Non c'è tempo, amore
di
Lorenzo Gioielli
Primo atto
ﭯ
SCENA 1
EDOARDO Quando ero piccolo, la mia vita era intessuta di fenomeni paranormali, che andavano dalla precognizione alla telecinesi, la capacità di spostare gli oggetti senza toccarli. Poi, dopo i quindici anni, è sparito tutto e mi è rimasta solo la telepatia. Leggo il pensiero. Sono un mago? Un alieno? Un mostro? Solo un medico generale con 1050 mutuati. Li tocco, sento il loro male, quando posso li guarisco, entro nel loro corpo con la mia mente e inverto il processo malato. Sì, so fare anche questo. Ma fa male, a me e a loro. A volte non posso far nulla, così sto zitto. Loro si passano la mano sul viso e mi guardano. Cosa posso prendere? Dicono. Prescrivo, prescrivo. Foglietti bianchi e rossi che compilo al computer. Roba che a volte li solleva e più spesso li accompagna. Dove sarebbero andati comunque. Qualcosa della precognizione è rimasto, vedo dove andranno. Non chiaramente, ma più o meno. A volte gli organi mi parlano. I fegati e i polmoni sono i più loquaci. Una volta, il pancreas di una signora non riusciva a smettere di ridere. Qualcosa che ho detto, credo. Gli ho detto di star zitto, non sentivo il cuore, che è un organo estremamente riservato, batte e basta. La signora si è agitata, mi ha detto che lei stava zitta, non era il caso di essere maleducati. Non ce l'ho con lei, ho risposto. Mi ha guardato stranita. Mi scusi, non ho dormito. Neanch'io, ha detto la signora, ma non parlo da sola. Neanch'io parlo da solo. La conversazione si stava complicando, e non sentivo bene il cuore. Poi c'è stato silenzio e ho visto la signora che stava bene, ed era il fegato che rideva, non il pancreas, mi ero sbagliato. Sarebbe stata bene. Ho avuto una visione, correva sul fianco di una collina, in discesa, sembrava inseguisse una farfalla rossa, verde, blu e gialla, con un'apertura alare di mezzo metro. Spaventosa, ma la signora sembrava trovare la cosa assolutamente normale. Non riusciva a prenderla e sparivano all'orizzonte, lei e l'insettone alato. La felicità non si acchiappa mai. La vera felicità è inseguire la felicità. Esatto, sono molto saggio. Sono stato costretto a diventarlo.
SCENA 2
LA CASA DI RUDY E GEMMA, SERA. SI STANNO PREPARANDO PER USCIRE. OGNI VOLTA CHE RIENTRERANNO SARANNO VESTITI UN POCO DI PIÙ. COMINCIANO ENTRAMBI IN MUTANDE. GEMMA IN MUTANDINE E REGGISENO.
RUDY (DA FUORI SCENA, GRIDA) Ne sei assolutamente sicura? Sicura? Proprio sicura? (ENTRA) Hai sentito? Ne sei sicura, ho detto?
GEMMA (DA FUORI) Assolutamente.
RUDY (TRATTENENDOSI) Ma non può essere che invece...
GEMMA Stronzo!
RUDY RIMANE FERMO IN SCENA, COLPITO DALL'INSULTO. É SUL PUNTO DI RISPONDERE, MA NON LO FA E BORBOTTANDO FRA SÉ OSCURE MINACCE ESCE. ENTRA, DALLA PARTE OPPOSTA, GEMMA.
GEMMA Hai capito? Lo so, non c'è da discutere. Puoi chiedermelo fino a dopodomani. Stronzo! (ESCE)
RUDY RIENTRA
RUDY No, scusa, scusa, scusa, si era detto che non ci saremmo più detti parolacce. Cioè, che tu non mi avresti più detto parolacce. (ESCE)
GEMMA (RIENTRA) Cosa sei, un bambino? Non ci saremmo più detti parolacce? Ma come parli? (ESCE. LA SCENA RIMANE VUOTA. PAUSA.) Stronzo.
RUDY RIENTRA PRECIPITOSAMENTE.
RUDY Non, non ti permettere, sai, non ti permettere, sennò... ((BORBOTTA QUALCOSA D'INCOMPRENSIBILE. ESCE.)
GEMMA (DA FUORI) Che hai detto? Che cazzo hai detto? Sennò?
RUDY (RIENTRA) Ecco. (ESCE)
GEMMA (DA FUORI) Sennò?
ENTRANO ENTRAMBI
GEMMA Sennò?
PAUSA
RUDY Non l'ho fatto.
GEMMA Sì che l'hai fatto.
RUDY No.
GEMMA Sì.
RUDY No.
GEMMA Sì.
RUDY L'ho guardata, ma di sfuggita.
GEMMA Le hai guardato il culo.
RUDY No.
GEMMA Sì.
RUDY I fianchi.
GEMMA Il culo.
RUDY I fianchi e la vita.
GEMMA I fianchi e la vita, da dietro, corrispondono al culo.
PAUSA. GEMMA ESCE.
RUDY A parte la volgarità dell'espressione...
GEMMA (DA FUORI) Stronzo! (ENTRA E ATTRAVERSA PARLANDO IL PALCOSCENICO, USCENDO DALLA PARTE OPPOSTA) Tu sei malato.
RUDY Malato?
GEMMA (RIENTRA) Malato. (PIANGE) Malato...
RUDY No, non piangere, per favore...
GEMMA Hai la satiriasi...
RUDY Non fare così, non riesco più a capire niente se fai così... (GEMMA PIANGE PIÙ FORTE) Che ho?
GEMMA La satiriasi. Vuoi scoparti tutte le donne che incontri. Certe donne sono ninfomani e certi uomini hanno la satiriasi.
RUDY Non credo che…
GEMMA Si cura.
RUDY Io non ho la… cosa, lì…
GEMMA La satiriasi, ce l’hai.
RUDY Tu sei pazza.
GEMMA Si cura. Ci vuole del tempo, ma si cura.
RUDY Non sono malato!
GEMMA Vuoi farlo troppo spesso.
RUDY Ma no...
GEMMA Guardi il culo a tutte quelle incontri.
RUDY Tutte?
GEMMA Non è vero?
RUDY Assolutamente no.
GEMMA E se anche ci sono dei periodi in cui lo facciamo spesso, mi tradisci.
RUDY Ma non è vero…
GEMMA Lo so.
RUDY Non sai nulla perché non lo faccio. Sono un maschio normale che ama la moglie e che vuol far l’amore con lei.
GEMMA Anche una volta la settimana?
RUDY Cos’è, un difetto? Non ci sono più i ragazzi, siamo finalmente soli…
GEMMA Ah, perché avere due figli è un peso?
RUDY No, ma che c’entra?
GEMMA Non c’è più niente da fare e quindi diventi un quindicenne?
RUDY Io ho moltissimo da fare.
GEMMA Mi vedi soltanto come un oggetto sessuale.
RUDY Mi piaci!
GEMMA Mai una tenerezza, solo bum bum bum.
RUDY Maschi e femmine sono diversi.
GEMMA Ah, vedi? L’hai confessato, ti piacciono tutte.
RUDY Ma quando l’ho detto?
GEMMA Maschi e femmine sono diversi, so già dove vuoi andare a parare.
RUDY Ma no, non sai niente, volevo dire che… che…
GEMMA Sì?
PAUSA
RUDY Non lo so più. Cosa vuoi che faccia? È più semplice. Per finire questa conversazione, finirci di preparare e andare dai Martini. Che ci aspettano, per le otto. E sono le otto meno un quarto.
GEMMA Voglio che vai da un dottore.
RUDY No.
GEMMA Sì.
RUDY No.
GEMMA Sei malato.
RUDY No!
GEMMA Otto meno dieci.
RUDY Va bene, va bene, andrò da un dottore.
GEMMA Domani.
RUDY Domani.
GEMMA Uno specialista.
RUDY Andrò da Edo.
GEMMA Il tuo amico.
RUDY È un dottore no?
GEMMA Della mutua.
RUDY Mi vergogno a raccontare a uno qualsiasi…
GEMMA Non l’ho mai visto, in vent’anni.
RUDY Sono vent’anni che me lo dici.
GEMMA Non ti sembra strano, uno dei tuoi migliori amici, non ha mai voluto conoscermi?
RUDY È fatto così.
GEMMA Non è venuto al matrimonio, non è venuto quando sono nati i tuoi figli, non so nemmeno che voce abbia.
RUDY È riservato.
GEMMA È matto.
RUDY Ma è un ottimo medico.
GEMMA Voglio venire anch’io.
RUDY No.
GEMMA Sì.
RUDY No.
GEMMA Otto meno cinque.
RUDY No, no, e no. Neanche morto. Sennò…
GEMMA Sennò?
RUDY (CON UN FILO DI VOCE) Non ci vado.
PAUSA
GEMMA Va bene, la prima volta puoi andarci da solo. E cambiati la camicia, che il rosa ti sta malissimo.
SCENA 3
MARIANNA Troppo amore può ucciderti. Io lo so, voi lo sapete. E se non lo sapete, siete stati fortunati. Troppo amore intossica, è una mano che ti stringe la gola giorno e notte, che non ti fa dormire e ti tiene sveglia con lui davanti agli occhi. Pensi solo ad amare e non vivi più. Questa è la cosa buffa. Se non fosse tragica. Ami, ma non vivi. Prepari il caffè e pensi a lui. Lo bevi, e pensi a lui. Vai al bagno e, dopo una breve pausa necessaria, pensi a lui. Ma la pausa è davvero cortissima, non basta neanche a fare tutta la cacca. Quindi, ti ritrovi a pensare a lui anche a metà dell'atto, chiaro, no? Il che crea dei legami strani, almeno nella testa. Lui è meraviglioso come penso che sia? O invece il momento giusto di pensarlo è proprio questo, mentre… Intravedo la sua faccia anche se guardo nella tazza prima di tirare lo sciacquone. Gli assomiglia, almeno quando è abbronzato. Ha tutti i capelli indietro, come quando è uscito dall'acqua quella volta che siamo andati in piscina. Tutti insieme. Sto impazzendo? Come mi chiamo? Marianna. Quanti anni ho? 40. Che lavoro faccio? La maestra d'asilo. Bene, tutto a posto, non sono pazza. Ma ti fai la doccia, ti vesti, accendi la macchina e ti ritrovi a pensare a lui. Che non è uno qualsiasi.
SCENA 4
RUDY Insomma c'erano questi musicisti serbi, bravi, bravissimi, e avevano qualcosa di sbilenco che li rendeva ancora più bravi. Tutti coi baffoni, meno il cantante, completamente pelato. Tutti grigi, polverosi. Il contrabbassista continuava ad ammiccare ad ogni nota, come a dire senti questa, e questa, e quest'altra? Quanto siamo bravi? Suonavano Mariù, di De Sica. L'ho capita, per la prima volta, e mi sono trovato a pensare a questo uomo nato a Sora, vicino Frosinone, morto da chissà quanti anni, la cui canzone veniva cantata da un complesso di serbi in un ristorante sul fiume Sava, a Belgrado. Bene. A loro piaceva tanto.
PAUSA
EDOARDO Quindi?
RUDY Quindi niente.
EDOARDO Un bel pensiero, porterà da qualche parte.
RUDY Cioè?
EDOARDO Non lo so, è un'idea profonda che...
RUDY Ah no, profondo no.
EDOARDO Perché?
RUDY Non sono profondo.
EDOARDO Sì, ma...
RUDY Un avvocato civilista non può essere profondo.
EDOARDO Ruggero...
RUDY Saltiamo da una causa all'altra leggeri leggeri, non ce ne frega niente di nessuno.Se fossimo profondi soffriremmo per le ingiustizie. Potremmo fare al massimo una causa l'anno. Moriremmo di fame.
EDOARDO Capisco, calmati.
RUDY Sono calmissimo. Non potremmo difendere le assicurazioni. Hanno sempre torto.Non potremmo fare accordi. Sempre sbagliati, poi.
EDOARDO Lo so.
RUDY Accordi, forse per questo mi sono venuti in mente i musicanti.
EDOARDO Tu non stai bene.
RUDY No.
EDOARDO Gemma?
RUDY Dice che sono malato.
EDOARDO Cosa ti senti?
RUDY Niente.
EDOARDO E allora perché sei qui?
RUDY Dice che ho la satiriasi.
EDOARDO Non è vero?
RUDY Il medico sei tu. Io mi sento benissimo.
EDOARDO Hai molte donne?
RUDY No, solo Gemma. Dice che voglio sempre stare con lei.
EDOARDO Non è vero?
RUDY Edo, no, non è vero.
EDOARDO Non chiamarmi Edo, per favore Ruggero, mi fa schifo.
RUDY E tu non chiamarmi Ruggero.
I diminutivi servono per essere più veloci, più svelti. Per guadagnare tempo.
EDOARDO Per farci cosa?
RUDY Ma tutto quello che vuoi. A fine giornata, solo con i diminutivi avrai guadagnato cinque, anche sei minuti.
EDOARDO E?
RUDY E cosa?
EDOARDO Che ci fai?
RUDY Ma che ne so, quello che ti pare.
EDOARDO Puoi stare anche fermo a pensare?
RUDY Eh no, se non poi hai riperso tempo, devi fare qualcosa che è rimasto indietro, che ne so, la lavatrice.
EDOARDO Mi chiami Edo per fare la lavatrice?
RUDY E voglio che mi chiami Rudy, così la fai anche tu.
EDOARDO Io non faccio la lavatrice, porto i vestiti in lavanderia.
RUDY Vedi? Risparmieresti un sacco di soldi.
EDOARDO Odio fare la lavatrice.
RUDY Per questo sei povero. Fai qualche altra cosa, allora.
EDOARDO A me viene da pensare.
RUDY No, se pensi perdi tutto il tempo che hai guadagnato. Devi fare.
EDOARDO Mi sembra un po' ossessivo. Forse tua moglie ha ragione.
