Occhiu ca non vidi…

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Occhiu ca non vidi…

Commedia in due atti di

Antonio Puglisi

CODICE SIAE COMMEDIA

926235A

Personaggi e interpreti

Giovanna Cambria (moglie dell’avvocato) – Alessandra Milici

Don Nino (Padre di Giovanna) – Nino Mangano

Pietro Cambia (avvocato) – Maurizio Triscari

Filippo Trinacria (amico avvocato) – Antonio Puglisi

Pasqualino (assistente avvocato) – Dario Saggese

Marisa (vicina di casa) – Angela Minciullo

Jessica (segretaria avvocato) – Anna Maria Gentile

Terenzio Divisorio (avvocato divorzista) – Salvatore Fragata

Tanino (amico di Pasqualino) - Gaetano Micale

Traccia n. 01 con sipario chiuso –

Dopo 2’ luci - sfumare a 3’10”

PRIMO ATTO

Interno appartamento semplice con al centro, in fondo, un armadio a muro ed una finestra che da sulla strada. Due porte laterali. A sinistra l’ingresso di casa Cambria, a sinistra la comune che conduce alle camere. In scena un divano ed una scrivania da studio con dietro una sedia da ufficio e lateralmente due da ricevimento clienti. Una vetrina con bicchieri e bottiglie completa l’arredamento composto anche da piccoli quadri moderni. In scena 5 persone. Giovanna, moglie dell’avvocato Pietro Cambria, Marisa, la vicina, Filippo e Pasquale, il primo amico e l’altro collaboratore dell’avvocato, e Don Nino, padre di Giovanna, uomo tutto di un pezzo. Sono in corso i preparativi per l’organizzazione di una festa a sorpresa per il compleanno dell’avvocato. A terra palloncini colorati sparsi per la stanza e tutti sono impegnati a fare qualcosa. Don Nino è alla finestra in attesa di dare il segnale.

Giovanna: Presto Marisa sistema quei palloncini dietro il tavolo, non perdiamo tempo.

Marisa: Si ma scappunu… E’ comu pigghiari na jaddina chi manu….

Giovanna: Pasquale aiutala, presto che secondo me sta per arrivare.

Filippo: Ma sicuro che non si è accorto di nulla? A me non pare tantu scemu Petru…

Giovanna: Ma quando mai… poverino lavora sempre, non ha tempo nemmeno per ricordarsi che oggi è il suo compleanno (Guardando Pasquale e Marisa che tentano di raccogliere i palloncini senza riuscirci) Dai forza, ma che state facendo? Sbrigatevi…

Pasquale: Signora Giovanna, sciddicanu… e se schiacci fotti… scoppiunu!!! (Un palloncino esplode dalle mani di Pasqale)

Marisa: E bravu a Pasquali… già navi picca tu i scoppi….

Giovanna: Forza muovetevi, e tu papà, sei pronto?

Don Nino: Prontissimo, ma ancora non arrivò….

Giovanna: Mi raccomando papà, non farti vedere… Appena vedi che sta parcheggiando spostati dalla finestra, nasconditi, non ti fare vedere!

Don Nino: Si si, u capiu… appena comincia a parcheggiare mi mucciu… e chi ci voli…

Pasquale: Oggi aveva una giornata piena di appuntamenti. Avi di novi di stamatina che tra tribunali e studiu non si femma un attimo. Speramu almenu chi c’ammuccò ca scusa dell’impegno di me mamma. L’appa ‘nfinucchiari pi nesciri prima e veniri ca…

Giovanna: Non è che ha capito qualcosa? Ma scusa tua mamma come sta?

Pasquale: Benissimo perché?

Giovanna: Che scusa gli hai detto per uscire prima?

Pasquale: (Fiero) Che la dovevo accompagnare in ospedale per accertamenti….

Marisa: E setti i sira????

Pasquale: E lo so… ma non mi vinni nenti in testa… infatti mi guardò un po’ stranu, ma poi ci dissi che era una visita su prenotazione e che solo a quell’ora erano disponibili, ecco!

Giovanna: Ah meno male…

Pasquale: Soltanto che …

Giovanna: Soltanto che…

Pasquale: Nenti è che poi….

Marisa, Giovanna, Don Nino e Filippo: E’ che poi ?….

Pasquale: Si misi ‘nto menzu a segretaria e mi dumannò chi visita era….

Giovanna: Ecco lo sapevo, ma perché ti vai ad infilare sempre nei guai tu?

Filippo: Non ni fa mai una dritta…

Marisa: C’ha raccumannammu a pecora o lupu…

Don Nino: Ma che visita era ?

Giovanna:  Papà?!?!

Pasquale: Nenti ci dissi che aveva un problema e pedi… e che … l’aveva accumpagnari unnu u pedriatra!

Giovanna: Oh Signore!!!!

Don Nino: Scusa Pasquali, ma quantu anni avi to mamma…

Marisa: Ma soprattutto… chi misura pigghia di scappi? (Tutti tranne Pasquale scoppiano in una grossa risata)

Pasquale: Avi 92 anni picchì? Chinni sacciu quantu pigghia di scappi….

Giovanna: Giuro Pasquale che se hai rovinato la festa a sorpresa sempre per il tuo essere… come dire…

Don Nino: Cretinu!

Marisa: Scimunitu!

Filippo: Strammatu!

Giovanna: Diciamo…. Strafalariu… giuro che te la faccio pagare!!!

Filippo: Pasqualino, ma chi dissi l’avvocato dopo?

Pasquale: Nenti! Si taliaru ‘nta facci ca segretaria, mi pari chi si misuru a rideri e mi desi u cunsensu di nesciri prima… Anzi, mi cumpagnò sino a potta, comu si avissi primura…

Marisa: (ironica) Avi sempri tantu cuffari l’avvucatu…

Giovanna: Che intendi dire Marisa?

Marisa: nenti, nenti… U sannu tutti (guardando gli altri) chi l’avvocato avi tantu cuffari no? Sulu chistu ‘ntinneva…

Giovanna: (stizzita per cambiare discorso) Papà, è arrivato?

Don Nino: Nonsi… cha tutti si stannu ricampannu, tranni chi to marito.

Giovanna: Forza, forza! Pietro è sempre puntuale, alle 8 arriva come un orologio svizzero e mancano ancora 5 minuti… Forza sbrighiamoci che abbiamo ancora tanto da sistemare… Marisa vai a prendere lo spumante e la torta in cucina e portala qui.

Marisa: Subito Giovanna (esce per la comune)

Pasquale: (incuriosito) Ma scusati donna Giuvanna, non si cena? Vogghiu diri… passamu subitu a torta ?

Filippo: E comu? Non c’è mancu l’aperitivo?

Giovanna: Sentite, non perdiamo altro tempo, fra poco sarà qua e tutto deve essere perfetto! Allora statemi a sentire… (Tutti si avvicinano a Giovanna). Quando vediamo che parcheggia ci mettiamo tutti dietro il tavolo, qui (mostra a tutti dove posizionarsi, dietro il tavolo di fronte la porta di ingresso di casa). Così capito? Filippo sarà l’addetto alla luce! Una volta pronti tu (indicando Filippo) spegni la luce e soltanto dopo che Pietro avrà chiuso la porta, la riaccenderai. Mi raccomando, soltanto dopo che avrà chiuso la porta così sarà preciso parato davanti a noi! A quel punto tutti insieme, gioiosi e festosi urleremo AUGURI!!! Capito ?

