DIEGO FABBRI
NON E’ PER SCHERZO CHE TI HO AMATO
DUE ATTI
1971
PERSONAGGI
FOSCO
MARCO
LUCA
ADA
LORENZA
Oggi a Roma
La sena è unica, fatta di tende di vario colore che si possono agevolmente alzare e abbassare coprendo o rivelando, a seconda che occorra, una finestra o una porta, un imbocco di corridoio o un fondale esterno, insomma quel che si vuole. Il mobilio è ridotto all’essenziale e muterà a seconda dell'ambiente.
ATTO PRIMO
Quando si apre il velario la scena - che indica la casa di Lorenza - è molto in penombra; solo la luce di una lampada ne rischiara un angolo mettendo in rilievo qualche oggetto e lasciando intravedere il resto confusamente. Dall'interno giunge, attutito, il suono di una musica classica, registrata. Una suonata alla porta piuttosto lunga. E poi silenzio. Altri due trilli di campanello, e da fuori un borbottio di voci. E ancora silenzio. Il terzo squillo è interminabile. Si avviva qualche ambiente intero, forse un corridoio a gomito, poiché il riverbero dà più luce alla scena. E una donna - Lorenza - entra in vestaglia. Ha gli occhiali. Ha varcato la trentina. Borbotta tra sé:
Lorenza Ma che vogliono? (Va alla porta, si accosta, dice forte) Chi è?
voce uomo Amici.
Lorenza Amici chi? Ho da fare.
voce uomo(incerta) E’ Marco.
altra voce di uomo E il fotografo.
Lorenza(come ricordasse qualcosa): Aaaah! (Apre la porta.) E che volete voi due, eh? (Entrano: Marco, sulla quarantina, piuttosto massiccio, stempiato, vestito con qualchericercatezza, e Fosco, il fotografo, più giovane, vestito piuttosto eccentricamente, ha la macchina a tracolla e regge una valigetta, una specie di macchina da scrivere portatile. I due si fermano sulla soglia, mentre Lorenza allunga la mano e accende la luce.)
marco Ma come mai in questa casa nessuno risponde al telefono? Dàj, dàj, macché! Allora ci siamo permessi...
Lorenza Stacco sempre il telefono per lavorare in pace.
marco Senza darci notizie dell'articolo? Ci siamo preoccupati...
LORENZA Preoccupati di che? Non c'è tempo fino a domattina?
marco Sì, ma...
Lorenza(seccata)E allora!
fosco L'articolo, ma le fotografie se non le scegliamoalmenomeno stasera, domani è già tardi.
Lorenza E una novità. Le fotografie le ha scelte lui tante volte da solo!
fosco Sì. Ma stavolta il signor Marco vuole che le veci» prima anche lei, e io sono qui con armi e bagagli. (Accenna alla valigetta.)
Lorenza Avete fatto benissimo, anzi vi ringrazio per la premura.
marco(ha guardato la donna con una certa insistenza) malei, Lorenza, portava gli occhiali?
Lorenza (togliendoseli, fredda) Sì, quando scrivo. Anche se leggo molto. Non lo sapeva? marco No. Sta bene, sa.
Lorenza (intimamente irritata) Bene o male, me li devo mettere. Allora?
marco Allora, direi... - Fosco si ferma, e le scegliete qui le fotografie, se non le dispiace, senza che poi lei si disturbi, u venire in redazione. Io invece scappo.
Lorenza E’ venuto per scappare?
marco Sono venuto per la mia tranquillità. (Andando più vicino a Lorenza) Sa che per un momento sono stato in apprensione?
Lorenza Per l'articolo?
marco No. Stavolta no. Apprensione per lei, mi creda, Lorenza.
Lorenza: Grazie. Adesso è tranquillo?
marco: Certo. (La guarda, indugiando.) Non so spiegarmi perché m'aveva preso quell'agitazione, quasi un presentimento..,
Lorenza (attenta) Ma di che?
marco Niente di preciso, ma che... che fosse successo qualcosa.
Lorenza(attenta) A me?
marco(annuisce).
Lorenza(scrutandolo) Ci bada, lei a queste cose? Non sembrerebbe il tipo.
marco Vede che ci si può sbagliare sul « tipo »! (E sì avvia.)
LORENZA Visto che è già qui, perché non si ferma? Vediamo e scegliamo insieme.
marco Oh, io non ho gusto. Lo dite sempre, tutti.
Lorenza Avrà perlomeno il gusto del padrone.
MARCO Ma i lettori preferiscono il suo, e allora... Le do carta bianca, lo sa.
LORENZA Lo so.(Sottilmente derisoria) Lei, Marco, è un padrone, scomodo.
MARCO Scomodo, trova?
LORENZA Ma certo. Scarica sugli altri la responsabilità.
MARCO (quasi galante) Non agli altri: a lei.
LORENZA Allora: scomodo per me.
MARCO E poi c'è anche Fosco a darle un occhio.
FOSCO Tutt'e due, per questo! E il mio è l'occhio della gente.E non per vantarmi, ma imbrocco quasi sempre!
LORENZA Meno male, che non ha detto « sempre ». È vero però, imbrocca, lui, da far perfino rabbia!
MARCO Lo so, lo so. (A Fosco) E non montarti la testa... Dunque me ne vado e buon lavoro... (Torna ad avviarsi.)
LORENZA (lo segue verso l'uscita) Dopo che fa?
MARCO Come che faccio?
LORENZA Telefona?
MARCO Beh, del telefono ne ho già avuto abbastanza.
LORENZA Ripassa?
MARCO Dipende.
LORENZA Siamo enigmatici? Come vuole, sa. Per me...
MARCO Dopo aver scelto le foto lei dovrà scrivere l'articolo...
LORENZA E’ già cominciato, e se non m'interrompeva lei...
MARCO Quanto ci mette?
LORENZA Ma che ne so! Ma poi c'è tutta la sera, e anche la notte se proprio occorresse.
MARCO(con un sorriso) - Lei, scommetto, scrive più volentieri di notte?!
LORENZA Qualche volta anche di notte; non è escluso - raramente, però.
MARCO(ridiscendendo d'un passo, verso Lorenza): E dov'è che scrive? Si può vedere?
LORENZA (seria) No, non si può vedere. (Un silenzio, si sente la musica di sottofondo.)
marco Chi suona?
LORENZA Che curioso! Scrivo di là. E metto sempre un po' di musica per accompagnamento. LORENZA Contento adesso?
marco Così così.
LORENZA (strana) Non c'era mai venuto prima qui da me?
MARCO Ci venni... uuuh! Una volta sola, appena un momento... e proprio qui... Però era diverso, disposto in altro imi do... e anche il colore delle pareti era...
Lorenza Che memoria.
marco (sembra non aver più fretta) Scrive di là, col sotto fondo, mnnn... Direttamente a macchina, o...?
Lorenza (anche a Fosco) Ma cos'è? Un'intervista?
marco Macché macché! E perché vi ammiro! Tutti, eli, tutti!
Lorenza Tutti chi?
marco Tutti voi, scrittori, giornalisti, che potete mettervi quando volete col sedere sulla sedia, e - tic-tic-tac - e giù, tre, quattro cartelle difilato. Ah! Ma come fate? Anni che vedo gente così, e resto sempre un po' a bocca aperta per l'ammirazione
Lorenza La chiuda. (Lo guarda incuriosita.) Non scrivo miti direttamente a macchina. Prima a mano, poi ricopio a macchinari, e mi vien, naturalmente, da cambiare qualcosa, anche molto, alle volte. Tenga conto che io sono, in fondo, una novellina, una di Iettante, non sono una vera scrittrice o giornalista, lei lo sa, del resto.
marco Beh, so e non so, anche se di lei, Lorenza, dovrei saper proprio tutto. Sarebbe naturale e logico! Ehh: e invece non so.
Lorenza Le indagini però facciamole un'altra volta, eli, Marco?! Non mi fa più lavorare altrimenti.
marco Scappo. Più tardi telefonerei, se...
Lorenza Quando scrivo stacco, gliel'ho detto.
marco Era per sapermi regolare.
Lorenza Si regoli.
marco Senta, io telefono. Se non risponde vuol dire che sta ancora scrivendo, e non insisterò.
Lorenza (derisoria) Ecco. Almeno è un programmino chiaro.
marco Intesi. Buon lavoro... (Verso Fosco) E tu, Fosco, non scegliere quelle foto che sembrano tanti fondi neri con appena un filo di luce attorno alla figura, eh! La gente vuol vedere.
fosco Losaprò io quel che la gente vuol vedere.
marco Lo saprai, chi dice niente! Ma poi il lettore si lamenta con me!
fosco (infischiandosene): Finora non s'è lamentato, il lettore, mi pare. Se continua a comprare il giornale vuol dire che gli piace!
marco Eeeh! Compra, compra... Ma che ne sapete voi diquel che si vende veramente? Eh? Chi ve le dà a voi le cifre autentiche della tiratura? Eh?
fosco (calmo)Si sanno. E sono cifre in aumento. (A Lorenza) Dico bene, Lorenza?
Lorenza Davvero, Marco, si sa. Non so come facciano, ma si sa.
fosco (motteggiando) Voce di popolo.
marco Voce di « Donna a Donna », altro che popolo. E lo sappiamo che cos'è un popolo tutto di donne! Pff!
Lorenza Spero, Marco, che non avrà il coraggio di lamentarsi, almeno con me.
marco Beh, riconosco che a un uomo non sarebbe certamente mai venuto in mente di scrivere un pezzo settimanale come il suo: le confidenze di una donna alle sue lettrici. « Da Donna a Donna. » Gran trovata. Anche il titolo.
Lorenza E allora non abbia la spudoratezza di lamentarsi! Che poi, tanto, faremo i conti, sa, i conti veri, intendo, fatti di cifre, di percentuali.
marco (allontanandosi, e sembra che voglia davvero congedarsi) Ma si scherza, no? Su su, Lorenza.
Lorenza(gli si avvicina e tirandolo un po' dentro, in disparte, con altro tono) Certo che si
scherza, vorrei vedere! (Con tono più sommesso) Però dal momento che siamo in argomento, è probabile che lo chieda davvero un po' di denaro, e sotto forma di anticipo o d'altro.
marco(la guarda interrogativo).
Lorenza Ne avrei proprio bisogno. Dico sul serio.
marco(discreto, ma accennando al portafoglio) Vuole che facciamo subito?
Lorenza Non c'è quest'urgenza, ma... In ufficio domani... o tra due giorni... (Volendo giustificarsi) È che aspettavo puntualmente del denaro, e invece non è ancora arrivato. marco Perché non l'ha detto?
Lorenza L'ho detto, vede?
marco (annuisce) Comunque quando vuole... Sono agli ordini... Scappo davvero... vi lascio in pace, eh...? (Ed esce salutando con la mano un po’ alzata.)
Lorenza (rimane nella parte alta della scena, lontana dalla ribalta, a Fosco): Scusi, Fosco: mentre finisce di preparare... proprio un minuto, eh...
fosco Ma sì! Quel che vuole...
Lorenza(esce. Dopo un momento la musica s'interrompe).
fosco (durante la scena con Marco ha aperto la valigetta e ha montato rapidamente un curioso apparecchio che serve per ingrandire le foto. E’ composto di una lampada- proiettore e diuno schermo grande come quello di un televisore. Il montaggio è stato fatto per gradi, ora è pronto)Quello (e allude a Marco), scappa sempre da tutti, un'anguilla, ma da lei (accenna a Lorenza) no... (Sillabando) « Da... Donna... a ...Donna »... L'uovo di colombo... come dire « da uomo a uomo »... e invece... Che idea, e che successo, gente! Sempre così... La fanciulla ha naso, però... Gallina dalle uova d'oro! E il vecchio marpione... che non vuol perdere le uova si cova addirittura la gallina... che è anche meglio. A meno che non abbia altre speranze... in questo caso però i conti si faranno più difficili e complicati perché... ih, ih... perché non mi par gallina facile... oh, no...
Lorenza Fosco? E pronto?
fosco Io sono pronto.
Lorenza Eccomi... (Rientra.) Attacchi pure. Vada adagio che non vorrei ripetere...
fosco (va a cercare la presa di corrente per avviare il proiettore).
Lorenza Ma che v'ha preso, stasera, di piombarmi anche in casa!
fosco Non m'ha dato pace, Marco, finché non l'ho condotto.
Lorenza È uomo deciso.
fosco No.
Lorenza Come?
fosco Sì, di solito è deciso. Però stavolta, a venir qui, era un po' titubante.
Lorenza Ma c'è venuto. E ha fatto male. Non volevo che venisse, e lui lo sapeva.
fosco Ah, lo sapeva?
Lorenza Gliel'avevo già detto un'altra volta.
fosco Quando?
Lorenza È già un po'. Ma è venuto lo stesso.
fosco E’venuto con me, ed è già diverso, Lorenza. E poi siamo o non siamo gente moderna?
Lorenza Saremo modernissimi, ma io sono in una situazione un po' difficile, diciamo delicata.
fosco Delicata poi...
Lorenza Sposata...
fosco Ma chi ci bada più! E poi, un marito così lontano, il suo, e da tanto.
Lorenza Peggio, in certo senso. Marco lo sapeva che...
fosco Non avrà potuto farne a meno, si vede. Voleva vedere, qui, penso...
lorenza Vedere che cosa?
fosco Vedere. Forse solo vedere, e basta... È già qualcosa vedere la casa, per Marco.
Lorenza Se c'era già stato una volta!
fosco Se n'era scordato, ha sentito? Forse allora era... tranquillo di cuore. Adesso è in pena...
Lorenza Beh, piantiamola! Forse gli uomini non li conosco.
fosco Ah, non li conosce?
Lorenza Parrebbe di no.
fosco (tra sé) Non li conosce... non li conosce...(All'improvviso) Ma sa che potrebbe essere un'idea.
lorenza Quale idea?
Intanto Fosco ha già cominciato a far scattare l'apparecchio da ingrandimento immettendo fotografie di moda femminile, a colori, o di vita femminile. La conversazione prosegue: viene soltanto interrotta brevemente da giudizi immediati che i due scambiano per la scelta delle foto:
-Sì, sì...
-No, eh... questa no! Mai!
-Beh, aspetti un po'...
-Ma sì...
fosco Ci ha mai pensato, Lorenza... a più avanti? Vorrei solo saper se le è mai passato per la testa...?
Lorenza Ma che dice.
fosco « Da Donna a Donna » non sarà mica eterno.
Lorenza Grazie dell'augurio. E allora? A che cosa dovrei pensare?
fosco Io penserei: « Da Donna a Uomo ». Per dopo. Lo sparerei subito dopo.
Lorenza Ma per l'amordiddio! (Di una foto) Questa mi andrebbe...
fosco Bella forza! Queste due qui è come fossero già in pagina... (E mette da parte, con altre, le ultime due foto.) Perché non ci ha pensato? Badi che « Da Donna a Uomo », fatto da lei, sarebbe un finimondo!
Lorenza No, non è per me... (Fosco protesta.) « Da Donnaa Donna » mi viene giù facile, naturale... basta che io dica la verità, la mia verità, beninteso...
fosco Ah, dice anche la verità?!
Lorenza(irritata per essersi come scoperta) Ma sì, ma sì! Mentre se mi mettessi a pensare, non dico a scrivere, ma solo a pensare una rassegna settimanale in cui una donna parla in confidenza con gli uomini di certi problemi comuni, di sentimenti o di certi rapporti o anche soltanto di impressioni, diciamo semplicemente di fatti, fatti di cronaca, sento che finirei per dire quasi sempre delle cose artificiali, anzi delle bugie o per lo meno delle cose non vere o non mie, e allora... - chi me lo farebbe fare? (Seria, quasi tra sé) Io, anche se non sembra, io non ho fantasia, non riesco a inventare.
fosco Non ci posso credere!
Lorenza Parola. Mi conosco. Non ho fantasia... morale, specie poi verso gli uomini.
fosco(stupito sinceramente) E come mai?
Lorenza (tentando di buttarla in riso) Perché non mi scopro mai col nemico.
fosco Che sarebbe l'uomo?
Lorenza E già. Io almeno d'istinto, non mi scopro.
fosco Mai? Ma lo sa che allora lei è proprio forte! Quando non ci si scopre si è forti.
Lorenza (incoraggiata) Beh, mi sono scoperta anch'io qualche volta... Nella stagione dell'amore, oh, sì, ci si scopre; ma sempre anche quelle volte con gran pentimenti, poi. fosco Mica sempre è vero, sa...
Lorenza Mah, quasi sempre.
fosco Però, mi scusi, Lorenza: lei non può generalizzare, il caso suo, è speciale.
Lorenza (sottraendosi)Lasci stare, Fosco. Non c'entra il « caso mio ». Io poi non ho « casi ». Lei, del resto, non potrebbe capire per il semplice fatto che è uomo.
fosco Dicono. (Trilla, quasi violento e inatteso il telefono.) Ma come, adesso suona?
Lorenza L'ho riattaccato prima, di là. (Va all'apparecchio.) Pronto. Sì, siamo ancora qui, evidentemente. Non lo so. Non si chiacchiera, si lavora. Se posso evitarlo l'evito, l'ho detto... Eccezionalmente, la notte... Ma se non c'è bisogno... non lo so proprio, Marco... Non siamo già d'accordo? E allora? Provi... provi... Adesso, ha visto, rispondo... Provare può sempre provare... siamo seri, Marco. Appena riattacco a scrivere, stacco laspina... Non faccio nessuna eccezione... Perché poi dovrei farne? Ho capito, sì. Fosco mi chiama. Grazie, sì, grazie. (Abbassa il ricevitore. Guarda Fosco. Vorrebbe parlare della telefonata, ma cambia idea.) Non mi sono ancora resa conto se lei, Fosco, è un uomo riservato o un pettegolo come tutti.
fosco Faccia lei.
Lorenza Fosco, ha o non ha dei segreti?
fosco Segreti? Moh! Non ne ho, direi.
Lorenza Ho già capito.
fosco Che cosa ha capito? Però se lei mi dice: non parlare di questo e questo, io non parlo.
Lorenza Che bravo. (E lo fissa con quel suo sguardo di derisione.)
fosco C'è poco da dire: c'è bisogno di parlare, di confidarsi, altrimenti... Io dico quel che penso, sempre.
Lorenza E così finisce per dire sempre anche quel che sa, prima o poi.
fosco Sì, abitualmente. Però se una come lei mi dice...
Lorenza Una come me non le dirà mai niente. (Cambia tono e accennando alle foto già scelte che Fosco tiene in mano raccolte a mazzo) Mi pare che bastino quelle, no?
fosco (come colto alla sprovvista) Hai voglia! Bastano e avanzano. Per l'ultima scelta farò io, domattina, sulla prima copia. E col gusto dei lettori! (E strizza l'occhio.)
Lorenza Lettrici. Sono lettrici. Il giornale è per donne! (E comincia a fissarlo.)
fosco Ma che vuole da me? Perché mi guarda in quel modo? Eh?
lorenza Come fa, Fosco, a azzeccarci sempre col gusto delle lettrici?
fosco Mistero!
Lorenza No, sul serio. Vuol dire che le donne le conosce?
fosco Beh, uno magari crede, ma poi...
Lorenza E allora?
fosco è perché quello che diceva lei, prima, non è massimamente vero, e glielo spiego. Vede, questo è un mestiere, parlo del mio, che se uno lo vuol far bene, non deve essere in
fondo né uomo né donna... Ah, lei ride? E io invece dico sul serio. Lei ride, perché a dirlo così fa ridere, ma è la verità. Uno si deve mettere al posto dell'occhio della macchina, dell'obiettivo, che cambia, beninteso, ma è sempre indifferente, a quel che vede - tac tac! - senza però avere il gusto speciale di una parte soltanto, come ha la donna o l'uomo che son diversi. Capito? (Lei continua a guardarlo attenta, ma sorridente.) La grande, grandissima fotografia, a parte la rarità del caso o lo scandalo visto così, come dal buco della serratura, capita, eccezionalmente, ma la grande fotografia che va a ruba in tutto il mondo, è una foto in fondo innocente, né maschio né femmina, com'è la natura o la cosa naturale, mi spiego? Il culetto nudo del bambino... è bello, no? Ma la gamba coperta, badi, dico coperta, da una certa calza ehi, diciamolo, è tutta un'altra cosa... e passa presto di moda, anche se è eccitante, passa passa!
Lorenza Io, vede, con le donne posso scoprirmi.
fosco(annuisce) E con gli uomini, no. Ho capito. Lei con le donne si confida tranquillamente, e si sente: e allora c'è il successo. - Vuol sapere un'altra cosa, Lorenza?
lorenza Dica, che poi chiudiamo.
fosco Ho potuto constatare...
Lorenza Parla come al « commissariato ». (Allegra) Dica, su, la constatazione.
fosco (insofferente): Ho potuto constatare che anche gli uomini, ma molti, sa, più di quanti si può immaginare, leggono in massa quello che lei scrive per le donne. Lo leggono anche gli uomini, e ci provano gusto, e si divertono. Glielo dico io. Forse vorranno scoprire qualche segreto!
Lorenza(pronta, staccata): Mi dispiace. I segreti miei vorrei tenerli custoditi. (Vorrebbe parlare, spiegare; poi ha uno scatto, tronca.) Basta, basta, adesso!
fosco(si rende conto che Lorenza ha terminato, e le porge il pacchetto delle foto scelte): Vuol rivederle o si fida di me?
Lorenza Oh, per questo, mi fido. (Cortese, familiare, ma sempre staccata) Ci rivediamo al giornale, Fosco.
fosco Domani.
Lorenza Certo, domani. Adesso, chiudo la porta. Stacco il telefono, e finisco l'articolo.
fosco(si mette a tracolla la macchina, imbusta l'apparecchio da ingrandimento e si avvia): Buon lavoro, allora...