RUDY Mi sveglio alle sette, corro 40 minuti, più venti minuti di flessioni ed esercizi a terra. Infatti abbiamo la stessa età e sembro tuo figlio.
EDOARDO Va avanti.
RUDY Doccia, colazione. Otto e trenta, a lavoro. Studio, tribunale fino alle 13. Pranzo, digestione fino alle 14. Alle tre lavoro ancora, fino alle otto. Cena, qualcosa in televisione, un dvd...
EDOARDO Gemma...
RUDY Esatto, Gemma, quando ci si riesce...
EDOARDO Non più di quindici minuti...
RUDY Quattordici. Bastano.
EDOARDO Quattordici?
RUDY C'è la sveglia sul comodino, e a nanna.
EDOARDO E la lavatrice?
RUDY Posso farla se ti fai chiamare Edo.
EDOARDO Sennò rimani con la roba sporca?
RUDY Faccio cinque minuti di piegamenti in meno.
EDOARDO E i festivi?
RUDY Hanno un'altra organizzazione. Dunque, tutto uguale fino alle otto e trenta, poi...
EDOARDO Basta, mi hai convinto, non ne parliamo più. Rudy.
RUDY Bene, ti ringrazio. Edo.
EDOARDO C'è un buco.
RUDY Cosa?
EDOARDO C'è un buco, fra le 14 e le tre.
RUDY No, dalle tredici alle quindici pranzo e digestione, poi...
EDOARDO Hai detto dalle tredici alle quattordici.
RUDY Sì?
EDOARDO Sì.
RUDY Mi sono sbagliato.
EDOARDO Non si è sbagliato. Il martedì vede la sua amante. Fra le quattordici e le quindici. Stessa ora e stesso giorno mio.
RUDY Per mangiare e digerire mi servono un paio d'ore, altrimenti sto male.
EDOARDO Infatti il mercoledì ha un attacco di gastrite.
RUDY Va bene, ho un'amante. Ma non ho la satiriasi.
EDOARDO No, certo.
RUDY Non guardarmi così.
EDOARDO Come?
RUDY Così. Giudichi.
EDOARDO Ma figurati.
RUDY Giudichi, quello che è giusto e quello che è sbagliato. Io sbaglio, no?
EDOARDO Neanche conosco tua moglie, non posso giudicare.
RUDY Sono fatto così.
EDOARDO Così come?
RUDY Non si può amare una donna per volta.
EDOARDO No?
RUDY No. Che gli tolgo io a Gemma? Niente.
EDOARDO Il problema non è quello che le togli, ma quello che non le dai.
RUDY Ma è lei che non lo vuole.
EDOARDO Sicuro?
RUDY Sicuro sì, Edo, sono vent'anni che stiamo insieme, la conoscerò, no?
EDOARDO Appunto, io no.
RUDY Ecco, non la conosci. Perché non hai mai voluto conoscerla?
EDOARDO Per evitare di giudicarti, per dirne una. Pensa se la conoscessi, se fossimo entrati in confidenza, se fossi anche amico suo. Ora come si farebbe? Dovrei mentirle.
RUDY Allora? Io lo faccio tutti i giorni, con tutti.
EDOARDO Io no. Lasciamo le cose come stanno.
RUDY Invece dovresti conoscerla.
EDOARDO Perché?
RUDY Mi capiresti. Mi aiuteresti.
EDOARDO Posso aiutarti lo stesso. Le dici che non hai la satiriasi, che ti ho fatto tutte le analisi del caso...
RUDY E quali sono?
EDOARDO Ti ho fatto fare un dosaggio ormonale, che hai solo un piccolo eccesso di testosterone ma che dal punto di vista funzionale sei normalissimo.
RUDY Il che è vero.
EDOARDO Dal punto di vista psicologico, invece, non posso dirti nulla.
RUDY No, questo non lo dico. Poi?
EDOARDO Poi, basta. Alla soglia dei cinquanta è normale che ci sia un ritorno di fiamma sessuale nel maschio adulto, per dimostrare a se stesso che la vecchiaia non è ancora arrivata. Tutto normale.
RUDY Sono alla soglia dei cinquanta?
EDOARDO Quanti anni hai?
RUDY Quarantanove.
EDOARDO Che dici, sei alla soglia dei cinquanta?
RUDY Mi sentivo un quarantenne. Mi hai trasformato in un vecchio.
EDOARDO Non sono io, è l'anagrafe.
RUDY Non la conosci, Gemma.
EDOARDO No, per fortuna.
RUDY Non si convincerà.
SCENA 5
GEMMA Volevo avere dei figli. Ed è venuta Gioia. Parto difficile. 31 ore di travaglio. Quando alla fine ho partorito, l'ostetrica era dispiaciuta. Eravamo a 16 minuti dal record mondiale. C'è mancato un pelo. È cominciata male, mi dicevo, per questo mi sento così. Basta aspettare e diventerò la mamma che ho sempre pensato che sarei diventata. Ma Gioia non ha dormito per 11 mesi. Poi ho avuto Marco. È andata meglio, un po' troppo meglio: ho partorito in taxi. 14 secondi di travaglio, sono quasi sicura sia il record mondiale, ma nessuno ha mai registrato il travaglio più breve, solo quello più lungo. Per il Guinness, le donne sono interessanti solo quando soffrono. Bisogna ammetterlo, è vero. Soffriamo meglio degli uomini. Con più stile. Rudy non c'era, né quando ho avuto Gioia né Marco. Aveva tanto da fare. Davvero. Non era una scusa. Credo. Davvero.
MARIANNA Soffrire non è solo una questione di stile, siamo proprio più portate.
GEMMA Dici?
MARIANNA Ci viene meglio. Quando piangiamo, per esempio. Cambiamo quasi istantaneamente.
GEMMA I maschi si devono preparare.
MARIANNA A lungo.
GEMMA A parte quelli che si commuovono al cinema.
MARIANNA Carini. Anche se instabili.
GEMMA Dici?
MARIANNA Certo, non sono tutti uguali, ma in generale... Sentono le cose non come noi, ma quasi, però con più violenza, da maschi.
GEMMA Non ho mica capito bene, sai.
MARIANNA Singhiozzano, non si fanno scorrere le lacrime sulla faccia piano, come facciamo noi. Fanno dei versi. “Oddio, è morto, è morto!” Oppure “No! Lei se ne va!” Battono sui braccioli. Battono i piedi.
GEMMA LA GUARDA.
MARIANNA Non ti è mai capitato?
GEMMA Ma con chi esci?
MARIANNA Un mio fidanzato lo faceva.
GEMMA Quanti anni aveva?
MARIANNA Quindici.
GEMMA E tu?
MARIANNA Ventidue. Ma era proprio maturo per la sua età. Mi ha fatto soffrire moltissimo. Bravo ragazzo.
GEMMA Ti piacciono quelli che ti fanno soffrire?
MARIANNA A te no?
GEMMA Dipende.
MARIANNA Da che?
PAUSA
GEMMA Da quanto li amo.
MARIANNA Ne hai amati tanti?
GEMMA Qualcuno. Tu?
MARIANNA Tanti. E così facile amare.
GEMMA Facile?
MARIANNA Capisco tutto quello che sentono... non so resistergli. Mi vogliono,. Quando mi guardano… o quando non mi guardano. Ma so che vorrebbero farlo. Sono femmina, loro sono maschi. È così facile. Sono tutti bambini.
GEMMA Tutti?
MARIANNA Li conosco i bambini. Guardo gli uomini e vedo il bambino che sono stati. Muovono le mani, cercano di essere interessanti, fissano o distolgono gli occhi. Fanno del loro meglio per sembrare belli, forti, grandi. Nei maschi i bambini sono sempre sul punto di uscire. Basta grattare quel poco di non fare questo e non fare quello che gli dicono quando sono piccoli e sono pronti per correre dietro a un pallone. O a una femmina. O con altri amichetti, e fanno a chi arriva primo. Dopo, se perdono, c'è sempre un'altra corsa, un'altra gara. Io li vedo correre. M'innamoro. Non di tutti. Certe volte è sbagliato, certe volte è giusto.
GEMMA Quando è sbagliato?
MARIANNA Quando, alla fine, ci sto così male che non riesco neanche a uscire di casa.
GEMMA Ma poi c'è un altro.
MARIANNA Forse. Forse sì, forse no.
GEMMA C'è qualcuno, ora?
MARIANNA Sì. No. No.
GEMMA Chi è?
MARIANNA Non mi va di parlarne.
GEMMA Neanche con me?
MARIANNA Non c'è nessuno. Parliamo di qualcos'altro.
GEMMA Pensavo che Rudy fosse l'ultimo, per me.
MARIANNA Non è così?
GEMMA Sì.
PAUSA
GEMMA Sì, è l'ultimo.
MARIANNA L'amore non finisce mai.
GEMMA L'amore, Marianna? Che c'entra con un matrimonio, vent'anni di convivenza e due figli grandi?
MARIANNA Come avreste potuto farlo senza amore?
GEMMA La vita è più forte. Decide dove andare e tu la segui, come un cane al guinzaglio.
MARIANNA È stato Rudy a volere tutto?
GEMMA No. Eravamo al guinzaglio insieme. Affiancati. Ogni tanto ci giravamo a guardarci. Ci ringhiavamo o ci leccavamo il muso, abbaiavamo insieme contro qualcosa, e andavamo avanti.
MARIANNA E ora?
GEMMA Ci siamo fermati. Forse il padrone è entrato in un negozio a comprare qualcosa e noi siamo lì fuori seduti, legati a un gancio, ci guardiamo intorno e non sappiamo se tornerà.
PAUSA
GEMMA Quando avremo sete o fame staccheremo il guinzaglio e ce ne andremo.
MARIANNA Insieme?
GEMMA Non lo so.
SCENA 6
EDOARDO La sera sono stanchissimo. Tutti quei pensieri, quel rumore. Il male, vederlo, toglierlo, le visioni del futuro, che spesso vanno a finire male. Voglio solo starmene in pace a leggere. Saggi scientifici. Oppure storie d’amore. Mi piacciono, perché sono così irreali. Mi divertono forse proprio perché non le capisco. Non si può amare se si legge il pensiero. Non si può amare se si sa esattamente come è fatta una donna. O un uomo. Ti amo, per me sei tutto. Poi ti tradiscono. All’inizio cercavo di chiudere la mente a quello che usciva da quegli occhi blu, nocciola, verdi, da quelle teste meravigliose, perché mi piacciono, le donne, come a tutti. Il sesso, però, era intollerabile. Mai pace. Neanche s’immagina cosa pensa la gente quando fa l’amore. A tutto. Pensa a te, a volte. O ad altri uomini, più spesso. O ad altre donne. O ai vestiti, alla spesa, alla chirurgia plastica. Agli odori. Ce n’era una che pensava intensamente a una carota. Faceva il buio nella testa e pensava questa carota, rossa, leggermente sporca di terra, appena colta. Ci pensava con una precisione straordinaria, decisamente fastidiosa. Non sono mai riuscito a capire cosa l’eccitasse della carota. Ho provato anche a chiederglielo, senza farmi scoprire. Ti piace la campagna? L’ho presa da lontano. No. Dove sei nata? In centro, a Berlino. Niente. Ci facciamo una bella insalata? Per carità, odio la verdura. Se ne andata col suo mistero. Una carotomane. Poi, nel sesso c’è di fondo una specie di rumore sommesso, come un grande respiro, che sale, sale, sale fino a esplodere e ti acceca, anche se è un suono. Mi acceca, proprio. Però alla fine l’ho trovata. È l’unica a cui non riesca a leggere nella testa, l’unica, in tutta una vita. Mi arriva solo silenzio. È così strano non sapere cosa pensa. L’ho incontrata a un funerale di un mio cliente. Bella. E silenziosa. Tutti pensavano, ma lei stava zitta. Mi sono avvicinato. Più o meno la mia età. L'ho portata via. Non le ho neanche chiesto il nome. Non vuol sapere nulla di me, e io... sì, anch'io, nulla di lei.
GEMMA È stato... bello.
EDOARDO Davvero?
GEMMA Sì, bello.
EDOARDO Come ti chiami?
GEMMA È importante?
EDOARDO No. Ma è comodo. Per questo la gente ha dei nomi. Si chiama e non si confondono.
GEMMA Va bene. Scegli un nome.
EDOARDO Io?
GEMMA Sì. Mi sembra più semplice. Non protesterò, qualunque nome sia.
EDORADO Qualunque?
GEMMA Qualunque.
EDOARDO Epaminonda.
GEMMA È un nome da uomo.
EDOARDO Finisce con la a.
GEMMA Ma non è femminile.
EDOARDO Lea.
GEMMA Lea. Va bene. Piacere, Lea.
EDOARDO Piacere. Tocca a te.
GEMMA Come ti chiami?
EDOARDO Dimmelo tu.
GEMMA Pietro. Ho sempre desiderato un Pietro vicino. Mi da una sensazione di sicurezza, di solidità.
EDOARDO Pietro non è male.
GEMMA Non ho mai conosciuto un Pietro.
EDOARDO Neanch'io una Lea.
GEMMA Avrai pensato che sono pazza. Venire qui con te senza neanche...
EDOARDO Non sei pazza.
GEMMA Non l'ho mai fatto.
EDOARDO Neanch'io.
GEMMA Non si fa.
EDOARDO No, forse no.
GEMMA Non succederà più.
EDOARDO Perché?
GEMMA Perché non si fa.
EDOARDO Va bene.
GEMMA Non combatti? Neanche un po'?
EDOARDO Dovrei?
GEMMA Sì. Se vuoi qualcosa, combatti per averla. Altrimenti significa che è stato brutto e che non mi vuoi più. Non mi vuoi un'altra volta, almeno.
EDOARDO Ma io ti voglio.
GEMMA Allora combatti.
PAUSA. SI GUARDANO.
