Non sia Maya

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Non sia Maya

di Vincenzo Rosario Perrella Esposito

                                                                                                                       (detto Ezio)

04/02/2013

Personaggi:   10

Alfredo Inutile

Luisa Sanfelice

Brandão Sgraffinho

Gemma Costosa

Raffaele

Samantha

don Ferruccio Di Latta

Mila Verei

Cornelio Capricorno

Mariella Cecata

Napoli, 20 dicembre 2012: casa di lusso dell’allenatore di calcio Alfredo Inutile. Quest’ultimo ha invitato amici in occasione del suo compleanno. Tra di loro c’è il direttore sportivo Raffaele con Samantha e il calciatore brasiliano Brandão Sgraffinho con al seguito Gemma Costosa. Immancabile la moglie di Alfredo, Luisa Sanfelice, giornalista pubblicista di una rivista di moda. In rwaltà non è il giorno delcompleanno di Alfredo. L’uomo sceglie di festeggiare tutto insieme il complenano, il Natale, il Capodanno e le ferie estive. Ma perché tanta fretta di fare tutto ciò? Secondo la profezia dei Maya, il giorno dopo, 21 dicembre 2012, avverrà la fine de mondo. Tra l’incredulità e lo scetticismo generale, tutti i festeggiamenti avvengono noralmente. Il giorno dopo, in casa, si presenta perfino don Ferruccio Di Latta, parroco con uno strano modo di parlare che dimezza le parole. Quando gliviene spiegato il motivo della sua venuta, l’uomo preferisce assecondare quelle persone, ritendendole pazze. Ma alla fine avviene o non avviene la fine del mondo? Sta di fatto che bisogna vivere la vita, senza pensare a troppi cavilli che la rendono altrimenti invivibile.

Numero posizione SIAE 233047

Per contatti Ezio Perrella 3485514070 ezioperrella@libero.it

   

  

            Napoli, salone dell’allenatore di calcio, Alfredo Inutile. Alla stanza si accede da una comune centrale. Ai due lati ci sono quattro porte che conducono da altrettante stanze: a destra, la cucina e la camera da letto. A sinistra, il bagno ed altre stanze. In stanza vi è un tavolo decentrato con quattro sedie, un divanetto e un tavolino. Altre cose presenti: una credenza, quadri, un appendiabiti, un piccolo presepe e un albero di Natale.  

ATTO PRIMO

1. [Alfredo Inutile, Luisa Sanfelice, Brandão Sgraffinho, Gemma, Raffaele e Samantha]

                 Raccolti tutti intorno al festeggiato mister di calcio Alfredo (davanti a torta con

                 candeline) ci sono sua moglie Luisa, il calciatore brasiliano Sgraffinho, Gemma,

                 Raffaele (amico di Alfredo) e Samantha, tutti agghindati a festa molto mondana.

Gli altri:  “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Alfredo, tanti auguri a te!”…

Alfredo:  (Sull’applauso degli altri) Grazie, grazie, gentilissimi.

Gli altri:  Dis-cor-so, dis-cor-so, dis-cor-so…!

Alfredo:  Ringrazio voi tutti di essere intervenuti. Siete pochi, ma buoni. E questo mi basta.

                 A dire la verità, vi confesso che oggi non è il mio compleanno.

Gli altri:  (Sorpresi) Eh?

Alfredo:  (A Luisa) E che ffaje a ffa’ chella faccia? Tu già ‘o ssaje, pecché si’ mia moglie.

Luisa:      Va’, va’, continua a parlà.

Alfredo:  E dicevo, vi ringrazio dei regali che mi avete fatto, però… (Li indica sul tavolo)

                 Ognuno di loro (pure Luisa) si riprende il proprio regalo e si avvia al centro.

                 No, no, aspettate, dove andate? (Li fa tornare indietro) Non vi arrabbiate. Voi,

                 giustamente, vi domanderete perché sto festeggiando oggi. Vedete, in realtà il

                 mio compleanno è il 25 luglio. Ma voi avete sentito la profezia dei Maya? Il 21

                 dicembre 2012 arriva la fine del mondo. E oggi è il 20 dicembre!

Luisa:      E allora?

Alfredo:  Ho deciso di fare tutte le cose che da domani non si faranno mai più.

Raffaele: E pecché?

Alfredo:  Allora nun he’ capito? Domani finisce il mondo.

Raffaele: A che ora?

Alfredo:  Alle 11.11! Per cui, adesso festeggio il mio compleanno, ma fino a domattina

                 festeggerò pure il Natale. E pure il Capodanno. Ma pure la Pasqua! E andrò

                 perfino al mare a farmi il bagno come se fosse agosto!

                 Gli altri ridono. Lui prosegue quasi come con tono di rimprovero.

                 Sto parlando seriamente. Ho anche deciso di fare con mia moglie una cosa che

                 non abbiamo mai fatto, pure se siamo sposati da dieci anni e siamo stati fidanzati

                 per altri sei. E cioè, l’amore. Io e lei non ci siamo mai nemmeno sfiorati.

Luisa:      Néh, ma pecché he’ fa’ sapé ‘e fatte nuoste?!

Alfredo:  E tanto, nessuno di loro potrà andare a raccontarlo in giro, perché moriranno! E

                 poi vedete, io sono un allenatore di calcio. E ho deciso di festeggiare lo scudetto

                 della mia squadra che non vedrò mai, ma che forse un giorno avrei vinto. E

                 consiglio pure a voi di fare fino a domani tutte le cose che non farete mai più.

Luisa:      Alfré, ma io devo vivere ancora. Ho appena vinto il concorso nei vigili urbani. E

                 devo prendere servizio a gennaio.

Alfredo:      E mi dispiace, Luisa mia. Hai aspettato tanti anni per questo concorso, ti sei

                     preparata, l’hai pure vinto… però poi non lavorerai mai!

Sgraffinho: Mister, ma io sono venuto in Italia per jogar o futbol*!                   *(leggi “fucibau”)

Alfredo:      Quanti gol hai segnato da quando stai con noi in Italia?

Sgraffinho: Dunque: contro Milan ho preso o palo, contro Inter ho preso o palo, contro

                     Juventus ho preso o palo, contro Fiorentina ho preso…

Alfredo:      O palo?

Sgraffinho: No, una caduta!

Alfredo:      E allora, mi sa che non farai mai più gol.Mi dispiace!

Sgraffinho: Fa niente, mister. Io jogo por dinheiro… per soldi. (Mette qualcosa in tasca)

Alfredo:      Sgraffinho, posa quella forchetta che hai messo in tasca.

Sgraffinho: (Così fa) Oh, scusate!

Alfredo:      Ora capite perché lo chiamano Sgraffinho? Perché sgraffigna le cose. Cioè, s’’e

                     ‘rrobba! Pensate, nel mondo ci sta chi tiene Ronaldinho, chi tiene Robinho, chi

                     tiene Fabinho… nuje tenìmme a Sgraffihno! Lui è un grande “ruba palloni”!

Luisa:          Nel senso che è un grande centrocampista?

Alfredo:      No, nel senso che si ruba proprio i palloni. Dummeneca scorsa amme jucato

                     senza ‘o pallone! Infatte, ‘a partita è fernuta 0 e 0!

Sgraffinho: Ma io mi chiamo Brandão Serafinho. Però qui a Italia mi chiamate Sgraffinho!

Alfredo:      E ti sta bene!

Gemma:      Un momento, mister, ma il mondo non può finire.Io devo far carriera in TV.

Alfredo:      E secondo te, la profezia si ferma perché tu devi fare la televisione?

Gemma:      Ma io sono una grande attrice.

Alfredo:      E allora farai un film sulla fine del mondo… nella prossima vita!

Raffaele:     Mister, ma pure pe’ me fernesce ‘o munno?

Alfredo:      (Ironico) No, pe’ carità! Tu campe ati cinquant’anne!

Raffaele:     (Risollevato) Ah, menu male!

Alfredo:      Cretino! Tu si’ talmente scemo, che pe’ te ‘o munno fernesce oggie!

Samantha:  Io avevo la stessa domanda di Raffaele. Così ovviamente sono anch’io cretina.

Alfredo:      No, tu si’ pure bona! Quelle come te hanno tutte le fortune. Accussì è capace

                     ch’’o munno fernesce e tu no!

Luisa:          Ma basta con questi discorsi depressivi. Qua c’è la torta. Guagliù, festeggiamo.

                     Parte la musica del Disco Samba e così Luisa prende la torta, così lei e gli

                     altri (tranne Alfredo) la seguono facendo il trenino a destra.

2. [Alfredo e Samantha. Poi Raffaele e Brandão Sgraffinho]

                     Alfredo, rimasto solo, si rilassa sul divanetto (occhi chiusi). Da destra torna

                     Samantha che gli si avvicina e gli siede accanto.

Samantha:  (Gli urla) Mister!

Alfredo:      (Spalanca gli occhi, spaventato) E’ la fine del mondo!

Samantha:  No, ancora no.

Alfredo:      Ah, sei tu… cosa… aspetta, come ti chiami?

Samantha:  Samantha Di Melone!

Alfredo:      Giusto, la fidanzata di Raffaele Becco. E come mai non sei con gli altri?

Samantha:  Io le devo parlare. Lei ha ragione, la vita è troppo breve. Ed io non ho mai

                     esaudito un mio sogno: essere fidanzata con un calciatore.

Alfredo:      Vabbé, ma sei fidanzata con Raffaele che è un dirigente della squadra che io

                     alleno. Quindi, sempre di calcio si tratta.

Samantha:  No, no, no, non è la stessa cosa. Prima che finisca il mondo, io voglio fare

                     un’avventura con un calciatore. E sua moglie Luisa che fa la giornalista, deve

                     scriverci un articolo di gossip.

Alfredo:      E dove lo troviamo un calciatore fino a domattina?

Samantha:  Ma come? Sgraffinho!

Alfredo:      Che cosa vuoi sgraffignare?

Samantha:  No, Sgraffinho, il brasiliano!

Alfredo:      Ma quello è imbranato, senza logica e pure marjuolo! E fidanzato con Gemma.

Samantha:  Ma io ho diritto ad un ultimo desiderio? Molto bene, lei parli con Sgraffinho!

Alfredo:      Io? E che ll’aggia dicere?

Samantha:  Ma come? Gli deve parlare di me. In quanto alla fidanzata, se ne occupi lei.

Alfredo:      Fosse ‘o Dio! No, cioè… che mi fai dire? E con Raffaele come la mettiamo?

Samantha:  Si fa l’avventuretta con sua moglie.

Alfredo:      Mia moglie? Ma pe’ carità. Accetto!

Samantha:  Ah, grazie. Lo sapevo che lei era una grande persona. Allora io vado in cucina

                     dagli altri. E appena vedrà Sgraffinho, saprà lei cosa dirgli.

Alfredo:      Va bene. Vai, vai pure, adesso.

Samantha:  (Si alza in piedi) Con permesso, allora. A dopo, a dopo.

                    Esce via a sinistra. Alfredo rimane da solo e dubbioso.

Alfredo:      Speramme che dimane fernesce overamente ‘o munno. (Si alza in piedi) Non

                     per niente, o si no io faccio ‘na granda figura ‘e m…!

                    Esce al centro. Da destra entrano Raffaele e Brandão Sgraffinho.

Raffaele:     Sgraffinho, Sgraffinho, ma che caspita mi combini?

Sgraffinho: Direttore, ma cosa ho fatto di male?

Raffaele:     Nell’ultima partita hai litigato con l’arbitro. Così ti sei fatto espulsare!

Sgraffinho: Espellere!

Raffaele:     No,espulsare.

Sgraffinho: Si dice espellere.

Raffaele:     Ma comme, tu si’ brasiliano e me vulìsse correggere a me?

Sgraffinho: Va bene, direttore, ha ragione lei.

Raffaele:     Ecco, bravo. E ora spiegami perché hai protestato con l’arbitro.

Sgraffinho: Ma io estavo andando con la bola… la palla… verso la porta… e un giocatore

                     avversario ha preso la palla con la mano, e l’arbitro non ha fischiato rigore.

Raffaele:     Ma quel giocatore può toccare la palla con le mani.

Sgraffinho: E perché?

Raffaele:     E pecché chillo è ‘o purtiere!

Sgraffinho: E allora? Siccome è il portiere, è meglio di me?

Raffaele:     Ma chi t’ha accattato in Brasile? Chi è ‘stu grandu rincoglionito?

Sgraffinho: Lei!

Raffaele:     (Dubbioso) ‘O vero? (Poi ricorda) Ah, già. Comunque, non ti permettere mai

                     più di protestare. Capito? Tanto, domattina sarà la fine del mondo.

Sgraffinho: Direttore, visto che da domani non ci siamo più, ho un grande desiderio.

Raffaele:      E cioè? 

Sgraffinho: Al Carnaval do Brazil io mi vesto sempre da ballerina brasiliana. Ma Carnevale

                     non verrà mai più. Posso vestirmi da ballerina, domani mattina?

Raffaele:     Da ballerina brasiliana? Sgraffì, ma tu fusse ‘nu poco…?

Sgraffinho: Questo non lo so, però il costume da ballerina brasiliana è il mio desiderio.

Raffaele:     Chiedo a mia moglie Samantha che tiene un negozio di animali.

Sgraffinho: E cosa c’entrano animali?

Raffaele:     C’entrano, in quanto la sua migliore cliente tiene un negozio di costumi

                     teatrali. Io però non le dico che è per te.

Sgraffinho: Obrigado, direttore, obrigado…!

