Non tutti i santi vengono per nuocere

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TITOLO DA DECIDERE
NON TUTTI I SANTI VENGONO PER NUOCERE

COMMEDIA IN DUE ATTI E UN QUADRO

DI

ALDO CIRRI

PERSONAGGI :

SILVESTRO                                     - archivista aggiunto                                      - anni 50

NUNZIO                               - archivista                                                    - anni 50

DOTTORESSA PAZIENZA           - direttrice di sezione                                    - anni 55

MONSIGNOR CIBORIO    - sovrintendente archivio segreto                  - anni 65

SUOR FULGENZIA                       - addetta alle pulizie dell’archivio                 - anni 25

SUOR ANDREINA             - addetta alle pulizia dell’archivio                 - anni 25

FERNANDA                        - archivista                                                     - anni 40

CARDINALE KONZERT   - prefetto dell’archivio segreto Vaticano       - anni 75

                        VOCI FUORI SCENA         -                                                                     -  ***

                        SPEAKER RADIOFONICO -                                                                   -  ***

L’azione si svolge ai giorni nostri


SINOSSI

31. NON TUTTI I SANTI VENGONO PER NUOCERE - (commedia - due atti e un quadro)
Silvestro è un aiuto archivista che l?amministrazione dell?archivio segreto
del Vaticano ha dimenticato nello scantinato. Silvestro si occupa della prima
selezione e catalogazione degli antichi testi ancora nascosti nelle viscere
dell?archivio e, da anni, ha continuando a svolgere umilmente il suo lavoro,
senza che nessuno si ricordi più di lui. Un giorno Silvestro, tra alcuni
antichi libri, trova un manuale con un corso per diventare santo. Silvestro
se lo studia e impara a fare i miracoli. Il terremoto in Vaticano è enorme,
perfino il Papa si interessa a lui. Ma i Santi sono sempre stati soggetti
difficili da trattare per la Chiesa quindi, per evitare che anche questo
nuovo ?San Silvestro? combini una marea di guai come i suoi predecessori,
qualcuno, dall?alto, lo dovrà convincere che, nonostante la santità, è bene
che rimanga a fare l?archivista così, lui non avrà guai dal mondo ed il Vaticano
non avrà la necessità di correre dietro ad un nuovo santo per controllare
tutto quello che combina. Appunti tecnici: 8 attori (4u + 4d) più alcune
voci che, fuori scena simuleranno il vociare di una piccola folla e una voce
che simulerà lo speaker della radio. Durata 80 minuti. Da realizzare il trucco
delle bottiglie che versano prima acqua e poi vino.
PRIMO ATTO

SCENA

Lo scantinato dell’archivio segreto di Stato della Città del Vaticano. Parete di fondo: da un ingresso posto in alto sulla parete sinistra della scena scende una scala, parallela alla parete di fondo, che collega lo scantinato con i saloni veri e propri dell’archivio situati al piano di sopra. Sotto la scala una piccola porta che conduce ad altri locali dello scantinato. Davanti alla scala, sulla sinistra della scena, una piccola scrivania ingombra di vecchie carte, libri e manoscritti. Sul lato destro, parallelo alla parete destra della scena, un grande tavolo altrettanto ingombro di scartoffie. Chiuso dentro il cassetto della scrivania c’è un vecchio telefono. Tutto intorno scaffali e ripiani stracolmi di antichi libri, manoscritti, rotoli di pergamena, scatole ecc. Il tutto deve dare un senso di polveroso, vecchio, stagnante e chiuso. Le uniche luci in scena sono due lampade: una collocata sulla scrivania di Silvestro e l’altra sul grande tavolo. Dall’ingresso in cima alla scala proviene la luce dei saloni dell’archivio.

SIPARIO

SCENA PRIMA

Pomeriggio. Silvestro è seduto alla scrivania davanti alla scala ed è completamente immerso nel suo lavoro di registrazione e catalogazione di antichi libri e documenti.  Silvestro è un ometto insignificante, uno di quelli destinati a passare tutta la vita sulle scartoffie. Ogni tanto si alza, va al tavolo grande, consulta altri vecchi testi, poi torna alla sua scrivania. Dalla sommità della scala arrivano delle voci, un secondo dopo spuntano Nunzio e la dottoressa Pazienza. Nunzio è un ometto tipo Silvestro ma, nella gerarchia lavorativa, è un gradino più su di lui, zoppica in modo evidente. La dottoressa Pazienza, capufficio di entrambi, sembra una suora in borghese.

                PAZIENZA - (scendendo le scale come se proseguisse una conversazione) …Nunzio si ricordi che la catalogazione della quinta sezione deve essere pronta entro tre giorni, la prossima settimana monsignor Ciborio deve presentare la relazione al cardinale Konzert.

                NUNZIO - Ma dottoressa... ci sono delle parti introvabili, dobbiamo vagliare ancora qualcosa come duemila fra documenti e volumi e siamo già in ritardo con tutte le sezioni del milleduecento...

               

La Pazienza si ferma all’improvviso e Nunzio ci va quasi a sbattere contro.

                PAZIENZA - (secca) Nunzio, lasci perdere il milleduecento, la quinta sezione deve avere la priorità!

                NUNZIO - Ma...

                PAZIENZA - (irritata) E non discuta!

Continuando a soggetto i due arrivano in fondo alla scala. La Pazienza, distratta dalla discussione con Nunzio, non si rende conto del percorso fatto e, una volta nello scantinato, si guarda intorno perplessa, mentre Silvestro si alza e fa un piccolo inchino di saluto senza essere minimamente notato.

                PAZIENZA - (guardandosi intorno) E qui dove siamo?

                NUNZIO - Dottoressa... siamo nello scantinato... qui ci sono più di trecento fondi archivistici.

                PAZIENZA - Lo scantinato?

                NUNZIO - Sì, è qui che giacciono tutti i documenti ancora da classificare... come le dicevo prima, qui c’è tutta la sezione del milleduecento e del milletrecento ancora da catalog...

                PAZIENZA - (seccata) Esiste uno scantinato e non mi si dice nulla?

                NUNZIO - Co... come, dottoressa, è stata lei una settimana fa a firmare l’ordinativo per due lampade da tavolo per qui.

                PAZIENZA - (c.s.) Due lampade? Per fare che?

                NUNZIO - Per lavorare...

                PAZIENZA - (sempre più irritata) Due lampade per questo antro? E mi sa dire a chi servono?

                NUNZIO - A Silvestro.

                PAZIENZA - (ghignando ironica) Ah, bene, abbiamo un gatto nello scantinato e io non ne sapevo nulla?

                NUNZIO - Ma, no...

                PAZIENZA - ...e magari abbiamo comprato due lampade affinché il gatto possa cacciare più facilmente i topi!

                NUNZIO - No... dottoressa... Silvestro è...

                PAZIENZA - (ironica) …l’ultimo tipo di allarme antincendio?

                SILVESTRO - (timidamente) Buongiorno.

                PAZIENZA - (fa un balzo spaventata andando praticamente a finire nelle braccia di Nunzio che barcolla nel trattenerla) Ahhhh! C... chi è le... lei?

                NUNZIO - Dottoressa è... Silvestro l’archivista aggiunto.

La Pazienza si volta e si rende conto di essere ancora abbracciata a Nunzio.

                NUNZIO - (guardandola con occhi dolci) Dottoressa...

La Pazienza si scioglie rapidamente dall’abbraccio, poi si liscia la gonna e si sistema la camicia guardando imbarazza Nunzio.

                PAZIENZA - (a Silvestro) Che... co... cosa fa qui?

                SILVESTRO - (timidamente) Mi occupo della selezione e della classificazione dei testi...

                PAZIENZA - Hem... è stato assunto da poco?

                SILVESTRO - (rassegnato) No, dottoressa, sono quindici anni che lavoro qui.

                PAZIENZA - E chi l’ha assunta?

                SILVESTRO - Lei.

                PAZIENZA - Hem... io...? E... dov’è stato finora?

                SILVESTRO - Sempre qui.

               

Pazienza lo guarda incredula.

                PAZIENZA - In questa cantin… hem… in questo ufficio?

                SILVESTRO - Sì.

PAZIENZA - (poco convinta) È sicuro?

                SILVESTRO - Sì… certo.

                PAZIENZA - Il suo incarico specifico?

                SILVESTRO - Sono stato assegnato alla sezione “Santi”.

                PAZIENZA - Mmm, va bene, va bene… (poi si rivolge di nuovo a Nunzio) Venga Nunzio, torniamo di sopra, dobbiamo organizzare la catalogazione della quinta sezione.

Pazienza e Nunzio iniziano a risalire la scala e Silvestro torna al suo lavoro. La Pazienza ogni tanto si volta a guardare Silvestro con sospetto.

                PAZIENZA - (senza farsi sentire da Silvestro) Ma è sicuro che sia un dipendente dell’archivio?

                NUNZIO - Sì, dottoressa, Silvestro è con noi da molto tempo.

                PAZIENZA - (guardando Silvestro dall’alto della scala) Sarà, io non me lo ricordo… ma ha sempre lavorato qui?

                NUNZIO - Sì, sempre nello scantinato.

                PAZIENZA - (poco convinta) Bah!… sarà. (poi schifata) Comunque mandi qualcuno a dare una pulita, là sotto... ci sono tonnellate di polvere, è una vera indecenza!

                NUNZIO - Sì, certo dottoressa... lo dirò a Suor Fulgenzia... sta giusto facendo le pulizie di sopra nei saloni.

Pazienza e Nunzio arrivano in cima alla scala ed escono.

SCENA SECONDA

Silvestro, rimasto solo, si alza dalla sua scrivania, va al tavolo grande e ricomincia a selezionare una serie di vecchi volumi, sollevando nuvole di polvere.

                SIVESTRO - (leggendo e annotando su un grande registro) “De viris illustribus”… “Passio sanctae Perpetuae et Felicitae”… “Psalterium gallicanum”, “Liber Pontificalis”, “Luxta Septuaginta”…

Silvestro si guarda intorno come se cercasse qualcosa, poi si accorge che alcuni libri sono accatastati sotto il tavolo, si inginocchia e si infila sotto. Nello stesso momento dalla scala fa capolino Suor Fulgenzia. Si tratta di una suorina giovane e graziosa, tutta scattante, ha con sé secchio, stracci e scopa. Suor Fulgenzia, dapprima si affaccia incuriosita cercando di capire dove è capitata poi, lentamente, scende circospetta, parcheggia gli attrezzi per le pulizie, e si guarda intorno. Si avvicina alla scrivania di Silvestro incuriosita, ci gira intorno, butta l’occhio sul ripiano, apre casualmente un libro e lo richiude facendo alzare una nuvola di polvere. Suor Fulgenzia si ferma poiché sta per arrivare uno starnuto, tira fuori un fazzolettone e attende l’esplosione (per una resa più comica, lo starnuto dovrà avere una preparazione accurata, ritardando il più possibile il colpo finale). Suor Fulgenzia, alla fine, esplode in un potente starnuto sollevando ancora nuvole di polvere. Silvestro, spaventato, sobbalza sbattendo la testa sotto il tavolo.

                SILVESTRO - Ah!             

FULGENZIA - (sobbalzando spaventata) Ah! Chi è là?

Silvestro, esce arrancando da sotto il tavolo.

                SILVESTRO - Bu... buon giorno signora suora... so... sono…

               

Suor Fulgenzia, spaventata indietreggia. Arrivata alla scrivania di Silvestro a tentoni cerca qualcosa con cui difendersi e, la prima cosa che le capita in mano, è un grosso timbro in legno e metallo. Lo afferra e lo punta in direzione di Silvestro.

                FULGENZIA - (tremando spaventata) Fermo là! Non fa... fare un pa... passo

                SILVESTRO - (accenna a muoversi) Stia calma...

                FULGENZIA - (c.s.) Fermo dove sei!... non ve... vedi che ho un oggetto contundente in ma... mano?

                SILVESTRO - Non voglio farle del male, sono Silvestro l’archivista aggiunto... lavoro qui.

                FULGENZIA - Con quello sguardo?

                SILVESTRO - (perplesso) Qu... quale sguardo?

                FULGENZIA - Quello è non è uno sguardo da archivista aggiunto, (assumendo un tono terribile) ma da maniaco, da pazzo… uno di quei pazzi che strappano i vestiti di dosso alle suore e le violentano ripetutamente...

                SILVESTRO - Ma io…

                FULGENZIA - (sempre più infervorata)... uno di quei psicopatici che una volta afferrata una suora non smettono finché non arrivano a soddisfare tutti i loro istinti più immondi...

                SILVESTRO - Io non ho mai…

                FULGENZIA - (c.s.)... uno di quei vampiri che vanno in giro succhiando il sangue delle povere suore!

                SILVESTRO - Stia calma...

                FULGENZIA - (c.s. teatrale) Ma se devo sacrificarmi per le mie sorelle, per il mio ordine e per la cristianità... eccomi! Affronterò il martirio!

Suor Fulgenzia si appoggia alla scrivania di Silvestro chiude gli occhi, solleva la testa offrendosi al martirio. Silvestro, con estrema circospezione, si avvicina lentamente e, allungando una mano, le sfila il timbro dalla mano. Suor Fulgenzia, sobbalza, si ritrae guardando perplessa Silvestro.

                SILVESTRO - Hem... mi serve per protocollare i li... libri...

                FULGENZIA - (quasi delusa) Ma... co... come? Non è un ma... maniaco?

                SILVESTRO - (quasi scusandosi) No... ma...

                FULGENZIA - (incuriosita e allarmata) Cosa?

                SILVESTRO - Se vuole, po... posso raccontarle una barzelletta... piccante...