GEMMA Mi vuoi così tanto?
EDOARDO Sì.
GEMMA Va bene. Ma non dobbiamo sapere niente della nostra vita fuori di qui.
EDOARDO Nulla.
GEMMA Neanche i nostri nomi.
EDOARDO Va bene, Lea.
GEMMA Grazie, Pietro.
EDOARDO E quando finirà, finirà.
GEMMA D'accordo.
EDOARDO Un'altra cosa.
GEMMA Dimmi.
EDOARDO Niente bugie.
GEMMA No.
EDOARDO E così, per sapere...
GEMMA Sì?
EDOARDO Possiamo innamorarci?
PAUSA
GEMMA No. Assolutamente no.
SCENA 7
RUDY Pronto, Gemma? Pronto? Pronto?
GEMMA Ciao.
RUDY Dove sei?
GEMMA A lavoro.
RUDY Anch'io.
GEMMA Mi dispiace.
RUDY Di cosa?
GEMMA Non voglio litigare.
RUDY Neanch'io. Non fa niente.
GEMMA Davvero, mi dispiace.
RUDY Ti ho detto che non fa niente.
GEMMA Mi ami?
RUDY Sì.
GEMMA Sicuro?
RUDY Sicuro.
GEMMA Da quando non ci sono più i ragazzi mi sento... Non lo so.
RUDY Sì. Anch'io. Ma i ragazzi ci sono. Ci saranno sempre.
GEMMA Allora forse siamo noi che non ci siamo più.
RUDY Ma no, Gemma.
GEMMA Che non ci siamo mai stati.
RUDY Mai stati? E Gioia e Marco come avremmo fatto ad averli?
GEMMA Lo sai, nel solito modo. Bum bum bum.
RUDY Eravamo lì, però, no?
GEMMA Sì, io c'ero.
PAUSA
RUDY Anch'io.
GEMMA Bum bum bum.
RUDY Questo perché non vuoi litigare, eh.
GEMMA Sei strano.
RUDY Anche tu.
GEMMA Tu di più.
RUDY No, tu.
GEMMA Vieni presto?
RUDY Otto e mezza.
GEMMA Vieni prima.
RUDY Non posso.
GEMMA La tabella?
RUDY La tabella esiste perché mi organizza la vita. Ho da fare.
GEMMA Anch'io. Ma arriverò presto.
RUDY Li chiamiamo, quando vengo.
RUDY Ci vediamo stasera?
GEMMA Sì.
RUDY Ciao, tesoro.
GEMMA Ciao.
SCENA 8
RUDY Le donne. Dio sa quanto mi piacciono. Non riesco a pensare a nulla di più bello. Di più saporito e dolce e profumato. Mi fanno impazzire. Le guardo e penso che hanno sicuramente un modo loro per fare qualunque cosa, un modo che non conosco. Che voglio sapere. La carne, certo, è importante. No, no, è fondamentale. E dopo non finisce. Anche se cerco di contenere i danni. Dopo che ho fatto con loro tutto quello che si può fare, tranne forse leccare gli organi interni, la milza, il fegato, i reni. Mi piacerebbe, ma non ci arrivo. Non sono perverso. Le adoro. Forse la mia adorazione è una perversione. Le cosce, le tette, le bocche, gli occhi. I culi. Quando mi passano vicino tiro un gran respiro. Le respiro tutte, anche se non le conosco, anche se non mi piacciono. Tanto mi piacciono tutte. I luoghi chiusi sono i posti più difficili, per me, i cinema, i bar, i negozi quando faccio la spesa. Le faccio passare avanti per sentirle vicine ancora un pò. A volte mi urtano. Scusi. Prego. C’era prima lei. Davvero? Davvero. Fatti vedere come ordini quattro rosette con i miei occhi piantati sul tuo profilo. Come raccogli i venti centesimi che ti sono caduti. Arrossisci. Per me? Ti guardo troppo? Ma la tua gonna è di un blu così profondo, è un mare. Perché hai messo quella gonna? Mi guardi. Esci. Avanti un altra. C’era lei. Grazie. Si figuri. Tu hai messo i jeans e ti serve un etto di prosciutto. Perché? Vivi da sola? Che camicetta che hai. Bella, bianca, severa. Ma il tuo seno si alza troppo quando respiri, l’ultimo bottone si tira tutto per contenerlo. E così via, così via. E quando mi guardano? Sembra che non mi abbiano visto, poi rialzano gli occhi come a dire sì che ti ho visto, dai, fai qualcosa, non farmi andar via. E quando hanno un orgasmo? Le adoro ancora di più. Sono ancora più belle, se possibile. Sono Dio.
PAUSA
RUDY Ho la satiriasi? Ma noi maschi non siamo tutti così?
MARIANNA Non lo so. Io sono femmina.
RUDY Decisamente.
MARIANNA Però non ci credo che ti piacciano tutte.
RUDY Le femmine mi piacciono tutte. Con alcune posso andarci a letto e con alcune no. Ma mi piacciono.
MARIANNA Come fai con le tue tabelle? Dove le infili?
RUDY Sostituisco. Un'ora di lavoro in meno, chessò, 16-17, e trovo lo spazio. È difficile, infatti. Ma devo.
MARIANNA Devi? (RUDY ANNUISCE) L'hai mai detto a Gemma?
RUDY Non capirebbe.
MARIANNA E perché con me dalle due alle tre?
RUDY Perché voglio essere sicuro di poterti vedere. E poi da quando abbiamo cominciato non c'è stata nessun'altra.
MARIANNA RIDE.
RUDY Davvero, nessuna.
MARIANNA In tre anni?
RUDY Te lo direi. Ti ho raccontato tutto.
MARIANNA E come fai?
RUDY Non lo so. Non lo faccio e basta.
MARIANNA Me lo puoi dire. Sono felice che ti piacciono così le donne.
RUDY Ti ho detto la verità.
MARIANNA Magari i primi tempi...
RUDY No, assolutamente, te lo giuro.
PAUSA
RUDY Forse, proprio all'inizio. Ma non era l'inizio, noi ancora non...
MARIANNA (RIDE) Come si chiamava?
RUDY Non me lo ricordo. (MARIANNA RIDE) Gabriella. Ma solo lei, te lo giuro.
MARIANNA (LO ABBRACCIA) Ma no, non giurare. Si sente, sai, che le adori le donne. Perché dovrebbe dispiacermi? Sono una donna. (SI BACIANO) Se ti piacessero i coccodrilli e io fossi un coccodrillo, sarei felice.
RUDY (LE ACCAREZZA IL SENO) Non avresti le tette.
PAUSA. RUDY SI ALLONTANA DI UN PASSO, GUARDA MARIANNA DISTESA SUL LETTO.
RUDY Ci vediamo martedì?
MARIANNA Certo.
PAUSA
RUDY Ma tu sei vera?
SCENA 9
MARIANNA Me l'hanno fatta spesso, questa domanda. Mi guardo, mi tocco, sento i capelli, la faccia, la pancia, anche più giù, senza farmi vedere, e rispondo di sì.
EDOARDO La verità. Certe volte penso che solo io la conosco.
MARIANNA Mi fanno questa domanda sempre dopo che ho detto o fatto qualcosa di strano. Ma che per me non lo è.
EDOARDO La verità è molto sopravvalutata. Non serve a vivere. Danneggia la vita.
MARIANNA Io sono vera. Solo, non penso che tutto sia difficile. Penso che l'amore, in tutte le sue forme, sia l'unica cosa per cui valga la pena vivere.
EDOARDO La verità non fa parte dell'essere umano. Fa male, quasi sempre. Bisogna mentire. Soprattutto bisogna mentirsi. L'uno con l'altro, senza tregua. Solo così tutto diventa accettabile. Ma quando sai la verità, quando nessuno ti può mentire, allora vivere diventa quasi impossibile.
MARIANNA Non c'è altra verità oltre l'amore. Fa fare cose meravigliose e orribili. Niente è come l'amore. Ma quel martedì non sono andata all'appuntamento con Rudy. Non potevo.
SCENA 10
GEMMA. È che lo sento così lontano. Perso non so in che... in quale... Non che l'abbia mai sentito vicino. Però è peggiorato. O forse sono peggiorata io. A te non sembra diverso, da un po' di tempo?
MARIANNA Chi?
GEMMA Rudy, chi se no?
MARIANNA Rudy?
ENTRA RUDY
RUDY Ah, siete qua.
GEMMA Già.
RUDY E come mai?
GEMMA Cioè, come mai siamo in salotto?
RUDY Ma no, non dovevi uscire?
GEMMA La Antonini ha annullato l'appuntamento, così ho chiamato Marianna.
RUDY Perché?
GEMMA Per parlare.
A volte le persone umane e le donne in particolare chiacchierano del più e del meno, così, senza uno scopo. Comunicano.
RUDY Comunicano.
GEMMA Sì.
MARIANNA Senza dir nulla di particolare.
RUDY Nulla?
MARIANNA Nulla.
GEMMA Ma se diremo qualcosa di particolare ti terremo al corrente.
RUDY Va bene, continuate a perdere tempo, io vado, ho da fare.
GEMMA Come mai sei a casa?
RUDY Come mai?
GEMMA Sono le due e mezza, è un martedì qualunque, la tabella dice che dovresti essere fuori a pranzare, sbaglio?
RUDY No, non sbagli.
PAUSA
GEMMA Allora?
RUDY M'è saltato un impegno, sono venuto a casa a vedere come andava.
GEMMA Va bene.
RUDY Sono contento. Io vado.
GEMMA Ciao.
MARIANNA Ciao, Rudy.
RUDY ESCE
GEMMA È sempre così.
MARIANNA Così come?
GEMMA Così. L'hai visto, no?
MARIANNA Mi sembrava normale.
GEMMA Te l'ho detto, c'è ma non c'è. Non capisce nulla di quello che voglio, di quello che mi piace.
MARIANNA No?
GEMMA Non ascolta.
MARIANNA No?
GEMMA Non era così.
MARIANNA Quando?
GEMMA Quando, Marianna? Prima.
MARIANNA Prima quando?
GEMMA A volte non capisco se lo fai apposta o se proprio sei così di natura.
MARIANNA Stupida?
GEMMA Non saprei come dirlo in un altro modo.
MARIANNA Va bene.
GEMMA Come va bene, ti ho detto che sei stupida, difenditi, no?
MARIANNA Perché?
GEMMA Ti piace che ti dica che sei stupida?
MARIANNA Se lo pensi...
GEMMA Ti piace essere stupida?
MARIANNA Se sono stupida come faccio a sapere di essere stupida? Sono stupida.
PAUSA
GEMMA Ma questa è un'idea intelligente.
MARIANNA Sì?
GEMMA Sì, Marianna, non lo capisci?
MARIANNA No.
PAUSA
GEMMA Allora sei stupida.
GEMMA No, non sei stupida sei un po'... bambina.
MARIANNA Non mi sembra brutto.
GEMMA Non lo è. Ma per stare al mondo si dev'essere più...meno...
MARIANNA Meno bambini.
GEMMA No, più adulti.
MARIANNA È la stessa cosa.
GEMMA Già. Se sei bambina, chiunque ti può fare qualunque cosa.
MARIANNA Sì?
GEMMA Possono farti male. Non aspettano altro.
MARIANNA Perché?
GEMMA Perché si divertono.
MARIANNA A fare male?
GEMMA Gli uomini sono quasi tutti così.
MARIANNA Quasi?
GEMMA Sì, quasi.
MARIANNA Qualcuno non lo è?
GEMMA No.
MARIANNA Chi?
GEMMA Qualcuno.
MARIANNA Rudy?
GEMMA Sì, lui non è così. Ha altri difetti. Sembra forte, ma non lo è.
SCENA 11
RUDY Quando quel pomeriggio ho aspettato Marianna, ho capito... Ho pensato che non sarebbe più venuta, mai più. E ho avuto paura. Di colpo, m'ha colto di sorpresa, mi sono dovuto sedere sul letto, non riuscivo a respirare. Non l'avrei più rivista. Aveva deciso di troncare. Abbiamo un accordo, che pensavo convenisse a me, non possiamo telefonarci, meglio per tutti e due, le ho detto, se ti chiamo e tu stai con Gemma potrebbe imbarazzarti, no? E allora non sentiamoci, mai. È più sicuro. Lei m'ha guardato con quegli occhi di bestiola buona e mi ha detto va bene. Meno rotture di coglioni, pensavo, io al telefono m'innervosisco subito, avevo paura dei Mi pensi? Anch'io, Che fai?, Come va? Roba inutile che ti fa solo perdere tempo. Però sono rimasto col cellulare in mano, sul bordo del letto e volevo sapere dove stava. Se sarebbe tornata mai più. Sono andato a casa, pensavo che comunque mi sarei potuto avvantaggiare di una lavatrice, ma mentre salivo le scale ho pensato che forse le era successo qualcosa, forse era morta, e mi girava la testa, ero terrorizzato. Poi l'ho vista sul divano, che parlava con Gemma, ecco, è venuta per confessarle tutto, ho pensato. Ma no. L'ha chiamata, Gemma, e lei è' corsa dall'amica e mi ha lasciato sul bordo del letto con un bell'attacco di panico. Non andava bene. Proprio no.
SCENA 12
MARIANNA Quando si sta tanto tempo con i bambini, si capiscono meglio i grandi. O dovrei dire gli adulti. Dico sempre la stessa cosa, lo so, anche se in modo diverso. È che io i bambini li amo. Come tutti. No. Nessuno li ama come me.
EDOARDO Ho pensato, qualche volta, non spesso, ad avere un figlio. Un altro piccolo Edo, come direbbe Ruggero. Un altro piccolo mostro che legga il pensiero.
MARIANNA Mi piace tutto quello che fanno. Le mie colleghe mi dicono che esagero, che sto sempre dalla loro parte, anche quando non dovrei. È che io li capisco, i bambini. Specialmente quando gli racconto le storie.