Lorenza(gli sorride, lo accompagna, chiude la porta, rientra nella stanza. Sospira, sembra liberata, si tocca il volto, muove qualche passo. Si trova di faccia al telefono, lo guarda soprappensiero, poi gli volge le spalle e si accende una sigaretta, aspira due boccate
piene, guarda una piccola libreria d'angolo... mormora) Dunque... dunque... (Si accosta alla libreria, sceglie due libri, li sfila e tenendoli in mano si muove verso lo studio interno. Sembra che vogliauscire, è già quasi fuori, ma sulla soglia toma rapidamente dentro, spegne la luce, rimane soltanto accesa la lampada d'angolo, come all'inizio. Si ferma, poi
di scatto solleva il ricevitore, forma il numero, aspetta, si sente suonare dall'altra parte del filo.) Marco, sono Lor... (A voce bassa) Ma che le salta in mente di venir a casa con quel pretesto sciocco delle fotogr... ma un pretesto banalissimo... - E poi telefona anche, mentre c'è Fosco! Ha perduto la testa, mi scusi? Ma non era già tutto stabilito? I discorsi e i fatti coincidono perfettamente, ma per-fet-ta-men-te! (Confidenziale) Non sono... non sono arrabbiata... affatto, affatto... sono solo seccata. La capisce la differenza? SI, seccata. Per lei, Marco. Anche... anche per Fosco... ma perché Fosco è la voce... come? ...diciamo pure la fotografia se preferisce... è la fotografia di ogni avvenimento grande o piccolo... (Vivace) Ma io non voglio essere fotografata e poi... diffusa. Detesto la pubblicità... di ogni genere! Se lo metta bene in testa, Marco. - Beh, basta, Marco. Quando le chiedo una cosa e lei promette, deve essere quella, e si deve anche poter stare tranquilli, sennò... Detesto i colpi di testa. Ne ho già sopportato uno... Da lei o da altri non importa... non le sembra che basti? Ma io adesso sono tranquillissima. Ma in pace, assolutamente. Sto benissimo così. Ma che vuole riparlare? Anzi! (Una pausa) Provi. Glielo ho forse impedito? Provi. Se ho finito rispondo. Sennò... Ecco. Bene. E grazie. (Abbatte il ricevitore con una certa vivacità. Se non tirasse due boccate con troppa fretta si potrebbe credere che è calma. Si china a staccar la spina del telefono. Poi dà un 'occhiata ai due libri che ha tenuto in mano ed esce dalla stanza, che rimane in penombra, vuota.)
Dopo un momento si risente la musica classica di prima, tenuta egualmente in sottofondo. La scena rimane per un momento vuota e in penombra: solo la musica si rinforza come se entrasse proprio lì con l'orchestra. E sullo schermo del pannello corrispondente alla porta d'ingresso si anima in silhouette una figura alta, perfino troppo alta, di uomo con valigia in mano. Si ferma davanti alla porta indeciso, depone la valigia, si fruga in tasca, sceglie una chiave da un mazzetto, la infila nella toppa, apre. La porta si schiude appena, poi si spalanca; e l'uomo entra e occupa l'intero vano. Si guarda attorno rimanendo ritto sulla soglia e lasciando la porta spalancata, poi allunga con gesto abituale il braccio e trova e preme il pulsante della luce: la stanza ne rimane inondata. Allora come volesse nascondersi a qualcuno che potrebbe vederlo dal pianerottolo, con gesto familiare, dà un colpo di tacco alla porta, se la lascia scivolare esattamentesulla palma della mano che ha spostato dietro la schiena in modo da frenarla quel tanto che
occorra per impedirle di sbattere violentemente, ma indurla soltanto a rinchiudersi dolcemente per forza d'inerzia con lo scatto metallico della serratura automatica. L'uomo dal modo con cui si guarda attorno sembra accorgersi solamente adesso di « essere dentro ». Sospira. Posa la valigia sul tavolinetto come fosse un panettone, e sembra che l'abbia fatto apposta perché tutti la vedano subito entrando. Poi gira l'occhio curiosamente sulle pareti e va a toccarne una strofinandoci i polpastrelli e accorgendosi che è foderata di stoffa... E attratto da un quadro e si muove lentamente per guardarlo da vicino: gli si ferma davanti più a lungo del necessario... E a questo punto, mentre si accende una sigaretta, che si accorge della musica e bruscamente tende l'orecchio, si volge e si avvia verso l'interno dove è uscita Lorenza...
luca Permesso? Permesso... C'è nessuno?
Lorenza(e subito, al terzo richiamo, la voce sorpresa allarmata di Lorenza): Chi è? Ma chi è? Chi c'è? (Poi quasi gridando) Chi è? (E nel tono di voce c'è quasi del terrore.)
luca (sommesso): Sono... sono io... ma sono io, Lorenza...
Lorenza (gridando): Chi è? Chi èèèè? (E appare di corsa, stravolta.) Luca! Co... come? Come sei... entrato? (E presa da una improvvisa crisi si mette a singhiozzare quasi istericamente appoggiandosi allo stipite dell'imbocco del corridoio che porta all'interno.)
luca Ma Lorenza... che succede? Perché? Sono... io...
Lorenza « Ma Lorenza... » Entri in casa così dopo quasi due anni di assenza... e dici « ma Lorenza »! Senza nemmeno... (Cambiando) Avevi ancora la chiave...?
luca(smorzato): Evidentemente. Avrò aperto con la chiave... (E un po' puerilmente se la cerca in tasca nel mazzo, e la mostra, a riprova, a Lorenza che la osserva quasi volesse controllarla.)
Lorenza Sei tornato... a far che?
luca A vederti.
Lorenza (diffidente): E che vuoi da me? Vuoi... quel consenso?
luca No. Niente.
Lorenza Allora riparti?
luca Nemmeno. Per adesso almeno non riparto.
LORENZA E... che vuol dire?
luca (con un vago sorriso) Che non riparto, semplicemente.
Lorenza L'avventura sarebbe finita.
luca Quale « avventura »?
lorenza Come quale? Vuoi anche saperlo da me? Lo saprai tu!
lucaNon ci sono state « avventure », Lorenza.
lorenza Se non vuoi chiamarla « avventura » chiamala come ti pare. « Il grande amore », va bene? Per me... cambia forse qualcosa?
luca Non mi lasci nemmeno sedere che già aggredisci.
Lorenza Chiedo soltanto. Per rimettermi un po' dalla... Se mi avessi almeno avvertita...
almeno avvertita! (Sospira profondamente, poi con una caduta di tono) Quando sei arrivato?
luca Stanotte.
Lorenza E dove hai dormito?
luca Al « motel » dell'aeroporto.
Lorenza (irritata) Dal momento che eri deciso a non avvertire potevi farti vivo stanotte!
luca Non ero affatto « deciso », come dici tu, e volevo ancora riflettere.
Lorenza Quasi una giornata di riflessioni!
luca Potrebbe essere anche poco, no, dopo quel che è successo!
Lorenza E se non mi trovavi, adesso?
luca: Ti dirò che ci contavo. Entrare un po' come ladro, e guardare.
lorenz Ah! Allora ti ho rotto le uova nel paniere... (E comincia a guardarlo con una certa attenzione; poi vede la valigia e la osserva a lungo.) Non avrai solo quella...?
luca Sono all'aeroporto, al deposito.
Lorenza Quante?
luca Tre. E un baule... un bauletto. I libri me li spediscono poi a parte.
Lorenza Allora è proprio la « rentrée »! (Seria, grave) Comemai?
luca Lascio anche l'università.
Lorenza Anche?
luca(lievemente piccato): SI, anche. (E si siede lentamente, poi pacato) Quando la smetterai con quel tono di derisione si potrà parlare di tutto, pacatamente, da gente... da gente...
Lorenza Civile. (Ironica) Scommetto che volevi dire « civile »?
luca (irritato, sentendosi intimamente deriso): Volevo dire proprio civile! Parlare da gente civile! Sì! Perché poi ti faccia sorridere...?
Lorenza Scommetto che adesso non ritrovi più in me quella « compostezza botticelliana » che ti piaceva tanto, eh?! Prima delusione, eh?
luca Ancora non lo direi. E presto. Ma qualcosa forse è cambiato.
Lorenza Mi pare normale, no?
luca Anche in me, in fondo, qualcosa è cambiato. Benché io mi senta, credimi, ancora...
Lorenza(beffarda)-. ...inalterato! Perché allora lasci la Fondazione?
luca L'ho ritenuto più opportuno per varie ragioni. Ma a loro dispiace, e hanno insistito sapessi quanto! La mia Storia dell'arte interessava enormemente i giovani studenti...
Lorenza Non ne dubito! Saranno rimasti affascinati anche loro... (Smettendo di colpo quel tono) E che farai adesso?
luca Niente, adesso. Poi si vedrà. Dipende da varie cose, come si risolveranno...
Lorenza Allora sei partito dall'America senza una occupazione di ricambio, a mani vuote?
luca Quasi. (Una reticenza) Benché un progetto ce l'abbia...
lorenza Ah.
luca L'Unesco.
lorenza Ah, il vecchio progetto, che non si potè realizzare a suo tempo. Qualcosa è cambiato, adesso?
luca Adesso pare che gli americani... dopo Firenze... col riordinamento delle opere d'arte e del patrimonio artistico.
Lorenza Gli americani quando si tratta di « patrimoni » si agitano sempre! Sicché andresti all'Unesco per conto degli americani...?
luca Andrei? E una speranza.
Lorenza Parigi, allora? L'Unesco è Parigi. luca: Se fosse, sarebbe Parigi. (Guarda Lorenza, a lungo, d'improvviso cambiando.) Parigi ti piace, no? Non verresti a Parigi?
Lorenza Che c'entro io? (Netta, intensa, senza concessioni) Luca, non fare il buffone. Non l'hai mai saputo fare.
luca(sommesso) Scusa. (Si alza, si allontana-, sembra che il colloquio sia bruscamente finito; senza tono, quasi a testa bassa) Sarai rimasta in attesa il mese scorso e anche questo... del solito assegno della Bank of Michigan ...scusami tanto ...ma...
Lorenza Non sono morta di fame.
luca Ti sarai comunque chiesta come mai tardava tanto...
Lorenza Non mi sono chiesta. Qui da noi ci sono agitazioni talmente continuate che chiedersi qualcosa sulla mancata puntualità della posta, o di un assegno che oltretutto arriva dall'America è un lusso che non ci possiamo proprio permettere!
luca Io, te lo voglio dire, Lorenza, l'avevo fatto quasi... quasi apposta per darti un segno... un preannuncio...
Lorenza (irridente) Un preannuncio? Come sei tortuoso! Mi dispiace, però... calcolo sbagliato! Ho già chiesto un prestito.
luca A chi?
Lorenza Al giornale.
luca Che giornale?
Lorenza Il mio.
luca Ormai è inutile... Ho... già tutto sistemato io.
Lorenza Stamattina? Mentre riflettevi... prima di venire qui? Grazie, grazie; ma il prestito me lo farò dare egualmente.
luca La tua è una occupazione vera e propria, allora? Avevo capito dalle tue lettere che si trattava di una specie di hobby.
Lorenza Hai capito male. Anzi, sto regolando la mia posizione anche professionalmente. Bisognava pure che io pensassi - e pensi - seriamente al mio avvenire. Dal momento che mi tengono ormai in una certa considerazione, e « anticipano » senza far storie, non vedo perché non avrei dovuto sistemare...
luca(la guarda con una certa insistenza, e lei se ne accorge): Sei diventata una donna pratica, allora? Non lo sapevo.
lorenza Pratica? Non lo so! Ma me la sono cavata abbastanza bene anche nei primi mesi della nostra crisi coniugale, si dice così? Adesso poi non ho veramente problemi.
lucA Indipendente.
Lorenza Diciamo. Puoi star tranquillo per me. (Un sospiro) Dunque tu punti all'Unesco?
luca (irritato) Non è che punti, ma... Lorenza: Insomma sei venuto semplicemente per rinnovare il guardaroba.
luca Che discorsi!
Lorenza Vuoi che ti ripeta con altro tono la domanda alla quale prima non hai risposto! Che sei tornato a fare?
luca (non a suo agio, anzi con una certa fatica): Ho chiuso tutte le « avventure », visto che la parola ti piace: non solo quella universitaria, anche l'altra.
Lorenza (implacabile) Non era universitaria anche quella, da quanto mi hai scritto?
luca Se vogliamo!
Lorenza Ma figurati! Io non voglio proprio niente! Me l'hai detto tu, anzi scritto - dalla tua partenza non ci siamo più rivisti né parlati, nemmeno al telefono; due anni di silenzio - me l'hai scritto tu che era la moglie di un tuo collega universitario.
luca Sì.
Lorenza Altrimenti come lo saprei? - Piuttosto giovane, e irlandese, no?
luca Sì.
Lorenza Vedi! - Impetuosa, travolgente... luca: Non ho mai detto travolgente!
Lorenza Avrai detto qualcosa che mi ha fatto pensare a una donna travolgente! Questo me lo concederai.
luca Ma io ti concedo tutto! Sono qui appunto perché ti concedo tutto! Sai di me vita e miracoli, mi conosci come nessuno al mondo... Forse mi ami ancora.
Lorenza Non facciamo mescolanze. Diciamo, che ti conosco, e basta.
luca Che mi hai amato, almeno. Ci saremo amati, o no? Prima, dico. Una volta. Nella preistoria!
Lorenza Ma sì! Preistoria, sì. Ho concluso appunto che lei deve essere travolgente, perché ti conosco. Tu, a degli improvvisi, vivaci abbandoni, diciamo, sentimentali, hai sempre alternato periodi di - come chiamarli? - assenze, di silenzi... Sì, il tuo ritmo amoroso era proprio caratterizzato da queste intermittenze...
luca Che tu rispettavi, Lorenza, a cui anzi ti sei sempre adeguata, perché - mi hai sempre detto, e spero fossi sincera - ti era congeniale.
Lorenza Sincerissima. Era vero. È vero. L'ho sempre considerato in te, e anche in me, un segno di dignità, di elevatezza e anche di distinzione nei confronti della passionalità senza tregua, inesausta e senza limite dei più.
luca Esattamente, Lorenza. E ricordo che nei primi tempi del nostro matrimonio, io ti dissi che ti trovavo, anche nell'intimità, molto « botticelliana ».
Lorenza Torniamo al « botticelliana »! C'ero preparata,sai?!
luca Ma è vero! Cioè, molto artistica, sempre: sensuale, ma composta, mai disfatta o travolta dalla passione o dal piacere nemmeno nei momenti del godimento.
Lorenza(un po' eccitata e un po' seccata): Ma sì, ma sì, mi ricordo tutto! Solo che adesso il discorso ha una certa impudicizia, o almeno mi fa quest'effetto! Mi conferma nella convinzione - di qui s'era incominciato - che quella « signora irlandese » debba essere davvero travolgente. E tu, necessariamente, in questi anni, dovrai avere cambiato autore: non più Botticelli, ma... ma... chi? Aiutami un po'. Avrai preso più gusto a certi nudi di Goya, no? O agli espressionisti francesi, a certi almeno? O a chi? Perché, lei, dovrà essere travolgente senza intermittenze... nel ritmo amoroso.
luca (vorrebbe ribattere, si agita pur restando fermo, ma poi si domina, e guarda Lorenza).
Lorenza (come cominciasse un discorso del tutto informativo)-. Dici però che adesso l'avventura sarebbe terminata. E poiché lo dici debbo crederci. Non sei mai stato un bugiardo consapevole.
luca (sconfortato, mortificato) Lorenza, se non mi metti in condizione di parlare agevolmente, con spontaneità e direi anche per gradi, con un certo ordine, come vuoi che...
lorenza (beffarda) Vorresti anche il rispetto della cronologia? Oh, ma che pretesa!
luca(con un accento quasi di disperazione): Ma io non saprò mai come fare a spiegarti, come farti capire...
Lorenza (polemica): Ma io non ho nessuna intenzione e nessuna voglia di capire!
luca Ma io sì! Io sento che debbo farlo prima di...
Lorenza(tagliandogli la parola): ...prima di che? Prima di tornartene via liberato, prima di andartene a Parigi, all'Unesco? Prima vorresti riordinare e chiudere l'avventura da ogni parte, là e anche qui, no? Come se fosse una monografia che non può restare senza conclusione, senza riepilogo finale, senza giudizio critico? Ne avrai però bisogno tu, non io!
luca Certo, io, anzitutto. Ma anche per te la mia spiegazione dovrebbe contare!
Lorenza (pacata, quasi dimessa): Vorresti farmi un racconto dettagliato, è così?
luca Ecco. Diciamo pure che è così. Un racconto... ma soprattutto una confidenza...
Lorenza E vorrai anche un consiglio, immagino? luca: No. Non necessariamente. Vorrei che la mia fosse, chiamiamola così, se non ti dà noia il termine, una confessione. Perché ho bisogno di... come posso dire? Non riesco a trovare la parola esatta...
Lorenza Ma di' come ti viene, anche se non è esatta la parola! Le parole contano così poco, Dio mio!
luca Eh, no! Contano, contano, e come!
Lorenza (improvvisamente impaziente) Hai bisogno, dicevi?
luca Di farmi perdonare da te per...
Lorenza Oh, perdonare, poi... - perché perdonare?
luca Ma per tutto quello che ti ho fatto, per quello che non ho mantenuto, per il silenzio, la fuga, la viltà... e poi per le offese...
Lorenza: Lascia stare le offese. E non eccedere, ti prego, nella denigrazione di te stesso, nella degradazione che vorresti attribuirti... Potrebbe essere anche una compiacenza... una estrema compiacenza, no? (I due si guardano, si misurano, e di colpo, Luca, come esasperato, si alza, fa qualche passo nervosamente, va accanto alla valigia, vi posa sopra una mano, l'accarezza, indugia.)
Lorenza (sibila) Sei anche suscettibile! (Ma poi cambiando completamente tono, pacata) A questo punto, però, io non ho via di scampo dal momento che sei già qui, ti sei già introdotto prima che potessi impedirtelo. Se vuoi, allora, ti ascolto. Ti voglio anzi aiutare. Cioè te la faccio io, prima, una domanda. (Un intervallo brevissimo, teso) Quando partisti non avevi ancora incontrato nessuno?
luca Come nessuno?
Lorenza Non l'avevi già incontrata prima quella signora?
luca (sbigottito) E come avrei fatto?
Lorenza(tenendolo strettamente sotto controllo): Beh, le persone s'incontrano dovunque, non solo nel luogo dove vivono abitualmente.
luca Ma no, Lorenza, no!
Lorenza Perché mi era venuto il dubbio che fosse stato tutto un inganno, il tuo, e il viaggio in America una fuga mascherata dall'invito della Fondazione, dall'incarico di Storia del l'arte all'Università, insomma tutta una trappola combinata prima, con lei.
luca Le hai pensate tutte!
Lorenza Sicché era vero che io avrei dovuto raggiungerti pochi mesi dopo.
luca Verissimo. Te lo giuro! (E si mette una mano sul petto tenendola premuta in quel gesto solenne.)
Lorenza Ho capito, ma per favore togliti quella mano dal petto, questo tono da giuramento di Pontida mi dà un po' fastidio.
luca(abbassando la mano)-. Ti aspettavo, regolarmente. Cercavo la casa adatta, e il luogo...
Lorenza Insomma, quello che mi scrivesti, quello che so.
luca Tutto accadde all'improvviso a un raduno, alla festa della Fondazione. Ci furono le presentazioni, anche dei familiari... Io, che ero solo, mi scusai per te, dissi che t'aspettavo... Strette di mano, gran sorrisi, insomma molta di quell'allegria a cui non ero abituato ancora... Bevemmo, e ballammo...
lorenza Strano: non ti era mai piaciuto ballare! luca: E difatti non mi piacque, ma per compiacenza... Era un party... si svolgeva nella vasta pelouse dietro il grande edificio della Fondazione...
Lorenza Ah, quello! Ho capito: ho visto la cartolina - post card - che mi mandasti... (E gorgoglia un sorriso.)
luca Mi trovai così a ballare con Doris.
Lorenza Ah, Doris? (Una sospensione, sul nome) Perché non me l'avevi mai detto, il nome? Doris?
luca Non te l'avevo mai detto? Credevo, sai... Dorothy McPaddok.
lorenza Già, irlandese. Dorothy... Doris... (Tra sé) Quel ballo con Doris... sembra un titolo... eh, eh... (E torna a gorgogliare quel suo sorriso.)
luca Era già verso il tramonto... l'ora stanca... e lei, d'improvviso, senza che nessuno se l'aspettasse... mi bacia.
Lorenza Chi doveva aspettarselo? Oh, poverino! Sei anche stato sedotto? Nemmeno seduttore, sedotto!
luca Noi uomini, siamo tutti sedotti, anche se crediamo di essere dei seduttori. Voi siete così brave da lasciarcelo credere. Tutto qui. Ma il gioco è sempre in mano vostra.
Lorenza Anch'io, dici, fui così brava, a suo tempo?
luca Non lo so. Non ci ho pensato, Lorenza...
Lorenza Pensaci, per favore. Poi me lo dici. (Appassionandosi al racconto) Dunque, lei ti bacia nel prato, è così? Pubblicamente, in mezzo alla gente?
luca (annuisce) Sì sì, all'americana, mi spiegò dopo...
Lorenza (fredda, ma quasi sfrontata) All'americana? E che bacio era? (Reticenza di Luca) Ci si può baciare in tanti modi, no?
luca (fissandola) Te lo ricordi quel ritratto di Fragonard, Femme à la bouche entrouvertéì
Lorenza Sarebbe così all'americana?
luca Pare. Tanto che il marito accorgendosi del mio imbarazzo, mi pregò di scusarla.