                FULGENZIA - (inalberandosi) Come si permette!

                SILVESTRO - Ma...

                FULGENZIA - Lei offende una religiosa! La denuncerò alla Santa Inquisizione!

                SILVESTRO - La Sa...?

                FULGENZIA - Sarà bruciato vivo! Sarà scorticato.... sarà…

                SILVESTRO - La Santa inquisizione non esiste più…

                FULGENZIA - Come?

                SILVESTRO - O meglio, non è più in funzione.

                FULGENZIA - (stupita) E da quando?

                SILVESTRO - Più o meno dalla metà del milleottocento.

                FULGENZIA - (seccata) A me non hanno detto niente!

                SILVESTRO - Glielo assicuro… venga le faccio vedere.

Silvestro si avvicina alla sua scrivania seguito a distanza da Suor Fulgenzia, prende un libro e lo apre.

                SILVESTRO - Guardi qua.

Suor Fulgenzia allunga il collo in quanto non si fida ad avvicinarsi alla scrivania. Silvestro si allontana di qualche passo per rassicurarla. Suor Fulgenzia si avvicina e legge, ma con la coda dell’occhio controlla Silvestro.

                FULGENZIA - (legge) “Antonio De Felici, decapitato il 24 gennaio 1854 per aver attentato al Cardinale Antonelli”.

                SILVESTRO - È l’ultima esecuzione compiuta dalla Santa Inquisizione.

FULGENZIA - (poco convinta) Mmmm, sarà… ma lei chi è per sapere queste cose?

SILVESTRO - (paziente) Gliel’ho detto mi chiamo Silvestro, lavoro qui come archivista aggiunto da più di quindici anni.

FULGENZIA - (stupita) Quindici anni! Qui dentro?

SILVESTRO - (sospirando) Già.

FULGENZIA - (c.s.) Io credevo che gli archivisti ed i bibliotecari lavorassero tutti di sopra.

SILVESTRO - (sospirando rassegnato) Eh no… ci sono anche quelli che si occupano di preparare il materiale per l’archiviazione… qui nel magazzino.

FULGENZIA - Non sapevo che ci fossero impiegati qui nelle cataco… hem nella cistern..., volevo dire nello scantinato... sì insomma...

SILVESTRO - (sospirando) Infatti ci sono solo io.

Suor Fulgenzia, mossa a compassione si avvicina finalmente a Silvestro.

FULGENZIA - (guardandosi intorno) E non ha paura?

SILVESTRO - E di cosa? Ormai ci sono abituato e comunque… non è poi così male, c’è molta tranquillità qui, e spesso si ha la sensazione (fa un ampio gesto) di essere circondati da secoli e secoli di sapienza e di conoscenza.

Pausa.

FULGENZIA - (leggermente imbarazzata) Mi dispiace… prometto che verrò a trovarla più spesso, (sorridendo) comunque per un po’ sono stata assegnata qui per le pulizie.

SILVESTRO - Grazie, lei è molto gentile.

Improvvisamente Suor Fulgenzia comincia a respirare a fatica. Silvestro si spaventa.

                SIVESTRO - (accorrendo verso Suor Fulgenzia) Oddio, si sente male?

Suor Fulgenzia fa dei gesti come per dire “non è niente”, poi dalla tasca tira fuori un nebulizzatore e si spruzza un medicinale in bocca, ancora alcuni secondi e, dopo due o tre respiri profondi, si riprende.

                SILVESTRO - (allarmato) Che succede, come si sente? Vuole che chiami qualcuno?

FULGENZIA - (riprendendosi) Uff… no, tranquillo, soffro d’asma e spesso la polvere mi provoca le crisi…

SILVESTRO - Va meglio ora?

FULGENZIA - Sì... sì... grazie

SILVESTRO - Vuole un po’ d’acqua?

FULGENZIA - No... grazie... sta passando.

SILVESTRO - Accidenti, dovrebbe smettere con le pulizie e farsi cambiare incarico.

FULGENZIA - Se il Signore ha stabilito che questo è il mio modo per servirlo, io non ho che da seguirlo (poi sorridendo allunga una mano a Silvestro presentandosi) Suor Fulgenzia, mi occupo delle pulizie dei saloni dell’archivio.

SILVESTRO - (stringendo la mano a Suor Fulgenzia) Piacere Silvestro... hem Silvestro Gatto, impiegato archivista.

FULGENZIA - Gatto è il suo cognome?

SILVESTRO - (imbarazzato) Sì... purtroppo...

FULGENZIA - Quindi... Gatto Silvestro!

Suor Fulgenzia sta per scoppiare a ridere, ma resta bloccata dall’atteggiamento malinconico di Silvestro.

SILVESTRO - (sorridendo amaro) Già... a scuola ridevano anche i bidelli.

FULGENZIA - Mi dispiace...

SILVESTRO - (tristemente) Purtroppo la vita non è mai come la vorremmo.

FULGENZIA - (sorridendo) Questo non è vero, la vita è quella che noi decidiamo che sia! Il Signore dice “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ciò vuol dire che se non ami te stesso non sei capace neanche di amare il prossimo tuo quindi, per imparare ad amare il prossimo tuo, devi prima imparare ad amare te stesso! Ognuno di noi ha il dovere di scegliere il meglio della propria vita da dare al Signore, ma per farlo, prima dobbiamo fare in modo che la nostra vita sia al meglio, altrimenti che ci resta da offrire al Signore?

Silvestro resta colpito dalle parole di Suor Fulgenzia. Nello stesso momento, dall’ingresso in cima alla scala, spunta la testa di Nunzio.

                NUNZIO - Suor Fulgenzia, la vuole la dottoressa Pazienza!

                FULGENZIA - (a Nunzio) Ma qui io devo ancora cominciare a pulire!

                NUNZIO - Ci penserà dopo, venga su!

                FULGENZIA - (a Silvestro sottovoce) Stia tranquillo, ci vediamo più tardi... (a Nunzio) Eccomi arrivo!

Suor Fulgenzia corre via sulle scale abbandonando in scena gli attrezzi per le pulizie.

SCENA TERZA

Silvestro segue l’uscita di Suor Fulgenzia poi, con un sospiro, torna al suo lavoro. Si avvicina al grande tavolo e ricomincia a controllare ed a registrare i libri sparsi sul ripiano.

                SILVESTRO - Dunque, vediamo... “Luxta Hebraeos”... Liber... che cavolo (sposta il libro sotto la lampada)... “Liber Psalmorum iuxta hebraicum translatum”... uff!

Dall’ingresso in cima alla scala entra Nunzio trafelato.

                NUNZIO - Silvestro, Silvestro!

                SILVESTRO - (sobbalza) Oddio, che c’è oggi?

                NUNZIO - (che nel frattempo è arrivato in fondo alla scala) Sta arrivando qui monsignor Ciborio!

                SILVESTRO - Monsignor Ciborio? Qui nel deposito?

                NUNZIO - Sì, se l’è presa con la Pazienza perché la catalogazione della quinta sezione non è ancora completa, la Pazienza se l’è presa con me perché su in archivio la selezione dei testi e dei documenti per la quinta sezione va avanti lentamente e...

                SILVESTRO - ... e tu sei venuto qui per vedere di chi è la colpa! (Silvestro si guarda intorno poi, come se parlasse ad un gruppo di persone) Signori, qualcuno di voi è responsabile del ritardo della catalogazione della quinta sezione?

Pausa

SILVESTRO - (sorridendo) Come vedi nessuno ha alzato la mano, quindi puoi dare la colpa a me.

                NUNZIO - Ma... cosa dico alla Pazienza? Monsignor Ciborio è contrariato, dice che deve render conto al cardinal Konzert che a sua volta dovrà relazionare il...

Il discorso di Nunzio è interrotto da delle voci che si stanno avvicinando.

                NUNZIO - (agitato) Eccoli! Mi raccomando non contraddire monsignor Ciborio è molto suscettibile.        

SILVESTRO - (sorridendo) Non preoccuparti.

SCENA QUARTA

Dall’ingresso in cima alla scala spuntano la dottoressa Pazienza e monsignor Ciborio. Ciborio è un tipo segaligno, piuttosto antipatico, con una notevole puzza sotto il naso. Pazienza e Ciborio si fermano sul pianerottolo della scala. Nunzio e Silvestro si spostano nei pressi della scrivania piccola.

                CIBORIO - E questo... ?

                PAZIENZA - Hem... monsignore questo è lo scantinato... sì, insomma, il deposito dove giacciono ancora i testi e i documenti da selezionare e da classifcare.

                CIBORIO - E su in archivio chi si occupa della prima selezione di questo materiale?

I due cominciano a scendere le scale, non si sono ancora accorti della presenza di Nunzio e di Silvestro.

                PAZIENZA - Nessuno monsignore...

                CIBORIO - Come nessuno?

                PAZIENZA - Sì, monsignore, il materiale viene selezionato qui.

               

Ciborio si ferma e squadra Pazienza.

                CIBORIO - Qui? Dottoressa, mi vuole prendere in giro?

                PAZIENZA - Non mi permetterei mai monsignore!

                CIBORIO - (ironico) E secondo lei chi farebbe la prima scrematura? Qualche topo con l’aiuto di un manipolo di scarafaggi? Non mi venga a raccontare che il personale dell’archivio scende a lavorare in questa cantina puzzolente per la prima selezione del materiale?

I due arrivano in fondo alla scala e Ciborio guarda i grandi scaffali pieni di materiale dando le spalle a Nunzio e a Silvestro.

CIBORIO - (ghignando ironico) Qui non ci si sarebbe nascosto nemmeno San Pietro durante le persecuzioni!

                PAZIENZA - A... abbiamo del personale che lavora qui.

                CIBORIO - (esterrefatto) Dottoressa, sta scherzando?

                PAZIENZA - No, no qui... c’è... c’è...

                SILVESTRO - (facendosi avanti) Silvestro... monsignore.... Silvestro Gatto.

Ciborio, esattamente come per la Pazienza nella scena prima, sobbalza spaventato, caccia un urletto isterico andando praticamente a saltare nelle braccia della Pazienza.

                CIBORIO - C... chi... è lei?

                SILVESTRO - Sono l’addetto al deposito.

                CIBORIO - Chi l’ha fatta entrare? Ha un permesso?

                SILVESTRO - Ma... monsignore... io lavoro qui.

                PAZIENZA - Hem... monsignore... è il personale di cui le parlavo.

Ciborio guarda in viso la Pazienza e si accorge di essere ancora abbracciato a lei. Imbarazzatissimo si allontana e, cercando di darsi un contegno, si rassetta con cura la tonaca. Pazienza è contemporaneamente imbarazzata e lusingata dal contatto fisico con Ciborio. Ciborio cerca di recuperere un cipiglio austero.

                CIBORIO - (a parte a Pazienza) Hem... chi è i costui?

                PAZIENZA - È l’impiegato di cui le avevo parlato... il signor... hem...

                NUNZIO - Gatto... Gatto Silvestro.

Ciborio squadra Nunzio.

                CIBORIO - (irritato) Lei non è interrogato! La invito a tornare su in archivio.

                NUNZIO - (inchinandosi) Sì, monsignore, subito... (salutandola) dottoressa.

                PAZIENZA - Nunzio, si tenga a disposizione.

                NUNZIO - (avviandosi su per la scala) Certo dottoressa… non dubiti dottoressa.

Nunzio esce.

SCENA QUINTA

                CIBORIO - (squadrando Silvestro) Dunque lei è...?

                SILVESTRO - Hem... Gatto... Gatto Silvestro.

                CIBORIO - Mi sta prendendo in giro?

                SILVESTRO - No, monsignore, Gatto è il cognome e Silvestro il nome.

Ciborio guarda per un attimo la Pazienza e tutte e due fanno mille smorfie nel tentativo di trattenere una risata, poi Ciborio comincia a passeggiare per la scena, guardandosi intorno.

                CIBORIO - Dunque questo sarebbe il deposito?

                SILVESTRO - S… sì, monsignore.

               

Ciborio osserva l’ambiente, legge qualche titolo sui vecchi volumi sparsi sui tavoli, ogni tanto con il dito passa sulle superfici per controllare la polvere depositata.

                CIBORIO - (improvvisamente) Signor Gatto!

                SILVESTRO - (sobbalzando) S… sì, monsignore.

                CIBORIO - (continuando a passeggiare) Come certamente saprà c’è una richiesta dall’alto… mooolto dall’altro affinché venga completata la… (guarda la Pazienza)

                PAZIENZA - (suggerisce) … la quinta sezione… monsignore…

CIBORIO - … la quinta sezione, si certo… e deve essere pronta per la prossima settimana. Ho parlato con il personale dell’archivio su di sopra e mi hanno detto che sono in ritardo poiché i testi e i documenti arrivano sui loro tavoli con lentezza esasperante.

Pausa ad effetto. La Pazienza lancia un’occhiataccia a Silvestro.

                CIBORIO - La dottoressa Pazienza mi ha riferito che la prima selezione dei testi avviene qui.

                SILVESTRO - S… sì, monsignore…

                CIBORIO - Quindi, è qui che il lavoro si rallenta?

                SILVESTRO - Mo… monsignore… qui sono solo e, co… come vede, il materiale da catalogare è tanto…               CIBORIO - Signor Gatto Silvestro...!

Ciborio e Pazienza cercano di nuovo di controllare le risate facendo mille smorfie.

                CIBORIO - (seccato) Signor Gatto, non ci è concesso di rallentare il lavoro!

                SILVESTRO - Ma… io…

                CIBORIO - Per di più, come le ho detto prima, la richiesta viene dall’alto, per cui deve darsi da fare!

