O miracolo

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O MIRACOLO

Farsetta in un atto

Di NATALE MISSALE

PERSONAGGI

Giamò (ovvero Giacomo Comò)

Caterina (detta Miracolata o anche Catergnina)

Teresa (detta Descorta)

Saalvatore Giovanni

Don Bru (tutti avranno spiccato accento napoletano)

Commedia formattata da

All'apertura del sipario la scena presenta due panchine poste obliguamente ed il cui vertice, aperto, è al centro del palco. Su ognuna di essa sta seduto un personaggio col suo bravo giornale.

Giamò                                - (a voce alta perché il vicino senta) Gesù mio, che disgra-azia! Ancora 'nu scippo!

Saalvatore                          - Anche Vooi, state su chilla nootizia?

Giamò                                - E dove vulite che sss…sss… stia?

Saalvatore                          - Beh, il giornale è grande, voglio dire 'e pagine- sono tante. Potevate stare pure sss..su un'altra pagina.

Giamò                                - E che? Non posso stare nella pagina che più mi.. che più mi.. mi piace?

Saalvatore                          - Ma vuje avite capito male! Volevo solo sottolieare la co… la coin…cidenza.

Giamò                                - Scusate la 'mportunenza, ma vuje 'ntartagliaaate?

Saalvatore                          - Nu po.. nu poco meno de vuje. (gli tende la mano) Permettete di presentarrr..mi- Saalvatore Giovanni

Giamò                                - Molto piacere (gli stringe la mano) Giacomo Comò, per gli amici Giamò.

Saalvatore                          - E sono due.

Giamò                                - due, cosa?

Saalvatore                          - Coincidenze- lo scippo e la nostra disgra… la nostra di…sgrazia.

Giamò                                - E vuje ve sentite disgra…ziato, per qualche 'ncespicamento?

Saalvatore                          - Pecchè, vuje no?

Giamò                                - Nemmeno per ide…a. I' me siente perfettame… ente normale. (Arriva Teresa D'Escorte)

Teresa                                - (si siede accanto a Saalvatore) Sciusate (si appoggia a Saalvatore) posso leggere con lei?

Saalvatore                          - Ma io la conosco?

Teresa                                - E' probabile, perché giro spesso da queste parti.

Giamò                                - Peerdonate l'intrusione - polizzio..t..t..tta?

Saalvatore                          - E sono tre- ho pensà…ho pensato la stessa cosa- site 'na polizziotta?

Teresa                                - Permettete di presentarmi- Teresa Descorta, al vostro servizio.

Saalvatore                          - Descorta è 'nu cognome straniero, o vero?

Teresa                                - Ma no, no. E' nu numignolo. Io (batte le mani) batto. O capite?

Giamò                                - (a Saalvatore, battendo le mani) Batte.

Saalvatore                          - E che ce…che ce…che c'entra quel nomignolo?

Teresa                                - Una volta, volgarmente, si diceva battona, oggi, elegantemente, si dice Escort, ma siccome nui simme a Napule, o numignele è stato leggermente messo a punto- Descorta.

Saalvatore                          - Signorina, sono onorà… sono ooonorato di fare la vostra conosccenza. Io sono Saalvatore Giovanni. Giovanni è il cognome, Saalvatore, il nome.

Giamò                                - Saalvatore con due a?

Saalvatore                          - Saalvatore con due a. (a Teresa) Vede signora Descorta, mio padre incé…incé… incespicava nel parlato, cumme a me. Quando andò a…a… all'anagrafe, l'impiegato gli disse- nome del bambino? E mio padre, che incespicava nel parlato, gli disse- Saalvatore. Ma quello volle sapere- Saalvatore con due a? E mio padre     - Saalvatore così come lo avete sentito. E quello scrisse     - Saalvatore     - due a. Ma ormai mi so… mi so…mi sono abituato. (Arriva Miracolata)

Miracolata                          - Se loro signori me vulissero perdunà!

Giamò                                - Perdona…re cosa? (a Teresa e Saalvatore) Vuje a cunuscite?

Teresa e Sal.                       - No.

Saalvatore                          - Perdonare cosa, signorina?

Caterina                             - Io sono Caterina, e tengo due nomignoli- a Miracolata, scritto maiuscolo, e Categnina. Scusate ma non ho potuto fare a meno di ascoltare le vostre conversazioni. Stavo lì, a due passi, a conversare con un'amica al telefono, ma appena ho sentito la vostra balbuzie, ho troncato la conversazione telefonica e ho fatto finta di continuare. Ho sentito tutto.

Teresa                                - Ma non è educato!

Caterina                             - Signorina Descorta, ho detto tutto, e voi non dovete farmi la morale. Mica sono una spiona, io. L'ho fatto a fin di bene.

Giamò                                - A fin di bene? Che vuol… che vuol dire?