« Doris è imprevedibile... dovrete abituarvi, caro collega, a fronteggiarla... con lei si deve sempre combattere un match », mi disse.
Lorenza (stupefatta, nonostante tutto): Un match? Allora era una abitudine? Ma che uomo è questo marito?
luca Molto rispettabile, ma molto! Non devi credere... e giudicarlo da queste battute che possono sembrare anche umoristiche. S'è sempre comportato come un amico, con una comprensione e una tolleranza disarmante... - un uomo a cui non si vorrebbe fare un torto per nessuna ragione al mondo!
lorenza Tu comunque gliel'hai fatto.
luca Non è così semplice. Io, per esempio, avrei subito voluto parlargli francamente, come feci con te.
LORENZA Questo parlare subito francamente è un po' la tua ossessione! Credi, parlando, non solo di far bene, ma di liberarti la coscienza di un peso che ti imbarazza. Parli, confidi, e vuoi che ti siano rimessi i tuoi peccati. Ma sì, ma sì! La solita storia della confessione. Ma sì, ti dico, te la posso ripetere a memoria! Come citasse) « ...quello che mi amareggia di più è che lei... che lei... » non scrivevi mai il suo nome nelle tue lettere, mai! dicevi lei « è che lei vuole nascondere tutto al marito, e mi sorprende che tragga dai continui sotterfugi a cui siamo costretti, uno slancio più vivo, quasi selvaggio per ritrovarsi con me nei luoghi più impensati... ».
luca(riconoscendosi)Ma te l'ho scritto io!
Lorenza E chi altro? Non invento niente!
luca Mi ricordo, sì.
Lorenza (beffarda e amara): Non quanto me. (Riprende la citazione) « ...ti debbo confessare... ».
luca(fa per interromperla).
Lorenza(più forte per non farlo divagare): « ...e sono certo che mi credi, Lorenza, io stimo molto il marito, gli sono amico e mi pesa sempre di più, questa situazione... » - Ti pesava davvero?
luca Allora mi pesava, sì.
lorenza Poi, ti pesò meno.
luca No! Anche dopo, fino alla fine... Se non mi avesse pesato sarei rimasto. Che cosa ti ho scritto, poi? Eh? Dillo. (Ma Lorenza tace fissandolo con aria di sfida; allora lui sbotta per la prima volta con autentica aggressività.) No, dillo! Perché non devi ricordare e ripetere come un pappagallo solo quello che ti fa comodo per alimentare la tua ironia! Che cosa ti ho anche scritto?
(Ma lei continua a non fiatare, a guardarlo fissa, gelida, pallida; allora parla lui, cita lui, se stesso) Che lei « vorrebbe fuggire, andarsene, scomparire con me, ma io non voglio e non posso farlo senza aver avuto con lui una spiegazione aperta »!
Lorenza Hai sempre bisogno del permesso di qualcuno tu.
luca Dell'aiuto, non del permesso, è ben altra cosa! E non me ne vergogno! Avevo, sì, bisogno dell'aiuto del marito, visto che di aiuto, da te, non ne avevo avuto nemmeno l'ombra!
Lorenza (sbalordita) Da... me? Aiuto da me?
luca Sì, da te da te, che eri, che sei ancora, dopotutto, mia moglie! A te avevo subito parlato, scritto... a te sola! Sola persona che sapeva! E tu che hai fatto?
Lorenza (sempre più sbalordita): Che ti aspettavi che facessi?
luca Ma non lo so! Qualche cosa, comunque! Vorrei sapere se hai sentito... appena hai saputo da me - da me! -, se hai sentito lo slancio istintivo di prendere un aereo e venire là a vedere di che cosa si trattava... per discutere con me, per gridare, magari, per contendermi all'altra che non conoscevi... Ma non hai sentito il dolore, dentro, la gelosia roderti? Non l'hai sentita? Il bisogno viscerale... sì, viscerale, di difendere quel che era tuo e stava per esserti strappato? No, non l'hai sentito! Niente!
Lorenza Non ti permetto di giudicare quel che ho sentito io. (Pausa lunga) Comunque su quel dolore che tu chiami « viscerale » ha prevalso quel rispetto delle reciproche, interiori libertà di cui avevamo tanto parlato. « E quel che distingue veramente gli uomini civilizzati dai barbari e dai primitivi » avevamo concluso insieme. Credevo che tu preferissi questo.
luca Non si preferisce mai, nella realtà, quello che s'è deciso prima a parole. Forse ogni uomo civilizzato desidera segretamente un accoppiamento con un primitivo, con un selvaggio...
Lorenza Credevo invece che il solo modo di difenderti veramente fosse quello di lasciarti libero.
luca (scuotendo la testa, smorzato) E così non hai nemmeno cercato di sapere chi fosse - t'ho detto sempre tutto io, spontaneamente! - che donna fosse... - era in fondo la tua rivale, a distanza... Non hai avuto nemmeno questa curiosità istintivamente femminile che è, poi, di tutte le donne innamorate! Niente. Mi lasci solo - libero, liberissimo, per carità! - a sbrogliarmela!
Lorenza Vorrà dire che non sono una donna.
luca Vorrà dire che sei un esempio di rettitudine, di virtù,di spirito di sacrificio, di dominio di te... di... di tutto quel che di meglio si può pensare e dire e desiderare di una donna, ma che sei soprattutto un mostro di orgoglio!
LORENZA Perché non me l'hai chiesto? In fin dei conti si trattava di trasgredire a una specie di patto che ci eravamo scambiati? Dovevi dirmelo, chiedermelo: « Lorenza, ho bisogno di te ».
luca E saresti corsa, saresti volata in mio aiuto?
Lorenza (pensosa) Non lo so. Forse, se me l'avessi chiesto. O forse no. Non lo so, t'ho detto.
luca (passandosi una mano sulla fronte come per cacciare dei pensieri): Scusami, sai Lorenza. Ci siamo lasciati andare in... in una polemica... in uno scambio di... accuse... Forse sono ingiusto a parlarti così. Dovrei essere felice per averti ritrovata... qualunque siano i tuoi sentimenti di oggi verso di me... chiederti perdono per questi due anni in cui ti ho abbandonata, praticamente.
Lorenza(interrompendolo): Non mi piace questa scena, sai... Non proseguire.
luca Perché?
Lorenza Non mi piace il quadretto di noi due, così come siamo in questo momento. Un quadretto che potrebbe avere anche un titolo, benché nessun autore abbia mai pensato a ritrarlo. Non è come per la Femme à la bouche entrouverte, non c'è un Fragonard, oh, no! (E ride sarcastica.)
luca Che titolo gli daresti, tu, al nostro incontro, sentiamo.
Lorenza Non te lo dico.
luca Temi di offendermi?
Lorenza Se temessi solo di offenderti te lo direi subito.
luca E allora? Non capisco.
Lorenza Non voglio offendere la situazione, che è mia quanto tua. La situazione, che è dolorosa e amara, e merita rispetto; e che a me appare invece improvvisamente in altro modo.
luca Ridicola?
Lorenza Anche, ma più che altro non vera. Anzi, falsa, ecco. Situazione falsa. (Si muove, fa qualche passo per la stanza, e con le spalle rivolte a Luca) Beh, per farla finita con le allusioni, ti dico il titolo. (E si volge.) Il falco pentito e la colomba premiata. Per dirti la falsità delle nostre reciproche posizioni. Ma perché tu non sei un vero falco, non sei in fondo nemmeno veramentepentito. E io non sono... non sono... non sono nemmeno stata la colomba che ti sei forse raffigurato che sia e a cui vorresti tanto chiedere perdono e ottenerlo. Almeno dici. (Sospira.) No. Non sono la « epiomba ». Perché nel corso di questi anni... anzi proprio recentemente io mi sono trovata nella curiosa... imprevista condizione di dovermi « appoggiare ».
luca Come... appoggiare?
Lorenza Appoggiare. Non occorre una speciale intuizione per capire che cosa voglia dire per una donna sola... Cosa vorrà dire appoggiarsi?
luca(ha capito, ed è colpito come da una notizia inattesa).
Lorenza Non devi dunque chiedere nessun perdono.
luca Hai una relazione?
Lorenza (volutamente ambigua) L'ho e non l'ho... Però l'ho avuta.
luca Una relazione intima... compiuta? (Silenzio) Lo dici per ferirmi?
Lorenza Lo dico per lealtà, per coerenza, per il patto che facemmo: libertà di coscienza e di comportamento, e lealtà.
luca (ribellandosi) Ma io te l'ho detto subito quando accadde, tu no! Solamente adesso... Dovevi dirmelo! E io... allora... se l'avessi saputo...
LorenzaNon saresti tornato. Volevi dir questo?
luca(senza rispondere): Avevi il dovere di essere leale, subito! Come sono stato io! Su-bi-to!
Lorenza (cattiva Se il nostro scambio s'era interrotto, anzi chiuso? L'hai dimenticato? O vuoi che facciamo un po' di cronologia?
luca Per carità!
Lorenza Proprio per carità. Vuoi che tiri fuori le tue lettere? Le ho conservate tutte, e ordinate anche per data.
luca Perché non le hai distrutte, bruciate?
Lorenza Oh, no! Mi sono così care. E preziose.
luca: Preziose per ottenere adesso da me quel che ti pare... quel che ti serve, eh?
Lorenza Non ti permetto di degradarmi nemmeno col pensiero fino a questo punto!
luca Oh, ma dove siamo arrivati... ero venuto qui con un animo... sapessi, Lorenza, con che animo, oh!
Lorenza è che non si arriva mai al tempo giusto, col sentimento giusto.
luca (si ferma ansante, quasi si accascia).
Lorenza (a voce bassa, senza tono, ma implacabile) Te lo ricordi bene l'andamento di quella tua corrispondenza? Tu che mi accusi di non essere volata in tuo soccorso? La prima lettera che mi mandasti dopo il bacio « à la bouche entrouverte »? Ti risposi subito, e penso che ci fosse - penso! - il tremore di una donna che ti amava. Perché ti amavo, lo sai. Non volai in tuo soccorso - e sarebbe stato, bada bene, più facile, oh, e anche molto più comodo! - ma ti risposi sempre... sempre... sempre... lo sai... fino a quella - ricorderai, spero! - dove mi chiedevi di concederti la libertà nel caso probabile che tu ne avessi avuto bisogno. Perché, era chiaro, tu volevi sposarla, divorziare e poi sposarla; e aggiungevi con una chiarezza che era brutale - aggiungevi: « tanto più che non ci sono stati figli ». Spero ricorderai che cosa ti risposi subito anche questa volta?
lucaMi dicesti di sì. E ti telegrafai « grazie ».
Lorenza(beffarda) Che gran signore! E da quel momento le tue lettere si fecero più rade e più vaghe. Te le posso citare... almeno certe frasi...
luca (supplichevole) No, Lorenza! Basta! Te ne prego...
Lorenza (implacabile) « Si tratta di vedere chiaro in se stessi, nei propri sentimenti e seguirli...», oppure dicevi: « Il futuro, cara Lorenza, è sempre una incognita tanto più terribile in quanto oramai sono stati bruciati i ponti alle nostre spalle » - nostre, dici, non tue, ma nostre, cioè mie e tue: ponti bruciati; e non si torna più indietro... E finalmente il canto del cigno, che mi fece l'effetto di una decisione ormai irrevocabile. Oh, te la devi ricordare quella lettera, perché poi non ce ne furono quasi più, e se ce ne furono erano dedicate o ad argomenti estetici - i tuoi viaggi - o a motivi pratici - mi interessavi a certe tue questioni amministrative « nell'interesse comune » precisavi, forse per sollecitarmi. E poi ci fu davvero il silenzio, a meno che tu non voglia considerare corrispondenza i bigliettini d'augurio e l'assegno mensile della Bank of Michigan. E allora perché avrei dovuto dirtelo? E dove dovevo scriverti, se non si sapeva nemmeno dove eri esattamente...
luca Come non si sapeva!? La Fondazione, l'Università...
Lorenza Non si scrive alla Fondazione e nemmeno all'Università di queste cose intime. Non sono ricerche di biblioteca, né risultati di laboratorio che tutti, volendo, possono leggere! (Una pausa) Non ti ho scritto. Non ti ho chiesto aiuto. E mi sono « appoggiata ». Ecco la verità. Ti piaccia o no, Luca. Adesso lo sai. (Ed è la prima volta che pronuncia il nome di Luca.)
luca(di colpo appare come svuotato, e si accascia a sedere).
Lorenza(lo guarda, e con voce neutra, compassionevole) Non te ne vai...
luca(senza levare il capo) Dovrei andarmene?
Lorenza Come ti pare, Luca. Però, basta con questi discorsi. Parliamo d'altro.
luca Se fosse facile parlar d'altro!
Lorenza Proviamoci...
luca(suonano alla porta) Suonano qui?
Lorenza Pare.
luca E chi è? Aspettavi qualcuno?
Lorenza(cominciando un suo comportamento ambiguo) Immagino chi potrebbe essere...
luca Immagini...?
Lorenza(si muove per andare ad aprire, di là).
voce marco off Scuse, scuse... tante scuse, ma...
Lorenza(troncando) Entrate su... (Appaiono Marco e Fosco.) Sa, Marco, che tra un po' avrei chiamato io?
marco Dove? Non ero né a casa né in Editrice... Avevo già provato a telefonare, ma...
Lorenza Per fortuna è venuto... L'aspettavo, Marco...
marco Io, invece, temevo di disturbare...
Lorenza Ma come? Mi sono detta: la via di casa tanto la conosce! E quando ho sentito suonare... « Oh, eccolo, immagino chi può essere. » (A Luca) E’ vero che l'ho detto?
luca(annuisce, sorridendo, imbarazzato. I tre uomini si guardano un po’ di sottecchi aspettando una presentazione, ma Lorenza non si decide a farlo. E incredibilmente cortese, quasi affettuosa verso Marco. Si deve notare la differenza con il tono staccato e talvolta scostante e quasi aspro che ha avuto prima con lui.)
marco(incoraggiato)Allora avrà lavorato... Ha finito l'articolo?
Lorenza Macché! Sono stata disturbata quasi subito da questo signore... (E accenna con la mano a Luca, e tutti gli sguardi si puntanosu di lui; allora, dopo aver preso tempo, si decide apresentarlo) È Luca... mio marito. (Movimento di Marco e di Fosco)
fosco Ah, eccolo! (E gli sorride.)
Lorenza(non ha finito) E di passaggio. Ha pensato di venirmi a trovare. All'improvviso dopo tanto tempo... (Fosco ha già dato la mano a Luca, ora se la stringono Marco e Luca.)
luca(a Marco)Ma noi, ci siamo già incontrati...
marco(col solito imbarazzo) Noi? Quando, dove...?
luca C'eri anche tu, Lorenza.
Lorenza Io? Ma sogni, Luca! - Si accomodi, Marco. Anche lei, Fosco...
fosco Io dovrei scendere, Lorenza...
Lorenza Ma aspetti anche lei, con Marco...
fosco (a Marco) Ma... non so... Meglio però che vada a prenderla, no? E tardi... s'era detto...
marco Sì, vai, è meglio... E m'aspettate sotto... (A Lorenza) Fosco è meglio che vada, ha da fare...
Lorenza (un po' eccitata): Allora via subito, Fosco, march
fosco (si allontana e sparisce seguito da Lorenza).
Lorenza (riappare quasi subito sulla soglia): Quando avvenne questo vostro incontro, che non si sapeva!? Fu un incontro segreto!
luca Ma che segreto? Ti ripeto che c'eri anche tu, Lorenza.
Lorenza Strano, mi ricorderei...
luca (a Marco, a disagio) Scusi, lei è - come si dice? - l'amministratore della casa editrice di corso Mazzini?
marco (prende il tono sicuro e spiccio degli affari, si sente di colpo a suo agio)-. SI. Beh?
luca Allora non mi sbaglio. Una volta, prima di partire... più di due anni fa... (a Lorenza) ti venni a prendere in redazione, non te lo ricordi?
Lorenza (aggrotta la fronte).
luca(a Marco) Erano i primi tempi, e credo insistesse per collaborare... Portava articoli per farsi conoscere, veniva a prendere le risposte... (A Lorenza) Talvolta ti aspettavo... Una volta mi fecero salire, e vi sorpresi tutti assieme...
marco Tutti chi? E dove? Da me? Nel mio studio?
luca Non lo so se fosse il suo studio, era uno stanzone; una stanza molto grande, con vecchi enormi quadri alle pareti...
marco Ah, il cosiddetto salone delle riunioni... Ho capito.
luca Si ricorda, adesso?
marco No, ma ho capito il luogo...
luca Eravate in molti: c'era lei (e indica Marco), c'era Lorenza, da una parte, silenziosa, un po' pulcino nella stoppa, e altri che non conoscevo, cinque o sei persone... Mi affacciai, e per caso ascoltai la conversazione molto animata...
Lorenza Curioso che non mi ricordi! Che conversazione era? Sul giornale? Sui pezzi che avevo portato?
luca (divertito di tenerli un po' sospesi): No... no...
Lorenza: Te lo ricorderai di che cosa si parlava!
luca Certo.
Lorenza E dillo, allora! Senza far tante storie...
luca Leopardi. Parlavate di Leopardi. (Una sospensione)Un giovanotto, certamente un redattore, cercava di spiegare e di convincervi che il poeta, nonostante precoci e numerose accensioni sentimentali... Silvia, Nerina, Aspasia... e altre donne celate dietro le allusioni dei versi... celate, ma concrete... si era spento giovane e ancora casto. Vergine. Questo termine - vergine - non è quasi mai usato per un uomo, è vero? Beh, diceva il giovanotto, Leopardi morì vergine. Cercava di spiegarlo, di documentarlo con citazioni e riferimenti... era colto, preparato e convincente. Fu di fronte a questa affermazione e alle prove che sembravano schiaccianti, che lei... (a Marco) si stupì, anzi fu preso da un vero sbalordimento.
marco (china la testa)
luca Non si ricorda?
marco(annuisce, e mormora) Adesso, sì.
luca Si ricorda.
marco (a Luca) Ma lei dov'era?
luca Vicino alla porta d'ingresso... e facevo segni discreti a Lorenza (a Lorenza) che non m'aveva visto.
Lorenza (seccata) Ma sì! Ma sì! Ora mi ricordo! (E guarda Marco.)
marco(quasi per giustificarsi): Ma guarda un po'! Lei c'era... (Scuote la testa.) Sì, è verissimo: io ero proprio sbalordito... Non credevo... non potevo credere che quel Leopardi, così giovane, avesse conosciuto tante donne... le avesse ricordate, si fosse anche infiammato e avesse scritto delle poesie... senza averne mai posseduta nessuna, veramente. Ma è mai possibile? Non mi convinceva. E pensavo di aver capito male...
luca E difatti lei venne avanti, in mezzo alla stanza deciso a capire, a vederci chiaro...
marco Eh, sì. Diciamo le cose come stanno, senza mezzi termini - glielo chiesi.
luca Appunto.
marco « Secondo voi, allora, Leopardi non avrebbe mai...? » (E fa un gesto misurato, ma eloquente, con la mano a indicare l'atto di possedere; gesto che anche così mitigato e contenuto al massimo risulta egualmente estremamente volgare.)
Lorenza Dio che pena, Marco!
luca Come dicesti allora: Dio che pena.
marco E aveva ragione, Lorenza. Facevo schifo! luca: Via, non esageri, adesso...
marco Facevo schifo, e non me n'accorgevo nemmeno! Che vergogna! Che vergogna!... Lorenza Ma no...
marco E come no?
Lorenza (vibrata)Dico di no. Luca, non lo giudicò affatto volgare.
marco (riconoscente, a Luca) Davvero?
luca Davvero. E lo dissi a Lorenza, uscendo...
marco (a Lorenza) Lei sì che ci rimase male, è vero? Dica la verità?
luca Male... Colpita, questo sì...
marco (distoglie gli occhi da Luca e scuote la testa comprimendosela con il palmo della mano come volesse mutarla): Mi pare un secolo, sa! E di non essere più io, adesso! Perché adesso non solo non lo direi più, ma non lo penserei nemmeno. Adesso ci credo.
luca A cosa?
marco A Leopardi, così...
luca E una testimonianza concorde...
marco No, ma... voglio dire: ci credo... perché adesso trovo perfino naturale e giusto... e anche bello che quel Leopardi sia morto senza aver fatto... con nessuna... quel che si dice «aver fatto l'amore... », lei dice «posseduta», ecco, ci credo che le abbia amate, pur non avendo... Adesso sì, non ho dubbi. Ma allora... (guarda Lorenza) che pena, eh?, dovevo farle.
Lorenza Ho già detto di no!
marco Oh, sì! Faccio pena a me stesso... Puah! (Come volesse spiegare, anche a Luca) Erano, ha detto bene, le prime due volte che Lorenza veniva in redazione... non so nemmeno con chi parlasse... Io, quella volta di Leopardi, non l'avevo vista, non sapevo che c'era...
luca (involontariamente mordente) Poi invece Lorenza... si è introdotta a poco a poco... si è anche « appoggiata » alla rivista...
marco (semplice) Noi, noi ci siamo appoggiati a lei...
luca Appoggio reciproco; il migliore e più duraturo!
marco (annuisce) Mentre lei stava fuori, Lorenza, sa, si è fatta una strada. (A Lorenza) Lo saprà, no?!
luca Non esattamente, ma...
marco (con calore) Potrebbe andare dove vuole, adesso. Le farebbero tutti ponti d'oro.
luca(guarda stranamente Lorenza).