Raffaele:     Che vvo’ dicere, “obrigado”?

Sgraffinho: Grazie.

Raffaele:     Prego. Un momento, ma tu che cosa mi dai in cambio?

Sgraffinho: Direttore, io so che lei è un amante del baile.

Raffaele:     Del baile? No, io non bevo.

Sgraffinho: Quello è il Baileys. Io dico che le piace bailare… ballare.

Raffaele:     Uh, sì, sì. E la mia ballerina preferita è Mila Verei.

Sgraffinho: Aggiudicata!

Raffaele:     (Sconvolto) No! Tu faresti questo per me? Embé, se esaudisci il mio sogno, io

                     domattina ballo la Samba con te!

Sgraffinho: Wow! Io allora spetto il costume da ballerina brasiliana. (Si avvia a destra

                    ballando la Samba e cantando) “Pepepepepe-pepepepepe…”

                    Esce via a destra. Raffaele lo osserva, perplesso.

Raffaele:     L’abbiamo pagato 5 milioni di Euro. L’ho comprato proprio io. Si ‘o presidente

                    ‘o vede vestuto ‘a ballerina brasiliana… me sputa ‘nfaccia! Menu male che

                    dimane fernesce tutto cose!

                    Esce via a destra pure lui.

3. [Luisa e Gemma. Poi Alfredo e Sgraffinho]

                    Da sinistra entrano Gemma e Luisa che ragionano.

Gemma:     E no Luisa, no. Dopo tanti provini, dopo tanta gavetta, dopo tanti compromessi,                          

                    ora non devo riuscire a far carriera nel mondo dello spettacolo, soltanto perché

                    avviene la fine del mondo!

Luisa:         E hai detto niente?

Gemma:     Ma tu devi fare qualcosa.

Luisa:         E come faccio ad evitare la profezia dei Maya?!

Gemma:     Non dico questo, però tu conosci un sacco di personaggi della TV e del teatro.

Luisa:         Sì, però faccio la giornalista di gossip, non la produttrice.

Gemma:     Luisa, guardami negli occhi: se riesci a esaudire il mio sogno, faccio tutto ciò

                    che vuoi. Qualunque cosa.

Luisa:         Ho già deciso: ti faccio conoscere il grande Cornelio Capricorno.

Gemma:     (Emozionata) Oddio! Il padre di tutti i nuovi reality e i talent show televisivi.

Luisa:         Hai visto cosa ti combina la tua Luisa? Però tu mi devi far conoscere la stilista

                    di moda Mariella Cecata.

Gemma:     Ma è occupatissima.

Luisa:         E allora non se ne fa niente.

Gemma:     Domattina sta qua.

Luisa:         Bene, allora domattina ci sarà pure Cornelio.

Gemma:     Però ti prego, non dire nulla al mio fidanzato Sgraffinho. Sapessi com’è gelato!

Luisa:          E’ geloso, mica è gelato? 

Gemma:      Uh, scusa, che cretina che sono!

Luisa:          Non ti preoccupare, non dirò niente a nessuno. Adesso però aiutami a preparare

                     il rinfresco: prosciutto e melone, e poi una bella grigliata di salsicce!

Gemma:      Ma certo che ti aiuto. Che bello, domani cambia la mia vita per sempre.

Luisa:          E pure la mia!

                     Le due si guardano e placano la loro felicità.

Gemma:      Beh, per sempre no. Però, almeno, avremo visto la felicità per l’ultima volta.

Luisa:          E già, dici bene. Ma sì, divertiamoci. Che ce ne importa che finisce il mondo?

Gemma:      E allora, su con la vita! Yuhuuuu!

                     Le due escono a sinistra urlando gioiose. Dal centro entra Alfredo. Ha due

                     buste piene di compere. Le posa su una sedia.

Alfredo:       Ecco qua, ho comprato dieci scatole di sigari cubani. Non ho mai fumato nella

                     mia vita, però, ma sì, mi faccio passare lo sfizio. E ho comprato pure delle

                     salsicce per la grigliata di stasera. Ci dobbiamo proprio spassare, alla faccia…

                     Da sinistra torna Sgraffinho sempre a passo di Samba. Alfredo lo nota stupito.

                     E che d’è, chisto?!

                     Sgraffinho, ballando, ballando, nota Alfredo e smette di colpo di ballare.

Sgraffinho: Mister, tutto a posto!

Alfredo:      Sgraffinho, guardami bene. Posa quelle mele che tieni nelle tasche della giacca.

                     Lui toglie una mela da una tasca e una mela dall’altra e le dà ad Alfredo. 

                     T’he’ scurdato ‘a pera!

                     Dalla tasca del pantalone, Sgraffinho prende una pera e la cede ad Alfredo.

                     E ‘a banana?

Sgraffinho: L’ho mangiata.

Alfredo:      Bravo! (Mò ce dico ‘o fatto ‘e Samantha!).Ehm…Sgraffinho, vedi, ognuno di

                     noi deve vivere le occasioni al volo. Se no restano i rimpianti. Hai capito?

Sgraffinho: No!

Alfredo:      E ora te lo dico in brasiliano: ognunao di noialtri deve viverao le occasioniao al

                     volao. Se no restano i rimpiantao. Hai capaito?

Sgraffinho: Questo non è brasiliano, è torrese. Ma mister, spiegati in parole facili.

Alfredo:      Sgraffì, a te piacciono le donne?

Sgraffinho: Abbastanza!

Alfredo:      Ma che risposta è “abbastanza”? Ti devono piacere assaissimo. Tu non lo sai,

                     ma sei l’ultimo desiderio di una donna.

Sgraffinho: E chi è?

Alfredo:      Samantha Di Melone! Non hai capito? Samanthao di Melonao! L’aggio ditto

                     in brasiliano! Adesso hai capito?

Sgraffinho: Ho capito. Ma devo accettare per forza? Io sono fidanzato!

Alfredo:      Tu nun he’ capito proprio niente. Non devi essere sfortunato come me nella

                     vita. Ogni volta che ho fatto una cosa io, è finito sempre qualcosa. Per

                     esempio, quando tenevo vent’anni, mi sono messo a bordo di una Spider e

                     dovevo andare a prendere una ragazza bellissima che mi aspettava a Firenze.

Sgraffinho: E ci sei più andato?

Alfredo:      Sì, però è fernuta ‘a benzina e me so’ fermato a Gaeta. Accussì ‘a guagliona se

                     n’è gghiuta. Anni dopo, giocavo col Napoli e dovevo firmare un contratto col

                     Real Madrid. Ma quando sono andato a firmare il contratto, è fernuta ‘a penna!  

Sgraffinho: E non potevi farti dare un’altra penna?

Alfredo:      Sgraffì, mi devi credere:niente di meno, nun aggio truvato ‘na penna che

                     scriveva ‘int’a tutta ‘a Spagna! Ma il massimo sta succedendo quest’anno.

                     Addirittura sono primo in classifica col Napoli. Quest’anno posso vincere lo

                     scudetto. E che va a succedere domani? Finisce il mondo!

Sgraffinho: Mister, ma non è che porti sfiga?

Alfredo:      (Offeso, prende le due buste)Embé, mò porto ‘stu buste ‘int’’a cucina, primma

                     che t’’e schiaffo ‘nfaccia!

Sgraffinho: E perché?

Alfredo:      Mi credi se ti dico una cosa?

Sgraffinho: No!

Alfredo:      E ci devi credere: m’è fernuta ‘a pacienza!

                     Alfredo esce a destra.

Sgraffinho: Ma si sarà offeso? Eppure io non ho capito niente. Mister, aspettami! Ripeti                             

                     tutto quello che hai detto!

                    Lo segue a destra.

4. [Raffaele e Samantha. Poi gli altri]

                    Da sinistra torna Samantha. 

Samantha: Ma che fine hanno fatto gli altri? Io mi sono perduta in questa casa enorme. E

                    intanto, chissà se mister Inutile ha parlato con Sgraffinho? Mamma mia, non

                    vedo l’ora di fare una bella avventuretta con lui.

                    Da destra torna Raffaele.

Raffaele:    Ah, tu staje ccà? Senti, devo chiederti una cosa, per caso ti troveresti un

                    costume da ballerina brasiliana?

Samantha: E a che ti serve?

Raffaele:    Non serve a me. Devo esaudire l’ultimo desiderio di un amico.

Samantha: E sì, ormai siamo arrivati tutti all’ultimo desiderio. Comunque il costume lo

                    tengo. Più tardi te lo porto. Ma posso sapere a chi serve?

Raffaele:    E’ una sorpresa che non ti voglio rovinare. A proposito, ma gli altri?

Samantha: E che ne saccio? Forse la festa è finita? Qua mi sembra tutto così strano.

Raffaele:    Io nun ce stongo capenno cchiù niente.

                    Da sinistra tornano Luisa e Gemma.

Luisa:         Gente, gli antipasti sono pronti.

Gemma:     E tra poco è pronta pure la grigliata.

Samantha: Ma voi avete preparato gli ultimi desideri da esaudire?

Raffaele:    Io sì.

Luisa:         Io pure.

Gemma:     A chi lo dite!

Samantha: Rafé, ma tu che desiderio devi esaudire.

Raffaele:    E no, non te lo posso dire. E tu, invece?

Samantha: Neanch’io te lo posso dire.

Luisa:         Ma i desideri si dicono solo dopo esauditi, se no non si realizzano.

Gemma:     Uh, e io ti ho detto il mio.

Luisa:         E pure io il mio. Ma non c’entra, perché noi due dobbiamo esaudire il desiderio

                    dell’altra. Piuttosto non dire niente al tuo fidanzato.

Gemma:    A proposito, non vedo più né lui e né tuo marito.

                   Da destra entrano Sgraffinho ed Alfredo.

Alfredo:    Amici cari, ma che cos’è questa pacchia? Basta, non si festeggia più il mio

                   compleanno, ma il Natale. Buon Natale a tutti!

                   Gli altri lo applaudono.

                   Venite con me, vi faccio vedere il presepe che ho preparato.

                   Gli altri lo seguono dinnanzi al presepe.

                   Guardate com’è bello il presepe. Ci stanno il bue, l’asinello, San Giuseppe, la

                   Madonna e Gesù bambin… (Non lo vede più) Addò è gghiuto Gesù bambino?

Raffaele:   (Ironico) Sarrà jutoa piglià ‘na boccata d’aria!

Alfredo:    Ma no, quello stava sul presep… (Poi guarda male Sgraffinho) Sgraffì…

                   Sgraffinho, chiamato in causa, prende Gesù bambino dalla tasca e glielo cede.

                   Addò tiene ll’uocchie, tiene ‘e mmane! (Posa Gesù bambino nel presepe) E ora

                   passiamo ai regali che stanno sotto l’albero. Tranquilli, non li avete comprati

                   voi, perché nessuno ha pensato alla profezia dei Maya. Ma io invece sì! E li ho   

                   comprati per tutti. Solo che scioccamente non ho visto quali sono quelli maschili

                   e femminili. Meglio così, la sorpresa sarà più gradita. Su, prendete.

                   Ognuno prende il suo regalo (anche Alfredo).

                   Ora scarto prima il mio. (Così fa) Uh, che bello!

Luisa:        Che cos’è?

Alfredo:     Nun ‘o ssaccio!

Samantha: Sembrerebbe un portacandela per la notte.

Raffaele:    E sì, io ne tengo uno tale e quale. Lo uso pe’ gghì ‘int’’o gabinetto!

Alfredo:     E addò l’aggio accattato? Io nun m’arricurdavo manco che l’’eva pigliato. Mah!

Luisa:         Ora apro il mio. (Così fa) Uh, com’è bella. E’ una zuppiera. Graaazie!

Raffaele:    No, chella nun è ‘na zuppiera. E’ un vaso da notte.

Luisa:         ‘O vero?

Raffaele:    Sì. Tengo anche quello. Lo regalano in abbinamento col portacandele!

Luisa:         Alfré, ma tu che vaje accattanno?

Alfredo:     E che vvuo’ ‘a me? Io ho comprato tutto a Pugliano, a scatola chiusa!

Samantha: Uhé, ora tocca a me. (Così fa) Uh, che bello: uno spazzolino da denti gigante!

Raffaele:    Nun è ‘nu spazzolino p’’e diente. E’ ‘nu scupettino pe’ pulezzà ‘o gabinetto!

Alfredo:     Azz, Rafé, ma tu ‘e ccunusce tutte quante?

Raffaele:    Esce insieme al portacandele e al vaso da notte. E’ un trittico!

Gemma:     Adesso tocca al mio regalo. (Lo scarta)

Gli altri:     (Come per rifarle il verso) Uh, com’è bello!

Gemma:     No, veramente, è brutto. Nun aggio capito ‘e che se tratta.

Alfredo:     Rafé, prego, esprimiti.

Raffaele:    Veramente, nun l’aggio capito manch’io. Non esce insieme al portacandele, al

                    vaso da notte e allo scopettino del gabinetto!

Gemma:     Sgraffinho, ora apri il tuo.

Sgraffinho: Sì, subito! (Così fa: escono una serie di CD musicali) Uh, i grandi successi di

                    Nino ‘Angelo, Gigi D’Alessio, Mario Merola, Carmelo Zappulla e Gigione! 

                    Che bello! Chi sono?

Alfredo:      Tu li conosci gli artisti brasiliani che cantano la Samba?

Sgraffinho: Sì.

Alfredo:      Ecco, questi sono gli artisti che scrivono le canzoni della nostra Samba, quella

                     napoletana! Insomma, abbiamo aperto i regali e buon Natale a tutti. Adesso

                     Luisa e Gemma pensano a preparare la carne sulla grigliata, mentre noi ci

                     organizziamo per festeggiare il Capodanno!

