condomina... Intanto, per questa

            sera, Marco mangerà le crepes al formaggio e il salmone affumicato

            che gli ho preparato io... Altro che piatti chiari...E domani è un

            altro giorno, come diceva qualcuno: ma non mi ricordo bene chi...

            

            

            SCENA II

            (squilla il campanello della porta, Alessia va ad aprire ed entra in

            scena Marco)

            A Marco, amore mio! Come mai hai tardato tanto? Stavo quasi per

            preoccuparmi...

            M Scusami, tesoruccio, ma sai com’è? Ho fatto un po’ tardi in

            ufficio, ho avuto appena il tempo di passare a casa per farmi una

            doccia e cambiarmi...

            A Stupidone, ma che bisogno c’era di andare a casa, solo per farti

            la doccia? Ti sei forse dimenticato che qui abbiamo a nostra

            completa disposizione una splendida vasca Jacuzzi, (allusiva) cosa

            c’è di meglio per un rilassante ed eccitante idromassaggio...?

            M Ecco, veramente non ci avevo pensato, a questo particolare...

            divertente... si, veramente divertente...

            A (insinuante) Devo forse cominciare ad essere gelosa? Non vorrai

            mica farmi pensare che l’idromassaggio te lo fai solo con Beatrice.

            (accusatoria) Ieri sera avete usato la Jacuzzi... credi forse che

            non me ne sia accorta? Beh, se ti idromassaggi con quella... ti devi

            idromassaggiare anche con me, chiaro?

            M Fai un po’ tu, tanto la situazione la conosci meglio di me: sei

            tu, anzi, siete voi, che l’avete voluta... Per me, comincia ad

            essere addirittura imbarazzante, oltre che... faticosa!

            A (alterata) Ma insomma, potresti anche deciderti, no? Se tu

            operassi una scelta definitiva, noi dovremmo necessariamente

            adeguarci, rassegnarci... (dubbiosa) forse!

            M Al solo pensiero mi viene la pelle d’oca, altro che guerra del

            Golfo. Assisteremmo alla madre di tutte le tragedie, un concentrato

            di Sofocle, Euripide e Shakespeare messi insieme. Piuttosto, lo

            sapete che faccio? Un bel giorno sparisco nel nulla, mi faccio

            trasferire in Antartide, tanto laggiù esiste una base scientifica

            dell’ENEL...e così, chi s’è visto, s’è visto!

            A (riprendendo un atteggiamento suadente e flautato) E in Antartide,

            chi ti preparerà le crepes al salmone con gli asparagi francesi? E

            l’idromassaggio con chi te lo farai: con le foche? Oppure con i

            pinguini? E non pensare alle scienziate russe con le tette di fuori:

            quelle le vedi soltanto nella pubblicità, perciò non ci sperare:

            meglio il nostro idromassaggio, dai retta a me (cercando di

            avvicinarlo e di accarezzarlo)... Amore... amoruccio... mio bel

            cormorano selvatico, vieni dalla tua mozzarellina, che ti ha

            preparato tante cosucce buone da mettere sotto il becco... eehm

            volevo dire sotto i denti, cibi da gustare come un frutto proibito,

            da assaporare come un piatto afrodisiaco... terribilmente

            afrodisiaco...

            M (contrariato) Maledettamente afrodisiaco; e io comincio a essere

            anche leggermente stanco, di tutta questa storia...

            A (cambiando tono, alterata e contrariata) Senti, spiegati meglio;

            non vorrai mica dire che la mia cucina non ti piace? O forse

            preferisci quella di Beatrice, sciapa e priva di gusto? Dimmelo

            chiaramente!

            M (goffamente schernendosi) Ecco, lo sapevo che andavi a finire

            nella contrapposizione ideologica... gira, e rigira, sono io che

            devo scegliere in qualche cosa... E no, eh? Non ci casco mica! A:

            cucinate splendidamente tutt’e due; B: sembrate l’enciclopedia

            vivente del Gambero Rosso; C: siete entrambe delle donne deliziose,

            di cui qualunque uomo si innamorerebbe, siete tutt’e due sexy e

            piacenti... E poi, se proprio debbo essere onesto, la cucina di

            Beatrice non è affatto sciapa e priva di gusto...

            A E allora?

            M E allora, purtroppo siete due pazze scatenate, da ricovero urgente

            alla neuro; fin dai tempi del liceo avete deciso di dividere tutto,

            dai libri alla casa, dalle scarpe... all’uomo che amate...

            A Beh, è normale, no?

            M (agitatissimo) Cosa? A te sembra normale, tutto ciò? Ma è roba da

            matti...Ci puoi giurare... Certo che da quando hanno fatto la 180...

            addio manicomi...

            A Ma quale legge 180; per due tipe come noi, poteva anche essere

            normale che ci innamorassimo entrambe dello stesso uomo e che infine

            decidessimo di gestircelo... al 50 per cento...

            M (ironico) Giusto per due come voi! Una compartecipazione azionaria

            in piena regola, come una S.p.A. Alla faccia della normalità: voi

            due decidete una follia del genere e io, che sarei il "capitale

            versato", a subire come un cretino le conseguenze delle vostre

            "decisioni normali", una sera con te, una sera con l’altra, poi

            ancora con te, e quindi di nuovo con Beatrice. E’ di una normalità

            cosmica, come la legge di gravità! Anzi, come la legge del pendolo

            (facendo il gesto con il dito) Alessia, Beatrice, Alessia,

            Beatrice... Galilei: non hai inventato niente! ... Piuttosto, mi

            piacerebbe sapere se è previsto dalla vostra "normalità" che io

            possa anche riprendere fiato, di tanto in tanto. Mi sembro quel

            filosofo francese, come si chiamava? Si, Cartesio...

            A Che c’entra Cartesio?

            M C’entra, c’entra; era quello che diceva: coito, ergo sum...

            A Sei il solito porco...

            M Beh, questo è veramente normale. Voi due vi organizzate un

            magnifico triangolo, che farebbe arrossire anche Renato Zero; e il

            porco della situazione sono io. E poi, non vi rendete conto che voi

            stesse cominciate a non poterne più, il nostro ormai sta diventando

            più pericoloso del triangolo delle Bermude: risucchiati dai vortici!

            Anche se non avrete mai il buon gusto di ammetterlo, in realtà si

            vede lontano un miglio che da qualche tempo siete diventate gelose,

            nervose, isteriche; e poi pretendete che sia io, a prendere la

            storica decisione...

            A (cercando di addolcirlo) Amore, cerca di rilassarti, ora;

            piuttosto, ti piace la mia nuova mise di intimo? Sai, l’ho

            acquistata a Via Borgognona, in un negozio di gran lusso...e l’ho

            presa solo per te, per il mio bel cormorano! So che ti piacciono,

            queste cosucce graziose. Ma dimmi, lo gradisci o non lo gradisci un

            aperitivo?

            M (rilassandosi un po’) Si, in effetti ho fame; oggi la mensa faceva

            più schifo del solito; e così mi sono limitato a una caprese e un

            po’ di formaggio!

            A Hai fatto bene a tenerti leggero, così potrai assaporare meglio le

            mie crepes al salmone...

            M Sicuramente più appetitose del pallido pollo della mensa.

            A E poi, dopo la cenetta intima a lume di candela, un delizioso

            idromassaggio, di quelli che non si possono dimenticare, per poi

            lanciarci nelle ebbrezze più inebrianti...