Lorenza(tra i due, destreggiandosi con abilità) A proposito di oro: su questo anticipo ci conto, eh, Marco.
marco(un po' stupito di sentirsi fare questo discorso) Ma come?! E fatta.
Lorenza (giocando, evidentemente, su Luca) E quando sarebbe?
marco Quando vuole. Anche subito. E stata lei a rinviare.
Lorenza Ora vorrei.
marco Immediatamente... (E inarca il braccio per prendere il libretto.) Le do dei miei personali... che è lo stesso... (Ha spiegato il libretto, sfila la stilografica e si dispone a scrivere l'assegno.)
C'è un momento di inspiegabile tensione. Da fuori giungono due o tre richiami di clacson. E mentre Marco sta finendo di riempire l'assegno, a un nuovo colpo di clacson, Luca ha uno scatto: si alza ed esclama
luca Oh! E basta! Basta! Ci vuole un minimo...
marco (rimane con la penna in mano, alza la testa e guarda Luca senza capire).
Lorenza(freddamente, dirottando l'interpretazione dello scatto di Luca) Che vuoi farci, è così, Luca...
luca (verso Lorenza, frenando una protesta) Vuol dire... che me ne vado, Lorenza... Ne ho abbastanza!
Lorenza Te ne vuoi andare...? Ci vuole pazienza... Dipende dalle sere. Certe volte, come stasera, sembra che le macchine ti corrano in casa... i motori, i clacson... ogni sorta di rumori... Altre volte invece... Tu però hai i nervi scoperti, Dio mio. Non eri così, prima.
luca è vero, non ero così. Anzi...
marco(ha staccato l'assegno e lo sventola tenendolo tra indice e pollice).
luca (ironico) Attento, che non voli via!
marco Oh... (Riprendendo il discorso dei rumori) Dipende soprattutto da come spira l'aria, da che parte tira il vento...
Lorenza Ha ragione Marco.
marco Io queste cose le so perché son di campagna, e fin da ragazzo ne ho sentito tanto parlare che, cosa vuole, uno le impara... (Porgendo l'assegno a Lorenza) Tenga, Lorenza... - guardi se va bene...
luca(sempre ironico) Andrà benissimo!
Lorenza Che ne sai, tu!?
luca Perché non vi diate del tu non lo capisco! (A Marco) Non abbia di questi riguardi, per me... Siamo gente civile, sa? E certe cose si immaginano, si capiscono... - qui, si vedono addirittura! Abbiamo parlato molto, prima, con Lorenza.
marco (semplice) Di che? (Rimangono tutti e tre per un istante interdetti; a Lorenza) Lei, Lorenza, che cosa gli ha detto?
Lorenza (tra i due, un po' ambiguamente, giocando un po' involontariamente): La verità. Come al solito. (A Luca) Ma non so proprio, Luca, se tu l'abbia capita. Mi pare anzi di no, dal tuo comportamento... (Un avvertimento che è anche minaccia) Sii più prudente, allora: te lo consiglio. Ti risparmierei di dire, e di fare sciocchezze. (Sotto, i colpi di clacson di prima)
marco (si agita un po’come se fosse stato chiamato).
Lorenza Ma che cos'è, stasera? luca: A quest'ora, una volta, si stava in pace!
Lorenza Una volta.
luca Avrà proprio cambiato vento, come dice lei. (A Marco)
marco (bonario, a Lorenza) Credo sia Fosco che mi chiama...
Lorenza Fosco sale e suona, che diamine! marco: Non vorrà disturbare ancora... Scendo io...
luca(sempre pungente): Ma no, non è lei che deve scappare... Me ne vado io...
marco Ma io devo proprio andare... (A Lorenza) Vorrei solo telefonare un momento, si può?
Lorenza Credo bene! (E si china per riattaccare la spina dell'apparecchio.) Ma no, venga di qua... starà più tranquillo di qua... (E quasi prendendolo per mano, tira Marco verso l'interno dov'è il suo studio.)
marco (un po' stupito) Non vorrei...
Lorenza Se le dico meglio di qua... (E scompare con Marco gettando una curiosa occhiata a Luca che contiene la ribellione. Un istante, poi suonano alla porta; e allora Luca, come prendesse una subitanea e inattesa decisione si alza vivacemente e va lui ad aprire.)
voce luca off Chi cerca?
voce ada off C'è la signora... Lorenza?
luca C'è. Si accomodi... Arriva subito... si accomodi... (E rientra in scena dietro una signora di straordinaria, evidente bellezza, che guarda Luca con forza e sicurezza.)
ada Lei sarebbe il marito?
luca (un po' stupito) Sarei.
ada Il marito arrivato da poco.
luca Come si sa già tutto! (E i due, ancora in piedi accanto al vano che immette nell'atrio, si guardano.)
ada No: io - io - so tutto, e arrivo al momento giusto come guidata da una mano. Io piombo, allora.
Lorenza(la si è intravvista già da un po' nel corridoio interno; s'è fermata in ascolto prima di entrare; e si decide a mostrarsi. Ma non fa a tempo a parlare che Ada le ruba il tempo).
ada(tesa, ma incredibilmente a suo agio, padrona) Lei non mi conosce, signora. Io invece conosco... abbastanza lei.
Lorenza(anziché fissare Ada, volge lo sguardo a Luca che ha un curioso sorriso sulle labbra; ed è improvvisamente presa dal sospetto, anzi dalla certezza che Ada sia la signora irlandese e che lei, Lorenza, si trovi al centro di un complotto sentimentale; e fino a che non saprà la verità la scena dovrà muoversi in questo curioso, eccitante equivoco): Oh, lo immagino! Luca dovrà averle parlato certamente di me in questi anni...
ada Quali anni?
Lorenza (a Luca) Non mi avevi detto che era tutto finito? Invece... (brusca nella ironia) non avremo per caso tra noi la bella irlandese?... (Guarda Ada.) Su, Luca, fa almeno le presentazioni.
ada (un po' irridente) Capisco la sorpresa... ma guardi che si sbaglia, sa!
Lorenza Mi sbaglio?
ada Mi prende per un'altra! (Accennando a Luca) Lo vedo adesso per la prima volta!...
Lorenza Non è Doris?
luca Non è Doris.
Lorenza (è irritata) Ma allora chi è? Per qual motivo arriva a quest'ora e con questo tono?
ada Lei manca proprio d'immaginazione, signora mia!
Lorenza Di che manco?
ada Lei lo deve immaginare perché mi sono presa la libertà di venire a casa sua, lo deve anzi sapere! E così brava, lei, quando scrive sul giornale « Da Donna a Donna », e dà consigli ai lettori... Non è possibile, adesso... - come sarebbe? Siamo qui, faccia a faccia, da donna a donna, non le pare?... ma veramente, non a chiacchiere...
Lorenza(come alleggerita): Non capisco. Lei avrebbe un caso suo da sottopormi... Urgente?
ada Urgente, sì. Non solo mio, però: anche suo.
LorenzaMio? (E un curioso guardarsi tra ì tre: Lorenza si volge interrogativa a Luca che continua a sogghignare in silenzio: Ada è improvvisamente perplessa da qualcosa che non le quadra e si guarda attorno come cercasse qualcuno che non si vede.)
ada Secondo i miei calcoli avrei dovuto trovare qui da lei... anche qualcun altro... e non lo vedo, invece...
Lorenza E chi?
ada Dev'essermi sfuggito... Ma sono sicura! Oh, altre volte sono rimasta sotto ad aspettare, senza costrutto... ma stavolta ero certa che l'avrei trovato qui, in casa.
Lorenza(improvvisamente esasperata, quasi gridando): Ma chi? Parli chiaro, insomma! O se ne vada...!
ada (evidentemente a suo agio nella scena): Perché alza la voce? Sente che le manca il terreno sotto i piedi? O forse perché è in casa sua e crede...
Lorenza Casa mia?... Si può dire che lei l'ha « occupata » con la sua...
ADA Occupata? Ma io ho suonato, e m'hanno aperto. Sono stata accolta!
Lorenza(Immediatamente suadente - una sospensione): Mi dica, per favore, chi pensava di
trovare, qui... Altrimenti passeremo da un equivoco all'altro... Anch'io, prima, avrà capito, l'ho presa per un'altra... una signora straniera che mio marito conosceva bene...
ada Io credevo di trovare Marco. Sapevo che era qui.
Lorenza C'è. C'è ancora.
ada(come esplodendo): Ah, c'è?! Volevo dire! E dov'è? Si nasconde?
Lorenza E di là, che telefona.
marco(animato, venendo dall'interno-, ancora dentro): Ho finito... ho finito... chiedo scusa... e grazie... (E entrato nel silenzio, e rimane come pietrificato alla vista di Ada. Inghiottendo, poi balbettando rauco) Ma... ma che ci fai, Ada... che vuoi, eh? (Ed è preso improvvisamente vedendo lo sguardo sfrontato di Ada da una-collera violenta, intrattenibile.) Esci subito, Ada... ti prego, prima che... tu mi conosci, Ada... - Ada, non far storie!
ADA E perché dovrei uscire?
luca La lasci qui, la signora.
Lorenza(ironica, non si sa a chi, forse alla situazione): Noi, siamo gente civile...
marco Per questo! Voi non la conoscete che donna è... che forza della natura... irragionevole... agitata, aggressiva...
luca (a Marco): La sola ad essere aggressiva, finora, è stata mia moglie, non... Ada. (E ha un sorriso all'indirizzo di Ada.) Permette che la chiami per nome? - Me lo consente?
ada (con un sorriso gorgogliato)-. Oh, ma se mi chiamo Ada! Vorrei anche vedere che non mi si potesse chiamare nemmeno per nome! Ada, Ada, va benissimo!
marco (muovendosi, agitandosi e montandosi contro Ada): Son quelle cose - lo sai - quei gesti che non devi fare - lo sai bene! - lo sai che non voglio! (Più forte) Non mi piacciono, non voglio! Per tutto il resto fa' quel che ti pare, come ti pare, con chi ti pare, io me ne frego, sei liberissima, ma queste cose qui, no! Cose da matta... (Ada tenta di rispondere, di
ribattere.) Da matta! Da matta! (Le va più vicino, con tono più contenuto) Facciamola finita... subito, eh? (La prende per un braccio.) Ti prego di scusarti, di salutare e di andartene subito - su-bi-to! - perché tu, qui, non c'entri, e non devi metterci piede, più piede!
ada C'entro, invece... (E dà uno strattone e si svincola dalla stretta di Marco.)
luca (a Marco): Ma perché, scusi, vuol mandarla via, se non sappiamo ancora niente... - (Ad Ada) Dica. Si spieghi.
Lorenza (irritata) Ma sì, sì: si spieghi, purché lo faccia presto, eh!
ada(mettendosi a suo agio, riempiendo di sé l'ambiente e l'attenzione) Io, qui, ci sono venuta perché da un po' di tempo tutto si va organizzando sempre più abilmente. E contro di me. E io son di quelle che non si lasciano fare. Voglio almeno una spiegazione. E poi... (A Marco che ha uno scatto) Preferivi che fossi venuta in ufficio o sotto per strada a far scenate? Meglio qui, no, che dopotutto, siamo in famiglia, dico bene? O perlomeno tra gente interessata, e senza estranei... Voleva salire anche Fosco, e gli ho detto: « Tu sta' qui! ». E son venuta sola.
marco Ada, smettila, ti dico!
ada Ma perché « smettila », se io ho da dire?!
Lorenza(impaziente, sempre più irritata) Che cosa ha da dire, sentiamo.
ada Semplicemente, che non sopporto le cose fatte di nascosto. Voglio vederci chiaro. E sapere la verità.
Lorenza Ma di che verità va parlando, lei?
ada La verità tra lui (Marco), lei e il marito (Luca) che è arrivato all'improvviso. Che cosa corre? Tutti sanno, tutti, tranne me. Invece debbo sapere anch'io, voglio sapere! Perché c'entro come voi, come lei, signora, anche se io non sono la moglie. Ma ho diritto egualmente almeno di sapere. Dei vincoli legali posso anche fregarmene, ma delle relazioni che uno prende- quando vuole e quando vuole le rompe, se crede, eh, no, non si può giocare come con dei pupazzi! Proprio perché nessuno ci obbliga, nessuno ci tiene per il collo... e il coraggio di dire la verità devono ritrovarselo tutti, e tutti possono pretenderlo. Mi son spiegata adesso? (Una sospensione) Vogliamo metterle le carte in tavola? E questione d'un minuto. Poi me ne vado. Non ho alcuna intenzione di « occupare », come dice lei, signora mia! Ma si figuri! Ma dopo, dopo! (A Marco) Ed è inutile, Marco, che tu mi guardi così, con l'odio che ti esce fuori dagli occhi, che se potessi, in questo momento, m'ammazzeresti, lo sento, ma è inutile, perché lo sai come son fatta! E prima d'aver chiarito non me ne vado.
marco(quasi sottovoce e a testa bassa)-. Allora me ne vado io... (E si avvia di due o tre passi verso l'uscita.)
ada(a Lorenza): E lei lo lascia andare? Non gradisce che si parli, si vede, se lo lascia andar via! Non le torna comodo?
lorenza Comodissimo, ma lo fermi lei, perché dovrei fermarlo io? Con che diritto? È lei,
ormai, che comanda, che ordina! Gliel'ho pur detto: ha « occupato
ada E allora, si accomodi pure, il signore... (E fa verso Marco il gesto che può uscire.) Faccia».
quel che vuole, tanto qui è lui ormai il vero padrone... (Verso Luca) Ha capito anche lei, o no?... Ci siamo detti tutto, senza bisogno di spiegare... Si accomodi... che uscito lei, ci parliamo tra noi...
marco(che s'era dapprima avviato e poi s'era fermato un momento, toma a incamminarsi, ma giunto davanti ad Ada, mentre sta per superarla, ha una esitazione, è scosso come da un terribile tremito di collera, alza la mano e le dà uno schiaffo di straordinaria violenza).
ada(barcolla, ma non ha né un gemito né il gesto istintivo di portarsi la mano alla guancia).
Lorenza(quasi con un grido): Ma cosa fa, Marco? Cooo- sa fa?
ada(splendidamente adirata):è tutto lui. L'avete visto!èfatto così. Quando qualcuno lo contraddice, specialmente poi se ha torto, non risponde, picchia. Non ragiona, mena! Ecco che uomo è, lei forse non lo conosce ancora, ma io sì!
luca (che fino adesso aveva seguito con una certa impassibilitàe perfino con una punta di divertimento, si avvicina a Marco vibrata) Ma lei, si sta comportando da primitivo... da... da...
marco (stordito, balbettante, con la voce rauca, quasi singhizzata): Ha... ragione... ha ragione... che vergogna.' Che vergogna. (E trattiene a stento una bestemmia. E d'improvviso si prende la testa tra le mani e mormora con la gola chiusa, disperatamente, non potendo fisicamente gridare come forse vorrebbe) Leopardi... Leopardi... cacciatemi via a calci... a calci... a calci... cacciatemi via... (E fa istintivamente il gesto con la gamba di dar calci) Che vergognaaa... (E si mette a singhiozzare, vorrebbe battete la testa sul muro, l'appoggia soltanto alla parete per non far vedete la faccia.)
velario veloce
ATTO SECONDO
In casa di Marco (e Ada). Altro colore dei tendaggi (forse a lunghe righe), e altri vani. Dovrebbe esserci una finestra che dà sul cielo lasciando intravedere appena l'alto di qualche tetto. Ada è già in scena: indossa una vestaglia scura a fiori, è seduta davanti a un tavolino da gioco impegnata in un solitario. Ogni tanto, spostando, sistemando e scrutando le carte, muove le labbra, aggrotta la fronte, la distende proprio come se stesse conducendo una importante conversazione. Dopo un lungo indugio sul solitario, suonano. Ada rimane con la carta in mano guardando appena la porta, poi la depone al posto giusto, sospira e tenendo stretto nell'altra mano il residuo mazzo delle carte, va ad aprire dando un'ultima occhiata a quelle già disposte sul ripiano verde col segreto timore che qualche mano misteriosa e maligna possa scompigliargliele. Scompare.
voce ada off: Oh, è lei. Venga venga... (E riappare seguita ila Luca.)
ada (avviandosi verso il tavolo, frettolosa): Le chiedo solo un ; ni mito che finisco qui, e poi... (E toma a sedersi al tavolo e ad immergersi nel solitario dimenticandosi completamente di Luca che, stupito, la segue con lo sguardo interessato. Mette a posto altre carte , un crescente circospezione, ha una indecisione, poi ha come un gesto di stizza e finalmente sistema rabbiosamente le ultime due restando in contemplazione muta della figura geometrica in mezzo al tavolo. Un silenzio. Allora Luca)
luca E’ venuto.
ada (quasi offesa, come se il colpevole fosse un po' Luca) No che non è venuto. Non vede? (E prende due carte, le ultime che ha disposto.) Credevo anch'io che ormai fosse venuto... M'ero proprio illusa... ma queste due qui erano accavallate... mah! (E avvilita, affranta, per qualche secondo; poi quasi per giustificarsi con Luca) Non posso mica truccare un solitario! Ingannerei me stessa... (E rimane ancora assorta, a pensare.)
lucaCi crede a queste cose.
ada Ci credo, e come.
luca (curioso) A che cosa crede con precisione.
ada (semplice) A quello che dicono le carte - a cosa, allora?
luca Sì, ma mi spieghi, che non capisco.
Ada (riluttante) Dipende da quel che si vuol sapere da un solitario. Alla fine però c'è sempre una sentenza, o un sì o un no. E poi c'è anche un certo discorso, man mano che le carte si scoprono...
luca Non pensa che sia piuttosto una combinazione, una certa, casuale disposizione delle carte... un incontro affidato al caso...?
ada (più viva): Appunto! Proprio perché è una combinazione affidata al caso, proprio per questo, se viene, ha un significato! Se fosse una operazione di matematica, se c'entrasse l'abilità vincerebbero sempre i più bravi. Invece qui no... E proprio per questo, se viene, capisce?
luca Dice che ha un significato?
ada Non dico, l'ha.
luca E lei allora ne tiene conto, lo prende sul serio.
ada Le dirò... - e non so nemmeno perché glielo dico, a lei che non ci crede e mi prende un po' in giro, lo sento, sa? - le dirò, non me n'importa, che io credo solo a questo e prendo sul serio solo le conclusioni che vengono fuori di qui... (E toccando a mani spiegate le carte le scompiglia tutte con un gesto brusco, di rivalsa; ma torna subito a raccoglierle abilmente, rispettosamente, ad adunarle a mazzo; e infine a rimescolarle lentamente, mollemente, carezzandole nella costa. Luca la osserva in silenzio.) Non dice più niente? Teme che mi offenda per le sue domande?
luca No, perché la sua fede è disarmante, e io la rispetto, e non mi permetterei mai, anche se...
ada(esclamativa) Anche se! (E ride di gola, gorgogliando.) Però dentro di sé ci ride su, dica... ma dica la verità?!
luca (mettendosi la mano sul petto): Affatto. Mi creda. Le dico che rispetto.
ada Può anche riderci, sa? Tanto che me ne frega? (Una pausa) Certo che per capire e... apprezzare, bisogna intendere quel che le carte dicono, e non tutti possono... questo sì! Solo per questo non mi arrabbio, anche se qualcuno ride. Penso: poveretti. Non sanno. Loro magari sono intelligenti, molto intelligenti e credono alle regole scientifiche, razionali, moderne... solo a quelle! Ma i conti, poi, non tornano quasi mai. Lo so, lo so! Lei dovrebbe dire la verità: tornano o no i conti? (Silenzio di attesa) Io invece mi sono sempre trovata bene... con loro... (E posa con vera delicatezza le palme delle mani sul tavolo verde, sfiorando le carte.) Benissimo... E quando invece ho voluto fare di testa mia, senza tener conto del loro suggerimento, oppure ho dato retta al consiglio degli altri, che ne sapranno, anzi ne sanno, certamente più di me, non dico di no, ci ho sbattuto sempre la testa, e me la sono anche rotta, sa.
lucaE provato, allora?
ada Per me, almeno, sì: è provato.
luca E allora farei anch'io altrettanto, se fossi come lei, cioè con la sua fede e la sua esperienza.
adaFarebbe. Mah! Lei però, forse, non potrebbe mai capire... (ci pensa un istante) o forse sì, dipende... (Un'altra sospensione) Perché io, sa, sono una donna speciale, antica... di stirpe arcaica, voglio dire.
luca(la guarda stupito, improvvisamente interessato; mugola qualcosa).
ada Sono di origine etrusca. Sono di Tarquinia.
luca Come, non capisco!è un po' materia anche mia.
ada(corrugando la fronte): Come « materia »? Che significa? Non capisco io, adesso...
luca Io insegno, abitualmente... Mi sono specializzato in storia dell'arte... - dunque, anche gli etruschi sono per me... Ho molto studiato, mi sono vivamente appassionato... Lei, signora Ada, risale in qualche modo alle epoche in cui governavano i lucumoni e gli aruspici... e gli indovini interrogavano i voli degli uccelli, le viscere degli animali per trarne dei segni... - è vero?
ada(ha annuito) Che sono come le carte, adesso.
lucaAppunto... (S'è messo a girellare tomo tomo la stanza,guardando fuori la finestra.) Ah, guarda un po'... lei è di Tarquinia...
ada E lei no. Tutto qui…
luca No, purtroppo.
ada Per questo non può capire, del tutto. Non è colpa sua. E anche se sa e ha studiato... - non c'entra. È proprio un'altra cosa. Di nascita. Crede che non li conosca gli uomini di studio, di ragionamento, quelli tutti di testa? Oh! O gli artisti? Ne ho conosciuti tanti, sapesse!, e bene, non può nemmeno immaginare! Ce n'è qualcuno che è anche bravo, non dico di no, ma i più sono come stormi di uccelli di passo - fr... frrr... frrrrrr! - li vedi per un momento passare: « Però » dici « guarda che bello » - ma poi non ci rimane più niente, passati via, volati via! Puah!