Filippo: Non è chi voli a laurea pi fari na festa a sorpresa…

Pasquale: Si ma jo unni mi metto? E quannu a diri AUGURI? E soprattuttu… a cu????

Filippo: Ma fossi non basta mancu a terza media…

Don Nino: Ha nan’tisa Pasqualino… Ma comu a cu? Avi un’ura chi ni stamu preparannu!

Giovanna: (va verso Pasquale) Senti Pasquale, facciamo così. Mettiti qui sin da ora. Fermo qui. (lo porta dietro il tavolo). Appena si stutunu i luci zitto! Mi raccomando…zitto, pipa!... Appena si riaccende la luce, urla insieme a noi AUGURI!!!!! Va bene?

Pasquale: Si va bene. Staiu cà, spetto chi si levunu a luci e appena a rimettunu gridu AUGURI! U capiu…

(Rientra Marisa con vassoio torta e spumante aperto già ed è evidente che ne ha già bevuto mezza bottiglia)

Marisa: Ecco qui… torta e spumante (posa la torta sul tavolo)… chiddu ca ristò…. Ah ah ah ah

Giovanna: (Sempre più agitata e in trepidante attesa) Ma che hai fatto Marisa? Hai aperto la bottiglia? Hai già bevuto?

Marisa: Cettu, ci voli quacchi dunu chi assaggia prima di biviri tutti no? (si attacca di nuovo alla bottiglia e beve)… Mmmm di ottima qualità… certu forsi un troppu… come dire… frizzante, ma così friddu cala che è un piaciri…

Filippo: Occhiu Marisa chi ti inchi i gas se t’appenni così a buttigghia…

Marisa: Non ti preoccupari Filippu, chi fa ti scanti (si avvicina minacciosa verso Filippo)

Filippo: (mentre si sottrae) Jo, mi scantu? Ma quannu mai… di chi mavissi a scantari sintemu?

Marisa: (in evidente stato di alterazione alcolica) Filippo, Filippo… sta attentu inveci… si ti cchiappu a passu strittu, allura si c’ha scappari…

Filippu: Marisa finiscila…

Marisa: (imitando il verso di un cane per farlo spaventare) bau, Bau, bau…

 Filippu: Marisa finiscila…

Marisa: Sta attentu Filippu… abbaiu, abbaiu… e poi mordu… grrrrrrr

(Mentre i due si continuano a stuzzicare a gesti)

Giovanna: La smettete? Ma lo capite che siamo in ritardo e che sta per arrivare?

(Bussano alla porta)

Giovanna: (Spaventata) E chi è ora? Non aspettavo nessuno… Tutti gli invitati siamo qui… Ma come mai a quest’ora ? Proprio ora che sta per arrivare Pietro…. E che faccio?

(Bussano di nuovo allaporta)

Don Nino: Chi fa? Ci vaiu e iapru jo?

Giovanna: (Imbestialita) No Papà, tu resta di guardia alla finestra!

Filippo: Ci vado io?

Giovanna: No, tu resta vicino l’interruttore!

Pasquale: Signora si voli ci vaiu jo…

Marisa: Pasquali a cummninari quacchi autru guaiu? Lassa peddiri… (Si avvicina a Giovanna)… Se vuoi vado io e dico che non c’è nessuno… ma cu poti esseri?

Giovanna: E che ne so? Si si, vai tu Marisa e facciamo così… Filippo spegni la luce così se è Pietro (guardando suo papà) che magari è salito senza che ce ne siamo accorti, almeno possiamo riparare… (riflettendo) Ma no, lui ha le chiavi di casa, perché mai dovrebbe bussare… Filippo spegni lo stesso la luce, non si sa mai… Marisa vai, apri la porta piano e lascia la catenella mi raccomando. Guarda chi è digli che non vuoi essere disturbata perché… stavi dormendo… che ne so inventati una scusa….

Marisa: Va be, non ti preoccupare, ci penso io… (Si avvicina barcollando la porta mentre Filippo spegne la luce)

Marisa apre la porta mantenendola socchiusa

Marisa: Chi è ?...... Chi è?  (a Giovanna) Non risponde nessuno… (Si affaccia alla porta) Ah! (rientrando) Mi scantai, mammitta bedda…

Filippo: Chi fu? Cu è?

Marisa: (sottovoce) C’è uno arreri a potta che non palla ma fa gesti? Spittati… (si affaccia di nuovo alla porta) Chi è chi vo si po sapiri? (pausa) Non ti capisciu… Senti u sa chi fa… trasi e ni livamu u pinseri…

Entra Tanino, sordomuto, amico di infanzia di Pasqualino. Filippo accende la luce

Pasquale: AUGURI!!!!

Giovanna: Non ora Pasquale!!! Ma allora non hai capito niente?

Pasquale: Signora mi dissi chi quannu tunnava a luci poteva gridari auguri… (Vedendo Tanino)… Tanino chi fa cà? Chi succidiu? (Si avvicina a Tanino) Appa succediri quaccosa di importanti pi veniri a ciccarimi sinu a ca vero?

Tanino fa un cenno eloquente con i due indici delle mani che si toccano seguiti da una rotazione della mano desta aperta.

Pasquale: Non mi diri? Truvasti a una?

Tanino fa cenno di no. Lui no… e ripete lo stesso cenno di prima…

Pasquale (mentre tutti li guardano):Ho capito…ni truvasti una pi me vero? Ah… Amara a cu non avi a nuddu!....

Tanino con i cenni fa capire che non si tratta nemmeno di Pasquale e ripete sempre lo stesso verso.

Don Nino (alla finestra ancora): Cà è! Sta parcheggiannu!!! (Si sposta dalla finestra correndo e si nasconde sotto il tavolo)

(caos nella stanza con gente che corre a destra e sinistra senza sapere dove andare)

Marisa: Prestu.. arrivò… (prende con se Tanino e Pasquale e li conduce dietro il tavolo).

Giovanna: (sussurrando) Papà ma che fai ? Che ci fai sotto il tavolo ?

Don Nino: Mi dicisti mi mammucciu! Megghiu di cà….

Giovanna: Noooo papà… Mettiti pure tu dietro il tavolo… (Ma don Nino Rimane sotto il tavolino) Presto Filippo spegni la luce che io mi posiziono… Allora avete capito tutto? Appena Pietro chiude la porta dietro di se, Filippo accende la luce e tutti insieme AUGURI!!!

Filippo spegne la luce

Pasquale: Di novu? Signora Giovanna, non è cavemu a chiamari chiddi ill’Enel?

Giovanna: (sussurrando) Zitto Pasquale per favore… Zittoooooo….

Filippo riaccende la luce

Pasquale: AUGURI!!!

Giovanna: Filippo ma che fai? Ancora deve arrivare?

Filippo: No nenti, volevo vedere se eravate pronti! (Spegne la luce di nuovo)

Si apre la porta. Entra Pietro Cambria, l’avvocato, insieme con la segretaria Jessica. I due si abbracciano, si baciano, si toccano sprofondati in un vortice di passione. Filippo accende la luce.

