Non ci posso credere

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NON CI POSSO CREDERE

NON CI POSSO CREDERE!

COMMEDIA BRILLANTE

IN TRE ATTI

DI

MARIA CRISTINA MARINO

Note dell’autore

Ambientata a Firenze negli anni 30, è uno spaccato della città di un tempo e molti dei personaggi (18 in totale) rappresentano le titpiche figure della commedia in vernacolo: la ziba, il bonaccione, le chiaccherone, l'aitante furfante, l'innamorata sconsolata, il credulone, ecc....

Il numero elevato è dovuto alla necessità di inserire molti giovani nel gruppo, (scopo principale del gruppo stesso) e di affiancarli a altrettanti "veterani" che non possono proprio fare a meno di non calcare le scene.

La vicenda è intricata e nel giro di un giorno qualunque primaverile, tutti i personaggi saranno oggetto di fraintendimenti, colpi di scena, litigi e riconciliazioni tali che non resterà che dire "NON CI POSSO CREDERE!".

PERSONAGGI

INTERPRETI

OTTAVINO BECCAI

Lattaio

GIGLIOLA BECCAI

Sua moglie

ROSETTA BECCAI

Loro figlia

QUINTILIA BECCAI

Sorella di Ottavino

DOMENICO

Garzone

LIBERTARIA

Domestica

DON MICHELE

Priore

COSTANZA

Sua nipote

SPERANZA

Sua nipote

CLORINDA

Perpetua

ASTIANATTE

Sagrestano

GINO BANCHI

Fornaio

FIAMMETTA BANCHI

Sua sorella

RAUL GOMEZ CASTIGLIA DE PANZ

Pretendente

DONNA ZULEIDE

Sua madre

PIETRO

Autista

EULALIA

Comare

LUIGIA

Comare


ATTO PRIMO

Il sipario si apre su una sala di ingresso ben arredata, abitazione della famiglia Beccai. Sulla destra vi è l’ingresso di casa, sul fondo in angolo a destra la porticina dello sgabuzzino. A sinistra prima quinta, la porta che conduce alla camera, ultima quinta il corridoio che conduce alle altre stanze. A sinistra tra la porta di camera e il corridoio vi è anche una cassapanca attrezzata per sedersi, di fronte alla cassapanca un tavolinetto. Libertaria è presso il tavolinetto che cuce degli abiti.

Scena 1 – Libertaria, Rosetta e Fiammetta

LIBERTARIA        (Guarda sconsolata una fotografia, sul grembo e nel tavolo vicino vi sono abiti e accessori per il cucito) Ah, caro Marcellino  mio, non vedo l’ora che la signorina Rosetta si sposi, così che io possa finalmente riabbracciarti, assieme al tu’ babbo! (Sospiro)…. Ma adesso basta con le malinconie, devo finire questi benedetti vestiti, chè la sora Gigliola e il sor Ottavino, ne hanno di bisogno. (si rimette a cucire, poi si interrompe) Certo che da tre mesi a questa parte, in questa casa un si parla d’altro che di questo matrimonio! E a me, mi tocca sgobbare a più non posso…. Libera pulisci tutte le finestre, Libera ribatti le materasse, Libera fai qui, Libera fai qua… uffa… son proprio stracca morta. E per di più mi devo sorbire i rimproveri di quella zittellona inacidita della sora  Quintilia, solo perché l’è la sorella di Sor Ottavino…. Un fa altro che brontolare, un le va bene nulla…. Se scoprisse di me e di Domenico, starei fresca, la metterebbe in croce i’ su’ fratello fin quando ‘un ci butta fori tutti e due….Ma che è colpa mia se la sora Quintilia la ‘un vole domestiche maritate … e con prole poi!?!. Io sono una gran lavoratora, ma amo anche il mi’ marito,  e lui ama me, tanto che per me gli tocca far da garzone a quell’arpia della sora Quintilia e non solo…  Ah, se potessi parlare!  Libera morditi la lingua che è meglio! (si odono passi dal corridoio, velocemente Libera copre gli abiti sgargianti che sta cucendo. Entra Rosetta con l’amica Fiammetta)

ROSETTA             Via libera (Libera comicamente prende tutti i panni e fa per uscire) No, aspetta… indietro (si ferma e torna a sedere) Ecco ora, via Libera (Libera si alza e riparte, ma si ferma subito dopo alla fine esasperata rovescia tutti i panni per terra mentre entrano Rosetta e Fiammetta)

LIBERTARIA        Ma allora!?!?!

ROSETTA             Si, si via libera…. Fiammetta, c’è solo Libertaria! Vieni! (entra seguita da Fiammetta)

FIAMMETTA       Meno male, chè per oggi m’è bastato l’aver visto la tu’ zia e i tu’ babbo quande son sortiti per andare in bottega…. Tu lo sai che tra i’ mi’ fratello e i’ tu’ babbo non corre buon sangue, per non parlare con la tu’ zia….

ROSETTA             Eh, lo so. E non sai quanto mi dispera la cosa. Ho provata con la mamma a far ragionare i mi’ babbo, ma tutte le volte arriva la mi’ zia con quella linguaccia e quegli occhiacci che lui si riabbuia di nuovo.

FIAMMETTA       Però anche i’ mi’ fratello l’è un po’ ceppicone. Da quando poi  la sora Quintilia l’ha annaffiato con l’acqua putrida dei sotto vasi, appena la vede fa gli occhi a pazzo.

LIBERTARIA        (tra se e sé) Lui l’ha solo annaffiato, i’ mi’ Domenico lo carica come un mulo tutto il giorno con le taniche del latte.

ROSETTA             (volgendosi verso la domestica per la prima volta) Icchè t’ha detto Libertaria?

LIBERTARIA        Nulla, nulla. E dicevo queste maniche… e le son di morto consumate! (riprende a lavorare a testa bassa poi entra in camera porta sinistra, portando via una voluminosa massa di abiti)

FIAMMETTA       Beh, allora io vado (fa per uscire)

ROSETTA             Ma, no aspetta! Ti volevo dire di quella faccenda (ammicca alla amica, allontanandola dalla porta dove è uscita Libera)

FIAMMETTA       Quale faccenda? Ah, ho capito, quella faccenda…. Anzi fazenda, eh eh eh

ROSETTA             Smettila di ridere, un tu lo capisci che sono disperata. Eppure tu lo sai ‘sta storia chi l’ha voluta. Io non so proprio come fare?!

FIAMMETTA       Hai ragione, scusa.

ROSETTA             I’ mi’ babbo e Don Michele mi hanno fatto proprio un bel regalo! Un pretendente per corrispondenza. Uno spagnolo. Uno che un vede l’ora di portarmi via dalla mi’ Firenze. Ancora non l’ho manco visto, che mi sta già antipatico.

FIAMMETTA       Fossi stata io al tu’ posto, non sarei stata zitta. Avrei puntato i piedi, gli avrei detto che a i’core non si comanda,  fazenda o non fazenda, io avrei preferito restare zittella come la tu’ zia piuttosto che fidanzarmi con un coso che conosco solo per corrispondenza.

ROSETTA             Fiammetta!

FIAMMETTA       Cara Rosetta, una deve decidere da sola con chi la vol stare…

ROSETTA             Già tu dici bene te, ma con tutti i sacrifici che i’ mi’ babbo e la mi’ mamma hanno fatto per me, come potevo rifiutare la proposta di matrimonio? E’ da quando ero piccina che non fanno altro che ripetermi che dovevo andare sposarmi con qualcuno che mi portasse il più lontano possibile dalla zia Quintilia! Se me ne fossi andata via, poi loro sarebbero venuti dietro a me, l’avrebbero avuto il pretesto per lasciare questa casa e scappare così fuggire dalle grinfie della mi’ zia.

FIAMMETTA       Già!

ROSETTA             Quando Don Michele l’arrivò con la proposta di questo fidanzamento combinato, i mi’ genitori non stavano più nei loro cenci. Si vedevano già laggiù in Spagna. Liberi e lontani, lontanissimi dalla zia. Ah, Fiammetta, come potevo dire di no. (sospira)

FIAMMETTA       Poera la mi’ Rosetta.

ROSETTA             (piangente) Si Poera Rosetta…

FIAMMETTA       (consolandola) Ovvia, su non piangere, vedrai che la tu’ Fiammetta la ti inventa qualcosa e così un tu lo sposi più quel Raul. (decisa) Son proprio contenta di avere tra i piedi solo il mi’ fratello Gino. Lui un mi costringerebbe mai a sposarmi per forza, come fanno con te!

ROSETTA             (piange più disperata)

LIBERTARIA        (Rientrando e avvicinandosi alla ragazza) O signorina icchè l’ha fatto?  Che si sente male?

ROSETTA             No… no… niente… ora passa!

FIAMMETTA       Si, si e passa subito… animo! (dopo che l’amica si è ripresa) Be’ adesso devo proprio andare. Ma stai tranquilla che escogiterò qualcosa, o non mi chiamo più Fiammetta Banchi. (saluti di circostanza ed esce)

ROSETTA             Già…. Sarei contenta anche io di avere solo il tu’ fratello tra i piedi: Gino. Cielo solo a dire il su’ nome mi batte forte il cuore. (ritornando in sé)

LIBERTARIA        Tutto bene signorina? Passato?

ROSETTA             Libertaria, quante volte ti devo dire di chiamarmi Rosetta. LIBERTARIA  Già se mi sentisse la su’ zia. Mi ritroverei in mezzo di strada. La la conosce meglio di me. Con la servitù non c’è nulla da spartire.

ROSETTA             Si, la conosco. E per le sue fisime un posso neanche aiutarti. Lo vedo sai quanto lavoro in più ti tocca fare, per via dell’arrivo del mio pretendente.

LIBERATARIA     Non si preoccupi. Il lavoro un mi fa paura. Ho sempre lavorato in vita mia.  Ma a proposito del su’ pretendente, ma quando l’arriva?

ROSETTA             Spero, più tardi possibile!

LIBERTARIA        Eh? Più tardi possibile? O questa?

ROSETTA             Libertaria, ti posso dire un segreto? Non lo dirai alla mamma e al babbo?

LIBERTARIA        Certo che no!

ROSETTA             Allora ascolta: io spero che Raul arrivi più tardi possibile, anzi che non arrivi per nulla….

LIBERTARIA        Ma, allora? Tutti questi preparativi?

ROSETTA             Cara Libertaria il mi’ cuore appartiene già ad un altro, un faccio che pensare a lui. E anche se tra noi ci sono stati solo sguardi, sono certa che anche lui un’ pensi che a me.

LIBERTARIA        Ma lui chi?

ROSETTA             (guardandosi attorno) Gino. Gino Banchi!

LIBERTARIA        Il fornaio? Il fratello della Fiammetta? Quello che la su’ zia ha annaffiato l’altro giorno? Quello che chiamano pocodibono? Quello che i su’ babbo vede come i fumo negli occhi? Quello che…

ROSETTA             (inizialmente annuendo, poi interrompendola) Si, si, si….hai capito….quello! (piange)

LIBERTARIA        Ed io che credevo di essere messa male co’ i mi’ Domenico, questa la sta peggio di me. (avvicinandosi a Rosetta) Su, su…

ROSETTA             (affranta) Sono proprio sfortuna…..

LIBERTARIA        Su, su coraggio….

ROSETTA             (c.s.) Che  disperazione più profonda!! Guarda mi butterei giù dalla finestra.

LIBERTARIA        Meno male che si sta al primo piano.

ROSETTA             (piange più forte) Ah!

LIBERTARIA        Su via….(si ode rumore di porta e voci nel corridoio) Attenta l’arrivano i sua, la un si faccia trovare così!

 

Scena 2 – Libera, Rosetta, Ottavino e Gigliola

OTTAVINO          (d.d.) Moviti, Gigliola, che c’ho da ritornare subito a bottega.

GIGLIOLA            (d.d.) Perdinci, Ottavino, ancora un se messo piede dentro che tu voi già tornare fora. (entrando col marito in scena) Oh che hai preso il puzzo della tu’ sorella?

OTTAVINO          O un t’hai visto chi c’è all’uscio di casa? Qui furfante di quel fornaio…. Lui s’è nascosto dietro al giornale, ma io l’ho scorto. Se crede di pigliarmi per i’ bavero e l’ha sbagliato.

GIGLIOLA            Si, si lo sanno tutti chi l’è Ottavino Beccai. Ma almeno una vorta tu ti poi fermare cinque minuti. E son tre mesi che si corre, e si corre….

OTTAVINO          Ma proprio ora si deve correre di più. Oh, un te l’ha detto Don Michele che Raul e la su’ mamma sono in viaggio e gli stanno per arrivare. Un tu vorrai che gli arrivino e troino certa gentaglia sull’uscio ad aspettare?!

GIGLIOLA            T’hai ragione, ma io ora son stanca ho bisogno di mettere le gambe all’insù, l’è tutto il giorno che sto in piedi.

ROSETTA             Mamma, l’ha proprio la faccia stanca. L’accompagno in camera, così la si riposa un po’.

GIGLIOLA            Brava nini, aiutami. Meno male che tu ci sei te. Te tu sei un angelo. (escono verso le camere)

OTTAVINO          Si, l’è proprio un angelo la mi’ Rosetta. E per il mio angelo voglio solo il meglio. Appena sarà arrivato il pretendente, lo spagnolo, tu vedrai Libera che salti di gioia la farà!

LIBERTARIA        Eh, si salti davvero…. ma giù dalla finestra!!!

OTTAVINO          (dopo essersi guardato attorno e visto di essere solo con la domestica) Senti Libera, visto che siamo soli…. per quel lavoretto che ti ho commissionato, a che punto siamo?

LIBERTARIA        Non si preoccupi l’abito è già pronto, gliel’ho nascosto sotto il letto, come d’accordo. Nessuno, e tanto meno la su’ sorella sa niente.

OTTAVINO          Brava. Se la mi’ sorella sapesse di quel vestito, ma soprattutto di quanto mi è costato, finirei di campare.

LIBERTARIA        Ma scusi sor Ottavino, ma come mai la c’ha tanta paura della su’ sorella Quintilia?

OTTAVINO          Paura? Io? Ma che dici paura….. io c’ho terrore della mi’ sorella!

LIBERTARIA        O perché?

OTTAVINO          O che me lo domandi? Oramai tu sei in questa casa da più di sei mesi… tu dovresti aver capito di che pasta l’è la mi’ sorella…..

LIBERTARIA        Beh una certa idea e me la son fatta…. Ma lei l’è un omo!

OTTAVINO          T’hai ragione…. Ma che ci voi fare. Io sono l’ultimo di otto fratelli. Ottavino appunto. Il mi’ poero babbo voleva una famiglia numerosa e così per non dimenticare il nome di tutta la prole, decise di usare il metodo dei numeri: Primo, Secondo e così via.

LIBERTARIA        Quindi la su’ sorella Quintilia l’è nata prima di lei. L’è maggiore.

OTTAVINO          Eh, si. Primo fu il primo

LIBERTARIA        Beh, ultimo no di certo.

OTTAVINO          Secondo fu secondo.

LIBERTARIA        Se la matematica unn’è un’opinione.

OTTAVINO          Poi ci fu Terzina, seguita a rota dai due gemelli Quartino e Quartetto.

LIBERTARIA        Che bella fantasia.

OTTAVINO          Quindi nacque Quintilia.  E dopo poco Ter….

LIBERTARIA        Oh, che tornò addietro?

OTTAVINO          Lasciami finire… dicevo poco dopo Terenzio.

LIBERTARIA        Terenzio?

OTTAVINO          Si Terenzio. Lui era nato con un testa a forma di pera che alla mi’ poera mamma gli ricordava tanto il su’ babbo morto pochi mesi prima. Così la lo volle chiamare come lui. Al mi’ babbo però la cosa non li garbò punto. Poero Terenzio, un è mai riuscito a farsi ben volere da i’ mi’ babbo! Un l’ha mai potuto soffrire, così che lui disperato si imbarcò a quattordici anni e da allora un s’è saputo più nulla di lui. Quintilia, che gli era affezionata, soffrì tanto ma tanto, che la stette chiusa in camera sua per quasi un anno. La faceva entrare solo la Clorinda.

LIBERTARIA        La perpetua di sor priore?!

OTTAVINO          Proprio lei. Fin da allora le facevan combriccola assieme…. pensa! Poi alla fine la mi’ sorella la riuscì dalla camera, ma la un era più la stessa… l’era diventata come l’è adesso: bisbetica a più non posso….(sospiro) Beh, indo s’era rimasti?

LIBERTARIA        Se unn’ho contato male ci manca il settimo e poi s’arriva a lei.

OTTAVINO          Giusto. Settimo, nato morto e poi io: Ottavino.

LIBERTARIA        Beh, adesso ho capito perché la si chiama così, ma la mi’ scusi, ancora unn’ho capito perché la su’ sorella la terrorizza così tanto.

OTTAVINO          Cara Libera, il caratteraccio della mi’ sorella tu lo conosci anche te…

LIBERTARIA        Come no!

OTTAVINO          … e se non bastasse il caratteraccio, lei l’è la maggiore…. Io e son nato dopo… Da che siam rimasti soli lei l’ha preso in mano gli affari di famiglia, la bottega, la casa….  I cordoni della borsa ‘nteso!

LIBERTARIA        Ah…. Eccoci all’acqua!

OTTAVINO          Si, chiamala acqua te….e son ma lilleri… e senza lilleri….

LIBERTARIA        …. Un si lallera! Lo so bene!

OTTAVINO          Giusto! Se un rigo diritto per la strada che la vole lei e sarei rovinato: io, la mi’ moglie e pure la mi’ figliola……

Scena 3 – Libertaria, Gigliola

GIGLIOLA            (rientra in ciabatte) Icchè s’è fatto io e la tu’ figliola?

OTTAVINO          (sorpreso del rientro inaspettato della moglie) O un tu eri andata a mette le gambe all’aria? Che sei già qui?

GIGLIOLA            Si, e mi son ricordata che tra un po’ e torna la tu’ sorella e se la mi trova distesa tu senti che strilli…..

OTTAVINO          Già

GIGLIOLA            O te? Un tu dovevi riuscire subito…

OTTAVINO          Già, già….vado! (ed esce precipitandosi fuori di scena)

GIGLIOLA            (Scrutando attorno) Libertaria

LIBERTARIA        Mi dica signora Gigliola!

GIGLIOLA            (sempre guardinga) A che punto siamo (ammicando visibilmente)

LIBERTARIA        (che ha ripreso a cucire) Punto? Punto croce…devo finire questa cifra su questo asciugamano e poi attacco con le calze bucate di sor Ottavino…..(accorgendosi degli ammiccamenti di Gigliola) o icchè l’ha fatto?…o che gli è venuto un ticche!

GIGLIOLA            Tu sei una brava figliola, ma tu arrivi sempre dopo il fumo delle candele!…. Intendevo a che punto tu sei co’ i’ vestito!

LIBERTARIA        Ah, so a sai che la intendeva quello!….

GIGLIOLA            Parla piano! Se si scopre che mi son fatta fare un vestito novo, sto in filo!

LIBERTARIA        Già e che vestito…. Non perché ci ho messo mano io, ma l’è venuto proprio bene….

GIGLIOLA            Ah si? E indo’ l’è?

LIBERTARIA        (compiaciuta) E l’è li’, ma la un lo tiri fora, gli devo mettere l’ultimo lustrino in fondo all’orlo e poi glielo porto in camera sua.

GIGLIOLA            Siamo ‘ntesi però che nessuno sappia nulla…. Voglio fare un ingresso trionfale, quande l’arriva la Segnora Donna Gomez Castiglia de Panz.

LIBERTARIA        O poeara a me! E tutta codesta gente in do la si sistema? Un lo sapevo mica che l’arrivavano tutti in branco?

GIGLIOLA            Branco? Che branco?

LIBERTARIA        O ‘un l’ha detto lei ora: i Gomesse, i Pastiglia e i Panza….

GIGLIOLA            Ma tu sarai un caso!? Donna Gomez Castiglia de Panz, l’è una sola, l’è la mamma di mi’ futuro genero….

LIBERTARIA        E la c’ha tutti quei popo’ di nomi!

GIGLIOLA            Si la c’ha tutti quei nomi. All’inizio un tornava manco a me, mi c’è voluto per impararlo a modo, poi però Don Michele me l’ha spiegato…. In Spagna l’usa così, uno e mantiene sia il cognome del babbo sia quello della mamma e poi prende quello del marito….

LIBERTARIA        Ma sentila bellina! Allora io mi dovrei chiamare Libertaria Nencioni Bellini nei Marchion…

GIGLIOLA            Nei che?

LIBERTARIA        (imbarazzata) Nulla, nulla….e mi son confusa….

GIGLIOLA            (squadrandola) O Libera che mi sta nascondendo qualcosa? Guradami un po’!

LIBERTARIA        (rassegnata) Va beh, glielo dico…. L’è da un pezzetto che glielo volevo dire….. ma sora Gigliola la prego la un s’arrabbi….

GIGLIOLA            Arrabbiarmi perché tu c’hai i’ damo?

LIBERTARIA        Se l’è per quello un è mica un damo…. E gli è un marito!

GIGLIOLA            Marito! Acciderba! E indo’ tu lo tieni?

LIBERTARIA        Con me no di certo! La su’ cognata e i’ su’ marito e me l’hanno detto fin dal primo momento che dovevo essere ragazza, sennò niente lavoro!

GIGLIOLA            Già a Quintilia un son mai andate a genio le maritate…..(in confidenza) …. L’è solo gelosa marcia, perché lei l’è ziba…. Guarda come la tratta me…. E pensa che son la moglie di su’ fratello!

LIBERTARIA        La si figuri come la tratterebbe me allora…. Di già la un va per il sottile, la mi rimprovera per un nonnulla!

GIGLIOLA            T’hai ragione! Ma sta tranquilla che da questa bocca un uscirà niente! Se posso far qualcosa per aiutarti, sta tranquilla che lo farò!

LBERTARIA          Grazie

GIGLIOLA            Ora però l’è meglio che un si sappia, C’è questo fidanzamento da far digerire a Quintilia, poi quando la Rosetta la sarà sposa, si cercherà di sistemare quest’attra sposina!

LIBERTARIA        Grazie

Scena 4 – Libertaria, Gigliola e Domenico

DOMENICO          (entra richiamando l’attenzione delle donne) Mmmmmh, mmmmh!

GIGLIOLA            (a Domenico) O Domenico… icchè c’è? Tutto a posto?

DOMENICO          (senza emettere suono fa cenno di si)

GIGLIOLA            Icchè tu se’ venuto a fare?

DOMENICA          (inizia a mimare la scena di Quintilia e Ottavino che stanno per tornare a casa per mangiare)

GIGLIOLA            Vai, ora e comincia a movessi tutto! I mi’ marito un poteva far attro che trovarsi un garzone muto! Per capissi ci vole un fottio.  Libera vieni ad aiutammi, sennò si fa sera!

LIBERTARIA        Poero Domenico, lui e si impegna, siamo noi che un si capisce!

GIGLIOLA            Tu dici bene…. Ma secondo te icchè gli sta cercando dire? A me sembra un serpente….

DOMENICO          (cenno di quasi -  sta mimando le forme di una donna accentuando le curve poi cammina ancheggiando) Uh!

GIGLIOLA            Serpe!

LIBERTARIA        Donna!

GIGLIOLA e LIBERTARIA (insieme si guardano e sbottano) Quintilia!

DOMENICO          (esausto fa cenno di si)

GIGLIOLA            Allora… Quintilia icchè la vole?

DOMENICO          (ricomincia a mimare l’anello al dito per intendere la parola marito e poi indica Gigliola, le donne lo guardano sbalordite per i gesti osceni che fa confondendo la mimica)

GIGLIOLA            (dandogli una pacchina in testa) Svergognato!

LIBERTARIA        Domenico!

DOMENICO          (le guarda stupito…. Poi copisce la gaffe e comincia ad assumere la fisionomia di Ottavino)

LIBERTARIA        Mi sa sora Gigliola che voglia dire quarche attra cosa!

GIGLIOLA            E sarà meglio, sennò con un marrovescio e gliela faccio ritornare io la favella!

LIBERTARIA        Io credo che gli intenda i Sor Ottavino!

GIGLIOLA            I’ mi’ marito?

DOMENICO          (esausto fa cenno di si)

LIBERTARIA        Già i’ su’ marito! Quindi…la sora Quintilia e i sor Ottavino….

DOMENICO          (cenno di Si! Poi comincia a camminare si ferma di colpo finge di sedersi si mette un tovagliolo e finge di mangiare prima come un uomo poi come una donna)

GIGLIOLA            Vai…. Per me gli ha perso il capo del tutto!….