luca Lei è proprio persuasa che non rimanga niente?
ada Sono sicura, non persuasa. (E lo fissa intensamente, intimidatoria. Luca abbassa lo sguardo. Poi riattacca brusca) Lei però cercava Marco, e perde il suo tempo con me. Non le dispiace?
luca Sì, cercavo il signor Marco.
ada Il tempo, però, non lo perde del tutto perché, tanto, lo perderebbe lo stesso: Marco non c'è, e non so se venga, quando venga - non lo so proprio.
luca (serio, discreto) Perché, non viene più qui a casa?
ada Viene viene, ancora. Non so per quanto, ma viene.
luca Sa, credevo che dopo l'incontro dell'altra sera... se la fosse legata al dito... con lei, Ada...
ada Con me? Ma si figuri! Può legarsela dove vuole! Che me ne fa a me? Che me ne importa? Io sono una donna libera, che crede? Ma davvero, sa? Libera. - Marco lo sapeva che lei veniva qui?
luca Sapeva che ci si doveva incontrare.
ada Qui a casa?
luca No.
ada Allora. (Una reticenza) Se vuole aspettare...
luca(si scosta dalla finestra e viene a sedersi presso il tavolo).
ada Dovrà aspettare, perché d'abitudine viene più tardi... (Luca la guarda.) Come vuole... (E toma macchinalmente a disporre le carte per un altro solitario, ma dopo un primo allineamento leva il capo, a Luca.) È già passato in ufficio?
luca No. Non vorrei parlargli in ufficio.
ada Ma sarà proprio lì, invece.
luca Non vorrei incontrare Lorenza, lì.
ada Oh! È difficile che la incontri in ufficio. Ci va pochissimo. Posso dire mai. (Ha un sorriso.) Sono informata.
luca(restituendole il sorriso, con un tono di complicità). Dove vanno allora... per vedersi?
ada (alzando la testa, adontata)-. E lo chiede a me?
luca Lei lo saprà, se è informata...
ada (interrompendolo). Non lo so. (Calma) Se l'avessi saputo...
luca Via, non mi dirà che... che ignora...
ada Per trovarli insieme son dovuta venire a casa sua. (Scuotendo un po' la testa) E nemmeno lì s'è visto niente... Che cosa s'è visto, eh? (Toma a scuoter la testa.) Che scena pietosa.
luca Pietosa, e anche penosa.
ada Anche.
luca Un momento prima l'avrei schiaffeggiato, Marco. Sono stato lì lì per... E di colpo tutto s'è rovesciato, ha visto? E Marco mi ha colpito, sconvolto... - ah, che uomo! Una scena da... da...
ada E lei adesso vorrebbe tornarci sopra, con lui.
luca No. Non sull'altra sera.
ada E su che, allora?
luca Ma... - bisognerà pur giungere a una conclusione!
ada Riparlare, comunque.
luca Sì, insomma... - chiarire. (Una pausa, quasi tra sé) Direi che non si incontrano abitualmente nemmeno a casa di Lorenza, è vero?
ada (un po' irridente) - Stia tranquillo: l'altra sera fu un'eccezione. Io lo seppi per caso che erano lì, e piombai. (Con quello strano sorriso) Io so sempre tutto.
luca (stando al gioco): E allora mi dica dove si trovano?
ada (improvvisamente seccata) - Perché non lo chiede a Marco, se le brucia tanto saperlo?
luca Se me lo dicesse.
ada Provi. Dipende dal modo... - dubito però che lei sia il tipo da saperglielo chiedere come si deve...
luca Non crede che sia una domanda abbastanza semplice?
ada Appunto. Molto semplice, in fondo - ma lei la complicherà, ne son sicura. E Marco, non lo dimentichi mai, non è un intellettuale anche se s'è messo a invocare Leopardi. Non lo è.
luca E’ un ignorante.
ada Totale. Lui, nei giornali, ci è capitato per caso, e come per caso ha incontrato... sua moglie.
luca Tutti, per questo, ci s'incontra per caso. E che significa? Anch'io, con lei, scusi, l'altra sera, - e adesso, qui, non è stato per caso, e potrebbe essere un inizio... - Eppure parliamo, e continuiamo...
ada Ma certo. Per passare il tempo.
luca(è come fermato).
ada Volevo solo dire che lui, Marco, la sua bella posizione pratica se l'era già fatta prima nella pubblicità, nelle rappresentanze, insomma negli affari. E Marco, in fondo, è rimasto lì. Il resto l'ha incantato perché non ne sapeva niente. Digiuno. Un'ubriacatura. E ci è cascato dentro come in una trappola, e ha cominciato a ingannare se stesso, senza saperlo, per scimmiottare la gente come voi - voi, voi, sì, e chi allora? Voi! Lei, sua moglie, e gli altri... - voi che avete il gusto delle complicazioni, cioè delle bugie.
luca Ha finito di sparare? - Che cosa dovrei chiedere a Marco per sapere? Me lo dica, mi consigli.
ada (sta per rispondergli, poi è presa come da una specie di furore) - E poi, che gliene importa, a lei, uomo intelligente, di sapere dove si incontrano? Importa tanto, a lei? Se s'incontrano o no, importa.
luca Questo lo so già.
ada Lo sa, che s'incontrano?
lucaLo so.
adaE allora! Mi pare che... (Una sospensione; poi curiosa, lei) Lo sa davvero?
luca Davvero.
adaChi gliel'ha detto?
luca Comincia lei, adesso, a domandare? Lei che sa tutto?
adaSmetto subito.
lucaLorenza.
ada (incredula) Lorenza l'ha detto a lei? Proprio?
lucaA me, a me. Chiaramente. Ma, parola!
ada Allora è solo una conferma che vorrebbe da Marco?
luca In un certo senso... Diciamo pure « conferma », sì.
ada (lo guarda) Sa che non la capisco... (E ha una smorfia.) Io, se fossi stata sicura, ma proprio sicura, non sarei salita, l'altra sera.
luca (interdetto) Ma come?
ada Ci crede che fino a poco fa, un minuto fa, non eroancora veramente sicura? Altrimenti... (E scuote la testa.) Me l'ha detto lei, signore.
lucaMi dispiace, sa, di averle rivelato... non credevo proprio...
ada Altrimenti non mi avrebbe trovata qui. luca (con un sospiro) Purtroppo Lorenza è stata esplicita. Però io, forse, non dovevo egualmente permettermi di dire a lei, Ada... - Lei magari preferiva un altro stile...
adaChe stile! Volevo veder chiaro, e adesso vedo. Lo stile non c'entra. (Una pausa, poi affrettatamente volgendo la testa all'entrata) Se ne potrà anche riparlare, se crede... - comunque la ringrazio... (E ha buttato giù rabbiosamente qualche carta del solitario.)
luca(motteggiando, con quel tanto di crudele che è nel suo personaggio) Avrà conferma anche lì... lei che sa leggere. (E accenna alle carte.)
ada(senza alzar la testa): Qui invece il discorso era più misterioso... confuso, vede com'è?! (Poi rapida, sentendo rumore, dentro) La prego però di non far cenno con lui...
luca Chi?
ada (sottovoce) Marco... - arriva.
luca (si alza, agitato) Oh, ma quasi quasi me ne vado ora!... Prima che...
adaNo, è tardi per scappare. (Si apre l'ingresso, ed entra Marco. Vede Luca, e si confonde un po '.)
marco Oh! Ma lei è qui...?
ada (seria) Aspetta da un po'.
marco (toccandosi la testa) Le avevo detto qui a casa?
lucaNo no. Solo di vederci. Sono io che ho preferito...
marco(ad Ada) Gli hai fatto almeno compagnia?
ada Coi solitari.
lucaNon solo i solitari, ma anche le spiegazioni...
marcoDei solitari? Se n'intende anche lei?
luca No, ma... per la signora Ada è... dev'essere sempre un evento... come compiere un rito... (Ad Ada) M'ero scordato di chiederle: è religiosa?
ada (seria) Molto.
marcoMa dove? Non dia retta.
ada Dico di sì. Poi, creda a chi vuole.
luca (a Marco, accennando ad Ada) Lo credo, sa.
marcoPadronissimo. Ma io che la conosco bene...
ada(ribellandosi) Ma che conosci, tu? Che vuoi conoscere!
marco Tre anni e passa insieme, s'immagini se uno non conosce una donna?
luca Son tanti tre anni...
marco Direi.
luca ...e pochi nello stesso tempo.
marco(deluso) Pochi, dice?
luca Pochissimi, talora. Pensi al caso mio.
ada(alzandosi bruscamente) Vi lascio. (A Marco) E venuto per te, non per me.
MARCOS'è già offesa, vede com'è?
ada Scocciata, non offesa. D'essere sempre presa sottogamba! (A Marco) Sai che non lo sopporto. (A Luca) Ma lei non c'entra, naturalmente, anche se deve assistere... (Strana) Ma ormai, tanto, c'è abituato anche lei, no? (Sorride curiosamente.) Arrivederci, amici. (E se ne va.)
marco (va a un mobile e ne trae bicchieri, bottiglie e una caraffa d'acqua e il ghiaccio): Se ne sarà già accorto l'altra sera, del tipo...
luca Oh, non è poi... così male...
marco(guardando dalla porta dove è uscita Ada, sottovoce, senza guardar Luca): Noi abbiamo i... giorni contati, ormai... (accenna ai bicchieri) - prenda quel che le va, col ghiaccio o senza... - (Ritornando al discorso) Naturalmente Ada può stare in casa mia finché vorrà, ma tra noi è già tutto concluso... e prima dell'altra sera, molto prima...
luca Dubitavo, infatti, di vederla ancora qui, Marco. Ho provato, così, ma...
marco Non sperava, eh? (Luca annuisce.) Lei direbbe che dovrei allontanarmi? Sarebbe più... più coerente, insomma preferibile, dice?
lucaNon dico niente, per carità. Ognuno poi, in queste cose, ha un proprio stile...
marco Sì, capisco che lei non dica niente... e non voglia nemmeno..., ma insomma pensa che sarebbe più dignitoso... se io interrompessi anche questa... convivenza che non ha più
nessuna ragione... nessun motivo... Non tema di dire la sua impressione...
luca E estremamente delicato... e anche difficile intervenire in cose del genere, sempre... sempre... - ma specialmente in un caso come questo di cui non so niente... quasi niente... marco Io, in questi anni, mi ci ero trovato bene con Ada,che non è una donna selvaggia... primitiva - cioè, sì, alle volte si comporta come se... ma poi...
luca Ma affatto! Tutt'altro!
marco In fondo, diciamo la verità, lo è, selvaggia, eh, ma poi è anche piena di... di sentimento,di delicatezza e di premure... - perché non vorrei che si pensasse che io... no!
luca Oh, io almeno non penso, mi creda. marco: Sono contento. Però!
luca Ma sì! Però arriva egualmente un certo momento...
marco Ecco ecco... arriva quel certo momento... senza che nessuno dei due abbia fatto qualcosa di speciale che spieghi il cambiamento, niente - eppure è come se... - capisce?
luca Vuole che io non capisca, amico mio!? E capisco anche che è penoso per lei - ma lo sarebbe anche per me, sa - spiegare a un estraneo...
marco No, no, invece... Cioè, sarà anche penoso, non dico di no, ma con lei trovo naturale, quasi... come se fossimo sulla stessa barca... Non so se si vede e si sente che mi viene spontaneo... - Si sente?
luca Certo, certo. Anche a me, del resto, parlare e spiegarmi con Jei, Marco. Altrimenti non sarei venuto a cercarla. Perché in fondo io, sa, io sono un timido, o perlomeno pieno di perplessità, molto discreto... non sono comunque un aggressivo o un invadente o addirittura un violento, oh no! In certe cose, poi...
marco Lei non è Ada, si sente subito.
luca Benché... benché la signora Ada non sia in nessun modo da biasimare.
marco No, biasimare no, ma disturba, sa, si agita, grida, l'ha sentita, no? Che vuole, è diversa... ecco, diversa da noi... eh, eh! Diciamo da noi. Eh?
luca Già, da noi, diciamo pure da noi.
marco Ma sì! Diciamo da noi! Io e lei, in fondo, abbastanza simili, in questo! No? Benché le nostre diversità - per carità! - non vorrei che si pensasseche io voglio paragonarmi, oh! - ma diversità enormi! Lei su su... e io, mi conosco, sa, oh, se mi conosco! terra terra... ma sì, ma sì! - Però, in certe cose, sento di capirla, quasi di assomigliarle, se mi consente, e se non le suona come un'offesa...
luca Affatto. Ma si figuri, Marco! Oltretutto, per parlarci apertamente, io son venuto qui da lei proprio per trovare questo tono spontaneo di... di confidenza, e temevo che... temo ancora,
in un certo senso... ma mi pare che lei, proprio lei, Marco, spontaneamente, mi sia venuto incontro prima ancora che... che io fiatassi e le dicessi... prima! Come vede, io non ho ancora parlato, e già noi due...
marco Infatti. Colpa mia, che ho parlato sempre senza nemmeno consentire...
luca Ma per fortuna! Non dica « colpa », non dica nemmeno...
marco Però adesso deve dir lei, e io ascolto, zitto, finché non mi farà un cenno di rispondere…
luca Beh, lasciamo stare il cenno.
marcoAscolto. E taccio.
luca Senta, allora. Quando lei, Marco, l'altra sera... - la sera del mio arrivo a casa di Lorenza - si presentò alla porta, mi resi subito conto che... (sottovoce, con tono d'intesa) che non poteva essere che lei, anzi era lei. E glielo dissi, mi pare. Glielo feci capire. E lei lo capì subito, credo. Tanto da aver quella crisi... crisi che... che le fa onore, sa?! Ma sì! Onore! Io come uomo le dico che le fa onore.
marco (levando la mano) - La ringrazio, però... - però, sì, io mi resi conto che vedendomi arrivare a casa di Lorenza - casa anche sua, anche casa sua, sempre - a quell'ora di sera, lei pensò subito che io dovevo essere considerato un amico, come dire, intimo, molto intimo di Lorenza...
luca (intervenendo): ...alla quale poteva dare, anche in mia presenza, francamente del tu, senza infingimenti - glielo dissi, no?, prima che la situazione precipitasse per l'arrivo di Ada, della signora Ada!
marco Ecco... ecco... vede, è qui il punto. Non potevo... no, non fu infingimento perché con Lorenza non ci siamo mai dati del tu. Mai.
luca Ma come! Non mi dica che...
marco Ma perché non siamo mai stati amici intimi, come lei dice.
luca Amanti. Non siete stati? Non siete? Su, Marco. Dobbiamo forse andare avanti con l'indagine... e le prove... e i sì e i no...? Invece di ammettere semplicemente?
marco No... no... ma è che... veramente...
luca (interrompendolo con uno scarto di voce vivace) Se me l'ha detto lei, Lorenza? Se me l'ha confessato lei, chiaro e tondo? Su, allora!
marco Lorenza, ha confessato?
luca E chi altro? Lorenza!
marco Lorenza le ha detto che io sono...?
luca L'amante, sì. L'uomo a cui lei si è « appoggiata » durante la mia assenza. (E guarda
Marco ormai persuaso d'averlo ridotto al silenzio e alla confessione piena.)
marco (confuso): Gliel'ha proprio detto? (E ha un sorriso che lo illumina.) Oh, appoggiata... forse... ma in che senso? Dio mio... (E si prende gioiosamente la testa tra le mani scuotendosela con quel suo modo caratteristico.) Non può aver detto però... che noi siamo... non può...
luca (troncandolo) Appoggiati! E intimamente, interamente, m'ha detto. Che cosa doveva dire di più? Gliel'ho chiesto esplicitamente, e lei ha ammesso lealmente. Anzi, è stata lei che me l'ha confessato per prima, quando io credevo che si fosse mantenuta ancora... no! Lorenza ha avuto l'amante...
marco E le ha detto che io sono l'amante. Io?
luca Non giochiamo sulle parole, su, Marco. Non mi ha fatto il suo nome, questo no, tanto più che il suo nome, in quel momento, non avrebbe significato niente, sarebbe stato quello di uno sconosciuto, ma appena lei apparve non ebbi più dubbi.
marco (vivace) Eh, no! Si sbaglia! Non sono io! Io non ho ancora avuto questa fortuna. Io spero, spero... E in questo lei, Luca, ha intuito giusto - giusto per quel che riguarda i sentimenti o il desiderio, perché io ho per Lorenza... Ma sì, diciamolo, lei del resto se ne è già accorto, diciamolo: ho perduto la testa! E se l'amore è provare questo - questo che non avevo mai sentito, prima, mai! - beh, sì, io sono terribilmente e anche irrimediabilmente innamorato. Ada mi è subito sembrata una donna che... non amavo più, anzi che non avevo mai amato. Eravamo stati solo insieme, e si faceva insieme l'amore bene - si dice « far bene l'amore », è vero? - Ecco, così tra me e Ada, ma... l'amore era diverso, proprio un'altra cosa, anche senza andar a letto insieme, si parla tra uomini... l'ho capito dopo... dopo aver incontrato e frequentato Lorenza - frequentato, sì, il più possibile... vederla, parlarle sempre, se l'avessi potuto, quando potevo, se c'era un'occasione... - ma... mai l'amante. Mai. Mi deve credere. Glielo direi, al punto in cui siamo, tanto più che lei lo crede e c'è già passato sopra. Perché dovrei negarlo?
luca Dunque non si sarebbe appoggiata a lei... E a chi, allora?
marco Per me, a nessuno.
luca(nervoso): Se me l'ha confessato Lorenza? Con i perché, anche! Lei allora non mi sta a sentire, Marco.
marco La sto a sentire, ma non sono io.
luca Ammettiamolo. E che cosa cambia, per me? Anzi...
marco Le ho detto, « nessuno ».
luca Perché poi « nessuno »? Lei no, e allora: « nessuno ».
marco(faticosamente) Vede, mi costringe a dire cose... (Scuote la testa.) « Nessuno » ...perché io l'ho fatta controllare. Da quando questo sentimento mi ha messo in questa terribile agitazione... non ho avuto un istante di pace... sempre un tremore... e il timore che qualcuno...
luca Come al... primo amore...
marco (abbassa la testa) Sarà... il primo amore... che vuol che le dica...
luca L'ha fatta controllare... pedinare, cioè?
marco Sì sì... mi sono anche abbassato a questo... L'ho fatta seguire, anche assiduamente...
luca (sempre derisorio, e crudele) Un poliziotto privato, scommetto?
marco No, no... Perché vuol farmi vergognare di più? Perché si prende gioco di me? Crede che non lo senta? E se glielo dico... eh!
luca Me lo dica, amico mio. Non ha detto che siamo sulla stessa barca?
marco (rauco): L'ho fatta controllare da un nostro fotografo... un certo Fosco, che mi è molto legato... e al tempo stesso lavora assiduamente con Lorenza per i suoi articoli settimanali del « Da Donna a Donna »... e così va e viene da casa sua, liberamente... ecco. Per questo dico: « nessuno ».
luca(dopo un silenzio): Che possa essere accaduto con questo Fosco?
marcoNo. Non può essere. Ne sono certo. Mano sul fuoco.
luca Fa male. Potrebbe bruciarsela. Che tipo è questo Fosco?
marco (ribellandosi): Non c'entra Fosco! C'entra Lorenza. Lei con Fosco, non può essere successo. Non conosce sua moglie, allora!
luca Mi scusi, Marco. Divento cattivo, e stupido.
marco Lei, esagera sempre.
luca O che Lorenza inventi?
marco Inventi che cosa?
luca Il tradimento, l'amante.
marco A che scopo?
luca Per rivalersi, per vendicarsi idi me che l'ho... abbandonata.
marco Ma... - adesso che è tornato, perché? (I due si guardano, poi abbassano insieme gli occhi.) Mi dica, se non le dà fastidio: lei ama sempre Lorenza?
luca Non lo so.
marco Non me lo vuol dire...
luca No. Glielo direi, se... - E che, dopo Lorenza, ho amato un'altra...
marco L'ha amata sul serio?
luca Sul serio. Se non mi avesse lasciato... forse sarei ancora là, ad amarla.
marco In America, vero?
luca Sì. (Pausa) È lontana l'America, ma talvolta mi sembra di sentire il calore della sua pelle, e mi tocco il collo, la bocca per sentire se scottano, se ho la febbre...
marco Che strano... trovarci tutt'e due, così, senza saperlo, tutt'e due proprio sulla stessa barca... che strano...
Il cielo oltre le finestre s'è arrossato, imbrunisce, poi fa scuro. Calano panneggi neri, e sembra davvero che faccia buio. Siamo in una « camera oscura » da fotografo, avvivata dalla luce rossa di due « occhi di bue ». Molte fotografie appese a stecche di legno lungo le pareti. Si vede l'ombra di Fosco aggirarsi per la stanza, staccare questa o quella foto, e poi accendere l'apparecchio da ingrandimento che abbiamo già visto nella prima parte. Sullo schermo si stampa, a colori, una scena di campagna in cui Lorenza, Luca, Marco e Ada sono all'aria aperta in vari atteggiamenti. Ada è seduta, un po' sdraiata e guarda gli altri; Lorenza è in piedi, leggermente appoggiata a un tronco, con lo sguardo basso e con una curiosa smorfia sul viso-, Marco, con un panino in mano, volge il capo verso Luca che sembra stia cantando. In un angolo, accanto all'albero c'è un giradischi; si vedono qua e là seggiolini apribili, due borse a righe colorate per le cibarie, giornali aperti... Sullo schermo passano altre due o tre foto ingrandite della scena di campagna ritratta da Fosco, mentre in sottofondo prende corpo una canzone americana, tipica. Una foto di Luca che canta.
fosco(come tra sé): Però canta bene, Luca...