Tutti: AUGURI!!!!!

La coppia si gira lentamente… A Pietro cadono i pantaloni appena slacciati, rimanendo in mutande. Giovanna scoppia in un urlo lacerante. Marisa tappa gli occhi di Pasquale mentre Tanino ripete il gesto fatto prima. Filippo scoppia in una grassa risata mentre Don Nino, rimane nascosto sotto il tavolino.

Pietro: (con evidente imbarazzo) Grazie….

Giovanna: (scoppia a piangere) Ma come hai potuto… (esce verso la comune in lacrime seguita da Marisa).

Pasquale: Mi scusi avvocato, ma puru a segretaria faci u compleanno comu a vossia?

Filippo: Si Pasquale, e l’avvocato ci stava facennu u regalu!

Pietro: No aspettate… Giovanna… Non è come sembra (tira su i pantaloni) Aspettate vi posso spiegare tutto…

Don Nino (che intanto esce da sotto il tavolo) : Chista a vogghiu sentiri tutta ora!

Filippo: Pietro che vuoi spiegare? Chiù chiaru di cusì?

Pietro: (si avvicina a Filippo mentre Pasquale e Tanino si avvicinano a Jessica) Ma scusa Filippo, non mi avevi detto che eri con mia moglie e con la tua in campagna, nel tuo paese questo week end?

Filippo: Si, certo… me lo aveva chiesto tua moglie di dirti così, per non farti insospettire sulla festa a sorpresa che da mischina t’aveva organizzatu…. (con faccia disprezzante)

Don Nino: E chi bellu regalu chi ci facisti, i cosi giusti…

(Tanino continua con il gesto precedente facendo capire a pasquale cosa intendeva)

Pasquale: Allura chistu vulevi diri…? Chi avevi vistu l’avvucatu ca segretaria.. ora capiu…

Jessica: O signore! Mi sento veramente… Mamma mia…. Sto sprofondando dalla vergogna… mi sento…

Filippo: Comu ti vo sentiri bedda… u vistumu tutti comu ti senti…

Don Nino: Si… si…. Proprio tutta vergognata era a…. signurina…

Jessica: Dottoressa prego… laureata in lingue!

Filippo e Don Nino scoppiano in una grassa risata

(Jessica si siede al tavolo)

Don Nino: Prego dottoressa, come se fosse a casa sua…. (al pubblico) A vaddari a sta…..

Pietro: (ricomponendosi) Mi scusi dottoressa… forse è il caso che la pratica che dovevamo discutere la rimandiamo a lunedì, che ne dice (ammicca a Jessica in segno di uscire da casa)

Filippo: Mischinu, travaggia sempri stu cristianu…

Don Nino: E chi fatica… ci cascunu puru i pantaloni di quantu siccò…

(I due scoppiano in una grassa risata)

Filippo: (mentre prende sottobraccio Jessica e la accompagna alla porta) Quindi mi raccomando ci vediamo lunedì in ufficio e ne riparleremo…

Jessica: Ma non dovevamo parlarne tutto il week end

Don Nino: Pratica longa era…

Filippo: U dissi io, s’ammazza di travagghiu stu poviru avvocatu

(I due ancora a ridere) – (Entra una nervosa Giovanna)

Pietro: No, no… non è possibile per questo fine settimana… mi dispiace ma non è possibile…

Giovanna: Ah, e ti dispiace pure!!!

Pietro: (che chiude la porta dopo aver fatto uscire Jessica) No, nel senso che… insomma che…

Don Nino: La pratica era urgente

Filippo: Longa e urgente

(Sghignazzano)

Giovanna: Pietro esci fuori da questa casa! Ora, subito!!!

Pietro: Esco? E dove vado? E perché poi?

Giovanna: (mentre si avvicina a Pietro) Come perché ? Hai anche il coraggio di chiedermi perché ? Guarda, guarda cosa avevo organizzato per il mio maritino, una festa a sorpresa… si che bella sorpresa! Appena hai capito che a casa non dovevo esserci per tutto il week end che fai? Ti organizzi per portare qui la tua segretaria… Mi fai schifo Pietro, schifo (vola uno schiaffo).

Pietro: No Giovanna, credimi, non è come sembra, non è vero che l’ho portata a casa…

Don Nino: No, non è vero… era un’allucinazione!

Filippo: Megghiu chi mi fazzu a viddiri d’un dutturi bonu…

Giovanna: Non l’hai portata a casa? E chi era quella che hai appena fatto uscire tutto dispiaciuto… chi era dimmelo? Non era forse la tua segretaria? Non era forse quella grandissima….

Filippo e Don Nino: Dottoressa!

Pietro: No amore (schiaffo di Giovanna) No nel senso che si… cioè… si era la mia segretaria ma non l’ho portata qui… (ancora altro schiaffo) cioè si l’ho portata ma non per quello che pensi tu… ecco…

Giovanna: A no per quello che penso io? O meglio dire per quello che hanno pensato tutti quando sei entrato con lei? Cosa potevi mai fare con la tua segretaria entrando dalla porta così avvinghiato, guarda non mi ci fare pensare che se no ti prendo a schiaffi!

Don Nino: Effettivamenti ci nà datu picca gioia figghia mia…

Filippo: Tutti boni e biniditti… quannu ci vonnu su megghiu du pani

Giovanna: Senti Pietro, esci fuori da questa casa, non ti voglio più vedere! Tornatene in ufficio, con la tua segretaria, tu questo ti meriti di stare accanto ad una grandissima…

Filippo e Don Nino: Dottoressa!

(Giovanna spinge Pietro verso la porta)

Giovanna: Fuori, fuori, via da casa mia, via!

Pietro: Veramente questa è casa nostra non tua…

Don Nino: Ti l’aveva dittu di fattirila ntistari sulu a te….

Giovanna: Dopo quello che hai fatto non metterai mai più piede in questa casa….

Filippo: E quindi diventa a so!

Giovanna: Fuori, fuori (lo sbatte fuori di casa in lacrime)

Don Nino e Filippo si avvicinano a Giovanna nel tentativo di consolarla

Don Nino: Fozza figghitta… Fatti curaggiu, non ti dispirari…

Filippo: Ragiuni avi Don Nino. Masculu è… e in quantu masculu, Bestia!

Don Nino: Fammi capiri Filippu. Bestia picchì masculu? Chi vo diri? Chi tutti i masculi su bestia?

Filippo: (facendo cenno a Don Nino di assecondarlo) Si Don Nino, i masculi su animali. No come le donne così… così….

Don Nino: Fammi capiri Filippu, allura a segretaria chi è?

Giovanna: (dopo verli guardati attentamente) Avete finito? Qui non è questione di uomini o donne, qui stiamo parlando di mio marito!

Don Nino: E picchì? To maritu chi è?

Filippo: Una bestia!

Giovanna: Ancora Filippo! Pietro è un uomo si, ma soprattutto mio marito… (singhiozzando) Come ha potuto farmi questo? E perché poi?

