Odor di mosto zuccherino

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NUOVA COMMEDIA

ODOR DI MOSTO ZUCCHERIO

Commedia Campestre in due atti di Pino Giambrone

personaggi     

                                                          

Nunzia Callari                                               

Ciuzza figlia di                                                         

Carmina, figlia di                                                      

Mara, figlia di                                               

Mariano figlio di                                                      

 Grazia Callari, sorella di                              

Mimmo Esposito                                                      

Gesua moglie di                                                                                                      

Saverio fratello di Gesua                                          

Teresa La Capretta                                         

Isidoro Giacalone                                                     

Lillo Pachino                                                

Carmine Casona                                                       

Biagio                                                                       

Angilinè                                                                                                                                           

Maricò                                                                                                                                  

Tutti i diritti riservati –Iscrizione alla S.I.A.E.-Direzione generale ROMA Sezione D.O.R. Per la rappresentazione, versione in dialetto, in lingua italiana, straniera e varia utilizzazione di brani e riduzione cinematografica, rivolgersi alla S.I.A.E - Direzione Generale Roma, o all'Autore, via Roma n. 22 – 93010 Campofranco (CL) 

tel. – 3385995676.

La scena

Ampio spiazzo, cortile, di proprietà della ‘gna Nunzia Callari, con la comune sullo sfondo attraverso la quale si vede la vigna. Sulla sinistra abitazione della ‘gna Nunzia e a destra abitazione della sorella ‘gna Grazia. Accanto la porta d’ingresso della ‘gna Grazia, posato su una panca un lumicino ad olio acceso. In fondo alla scena un grosso vaso di terracotta (quartara) piena d’acqua con accanto un boccale anch’esso di terracotta. L’accesso nel cortile attraverso due mezzi archi sullo sfondo e sul muro trovano posto due grandi finestre di forma ovale chiuse da due grate. Al centro un grande tino che serve per pestare l’uva. Otri poggiate su dei banchi tutti tarlati. Sedie con il fondo di zabarra. L’azione si svolge durantre il periodo della vendemmia, fine settembre, giorno di San Michele. Siamo nell’autunno dell’anno 1956, l’anno in cui, nel mese di gennaio, si verificò in Sicilia una abbondante nevicata.

SCENA I

Nunzia,  Grazia , Maricò e Angilinè

           

            All’imbrunire, una giornata calda, voci di vendemmiatori che sono intendi a raccogliere l’uva. Dalla sinistra, uscendo da casa sua la ‘gna Nunzia, donna di doppia personalità, di animo crudele e perversa, si sforza di apparire verso gli altri come una donna di indole buona,  con un rosario in mano distesa  a terra a pancia in giù davanti il tino, incomincia a pregare ringraziando Iddio per l’abbondante raccolta dell’uva.

Nunzia                        Oh Cristo messo in croce e flagellato,

                        proteggi d’ogni male il seminato,

                        da  neve , forte vento e arsura,

                        da troppa acqua e assai calura!

                         

                        Oh Cristo messo in croce e flagellato,

                        il diavolo dalla terra sia scacciato,

                        dall’erba, dal grano e dall’ulivo,

                        volere di Giuseppe il  Putativo!

                       

                        Oh Cristo messo in croce e flagellato,

                        dai forza a queste braccia , al mio fiato!

                        L’uva si tramuta in aspro mosto,

                        e in botte di legno vien riposto!

                       

                       

                        Oh Cristo messo in croce e flagellato,

                        il mosto in buon vino è tramutato,

                        uscendo con veemenza e con dolore,

                        dalle piaghe del nostro Redentore!

                       

Oh Cristo messo in croce e flagellato….!

 ( non fa in tempo a terminare di pregare, che irrompe in scena, tutta trafelata di sudore, la sorella  Grazia )

Grazia             Oh Nunzia, ancora qua sei?

Nunzia                        Perché dove dovrei essere?

Grazia             Al capezzale di tuo genero!

Nunzia                        Quale genero? Mai avuti generi io!

Grazia             Il marito di tua figlia!

Nunzia            Santissimo Domineddio ! Quale figlia? Io ho tre figli solo non sposati! Ne avevo una quarta e mi è morta!

Grazia              Neanche la Misericordia di Domineddio può porre fine a quest’odio che ti fermenta nello stomaco! Ormai è acqua passata! Perdona tua figlia, perdona tuo genero! Vai a dare la tua Santa benedizione, vai a dare un conforto, così potrà porre fine a questa sofferenza e lasciare con serenità questa vita terrena!

Nunzia             ( continuando a pregare ) Oh Cristo messo in croce e flagellato …!

Grazia              Cuore di pietra! Neanche la morte può ammorbidire il tuo cuore! Neanche la morte che sta venendo a pigliare tuo genero può placare quest’odio che hai per tua figlia! Perdonala! Vai a consolarla, che piange lacrime di sangue al capezzale del marito, tenendo in braccio il frutto del loro amore, che se colpa ha, è quella di essere venuto al mondo! Cuore di pietra!

Nunzia             Santissimo Domineddio ! Ti ho detto di finirla! Ti ho detto che per me sono tutti e tre morti! La vuoi finire con le solite lagne! ( si sente in lontananza il suono di una campana a morte )

Grazia              Ti ho detto, ti ho detto, ti ho detto! Ora non hai niente più da dire, senti questi tocchi di campana che bucano il timpano delle tue orecchie e speriamo che buchino pure il tuo cuore!

Nunzia             ( mettendosi le mani all’orecchio) Basta! Basta! Santissimo Domineddio!