            M Possibilmente, prima che ritorni Beatrice...! Sei certa che

            abbiamo tempo a sufficienza, per questo... intenso programmino? Non

            sarebbe carino se ci trovasse ancora... in azione!

            A Stai tranquillo, Beatrice è andata a Fregene con gli amici; prima

            andavano a cena allo Scorfano Azzurro e poi andavano a fare due

            salti al Gilda on the Beach: morale della favola, secondo me, prima

            delle due, non rientra! E adesso sono appena le nove e mezza...!

            (cercando di portarlo via) Dai, vieni, mio bel cormorano, abbiamo un

            sacco di tempo... tutto per noi!

            M Ti ricordo che domani mattina mi devo alzare alle 7, sennò, che

            gli racconto al Capo-ufficio?

            A Potrai sempre raccontargli che hai collaudato una Jacuzzi nuova di

            zecca...!(e, tutta eccitata, lo trascina fuori scena, verso la

            cucina. Buio in sala).

            

            SCENA III

            (la sera successiva: Beatrice indossa una mise molto sexy e si sta

            profumando, mentre Alessia si predispone ad uscire)

            B ... E così, visto che tu ti sei ben guardata dal chiedere a Marco

            se preferiva carne o pesce, ho fatto di testa mia.

            A Scusami, cara, ma mi è veramente passato di mente; e poi, se

            proprio volevi conoscere il suo parere, potevi anche fargli uno

            squillo in ufficio, stamattina...

            B Lo sai che lui odia affrontare certi argomenti, durante le ore di

            lavoro. Pare che i colleghi si divertano a prenderlo in giro... Dice

            che lo chiamano "il califfo del Dopolavoro", così, tanto per

            sfottere...

            A Quelli parlano solo per invidia... chissà quanti di loro

            vorrebbero trovarsi al posto di Marco... Ma dimmi, solo per

            curiosità, come hai risolto il problema della cucina?

            B (quasi sognante) Mi sono ispirata a suggestivi ricordi tropicali:

            ho preparato la "casquinha de sirì"...

            A De chè?

            B Casquinha de sirì: si chiama proprio così; l’ho mangiata a Rio de

            Janeiro. Ci hai presente quei pittoreschi ristorantini sulla

            spiaggia? E’ un classico, la fanno ovunque. Si tratta di una grossa

            conchiglia, con dentro polpa di granchio gratinata, una puntina di

            olio piccante e qualche goccia di limone sopra...

            A (acida e ipercritica) Capirai: polpa di granchio, roba piccante,

            il classico piatto afrodisiaco. Figuriamoci se ti lasciavi sfuggire

            un’occasione del genere! E se Marco avesse preferito - che so? - un

            bel piatto di bucatini alla matriciana e come secondo l’agnello alla

            scottadito, oppure saltimbocca alla romana? Carne, insomma!

            B (sarcastica e toccando le sue forme) Carne? Gli basterà la mia!

            Non trovi? O hai qualche cosa da ridire?

            A (cercando di mantenere la calma): la mia era solo una

            considerazione; nulla da eccepire; e poi, a tavola e a letto,

            ciascuno ha i gusti che ha... e comunque sia, c’è carne e carne...

            B Ecco, brava, evita di fare commenti sulla carne e soprattutto

            sulla mia cucina, che non è affatto sciapa e senza sapori, come

            invece sostieni tu, in mia assenza; piuttosto, cerca di darti una

            mossa, visto che sono già le nove meno un quarto e fra qualche

            minuto ti suonano al citofono; e come al solito ti farai

aspettare...

            A Mia cara Beatrice, una sera per uno: ieri sera eri tu, che te la

            prendevi comoda, stasera invece tocca a te, stare sulle spine...

            B (salendo su di giri) Non vale! Tu me lo fai per dispetto; i patti

            che avevamo fatto all’inizio, prevedevano che Marco, al suo arrivo,

            trovasse una sola di noi due, ad aspettarlo in casa. Abbiamo

            ritenuto che fosse meno imbarazzante per tutti e tre, seguire questa

            semplice regola di comportamento...

            A (piccata) Certo, meno imbarazzante;... anche perchè i confronti

            potrebbero sempre rivelarsi pericolosi...

            B (ancora più agitata) Lo sai bene che io non temo confronti; di

            nessun tipo! Vorresti forse che organizzassimo prima una bella gara

            culinaria e poi una sfilata tipo Miss Italia, per farlo scegliere,

            una volta per tutte?

            A (sospirando e riprendendosi)) Non sarebbe una cattiva idea, così,

            almeno, potrebbe finire questa storia assurda e paradossale, che noi

            due, ipocritamente, continuiamo a definire normale...

            B E’ inutile che ti affanni a sperare cose del genere: Marco non

            sceglierà mai,

            A E vero: siamo noi due che ci siamo cacciate in questa situazione,

            lo abbiamo coinvolto e ora tocca a noi trovare una soluzione, prima

            o dopo.

            B Certo che con tutti gli altri "maschi-oggetto" che abbiamo...

            trattato in passato, la cosa ci riusciva del tutto naturale...

            A Per forza, quelli erano "usa e getta", ce li spupazzavamo tutte e

            due e poi, fuori dai piedi!

            B La verità è che, purtroppo, scherzando scherzando, ci siamo

            innamorate entrambe di Marco.

            A E lui, poveraccio, si è affezionato a tutt’e due e non sceglierà

            mai, per non fare torto a nessuna.

            B (si agita, mentre suona il citofono) Ecco, sono già arrivati i

            tuoi amichetti, e tu non sei ancora pronta...

            A Solo due o tre piccoli ritocchi... (rispondendo al citofono) Due

            minuti e sono giù.

            B Ottimista, per lo meno dovevi dire un quarto d’ora, per finire i

            restauri della Cappella Sistina...

            A Grazie per il complimento: dieci piani di delicatezza...Sei sempre

            la solita esagerata, massimo cinque minuti e sono pronta; e poi, una

            signora deve far sempre aspettare...

            B ...i corteggiatori, non i colleghi d’ufficio!

            A Per una donna carina, sono tutti potenziali corteggiatori, anche

            il collega di stanza, il capufficio, il dirigente... Sta a noi,

            ovviamente, saper decidere quando, come e perchè...

            B ...e soprattutto con chi...! E infatti noi due abbiamo deciso

            quando, come, dove e pure con chi, soltanto che non si sa perchè...

            proprio con lo stesso uomo. Che affare!

            A Affari a parte, eccomi pronta ad uscire. L’appartamento è tutto

            tuo! Ti lascio campo libero... ma soltanto fino all’una e mezza!

            quindi... tieni d’occhio l’orologio, al mio ritorno mi seccherebbe

            molto entrare in bagno per struccarmi e trovarti ancora a sguazzare

            con Marco dentro la Jacuzzi... Chiaro? Allora, ciao! E buona

            serata!... Tanto, domani sera tocca a me! (si avvia verso la porta,

            poi, quasi indugiando volutamente) Beatrice, secondo te vanno bene

            queste scarpe? Oppure mi stanno meglio gli zatteroni che ho comprato

            l’altro giorno...?

            B Se non te la squagli di corsa, gli zatteroni te li do in testa...

            (fa per inseguirla e B esce di scena)

            

            SCENA IV

            (suona il campanello, Beatrice va ad aprire: è Marco, che entra

            tossendo)

            B Amore, come stai, che ti è successo?