Don Nino: (ruotando le braccia in segno di “e ora come glielo spieghiamo?”) Vedi figghia, non è che un maritu tradisci così, tanto pi fallu…

Filippo (imbarazzato): Don Nino ma che dite…

Don Nino: Fammi finire Filippo… Dicevo figghia che non è che uno metti corna così, pi priu!

Giovanna: E tu che ne sai papà????

Filippo: Ecco appunto, lei chi ni sapi?

Don Nino:  U sacciu, u sacciu… lassa stari.. fatti cunsigghiari di cu avi chiù esperienza…

Giovanna: Esperienza? E tu che esperienza hai avuto papà? Hai tradito la mamma? (singhiozzando) Questa ci mancava… un marito traditori e un papà… mmmmmm meglio che sto zitta va…

Don Nino: Lassa fari figghia, non è che ti pallu per esperienza personali (accompagna la figlia al tavolo). N’aiu visti tanti ‘nta me vita… Un marito, diceva, tradisci picchì in fondo in fondo, un motivo c’è?

Filippo (quasi a giustificare le parole di Don Nino): Ma proprio in fondo in fondo…

Don Nino: Sei proprio sicura che a Pietro non manca propriu nenti?

Giovanna: Papà, ma che vuoi dire?

Don Nino: Figghia, senti a me… se Pietro ha fatto quello che ha fatto…

Filippo: Ma questo s’ava ancora verificari perché non abbiamo sentito ancora la sua versione…

Giovanna (che gira un’occhiata minacciosa a Filippo, rivolgendosi al padre): Continua…

Don Nino: Forse, in fondo in fondo, ma propriu funnu, avrà avutu i so ragiuni…

Filippo: Don Nino ma che dite…

Giovanna: Avrà avuto le sue ragioni? (disperata) Papà ma che dici??? Quali ragioni possono spingere un marito a tradire?

Don Nino: Ecco, cà sta u puntu! Bisogna capire quali ragioni…

Giovanna: Papà io ancora non ho capito… sei dalla parte di tua figlia che è stata tradita oppure prendi le sue difese non so per quale solidarietà maschile che non rinunciate mai di evidenziare?

Don Nino: ma chi c’entra figghia… io sono sempre dalla tua parte…. Ma non è che puoi condannare subito un marito, così all’improvviso…

Giovanna: All’improvviso? Papà, ma c’eri anche tu?! Lo hai visto anche tu? Hai visto cosa ha fatto davanti a tutti?

Don Nino: Si gioia, ma visti puru a idda e….

Giovanna: Basta! (piangendo) Siete tutti uguali (esce dirigendosi verso la comune)

Filippo: No bravu Don Nino, veramente un discorso impeccabile! Una lezione di filosofia vera e propria!

Don Nino: Senti Filippu non fari u puritanu. Ti pari chi sugnu cuntentu di chiddu ca visti? Si convintu che mi fici piaciri?

Filippo: Taliari a idda però si, vossia u dissi!

Don Nino: Finiscila Filippu! Ma chi vo fari sautari un matrimoniu comu a chistu? Così pi na scappatella? U vo capiri chi Petru è un avvocato affermatissimu e chi Giuvanna non faci nenti? Comu finisci si iddu a lassa?

Filippo: Dipende…

Don Nino: Comu dipende?

Filippo: Dipende…

Don Nino: Dipende?

Filippo: Dipende…

Don Nino: U capiu Filippu dipende… ma comu dipende? E no ripetiri chiù che ti lassu uri u bastuni in testa!

Filippo: Dipende… Intennu dire, bisogna vedere che avvocato sceglie sua figlia… e poi permette Don Ninu?

Don Nino: Chi c’è?

Filippo: (avvicinandosi a Don Nino): Ma o postu di so figghia… (si guarda attorno e sussurrando) Lei, non si vulissi vendicari?

(I due rimangono impassibili a guardarsi)

Don Nino: Effettivamenti…. Ma spieghimi sta storia dell’avvocatu

Filippo: Puru si non sugnu maritatu, sinceramente di corna mi nintennu!

Don Nino: Chi vo diri?

Filippo: Non per vantarmi, ma si l’avissi avutu veri a stura mancu ci passava di da potta! E secondo lei perché non mi sono mai voluto coniugare? Ogni vota ca canusceva a una… passava tempu chi mi parava i corna!

Don Nino: (dispiaciuto) Mischinu…

Filippo: E non c’è cosa migliore della vendetta!

Don Nino: Fammi capire Filippu… me figghia s’avissi a vendicari? (sospettoso) E cu cu sintemu!

Filippu: Lassassi fari a mia Don Nino. La vendetta non deve essere per forza consumata, ma basta anche soltanto farla intendere… mi capisci?

Don Nino: No!

Filippo: Ma cettu che lei è comu l’ovu! Chiù coci e chiù duru si fa… (guardandosi attorno sussurra) Ci pensu a tutu cosi jo. Basta soltanto far credere che la vendetta è servita!

Don Nino: Si ma l’avvucatu chi c’entra?

Filippo: C’entra eccomu! Vista la situazione, un mio carissimo amico avvocato, specializzato in divorzi, può sfruttare la questione tutto a favore di sua figlia che così verrà mantenuta a vita da Pietro che pagherà per la malefatta compiuta! Ci facemu ntistari tuttu cosi a so figghia e quindi… puru a lei… Ma si rende conto? Nella disgrazia siete stati fortunati!!!

Don Nino: Chsitu culu si chiama!

Filippo: Ecco bravu! Intanto io penso a mettere in atto il piano per la vendetta di Giovanna e così… so ienniru avrà quello che si merita!

Don Nino: Minchia che amico ca si!

Filippo: Ma che c’entra Don Nino. Si è vero semu amici… anzi dopo quello che ho visto…. Eravamo amici. Ho troppo rispetto pi vossia e (con fare sognante) per quella splendida creatura di vostra figlia che di certo non si meritava questo genere di trattamento.

Don Nino: U capiu… ti piace me figghia!

Filippo: Don Nino, così mi offendete! Come? Io sono dalla vostra parte, ho deciso che difendo i vostri interessi…

Don Nino: E chissì puru tu avvocato?

Filippo: Don Nino, fidatevi e Pietro avrà quello che si merita! Vostra figlia si vendicherà senza fare nulla e vivrà la sua vita da mantenuta per bene senza problemi.

Don Nino: Comu dici tu… ma semu sicuri che non ni mischi ‘nta quacchi traffficu stranu?

Filippo: Fidatevi…

(Rientra Giovanna)

Don Nino: Figghia, figghia gioia da me vita… Veni ca… settiti… Non ti preoccupari chi ora u sistemamu nuatri a stu disgriaziatu…

Giovanna: Ma come papà? Canciasti idea? Non dovevi capire le ragioni che lo avevano portato a questo? Non avevi insinuato che magari è mancato per me… in qualcosa?...

Don Nino: No gioia, sangu me… ma che dici? Io sono assolutamente dalla tua parte… (guardando Filippo) Adesso riposati, calmati e rilassati…

Giovanna: Ma come faccio a rilassarmi papà? Non riesco a pensare ad altro!!! Ma dico, l’hai visti anche tu vero? Hai visto quella….

Filippo: Eccomu sa visti!