EDOARDO Potrei leggere anche il suo di pensiero, o potrebbe succedermi di peggio. Che lui legga il mio. Cosa vedrebbe? Non ho mai incontrato nessuno come me. Sono un miserabile, nella testa? Ho la stessa roba che hanno tutti gli altri. Forse sì. Anzi, sicuro. Quindi sono un miserabile.
MARIANNA Invento le storie e loro mi guardano, zitti, a bocca aperta. Mi sa che sono vere, le storie che racconto. Ma prima di cominciare non le sapevo, non le conoscevo. Forse è tutto così. Prima che tu parli di una cosa quella non esiste.
EDOARDO Non più miserabile di chiunque altro, comunque.
MARIANNA Li capisco i bambini non perché mi ricordo com'ero io alla loro età, non è così complicato. No, mi sa che non sono mai davvero cresciuta. Io sono così da quando ho il primo ricordo, mio padre, alto alto, che mi corre incontro, con una corsetta buffa e mi solleva, così.
EDOARDO La stessa roba in testa. Potremmo parlarci senza parlarci. Insultarci senza suono.
MARIANNA Ho visto il mare dietro di lui e le sue mani erano così forti, ero così sicura.
EDOARDO No, non posso avere un figlio.
MARIANNA Lo vorrei un figlio mio. O una figlia. Però vorrei che avesse un padre che le corresse incontro con una corsetta buffa, la sollevasse e le facesse vedere com'è grande il mare, e la facesse sentire al sicuro. Ma non c'è.
EDOARDO Non voglio un mostro come me. Un altro che non sappia cosa significhi vivere una vita normale. Un altro che aspetti la fine come una...
MARIANNA Non c'è.
EDOARDO No, non lo voglio.
MARIANNA Ma se venisse...
EDOARDO Se venisse...
MARIANNA Io...
EDOARDO Sì, io...
SCENA 13
RUDY Sono le nove meno venti, dobbiamo chiamare Gioia e Marco.
GEMMA Non mi va.
RUDY Non ti va?
GEMMA Non so cosa dire.
RUDY Ciao, come stai Gioia? Come stai, Marco? Che c'è da dire? Come vanno le cose?
GEMMA Non mi va.
RUDY Ma loro si aspettano che li chiamiamo.
GEMMA Deludiamoli, falli aspettare, che pensino che sia successo qualcosa. Che ci chiamino loro.
RUDY Deludiamoli?
GEMMA Ah, scusa, parlavo per me, tu l'hai già fatto talmente tante volte.
RUDY Mai.
GEMMA È vero, hai ragione, non li hai mai delusi perché non hai mai promesso niente.
RUDY Ma che cos'hai, Gemma? La gemmite?
GEMMA La gemmite?
RUDY Non so questo e non so quello, non voglio questo e neanche quell'altro, sono femmina e inquieta, il tempo passa ed eccomi qui a guardare il muro. Non si chiama gemmite?
GEMMA Li chiamiamo, ma non ci diciamo mai niente. Non comunichiamo.
RUDY Non dobbiamo comunicare, solo restare in contatto.
GEMMA Perché?
RUDY Come perché, perché sono i nostri figli, ecco perché.
GEMMA Che vuol dire restare in contatto?
RUDY Scusa, ma così, per cambiare, non potresti semplicemente lasciarti vivere e fare quello che fanno tutti i genitori che hanno i figli che studiano lontano? Chiamarli e sentire come va?
GEMMA Va tutto bene, altrimenti l'avremmo saputo.
PAUSA
RUDY Io chiamo.
GEMMA Sennò passa l'ora e sulla tabella non c'è più posto.
RUDY Voglio sapere come stanno.
GEMMA Stanno bene, hanno da fare e non gli va di sentirci.
RUDY Marco? Sono papà. (ASCOLTA. GUARDA MALEVOLO GEMMA.) Eh, lo so siamo in ritardo di 3 minuti sulla tabella.
GEMMA Dev'essere una malattia ereditaria.
RUDY Ma abbiamo 2 minuti per parlare, il tempo della telefonata è sempre di cinque minuti totali.
GEMMA Se vuole faccio partire il conto alla rovescia.
RUDY Tutto a posto? Gli esami? (SOTTOVOCE) Antonella?
GEMMA Poveraccia.
RUDY Bene, ti passo mamma, ciao. Tieni.
GEMMA No, non fa niente.
RUDY Dai che manca un minuto. Ci rimane male.
GEMMA (PRENDE IL TELEFONO) Marco, tesoro. (ASCOLTA) Lo so che è quasi finito il tempo, volevo solo salutarti. Sì, ciao. A domani. Stai attento.
RUDY Stai attento?
GEMMA Perché, non deve stare attento?
RUDY A cosa?
GEMMA A non diventare come te. Chiamo Gioia.
RUDY Magari diventasse come me. Non come...
GEMMA Come?
RUDY Lascia stare.
GEMMA Come la madre? Gioia, amore, tutto a posto?
RUDY Chiedile com'è andato l'esame.
GEMMA No, papà non c'è.
RUDY Ma che...
GEMMA È dovuto uscire.
RUDY Dammi quel telefono.
GEMMA No, c'è la televisione un po' alta. (ASCOLTA) Perchè?
RUDY Perché cosa?
GEMMA Non preoccuparti. Andrà tutto bene.
RUDY Che è successo?
GEMMA C'è la tua mamma. Vuoi che venga su?
RUDY Che cosa è successo, per favore?
GEMMA Shhh. Non piangere, piccola, succede. Poi passa.
RUDY Piange? È andato male l'esame?
GEMMA La tua mamma è sempre qui, puoi chiamare quando vuoi. Ma no, lascia perdere, se ci vai in queste condizioni ti bocciano. Esci a fare un giro con Chiara. Lei è sempre così positiva.
RUDY Non fa l'esame?
GEMMA Ciao tesoro, stai tranquilla. Per piangere c'è sempre tempo. Ciao, ciao, chiama quando vuoi. Ma che te ne frega della tabella, tuo padre non c'è. Ciao.
RUDY Perché non mi ci hai fatto parlare?
GEMMA Non mi andava.
RUDY Che cos'ha?
GEMMA Storie.
RUDY Storie? Che storie?
GEMMA Che storie ti fanno piangere?
RUDY E non va a fare l'esame?
GEMMA No.
RUDY Gemma, credo che dobbiamo chiarire delle cose. Per prima cosa...
GEMMA No. È ora di cena.
RUDY Volevo dire che...
GEMMA Non voglio sconvolgere la tabella. (FANNO CADERE LA SEDIA) Mi dispiace.
MARIANNA Fermi!
RUDY Anche a me.
MARIANNA Bambini!
SCENA 14
MARIANNA Fermi. (PRENDE LA SEDIA) Questa sedia è antichissima. Era dell'Imperatore della Cina. Quando era bambino, per farlo mangiare sua madre lo faceva sedere su questa sedia. Quando morì suo padre, diventò Imperatore e decise che sarebbe diventata il suo trono. Era così importante che la portava sempre nei suoi viaggi, e un giorno la mise su un prato verdissimo, in un posto lontano del suo impero. C'era una fila immensa di persone che volevano parlargli e lui ascoltò tutti, a tutti i buoni disse che avrebbe risolto i loro problemi e scacciò tutti i cattivi, perché era bravo a riconoscerli. Ma arrivò una bellissima ragazza. Aveva i capelli neri come la notte, e gli occhi a mandorla ancora più neri, così grandi e profondi che l'Imperatore non riusciva a guardare altro. La ragazza gli disse che c'era un cattivo che le rubava sempre le caprette che allevava e che l'Imperatore doveva difenderla, perché era sola al mondo. L'Imperatore non sentì bene quello che la ragazza gli diceva, era perso in quegli occhi e non capiva più niente. La ragazza se ne accorse, sorrise, aveva una bella fossetta sulla guancia destra, e gli disse soltanto: “Anch'io.” Anche a lei, dal momento in cui l'aveva visto, non gliene importava niente delle caprette, del cattivo che le rubava, non le importava di niente se non dell'Imperatore. Che era bellissimo, alto, forte e con un sorriso che sembrava sempre che ti volesse prendere in giro. L'Imperatore mandò via tutti e rimasero soli. Chiese alla ragazza come si chiamava, “Futuro nel Cuore”, rispose lei, “ma tutti mi chiamano Ryu”. “Bene, Ryu, disse l'Imperatore, siediti sul trono”, questa sedia, “ti devo parlare.” Lei, col cuore che le batteva fortissimo, si sedette e aspettò. L'Imperatore s'inginocchiò e le chiese se voleva sposarlo. Ryu quasi non respirava, ma riuscì a fare sì con la testa. Allora lui la prese fra le braccia e le disse che mai e poi mai l'avrebbe lasciata. E quando, 9 mesi dopo, Ryu, ormai Imperatrice, ebbe un figlio, fu proprio qui che allattò per la prima volta il suo bambino. Anche per questo per l'Imperatore questa sedia era così... L'amore fa diventare importanti le cose più semplici. (RIMETTE A POSTO LA SEDIA) Dovrebbe sbrigarsi, Maestà. Non c'è più molto tempo.
SCENA 15
GEMMA Ci vediamo tutti i martedì, dalle 14 alle 15, in un albergo del centro. Facciamo l'amore, ma non sempre. Mi ha detto che legge il pensiero, ma non il mio. All'inizio non ci credevo, ha dovuto provarmelo col portiere dell'albergo. Indovinava che stanza stava per darci. Sempre. Ho avuto paura, per due settimane ho saltato l'appuntamento. Ma poi sono tornata. Tutti i martedì. Non credo sia amore.
EDOARDO Ma non sai come chiamarlo.
GEMMA Chiamiamolo Turbulone.
EDOARDO Come?
GEMMA Turbulone. Mi sembra un bel nome.
EDOARDO Che vuol dire?
GEMMA Era il nome del mio gatto, quand'ero piccola.
EDOARDO Turbulone.
GEMMA Non ti piace?
EDOARDO No, anzi mi sembra molto calzante. Quindi il nostro è un turbulone.
GEMMA Esatto.
EDOARDO Quindi io sarei inturbulonato di te.
GEMMA Davvero?
EDOARDO Non saprei trovare espressione più calzante.
GEMMA No, davvero, dico, sei innamorato di me?
EDOARDO Inturbolonato.
GEMMA Inturbolonato?
SI ALZA, S'INGINOCCHIA AI PIEDI DEL LETTO.
EDOARDO Signorina, vorrebbe sposarmi?
PAUSA
GEMMA Eh?
EDOARDO Vuoi sposarmi?
GEMMA Non sai nulla di me.
EDOARDO Mi hai raccontato la tua infanzia nei dettagli...
GEMMA Ma non sapevi di Turbulone.
EDOARDO Ora che abbiamo colmato questa lacuna, possiamo passare alla prossima fase del nostro rapporto.
GEMMA Non sai nulla della me di adesso.
EDOARDO Che è la cosa bella.
GEMMA Non so nulla di te.
EDOARDO Perché ascolto. Mi piace ascoltarti. A te non piace?
GEMMA Sì, ho sempre desiderato qualcuno che mi ascoltasse senza dir niente.
EDOARDO Comunque, se mi dai 3 minuti e ventotto secondi posso raccontarti tutta la mia vita fino a quando ti ho incontrata.
GEMMA Potrei essere diversa da quello che pensi. Ci vediamo solo da tre mesi.
EDOARDO Credo che basti. Voglio sposarti.
GEMMA Non si dice voglio, è maleducazione, si dice vorrei.
EDOARDO No, in questi casi si dice proprio voglio.
GEMMA Non lo so.
EDOARDO Te lo giuro, voglio è la parola giusta.
GEMMA No, non so se voglio sposarti.
DOPO UNA PAUSA, EDOARDO SI RIALZA E SI SIEDE SULL'ORLO DEL LETTO, DANDO LE SPALLE A GEMMA.
GEMMA Mi dispiace.
EDOARDO Non lo sai ora, ma può darsi che lo saprai dopo.
GEMMA Ecco...
EDOARDO Era un modo gentile per dirmi di no?
GEMMA No, non era...
EDOARDO È perchè non sono bello?
GEMMA Ma no...
EDOARDO Perché sono un mostro, perché leggo il pensiero?
GEMMA Non il mio, però.
EDOARDO No, non il tuo. Sennò non ti avrei chiesto di sposarmi. Avrei già saputo la risposta.
GEMMA LO ABBRACCIA DA DIETRO.
GEMMA Sei stato così tenero.
EDOARDO Non volevo essere tenero, volevo fidanzarmi.
GEMMA Non posso.
EDOARDO C'è un altro?
GEMMA Sì.
PAUSA
EDOARDO Lo turbuloni?
GEMMA Non lo so. Penso di sì. Sì.
EDOARDO State insieme?
GEMMA Sì.
EDOARDO Da molto?
GEMMA Una vita.
EDOARDO Sembra tanto.
GEMMA Mi dispiace.
EDOARDO Anche a me. Andiamo?
GEMMA Non vuoi vedermi più?
EDOARDO No, non credo.
GEMMA No sì o no no?
EDOARDO SI VOLTA, LA GUARDA.
EDOARDO Martedì sarò qui. (PAUSA) Tu?
SCENA 16
MARIANNA Vai via?
RUDY Fra un po'.
MARIANNA Quando?
RUDY Troppo presto.
MARIANNA Mi dispiace.
RUDY Anche a me. Vabbè, vado.
MARIANNA Chiudi gli occhi.
RUDY Devo andare.
MARIANNA E non ti sei perduto del tutto.
RUDY Ma come fai a dire queste cose?
MARIANNA I bambini, forse. Stando sempre con loro...
RUDY Capisci tante cose, lo so.
MARIANNA Lo dico troppo spesso.
RUDY No, solo dieci volte l'ora.
MARIANNA (RIDE) Ma è vero.
RUDY Quindi puoi evitare di dirlo.