Gli altri:      Beneeee!

Luisa:          Allora noi andiamo a preparare la grigliata. Le salsicce sono dentro?

Alfredo:       Sì, le ho portate io personalmente.

Luisa:          Perfetto. Cominciate a preparare lo stomaco. La pappa sta arrivando!

                     Luisa e Gemma escono a destra.

5. [Alfredo, Sgraffinho, Raffaele e Samantha]

                     Alfredo e Raffaele sono in piedi al centro a parlare, mentre Sgraffinho si siede

                     sul divanetto. Samantha gli siede accanto e lo guarda con malizia, poi gli

                     manda bacini e gli scompiglia i capelli. Lui fa finta di niente a fatica.

Raffaele:     Alfré, oggi mi ha telefonato il Real Madrid.

Alfredo:      E che vuole?

Raffaele:     Sgraffinho. Hanno offerto 10 milioni.

Alfredo:      Ma loro lo sanno che domani finisce il mondo?

Raffaele:     Forse ne hanno sentito parlare, però io non gliel’ho ricordato.

Alfredo:      E il nostro presidente che dice?

Raffaele:     Mi ha detto: “Fai tu”!

Alfredo:      Benissimo, allora vendiamolo, così ci compriamo un centravanti più forte.

Raffaele:     (Rammaricato) Ah, ehm… beh… vedi…

Alfredo:      Che d’è, Rafé?

Raffaele:     No, niente. Ho già detto di no al Real Madrid.

Alfredo:      Che cosa? Mannaggia ‘a capa toja. E pecché?

Raffaele:     E perché non immaginavo questo fatto dei Maya.

Alfredo:      E che significa? Tu paghi 5 milioni un giocatore, te ne offrono 10 qualche mese

                     dopo: la matematica non è un’opinione, Rafé.

Raffaele:     Se tu mi avessi detto prima che cosa succederà domani, io avrei accettato la

                     proposta. E invece adesso ce ‘o tenìmme ‘ncoppa ‘o stommeche. In quanto a

                     te, visto che domani finisce tutto, avevo pensato pure di prolungarti il contratto

                     e di raddoppiarti lo stipendio.

Alfredo:      A me? E a che serve? Me lo porto nella tomba?

Raffaele:     Come gesto simbolico. E quasi, quasi, raddoppio lo stipendio pure a lui. Tanto,

                     noi non vi paghiamo nemmeno un soldo. Domattina ti porto i contratti.

Alfredo:      Ma che ssi’ pazzo? Io invece ho un’altra idea: diciamo a Sgraffinho che lo

                     abbiamo ceduto ad un’altra squadra.

Raffaele:     E sì, vediamo che faccia fa! (Si volta verso i due sul divanetto) Néh, a tutt’e

                     dduje, che state facenno?

Samantha:  Ehm… niente, niente. Siamo seduti ad aspettare il cibo.

Sgraffinho: E già.

Alfredo:      Sgraffinho, vieni un secondo qui in mezzo a noi.

                     Sgraffingho esegue, mentre Samantha gli va dietro e gli accarezza i capelli.

Sgraffinho: Dite! (Ogni tanto si volta dietro e guarda male Samantha)

Raffaele:     Senti, Sgraffinho, mi dispiace ma per te non c’è più posto nel Napoli.

Sgraffinho: Non ho capito.

Raffaele:     Mister, per favore, traduci.

Alfredo:      Ehm… Sgraffì, ci hai scassao le pallao e allora te ne devi andao dal Napolao!

Raffaele:     Ma che lengua è?

Alfredo:      Brasiliano.

Sgraffinho: Uh, e perché mi volete mandare via?

Raffaele:     Azz, ha capito!

Alfredo:      Visto?

Raffaele:     Sgraffì, andresti all’Atalanta? Mister, traduci.

Alfredo:      Sgraffì, andresti all’Atalanta?

Raffaele:     E chesto è tale e quale a comme l’aggio ditto io. Su, Sgraffinho, rispondi.

Sgraffinho: (A Samantha che lo stuzzica) E basta!

Raffaele:     Samantha, ma che vvuo’? Pecché nun te ne vaje?

Samantha:  Io? Niente. Ascolto. Devo diventare pur sempre lo sponsor del Napoli!

Raffaele:     E fance fa’. Noi stiamo facendo uno scherzo a Sgraffinho.

Sgraffinho: Non ho capito.

Raffaele:     Mister, traduci.

Alfredo:      Sgraffì, ti stiamo sfruculiao perché sei un pezzao di baccalao!

Sgraffinho: Ah, era un ischerzo? (Se la ride) Ah ah ah, che imbecillao che siete!

I due:          (Guardandosi tra loro) Nuje?

                    Dalla cucina (destra) si sente un rumore di qualcosa che è caduto.

Raffaele:     Alfré, ch’è stato?

Alfredo:      Boh! Jamme a vedé, e vedìmme si putìmme vedé… Inzomma, jamme!

                    Alfredo esce a destra.

Sgraffinho: Direttore, che cosa ha detto o mister?

Raffaele:     Adesso te lo dico in brasiliano: andiamo a vederao, e vediamao se possiamao

                     vederao. Insommao, andiamao! Hai capito?

Sgraffinho: No!

Raffaele:     Ma comm’è, tu capisce sulo ‘o brasiliano che parle Alfredo e ‘o mio no?

                     Raffaele esce via a destra. A questo punto, Samantha ammalia Sgraffinho.

Samantha:  Che piacevole combinazione! Siamo rimasti soli io… e te!

Sgraffinho: (Imbarazzato) Ehm… non vuole andare anche lei a vedere che è successao?

Samantha:  (Sexy) Non me ne frega niente. Domani finisce il mondo e io devo esaudire un

                     mio desiderio. Ma perché non ti ho conosciuto prima di incontrare Raffaele?

Sgraffinho: Chiedo perdono,non è colpa mia!

Samantha:  Ssssst, silenzio! (Faccia a faccia con lui) Se domani vuoi passare gli ultimi

                     attimi più belli della tua vita… fatti trovare da queste parti!

Sgraffinho: Non capisco.

Samantha:  No, tu mi hai capito benissimo. Non fare finta di non capire l’italiano. Baby!

                     Gli fa l’occhiolino ed esce via a destra, sculettante. Lui la osserva, perplesso.

Sgraffinho: Ma cosa vogliono da me? Si approfittano che io sono brazileiro. Adesso prendo

                     giubbotto e vado via con Gemma. (Va a sinistra, canticchiando) “Brazil…”

                     Va a sinistra.

6. [Alfredo, Raffaele, Luisa e Gemma. Infine Sgraffinho]

                     Da destra tornano Raffaele, e Alfredo che richiama Luisa e Gemma.

Alfredo:      Ma insomma, è possibile che non sapete fare nemmeno una grigliata? Cioè, è

                 modo di trattare la carne che ho comprato io?

Raffaele: Vabbé, Alfré, lascia stare.

Alfredo:  No, io aggia parlà. Insomma, voi due, vi siete messe a picchiare col mattarello 

                 quelle sei fette di carne.

Luisa:      Ma noi le abbiamo picchiate per renderle più morbide.

Alfredo:  E non si fa, non si picchia la carne con quella violenza. Questa è violenza carnale!

Raffaele: Vabbé, Alfré, lascia stare.

Alfredo:  Rafé, aggia parlà e basta. Quelle mi hanno inguaiato la carne, ma soprattutto

                 m’hanne scassato ‘o tavolo d’’a cucina!

Raffaele: Alfré, loro due hanno fatto bene a picchiare la carne col mattarello.

Alfredo:  E perché?

Raffaele: Per fare le cotolette.

Alfredo:  Ma si’ sicuro che se fanne accussì?

Raffaele: Sì.

Alfredo:  (Imbarazzato) Ehm… brave, brave, continuate pure a preparare da mangiare.

                 Sono pronti i piatti col prosciutto e melone?

Gemma:  (Indispettita) No, perché il prosciutto è pieno di grasso e il melone è pieno di

                 formiche. Addò caspito l’he’ accattate?

Alfredo:  ‘O supermercato. Uh, Giesù, ma allora si ‘a rrobba d’’o supermercato nun è cchiù

                 bona… vo’ dicere ch’è proprio ‘a fine d’’o munno! E allora sotto con la grigliata.

Gemma:  Sì, ma io non voglio più cucinare. Adesso vi ci mettete tu e Raffaele.

Raffaele: Io?

Luisa:      E certamente. E’ bello a cummannà. Però poi facciamo tutto io e Gemma.

Alfredo:  Rafé, hanne raggione. Mò jamme a priparà io e te, accussì ce facimme vedé

                 comme se cucina ‘na cosa a regola d’arte!

Raffaele: No, no, aspiette, io nun saccio fa’ niente.

Alfredo:  E nun te prioccupà, tu pienze a girà ‘e ssasicce ‘ncoppa ‘a brace.

Raffaele: E… va bene.

Alfredo:  E muoviamoci, che dobbiamo festeggiare il Capodanno. Uhé, noi andiamo, eh!

                 I due escono a destra (Raffaele è dubbioso). Gemma e Luisa, sole, parlano.

Gemma:  Luisa, ma che capisto he’ cumbinato cu’ chelli felle ‘e carne?

Luisa:      Ma che ne saccio?Io volevo fare le cotolette.

Gemma:  Sì, ma non si possono fare le cotolette con le bistecche!

Luisa:      E tu, allora? Mentre preparavi prosciutto e melone, hai impanato il prosciutto per

                 farci le cotolette! E il melone, poi, a furia di tagliare la buccia, è diventato

                 minuscolo. Lo hai inguaiato tutto quanto.

Gemma:  Certo che noi, in cucina, siamo drammatiche. Dai retta a me, è meglio che finisce

                 il mondo! A proposito, posso fare un momento una telefonata?

Luisa:      (Le prende il cordless) Vai, vai.

Gemma:  Grazie. (Digita il numero, si siede al divanetto) Pronto, mamma, sono Gemma.

                 Ascolta, devo dirti una cosa. Però non ti devi spaventare. Io volevo dirti grazie

                 per avermi fatta nascere insieme a papà. No, non ti devi spaventare. Volevo dirti

                 questa cosa, perché non riuscirò a farlo in futuro. Non ti devi spaventare, però

                 domani viene la fine del mondo. Lo hanno detto i Maya! Pronto… pronto…!

Luisa:      Ch’è stato?

Gemma:  S’è spaventata mammà!

Luisa:      Dammi il telefono, adesso chiamo pure la mia famiglia. (Così fa) Pronto, Assù!

                     Come sarebbe a di’ chi songo? Sono tua sorella Luisa. Ho capito, non chiamo

                     mai, però sempre tua sorella sono! Senti, devo chiederti una cosa: prendi papà

                     e mammà, e andatevene tutti e tre a Lourdes. In che senso, perché? Assù, non

                     fare domande inutili. Domani mattina viene la fine del mondo. Chi me l’ha

                     detto? I Maya. No, non sono amici miei. Va bene? Almeno voi tre morite a

                     Lourdes! E ricordatevi di andarci in aereo, perché il tempo è poco. Vi voglio

                     bene. Ciao, ciao. (Chiude la telefonata) Anche questa è fatta.

Gemma:      Ora vogliamo andare in cucina? Facciamo finta che diamo una mano pure noi!

Luisa:          Ma sì, tanto. Mal che vada, noi facciamo gli stessi danni che fanno gli altri.

Gemma:      Luisa, ma simme sicure ‘e ‘stu fatto d’’a profezia d’’e Maya?

Luisa:          Gemma, aggia dicere ‘a verità? Ma me pare ca te dispiace si nun è ‘o vero. Ma

                     pienze a campà, ch’è meglio!

                     Le due escono a destra.

7. [Sgraffinho, poi Alfredo e gli altri]

                     Da sinistra torna Sgraffinho, perplesso, grattandosi in testa.

Sgraffinho: Ma dov’è finito o meu giubbotto? Dentro c’era portafoglio con dois mil Euro.

                     E ora? (Si siede al tavolo e nota il cordless) Uh, adesso chiamo mammà e papà

                     in Brasil. (Digita il numero, poi…) Non risponde nessuno. Saranno tutti al

                     mare. Adesso allora chiamo Mario al Vomero. (Digita il numero, poi) Ehilà

                     Mario, sono Brandão Sgraffinho. Ti chiedo una cortesia: devi vendere la mia

                     casa di Posillipo. No, non è che non mi piace più. Devi venderla e basta. No,

                     no, non ne devi comprare un’altra. Tanto è inutile. Domani è la fine del

                     mondo! Eh, eu entendo sozinho… mi capisco da solo. Grazie, piacere di averti

                     conosciuto. Addio! (Riaggancia e sospira) Eh, Zazuera, zazuera! A-e-i-o-u-y!

                     Da sinistra entrano Alfredo (con una bottiglia di spumante aperto) e gli altri,

                     con Luisa in ultimo che porta un vassoio con 6 coppe. 

Alfredo:       Facciamo presto, manca poco alla mezzanotte. 

Gli altri:      (Esultano) Eeeeeeh!

Raffaele:     (Mentre esulta, dice qualcosa a Samantha) Eeeeeh, parìmme ‘e scieme… eeeh!

Samantha:  (Mentre esulta, risponde a Raffaele) He’ ditto buono. Eeeeeh!

Sgraffinho: Un momento, ma che succede? Non viene più a fine do mundo?