Don Nino: Hai ragione zuccarata… (fiero) E’ stato ignobile quello che si è posto sotto ai nostri occhi! Un atteggiamento indegno, volgare, spregevole che non ammette giustificaoni!!!

Filippo: ‘nautra vota u filosufu… Don Nino, abbiamo capito… Ma non mi aveva detto che doveva andare a comprare quella cosa…. Che c’era rischio che chiudeva il negozio…

Don Nino: Chi m’aveva a cattari? Non mi ricordu? Ma chi dici?

Filippo: Si, come non ricorda (spingendolo verso la porta) vada vada… c’è rischio chi na trova chiù

Don Nino: Ma a cu?

Filippo: Vada… le dico vada… (sussurrando) e turnassi tra menz’ura!

Don Nino esce borbottando, Filippo chiude la porta e guarda intensamente Giovanna che nel frattempo è visibilmente afflitta e gioca con un dito sul tavolo

Filippo: Caffè? Così ci tiriamo un po’ su?

Traccia 02 – Luci - Sipario

SIPARIO

Traccia n. 03 a sipario chiuso

SECONDO ATTO

Stessa scena del primo. Sul palco Pasqualino, Marisa, Filippo Don Nino e Tanino. Seduti al tavolo tutti e cinque con Filippo al centro. Accanto a destra Marisa e a sinistra Don Nino. Ai margini a destra Tanino e a sinistra Pasqualino. Mattina del giorno dopo…

Filippo: Dunque avete capito bene tutti?

Marisa: Si Si Filippo figurati… abbiamo capito… Sta per arrivare l’avvocato… noi siamo i testimoni del fattaccio e dobbiamo riferire tutto quello che abbiamo visto ieri sera… dobbiamo dire la verità e niente più… e…. siamo dalla parte di Giovanna. Giusto?

Filippo: Brava Marisa vedi che quando vuoi…

Marisa: E c’ha vistu Filippu… sapessi quello che sono capace di fare quando voglio veramente….

Filippo: Ora non t’allargare…

Pasqualino: Scusate Signor Trinacria… ma perché dobbiamo raccontare all’avvocato quello che abbiamo visto? C’era puru iddu aieri sira… eccomu si c’era!

Filippo: Pasqualino sei veramente un cretino! Non sta venendo qui l’avvocato Pietro, ma l’avvocato Terenzio Divisorio che si occuperà della pratica di divorzio…

Pasqualino: Mammitta bedda! Divorzio? E cu si lassa?

Marisa: Pasqualino ma possibili chi avi menz’ura chi pallamu di sta cosa e ancora non ha caput unenti?

Don Nino: Pasqualino, gioia, tu non ti preoccupari, quannu veni l’avvocato Divisorio  e ti fa na dumanna tu ci rispunni ca verità. Va bene? (e parte uno scappellotto)

Pasqualino: U capiu. U capiu… Ma vulissi sapiri cu divorzia?

Filippo (fa per allungarsi sul tavolo nel tentativo di dare uno scappellotto a Pasqualino)

Don Nino (fa partire uno scappellotto su Pasqualino): Non ti preoccupare Filippo ci penso io…

Filippo: Dunque ci siamo capiti?

Tutti fanno cenno di si con la testa tranne pasqualino che fa cenno di no e via un altro scappellotto di Don Nino

Bussano alla porta

Filippo: Ca semu. C’è l’avvocato Divisorio. Mi raccumannu! (Si alza per aprire la porta. Appena aperta irrompe in scena Terenzio Divisorio in toga scrutando, da dietro il tavolo, tutti i presenti camminando avanti e indietro)

Traccia n. 4

Filippo: Carissimo avvocato, non immagina nemmeno lontanamente quale onore e piacere averla qui. Un luminare nel suo campo come lei, non può che riempirci il cuore di soddisfazione e…

Divisorio: Si Si, ho capito… bando alle ciance. Passiamo alle cose serie. (Puntando il dito contro pasqualino) Lei! (Pasqualino si volta dietro come a cercare qualcuno) Dove si trovava ieri sera intorno alle 20.00 quando in questo appartamento si consumava l’atto portato a termine dall’evidente fedigrafo?

Pasqualino: (si guarda attorno evidenziando di non aver compreso) Mi scusi Avvocato Transitorio

Divisorio: Divisorio!

Pasqualino: Mi scusi, io ieri ero qui, proprio dove mi vede adesso. Ma sinceramente non è che ho visto quello che si consumava il tipografo?

Divisorio: Tipografo? Ma che c’entra il tipografo? (Con calma) Glielo chiedo diversamente. (avvicinandosi a Pasqualino) Ieri sira, a stura, un’erra?

Pasqualino: Ah, ho capito. C’iu dissi, ca era.

Divisorio: E chi visti?

Pasqualino: Prima o dopo chi taccaru a luci?

Divisorio: Taccaru a luci? Non c’era corrente (rivolta a Filippo)

Filippo: No vede, deve sapere che attendavamo l’arrivo dell’avvocato Pietro con la luce spenta perché pronti per la sorpresa…

Marisa: Era il suo compleanno ieri…

Divisorio: (Si avvicina energicamente a Filippo) Auguri carissimo, anche se in ritardo spero siano graditi…

Don Nino: Bonu va… appostu semu

Filippo: No, no… non ero io a festeggiare il compleanno ieri ma l’avvocato, il fedigrafo…

Pasqualino: U tipografu faci l’anni?

Don Nino lascia partire un altro scappellotto su Pasqualino

Divisorio: Vabe… lasciamo perdere il compleanno. (con enfasi passeggiando) Per garantire la veridicità e la fondatezza delle prove da raccogliere è meglio se facciamo riferimento ai fatti avvenuti soltanto dopo che avete acceso la luce. Dunque Signor Pasqualino, cosa ha visto quando la visibilità era tornata perfetta?

Pasqualino: Avvocatori Provvisoria…

Divisorio: Divisorio!

Pasqualino: Che ho visto… insomma non è che proprio ho visto tanto… si perché lei deve sapere che dovevamo impegnarci tutti quanti a banniari AUGURI quannnu si dumava a luci di novo. E siccomi avia sbagghiatu già na vota era concentratissimu (stringe i pugni e chiude gli occhi strizzandoli forte) Ecco così. Banniai AUGURI (strillando) insieme a tutti e stesi così, picchì m’aspettava l’applausu… Poi sintii che nuddu batteva i manu e aprii l’occhi…. Chiddu ca vistu fu l’avvocato Pietro chi si sistimava i pantaluna e a Signora Giovanna chi cianceva…

Divisorio: Ho capito. Questo teste non è affidabile. Non ha visto praticamente nulla. (a Marisa) Lei, mi dica, cosa ha visto?

Marisa: A voli sapiri a verità?

Divisorio: Certo, sono qui per questo…

Marisa: Ma non so, fossi si ci dicu a verità pozzu essere incriminata puru jo…

Divisorio: Incriminata? E perché mai… stia tranquilla signora, non sono un poliziotto o un giudice ma un avvocato divorzista e per di più, che prende le difese della signora che, a quanto pare, anche se ancora non è emerso nulla, sembra sia la parte lesa di questo tradimento!