LIBERTARIA        Si e se continua così e si perde pure noi!

DOMENICO          (richiamando l’attenzione su di se ricomincia con i versi di prima Quintilia, Domenico, Camminare, Mangiare)

LIBERTARIA        La sora Quintilia!

GIGLIOLA            Ottavino

LIBERTARIA        Camminare

GIGLIOLA            Mangiare

LIBERTARIA e GIGLIOLA (si guardano atterrite all’idea) Stanno tornando per mangiare!

GIGLIOLA            (presa da una frenesia improvvisa) Moviti, moviti Libera. Se la ci trova con ancora tutto da preparare si sta lustre tutte e due!!! (prende e si dirige verso la cucina) Moviti

LIBERTARIA        Si si mi sbrigo…. Tolgo questi panni di torno e arrivo…(fa per eseguire che Domenica la trattiene)

DOMENICO          (finalmente rimasto solo con Libera) Aspetta!…. C’ho da dirti una cosa importante!

LIBERTARIA        (allarmata) Sta zitto! Che ti voi far sentire?

DOMENICO          Magari…. E un ne posso più!

LIBERTARIA        A chi tu lo dici, ma ancora non è il momento….se’ bonino.

DOMENICO          Va bene, ma te tu se’ la mi’ moglie e ti deo dire una cosa importante…

LIBERTARIA        Tanto importante da farci scoprire?

DOMENICO          Si tratta….. (odono dei rumori dall’ingresso)

QUINTILIA         (d.d.) Vorrei sapere icchè ci fa qui i triciclo di quello sfaticato? ‘Un tu gli avevi detto d’andare dal Giorgini?

OTTAVINO          (d.d) Certo! E gliel’ho detto: “Lesto Domenico, e gli aspettano il latte!”

LIBERTARIA        Zitto!

DOMENICO          Accipicchia mi son dimenticato del Giorgini! Se mi trovano qui, e fanno un putiferio!

LIBERTARIA        (cerca un nascondiglio per il marito) Di la un tu poi passare… Ah, ecco, entra qui dentro! (e apre la porta dello sgabuzzino)

DOMENICO          Li? (viene spinto dentro)

LIBERTARIA        (perentoria) Zitto! (e chiude lo stanzino da quel momento in poi Domenico farà capolino dalla porticina senza essere visto)

QUINTILIA         (d.d.) Ma che l’avrà capito che doveva andare da i’ Giorgini? A me quello oltre che muto mi pare un po’ tocco!

LIBERTARIA        (tra se’) A statti vicino si diventa tutti tocchi!

Scena 5 – Libertaria, Domenico, Ottavino e Quintilia

QUINTILIA         (irritata entra come una furia in casa) Ma guardate che disordine c’è qui! Tutte spalle tonde c’ho d’intorno!

LIBERTARIA        Bongiorno a lei sora Quintilia!

QUINTILIA         Bongiorno un corno! Fa’ di morto la simpatica te!

OTTAVINO          Via Quintilia non ti arrabbiare con Liber…

QUINTILIA         (interrompendolo) Oh questa? Badala bellina! Una la un pole esser padrona di riprendere la serva in casa “sua” (marcando il termine “sua”). Che mi vo’ insegnare te come si sta ni’ mondo?

OTTAVINO          (fa per intervenire ma viene regolarmente zittito dalla sorella)  Ma….

QUINTILIA         Ma un corno! Tanto lo so che tu se’ sempre a giustificalla!

OTTAVINO          Giustifi….

QUINTILIA         Si, giustificalla… (poi si volta verso Libera che nel frattempo cerca di passare inosservata) … e tene che sei ancora qui? ‘Un tu c’hai un attro posto indo’ stare? L’è quasi l’ora di desinare!

LIBERTARIA        (velocemente esce verso la cucina) Come comanda lei sora Quintilia.

QUINTILIA         (facendole il verso) Come comanda lei!!! Ma guarda la fa  ancora la spiritosa!

OTTAVINO          Quintoluccia ‘un t’arrabbiare….

QUINTILIA         Quintoluccia un corno! Eccone un attro di spiritosi…. Ma  che fa buca qui in casa “mia”?

OTTAVINO          Libera la voleva essere solo rispettosa….

QUINTILIA         Rispettosa un corno! E poi icchè le sono codeste confidenze? La serva la si chiama Libertaria, no Libera! OTTAVINO (in imbarazzo) Quintolina….

QUINTILIA         Ottavino!

OTTAVINO          Lascia perdere…

QUINTILIA         Lascia’ perdere? Io un lascio proprio nulla! (accennando poi ai cenci rimasti in scena) ….l’è lei, lei semmai che la lascia roba a giro… guarda!

OTTAVINO          Quintilia ragiona…

QUINTILIA         (arrabbiatissima) Ragiona un corno! Ottavino o che seguiti di morto? Vorrei proprio sapere perché tu continui a difendilla?!… Già ma ‘un tu se’ il solo! Anche quell’attre due, la Gigliola e la Rosetta, le ‘un fanno che elogialla! (facendo il verso alla cognata e alla nipote) Libera, come tu se’ brava…. Libera, come tu se’ precisa…. O come tu cucini bene… o come qui o come qua! O come un corno!!! In questa casa l’unica che ha capito veramente di che cenci la si veste la mi’ serva e son solo io!

OTTAVINO          Su…

QUINTILIA         Su un corno! Quella l’è una sfaticata, una bona a nulla….ed io lo dissi subito quande viense qui la prima vorta…. Ma voi no, ‘un avete vorsuto darmi retta. E tene per primo! La t’ha fatto gli occhi dorci e tene subito in brodo di giuggiole…. Ma chi mi fa più specie l’è tu’ moglie, che la ‘un dice nulla!

OTTAVINO          Quintilia ma icchè tu pensi? Ma se l’era una settimana che s’era a cerca di domestiche! E ‘un se ne poteva più…. Senza considerare che nella settimana avanti se n’era già cambiate dieci. Le son scappate tutte! Addirittura a due a i’ giorno….

QUINTILIA         Due a i’ giorno un corno! E le credeano d’esser padrone loro, altro che!

OTTAVINO          (esausto) Ma Libertaria l’è una brava figliola, anche Don Michele e dice che l’è brava!

QUINTILIA         Brava un corno! Lei la c’ha quarche interesse, te lo dico io! (guardandolo in malo modo) e forse non solo lei! Già, degli omini un ci si po’ mai fidare!

OTTAVINO          (squote la testa sconsolato tra se’) Ora la comincia con la zolfa degli omini, l’è meglio se mi leo di torno! (a voce alta) E vo’ a vedere icchè le fanno quelle donne in cucina! (esce)

QUINTILIA         (mentre Domenico colto dai dubbi, spunta da dietro la porticina) Ti pareva che ‘un andava in cucina! Ora ‘un resiste neanche un minuto senza vedella! Gli ha proprio perso i capo con quella civetta. Bah, gli omini son tutti uguali! E i’ mi’ fratello l’è i’ peggio di tutti! ……E quella strulla della mi’ cognata l’è cieca…. Come dice il proverbio? Un c’è peggior cieco di chi non vol vedere! Eh ma io gli occhi ce l’ho boni, e ‘un aspetto attro di coglielli sul fatto e poi li butto fora da casa mia. Tutti eh! Fratello, cognata, nipote… e serva! (esce tutta arrabbiata verso il fondo)

DOMENICO          (uscendo tutto spettinato dallo sgabuzzino) Meno male che l’è ita via…. Un ce la facevo più a star rintanato la dentro. (prende fiato) Ma guardate icchè mi tocca fare! Ma quando la mi’ moglie la mi guarda a qui’ modo, e un so resistergli…. La c’ha du’ occhioni assassini! (ripensandoci sopra) A proposito d’occhioni…., icchè la farneticava quella serpe della sora Quintilia prima? La mi’ Libera che la fa gli occhi dorci al sor Ottavino? E lui che va in brodo di giuggiole? (ricredendoci) No, ‘unnè vero nulla! La mi’ moglie la un pensa che a me, ed io a lei. Icchè un farei per lei e per i’ mi’ figliolo?! Anzi icchè faccio! Guardatemi e mi tocca addirittura a far finta d’esser muto, un fo’ per dire! Badate e ‘un lo faccio mica tanto volentieri, ma Libertaria l’avea paura che mi scappasse qualche parola in più co’ i’ sor Ottavino e quindi l’ha detto a tutti che ‘un parlavo e per di più che un so’ manco scrivere: furba la mi’ moglie! Si, furba lei… e minchione io! (guardandosi le scarpe, si accorge di avere un aghetto slacciato) Vah e mi s’è sciorto una scarpa! (mentre si china per allacciarla entra di soppianto Astianatte che lo sente parlare) L’è meglio se vado da i’ Giorgini….

Scena 6 – Domenico e Astianatte

ASTIANATTE      (con aria da tonto) O be’ o che parli?

DOMENICO          (colto in fallo si alza velocemente e comincia a mugolare) Mmmmmh mmmmh.

ASTIANATTE      (stupidamente) Ma che buffo! Se gli sta a buco pillonzo e chiacchera,  e se s’arza, un chiacchera più! Mah….

DOMENICO          (continua a gesticolare e a mimare che non è vero) Mmmmh, mmmmmh!

ASTIANATTE      Eh? Icchè? (non capisce i gesti di Domenico, si gratta la testa stupidamente poi inzia a urlare trattandolo da sordo più che da muto) Domenico ma icchè tu dici?

DOMENICO          (spaventato fa cenno di fare silenzio ad Astianatte) shhhhh!

ASTIANATTE      (sempre a voce alta) Io e ‘unne intendo nulla! ‘Un capisco! (poi colto da un’idea geniale prende e ripiega l’amico in avanti, nella stessa posizione di prima)

DOMENICO          (dal dolore per l’improvviso gesto) Ohi! Tu m’hai fatto male! Accid…

ASTIANATTE      (piegato come Domenico sorridendo scioccamente) Ah ah ah A visto che ora tu chiaccheri bene! Ora si che ti capisco! Icche tu dicevi?

DOMENICO          (coglie la palla al balzo e restano ripiegato continua) E ti dicevo di non urlare…. E sono andati tutti a riposare!

ASTIANATTE      (sempre ripiegato) A riposare? E io allora come fo? C’ho un messaggio di Don Michele pe’ i’ sor Ottavino….

DOMENICO          (ripiegato) Dillo a me che ci penso io!

ASTIANATTE      (c.s.) Sie e m’ha detto di dillo a lui di persona… te ‘un tu se’ mica i sor Ottavino… e ‘un tu gli assomigli per nulla!

DOMENICO          (c.s.) Allora che vo’ restare qui di morto? Spicciati… ‘un tu c’hai da sona’ le campane per il tocco?

ASTIANATTE      (ripensandoci) Già.. le campane!… Allora Don Michele e dice che l’è arrivato un….(si gratta i capo non ricordando le parole giuste)… l’è arrivato un…

DOMENICO          Un… icchè?

ASTIANATTE      Un…coso….gram… grammmm….(e inizia a ticchettare modulando comicamente la voce)  ti..ti..ti..ta..ti….ti..ti… ta.. ta.. taaaaa

DOMENICO          (sempre più esasperato dalla situazione) Vai e l’è ito!

ASTIANATTE      (continuando a ticchettare sollevandosi col busto) ti..ti..ti..ta..ti….ti..ti… ta.. ta.. taaaaa

DOMENICO          Astianatte, le campane!

ASTIANATTE      (ritornando serio e chinandosi di nuovo ) Uff… un cosogramma… (sollevandosi) un cosagramma!

DOMENICO          Un telegramma!

ASTIANATTE      Bravo!

DOMENICO          E icchè dice codesto telegramma?

ASTIANATTE      Dice… (si china di nuovo) dice che il pretendente e la su’ mamma saranno qua in giornata…(si solleva pensieroso, poi si china di nuovo) Don Michele l’aspetta quarcuno di famiglia per gli ultimi preparativi. (si risolleva) Beh adesso devo correre…. Sennò le campane le ‘un sonano. Addio (esce)

DOMENICO          (dolorante si solleva) Ohi ohi….Finalmente…. Meno male che gli era qui’ broccolo…. Quello e crede a ugni cosa! Per fortuna nessuno lo prende in considerazione. Se fosse stato quarcun’antro e stavo lustro. Però figliol d’un cane e m’ha stroncato la schiena! (si strofina la schiena dolorante)

Scena 7 – Domenico, Quintilia, Libertaria e Rosetta

QUINTILIA         (entrando) Ah! Mi pareva di aver sentito dei rumori… O te icchè tu ci fai qui? ‘Un tu dovei andare da i’ Giorgini?

DOMENICO          (colto di sorpresa continua a strofinarsi la schiena e d’improvviso comincia ad ancheggiare come una donna) Mh, mh, mh.

LIBERTARIA        (arriva trafelata) Oh l’aveva ragione sora Quintilia! Ma icchè tu vo’ dire Domenico? C’hai un messaggio per qualcuno?

DOMENICO          (sempre ancheggiando fa cenno di si) uh, uh!

QUINTILIA         Messaggio? Messaggio icchè?

LIBERTARIA        Mi pare che voglia dire di una donna (Domenico fa finta di ballare il flamenco)… una donna …..

QUINTILIA         Si, una donna che gli fanno male i piedi! (Domenico riprova battendo mani e piedi)…i piedi e le mani!

LIBERTARIA        (intervenendo) Icchè c’entra una donna col mal di piedi?

DOMENICO          (sconsolato cambia mimica e cerca di rappresentare un torero e un toro utilizzando il proprio grembiale)

QUINTILIA         E ora icchè gli è preso?

ROSETTA             (entrando e trovandosi nella traiettoria di Domenico che fa il toro) Ah…

LIBERTARIA        Attento!

ROSETTA             O Madonnina santa, che paura!

LIBERTARIA        Tutto bene signorina?

QUINTILIA         Facciamola finita con tutte queste smancerie… Domenico che ci voi far capire questo messaggio, una vorta per tutte!

ROSETTA             Messaggio?

LIBERTARIA        Si, Domenico ci devo dare un messaggio, ma per ora un s’è capito nulla.

QUINTILIA         (perentoria) Forza ricomincia daccapo! (Domenico ricomincia a gesticolare la donna, la donna che ballo il flamenco e la corrida)

LIBERTARIA        Questa l’è una donna…. (cenno di si di Domenico)

ROSETTA             Che la balla il flamenco! (cenno di si di Domenico)

QUINTILIA         Il Flamenco? E icchè l’è?

ROSETTA             Zia l’è un ballo…

LIBERTARIA        Un ballo?

QUINTILIA         Si… il ballo di San Vito!!

ROSETTA             Davvero zia, l’è un ballo! L’è un ballo spagnolo… E me lo descrisse in una lettera Raul….. quando mi parlava delle bellezze della spagna.

DOMENICO          (incoraggiato passa alla corrida) uh, uh, uh…

QUINTILIA         Allora, si tratta di una donna….(interrompendo e guardandolo male) … ma chi? Chi? (Domenico fa il cenno del toro)

LIBERTARIA        Chiunque la sia un vorrei proprio esse’ lei! (accennando alle corna) Quelle io un le vorrei….

QUINTILIA         Chetati boccalona!

ROSETTA             Ma, no…. Domenico cerca di dirci che la viene dalla spagna! Quello l’è un toro e quello un torero. O cielo! (comprendendo all’improvviso di chi si tratta)

LIBERTARIA        Donna Gomesse Pasticca per la Panza… (riprendosi)… la mamma di’ su’ pretendente.

QUINTILIA         (scuotendo Domenico che si era accasciato esausto su di una sedia) Icchè la vole coresta signora? Che è qui? (cenno di si di Domenico) Si!?! (scuotendo Domenico per il bavero) Chi te l’ha detto? Spicciati, moviti…..

DOMENICO          (riprende a mimare e fa il verso di Don Michele)

LIBERATARIA     Questo l’è facile: Don Michele.

QUINTILIA         (dando un nocchino a Domenico) Don Michele? E un tu lo potevi dire prima! Presto bisogna andare da Don Michele a farsi spiegare tutto, perché se si sta ancora qui a gingellassi con questo babbeo un si cava fori un ragno dal buco. Leste andate a chiamare la Gigliola e Ottavino. (Libertaria esce seguita da Rosetta rattristita) E in quanto a te, dopo si farà i conti! Adesso fila subito da i’ Giorgini (avviandosi verso il fondo) e se quando torno ti ritrovo ancora qui, farai bene a prendere i tu’ cenci e a sortire di levata di’ bottega! Io ‘un ti ci voglio più come garzone!

DOMENICO          (rimasto solo sospira sconsolato) Figurati! La ‘un aspetta attro….. (sospiro) Oh tutta ‘sta fatica e ancora un ce l’ho fatta a dire alla mi’ moglie icchè gli doveo dire…. Eh ma io un mi movo di qui!…..(ode dei rumori e preso dal panico si precipita prima verso lo sgabuzzino, poi opta per la cassapanca. Attraversano la scena, tutti trafelati, Quintilia, Ottavino, Gigliola)

QUINTILIA         Che vi volete sbrigare?!

OTTAVINO e GIGLIOLA Eccoci! (escono)

Scena 8 – Gino, Fiammetta e Rosetta

DOMENICO          (seduto dentro la cassapanca sputacchiando a più non posso) Puh, che schifo! Ma indo’ mi son infilato! C’è un puzzo qui dentro!

FIAMMETTA       (d.d.) Vieni, dentro! Piaccicone!

GINO                   (d.d.) Arrivo!

DOMENICO          (impaurito, prende fiato e si richiude dentro la cassapanca) Immersione!

FIAMMETTA       Che ti avevo detto? Son tutti usciti!

GINO                   Ma sei sicura? Vorrei proprio sapere come ho fatto a lasciarmi convincere di venir qui dentro!

FIAMMETTA       Ma se l’è du’ mesi che tu ti strusci giù a i’ portone. Tu sorti per consegnare i pane e ‘un tu torni più….che credi che un me ne sia accorta?

GINO                   Io ‘unne struscio.

FIAMMETTA       Acciderba tu sembri un gatto che fa le fusa… ti manca solo di miagolare alla luna e poi tu se’ cotto a puntino!

GINO                   Fiammetta!

FIAMMETTA       Gino!

GINO                   (raddolcito) Tu sei proprio icchè tu poi essere!

FIAMMETTA       (raddolcita anche lei) Son la tu’ sorella che ti vole un bene dell’anima…. E lo voglio anche alla mia amica Rosetta….e voi due vu’ fate proprio una bella coppia…. Uno miagola, e l’altra la bela!

GINO                   Fiammetta!

FIAMMETTA       Scherzo, Gino, scherzo! Ma su’ i’ volevvi bene ‘unne scherzo. Tu lo sai!

GINO                   Già te un tu scherzi, ma lei? (accenna verso le altre stanze)

FIAMMETTA       Lei l’è cotta e ricotta, anzi stracotta!

GINO                   Ma te l’ha detto lei?

FIAMMETTA       Si, no… cioè ‘un me l’ha detto a parole, ma mi basta guardare che faccia la fa quando tu sei nei paraggi o quando e fo’ i’ tu’ nome!

GINO                   Davvero?

FIAMMETTA       Davvero! Solo che ora un c’è più tempo da perdere in chiacchere! Te l’ho detto prima: tra poco l’arriva lo spagnolo e qui bisogna darsi una mossa!

GINO                   Già! ‘Un bastava che i’ sua ‘un mi poteano vedere… e ci si mette nel mezzo anche lo straniero ora!

FIAMMETTA       Quindi adesso tu prendi e tu ti fai avanti. Tu vai dalla Rosetta e tu gli dici icchè tu provi per lei, così lei la un va più via, te tu se’ contento ed io mi ritrovo una amica per cognata!

GINO                   Come tu la fai facile te…. Se la Rosetta l’ha accettato un fidanzato straniero e vol dire che gli sta bene così, che la vole un marito ricco, mica un fornaio come me.

FIAMMETTA       La Rosetta l’ha accettato qui’ Raulle e il trasferirsi in Spagna solo perché sono stati i’ su babbo e la su’ mamma a insistere… e loro l’hanno fatto solo per levassi dalle grinfie della Sora Quintilia. E come dargli torto: te, che ci staresti con la sora Quintilia in casa?

GINO                   Io? Io no di certo. Ma ‘un me la nominare, sai. Solo il nome mi fa ribollire il cipollino.

FIAMMETTA       Oh, così ti voglio, deciso! Adesso chiamo la Rosetta e te tu gli parli.

GINO                   (timoroso) Ma sei sicura?

FIAMMETTA       Fidati! Coraggio (esce per chiamare l’amica)

GINO                   (si sistema e rimasto solo fa finta di avere Rosetta davanti, nel frattempo Domenico riemerge sempre più sconvolta dalla cassapanca, ma appena lo sente parlare si richiude comicamente dentro) Rosetta…. Rosetta…. Rosetta….

ROSETTA             (sospinta in scena da Fiammetta che gli tiene gli occhi chiusi) Fiammetta, ma che la smetti…. ‘un siamo più delle bambine, ‘un si po’ giocare a mosca cieca….

FIAMMETTA       Forza Rosetta…. Promettimi allora che tu conti fino a dieci e poi tu apri gli occhi! Promesso?

ROSETTA             (sospirando) Ma ora non c’ho proprio voglia di giocare…..

FIAMMETTA       Fino a dieci!

ROSETTA             (sospiro) Eh sia! ….Uno… due… tre… (Fiammetta esce) …quattro… cinque…. sei… sette… otto…. nove… die..

GINO                   (avvicinandosi alla ragazza) Dieci!

ROSETTA             …Ci! (si ferma impietrita non avendo il coraggio di aprire gli occhi poi li apre e li richiude velocemente e li riapre quindi scuote la testa e fa finta di non vedere Gino) Oh, madonnina santa! Ora c’ho anche le visioni! Non solo sogno Gino ogni notte, ora lo sogno anche ad occhi aperti!

GINO                   Rosetta….

ROSETTA             (Vedendolo veramente per la prima volta e cadendo a sedere per lo spavento sulla cassapanca proprio mentre Domenico fa capolino) Ah!

GINO                   (accorrendo preoccupato) Rosetta…. Rosetta

FIAMMETTA       (rientra preoccupato) Icchè tu gl’hai fatto?

GINO                   Niente!

FIAMMETTA       Come niente!

GINO                   L’ho sola guardata!

FIAMMETTA       Solo guardata, o icchè tu c’hai lo sguardo magnetico?

GINO                   Rosetta….

ROSETTA             (riprendendo) Si…. No…. Siiii…. Noooo

FIAMMETTA       Rosetta deciditi…. Siamo noi,  Gino ed io!

ROSETTA             Gino?…

GINO                   Si, Rosetta, eccomi qua! (prende le mani della ragazza, Fiammetta si defila zitta zitta) Scusa… non volevo farti prendere questo spavento…. Scusa, scusa!

ROSETTA             (che ha occhi solo per lui) Scusarti? Ma sono io a scusarmi…. Ti sarò parsa una sciocca…. Svenire addirittura!

GINO                   Rosetta….

ROSETTA             Gino….

GINO                   Ma è vero quello che hai detto prima di svenire? Che tu mi sogni ogni notte?

ROSETTA             (timida) Si! Te l’ho detto sono una sciocca!

GINO                   Allora siamo in due a esser sciocchi, perché io l’è da mesi che ‘un fo che sfornare rosette invece dei soliti filoni di pane.

ROSETTA             Che tenero!

GINO                   Un faccio che pensare a te! Giorno, notte, sempre…. e più mi dico di smettere e più il tu’ pensiero mi si abbarbica dentro! Son tutto scombussolato….. Rosetta….

ROSETTA             Gino….

GINO                   Fino ad oggi ‘un ho avuto il coraggio di avvicinarti, ma mi son detto: Ora basta Gino! Se tu continui così la tu’ Rosetta se la porta via un altro!

ROSETTA             La tu’ Rosetta?

GINO                   Si, la mi’ Rosetta…..di un altro!

ROSETTA             (ritirandosi) Un altro? O mio Dio! L’è arrivato!

GINO                   Chi l’è arrivato?

ROSETTA             L’altro!

GINO                   (strabuzzando gli occhi) Cosa?

ROSETTA             Si, proprio oggi!

GINO                   Oggi? Bene, così ci si toglie subito il pensiero!

ROSETTA             (timoroso) Quale pensiero?

GINO                   Beh, ora che tu sei la mi’ fidanzata, qualcuno glielo dovrà dire allo straniero!

ROSETTA             (timorosa) Gino, ma icchè tu dici? Fidanzata?