Alfredo:      Sì, viene domattina. Adesso invece dobbiamo festeggiare il Capodanno.

Luisa:          Alfré, riempi le coppe. Ti raccomando, io voglio fare pure il bis. Ma pure il

                     tris. Insomma… me voglio ‘mbriacà!

Samantha:  (Un po’ brilla) Io, veramente, già me songo ‘mbriacata ‘nu poco.

Raffaele:     Ma pecché, che t’he’ bevuto?

Samantha:  Ho trovato una birra in frigorifero e ci ho azzeccato la bocca vicino! (Prende

                     una bocca di spumante) Ed ora tocca allo spumante. Alla salute!

Alfredo:      Un momento, dobbiamo fare ancora il conto alla rovescia. Mancano pochissimi

                     minuti alla mezzanotte.

Raffaele:     Allora posso fare prima un momento una telefonata?

Alfredo:      A chi vuo’ chiammà, a chest’ora?

Raffaele:     Il mio avvocato, che è pure mio fratello.

Luisa:         (Gli prende il cordless) Vai, chiama col nostro telefono.

Raffaele:     Grazie. (Digita il numero, poi…) L’avvocato Becco? Uhé, Nicò, so’ tuo

                      fratello Rafele. Devo chiederti un favore. Ma tu me lo devi fare. Ti vergogni

                      di me? No, signore avvocato, sentite a me, nu ve mettite scuorno. Io pe’ ve fa’  

                      signore, aggio zappato e sto’ zappanno ancora notte e ghiuorno…!

Alfredo:       E chi si’, ‘o zappatore?

Raffaele:      Nicò, io voglio che tu prendi tutti i miei beni economici e li dai ai poveri. Poi

                      devi prendere le mie case, le devi vendere e devi dare tutto in beneficenza. E

                      infine, intesta le mie azioni ai tuoi figli, visto che io non ne tengo. Cosa dici?

                      Ah, anche tu darai tutto in beneficenza? Pure i tuoi familiari? Pure i tuoi amici

                      avvocati? Bravi, tanto i soldi non vi servono più. Addio fratello mio! (Spegne

                      il cordless, lo consegna ad Alfredo) Ma sì, abbasso i soldi. (Dalla tasca dei

                      pantaloni tira fuori dei soldi e li strappa, commentando) Domani a quest’ora

                      non ci saremo più.

Samantha:   Posso telefonare un momento pure io?

Alfredo:       (Le consegna il cordless) Chiama. E ffa’ ambresso.

Samantha:   (Digita il numero poi…)Pronto! Disgraziata, piezza ‘e ‘nfamona! Tu si’ sulo

                      ‘n’invidiosa. Puozze fa’ ‘na brutta fine. Ma tanto, domani mattina smetterai di

                      fare del male, perché il mondo ti risucchierà nelle sue viscere. Capito?

                      (Riaggancia, soddisfatta)Ah, me songo sfugata!

Raffaele:      Néh, ma chi è?

Samantha:   Sòreta!

Raffaele:      E allora menu male che dimane fernesce ‘o munno.

Samantha:   E pecché?

Raffaele:      Pecché si chella t’acchiappa, te fa nova nova! Ma tanto, mò nun te po’

                      acchiappà cchiù!

Alfredo:       Damme ‘nu poco ‘stu telefono. Pur’io voglio fa’ ‘na telefonata. (Prende il

                      cordless e chiama) Pronto, signora! So’ vostro genero. Embé, mò v’’o ppozzo

                      dicere: io v’aggio sempe schifato. Nun me dicite niente, ma è un fatto di pelle.

                      Che cosa? Nun me date cchiù ‘e sorde d’’o testamento? E che me ne ‘mporta?

                      Domattina verso le 11 vi chiamo… e ve faccio ‘nu pernacchio! (Riaggancia)

Luisa:           Scummetto ch’era mammà!    

Alfredo:       He’ vinciuto ‘a scummessa. (Guarda che ora è) Attenzione, mancano quindici

                      secondi alla mezzanotte. Su, facciamo il conto alla rovescia.

Tutti:            Nove… otto… sette… sei… cinque… quattro… tre… due… uno…! Auguriii!

                      Tutti a scambiarsi baci e abbracci di auguri. Alla fine, poi…

Alfredo:        Su, forza, tutti fuori al terrazzo mio a sparare le botteeee!

Tutti:            (Gridano entusiasti) Yeeeeah!

                      Escono tutti a sinistra.

8. [Alfredo e Luisa, poi Raffaele, Gemma, Sgraffinho e Samantha]

                      Da sinistra, si sentono rumori di fuochi d’artificio. Poi smettono e si sentono

                      delle persone protestare.

Uomo:          Uhe’, e mò basta. Ate capito? Vulìmme durmì!

Donna:         State facénno ‘nu burdello mai visto. Mò chiammamme ‘a polizia.

Effeminato: E’ uno schifo!

Uomo2:        (Rozzo, voce roca) Mò scengo io e ‘e ppiglio a tutte quante cu’ ‘o scarpone!

Effeminato: Uh, che bello, prendete pure a me con lo scarpone!

Uomo2:       Nennì, va’ te cocca!

                     Da sinistra, tornano di corsa Alfredo, Raffaele, Sgraffinho, Samantha, Gemma

                     e Luisa. Se la ridono.

Alfredo:      Amici, amme scetato a tutto ‘o quartiere!

Raffaele:     Io aggio menato ‘nu rauto ‘int’’o balcone d’’o signore ‘e sotto. Quanno isso è

                     asciuto fora, ‘o rauto è scuppiato e l’è zumpato ‘o parrucchino d’’a capa!

Luisa:          Io invece vulevo sparà ‘nu bengala, però nun ce so’ riuscita: forse era difettoso.

Alfredo:      Ma i bengala non si sparano. E intanto, l’he’ menato ‘ncoppa ‘a machina mia!

Luisa:          E scusami, domani lo vado a togliere!

Samantha:  Io invece ho sparato un formaggino. Solo che teneva un difetto strano.

Gemma:      E cioè?

Samantha:  Overamente feteva ‘e formaggino!

Gemma:      E tu, Sgraffinho, non hai sparato niente?

Sgraffinho: Io ho paura dei fuochi, però ho sparato lo stesso un petardo strano: teneva due

                     canne lunghe lunghe!

Alfredo:      (Dubbioso) Ma addò l’he’ pigliato?

Sgraffinho: Sul divano del salone!

Alfredo:      Ma chillo è ‘o fucile mio! ‘A doppietta che me serve pe’ gghi’ a caccia! E che

                     ce faceva ‘ncoppa ‘o divano? Chillo steva ‘nfaccia ‘o muro.

Luisa:          E’ colpa mia, me l’aggio scurdato io ‘ncoppa ‘o divano. Ma io mi sono messa

                     a lavare il muro.

Alfredo:      Cretina! Ma comme? ‘O muro se lava?

Gemma:      Ma mica hai colpito qualcosa?

Sgraffinho: Sì, la saracinesca di un negozio.

Samantha:  Vabbuò, è fessaria. E che negozio è?

Sgraffinho: Animali!

Samantha:  Che? ‘O negozio mio? Noooo!

Raffaele:     Vabbuò, nun te prioccupà, mò t’accumpagno io a vedé ch’è succieso.

Samantha:  Sì, Rafé, jamme a vedé. Mannaggia a Sgraffinho. Però non cambio idea:

                     domattina faccio ugualmente l’avventuretta con lui.

Raffaele:     Che?

Samantha:  No, niente, un fatto mio. Su, andiamo e torniamo subito.

                     I due escono al centro. Alfredo richiama Sgraffinho.

Alfredo:      Ma tu faje sempe guaje? Cioè, nun t’è maje venuta ll’idea ‘e fa’ ‘na vita

                     tranquilla? Nun t’è maje venuta voglia ‘e te chiudere ‘int’a ‘nu cunvento? Nun

                     he’ maje penzato che nun s’ha da rompere ‘o pasticciotto ‘e ggente?

Sgraffinho: Mister, ma io non capisco.

Alfredo:      Ma allora sei un incosciente?

Sgraffinho: No, io non capisco, perché lei parla troppo napoletano per me!

Alfredo:      (Finge di ammollargli uno schiaffo) Ma mò t’’o dongo, ‘nu paccarone!

Gemma:      E vabbuò, lass’’o sta’.

Luisa:          Del resto, nessuno passerà mai a lamentarsi di tutto il casino che abbiamo fatto.

                     (Cita frasi di film) “… A volte tutta la vita si riduce a un unico, folle gesto…”.

Gemma:      Questa frase non mi è nuova.

Alfredo:      (Ironico) S’ha visto ‘o film: “Avatar”!

Luisa:          “Il senso di colpa è come un sacco pieno di mattoni: non devi fare altro che

                     scaricarlo”!

Alfredo:      Chisto è “L’avvocato del Diavolo”!

Luisa:         “Non fidarti mai troppo di chi ti sembra buono, ma ricorda, c’è sempre qualcosa

                     di buono in chi ti sembra cattivo…”!

Alfredo:      Chisto è “Pinocchio”!

Luisa:         “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”!

Alfredo:      ‘O “Gattopardo”!

Luisa:          “Domani è un altro giorno…”!

Alfredo:      (Ironico) Mò accummencia cu’ “Via col vento”!

Luisa:          E questo è. (Si siede sul divanetto)

Alfredo:      “Un giorno ti prenderò, fosse l’ultima cosa che faccio…”!

Gemma:      Questo è “Il dottor Zivago”?

Alfredo:      No, “Tom & Jerry”!(Poi a Sgraffinho) Sgraffì, jamme a vedé chelli ssasicce

                     ‘ncoppa ‘a brace, o si no amme fernuto ‘e fa’ ‘a grigliata.

Sgraffinho: Va bene, mister.

                     I due escono a sinistra.

9. [Luisa e Samantha. Poi Brandão Sgraffinho, Raffaele, Gemma e Alfredo]

                    Luisa è seduta sul divanetto, Gemma le siede accanto.

Gemma:     Luisa, ma tu lo sai che sei una donna troppo intelligente?

Luisa:         Veramente?

Gemma:     Sì! Però sei troppo intelligente, e il troppo storpia. Io me sento ‘na scema vicino

                    a te. Non potresti essere meno intelligente?

Luisa:         E perché?

Gemma:     Un piacere ad un’amica!

Luisa:         Ma io non ci riesco ad essere meno intelligente di come sono.  

Gemma:     E io non ci riesco ad essere meno scema di come sono, però ci provo!

Luisa:         (Dubbiosa) Gemma, siente, ma addò vuo’ arrivà?

Gemma:     Luisa, io non mi apprezzo moltissimo. Ho sempre e solo pensato al mio aspetto

                    esteriore e mai a quello interiore. Tu invece sai tante cose. Pure le frasi dei film.

Luisa:         E che te ne importa? Da domattina, dopo le 11.11, saremo tutti uguali.

Gemma:     Cioè, non ci saremo più.

Luisa:         Appunto!

Gemma:     Se questa è la soluzione migliore, meglio che allora vada a finire così.Ma è

                    sicuro che succederà?

Luisa:         Questa è una bella domanda. Se succederà, vorrà dire che il Padreterno s’è

                    scocciato di noi. E non avrebbe torto!

Gemma:     E se gli facessimo cambiare idea?

Luisa:         Troppo tardi. Ormai si è quasi chiusa la porta.

                    Suonano alla porta. Luisa si alza in piedi.

                    A proposito di porta, hanno suonato. Saranno Raffaele e Samantha.

                    Va ad aprire. Gemma, rimasta sola, fa una considerazione.

                    “Nel mezzo del cammin di nostra vita, Silvia rimembri ancor la nebbia agli irti

                    colli”! Bella frase. Però nun m’arricordo ‘na cosa: ma ‘a frase ‘e qualu film è?

                    Dal centro torna Luisa seguita da Raffaele e Samantha che piange con un

                    collare in mano.

Samantha: Che disgrazia, che disgrazia!

Luisa:         E’ muorto cocche animale?

Samantha: No, è scappato Ciccillo!

Luisa:         E chi è Ciccillo?

Samantha: (Esibisce il collare) Ma non lo vedi? Questo è il suo collare.

Raffaele:    Ciccillo è il cane. Lo York shock!

Samantha: York shire!

Raffaele:    Appunto! Ma menu male che se n’è fujuto. Io nun ‘o suppoto cchiù.

Samantha: Ma come? Tu piaci tanto al mio cane.

Raffaele:    E che m’ha pigliato pe’ ‘n’uosso?

                    Da sinistra torna Alfredo.

Alfredo:     Amici, la grigliata è pront… (Nota Samantha triste) Ma ch’è stato, Samà?

Raffaele:    No, niente, il colpo di fucile sparato da Sgraffinha, ha rotto la serranda del

                    negozio di Samantha, ed è scappato Ciccillo. Sarebbe un cane.

Alfredo:     Uh, comme me dispiace. Ma è un cane di marca?

Raffaele:    Ma che l’he’ pegliato, pe’ ‘nu cazone? Caso mai, è un came di razza. E’ un

                    Rock and Roll!

Samantha: York shire!

Raffaele:    Appunto!

Alfredo:     E non vi preoccupate. Adesso vi faccio rifare la bocca con le salsicce che io e

                    Sgraffinho abbiamo fatto alla brace. (Chiama) Vieni, Sgraffinho, porta i piatti!

                    Il brasiliano entra da sinistra con un carrellino con sei piatti. Li distribuisce ed

                    ognuno comincia a mangiare. Intanto Alfredo gli parla.