Lorenza (che non s'è vista, perché sta di spalle in un angolo d'ombra) Che scemo!
fosco Perché, non canta bene?
Lorenza Non ha più voce, ormai... ma canta. Quel giorno non era male, debbo dire...
Altre foto ingrandite: ci si ferma su una che riproduce il « quartetto » che si tiene per mano come se giocasse fanciullescamente al girotondo. La canzone ha continuato in sottofondo.
fosco (con un sospiro) E basta. Siamo arrivati.
Lorenza Aaaah. (E leva le braccia come se si stirasse.)
fosco (voltandosi) Sbadiglia?
Lorenza E un sospiro. Di pena.
fosco Perché? Son belle, le foto!
Lorenza Bellissime, le foto. Noi, meno.
fosco Accendo la luce?
Lorenza Accenda, accenda.
fosco (gira un interruttore e la camera oscura si illumina: si notano due o tre elementi caratteristici di questi ambienti).
Lorenza Fosco, ci metta anche la data dietro le foto, che rimanga.
fosco (ironico)Per la storia.
Lorenza Per la storia.
fosco Che data è?
Lorenz Lunedì dell'Angelo del 1971.
foscoVa bene. La vorrete tutti, immagino, la serie completa?
LorenzaPenso. Io la voglio.
fosco E io mi terrò i negativi, per ricattarvi, un giorno. (Squillo del telefono. Fosco va al panneggio e lo alza, risponde) Sì. Sì. Ecco, subito. (Riappare e fa segno con la mano che è per lei, per Lorenza.)
Lorenza (sottovoce, per non farsi sentire) Chi mi vuole, Marco?
foscoNo, Luca.
Lorenza (un po' sorpresa)-. Ah. (E va a rispondere tenendo sospeso il panneggio e appoggiandoselo a una spalla a mo' di peplo. Al telefono) Ciao, Luca. Come hai fatto a scovarmi? - Allora mi fai pedinare? - In ufficio? Chi te l'ha detto? Marco? Allora è lui che mi fa pedinare, ah, ah?
fosco(sghignazza un po').
Lorenza Sto guardando le foto... Belle, bellissime... Fosco ne prepara una serie anche per te... se ti fa piacere... - Ma certo, per tutti: per te, per Ada e naturalmente anche per Marco... - Che vuoi da me? (Una pausa)
fosco (mormora) Complicazioni... sentimentali... ah, ah...
Lorenza (seria) Quale libro? Dov'è? A casa? Vuoi che te lo cerchi io? Se mi dai l'indicazione esatta... - aspetta... (Fa a Fosco il gesto che gli dia qualcosa per scrivere: Fosco le porge una penna biro e un block-notes sgualcito.) Di' di'... Ma certo... puoi anche venirtelo a prendere da te, sai, mica ti ho chiuso la porta in faccia... Ma non far lo stupido... ma non dir sciocchezze che fai ridere il mondo, se ti sentissero... Ho fatto cambiar la serratura per... per... (Alza la voce) Ma io sono padrona di cambiare tutte le serrature che voglio, ah! (Interiezioni, sbuffi, oh, ma, se...) Del resto non sei la sola persona che viene in casa, no?! E allora! Chiudiamola, Luca, è meglio. E vieni pure a prenderti i libri che vuoi... anche se non ti servono adesso, prenditeli! Ma prenditeli tutti! Ti ho detto quando vuoi. Ciao, e stammi bene, e stammi calmo, soprattutto, hai capito? Molto calmo. (E sbatte un po' vivacemente il ricevitore. Si toglie il « peplo » dalla spalla, si accomoda i capelli con le due palme e avanza nella stanza oscura fissando Fosco.) Oh!
fosco(vedendosi puntato dallo sguardo di Lorenza) Che c'è, che mi guarda a quel modo? C'entro io?
Lorenza Marco lo sapeva che ero qui? Gliel'ha detto lei?
fosco Perché, non si doveva?
Lorenza No no. Solo sapere. (Soprappensiero) Va be'... (E sembra si disponga a far qualcosa. E irritata, seccata, vuol prendersela con qualcuno, e per reazione la sua voce è calmissima, quasi flautata.) Perché, Fosco, prima quando hanno telefonato, ha detto sottovoce, con aria di mistero: « È Luca »?
fosco (irridente): L'ho detto con... mistero? Non me ne sono mica accorto, sa. (La guarda e si avvia verso una bacinella.) Ma siete proprio complicati, voi, accidenti! Sentite anche il tono. Non siamo mica a teatro!
Lorenza Siamo sempre a teatro, invece! Se lo ricordi, Fosco. (Cambiando) Lei sa essere anche diplomatico, se vuole.
fosco Che c'entra « diplomatico »! Io so vivere, questo, sì.
Lorenza Cioè! Come sarebbe « so vivere »?
fosco(scocciato) Ma perché, scusi, perché dovrei scoprirmi, mescolarmi ai vostri pasticci? Mi dica perché, io che, dopotutto, ci son fuori?
Lorenza Però le cose le giudica, e come, Fosco! Vuole che non lo veda? O si rifiuta anche di « giudicare »?
fosco Vorrebbe tagliarmi la testa?
Lorenza Per carità.
fosco Eh! Io la testa ce l'ho ancora sul collo, e penso.
Questo vuol dire giudicare? E allora giudico, va benissimo! Giudico!
Lorenza E allora, qui... (E accenna alle foto che sono ancora attaccate alle «cantinelle» delle pareti.) Come giudica, Fosco? Tanto per parlare, per spiegarsi... Pensa a un gioco, o...? O a una commedia? O a delle ripicche?
fosco No. Assolutamente. In amore ci sono, sì, le picche e le ripicche, però è un'altra cosa. Qui è diverso.
Lorenza Perché « un'altra cosa », eh?
fosco Che facciamo, Lorenza, il gioco del perché? Eh! O ci vuol fare un articolo sulle mie risposte?
Lorenza Non ci avevo pensato proprio, ma perché no? Le dispiacerebbe, Fosco?
fosco Perché dovrebbe dispiacermi! No. - Ma in amore volevo dire, c'è poco da giocare! In amore ci si brucia soltanto, e anche quando sembra che si giochi ci si brucia, dia retta a me.
Lorenza Anche di questi tempi?
fosco Ma che tempi vuole che siano, questi? Tempi come gli altri. Identicamente. Non contano i tempi! Sarebbero cambiati? Le pettinature e le gonne, sì, molto - non però l'amore.
Lorenza C'è ancora l'amore, allora?
fosco Come prima. Le ho detto: identicamente.
lorenza Luca le è simpatico? fosco: Lo conosco troppo poco.
Lorenza Come « poco »? Non mi dica che...
fosco: Poco. Che vuol dire « poco »? Poco! - Però mi pare che anche lui faccia sul serio.
Lorenza Con chi? Con... Ada?
fosco: Con Ada... con Ada, non lo so. Ma con qualcuno. Luca è uno che, per me, ha qualcosa di serio che lo... lo rode. Può essere che sia ancora per lei, Lorenza, che si rode, anche se fate finta che siete ormai solo due « buoni amici » - si dice così?
Lorenza Si vede? Si sente che siamo solo « due buoni amici »?
fosco Non lo so cosa si vede... perché siete tutti così complicati che imbrogliate tutto... moh! E poi a me che me ne...
Lorenza(gli taglia la parola, un po' eccitata)-. E come andrà a finire, secondo lei, Fosco?
fosco (ammiccando) Perché non lo chiede ad Ada? Quella fa le carte. E anche bene. Non siete tanto amiche, e allora?
lorenza Oh, amiche... - Stiamo vicino...
fosco Io dico amiche, così...
lorenza Vicino, forse per sorvegliarci.
fosco Per sbranarvi, altro che sorvegliarvi.
Lorenza Sbranare Ada? Io? No. Perché poverina? Non mi ha fatto niente, Ada. Lei forse... Ada è tipo da sbranare!
fosco Perché dovrebbe sbranare, se può prendersi quel che vuole senza...?
Lorenza Marco? Se lo riprende?
fosco Nooooh! Quello è ormai lontano, uuh! E quello non ritorna più, garantito. E al volo planetario, pla-ne-ta-rio! Ed è inutile che lei faccia... perché lei lo sa bene, Lorenza!
Lorenza (con una certa trepidazione): Luca? Dice Luca?
fosco E già: Luca. Ada si becca Luca.
Lorenza (senza voce) Ma lei... anche lei... Ada... sta bene a Luca?
fosco Gliel'ho già detto che lo conosco poco, Luca. Dovrei almeno sapere...
Lorenza Che cosa, Fosco?
fosco Ma lei forse si sentirebbe offesa...
Lorenza Offenda pure. Per una volta, offenda su. Avanti, Fosco.
fosco(sottovoce, con tono di complicità) Com'era « l'americana »?
Lorenza (arsa nella voce) Che c'entra... l'americana?
fosco C'entra c'entra. Com'era? Lo sa? L'avrà vista, una volta?
Lorenza Ne so poco, pochissimo anch'io. Quel poco, me l'ha detto lui.
fosco Lei avrà chiesto, Lorenza?
lorenza No.
fosco Per orgoglio, non chiede?
Lorenza(china la testa).
fosco L'ha almeno vista... una volta.
Lorenza (scuote brevemente, velocemente la testa, con forza): Mai. Neanche una volta. (Alza lo sguardo su Fosco; poi lentamente, senza tono come quando si appresta a fare delle rivelazioni) Ho soltanto una fotografia.
fosco Dell'americana?
Lorenza (annuisce piano, impercettibilmente) Ma non serve, immagino... la fotografia.
fosco Come non serve? Serve e come! Dove l'ha questa foto? L'ha qui?
Lorenza (chiusa) L'ho. Ma...
fosco Faccia come vuole, allora... (Vivace, quasi appassionato) Non lo sa che io da una foto, da una faccia... ci cavo il sangue, ci cavo il cuore... io le posso fare tutta la storia, se me la guardo... bene.
Lorenza (amara): Come Ada, allora?!
fosco Meglio di Ada, io! Molto meglio! Me la dia, Lorenza...
Lorenza (lentamente apre la borsa ed estrae una fotografia che con una reticenza tende a Fosco).
fosco(la sbircia, poi cambiando posizione la osserva attentamente. Un silenzio in cui Lorenza spia l'espressione di Fosco. Poi, di colpo, la voce di Fosco, agitata, mentre restituisce la foto a Lorenza): Ma non vede, Lorenza?!
Lorenza Che... c'è?
fosco Non vede come assomiglia ad Ada? Accidenti! Sembran gemelle!
Lorenza (sommessa)-. L'avevo notato anch'io... credevo che per gli altri non si vedesse.
fosco Si vede, invece... si vede per tutti... L'ambiente si oscura, i tendaggi neri si alzano velocemente scoprendo un angolo di caffè all'aperto. Un tavolo rotondo come posato su una predella, e due sedie dove sono Ada e Luca. Lo sfondo del cielo, e il profilo lontano di un angolo di Roma. Sul tavolo una boccia colorata e due bicchieri.
luca ...Se non mi dici il nome?
ada Ma che importanza ha il nome? Che cosa cambia?
luca Niente. Solo per sapere se lo conosco.
ada Ti ho già detto che era pittore.
luca Appunto.
ada Appunto che? Alle volte dici stupidaggini, lo sai? (Scuote il capo, poi di colpo seria) Lovòi. Amerigo Lovòi.
luca (corruga un momento la fronte): Lo conosco.
ada (seria anche lei): E già morto, da un po'. Saranno esattamente...
luca I suoi quadri li ho visti, volevo dire.
ada Beh, che ne dici?
luca Era indubbiamente un pittore.
ada Bravo, secondo te?
luca E per te?
ada Io non capisco. Ma mi pareva abbastanza bravo, anche se non capivo il perché.
Mi sbagliavo, magari.
luca Doveva essere uno specchio.
ada Come uno specchio?
luca Quello che era, così com'era, era tutto nei quadri. Fin troppo.
ada Ah, ho capito: lo specchio. (Una reticenza) « Maledetto », dicevano. Pittore maledetto. Scherzando. Era un po' così.
luca(la guarda intensamente).
ada Che hai da guardare?
luca Ti sposò davvero?
ada E come, per finta?!
luca (non smette di guardarla, e ha un sorriso, un sorrisino).
ada (inalberandosi)-. La devi piantare di fare domande per vedere se mi scopri bugiarda. Non lo sopporto, lo sai!
luca Scusa, ma non...
ada Prima venni via da Tarquinia per stare con lui. Amanti, anche se ero ancora una bambina, o quasi. Modella sua. Faceva solo me. Sempre sempre me. Mi stancavo perfino. Morta di fatica alle volte. Anche dal freddo, sai, in quello studio... Poi mi sposò. Si ammalò. Si ammalò brutto. Lo rinchiusero. Non ci stette molto. Morì poco dopo.
luca Pazzo?
ada Beh, mi dissero « maniaco ». (Una pausa)
luca Marco ti incontrò allora?
ada Dopo, dopo! Eh, come corri, tu! Che Marco! Son passata per altre mani, prima di Marco. Altre mani. E questo che vuoi sapere? Ci giri attorno, ma è questo. Lo so.
luca (china la testa).
ada Sei geloso? L'ho capito da mo'.
luca Si vede? Si capisce?
ada Ma da morire!
luca Che ci vuoi fare: sono così.
ada Non ci voglio far niente! Con me però, se tra noi deve durare - poco o molto, e chi lo sa! - con me devi cambiare. Eh, sì. Te le racconto una volta queste storie della mia vita, ma poi non ci ritorni più su. Non devi mica farmi il pilotto, eh no! Di maniaci ne ho già avuto uno, e basta, e ne avanza! luca: Detti le condizioni? (E sorrìde.)
ada Che detto! Ma bisogna pur campare, no? Senza rodersi inutilmente per quello che è passato, e non ci si fa più niente. Ma tu invece vorresti proprio roderti, ti piace roderti... ma lo so, ed è inutile che tu...
luca Parli da sola?
ada Parlo da sola. Precisamente. (Come raccontasse qualcosa di altri) Son passata per altre mani. Sì. E molte. Almeno, abbastanza. Dico mani, amico mio, e mi capirai, spero. Solo qualche ragazzo e qualche studente mi ha... - come si dice? - idealizzata, va bene? - Ma gli altri mi hanno sempre considerata altrimenti. (Si ferma a pensare; sorprendente.) Credi che non avrei proprio potuto essere anch'io una moglie giusta e una brava madre - eh? Non rispondi neanche tu? Forse no, eh? (Alza le spalle.) Mah! Sarò destinata, si vede, ad essere solo un'amante.
luca(protestando in ritardo, troppo vivacemente) Ma perché? Chi l'ha detto? Perché?
ada E lo chiedi a me? Io, sai, non sono mica donna dai troppi perché. È così. Finora, almeno, è stato così. Però gli altri uomini, dopo il pittore, me li sono cercati, me li sono scelti io. Ho detto sì o no a mio talento, e non è poco avere almeno questa libertà.
luca Vuoi dire che saresti stata furba?
ada (vivace, quasi offesa) Che furba! Ho scelto solo di testa mia, ma mi sono anche sbagliata, scottata, e come! Prendi Marco: quando ci siamo conosciuti e frequentati un po', beh, ho detto, questo è l'uomo che dovrebbe fare per me. Ha tutto per farmi vivere in pace e in un certo modo.
luca Perché, secondo te, avrebbe avuto tutto?
ada Ma perché il nostro rapporto era chiaro, chiaro al punto che me ne vergognavo un po' tant'era... « così ».
luca Perché ti vergognavi?
ada Perché perché... - Perché gli piacevo soprattutto a quel modo, anzi solo a quel modo, e basta. E il resto, poi, veniva giù naturalmente. Non era vivere di amore, no - ma si faceva solo l'amore, bene e senza complicazioni. Dava solo soddisfazione, e basta. Era l'amore, per noi. E invece non era vero, perché Marco mi s'era attaccato, sì, nel modo che ti ho detto, ma non mi amava - e in fondo, neanch'io.
luca Come lo sai?
ada (animata) Perché è bastato che incontrasse tua moglie per staccarsi da me senza fatica, senza drammi. Ma neanche sensualmente, a letto, gli servivo più, perché non mi ha più toccata, e io, conoscendolo bene, da questo lato, me ne sono accorta subito che c'era qualcos'altro - eh! (Luca vorrebbe interromperla, ma lei gli taglia il movimento e la parola.) Bada, io sono persuasa, mano sul fuoco, che con tua moglie non c'è stato nessun... nessuna, come dire?.. - ma quasi all’improvviso un uomo come Marco, che ogni giorno … quasi ogni giorno aveva bisogno… - beh s'è accontentato di altro... o addirittura di niente, almeno finora... solo di unsentimento. Vedi dunque che non lo conoscevo, Marco: perché non avrei mai e poi mai pensato che un uomo come lui potesse accontentarsi solo... - e invece! (Una pausa, poi verso Luca) E anche tu, che credi?, anche tu...
luca Che c'entro io, adesso?
ADA C'entri! Che c'è tra noi due che ci spinga a stare insieme, eh?
luca Non lo so, o forse sì... - ma qualcosa dovrà pur esserci, se...
ada Bella forza! Certo che dovrà esserci! E anch'io, sai, me lo chiedo...
luca (ironico) Che cosa ti chiedi tu, sentiamo?
ada(ferma) Perché gli uomini come te, fini, complicati anche, fatti in gran parte di testa - tanti discorsi, tanti ragionamenti, voglio dire, da farti venir sonno, a una come me - perché io - io - piacerò tanto proprio a loro? Eh?
luca A loro, chi?
ada A te - a te - diciamo. (I due si guardano.) Ma perché? Va' un po' a capirlo! Che cosa ci troverete in una come me? (Confidenziale) Che cosa ti piace, eh, in me? Lo sai? O no? Scartiamo « quello ». Ma di altro che cosa ci trovi?
luca Come si fa a dirlo! È la tua natura, Ada, nel suo complesso, così come sei... è la tua vitalità, unita a quella luce sul volto, quando ti arrabbi - luce come di quadro -, e forse proprio quella aggressività che Marco invece non sopportava più...
ada Lo dici adesso, a chiacchiere, qui al caffè, ma poi... che ne sai, veramente? E se poi non la vedessi più quella « luce sul mio viso, come di quadro, quando mi arrabbio »? Queste son cose che le vedi tu, ma chi sa poi se ci sono davvero! Allora, le tue, io le chiamo chiacchiere, capisci?
luca(con quel suo sorriso tra ironico e comprensivo e di superiorità) Allora, Ada, se mi consenti, molto ma molto semplicemente, ti dirò...
ada Ma sì, bravo! Dillo molto semplicemente.
luca(deludente)Starei volentieri con te, Ada. Vivrei con te, Ada. Perché sento che mi ci trovo bene. Ecco.
ada Capito. E come mai ti troveresti bene?
luca Mi piaci. Come donna, semplicemente.
ada Ti piaccio, e basta. Pensi allora che tutto si possa ridurre a una questione di letto, in fin dei conti.
luca Anche. Perché no?
ada E dici che una questione di letto può durare?
luca Perché no?
ada Perché no, nel nostro caso. Nel tuo, soprattutto.
luca (tenta di intervenire preceduto dal suo sorrisino).
ada(lo interrompe, come al solito, vivace, arrabbiata) Ma perché a letto non ci si va mica con la testa e la... cultura... - come si chiama? o la tua... storia dell'arte, eh no!
luca (accavallando le battute) Anche, anche...
ada Ma fammi il piacere! Quelle cose lì, a letto, dovresti lasciarle da parte, e allora non saresti più tu!
luca Ma a letto ci si va tutt'interi, sai. Io, te, tutti.
ada(è abbastanza colpita, lo guarda in altro modo) Dici, eh? - Con l'americana ci andavi tutt'intero, allora?
luca Forse sì.
ada Lei però era istruita, era al tuo livello. Io no.
luca Sì, era piuttosto...
ada Che ti dicevo? E allora? L'amore, con lei, potevi farlo anche a chiacchierare, no? Con me invece... (Un silenzio) Scommetto però che ti ha lasciato lei?
luca (vivace) E chi l'ha detto?
ada Lo penso io, e dev'essere proprio così.
luca Sì. E stata lei.
ADA Capito. E anche per te, che sei tra gli intelligenti, è stata una vergogna proprio come se fossi un burino. Lo stesso. Stai a testa bassa. Ma perché - (Altro tono) E come mai t'ha piantato? Lo puoi dire?
luca (la guarda e tira un lungo profondo sospiro).
ada (sorride, scuote la testa) Mi fai pena. Non me lo vuoi dire, eh? Invece me lo dovresti raccontare il perché e come si è conclusa la vostra storia.
luca T'interessa o è solo per curiosità?
ada Beh, mi pare che... - Dovresti essere il mio uomo o no? O ci stai già ripensando? Non la vedi già più « quella luce del volto... quando m'arrabbio »? Vuoi che m'arrabbi un po'?
luca (amaro) Affatto, Ada.
ada E allora.
luca Ma prima di raccontare vorrei dirti una cosa...
ada Dilla, avanti!
luca Prima, perché poi sarà una delusione, bada, te l'avverto, Ada...