Marisa: A quanto pare… infatti… io ieri…insomma non è che ero proprio lucida ecco… diciamo che avevo bevuto un po’ di spumante…

Don Nino: Si sculò tutta a buttighia prima ancora che arrivava l’avvocatu….

Divisorio: Ah… capisco.. anche questo teste non è attendibile. Alterato dai fumi dell’alcool è facilmente attaccabile, quindi può essere smentita in qualsiasi istante. E va bene… non disperiamo… (A Don Nino) Lei, mi dica, cosa ha visto ieri sera…

Don Nino: Io? Ma u sapi avvocatu… ci putissi puru mbrugghiari vulennu, ma non sugnu abituatu… Jo era mucciatu suttu u tavulinu… e pi ci trasiri mappa a calari a testa e pecciò non vitti nenti sino a quannu non avia succidutu u fattu. (Imbarazzato) Ecco insomma… non visti nenti va. Però sintiu! Sintui gridari, cianciri e mannarui a du paisi…. Ma non vitti nenti…

Divisorio: Qui la situazione si fa complicata. Nessuno sembra aver visto niente. Uno aveva gli occhi chiusi, una era ubriaca e non ricorda, un altro era nascosto a testa bassa sotto il tavolino. (Dirigendosi verso Filippo). Signor Filippo è rimasto solo lei dei presenti che può testimoniare. Dove era posizionato ieri sera alle 20 quando ha fatto il suo ingresso l’avvocato Cambria?

Filippo: Ero proprio qui (si dirige verso l’interruttore)… Ero l’addetto all’accensione e spegnimento della luce. E… eee…. Si…. Ecco…. In effetti quando dumai a luci erano di spalle… nel senso che non è che li ho visti in faccia… poi ero concentrato nell’operazione di accensione che doveva corrispondere esattamente con la chiusura della porta… Insomma ne visti mancu jo…

Divisorio: E ficimu a frittata! Vale a dire che tra tutti i presenti nessuno a visto qualcosa. Nessuno che possa confermare l’avvenuto adulterio dell’avvocato Cambria con la sua segretaria. Del resto è inutile ascoltare la signora Giovanna in quanto parte in causa lesa quindi abbiamo bisogno di reperire altre prove che accertino con fermezza e risolutezza la legittimità delle richieste della donna tradita. Insomma qui ci vuole qualcuno, che non sia Giovanna, che mi possa dire. Io li ho visti mentre si abbracciavano e baciavano in questa stanza!!!

Pasqualino: Tanino!!!! Pure lui era qui!!!! Lui ha visto sicuro!!!!

Don Nino: Si e comu ciù cunta Tanino?

Divisorio: Se Tanino è l’unico che ha veramente visto, portatelo qui, e ci parliamo…

Marisa: Nonsi…

Divisorio: Come nonsi…

Filippo: Vede avvocato, purtroppo c’è un altro problema… Tanino non palla e non senti… ma vidi… eccomu si vidi

Divisorio: Impossibile! Anche questo teste non è attendibile. Mi dispiace ma qui siamo messi malissimo. E non crediate che possiamo far testimoniare dalla nostra parte la segretaria che ritengo no abbia alcun interesse a confermare la vostra presunta, e sottolineo presunta, versione! Me ne vado…  Se non ci sono testimoni non ci può essere accusa. Per ottenere il massimo da una causa di divorzio, e quindi spennare come meglio possibile un marito, ci vogliono prove serie, efficaci e inequivocabili… qui mi pare che abbiamo finito (esce).

Don Nino: E bravu Filippu… Cettu che l’avvucatu proprio bravu u scigghisti? Pi pallari poi… u megghiu propriu… Ma a fatti semu a zeru.

Filippo: Ho capito Don Nino ma abbiamo detto la verità. Caso ha voluto che nessuno di noi visti quaccosa proprio in quel preciso istante che dummamu a luci e i dui , pari, si rumuttiavunu…

Marisa: Ma scusati… ma semu sicuri che comu dici Filippu “si rumuttiavunu”?

Filippo: Chi ‘ntenni diri Marisa?

Marisa: Cà mi pari chi pallamu sulu pi sintitu diri, mi illazioni, pi immaginazioni. Ma alla fini cu visti?

Don Nino: Me figghia u visti. Basta e avanza!!!

Pasqualino:  Marisa avi ragiuni però Don Nino. Jo avi 20 anni chi travagghiu pi so iennuru e sinceramente non lo faccio capace di una cosa simile. Insomma travagghia sempri. Sempri chiusu ‘nta d’ufficio unni trasi sulu a segretaria…

Don Nino: Ecco, appuntu!

Marisa: (abbracciando Don Nino) Scusassi Don Nino ma non può essere che sia stato tutto un equivoco? Non può essere che magari presi dall’esaltazione vistumu lucciuli pi lanterni?

Filippo: U sapi Don Nino chi Marisa poti aviri ragiuni… (avvicinandosi anche lui a Don Nino). Anche Pietro ha detto che dovevano parlano di una pratica… (cercando di convincere Don Nino)… Magari era così… magari veramente aviunu a travagghiari a cassa…

Pasqualino: Veru è! Nuatri non vistumu nenti!!!

ESCONO DI SCATTO MARISA – PASQUALINO – FILIPPO lasciando in scena solo Don Nino

Don Nino: Jo non visti, iddi non visturu… vo vidiri chi hannu ragiuni? No, no… Me figghia visti e mi fidu di idda. E poi picchì mettevi ‘npedi tutta sta patomima se non era veru?  Nenti, ha capiri di chi patti stannu sti sciacalli! A vidiri a du Filippu chi prima mi ‘nfila nta sti discussioni e poi… l’avvucatu, Giovanna si fa manteniri a vita sucannuci tuttu cosi, u tradimentu… E poi non visti nenti!!!

Entra Giovanna da fuori

Giovanna: A papà, a te cercavo. Sai chi ho visto qua vicino mentre rientravo?

Don Nino: Cu? Filippo? (Giovanna indica con la testa di no)… Pasqualinu? (ancora no di Giovanna) … Marisa ? (Ancora no)…. To maritu? (No)… E vabè Giovanna dimmi a cu vidisti picchì non pozzu fari l’elenco di tutti i paesani…

Giovanna: A Jessica, la segretaria di Pietro.

Don Nino: Ah… e allura? Non mi diri chi ci pallasti? Non ti miscari ‘nta sti cosi di omini Giovanna!

Giovanna: Di omini???? Ma che dici papà! A parte il fatto che non capisco perché queste siano cose “solo” di uomini visto che sono io la diretta interessata, e fino a prova contraria, uomo non sono. E poi secondo te mi metto a parlare con certa gente io?

Don Nino: Ha ragiuni figghia, scusa… settiti ca, veni riposati chi ti vidu sciupata… Allura dicevi chi vidisti a segretaria e…

Giovanna: Niente così, mi ha solo sopreso il fatto di vederla qui vicino, nei paraggi, e in compagnia di un avvocato che però non era Pietro.

Don Nino (al pubblico): Vo vidiri che avevanu ragiuni di strafalari e chista avi a nnautru? (a Giovanna) E va be fighitta voli diri che magari… non era proprio to marito chiddu ca ci interessava… e magari ni ficiumu pigghiari da suggestioni…

Giovanna: Ma che stai dicendo papà?!? Io non mi faccio prendere da nessuna suggestione… Jessica era con un avvocato femmina qua vicino!