MARIANNA Giusto.
RUDY Ma a me piace se lo ripeti.
MARIANNA Davvero?
RUDY Mi piace sentirti parlare.
MARIANNA Non pensi che sia stupida?
RUDY No.
MARIANNA Bene
RUDY Vuoi un bacio?
MARIANNA Sì.
RUDY Piccolo.
MARIANNA Va bene.
RUDY No, grande.
SI BACIANO
MARIANNA Grazie.
RUDY Grazie?
MARIANNA Se ti fanno un regalo si deve ringraziare. Lo dico sempre ai bambini.
RUDY Non ti ho fatto nessun regalo.
MARIANNA Oh, sì.
SI BACIANO
MARIANNA Così, però, ricominciamo.
RUDY Sì.
MARIANNA È tardi.
RUDY Io non posso...
MARIANNA Lo so, stai tranquillo. Non voglio che tu stia con me e basta. Ti amo.
RUDY Sì, ho capito.
MARIANNA Non voglio che Gemma rimanga da sola.
RUDY No, neanch'io.
MARIANNA Perciò va bene che tu non ti sia perduto.
RUDY Sono sulla soglia dei cinquanta.
MARIANNA Lo so. È brutto?
RUDY È strano. Pensavo durasse per sempre.
MARIANNA Cosa?
RUDY Avere quarant'anni.
MARIANNA Tutta la vita?
RUDY Sì, forse sì. (PAUSA) Devo andare.
MARIANNA Ci vediamo martedì?
RUDY Certo. (PAUSA) Certo, martedì.
MARIANNA Ma aveva qualcosa negli occhi... che non so dire. Qualcosa di stanco. Ho pensato che avesse un'altra, un'altra ancora, cioè. Non era un problema, ma perderlo... Se aveva un'altra, potevamo continuare ugualmente. No, era qualcosa che lo faceva soffrire. Ma perderlo… non potevo pensarci, davvero, non respiravo. Sono stata a casa una settimana. A scuola ho detto che non potevo muovermi. Mi prende sempre così, quando sta per finire un amore. Me ne serve subito un altro. Non vivo, senza amore. Però stavolta era diverso. Mi ero dimenticata di dirgli una cosa.
SCENA 17
A CASA DI RUDY E GEMMA.
GEMMA Ciao.
RUDY Ciao.
GEMMA Com'è andata?
RUDY Cosa?
GEMMA Cosa? La giornata, com'è andata?
RUDY Ah, la giornata? Bene. (PAUSA) Tu?
GEMMA Bene. Ho convinto la Antonini a mettere quell'arco fra il salotto e la cucina. Viene un open space davvero carino.
RUDY Bene.
GEMMA Da un senso di ariosità, di grandezza a tutta la zona giorno.
RUDY Bene.
GEMMA Certo, si dovranno appendere dei quarti di bue sanguinolenti per tutto il salotto.
RUDY Bene.
GEMMA Un lago di sangue dal soffitto, tutto sui divani rosa. Bisognerà cambiare la tappezzeria tutti i giorni.
RUDY Bene.
GEMMA Lei preferiva appendere dei cadaveri umani, però freschi, da prendere all'obitorio... Ma io gli ho detto che non mi sembrava politicamente corretto, così abbiamo optato per i quarti di bue che colano sangue.
RUDY Bene.
GEMMA Tu non mi ascolti. Come al solito.
RUDY E se ricominciassimo?
GEMMA Cosa?
RUDY Noi. Da capo.
GEMMA Che hai?
RUDY Ti andrebbe?
GEMMA Non c'è niente da ricominciare.
RUDY Sicura?
GEMMA Ce la faremmo con la tabella?
RUDY Dico sul serio.
GEMMA Anch'io. A che ora potremmo ricominciare? Tra le venti e trenta e le venti e quarantacinque?
RUDY Allora?
GEMMA Non lo so.
RUDY (LA GUARDA A LUNGO) A me piacerebbe. Pensaci.
PAUSA
GEMMA Davvero, non lo so. (PRENDE IL TELEFONO) Marco? Ciao, tesoro, tutto bene?
RUDY Pensaci.
GEMMA Ti passo tuo padre.
SCENA 18
EDOARDO Chandrakhar, un fisico Premio Nobel indiano, in un articolo ha scritto che lo scienziato non studia la natura perché è utile farlo, bensì perché ne trae piacere, e gli piace perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena di conoscerla, e non varrebbe la pena di vivere. Scrive anche che non si riferisce, ovviamente, alla bellezza che colpisce i sensi, la bellezza dell'apparenza. Non è disprezzabile, ma non ha nulla a che fare con la scienza. No, Chandrakhar voleva intendere l'intima bellezza che proviene dall'armonia di parti diverse, e che una pura intelligenza può osservare. E può farlo perché la semplicità e la vastità sono entrambe bellissime. Così, possiamo essere felici sia seguendo l'immenso tragitto delle stelle che scrutando il microscopico e prodigioso muoversi di un atomo, che è anch'esso immenso, perché immutabile fin dall'inizio del tempo. Cos'è che muove tutto questo? Chandrakhar non da una risposta. L'amore, ha scritto Dante. Ma l'amore... l'amore...
MARIANNA L'amore brucia la vita e fa volare il tempo.
RUDY (A MARIANNA) Sì, è proprio questo il problema.
GEMMA (A EDOARDO) Non ti va bene andare avanti così?.
RUDY (A MARIANNA) Non può continuare.
GEMMA (A EDOARDO) Non può continuare così?
EDOARDO No, non può continuare.
MARIANNA Perché no?
RUDY (A MARIANNA) Non è più... più...
MARIANNA Più cosa?
EDOARDO (A GEMMA) Soffro. Voglio sposarti.
MARIANNA (A RUDY) Perché non può continuare, perché?
GEMMA (A EDOARDO) Non posso, te l'ho detto.
RUDY Deve finire.
MARIANNA A me va bene così.
RUDY A me no. Non è più normale. È un amore, questo.
EDOARDO (A GEMMA) Allora è meglio smettere.
GEMMA Come vuoi.
EDOARDO Voglio stare con te. Sul serio. Capisci?
GEMMA Come vuoi.
EDOARDO Lasci tuo marito?
GEMMA No. Come vuoi, non vediamoci più.
RUDY (A MARIANNA) Non riesco più a guardarla in faccia.
EDOARDO (A GEMMA) Devo dimenticarti.
MARIANNA (A RUDY) E io? Come farò?
RUDY Come facevi prima. Senza di me.
MARIANNA Non voglio nulla. A me va bene così.
EDOARDO (A GEMMA) Senza di te. Non posso pensarci.
GEMMA Allora continuiamo così.
EDOARDO No. Basta.
RUDY (A MARIANNA) Troverai qualcun'altro.
MARIANNA Dovrei dirti una cosa.
GEMMA Va bene, basta. È durato quello che doveva durare.
RUDY Cosa devi dirmi?
MARIANNA Niente. Niente.
EDOARDO È stato bello. Non roviniamolo.
GEMMA Sì.
RUDY (A EDOARDO) Voglio che tu venga a casa mia, a cena. Che conosca mia moglie.
EDOARDO (A RUDY) No, te l'ho già detto.
RUDY Mia moglie e una sua amica. Voglio che tu la incontri. Siete fatti una per l'altra.
EDOARDO Non ho bisogno di nessuno.
GEMMA (A EDOARDO) Sì, tutto come prima. Devi dimenticarmi.
EDOARDO Sì, devo.
RUDY (A MARIANNA) Se incontrassi qualcun'altro... Sei innamorata dell'amore, non di me.
MARIANNA Tutti sono innamorati dell'amore. Questa è una sciocchezza.
RUDY C'è un mio amico. Sareste perfetti, insieme.
GEMMA (A EDOARDO) Anch'io ti dimenticherò.
MARIANNA Vuoi sistemarmi?
RUDY Voglio che tu sia felice.
MARIANNA Lo sono già.
RUDY Con un uomo tutto tuo.
EDOARDO (A GEMMA) Ho bisogno di una donna che sia solo mia.
GEMMA E non devi sapere quello che pensa. Difficile.
EDOARDO Non importa. Ci proverò. Farò finta di non sentire.
RUDY (A EDOARDO) Allora? Vieni?
EDOARDO Ma sì. Non ho nulla da fare.
GEMMA (A RUDY) E come hai fatto a convincerlo?
RUDY Gli ho detto che è il mio migliore amico e che non è il caso di continuare a fare il bambino. Dovete conoscervi. (A GEMMA) Fai venire Marianna. Magari si piacciono.
GEMMA (A MARIANNA) Rudy ha invitato a cena un amico. Vorrei che venissi anche tu.
MARIANNA Perché?
GEMMA Non mi piace che tu sia sola. Magari, chissà, vi trovate.
MARIANNA Sì, magari. (A RUDY) Rudy, devo dirti una cosa.
RUDY Dimmela.
SI GUARDANO
MARIANNA Hai ragione. Non può continuare. Farò quello che vuoi.
RUDY Mi dispiace.
MARIANNA ( A GEMMA) Come si chiama?
GEMMA Edoardo. Fa il medico. Non l'ho mai visto.
MARIANNA Quando?
GEMMA Martedì sera.
MARIANNA Ma sì, sarà simpatico, no? Se è amico di Rudy...
GEMMA (A EDOARDO) Mi dispiace.
EDOARDO Anche a me. Tanto. Anche a me. Anche a me.
GEMMA Addio.
RUDY ( A EDOARDO) Ma perché ti sei fatto venire a prendere?
EDOARDO Non lo so, l'emozione. È meglio se arriviamo insieme. Non esco mai.
RUDY Vedrai quanto è carina.
EDOARDO E tua moglie?
RUDY Sì, anche lei è carina.
EDOARDO No, tua moglie, che ha detto?
RUDY Che è contenta di conoscerti.
GEMMA (A MARIANNA) Che ore sono?
MARIANNA Le nove.
GEMMA Precise?
MARIANNA No, manca un minuto.
GEMMA Allora stanno salendo le scale. Sai, la tabella.
MARIANNA Già, la tabella. (PIANGE)
GEMMA Che c'è, tesoro, perché piangi?
MARIANNA Niente, sono un po' nervosa.
GEMMA Ma no, passeremo una serata carina, vedrai. (L'ABBRACCIA) Che c'è? Qualcuno ha fatto il cattivo?
MARIANNA No. È che sono una stupida.
GEMMA Che ci vuoi fare? Dai, spalle dritte e sorridi. Rudy?
RUDY Eccoci qua. Questo è il vecchio Edo. Edoardo. Lei è mia moglie, Gemma. Finalmente vi conoscete.
PAUSA
EDOARDO Gemma. Bel nome.
RUDY Scusa, ma lo sapevi che si chiama Gemma.
EDOARDO Comunque è un bel nome.
GEMMA Edoardo. Piacere.
RUDY Lei è Marianna.
EDOARDO Marianna.
MARIANNA Ciao, Edoardo.
PAUSA
GEMMA. È tutto pronto.
RUDY Allora sediamoci, no?
GEMMA Sì, è meglio. (CROLLA A SEDERE)
Fine primo atto
Non c'è tempo, amore
di
Lorenzo Gioielli
Secondo atto
ﭯ
UN LUNGHISSIMO SILENZIO
RUDY È passato un angelo.
MARIANNA Dove?
RUDY No, è un modo di dire. Quando c'è un silenzio lungo in una conversazione si dice così.
EDOARDO Non stavamo facendo nessuna conversazione.
RUDY Ecco, appunto.
PAUSA
MARIANNA Appunto cosa?
RUDY Appunto, era una pausa così lunga che sembrava che non facessimo nessuna conversazione.
PAUSA
MARIANNA Non sembrava, non facevamo conversazione.
EDOARDO Quindi sarà passato un angelo enorme, alto sette metri.
RUDY RIDE, MA DA SOLO. ALLA FINE, ANCHE LUI TACE, IMBARAZZATO. UN ALTRO LUNGO SILENZIO.
GEMMA Vi dispiace? Vieni, Rudy?
RUDY Dove?
GEMMA Di là, dove sennò? Per favore.
RUDY Ma non...
GEMMA (TRATTENENDOSI) Per favore.
RUDY Va bene. Voi fate come... Parlate. Dite qualcosa. Torniamo subito. Marianna, Edoardo è medico, eh.
MARIANNA Sì, lo so.
RUDY Ecco.
EDOARDO Ecco cosa?
RUDY Parlatene.
GEMMA Vieni?
RUDY E GEMMA SI SPOSTANO IN CAMERA DA LETTO
EDOARDO (AL PUBBLICO) La cena è stata silenziosa. Lea, no, cioè, Gemma, è una cuoca, sì, non eccezionale. Mi aveva raccontato che il suo piatto migliore era il pollo al curry. (PAUSA) Ho paura di pensare al piatto peggiore.
MARIANNA E così, Edoardo, sei un medico.
EDOARDO Sì.
PAUSA
MARIANNA Bello.
GEMMA Faceva schifo.
RUDY Ma no, era discreto.
GEMMA Solo discreto? Da uno a dieci?
RUDY Da uno a dieci, Gemma?
GEMMA Sì, cazzo, da uno a dieci, cos'è, difficile? Tre, cinque, otto? Quanto?
RUDY Non dire parolacce. Valgono anche i meno?
GEMMA Meno sei, meno cinque, dici?
RUDY Ma no, valgono anche i sei meno, i sette meno, fai conto?
GEMMA Sì, anche i più.
RUDY Dunque, diciamo...
GEMMA Anche i mezzo.
RUDY Dicevo, che tutto considerato...
GEMMA Considerato che?
RUDY Tutto considerato.
GEMMA Che c'è da considerare? Il riscaldamento globale, l'andamento della borsa, la luna piena?
RUDY Ah, oggi è luna piena?
GEMMA Non lo so. Mi prendi per il culo?
RUDY No. Considerato che hai fatto tutto da sola...