ADA Su su...
luca È una cosa che forse ti offende.
ada(per non scattare si chiude la faccia tra le palme e piega il capo sul tavolino).
lucaTu assomigli a... lei. L'americana. Doris. Molto. Le somigli terribilmente
ada(risollevando un po' la testa) - Assomiglio come? Di aspetto, di faccia e anche di... di...?.
luca Proprio nel complesso, direi.
ada Però non sono così istruita. E allora?
luca(ha un'alzata di spalle): Beh, te lo dico in due parole, il fatto.
ada Fa' pure con calma, perché solo due parole?
luca Ma perché... sono proprio due parole, in fondo! (E ha un sorrisino di commiserazione, per sé.) Era già tutto deciso con Doris. Saremmo andati a vivere assieme, ci saremmo sposati. In America ci si deve sposar sempre per vivere insieme. L'avevo già detto a Lorenza. Avevo già avuto il suo consenso. E anche Doris, col marito. Tutto chiaro. E al marito, che era mio collega all'Università, avevo parlato anch'io. Eravamo al giorno della partenza. (Si ferma, una pausa lunga.)
ada Beh? S'è... ammazzata?
luca No no. (Un'altra breve pausa) Mi ha mandato solo un foglietto. « Non posso, Luca. Non posso più. » E una di maiuscola, sotto. Doris, Di. È tutto.
ada E tu, allora?
luca Io, niente.
ada Ma che viltà!
luca Che dovevo fare?
ADA Lei, dico lei! Che vigliacca! Non è mica una donna intelligente come dicevi! Sarà istruita, ma...
luca(vuole intervenire).
ada Ma te lo dico che non vai niente, quella, io! - E dov'è andata? Adesso, per esempio, dov'è?
luca Altrove...
ada Col marito?
luca Credo di sì. Anzi, sì - ma non ho nemmeno cercato di sapere dove...
ada(compassionevole verso Luca): Poveraccio. Avrai sofferto...
luca Distrutto. E soffro ancora, quando ci penso... (Guarda Ada.)
ada E ti viene naturale stampare la sua immagine su di me, che le somiglio, no? Ti aggrappi a me, vuoi stare con me peraver l'illusione di averla ancora, di stare con lei - è vero sì o no? E dillo!
luca Non credo che sia proprio così...
ada Ma un po' sì, è vero? E dillo! Non me n'offendo mica... Anzi.
luca Che vuol dire « anzi »?
ADA Vuol dire... (S'interrompe.) Conferma, «anzi», quello che prevedevo.
luca Prevedevi cosa?
ADA Io, vedi, aspettavo proprio che tu arrivassi. Lo sapevo che tu saresti arrivato per me.
luca Io?
ada Sissignore. Tu tu. Io aspettavo.
luca Ma... Ada...
ada Ti spiego, ti spiego... - Però, bada, Luca, che non devi ridere.
luca(raccoglie la faccia).
ADA Me lo son sognato prima, di te. Sì, sognato. E non devi ridere neanche un po', ti dico. Sognato non una ma tre, cinque, dieci volte: sempre lo stesso, identico sogno.
luca(curioso, nonostante tutto) Che sogno era?
ADA Mi son sognata una barca, sempre una barca, e sempre quella, la stessa, che però veniva avanti, sempre più avanti, ogni volta...
luca E come lo sai che era sempre quella, scusa?
ada Se lo so, lo so! La vedevo, no? E poi lo so dal colore della vela. Era sempre lo stesso colore. Appariva davanti al mare di Tarquinia, davanti alla spiaggia del mare di casa mia, e io ero sempre lì, sulla spiaggia, di mattina, a guardare - sempre di prima mattina. E questo vuol dir molto: la mattina, col sole che monta, monta, cresce, è importante nei sogni. Eeeh! - Ogni volta la barca appariva, ed era sempre più vicina, più vicina... cioè più grande. Ed era curioso un fatto, cerca di capire: che io non ho mai aspettato che toccasse riva, che approdasse, mai! Me ne andavo prima, voltavo le spalle alla barca, sempre. E la volta dopo la risognavo che era un po' più grande, più vicina... e poi ancora più vicina, e così per quattro, cinque volte... e io che scappavo sempre come avessi paura. Ma l'ultima volta - due o tre giorni prima che t'incontrassi - ho visto che la barca aveva toccato, stavolta, era approdata, e la vela di quel certo colore che non ti saprei dire, occupava tutto, tutto il cielo... non c'eraquasi più cielo. Ecco. (Mutamento) Tu adesso riderai, e non crederai niente, scommetto.
luca Non rido, Ada, anche se non so che cosa dovrei credere.
ada Devi credere a me, e basta. Credere che quel che ho visto e sentito è vero. E tu sei arrivato. Tu.
luca Cioè, dovremmo vivere insieme? Sì, vivremo insieme, Ada.
ada Possiamo intanto stare insieme, perché io la decisione definitiva la prenderò dopo.
luca Che vuol dire, Ada, « la decisione definitiva »? Che vuol dire « dopo »?
ada Dobbiamo per un po' dormire e mangiare insieme, e poi decideremo. Far l'amore insieme è molto importante per decidere. (Con una sua gravità) L'amore vero devi sentirlo anzitutto con il corpo, con la carne, poi scoprirai anche il resto, anche il sentimento e anche lo spirito; l'ultimo a sentirsi è l'amore di Dio.
luca(che sorrideva, come disturbato) Che c'entra Dio, adesso?
ada Io te l'ho detto perché è stato detto così.
luca E chi l'avrebbe detto? Non sei tu che l'hai detto?
ada No. Io l'ho ripetuto. Prima di me l'ha detto una santa.
luca (beffardo) Ah, ma guarda! Non immaginavo che tu avessi rapporti con le sante. Non mi piacciono, sai, le donne che pregano tanto, se sei una di quelle.
ada (fiera) Non sono una di quelle. - Ti piacciono piuttosto quelle che scrivono? A me no. E te lo dico subito: non mi piace tua moglie. Per niente.
luca(come se difendesse Lorenza, e se stesso): Quando andai in America non scriveva. Deve essersi montata la testa, dopo.
ada Peggio per lei, allora! E meglio per noi, tesoro mio... (Allunga una mano, gli afferra il polso, e lo tira.) Andiamo...
luca Sì... (Si alza, poi di colpo) Che santa è?
ada Non lo so il nome: so che è una santa, e basta. (Avviandosi, sempre tirandosi dietro Luca) Andiamo a far l'amore... vedremo se la santa ha ragione... (E si avviano tenendosi per mano).
Non sono ancora usciti che Fosco appare di fianco e si capisce che li ha spiati. Mentre si allontanano, e sono di spalle, fa scattare due o tre flash. Poi, quando son spariti, lascia ricadere la mano sul petto come la tengono i fotografi in servizio. Avanza verso il proscenio quasi biascicando le sue battute. Il tavolino rotondo, la boccia colorata e i due bicchieri si stagliano contro il cielo.
FOSCO Marco sarà contento... vedrà. Più prova di così... E se proprio vuole, riuscirò a beccarli anche a letto! Prova reale! (Accomoda la macchina.) Attento però, Marco, a dove metti il piede! Tra la vecchia e questa nuova, moh... chi lo sa! Per me, a uno come te, Lorenza lascerà sempre la bocca agra... come dopo aver assaggiato il limone. Questo è il bello della vita. E non ci puoi far niente. Però Ada... ooooh! Io, prima, manco la guardavo la donna del padrone... Ma adesso invece che ho cambiato l'occhi, beh, è donna eccezionale, non dico zuccherata, no no, ma di una polpa... di un... diciamo pesca... mnn! e l'artista, curioso, vuole assaggiarla, mica è scemo! (Con un sospiro) Eeeh, buon appetito, allora... e che Dio li benedica... (Fa due o tre passi armeggiando attorno all'obiettivo della macchina, ed è subito fuori scena.)
L'ambiente rimane per un istante con l'immagine dello sfondo, arrossato, e del tavolino rotondo-, poi rapidamente s'incupisce e si fa buio. C'è della musica, intanto calano i tendaggi giallo-oro della casa di Lorenza che abbiamo già visto nella prima parte. La luce tocca per prima Lorenza che è appoggiata a fianco della finestra e sembra guardar fuori; poi, allargandosi il chiarore, si vede anche Marco che è dall'altra parte a testa un po’ china.
Lorenza (dopo una breve pausa)Perché non dice niente, Marco? Non le sembra che lei, da uomo, non avrebbe dovuto nemmeno rispondergli?
marco Dovevo allora lasciargli credere che tra noi due ci fosse... o ci fosse stato...?
Lorenza Credesse quel che voleva! Che gliene importa?!
marco Ma come!
Lorenza Ma sì! Piuttosto che negare come ha fatto, meglio lasciargli credere!
marco(sbalordito si allontana dalla finestra scuotendo la testa) Non capisco... perché... avrei dovuto...
Lorenza Oppure rifiutare l'argomento, rifiutare anche di parlarne. Meglio! Ma che uomo è lei, Marco, da lasciarsi imporre certi discorsi... così intimi?!
marco(colpito, si ferma in mezzo alla stanza... e la guarda imbambolato) Che uomo sono... non lo so...
Lorenza(si allontana anche lei lentamente dalla finestra e gli viene accanto) Non avrei mai e poi mai supposto che avrebbe imbastito un rapporto di... confidenza così increscioso con Luca.
marco Increscioso, non mi pare! Non dica increscioso, Lorenza...
Lorenza Increscioso! Se lo dico! Per me, almeno. Si capisce: per me. Non è forse una confidenza in cui si parla solo di me...?
marco Ma no... ma no...
lorenza Ma sì. Una confidenza di cui io sola faccio le spese! Avanti!
marco Mai! Mai!
Lorenza Comunque, potrò essere dispiaciuta e... delusa? O vuol anche regolare i miei sentimenti o le mie reazioni?
marco Oh! Io non voglio niente, io non regolo niente!
Lorenza(amareggiata) Molto dispiaciuta, molto... Non mi sarei mai aspettata che lei, Marco, si sarebbe prestato a questo gioco in cui Luca oltre tutto è specialista.
marco Come... specialista?
Lorenza (ha un'alzata di spalle).
marco(semplice) Io gli ho detto semplicemente la verità, che non ero io. E male dirgli la verità?
Lorenza Sì. A Luca, sì. Lei non lo conosce. A Luca non si deve nemmeno la verità. Proprio quella, anzi, non si deve dire... (Si allontana borbottando quasi tra sé) Luca va ingannato... pensi un po'... ingannato...
marco Perché poi Luca non dovrebbe credere alla verità...?
lorenza Perché Luca crede solo a ciò che gli torna utile, a quel che gli piace credere... - è fatto così! (Muovendosi verso Marco) Luca ha creduto che tra noi due non ci sia mai stato... eh? Pensa d'averlo proprio persuaso? (Un silenzio) Su, me lo dica schiettamente.
marco Forse sì.
Lorenza Forse! Una parola che detesto! L'ha imparata da Luca, scommetto?! L'usa sempre! « Forse »! Lei, Marco, diceva sempre sì o no, prima. E questo mi piaceva in lei. Adesso salta fuori il « forse ».
marco Sì. Mi pare proprio di sì. Va bene?
Lorenza Lo ha persuaso?
marco(annuisce) Sì.
Lorenza Allora Luca crederà che io gli abbia mentito. Oppure, se l'ha davvero creduto, cercherà qualcun altro. Se non è lei sarà qualcun altro. O no? (Sorride amara). Me lo dica, se non è così? Eh? Sentiamo di chi sospetta, Luca. Lei lo sa, Marco?
Magari cercate e sospettate insieme. Vi sentite entrambi traditi - oh, oh, che situazione!, per questo avete stretto un'alleanza - oh, la santa alleanza! - contro di me... per trovare, scoprire.
marco(esplodendo) Ma noo! Basta! Lei non ha diritto... È ingiusta! Io non c'entro... io... io... almeno non sospetto... né lei, né nessuno! Io non cerco... Glielo giuro! Luca, non so... ma io - (toccante) io ci credo.
LORENZA A che cosa?
marco Anzi, io... non credo.
Lorenza(irritata) Insomma, crede o non crede?
marco(alterato) Io non credo che lei abbia potuto...
Lorenza Appoggiarmi?
marco(gridando) Non lo credo! Non lo credo! Anche se lei l'ha detto a Luca! Non lo credo! Va bene così! Oooh!
LORENZA Perché no? Mi dica perché?
marco(senza fiato) Così... senza che ci sia un perché preciso...
Lorenza Perché, non avrei potuto anch'io...?
marco Certo, avrebbe potuto benissimo... ma...
Lorenza E sarebbe molto deluso se sapesse invece che è vero? Me lo dica. Su. Cambierei molto ai suoi occhi? O no? Eh? (Un silenzio) Ci deve pensare, ho capito.
marco(disfatto)No. Niente. Non cambierebbe niente. (Si muovono come per mettere un punto fermo.) E a Luca che preme sapere, non a me. Per me, qualunque cosa lei possa aver fatto, non ha importanza, non conta. Come glielo debbo dire?
lorenzaLei non sarebbe geloso?
marco(amaro) Adesso, presentemente, con lei, non sono geloso. Forse lo sarei anch'io se avessi... - oppure lo sarò, domani, se avrò la fortuna... - Benché, sì, di natura credo proprio d'essere geloso. Ma in questo momento non ho motivo... alcun motivo di... - Adesso, se vuol saperlo, di lei, io non sono geloso di una persona, ma, casomai, di tutto... di tutti e di tutto - che poi vuol dire niente, specificamente -, però devo dire di tutto, per essere sincero. Anche delle cose e degli oggetti che tocca, e perfino del tempo che perde, col giornale, a scrivere... insomma di tutto, ma...
Lorenza(sospira profondamente e lo interrompe. Si siede, lontana da Marco, e come se si decidesse ad affrontare una conversazione che non può più essere rimandata, dice lentamente,senza tono) Ho capito, Marco. Dunque, è giunto proprio il momento, mi pare. È inutile rinviare ancora il nostro discorso, girarci attorno come stiamo facendo da mesi: lei, Marco, per mancanza, dirò così, di coraggio; io, perché preferivo ritardare, rinviare sempre a più avanti. (Sospira nuovamente.) Ma adesso credo che si debba proprio, è vero? (E lo guarda intensamente, seriamente.)
marco(trasale, impallidisce, è preso come da un tremito, si ha perfino l'impressione che vacilli tanta è la emozione. Anche lui la guarda supplichevole).
Lorenza(come impietosita dal pallore di Marco ha un sorriso) Veramente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di parlare. E tutto così chiaro. (Allungando una mano quasi per toccarlo e rassicurarlo, ma Marco è troppo lontano da lei.) Sa che mi commuove, Marco... - Saltiamo i discorsi, vuole?
marco(inattesamente, con voce rauca) Perché vuol togliermi la gioia di... di dirle... Lorenza... di dirle, certamente male... lo so da me che parlo male...
Lorenza Ma affatto... Dica, allora, se le fa piacere dire.
marco Ma a lei non dispiace ascoltare...?
Lorenza Non mi dispiace.
marco(inghiottisce e ha una specie di rantolo).
lorenzaBenché questa sia una vecchia maniera... ormai passata...
marco Ecco, appunto... una maniera vecchia... e passata, che però mi piace. E a lei no? (Lorenza ha un altro vago sorriso.) E come fossi giovane... un ragazzo... come fosse la prima volta... è, è la prima volta! Incredibile, ma è così... - Te lo voglio dire, Lorenza. (E ha fatto un enorme sforzo per darle del tu poiché tace, disfatto.)
Lorenza(non può fare a meno di guardarlo stupita per quell'arditezza confidenziale, apre gli occhi).
marco Non ti dispiace mica la confidenza...?
Lorenza(seria) Non mi dispiace... affatto.
marco No, perché... io che credevo di averne visto, e anche fatto di tutti i colori... mi sento proprio come se non avessi mai conosciuto una vera donna... o saputo cos'è amare. Ho aperto gli occhi dopo che ti ho incontrata, Lorenza.
Lorenza Esagerato, non si dicono nemmeno queste cose.
marco Ma è la verità. E neanche subito è accaduto, neanche la prima volta che ci siamo visti, no..; - non c'è stato, voglio dire, il colpo di fulmine - si dice così? È stato... dopo, è stato a poco a poco... (Scuote la testa come fa lui.)
Lorenza Cos'è stato allora? Si può sapere?
marco Mah! è stato... per farti capire... (Poi si ferma scoraggiato.) - Vedi, sono questi i momenti in cui dici: « Oh, se sapessi parlare bene... spiegarmi... esprimermi... » - e senti invece che ti mancano... ti mancano proprio le parole - non una, quella giusta, come dite anche voi quando scrivete - ve l'ho sentito dire: « il termine esatto », lo cercate anche voi alle volte, quello, eh? - ma magari fosse un termine, una parola sola! - ma a me manca proprio il saper parlare in questo campo... in questa circostanza, poi figuriamoci... e sono fritto, Lorenza!
Lorenza (staccata, ma adesso divertita) Macché fritto! E le altre volte, allora, eh, Marco!?
marco(come se la differenza fosse una enormità)-. Oooh, era troppo diverso! Siamo sempre a Leopardi... - capisci, sempre lì!
LORENZA Leopardi è diventata proprio una fissazione, Dio mio, che sarà mai.
marcoUna vera fissazione, da quando ho capito... da quando mi sono... io direi innamorato...
LorenzaDiciamolo.
marco Ma è poco! Non è giusto... (Movimento di Lorenza) Ma perché l'ho già detto in altri casi: « Sono innamorato », « Mi piaci tanto », e non doveva essere vero, prima, se adesso dico la stessa cosa, con le stesse parole - oppure ne dovrei trovare delle altre, diverse... ma diversissime! (Ha come un sussulto, o un singulto nello sforzo immane di dare a Lorenza un'idea di quel che prova.) E stato - vedi - se potessi farti capire, Lorenza, sarei proprio
felice! - è stato come quando la luce comincia a spuntare, ma è ancora notte, eppure vedi che l'ombra si rischiara... te n'accorgi sì e no... ci fai caso, sì, ma non tanto... e poi la luce cresce, cresce un po' alla volta, ma irresistibilmente, inonda tutto... non c'è più scampo... dici: « Ma come? e dov'era prima tutta questa luce che c'è? Di dov'è venuta? ». (Ansima, è costretto a prender fiato.) È stato così, Lorenza, con te. E ho capito che ero ormai rovinato.
Lorenza Ah, rovinato!
marco Insomma, condannato...
lorenza Peggio.
marco Vedi che non so proprio... Devo ripetere «innamorato ».
lorenza (seria) Non c'è altro di meglio. E per tutti, sai. Non c'è di meglio.
marcoEd è la cosa più difficile della vita da... da toccare, da raggiungere... Ti arriva addosso all'improvviso, senza che tu te n'accorga, senza che tu l'abbia voluto... proprio come un re
gaio o... e una rovina... (Sfinito) È così, Lorenza mia... te lo dico io... E non devi sorridere e vedermi così... oppure, sì, ridi pure... se vuoi, deve essere proprio uno spettacolo vedere un uomo come me... com'ero io... ridotto... ridotto innamorato. E com'è difficile, sapessi! Aaah! (Ha come un grido.)
LORENZA Che cos'è tanto difficile?
marco Non farmi parlare, che non so fare... Credo anzi che non si possa... nessuno. Nessuno! Sfido! E quelli che parlano, beh, sai che ti dico: forse non sono... o non sono abbastanza innamorati, innamorati come sono io!
lorenzaSì, Marco: l'amore è difficile.
marco(esultante) Ecco, ecco, vedi... anche tu... ah, ah! L'amore mio, l'amore è difficile! Il più difficile di tutto! Il resto... macché! Pensavo, da giovane: i soldi, fare i soldi, i denari... e poi la fortuna, una posizione, la rendita, la rendita... puah! Leopardi! Facile! È stato facile! Troppo facile! Ma l'amore... aaaah! (Si rimette a sedere, e Lorenza lo guarda con tenerezza compassionevole.) Dei giorni... ti giuro, Lorenza... dei giorni mi pareva di morire... E il momento in cui avrei potuto parlarti di questo mio... mi pareva che non dovesse mai arrivare, mai mai mai... ed ero disperato... almeno dirlo! Che almeno lo sappia! E se decidevo... domani, sì, domani le parlo... mi prendeva subito una paura... a me! a me, che ne ho affrontati dei pezzi grossi, sai, negli affari... dei duri, e li ho messi sotto, sempre... Ma lo sgomento che avevo di te... e anche di me, non ve lo potete immaginare... nessuno... e anche adesso...
Lorenza(sottovoce, ma sempre staccata) Io lo sapevo, Marco, lo capivo...
marco(con uno certo astio): Ma non dicevi niente, eh?
LorenzaNon dovevo dir niente, io.
marcoE perché? (Una pausa) Già... Tu no. Se non dicevo niente io, perché dovevi dir tu? E regolare. Tutti zitti.
lorenza Oggi comunque l'ho voluto io.
Lorenza Sì. Oggi mi hai costretto. Lo riconosco. E ti ringrazio. (Sospira e si riprende la testa ira le mani.)
Lorenza Sarà un po' finita la pena, lo strazio, adesso!?
marco Sì sì... cioè, no... Finito non sarebbe... perché ci sarebbe da dire chissà ancora quanto... uuuh, ma avrò tempo, spero... Spero, eh? Tutto in una volta non si può... (Si alza e sembra che consideri chiuso questo primo capitolo della, sua dichiarazione d'amore, ma si riprende.) Una cosa sola ancora... se permetti... (Guarda Lorenza e si ferma.)
Lorenza Sentiamo.
marco Naturalmente... - ma si capisce, no?
Lorenza Naturalmente, che cosa?
marco Naturalmente sono deciso a stare con te, a vivere con te, insieme... fare insieme una nuova vita... Io ho già fatto... Cioè, ho lasciato l'appartamento... l'ho dato ad Ada... Adesso vivo in albergo... Non ho voglia nemmeno di cercare un'altra casa... ma lo farò subito, quando tu vorrai... (Lorenza aggrotta la fronte.) Preferisci senza fretta...? Come ti pare... Ma è naturale che ai sentimenti corrisponda anche la volontà di... anche la vita pratica... di... di... insomma, costruire insieme anche... eh? Non è naturale, Lorenza? Avevi capito anche questo? L'avevi previsto?