            M Appena un po’ di tosse; forse mi sono raffreddato al circolo di

            tennis...

            B (severa) Per me saranno stati gli idromassaggi, ne hai fatti

            sicuramente troppi; stasera, sarà l’ultimo, intesi?

            M Proprio stasera, chérie?

            B (allusiva) Vorresti forse togliermi questo piacere?

            M (ironico) Io, a te, certamente no; piuttosto sembra che tu lo

            voglia togliere alla tua... condomina...

            B Mica ti metterai a fare il re Salomone, adesso!

            M Ma che Salomone d’Egitto; no... è che... ho fatto le carte...

            B (eccitandosi)... al Comune? Per sposarci, forse?

            M Ma quale Comune, ma quale matrimonio; oggi pomeriggio, prima di

            andare a tennis, mi sono fatto fare i tarocchi

            B Ebbene, sentiamo: cosa è venuto fuori, dalle carte?

            M Due donne... e quelle siete voi due, non ci vuole molto a

            capirlo...

            B E poi?

            M E poi un bel due di picche: che tradotto vuol dire guai... solo

            guai... in altre parole, non c’è due, senza stress! (riflettendoci)

            Però, sarebbe un bel titolo per una commedia, che ne pensi?

            B (alterandosi e salendo di tono) Guarda, carino, che con lo stress

            ormai ci conviviamo da un pezzo, noi due... intendo dire Alessia ed

            io... Per cui, lascia stare le facili battute e l’ironia da

            supermercato...

            M O.K., non ti arrabbiare, "mozzarellina"...

            B (urlando) Ah, no! Mi hai chiamato "mozzarellina"... "mozzarellina"

            è Alessia, io sono "fiorellino", e tu "pisellino", va bene? Non

            confondiamo ruoli e situazioni... e soprattutto vezzeggiativi...

            M (imbarazzato) Scusami...ehm...fiorellino; ma devi capire che anche

            per me, questa situazione comincia ad essere pesante, difficile da

            sostenere, quindi dovete capire, tutt’e due, che posso anche avere

            un lapsus... te lo dicevo, io, che lo stress può anche portare a una

            dèbacle psicofisica...

            B Purchè non si tratti di una deprecabile dèbacle... funzionale...

            M Ancora per un po’ di tempo, spero di farcela; in realtà la mattina

            vado avanti a zabajone e vitamine A, B e C... Scommetto che fra un

            po’ mi toccherà ricorrere a qualche bella puntura di ...

            tostosterone, o addirittura al Viagra,

            B (allusiva)Non ne hai bisogno... Vieni, pisellino (abbracciandolo

            teneramente) questa sera ti ho preparato delle cose squisite...

            M Mi incuriosisci terribilmente: sentiamo il menu; cosa ci ha

            preparato, stasera, la principessa sul fornello?

            B Un piatto brasiliano, leggermente afrodisiaco, che si chiama

            "casquinha de sirì", ti spiego meglio: si tratta di polpa di

            granchio gratinata, servita in una conchiglia gigante, con olio

            piccante e limone...

            M Complimenti, e dove hai imparato a cucinare queste squisite

            ricercatezze?

            B L’anno scorso, a Rio de Janeiro, in occasione del viaggio

            aziendale. Sai? A Copacabana e Ipanema, si potevano gustare ovunque

            queste cose prelibate, oltre ai soliti spiedini di gamberi e alle

            aragoste dell’oceano.

            M Non mi dire che mi hai fatto trovare anche la frutta tropicale.

            B Ma certo, pisellino, ti ho preparato una saporita macedonia, a

            base di avocado, kiwi, ananas e mango...

            M (fra sé e sé) Che manco me piace... (riprendendosi) Gustosa e

            nutriente... temo di averne proprio tanto bisogno...

            B Come potrai intuire, a me piace sempre lavorare di fantasia, ma

            aggiungendo un pizzico di creatività in più...

            M Alt! Questa mi sa tanto di propaganda elettorale. Non mi

            coinvolgete, lo sapete bene entrambe: io non sceglierò mai. Mi avete

            voluto trascinare a tutti i costi in questa assurda situazione? Io

            so soltanto che non ce la faccio più, non ce la faccio più...

            B Adesso calmati, ci penseremo, adesso assaggia il gustoso aperitivo

            che ti ho preparato...

            M (interrompendola)... gustoso ed eccitante, e magari anche

            leggermente afrodisiaco... ho indovinato?

            B Che genio! Ma come hai fatto a indovinare?

            M (ironico) Intuizione del genio. E di che cosa si tratterebbe?

            B "cocò d’amour", un liquore al sapore di noce di cocco, che ho

            portato dalle Seychelles (indicando una foto o un poster):

            Se ci riesco, qualche volta vorrei farti provare anche un piatto

            tipico seychellese... una cosa un po’ strana... il problema è che

            non si trovano facilmente gli ingredienti...

            M (con aria preoccupata) Perchè, di che si tratta?

            B Curry di pipistrello!

            M (quasi saltando in aria) Ma sarai matta?

            B Sciocchino, è squisito, piccante, eccitante; (cambiando tono) solo

            che è difficile trovare i pipistrelli...

            M Meglio così!

            B Ma non perdiamo tempo in chiacchiere, pisellino. Tu rilassati

            pure, mentre io vado ad accendere il forno per scaldare la polpa di

            granchio; nel frattempo ti servo il "cocò d’amour"(ed esce di

scena).

            

            SCENA V

            M (Marco è solo in scena e riflette tra sè) Mamma mia, non ce la

            faccio più, con queste due. Eppure ci dev’essere un modo, per uscire

            fuori da questa assurda situazione. Non so se ridere o se piangere.

            Sono più di otto mesi che andiamo avanti in queste condizioni...

            Oddio, all’inizio la cosa mi stuzzicava. Ma chi poteva immaginare

            che le due folli si sarebbero innamorate entrambe di me? Potrei

            farmi trasferire in Antartide...

            oppure, potrei entrare in seminario; meglio farsi prete... no!...

            prete no! Sennò, potrei diventare un gay, ma, francamente, non mi ci

            vedo molto portato. Ecco: potrei innamorarmi perdutamente di

            un’altra donna: così, forse, troverei la forza per staccarmi dalle

            due matte scatenate. Solo che un’altra donna, me lo dite voi come

            faccio a trovarla?

            E anche se la dovessi conoscere, un’altra ragazza, me lo spiegate

            quando ci esco? La notte, oppure la mattina, se mi prendo qualche

            ora di permesso!... Ora che ci penso, quell’amica di mia cugina, si

            - come si chiama ? - Alessandra: mi guarda sempre con occhi

            interessati, tutte le volte che mi incontra... Quasi quasi la chiamo

            (prende il cellulare e, di nascosto, cerca di fare il numero di

            Alessandra)

            B (rientrando in scena) Amore, amore! Pisellino! (vede che ha il

            cellulare in mano: gelosa) A chi devi telefonare? Dimmi, a chi?

            M No, volevo mandare un messaggio a un amico... nulla, non ti

            preoccupare...

            B Il tuo "fiorellino" ti ha preparato un aperitivo stupendo:

            direttamente dalle Seychelles, le isole dell’amore, il cocò d’amour.

            A proposito, non sarebbe mica una cattiva idea se ci facessimo una

            bella vacanza insieme, da quelle parti... La Digue, Praslin,

            Silhouette... Bird Island, l’isola degli uccelli... che ne pensi?