                    Il mio piatto mettilo da parte. Prima di mangiare le salsicce, voglio fumarmi

                    prima un bel cubano! (Dalla tasca della giacca estrae un sigaro, ma in realtà è

                    una salsiccia cervellatina. Prova ad accenderla con un accendino, poi se lo

                    gode) Ah, com’è bello ‘stu sigaro!

                    Gli altri lo osservano interdetti. Raffaele addenta la salsiccia e guarda da

                    vicino il “sigaro” di Alfredo.

Raffaele:    Alfré, ma che d’è ‘stu coso?

Alfredo:     Rafé, mommò te ll’aggio ditto. Ne vuoi fumare uno?

Raffaele:    Alfré, ma che te fumme? ‘E ssasiccie?

Alfredo:     Quali sasiccie? (Osserva) Oddio, ma chisto nun è ‘nu sigaro. E’ ‘na sasiccia! Io

                    avevo comprato sigari e salsicce.

Raffaele:    ‘Nu mumento, ma allora si tu te staje fummanno ‘na sasiccia… nuje che ce

                    stamme magnanno?

                    Alfredo resta con la salsiccia in mano e osserva il sigaro nel piatto di Raffaele.

FINE ATTO PRIMO

Napoli, salone di casa Inutile: è il giorno dopo. Nella stanza non vi sono più gli addobbi natalizi, quelli di buon anno nuovo e quelli relativi al compleanno di Alfredo.

ATTO SECONDO

1. [Alfredo e Luisa. Poi Raffaele, Samantha e don Ferruccio Di Latta]

                Dalla comune al centro entrano Alfredo e Luisa con due buste di spesa a testa. I

                due sono vestiti come per andare al mare: lui con occhiali da sole tra i capelli,  

                camicia hawaiana, pantaloni a pinocchietto, calzini corti di colore granata e

                scarpe aperte. Lei con capelli raccolti in un foulard, occhiali da sole portati tra i 

                capelli, una camicia con maniche corte, un pantalone a pinocchietto ed infradito.

                Posano le buste sul tavolo, poi si siedono al tavolo.

Alfredo: Ecco qua.

Luisa:     Amme fatto ‘a spesa pe’ tre anne. Comme si ‘o munno nun fernesse oggie.

Alfredo: E che significa? Ormai si è sparsa la notizia. Nei supermercati la roba costa poco.

                E noi non dovevamo approfittarne?

Luisa:     Sì, ma a che ci serve tutta questa roba?

Alfredo: Non ci serve, però è lo sfizio di aver pagato le scatolette di tonno 50 centesimi

                ognuna. Sì, è vero, ne abbiamo comprate 50, però il risparmio c’è stato!

Luisa:     Tu m’he’ fatto accattà pure 50 barattoli ‘e Nutella. Ma chi s’’o magna?

Alfredo: E tu m’he’ fatto accattà 50 rotoli ‘e carta igienica. E per usarla tutta quanta, noi

                dobbiamo andare in bagno. E per andare in bagno, dobbiamo mangiare. E qual è

                la cosa che più stimola per andare in bagno?

Luisa:     ‘A ciucculata.

Alfredo: Lo vedi?

Luisa:     E intanto la gente, in strada, rideva di noi.

Alfredo: E che ci sta da ridere? Noi abbiamo fatto la spesa, mica ci siamo spogliati nudi?

Luisa:     Ma non ridevanoper le buste. Ridevano pe’ comme stamme accunciate. Ma

                dich’io, ‘o mese ‘e dicembre, stamme vestute comme ‘a stagione!

Alfredo: E noi dobbiamo andare al mare a farci l’ultimo bagno della nostra esistenza.

Luisa:     Ma io me moro ‘e friddo.

Alfredo: Non ti preoccupare, tesò. Non sentirai troppo freddo, perché l’acqua è bagnata!

Luisa:     E dove ce lo andiamo a fare questo bagno?

Alfredo: A Mergellina.

Luisa:     No, no e no. L’ultimo bagno della mia vita lo voglio fare a Formentera.

Alfredo: Tesoro, ma non abbiamo il tempo di arrivare in Sicilia.

Luisa:     Formentera è in Spagna.

Alfredo: Peggio ancora.

Luisa:     Ma allora, si amma ì ‘o mare, pecché simme turnate ccà?

Alfredo: Per aspettare i nostri amici. Dopo ce ne andiamo tutti insieme al mare. Così…

                Suonano alla porta.

Luisa:    ‘E vvi’ lloco. Si’ cuntento? Sono arrivati. (Si alza in piedi) Vado ad aprire io.

                Esce al centro. Alfredo fa delle considerazioni da solo. 

Alfredo: Mamma mia, questa donna è proprio asprissima!

                Torna Luisa, di corsa, allarmata.

Luisa:         Alfré, Alfré, so’ Rafele e Samantha.

Alfredo:     E nun l’he’ fatte trasì? Ma io proprio adesso lo stavo dicendo: sei asprissima!

Luisa:         Asperrima.

Alfredo:     Insomma, perché non li hai fatti entrare?

Luisa:         Stanno entrando, solo che io ho fatto una corsa fino a te.

Alfredo:     E pecché?

Luisa:         E perché Raffaele e Samantha non stanno da soli.

Alfredo:     E chi ce sta cchiù?

                   Dalla comune ecco Raffaele, Samantha e il sacerdote don Ferruccio Di Latta.

Raffaele:    Buongiorno!

Alfredo:     (Si alza in piedi) Uhé, Rafé, Samantha, trasìte. (Li osserva) Ma come, non vi

                    siete vestiti per la spiaggia? Non venite al mare con me e Luisa?

Samantha: (Rassegnata) Caro mio,noi siamo all’ultima spiaggia!

Alfredo:     Ah, vi mettete all’ultima spiaggia? Guarda, che Mergellina non è tanto grande!

Raffaele:    Alfré, ma qualu mare vaje truvanno? Non hai visto a chi abbiamo portato?

Alfredo:     Chi è? Un nuovo acquisto del Napoli?

Luisa:         Ma non lo vedi che è un prete?

Samantha: Infatti, è don Ferruccio Di Latta. E lo abbiamo portato qui per confessarci tutti.

Raffaele:    E certo. Serve per l’estrema unzione.

Ferruccio: (Quando parla, dimezza le parole)Buongiò, io sono don Ferrù Di Là.

Alfredo:     Di Là?

Ferruccio: Di Là. E vò come vi chiamà?

Alfredo:     Io sono Inutile.

Ferruccio: Figliò, agli occhi di Dio, nessù è inù!

Alfredo:     Ma comme cacchio parle, chisto?

Samantha: Ehm… ha detto che agli occhi di Dio nessuno è inutile. Ma don Ferruccio,

                    Alfredo non è che è inutile. E’ l’allenatore del Napoli, mister Alfredo Inutile

Ferruccio: Ah, piacé! E la signò?

Luisa:        Io sono sua moglie, Luisa Sanfelice.

Ferruccio: E perché state vestì così? Stavà andà al mà?

Luisa:        Veramente, questa è un’idea di mio marito. Vuole per forza fare il bagno.

Alfredo:     Sì, a Mergellina. Però mia moglie non è d’accordo. Sapete dove vuole andare?

I tre:          Dove?

Alfredo:     A Formaggiera!

Luisa:        Ma che Formaggiera? Formentera!

Ferruccio: Scusà, tengo un po’ di fré! Dove sta il moribò?

Alfredo:     Il moribò immagino che sia il moribondo! Ma qua non ci sta nessun moribondo.

Ferruccio: E allò a chi devo fa’ l’estrema unziò?

Raffaele:    Don Ferrù, a noi. Ci dovete prima confessare e poi ci ungete.

Ferruccio: E perché? Mica dové morì?

Raffaele:    E certo che dobbiamo morire. Ma pure voi dovete morire. Tutto il mondo deve

                   morire. E’ la profezia dell’ape Maya!

Alfredo:     Ma quale ape Maya? Quelli, i Maya, non erano animali. Erano cristiani.

Ferruccio: Ma cò, pure vò con questa scemé? E che cà!

Alfredo:     Ma che dì, quella è vé!... Mò me facìte parlà comm’a vuje! Dicevo: quella è

                   vera. Da ieri sera abbiamo festeggiato già il mio compleanno, il Natale, il

                   Capodanno e pure l’estate.

Ferruccio:   (Ma chiste so’ pà! Io mi metto paù! Ora li assecò!). Scusà, prima di confessà,

                     posso andà nel ce’? Devo fare cà e pì!

Raffaele:     Andà, andà! Cioè, andate, andate. Vi accompagna Alfredo.

Alfredo:      Venite, venite.

Ferruccio:   Grà!

                     I due escono a sinistra. Poi però Ferruccio getta via fuori Alfredo.

Alfredo:       Uà, m’ha cacciato fora!

2. [Detti, poi Sgraffinho e Gemma]

                     Alfredo si avvicina (da sinistra) a Raffaele, Luisa e Samantha. 

Alfredo:      Sentite, ma io che mi debbo confessare a fare? Io sono puro e castrato!

Raffaele:     A te t’hanne castrato ‘e ccerevelle! Tu ti devi confessare come noi, perché sei

                     pieno, zeppo, di peccati.

Samantha:  E poi è giusto dedicare questi ultimi momenti al pentimento spirituale.

Alfredo:      Siente chi parle. E’ meglio che stongo zitto, va’!

Luisa:          Alfré, hanno ragione loro. In fondo, abbiamo già fatto tante belle cose ieri sera.

                     Stamme a sentì a me, confessiamoci e facciamoci fare l’estrema unzione.

Alfredo:      E vabbé. Com’è noiosa la morte! Beati a Sgraffinho e a Gemma. Chi sa dove si

                     sono andati a divertire?!

                     Suonano alla porta.

Samantha:  Eccoli qua, sono loro. Così ci confessiamo tutti insieme.

Raffaele:     Facìmme ‘a confessione collettiva?

Samantha:  No, nel senso che ci confessiamo tutti noi.

Alfredo:      E comme se cunfessa Sgraffinho? Chillo è brasiliano e nun capisce niente, ‘o

                     prevete invece nun se capisce ‘a qualu munno vene… saje che cunfessione! 

Luisa:          E lasciatelo stare in pace a quel povero Sgraffinho. Ora gli vado ad aprire.

                     Così fa.

Samantha:  (Sospira felice) Finalmente è venuto.

Raffaele:     In che senso, finalmente?

Samantha:  Ehm… nel senso che finalmente ci possiamo confessare tranquilli.

                     Dal centro torna Luisa, seguita da Sgraffinho e Gemma.

Sgraffinho: Bom dia*!                                                            *(si legge “bom gia” e vuol dire buongiorno) 

Gemma:      Buongiorno a tutti. Novità?

Luisa:          E’ venuto il prete che ci deve confessare a tutti quanti.

Sgraffinho: Anche a me?

Gemma:      Non ti preoccupare, cucciolo mio. Dura pochi minuti.

Samantha:  (Schifata) Cucciolo mio. Puah!

Raffaele:     Ora facciamo una scaletta di chi si confessa per primo: comincia Alfredo, poi

                     tocca a Sgraffinho, a Luisa, a Gemma, quindi a Samantha e infine tocca a io.

Alfredo:      Benissimo. Scusatemi un momento, io mi organizzo quello che devo dire.

                     Tutti lo osservano mentre si mette in disparte e mima le cose che dirà al prete.

Samantha:  Ma che sta ballanno, ‘o Twist?

                     Da sinistra torna don Ferruccio.

Ferruccio:   Ben ben, io so’ tornà. Siete prò?

Luisa:          Ah, don Ferruccio, ora vi presento due nuove persone che si vogliono

                     confessare: lei è Gemma Preziosa.

Gemma:    Piacere.

Luisa:        E lui è Brandão Sgraffinho, il giocatore brasiliano del Napoli.

Ferruccio: E come, non lo conò? ‘Stu scarpà!

Raffaele:    Allora si confessa prima Alfredo. Noi invece andiamo tutti dentro. Quando

                   avete finito, ci chiamate. Va bene?

Ferruccio: Okké!

Gli altri:    Con permesso.

                   Così Luisa, Raffaele, Sgraffinho, Gemma e Samantha escono a destra.

Ferruccio: Allò sedià!

                   I due si accomodano al divanetto.

                   Figliò, fatti il Se’ della Cro’.

Alfredo:     Il?

Ferruccio: Il Se’ della Cro’: nel no’ del Pa’, del Fi’ e dello Spi’ Sa’, amé!

Alfredo:    Ah, il Segno della Croce. (Esegue) Nel no’ del Pa’, del Fi’ e dello Spi’ Sa’, amé!

Ferruccio: E che hai fa’?

Alfredo:    Come l’avete fatto voi.

Ferruccio: Vabbé, di’ i peccà. Andià!

Alfredo:    E dunque, don Ferruccio, io ho peccato in pensieri, parole, opere…

Ferruccio: Eh, e omissiò!

Alfredo:     Bravo! Ho commesso il peccato peggiore del mondo: negare la vita ad una

                    creatura di Dio.

Ferruccio: (Impressionato) Oh, ma’ mi’!

Alfredo:     In altre parole, ho ucciso. E il cadavere sta ancora in bagno. E adesso che il

                   mondo sta per finire, me ne sono pentito con tutto il cuore.

Ferruccio: Ma a chi hai uccì?

Alfredo:     Una formica!

Ferruccio: Uff! Io che mi pensà a chi avé uccì!