                SILVESTRO - Ma…

                CIBORIO - Le manderemo qualcuno, ma il lavoro deve essere terminato assolutamente entro la prossima settimana!

                SILVESTRO - Monsignore… la ringrazio per l’aiuto che mi concede, ma… chiunque sia non conosce la situazione di questa parte dell’archivio e…

                CIBORIO - (irritato) Signor Gatto! Dai miei dipendenti non voglio nuovi problemi, ma la soluzione di quelli vecchi!

               

Ciborio, seguito dalla Pazienza, imbocca la scala per ritornare su in archivio.

                SILVESTRO - Ma…

                CIBORIO - (fermandosi a metà scala) Le do’ una settimana, signor Gatto, non voglio scuse! Lavori anche di notte se necessario e, se non è attrezzato per i miracoli, si organizzi!

La dottoressa Pazienza e monsignor Ciborio arrivano in cima alla scala.

                CIBORIO - (prima di uscire rivolto alla Pazienza) Gatto Silvestro… hi, hi, hi,

I due, ridacchiando, escono.

SCENA SESTA

Silvestro, rimasto solo, guarda sconsolato le migliaia di volumi depositati nello scantinato e poi sospira. Dall’ingresso in cima alla scala entrano Suor Fulgenzia e Suor Andreina. Silvestro non si accorge della loro presenza

                SILVESTRO - (scimmiottando Ciborio) Se non è attrezzato per i miracoli si organizzi!

Pausa.

                SILVESTRO - (c.s.) Voglio soluzioni, non problemi! (continuando) la richiesta viene dall’alto!

Pausa.

                SILVESTRO - (scimmiottando la Pazienza e Nunzio) Si, monsignore, certo monsignore, sarà fatto monsignore... uff... al diavolo!

Silvestro continua a scimmiottare a soggetto. Dalla scala le due suore lo guardano incuriosite poi si guardano tra loro perplesse.

                FULGENZIA - Hem... Silvestro...

                SILVESTRO - (sobbalzando) Ah!... Chi è?

Le due suore scendono rapidamente le scale. Andreina si guarda attorno timorosa.

                SILVESTRO - (riprendendo fiato) Ah… è lei... uff... per un attimo...

                FULGENZIA - Sì, lo so... monsignor Ciborio, e la dottoressa Pazienza ci hanno bloccato in archivio ordinandoci di scendere qui ad aiutarla.

                SILVESTRO - (sorridendo) Bene, almeno avrò un po’ di compagnia.

                FULGENZIA - Lei è suor Andreina, una mia compagna.

                SILVESTRO - Piacere.

                ANDREINA - Come va?

Si stringono la mano.

                SILVESTRO - Ma... suor Fulgenzia... la sua asma...

                FULGENZIA - (sorridendo) Non ne parliamo nemmeno, siamo qui per aiutarla e basta!

                SILVESTRO - (sorridendo) Grazie... sono felice di avervi qui.

                FULGENZIA - Da dove cominciamo?

                SILVESTRO - Venite!

Silvestro si avvicina al tavolo grande seguito dalle due suore.

                SILVESTRO - Vedete? Questi antichi libri e queste pergamene sono tutte datate tra l’undicesimo ed il dodicesimo secolo. Si tratta di manoscritti preziosi e unici...

                FULGENZIA - Caspita!

                SILVESTRO - Il lavoro consiste nel tirare fuori dalle casse e dagli scaffali il materiale, dividerlo per tipo, argomento, anno... insomma tutti i dati che è possibile individuare, protocollarli, annotare su un registro e su una scheda l’argomento ed il contenuto, e poi mandarli su in archivio, con la loro scheda per la classificazione e l’archiviazione definitiva.

                ANDREINA - (stupita) Ma ci saranno migliaia di volumi, come fa a fare la cernita?

                SILVESTRO - (sorridendo) Esperienza, ormai so come muovermi qui dentro.

                FULGENZIA - Ma... conosce tutto il deposito?

                SILVESTRO - Più o meno, anche se ci sono alcune stanze con degli scaffali intatti.

                FULGENZIA - Come “intatti”?

                SILVESTRO - Sì, praticamente non sono mai stati toccati.

                ANDREINA - (incredula) Cioè, i libri che contengono sono qui da…? Da quanto?

                SILVESTRO - Alcuni probabilmente da quando sono stati scritti!

                ANDREINA - Oh Signore!

Andreina si avvicina al tavolo grande.

                FULGENZIA - Ma ci saranno cose rarissime!

                SILVESTRO - Alcune anche uniche.

                FULGENZIA - Caspita, ma qui c’è un tesoro!

                SILVESTRO - Direi di sì.

                ANDREINA - (osservando un enorme libro sul tavolo) Guarda Fulgenzia!

Fulgenzia si avvicina.

                FULGENZIA - (legge) Ad... “Adversus Iudaeos”, caspita è pergamena!

                ANDREINA - Ma qui c’è da lavorare per anni!

                SILVESTRO - Bisognerebbe spiegarlo a monsignor Ciborio che vuole la selezione della quinta sezione fra tre giorni.

                FULGENZIA - Che cos’è la quinta sezione?

                SILVESTRO - È una serie di documenti autografi scritti da alcuni santi minori dell’undicesimo secolo.

                FULGENZIA - (a Silvestro) Cioè?

                SILVESTRO - Una serie di storie e di cronache dell’epoca… roba scritta da santi poco conosciuti.

                ANDREINA - Sai che pall...

                FULGENZIA - Andreina!

Suor Andreina si tappa la bocca.

                FULGENZIA - (a Silvestro) E che ci devono fare su in archivio?

                SILVESTRO - Non ne ho idea, pare che la richiesta venga da (scimmiottando Ciborio) moltooo in alto!

                FULGENZIA - (esita) Qua... quanto in alto?

                SILVESTRO - (sottovoce come se rivelasse un segreto) Cardinale Konzert!

                ANDREINA - Porca zozza ladra!

                FULGENZIA - Andreina! Se ti sente la superiora ti manda a fare il camionista.

                ANDREINA - Magari!

                FULGENZIA - (a Silvestro) Che se ne fa il cardinale Konzert di storielle di santi di serie “B”?

                SILVESTRO - Non ne ho idea.

Pausa. I tre si guardano fra loro e poi guardano la montagna di libri che li circonda.

                ANDREINA - Accidenti, qui ci vorrebbe un esercito di bibliotecari.

                SILVESTRO - Già, dovremo inventarci qualcosa.

                FULGENZIA - (battendo le mani) Forza, diamo ci da fare, a guardare non si risolve nulla... Silvestro da dove cominciamo?

                SILVESTRO - (guardandosi intorno) Bella domanda.

Pausa.

                SIVESTRO - Diciamo che la classificazione del materiale che vedete qui è praticamente finita, bisognerà cominciare ad aprire qualche altro scantinato.

                ANDREINA - Quelli di cui parlava prima?

                SILVESTRO - Sì.

                ANDREINA - Quindi ci potrebbero essere anche documenti segreti e misteriosi?

                SIVESTRO - (sorridendo) Se lo scordi, qui ci sono solo delle noiosissime storie di santi e di preti.

Silvestro si avvicina alla scrivania e comincia a cercare qualcosa nei cassetti.

                ANDREINA - (che non ha perso l’entusiasmo) Magari storie strane, misteriose, storie segrete!

                FULGENZIA - (che sta curiosando tra i libri) Ridagli! Ma è proprio una fissazione la tua!

                ANDREINA - (c.s.) Magari qualche storia d’amore di qualche santo!

                FULGENZIA - Andreina!

                ANDREINA - E u che ne sai? Del resto San Pietro era sposato.

                FULGENZIA - Come no, Sant’Agostino gestiva un’agenzia matrimoniale e Santa Chiara un sexy shop!

                ANDREINA - (candida) Davvero?

                FULGENZIA - Ma va!

Nel frattempo Silvestro ha trovato quello che cercava: una torcia elettrica che si accende dopo diversi tentativi e alcune scrollate.

                SILVESTRO -Bene, allora, suor Andreina, vogliamo andare?

                ANDREINA - Dove?

                SILVESTRO - (indicando la porta sotto la scala) Di là.

                ANDREINA - Che c’è di là?

                SILVESTRO - Uno scantinato con dei vecchi archivi ancora da controllare.

                ANDREINA - Vuol dire intatti?

                SIVESTRO - Praticamente sì.

                ANDREINA - (entusiasmandosi e battendo le mani) Sìììì!

                SILVESTRO - Suor Fulgenzia, lei dovrebbe cercare fra questi libri… intendo i pochi ancora da classificare rimasti qui.

                FULGENZIA - Perché non posso venire anch’io di là?

                SILVESTRO - Perché di là c’è più polvere che libri ed io non voglio che si senta male di nuovo.

                FULGENZIA - (rassegnata) Hum… quali sono i libri da controllare?

                SILVESTRO - (indicando il tavolo grande) Quelli sopra il tavolo e quelli accatastati sotto.

                FULGENZIA - Devo cercare qualcosa in particolare?

Silvestro si blocca e rimane pensoso per qualche istante. Andreina nel frattempo ha tolto la torcia dalle mani di Silvestro, ha aperto la porta sotto la scala e sta puntando il fascio di luce all’interno dello scantinato inesplorato.

                ANDREINA - (sbirciando nel buio oltre la porta) Silvestro, andiamo.

Andreina si volta e vede Silvestro meditabondo.

                ANDREINA - Che c’è?

                FULGENZIA - Già, Silvestro, che c’è?

                SILVESTRO - No… pensavo…

                ANDREINA - Cosa?

                SILVESTRO - (meditabondo) … che in tutto il materiale d’archivio che ho classificato negli ultimi due mesi, trovavo sempre un continuo riferimento ad un documento… uno scritto… forse un libro di un autore sconosciuto.

                FULGENZIA - Una delle storie dei santi minori?

                SILVESTRO - (c.s.) Forse… non so, forse una raccolta di esercizi spirituali.

                ANDREINA - Ma di questa roba ne sono piene le biblioteche pontificie!

                SILVESTRO - Ora che ci penso è da circa una settimana che ho iniziato a mandare su in archivio i documenti che ho classificato negli ultimi due mesi…

                FULGENZIA - E allora?

                SILVESTRO - Ed è da una settimana che di sopra hanno cominciato ad interessarsi a questo scantinato e oggi a me.

                ANDREINA - Che significa?

                SILVESTRO - Non l’hanno mai fatto in quindici anni, non mi hanno mai detto niente, non sapevano neanche che esistevo…

                FULGENZIA - … ed ora hanno una fretta del diavolo per terminare la classificazione della quinta sezione!

                ANDREINA - Allora c’è davvero qualcosa di misterioso in questa sezione!

                FULGENZIA - Ah, ma allora è proprio una fissazione!

                ANDREINA - Evidentemente su in archivio qualcuno sta cercando qualcosa di particolare e l’unico che può trovarglielo è lei Silvestro, ecco perché le hanno messo fretta!

Silvestro e Fulgenzia guardano stupiti Andreina.

                FULGENZIA - Brava! Silvestro, Andreina ha ragione!

                SILVESTRO - Ha proprio ragione!

Silvestro si avvicina ad Andreina e le prende le mani.

                SILVESTRO - (paternamente) Tu dovevi fare la scrittrice di gialli, non la suora!

                ANDREINA - (di scatto a Fulgenzia) Lo vedi! Lo dice anche Silvestro!

                SILVESTRO - (stupito) Perché?

                FULGENZIA - (minimizzando) Ma niente!… Ha il pallino della scrittrice.

                SILVESTRO - Davvero?

                ANDREINA - (timidamente) Sì… beh… ogni tanto…

                FULGENZIA - (battendo le mani) Su forza gente! Diamoci da fare!

                SILVESTRO - Hai ragione. Andreina vieni con me e tu Fulgenzia… (si ferma) Oh, scusate, senza volerlo vi ho dato del “tu”.

                FULGENZIA - (sorridendo) Dimmi Silvestro!

                SILVESTRO - (sorridendo) Ok… tu cerca nei libri che ti ho detto, mentre io e Andreina andiamo di là.

Andreina accende di nuovo la torcia e illumina il buio oltre la porta.

                ANDREINA - C’è una scala che scende.

                SILVESTRO - (guardando) Sì, ma sono solo tre gradini.

                ANDREINA - Uff… c’è un odore di umidità e di chiuso.

Silvestro si ferma pensieroso sulla soglia mentre Fulgenzia comincia a scartabellare i libri.

                SILVESTRO - Fulgenzia.

                FULGENZIA - Sì?

                SILVESTRO - Non ho un’idea precisa su ciò che stanno cercando su in archivio ma, da quello che ho capito dovrebbe trattarsi di un documento, un volume… un libro sulla santità.

                FULGENZIA - Ma cosa avrà di così speciale?

                SILVESTRO - Non lo so, ma se ti capita qualche titolo… che so… tipo “De rebus sancitis”… oppure, “Liber de sanctitate”, o… “Summa de sanctitate”[1]… o qualcosa del genere, dovremmo essere vicini.

Fulgenzia prende nota dei titoli

                FULGENZIA - Ho capito.

                SILVESTRO - Bene, Andreina andiamo.

                ANDREINA - Agli ordini capo!

SCENA SETTIMA

Silvestro e Andreina escono dalla porta sotto la scala mentre Fulgenzia continua a selezionare i libri sul tavolo. Ogni tanto ne prende uno di quelli accatastati sotto.

                FULGENZIA - (leggendo i titoli) “De montibus Sina et Sion”…. “De centesima, sexagesima trigesima”, “De Trinitate”. (poi si guarda intorno) Ma dove sarai?