Caterina                             - Vuol dire che una volta ero anch'io come voi due, e pure come lei, Teresa- ero balbuziente e (batte le mani) battevo.

Saalvatore                          - (Battendo le mani) Batteva, (continua a batter le mani) Giamò (Battono tutti le mani e invitano il pubblico a batterle)

Giamò                                - Un momento, un momen…to. E che simmu 'na "clacche"? (A Caterina) Che volevate dire con "a fin di bene"?

Caterina                             - Perché mai dovrebbero chiamarmi a Miracolata? Ve lo siete chiesto?

Saalvatore                          - Dovré… dovremmo?

Caterina                             - Dovreste.

Giamò                                - Perché mai ve chiammeno Miraculata?

Caterina                             - Me chiammeno accussì, pe' via do' miracule.

Teresa                                - A Caterì, voi allungate troppo il brodo! E parlate, no?

Caterina                             - Parlo, parlo, e come se parlo. Io sono stata miracolata da un santo potentissimo.

Saalvatore                          - E dove, qui a Napule?

Giamò                                - Vulisse di' San Ginnare?

Teresa                                - O Sant'Antonio?

Caterina                             - Né chiste, né chille.

Teresa                                - E allora?

Giamò                                - Io mi sto in… inner… mi sto innervosendo. Ci o vulite dicere o nomme de sto Sante?

Caterina                             - Lo dico, lo dico, ma vuje, tutt'e tre, m'avite a fa' a sulenne prumessa che andrete a trovare il mio santo! Promettete?

I tre                                    - Promettiamo, promettiamo!

Caterina                             - Ebbene si tratta di San Scrito (si fa uno strano segno sul petto con gli indici delle mani unite in un vertice).

Saalvatore                          - San Scrito? Eh, ma chistu sante io… (a Teresa e Giamò) vuje o cunuscite?

I due                                  - No.

Giamò                                - Noi questo santo, nun o cunuscimme. Ma avisse pure na chiesa?

Caterina                             - No, na chiesa vera e propria, no. Per il momento sta in… Ve ricurdate a voraggine che s'è aperta un mese fa a Fuorigrotta? A chiesa sta lì.

Saalvatore                          - Na vuraggine?

Teresa                                - E quanne chiove?

Caterina                             - No, no! Chilla vuraggine, è stata donata dal governatore a don Bru- lui l'ha coperta, sistemata, e ci ha fatto un altare. Il terzo giorno dal ripristino, a questo prete apparve un segno luminoso   - il MO (ripete il vertice con le mani sul petto), e subito dopo gli si presentò la visione di San Scrito che lo benedì col MO (idem). In quel momento, don Bru ottenne il miracolo.

Giamò                                - Pure lui miracola…to?

Caterina                             - Puro lui. Dovete sapere che balbettava puro lui, come noi tre. Ogni tre lettere, incespicava, tanto che se qualcuno gli chiedeva il nome, lui, anziché dire don Bruno, si fermava al Bru. E' per questo che ormai tutti lo chiammeno accuassì.

Teresa                                - Ma che è sto MO? (Caterina ripete il segno)

Caterina                             - Veramente - come racconta don Bru - lui non sentì il suono MO (segno), ma JAMMO. Però questo ai fedeli non suonò bene, e siccome simmu a Napule, lo cambiarono abbreviandolo subito in MO (segno). Ora, per tornare al fatto, alla visione di San Scrito, don Bru svenne. Ma San Scrito gli impose la mano in testa e lo sbalbetteggiò. Lui aprì gli occhi e gli disse- diciteme chillu ca vulite e i' o fazze. E il Santo Scrito rispose- I' songe o Sante protettore della lingua- chi balbetta e mi prega, guarisce.

Saalvatore                          - Ma non era Sant'Alfio il protettore della lingua?

Caterina                             - E' quello che gli ha chiesto don Bru, ma lui, San Scrito, gli disse      - "Sant'Alfio lo è per la sola Sicilia orientale. La Campania - il Governatore lo sa - è territorio mio." "Ma come devono pregarti i fedeli? -chiese don Bru- Tu sei un Santo nuovo, San Scrito, deve esserci quindi un modo nuovo!" E San Scrito gli rispose prontamente            - "nella preghiera, tutte le i le devono pronunciare gni, Ogni volta che si pronuncia il MO, gli indici delle mani devono formare un vertice qui, ncopp' o core, ed inoltre il fedele, ogni giorno deve dire una bugia." E don Bru gli replicò- "come gni?"E san Scrito gli disse- "gni come la gni di bagnino." "Ma la i è una vocale e la gni è tutto un poema! Come faranno?" Chiese preoccupato Don Bru. E lui rispose- "questi so' cavoli loro!" E da quel giorno si sparse la voce. Un'altra cosa - chiese don Bru - perché quel vertice? E San Scrito gli rispose- è un segreto orientale.