            M E ad Alessia che le raccontiamo, che andiamo in trasferta per

            l’ufficio?

            B Ma è semplice, pisellino: tu ti fai prima una settimana con me

            alle Seychelles e poi, se proprio insisti, ti puoi organizzare

            un’altra settimana con lei, alle Mauritius: mica male come

            suggerimento

            M Secondo me vi manca qualche rotella, a tutt’e due.

            B Pisellino, ti vedo leggermente agitato, nervoso, invece dovresti

            rilassarti, assaporare questo delizioso cocò d’amour, e poi

            concentrarti intensamente sulle ore magiche e stupende, che ci

            attendono da questo momento in poi... (insinuante ed accostandosi a

            lui). Alla salute... che te ne pare del cocò... anzi... quasi quasi

            ti chiamerò cocò, d’ora in avanti: che cos’è più divertente, cocò o

            pisellino?

            M (sempre più imbarazzato e seccato) Preferirei che tu mi chiamassi

            semplicemente Marco, lo sai che tutte questi nomignoli mi danno ai

            nervi, le trovo solo espressioni inutili ed infantili!

            B (risentita) Ehi, pisellino, però prima ti è scappata a te,

            l’espressione inutile ed infantile, l’unica differenza è che mi hai

            chiamato mozzarellina, anzichè fiorellino: come dire che mi hai

            confuso con quell’altra...

            M L’altra, l’altra...! Vorrai dire la tua condomina, la tua socia al

            50% in affari amorosi; la situazione la conosci benissimo; quindi,

            se a un povero disgraziato, stanco ed esaurito, gli saltano i nervi

            e confonde un fiorellino con una mozzarellina... (salendo su di

            tono, sempre più acceso) Insomma, basta, ci manca pure la gelosia,

            adesso sai che faccio? Vi pianto entrambe, scappo via, mi faccio

            prete, oppure divento gay, va bene?

            B (cercando di recuperare la situazione, conciliante e melliflua)

            Marco, scusami, hai ragione: forse ho esagerato, ti prego, non ne

            parliamo più, mio bel cocò, beviamo e andiamo a tavola: a quest’ora,

            la polpa di granchio sarà bella calda, profumata ed eccitante; e

            poi, dopo cena, la Jacuzzi ci attende: prevedo idromassaggi

            favolosi... ed irripetibili (trascinandolo con sè verso la cucina).

            Vieni, pisellino! (cantando la canzoncina) La notte è piccola per

            per noi, troppo piccolina...!

            M (ironico) La notte! Capirai: all’una torna Alessia...

            B Beh? Apposta, no? Non perdiamo tempo in inutili discussioni.

            Andiamo... (ed escono entrambi di scena).( Con effetto luci si

            simulano diverse entrate ed uscite tra gli attori, a simboleggiare

            alcuni giorni che passano e il menage che continua...)

            

            SCENA VI

            A (qualche giorno dopo, rientrando in casa, mentre B si trova già in

            scena) A proposito, non mi hai più raccontato come sono andate le

            follie tropicali, quella famosa sera?

            B Tutto secondo i piani prestabiliti!

            A (curiosa e insinuante) Idromassaggio compreso?

            B Idromassaggio compreso, lo puoi ben dire;

            A A proposito, sappi che l’idromassaggio che vi siete fatti ieri

            sera è stato l’ultimo...

            B Perchè, s’è rotta la Jacuzzi?

            A No, ma forse è meglio metterla in cassa integrazione.

            B (guardandola con sospetto) Che intendi dire? Hai un’aria strana,

            stasera, non so se paragonarti a una sfinge oppure a una sibilla:

            sei enigmatica, chi ti capisce è un genio...

            A Allora tu non avrai problemi, vero?... Comunque, non farci caso,

            mia cara, la vita, a volta, riserva delle strane sorprese; il

            destino, la fortuna, o la sfortuna; insomma, cose che capitano...

            B Continui a capirti da sola:

            A (conciliante) Hai ragione, scusami, è che sono veramente strana,

            oggi...

            B Ecco! Cerca di non diventare anche insopportabile, se puoi; e

            soprattutto se ci riesci...

            A Vedo che anche tu hai fatto un corso accelerato di gentilezza e di

            diplomazia... il bon ton è sempre stato il tuo forte...

            B Senti, perchè non la fai finita di parlare come la sibilla

            cumana?...

            A ...quella dell’antro: gita immancabile, secondo liceo classico,

            primavera...

            B ...Ottima memoria! Complimenti e 7 più!

            A se non ricordo male, allora ci spupazzavamo Filippo Gentileschi,

            detto Pocaluce... io all’andata...

            B ... e tu... al ritorno.. Eì vero

            A E già, peccato che queste alternanze - o coincidenze, come diceva

            qualcuno - ormai non siano più praticabili:

            B Cerca di spiegarti meglio, mia cara Alessia, non continuare ad

            essere sibillina...

            A (con aria solenne e tirando fuori dalla borsa un foglio) C’è poco

            da essere sibillini, ormai... la Forza del Destino bussa alla nostra

            porta...

            B (ironica) Vedo che adesso stiamo scomodando addirittura Giuseppe

            Verdi; mica male, come idea: in effetti, a guardarti bene, hai

            proprio la faccia da Traviata!

            A Beatrice: piantala di ironizzare sempre su tutto, parlo

            seriamente: sono incinta! (aprendo il foglio e mostrandolo a B) Ecco

            le analisi! Le ho ritirate mezz’ora fa... POSITIVE...

            B (reagendo con foga) Cosa? Sei impazzita? Ma come è potuto

            succedere?

            A Semplice, una sera ho dimenticato di prendere la pillola... e

            così...

            B E tu te la vai a dimenticare proprio nel giorno sbagliato la

            pillola... o forse era quello giusto... Comunque la cosa non finisce

            qui, se speravi di farmi fuori con una semplice gravidanza, beh, ti

            sbagli di grosso!

            B E Marco, lo sa? come l’ha presa?

            A L’ho appena avvertito sul cellulare. Sta arrivando di corsa, così

            cominciamo a fissare subito la data del matrimonio...

            B (saltando su tutte le furie) Ma di quale matrimonio vai

cianciando?

            A (quasi soddisfatta) E’ normale, no? Anzi lapalissiano. (facendo

            segni con le dita) Una è incinta e due si sposano.

            B (palesando una certa difficoltà) Ma dimentichi che noi siamo in

            tre, non in due, quindi che facciamo? Ci sposiamo in tre?

            A E’ un problema tuo, mia cara, Marco ed io ci sposiamo: (quasi

            sognante) pensa che belle partecipazioni: "cormorano e mozzarellina

            finalmente sposi".

            B E fiorellino?

            A Appassisce! (riprendendosi dalla gaffe) Oh scusami: non volevo

            offenderti: d’altro canto, con il tuo fascino, la tua dimensione

            cosmopolita, la tua cucina afrodisiaca internazionale, non avrai

            difficoltà a trovare un altro uomo, tutto per te; e poi, avrai

            sempre la casa libera, Jacuzzi compresa, visto che io e Marco

            andremo a vivere per conto nostro.

            B Bella prospettiva!...

            A Ma non preoccuparti, ti aiuteremo noi a trovare altri uomini, ti

            presenteremo gente; vedrai, al matrimonio conoscerai tutti gli amici

            e colleghi di Marco...

            B (imbestialita) Io non ho alcun bisogno di farmi presentare i

            maschi da te... o da pisellino...