Dalla porta in cima alla scala entra trafelato Nunzio

                NUNZIO - Silvestro! Silvestro!

Fulgenzia sobbalza mentre Nunzio arriva di corsa in fondo alla scala.

                NUNZIO - (trafelato) Presto, suor Fulgenzia, dov’è Silvestro?

                FULGENZIA - Insieme a suor Andreina nell’altro scantinato.

Nunzio si precipita sulla soglia della porta.

                NUNZIO - (ad alta voce sbirciando nel buio) Silvestro!

               

La voce di Silvestro arriverà da lontano con una certa eco.

                SILVESTRO - Che c’è?

                NUNZIO - (c.s.) Ho scoperto da chi è arrivato l’ordine per la classificazione urgente della quinta sezione!

                SILVESTRO - (c.s.) E chi è?

                NUNZIO - (c.s.) Non te lo posso urlare da qui, esci da lì che te lo dico!

                SILVESTRO - (c.s.) Non posso!

                NUNZIO - (c.s.) Perché?

                SILVESTRO - (c.s.) Ci siamo persi!

                NUNZIO - (a Fulgenzia perplesso) Si sono persi.

Fulgenzia allarga le braccia.

                NUNZIO - (di nuovo ad alta voce) Che vuol dire “persi”?

                SILVESTRO - (c.s. scocciato) Che non ritroviamo più la via per uscire!

                NUNZIO - (c.s.) Sbrigatevi!

                SILVESTRO - (c.s.) È una parola!

                FULGENZIA - Signor Nunzio, ma che succede? Chi è che ha dato l’ordine dall’alto?

Nunzio si guarda intorno circospetto come se avesse paura di essere sentito da qualcuno, poi si avvicina a Fulgenzia e le parla in un orecchio. Mentre Nunzio spiffera il nome, Fulgenzia spalanca occhi e bocca.

                FULGENZIA - (guardando esterrefatta Nunzio) No!

Nunzio annuisce.

                FULGENZIA - Pro… proprio lui?

                NUNZIO - Eh già!

                FULGENZIA - (incredula) Bontà divina!

                NUNZIO - Senta suor Fulgenzia, io devo scappare di sopra, glielo dica lei a Silvestro.

                FULGENZIA - (ancora incredula) Sì… sì, non dubiti.

Nunzio fugge via per le scale, nello stesso momento, da fuori scena, si sente un gran rumore, subito dopo uno sbuffo di polvere esce dalla porta dello scantinato. Fulgenzia accorre ma si scontra con la nuvola di polvere, tossisce più volte ed è costretta ad appoggiarsi alla scrivania per il sopraggiungere di una nuova crisi respiratoria. Tira fuori il nebulizzatore, si spruzza il medicinale in bocca e, dopo qualche secondo, si riprende. Nello stesso momento Silvestro e Andreina escono dalla porta dello scantinato

SCENA OTTAVA

Silvestro e Andreina sono completamente coperti di polvere e di ragnatele. Andreina ha le braccia cariche di libri e stringe la torcia elettrica tra i denti. Silvestro regge altri libri ed ha due vecchie bottiglie infilate nelle tasche della giacca. Fulgenzia li guarda e scoppia a ridere.

                ANDREINA - (seccata) Che hai da ridere?

Fulgenzia è costretta ad interrompere la risata per il sopraggiungere di una nuova crisi respiratoria.

                ANDREINA - (ghignando) Vedi? Il Signore ti ha punito!

                FULGENZIA - (tra i colpi di tosse) Ma… va!

Andreina e Silvestro depositano il carico dei libri sulla scrivania piccola, poi tentano di darsi una ripulita sommaria sollevando ancora polvere. Fulgenzia, per il timore di un’altra crisi di asma, fugge sulla destra della scena, lontano dai due, fin dietro il tavolo grande.

                FULGENZIA - Cos’era quel rumore? Sembrava il crollo delle mura di Gerico!

                SILVETRO - … È venuto giù uno scaffale ed è andato a sbattere contro una parete… doveva essere marcia di umidità perché è crollata anche lei come un budino.

                FULGENZIA - Accidenti!

                SILVESTRO - Al di là della parete c’era una stanza con…

                FULGENZIA - Altri libri?

                SILVESTRO - … Sì, ma non molti… in compenso abbiamo trovato una cinquantina di queste.

Silvestro appoggia le due bottiglie sulla scrivania.

                FULGENZIA - Bottiglie!

ANDREINA - (solenne) Bordeaux “La Houringue Haut Medoc 1879”… c’è scritto sull’etichetta.

                FULGENZIA - Caspita!… Ma che ci fa un’annata di Bordeaux nello scantinato dell’archivio segreto del Vaticano?

                ANDREINA - (teatrale) Un altro mistero che si rivelerà agli occhi dei nostri tre eroi quando…

Andreina è interrotta da delle voci e del trambusto oltre la porta in cima alle scale.

                SILVESTRO - Avranno sentito il rumore… se sanno che abbiamo trovato altri documenti, invece di tre giorni mi chiederanno di finire la classificazione in tre ore. Facciamo così: (a Fulgenzia) tu raccogli tutto quello che abbiamo già registrato portalo di sopra… così per un po’ avranno da fare e se ne staranno tranquilli, e tu (ad Andreina) datti una pulita (sorridendo) se ti vede la superiora ti manda a fare il camionista!

                ANDREINA/FULGENZIA - (all’unisono) Sì capo!

                SILVESTRO - Io, intanto, prima che venga giù la dottoressa Pazienza, do’ una controllata veloce ai libri che abbiamo trovato nell’altro scantinato.

                ANDREINA - (a Fulgenzia) Ti do’ una mano.

Andreina e Fulgenzia raccolgono i libri già classificati, praticamente quelli sopra e sotto il tavolo grande, salgono la scala ed escono. Da fuori si sentono le voci delle due suore che, a soggetto, rassicurano gli archivisti spaventati dal rumore del crollo.

SCENA NONA

Silvestro apre un cassetto della sua scrivania, tira fuori una spazzola per abiti e cerca di darsi una pulita un po’ più accurata, dopo di che, sempre dal cassetto della scrivania, tira fuori un panno per spolverare e, uno per uno comincia ad esaminare i libri recuperati nello scantinato pulendone le copertine con il panno.

                SILVESTRO - Vediamo che cosa abbiamo qui… dunque: “Carmen de duobus populis”…

Chiude il libro, lo ripone, ne prende delicatamente un altro, lo spolvera e lo apre.

                SILVESTRO - (legge) … “Psalterium romanum”…

Chiude anche questo libro e ripete l’operazione con un altro.

                SILVESTRO - “Istructiones pro…”

Si ferma un attimo perplesso, lo spolvera meglio e legge di nuovo.

                SILVESTRO - (incuriosito) “Istructiones pro sanctitatem”… ! (cerca di tradurre il titolo)… “Istructiones pro sanctitatem” … istruzioni per la sa… no… (sobbalza per la scoperta), che mi venga un colpo! “Manuale sulla santità”!

Apre le pagine e legge il sottotitolo.

                SILVESTRO - “Liber pro se sanctum faciendum”… per tutti i tarli! “Il libro per farsi santi”! (scorre velocemente le pagine infine guarda diritto davanti a se stupefatto) Un libro che contiene le istruzioni per diventare santi! Oh Cristo! Ma questa è la scoperta del secolo! Ecco perché gli alti prelati e le eminenze dell’archivio segreto hanno tanta fretta di accaparrarsi la quinta sezione!

Lo sfoglia ancora e legge il nome dell’autore.

                SILVESTRO - San… San Crispoldo… e chi diavolo è questo?

Si siede e comincia a leggere. Dopo un minuto dalle scale scende trafelato Nunzio.

SCENA DECIMA

                NUNZIO - Silvestro! Silvestro!

Silvestro sobbalza, chiude il libro e, velocemente, lo nasconde sotto gli altri.

                SILVESTRO - Sì… che c’è?

                NINZIO - Silvestro, la dottoressa Pazienza ha saputo che hai trovato una stanza segreta e sta venendo qui perché vuol vedere di persona quello che hai recuperato.

Silvestro sta per spiegare il fatto a Nunzio quando, dalla scala, spunta la dottoressa Pazienza.

                PAZIENZA - Signor Gatto!

                SILVESTRO - S… sì, dottoressa!

                PAZIENZA - Ho saputo che, nello scantinato dell’archivio, ha trovato una stanza di cui nessuno sapeva nulla!

                SILVESTRO - (fra se a parte) Lo sapevo: Andreina non ha resistito alla tentazione! (alla Pazienza) Hem… dottoressa…in effetti, setacciando lo scantinato ho rinvenuto una stanza nascosta.

                PAZIENZA - (che nel frattempo è arrivata davanti a Silvestro) E allora?

                SILVESTRO - E… allora…

                PAZIENZA - Signor Gatto, lo sa che monsignor Ciborio vuole essere messo al corrente di tutto quello che succede qui dentro?

                SILVESTRO - Sì… sì, certo…

                PAZIENZA - Ebbene?

                SILVESTRO - Ebbene… (con un intuito improvviso prende una delle bottiglie e, rapidamente, la scaraventa in mano alla Pazienza) ecco qui!

                PAZIENZA - (schifata dalla polvere e dalle ragnatele depositate sulla bottiglia) Que… questa co… cos’è?

                SILVESTRO - Bordeaux “La Houringue Haut Medoc 1879”… c’è scritto sull’etichetta.

                PAZIENZA - Vino?

                SILVESTRO - Vino rosso… ottimo per la cacciagione.

                PAZIENZA - (perplessa) Non… capisco…

                SILVESTRO - Dottoressa, questo è ciò che ho trovato nella stanza segreta, sono sicuro che un intenditore come monsignor Ciborio saprà apprezzare una simile rarità… nella stanza ce ne sono altre cinquanta bottiglie circa.

                PAZIENZA - (frastornata) Sì… glielo dirò.

La Pazienza, confusa e con la bottiglia in mano, sale la scala ed esce di scena seguita da Nunzio.

SCENA UNDICESIMA

Silvestro ritorna di corsa alla scrivania, tira fuori il libro, lo apre e si rimette a studiarlo. Dopo qualche minuto dalla scala scendono Fulgenzia ed Andreina.

                FULGENZIA - (sussurrando) Silvestro!       

                SILVESTRO - (sobbalza) Chi è?

                ANDREINA - (sussurrando) Siamo noi!

                SILVESTRO - Ah, bene, venite!

Le due suore scendono la scala. Silvestro le squadra severamente. Fulgenzia e Andreina intuiscono il motivo.

                FULGENZIA - Non ci guardare così!

                ANDREINA - Di sopra hanno sentito il rumore e hanno voluto sapere cos’era successo.

                SILVESTRO - E voi?

                FULGENZIA - Abbiamo cercato di calmarli, ma la dottoressa Pazienza è voluta scendere a vedere.

                SILVESTRO - Già.

                ANDREINA - Sarà diventata una furia.

                SILVESTRO - No.

                FULGENZIA - Come no?... Non si è arrabbiata?

                SILVESTRO - Gli ho regalato una delle bottiglie di Bordeaux ed è rimasta senza parole.

                ANDREINA - Ma la dottoressa Pazienza è astemia.

                SILVESTRO - Ma monsignor Ciborio è un intenditore!

Tutti ridono.

                FULGENZIA - Se gli piace il Bordeaux, starà calmo per un po’... a proposito!

                SILVESTRO - Che c’è?

                FULGENZIA - Vuoi sapere da chi viene l’ordine di sollecito per finire il lavoro alla quinta sezione?

                SILVESTRO - Dal cardinale Konzert?

                FULGENZIA - No.

                SILVESTRO - E da chi?

Fulgenzia si avvicina all’orecchio di Silvestro e gli spiffera il nome. Silvestro spalanca occhi e bocca.

                SILVESTRO - (esterrefatto) No!

                FULGENZIA/ANDREINA - (all’unisono) Sì!

                SILVESTRO - (c.s.) Incredibile... ora è tutto chiaro!

                ANDREINA - Cosa vuoi dire?

Silvestro le guarda sorridendo. Le due suore lo guardano a loro volta e, piano piano, realizzano.

               

                FULGENZIA - (incredula) L’hai trovato!

                SILVESTRO - (sorridendo) Proprio lui!

                ANDREINA - (incredula) Era tra i libri ritrovati nella stanza segreta?

                SIVESTRO - Già.

                FULGENZA - (divorata dalla curiosità) E di che si tratta? Di sopra stanno diventando tutti matti per questo libro!

                SILVESTRO - Venite.

Silvestro le fa avvicinare alla scrivania e tira fuori il libro.

                SILVESTRO - (solenne) “Istructiones pro sanctitatem” di San Crispoldo da Bitonto!

                ANDREINA - San Crispoldo? E chi è?

                SILVESTRO - Un santo minore.

                FULGENZIA - E… il libro... di cosa parla?

                SILVESTRO - Reggetevi forte.

               

Le due suore si guardano incuriosite.

                SILVESTRO - (dopo una pausa ad effetto) Si tratta di un manuale per diventare santi!

               

Pausa.

                FULGENZIA - Non... capisco...

                SILVESTRO - Qui dentro ci sono esercizi spirituali, meditazioni, insomma tutto l’allenamento e le istruzioni per diventare santi!

                ANDREINA - Cioè... se... ?

                SILVESTRO - (sorridendo) Se ti studi tutto questo tomo, se fai gli esercizi, diventi santo e impari a fare i miracoli!

Andreina e Fulgenzia si guardano intimidite.

                SILVESTRO - Beh? Che ne dite?