GINO                   Certo Rosetta, fidanzata! Io un sono un poco di bono, e c’ho intenzioni serie. Si va da Don Michele, ci si sposa e te tu vieni a stare a casa mia, così la tu’ zia Quintilia la un ti tormenterà più!

ROSETTA             Ma Gino come tu la fa’ facile….. l’ho saputo appena un attimo fa che tu mi pensi…e te ora tu parli già di matrimonio e di metter su casa assieme?!?

GINO                   (iniziando a rabbuiarsi) Oh Rosetta ‘un c’è tempo da perdere! …. Ma forse te, tu voi un attro marito? Un forestiero!

ROSETTA             Ma no, Gino! E’ che tu corri troppo…. E poi i’ miei genitori un tu li consideri? ‘Un posso sposarti di nascosto a loro!

GINO                   Se ti vogliono bene, capiranno! Al cuore non si comanda!

ROSETTA             D’accordo al core non si comanda, ma almeno dammi il tempo per parlare con la mi’ mamma, chè insieme si possa preparare il mi’ babbo e tu possa venire a chiedermi a modino, come conviene!

GINO                   (Ancora non convinto del tutto) Me lo giuri che ‘un c’è qualche altro motivo?

ROSETTA             Gino, te lo giuro sulla cosa che ho più cara…. Te lo giuro su i nostro amore (si avvicina a Gino che l’abbraccia entra Fiammetta sorridendo)

FIAMMETTA       Finalmente!

ROSETTA             Fiammetta. (le ragazze si abbracciano)

FIAMMETTA       Bene, adesso vediamo di sistemare anche i sor straniero!

GINO                   E ci penso io (minaccioso)

ROSETTA             (preoccupata) Gino non fare pazzie….. Raul ‘un c’entra nulla. L’è stata un’idea dei sua e dei mia.

GINO                   Già, ma se pensa di venir qui e di metterti le mani addosso, e gli sta lustro!

FIAMMETTA       Ora un fare il fumino! Sta calmo! Ci penso io al sor forestiero! Qualche cosa mi invento!

ROSETTA             Si, Fiammetta pensaci te! E te Gino non fare pazzie, sennò i’ mi’ babbo un acconsentirà mai al nostro matrimonio!

GINO                   Va bene! Ma lo faccio solo per te, amore mio!

ROSETTA             Core mio! (si sentono dei rumori dall’ingresso) Cielo sono tornati!

FIAMMETA         Presto Gino nasconditi (prende il fratello per mano e lo rinchiude nello stanzino prendendo via la chiave)

ROSETTA             Che il signore ce la mandi bona! (si dirigono in camera)

Scena 9 – Libertaria, Quintilia, Gigliola e Rosetta

LIBERTARIA        (Rientrando in stanza preoccupata) Il triciclo di Domenico, l’è ancora giù al portone, ma lui ‘un lo vedo! Ma indo’ s’è cacciato? (Domenico fa capolino da dentro la cassapanca, sempre più sconvolto e scarmigliato)

DOMENICO          Aiutoooooo

LIBERTARIA        Ah (urlo di paura, poi si rende conto che si tratta del marito) Domenico! (fa per tirarlo fuori che ode la voce di Quintilia nell’ingresso e lo rispinge dentro la cassapanca)

DOMENICO          (prendendo un’altra boccata d’aria) Immersione!

QUINTILIA         Lo sapevo che qui’ fannullone, un’ andava da’ i’ Giorgini! Tutto quel latte al sole….. (Libertaria si mette a sedere sulla cassapanca)… ma quando mi torna a tiro e lo sistemo io!

GIGLIOLA            (entrando dietro alla cognata) Quintilia, non farti cattivo sangue, oggi si deve solo festeggiare!

QUINTILIA         Festeggiare un corno! Ma lo sai quanto ci costerà questo matrimonio? Qui un si deve sprecare nemmeno un sordo, e quelle quattro taniche al sole e le son ite, ‘nteso.

GIGLIOLA            Pazienza….

QUINTILIA         Pazienza un corno! Vorrà dire che sarà i’ mi’ regalo di nozze per la tu’ figliola!

GIGLIOLA            Quintilia!

QUINTILIA         (che ha scorto Libertaria) E te…. Icchè tu ci fai a strasciconi per la casa… ‘un tu c’hai attro da fare?

LIBERTARIA        (riponendo i panni) Levo di torno questi panni e poi torno in cucina.

GIGLIOLA            Quintilia, non te la prendere con lei. Libertaria la si da un gran d’affare…

QUINTILIA         (tra se’) Eccone un’attra che la difende. Oh, la te l’ha incantati tutti questa cietta!

GIGLIOLA            (rivolta a Libertaria) Mi raccomando quel lavoretto che ti ho chiesto prima…. Deve essere pronto tutto entro un’ora. Don Michele ci ha avvisato che Raul e la su’ mamma sono già arrivati alla stazione e tra poco gli arrivano….

QUINTILIA         (arcigna) ‘Un c’è bisogno che tu gli racconti tutti i nostri affari… tu stai parlando con la serva, Gigliola, ricordalo.

GIGLIOLA            (piccata) Sto parlando con Libertaria! E la deve essere informata (rivolta alla domestica) Allora per intanto io vado in soffitta a cercare la tovaglia di pizzo del corredo della nonna Iolanda, così la si mette in mostra.

QUINTILIA         (rimuginando) Anche il pizzo per gli stranieri.

GIGLIOLA            (alla domestica) Tu seguita pura con le tu’ incombenze (cenno di intesa).

LIBERTARIA        Sarà fatto! (Gigliola esce dal fondo)

QUINTILIA         (tra se’ mentre Libertaria perde tempo con il cucito) Le su’ incombenze… vorrei proprio sapere quali le sarebbero le su’ incombenze!? L’è sempre a sedere con le mani in mano…. La casa l’è sempre in disordine… e qui tutti la trattano coi guanti… (Libertaria finge di non sentire Quintilia) guardatela… che mosse, la pare la madonna addolorata…. Addolorata un corno!…. Quella l’è una serpe…. Ed io me la devo suzzare in casa mia!….. Gliel’ho belle detto cento vorte a i’ mi’ fratello di mandalla via… o ma quel bocco e ‘un mi da retta! L’è la prima volta che ‘un fa icchè gli dico…. Veramente l’è la seconda… anzi la terza: la prima fu quande mi disse che volea sposare la Gigliola, poi quande volea combinare i matrimonio della Rosetta e adesso con la Libertaria… Ah i’ mi’ fratello quando una donna gli fa gli occhi dolci e perde i’ capo…. ‘un si riesce più a fallo ragionare… Già, gli omini son tutti uguali!. (Libertaria sorride ma Quintilia se ne accorge) … Ah tu sorridi te…. Eh civetta! Ma ancora ‘un tu l’hai capito chi sono io! Ora tu vedi…. ti sistemo io! (si dirige verso il fondo) Gigliola…. Gigliolaaaaaa ….

LIBERTARIA        (si alza e la segue verso il corridoio) Madonnina santa… e adesso icchè gli è preso a quell’ossesso! (Domenico riappare dalla cassapanca, mentre velocemente riappare Rosetta e Fiammetta che liberano Gino dallo sgabuzzino. I fratelli escono di casa, Libertaria si volta e scorgendo Domenico che fa capolino lo richiude velocemente nella cassapanca. La porta dello sgabuzzino rimane aperta)

ROSETTA             (facendo finta di nulla) Oh Libera ma icchè gli è tutto questo vocio? Icchè gli è successo?

LIBERTARIA        Mah, so assai? La su’ zia…. (rientra Quintilia con Gigliola)

QUINTILIA         La su’ zia un corno! Chetati cietta!

GIGLIOLA            Quintilia, per favore ‘un fare le tu’ solite scenate… tra poco gli arriva Raul e la su’ mamma…. ‘un si pole rimandare a dopo?

QUINTILIA         Rimandare a dopo un corno! Ma lo voi capire che ci siamo messi in casa una serpe!?

ROSETTA             Una serpe? Ma icchè la dice zia!

QUINTILIA         So’ icchè dico!? Un vu’ lo vedete come la si comporta questa civetta? La fa la servizievole con tutti, anche troppo!

GIGLIOLA            Quintilia!!

QUINTILIA         Quella la c’ha in testa qualche grillo che ‘un mi piace punto! E te tu dovresti darmi retta, invece di difendella sempre! Anche i’ tu’ marito la difende sempre! Sempre, ‘nteso!

GIGLIOLA            Icchè tu vorresti dire con coresti discorsi strampalati?

QUINTILIA         Strampalati un corno! Cara la mi’ cognata, se fossi in te e starei con gli occhi ben aperti… con quella cietta per la casa che la liscia ugni cosa (allusiva)

GIGLIOLA            (furente e imbarazzata) Quintilia, basta! Oh che discorsi tu fai? C’è la bambina, abbi un po’ di decenza!

QUINTILIA         Decenza un corno! In casa mia la dovrei avere io la decenza? Dignene a quella gatta morta!

GIGLIOLA            Si, l’è casa tua questa, ma adesso ‘un n’è il momento di fare certe scenate. Ti ricordo che tra poco ci saranno ospiti e non è il caso di continuare….. Libertaria l’è una brava domestica e niente più!

ROSETTA             (timorosa) Mamma, ma icchè succede?

GIGLIOLA            (anticipando Quintilia) Niente Rosetta, niente, vieni con me su in soffitta ad aiutarmi a cercare la tovaglia di pizzo della nonna Iolanda. Che lo sai dove l’è stata messa?

ROSETTA             No. mamma.

GIGLIOLA            (vedendo la figlia ferma) Benedetta figliola, moviti. S’è saputo che tra poco il tuo fidanzato l’arriva con la su’ mamma! Voglio che la casa la sia a posto. Metterò la tovaglia della nonna Iolanda lì (indica il tavolo) in bella mostra (escono via lasciando Libertaria e Quintilia da sole)

QUINTILIA         Incredibile! Quella la continua a star dietro alla tovaglia di pizzo della Iolanda, invece di curarsi di questo modello di domestica?! (furente cerca un pretesto per inveire ancora contro la domestica, d’improvviso si accorge dello sgabuzzino aperto) (si dirige verso lo sgabuzzino) … Già proprio un vero modello di perfezione…Tanto perfetta che la ‘un riesce a tener chiusa neanche la porta dello sgabuzzino. (chiude la porta in modo plateale e prende la chiave con se) La chiave la prendo io, visto che è casa mia questa! Cietta! Adesso vo anch’io su in soffitta a vedere se quelle due le mi sciupano la mi’ roba a forza di ciacciare, ma ricordati che ti tengo d’occhio. A Quintilia Beccai la un la si fa, capito la un la si fa! (esce a testa alta)

Scena 10 – Domenico, Libera, Ottavino, Gigliola, Rosetta e Quintilia

LIBERTARIA        (facendole il verso) La un la si fa, la un la si fa! Strega! Ma come la si permette di dirmi tutte quelle cattiverie: cietta, gatta morta, grilli….

DOMENICO          (Strafogato riemerge dalla cassapanca) Aiuto…

LIBERTARIA        (accorre premurosa dal marito e lo aiuto a uscire dalla cassapanca) Domenico…. Amore mio…. Tutto bene?

DOMENICO          (sempre sconvolto) Se la seguitava un antro minuto e un uscivo più da li’ dentro…. Tu’ mi potei portare diretto al camposanto!.... e ‘un tu spendevi nulla per la bara… l’ero tutto belle e impacchettato!

LIBERTARIA        Un lo dire manco per scherzo! Oh come tu stai?

DOMENICO          Come sto? Per fortuna dritto su du’ piedi… ma c’è mancato poco?... ma icchè vu’ ci tenete li’ dentro? E c’è un puzzo che l’appesta!

LIBERTARIA        C’ho messo solo un po’ di canfora!

DOMENICO          Un po’ di canfora? Acciderba un po’ di più! Sentimi, annusami…

LIBERTARIA        Uggioso! Fanne meno! Meno male che ‘un ti ha visto nessuno, sennò come la si spiegava eh? Ma un tu dovevi andare dal Giorgini?

DOMENICO          Da i’ Giorgini e ci vo dopo! E ti devo ancora dire quella cosa importante….

LIBERTARIA        Si, te tu devi dire una cosa importante… io invece e la devo fare…. Anzi già che tu se qui fammi i piacere di aiutammi…. Tanto le sono tutte su in soffitta a cercare una tovaglia che l’è da un’attra parte, per un po’ si pole stare tranquilli!

DOMENICO          Aiutatti in che?

LIBERTARIA        E c’ho questo vestito da finire in tutti i modi entro mezz’ora… la sora Gigliola la me l’ha ordinato…. E a proposito della sora Gigliola, ma sai Domenico icchè l’è successo oggi in questa casa?

DOMENICO          In questa casa oggi icchè l’è successo? Un fottio di cose l’è successo… te lo dico io…..

LIBERTARIA        (senza neanche ascoltarlo continua per la sua strada) Oggi ho finalmente parlato con la sora Gigliola. Tu lo sai che lei la mi vole un bene dell’anima…. La un mi tratta come quell’arpia della sora Quintila!

DOMENICO          E lo so, lo so!

LIBERTARIA        Insomma, oggi la sora Gigliola l’ha saputo che son maritata e che per paura di perdere il lavoro l’ho tenuto nascosto… e lei, da santa donna che l’è, la m’ha promesso che la parlerà con i su’ marito e la risolverà questa situazione.

DOMENICO          Evviva l’è finita finalmente ‘sta commedia! Però tu me lo potei dire prima, accidenpolina… così e smetteo di fare il muto… l’è tutta la mattina che paio una marionetta!?

LIBERTARIA        Ma, no, Domenico ancora la unnè finita!

DOMENICO          (rabbuiandosi) Come no?

LIBERTARIA        La sora Gigliola l’ha promesso di parlare con i sor Ottavino, ma non ora, ora no! Ora la deve concludere questo affare del matrimonio della signorina Rosetta, poi, l’ha detto, che gene parla… ora unnè il momento giusto! Troppe cose da risolvere! (durante il dialogo aiuta Domenico a indossare un vestito da donna Spagnola)

DOMENICO          (preso dalla conversazione non ha ancora afferrato di indossare un abito da donna) Come ‘un n’è ancora il momento giusto? E si deve aspettare ancora il matrimonio della signorina Rosetta? Io, io un ce la faccio più!

LIBERTARIA        A chi tu lo dici? Io tutti i giorni un fo altro che struggermi a guardare la foto del nostro Marcellino (tira fuori la foto e sospira) Marcellino mio!

DOMENICO          Già Marcellino… giusto appunto…. Libera e l’è da stamani che cerco di dirti una cosa importante….

LIBERTARIA        (ironica) E la deve essere importante a un caso, se ‘un tu sei ancora riuscito a dimmela?

DOMENICO          Da retta nina, ma che mi pigli per i fondelli? Ma se tutte le volte che c’ho provato tu m’hai rinchiuso in gattabuia che è corpa mia ora!?

LIBERTARIA        (calmandolo) D’accordo fumino… ‘un ti scaldare come i’ tu’ solito… dimmi icchè tu mi volevi dire, sentiamo!

DOMENICO          E allora ascolta, ascolta bene…. Oh,  ma sta calmina inteso?

LIBERTARIA        (iniziando ad agitarsi) Calmina? Perché? Icchè c’è ora?

DOMENICO          Si tratta di Marcellino….della balia di Marcellino!

LIBERTARIA        (smette di sistemare il vestito e comicamente rovesca il cucito per terra) Marcellino? Oh angeli del paradiso, icchè l’è successo? Oh cherubini cantanti? Sta male? Oh santi tutti del cielo immacolato. C’ha la febbre? Oh eccelsi deo! L’è morto! Oh….

DOMENICO          (Intervenendo) Oh, Basta! Se tu continui così tu l’hai già sotterrato…… e un si tratta di Marcellino, ma dell’Ada, la su’ balia!

LIBERTARIA        (ricominciando la tiritera) L’Ada? Oh angeli del paradiso, icchè l’è successo? Oh cherubini cantanti? Sta male? Oh santi tutti del cielo immacolato. C’ha la febbre? Oh eccelsi deo! L’è morta! Oh….

DOMENICO          (esasperato) Ritonfa…. Ma che ti s’è incantato il disco? Fammi finire! L’Ada la sta bene… tutti stanno bene! Cioè proprio tutti no,….quasi!

LIBERTARIA        Quasi? O chi sta male allora?

DOMENICO          E gli stanno male i genitori dell’Ada…

LIBERTARIA        Oh, angeli del para….

DOMENICO          Lascia stare i’ paradiso…. ancora e un son morti, ma comunque unne stanno bene e così hanno mandato a chiamare l’Ada che la torni prima possibile al su’ paese! Per ora l’ha fatto una scappata, e poi l’è ritornata. Solo la situazione l’è grave e tra pochi giorni l’Ada, la deve tornare a casa sua e badare ai su’ vecchi e quindi la m’ha fatto sapere che l’è dispiaciuta un monte, ma la ‘un po’ più tenere Marcellino con sé!

LIBERTARIA        Madonnina santa! La un lo po’ più tenere? E noi allora come si fa?

DOMENICO          Come come si fa, come si fa… Libera, noi e siamo i su’ genitori… e s’andrà a pigliallo, e si porterà qui!

LIBERTARIA        Qui? Ma ancora unn’è possibile… bisogna aspettare… bisogna trovare un’altra soluzione

DOMENICO          No, la soluzione, l’è solo una, una soltanto. Si piglia i’ sor Ottavino da una parte, e gli si dice tutta la verità. Basta con queste bugie. Da quando s’è cominciato a dire bugie, ‘un s’è campato più come si deve….io ‘un ne posso più di questa vita… son proprio stanco, proprio stan...(piangendo fa per mettere a sedere prende un lembo della gonna a mo di fazzoletto per asciugarsi le lacrime quando si accorge all’improvviso dell’abito che indossa, fa un salto dalla seggiola e inveisce alla moglie) … O angeli del paradiso! Oh cherubini cantanti, oh santi tutti del cielo immacolato… ma icchè tu m’hai messo addosso? Icchè tu m’hai messo? (cerca di togliersi l’abito comicamente girando su se stesso)

LIBERTARIA        (cercando di fermare il marito) Fermo, fermo, tu me lo rovini, tu me lo rovini….

DOMENICO          Rovini?... O Libera ma che sei impazzata? E sono un omo io! Che te ne sei dimenticata?

LIBERTARIA        No, ‘un me lo sono dimenticata, ma questo l’è l’abito della sora Gigliola, sta fermino, tu me lo sciupi…fermo, fermo,,,,

DOMENICO          Fermo? fermo un accidente!…. Ma che ti è andato di barta i’ cervello? Leamelo leamelo….

OTTAVINO          (d.d.) Domenicooooo, Domenicooooo Figlio d’un cane…. Domenico ma indò tu ti sei cacciato? Guardate icchè l’ha cambinato qui’ farabutto!!! L’ha lasciato tutto quel latte sotto i’ sole…, guardate qui e pare ricotta!!! Domenicoooooo! (agitazione  dei due per l’arrivo inaspettato. Libertaria spinge di nuovo Domenico dentro la cassapanca ma non vi riesce per  via dell’abito ingombrante, quindi si dirigono verso lo sgabuzzino che però è chiuso, nel pieno panico si riportano al centro della stanza)

QUINTILIA         (d.d) Ma icchè c’è da urlare ora?

OTTAVINO          (d.d) Appena l’agguanto del lazzarone, lo scortico vivo!!! Domenicooooo, Domenicoooooo….

LIBERTARIA        Madonnina santa….(alle strette infila la mantiglia in testa al marito e il ventaglio in mano per mascherare il volto, Domenico la guarda perplesso)

OTTAVINO          (entrando in scena) Ma si po’ sapere indò s’è cacc… Oh (scorge Domenico travestito e la scambia per la consuocera) Già qui! Caspita, che sorpresa! (sistemandosi e inchinandosi) Ben arrivata….  Donna Gomes Castiglia de Panz (Accorrono tutti in scena Quintilia, Gigliola, Rosetta, che si inchinano alla vista di Domenico)

QUINTILIA         Eh!

GIGLIOLA            Oh!

ROSETTA             Ah!

DOMENICO          (guarda tutti spaventato) Non ci posso credere! (poi intuisce l’unico modo per togliersi dai pasticci e comicamente si improvvisa Donna Zuleide) Hola!


ATTO SECONDO

Il sipario si apre sull’interno della canonica di Don Michele. Sul fondo alcune immagini di santi sotto una cassapanca con cuscini e candele. A destra 1 quinta porta dello studio di Don Michele, fondo quinta corridoio di ingresso, tra la porta e l’ingresso un inginocchiatoio sotto a un ritratto di San Martino. A destra una vetrata con tendaggi voluminosi ai lati, vicino un mobiletto con bicchieri, nei pressi un tavolino, una sedia ove è seduta Speranza con un libro, sul fondo il  corridorio per le altre stanze. Costanza origlia alla porta dello studio, Speranza la guarda preoccupata.

Scena 1 – Costanza e Speranza

SPERANZA           (esortando) Dai Costanza, allontanati… ti scopriranno. COSTANZA           Zitta… lasciami fare!

SPERANZA           (sempre più preoccupata) Per favore… se esce lo zio…

COSTANZA          Si, figurati! Quando è in quello stato se ne sta chiuso nello studio per ore!

SPERANZA           Ma che sarà successo? E’ entrato come se lo inseguisse il diavolo…

COSTAZA            Beh, in effetti dietro a lui c’era Clorinda… Quella, altro che diavolo…

SPERANZA           Costanza! (finge indignazione)

COSTANZA          (ridendo) Certo allo zio gli è capitato una perpetua di nulla.

SPERANZA           Su, non è proprio così terribile….Pensa alla signora Quintilia?! Almeno Clorinda non lo è con tutti: guarda come la tratta lo zio e…. Astianatte.

COSTANZA          Il tuo Astianatte?

SPERANZA           Astianatte non è mio.

COSTANZA          Però tu lo vorresti. Di’ la verità. Che ci trovi in quel tonterello, lo sai solo te!

SPERANZA           Costanza che vuoi cambiar discorso?

COSTANZA          D’accordo, d’accordo lo cambio, anzi ritorno a quello di prima. La Clorinda ha occhi solo per loro due… mi sa che ha un debole per lo zio.

SPERANZA           Eccone un’altra! Ma che dici?

COSTANZA          Apri gli occhi Speranza, sveglia. Non lo vedi come si comporta? Come liscia lo zio? E poi come tratta Astianatte? Sembra come se lui fosse il suo di figliolo, invece che quello di una lontana parente

SPERANZA           E’ solo che gli vuol bene… come si fa a non volergliene?

COSTANZA          Io non gliene voglio…. Per me quel tont…(riprendendosi) giovanotto l’è i’ figliolo della perpetua!

SPERANZA           Ma che dici? La Clorinda non è sposata!

COSTANZA          Oh Speranzina, apri gli occhi… Non sarebbe mica la sola ad avere avuto un figliolo da ragazza.

SPERANZA           Oh, San Martino (rivolta all’immagine sacra presente in scena) La scherza, non dice sul serio.

COSTANZA          Io non scherzo quando ti dico che Clorinda con noi la sona tutta un'altra musica.

SPERANZA           Più che musica direi strilli….. Te poi ci metti del tuo per far parte del coro. Sempre a becchettarvi. Non vi si può lasciare sole un minuto, che succede un bailamme!

COSTANZA          Senti io quella vecchiaccia non la sopporto per nulla… io non sono come te, che ti va bene tutto… tutto bello, tutto buono…. io qui non ci volevo venire… Volevo rimanere a casa mia, e …

SPERANZA           … e cosa? Ormai c’è rimasto solo lo zio Michele…. Oh Costanza… o come le potevano due ragazze, ancora da maritare, restare tutte sole? Lo zio ci ha accolte a braccia aperte e ci vuole un bene dell’anima.

COSTANZA          Si lo zio è a posto…. È tutto il resto che non mi sconfinfera…. Ah, potessi andare via da qua…. Io ho voglia di viaggiare, vedere altri posti, vedere il mondo, conoscere persone interessanti, affascinanti….io non voglio certo ammuffire in questo posto. Io punto in alto…. Molto in alto!

SPERANZA           Costanza attenta a non cadere giù… poi tu sentirai che tonfo!

COSTANZA          Uffa! Ma lo sai che tu stai diventando sempre più uggiosa… SPERANZA    Costanza io ti voglio bene e mi dispiace vedere che tu non riesca ad accontentarti di quello che hai. Dopo la disgrazia che ci è capitata, dopo che siamo rimaste sole, si è avuto la fortuna di ritrovare una famiglia, uno zio che ci vuol bene e che si è preso cura di noi. E che penserà anche al nostro futuro…..