Giamò                                - La gni, la bugia gio…giornaliera, il vertice! Se devo essere sincero, questo San Scrito mi pare un po' stra… un po' strano. Perché uno dovrebbe dire una bugia al giorno?

Caterina                             - Io so solo che songo miracolata e parlo come Dio comanda. (Guarda verso le quinte) Oggi è proprio il vostro giorno- sta arrivando Don Bru. (Entra Don Bru)

Don                                    - Mia cara Miracolata! Comme va, Catergnina? Che San Scrito ti benedica, figliola mia! Che San Scrito benedica tutti voi- MO (vertice)!

Saalvatore                          - Don…Don…Don…

Don                                    - Ué, gugliù, tu devi pregare subito il nostro Santo- hai urgente bisogno!

Giamò                                - Don… Don… Don…

Don                                    - Anche tu, figliolo, tieni bisogno, molto bisogno! Pregate, pregate sempre San Scrito- la sua benedizione sia su tutti voi- MO (segno)!

Saalvatore                          - Pa..papà… padre, chillu ca nun capisco è la bugia. Pe…pepé…perché mai dovrei dirne una al giorno?

Don                                    - Semplice, mio caro. Siccome ognuno di noi, ogni giorno, di bugie ne dice centinaia, focalizzando l'attenzione sul precetto "una al giorno" faremo attenzione a non dire tutte le altre.

Saalvatore                          - Ed io come faccio a sapere… MO (Caterina e don Bru si segnano col vertice)!…

Don                                    - Miracolo! Miracolo! San Scrito ti ha toccato la lingua- hai cantato la sacra sillaba!

Saalvatore                          - Veramente, volevo solo dire    - e mo, adesso insomma, come faccio a sapere che la vo…la vo… la vostra non è una bugia?

Don                                    - E' il Santo che guida, figliolo. Tu devi solo attenerti allo gni.

Giamò                                - Chilla cosa, a bugì.. a bugia, mi fa venire in mente mio figlio e i suoi stu.. studi. Frequenta la facoltà di Semiotica, a Bologna. Lui è sempre stato un gran bu.. un gran bug.. bugiardo,e allora gli ho chiesto perché quella facoltà, che cosa ti insegna? E lui mi ha risposto che il suo prof è un beato.

Don                                    - Sì, conosco- il Beato Eco- presto sarà santo. E allora?

Giamò                                - Dicevo   - perché hai scelto questa facoltà? E lui ha aperto il trattato di Semiotica generale del Beato e ha cominciato a leggere (prende un libro dalla tasca della giacca), forse è meglio che legga lei pa… papà….padre. (il prete prende il libro e legge)

Don                                    - "La Semiotica ha a che fare con qualsiasi cosa possa essere assunta come segno. E' segno ogni cosa possa essere assunto come un sostituto significante di qualcosa d'altro. Questo qualcosa d'altro non deve necessariamente esistere, né deve sussistere di fatto nel momento in cui il segno sta in luogo di esso. In tal senso la Semiotica, in principio, è la disciplina che studia tutto ciò che può essere usato per mentire…La definizione di teoria della menzogna potrebbe rappresentare un programma soddisfacente per una Semiotica Generale (U. Eco - Trattato di Semiotica Generale" - Bompiani, pag. 17). MO (vertice)! Santo, Santo! Presto, il nostro Beato lo vedremo Santo! Pregate, cari, pregate sempre San Scrito. MO (segno)! (va)

Teresa                                - (A Caterina) Ma tu San Scrito lo hai mai visto?

Caterina                             - Un po'. L'ho visto solo un po'.

Teresa                                - Hai avuto la visione come don Bru?

Caterina                             - Io non ho mai avuto visioni.

Teresa                                - Ma allora, come dici di conoscerlo un po'.

Caterina                             - Don Bru, che lo ha visto e ci ha parlato, mi ha detto che lui gli ha detto di dire a tutti che non è mai corretto dire che uno non conosce una cosa, anche se la ignora al 1000% - deve dire di conoscerla… un po'.

Teresa                                - E perché?

Caterina                             - Io non lo so, ma potrebbe avere a che fare con la Semiotica Generale del Beato Eco     - una bugia al giorno toglie l'ignoranza di torno. Scusate, ma adesso devo andare. E' stato nu vero piacere fare la vostra conoscenza. E…mi raccomando- pregate San Scrito! (Va).

Saalvatore                          - Giamò, di-dimmi- ma a te ti pesa tanto il difé… il difetto di parola?

Giamò                                - Ti dovessi di-dire- non mi pesa no!

Saalvatore                          - Ma tu andrai alla vorà… alla voragine a pregare San Scrito?

Giamò                                - Cre-credo di no, MO! Ah, ah, ah!

Teresa                                - E tutto quello che vi ho detto? Non vi basta? (I due la guardano, si danno di gomito)

Saalvatore                          - A Tere'! (applaude) MO!

Giamò                                - A Tere'…. (applaude) eh va…..!!!!!

FINE