            A (ironica) Cormorano, prego, ormai pisellino... è solo un vago

            ricordo: peccatucci di gioventù...

            B Cormorano o pisellino non cambia un fico secco: io ci penso da me,

            a procurarmi i maschi di scorta; comunque, tu sei stata scorretta;

            me lo potevi anche dire che avevi un ritardo, che eri andata a fare

            le analisi, insomma, se non ci diciamo queste cose tra noi...

            Piuttosto, pisellì... eeh, cioè... Marco, come l’ha presa?

            A Quando gli ho dato la notizia per telefono non ha fatto commenti:

            ha solo risposto : AH!

            B E poi che ha fatto? Secondo me è svenuto...

            A Beh, aveva qualche difficoltà a parlare in effetti, ma forse aveva

            la batteria scarica...

            B Secondo me gli si sono scaricate le corde vocali: capirai, di

            punto in bianco gli dici che sei incinta, come minimo gli fai

            prendere un colpo! Povero pisellino, anzi povero cormorano...

            Comunque, a me questa storia non mi va per niente giù. Alessia,

            guardami in faccia, dimmi la verità: non è che la pillola te la sei

            dimenticata di proposito? Non potrei mai perdonarti, se avessi

            cercato di fregarmi, con la scusa della gravidanza.

            A Se proprio lo vuoi sapere, non è mica la prima volta che mi

            dimentico la pillola, sai bene che sono un’incorreggibile smemorata,

            distratta da morire;

            B Lo so bene che sei molto distratta, però a me la pulce

            dall’orecchio non me la toglie più nessuno: anzi, se proprio ci

            tieni a saperlo, non è una pulce, (evidenziando) è una cavalletta

            gigante! Secondo me, ci hai marciato...

            A Te lo ripeto ancora una volta, che tu ci creda o no: già altre

            volte mi sono dimenticata la pillola, però mi è sempre andata bene.

            Adesso, però, bisogna prendere atto di questa nuova realtà...

            B Ma dimmi una cosa, non hai mica preso in considerazione l’ipotesi

            di... liberarti del bambino?

            A Non ci penso neppure; tanto, prima o dopo, la maternità, il

            matrimonio, sono cose che bisogna prendere in seria considerazione:

            basta con le storie inutili e senza significato; e soprattutto basta

            con certi scomodi condominii...

            B Per quel che mi riguarda, sappi che io non gioco affatto: a Marco

            ci tengo quanto e più di te e non ci penso proprio a rinunciare a

            lui, solo perchè la mozzarellina di turno si è dimenticata di stare

            attenta... Ma bada bene, che non finisce qui: non riuscirai a

            liberarti di me così facilmente, con una pillolina dimenticata...

            Chiaro? Adesso debbo scendere un momento ... faccio un salto al

            supermercato e in farmacia, così nel frattempo arriva Marco e

            affronteremo il problema: una soluzione ci deve pur essere.

            (ed esce di scena)

            

            

            

            

            

             

            SCENA VII

            A (prima leggendo il foglio delle analisi, poi muovendosi per

            l’ambiente, sistemando cose o facendo gesti aderenti alla

            scenografia) Mettila come ti pare, mia cara Beatrice, ma Marco,

            stavolta, è mio per sempre: In fin dei conti non ha alcuna

            importanza come sono rimasta incinta: pillola a non pillola,

            dimenticanza o non dimenticanza, si vede che era un segno del

            destino; e Marco, evidentemente, era l’uomo predestinato nel mio

            futuro di donna.

            Ormai non si gioca più, si fa sul serio! (riflettendoci) E anche se

            Marco non mi avesse voluto sposare, il bambino sarebbe nato con due

            mamme, sarebbe cresciuto anche lui in condominio, chissà. E invece

            crescerà in un delizioso appartamentino, con la sua mamma e il suo

            papà, avrà la sua stanzina, con i suoi giocattoli. (esaltandosi)

            Marco, ormai sei mio, soltanto mio! Nessuna Beatrice al mondo me lo

            potrà più strappare. Con le buone o con le cattive, ormai è roba

            mia, guai a chi lo tocca. (suona il campanello e Alessia va ad

            aprire)

            

            

            

             

            

            SCENA VIII

            (entra Marco: ha un’aria scura, seccata e contrariata; si siede

            senza aprire bocca)

            A (andandogli accanto, quasi a voler rompere il ghiaccio) Allora,

            questo futuro papà, che cosa mi dice? E’ contento della lieta

            notizia?

            M (quasi facendo esplodere tutta la rabbia che ha in corpo e

            fortemente ironico) Eh! Non ti dico la gioia, la contentezza, pensa

            che sono arrivato fin qua ballando per strada, sono venuto a passo

            di samba. La gente mi guardava e pensava: oh, sono arrivate le Oba

            Oba direttamente dal Brasile. Ma dico:sarai matta? Stiamo nella

            cacca fino al collo, io passo dalla posizione ambigua di

            amante-fidanzato al 50% a quella di padre ignaro e involontario al

            100% e secondo te dovrei fare salti di gioia? Come se avessi vinto i

            18 miliardi al Superenalotto! Così, di punto in bianco, ti senti

            chiamare al cellulare e, con la massima naturalezza di questo mondo,

            ti senti dire: "Caro, lo sai che sono incinta?!" Roba da farti

            andare di traverso anche quello che hai mangiato la settimana prima!

            Ma chi cavolo poteva essere pronto, ad affrontare una situazione del

            genere?

            A Beh, prima o dopo a una soluzione finale toccava giungere: o io o

            Beatrice...

            M Ah, adesso capisco: io non volevo scegliere - e tu lo sapevi

            perfettamente che non avrei mai scelto - voi due messe insieme non

            decidevate un bel nulla... (caustico) E così hai deciso tu... da

            sola...!

            A Veramente, proprio da sola... insomma, hai collaborato anche tu...

            M (come sorpreso) Io...?

            A Si, indirettamente, forse involontariamente...

            M Fraudolentamente, vorrai dire... nel senso che mi hai fregato...

            A Ma che vai a pensare? Ha deciso il destino, il caso, non ho deciso

            io...

            M Ammetterai che se non ti fossi scordata di prendere la pillola, il

            caso si attaccava al caso, invece tu... svanita come sei, che ti vai

            a dimenticare? Una cosa a caso: la pillola, appunto!

            A Ma cormorano, amore... pensa che carino, avremo una casetta tutta

            per noi, per il nostro bambino...

            M Cara la mia (sillabando, irritato) mo-zza-re-lli-na, per me la

            paternità è una cosa seria, un atto di coscienza e di volontà, non

            un incidente di percorso, una pillola dimenticata... E poi, scusami

            tanto, ma non potevi prendere... come si chiama?... la pillola del

            giorno dopo?

            A Me ne sono ricordata soltanto due giorni dopo, amore...

            M E allora potevi prendere la pillola di due giorni dopo...

            A Spiacente, ma quella non l’hanno ancora inventata...

            M E ti pareva!... O Signore, in che pasticcio mi hai fatto trovare,

            mi sento sull’orlo di un baratro, come se stessi per precipitare...

            A Cormorano, non farla così drammatica, hai sempre detto che mi ami,

            quindi non vedo qual’è il problema...

            M Ma io non ti amo, ti voglio bene; e la cosa è ben diversa, a parte

            il fatto che adesso ti strozzerei (accenna al gesto)

            A (alla pancia) Tuo padre è un violento!