COSTANZA          Al nostro futuro? Questa tu l’hai data di fuori, eh. Lo zio in questi mesi che siamo qui, l’ha pensato si al futuro, ma non al nostro, l’ha pensato al futuro di quella smorfiosa della Beccai.

SPERANZA           La Rosetta?

COSTANZA          Si, la Rosetta. Pensa addirittura un fidanzato spagnolo! Un fidanzato che quella scipita non se lo merita. Lo zio, a lei, che non è nemmeno sangue del suo sangue, ha trovato un fidanzato coi fiocchi. E a noi? Neanche uno straccetto di moroso…. Anzi i giovanotti girano al largo.

SPERANZA           Si vede che non hanno intenzioni serie! Costanza, vedrai che primo o poi troveremo la scarpa giusta per il nostro piede…. Vedrai…. Si sarà felici.

COSTANZA          Si spera spera sorellina….Certo a te un nome più appropriato non ti potevano dare: Speranza!

SPERANZA           Già e te il meno appropriato: Costanza…. Ma almeno cerca di averla un po’ di costanza, non agitarti come al solito.

COSTANZA          Io non mi agito, voglio solo sapere adesso che cosa sta bollendo in pentola (ritornando vicino alla porta)… ci scommetto che si tratta dello spagnolo…..

Scena 2 – Costanza, Speranza, Clorinda e Astianatte

CLORINDA           (uscendo dallo studio) Non si preoccupi Don Michele, vado e torno, ci penso io. (scorgendo la ragazza) O voi signorine, che fate qui!

COSTANZA          Noi abitiamo qui, che lo ha dimenticato Clorinda?

CLORINDA           (a denti stretti) Ma non avete niente altro di meglio da fare che origliare alle porte?

COSTANZA          Origliare noi? Ma per chi la ci prende…. Noi…

SPERANZA           (intervenendo) Noi eravamo in preghiera ai piedi di San Martino (si fa cenno della croce sottovoce) San Martino perdonami!

CLORINDA           Ah.

COSTANZA          Ma abbiamo finito! Ha bisogno di aiuto Clorinda? Lo sa che può contare su di noi.

CLORINDA           Su di voi? E starei lustra…. No, no si tratta di una cosa importante. Don Michele ha incaricato me, me medesima. Fatemi passare (prende lo scialle appoggiato sulla cassa panca) Arrivedelle! (esce come una furia)

COSTANZA          Una cosa importante (facendole il verso) me medesima…. Strega!

SPERANZA           Caspita, non l’avevo mai vista così ferma e decisa…. Deve essere proprio importante la commissione che le ha dato lo zio.

COSTANZA          (riavvicinandosi alla porta) Già … chissà di che cosa si tratta… (mentre si avvicina entra Astianatte dal fondo, suonando una campana. L’improvviso rumore spaventa le ragazze, che appena scorgono il giovane si rilassano) Ah! Acc…

SPERANZA           Astianatte… sei te?!

ASTIANATTE      Certo! o chi a essere? E lo dicono tutti che mi chiamo Astianatte, quindi son io…

COSTANZA          Ecco quest’altro furbo.

SPERANZA           O che fai di bello con quelle campane?

ASTIANATTE      Don Michele mi ha detto di lustrare tutto, per l’arrivo di certe persone… quindi mi sto dando daffare.

COSTANZA          Certe persone… o chi sarebbero? Che le conosci? Quando le arrivano?

SPERANZA           O lascialo respirare…. Dagli il tempo di rispondere, no?

ASTIANATTE      Io ‘un le conosco, so solo che le sono arrivate alla stazione da poco e che tra pochissimo saranno qui….

COSTANZA          A fare cosa?

ASTIANATTE      O che lo so io!?! Don Michele mi ha mandato ad avvertire i sor Beccai e la su’ moglie di tenersi pronti e di venire qui da lui prima possibile.

COSTANZA          Che ti avevo detto!? Si tratta del fidanzato della Rosetta. E’ arrivato finalmente... tutte le fortune quella civetta.

SPERANZA           Smettila, Costanza, se tu parli così forte, lo zio ti sentirà…. E poi se si tratta del fidanzato della Rosetta che problema c’è?

COSTANZA          Uuuuh, (rivolta a Astianatte incalzando sempre più) Ma te l’hai visto? Come é? Che t’ha detto qualcosa?

ASTIANATTE      (confuso sempre più) Chi? Cosa? Boh!

COSTANZA          (delusa) Mamma mia, questo a stare tutto il giorno sul campanile l’è diventato sonato come una campana!

ASTIANATTE      (deluso) Eh?

SPERANZA           Costanza, ora basta! Non c’è bisogno di prendersela con Astianatte….(sorride al ragazzo che arrossisce) Scusala, sai, non diceva sul serio. non sei sonato come una camp.….

ASTIANATTE      (eccitato dalla vicinanza della ragazza inizia a scampanellare insistentemente) campana!

COSTANZA          (cercando di fermare lo scampanio) Accid… Ma che ti fermi! (comicamente le ragazze cercano di fermarlo)

DON MICHELE     (d.d.) Astianatteeeee! Trespolo di figliolo… ma che la smetti? (presentandosi sul porta dello studio) Quante volte te lo devo dire di non suonare in canonica? Le campane si suonano all’aperto, benedetto figliolo!

ASTIANATTE      Scu..scu..scusi.

DON MICHELE     (severo) Vieni dentro (rientrando)

ASTIANATTE      (mestamente , cercando di non fare rumore con la campana si dirige verso l’ufficio) E..e..eccomi… (esce)

SPERANZA           (dispiaciuta alla sorella) Che sei contenta ora? (rivolta verso lo studio) … Zio….zio …mi stia sentire… Astianatte non c’entra nulla… (esce chiudendo la porta)

Scena 3 – Costanza, Raul, Pietro, Astianatte e Speranza

COSTANZA          (rimasta sola) Che uggia….. Ma che è vita questa! Io qui non ci voglio più stare! No, no, no!…..Voglio andare via... (si sente bussare alla porta) … Oh adesso chi c’è (va a aprire alla porta -  rientra in scena seguita da Raul e Pietro)

RAUL                    Hola! Ah mi scusi… Buenos…eh buon giorno. Esta a qui (mostrando una lettera) … Don Miguel? (Pietro da una gomitata a Raul e parlottano tra loro)

COSTANZA          (stupita) Don Mi..?

RAUL                    (riprendendo il discorso con la ragazza) No Don Miguel… Don Michele….

COSTANZA          Ah, lo zio! … Si, si sta qui, ma adesso è impegnato.

RAUL                    Tengo una reuniòn con Don Michele…Ah perdona me Yo soy… sono Pedro, y lui es Raul Gomez Castiglia De Panz (si inchinano entrambi i ragazzi, Pietro goffamente)

COSTANZA          (sorpresa) Lo spagnolo?!?! (sistemando il vestito e diventato mielosa) Oh… piacere.. Io sono Costanza. (schiarendosi la voce) Costanza Lucia Maria Rosa Bellocci. (si inchina)

PIETRO                A me la mi’ pare una. (riceve una gomitata di Raul)

COSTANZA          Don Michele è mio zio….

RAUL                    Encantado!

COSTANZA          Oh…anch’io (riprendendosi) .. Vado subito a chiamare lo zio! (esce velocemente civettando)

PIETRO                (cambiando subito atteggiamento) Ma chi me lo ha fatto fare! Don Raul… non credo di farcela!

RAUL                    Pedro non te preoccupar… todo andrà bien… muy bien.

PIETRO                Non dovevo accettare…. Se qualcuno scopre che io sono solo l’autista e lei è don Raul, succede un quarantotto!

RAUL                    Ma no… no… todo andrà bien … no te preocupar…

PIETRO                Ma come? Io non conosco alcuna parola di spagnolo…

RAUL                    Recuerda con le donne… “mi Amor”, “mi Tesoro”, “mi Corason”

PIETRO                Con le donne Mi Amor, Mi Tesoro, Mi Corason…..

RAUL                    Bien! Non te preoccupar, non te preoccupar!

PIETRO                Mi Amor, Mi Tesoro, Mi Corason….. (ripensandoci) Don Raul e con gli omini icchè dico?

RAUL                    Con los hombres tu no hablar… non parlare! Yo parlo por nosostros.

PIETRO                Nosotros... nosotros... ma se poi arriva sua madre?

RAUL                    Mi madre non è a qui. Est mucho stanca… non te preoccupar.. non te preoccupar…

PIETRO                E ridagli con ‘sto non te preoccupar non te preoccupar… ma qui finisce male!

RAUL                    No, no, todo andrà bien, todo andrà bien!

PIETRO                Speriamo, speriamo davvero!! Ma mi domando ancora perché l’ha vorsuto fare lo scambio!?!

RAUL                    Pedro yo sois en ombre d’onore, mi madre ha scelto esta senorita por mi. Ella ha voluto por mi una esposa italiana. Por mi madre es muy importante che la senorita es de Firenze, come ella.

PIETRO                Ecco perché la parla molto meglio di voi, la nostra lingua?!

RAUL                    Mi madre es nata aqui, ma quando ella ha conosciuto mi’ padre, Don Alberto, si è innamorada y es partida por Espana. Ma Firenze es dentro su’ corason. Es por mi’ madre che ho accettato di fidanzarmi con la senorita Beccai…. Como potevo dire de no a mi’ madre! Mamà es mamà.

PIETRO                (tra se’) Si, la mamma l’è la mamma, però l’è la sua di mamma, non la mia!

RAUL                    (non ascoltando Pietro continua il suo discorso) Ma ante de  accasarsi yo necessito de conosser mia promessa esposa…

PIETRO                Si, questo  vu’ me lo avete già detto in albergo: volete scoprire se questa è la scarpa giusta per voi…

RAUL                    Scarpa? No scarpa, ragazza!

PIETRO                Si intendevo ragazza….Trovare la scarpa giusta è un nostro modo di dire!

RAUL                    Che strano mdo di dire.. Bien…allora voglio una scarpa giusta!

PIETRO                E visto che voi amate viaggiare avete bisogno proprio della scarpa giusta….

RAUL                    Por tanto yo tengo de essere sicuro che la muchacha gustas de viajar como yo, viaggiare come me.

PIETRO                Ma non potevate essere sicuro rimanendo voi Raul, ed io Pedro (riprendendosi) Pietro?

RAUL                    Porque senza dire il mio vero nombre…nome, yo conoscerò su real voluntad, su real caràcter…

PIETRO                Però che strano Don Raul, che per conoscere la verità si deve proprio ricorrere a una bugia?! E per di più ci devo finire io nel mezzo!

RAUL                    Non te preoccupar…. Non te preoccupar (comincia a guardarsi attorno) Avrai tu ricompensa… non te preoccupar…

PIETRO                La ricompensa va bene…. Ma vorrei essere tutto intero per potermela gustare.. non avete visto come ci guardava strano quel tipo a cui abbiamo chiesto indicazioni… il fornaio?!?… e se finisce male?

RAUL                    Pedro non te preoccupar… Raul Gomez Castiglia De Panz non tienes  angustia… non tiene paura!

PIETRO                (tra sé) Voi Raul no…. Ma io Raul si! Ma chi me l’ha fatto fare?!?!? (bussano alla porta insistentemente) Ah… (nascondendosi dietro a Raul) Ci siamo!

RAUL                    (tranquillizzandolo) Quieto, quieto… (rientra Astianatte seguito da Speranza e Costanza)

ASTIANATTE      Col vostro permesso, io torno su dalle mie campane (fa per uscire sul fondo quando si odono sempre più forti i colpi alla porta)

RAUL                    Asta la vista!

ASTIANATTE      La vista? Oh, che è già salito su i’ campanile? Lassù sì che c’è proprio una magnifica vista?… Che ha visto la cupola del domo come l’è bella?

COSTANZA          Astianatte, non far confondere gli ospiti…. Il signor… signor….

RAUL                    (affascinante) Pedro!

COSTANZA          Pedro, voleva solo salutarti. Non far confondere, va dove devi andare, su!

ASTIANATTE      Io un fo’ confondere nessuno…. (tra sé uscendo) l’è lui che gli ha detto della vista! (si sente sempre di più i colpi alla porta)

SPERANZA           Ma chi sarà? Con permesso (va da aprire mentre Astianatte esce nell’altra direzione)

COSTANZA          (sorridendo a Raul) Non ci faccia caso, Don Raul, signor Pedro…. Accomodatevi, lo zio vi attende nel suo ufficio…. Faccio strada… (i due la seguono, mentre entra Gino rabbuiato con la cesta del pana seguito da Speranza che lo guarda incuriosita per lo stato di agitazione del giovane)

Scena 4 – Speranza, Gino

SPERANZA           (rincorrendo il ragazzo che è entrato come una furia) Gino, ma che è successo?.....

GINO                   (scontroso) Nulla… nulla

SPERANZA           Avete una faccia Gino da far paura? Vi sentite bene? Volete bere qualcosa?

GINO                   No, grazie signorina Speranza… non ho niente… o portato il pane che mi ha ordinato la Clorinda …(comincia a tirare fuori dalla cesta dei filoni del pane, ma l’attenzione è rivolta alla porta dello studio di Don Michele dalla quale provengono risate e battiti di mani) Ecco…

SPERANZA           (stupita) Gino!? … ma … state bene?

GINO                   Si, si ve l’ho detto (continuando a porgere filoni di pane)

SPERANZA           (con pazienza) Gino, sedetevi e spiegatemi che cosa vi è successo?

GINO                   (girandosi verso la ragazza) Niente…. Niente….ma perché insistete con ‘sta storia dello stare bene…  ve l’ho già detto sto bene, non vedete?

SPERANZA           Appunto perché vi vedo, che ve lo domando….. Siete strano e con la testa altrove …. Guardate voi! Siete proprio sicuro che Clorinda vi ha ordinato tutto questo pane? Se così fosse ci toccherà mangiare ribollita per un mese intero …. Mattina e sera…

GINO                   (accorgendosi della gaffe) Già….e anche a colazione inzuppato nel caffellatte! (ride)

SPERANZA           (ridendo) Oh.. ora sì che vi riconosco….. ma ditemi che vi è preso?

GINO                   Scusate signorina Speranza, ma oggi non è la giornata giusta! Ho saputo cose che prima mi hanno fatto sentire su in paradiso e subito dopo altre che mi hanno buttato giù all’inferno….

SPERANZA           Addirittura

GINO                   Già… e poco fa ho anche visto Berzebù…..Ah! (riprendendosi) Ma io non mi rassegnerò… (minaccioso) Combatterò…o non mi chiamo più Gino Banchi!

SPERANZA           Gino ora mi fate paura davvero.

GINO                   Signorina in certe occasioni, non resta che menar le mani.

SPERANZA           Smettetela di fare certi discorsi… non è da voi.

GINO                   Vero. Ma come dice il proverbio… per i bischeri non vi è paradiso…. Ed io bischero non sono!

SPERANZA           Ma chi l’ha mai detto! Calmatevi e spiegatemi, chè forse posso aiutarvi… se non io,lo zio potrà di sicuro!

GINO                   Vostro zio proprio no!.... C’entra anche lui se mi trovo all’inferno.

SPERANZA           Mio zio vi ha mandato all’inferno? Che dite?

GINO                   No non mi ha mandato lui all’inferno… ma c’entra comunque… ah … se sapeste…

SPERANZA           Dite… vi ascolto!

GINO                   (guardandosi attorno) Beh… ecco…. Riguarda una …. Una ragazza….. Ma mi promettete di non far parola a nessuno? Nessuno deve sapere nulla!

SPERANZA           Ma certo, fidatevi….. quindi si tratta di una ragazza….

GINO                   Si di un angelo… di un angelo sceso in terra…..

SPERANZA           E questo è il paradiso….

GINO                   Appunto: il paradiso…… dopo tanto, oggi finalmente, mi sono dichiarato e lei non mi ha detto di no… anzi…

SPERANZA           E allora? Oh Gino dovreste essere felice, non così sconsolato…

GINO                   Già…. Ma subito dopo ho saputo che i suoi genitori le hanno trovato un fidanzato…..

SPERANZA           Eh?

GINO                   E che tra poco, pochissimo si sposeranno!

SPERANZA           Ecco l’inferno!

GINO                   Appunto l’inferno… Ma io ce lo mando quell’altro all’inferno! Si quel diavolo di fidanzato che è arrivato per portare via la mi’…..(si blocca al rientro di Costanza)

SPERANZA           La vostra?

Scena 5 – Speranza, Gino, Costanza e Raul

COSTANZA          (verso la porta dell’ufficio) Ci penso io zio…. Vi porto subito il vinsanto per brindare. (precipitandosi verso il mobiletto) Presto, presto…. Ecco i bicchieri, ma dove è finito il vinsanto? Speranza vieni ad aiutarmi…. Chè devo rientrare subito nello studio…

SPERANZA           (a Gino che se ne sta in disparte) Scusate Gino….Costanza non te lo ricordi più? Stamani Clorinda ha nascosto la bottiglia nella madia in cucina perché lo zio non cadesse in tentazione.

COSTANZA          Allora corri  a prenderlo, muoviti…. Abbiamo ospiti. (vedendo la sorella immobile) Su Speranza non traccheggiare…. Ci sono ospiti illustri di là con lo zio che attendono, (allusiva a Gino) mica gentucola … muoviti.

SPERANZA           (rassegnata si dirige in cucina) Si… vado…. (ripensandoci) Gino aiutatemi a portare il pane di là, (piano al ragazzo) così seguitiamo a discorrere (Gino ubbidisce e la segue)

COSTANZA          (rimasta sola) Certo mia sorella è proprio caritatevole….Sempre dietro a certa gente…. Prima quel bocco di  Astianatte, poi quel piercolo del fornaio… mah!

RAUL                    (rientrando) Todo bien, senorita Costanza? Vostro zio attendes …

COSTANZA          Si, scusate… è che Clorinda, la perpetua di mio zio, ha nascosto il vinsanto nella madia.

RAUL                    Comò?

COSTANZA          No, non nel  comò… nella madia.

RAUL                    Aqui?

COSTANZA          Come chi? Ve l’ho detto primo Pedro, Clorinda, la perpetua.

RAUL                    Comò?

COSTANZA          (interdetta) No nel comò… nella madia, madia

RAUL                    Aqui!

COSTANZA          Oh cielo ….. Clo – rin- da!

RUAL                    Clo – rin – da (avvicinadosi)

COSTANZA          Si (avvicinandosi) Clo- rin – da

RAUL                    Senorita Costanza…..

COSTANZA          Pedro…(i due si avvicinano sempre più poi si allontanano imbarazzati al sentire bussare alla porta) …arrivo (va a aprire)

RAUL                    Muy guapa la senorita Costanza…. bella…. bella... caliente (rientra in ufficio).

Scena 6 – Gigliola, Rosetta, Costanza, Speranza, e Gino

GIGLIOLA            (entrando) Buongiorno…..

COSTANZA          Buongiorno, signora Gigliola, Rosetta.

GIGLIOLA            Vostro zio, ci ha mandato a chiamare. E’ venuta Clorinda ad avvisarci.

COSTANZA          Già…. Lo zio vi attende nello studio (allusiva) Non è solo, ci sono degli ospiti con lui.

GIGLIOLA            Ospiti?

COSTANZA          Si, forestieri….

GIGLIOLA            Forestieri?

COSTANZA          Vengono dalla Spagna…

ROSETTA             Raul…..

COSTANZA          Proprio, don Raul Gomez Ca… eccetera eccetera…Vi faccio strada (e rientra nello studio lasciando le due donne sole agitate per la notizia)

ROSETTA             Cielo…. È qui!

GIGLIOLA            Ovvio che è qui….. la madre è con tuo padre, lui è venuto a mettersi d’accordo con Don Michele per la cerimonia.

ROSETTA             Ma… così presto…. Io … io .. non sono pronta…

GIGLIOLA            Si che sei pronta…. Devi solo sistemarti i capelli e poi sorridere….. su… Rosetta….andiamo (e si avvia verso lo studio)

ROSETTA             Sorridere?!?! (sorriso tirato si sente le voci fuori campo di Gino e Speranza)

GINO                   (d.d.) Speranza siete un angelo.

SPERANZA           (d.d) Gino basta con tutti questi complimenti… mi fate arrossire…

ROSETTA             Gino?!?! … Speranza?!?! (si dirige verso le voci, poi sentendoli arrivare si nasconde dietro ad un tendaggio imbarazza) Oh, cielo….

GINO                   (entrando) Un angelo…. Proprio un angelo…. Mi avete rincuorato con le vostre parole…..

SPERANZA           (entrando ha in mano una bottiglia di vinsanto e una lettera) Parole che vengono dal cuore….. come le vostre (mostra una lettera)

GINO                   Si dal cuore…. In quella lettera ho messo nero su bianco poche righe, ma molti dei miei sentimenti più profondi…. E senza il vostro incoraggiamento non sarei mai riuscito a scrivere quelle parole….Speranza siete stata proprio un angelo.

ROSETTA             (disperata) Un angelo!?!?

SPERANZA           Ve l’ho già detto prima….. vi sosterrò sempre, vi sarò sempre vicina.

GINO                   Già, vicina …. e coraggiosa anche…. Mi avete promesso che farete quella cosa per me!!

SPERANZA           Per voi e per il vostro amore. E’ una promessa che vi ho fatto e state cerco che la manterrò! (ripone la lettera nel libro sul tavolo, Rosetta nota il gesto)

GINO                   Mi farete l’uomo più felice della terra…..Ma mi raccomando non dite niente a nessuno

SPERANZA           State certo.

GINO                   Adesso devo andare…. Arrivederci. (esce)

SPERANZA           Arrivederci ….. e state anche tranquillo che la vostra lettera sarà in buone mani! (rimasta sola) Eh….l’amore…

ROSETTA             (nascosta) Amore!??!

DON MICHELE     (d.d) Ma questo vinsanto da dove deve venire?

SPERANZA           Eccolo, zio… eccolo (lascia il libro con la lettera sul tavolo va nello studio con il vinsanto)

Scena 7 –  Rosetta, Costanza, Speranza, Gigliola, Raul, Pietro e Don Michele

ROSETTA             (esce dal nascondiglio disperata) Oh….Come ho fatto ad illudermi?… sono proprio una stupida! Gino e Speranza….. Amore…..Ed io che credevo che Gino mi volesse bene!..... Che pensasse a me…..Non è possibile…. (vede la lettera) Ah ecco la lettera…. Voglio proprio vedere con i miei occhi che cosa ha scritto Gino a Speranza (la legge e strabuzza gli occhi cadendo a sedere allibita)……Mio Amore…. tesoro……Allora è vero! Gino fa il cascamorto con Speranza…..(riprendendo a leggere) i tuoi occhi risplendono come le stelle nella notte…. Stelle?! Te le fo vedere io le stelle, lurido bugiardo…. Il  tuo tocco leggero mi da i brividi… Tu sentirai il mio di tocco leggero appena tu mi capiti a tiro…. Luridissimo bugiardissimo….(riprende diventando sempre più triste) dolce tesoro… Angelo in terra…. Speranza del mio cuore… del suo cuore….tuo Gino….. (inizia a piangere) tuo Gino…..….(piange disperatamente poi si riprende)… e stamani mi aveva detto che pensava a me giorno e notte… che l’era tutto scombussolato, che ero la sua fidanzata e che mi voleva sposare….e…che al cuore non si comanda….. e ora c’ha la Speranza nel cuore….(piange poi si sente rumore di risate e applausi dallo studio) …. Basta… basta… Rosetta torna in te… non abbatterti… non devi farti vedere in queste condizioni da lei e inoltre c’è il tuo fidanzato di là … il fidanzato che i tuoi genitori hanno scelto per te…. Fidanzato… e pensare che mi ero quasi convita a scappare con Gino…. Ma adesso ho capito che quel ipocrita vuol tenere il piede in due staffe… ma io non mi faccio più abbindolare. Se Gino vuole Speranza, che se la prenda…. Io non lo voglio più vedere, neanche dipinto. Io mi sposo si, ma con Raul.

GIGLIOLA            (rientrando e seguita dagli altri) Oh, benedetta figliola…. Ma che ti è successo? Mi sono girata e ‘un tu c’eri più.

ROSETTA             Niente mamma, scusate…. Anzi scusate tutti quanti (tra sé) meno una.

DON MICHELE     (presentando la ragazza a Pietro) Ed ecco finalmente la nostra Rosetta…. Raul vi presento la vostra futura sposa, Rosetta…. Rosetta questo e Raul

RAUL                    (intervenendo) Raul Gomez Castiglia De Panz.