La due suore cominciano ad indietreggiare spaventate dalla rivelazione.

                SILVESTRO - (facendosi serio) Che vi prende?

                FULGENZIA - Sì... Silvestro... fo...forse sarebbe bene lasciar pe... perdere quel libro.

                SILVESTRO - Perché?

                ANDREINA - Non possiamo sapere que... quello che c’è dentro.

                FULGENZIA - Potrebbe essere pe... pericoloso.

                ANDREINA - Ci po... potrebbero essere dei segreti riservati a pochi...

                SILVESTRO - (sorridendo) Ma voi ci credete davvero?

                FULGENZIA - Silvestro, forse la dottoressa pazienza ha ragione... dovresti consegnare tutto a monsignor Ciborio.

Le due suore continuano a indietreggiare, Silvestro è stupito per la loro reazione.

                SILVESTRO - Ma è solo un libro!

                ANDREINA - Hem... noi dobbiamo andare.

                SILVESTRO - Aspettate!

                FULGENZIA - A... abbiamo da.. fare.

                SILVESTRO - Un momento!

Le due suore imboccano di corsa la scala ed escono fuggendo.

                SIVESTRO - Aspettate!... È solo un libro... ma tu guarda!

Silvestro, dopo un’ultima occhiata all’ingresso in cima alla scala, torna alla scrivania, si siede, apre il libro e si mette a leggere.

                SILVESTRO - “Istructiones pro...” bah!

Silvestro comincia a leggere, dopo un minuto si incuriosisce, apre un blocco notes e comincia a prendere appunti. Una musica accompagna il finale della scena ed il sipario si chiude su Silvestro tutto preso a studiare il manuale di santità.

 

SIPARIO

FINE DEL PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

SCENA

La scena è la stessa del primo atto.

SIPARIO

SCENA PRIMA

La mattina successiva. Silvestro, che ha passato tutta la notte a studiare il manuale di santità, si è addormentato sulla scrivania con la testa appoggiata sul libro aperto e sul blocco notes pieno zeppo di appunti. Alla sua destra c’è ancora la bottiglia di Bordeaux. Silvestro dorme con la bocca aperta russando rumorosamente e, ogni volta che espira, fa volare una nuvoletta della polvere depositata sulle pagine del libro. La scena va avanti per qualche minuto infine Silvestro chiude la bocca, bofonchia, farfuglia, lentamente apre gli occhi, si guarda intorno ed, alla fine, comincia a tossire e a sputacchiare per la polvere ingerita.

                SILVESTRO - (stralunato) Porc… ma che diavolo!

Riesce a sollevarsi e, continuando a sputacchiare, non ancora completamente sveglio, si guarda intorno imbambolato.

                SILVESTRO - (facendo smorfie con la bocca) Accidenti, mi sembra di avere il sacchetto di un aspirapolvere al posto della bocca!

Si alza in piedi e si stiracchia, poi si guarda intorno perplesso.

                SILVESTRO - Ma che… ?

Guarda il libro e gli appunti sulla scrivania.

                SILVESTRO - Mi devo essere addormentato… ma che ore sono? (guarda l’orologio e spalanca gli occhi) le nove! Porcaccia miseria, se non mi sbrigo mi chiudono dentro l’archivio!

Continuando a fare smorfie con la bocca, comincia a recuperare le sue cose.

                SILVESTRO - Mamma mia, che sete… ho la bocca tutta impastata… bleah!

Si guarda intorno, ma l’unico liquido presente in scena è la bottiglia di Bordeaux sulla scrivania. Silvestro l’afferra e la scuote. Si sente un tintinnio di campanelli Nota: ogni volta che Silvestro compirà un miracolo in scena si sentirà un tintinnio di campanelli.

                SILVESTRO - Posso togliermi la sete con un Bordeaux di un secolo e mezzo! Uff… cosa darei per una bottiglia d’acqua! Vabbe’ ormai berrò a casa (guarda di nuovo l’orologio)… se non mi sbrigo resto anche senza cena!

Rimette la bottiglia sulla scrivania, chiude il libro, il blocco di appunti e li ripone nella borsa. Si infila il cappotto, dà un’ultima occhiata in giro per vedere se si è scordato qualcosa ed infine imbocca la scala per uscire

SCENA SECONDA

Nello stesso momento in cui Silvestro arriva a metà scala, dall’ingresso entra trafelato Nunzio.

                NUNZIO - Silvestro! Silvestro! Stanno arrivando monsignor Ciborio e la dottoressa Pazienza, vogliono vedere la stanza che hai trovato!

                SILVESTRO - A quest’ora?

                NUNZIO - (perplesso) Sì perché? È già più di un’ora che fremono!

                SILVESTRO - Ma sono le nove!

                NUNZIO - (c.s.) E allora?

                SILVESTRO - Non possono aspettare domani mattina?

                NUNZIO - Fino a domani? E perché?

                SILVESTRO - (comincia a seccarsi) Come perché? Perché a quest’ora io ceno e fra due ore vado a dormire se permetti!

                NUNZIO - (intuendo tutto) Silvestro.

                SILVESTRO - Cosa?

                NUNZIO - Sono le nove,… ma di mattina!

Silvestro spalanca gli occhi, poi si guarda intorno stupito.

                SILVESTRO - Oh, porco mondo… mi…

                NUNZIO - … ti sei addormentato sulla scrivania!

                SILVESTRO - Ecco perché mi fanno male tutte le ossa!

                NUNZIO - … e per giunta alle nove di mattina dormivi sul lavoro!

                SILVESTRO - Sì… ma…

                NUNZIO - Togliti il cappotto e mettiti al lavoro… se ti sorprendeva la dottoressa Pazienza erano guai!

                SILVESTRO - (intimidito) Sì… sì…

Nunzio esce. Silvestro si toglie il cappotto, si ravvia i capelli cerca di darsi una rassettata al vestito poi si siede alla scrivania. Apre la borsa, fa per tirare fuori il libro, ma ci ripensa, lo ripone, ne prende un altro di quelli recuperati nello scantinato e si rimette al lavoro.

SCENA TERZA

Dalla scala entrano la dottoressa Pazienza e monsignor Ciborio seguiti da Nunzio. Scendono rapidamente i gradini e raggiungono Silvestro che li guarda intimorito.

                CIBORIO - Signor Gatto Silvestro!

Altre smorfie di Ciborio e della Pazienza per non ridere.

                SILVESTRO - Sì… mo… monsignore…

                CIBORIO - (autoritario) Vengo subito al dunque! Mi è stato riferito che nel sotterraneo dall’archivio ha scoperto una stanza rimasta nascosta di cui nessuno sapeva nulla?

                SILVESTRO - Sì… è proprio… là…

                CIBORIO - (c.s.) E che lì ha ritrovato dei documenti dimenticati?

                SILVESTRO - Sì…

                CIBORIO - (c.s.) E, inoltre, che ha recuperato alcune bottiglie di vino francese?

                SILVESTRO - S… monsignore, gliene ho fatta avere una… nello scantinato ce ne sono una cinquantina.

                CIBORIO - (raddolcendosi) Bene, bene, ne abbiamo già verificato il contenuto, nonostante il lungo periodo di tempo trascorso è ancora un ottimo vino, ma mi parli dei documenti che ha ritrovato!

                SILVESTRO - Eccoli… monsignore, sono le solite cronache di santi e di prelati.

Ciborio lancia un’occhiata al materiale poi, per qualche minuto, si aggira pensieroso per la stanza, infine si rivolge alla Pazienza e a Nunzio.

                CIBORIO - Signori, vi chiedo di lasciarci soli.

La Pazienza lancia un’occhiataccia a Silvestro poi esce insieme a Nunzio.

SCENA QUARTA

Ciborio squadra Silvestro.

                CIBORIO - Signor Gatto.

                SILVESTRO - Sì, monsignore.

Pausa ad effetto, Ciborio fa qualche passo per la stanza.

                CIBORIO - (grave) Sarò franco. (pausa) Secondo alcuni indizi dentro questo scantinato sarebbe custodito un libro che ha destato interessi ai più alti livelli della gerarchia ecclesiastica. (pausa) Si tratta di un testo che non deve, ripeto, NON DEVE assolutamente uscire da queste mura! Non sono autorizzato a informarla sul contenuto, ma deve assolutamente essere recuperato e consegnato a me personalmente! Nessuno deve venirne a conoscenza! Mi sono spiegato?

                SILVESTRO - S… sì… ma…

                CIBORIO - Si tratta di un libro… diciamo così… sì, insomma che non può e non deve finire in mani sbagliate! Abbiamo ragione di credere che durante gli ultimi cinque secoli è rimasto nascosto nella parte di scantinato da lei appena scoperta. Da alcuni riferimenti storici sembra che sia stato nascosto in una cantina... insieme a del vino.

                SILVESTRO - Sì… monsignore, ma come lo riconoscerò?

                CIBORIO - (esita per un attimo) L’autore è un santo minore, un certo... San Crispoldo da Bitonto... (guardandolo di traverso) l’è capitato qualche documento che citava questo nome?

                SILVESTRO - N... no...

                CIBORIO - (sospettoso) Hum... va bene... mi tenga al corrente ma, soprattutto, riferisca direttamente a me!

                SILVESTRO - Sì... mo... monsignore... sarà fa... fatto... monsignore...

                CIBORIO - (insinuante) Non ne dubito... vedrà che la nostra riconoscenza sarà adeguata al servizio reso.

                SILVESTRO - (con gli occhi che brillano) Potrò andare a lavorare di sopra... monsignore?

                CIBORIO - ... e forse qualcosa di più.

                SILVESTRO - (c.s.) Conti pure su di me monsignore!

                CIBORIO - Voglio sperarlo. Arrivederci e mi tenga informato.

                SILVESTRO - Non dubiti monsignore!

Ciborio sale qualche gradino della scala, ma Silvestro si ricorda della bottiglia sulla scrivania.

                SILVESTRO - Monsignore!

                CIBORIO - Sì?

                SILVESTRO - Questa è un’altra delle bottiglie che ho ritrovato nello scantinato.

Ciborio, fa un sorrisetto che sembra un ghigno, scende le scale, si avvicina di nuovo a Silvestro e prende la bottiglia.

                SILVESTRO - Presto gliele farò avere tutte.

                CIBORIO - (magnanimo) Bene, signor Gatto, voglio farla partecipe della sua scoperta, voglio che anche lei assaggi questo vino!

                SILVESTRO - È un onore monsignore, non mi permetterei...

                CIBORIO - (c.s.) Non si preoccupi... ha un apribottiglie?

Silvestro si precipita al cassetto della scrivani, rovista dentro e tira fuori un temperino e due bicchieri di plastica.

                SILVESTRO - Mi dispiace, monsignore, ho solo questo.

                CIBORIO - Dovrebbe essere sufficiente… apra.

Silvestro comincia ad armeggiare e, dopo poco, stappa la bottiglia.

                CIBORIO - A lei l’onore monsignore!

Ciborio prende delicatamente la bottiglia e comincia a fare una lunga serie di operazioni da esperto sommelier: annusa il tappo, guarda in controluce la bottiglia, controlla l’etichetta ecc.

                CIBORIO - Mi dia il bicchiere... anche se la plastica non è certo adatta per un capolavoro del genere.

Silvestro esegue. Ciborio si appresta a versare il vino

                CIBORIO - Vede signor Gatto, ora viene la parte più delicata dell’operazione: l’areazione del vino che dovrebbe essere fatta in un apposito contenitore, ma in assenza di attrezzatura adatta... ci dobbiamo accontentare... comunque questa operazione deve essere effettuata con cautela e accortezza per evitare che il vino...

Durante tutta la battuta Ciborio ha sollevato la bottiglia e ha cominciato lentamente ad inclinarla per versare il contenuto nel bicchiere, ma si interrompe per lo stupore in quanto dalla bottiglia esce acqua. Ciborio si ferma perplesso, guarda dentro il bicchiere, annusa il liquido infine guarda dentro la bottiglia e ne annusa il contenuto.

                CIBORIO - (contrariato) Acqua!

                SILVESTRO - (stupito) Acqua?

                CIBORIO - (c.s.) Signor Silvestro, ha vuotato il vino dalla bottiglia e l’ha riempita d’acqua?

                SILVESTRO - No... monsignore, come ha potuto vedere la bottiglia era sigillata.

                CIBORIO - (poco convinto) Sì... già...

                SILVESTRO - Evidentemente siamo vittime di uno scherzo vecchio di un secolo e mezzo.

                CIBORIO - (c.s.) Hum... sì... può darsi... tiri fuori le altre bottiglie... le controlleremo.

Ciborio porge bottiglia e bicchiere a Silvestro, gira i tacchi e si avvia per le scale.

                CIBORIO - Mi raccomando signor Gatto, (si ferma e lo squadra) esigo di essere informato su tutto quello che succede qui dentro!

                SILVESTRO - Non du... dubiti.. monsignore.

Ciborio esce. Silvestro guarda perplesso la bottiglia, poi annusa il contenuto del bicchiere.

SCENA QUINTA

                SILVESTRO - Acqua... bah! Eppure qui c’è scritto: Bordeaux. (annusa di nuovo l’acqua) non sembra neanche acqua stagnante né puzzolente... (annusa la bottiglia)... nemmeno qui... possibile abbiano imbottigliato dell’acqua?

Silvestro, annusa ancora una volta l’acqua nel bicchiere, poi con prudenza ne assaggia un goccio, si sofferma a sentirne il sapore, poi ne assaggia un sorso più consistente.

                SILVESTRO - Ma... è acqua minerale!

Assaggia un altro sorso e, alla fine si scola il bicchiere.