            M (gesto di mandarla a quel paese) E poi si dà il caso che io voglia

            bene anche a Beatrice... Piuttosto, dov’è? Come mai non è in casa?

            Vorrei proprio sapere come l’ha presa!

            A Come vuoi che l’abbia presa? Come una marmotta: rosicando, no?

            D’altra parte, non ha grossi argomenti a disposizione, ormai...

            M Magari, avrà pure pensato che l’hai fatto apposta, a dimenticarti

            la pillola...

            A (facendo la vaga)... Si, in effetti... ha anche blaterato ipotesi

            del genere, ma forse sei più tu, che hai simili dubbi...

            M Credo che si tratti di dubbi quanto mai legittimi e motivati, non

            trovi?

            A Ognuno è libero di pensare ciò che più gli piace!...(si sente

            aprire la porta: entra Beatrice con una vistosa busta in mano)

            

            SCENA IX

            B (con aria ironica, allusiva, ma anche in qualche modo soddisfatta)

            Disturbo? Arrivo forse in un momento particolarmente delicato?

            Oppure i due piccioncini stanno solo parlando del più o del meno?

            A (recuperando la situazione) Figurati, vieni pure: stavamo giusto

            parlando delle nozze... sai le cose pratiche, tipo la data, la

            chiesa, la partecipazione, il ricevimento, il viaggio di nozze...

            B (ironica) Ho capito, praticamente stavate scegliendo... il menu...

            A Brava, ci sei andata proprio vicinissimo...

            B (sempre più ironica) Insomma, ho fatto fuochino, anzi,

            focherello...

            A Proprio così, focherello...

            B Basta stare attenti a non scottarsi, quando si scherza con il

            fuoco troppo da vicino...

            A Beh, è sufficiente stare attenti e usare le precauzioni del caso,

            mia cara, non trovi?

            B Lasciamo stare la precauzioni. Il rischio di scottarsi c’è sempre!

            A Beatrice, sbaglio o stai facendo discorsi un po’ strani? Non ti

            seguo mica tanto...

            B (ridacchiando ed estraendo dalla busta un foglio che consegna ad

            Alessia) Ecco, guarda qua, forse capirai meglio...

            A (aprendo il foglio e leggendo con aria stupita ed incredula)...

            Ma, ma come? Tu... anche tu... non ho parole... mi sento un nodo in

            gola...

            B Non sempre tutti i nodi vengono al pettine, a volte qualcuno si

            ferma in gola...

            M Scusate, ma mi piacerebbe capirci qualche cosa, mi sembrate matte,

            tutt’e due...

            B Capirai subito, non c’è niente di straordinario nè di

            incomprensibile: ho semplicemente fatto delle analisi anch’io e le

            ho appena ritirate: pure io sono incinta... Uno pari!

            M Cosa? Ma siamo impazziti?

            B Tutt’altro, abbiamo soltanto fatto l’amore come matti ed ora ecco

            qui i risultati...

            M Fantastico! Se prima eravamo nella cacca fino al collo, adesso

            siamo praticamente sommersi nella Cloaca Massima; e senza

            depuratori! E poi, scusa tanto, ma tu non usavi la spirale?

            B Scaduta; era scaduta da un mese...

            M (agitatissimo) Scaduta? Ma come si fa a farla scadere?

            B La spirale non è mica come una cambiale, che la banca ti manda

            l’avviso di scadenza: non mi sono ricordata di cambiarla, punto e

            stop. Distrazione! Quando me ne sono accorta, sono corsa a farmi le

            analisi, ma era troppo tardi: ed ecco qui il risultato...

            A Sei stata scorretta, potevi anche avvertirmi...

            B E perchè, tu forse ti sei preoccupata di informarmi delle tue...

            dimenticanze? C’è chi dimentica la pillola, c’è chi dimentica la

            spirale scaduta...

            A E chi mi dice che non l’hai fatto apposta?

            B E’ molto semplice: se non l’hai fatto apposta tu, non l’ho fatto

            apposta neppure io...

            A E’ una risposta sciocca...

            B E’ una risposta logica... o se preferisci, simmetrica.

            M E una risposta del cazzo!

            B La signorina credeva di avermi liquidato, invece l’affare si è

            complicato, e pure parecchio: adesso siamo pari, anch’io ho il

            diritto di sposarmi con te, mio caro Marco, (solenne) e noi andremo

            in viaggio di nozze alle Seychelles...

            M Certo, così mi farai mangiare il famoso curry di pipistrello...

            B E non solo, mon amour, la cucina creola è ricca di sapori e di

            profumi, è piccante, afrodisiaca...

            A (esplodendo dalla rabbia) E falla finita con queste cretinate...

            B Poco fa, quando parlavi del vostro, viaggio di nozze, non ti

            sembravano affatto cretinate...

            A Beh, ma ora la situazione mi sembra leggermente cambiata...

            B Trovi? Bene, vuol dire che il viaggio di nozze lo faremo in tre...

            M (disperato) Mamma mia che stress, ma io, proprio con due pazze

            smemorate come voi due, dovevo andare a rovinarmi? Una si dimentica

            la pillola, l’altra la spirale scaduta... (ironico) Ma da bambine

            non ve l’hanno dato l’olio di fegato di merluzzo?

            B E’ colpa tua, che sei un porco: tutti uguali, voi uomini: se tu

            avessi accettato di usare il profilattico, ora non ci troveremmo a

            questo punto...

            A E’ vero, dicevi sempre che il profilattico ti faceva schifo, che

            non ti dava certe sensazioni...

            B Certo: il signorino voleva gustare "tutte le frequenze"

            dell’amore: proprio così, dicevi; ed il profilattico invece taglia

            le frequenze più acute e quelle più profonde...

            M Ma che c’entra, quello era solo un paragone con il linguaggio

            dell’alta fedeltà... così, tanto per spiegare il concetto...

            B Concetto arcispiegato: tu, per fare il porco, hai messo incinte

            due povere ragazze...

            M Ueih! Ah due povere ragazze: eravate ben conscie di quello che

            stavamo facendo, tutti e tre, anzi, se proprio la vogliamo dire

            tutta, in questa situazione mi ci avete trascinato proprio voi due,

            tirandomi per i capelli e pure per qualche altra cosa; quindi...

            adesso non venite a farmi la parte delle povere vittime ingenue ed

            indifese...

            A Comunque Beatrice ha ragione; se tu fossi stato meno egoista, ora

            non ci troveremmo in questa assurda situazione... Sei un porco...

            M Ah si? Io sarei il porco, voi due, invece, due povere

            santarelline: ma se siete due assatanate, due ninfomani, pronte per

            la seconda serie del Grande Fratello!

            B Ci stai ricoprendo di fango...

            M (ironico) Meglio, così vi passano i dolori...

            A Sei responsabile... E’ colpa tua!

            M Stai a vedere che veramente volete addossare a me ogni colpa?

            Prima mi coinvolgete in un menage a trois asfissiante e stressante,

            mi assicurate dicendo: "non ti preoccupare: io prendo la pillola"

            "stai tranquillo: io uso la spirale". Ecco i risultati della

            tranquillità.

            B Ragazzi, cerchiamo di mantenere la calma, per cortesia; se ci

            agitiamo troppo, non riusciremo mai a trovare la soluzione più

            giusta, siamo d’accordo almeno su questo?

            A Accordo concesso; e secondo te, la soluzione più giusta, quale

            potrebbe essere?