PIETRO                (imitando Raul si inchina goffamente e le fa il baciamano) Incantato. Mi amor.

COSTANZA          (alla sorella in disparte) Non è un amore?

SPERANZA           Chi? Raul?!

COSTANZA          Macchè Raul… Pedro… guarda che stile, che portamento…. E quella parlata così affascinante….

SPERANZA           Costanza…

DON MICHELE     Bene figlioli, visto adesso che vi siete presentati che ne dite se discutiamo della cerimonia….

PIETRO                Ecco…

RAUL                    (interrompendo) Don Miguel…. Por la cerimonia necesitamos de la madre de Don Raul…. Donna Zuleide

DON MICHELE     Giusto Pedro…. Giusto….aspetteremo di incontrare Donna Zuleide.

GIGLIOLA            (portando in disparte Don Michele) Non si preoccupi Don Michele… Ottavino già sta discorrendo con la madre di Raul. Proprio in questo momento è a passeggio con lei per il quartiere.

DON MICHELE     Bene, bene….

ROSETTA             (rivolta a Pietro) Spero abbiate fatto buon viaggio?

PIETRO                Eh…. si… si….bueonos Buenos. Mi tesoro, mi am… (Pietro riceve una gomitata da Raul che lo interrompe cala un silenzio imbarazzante)

ROSETTA             Sapete Raul… vi immaginavo diverso…. dalle vostre lettere, così piene di racconti di viaggi, di aneddoti curiosi, vi credevo meno taciturno….

RAUL                    (intervenendo) Taciturno Don Raul? No, no. no Don Raul es en exellente hablator…(sottovoce) habla por favor… habla…

PIETRO                Eh….hablo hablo….Mi amor….. mi tesoro…. mi corason

ROSETTA             Adesso sono io senza parole….(dispettosa verso Speranza) Ah, sapete Speranza, Raul mi ha scritto tantissime lettere…. Tantissime lettere tutte per me!

PIETRO                (prendendo coraggio) Muchissime letteres por la bella senorita. (le bacia la mano)

RAUL                    (piano) No exagerar…

COSTANZA          Rosetta siete proprio fortunata…. Avete un fidanzato veramente galante.

RAUL                    (allusivo) Todos los hombres espanols sono galanti, senorita. (le bacia la mano)

ROSETTA             Già galante, premuroso…ma soprattutto sincero. Non se ne trova molti di giovanotti sinceri come il mio Raul.

PIETRO                Securo…sincero! Io soy sincero.

COSTANZA          E quando ci saranno le nozze?

ROSETTA             Oggi stesso!

PIETRO                Eh?!?!

GIGLIOLA            Rosetta non essere così impaziente…. Occorre preparare il tutto…. Figliola cara, ogni cosa a suo tempo.

RAUL                    Justo Donna Gigliola, avantes necessitas parlare con Donna Zuleide.

DON MICHELE     Proprio così …  quindi perché non la raggiungiamo? (si rivolge poi a tutti i presente) Che ne dite se usciamo? Così con l’occasione, vi mostriamo le bellezze della nostra città… che non sarà grande come Madrid, ma certamente non è meno bella.

PIETRO                (preoccupato) Eh…

GIGLIOLA            Vedrete Raul, come è bella la nostra Firenze… Su andiamo, così incontreremo anche vostra madre….

PIETRO                Eh?

GIGLIOLA            Mio marito Ottavino l’ha accompagnata a passeggio per le vie del centro…

PIETRO                (terrorizzato) Mi…. Madre?!?

GIGLIOLA            Si, nel cuore di Firenze.

RAUL                    Comò?

COSTANZA          No Como, Pedro, il cuore di Firenze….Firenze.

PIETRO                Oh…oh

RAUL                    (spingendolo fuori) Non te preoccupar… Non te preoccupar…

PIETRO                Non mi preoccupar, non mi preoccupar!

SPERANZA           (mentre tutti escono rimane indietro con Rosetta) Rosetta…

ROSETTA             (sostenuta) Speranza!

SPERANZA           Scusate se mi intrometto….

ROSETTA             (dura) E allora non intromettetevi!

SPERANZA           Ecco io avrei una cosa da dirvi....

ROSETTA             Non c’è niente da dire…. So già tutto!

SPERANZA           Tutto? Non credo… dovreste dare un’occhiata a questa lettera. (va per prendere il libro con la lettera) La lettera che una certa persona mi ha dato…

ROSETTA             (interrompendola) Le vostre lettere non mi riguardano, io ho le mie e voi la vostra. Dite pure a quella certa persona che io sto per sposarmi e che non vedo l’ora di farlo (risentita si avvia alla uscita)

SPERANZA           (correndole dietro) Rosetta… state commettendo uno sbaglio… Rosetta…ascoltate…

ROSETTA             Ve l’ho detto: sto per sposarmi (esce)

SPERANZA           Siete ancora in tempo…Rosetta….(esce)

Scena 8 –  Quintilia, Clorinda e Don Michele

CLORINDA           (dopo un attimo in cui tutti sono usciti entra seguita da Don Michele e Quintilia) Don Michele, venite, venite…su… su…

DON MICHELE     (arrabbiato) Spero proprio non si tratti di una sciocchezza… Clorinda ero appena uscito con i nostri ospiti importanti.

CLORINDA           Ospiti importanti? Quello che vi dobbiamo dire è importante altro che sciocchezza!

QUINTILIA         Sciocchezza un corno…. Si tratta di una cosa della massima importanza.

CLORINDA           Massimissima importanza., Don Michele.

DON MICHELE     Sarà bene!.... Su…. Ditemi questa cosa di massimissima importanza.

CLORINDA           Ecco…. Siamo di fronte ad un…

DON MICHELE     Ad un….

CLORINDA           Ad uno…

QUINTILIA         (intervenendo) Uno scandalo!!!

DON MICHELE     Scandalo? Ma icchè vu’ dite?

QUINTILIA         Don Michele, se la sapesse…..

CLORINDA           Se la sapesse….

DON MICHELE     Ma icchè devo sapere? Icchè?

QUINTILIA         Nel suo gregge, tra le sue pecorelle Don Michele, si nascondono dei lupi….

DON MICHELE     Lupi?

CLORINDA           Si lupi della peggior specie

QUINTILIA         Già, e paiano delle pecorelle impaurite e timorose… ma invece…

DON MICHELE     Invece?

QUINTILIA         Invece le sono dei lupi….

CLORINDA           Dei lupi cattivi…. Anzi di più cattivissimi, famelici, ingordi, insaziabili, vizio…

QUINTILIA         (da una gomitata alla perpetua) Clorinda?!?

CLORINDA           (scusandosi con l’amica) Mi son fatta prendere la mano!

DON MICHELE     Lupi?  ……ma che vi ha dato di barta il cervello a voi due?

QUINTILIA         Ma icchè la dice?!?!

CLORINDA           Don Michele?!?!

DON MICHELE     Oh che seguitate di molto a parlare per metafore?

CLORINDA           Don Michele icchè la si arrabbia? Pure nostro Signore si spiegava usando parabole…

DON MCIHELE     (arrabbiato) O che vi volete paragonare a Lui, vecchie pettegole.

QUINTILIA         (piccata) Vecchie pettegole un corno!

CLORINDA           (risentita) Di primo pelo lui!?

QUINTILIA         Qui non si tratta di chiacchere tra comari Don Michele. Qui si tratta di uno scandalo. Uno scandalo belle e buono!

DON MICHELE     (al limite della pazienza) Insomma che me lo volete dire chiaro e tondo icche l’è questo scandalo? Si o no?

CLORINDA           Certo che gli si dice….. o un siamo qui per questo? Ma la ‘un fa che interrompe co’ su’ discorsi…..

DON MICHELE     (alzando gli occhi al cielo) San Martino trattienimi te…. Ora le piglio e le butto giù dalla finestra, anzi dal campanile se le seguitano.

QUINTILIA         Campanile un corno, Don Michele…..Qualcun’altro deve essere buttato giù dal campanile…. Anzi cacciato via….

CLORINDA           Giusto, via… via dal su’ gregge.

DON MICHELE     E rieccoci con il gregge! Adesso basta!

CLORINDA           Giusto basta…. La si metta a sedere, così gli si dice tutto e la un casca in terra dalla sorpresa.

DON MICHELE     Io ‘un casco in terra di certo…. Parlate chiaro, una volta per tutte!

QUINTILIA         E così sia!

CLORINDA           Amen!

DON MICHELE     Clorinda! (Clorinda si chiude comicamente la bocca)

QUINTILIA         Ebbene lo scandalo riguarda due persone a me vicine.

CLORINDA           A lei vicine… (indica Quintilia) lei lei (il priore la guarda male e lei chiude di nuovo comicamente la bocca)

QUINTILIA         Un omo.... e una donna

CLORINDA           Omo… donna,,,(idem)

DON MICHELE     E chi sarebbero?

QUINTILIA         L’omo, se così si può chiamare l’infingardo, l’è…..l’è… Ottavino….

DON MICHELE     Ottavino?

CLORINDA           Ottavino l’infingardo (idem)

QUINTILIA         E la donna….

DON MICHELE     (stupito) La sora Gigliola?

QUINTILIA         Macchè la Gigliola….un’altra donna… un’altra...

CLORINDA           La ‘un interrompa so’ priore…..

QUINTILIA         Non è la Gigliola. Si tratta di un’altra donna

CLORINDA           Una donnaccia (idem)

DON MICHELE     O chi allora? Chi?

QUINTILIA         (comicamente trattenuta dal dirlo) l’è… l’è…

DON MICHELE     L’è?

QUINTILIA         L’è…la…Li … l’è la Li…

DON MICHELE     Lellali, lellali… o che è il momento questo di cantare sora Quintilia?

QUINTILIA         Cantare un corno! .... L’è la li…

CLORINDA           (che non ne può più esplode anticipando l’amica) Li….bertaria! Oh finalmente!

QUINTILIA         Clorinda?!?!

CLORINDA           (sedendosi sfinita su una sedia) Un se ne poteva più!

DON MICHELE     Libertaria?.... Ottavino e Libertaria? (pausa)… Oh san Martino, gli è andato proprio di barta il cervello.

QUINTILIA         Di barta il cervello un corno! Don Michele, quei due ce li ho sotto gli occhi tutto il giorno…. E vedo bene come si comportano…. Come tramano alle spalle degli altri…. E un mi ingannano me!

DON MICHELE     Sora Quintilia, la si calmi…. La ragioni….. Che le sembra questo il modo di parlare di su’ fratello? Di quella poera figliola della Libertaria?

QUINTILIA         Poera figliola un corno! Don Michele, quella l’è una mangiatrice di omini…. La fa finta di essere tutta compita, riservata, e poi la fa la svenevole co’ i’ mi’ fratello….. e qui’ bocco un gli pare i’ vero di avella sempre di intorno….

DON MICHELE     Sora Quintilia, ma icchè la dice? La Libertaria l’è una figliola timorata di Dio…. E i su’ fratello poi….

QUINTILIA         I’ mi’ fratello l’è un omo…. E gli omini ‘un sanno resistere alle civette dagli occhi dolci.!

CLORINDA           Oh la ‘un era un lupo Quintilia? O che l’è diventata civetta ora!

DON MICHELE     Basta! Basta! Non ci credo!

QUINTILIA         Lei la un ci crederà, ma tra quei due c’è qualcosa di losco…. Parola di Quintilia.

CLORINDA           Si parola di Quint…(riprendendosi)…Clorinda!

DON MICHELE     Ah San Martino tenetemi voi…..Uscite di qui…..Non voglio più sentire calunnie! Fori dai piedi…. (le donne si avviano verso la cucina contrariate) E ricordatevi “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”….E se vi sento ancora discorrere di questa storia, vi lavo la bocca col sapone…. (mentre escono le due donne) …. a tutte e due! (si mette ai piedi del santo a pregare per calmarsi) San Martino datemi la pazienza…. Tanta pazienza….(si sente bussare alla porta) O chi c’è ora? (va a aprire)

Scena 9 –  Libertaria, Don Michele, Clorinda e Quintilia

LIBERTARIA        (d.d) Don Michele, posso entrare?

DON MICHELE     (d.d) Oh, Libertario entra, entra….(nel frattempo Clorinda e Quintilia fanno capolino dal fondo scena).

QUINTILIA         Si parla del diavolo….

CLORINDA           E gli spuntan le corna! (poi si nascondono velocemente all’ingresso dei due)

DON MICHELE     (entrando) Accomodati Libertaria, accomodati.

LIBERTARIA        Grazie Don Michele (si siede).

DON MICHELE     (andando sul fondo a vedere se le due donne sono andate via) Allora figliola, come mai qui? I preparativi delle nozze di Rosetta e Raul?

LIBERTARIA        No, so’ priore…. Non sono venuta per quello…. Anche se i preparativi mi tengono occupata tutto il giorno per la testa ho altri pensieri….ed è appunto per questi pensieri che son venuta da lei!

DON MICHELE     Allora dimmi qual buon vento ti ha spinto a venire?

LIBERTARIA        (più tra sé) Buon vento non è proprio….Direi più un Tramontano….

DON MICHELE     (sedendosi vicino a Libertaria) Tramontano, addirittura!?

LIBERTARIA        Don Michele, voi siete il solo con cui posso parlare….se sapesse…se sapesse….

DON MICHELE     Ohi ohi si ricomincia…

LIBERTARIA        (inizia a piangere) Don Michele…. Se sapesse….

DON MICHELE     (consolando la ragazza) Su Libertaria calma…. Calmati… con l’aiuto del Signore si rimedia a tutto…. Su… su… racconta… Icche devo sapere? Icchè?

LIBERTARIA        Se sapesse… se sapesse (piangendo)

DON MICHELE     (esasperato) San Martino ma icchè l’hanno tutte ‘ste donne oggi? Prima devo sapere e poi mi ci vole le binde per saper qualcosa…. Su Libertaria discorri… non piangere… discorri!

LIBERTARIA        Don Michele, sta per succedere un disastro…. Uno scandalo!

DON MICHELE     Un altro!  (occhi al cielo) San Martino…

LIBERTARIA        Si proprio così… sta per succedere uno scandalo ed io sono disperata… mi aiuti lei, la prego.

DON MICHELE     Benedetta figliola, ti aiuto si, ma fammi capire qualcosa… perché ancora ‘un n’ho capito un accidente!

LIBERTARIA        Si l’ha ragione… Stamani so’ priore ho raccontato tutto alla sora Gigliola, come l’aveva consigliato lei.

DON MICHELE     Oh brava!

LIBERTARIA        E lei l’è stata così buona con me….

DON MICHELE     Hai visto… una santa donna la sora Gigliola!

LIBERTARIA        Si proprio una santa…. Si figuri che lì per lì le stavo per dire anche di Marcellino…(tira fuori la foto del figlio)

DON MICHELE     I’ tu’ figliolo?

LIBERTARIA        Si… stamani stavo per dirlo alla sora Gigliola…. ma poi ho perso il coraggio.

DON MICHELE     E tu lo ritroverai, sta tranquilla. Ma l’è tutto qui? Sarebbe questo lo scandalo?

LIBERTARIA        No… non è tutto qui! (si avvicina a don Michele e parla più sotto voce nel frattempo si scorge Clorinda e Quintilia che spiano i due) Dopo l’è successo che, mentre la sora Gigliola l’era via ….(mimica del caso)

DON MICHELE     Ma no?!? Non ci posso credere! Brutto birbante!

LIBERTARIA        E non è finita…il sor Ottavino ha iniziato a ….(si rimette a parlottare col prete, mentre le due spione si fanno comicamente più attente)

DON MICHELE     Anche questo? Ora mi sentirà quel lazzarone? Vado subito a dignene quattro! (si alza arrabbiato)

LIBERTARIA        (andando dietro al prete) Don Michele la si calmi…. Lui l’è un poero omo, son stata io che ad un certo punto ‘un ho capito più nulla e mi son data da fare….così….

DON MICHELE     Già ma certe cose ‘un si possono fare…. ‘Un si fanno certe cose. Eh , ma ora mi sente, mi sente (esce come una furia)

LIBERTARIA        L’è stato un attimo di sbandamento, Don Michele (esce lasciando la foto del figlio sul tavolo) … Don Michele….

Scena 10 –  Clorinda e Quintilia

QUINTILIA         (esultando rientra in scena) Hai sentito Clorinda! Avevo ragione… avevo ragione!

CLORINDA           Di cosa?

QUINTILIA         Come cosa? Di tutto! Non hai sentito?

CLORINDA           E parlavano fitto fitto quei due, che ho inteso poco..... poi, quando l’è venuto Don Michele verso di noi, ci siamo rimpiattate dietro la tenda. e… che spavento! Pensavo di morire!

QUINTILIA         Morire un corno... io invece ho intesto tutto lo stesso... tutto!

CLORINDA           E tu c’hai un udito fino di nulla allora... icche l’hanno detto, icchè?

QUINTILIA         Quella svergognata l’ha ammesso di avere avuto un figliolo da Ottavino... un figliolo capisci?!? Guarda questo! (prende la foto del bimbo dal tavolo)

CLORINDA           Bah…guarda che ceppicone che c’ha? E gli assomiglia proprio al sor OttavinoAcciderba però..... se questo l’è i’ figliolo, allora l’è da tanto che se la intendono?

QUINTILIA         Già e son proprio degli spudorati…. quando poi quella svergognata l’ha messo piede in casa la prima volta, la faceva tutto la timida, la vergognosa…. e pareva che la  un lo conoscesse per nulla! Bugiarda!

CLORINDA           Quintilia, ma tene tu c’avevi visto proprio giusto con quella civetta…. Quel lupo… quella donnaccia!

QUINTILIA         Certo che ci avevo visto giusto… Tu lo sai che non mi faccio più abbindolare… Non mi fo più prendere per il naso!

CLORINDA           Giusto…

QUINTILIA         (presa da una folgorazione) Clorinda lo sai icchè penso inoltre? Che anche la mi’ cognata la sa ognicosa!

CLORINDA           Ognicosa, la Gigliola?

QUINTILIA         Si la Gigliola! Perché unnè possibile, via che la un si sia avvista di nulla…. La sarebbe cieca?! Però dico, come la fa ad accettare questa situazione, o che donna l’è?

CLORINDA           Mah, la sarà innamorata di su’ marito... poera donna! Icchè la ci trova, e la lo sa solo lei?!?

QUINTILIA         Ma ora che ci ripenso, non solo la Gigliola la sa ognicosa.... anche Don Michele e sa!

CLORINDA           Don Michele?

QUINTILIA         Si Don Michele… e figurati che lui e ci  ha dato addirittura di vecchie pettegole! Pettegole un corno.... e sapeva tutto! Tutto!

CLORINDA           Be’ don Michele l’è un prete… e l’avrà saputo in confessione… ‘un poteva mica dirlo no?

QUINTILIA         Dirlo no, ma almeno poteva evitare di trattarci come ci ha trattato. Ma già, l’è un omo anche lui… e si sa che degli omini un ci si po’ fidare!

CLORINDA           Giusto! Gli omini sono omini… e le donne sono donne....un c’è nulla da fare!

QUINTILIA         Farabutti, bugiardi, donnaioli e ingannatori!

CLORINDA           Si si farabutti, bugiardi, donnatori e ingannaioli.. cioè…ingannatoli, donatori… insomma donnaioli, ingannatori!

QUINTILIA         (sospirando) Sicuro ... più ti sussurrano paroline dolci e più bugiardi sono! Più regali ti fanno e più malefatte combinano…più sospiri tirano e più lacrime tu piangi (piange disperata)

CLORINDA           (comicamente piange) bugiardiiii, malefatteeee, lacrimeeeee

QUINTILIA         Oh Clorinda che disgrazia essere donna in questo mondo.... che disgrazia....

CLORINDA           Che disgrazia!.... (riprendendosi) Si però a me un mi garberebbe mica essere un omo! Sie...

QUINTILIA         Gli omini sono dei mascalzoni... prima si prendono la tu’ gioventù e poi....

CLORINDA           Già e poi.... (curiosa) e poi?

QUINTILIA         E poi ti lasciano sola! Io ne so qualcosa.. Vero Clorinda?

CLORINDA           Si, sola, sola come un cane! (pausa) Però a dirla tutta, te un tu sei rimasta sola! Te tu sei rimasta con A...

QUINTILIA         (interrompendola) Zitta! Non nominarlo.... un tu lo sai che anche i muri possono avere gli orecchi! Mi avevi giurato che non avresti detto parola su questa storia.

CLORINDA           E infatti non ho detto mai nulla! Mano sul cuore....(a voce più bassa) In tutti questi anni il tu’ figliolo l’ho tenuto con me e l’ho fatto passare pe’ i figliolo di una lontana parente. Un gli ho fatto mancare nulla sai

QUINTILIA         Si, Clorinda lo so. Ringrazio San Martino tutte le mattine e tutte le sere per averti incontrata. Se allora un tu ci fossi stata te, e non ti fossi presa cura di me e … del mi’ figliolo, un saprei proprio come la sarebbe andata a finire. I’ miei genitori ‘un avrebbero sopportato il dolore….

CLORINDA           Eh!…(facendole coraggio). Su, su adesso l’è passato però! Non pensarci e non pensare a quell’infame che ti ha abbandonato!

QUINTILIA         A quell’infame no.... ma a quell’infame di’ mi’ fratello si! Non posso permettere che la storia si ripeta.... che ci sia un figliolo che deve crescere senza un padre, senza una mamma!

CLORINDA           E allora icchè tu hai intenzione di fare?

QUINTILIA         Icchè ho intenzione di fare? Icchè ho intenzione di fare?

CLORINDA           Eh...

QUINTILIA         Uno scandalo! Ecco icchè ho intenzione di fare: Uno scandalo! (esce come una furia)

CLORINDA           Uno scandalo?!?! O andiamo a fare uno scandalo allora! (si avvia verso l’uscita) Quintilia aspettami... aspettami.(esce)

Scena 11 –  Speranza e Astianatte

ASTIANATTE      (arriva dal fondo) O icchè l’hanno da strepitare la Clorinda e la sora Quintilia? Icchè sarà successo? (rientra Speranza) O... signorina Speranza che lo sa lei icchè l’è capitato alla Clorinda e alla sora Quintilia? Le bociavano come due ossesse!

SPERANZA           No, non lo so... Mi pare che le urlassero scandalo. L’erano così prese che neanche mi hanno visto.

ASTIANATTE      Strano, strano davvero. In tanti anni che le conosco un l’avevo mai sentite urlare a qui’ modo, neanche da bambino quando combinavo una birbonata e loro le mi sgridavano….

SPERANZA           Le ti sgridavano? Tutte e due?

ASTIANATTE      Si tutte e due…. Ma gliel’ho detto, nonostante la bricconata, non hanno mai urlato a qui modo….chissà icchè l’è successo? (rivolto alla ragazza) Ma che è sicura che le dicevano scandalo? O unnè una brutta cosa lo scandalo?!

SPERANZA           Si Astianatte l’è brutta, brutta davvero.

ASTIANATTE      Ah…. Allora l’avranno detto sandalo, no?! Sandalo l’è più bellino?

SPERANZA           Tu sei proprio un ragazzo semplice, Astianatte, dolce, buono…. Ce ne fossero al modo di persone come te.

ASTIANATTE      Come me? Io sono come sono.

SPERANZA           Appunto tu sei come sei. Limpido, schietto, puro.

ASTIANATTE      Si, come il vino di Don Michele! Limpido, schietto e puro!

SPERANZA           (sorride) Ah… e poi tu sei sempre sorridente… non ti arrabbi mai.

ASTIANATTE      Allora sono come lei signorina!

SPERANZA           Come me?

ASTIANATTE      Si. Come lei. Lei la ‘un è come la su’ sorella, che ‘un gli va mai bene nulla!  Lei l’è sempre gentile con tutti…. La non bocia mai…. La sorride sempre….. La parla con tutti, e tutti le vogliono bene….

SPERANZA           (speranzosa) Tutti mi vogliono bene?....Proprio tutti?

ASTIANATTE      (convinto) Certo tutti… oh, se c’è qualche rintronato che non gliene vuole, la me lo dica eh. Ci penso io!  (minaccioso) Gli sbatto ‘sta campana in testa così rimane rintronato per tutto la vita!

SPERANZA           (sorridendo) Ecco l’impavido Astianatte. Il mio cavaliere dall’armatura scintillante senza macchia! Pronto a difendermi dai rintronati!

ASTIANATTE      Sicuro!

SPERANZA           (sorridendo) Astianatte caro… Tu sei unico! Nemmeno col lanternino se ne trovano ragazzi come te! Ti voglio un gran bene. (lo bacia su una guancia, poi si riprende imbarazzata dello slancio avuto) Oh…

ASTIANATTE      (imbarazzato comicamente) Eh….La mi vuol be… be… bene?