                SILVESTRO - Niente male!

Si versa altri due o tre bicchieri e se li beve soddisfatto.

                SILVESTRO - Uff, meno male, accidenti a questa polvere, non ne potevo più dalla sete.

Silvestro appoggia bicchiere e bottiglia sulla scrivania, infine si siede e ricomincia il suo lavoro di selezione dei testi. Ad un certo momento si blocca, lentamente alza la testa e guarda la bottiglia. L’afferra e la osserva da vicino.

                SILVESTRO - Un mo... momento...

Ne versa un goccio nel bicchiere e dalla bottiglia esce la stessa acqua. Silvestro viene assalito da un atroce dubbio. Come una saetta si alza ed esce di corsa dalla porta che dà nello scantinato. Si sentono dei rumori, dei tramestii poi, improvvisamente, un rumore più forte, alla fine dalla porta esce Silvestro impolverato e pieno di ragnatele con le braccia stracariche di bottiglie di Bordeaux. Le deposita sul pavimento, ne prende una e con il temperino la stappa e versa il contenuto riempiendo a metà di uno dei bicchieri di plastica. Poi lo osserva in controluce.

                SILESTRO - Vino!

Silvestro, tremando, posa il bicchiere sulla scrivania, allunga una mano e, lentamente, afferra la bottiglia senza sollevarla dalla scrivania.

                SILVESTRO - (emozionato parla ad alta voce) A... acqua!

Tintinnio di campanelli. Silvestro afferra un altro bicchiere e, lentamente, inclina la bottiglia per versare il contenuto. Dalla bottiglia esce acqua. Silvestro spaventatissimo, mette giù bicchiere e bottiglia.

                SILVESTRO - (sobbalzando) Ahhhhh!

Poi, tremante, si siede e osserva sconvolto la bottiglia.

SCENA SESTA

Dalla scala entrano di corsa Fulgenzia e Andreina.

                FULGENZIA - Silvestro, Silvestro!

                ANDREINA - Silvestro stai bene?

                FULGENZIA - Che è successo?

Silvestro è ancora esterrefatto della scoperta.

                SILVESTRO - La bo… bo… bottiglia.

                FULGENZIA - Questa bottiglia?

                SILVESTRO - Sì… acqua…

Fulgenzia, perplessa, prova a versare il contenuto nel bicchiere e dalla bottiglia esce acqua. Le due suore si guardano tra loro.

                ANDREINA - Beh… si vede che qualcuno ha voluto fare uno scherzo.

                SILVERSTRO - (sempre imbambolato) Qu… quando l’ho versato la prima volta è uscito vino… eccolo qui.

Silvestro mostra l’altro bicchiere pieno a metà di vino. Le due suore si guardano di nuovo fra loro.

                ANDREINA - (cercando di minimizzare, ma cominciando ad agitarsi) Fo… forse ti sei sbagliato… Nunzio ci ha detto che hai passato la notte qui… ti sarai stancato… sicuramente non hai riposato bene.

Senza dire nulla Silvestro prende un’altra bottiglia di Bordeaux, la stappa e ne riempie per metà un altro bicchiere di plastica, poi si siede, guarda la bottiglia, l’afferra con le mani per qualche secondo e poi la lascia. Tintinnio di campanelli

                SILVESTRO - (ad Andreina) Prova ora a riempire un bicchiere.

Andreina esegue e dalla bottiglia esce acqua. Andreina fa un salto spaventata e la bottiglia quasi le cade di mano.

                ANDREINA - (sobbalza) Aaaaahhhh!

                FILGENZIA - Madonna Santa!

Le due suore guardano esterrefatte la bottiglia. Andreina trema come se la bottiglia le scottasse fra le mani. Poi, entrambe, lentamente spostano lo sguardo su Silvestro.

                FULGENZIA - Si… Silvestro.

                SILVESTRO - Il ma… manuale di sa… santità?

                ANDREINA - Bontà Divina!

                FULGENZIA - Si… Silvestro, tu… tu… saresti un sa… santo?

                SILVESTRO - Non lo dire neanche per scherzo!

                FULGENZIA - Oh…

Fulgenzia, emozionata, fa appena in tempo ad emettere un’esclamazione che si porta la mano al petto per il sopraggiungere di una nuova crisi d’asma più forte del solito. Barcolla, si appoggia al tavolo e diventa pallida. Silvestro e Andreina accorrono in suo aiuto.

                ANDREINA - Oddio, Fulgenzia…

                SILVESTRO - Presto il nebulizzatore!

Fanno sedere Fulgenzia che respira a fatica, Andreina le fa vento con delle carte.

                SILVESTRO - (ad Andreina) Accidenti, dove lo tiene il nebulizzatore?

                ANDREINA - (agitatissima) Dovrebbe essere qui… Oddio! Nella tasca del grembiule!

Andreina cerca freneticamente il nebulizzatore nelle tasche di Fulgenzia senza trovarlo. Fulgenzia respira sempre più con fatica.

                ANDREINA - (c.s.) Oddio non c’è!… Dobbiamo chiamare qualcuno!

Fulgenzia è sempre più pallida e sta quasi per svenire. Silvestro, senza rendersene conto, gli appoggia una mano alla base del collo, come in un ingenuo tentativo per aiutarla a respirare. Tintinnio di campanelli.

                SILVESTRO - Fulgenzia, cerca di stare calma, vedrai che ora passa tutto… (ad Andreina) tu corri di sopra, fai chiamare subito un medico, dì alla dottoressa Pazienza…

Silvestro si interrompe in quanto Fulgenzia ha alzato un braccio per richiamare l’attenzione. Il respiro è tornato normale ed il viso ha ripreso il suo colore. Fulgenzia si guarda intorno esterrefatta.

                ANDREINA - Co… come ti senti?

                FULGENZIA - (frastornata) Bene… sto bene… anzi… sto benissimo!

                SILVESTRO - Passata la crisi d’asma?

Fulgenzia, sempre più stupita, fa alcuni profondi respiri.

                FULGENZIA - (accennando un sorriso) Asma?… Mio Dio, ma io non ho più nulla!

                ANDREINA - Oddio Fulgenzia, poco prima mi hai fatto una paura, ma come hai fatto a riprenderti senza il nebulizzatore? Di solito anche con quello non ti passa così facilmente, sembra quasi un miraco…

Andreina si interrompe. Poi le due suore spostano gli sguardi spalancati di nuovo su Silvestro che intuisce.

                SILVESTRO - No, un mo… momento… io… io non c’entro niente… io…

Fulgenzia, senza dire nulla, prende la mano che Silvestro aveva posato sul suo collo, la guarda rapita e lentamente la bacia.

                SILVESTRO - (esterrefatto ritira rapidamente la mano) Co… cosa fai… accidenti…

Fulgenzia si allontana sorridendo, poi le due suore, come se si fossero messe d’accordo, si fanno il segno della croce, fanno un piccolo inchino. Poi, ridendo, imboccano la scala di corsa ed escono. Silvestro segue la scena a bocca aperta.

SCENA SETTIMA

Silvestro allarga le braccia poi, frastornato, si avvicina di nuovo alla sua scrivania, si siede, tira fuori di nuovo il manuale sulla santità e si rimette a studiarlo. Dopo un minuto si sente del trambusto e, di cima alla scala, spuntano la Pazienza, Nunzio, Andreina, Fulgenzia e Fernanda. Le due suore trascinano Fernanda, un’altra dipendente dell’archivio. Fernanda, all’apparenza, è una donna insignificante e squallida, terribilmente miope e sorda. Silvestro, vedendo entrare tutta quella gente, si alza spaventato. Il gruppetto arriva di fronte a Silvestro, le due suore si fanno il segno della croce e Silvestro allarga le braccia demoralizzato.

                PAZIENZA - (facendosi avanti) Signor Gatto, sono stata trascinata qui da suor Andreina e Suor Fulgenzia. Mi sono state riferite certe storie a dir poco ridicole.

                SILVESTRO - Do... dottoressa Pazienza...

                PAZIENZA - Non mi interrompa! Non intendo tollerare scherzi di cattivo gusto dai miei dipendenti, né di essere presa in giro per cui stia attento a ciò che dirà e che farà, le conseguenze andrebbero al di là dei miei poteri, per cui non potrei rispondere delle eventuali ripercussioni.

                SILVESTRO - (esterrefatto) Ma... io... io...

                PAZIENZA - (quasi minacciosa) ... senza parlare dei provvedimenti che potrebbero esser presi nei suoi confronti quindi, veda di non farmi perdere tempo!

Silvestro non crede alle sue orecchie. Fulgenzia si avvicina a Silvestro trascinando Fernanda per un braccio.

                FULGENZIA - (timidamente) Silvestro... questa è Fernanda, una nostra amica, ha qualche problema... puoi fare qualcosa per lei?

Silvestro guarda risoluto la Pazienza e si avvicina a Fernanda

                SILVESTRO - Buon giorno Fernanda, cosa posso fare per te?

Tintinnio di campanelli. Fernanda porta due occhiali con lenti spessissime e si guarda intorno come se non vedesse e non sentisse nulla.

                FULGENZIA - (ad alta voce) Fernanda, questo è Silvestro!

                FERNANDA - Un canestro? Io non vedo nessun canestro!

                FULGENZIA - (paziente c.s.) Silvestro, si chiama Silvestro!

Fulgenzia spinge avanti Fernanda, Silvestro guarda disperato la suora che gli fa un cenno di incoraggiamento. L’atmosfera si fa tesa, Silvestro lentamente toglie gli occhiali a Fernanda. Tintinnio di campanelli.

                SILVESTRO - (impacciato) Fernanda... puoi vedermi e sentirmi... ?

Fernanda spalanca gli occhi e guarda esterrefatta Silvestro.

                FERNANDA - Certo che ti sento! E ti vedo anche benissimo... sei bello!

Silvestro arrossisce.

                ANDREINA - (piano a Fulgenzia) Bello? Ma siamo sicuri che Silvestro fa i miracoli?

                FULGENZIA - (piano ad Andreina) Shhhh Deve ancora fare pratica!

Fernanda si volta ed osserva tutti senza occhiali.

                FERNANDA - Suor Fulgenzia, suo Andreina, Nunzio... dottoressa Pazienza.

La Pazienza, che fino a quel momento ha seguito la scena con crescente stupore, si tappa la bocca e, soffocando un urlo, fugge via per la scala. Fernanda, presa dall’entusiasmo per la sua nuova condizione, si scioglie i capelli con un movimento languido, rivelando una forte carica di femminilità, che impressiona tutti

                ANDREINA - (piano a Fulgenzia) Non avrà esagerato con il miracolo?

                FULGENZIA - (piano ad Andreina) Beh... deve ancora fare pratica!

                FERNANDA - (entusiasta) Silvestro sei unico! Bisogna avvertire gli altri, tutti lo devono sapere!

Fernanda imbocca le scale velocemente

                SILVESTRO - Noooooo!

Silvestro tenta di fermarla, ma Fernanda è già uscita.

SCENA OTTAVA

Silvestro si siede sulla sedia disperato.

                SILVESTRO - E ora?

                ANDREINA - Porterai conforto e allevierai il dolore!

                SILVESTRO - (affranto) Ma io non voglio fare il Santo!

                FULGENZIA - Silvestro, devi affrontare questa nuova situazione, non puoi tirarti indietro... è talmente raro ai nostri giorni incontrare un santo vero!

                SILVESTRO - (c.s.) Ma io non sono preparato, non ho fatto una vita di privazioni e di penitenza!

                ANDREINA - E chi ti dice che la devi fare?

                SILVESTRO - Io... ho letto solo un manuale... che non funzionerà più.

                FULGENZIA - Che vuoi dire?

                SILVESTRO - Che... il manuale funziona una volta sola e non con tutti.

                ANDREINA - Una sola volta?

                SILVESTRO - Così c’è scritto.

                ANDREINA - Quindi se ha funzionato con te... potresti essere un eletto!

                FULGENZIA - Andreina, tu hai visto troppi film! Se lo sa la superiora...

                ANDREINA - ... mi manda a fare il camionista, sì lo so!

Nunzio si avvicina timidamente a Silvestro.

                NUNZIO - Si... Silvestro.

                SILVESTRO - Sì?

                NUNZIO - Po... potresti fare qualcosa per la mia gamba?

Silvestro si alza tristemente, si avvicina a Nunzio, si china di fronte a lui e, per qualche secondo gli massaggia vigorosamente la gamba zoppicante. Tintinnio di campanelli.

                SILVESTRO - Come va?

Nunzio spalanca gli occhi, scuote più volte la gamba poi, esitando, fa qualche passo senza zoppicare.

                NUNZIO - Oddio... Silvestro... è guarita!

Nunzio, sempre più euforico, continua a sgambettare freneticamente per la scena, alla fine imbocca di corsa le scale gridando.

                NUNZIO - Sono guaritoooooo!

Nunzio esce di corsa.

SCENA NONA

                SILVESTRO - (affranto) Madonna Santa! Ora saranno guai!... Uff.

                FULGENZIA - Ma perché scusa? Ora che puoi fare qualcosa per gli altri...

                SILVESTRO - Vedrai tu!

                ANDREINA - Ma no...

Dall’ingresso in cima alla scala si sente un gran baccano, si tratta di un gruppo di gente che vuole entrare.

                VOCI DA FUORI SCENA - Vogliamo vederlo! Vogliamo toccare il santo! Devo chiedergli una grazia! Abbiamo il santo dell’archivio!