            B Una cosa è certa, che il nostro Marco non può sposare entrambe...

            A E’ vero, in Italia la poligamia non è ammessa! O sbaglio?

            M Non sbagli, non sbagli.

            A Però ho letto di recente che alcuni immigrati mussulmani hanno

            ottenuto di iscrivere allo stato civile due mogli... O sbaglio?

            M Non sbagli, non sbagli.

            A Ho un’idea brillante! E se diventassimo tutti e tre mussulmani,

            che succederebbe? Non potremmo sposarci tutti e tre? O sbaglio?

            M Sbagli, sbagli, quelli erano immigrati, con una situazione di

            fatto già preesistente.

            A (pensa un attimo) Secondo voi li fabbricano i letti a tre piazze?

            M No, e poi, non pensarci neppure; niente ammucchiate, tutt’al più

            ci organizzeremmo con due camere da letto, mi sembra logico.

            B Certo! Il califfo vuole continuare a sentirsi un sultano, un

            emiro, con tanto di harem...

            M Ti assicuro che non ci tengo affatto: anzi, preferirei essere un

            eunuco, piuttosto che trovarmi in questa situazione...

            A Stavo pensando che almeno la camera per i bambini potrebbe essere

            unica, così potrebbero giocare insieme, no? Tutto sommato, sono

            anche fratelli, o sbaglio?

            M Non sbagli, almeno questa volta.

            B Io invece credo che una di noi due dovrebbe rinunciare, ad esempio

            tu!

            A Ma figuriamoci: ti ricordo che sono io quella che ha incontrato

            Marco per prima e tu lo hai voluto conoscere a tutti i costi; anzi,

            mi dicesti "fammelo assaggiare pure a me" (Marco segue esterrefatto

            in controscena); già, hai detto proprio così, quindi, se c’è una che

            deve rinunciare, quella devi essere tu.

            B Non ci penso neppure; da quando in qua in amore conta la

            precedenza storico-cronologica? In amore contano i sentimenti, i

            propositi, i progetti a due e non le prenotazioni. Si è vero, l’ho

            voluto assaggiare, mi è piaciuto e ho voluto riassaggiarlo, anzi

            assaporarlo fino in fondo...

            A Peccato che hai fatto una bella indigestione...

            B Se è per questo, l’indigestione (alludendo alla pancia) l’abbiamo

            fatta tutt’e due... Comunque sia, io sono animata delle migliori

            intenzioni: amo Marco e sarà mio: ho dei progetti ben precisi sul

            nostro futuro...

            M Lascia stare i progetti e restiamo con i piedi per terra, troviamo

            una soluzione per uscire da questa situazione aberrante e

            paradossale. Non so proprio da che parte cominciare...

            

            SCENA X

            A (squilla il telefono e Alessia va a rispondere) Si, buona sera, mi

            dica, sono io Alessia Colantoni, personalmente... Cosa?...Ma... ma

            come è possibile?... (sempre più apprensiva) Scusi, ma come si è

            potuto verificare un errore del genere? E ne siete certi? Ah siete

            certi! Si capisco... La macchina, non era tarata correttamente (con

            voce sempre più flebile, quasi inebetita)... ah, il computer... ho

            capito... l’HCG, certo, lo so che cos’è... l’HCG, la taratura... OK,

            passerò a prendere i risultati corretti... Grazie, arrivederci...

            (attacca il telefono e ripete tra sè e sè)... l’HCG... la

            taratura... l’HCG...

            M (apprensivo ed interessato) Alessia, ma che cosa succede? Vorremmo

            capire anche noi, chi era al telefono?

            A (attonita incredula e quasi piangente) Non ci posso credere... E’

            assurdo, non è giusto... Non può finire tutto così stupidamente.

            M Spiegati meglio...

            B (beffarda, quasi avendo intuito tutto) Forse sarebbe il caso che

            capissimo anche noi...

            A Era il laboratorio ARTEMIDE, mi hanno semplicemente comunicato che

            il risultato delle analisi è inesatto... la macchina si è starata,

            non ho capito bene se è andato in tilt il computer o cose del

            genere, comunque sia i valori dell’HCG sono risultati errati...

            M L’HCG? E che sarebbe, con esattezza? Io non ci vado mai dal

            ginecologo...

            A (acida e aspra) Vuoi uomini non sapete mai niente, o fate finta di

            non sapere: l’HCG è l’indicatore specifico della gravidanza... sta

            per Human Corionic Gonadotropin...

            M Cojo che? (rivolto ad Alessia) Ma allora, tradotto in pratica, che

            cosa significherebbe? Che forse non sei incinta?

            A Toglici pure il forse! No! Non sono più incinta (toccandosi la

            pancia)

            B Non è più incinta, non è più incinta! Allora tutti i nostri

            problemi si siano automaticamente risolti...

            A Ah!!? Tu trovi che si siano risolti? Mi piacerebbe sapere qual’è

            la soluzione che intravedi tu...!

            B Ma cara, è ovvio: è la soluzione più logica, la più equa: se tu

            non sei più incinta, Marco me lo sposo io... Punto e a capo, no?

            A (esasperata) No, tu no! Piuttosto... piuttosto...faccio una

            pazzia...

            M Cerca di calmarti, ragioniamo, Alessia...

            A (risentita e aspra) Ma bravo, vedo che l’idea ti è piaciuta al

            volo, forse non vedevi l’ora di liberarti di me...

            M Alessia, ti prego, ammetterai che una cosa è essere padre

            involontario di un figlio, altra cosa è esserlo di due figli,

            soprattutto se le madri sono diverse. Non trovi?

            B Ma certo, diventa tutto molto più semplice, noi ci sposiamo e tu

            sarai la madrina del bambino: carino, no? Anzi, comincia fin d’ora a

            pensare al regalo...

            A (piangendo) All’inferno tu ed il regalo... Non ci posso ancora

            credere, per colpa di quel cavolo di coso, lì, come si chiama,

            l’HCG, il mio sogno che va in fumo, svanisce nel nulla...

            B (perfidamente) Ci sono sogni che svaniscono, come neve al sole, e

            sogni che invece si materializzano miracolosamente...

            A (rivolta verso B, quasi scagliandosi contro ripetutamente: Marco

            cerca di dividerle) Sei un essere abietto, sei un’inguaribile

            egoista, sei cinica, hai sempre cercato di copiarmi, in tutto e per

            tutto, hai sempre voluto tutto ciò che era mio...

            B Abbiamo semplicemente diviso...Comunque... io volgio restarti

            sempre amica!

            A (cedendo al pianto) Ma quale amica, sparisci, togliti di mezzo

            (Marco si avvicina a lei, cercando di consolarla) e sparisci anche

            tu, anzi, vatti a preparare le valigie e il costume da bagno,

            insieme alle pinne, fucili ed occhiali; partite pure per il vostro

            viaggio di nozze, Seychelles, Mauritius, tropici... andate, e

            restateci, magari vi nasce pure mezzo mulatto... oppure direttamente

            "nero per caso"

            M Alessia, Alessia, ti prego di credermi, calmati, io non c’entro

            nulla, in tutto questo, non ho alcuna colpa, lo vuoi capire, si o

no?

            A Va bene, adesso mi calmo, scusami, Marco, è che debbo farmene una

            ragione, capisci che significa? E’ il mondo che ti crolla

            addosso...(squilla di nuovo il telefono: i tre si guardano con aria

            interrogativa...)