SPERANZA           (timida) Si…. Be…be… bene!

ASTIANATTE      (c.s.) Eh…eh…L’ha detto che la mi vuol be be... bene, vero?

SPERANZA           (c.s.) Si, be… be… bene?

ASTIANATTE      (sempre più confuso) Anche io le voglio be… be... bene.

SPERANZA           (c.s.) Be… be… bene? (si guardano timorosi. Astianatte fa si con la testa. Per un momento si guardano di sottecchio poi comicamente si slanciano uno contro l’altro in un abbraccio. Si separano imbarazzati, poi si riabbracciano ancor più comicamente. Astianatte preso dall’emozione  comincia a suonare la campane velocemente)

ASTIANATTE      Signorina Speranza!

SPERANZA           Chiamami solo Speranza.

ASTIANATTE      (inghiottendo per l’emozione) Solo Speranza….Speranza

SPERANZA           Astianatte….

ASTIANATTE      (suonando più forte) Vuoi diventare la mia fidanzata?

SPERANZA           (non riesce a sentire per via della campana) Cosa?

ASTIANATTE      (suonando e urlando sempre più) Voi diventare la mia fidanzata?

SPERANZA           (riuscendo a fermare la campana, abbracciando il ragazzo) Diventare che cosa?

ASTIANATTE      (bloccato dalla ragazza) La mia fidanzata!

SPERANZA           La tua fidanzata?

ASTIANATTE      (fa cenno di si sorridendo) Eh?

SPERANZA           Io… io….Si, che lo voglio! (Le butta le braccia al collo liberando il ragazzo che la fa girare)

ASTIANATTE      Siiiiiii! (rimettendo la ragazza in terra) Allora diciamolo al mondo intero (la prende per mano e la trascina via)

SPERANZA           (sorpresa) Cosa? Al mondo intero?(sbalordita) Non ci posso credere! (esce trascinata dal ragazzo che ricomincia a suonare freneticamente la campana)


ATTO TERZO

Il sipario si apre su una piazzetta. Sul fondo rialzato la facciata di una chiesetta. A destra prima quinta l’ingresso della latteria di Ottavino, a sinistra prima quinta quello del forno di Gino. Sul fondo rialzato il transito a destro e sinistro per le entrate/uscite. A destra prima quinta una panchina.

Scena 1 – Luigia, Eulalia e Gino

LUIGIA                (guardando incuriosita la bottega del lattaio chiusa.. Dalla vetrina si vede in bella mostra un cartello con su scritto “TORNO SUBITO”. La ragazza si avvicina alla porta e urla scrutando l’interno) C’è nessuno? C’è nessuno?

EULALIA              (uscendo dalla bottega di fronte, le si avvicina) Gigia, non ti spolmonare, tanto un c’è nessuno. E’ l’è un po’ che l’è chiuso!

LUIGIA                (sorpresa) Da un po’? O se qui c’è scritto “torno subito”? Alla faccia Eulalia!

EULALIA              Stamani presto ho visto uscire Domenico, come al solito, col triciclo del latte, poi a metà mattina la sora Gigliola col marito, e all’ora di’ desinare la sora Quintilia… poi un s’è visto più nessuno! Scomparsi!

LUIGIA                Scomparsi? Ma icchè tu mi dici, o se poc’anzi ho incontrato la sora Gigliola con la figliola che le discorrevano con la nipote del sor priore e du’ forestieri?!

EULALIA              (risentita) Beh, se l’è per questo, anche io ho scorto la sora Quintilia a parlottare con la perpetua di don Michele e poi  il sor Ottavino conciato come a carnevale a passeggio con una tipo che la pareva una rificolona…

LUIGIA                Una rificolona?

EULALIA              Si una tutta strana, brutta… Comunque adesso in bottega un c’è nessuno lo stesso!

LUIGIA                Manco Domenico?

EULALIA              Manco Domenico. Oh Gigia te l’ho belle detto prima, Domenico l’è stato i’ primo a ire via e ancora e unn’è torno.

LUIGIA                Insomma in una bottega che di solito e ci stanno in quattro, un c’è nessuno?

EULALIA              (decisa) Nessuno!

LUIGIA                (scuotendo il capo, tra sé) Mah, un ci posso credere!

EULALIA              Credici, credici! (con aria di chi ne sa più della amica) Oggi qui l’è tutto un putiferio! Che l’hai sentito quello scampanio di poc’anzi?

LUIGIA                Si che l’ho sentito! L’hanno sentito tutti! Figurati che anche i mi’ nonno Nanni, che l’è sordo come pochi, e gli ha chiesto chi s’era spostato?!?

EULALIA              Macchè sposato! Gli era qui brocco di Astianatte, il sagrestano. L’è passato di sotto alle mi’ finestre che sembrava un terremoto. In una mano l’aveva una campana che agitava a più non posso e con quell’altra trascinava una delle nipoti di Don Michele.

LUIGIA                Non ci posso credere, ma icchè tu mi dici?

EULALIA              La verità ti dico!

LUIGIA                Oh, Madonnina, icchè sarà successo?

EULALIA              O che lo so io?! Ho cercato di capire icchè dicevano, ma con quello scampanio un’ho inteso nulla! (nel frattempo esce di bottega Gino con un cesto di pane)

LUIGIA                Figurati, io credevo che si fosse sposata la Rosetta!

EULALIA              Spostata la Rosetta? Di gia?

LUIGIA                Eh (con l’atteggiamento di saperne più dell’amica mentre Gino si avvicina interessato alla conversazione) Un te l’ho detto dianzi che l’ho vista con quei du’ giovanotti. L’era a braccetto con uno dei due. Uno che parlava forestiero… e visto che un s’erano mai visti prima, ho pensato che fosse arrivato il fidanzato spagnolo…

GINO                   (intervenendo con aria cupa) A braccetto con chi?

EULALIA              (vedendolo per la prima volta) O Gino…. Buongiorno.

LUIGIA                (a Gino) Chi chi?

EULALIA              (sorpresa come l’amica) Chicchi cosa?

GINO                   (iniziando a spazientirsi) Con chi l’è? Con chi l’è?

EULALIA              (tra se’) Mah e par d’essere in un pollaio: chicchirichì, coccodè?

GINO                   (esasperato) Si un pollaio (indicando le ragazze) con du’ galline!

GINO                   Sentite, un mi fate confondere! Si po’ sapere con chi l’era a braccetto la Rosetta? E in do’ l’era? (minaccioso gettando la cesta del pane per terra) Allora? Ditemi!

LUIGIA                (intimorita) Subito, la si calmi però…

GINO                   Mi calmo se vu’ ripetete icchè vu’ avete detto dianzi….. oppure vu’ siete solo delle pettegole che le chiaccherano a vanvera.

EULALIA              (risentita) A vanvera? O che maniere… badalo bellino, e un da’ il buongiorno, ma l’offende.

LUIGIA                Badate Gino, che io un vo’ a giro a chiacchierare a vanvera. Io, l’ho vista con i miei occhi! Potessi cecare se unn’è vero! La Rosetta l’era abbracciata ad un giovanotto forestiero, il su’ fidanzato e…

GINO                   (interrompendola ) E come vu’ fate a sapere che l’era i’ su fidanzato?

EULALIA              Come, come la fa a sapello? Ma se lo sanno tutti che la Beccai l’è fidanzata con uno spagnolo! (maligna) Lei la un lo sapeva, Gino?

GINO                   (furioso a Eulalia) Te chetati, boccalona!

EULALIA              (risentita) Boccalona?!?!

GINO                   (a Luigia) Insomma ancora un vu’ m’avete detto indo’ l’era la Rosetta!

LUIGIA                (intimorita) E l’era …. l’era in via di Corso…. e con lei …(Gino parte come una furia, urtando le ragazze che quasi cadono in terra)….c’era la su’ mamma! Acciderba che maniere!

EULALIA              (risistemandosi) Un po’ di garbino, eh! Oh, icchè gli è preso a quello lì?

LUIGIA                Già, l’è partito come una furia che per poco e mi fa ruzzolare per le terre….’un ci posso credere!?

EULALIA              (aiutando l’amica a sistemarsi) ‘Un ti confondere!

Scena 2 – Luigia, Eulalia, Fiammetta e Pietro

FIAMMETTA       (uscendo di bottega, vedendo la cesta del pane per terra) Ma icchè l’è successo qui? (cercandolo) Gino? Gino?

EULALIA              (avvicinandosi a Fiammetta che raccoglie i filoni di pane da terra) Fiammetta,  Gino l’è ito via come un fulmine!

LUIGIA                (avvicinandosi anche lei) E parea un pazzo!

FIAMMETTA       Ma icchè l’è successo?

EULALIA              Bah, e si sa assai noi. L’ha cominciato a urlare, chi… indo’ e poi l’è andato via come un ossesso, che per poco la Luigia  la va’ per le terre.

FIAMMETTA       (a Luigia) Ma icchè tu gli hai fatto di strano?

LUIGIA                Io? Io un gl’ho fatto nulla di strano…. E gli ho detto icchè voleva sapere!

FIAMMETTA       (a Luigia iniziando ad agitarsi) E icchè tu gli hai detto?

EULALIA              (intervenendo) Fiammetta, ora la un si agiti anche lei, eh?! La Luigia gli ha detto a Gino che l’aveva visto la Beccai a braccetto co’ i’ su’ fidanzato. Il fidanzato forestiero!

FIAMMETTA       Raul è qui?

LUIGIA                Io un lo so’ se si chiama Raulle. Io so solo che la Rosetta l’era in via di Corso con due tipi distinti che parlavano forestiero. E che l’era a braccetto con uno di questi, mentre l’altro l’era a braccetto con la nipote di don Michele….

EULALIA              A braccetto con la nipote di Don Michele? Questa un tu me l’avevi detto? (interessata) Quale nipote? Quale nipote?

LUIGIA                Quella….

FIAMMETTA       Quella un par di zeri, mi importa assai della nipote del priore. E così vu’ avete detto a Gino che la Rosetta l’era con Raul? (le ragazze assieme annuiscono)… Accidenti, l’è già arrivato lo straniero…. (tra se’, mentre le ragazze la scrutano arriva trafelato Pietro spaventato che cerca un nascondiglio) Qui bisogna inventare qualcosa, e subito

GINO                   (voce fuori campo) Indo’ la scappa?… indo’ la scappa? (urli vari a soggetto) Se la piglio….Figlio’ d’un cane…fermo…fermo…

LUIGIA                Eccolo, l’è lui, l’è lui! (indicando Pietro che sempre più intimorito cerca un nascondiglio)

FIAMMETTA       (colta da un’idea, afferra Pietro e lo trascina dentro la bottega mentre sopraggiunge Gino seguito da Rosetta, Raul e Costanza con mimica del caso) Presto di qua, di qua!

GINO                   Indo’ l’è ito? Indo l’è ito? (Eulalia e Luigia indicano comicamente due direzioni opposte, intimorite,)

EULALIA              (indicando verso sinistra) Di la’!

LUIGIA                (indicando verso destra) Di la’! (infine indicano il lato opposto della strada e tutta la comitiva corre, uscendo, in quella direzione. Le due ragazze si aggregano alla comitiva)

FIAMMETTA       (mentre gli urli diminuiscono, si affaccia alla porta di bottega, seguita da Pietro sempre più atterrito) Ecco,  via libera! Se n’è andato…. La venga, la venga….

PIETRO                (sconvolto col fiatone) Lo sapevo che andava a finire così, lo sapevo….

FIAMMETTA       (rincuorandolo) Tutto bene! Prenda fiato, su! L’è passata!

PIETRO                (comicamente prende fiato) Si, si, si…. Passato! Passato!

FIAMMETTA       (con voce suadente) La l’ha vista brutta, eh? Ma adesso la può tirare un sospiro…. Gino l’è andato via!

PIETRO                (col fiatone) Gino?

FIAMMETTA       Si, quello l’era Gino…. Un tipaccio che fa spavento!

PIETRO                L’ho visto, l’ho visto …(quasi tornato in se’) Grazie… Gracias

FIAMMETTA       (sorridendogli) Prego.

PIETRO                Se lei… (senza parole con mimica comica)…. Se lei…. Io….lui…eh!

FIAMMETTA       Già Lui! E’ stato proprio fortunato, sa? Gino è un pazzo scatenato!

PIETRO                (impaurito) Pazzo?!?

FIAMMETTA       (incalzando) Si… scatenato! Scatenatissimo! E poi geloso! Gelosissimo.

PIETRO                (sempre più impaurito) Gelosissimo!?!?

FIAMMETTA       Gelosissimo… della Rosetta, eh…. Ma ora non si preoccupi....

PIETRO                (tra se’) Vai eccone un’altra! (a voce alta) Me preoccupo, me preoccupo.

FIAMMETTA       Non si preoccupi, c’è Fiammetta che penserà a tutto!

PIETRO                (guardandosi attorno) Fiammetta?

FIAMMETTA       Fiammetta, io! Io sono la Fiammetta.

PIETRO                (ricomponendosi) Pie...(riprendendosi a tempo) eh.. piacere, encantado. Raul Gomez Castiglia De Panz. (inchino e baciamano)

FIAMMETTA       (deliziata) Raul.

PIETRO                Fiammetta. (si allontanano imbarazzati)

FIAMMETTA       (tra se’ sottovoce) E ora che gli dico?

PIETRO                (tra se’ sottovoce) E ora che faccio?

FIAMMETTA       (c.s.) E se rincarassi la dose con Gino pazzo? Così si impaurisce ben bene e se ne va via a gambe levate?

PIETRO                (c.s.) e ora che gli dico? Almeno arrivasse don Raul (comincia a guardarsi attorno alla ricerca di Raul)

FIAMMETTA       (c.s.) Si un bello spavento e il forestiero se ne ritorna a casa sua….. però che peccato, è proprio un bel giovanotto…

PIETRO                (c.s.) Don Raul ma dove siete? Mi tremano le gambe (Pietro barcolla dalla paura)

FIAMMETTA       Raul che fate? State bene? (avvicinandosi a Pietro) Ditemi qualcosa?

PIETRO                (c.s.) ma cosa, cosa? Ah….(a voce alta) Mi Amor, mi tesoro, mi corason…(e si risolleva aiutato dalla ragazza con fare galante)

FIAMMETTA       (turbata) Mi Amor… mi tesoro… o questa?

PIETRO                (incalzando e prendendo le mani della ragazza) Mi corason!

FIAMMETTA       (si ode la risata piena di Ottavino fuori scena) Presto di qua! (rientrano in bottega)

Scena 3 – Ottavino, Domenico, Luigia e Eulalia

OTTAVINO          (entrando con fare pomposo, vestito di tutto punto da torero in modo pacchiano. Domenico ancora travestito da Donna Zuleide utilizza la mantiglia e il ventaglio per nascondere il volto al padrone) Ah, ah, ah. Siete proprio una donna simpatica. Deliziosa!

DOMENICO          (con voce acuta) E lei un hombre ….. (non sapendo che dire) hombre! (risatina)

OTTAVINO          (indicando il negozio) E finalmente eccoci arrivati alla nostra bottega. (orgoglioso) Che le pare? Questa è una delle più antiche botteghe del quartiere, ma che dico quartiere, di Firenze.

DOMENICO          Davvero?

OTTAVINO          Si figuri che il padre del padre, del padre di mio padre fu il primo lattaio della zona. (orgoglioso) I Beccai il latte, ce l’hanno nel sangue!! Eh?!?

DOMENICO          (si nasconde dietro al ventaglio)

OTTAVINO          (scorgendo in quel momento il cartello “torno subito”) Come ancora chiuso? Quell’animale di Domenico non ha ancora aperto? Ma indo’ s’è cacciato? Quando lo vedo….

DOMENICO          (impaurito cerca di calmare Ottavino) Senor, senor cosa è capitato? Cosa non va?

OTTAVINO          (ricontrollandosi) Niente, niente.

DOMENICO          (spingendolo lontano dalla bottega) Senor Beccai, qui essere molto bellos.

OTTAVINO          Si molto bello, ma non mi chiami Senor Beccai, ora che i ragazzi si sono conosciuti e che stanno per sposarsi, mi può chiamare Ottavino.

DOMENICO          (facendo la finta ritrosa) Oh…. Senor Ottavino…. Ottavino.

OTTAVINO          (compiaciuto tra se’) Lo sapevo che l’abito avrebbe fatto impressione. Sono proprio uno splendore! (pavoneggiandosi) Donna Gomez Castiglia De Panz, con permesso apro la bottega e le mostro il dentro (si avvicina alla porta e apre)

DOMENICO          (tra se’) Ma guarda ‘sto vecchio bacucco come si mette in posa…. (sopraggiungono Luigia e Eulalia che si fermano sul ballatoio davanti alla chiesta)

EULALIA              (a Luigia) Hai visto che scenata l’hanno fatto la sora Quintilia e la Clorinda a quella là.

LUIGIA                L’aveva appena finito di urlare Gino, che eccoti quell’attre due dietro alla domestica. Quella….quella…. O come la si chiama la domestica?

EULALIA              Libertaria. (Domenico al nome della moglie si avvicina con non curanza)

LUIGIA                Già, Libertaria…..però un ci posso credere?!

EULALIA              O perché? Un tu te lo immagini il Sor Ottavino che fa il cascamorto tra le braccia della Libertaria?

LUIGIA                Mi vengono i bordoni a pensarci! La domestica che se la intende col padrone? Mah…

DOMENICO          (sorpreso) Eh?

LUIGIA                E da quando?!?

EULALIA              Beh a detta della Clorinda e della sora Quintilia da un monte di tempo! Figurati che gli hanno avuto anche un figliolo?

DOMENICO          Un figliolo? Quale figliolo? I mi’ figliolo? i su’ figliolo! (comincia a sventolassi a più non posso)

LUIGIA                Un figliolo?

EULALIA              Si, la me l’ha detto la Clorinda poco fa. E la m’ha fatto vedere anche le prove.

DOMENICO          (c.s. iniziando a passeggiare agitato) Prove?!

LUIGIA                Accipicchia Eulalia. (dopo una breve pausa) Ma hai visto che faccia l’ha fatto la Libertaria quando  hanno cominciato a urlare.

EULALIA              Per forza Siena, quelle due l’hanno fatto gente, urlando che l’era una poco di bono.

LUIGIA                Che vergogna! Che vergogna.

EULALIA              Hai visto come l’è scappata via?

OTTAVINO          (dopo aver acceso la luce del dentro negozio riappare sul portone della bottega) Ecco fatto!

EULALIA              (alla amica) Gigia, guarda chi c’è là! L’Adone!

LUIGIA                (alla amica) Più che Adone e mi sembra un pavone con tutti quei colori addosso!

OTTAVINO          (avvicinandosi a Domenico) Ecco ora le posso mostrare la mia modesta bottega nel suo splendore. Faccio strada (lo prende per mano e appena volge la testa dall’altra parte Domenico gli da una sventagliata in capo) Ohi.

DOMENICO          (Fingendo imbarazzo) O Scusi, scusi tanto….. Non volere… non volere (tira altre due ventagliate sul capo ad Ottavino)

OTTAVINO          (cercando di pararsi il capo) Ohi, ohi… ma icchè gli è preso?

DOMENICO          (c.s.) Non volere… non volere… essere tic tic tic (accompagna il tic con la ventagliate) quando io nervosa ecco il tic tic (Ottavino riesce a scansare un’altra serie di sventagliate)

OTTAVINO          E allora la un’ sia nervosa, la si calmi….(tra se’) Un pensavo certo che la mi’ bottega la facesse questo effetto?

DOMENICO          No bottega… no bottega…. Io nervosa por lei (avvicinandosi con enfasi)… lei Ottavino. (gli scompiglia i capelli, tirandoli alla fine)

OTTAVINO          (prima compiaciuto poi dolorante) Ohi. Ohi…..

DOMENICO          (cercando di afferrarlo per colpirlo di nuovo) Birbante! Non me guardare con quegli occhiacci (minima del caso di Ottavino che inizia a preoccuparsi) Maschiaccio…io nervosa, nervosa (afferra Ottavino e ricomincia a colpirlo con il ventaglio)

OTTAVINO          Ohi Ohi…(cerca di liberarsi dalla stretta comicamente)

EULALIA              (incredula assistendo alla scena) Guarda Gigia…. L’è proprio un Don Giovanni i sor Ottavino? O quante donne gli si appiccicano?

LUIGIA                ‘Un ci posso credere! Proprio non ci posso credere!

DOMENICO          (rincorrendo Ottavino che cerca rifugio dentro la bottega) Non scappare, non scappare!

OTTAVINO          Questa la m’ammazza! (raggiunto da Domenico che riparte con le sventagliate)

DOMENICO          E’ solo tic tic tic (entrano in bottega)

Scena 4 –Gino, Pietro, Fiammetta, Luigia e Eulalia

FIAMMETTA       (uscendo di bottega a braccetto con Pietro) Allora Raul, siamo intesi? Lascerete la Rosetta e vi fidanzerete con me.

PIETRO                (annuendo beatamente) Si mi amor, mi tesoro… mi corason!

EULALIA              (a Luigia) Ma quello unn’è il fidanzato dalla Rosetta?

LUIGIA                E mi pare anche a me!

FIAMMETTA       (sempre più stucchevole) E prima vu’ lasciate lei, prima vu’ potete stare con me.

PIETRO                (c.s.) Si, mi Amore, mi tesoro…. Mi corason.

EULALIA              (contrariata all’amica) Ma chi l’avrebbe detto: la Fiammetta una gattamorta?!  La ruba il fidanzato alla sua amica!

LUIGIA                ‘Un ci posso credere!.... Qualcuno e dovrebbe avvertire la Rosetta (si guardano poi si precipitano sul fondo uscendo di scena)

FIAMMETTA       Inoltre Raul, una volta che la si sarà fidanzato con me, la un’avrà più nulla da temere da Gino.

PIETRO                (impaurito d’improvviso) Ahiahiahiahai!

FIAMMETTA       (più vicina al ragazzo) Raul non temete, il mio amore vi salverà (si abbracciano comicamente mentre dal fondo sopraggiunge Gino)

GINO                   Ah, farabutto (si scaglia contro Pietro che si trova sballottato da una parte da Gino e dall’altra da Fiammetta) Ora me la paghi!

PIETRO                Ahiahiahiahai!

FIAMMETTA       (continuando a strattonare Pietro) Gino lascialo stare! Lui un c’entra più nulla. Lascialo stare.

GINO                   Lo lascerò quando ne avrò fatte polpette.

PIETRO                (piagnucolando e sballottato ancora dai due) Polpette? Ahiahiahiahai!

FIAMMETTA       Raul non vuole la Rosetta. Non la vuole più sposare!

GINO                   (alle parole della ragazza Gino si blocca trattenendo ancora il ragazzo per il braccio) Sicura?

FIAMMETTA       (tenendo ancora il ragazzo per il braccio) Si, Gino, sono sicura. Lui non vuole più sposarsi con la Rosetta. Vuole sposarsi con un’altra.

PIETRO                (ancora frastornato) Un’altra… un’altra…..

GINO                   (ancora dubbioso) Un’altra chi?

FIAMMETTA       (pausa prendendo coraggio) Un’altra… un’altra… io!

GINO                   (sbalordito) Te? (ricomincia a strattonare Pietro) Farabutto. Lazzarone. Altro che polpette, io ti distruggo.

PIETRO                (terrorizzato) Ahiahiahiahai!

FIAMMETTA       (preoccupata cerca di liberare Pietro dalla presa di Gino) Gino basta… lascialo andare…Gino… tu me l’ammazzi

PIETRO                (terrorizzato) Ahiahiahiahai!

Scena 5 – Gino, Pietro, Fiammetta, Rosetta, Luigia e Eulalia

ROSETTA             (seguita da Luigia e Eulalia) Fiammetta! Ma che succede qui? (Gino lascia Pietro e si avvicina a Rosetta, Fiammetta con cura si avvicina a Pietro)

GINO                   (avvicinandosi a Rosetta) Rosetta, amore mio.

EULALIA-LUIGIA       Amore mio?!?

ROSETTA             (stizzita) La un’ si permetta più di rivolgermi la parola, lei.

GINO                   (sbalordito) ma…

ROSETTA             (c.s) Io con quelli che c’hanno il piede in du’ staffe non voglio averci a che fare (ignorando Gino) Fiammetta, cosa stai facendo, col mio futuro sposo?

GINO                   (deluso) Due staffe? Futuro sposo? (si mette in disparte)

FIAMMETTA       Rosetta, è tutto sistemato. Non ti sposerai più con Raul. Ci ho pensato io.