Don Nino: Scusa e tu comu fa a sapiri che era avvucatu da fimmina si mancu ci pallasti?

Giovanna: Perché indossava la toga, ecco perché!

Don Nino: (pausa) A toga? Indossava una toga? E puttava l’occhiali?

Giovanna: Si, perché la conosci?

Don Nino (pausa): No.. no… Nenti così…

Giovanna: Papà… C’è qualcosa che mi devi dire?

Don Nino: No, no, fighitta… nenti… ci mancassi….

(bussano alla porta)

Giovanna: (recandosi verso la porta) Vado io, aspetti qualcuno?

Don Nino fa segno di no con la testa. Giovanna apre la porta e raccoglie un mazzo di fiori dalle mani del fattorino.

Giovanna: (sbalordita apre il bigliettino che accompagna i fiori appena presi e legge) “Non dimenticherò mai quei momenti di passione che mi hai regalato. Grazie di esistere donna stupenda. Il tuo cucciolo…” (si guarda con Don Nino)… (pausa)… (prende un vaso dalla credenza posta dietro e pone al suo interno i fiori che sistema a centro tavola come nulla fosse)

Don Nino: E’ Petru chi voli farsi perdonari?

Giovanna (in evidente imbarazzo): Si.. ecco si… (risoluta) ma non basteranno dei fiori per ricucire il rapporto… (esce dalla comune)

Don Nino: Brava figghia, non demordere. (Bussano alla porta. Va ad aprire) Oh, che sorpresa, chi vo ca?

Pietro: come che voglio. Fino a prova contraria questa è ancora casa mia…

Don Nino: Pi metà e ato’… ma ancora pi picca…

Pietro: Che intende dire Don Nino…

Don Nino: Niente… niente… a proposito… Bella mossa chidda di ciuri! A te ti pare chi un mazzu i ciuri e un bigliettu ponu rissovviri tuttu così?

Pietro: Quali fiori?

Don Nino: (pausa) non mannasti un mazzu i ciuri cincu minuti fa?

Pietro: Io fiori? NO… perché?

Don Nino: Non si tu “il cucciolo” chi scriviu u bigliettinu?

Pietro: I fiori, il cucciolo… Ma che state dicendo Don Nino! Sono venuti qui per parlare di persona con mia moglie e risolvere la questione una volta per… (vede i fiori sul tavolo. Si avvicina. Prende bigliettino e legge) “Non dimenticherò mai quei momenti di passione che mi hai regalato. Grazie di esistere donna stupenda. Il tuo cucciolo…”. Ah… (sarcastico) Complimenti… Sua figlia non ha perso nemmeno un minuto… Veramente complimenti… (infuriato) Meglio che me ne vado. Dopo questo non è il caso che ci parli adesso, sarei capace di fare qualche scemenza… Quando la vedete raccontatele tutto! Ditele che ho letto il biglietto e che dovrà darmi una speigazione!!! (esce)

Don Nino: (perplesso al pubblico) Ca, jo, ci staiu capennu sempri menu!!! Ma nun fu iddu a mannarici i ciuri? Allura cu fu??? (Infuriato verso la porta della comune) Giuvannaaaaa… Giuvannaaaa….

Giovanna: (entra) che c’è papà.

Don Nino: Ora tu m’ha diri tutta a verità. Ma cuntari prima di tuttu cu ti mannò sti ciuri?

Giovanna: … papà… insomma… mi pare di avertelo già detto no? Ma se Pietro crede che con così poco se la può cavare si sbaglia! Dovrà veramente fare molto di più. Dovrà darmi delle spiegazioni che dovranno convincermi…

Don Nino: Sicunnu me si tu c’ha dari spiegazioni a iddu!

Giovanna: Ma che dici papà? Dopo quello che mi ha fatto? Che spiegazioni devo dare io?

Don Nino: (prendendo Giovanna per un braccio) Senti bedda, inutili chi fa a gnorri cu me. Vinni ca ora ora éPetru e mi dissi chi sti ciuri iddu ne mannò. Liggiu puru u bigliettinu chi ti scuddasti ca e iddu, di sicutu, no scrissi!!! E ora? Viu è chi ava a dari spiegazioni?

Giovanna:  O mamma mia…

Don Nino: Non mettiri nto menzu da bonanima di to mamma ora! (infuriato) Tu, a quantu pari, si autra cosa!!!

Giovanna: (in lacrime) Come ti permetti a dirmi queste cose? A me? A tua figlia? Se vuoi sapere la verità non so chi ha mandato questi fiori. Non ne ho idea se non è stato Pietro…

Don Nino: Si cettu! (Uscendo) Tu non sa nenti, nuddu visti nenti, e ca l’unicu a non capiri restu jo!

(mentre  esce verso la comune Don Nino fa per entrare dall’ingresso Filippo. Don Nino esce)

Filippo: Giovanna… (guardando i fiori)… Come stai? Meglio? Sai…

Giovanna: Filippo, se devi dirmi qualcosa fallo subito e lasciami sola… Non sono proprio dell’umore di fare discussioni adesso… Ho la testa veramente confusa…

Filippo: Capisco Giovanna… non deve essere facile accettare questa situazione…

Giovanna: Accettare? Come accettare? Non accetto niente… Quello che ha fatto Pietro è imperdonabile… Non credo di meritarlo…

Filippo: (accarezzando i fiori)… Sei sicura Giovanna?

Giovanna: Che intendi dire?

Filippo: Niente ma… non so ... forse dovresti essere capace di perdonare, sempre se c’è qualcosa da perdonare, perché… ricorda… sa perdonare solo chi ha perdonato…

Giovanna: Scusa Filippo, non ho capito! Mettiamo il caso io voglia perdonare Pietro, cosa veramente difficile, perché poi dovrebbe essere lui a saper perdonare? Perché è questo quello che mi sta dicendo vero? Sa perdonare solo chi ha perdonato…

Filippo: (prendendo i fiori in mano) Vedo che sei astuta e perspicace… Adesso ti saluto… Devo incontrare Pietro. Andiamo a farci un aperitivo insieme… C’è qualcosa che vuoi dirgli così riferisco (posa i fiori sul tavolo).

Giovanna: No grazie!... Anzi si… Puoi riferire a Pietro che sto bene, anche senza di lui!!!

Filippo: (sorridendo sarcasticamente) Si certo, riferirò… Ah quasi me ne dimenticavo. Ho incontrato un uomo sotto la scala, qui all’ingresso del palazzo. Mi ha chiesto se conoscevo la famiglia Cambria e gli ho risposto che stavo giusto venendo da voi. Mi ha consegnato una busta raccomandandomi di consegnarla brevi mano proprio a te. Ti confesso che sono stato tentato di aprirla ma ti rispetto troppo per poter fare una carognata simili. (consegna la lettera e far per uscire)…

Giovanna: Filippo! Ma chi era? Lo conoscevi?