            A E adesso chi sarà mai? Io non ho alcuna voglia di rispondere, non

            ci sono per nessuno, nemmeno per mia madre...

            B Non ti preoccupare, vado io a rispondere...

            

            SCENA XI

            B Pronto, chi parla? Si, Beatrice Lorenzoni, sono io; mi dica...

            come? Le sembra di averlo già fatto poco fa, questo numero? Mi

            scusi, ma chi parla? (insospettendosi) Cosa? Il laboratorio

            ARTEMIDE? Di nuovo... Ma certo... poco fa avete telefonato alla mia

            amica, Alessia Colantoni: si... viviamo insieme... Vuole che gliela

            chiami di nuovo (Alessia si agita, interessata)... No?... Ah,

            cercate me stavolta? (agitandosi e imbarazzata) Si, certo, anch’io

            ho ritirato delle analisi poco fa...(cambiando tono e gridando) No!

            Non è possibile. Non ci capisco più nulla: ma che significa tutto

            questo?... Che è capitato anche a me lo stesso errore della

            Colantoni? E chi se ne frega di Alessia... Ah, si è trattato dello

            stesso inconveniente... Capisco, l’HCG, lo stramaledetto HCG, va

            bene, ormai la conosciamo l’antifona; la ringrazio, passerò a

            prendere le analisi corrette, anzi, passeremo insieme, tanto... per

            quello che ci servono, ormai... Arrivederci, buona sera!

            M (rasserenandosi) Abbiamo capito male, oppure anche tu... non sei

            più incinta? ...

            B Hai capito benissimo, stronzo!

            M (gioisce) E vai!

            A (ironica) Non ci pensare, sono cose che capitano; come si dice?

            Anche i ricchi piangono!

            B Eh, ma si consolano pure facilmente quelli...

            M (con aria quasi di soddisfazione) Beh! Tutto sommato, mal

            comune... gaudio del sottoscritto

            B Sei la solita egoista: guardi tutto in funzione di te stessa e te

            ne freghi di tutto il resto, degli altri...

            A Ammetterai che la situazione è quanto meno buffa, diciamo pure

            tragicomica, se preferisci: mezz’ora fa ero incinta io e tu hai

            fatto il diavolo a quattro

            M il diavolo a quattro

            A Perchè non volevi accettare la situazione, poi improvvisamente ti

            sei ritrovata incinta anche tu e già si parlava addirittura di un

            bel matrimonio islamico,

            M un bel matrimonio islamico

            A Poi io sono - come dire? - guarita e tu te ne sei fregata

            ampiamente del mio dolore, anzi ti sei fatta subito un bel

            programmino tropicale per il viaggio di nozze; infine, si è scoperto

            che anche tu non ci hai un bel niente: pazienza, che ci vuoi fare?

            (ridacchiando) Siamo rimaste tutt’e due... a pancia vuota!... Tu,

            comunque, continua pure a dimenticarti la spirale scaduta... non si

            sa mai... prima o poi qualcun’altro potrebbe cascarci.

            M Il grullo

            A Vedrai che ti andrà meglio la prossima volta...

            M Meglio un corno! Ma di quale prossima volta andate parlando? E io,

            non conto proprio niente per voi due? E per chi mi avete preso, per

            un "inseminator" venuto dallo spazio? Se proprio avete tutta questa

            voglia di maternità, la prossima volta portatevi a letto una bella

            provetta, ma non mi coinvolgete più in queste vostre trame.

            D’accordo? Quasi quasi, adesso me la vado a fare sul serio, una

            bella vacanza a Rio de Janeiro, ma da solo, così mi scateno a

            ballare il samba in mezzo alle mulatte e le Oba Oba, per festeggiare

            lo scampato pericolo: (riflettendoci sopra) ma vogliamo scherzare?

            Padre inconsapevole e involontario due volte, contemporaneamente e

            per distrazione... altrui!

            B Siete veramente tutti uguali, voi uomini, pensate solo a una cosa

            e di fronte all’amore e al senso di paternità restate regolarmente

            insensibili come i surgelati di Capitan Findus; anzi, in fondo in

            fondo l’idea di un figlio vi terrorizza, ammettilo...

            M Ma che terrore e terrore, un corno, non ti rendi conto che la

            situazione era veramente al limite del paradosso e della follia, era

            aberrante in tutti i sensi...

            A Bah, per la verità io non ci vedevo nulla di strano... (a

            Beatrice)E tu?

            B Io neppure!

            M Ah, no? Ma siamo impazziti? Secondo me, siete totalmente fuse...

            sballate perse...

            A Neppure per sogno, tutto sommato potevamo anche vivere tutti e tre

            insieme, anzi, tutti e cinque, con i bambini... al limite anche

            senza matrimonio islamico...

            M Sapete che vi dico? Da oggi, tra di noi è tutto finito, chiaro? Mi

            rifiuto nella maniera più assoluta di continuare questo assurdo

            triangolo; siete due esseri pericolosissimi, da tenere a debita

            distanza; adesso, vi saluto per sempre... e trovatevi pure un altro

            superman a mezzadria...(solenne e ironico) io torno da mia madre!

            B (goffamente implorante) Marco, pisellino, ti prego, aspetta, non

            puoi lasciarci, non puoi andartene così...

            A Ascolta cormorano...

            B Pisellino, vorrai dire...

            A No, volevo dire proprio cormorano...

            B Pisellino

            A No, cormorano...

            M (desolato) Ecco, lo sapevo, adesso si ricomincia a discutere anche

            per i vezzeggiativi..

            A (seria) Marco, ti prego di riflettere, prima di andartene...

            M Io non ho nulla da riflettere... forse siete voi, che dovete farvi

            un bell’esame di coscienza... anzi, mettetevi davanti allo specchio,

            così (ironico)... riflettete meglio...!

            B Ma si, forse ha anche un po’ di ragione, dal suo punto di vista,

            (rivolta a Marco) Comunque, adesso rilassati, siediti qui sul

            divano, noi andiamo a prendere una bottiglia di spumante in cucina,

            almeno brindiamo alla nostra amicizia... Che ne pensi? (rivolta

            all’amica, senza farsi sentire da Marco) Chissà, magari ci ripensa!

            M Voi brindate a quello che vi pare... ma io, se permettete...

            vorrei brindare soltanto ed esclusivamente allo scampato pericolo...

            A Andiamo in cucina, cara, tanto gli uomini queste sottigliezze non

            le capiranno mai (ed escono di scena).

            SCENA XII

            M (tra sè e sè, riflettendo) Questa è proprio l’occasione ideale,

            per mollare definitivamente le due assatanate e dedicarmi a nuove

            amicizie...(squilla il cellulare di Marco) Pronto, si, Alessandra,

            sei tu? Sssss, (guardandosi intorno con sospetto, per accertarsi di

            non essere ascoltato) ma ti avevo raccomandato di non chiamarmi sul

            cellulare la sera...... fin quando non sistemo... un paio di

            situazioni... Come?... Mi devi dire una cosa urgente?... E che sarà

            mai, di veramente urgente?... E’ grave?... In un certo senso? E’

            grave o non è grave? Alessandra, ti prego, non tenermi ancora sulle

            spine, ho già avuto una giornata piena di stress oggi...(saltando in

            aria) Cosa, sei incinta? Pure tu? (e sviene, quando entrano Alessia

            e Beatrice con una bottiglia di spumante in mano)

            A e B (insieme) Toh, e’ svenuto, chissà perchè?

            

            FINE