Le voci continuano a soggetto avvicinandosi sempre di più finché, dall’ingresso in cima alle scale spuntano la Pazienza, Nunzio e Fernanda si voltano e, rivolti verso la porta, cercano di trattenere la piccola folla degli impiegati dell’archivio, che continuando a parlare da fuori scena, vuole entrare per vedere Silvestro.

                PAZIENZA - Fermi! Non potete entrare!

                NUNZIO - Calmi, state calmi!

                VOCE DA FUORI SCENA - Vogliamo un miracolo!

                PAZIENZA - Non c’è nessun miracolo, prima deve accertare tutto la Chiesa!

                VOCE DA FUORI SCENA - Vogliamo San Silvestro.

                FERNANDA - Lo vedrete a capodanno!

                CIBORIO - (da fuori scena) Fermi tutti!

Il tumulto si calma all’improvviso e Ciborio spunta in cima alle scale.

                CIBORIO - (rivolto alla folla fuori scena) Cos’è questa pagliacciata! Via! Tornate al lavoro! Vediamo di farla finita!

La folla fuori scena rumoreggia ancora per qualche secondo poi si sentono delle esclamazioni di stupore. Ciborio, la Pazienza, Nunzio e Fernanda guardando fuori scena, spalancando gli occhi. Sta per arrivare il cardinale Konzert. Il gruppetto in cima alle scale si fa da parte per lasciarlo entrare.

                CIBORIO - (facendo un inchino) E... eminenza!

SCENA DECIMA

Il cardinale Konzert entra in scena, osserva tutti con sufficienza, poi si rivolge alla piccola folla accalcata fuori scena. Konzert parla con un forte accento tedesco.

                KONZERT - Andate figliuoli, foi potete tornare in fostre occupazioni! (poi alla Pazienza, a Nunzio e a Fernanda) Anche foi cari, tornare pure in fostro laforo. Monsignor Ciborio lei segvire me!

Konzert scende le scale con enfasi. Ciborio fa un gesto secco e la Pazienza, Nunzio e Fernanda escono. Ciborio e Konzert arrivano in fondo alle scale. Il cardinale si guarda in torno con altezzosità.

                KONZERT - Quindi qvesto essere deposito?

Andreina e Fulgenzia fanno un inchino

                KONZERT - Anche foi sorelle, andare pure.

Le due suore si fanno il segno della croce, baciano l’anello a Konzert ed imboccano la scala. Prima di uscire Fulgenzia fa un gesto di incoraggiamento a Silvestro che risponde con un sospiro. Konzert, con studiate movenze, si toglie i guanti e, senza degnare di uno sguardo Silvestro, comincia a parlare.

                KONZERT - (con sussiego) Dunque, caro figliolo...

                SILVESTRO - Gatto... monsignore... Gatto Silvestro.

                KONZERT - (leggermente infastidito) Sì, figliolo... noi sapere anche qvesto

Pausa ad effetto.

                KONZERT - Dunque, noi afere saputo che lei afere trovato stanza nascosta in scantinato!

                SILVESTRO - S… sì.

                KONZERT - Gut. Noi afere saputo che lei trovato in stanza antichi libri und bottiglie di vino franzosen!

                SILVESTRO - S… sì.

                KONZERT - Gut. Dopo che afere trovato antichi testi in scantinaten, sparso voce che qualcuno qvi fare miracoli… cosa afere da dire?

                SILVESTRO - E… eminenza, io… io ho solo fatto il mio lavoro… mi sono messo a leggere il libri ritrovati e…

                KONZERT - E… ?

                SILVESTRO - (confuso) … Non so come sia successo… il Bordeaux è diventato acqua minerale e suor Fulgenzia è guarita dall’asma…

                CIBORIO - (scattando) Signor Gatto! Se non sbaglio le avevo detto di riferirmi tutto quello che accade qui dentro!

                SILVESTRO - Sì, monsignore, ma ancora non era successo nulla… ed il libro…

                CIBORIO - Libro? Quale libro?

                SILVESTRO - Il ma… manuale di santità di San Crispoldo da Bitonto.

Konzert e Ciborio spalancano gli occhi.

                CIBORIO/KONZERT - (all’unisono) Dov’è!

Silvestro si avvicina tristemente alla scrivania, prende il libro e lo porge a Ciborio.

                SILVESTRO - Eccolo.

Ciborio strappa letteralmente il libro dalle mani di Silvestro.

                CIBORIO - Signor Gatto, spero che nessun altro sappia dell’esistenza di questo libro!

                SILVESTRO - Hem… solo suor Fulgenzia e suor Andreina che mi hano aiutato nelle ricerche.

                CIBORIO - (lanciando un’occhiata a Konzert) Ah, bene… delle due sorelle me ne occuperò io, in quanto a lei, dovrà restare qui fino a nuovo ordine.

                SILVESTRO - Ma…

                CIBORIO - … almeno fino a quando non sarà conclusa questa faccenda!

                KONZERT - (togliendo il libro dalla mani di Ciborio) … soprattutto quando alte cariche di Chiesa dofranno decidere qvale procedura seguire!

                CIBORIO - (togliendo il libro dalle mani di Konzert) Eminenza, questo libro deve essere ancora tradotto e fino ad allora il responsabile sono io!

                KONZERT - (togliendo il libro dalla mani di Ciborio) Ya, ma io essere prefetto di archivio und responsabile di tutto contenuto!

                CIBORIO - (togliendo il libro dalla mani di Konzert) Eminenza, mi permetto di insistere, questo libro non può uscire da questa stanza!

                KONZERT - (togliendo il libro dalla mani di Ciborio) Monsignore, fuole disobbedire a mio ordinen?

                CIBORIO - (togliendo il libro dalla mani di Konzert) No, eminenza, ma questo libro è sotto la mia giurisdizione!

                KONZERT - (togliendo il libro dalla mani di Ciborio) Io fare ordinen scritto!

La discussione fra i due continua a soggetto crescendo sempre più di tono ed il libro passa più volte dall’uno all’altro finché Konzert e Ciborio arrivano a fare il tiro alla fune con il libro. Silvestro cerca di calmarli finché, alzando la voce, riesce a farsi sentire.

                SILVESTRO - (a voce alta) Il libro funziona una volta sola!

Ciborio e Konzert si fermano esterrefatti con il libro in tiro.

                SILVESTRO - … e non con tutti!

In quell’esatto momento il libro si strappa a metà e i due litiganti barcollano indietreggiando. Konzert è il primo a riprendersi dalla sorpresa.

                KONZERT - Cosa folere dire?

                SILVESTRO - Che secondo san Crispoldo la santità non è un dono che può essere concesso a tutti, ma solo a coloro che, con la loro vita e le loro azioni, hanno preparato l’anima e la mente ad accogliere questo dono.

                CIBORIO - Cosa significa? Che nessuno può leggere questo libro?

                SILVESTRO - Sì, certo! Anzi, dovrebbero leggerlo tutti ma, anche se non potrà rendere santo più nessuno, ma… forse… almeno creerà persone migliori.

                KONZERT - Foi afere letto libro di Crito… Cripo… come chiamare qvesto?

                SILVESTRO - Crispoldo… sì, l’ho letto.

                KONZERT - (a Ciborio) Allora essere tutto fero!

                CIBORIO - (a Konzert) Ma i santi sono sempre stati individui dediti alla contemplazione, alla preghiera, persone che hanno passato anni in solitudine e meditazione.

                KONZERT - Ya… ma... (a Silvestro) foi difentato santo?

                SILVESTRO - No… non lo sono, ma… mi stanno succedendo cose strane.

                KONZERT - No possibile!

                CIBORIO - Signor Silvestro le proibisco di scherzare su queste cose!

                SILVESTRO - Glielo giuro! Il Bordeaux è diventato acqua minerale e…

                KONZERT - Tutto trucco!

                SILVESTRO - …. Suor Fulgenzia è guarita dall’asma, Fernanda dalla miopia e dalla sordità e Nunzio ha recuperato l’uso della gamba!

                CIBORIO - Lei sta bestemmiando! Eminenza faccia qualcosa!

                KONZERT - (meditabondo) Gut. Io tofere capire se tutto qvesto essere vero… monsignor Ciborio, prego andare a chiamare suor Fulgenzia e signorina… come si chiama?

                SILVESTRO - Fernanada.

                KONZERT - Ya Fernanda.

                CIBORIO - Ma...

                KONZERT - (sollecito) Su... antare, schnell bitte!

Ciborio, riluttante, sale la scala ed esce di scena.

SCENA UNDICESIMA

Konzert si aggira meditabondo per la scena.

                KONZERT - Herr catz!

                SILVESTRO - (sobbalza) Eh? Che dice eminenza!

                KONZERT - Ya, catz! Catz folere dire “gatto” in tetesco!

                SILVESTRO - Sì? Non conosco il tedesco.

                KONZERT - Herr Catz, foi capite che chiesa, per verificare santità, tofere fare controlli, verifiche, dofere sentire testimonianzen, accertare che non ci essere trucco.

                SILVESTRO - Sì, eminenza.

                KONZERT - Quindi, dopo sentiti testimoni, Santo Uffizio istruire processo di beatificazionen.

                SILVESTRO - Si, eminenza, conosco la procedura.

                KONZERT - Ya, foi conoscere procedura (poi improvvisamente alza la voce) MA IO AFERE BISOGNO DI PROVA SUBITO!

               

Silvestro sobbalza, Konzert prosegue.

                KONZERT - (di nuovo calmo, ma risoluto) Quindi foi dare me prova qvi, ora!

                SILVESTRO - E… eminenza, io… io non so... non so che prova potrei darvi.

                KONZERT - Dire io qvale profa voi dofete dare me. Foi esser pronto?

                SILVASTRO - (intimidito) S… sì.

                KONZERT - Gut. Herr Catz… FOI GUARIRE ME!

                SILVESTRO - Eminenza, state male?

                KONZERT - (cominciando ad imbarazzarsi) Hem… io afere disturbi…

                SILVESTRO - Cosa posso fare per voi?

                KONZERT - Come afere fatto a guarire altri?

                SILVESTRO - Ho... ho avvicinato la mano nel punto in cui avevano il male.

                KONZERT - Gut. Foi fare così anche con me!

                SILVESTRO - Come volete, eminenza, dov’è che avete il problema?

                KONZERT - (imbarazzatissimo) Hem… io afere emorroidi…

Silvestro guarda esterrefatto Konzert senza sapere cosa dire.

                KONZERT - Folere guarire me herr Catz?

                SILVASTRO - Sì,… ma… io…

                KONZERT - Allora dofere procedere.

Konzert si volta verso il pubblico e resta immobile. Silvestro lo guarda esterrefatto.

                KONZERT - Essere pronto!

                SILVESTRO - Ma… eminenza…

                KONZERT - (irritato) Afanti, foi dare me dimostrazionen di fostra santità, foi dofere risolfere mio problema!

                SILVESTRO - S… sì… mo… monsignore.

Silvestro si avvicina a Konzert, alza gli occhi al cielo disperato e avvicina la mano al sedere del cardinale che stringe gli occhi e fa una smorfia aspettando gli eventi. I due restano in questa posizione per diversi secondi.

SCENA DODICESIMA

In quel momento, dall’alto della scala, entrano Ciborio, Fulgenzia e Fernanda. Scendono la scala e, una volta arrivati in fondo, trovano Silvestro con la mano sul sedere di Konzert e restano allibiti e senza parole.

               

SILVESTRO - Hem... eminenza... sentite niente?

                KONZER - (con gli occhi serrati) Zilenzio! Io essere concentrato!

Pausa.

                SILVESTRO - Ora... ?

                KONZER - Ecco... a me sembrare... Ya, io sentire qvalcosa...

                SILVESTRO - Si sente meglio?

                KONZERT - Ancora un poco... ecco... ecco...

Tintinnio di campanelli.

                CIBORIO - Ehm... eminenza!

Il tintinnio di campanelli si interrompe bruscamente. Konzer e Silvestro sobbalzano. Silvestro allontana rapidamente la mano dal sedere del cardinale. I due sono imbarazzatissimi. Ciborio e le due suore sono esterrefatti. Konzer è rosso come un peperone. Silvestro non sa che fare.

                CIBORIO - E... eminenza ho portato suor Fulgenzia e la signorina Fernanda

                KONZERT - Ah... pene... gut...

Konzer squadra Fernanda che nel frattempo si è trasformata tirando fuori tutta la sua femminilità.

                KONZERT - Foi essere signorina Fernanda?

Fernanda si avvicina ancheggiando a Konzert.

                FERNANDA - (languida lanciando occhiate ammaliatrici) Sì... monsignore...

                KONZERT - Hem... che cosa essere accaduto prima?

                FERNANDA - Io prima ero miope e sentivo poco... (si avvicina ancora di più a Konzert) ma... ora la vedo bene ma, soprattutto, sento “tutto” benissimo!

Fernanda marca la parola “tutto” come in un doppio senso. Konzert è imbarazzato

                KONZERT - Hem... ya, ya... und foi suor Fulg...

La frase di Konzert è interrotta dallo squillare di un telefono. Tutti sobbalzano.

                KONZERT - Essere telefono.

                SILVESTRO - È... è la prima volta che squilla!

                CIBORIO - Signor Gatto, dov’è il telefono?

                SILVESTRO - Ma... non so... dovrebbe essere qui...

Silvestro comincia a rovistare tra le carte e alla fine il telefono salta fuori dal cassetto della scrivania. Silvestro solleva la cornetta.

                SILVESTRO - Pronto!... sì?... Sì, qui è l’archivio segre... chi? Sì, è qui (guarda Konzert), chi lo desidera?

Silvestro spalanca gli occhi e impallidisce, la cornetta gli trema nella mano.

                SILVESTRO - S... sì... su... subito... (a Konzert) e... eminenza è pe... per vo... voi...