Filippo: No, mai visto prima d’ora, ma se proprio lo vuoi sapere era veramente un gran bel ragazzo… (esce)

Giovanna: (apre la lettera e legge) “Non riesco più a fare altro se non pensare a quanto sia stato magnifico stare con te. Sei la donna che ogni uomo vorrebbe accanto. Dolce, sensuale e intrigante. Ti prego dammi un cenno su quando possiamo rivederci. Non desidero altro. Il tuo cucciolo…” (Don Nino intanto sbirciava dalla comune).

Don Nino: Ora mi pari chi stamu esagerannu però…

Giovanna: Ma che fai mi spii?

Don Nino: veramente stava trasennu e tu liggisti a vuci iauta.. allura mi fimmai pi sentiri… ma fossi era megghiu chi chiudeva a potta n’autra vota.

Giovanna: Senti papà, non so veramente chi è questo che continua a mandarmi messaggi. Devi credermi! Non lo so veramente.

Don Nino: Si cettu figghia… Pi me però non sunnu di sicuru!!! Ormai ‘nta sta casa si l’unica fimmina… Quindi…

Giovanna: Papà ti prego anche tu… (entra Marisa agitata)

Marisa: Giovanna, Giovanna… Senti t’haiu a pallari… E’ urgenti…

Giovanna: Dimmi Marisa, parla…

Marisa: (indicando con lo sguardo Don Nino) Veramenti è na cosa molto delicata… Intendo molto….

Don Nino: Vabè, u capiu… mi ‘nna ghiri na banna… Cosi di fimmini su.. “I fimmini quarchi vota dìciunu u veru, ma non lu dìciunu interu”… (esce dalla comune)

Giovanna: Dimmi Marisa che fu?

Marisa: A me casa c’è Petru, to maritu…

Giovanna: Pietro? E perché è a casa tua?

Marisa: Picchì…picchì… non si rinesci a cunsualri… cianci comu un viteddu… Mi bussò a potta e mi dissi: Marisa apri… se no faccio una sciocchezza! Jo ci apriu e u visti veramente stravoltu… Trasiu e si sittò. Comunciò a cianciri chi manu supra a testa e mi diceva sempri: ma come ha potuto… perché lo ha fatto? Dopo tutti questi anni… come ha potuto…

Giovanna: E tu?

Marisa: E jo… nenti.. chi ci puteva diri… Capiu chi pallava di te… Non cettu pallava da segretaria… Mi scantai picchì era veramente sconvolto… e allura ci dissi. Tranquillu Petru, ora ci pallu jo cu Giovanna e sistemiamo tutto….

Giovanna: Marisa… e chi ma diri????

Marisa: E no sacciu Giovanna… fossi ma diri tu quacchi cosa?

Giovanna: Ora basta! Ma come è questa storia? Avete visto tutti quello che ha fatto, eravate tutti qui o no? Ancora adesso non è riuscito a darmi una spiegazione. E ora sono io quella che deve perdonare perché se no, non perdonata? Che spiegazioni devo dare io? Ma questa è veramente bella… (mentre parla continua a sventolare la lettera che ancora ha in mano sino a quando le cade in faccia a Marisa che la raccoglie e la legge)

Marisa: … il tuo cucciolo? Giovanna ma cu è? E tu poi fussi a fimmina dolce, sensuale e intrigante???? (ride)

Giovanna: Marisa smettila. Non lo so chi è! per quanto mi riguarda può anche aver sbagliato persona!

Marisa: Cettu, mannau puri i ciuri a persona sbagghiata vero?

Giovanna: Ti dico che non lo so chi è? Non esiste per me, non l’ho mai visto!

Marisa: A facci ca non è vista, è disiddirata. Così si dici… vabè Giovanna, visto che non mi ritieni così amica da potermi cunfidari tali questioni… ti salutu… sacciu jo chiddu chi c’ha diri a to maritu.

Giovanna: Marisa! (piange)

Bussano. Marisa apre ed entra l’avvocato Divisorio

Divisorio: Carissima Giovanna proprio lei cercavo. Sono qui per comunicarle che non posso più seguirla nell’incarico affidatomi. A parte che non ci sono prove sufficienti per dimostrare l’adulterio di suo marito, ho preferito accettare la proposta della controparte che, a quanto pare, ha molti più elementi provanti la sua di infedeltà!

Giovanna: (avvicinandosi a Divisorio) Mi scusi… ma lei chi sarebbe? Chi l’ha mai chiamata? Chi l’ha mai contattata? E per che cosa poi?

Divisorio: (indietreggiando) Sono l’avvocato Terenzio Divisorio, divorzista. Sono stata chiamata dal signor Filippo Trinacria per prendere le sue difese nella causa da intentare di separazione.

Giovanna: causa di separazione? Ma da chi? Ma quando mai? Se ne vada avvocato, se ne vada… (avvocato esce)

(entra mesto dalla comune Don Nino)

Giovanna: Papà, tu che sapevi di tutto questo?

Don Nino: Si u sapeva. Era tutto per il tuo bene!

Giovanna: Ma che ne sai tu del mio bene o del mio male? Chi ti ha mai chiesto di aiutarmi e poi per lasciare Pietro??? Ma non ci ho mai pensato!

(Entrano Pietro e Filippo)

Pietro: Ma brava! Avevi anche chiesto il divorzio!!! Volevi questo vero? Per poter così condividere la tua vita finalmente con il tuo cucciolo vero???

Filippo: calmati Pietro… non fare così…

Giovanna: Pietro io… veramente non ci sto capendo più niente… io non volevo… insomma, divorzio, cucciolo, io veramente non…

Filippo: (si avvicina a Giovanna): Giovanna non preoccuparti… Tutto si risolve… vero Pietro?

Pietro: Dipende! Come posso fidarmi adesso? Come posso credere che ama solo me?

Don Nino: Vabè Petru, però puru idda putissi diri a stissa cosa no?

Filippo: Caro Don Nino, Nuddu ti pigghia, si non t’arrassumigghia.

(entrano Pasqualino e Tanino)

Pasqualino: Avvocato… avvocato… presto, presto…

Pietro: Che c’è Pasqualino? Che è successo?

Pasqualino: Ava avveniri o studio… e di cursa puru….

Pietro: Perché? Non vedi che sono impegnato… E poi giusto ora Pasqualino… non è possibile.

Pasqualino: E vabè… allura ci dico a so segretaria chi si po’ ittari…

Pietro: Ittari? In che senso?

Pasqualino: Nel senso ittari va… e quali sensi ci su? E’ misa o barcuni dell’ufficio e continua a diri chi si voli ittari se…

Tutti: Se????

Pasqualino: Si a lassa u so…

Tutti: U so????

Pasqualino: il suo cucciolo!!!

Cominciano ad inseguirsi tutti. Parte per prima Giovanna che vuole acchiappare Pietro avendo capito tutto l’inganno. Anche Pietro scappa inseguito da Marisa e dopo qualche giro escono tutti tranne Don Nino, Pasqualino e Tanino.

Don Nino: (verso il pubblico) L'amuri è comu u citrolu, cumincia duci e finisci amaru

Pasqualino: Si voi un omu fari scimunire, fallu 'ngilusiri

Don Nino: Ma si poprio a vo sapiri… Occhiu ca non vidi… (fa cenno al pubblico per far continuare il proverbio con “cori ca non doli”)

SIPARIO