GEMMA Faccio sempre tutto da sola.
RUDY Ecco, considerato che fai sempre tutto da sola...
GEMMA Faceva schifo.
RUDY No. (PAUSA) Sette.
GEMMA Sette?
RUDY Meno.
GEMMA Meno?
RUDY Meno.
GEMMA Sette meno meno?
RUDY Sei e mezzo.
GEMMA Hai rotto i coglioni. Com’era?
RUDY Forse il pollo...
GEMMA Biologico, l'ho pagato come un tacchino.
RUDY Era tacchino?
GEMMA No, era pollo. Faceva schifo, ho capito. (Piange)
RUDY Ma no, sicuramente era un pollo intelligente, serio, non fumatore e...
GEMMA Non c'è niente da ridere.
RUDY Magari era il curry.
GEMMA Me l'ha portato l'Antonini dall'India.
RUDY Magari erano tutti e due.
GEMMA Pollo al curry, se è cattivo il pollo e il curry...
RUDY Esatto, non può che venir male.
SILENZIO. GEMMA SMETTE DI PIANGERE, FISSA RUDY
EDOARDO Tu di che cosa ti occupi?
MARIANNA Bambini. Sono maestra d'asilo.
PAUSA
EDOARDO Bello.
GEMMA Non era buono.
RUDY Di legno.
GEMMA Anche il curry?
RUDY Segatura.
GEMMA ANNUISCE IN SILENZIO
MARIANNA Mi piace molto il mio lavoro.
EDOARDO Anche a me.
MARIANNA Abbiamo qualcosa in comune.
EDOARDO Già.
SILENZIO
GEMMA Ti ringrazio per la sincerità.
RUDY Ci ho provato, ma non mi sembra giusto mentirti.
GEMMA Giusto.
RUDY Basta con le bugie.
GEMMA Basta.
RUDY Fra marito e moglie serve una reciproca franchezza.
GEMMA Giustissimo. Perchè la tua di franchezza non te la ficchi su per il culo?
RUDY Non dire parolacce, ti ho detto. Volevi un parere, io te l'ho dato.
GEMMA Ma non ti ho chiesto la verità. Volevo solo essere consolata.
RUDY Consolata?
GEMMA Nient'altro.
PAUSA
RUDY Come... Come si fa?
MARIANNA Come fai?
EDOARDO Cosa?
MARIANNA Coi malati, come fai?
EDOARDO Cerco di curarli. Che strana domanda. Sennò li consolo.
GEMMA Non lo sai?
RUDY No, credo di no.
GEMMA Nessuno ti ha mai consolato?
RUDY Se qualcuno l'ha fatto non me ne sono accorto.
GEMMA Neanch'io?
SILENZIO. GEMMA SI AVVICINA A RUDY. POI VA A SDRAIARSI SUL LETTO.
RUDY Che fai? (DURANTE LE BATTUTE SEGUENTI ANDRÀ A SEDERSI SUL LETTO)
GEMMA Un minuto. Un minuto di silenzio.
MARIANNA Sei contento di essere venuto qui stasera?
EDOARDO Sei molto diretta, eh?
MARIANNA Mi sembra più semplice.
EDOARDO Più semplice, ma non sempre più utile.
MARIANNA A cosa?
EDOARDO A stare insieme, ai... rapporti.
MARIANNA Abbiamo un rapporto?
EDOARDO Sì, stiamo a cena insieme, angeli che vanno e vengono, parliamo, prima non ci conoscevamo...
MARIANNA E adesso sì.
EDOARDO Sì. Quindi abbiamo un rapporto.
MARIANNA Basta conoscersi per avere un rapporto?
EDOARDO No, è ovvio, non basta, ma... (LA GUARDA) Non riesco a capire cosa pensi.
MARIANNA Non penso nulla, domandavo.
EDOARDO No, voglio dire non capisco quello che pensi nel senso che... sei... strana.
MARIANNA Stupida?
EDOARDO Ma no, e comunque...
MARIANNA Non me lo diresti, anche se lo pensi?
EDOARDO Non lo penso, non lo so, non posso saperlo, ancora non ti conosco.
MARIANNA Quindi non abbiamo un rapporto.
PAUSA
EDOARDO È leggermente faticoso parlare con te.
MARIANNA Ah sì? A me sembra che quando parlano con me tutti si rilassino, invece.
EDOARDO Perché?
MARIANNA Non lo so. Forse perché si sentono superiori.
PAUSA
EDOARDO E lo sono?
MARIANNA Se lo pensano...
EDOARDO Ma lo sono?
PAUSA
MARIANNA Che cambia?
EDOARDO Ma, tutto. Se non lo sono dovresti far valere...
MARIANNA Cosa?
PAUSA
EDOARDO Non lo so più.
MARIANNA Dovrei fare qualcosa per far vedere agli altri quello che valgo davvero, questo vuoi dire?
EDOARDO Sì, credo di sì.
MARIANNA E se non valessi niente?
EDOARDO Ma no, io...
MARIANNA E se nessuno potesse capire quanto valgo davvero?
PAUSA.
MARIANNA E se valere qualcosa non fosse importante?
PAUSA. EDOARDO LA FISSA SENZA DIR NULLA.
RUDY Torniamo di là, dai.
GEMMA Non mi va. Mandali via.
RUDY Ma che dici, come faccio?
GEMMA Digli che mi sono sentita male. È una serata di merda.
RUDY Non dire parolacce. Sei solo stanca. Io vado di là, tu ti riposi un attimo e poi vieni anche tu.
MARIANNA Che c'è?
EDOARDO Niente, pensavo.
MARIANNA A che?
EDOARDO Al pollo.
MARIANNA Io al curry.
EDOARDO Spaventosi.
MARIANNA Esatto.
EDOARDO (AL PUBBLICO) Non riesco a leggere nulla nella mente di questa donna. Ma non è come con Lea, Gemma, ecco, non c'è silenzio, ma pezzi di frasi, immagini, gente, sì, persone di cui non si vede la faccia e che si baciano, piangono, ridono, si salutano. C'è chiasso. E un fruscio, come... non riesco a capire, come qualcuno che, sì, che... alzi qualcosa. Appena mi giro a guardare non c'è più.
PAUSA.
EDOARDO È davvero una brutta sensazione. No, non è brutta, è...
RUDY Per favore, Gemma.
GEMMA Non ce la faccio.
RUDY Dai, due chiacchiere e poi andiamo a letto.
GEMMA Non capisci.
RUDY Cosa?
EDOARDO Leggere il pensiero è veramente una maledizione, anche quando non si capisce niente.
RUDY Che devo capire?
GEMMA Niente. Vai di là, adesso arrivo.
RUDY Da solo?
GEMMA Portati l'angelo.
RUDY Che gli dico?
GEMMA Mi lasci sola, per favore?
RUDY Non metterci tanto. (RIDE PER ALLEGGERIRE L'ATMOSFERA) Non so cosa dire.
GEMMA Allora stai zitto.
PAUSA
RUDY Già. Vado.
GEMMA Sì.
SI AVVIA VERSO IL SALOTTO. MA È PIÙ FORTE DI LUI, SI RIVOLGE AL PUBBLICO.
RUDY Che gli dico? C'è rimasta un'ora, poi dobbiamo andare a dormire, non mi sembra siano entrati in confidenza, dovrei affrontare la questione direttamente? Edo, questa è la mia amante, ma vorrei chiudere, puoi prenderla tu? Anche se in realtà gli faccio un piacere, è sempre solo, una donna serve, serve a... (PAUSA) A tutto, serve.
EDOARDO (AL PUBBLICO) La sua amante. La migliore amica della moglie.
RUDY Che tristezza. Com'è triste, piccina, vulnerabile. (PAUSA) Bella. (PAUSA) Me la mangerei a morsi.
EDOARDO (AL PUBBLICO) È proprio vero, quello che fai prima o poi te lo restituiscono. Ma no, io neanche lo sapevo che era la moglie di Ruggero.
RUDY La farei alzare, la metterei in piedi sulla sedia e comincerei a baciarla tutta, dalle caviglie, fino... fino... senza neanche toglierle il vestitino.
EDOARDO (AL PUBBLICO) E se l'avessi saputo? Che avrei fatto?
RUDY E Gemma, quando s'è sdraiata sul letto, un movimento solo, così fluido, con quelle cosce che... così... l'avrei... anche lei, l'avrei... (PAUSA) E’ bruttissima la satiriasi.
EDOARDO (AL PUBBLICO) Niente. Non avrei fatto niente.
RUDY Però, alla mia età, di qualcosa bisogna pur ammalarsi. (SI AVVIA VERSO IL SALOTTO)
MARIANNA Cosa pensi dell'amore?
RUDY Come va?
EDOARDO Tu, come va. Gemma?
MARIANNA Come sta?
RUDY Bene, bene.
PAUSA
EDOARDO Allora?
RUDY Cosa?
MARIANNA Perché non torna?
RUDY Le gira un poco la testa, ma niente di grave.
MARIANNA Qualcosa che le ha fatto male?
EDOARDO Il pollo.
MARIANNA O il curry.
EDOARDO O tutti e due.
RUDY Vi è piaciuto?
SILENZIO
RUDY No, credo sia un po' di stanchezza.
EDOARDO Bene.
GEMMA Che serata di merda. La peggiore, da tanto tempo.
MARIANNA Vado di là?
RUDY Non lo so, se vuoi...
PAUSA
GEMMA La peggiore in assoluto. La peggiore di una vita già abbastanza brutta. Di una vita di merda.
EDOARDO Magari gli do un'occhiata io.
RUDY Eh, sì, se vuoi...
PAUSA
GEMMA Ma no, non è vero. È stata una vita normale. Alti, bassi, gioie, dolori, il lavoro, i figli...( PAUSA) Che palle. No, i figli no, che palle i figli no. Mi sento in colpa solo a pensarci. Però, io, dov'ero? Mi sembra di essermi lasciata vivere così, senza mai decidere niente. No, una volta ho deciso. Di scopare con uno che non conoscevo. Ed ecco fatto. (PAUSA) Che vita di merda.
EDOARDO Forse è meglio che andiamo.
RUDY Ma no, ancora no, figuratevi...
EDOARDO Fino a che ora siamo previsti?
RUDY Ma che ne so, fino a quando volete, che c'entra...
EDOARDO Che dice la tabella?
RUDY Ma quale tabella, siamo tra amici, dai, che c'entra la tabella? Bisogna fare qualche strappo, sennò...
PAUSA
EDOARDO Quanto manca?
RUDY Cinquantatrè minuti. Ma si può arrivare a un'ora.
EDOARDO Bravo, grazie.
MARIANNA Cinquantatrè minuti.
EDOARDO Cinquantadue e mezzo.
MARIANNA Minuti. E poi sarà finita. (PIANGE)
EDOARDO Cosa?
RUDY La serata, sarà finita la serata. Sì, Edo, va a vedere se Gemma ha bisogno di un parere medico.
PAUSA
EDOARDO Va bene. (SI ALZA E RAGGIUNGE GEMMA IN CAMERA DA LETTO. GEMMA LO VEDE ENTRARE, SI RIALZA A SEDERE.)
RUDY Mari? Basta, ti prego. Non fare così.
MARIANNA Così come?
RUDY Non piangere.
MARIANNA Stai tranquillo, ora mi riprendo. Tutto sembra così sciocco che mi fa piangere.
GEMMA Scusami.
RUDY Scusami.
MARIANNA No, scusami tu.
EDOARDO Prego.
GEMMA Anche se non ho colpa di niente.
EDOARDO Nella vita non ci sono innocenti, solo diversi gradi di colpevolezza.
RUDY (SI È ALZATO E SI È AVVICINATO A MARIANNA) Mi dispiace.
MARIANNA Lo so.
GEMMA Ah, e di cosa sarei colpevole?
EDOARDO Di essere come sei. Di avermi fatto innamorare.
RUDY Davvero, mi dispiace, non so dirti quanto.
MARIANNA Ma non mi ami.
RUDY Non lo so. Non so neanche se conta qualcosa.
MARIANNA Non conta niente?
GEMMA Cosa vuoi da me?
EDOARDO Niente.
GEMMA Non è vero. Vuoi portarmi via.
PAUSA
GEMMA Non è così?
EDOARDO Sì, ci ho pensato. Prima di mangiare il tuo pollo.
GEMMA RIDE
RUDY L'amore è molto sopravvalutato. Ci sono altre cose.
MARIANNA Quali?
RUDY Altre, che so...
MARIANNA La tabella?
RUDY Sì, anche la tabella.
GEMMA Ce l'ho messa tutta.
EDOARDO Infatti si avvertiva lo sforzo.
GEMMA Volevo fare bella figura. E non sapevo neanche che eri tu.
EDOARDO Neanch'io. Se l'avessi saputo, non sarebbe cominciata.
GEMMA Ma è cominciata.
EDOARDO Già.
MARIANNA C'è anche qualcosa più importante di noi?
RUDY Dai, Mari...
MARIANNA Qualcosa più importante di questo? (SI È ALZATA, GLI ACCAREZZA IL VISO)
EDOARDO Sei bellissima.
GEMMA No.
RUDY No. Ferma.
GEMMA Torniamo di là.
EDOARDO Come vuoi.
MARIANNA Io... io...
GEMMA BACIA EDOARDO, MENTRE RUDY BACIA MARIANNA
GEMMA Basta, andiamo. (FA PER AVVIARSI, EDOARDO LA TRATTIENE PER UN BRACCIO. RUDY E MARIANNA CONTINUANO A BACIARSI)
EDOARDO Potremmo ricominciare da capo.
GEMMA No.
RUDY E MARIANNA SI STACCANO
EDOARDO Sì. L'abbiamo già fatto. Ti ho conosciuta stasera, no? Un colpo di fulmine.
GEMMA No.
RUDY Vado da Gemma.
MARIANNA Rudy...