                KONZERT - (afferrando la cornetta) Ya!... Ya, essere io... chi?

Anche Konzert impallidisce e si mette sull’attenti.

                KONZERT - Ya, santita!... Ya... nein... ya...

Konzert copre un attimo la cornetta del telefono.

                KONZERT - Herr Catz e foi signorina Fernanda, antare a prendere pottiglie di vino in scantinaten. Schnell!

Fernanda sorride a Silvestro, lo prende sottobraccio ed insieme spariscono nel buio dello scantinato.

SCENA TREDICESIMA

Konzert inzia una frenetica conversazione in tedesco al telefono. Infine riattacca la cornetta pensieroso.

                KONZERT - Monsignor Ciborio!

                CIBORIO - (scatta avvicinandosi a Konzert) Dite eminenza!

                KONZERT - Monsignor Ciborio, sapere con chi afere parlato io in telefono?

                CIBORIO - (deglutisce) Con... il pa...

                KONZERT - (interrompendolo) Ya proprio lui. È fenuto a sapere di qvello che successo qvi in archivio.

                CIBORIO - Madonna santa!

                KONZERT - Monsignor Ciborio, la chiesa a navigato per secoli in tempeste terribili...

                CIBORIO - Sì, monsignore.

                KONZERT - Affrontato nemici di fede violenti e sanguinari...

                CIBORIO - Si monsignore.

                KONZERT - Ma soprattutto... (si avvicina e parla piano) dovuto affrontare un esercito di teste matte!

                CIBORIO - (stupito) Teste matte?

                KONZERT - Ya. Foi ricorderete San Francesco, Padre Pio, ecc. uomini di Dio, ya, ma...

                CIBORIO - Ma... ?

                KONZERT - (avvicinandosi ancora di più) Ma se Chiesa non controllafa loro movimenti und loro azioni qvanti guai afrebbero combinato!

                CIBORIO - Già, eminenza, e quanti ne hanno combinato prima che la Chiesa riuscisse a controllarli.

                KONZERT - (pesta una manata sulla spalla di Ciborio che barcolla) Brafo! Foi afere capito. Ora, Chiesa, nella storia, non afere potuto controllare santi famosi, perché lontani da potere di Santo Padre!

                CIBORIO - (illuminandosi) Volete dire che questo Santo... visto che è nato in seno alla Chiesa può essere controllato meglio degli altri?

                KONZERT - (pesta un’altra manata sulla spalla di Ciborio che barcolla) Brafo! Foi capire subito. Non possiamo permettere che questo santo vada in giro a fare miracoli, non potere permettere che combinare guai come fatto gli altri.

                CIBORIO - Sono d’accordo con lei, eminenza, e poi... diciamocelo... l’occhio vuole la sua parte... non possiamo far passare per santo un archivista!

                KONZERT - Ya, e poi si difenta santi mit preghiera, meditazione, penitenza und solitudine...

                CIBORIO - Non si può certo ottenere con un manuale

                FULGENZIA - (timidamente) Scusatemi... eminenze...

                KONZERT - (squadrando Fulgenzia) Ya?

                FULGENZIA - Hem... perdonatemi se mi permetto...

Konzet e Ciborio fanno gli scocciati.

                CIBORIO - Avanti dite pure.

                FULGENZIA - Hem... senza che nessuno lo sapesse, Silvestro è rimasto a lavorare per quindici anni sepolto in questo scantinato, dimenticato da tutti ed in completa solitudine. Gli sono passati sotto il naso migliaia di libri, le più importanti opere dei più grandi uomini di chiesa. Probabilmente in tutti questi anni di solitudine ha avuto modo di leggere, di ragionare, di meditare, di pensare. Si è praticamente trovato solo di fronte e tutta la cultura della cristianità, ha avuto modo di affinare la sua sensibilità con gli insegnamenti dei padri della Chiesa. (pausa) “Ama il prossimo tuo come te stesso”, dice il Signore, forse Silvestro ha accettato ed ha amato la sua solitudine e, solo dopo averlo fatto, anche senza accorgersene, ha imparato ad amare il prossimo. (pausa) Forse il manuale di San Crispoldo gli ha... (sorride) fatto l’esame di abilitazione per diventare santo, ma... probabilmente Silvestro... (si volta emozionata reprimendo un singhiozzo) lo era gia!

Fulgenzia emozionata, imbocca le scale ed esce. Ciborio e Konzert si guardano impacciati. Nello stesso momento dallo scantinato rientrano Fernanda e Silvestro con le braccia stracariche di bottiglie di Bordeaux.

SCENA QUATTORDICESIMA

Fernanda è spettinata e sorridente, Silvestro è stralunato, ha il vestito sbrindellato e una macchia di rossetto sul collo. I due depositano le bottiglie di Bordeaux sulla scrivania.

                SILVESTRO - Ecco... eminenza... le bo… bottiglie di vino.

                KONZERT - (squadrandolo) Cosa afere fatto dentro scantinato?

Silvestro lancia un’occhiata a Fernanda che gli sorride ammiccante.

                SILVESTRO - (imbarazzato) Hem... sa... lì è tutto buio, sono ca... caduto e... la signorina Fernanda è inciampata sopra di me e... si... siamo rotolati sul pavimento, ma...

                KONZERT - Ya, afere capito. Monsignore, signorina, prego andare, io dofere fare discorso molto serio a herr Katz!

                CIBORIO - (sollecito) Venga Fernanda, andiamo!

Ciborio e Fernanda imboccano la scala per uscire, a metà scala Fernanda fa un gesto con la mano a Silvestro per incoraggiarlo, lui le risponde con un altro gesto, ma molto meno convinto. Ciborio e Fernanda escono.

                KONZERT - Gut, herr Catz noi dofere prosequire discorso.

                SILVESTRO - Qua... quale discorso... eminenza?

                KONZERT - (irritato, alza la voce) Foi non afere finito fostro intervento und afere lasciato laforo a metà!

                SILVESTRO - (perplesso) Qua... quale lavoro eminenza?

Senza dire altro Konzert si volta verso il pubblico, Silvestro capisce e, disperatamente rassegnato, appoggia la mano sul sedere di Konzert. Tintinnio di campanelli.

SIPARIO

FINE DEL SECONDO ATTO

QUADRO FINALE

SCENA

La scena è la stessa del primo e del secondo atto.

SIPARIO

Pomeriggio. Come nel primo atto Silvestro è seduto alla sua scrivania davanti alla scala ed è immerso nel suo lavoro, ma i gesti sono quasi stanchi e annoiati. L’azione prosegue per qualche secondo poi, dall’ingresso in cima alla scala, spunta Fulgenzia. Scende metà scala, si affaccia dal corrimano, vede Silvestro e sorride. Fulgenzia ha sottobraccio una scatola.

                FULGENZIA - (sussurrando) Silvestro!

                SILVESTRO - (sobbalza) Che c’è… chi è… ?

                FULGENZIA - Ciao!

                SILVESTRO - (un po’ deluso) Ah, sei tu.

                FULGENZIA - Ho visto Fernanda, mi ha detto di dirti che ti aspetta stasera alla fermata dell’autobus.

                SILVESTRO - (triste) Sì… grazie.

                FULGENZIA - E dai, non fare quella faccia! Almeno fuori vi potete vedere.

                SILVESTRO - Capirai, da quando è successo il fatto della santità, l’hanno spostata a lavorare dall’altra parte del Vaticano. Fuori dal lavoro poi, sia che stiamo insieme o no, siamo sempre seguiti e controllati. Me ne sono accorto da un pezzo.

                FULGENZIA - Lo so, mi dispiace… i santi fanno paura.

                SILVESTRO - (con gli occhi al cielo) Ma proprio a me doveva capitarmi questa disgrazia!

                FULGENZIA - Non bestemmiare!

                SILVESTRO - Sai quanto me ne frega di essere diventato santo!

                FULGENZIA - Su calmati.

                SILVESTRO - Se almeno mi avessero spostato di sopra. (scimmiottando Konzert) “Silvestro, lei ormai essere simbolo di Chiesa e tefe deve essere preservato da tentazioni, und peccati di mondo, essere compito nostro fare qvesto, la Chiesa ha dofere di difenderla da lusinghe di demonio”, bella scusa, così mi hanno lasciato qui a far da guardiano ai topi!

Pausa.

                FULGENZIA - Mi dispiace…

Silvestro scrolla le spalle.

                FULGENZIA - Guarda cosa ti ho portato!

Fulgenzia mostra a Silvestro la scatola.

                SILVESTRO - Che cos’è?

Fulgenzia apre la scatola e tira fuori una radio portatile.

                FULGENZIA - (fa la musichetta sulle note della 5° sinfonia di Beethoven) Ta, ta, ta, tannnn!

                SILVESTRO - (sorridendo a malapena) Grazie sei un’amica.

                FULGENZIA - Ti farà compagnia e poi... lo sai che quando posso vengo a trovarti.

Silvestro si alza, si avvicina a Fulgenzia e le prende le mani.

                SILVESTRO - Sì, lo so, se non fosse stato per te, probabilmente avrebbero riaperto il carcere Mamertino[2] solo per me.

 

Fulgenzia scoppia a ridere.

                FULGENZIA - E tu con un miracolo avresti trasformato il carcere in una pizzeria.

                SILVESTRO - (tristemente) I miracoli non sono roba per me, è bene che siano i saggi ad averne il dono e la facoltà... io farei solo errori.

                FULGENZIA - Se il Signore ha permesso che tu avessi questo dono un motivo ci deve essere, e lui errori non ne fa!

                SILVESTRO - Forse quando l’ha fatto era distratto e non si è accorto che ero io (poi ad alta voce rivolto verso l’alto): Madre Teresa e Padre Pio non ci sono più! Ti sei sbagliato!

                FULGENZIA - (sorridendo) Non occorre che urli, lui ti sente lo stesso.

                SILVESTRO - Lo so... è un periodo che sembra ascolti solo me... non è giusto.

                FULGENZIA - È tu fai in modo che sia giusto!

                ANDREINA - (da fuori scena) Fulgenziaaaaa!

                FULGENZIA - Arrivo! (a Silvestro) Devo andare, mi sa che ci cerca monsignor Ciborio! Ciao, a presto!

                SILVESTRO - Torna a trovarmi... ti prego

                FULGENZIA - C’è bisogno che tu me lo dica?

                ANDREINA - Fulgenziaaaa!

                FULGENZIA - Arrivo, un attimo!

Fulgenzia si avvicina a Silvestro, gli da un bacio su una guancia, imbocca di corsa la scala ed esce. Per qualche secondo Silvestro resta inebetito carezzandosi la guancia, poi si riprende. Prende la radio, la gira e la rigira la osserva poi la posa sulla sua scrivania, prende la spina, l’attacca alla presa e l’accende. Dalla radio esce della musica. Silvestro sospira, si rimette seduto e riprende il suo lavoro. Dopo qualche secondo la musica trasmessa dall’apparecchio, si interrompe.

                SPEAKER RADIOFONICO - Attenzione, interrompiamo le trasmissioni per dare una notizia della massima gravità. Ci è arrivato un fax di agenzia secondo il quale il dittatore Saddam Hussein, è riuscito a fuggire dal carcere di massima sicurezza dov’era segregato. A farlo evadere sembra sia un commando di Al Qaeda, dietro ordini diretti di Bin Laden. La notizia si è caduta come un fulmine sull’intero mondo arabo e sulle forze occidentali impegnate in Iraq, le ripercussioni internazionali sono di difficile valutazione...

Silvestro spalanca gli occhi, alza il volume e ascolta con apprensione.

                SPEAKER RADIOFONICO - ... scusate ci è giunto proprio ora un altro fax di agenzia. Sembra che Al Qaeda abbia rivendicato l’azione che ha portato alla liberazione di Saddam Hussein e che... riportiamo le parole testuali del messaggio “Ormai nessuna forza potrà opporsi alla guerra santa che si scatenerà verso l’occidente infedele e tradi....

Silvestro, spaventato dalla notizia, senza rendersene conto, pesta una manata sulla radio che si interrompe. Tintinnio di campanelli. Silvestro, credendo di aver rotto la radio, l’afferra e la scuote. L’apparecchio riprende le trasmissioni.

                SPEAKER RADIOFONICO - (con voce tranquilla) Attenzione, è ufficiale, ci è giunta notizia che al professor Saddam Hussein e al dottor Osama Bin Laden è stato assegnato congiuntamente il premio Nobel per la pace....

Silvestro spalanca gli occhi esterrefatto.

SPEAKER RADIOFONICO - ... il comitato per l’assegnazione del premio, nominato dal parlamento norvegese, ha deciso di assegnare il prestigioso riconoscimento a due dei più insigni nomi della politica mondiale che, con il loro impegno, hanno svolto un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti umani e a favore della democrazia. Il Comitato ha riconosciuto la funzione che, due insigni uomini, hanno avuto nello sviluppo sociale e culturale dei popoli del medio oriente, ma soprattutto della loro costante azione mirata al mantenimento e al consolidamento della pace in zone del mondo dove la guerra, le malattie e la fame hanno portato per anni il problema della sopravvivenza a limiti inaccettabili...

La lo speaker radiofonico continua a soggetto con la notizia dell’assegnazione del Nobel per la pace. Silvestro continua ad ascoltarlo esterrefatto, poi solleva la mano con la quale ha pestato la radio e la guarda incredulo. La voce della radio sfuma.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA


[1] “Circa le cose sante”, “Libro circa la santità”, “Sintesi sulla santità”

[2] Antico carcere romano dove secondo la tradizione fu imprigionato San Pietro.