LorenzaNon si deve precipitare. (Una reticenza) Sono questi i discorsi più penosi...
marco Brava! Ma bravissima! Piantiamola allora! Anche per me... penosi! Quasi... già mi pento di averteli fatti...
Lorenza No, che c'entra... E meglio dire tutto, dal momento che si parla, ma...
marco Avrei dovuto dirlo un'altra volta, capisco benissimo! Domani, dico... Sento che già non è più come prima, è un altro discorso. Prima, un minuto, un istante fa mi pareva di bruciare, ma ero felice... Dio, come mi batte il cuore! Adesso è già... eh?
Lorenza Per me invece è come prima. (Suonano.)
marco Ma chi è? Non rispondere Lorenza... Non vorrai rispondere adesso? Dopo. Dopo... Lasciami prima finire... (Sottovoce, vicinissimo quasi a sfiorarle la guancia con le labbra) e poi...
Lorenza Ma che sciocchezze... Avremo tutto il tempo, dopo...
marco (prendendola per un braccio) E se non avessimo più il tempo...?
Lorenza Come sei sciocco, Marco... (Si scioglie e va alla porta ad aprire.)
marco(si ritrae verso la finestra).
voce Lorenza offOh, è Luca! (Subito eccitata) Entra, entra pure, Luca...
luca(si affaccia alla stanza e guarda dalla parte della libreria; non vede Marco che è addossato alla finestra): Volevo finalmente prendermi quei libri... almeno quelli che t'ho detto... Adesso ne avrei proprio bisogno...
Lorenza(costruita)-. Il signore è servito: te li ho già trovati io.
luca Che brava! Per certe cose sei impagabile...
Lorenza Sono 1ì, guarda... (E avvicinandosi alla scansia gli indica quattro o cinque libri ammucchiati su uno sgabello accanto allo scaffale.)
luca(va a verificare con una specie di avidità se i libri sono proprio quelli: li prende, li controlla, li maneggia, li osserva di costola quasi con voluttà, soddisfatto anche fisicamente): Sì... sì... anche questo, bene... ma dov'era questo? Dove l'hai trovato? (Le rivolge un luminoso sorriso.) Se non ci fossi stata tu... mi sarai sempre preziosa, spero... (E fa per accostarsi a Lorenza con un gesto confidenziale.)
Lorenza(a sorpresa, ritraendosi un po'): Non hai ancora visto che c'è Marco!
luca(che s'era tolto gli occhiali per leggere meglio i titoli, se li rimette bruscamente e guarda, un po' da miope, nella direzione indicata da Lorenza: vede Marco. È sorpreso, soprattutto contraddetto) Oh, Marco. T'eri nascosto?
marco (mortificato)No... ero qui... (E tocca il davanzale della finestra.)
luca Ormai sei di casa.
marco Beh, spero...
Lorenza No, Luca, ancora no.
luca Su, andiamo! - (Li osserva per un momento.) L'importante è che siate contenti. (Marco e Lorenza sono evidentemente imbarazzati; a Lorenza) Siete contenti? (A Marco) Anche « la incontentabile » è contenta?
Lorenza Luca, se i libri vanno bene, prendili e...
luca(a suo agio, ma un po' dispettoso): Ma certo, tesoro... me ne vado subito... (Va a
riprendere i libri che aveva posato, se li stringe sotto l'ascella, si avvia.) Non capisco, Lorenza, perché tu voglia complicare anche quello che... - capisco Marco... ma tu no! Moh!
Lorenza (sempre più seccata): Non sei tenuto a capire, non è proprio necessario...
luca (avviandosi) Volevo anche dirti... a te, e a Marco... che anche noi siamo contenti, e speriamo davvero...
Lorenza (guardando Marco) Noi? (A Luca) Noi chi?
lucaIo e Ada. Non te ne ha parlato Marco?
Lorenza No. Del resto non servirebbe. Mi fa piacere, comunque.
luca(ormai apertamente beffardo): Beh, ma fattelo dire, se servisse... non si sa mai, in queste cose... E ciao! (Volgendosi a Marco) Ciao anche a te, Marco... (Fa un passo incontro.) Però un po' di schiettezza, di sincerità, santiddio! Lei, lasciamo perdere... ma te, Marco, non ti capisco! « Siamo tutt'e due sulla stessa barca », ci siamo detti, tante volte... E allora! (Piano, con complicità) Dev'essere stata lei, che non voleva, eh?
Lorenza(quasi senza tono, ma fuori di sé) Su, esci, Luca... Non ho nessuna voglia d'attaccare briga con te...
luca (a Marco uscendo) Bada, però, che se ti fai metter sotto fin dal primo momento, da' retta a me, Marco, che conosco i miei polli, sei spacciato...
LORENZAEsci o no?
voce luca off Sono già fuori. (Si sente sbattere la porta. Un lungo, pesante silenzio carico di elettricità.)
Lorenza(non riuscendo a vincere una specie di disperazione impotente) Allora non sei tu, è lei, è Ada, che ti ha lasciato per andare con Luca? Per questo siete sulla stessa barca,, eh?
marco (tace, a testa bassa, sempre alla finestra).
Lorenza Che cosa ridicola, Dio mio! Grottesca! Questo gioco incrociato... e sulla stessa barca! Ah, mi esaspera!
marco (lento, grave, improvvisamente abbattuto): Non vai nemmeno la pena di parlarne. Ti ho detto che le ho lasciato l'appartamento, la casa in... regalo.
Lorenza In memoria, oh, oh!
marco C'è rimasta Ada.
Lorenza Con Luca.
marco Questo non lo so. Ma non credo. Conosco abbastanza Ada per... Non fosse altro che per superstizione... scaramanzia... non porterebbe mai, lì, Luca.
LORENZA Comunque! (E cade un silenzio.) Comunque... credo che tu sia stato troppo precipitoso nel lasciare la casa. Avrebbe potuto servirti ancora.
marcolento, grave): Basta con questi discorsi. Non aggiungiamo una parola di più, rischiamo di rovinar tutto. Rimandiamo a domani... a un altro giorno, vuoi Lorenza? (Ma lei non risponde, guarda, pensa un'altra cosa.) Era tutto troppo bello... E arrivato Luca e... Che t'ho detto? Non aprire. Non aprire! Me lo sentivo. - Però... basta rimandare... a quando siamo tornati tranquilli, sereni... Eh, Lorenza?
Lorenza (anche lei quasi sottotono) No. Io vorrei invece continuare e concludere il discorso che s'è cominciato. (Marco ha un gesto di rassegnazione e lascia la finestra.) Siamo stati interrotti spiacevolmente, è vero, ma, ti assicuro, che quel che dovevo dirti in, un momento fa, non era diverso, nella sostanza, da quel che ti dirò adesso; perché è qualcosa che non può tener conto né dell'inatteso arrivo di Luca, né del tuo abbandono della casa, né del fatto - che non sapevo - che Luca ed Ada, adesso, stiano insieme... - e nemmeno della convinzione, che Luca s'è formato,che noi due siamo ormai legati,e forse lo siamo già da tempo, Luca non crederà mai diversamente, ed è inutile spiegargli, con- ii m i lo, inutile fare giuramenti. Dunque! (Una pausa) Io sono pronta ad ammettere che l'arrivo di Luca ha mutato il mio umore mi ha, come dire, seccata, irritata e anche un po' mortificata. Ho avuto l'impressione di essere stata colta in fallo, e proprio da lui. Figuriamoci! Ma Ti assicuro, Marco, che mi sto già rimettendo nella buona, nella ottima disposizione di prima, e che quel che ti dirò è esattamente quello che volevo dirti. Mi credi?
marco(non le risponde; muove solo la testa scuotendola non si capisce bene se per assenso o diniego).
LORENZA(quasi per rassicurarlo) Prima, credo, questo sì, lo immetto, prima, te l'avrei esposto per gradi e forse più... mitemente; adesso rischio di essere, involontariamente, più brusca anche se mi sforzerò di non esserlo... Perché adesso - qui lo sento - mi bolle dentro una fretta... una specie di impazienza che non intende lasciar più niente in sospeso... e allora, ecco...
marco(supplichevole, a voce sempre sommessa) Rimandiamo Lorenza... Non è questo il momento di discorrere... non è più… E’ passato! Ed è inutile che tu dica di no, che è lo stesso... ècambiato tutto, invece!
Lorenza (lo fissa da un istante con una espressione chiusa, implacabile, ma con qualche cosa di fiammeggiante nello sguardo).
marco(ne ha una autentica soggezione tant'è vero che s'interrompe e muta completamente d'atteggiamento) Ma se vuoi parlare, parliamo. Non sono certamente io che potrò impedirtelo. Va', allora va'.
Lorenza (piano, sofferto, quasi per rassicurarlo) Avevo aspettato tanto, prima di dirtelo, in questi mesi, nella speranza – hodetto« nella speranza » - di poterti dire: « Ho capito, Marco, e va bene » - E non c'era bisogno d'altro allora, no? Non te l'ho detto. E non te lo posso dire nemmeno adesso: «Va bene». Non posso. Io non posso vivere con te. Io non posso ricostruire, come si dice, la mia vita con te. Noi non potremo far vita insieme. Ecco il punto. (Si sente un ansare, di Marco, di lei.) Tu seiun uomo straordinario... hai tutto quello che... Ma sono io che non mi sento attratta... io che non mi ritrovo, dentro, minima mente il coraggio per...
marco (sordo): Sei ancora innamorata di Luca, dillo...
Lorenza Lo direi. Te l'avrei già detto... da tempo, se fosse questo.
marco(dibattendosi): E allora... e allora... e allora?
Lorenza Forse sono ancora in contesa con Luca - te ne sarai accorto anche prima... - ma non innamorata. Se lo fossi stata, se lo fossi... Quando arrivò si è quasi messo in ginocchio, a
supplicare... e poi sapessi quante altre volte ancora mi ha chiesto di restare con me. Non ho voluto. E non è stato per ritorsione e per vendicarmi... L'amore, se c'è, tu lo sai bene, Marco - prima, hai detto cose che mi hanno sconvolta, m'hanno commossa, e dici di non saper parlare! - se l'amore c'è travolge ogni piano di vendetta, ogni piano punitivo, e s'abbandona... oh!
marco (credendo che quello sia un momento a lui propizio, interviene appassionatamente) Appunto... appunto... è proprio così... Tutto, deve travolgere...! Non ti basta, Lorenza, un uomo tutto per te... Tutto quello che vuoi... dico tutto! Tu chiedi, e io ti offro... Sono sicuro! Posso prometterlo perché sono certo di poterlo mantenere! Tu chiedi, e vedrai. Anche la luna! (E d'improvviso, come folgorato) E perché non mi ami, eh? Non mi puoi vedere. Non mi puoi sopportare. Davanti a te. Accanto a te. Attaccato a te. E questo? È questo. - (Un silenzio breve, ma che pare eterno tanto è intenso e prorompente) Ma perché allora non me l'hai detto prima, subito? Perché mi hai lasciato crescere dentro... questo... questo... questo vulcano che m'ha bruciato... rovinato... - sono distrutto, lo sai? Distrutto! E tu hai colpa! Sì, tu... perché non ti sei comportata come dovevi! Dovevi fermarmi... subito, subito!
Lorenza (balbetta) E stato per... per gentilezza... per pietà...
marco Non dovevi avere nessuna pietà! Dovevi stroncare... dovevi mettere qualsiasi cosa sul fuoco perché soffocasse... E adesso... adesso come faccio? Cosa faccio? Io adesso potrei... io posso anche... sai? Posso! E sarei anche giustificato davanti alla mia coscienza... e a tutti... io posso ammazzarti... disgraziata... perfida... sì, perfida... perché tu hai giocato con me...
Lorenza Noo!
marco Sìii! Giocato! Giocato! Giocato... io posso... Io ti ammazzo... come tu hai ammazzato me... t'ammazzo! (Le haquasi messo le mani addosso, forse è giunto a toccarle il collo; ma improvvisamente a quel contatto s'arresta e scoppia in un pianto di rotto. Pianto, solo pianto, a singulti, a raffiche, a scoppi.)
Lorenza(sconvolta, rauca, distrutta anche lei): Se tu mi avessi già strozzata... era meglio. Io non sto meglio di te, adesso.
marco (tra i singhiozzi) Ma perché? Perché?
Lorenza I perché sono così misteriosi quando sono profondi. Appartengono a come siamo fatti, a come siamo nati, e contro questo non c'è né scampo né rimedio.
marco(asciugandosi gli occhi col dorso delle mani): Ti chiedo perdono, Lorenza... perdonami...
Lorenza Dovremmo perdonarci l'un l'altro, ma io non ho proprio niente da perdonarti.
marco Io vorrei dirti ancora almeno... una cosa, se posso... Almeno questo, se vuoi ascoltarmi, Lorenza...
lorenza Tutto... tutto quel che vuoi dire; il tempo non deve passar più, e devi andare fino in fondo, toglierti tutto dal cuore.
marco Ecco... il tempo. (Una pausa. Lo guarda. Poi riabbassa gli occhi. Parla a occhi bassi.) Dimmi se col tempo, Lorenza... tu credi che... Io m'accontento di sperare... col tempo, eh? Domani non potrebbe...? (Silenzio)
Lorenza(chiude anche lei gli occhi e pronuncia la sentenza) Ti farei tanto male, Marco, se ti facessi sperare nel tempo. Non accadrà nemmeno domani perché siamo fatti così, e non cambieremo, in quel che siamo. Tutto muta, ma non la radice secondo la quale siamo fatti in un certo modo. E il segno immutabile e talvolta assurdo del nostro destino. Per questo, solo per questo, ti devo dire: « No, non sperare nel tempo ». (Ha fatto uno sforzo immane, non osa guardarlo, china la testa, e si mette a singultare e a singhiozzare in silenzio; è solo scossa.)
marco(la guarda, poi si china su di lei quasi volesse baciarla sulla testa, ma non la tocca. Mormora con voce strozzata): Credo proprio che ci sia la condanna tra l'uomo e la donna, come dicevano... come dicevano... (Si allontana e se ne va lasciando Lorenza a capo chino.)
Le luci si abbassano nella stanza, rimane una luce solamente su di lei, isolandola. Fosco da destra, quasi in ribalta. Durante la sua "battuta" la luce su Lorenza si estinguerà, a poco a poco, e le ultime parole di Fosco verranno pronunciate in un ambiente quasi interamente buio.
fosco Ridursi così, un uomo come quello. Il ritratto dellasicurezza e della fortuna. Qualunque cosa toccava era sua, era oro! E adesso... Tutto va come vuole andare, a catafascio, non si occupa più di niente, non gli importa più di niente, è inutile stimolarlo, non viene nemmeno al giornale, sparisce per settimane intere... S'è fatto andare in protesto anche delle cambiali - dicono - per incuria... - E quest'amore che l'ha rovinato. Che cosa può fare una donna! Io adesso la detesto quella Lorenza. È lei la causa di tutto... Tutti la vedevano bene quando cominciò a venire al giornale... poi, va' un po' a sapere! - Ma che cosa vuole? E perché poi sarà così spietata? Non si capisce... Ci sarà un mistero... In tutte le storie d'amore, quelle serie, c'è un segreto, sempre! E su questo, debbo dire, una cosa sottovoce: quello che mi fa più paura nella vita è proprio l'amore. E mi difendo. Disperatamente. E finora sono stato fortunato: sono arrivato a non innamorarmi mai. Finora! Speriamo... (E borbottando come è solito far lui, esce.)
Una musica. E intanto la luce si rialza lentamente in casa di Lorenza, lasciandola però un po' in penombra. Lorenza è seduta, come piegata in due; e accanto a lei c'è Ada, arrivata da poco. Apre la borsa e toglie una lettera-, la porge a Lorenza. Per un lungo istante la lettera sembra sospesa tra Ada e Lorenza che non s'è mossa.
Lorenza (senza levare il capo) Leggila tu, Ada: io non ho la forza.
ADA È tua. Non posso.
Lorenza(prende la lettera e se la posa in grembo. Una pausa) Dov'era?
ADAAccanto a lui, sul comodino. Illuminata dalla lampada. L'aveva lasciata accesa apposta, perché la vedessero subito. (E fa per scostarsi, per avviarsi.)
Lorenza Dove vai? Mi lasci sola?
ADA Torno più tardi.
lorenza No, rimani, Ada. Devi sentire anche tu. Leggerò forte.
ADA Non si può leggere... forte. Sto qui, e leggo anch'io (Le si accosta venendole alle spalle.)
Lorenza(prende la lettera, strappa lentamente, con delicatezza, con cura la busta, poi spiega i due fogli, inghiottisce, annusa come se i fogli emanassero un odore particolare).
voce marco off « Cara Lorenza, apprestandomi a uscire dalla vita che mi ha dato tutto meno te che sei il bene a cui tenevo di più, voglio dirti che non ho paura. Mi sembra semplice, naturale e necessario fare quel che farò tra poco. Mi dispiace solo per te e per i commenti che ci saranno, ma - devi credermi - non lo faccio contro di te, ma perché non posso fare altrimenti. Ormai non ho più gusto a niente come Se il pane fosse senza sale e i giorni senza un filo di luce, mai. Questo è il mio stato, e allora che cosa posso far d'altro? Non ti racconterò la mia vita, ma solo un particolare che ho scoperto in questi ultimi tempi in cui non ho fatto che pensare al perché della mia esistenza. Il particolare è questo: mi sono accorto di aver fatto sempre fin da ragazzo una cosa sola alla volta, e a quella cosa io dedicavo tutto me stesso, e così sono sempre riuscito. Poi ti ho incontrato, e tutta la mia vita è stata assorbita da te, e ho capito che tu eri la cosa più importante che io avessi mai incontrato sul mio cammino. Ma stavolta non sono riuscito. E non si può vivere allora per qualcosa che non c'è. Perché tu, è vero, ci sei, vivente, ma quel che manca è il tuo sentimento per me, ed è per questo sentimento che non c'è che io intendo scomparire e cancellarmi. La mia vita non ha più senso e scopo all'infuori di te. Non hai colpa tu, ma nemmeno io ho colpa. Ci dev'essere però qualcuno che ha colpa e che mi spinge a mettere fine a tutta quella straordinaria bellezza e gioia e felicità di amore che era in me. Ci deve essere da qualche parte una grande ingiustizia, ma non so dove sia e non so allora con chi pigliarmela. Sono rimasto molto colpito, cara Lorenza, dal tuo articolo sul giornale di due settimane fa, quando parlando di certi amori implacabili riporti le parole che Dio avrebbe detto ad una delle sue amanti: "Non è per scherzo che ti ho amato". Io non sono Dio, ma in questo momento, salutandoti, mi sento come se fossi quel dio che parla alla donna del suo amore, e dico anch'io allora a te: "Non è per scherzo che ti ho amato". Marco. »
ada (piange) ...E un uomo così non l'hai voluto...
LORENZA Non ho potuto, non è che non volessi. Anzi, volevo, volevo! Ma non potevo.
ADA (con grande intensità, quasi con rancore): Dovevi amarlo lo stesso... anche a costo d'ingannarlo! Non si sarebbe ammazzato se gli avessi lasciato almeno la speranza. Tutto, tutto dovevi fare pur di non spingerlo a morire!
LorenzaNon credi, Ada, che la morte valga quanto l'amore? E l'amore alle volte debba essere implacabile quanto la morte? Invece si piange come facciamo adesso per uno che è morto, e non si piange di pietà per una che non ha voluto, non ha potuto... ingannare l'amore... - come me, come me! (Entrano Luca e Fosco.)
ada L'avete visto?
fosco (annuisce).
ada Com'era?
luca Come se dormisse. Lo vedrai. Lui l'ha fotografato.
fosco Solo per ricordo nostro, perché non saprei dove pubblicarla una fotografia così... Detto tra noi, non era un uomo abbastanza importante per i giornali illustrati... Non si sarebbe ammazzato se fosse stato...
ada(insorgendo) Che ne sai tu, che ne sappiamo dell'importanza della gente? I ricchi, i capi e quelli di cui si parla sempre, sarebbero quelle allora le persone importanti? Ma va'! Io credo che Marco fosse proprio un uomo importante, molto importante, come uomo. Quando uno si ammazza per amore, in questo mondo qui in cui viviamo, come si fa a dire che non era importante? Da fargli un monumento, per me!
Lorenza(si scioglie e piange): Sono stata io... la colpa è mia... è mia...
ada Non è colpa nemmeno tua. E una tragedia, e non c'era rimedio. Doveva essere così. Ecco cos'è. Non si può nemmeno disperarsi. Si rimane di sasso. Io, almeno. (Una breve pausa) Credi che io non abbia rimorso? Sì, io. Io che gli sono stata accanto prima di te, e non l'ho conosciuto com'era veramente? Anch'io allora dovrei dire che ho colpa! (Scuote la testa.) Però penso che un giorno lo ritroveremo, e potremo chiedergli perdono, ma forse non ce ne sarà nemmeno bisogno... (Luca e Fosco si scambiano uno sguardo d'intesa, irridente.) Voi due non ci credete, eh? Siete troppo intelligenti per crederlo! Nessuno ci crede, nemmeno te, Lorenza, lo vedo, ma io vi dico che sarà proprio così.
Lorenza(abbraccia Ada): Ada... Ada, se fosse vero!
adaOh, per essere vero è vero. E anche tu, Lorenza, sarai consolata, anche se non l'hai... potuto amare.
VELARIO