RUDY Voglio sapere come sta.
MARIANNA No.
EDOARDO Non potevo farci niente, nessuno poteva farci niente.
GEMMA Smettila.
MARIANNA Perché non possiamo continuare come prima?
RUDY Te l'ho già detto.
EDOARDO Non la smetto. Parlo su serio.
MARIANNA Allora ridimmelo, non ho capito.
GEMMA L'ho capito che parli sul serio. Ma io non voglio.
RUDY Non voglio più.
PAUSA
EDOARDO Va bene.
MARIANNA Va bene.
EDOARDO Allora... torno di là.
MARIANNA Vado da Gemma
RUDY Vengo anch’io.
MARIANNA No.
GEMMA Sei sporco di rossetto.
EDOARDO Anche tu.
GEMMA Digli che sto bene. Adesso arrivo.
MARIANNA No. (PAUSA) Tranquillo, non le dico niente, va tutto bene. Ho capito. Vedo solo come sta.
EDOARDO TORNA VERSO IL SALOTTO, MARIANNA VA VERSO LA CAMERA DA LETTO. S'INCROCIANO.
MARIANNA Come sta?
EDOARDO Come stiamo tutti.
MARIANNA Confusa?
EDOARDO Come fai a saperlo?
MARIANNA Non lo so, me l'hai detto tu.
EDOARDO Io ho detto “come stiamo tutti”.
MARIANNA Quindi?
PAUSA
EDOARDO Hai ragione, te l'ho detto io.
MARIANNA Pensi di poter fare qualcosa?
GEMMA Vado di là e glielo dico.
RUDY Forse davvero si deve ricominciare dalla sincerità.
EDOARDO Tu sei confusa?
MARIANNA No. E tu?
EDOARDO No.
MARIANNA Ma non hai detto che lo siamo tutti?
GEMMA No, me la devo vedere da sola.
EDOARDO Sì, ma su una sola questione.
GEMMA Tanto Rudy non capirebbe.
MARIANNA Quale? Come è meglio vivere?
EDOARDO Sì. (PAUSA) Ma tu... come...
RUDY (VIENE AVANTI) È che a voler organizzare tutto, sempre, è vero, non funziona.
MARIANNA Come ho fatto a capire quello che volevi dire?
EDOARDO Sì.
RUDY Il controllo, quello vero, non ce l'hai mai, c'è sempre qualcosa che ti sfugge, che non avevi calcolato.
MARIANNA È semplice, ma è un segreto.
RUDY La gente non fa mai quello che deve fare.
MARIANNA Leggo il pensiero.
GEMMA Rudy non può capire. Nessuno può.
RUDY Ci vorrebbe una tabella... universale.
GEMMA O forse non c'è niente da capire.
RUDY Una tabella totale, con data ora minuto e secondo di tutto, dallo spostamento delle galassie a quando baciarsi e con chi.
EDOARDO Non è vero.
MARIANNA Certo che è vero.
GEMMA Fra poco andremo tutti a letto, questo è sicuro.
RUDY Un tabella infinita.
EDOARDO È il destino.
MARIANNA Cosa?
EDOARDO Il destino ci ha fatti incontrare.
GEMMA Tutti a letto, a dormire.
MARIANNA Non credo al destino.
EDOARDO Esiste, invece.
MARIANNA Come lo sai?
EDOARDO Lo so, perché... Ma non leggi il pensiero?
MARIANNA Tu che dici?
RUDY Forse quella tabella è Dio. Cioè, Dio è una tabella.
GEMMA A dormire, a dormire, senza più pensare.
EDOARDO Io dico che scherzi.
MARIANNA Sì, scherzo. Perché, ci avevi creduto?
EDOARDO Sì.
RUDY Un Dio che sa dove andiamo a finire tutti, ma non ce lo dice. Un Dio un po' troppo riservato.
EDOARDO Invece il destino esiste, solo che è senza senso.
MARIANNA E quando l'hai capito?
EDOARDO Hai pianto, hai gli occhi rossi.
GEMMA Soltanto sognare.
MARIANNA No, solo...
RUDY Tutto fermo, prefissato, senza sapere cosa accadrà.
EDOARDO Hai pianto e hai baciato Ruggero.
GEMMA Sognare di stare tutti a volare.
RUDY Tutto sicuro. Io voglio essere sicuro di qualcosa, qualunque cosa.
GEMMA Senza paura di cadere, senza pensare a cosa ci capiterà o chi soffrirà, senza sensi di colpa e pure senza amore, con soltanto il vento in faccia, senza niente di più che quello che siamo, e questo per sempre finché non ci si stanca, ma tanto nei sogni stancarsi è impossibile.
RUDY La verità è che sono stanco.
MARIANNA Ho baciato Rudy? Ma che dici?
EDOARDO Hai il rossetto tutto di traverso.
RUDY Sono stanco di pensare, prevedere, tanto è impossibile prevedere tutto, c'è sempre qualche imprevisto. Qualcosa che non avevi capito.
MARIANNA E ora che farai?
EDOARDO Cosa?
MARIANNA Glielo dirai?
RUDY La gente non fa mai quello che deve. Compreso me. Non ho mai fatto quello che dovevo.
EDOARDO A chi?
MARIANNA A Gemma.
RUDY Però non me lo ricordo cos'è che dovevo fare.
GEMMA No, non volare, ho paura dell'aereo, meglio non parlare più, fare solo dei versi e ballare.
RUDY Non me lo ricordo, si vede che non era importante.
GEMMA Ridere e cantare e ballare, senza parole.
RUDY Massì che lo so, volevo essere...
GEMMA Senza senso, proprio essere...
RUDY Libero.
GEMMA Libera.
EDOARDO Dovrei dirle tutto e rovinare questa bella serata?
MARIANNA Sì.
EDOARDO Perchè?
PAUSA
MARIANNA Vado da Gemma.
EDOARDO Sì. Torno da Ruggero. Aggiustati il trucco.
MARIANNA Perché?
SI GUARDANO. EDOARDO VA IN SALOTTO, MARIANNA ARRIVA IN CAMERA DA LETTO.
MARIANNA Come stai?
GEMMA Stesa. In senso proprio e figurato.
EDOARDO Ruggero.
RUDY Edoardo.
EDOARDO Gemma sta bene.
RUDY No, non sta bene.
MARIANNA C'è qualcosa che non va?
GEMMA Tutto.
MARIANNA Tutto…è un po’ vago.
GEMMA Sì. (SI ALZA A SEDERE)
EDOARDO Nessuno sta bene, almeno finché restiamo così.
RUDY Così come?
GEMMA Sai, Marianna, è successa una cosa che... ma non chiedermi perché l'ho fatto.
EDOARDO Così, intrappolati fra essere giovani e vecchi.
RUDY Io non sono vecchio.
EDOARDO Ma non sei giovane.
GEMMA L'ho fatto perché... perché... ma non sono pentita.
MARIANNA Va bene, ma cosa hai fatto?
GEMMA Perché vuoi saperlo?
MARIANNA Perché vuoi dirmelo.
GEMMA Ah, già. (PAUSA) Hai il rossetto tutto sbavato.
MARIANNA Lo so.
RUDY No, non sono giovane.
GEMMA Vuoi darti una sistemata? In bagno c'è...
MARIANNA No.
RUDY Però è stato bello, finchè è durato.
EDOARDO Sì.
RUDY Quanto abbiamo riso.
EDOARDO Tu. Io, meno.
GEMMA Come mai hai il rossetto sbavato?
MARIANNA È successo.
GEMMA Come?
RUDY Quelle due gemelle, come si chiamavano...
GEMMA Come mai, Marianna?
EDOARDO Eleonora e Giovanna.
RUDY Ele e Gio, bravo. “Io leggo il pensiero e posso dimostrarvelo”. T'è venuta, così.
MARIANNA Perché vuoi saperlo?
GEMMA Perché tu non vuoi dirmelo?
RUDY Non ci avevano creduto, poi il giorno dopo hai avuto l'idea geniale dell'albergo.
MARIANNA Perché non è importante. Non più.
RUDY “Andiamo in un albergo qualunque e chiediamo due camere. Se indovino i numeri andiamo su.” Così hai detto.
GEMMA Va bene, andiamo di là.
MARIANNA Non dovevi raccontarmi qualcosa?
GEMMA Non è più importante.Tu, invece, vuoi dirmi qualcosa?
RUDY E li hai indovinati, i numeri. Perché prima io ero passato dal portiere.
GEMMA Qualcosa a proposito di mio marito?
RUDY C'è costato 30mila lire. Erano stupende. Ele, con quei capelli neri, ma proprio...
EDOARDO Quella era Giovanna. Eleonora era bionda.
RUDY Sicuro?
EDOARDO Certo.
RUDY Vedi? L'età.
GEMMA Allora?
MARIANNA Tutto quello che ho da dirti lo hai già capito.
PAUSA
GEMMA (SI ALZA) Prima tu.
MARIANNA RESTA FERMA. GEMMA SI AVVIA DECISA VERSO IL SALOTTO
RUDY Non riesco neanche a ricordare come si chiamano le donne con cui sono stato. L'età.
GEMMA È ARRIVATA ALLE SPALLE DI EDOARDO, CHE, AL CONTRARIO DI RUDY, NON LA VEDE.
EDOARDO Hai del rossetto sulla faccia.
RUDY Ma che dici...
GEMMA Hai del rossetto. Sulla faccia. Sulla bocca.
RUDY Amore. Stai meglio?
GEMMA No. Da quanto dura?
RUDY Cosa?
GEMMA Fra te e Marianna.
RUDY Fra me e Marianna che?
GEMMA Non mi prendere per il culo. Fra me e Marianna che? Ma che cazzo di risposta è?
RUDY Non dire parolacce.
GEMMA Vaffanculo. Da quanto dura?
RUDY Ma cosa?
EDOARDO La storia.
RUDY Che storia?
MARIANNA Quella fra me e te.
PAUSA
GEMMA Bene, mi sembra che siamo tutti d'accordo. Puoi rispondere?
PAUSA
RUDY Lei che ti ha detto?
MARIANNA Non ho detto niente.
RUDY Allora non c'è nessuna storia. Ci siamo dati un bacio, così, per... per tenerezza.
MARIANNA Per tenerezza?
RUDY Sì, Gemma stava male, io ero solo con te, piangevi...
EDOARDO Perché piangeva?
PAUSA
RUDY Depressione.
GEMMA Depressione?
MARIANNA Io non sono mai depressa.
RUDY E invece poco fa lo eri, perché... perché...
EDOARDO Perché?
PAUSA
GEMMA Sì, perché?
PAUSA
EDOARDO Forse era solo confusa.
GEMMA Pietro, per favore.
MARIANNA Non ero confusa.
GEMMA Quindi, Rudy?
EDOARDO Perché lo chiedi a Ruggero e non a lei?
GEMMA Perché è con lui che sono sposata.
EDOARDO Ma è lei che sa perché piangeva, Lea.
GEMMA Comunque non mi sembra che la cosa ti riguardi. Allora, Rudy?
PAUSA
RUDY Perché vi chiamate così?
GEMMA Cosa?
RUDY Perché chiami Edoardo Pietro?
PAUSA
RUDY E perché Edoardo ti chiama Lea?
PAUSA
RUDY Mi sembra una domanda semplice.
PAUSA
GEMMA Mi sono confusa.
PAUSA
RUDY Ci si confonde fra una cosa e un altra, come in questo caso fra due nomi. Quindi, ripeto la domanda, anzi cerco di articolarla meglio: perché vi siete confusi?
PAUSA
RUDY Questa è una domanda anche più semplice di quella di prima.
PAUSA
EDOARDO La chiamo Lea quando siamo soli. Ci siamo conosciuti a un funerale, circa tre mesi fa.
RUDY Un funerale?
GEMMA Il cugino dell'Antonini, voleva che arredassi casa sua. Non ho fatto in tempo. Infarto.
EDOARDO Siamo andati a letto insieme quel giorno stesso. Ci siamo visti in un albergo per tre mesi, tutti i martedì, fra le 14 e le 15.
GEMMA Salvo un periodo, all'inizio, perché avevo paura. Ora che lo sai mi sento meglio.
EDOARDO Le regole erano che io non dovevo sapere nulla di lei e lei nulla di me, delle nostre vite attuali. E neanche i nomi.
GEMMA Per questo ci chiamavamo Pietro e Lea.
EDOARDO Non sapevo che è tua moglie.
GEMMA Neanch'io sapevo che Edoardo era Edoardo.
PAUSA
RUDY Siete andati a letto lo stesso giorno in cui vi siete conosciuti?
MARIANNA Capita.
PAUSA
GEMMA Io non ti ho mai tradito.
RUDY Ho l'impressione che i fatti ti smentiscano.
GEMMA Volevo dire che non ti ho mai tradito prima di Pietro.
EDOARDO Edoardo.
GEMMA Di lui.
PAUSA
MARIANNA Bene, mi sembra che abbiamo finito il giro. Tutti hanno tradito tutti.
GEMMA Con la differenza che tu sapevi che Rudy è mio marito. Il mio è stato un incidente.
RUDY Ci siamo dati solo un bacio.
MARIANNA Siamo stati insieme tre anni.
GEMMA Tre anni?
MARIANNA Ci vedevamo a casa mia, il martedì dalle due alle tre.
GEMMA Tre anni.
RUDY Non proprio tutti i martedì.
MARIANNA Prima piangevo perché mi ha detto che era finita.
PAUSA
MARIANNA Io l'amavo.
PAUSA
GEMMA Come hai fatto? Come avete fatto?
EDOARDO E tu come hai fatto?
PAUSA
EDOARDO Come abbiamo fatto? Come facciamo?
GEMMA Se non lo sai tu...
PAUSA
RUDY Perché dovrebbe saperlo lui?
GEMMA Perché è una persona... speciale.
RUDY In che senso?
GEMMA È molto sensibile. Vede dentro le persone, le capisce, insomma.