Alfredo:     Don Ferruccio, e mi meraviglio di voi. Soltanto perché si tratta di una formica,

                    non deve campare? Il mondo sta andando alla rovina proprio perché la vita del

                    prossimo non conta niente.

Ferruccio: Vabbé, vabbé, tié altri peccà?

Alfredo:     No, don Ferruccio. Mi date la penitenza?

Ferruccio: Mah! Vabbé, dieci Padre no’!

Alfredo:     E che preghiera è?

Ferruccio: Padre no’, che sei nei cié, sia santificà il tuo no’, venga il tuo re’…!

Alfredo:     Ah, il Padre nostro. Molto bene. Allora mi assolvete?

Ferruccio: Sì, io ti assò!

Alfredo:     Come?

Ferruccio: Assò!

Alfredo:     A soreta? A me?

Ferruccio: No, io ti assò dai peccà. Dici l’atto di dolò.

Alfredo:     Non me lo ricordo.

Ferruccio: Mio Dio, mi pen’ e mi do’ dei miei peccà, perché peccà ho merità i tuoi castì e

                   molto più perché ho offé te, infinitamé buò e de’ di ess’ amà sopra ogni co’.

                   Propò col tuo san’ aiù di non offé mai più e di fuggì le occasiò pro’ di peccà. Alfredo:     Amen!

Ferruccio: Eh, l’aggio di’ tutta qua’ io. Vabbuò, avà un al!

Alfredo:       Sì, lo vado a chiamare. Con permesso.

                     Si alza e corre a destra.

Ferruccio:   Un momé, il Se’ della Cro’! Se n’è andà. E vabbé. Chiste so’ pà overamé!

                     E si rilassa.

3. [Ferruccio e Sgraffinho. Poi Luisa, poi Gemma]

                     Mentre Ferruccio si rilassa, entra Sgraffinho che va da lui canticchiando.

Sgraffinho: “Eh meu amigu Charlie… oh oh oh… (Gli siede accanto) Eh meu amigo

                     Charlie Brown, Charlie Brown…”

                     Ferruccio lo guarda male e Sgraffinho smette di canticchiare.

                     E’ finita la canção!

Ferruccio:   Scommé che tu se’ Sgraffì!

Sgraffinho: Eh?

Ferruccio:   Ho de’:scommé che tu se’ Sgraffì!

Sgraffinho: Ah, ma voi siete francese? Desculpo, mas eu só falam Português!

Ferruccio:   Fatti capì, che hai de’?

Sgraffinho: Come?

Ferruccio:  Eh?

Sgraffinho: Ah?

Ferruccio:  Sì?

Sgraffinho: Non ho capito.

Ferruccio:  Neanch’ì!

Sgraffinho: E allora come facciamo?

Ferruccio:  Faccià così: io ti asso’ direttamé. Per penité tu di’ 100 Ave Marì e 100 Pa’ no’!

Sgraffinho: Ma non capisco. Che devo dire?

Ferruccio:  Vabbuò, cià, vatté. Amme pazzià! (Si fa il Segno della Croce)

Sgraffinho: Ah, ho capito. (Si segna anche lui) Abbiamo finito?

Ferruccio:  Sì. Avà un altr’!

Sgraffinho: Ah?

Ferruccio:  Vabbuò, ba’. Sciò, sciò!

Sgraffinho: Arrivederci. 

                    Fa l’inchino ed esce a destra. Ferruccio pare seccato.

Ferruccio:  Ma non è che mi stan’ facé uno scher?

                    Da destra entra Luisa che si avvicina a Ferruccio.

Luisa:         Don Ferruccio, mi posso sedere vicino a voi?

Ferruccio: Non si pag’!

Luisa:         (Si siede e si fa il Segno della Croce) Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen!

Ferruccio: Di’ i tuoi peccà.

Luisa:         Eh, beh, che cosa vi posso dire? Nella mia vita non ho mai fatto qualcosa di

                    esecrabile. Però io sono una persona querula, qualche volta mandarinesca. Con

                    mio marito ho spesso altercazioni. Anzi, no, dei livori. Mi dovete credere.

Ferruccio: (Finge interesse, pur non avendo capito nulla) Sì?

Luisa:         Eppure, don Ferruccio, c’è una cosa che mi interessa: io mi voglio locupletare. 

Ferruccio: Veramé?

Luisa:         Mi potete aiutare voi?

Ferruccio: Quan’ teng’ temp’, vedià!

Luisa:         Grazie,don Ferruccio. Allora Dio mi assolve?

Ferruccio: Se ha capì qualcò, certamé!

Luisa:         E che penitenza faccio?

Ferruccio: Un Gloria al Pa’. Ma ti raccomà, con parò non diffic’! Capì?

Luisa:         Va bene. Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen! Vi chiamo la prossima che si

                    deve confessare.

Ferruccio: Vai, vai.

                    Luisa si alza ed esce a destra. Appena uscita, Ferruccio guarda in alto.

                    Pataté, ma tu he’ capì coccò? Io no!

                    Da destra entra Gemma che si avvicina a lui.

Gemma:     Don Ferruccio, mi posso sedere?(Senza aspettare il suo “sì”) Grazie!

Ferruccio: Allò, fatti il Se’ della Cro’!

Gemma:     Don Ferruccio, vi devo confessare una cosa.

Ferruccio: Aspé, fatti pri’ il Se’ della Cro’!

Gemma:     Ma prima vi devo confessare una cosa.

Ferruccio: Ma fatti pri’ il Se’ della Cro’!

Gemma:     (Seccata) E proprio questo vi voglio confessare: io non conosco le preghiere!

Ferruccio: Ah!

Gemma:     Mi assolvete?

Ferruccio: (Guarda che ora è, poi…) Sì, sì, per motì di tem’ ti assò!

Gemma:     Grazie, don Ferruccio. Adesso vi chiamo gli altri che si devono confessare. (Si

                    alza in piedi, soddisfatta) Ua’, non sapevo fosse così veloce, confessarsi!

                    Esce via a destra beatamente. Ferruccio guarda in alto.

Ferruccio: Dammi una ma’, non ce la fa’ più!

                    E si rilassa sullo schienale del divanetto.

4. [Samantha. Poi Sgraffinho e Luisa]

                    Da destra entra Samantha che si avvicina a Ferruccio.

Samantha: Don Ferruccio, io sono pronta.

Ferruccio: Assié.

Samantha: (Gli siede accanto) Posso farmi il Segno della Croce?

Ferruccio: E ce’!

Samantha: (Esegue) Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Ferruccio: Figliò, raccò i tuoi peccà.

Samantha: Beh, vedete, don Ferruccio, io volevo parlarvi di un peccato di adulterio.

Ferruccio: Ah!

Samantha: E sì, don Ferruccio. Ma vedete, il mio sogno è stato sempre quello di fidanzarmi

                    con un calciatore, però non mi è mai riuscito. Mio marito Raffaele è il direttore

                    sportivo del Napoli, ma non è la stessa cosa. Preferisco il giocatore Sgraffinho.

Ferruccio: Ma tu gliel’hai dé a tuo marì?

Samantha: Di che cosa?

Ferruccio: Che tu l’hai tradì.

Samantha: No.

Ferruccio: E perché?

Samantha: E perché ancora lo devo tradire! Lo farò stamattina in questa casa.

Ferruccio: Che? Ma co’? Tu pri’ ti confé e poi fai i peccà?

Samantha: E dopo non avrò il tempo di confessarmi, perché succederà la fine del mondo.

Ferruccio: Ancò con questa sto’?

Samantha: Don Ferruccio, mi assolvete?

Ferruccio: (Ma mò le dico ‘e sì. Chiste so’ tutte pa’ ‘int’’a cerevé!)… Cento Ave Marì!

Samantha: Grazie, don Ferruccio. Ora mi sento più libera.

Ferruccio: (Poggia il capo sullo schienale e porta una mano sugli occhi) Vedi, figlia mi’?

                    Ma Samantha si alza e va a destra, da dove esce Raffaele e va a sedersi vicino

                    a don Ferruccio che intanto continua ignaro che è cambiato il confessato.

                    Voglio di’ che i peccà so’ tutti bru’. Non esiste un peccà più bru’ e uno meno

                    bru’. Ma il peccà tuo, cara mi’, è troppo bru’. Tu vuoi tradì a tuo marì Raffaé!

Raffaele:    Che?

Ferruccio: Chi è? Ah, sei tu? E dove sta Samà?

Raffaele:    Sta dentro.

Ferruccio: Ma io non avevo finì.

Raffaele:    Avete confessato a due persone in un colpo solo! Un record.

Ferruccio: Ma mic’ hai sentì quello che ho de’ a Samà?

Raffaele:    Sì, ho sentito tutto. Mia moglie mi tradisce. Ma ho sentito solo il peccato, non il

                    il peccatore. Però io non le spezzo le gambe. Prima di tutto, per non far sapere

                    al mondo intero… che tengo ‘e ccorne! E poi, perché tra poco finisce il mondo.

Ferruccio: Ancò? Ma chesta è ‘na fissaziò!

Raffaele:    Don Ferrù, e se poi i Maya hanno ragione? Io sono un uomo di fede e non 

                    voglio morire senza essermi confessato. Perciò… Padre, figlio e Spirito Santo!

Ferruccio: E dimmi pure i tuoi peccà.

Raffaele:    Vedete, pure io tengo lo stesso peccato di mia moglie. Ma ancora lo devo fare.

Ferruccio: Pure tu?

Raffaele:    E sì. Io ci tengo assai a ballare, perché ho fatto la scuola con la più grande

                    ballerina del mondo. Don Ferrù… Mila Verei.

Ferruccio: E cioè?

Raffaele:    Mila Verei.

Ferruccio: E chisto fo’ ‘nu peccà? Vatte a lavà!

Raffaele:    No, ma non mi devo lavare io. Sto parlando della mia ballerina del cuore.

Ferruccio: Ma se que’ si deve lavà, tu che c’entr’?

Raffaele:    Io ci tengo ancora per Mila. Non ci ho mai tenuto per mia moglie. Ma quella

                    ballerina mi ha stregato. (Si alza in piedi) Volete vedere che mi ha insegnato?

Ferruccio: No, no, ma che fa’?

Raffaele:   (Accenna a dei passi Funky) Guardate, si mette un piede avanti, uno indietro e

                   poi si fa la piroetta! Volete provare?

Ferruccio: No, ma che vo’ provà?

Raffaele:   (Lo fa alzare in piedi) No, no, adesso mi dovete dare la soddisfazione di provare.

Ferruccio: Ma non so ballà!

Raffaele:   E vi faccio vedere io. (Gli fa eseguire strani passi) Su, un piede avanti e uno 

                   indietro. Uno, due, tre e quattro. Noooo! Adesso vi faccio vedere io.

                   Mentre Raffaele esegue, Ferruccio silenzioso esce via a sinistra.

                   Uno due, tre e quattro. Uno, due, tre e quattr… (Non lo vede più) Don Ferrù,

                   dove state? Ve ne siete andato? Tornate qua, vi devo far vedere ancora la

                   piroetta! Don Ferruccioooo!

                   Esce via a sinistra pure lui.

5. [Luisa e Raffaele, poi Mila. Infine Samantha, Gemma e Sgraffinho]

                     Suonano alla porta. Da destra tornano Luisa ed Alfredo.

Luisa:         ‘A porta.

Alfredo:      E nun putìmme arapì. Don Ferruccio sta cunfessanno a… (Non nota nessuno

                     in stanza) Ma don Ferruccio e Rafele addò so’ gghiute?

Luisa:          Boh! Forse se ne sono andati in qualche altra stanza per non farsi sentire.

Alfredo:      Eforse Raffaele tiene dei brutti peccati. Io m’’a so’ cavata ci’ ‘nu Padre nostro.

Luisa:          Vabbuò, ma mò jamme a rapì ‘a porta.

                     I due escono al centro e tornano con Mila Verei…tutti e tre ballando. 

Mila:           Su, forza, ballate, ballate, che il ballo è bello!

Luisa:          Néh, ma pecché amma abballà? Ma chi è chesta?

Alfredo:      E che ne saccio?

Mila:           (Sempre ballando) Uh, scusate, non mi sono ancora presentata. Mila Verei!

Luisa:          Comme?

Mila:           Ho detto Mila Verei!

Alfredo:      Ah, è una che nun se lava. ‘Na zezzosa!

Mila:           Quala zezzosa? Io sono la più grande ballerina del mondo, Mila Verei. E mi sto

                     allenando per battere il record del mondo di resistenza al ballo!

Luisa:          Veramente?

Mila:            Sì. Sto ballando ininterrottamente da quasi 48 ore. Mi mancano solo 30 minuti!

                     Fa fare delle piroette ai due, intanto li interroga.

                     E voi chi siete?

Alfredo:      (Ballando) Olééééé! Io sono l’allenatore del Napoli, Alfredo Inutile. Olééé!

Luisa:          Io sono sua moglie Luisa Sanfelice. Scusate, ma che come mai state qua?

Mila:            Perché sono una grande amica di del calciatore brasiliano Sgraffinho. Mi ha

                     chiesto una sorpresa per un mio fan. Mi pare che si chiami Raffaele Becco, o

                     una cosa del genere. Lo conoscete, oppure ho sbagliato indirizzo.

Alfredo:       Sì, lo conosciamo. Signorì, scusate, ma possiamo smettere di ballare? Io non

                     ce la faccio più, mi fa male la milza.

Mila:            Voi sì, potete fermarvi. Io no! (E continua a ballare)

Alfredo:      (Si ferma) Ah, menu male, mò se po’ arraggiunà.