ROSETTA             Non ci posso credere!?

LUIGIA                (all’amica) Visto anche lei non ci po’ crede!

ROSETTA             Ed io che non volevo credere alle mie orecchie quando mi hanno detto quello che stavi facendo. Mi sembrava impossibile! Ti credevo un’amica!

FIAMMETTA       (sorpresa) Ma io sono tua amica, Rosetta. Non capisco perché questo tono con me?

ROSETTA             Ah, non capisce questo tono…. Signorina Banchi?… Signorina si fa per dire!

FIAMMETTA       (risentita per il comportamento dell’amica) Come sarebbe a dire, si fa per dire, Rosetta?

ROSETTA             Gradirei che la smettesse di prendersi certe confidenze. Io non ho nulla da spartire con una che la ruba il fidanzato alle altre. (strattona Pietro verso di se’)

FIAMMETTA       (tirando Pietro dalla sua parte) Io non rubo il fidanzato a nessuna. Si vede che quarcuna la un se lo sa tenere il  fidanzato.

ROSETTA             Peccato che lui un sia solo un fidanzato, l’è quasi un marito, i’ mi’ marito.

PIETRO                (sballottato continuamente dalle due ragazze appare sconvolto) Ahiahiahiahai!

FIAMMETTA       (arrabbiandosi sempre più) Un quasi marito, non è un marito ancora.

ROSETTA             (sempre più piccosa) E invece si!

FIAMMETTA       (c.s) E invece no!

ROSETTA             (c.s) Si!

FIAMMETTA       (c.s) No!

ROSETTA             (c.s) Si!

FIAMMETTA       (c.s) No!

ROSETTA             (c.s) Fiammetta lascialo!

FIAMMETTA       (c.s) Lascialo te!

PIETRO                (sballottato continuamente dalle due ragazze appare sconvolto) Ahiahiahiahai!

LUIGIA                (andando ad aiutare la Rosetta a tirare a se’ Pietro) Ferme.

EULALIA              (andando ad aiutare invece la Fiammetta) Se vu’ seguitate, vu’ l’ammazzate! (grande confusione con Pietro nel mezzo che viene sballottato di qua e di là dalla ragazze mentre Gino disperato da una parte guarda sconsolato la scena)

PIETRO                Ahiahiahiahai! (finalmente Pietro si libera e scappa sul fondo, Rosetta e Fiammetta gli vanno dietro)

FIAMMETTA       Raul.

ROSETTA             Raul.

GINO                   O me sciagurato! La mi’ Rosetta la vole lo straniero per marito! Non ci posso credere! (entra piangendo in bottega)

Scena 6 – Gigliola, Quintilia, Clorinda, Eulalia e Luigia

LUIGIA                Madonnina, che tragedia!

EULALIA              Altro che i’ romanzi della Carolina Invernizzi…

LUIGIA                Già! (sul fondo si vede passare Don Michele con la vera Donna Zuleide che si soffermano un attimo a guardare la facciata della chiesa per poi uscire dall’altra parte) O Eulalia, e quella lì con don Michele chi l’è?

EULALIA              Boh, o che lo so’ io. Ma come l’è vestita?

LUIGIA                Mah, oggi qui che fa buca? L’era meglio restarsene in casa.

EULALIA              In casa, e perdere tutto questo putiferio? Ma che scherzi?

GIGLIOLA            (sopraggiunge con Quintilia e Clorinda alle costole) Quintilia, basta, basta ti ho detto! Unne posso più

QUINTILIA         Unne posso più un corno! I tu’ marito se la intende con una donnaccia.

CLORINDA           Una donnaccia, capito?

QUINTILIA         Ma che hai sentito icchè ti s’è detto? O che ci fai abbaiare alla luna?

GIGLIOLA            Magari alla luna…. l’è tre ore che tu abbai ne’ mia orecchi!

CLORINDA           (risentita) Tre ore?

QUINTILIA         Tre ore un corno! Allora se un tu ci credi, domandalo a Don Michele. Che l’è stato tutto i pomeriggio a parlare con quella svergognata.

GIGLIOLA            Si, ora metti ni’ mezzo anche don Michele.

CLORINDA           Se l’è ni’ mezzo, l’è ni’ mezzo. Un gli s’è mica detto noi di avere a che fare con quella signora (ironica)

QUINTILIA         Signora un corno. Aspetta che ti mostro le prove e tu veda icchè l’ha fatto quella signora (cerca la foto che non trova) Clorinda indo’ tu l’hai nascosta?

CLORINDA           (si guarda attorno comicamente) Indo’ ho nascosto chi? Io un’ nascondo nessuno!

QUINTILIA         No la svergognata… la foto, la foto!

CLORINDA           La foto? Io un’ ce l’ho!

QUINTILIA         Come un’ tu ce l’hai? Indo’ tu l’hai lasciata?

EULALIA              (a Clorinda) Clorinda, che cerca quella foto che la m’ha mostrato dianzi? Quella del figliolo di sor Ottavino?

GIGLIOLA            (la guarda sorpresa) Cosa?

QUINTILIA         (avvicinandosi alla ragazza) Che l’hai presa te?

EULALIA              (intimorita) Io? No, no. La me l’ha strappata di mano (allusiva) quella signora.

QUINTILIA         (uscendo dal fondo) Lo sapevo, la vole infangare le prove….. Ora la sta lustra!

GIGLIOLA            (sopresa) Non ci posso credere, allora l’è vero che Ottavino c’ha un figliolo?

CLORINDA           L’è tutto il giorno che gli si dice!

GIGLIOLA            E don Michele sa tutto?

CLORINDA           Lo sa, lo sa. Ci s’era anche noi quando ne parlavano.

EULALIA              Davvero? Don Michele d’accordo con l’amante di Sor Ottavino?

LUIGIA                ‘Un ci posso credere?!

CLORINDA           Beh, d’accordo un si po’ dire, ma comunque si son visti uscire di canonica assieme!

GIGLIOLA            (piagnucolando) Don Michele assieme alla mamma di figliolo di mi’ marito! (piange sempre più forte) O me meschina…. O me sciagurata… un me lo dovevano fare questo! I’ mi ‘ marito c’ha un figliolo… un figliolo con un’attraaaaaa (piange sconsolata) un figliolo… un figliolo…..

CLORINDA           (cercando di consolarla) Su, su…. Anche lei la c’ha una figliola, no?

GIGLIOLA            (piangendo) Si, ma io l’ho avuta da’ i’ mi’ maritooooo. (piange sonoramente)

CLORINDA           (c.s) Su, su… icchè la ci vol fare? Gli omini son omini… sono deboli. ‘Un sono come noi donne: forti…. E certe donne poi, le un fanno che buttassi addosso….

QUINTILIA         (da fuori scena) Clorinda, che sei ancora lì! Moviti, lesta!

CLORINDA           (sobbalzando e uscendo verso il fondo) Arrivo, Quintilia arrivo….Vo’ se no quella la fa una pazzia…. Arrivo….

GIGLIOLA            (piangendo) Vigliacco… malandrino…. Farabutto!

LUIGIA                (cercando di consolarla) Sora Gigliola la smetta di piangere.

EULALIA              (come l’amica cerca di consolarla) Si, la smetta, ‘un gli fa bene. L’è come l’ha detto la Clorinda. Gli omini sono deboli. E son certe donne che le si buttano addosso.

LUIGIA                Già, l’avesse visto prima quella come la faceva la svenevole con i’ sor Ottavino…

EULALIA              (tirando una gomitata a Luigia) Zitta!

GIGLIOLA            Quella? Chi? Quando?

LUIGIA                (senza freno) Prima. Proprio qui, sotto i nostri occhi.

GIGLIOLA            Qui?

LUIGIA                Si, qui. L’era una col ventaglio e con la gonna a gale, la un riusciva a staccassi di dosso…

GIGLIOLA            (piangendo) Di dosso? (disperata) Non ci posso credere. I’ mi’ Ottavino!

LUIGIA                Purtroppo la ci deve credere!

EULALIA              O che ti cheti?

GIGLIOLA            (disperata) Lasciatemi sola, lasciatemi sola, vi prego.

EULALIA              Certo, sora Gigliola, come la vole lei… (trascina via l’amica) Guarda come tu l’hai ridotta?

LUIGIA                Ridotta io? Semmai, i su’ marito…. Io ho detto solo la verità!?

EULALIA              Luigia ad una con un marito come i’ sor Ottavino, la verità la un si deve dire…. mai!

LUIGIA                Bah, bellina questa! (escono dal fondo)

GIGLIOLA            (piangendo poi cercando di tirarsi su e parla tra se’ e se’) Oh, me meschina, me tapina….ah….I’ mi’ marito…. I’ mi’ marito con un’attra……no… no…. Basta… Gigliola ora basta! Cerca di reagire. Reagire? Ma come? Su, non è il momento di abbattersi! Pensa alla tu’ figliola, pensa a lei adesso….si, pensa a lei, pensa a lei… ma io un ce la faccio a pensare alla mi’ figliola, e penso a i’ figliolo di’ mi’ marito. Ah, se fosse qui, lo strozzerei. Non i figliolo, Signore…. I figliolo un’ha colpa, ma i’ babbo… i’ mi’ marito, lui sì che c’ha colpa! E pensare che la Quintilia l’è da un po’ che la me lo dice. La iniziò subito il primo giorno che misi piede in casa sua…. Ah, se l’avessi ascoltata?… se le avessi dato retta?... Ma come potevo supporre che i’ mi’ Ottavino m’era infedele…. Ottavino…. E poi chi si immaginava che don Michele sapesse tutto… tutto e un m’ha mai detto nulla! Addirittura e fa combriccola con quell’attra. Non ci posso credere… non ci posso credere! (pausa) No, no Gigliola ora basta piangere! Bisogna reagire, reagire per i’ bene della tu’ figliola. Meno male che la Rosetta la si sposerà presto, così l’andrà via da tutto questo sudiciume.

Scena 7 – Gigliola, Don Michele e Donna Zuleide

DON MICHELE     (sopraggiungendo con donna Zuleide) E qui finalmente siamo nel cuore del quartiere…

D.ZULEIDE           E’ proprio un piacere passeggiare con lei Don Michele, lei è un anfitrione meraviglioso. Sono proprio contenta di averla conosciuta di persona.

GIGLIOLA            (squadrando la nuova arrivata) Ventaglio? Gonna a gale? Ecco la svenevole! Il sudiciume!

DON MICHELE     (scorgendo per la prima volta Gigliola) Oh, Sora Gigliola, finalmente la incontriamo. Le presento la signora Zuleide.

D.ZULEIDE           Piacere di conoscerla! (si inchina)

GIGLIOLA            (fredda avendola scambiata per l’amante del marito risponde col solo gesto del capo poi fra se’) Che faccia tosta .

DON MICHELE     Stavo appunto mostrando alla signora Zuleide le bellezze delle città.

D.ZULEIDE           Con la squisita galanteria che distingue gli uomini italiani.

GIGLIOLA            (tra se’) Ma che sfacciata, ora anche con i’ prete la fa la svenevole.

DON MICHELE     Beh, troppo gentile. Con tutti questi complimenti mi fa diventare la faccia rossa.

GIGLIOLA            (tra se’) Io gliela farei rossa a forza di ceffoni….Signore perdonatemi.

D.ZULEIDE           (risatina di circostanza) Ahahahah

DON MICHELE     (rivolgendosi a Gigliola) Beh, adesso parliamo di cose più urgenti, più importanti che interessano particolarmente lor signore.

GIGLIOLA            (stizzosa) Sono tutta orecchi!

DON MICHELE     Vede sora Gigliola, con la signora Zuleide abbiamo fatto una lunga conversazione.

D.ZULEIDE           Si, lunga, molto lunga.

GIGLIOLA            (sulle sue) Me l’hanno detto!

DON MICHELE     Visto poi che l’argomento trattato è molto … molto personale.

D.ZULEIDE           Già.

GIGLIOLA            (c.s) Gia!

DON MICHELE     E inoltre è anche molto molto delicato.

D.ZULEIDE           Delicatissimo.

GIGLIOLA            (c.s) Suppongo.

DON MICHELE     Ecco, forse questo non è il luogo più appropriato per parlare di certe faccende, ma…. visto che siamo qui… e siamo soli…

D.ZULEIDE           Soli.

GIGLIOLA            (c.s) Soli!

DON MICHELE     Come dice il proverbio? E’ meglio togliersi il dente quando dole...

GIGLIOLA            (trasalendo) Io a quella lì glieli caverei tutti i denti!

D.ZULEIDE           Giusto!

DON MICHELE     Per cui bando alle ciance e parliamo di questo matrimonio…. (viene interrotto dal una scampania assordante) … ma che sta succedendo? Cosa è questo scampanio?

D.ZULEIDE           Un incendio forse?

DON MICHELE     Tranquille. Penso di sapere di che si tratta… anzi di chi si tratta….aspettatemi qui, torno subito. Intanto cercate di mettervi d’accordo tra di voi (esce dal fondo mentre lo scampanio continua per altri secondi)

D.ZULEIDE           (guardandosi attorno sorridendo) Beh, non ci rimane che mettersi d’accordo tra di noi.

GIGLIOLA            Sono curiosa di sentire come!?

D.ZULEIDE           Via signora, Don Michele è proprio un uomo premuroso, ma…

GIGLIOLA            Ma l’è anche un prete…. Prete, inteso?

D.ZULEIDE           (non cogliendo la battuta) Vero, non è certo pratico come noi donne..…

GIGLIOLA            Ci sono poi certe donne più pratiche di altre!

D.ZULEIDE           Appunto!  Ed io sono una di quelle.

GIGLIOLA            Me n’ero avvista.

D.ZULEIDE           Gli uomini sono sempre così impegnati….poco disponibili a certe cose… certe decisione spettano alle donne, concorda?

GIGLIOLA            (sottovoce) Al collo te la metto la corda!

D.ZULEIDE           Quindi appena mio figlio mi ha detto che sarebbe venuto a Firenze, ho fatto le valigie e son partita.

GIGLIOLA            E l’è venuta qui, eh?! (tra se’) La faceva meglio a restare indo’ l’era.

D.ZULEIDE           Si, son venuta per mio figlio… e cosa non farebbe una mamma, per un figlio? (sospiro)

GIGLIOLA            (sospirando anche lei) A chi lo dice… signora… Son qui solo per la mi’ figliola!

D.ZULEIDE           Ed io per il mio.

GIGLIOLA            (rischiarando la voce)Allora siamo in due!

D.ZULEIDE           Due! (pausa imbarazzante tra le due) Che ha avuto modo di incontrarlo?

GIGLIOLA            Chi?

D.ZULEIDE           Mio figlio.

GIGLIOLA            Ancora no…. Ringraziando il cielo!

D.ZULEIDE           (iniziando a scorgere risentimento nella voce di Gigliola) Ringraziando il cielo?

GIGLIOLA            E lei…. Che l’ha vista la mi’ figliola? La Rosetta? Siamo molto orgogliosi di lei …  sa, lei l’è una ragazza seria…. Non come certe che quando c’è un omo in giro le fanno le svenevoli per non dire di peggio….

D.ZULEIDE           Me ne compiaccio.

GIGLIOLA            La Rosetta l’è come me. Noi due si prende su i’ serio il matrimonio, che ha capito?

D.ZULEIDE           La lo dice a me?

GIGLIOLA            E glielo dico a lei, sicuro….

D.ZULEIDE           (seria) Eh, cara signora, certe persone farebbero meglio a non sposarsi quando non hanno gli attributi.

GIGLIOLA            (risentita) Lei invece la ce l’ha gli attributi, vero?

D.ZULEIDE           Ce li ho si, signora mia, ma purtroppo in certi casi gli attributi non bastana….

GIGLIOLA            (sottovoce) Se la seguita dell’attro un mi trattengo più.

D.ZULEIDE           In certi casi il cuore prevale sugli attributi…. per esempio io, col padre di mio figlio non ho saputo dire di no (sospiro) E’ stata una passione improvvisa, amore a prima vista!

GIGLIOLA            (montando sempre più) Ora glieli mostro io i miei attributi!!!

D.ZULEIDE           (incurante della reazione di Gigliola) Dal primo istante sono stata subito pazza di lui, e lui di me!

GIGLIOLA            Non ci posso credere?! (non riuscendo più a trattenersi) Ora basta! La si cheti una volta per tutte!

D.ZULEIDE           (sorpresa) Ma che le prende?

GIGLIOLA            (incalzando sempre più) Mi prende che ne ho fin sopra i capelli di lei, di su’ figliolo e di quello sporcaccione di’ babbo di su’ figliolo.

D.ZULEIDE           Ma come si permette?

GIGLIOLA            (c.s.) Mi permetto perché io sono una donna seria! Io non ho nulla da nascondere! E mi permetto di dirle anche di non azzardarsi ad avvicinarsi alla mi’ figliola, perché la mi’ figliola l’è come me, inteso?

D.ZULEIDE           Come lei? Non ci posso credere!.

GIGLIOLA            Le meglio se la ci crede…. E che la stia alla larga, anzi la ritorni da indo’ l’è venuta. (minacciosa) Perché qui ‘un c’è ciccia pe’ i’ su’ denti. (Donna Zuleide se ne va via sconvolta, urlando mentre Gigliola si ricompone)

D.ZULEIDE           (correndo fuori scena) Aiuto, aiuto….

GIGLIOLA            Bene, ora che ho sistemato lei, pensiamo a sistemare lui….(esce dal fondo lato opposto a Donna Zuleide) Ottavino… Ottavinooooo. (dopo un attimo Ottavino esce dalla bottega conciato come se qualcuno lo avesse assalito)

OTTAVINO          (attraversa la scena) Gigliola, aiuto. Gigliolaaaa.

Scena 8 – Don Michele, Donna Zuleide, Raul e Costanza.

DON MICHELE     (seguito da Donna Zuleide intimorita) Non ci posso credere, ma cosa mi dice? Niente più matrimonio? Cosa è successo?

D.ZULEIDE           Io e mio figlio, non vogliamo più avere a che fare con quella gente. Quella donna è una pazza e la figlia mi hanno detto che l’è come lei!

DON MICHELE     La sora Gigliola una pazza?

D.ZULEIDE           Si una pazza scatenata… una donna pericolosa.

DON MICHELE     Pericolosa, ma se non farebbe male ad una mosca.

D.ZULEIDE           (timorosa) Ah, si? Beh, se l’avesse potuto la m’avrebbe schiacciato come una mosca Voglia andare via, e subito.

DON MICHELE     (cercando di calmare la donna) Non riesco a spiegarmi cosa possa essere successo… deduco che non siete riuscite a mettervi d’accordo sul matrimonio dei ragazzi?…. D,ZULEIDE       Tutto filava liscio, quando ad un tratto, quella pazza mi ha assalita, ha cominciato a insultare me, mio figlio e mio marito…

DON MICHELE     Ci sarà certo stato un fraintendimento, la sora Gigliola non è certo donna….

D.ZULEIDE           Macchè fraintendimento… l’ho già detto e lo ripeto, quella è una pazza… pazza pericolosa. Mi ha addirittura minacciato….. se non fossi fuggita mi avrebbe perfino fatto del male….

DON MICHELE     Non ci posso credere?!?!

D.ZULEIDE           Via, voglio andar via. Dov’è Raul? Dov’è mio figlio? Voglio partire immediatamente. Raul…. Raul….

RAUL                    (arriva per mano a Costanza) Madre, che pasa, che pasa… porque .es muy turbada?

D.ZULEIDE           (piangente) Adelante Raul adelante. Andiamo via.

DON MICHELE     (alla nipote) Raul? Ma quello non è Pedro?

COSTANZA          (prendendolo in disparte) Zio le spiegherò tutto io. (inizia a parlottare con lo zio segue una mimica del caso)

D.ZULEIDE           Raul, prendiamo le nostre cose e partiamo immediatamente.

RAUL                    (sorpreso) Immediatamente? Yo no comprendo.

D.ZULEIDE           (disperata) Raul tu avevi razon…. Nosotros non dovevamo venir a qui.

RAUL                    (sorpreso) No comprendo.

D.ZULEIDE           Figlio mio, yo ho capito che ti ho obbligato a esposarte una senorita senza conoscerla, senza conoscer la su famiglia….L’ho fatto per il tuo bene… Ah, Raul esta es mi unica culpa. (piangendo)

RAUL                    (consolando la madre) Mamà no pianga. Por favor non pianga.

D.ZULEIDE           (tristemente) Raul que tristezza… tu volevi vedere el mundo, conoscer gente y yo… yo  ti ho portato da dei pazzi, locos. Andiamo via, subito. Adelante.

RAUL                    Ma mamà yo non voglio partir.

D. ZULEIDE          Eh?

RAUL                    Non voglio partir ahora….Ahora que ho trovado…. la mia scarpa.

D.ZULEIDE           La tua scarpa? O che eri scalzo?

RAUL                    (sorridendo e prendendo per mano Costanza) Mamà esta es la mia scarpa. Costanza

DON MICHELE     (sorpreso) Cosa?

RAUL                    (rivolto a Don Michele) Don Miguel so di essermi comportato mal, e chiedo perdon…. Yo comprendido que en amor necessitamo sincerità. Costanza tiene i miei stessi sogni, stessi desideri. Ella es come me.

DON MICHELE     (rivolto alla nipote) Non ci posso credere…. Costanza è vero?

COSTANZA          Si zio. E’ tutto vero. Anche se sono passate solo poche ore da che ci siamo conosciuti, abbiamo capito subito. Raul si è subito confidato con me e mi ha svelato la sua vera identità, anche a costo di venir aggredito da Gino.

DON MICHELE     Aggredito da Gino?

RAUL                    Si, quel pazzo che mi ha perseguitado todo el dias.

COSTANZA          Voleva farlo a pezzettini, ammazzarlo.

D.ZULEIDE           Madonnina santa! Ma qui sono tutti matti?

DON MICHELE     Di Gino me ne occuperò dopo, adesso voglio capire questa faccenda (guarda i ragazzi con severità).

D.ZULEIDE           (intervenendo) Don Michele, non sia arrabbiato. Sono giovani, un po’ scavezzacollo, ma pur sempre giovani… giovani innamorati (rivolta ai ragazzi) non è così?

RAUL                    Con todo mi corazon.

COSTANZA          Con tutto il cuore.

DON MICHELE     Ma sono troppo giovani cosa ne sanno dell’amore? E poi si conoscono da così poco tempo?

D.ZULEIDE           L’amore non ha età e può esser improvviso. Se mio figlio dice che questa ragazza è la sua “scarpa”, allora non mi resta che dargli la mia benedizione...

COSTANZA          Zio (speranzosa)?

RAUL                    Don Miguel?

DON MICHELE     (dopo un pausa carica di attesa) …. Beh….oggi mi ero preparato per un matrimonio, sarebbe un peccato non doverlo celebrare. (Costanza gli butta la braccia al collo e Raul si congratula con il prete, mimica del caso).

Scena 9 – Detti, Fiammetta e Pietro Gino e Rosetta

FIAMMETTA       (accompagnata da Pietro) Rosetta adesso basta. Smettila di tenermi il broncio (continuando visto che l’amica fa la sostenuta)  Rosetta l’ho fatto per te. Non potevo permettere che tu te ne andassi via con Raul. E così ho fatto di tutto perché il fidanzamento si rompesse (Rosetta resta in silenzio) Rosetta stammi a sentire (credendo che Pietro non capisca una parola di italiano) ma credi proprio che sarei capace di una simile cattiveria? Pensi proprio che ti avrei rubato il fidanzato così, come se niente fosse? Guardalo, è carino lo ammetto, ma non tanto da essere il pomo della discordia tra noi. (Rosetta guarda Pietro ma non dice nulla) La nostra amicizia non può finire così. Rosetta. Dimmi qualcosa. Parla!

RAUL                    (Raul scorge Pietro e gli va incontro felice) Pedro, Pedro, sei todo intero… todo bien?

FIAMMETTA       (sopresa) Pedro?

PIETRO                Signor Raul credevo di morire…. Qui sono tutti pazzi!

D.ZULEIDE           (a Don Michele) Che le avevo detto?

FIAMMETTA       (incredula) Ma Raul, come mai Pedro ti chiama Pedro e tu lo chiami Raul? (Pietro si volta imbarazzato. Rosetta si avvicina all’amica che afferra infine la menzogna)

PIETRO                Ecco.. io…

RAUL                    (intervenendo) Il fatto è che io sono Raul Gomez Castiglia de Panz. Y esto es Pedro, el mio autista.

ROSETTA             (sopresa) Raul? Non ci posso credere!