EDOARDO Puoi dirglielo.
GEMMA No, devi dirglielo tu.
RUDY Edo vede dentro le persone?
GEMMA Sì.
RUDY E come... come farebbe?
GEMMA Te l'ho detto, è sensibile, non come te che non stai neanche a sentire quello...
EDOARDO Diglielo, per favore.
PAUSA
RUDY Cosa devi dirmi?
PAUSA
GEMMA Pietro è una persona speciale.
PAUSA
RUDY Sì. Questo l'ho capito. Quindi?
PAUSA
GEMMA Legge il pensiero.
PAUSA
GEMMA In questo momento sa perfettamente quello che pensiamo tutti. Cioè, tutti meno me.
RUDY Perché meno te?
GEMMA Non riesce a leggere nella mia testa. Per lui sono impenetrabile.
PAUSA
RUDY Invece a tutti gli altri...
GEMMA Sì.
RUDY Proprio a tutti, che ne so, riusciva sempre a indovinare che camera vi avrebbe dato il portiere dell'albergo dove andavate.
GEMMA E tu come... come lo sai?
RUDY Leggo il pensiero anch'io, e anche il futuro e ora sento che rimarrai piuttosto delusa quando saprai che quello della lettura del pensiero dei portieri d'albergo era un trucco che usavamo per portarci a letto le donne quando eravamo ragazzi.
GEMMA Ma... Pietro...
MARIANNA Io ci avrei creduto. E ora non mi sembra il caso di rimanerci male.
GEMMA Tu fatti i cazzi tuoi.
RUDY Gemma!
MARIANNA Volevo solo aiutarti.
EDOARDO L'hai sempre saputo.
GEMMA Ma no, io...
EDOARDO Il fatto che non leggessi il tuo pensiero ti faceva sentire importante.
GEMMA Ma no, io...
EDOARDO E lo eri, Gemma, ma solo per me. Non dico che sapessi che ti mentivo, ma in fondo al tuo cuoricino c'era un allarme che non hai voluto ascoltare. Che ti diceva che era tutta un'enorme bugia.
MARIANNA Detta per amore.
GEMMA No, io... credevo davvero che... Ti credevo davvero.
MARIANNA Certo, è l'amore. Io ho creduto che Rudy ti lasciasse.
RUDY Ma io non l'ho mai detto.
MARIANNA E io non lo volevo. Ma in fondo al mio, di cuoricino, c'era una voce che mi diceva che sarebbe potuto succedere.
PAUSA
MARIANNA È l'amore.
EDOARDO No, non è l'amore, è la disperazione. Né giovani né vecchi, e niente più brividi, tutto fatto e finito o tutto che non sarà mai fatto né finito, tutto chiaro e altri anni davanti senza niente d'interessante.
MARIANNA No, è l'amore, che non si sa quando arriva e perché.
EDOARDO No, l'amore non c'entra.
MARIANNA Ah sì? Non eri innamorato di Gemma?
PAUSA
GEMMA Quante volte mi hai tradito?
RUDY È finita fra te e Edoardo?
GEMMA Sì. Quante volte?
RUDY Perché dovrei risponderti?
GEMMA Perché non hai più nulla da difendere. Un uomo con un minimo di dignità, di profondità...
RUDY Ma io non sono un uomo profondo. Ho studiato, poi ho lavorato, ho fatto tutto quello che dovevo fare, senza fermarmi, ho pensato, poco, perché dovevo fare e si sa, o si fa o si pensa. Non mi sono commosso, neanche quando è morto mio padre, neanche quando mi sono sposato, neanche quando sono nati i miei figli.
GEMMA Non c'eri.
RUDY Non c'ero, dovevo fare, e facevo, senza stancarmi, senza un dubbio. Non avevo tempo per la profondità.
EDOARDO Sulla tabella non c'era.
RUDY No.
EDOARDO Però c'erano le donne.
RUDY Fai il moralista? Tu, che fai Mago Merlino per portarti a letto mia moglie?
EDOARDO Non sapevo che era tua moglie.
RUDY Le donne. Tante. Mi piacevano, le consumavo così anch'io vivevo, e via un'altra, e un'altra, e ancora, e via a fare, a fare, a fare. Poi, a un certo punto, sei arrivata tu, o ci sei sempre stata, non ricordo, non me n'ero accorto, e mi sono sentito zoppo, solo, stanco, mi sono seduto. Non c'era più niente da fare.
GEMMA Sono sempre stata qui.
RUDY No, non c'eri, o non ti vedevo, che è la stessa cosa.
GEMMA Sempre qui, sempre.
RUDY No, non è vero, se anche c'eri, eri solo mia moglie, la madre dei miei figli, la donna con cui dormivo, ma non eri tu. Tu.
GEMMA Io, maledetto stronzo? Non ero io?
RUDY Non dire parolacce, aspetta.
GEMMA Devo aspettare, cosa? Che diventi meno stronzo?
RUDY Basta! Smettila! Senti, per una cazzo di volta, quello che devo dire.
PAUSA
RUDY Scusate la parolaccia. Allora...
GEMMA Tante donne, eh?
RUDY Sì. Niente, non puoi ascoltare.
GEMMA Quante?
RUDY Dieci.
GEMMA Non è vero.
RUDY Cento.
GEMMA Cento?
RUDY Mille, centomila.
GEMMA Finito?
RUDY Tutte.
GEMMA Tutte?
RUDY Tutte, le ho avute tutte.
GEMMA Dove?
RUDY Dovunque, per strada, in albergo, a letto...
GEMMA In camera nostra?
RUDY (RIDE) Sì, anche in camera nostra. In cucina.
GEMMA Nel bagno?
RUDY Nella vasca. Sul terrazzo.
GEMMA Di giorno?
RUDY Pomeriggio, sera, all'alba, piano, forte, dolce, amaro, gridando, in silenzio, shh shh, cantando, fischiando.
GEMMA Smettila.
RUDY Una volta col singhiozzo. Una sola.
GEMMA E ora?
RUDY Finito.
GEMMA Non so cosa dirti. Non so cosa farti. Magari ucciderti.
RUDY Fai pure, tanto, ormai...
GEMMA E chi saresti tu? Quello che si scopava tutte quelle che incontrava?
RUDY No.
GEMMA Quello che mi ha lasciata sola mentre partorivo? Con chi stavi?
RUDY Non lo so.
GEMMA Quello che non c'era mai? Non c'eri mai!!
RUDY Brava, ero quello. Non c'ero mai, neanche per me.
GEMMA Mi sa che tocca a me, dopo quest'emerita cazzata che hai detto.
MARIANNA Rudy, io ti capisco.
GEMMA Stai zitta, troietta. Ce l'hai già detto che lo ami. Non so per quanto, ma ora il fatto è che lo ami. Ma s'era detto che toccava a me, allora…
EDOARDO Per quanto la conversazione sia interessante, dovrei andare.
MARIANNA Anch'io.
EDOARDO Vieni, t'accompagno.
MARIANNA Grazie, Edoardo. Addio, Gemma. Addio... Rudy.
RUDY Addio.
EDOARDO Buonanotte.
GEMMA Fermi! Ho detto che tocca a me! Tutti fermi! L'uomo che di recente mi ha scoperta, il paragnosta e la troietta. Fermi.
PAUSA
GEMMA Non volete sapere perché l'ho fatto?
PAUSA
RUDY Sì, io sì.
PAUSA
GEMMA Non lo so. Vorrei dirti che avevo capito che mi tradivi e che volevo farti male come tu ne facevi a me, che quindi sono andata col primo che capitava e che prima o poi te l'avrei detto per farti soffrire, per non farti sentire che mi avevi sempre a disposizione, ma non è così. Edoardo non era il primo che capitava. Penso... penso... di averlo... Non lo so, può darsi. Prima mi ha detto che potevamo fingere di esserci incontrati stasera e che c'eravamo innamorati. Voleva portarmi via da qui, da te. Da noi, Rudy. Voleva liberarci. Non ci ho pensato neanche un attimo.
MARIANNA Forse hai solo paura.
GEMMA Forse le donne come me, quelle vere, incapaci d'innamorarsi ogni cinque minuti...
MARIANNA Non ti capita perché non sai nemmeno che cos'è l'amore.
GEMMA Perché tu lo sai?
MARIANNA No, non lo so. Nessuno lo sa. Ma non mi tiro indietro. Se arriva, quando arriva, l'abbraccio e mi faccio abbracciare. Non gli resisto. Pensi che sia una puttana. Pensi che sia un'idiota. Può darsi. Ma ti voglio bene. Solo che Rudy l'amavo. Ecco quello che è successo.
PAUSA
GEMMA Commovente. Penso che possiate andarvene. Vorrei rimanere sola con mia marito.
PAUSA
RUDY Sì, anch'io.
EDOARDO La fine di una bella amicizia.
MARIANNA Di due belle amicizie. (GUARDA GEMMA CHE DISTOGLIE LO SGUARDO) E la fine di un grande amore.
EDOARDO Due.
GEMMA Tre, se contate anche me e Rudy.
RUDY (A GEMMA) È finita?
PAUSA
GEMMA Buonanotte.
MARIANNA Buonanotte.
EDOARDO Buonanotte.
EDOARDO E MARIANNA ESCONO DAL SALOTTO E VANNO IN STRADA. SI GUARDANO
RUDY È finita?
GEMMA Secondo te?
EDOARDO Alcuni dicono che l'amore è un bambino
E altri che invece è un uccello
Alcuni che fa girare il mondo
Altri ancora che brucia il cervello
RUDY Secondo me, no. Secondo te?
GEMMA Non lo so.
EDOARDO E quando l'ho chiesto al mio caro vicino
Che mi sembrava molto competente
Sua moglie mi ha detto di non fare il cretino
Che le domande sciocche scocciano la gente
GEMMA Sono ferita, addolorata, mi hai sempre tradito, tu... tu...
RUDY Sì, ti ho tradita, allora?
EDOARDO Assomiglia a una coppia di pigiama
o al prosciutto di una mensa aziendale?
Per l'odore, può ricordare i lama
Oppure sa di dolce domenicale?
RUDY Anche tu mi hai tradito. Nella vita succede.
GEMMA Con la mia migliore amica?
EDOARDO Fa male a toccarlo, come un rovo
O è un morbido batuffolo cicciotto?
Sopra è tagliente o liscio come un uovo?
La verità, vi prego, sull'amore.
RUDY Non è stato bello, hai ragione.
GEMMA Non è stato bello?
GEMMA È stato orrendo. Sei un mostro. Sei malato.
RUDY Sono guarito. Non accadrà più.
EDOARDO Alle feste canta a squarciagola
O apprezza l'assenza di rumore?
Quando vuoi, se può, ti lascia sola?
La verità, vi prego, sull'amore
RUDY Non accadrà mai più. Rimani con me.
GEMMA Perché?
EDOARDO Sa fare delle facce buffe o fesse?
Sull'altalena proprio non può andare?
RUDY Perché? Perché hai quindici anni, solo per un attimo, intrappolato fra i dieci e i venti...
EDOARDO Ha idee personali sul denaro?
Cos'è, patriota o agitatore?
RUDY Un altro istante e ne hai ventidue, e ci sposiamo...
EDOARDO Cos'è che preferisce, dolce o amaro?
La verità, vi prego, sull'amore.
RUDY Trentaquattro, ti senti bene, come non sei mai stato, ma è un attimo...
EDOARDO Quando viene, verrà senza avvisare
Proprio mentre mi sto frugando il naso?
RUDY Quarantacinque, ti guardi indietro ma è solo un momento...
EDOARDO Alla mia porta lo sentirò bussare
O mi cadrà sul piede, come un vaso?
GEMMA Va bene, batti gli occhi e sono 67, allora?
MARIANNA Accadrà, come quando cambia il tempo?
GEMMA Che cosa vuoi dire?
MARIANNA Il suo saluto, sarà cortese o brusco?
RUDY Voglio dire che... (SI AVVICINA A GEMMA, CHE DISTOGLIE LO SGUARDO)
MARIANNA Darà una svolta a tutta la mia vita?
RUDY Ti giri, per favore?
MARIANNA La verità, vi prego, sull'amore. (PAUSA) Bella poesia. La conoscevo.
EDOARDO Davvero?
GEMMA No, non mi giro, allora?
MARIANNA Sono incinta.
EDOARDO Lo so. Sono un medico, si vede. Lo terrai?
MARIANNA Sì.
RUDY Allora, abbiamo nove minuti per...
GEMMA No, basta tabelle, cazzo.
EDOARDO Anch'io vorrei un figlio, o una figlia...
GEMMA Me lo devi giurare.
EDOARDO Vorrei correrle incontro, la solleverei e le farei vedere... com'è grande il mare.
MARIANNA E si sentirebbe al sicuro.
RUDY Sì, basta tabelle. E basta parolacce.
GEMMA E devi portarmi a ballare.
EDOARDO Sì, sicura solo per un momento, magari, ma ci si sentirebbe.
RUDY Va bene, andiamoci ora a ballare.
GEMMA No.
EDOARDO T'accompagno?
MARIANNA Grazie. (PAUSA) Io non ti amo.
EDOARDO Non ancora.
GEMMA (SI VOLTA VERSO RUDY) No, ora voglio che mi guardi.
MARIANNA Non so se succederà.
EDOARDO Neanch'io.
GEMMA Che mi guardi soltanto.
MARIANNA Ma se succede, voglio che tu non vada mai via. Mai più.
EDOARDO Andiamo.
GEMMA Guardami, proprio in fondo agli occhi.
MARIANNA Guardami ancora come mi hai guardato prima.
EDOARDO Prima quando?
MARIANNA Quando mi dicevi la poesia.
GEMMA Voglio che mi guardi e che mi dici che mi ami.
MARIANNA Eri così... così...
GEMMA Dimmi che mi ami, e io ci crederò.
MARIANNA Così bello.
MUSICA
FINE