Luisa:          (Si ferma, affannata) Mamma mia, ma comme fa chesta a abballà ore e ore?

Alfredo:       Ha detto che è una sorpresa per Raffaele, ma è una amica di Sgraffinho.

Luisa:          Mi è venuta un’idea: nascondiamola nel bagno. Ad un certo punto, chiediamo 

                     a Raffaele di andare a fare un bisogno, così quando lui apre la porta… ave ‘a

                     surpresa! Che ne dici?

Alfredo:       Ua’, ma tu si’ ‘nu genio! Su, forza, pigliamme a chesta. Signorina, seguiteci.

Mila:            Dove? In una sala da ballo?

Luisa:          No, in una sala da bagno!

                     Le prendono le mani ed escono tutti e tre a sinistra, ballando. Da destra

                     tornano Sgraffinho, Samantha e Gemma.

Gemma:      Ma… io non riesco a capire. E dove sono finiti gli altri? E don Ferruccio?

Samantha:  Che me ne ‘mporta a me? Tanto, io già me songo cunfessata.

Sgraffinho: Io no.

Gemma:      E tanto, amore mio, che peccati puoi aver fatto? Tu sei un’anima candida.

Sgraffinho: E tu?

Gemma:      Io pure sono un’anima candida. Come tutte quelle del mondo dello spettacolo!

                     Suonano alla porta.

Samantha:  ‘A porta. E mò chi va a arapì?

Gemma:      Ma sì, vado io. Voi aspettatemi qua.

                     Esce al centro. Sgraffinho fa considerazioni e Samantha lo guarda maliziosa.

Sgraffinho: Manca ancora poca ora e finisce o mundo.

Samantha:  (Gli gira intorno, maliziosa) E già. Quindi bisogna fare presto.

Sgraffinho: (Imbarazzato) A fare che?

Samantha:  A lasciarsi alle spalle ogni pentimento. Se solo ci fossimo conosciuti prima, lo

                     avremmo già fatto. Ma non è mai tardi.

Sgraffinho: (Ha il cuore in gola) Ma perché mi giri intorno?

Samantha:  Per guardarti meglio.

Sgraffinho: Che unghie lunghe hai!

Samantha:  Sono per afferrarti meglio.

Sgraffinho: Che bocca grande hai!

Samantha:  E’ per mangiarti meglio! (Gli afferra il braccio e lo tira verso destra)

Sgraffinho: (Tenta di opporsi) Ma non è il caso. Facciamo questa cosa un altro giorno.

Samantha:  E non è possibile, oggi sono finiti i giorni.

Sgraffinho: Allora nella prossima vita.

Samantha:  Non è possibile. Può essere che tu nasci cavallo!

Sgraffinho: Allora…

Samantha:  E vieni!

                    Se lo tira via a destra.

6. [Cornelio e Gemma. Poi Raffaele e Ferruccio, Alfredo e Luisa]

                    Dal centro entrano Gemma e Cornelio Capricorno (abito elegante, effeminato).

Gemma:    (Emozionata) Oddio, Cornelio Capricorno! Non può essere!

Cornelio:   Sì, sono proprio io.

Gemma:    Non può essere!

Cornelio:   Sì, sono proprio io.

Gemma:    Non può essere.

Cornelio:   (Seccato) Oh, e t’aggio ditto che sono proprio io!

Gemma:    Il mio mito! Il più grande talent scout della storia della TV. Tu conosci Luisa?

Cornelio:   Sì, mi ha detto che devo incontrare una futura starlette dello spettacolo.

Gemma:    Confermo.

Cornelio:   E dove sta?

Gemma:    (Un po’ delusa) Ma… sono io.

Cornelio:   Tu? (La osserva da testa a piedi) Beh, non sei gran che, però meglio di niente. E

                   come ti chiami?

Gemma:    Gemma Preziosa.

Cornelio:   E che sai fare?

Gemma:    So cantare, ballare, recitare e raccontare le barzellette.

Cornelio:   Bene, fammi sentire come canti “Vacanze romane” dei Matia Bazar.

Gemma:    (Canta) “Maaaaa piove il cielo …”!

Cornelio:   Basta così! Ora fammi vedere come balli.

                   Gemma accenna dei passi di danza classica.

                   Basta così! Ora fammi vedere come reciti.

Gemma:    (Recita) “Essere o non essere, questo è…”!

Cornelio:   Basta così! Ora raccontami una barzelletta.

Gemma:    La differenza tra il missile e la supposta? Il missile va in cielo, la supposta va…!

Cornelio:   Basta così! Ho già visto tutto. Tu sei adattissima a fare la televisione.

Gemma:    Che bello! E che cosa devo fare?

Cornelio:   Quello che fanno tutte le altre: niente! Hai delle fotografie?

Gemma:    Le ho portate, stanno in camera da letto. Vieni con me. (Gli prende una mano)

Cornelio:   Uhé, lasciamo la mano! Cosa sono queste confidenze? Su, andiamo.

                   Vanno a destra. Da sinistra, porta accanto al bagno, torna Raffaele che tira

                   per un braccio don Ferruccio.

Raffaele:   Ma tornate qua. Che ci fate dentro.

Ferruccio: Mi prometté che non mi fate ballà mai più?

Raffaele:   Non vi preoccupate, ve lo prometto.

Ferruccio: Bene. E adé continuià a confessà. Ma dove stanno gli a’?

Raffaele:   E non lo so.

Ferruccio: Sentì, allò io me ne va’.

Raffaele:   No, aspettate. Adesso cerchiamo ad Alfredo e a Luisa.

Ferruccio: E fa’ prest’!

Raffaele:   (Li chiama a destra) Alfré, Luisa!

                   I due escono dal bagno (a sinistra).

Alfredo:      Saje che surpresa ave Rafele mò che trase ‘int’’o bagno?!

Luisa:         E già.

Raffaele:    (Li nota e va da loro) Uhé, vuje state ccà? Ma insomma, don Ferruccio se ne

                    deve andare. E vogliamo completare queste confessioni?

Luisa:         Sì, sì, certamente. Chiamiamo pure Gemma e Sgraffinho, così ci confessiamo.

                    Suonano alla porta.

Alfredo:     ‘A porta.

Luisa:         Vado ad parire io.

                    Così fa (al centro).

Ferruccio: Ah, no, ba’. (Si avvia a destra) Mò me ne va’.

Raffaele:    Ma dove andate? La porta d’ingresso non sta di là.

Alfredo:     Don Ferruccio!

                   Ferruccio esce a destra, seguito da Raffaele ed Alfredo.

7. [Luisa e Mariella Cecata. Poi Raffaele e Samantha e tutti gli altri]

                   Dal centro torna Luisa con la stilista (eccentrica) Mariella Cecata.

Luisa:       (Emozionata) Oddio, ma tu sei la grande stilista… Mariella Cecata!

Mariella:  Sì, sono io. Ma non darmi del “tu”. Io ci tengo: dammi del “voi”!

Luisa:       Ma voi siete il mio mito.

Mariella:  Non me ne frega niente. Su, cocca, andiamo al dunque. La mia amica Gemma mi

                  ha detto che vuoi conoscermi.

Luisa:       Sì, è vero. Ma… non dovevamo darci del “voi”?

Mariella:  No, solo io posso darti del “tu”. Bene, cocca, adesso che mi hai conosciuto, ciao!

Luisa:       E già andate via?

Mariella:  E sì. Cosa ci faccio qui con te? (Le osserva l’abbigliamento e se ne compiace)

                    Però! Devo dire che questo tuo abbigliamento estivo a dicembre… mi piace

                    proprio! Va in controtendenza. Ma sei anche tu una stilista?

Luisa:         No, io scrivo per un giornale di gossip.

Mariella:    E allora sai cosa ti dico? Tu sarai la testimonial della mia nuova linea moda

                    autunno-inverno, ispirata al tuo abbigliamento di adesso.

Luisa:         Mi farebbe piacere. (Poi amara) Peccato che alle ore 11.11 di stamattina…

Mariella:    Che succede alle 11.11 di stamattina?

Luisa:         Finisce il mondo.

Mariella:    E chi l’ha deciso?

Luisa:         La profezia dei Maya.

Mariella:    (Felice) Ecco come chiamerò la mia nuova linea moda: “Profezia dei Maya”!

Luisa:         Ma forse non avete capito: è finito tutto, basta, stop!

Mariella:    Cara mia, se vuoi fare qualcosa di grande nella vita, devi sfidare anche la

                    morte!Ed ora mi devi spiegare come hai fatto a pensare al look che hai adesso.

Luisa:         Beh, veramente è un’idea di mio marito.

Mariella:    Veramente? E allora me lo devi far subito conoscere.  

Luisa:         Ma certo. E ci facciamo una bella foto tutti e tre. Un momento solo. (Va alla

                    credenza e prende una macchina fotografica digitale, poi torna da lei) Eccomi! Mariella:    Fammi strada!

                    Sottobraccio escono a destra. Poco dopo da lì si sente fracasso e grida non              

                    comprensibili. Dopodiché entra Raffaele, trascinando Samantha (in vestaglia).

Raffaele:    Disgraziata, ma che staje cumbinanno ‘a parte ‘e dinto?

Samantha: No, Raffaé, non è come pensi. Io non volevo tradirti con Sgraffinho, volevo

                    solo essere fotografata insieme a lui e finire sul giornale di Luisa.

Raffaele:    E pecché?

Samantha: E perché così pure io passo alla storia come l’amante di un calciatore.

Raffaele:    E tu te pienze ch’accussì nun abbusche ‘a me?

Samantha: Se vuoi, picchiami pure. Intanto io ho soddisfatto il mio ultimo desiderio prima

                    della fine del mondo.

Raffaele:    (La spinge sul divanetto)Assiéttete, va’. Nun me fa’ ridere.E in quanto a

                    Sgraffinho, appena ha abbuscato ‘a Gemma, ha da abbuscà pure ‘a me.

                    Da destra torna Gemma che è placata da Alfredo. C’è anche Luisa con loro

                    (ha la macchina fotografica in mano).

Gemma:     Infamone che ssi’! E’ venuto d’’o Brasile a ffa’ ‘o fareniello ccà a Napule.

Alfredo:     Lasse sta’, Gemma, nun te piglià collera.

Gemma:     Ma io l’aggia rompere ‘a capa.

Alfredo:     Ti sto dicendo per favore, siediti e calmati.

Gemma:     E vabbuò. (Si siede accanto a Samantha)

Alfredo:     (A Luisa) E ate, che ce staje facénno cu’ ‘sta machina fotografica ‘nmana?

Samantha: Doveva fotografare a me e a Sgraffinho nel letto.

Luisa:         Veramente, no. Stavo con la stilista Mariella Cecata. Stavamo cercando a te.

Alfredo:     A me? E pecché?

Luisa:         Dice che le piace il mio look. Io le ho detto che è merito tuo.

Alfredo:     Ma addò sta chesta?

Gemma:     E che fine ha fatto Cornelio Capricorno?

                    Da destra tornano Cornelio e Mariella.

Mariella:    Il tuo look non è niente male.

Cornelio:     E la tua faccia non è male.

Mariella:     Io direi di andare altrove a riparlarne.

Cornelio:     Sono d’accordo.

Luisa:          Un momento, ma non era il mio look il più interessante?

Mariella:     No, ho cambiato idea.

Gemma:      Cornelio, ma non mi fai fare più nulla nel mondo dello spettacolo?

Cornelio:     La tua faccia era interessante fino a cinque minuti fa. Ma nel mondo dello

                     spettacolo, le cose cambiando ogni momento. Perciò, tu sei già sorpassata!

Luisa:          (Delusa) Menu male che tra poco vene ‘a fine d’’o munno!

Cor&Mar.: Eh?

Gemma:      E sì. Muoia Sansone con tutti i Filistei!

Cor&Mar.: Ma che vonno ‘sti scieme!

                     Escono via di casa sottobraccio (al centro).  

Raffaele:      Vabbuò, Gemma, Luisa, nun ve pigliate collera. Nun ne vale ‘a pena.

Alfredo:       A proposito, ma don Ferruccio e Sgraffinho stanne ancora ‘int’’a stanza ‘e

                      lietto? Forse don Ferruccio ‘o sta cunfessànno.

                      E invece da destra, escono Sgraffinho (che indossa il costume da brasiliana) e

                      Ferruccio. Il primo tiene per mano il secondo e gli fa ballare la Samba.

Ferruccio:    (Protesta) Ferm’, ferm’! Lasc’ sta’, lasc’ sta’!

Raffaele:     (Libera Ferruccio, richiamando Sgraffinho) Uhé, lascia stare a don Ferruccio.

Ferruccio:   E mò ba’, me ne va’! Ate capì? Addò sta ‘a port’? (Ma si avvia verso il bagno)

Alfr.&Lui.: (Cercano di dissuaderlo)No, no!

Ferruccio:   Silen’! Io non vo’ ballà mai più!

                     Appena apre la porta del bagno (a sinistra), esce Mila che prende la mano a

                     Ferruccio e lo fa ballare con delle piroette. Lui protesta.

                     Mamma ‘e ll’A’! Aiù!

                     I due corrono a liberare Ferruccio.

                     Nun ce ‘a fa’ cchiù! Nun ne po’ cchiù! Aiùùùùùù!

                     Ed esce via al centro per andare fuori casa. Intanto Mila fa ballare Alfredo.

Alfredo:       Signurì, e mò basta. Nun vulìmme abballà cchiù. Ate capito?

Mila:            Allora cambio! (E fa ballare Luisa)

Luisa:          No, no, calma, calma!