FIAMMETTA       (sorpresa) Autista? Non ci posso credere! (Gino esce di bottega con atteggiamento affranto)

RAUL                    El loco!

PIETRO                Il pazzo! (si nasconde dietro a Raul)

GINO                   (con voce rude) Che succede qui? (scorgendo i giovani) Ah, gli stranieri!

DON MICHELE     (intervenendo) Sentite figlioli, qui occorre fare chiarezza. Trovare un accordo? Essere sinceri.

RAUL                    (facendosi avanti) Ha ragione Don Miguel. Todo la verità. Senorita Rosetta…

D.ZULEIDE           (sottovoce a Raul) Raul ti prego, fai attenzione. La ragazza è matta, pericolosa come la madre.

PIETRO                (timoroso dietro a Raul) E quell’altro ancor di più, stia attento Don Raul.

RAUL                    (avvicinandosi a Rosetta lentamente) Senorita…. Yo lo siento mucho, ma….. yo non voglio più accasarme…. Nosotros somos muy diversos… yo non posso essere suo marido….. Mi corason es de un’altra senorita. (Costanza si avvicina al ragazzo)

ROSETTA             (ha un leggero mancamento) Eh? Non ci posso cre…(sviene)

FIAMMETTA       (sorreggendo l’amica) Rosetta.

GINO                   Rosetta, stai bene? Amore mio parlami. Di’ qualcosa. (stupore dei presenti)

COSTANZA          Amore mio?

DON MICHELE     Non ci posso credere!

FIAMMETTA       Rosetta su, su… Gino aiutami (Gino prende in braccio Rosetta svenuta)

GINO                   Presto portiamola dentro. (entrano tutti e tre dentro la bottega)

Scena 10 – Detti, Gigliola, Ottavino, Luigia e Eulalia

OTTAVINO          Ohi, ohi (arriva dolorante, seguito da Gigliola che lo colpisce col battipanni e da Lugia e Eulalia incuriosite) Gigliola smetti…. Gigliola, ma icchè t’è preso?

GIGLIOLA            Icchè m’è preso? E te lo do io icchè m’è preso. Bugiardo. (continua a colpirlo) Infingardo!

D.ZULEIDE           (impaurita si nasconde dietro a Don Michele) Aiuto, ecco la pazza!

DON MICHELE     (sopreso) Ma che succede?

OTTAVINO          (stupito) Gigliola, basta… c’è gente, pensa allo scandalo..

GIGLIOLA            (furente) Allo scandalo? Io dovrei pensare ora allo scandalo? E tene prima ‘un ti c’hai pensato, allo scandalo!? (colpendolo) Cattivo. Cattivo, cattivo!

EULALIA              Sora Gigliola, si calmi.

LUIGIA                Si, la si calmi…. La si sentirà male.

OTTAVINO          Io sento male, mica lei!. Ma si po’ sapere icchè t’è preso Gigliola?

GIGLIOLA            (rivolta a tutti che si avvicinano alla coppia incuriositi) Guradatelo bellino, fa anche il sorpreso. (rivolta al marito) Ottavino, l’è inutile che tu fa finta di non sapere, perché io adesso , io,  so tutto, inteso? Tutto!

OTTAVINO          Ma tutto icchè?

GIGLIOLA            Tutto di quella donna!

OTTAVINO          Tutto di quella donna? E allora icchè tu mi bacchetti a fare. Stavo per raccontarti tutto io di quella donna, di come la m’è saltata addosso, di come la m’ha conciato…..

GIGLIOLA            (furente) Ma sentitelo e pare un martire…. Ottavino, levati di qui, se no ti disfo con le mi’ mani.

D.ZULEIDE           (impaurita al figlio) Sentito? E’ pazza vi dico, andiamo via! (e fa per allontanarsi col figlio, Pietro e Costanza)

OTTAVINO          Gigliola ora basta…. Sono riuscito per miracolo a scappare da quella donna, per venire a raccontarti tutto e te tu mi tratti così? Ma che colpa c’ho io se Donna Gomes la mi è saltata addosso!

TUTTI                 Saltata addosso? (D.Zuleida si ferma sopresa)

OTTAVINO          Si, la pareva una assatanata. Per fortuna che sono riuscito a chiuderla in ghiacciaia prima che la mi massacrasse con quel ventaglio.

DON MICHELE     Donna Gomes chiusa in ghiacciaia? (indica Donna Zuleide) Ma se è qui!

GIGLIOLA            No, quella lì l’è la mamma di’ figliolo di’ mi’ marito!

COSTANZA          (intervenendo) No, quella l’è la mamma di Raul!

GIGLIOLA            (stupita) Macchè mamma di Raul!

D.ZULEIDE           (risentita) Quella è una pazza. Io sono la mamma di Raul. E questo è mio figlio.

OTTAVINO          (indica Raul) Quello è Raul?

GIGLIOLA            No, quello è il signor Pedro.

RAUL                    No, Io sono Raul

PIETRO                Io non sono Raul

LUIGIA                (indicando Pietro) Quello è il fidanzato della Rosetta.

EULALIA              (indicando Pietro) No, quello ora l’è il fidanzato della Fiammetta. Prima l’era della Rosetta….

OTTAVINO          (stupito) Il fidanzato della Fiammetta?

COSTANZA          Ma il fidanzato della Rosetta, non è Gino?

GIGLIOLA            (sorpresa) Gino?

OTTAVINO          Il fornaio il fidanzato della mi’ figliola? (avviandosi verso la bottega del fornaio) Non ci posso credere!

DON MICHELE     (esasperato) Zitti tutti! E lei Ottavino la si fermi! Qui occorre far chiarezza.

Scena 11 – Finale (tutti)

QUINTILIA         (rientra come una furia seguita da Libera e Clorinda, tenendo in mano la foto del bimbo di Libera) Proprio così: occorre far chiarezza!

CLORINDA           Chiarezza, certo! (col fiatone) Chiarezza….

LIBERTARIA        Me la renda sora Quintilia! (cercando di riprendere la foto) Non aveva il diritto di portarmela via!

DON MICHELE     Ma che sta succedendo oggi?

LIBERTARIA        Don Michele, mi aiuti lei, la prego!

QUINTILIA         Ma guardala che sfrontata…. La prega lei!?

CLORINDA           Vergogna!

QUINTILIA         Vediamo se adesso tu c’hai il coraggio di negare, eh?!

LUIGIA                Eccoci al conquibusse!

EULALIA              E te che tu volevi restartene in casa?!

DON MICHELE     Basta, finitela! Che baccano l’è questo? Un po’ di decenza, donne!

QUINTILIA         Decenza un corno! Certe donnacce le dovrebbero avere la decenza, mica noiattre.

CLORINDA           Già noiattre!

LIBERTARIA        (piangendo) Io un ho fatto nulla di male!

QUINTILIA         Nulla di male un corno! E questo come tu lo spieghi eh? (ventolando la foto) Come tu lo spieghi?

CLORINDA           Già come la lo spiega (viene circondata da Eulalia e Lugia che commentano la scena)?!

LIBERTARIA        Io… io… (piange più forte).

CLORINDA           (alle ragazze) La un lo spiega, visto? La un lo spiega!

DON MICHELE     (prendendo la foto dalle mani di Quintilia) Adesso l’è l’ora di finirla! Qui un siamo al mercato, siamo tra gente civile! Vergognatevi, c’è anche gente di fori! (indicando gli spagnoli che assistono stupiti alla scenata)

GIGLIOLA            (cercando di consolare Libertaria) Ma Quintilia icchè t’è preso? Tu pari una pazza?!

QUINTILIA         Gigliola ma ancora non hai capito che serpe ci siamo messi per la casa?

OTTAVINO          Quintilia ma icchè tu dici?

QUINTILIA         Te sta zitto…. Satiro! Perché l’è colpa tua se ce la siamo messi in casa ‘sta donnaccia!

OTTAVINO          Io?

QUINTILIA         Si, tene… ‘un tu potevi stare senza avella accanto, eh che tu pensasti bene di portarcela in casa?

OTTAVINO          Eh?

CLORINDA           Sporcaccione!

OTTAVINO          Ma la si cheti, befana costi!

CLORINDA           (risentita) Befana?!.

QUINTILIA         Befana un corno! Mascalzone che un tu sei altro. (a Gigliola che consola Libera tra le braccia) E te cara cognata, lisciala di morto quella gatta morta. Ma che l’hai capito di che cenci la si veste la tu’ serva?

CLORINDA           O meglio la si sveste?

EULALIA e LUIGIA    Uuuuuh……

DON MICHELE     Clorinda!

GIGLIOLA            Ma che dite? Libera l’è una ragazza a modo, seria… Glielo dica lei Don Michele che ce l’ha raccomandata…(tutti si voltano verso Don Michele sorpresi)

TUTTI                 Don Michele?

COSTANZA          Zio!

LUIGIA                Non ci posso credere!

EULALIA              Nemmeno io!

DON MICHELE     (urlando) Adesso basta! State zitti tutti! Qui bisogna far chiarezza!

TUTTI                 Giusto, sicuro, sarebbe il caso!  (nel frattempo Rosetta, Gino e Fiammetta escono dalla bottega)

GINO                   O che sono tutti questi urli?

FIAMMETTA       O chi hanno sgozzato?

ROSETTA             (correndo incontro alla madre) Mamma, babbo ma che succede?

EULALIA              Oh, ecco questi altri!

LUIGIA                Si riuscirà mai a chiarire quarcosa?

EULALIA              Boh!

GIGLIOLA            Niente, Rosetta. La tu’ zia se l’è presa con la Libera come al solito! Ma te da dove tu sbuchi?

OTTAVINO          (sospettoso) Già, indo’ tu eri? Ma soprattutto con chi tu eri?

FIAMMETTA       (intervenendo) La Rosetta l’ha avuto un mancamento…

GIGLIOLA            (accorrendo verso la figlia) Un mancamento?

ROSETTA             Si, sapesse mamma, tutte queste emozioni…

OTTAVINO          Che emozioni? (minaccioso a Gino) Che gli avete fatto?

FIAMMETTA       (intervenendo) Lui niente…. L’è stato lui, lui là (indica Raul)

EULALIA              Si, il fidanzato che non era i su’ fidanzato, ma che invece l’era e….

LUIGIA                (finendo la frase per l’amica) E che poi ‘un è più stato i’ su’ fidanzato perché l’è diventato i’ fidanzato di quell’attra.

DON MICHELE     (urlando) Oh che vi ci mettete anche voi due ora ad ingarbugliare ‘sta ginepraio. State zitte! Tutti quanti fate silenzio. Basta con tutto questo baccano, vediamo di ragionare a modino e…..(si interrompe dallo scampanio assordante che arriva di fondo scena. Astianatte e Speranza arrivano correndo) ….E ora che c’è?

ASTIANATTE      (urlando per farsi sentire sopra lo scampanio che lui stesso crea) Don Michele, Don Michele che l’ha già detto a tutti?

DON MICHELE     Astianatte, fermo, smettila con ‘sta campana. Speranza fallo smettere.

SPERANZA           Ci sto provando, zio, ma non ci riesco. E’ troppo euforico.

D.ZULEIDE           Ma qui sono tutti matti!

ASTIANATTE      Guarda Speranza quanta gente che è venuta alla festa del nostro fidanzamento….

QUINTILIA         Fidanzamento?

LUGIA                  Un altro?

DON MICHELE     Figliolo non correre. Te l’ho già detto dianzi. Ogni cosa a suo tempo. Vedremo più in qua.

QUINTILIA         Cosa vedremo più in qua?

CLORINDA           Don Michele ma che storia è questa?

ASTIANATTE      Clorinda sapesse che bello! Oggi sono tanto felice! Ho trovato finalmente l’amore!

TUTTI                 Eh?

ASTIANATTE      Oggi sono riuscito a dire a Speranza quello che provavo per lei da tanto tempo, E il bello l’è che anche lei sente le stesse cose per me. (rivolto a Speranza) Vero?

SPERANZA           Si, vero Astianatte! (i due  si abbracciano)

EULALIA              Come è romantico.

LUIGIA                (sospirando) Ah!

QUINTILIA         (sbottando) Romantico un corno! O che discorsi son mai questi?

SPERANZA           Perché dice questo Signora Quintilia?

QUINTILIA         Ma che siete tutti matti?

D.ZULEIDE           Lo dicevo io!

QUINTILIA         Ma cosa ne sapete voi dell’amore? Astianatte non si sposerà di certo! E’ troppo giovane. Questo fidanzamento non avrà seguito. Non lo permetterò.

COSTANZA          (risentita) E voi chi siete per non permetterlo? Che cosa c’entrate voi con noi?

SPERANZA           Non litigate, vi prego. Zio dite qualcosa voi.

DON MICHELE     Cerchiamo di calmarci tutti. Questo non è il luogo ne il momento per parlare di questo fidanzamento. Astianatte, Speranza tornate a casa che dopo se ne ragiona con calma e si capirà cosa fare.

ASTIANATTE      Ma Don Michele io so già cosa fare. Voglio sposare Speranza, prima possibile. Non riuscirete a farmi cambiare idea.

SPERANZA           E neanche io la cambierò, zio. Vedete conosco delle persone che non hanno il coraggio di dire quello che provano nel cuore e per questo rincorrono la felicità senza mai raggiungerla. Beh io l’ho raggiunta e non voglio farmela scappare (abbraccia Astianatte).

QUINTILIA         Ti faccio scappare io se tu seguiti con ‘sta storia.

CLORINDA           Quintilia calmati. (avvicinandosi all’amica)

QUINTILIA         Calmarmi un corno! Ma che l’hai sentita icchè l’ha detto quella lì? La vole sposare Astianatte, capisci, Astianatte?

COSTANZA          (avvicinandosi) Ma a lei icchè gliene importa? Sora Quintilia, lei la un c’entra nulla con tutto questo.

QUINTILIA         Un c’entro nulla? Tieni a freno la lingua ragazza, non sai con chi tu hai a che fare!

COSTANZA          (incalzando) Con chi ho mai a che fare, sentiamo! Che crede di farmi paura? O di far paura alla mi’ sorella?

DON MICHELE     (cercando di placare gli animi) Basta, adesso, basta!

CLORINDA           (cercando di trattenere Quintilia) Lasciale stare… lasciale stare!

COSTANZA          Ma chi crede di essere? Lei non ha voce in capitolo. Non è certo nostra madre!

CLORINDA           (lasciandosi scappare le parole sovrappensiero) Vostra no, ma sua si….

TUTTI                 Cosa? (silenzio imbarazzante)

CLORINDA           (imbarazzata) Non ci posso credere!

DON MICHELE     Clorinda cosa hai detto?

CLORINDA           Io… io… niente (si nasconde dietro a Quintilia)

OTTAVINO          Sbaglio o l’ha detto che Quintilia l’è la su’ mamma?

CLORINDA           No, no…. non ho detto nulla…. Nulla!

GIGLIOLA            Come nulla?

FIAMMETTA       S’è sentito tutti!

CLORINDA           Vu’ avete capito male. Io unn’ho detto proprio nulla.

DON MICHELE     Clorinda adesso basta! Tutti s’è capito bene! L’è l’ora di dire la verità, una volta per tutte!

QUINTILIA         (affranta) Si, Don Michele, l’è proprio l’ora di dire la verità….. Io…. io sono la mamma di Astianatte!

ASTIANATTE      La mi’ mamma!

TUTTI                 La su’ mamma!

QUINTILIA         Si, figlio mio….son la tu’ mamma….perdonami (piange)

EULALIA              Non ci posso credere!

LUGIA                  (guardandola) Anche te?

GIGLIOLA            Ma come è possibile?

OTTAVINO          Come hai fatto a tenere nascosto alla tua famiglia questa cosa, per tutto questo tempo?

CLORINDA           (cercando di consolare Quintilia) Senti, senti chi parla… o lei che la c’ha un figliolo segreto allora? Se la ce l’ha lei, la lo pole avere anche la su’ sorella, no… Che vole l’esclusiva?

OTTAVINO          Icchè c’ho io?

CLORINDA           Un figliolo segreto!

OTTAVINO          Eh?

DON MICHELE     Adesso basta! Occorre far chiarezza…. Cos’è questa storia? Sora Quintilia?

QUINTILIA         (contrita) Io…

CLORINDA           Don Michele la la lasci stare… l’ha sofferto tanto la Quintilia… e tutto per colpa di un farabutto bugiardo che le ha rovinato l’esistenza.

QUINTILIA         Ero giovane e mi fidavo di tutti e….

CLORINDA           (intervenendo) E quell’infame se n’è approfittato. Paroline dolci e poi scappare via appresso ad un’altra.

QUINTILIA         Dalla disperazione mi sono chiusa in camera mia Mi vergognavo troppo, ero disperata, allora ho chiesto aiuto a Clorinda. E lei si è presa cura di me e di mio figlio.

CLORINDA           Quintilia….

LUIGIA                Oh (sospiro) che momento!

EULALIA              (da una gomitata all’amica) Zitta!

QUINTILIA         Alla fine ho capito che non dovevo più nascondermi. Sarei tornata a vivere, attenta a non farmi gabbare mai più.

GIGLIOLA            E’ per questo che sei diventata così sospettosa, così intrattabile?

QUINTILIA         Già… (al figlio) Astianatte perdonami, avrei voluto starti qui vicina, ma più vicina di così non era possibile. E se non vorrai più vedermi sappi però che tu sei tutto per me…e non voglio vederti soffrire… sei così giovane… ingenuo….

ASTIANATTE      Si, sono giovane, e forse ingenuo, ma…. ma io so cosa ho nel cuore…. (prende per mano Speranza) chi ho nel cuore.

EULALIA              Oh (sospiro) che momento!

LUIGIA                (da una gomitata all’amica) Zitta!

ASTIANATTE      Speranza ha accettato di essere la mia fidanzata oggi ed io sono tanto felice che vorrei che tutti lo fossero…. Tutti! (a soggetto tutti concordano con il ragazzo)…. Anche lei sora Quin… mamma. (Quintilia si getta tra le braccia del ragazzo felice, tutti sono contenti e applaudono)

EULALIA/LUIGIA      Oh (sospiro) che momento! (si abbracciano piangendo comicamente)

DON MICHELE     Non ci posso credere! Finalmente qualcosa che va per il verso giusto. Vedete, figlioli, basta avere il coraggio di dire la verità che le cose si aggiustano senz’altro!

GINO                   Ha ragione Don Michele….e allora diciamola tutta la verità! (si fa avanti e si inginocchia davanti a Rosetta) Rosetta io ti amo!

OTTAVINO          Eh?

GIGLIOLA            Non ci posso credere?!

ROSETTA             (turbata) Cosa?…. e la lettera? (guarda Speranza)

GINO                   (stupito) Quella che ti ho scritto oggi?

ROSETTA             (turbata) Che mi hai scritto? (guarda Speranza che le fa cenno di si) Allora la speranza del tuo cuore sono io?

GINO                   Certo, o chi l’ha essere?

ROSETTA             Non ci posso credere!

GINO                   (ancora in ginocchio, serio) Rosetta Beccai mi vuoi sposare?

ROSETTA             (Sorridente) Si! (i due giovani si abbracciano tra gli applausi della folla)

EULALIA/LUIGIA      Oh (sospiro) che momento! (si abbracciano piangendo comicamente)

OTTAVINO          Ma… ma….nemmeno per sogno!

GIGLIOLA            Ottavino stai zitto!

OTTAVINO          Gigliola, non permetterò che la mi’ figliola si sposi con … con…

GIGLIOLA            Con chi l’ha scelto lei! Ottavino, fattene una ragione! (pausa) ma…. a proposito di avere il coraggio di dire la verità, adesso tocca te…

OTTAVINO          A me?

GIGLIOLA            Dimmi, è vero o no che tu c’ha avuto un figliolo da un’attra donna?

OTTAVINO          Gigliola, ma icchè tu dici? Io c’ho solo una figliola e quella l’è la nostra Rosetta… Te lo giuro!

GIGLIOLA            Giuri?

OTTAVINO          Si, Gigliola… su icchè tu voi… sulla mi’ sorella (controscena del caso) Te tu mi conosci bene… o che ti sembro i’ tipo che fa certe cose?

EULALIA              In effetti….

LUIGIA                Lo dicevo che un ci si poteva credere….

ROSETTA             Mamma…

GIGLIOLA            (interdetta) …ma… allora….tutti quei discorsi… (si guarda attorno imbarazzata le altre abbassano gli occhi dalla vergogna)

DON MICHELE     Chiacchere, solo chiacchere!

CLORINDA           Ma allora i’ figliolo della Libertaria di chi l’è?

LIBERTARIA        Mio!

CLORINDA           Tuo di certo ma poi di chi?

LIBERTARIA        Di…(incerta guarda Don Michele chiedendo aiuto)… di…

EULALIA/LUIGIA      di?

DON MICHELE     (interviene) Di su’ marito!

TUTTI                 Su’ marito?

LUIGIA                Non ci posso credere!

EULALIA              A chi tu lo dici!?

CLORINDA           E indo’ l’è i’ su’ marito?

DON MICHELE     (severo) Queste son cose che a certe pettegole un devono interessare! Capito?!

CLORINDA           Pettegole…. E lo chiedevo per curiosità… Oh, un s’è mai visto? Che è un fantasma?

LIBERTARIA        Non ‘unnè un fantasma!

OTTAVINO          A proposito di fantasmi, ma Domenico indo’ l’è?

QUINTILIA         Già l’è da stamani che l’è sparito.

LUIGIA                La bottega l’è stata vota tutto i’ giorno. (si sentono dei colpi provenire dalla bottega)

GIGLIOLA            Oh, icchè c’è? Che c’è dentro qualcuno?

OTTAVINO          (andando ad aprire la bottega) Gigliola, te l’ho detto prima! L’è quella donna, Donna Gomes…

D.ZULEIDA          Ma Donna Gomes Castiglia de Panz sono io!

OTTAVINO          Si, insomma non questa Donna Gomes, quell’attra…

EULALIA              Quella vestita in maschera

LUIGIA                Col ventaglio e le gale.

GIGLIOLA            Ma io credevo che fosse una bugia…

OTTAVINO          Bugia? (entra in bottega  tutti si domandano chi possa essre - poco dopo Ottavino si ode da dentro “NON CI POSSO CREDERE” quindi Ottavino esce facendo il gesto di introdurre una persona) …. Gigliola, guarda un po’!

DOMENICO          (battendo i denti) Hooo-oo-llll- la!

D.ZULEIDE           (appare Domenico tutto scarruffato sconvolto per essere stato rinchiuso in ghiacciaia, batte i denti dal freddo) E questa chi è?

LIBERTARIA        Domenico, mio marito! (e gli si butta al collo)

TUTTI                 NON CI POSSO CREDERE!

CALA LA TELA

Atto 1

Personaggi

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Ottavino

X

X

X

X

X

X

Gigliola

X

X

X

X

X

X

Rosetta

X

X

X

X

X

X

Quintilia

X

X

X

X

X

Gino

X

Fiammetta

X

X

Don Michele

Costanza

Speranza

Clorinda

Astianatte

X

Domenico

X

X

X

X

X

X

X

Libertaria

X

X

X

X

X

X

X

X

Raul

DonnaZuleide

Pietro

Eulalia

Luigia


Atto 2

Personaggi

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

Ottavino

Gigliola

X

X

Rosetta

X

X

Quintilia

X

X

X

Gino

X

X

X

Fiammetta

Don Michele

X

X

X

X

X

Costanza

X

X

X

X

X

X

Speranza

X

X

X

X

X

X

X

X

Clorinda

X

X

X

X

Astianatte

X

X

X

Domenico

Libertaria

X

Raul

X

X

X

DonnaZuleide

Pietro

X

X

Eulalia

Luigia


Atto 3

Personaggi

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

Ottavino

X

X

X

X

Gigliola

X

X

X

X

Rosetta

X

X

X

Quintilia

X

X

Gino

X

X

X

X

X

X

Fiammetta

X

X

X

X

X

Don Michele

X

X

X

X

X

Costanza

X

X

X

X

Speranza

X

Clorinda

X

X

Astianatte

X

Domenico

X

X

Libertaria

X

Raul

X

X

X

X

DonnaZuleide

X

X

X

X

X

Pietro

X

X

X

X

X

X

Eulalia

X

X

X

X

X

X

X

X

Luigia

X

X

X

X

X

X

X

X


Battute

Personaggi

1

2

3

Totale

Ottavino

Gigliola

Rosetta

Quintilia

Gino

Fiammetta

Don Michele

Costanza

Speranza

Clorinda

Astianatte

Domenico

Libertaria

Raul

DonnaZuleide

Pietro

Eulalia

Luigia