Mila:            Allora cambio! (E fa ballare Samantha)

Samantha:   Uhé, liéveme ‘e mmane ‘a cuollo!

Mila:            Allora cambio!

Gemma:       Nun te permettere o si no te ciacco!

Mila:            Come non detto. Allora cambio! (Fa ballare Sgraffinho)

Sgraffinho:  Juhuuuu!

Raffaele:      Uhé, ma chella è Mila Verei. Ha da abballà cu’ me!

Alfredo:       No, basta, basta! Luisa, accumpagnamme a chesta fora.

Luisa:           Va bene.

                      Ballando, i due vanno da Mila, la prendono per mano e la portano fuori casa,  

                      a forza di piroette.

8. [Alfredo, Luisa, Raffaele, Gemma, Samantha e Sgraffinho]

                      Gemma e Samantha seduti al divanetto, Raffele al tavolo e Sgraffinho in piedi.

Gemma:      (Guarda male Sgraffinho) Guarde comme staje cumbinato. Mi vergogno di te.

Sgraffinho:  Ma tu mi devi capire, Gemma. Io quando ero in Brasil, potevo fare quello che

                      volevo. Ma aquì a Italia è differente. Perciò tengo la saudade do Brasil.

Gemma:       E pecché nun te ne tuorne ‘o Brasile?

Raffaele:      Magari!

                      Dal centro riecco Alfredo e Luisa: ballano e fanno far piroette l’uno all’altro.

Alfredo:       (Si rende conto e smette) Oh, e basta!

Luisa:          Mamma mia, chella tizia ce ha attaccato ‘a malatia d’’o ballo!

Alfredo:       (Guarda l’orologio) E allora, sono le 11.06. Tra cinque minuti finisce tutto.

                     Facciamo la pace, abbracciamoci e baciamoci tutti insieme. Forza!

                     Tutti i presenti si abbracciano e si baciano. Per ultimi Alfredo e Sgraffinho. 

                     Sgraffì, damme ‘o portafogli!

Sgraffinho:  Uh, scusa, mister. C’è stato uno sbaglio!

Alfredo:       E levati questo costume da dosso, sei ridicolo.

Sgraffinho:  Mister, lasciami morire coi colori do meu Brasil!

Alfredo:       E vabbé. E ora voglio dire una cosa a ciascuno di voi. Luisa, voglio cominciare

                      proprio da te: tu sei stata la mia compagna fedele per tanti anni. L’uomo non

                      divida ciò che Dio ha unito. E allora ci dividerà la fine del mondo. Non lo so

                      se questo è giusto, ma così è e dobbiamo accettarlo.

Luisa:          Ma veramente hai venduto le nostre case e ceduto i nostri averi ai poveri?

Alfredo:      Sì, Luisa. E credo che pure Raffaele abbia fatto lo stesso.

Raffaele:     Esatto. (Dalla tasca della giacca estrae due fogli piegati) E come ti avevo

                     promesso, ho fatto il gesto di aumentare il tuo contratto e quello di Sgraffinho

                     Guadagnerete 10 milioni di Euro l’anno. Tanto, non li piglierete mai.

Samantha:  E tu non te lo sei fatto il contratto nuovo?

Raffaele:     No, Samantha, no. Amici, venite a firmare. (Offre una penna ad Alfredo)

Alfredo:      Grazie, Raffaele. (Firma)

Raffaele:     E tu, Sgraffinho, non firmi?

Sgraffinho: No, direttore. Non voglio guadagnare come al mister. Devo guadagnare di più.

Raffaele:     Sgraffì, ma tu allora non tieni umiltà. Eh, tu devi essere umiltoso!

Alfredo:      Non si dice “umiltoso”. Si dice umiliato!

Sgraffinho: Non vi capisco.

Raffaele:     Mister, per favore, traduci in brasiliano.

Alfredo:      Sgraffinho, firma o contrattao e non scassare le pallao!

Sgraffinho: Che maniere! (Prende la penna e firma con tutto lo sdegno. Non smette più)

Raffaele:     Oh, e quanno fernesce ‘sta firma?

Sgraffinho: E noi brasileiri teniamo molti nomi e cognomi. Ecco fatto, ho finito.

Raffaele:     Molto bene, grazie.

Gemma:      Alfré, quanto manca?

Alfredo:      Un minuto.

Samantha:  Posso sfruttarlo io per chiedere scusa a Raffaele?

Raffaele:     Per cosa?

Samantha:  Prima mi hai trovato a letto con Sgraffinho.

Raffaele:     Sei perdonata. Tanto, non ti condanno io.

Gemma:      Aspetta un momento, ma non dovresti chiedere scusa pure a me?

Samantha:  Ma sì, va’. Scusami pure tu.

Alfredo:      Stop, è finito il tempo! Tutti seduti.

                   Chi è in piedi prende una sedia e l’accosta al divanetto. Sono seduti tutti vicini.

Raffaele:    Me pare che stamme facénno ‘nu reality show!

Alfredo:     Mancano 10 secondi.

Luisa:         (Sale la tensione) Mamma mia!

Gemma:     Addio per sempre!

Samantha: E’ stato un piacere!

Alfredo:     Tre… due… uno…!

                    Tutti chiudono gli occhi per non guardare. Poco dopo manca la corrente.

Raffaele:    Alfré!

Alfredo:     Che vvuo’?

Raffaele:    E’ fernuto ‘o munno?

Alfredo:     No, è mancata ‘a currente!

Raffaele:    Ma si’ sicuro?

Alfredo:     E che ne saccio? Mò vaco a vedé.

                    Alfredo si alza e poco dopo torna la corrente. Lui raggiunge gli altri.

Luisa:         Ma… simme muorte?

Gemma:     Secondo me, sì. Non sento più nessun rumore in giro.

Samantha: Però io me sento ancora viva.

Alfredo:     Io dicesse: jamme a vedé fora ‘a porta.

                    I presenti si alzano in piedi ed escono al centro.

Scena Ultima. [Alfredo, Brandão Sgraffinho, Raffaele, Luisa, Gemma e Samantha]

                    Poco dopo, i presenti tornano nella stanza, interdetti.

Raffaele:    Ma che d’è? Nun è succieso niente?

Alfredo:     (Va a sedersi sul divanetto, perplesso) Ehm… boh! Forse è ancora presto!

Raffaele:    (Gli siede accanto, davanti agli occhi degli altri, perplessi) Non è che il tuo

                    orologio porta avanti?

Alfredo:     No, forse porta pure indietro!

Raffaele:    Mi è venuta un’idea: telefona!

Alfredo:     Al Padreterno?

Raffaele:    No, per sapere l’ora esatta.

Luisa:         Adesso telefono io. (Va al cordless e così fa: risponde una voce automatica)

Voce aut.:  Attenzione, sono scappato via perché è la fine del mondo! Ma forse tornerò,

                    perché non è successo niente!

Luisa:         (Riaggancia) Avete sentito?

Samantha: Insomma, il mondo non è finito più!

Gemma:     E pare che te dispiace.

Samantha: E se capisce che me dispiace. Amme fatto tutto ‘stu casino pe’ senza niente!

Gemma:     E capirai! Mica ti sei venduta qualcosa di importante?

                    A quella frase, Alfredo e Raffaele spalancano gli occhi.

Alfredo:     Io sì.

Raffaele:    E pure io.Ho chiamato mio fratello per farmi vendere casa, proprietà, tutto…!

                    Aggia telefonà ‘nu mumento. (Si alza in piedi gironzolando nervosamente e

                    chiama sul cellulare, ruffiano) Nicò, so’ Rafele. Come stai? Cosa dici? E’ la

                    fine del mondo? Azz, ma allora ci siamo! I Maya hanno indovinato. Ah, tu

                    dicevi in senso metaforico? Fratello caro, tu lo sai quanto ti voglio bene. Non lo

                     sai? Che simpatico! Senti, ricordi quella telefonata che ti ho fatto ieri? Quella

                     in cui ti chiedevo di offrire i miei beni economici ai poveri. Ma mica lo hai

                     fatto veramente? Io stavo scherzando. (Sconvolto) Lo hai fatto? E poi dovevi

                     prendere le mie case, dovevi venderle e dovevi dare il ricavato in beneficenza.

                     Ma mica lo hai fatto veramente? Io stavo scherzando. (Sconvolto) Lo hai fatto?

                     E infine ti avevo chiesto di intestare le mie azioni ai tuoi figli, visto che io non

                     ne ho. Ma mica lo hai fatto veramente? Io stavo scherzando. (Sconvolto) Lo hai

                     fatto? Scusa, ma pure tu hai venduto tutto e hai dato il ricavato in beneficenza?

                     Ieri hai detto di sì. Scherzavi? Però ‘a rrobba mia te l’he’ venduta overamente!

                     E ssi’ proprio scemo, fattello dicere! (Riaggancia e va da Samantha) Tesoro               

                     mio, ti arrabbi se ti dico una cosa? Sono diventato povero!

Samantha:  No, e ce sta bisogno che m’arrabbio? Io me ne vaco sulo. Però calma, calma!  

Raffaele:     Ma no, aspetta…

Samantha:  Stattu zitto, basta! (Agli altri) Signori, buona giornata a tutti. Tanto, il mondo

                     continua! (Si avvia ad uscire al centro, poi si ferma e si rivolge a Sgraffinho)

                     Ah, a te: domani riportami il costume da ballerina brasiliana. Hai capito? E

                     poi sappi che voi calciatori, a letto, non siete niente di speciale. (Poi a Luisa) E

                     a te: distruggi le fotografie che hai fatto. C’è stato un equivoco! Un bacio.

                     Esce via. Raffaele si siede sul divanetto, affranto. Sgraffinho va da lui.

Sgraffinho: (Ferito nell’orgoglio) Direttore!

Raffaele:     Che vaje truvanno?

Sgraffinho: Ha sentito cos’ha detto sua moglie?

Raffaele:     Ha ditto che me vo’ lassà.

Sgraffinho: Io parlavo di me. Cosa me ne frega di lei?

Raffaele:     Che ha detto? Non ho sentito.

Sgraffinho: Ha detto che noi calciatori non siamo buoni a letto. Io sono brasileiro e ho una

                     dignità da difendere.

Raffaele:     E con ciò?

Sgraffinho: Vado da sua moglie e le dimostro io chi è Brandão De Oliveira Fred Zico Juan

                     Falcao Cerezo Ronaldo Neymar Alemao Careca Julio Cesar detto Sgraffinho!

Raffaele:     Sgraffì, tieni troppi nomi. Mia moglie ormai già ha pigliato ‘a Vesuviana! 

Luisa:          Un momento, Alfré, ma pure tu hai venduto tutto? 

Alfredo:      E certo. Si me vuo’ lassà, nun te prioccupà. Lloco ce sta ‘a porta!

Luisa:          No, nun te voglio lassà. In fondo pure io ho venduto tutti i miei averi.

Gemma:      E io no? Per colpa di Alfredo, tutti quanti abbiamo venduto le nostre cose.

Luisa:          Un momento, per colpa di Alfredo?

Gemma:      E quello ha detto che oggi finiva il mondo.

Luisa:          Ma mica abbiamo firmato un contratto?

Alfredo:      Un momento, il contratto? Ma io ho firmato un contratto. Ho prolungato il mio

                     contratto col Napoli… a 10 milioni l’anno! Me l’ha fatto firmare Raffaele.

Sgraffinho: (Felice) Uh, pure io! Sììììì!

Luisa:          (Felice) E vaiiii!  

Gemma:      (Felice) Grandeeee!

                     I quattro si abbracciano.

Alfredo:       Sgraffì, ‘o portafoglio!

Sgraffinho: (Glielo restituisce) Scusa, mister!

Raffaele:     (Tenta di placare la loro gioia) Un momento, ma quando mai? Quando mai?

Alfredo:      (Torna a sedersi felice sul divanetto) Mi dispiace, ma i contratti sono contratti!

Raffaele:     Ma ‘o presidente me spara! (Va alle sue spalle, tenta di arruffianarselo) Alfré!

Alfredo:      Che d’è?

Raffaele:     Comme si’ bello!

Alfredo:      Che vvuo’?

Raffaele:     (Gli guarda la testa dall’alto) Tu sei un uomo intelligentissimo. Che bella capa

                     che tiene. Niente di meno, se vedene ‘e ccerevelle!

Alfredo:      Ma che tengo, ‘a capa trasparente?

Raffaele:     E pure Sgraffinho è bello. E può usufruire di mia moglie ogni volta che vuole!

Sgraffinho: Mano, grazie! Io tengo a mea fidanzata: Gemma, con la “g” di formaggio!

Raffaele:     Per favore, strappiamo i contratti.

                     Le due donne si siedono al divanetto, mentre Alfredo e Sgraffinho girano  

                     intorno al tavolo seguiti da Raffaele che tenta di convincerli.

Al&Sgra:    Nooo!

Raffaele:     E per favore!

Al&Sgra:    Nooo!

Raffaele:     (Squilla il suo cellulare) Oddio, il presidente! (Risponde) Ehm… presidente,

                     salve. Volete sapere a me come va? (Piange) Benissimo, grazie! (Riaggancia)

Alfredo:      Vabbuò, Rafé, che ti arrabbia fare? La vita è bella.

Sgraffinho: E’ vero. Sa com’è la vita? E’ la fine del mondo!

Raffaele:     Mò basta, vuje m’avite ‘nguajato cu’ ‘sta fine d’’o munno! V’hanna accidere!

I due:          Nooo!

                    Raffaele li rincorre minaccioso.

FINE DELLA COMMEDIA