Grazia              No, non la finisco! Io sono come i tocchi di questa campana! Non la finisco mai di rodere il tuo cervello! Sol perché tua figlia ha dato retta al suo cuore scappando con la persona che amava? E tu questo atto d’amore lo punisci con un atto di odio? Non mi sembri mia sorella, non mi sembri figlia di nostro padre e di nostra madre! Cuore di pietra! Io non ho paura a dirti queste cose, tanto non ho niente da perdere! Tutta la roba è tua! Se mi scacci come tua figlia sono sicura che con l’aiuto di Domineddio qualcosa da mettere sotto i denti la troverò fino a quanto questo motore difettoso ( si tocca al cuore ) si ferma!

Nunzia             Cuore tradito fa faville! Cosa può capire il tuo cuore, cosa può capire la tua mente, cosa può capire la tua coscienza quando una figlia l’hai cresciuta con tanta amore, con tanti sacrifici, dando la tua vita, dando il tuo amore e poi ti viene rubata da un poco di buono! I figli non sono parenti, ma sono budella  del tuo stesso ventre! L’amore del soldato dura un attimo, l’amore della mamma dura per sempre!

 Grazia             E quale sarebbe il tuo amore? Quale? Vedi straziare il cuore di tua figlia per la disperazione di non potere più abbracciare, per tutta la vita, l’uomo che le ha fatto assaporare il significato dell’amore, mettendole fra le braccia il frutto di quest’amore! Voglio sapere quale è “ amore “   il tuo o quello di tua figlia? Cuore di pietra!

Nunzia             Basta! Chiudiamo il discorso!

Grazia              No, cara sorella io sono come una verrina, e come la verrina buca la pietra, così voglio anche bucare il tuo cuore!

Nunzia             ( riprendendo a pregare)

Oh Cristo messo in croce e flagellato…!

( arrivano di corsa Maricò e Angilinè)

Maricò             ‘Gna Nunzia, ‘gna Nunzia!

Angilinè          ‘Gna Nunzia, ‘gna Nunzia!

Nunzia             Che c’è con questa corsa affannata? Avete finito di lavorare?

Maricò             Vostro genero, vostro genero...!

Angilinè          Vostra figlia, correte alla sua casa!

Nunzia             Non vado da nessuna parte io! Piuttosto voglio sapere chi vi ha dato la libertà di lasciare il lavoro, io sicuramente no?

Maricò             Ma...’gna Nunzia …!

Nunzia             Non c’è ma!

Angilinè          Pensavamo…!           

Nunzia             Santissimo Domineddio! Qui non si pensa, ma si lavora! Guarda, guarda il buon servizio come viene spesso ripagato! Andate a rompervi la noce del collo a  travagliare! Si dice: Quello che puoi fare con le tue mani non lo far fare agli altri! Lesto andate! Per  quest’assenza  vi decurto la paga della giornata!

Maricò             ‘Gna Nunzia, come…?

Nunzia             ( gridando ad alta voce ed inveendo contro loro) Vi ho detto di andare via! Santissimo Domineddio! Sciò!( Maricò e Angelinè vanno via di corsa )

Grazia             Sprofonda bene la zappa nella vigna e scippa la mal’ erba e la gramigna!

Nunzia            Che vuoi dire con questa affermazione? Se non me li curo io gli interessi… a te poco importa! Se non fosse…!

Grazia             “Se avessi”, “Se fosse” e “Magari” sono tre cose che nessuno vuole avere! Così curi i tuoi interessi? Trattando con i piedi coloro che ti danno una mano lavorando nella tua campagna e buttando dalla tua bocca fiele? Tutta questa corsa, tutto questo affanno per la roba, per la cattiva roba! Ricordati che a tutto c’è una fine e quando arriva essa a nessuno la perdona, la morte, morte che non perdonò neanche Gesù Cristo! Quando chiuderai gli occhi su questa terra lascerai tutto, sino la speranza! Solo una cosa ti puoi portare, la tua anima che è cosi nera, più nera del carbone! Solo una piccola puntina bianca c’è in questo ammasso di nero, il momento in cui stavi per dare l’anima a Dio, nel momento in cui il tuo cuore aveva dato un brutto segno di morte, nel mese di gennaio, mese in cui avvenne quella grande nevicata! Te lo ricordi?

Nunzia            Non mi ricordo!

Grazia             E te lo ricordo io allora!  Io che ho dato l’anima a Domineddio correndo per le strade per i vicoli, in mezzo a tutta quella neve per andare a cercare il medico! Allora tu hai avuto paura, sapevi che da un momento all’altro potevi lasciare questa vita terrena, sapevi che stava per arrivare la tua ora! Hai avuto paura ed è stata tanta la paura che ti sei confidata con me, confessandomi le tue malefatte, confessandomi il tradimento che avevi tramato alle spalle di tuo marito!

Nunzia            Allora non ragionavo, allora non avevo il senno!

 Grazia            No! Ora non  hai il senno! Capivi che stavi per lasciare la vita terrena e così mi hai confidato un grande segreto che tengo ancora nascosto stretto nel mio cuore, cuore che non smette di bruciare per la gravità del tuo peccato!

Nunzia            ( non dando ascolto, continua a pregare) Oh Cristo messo in croce e flagellato…!

Grazia             ( togliendole dalle mani il rosario) E lasciala questa corona! Che non sei degna di tenerla fra le mani!

Nunzia            ( Con ostentata rabbia ) Da quale pulpito viene la predica! Santissimo Domineddio! Io sono andata avanti e tu mi sei venuta dietro! Te lo sei scordato quel fatidico giorno! Te lo sei scordato quando tuo marito è venuto a sapere che lo avevi tradito con un altro uomo? Te lo sei scordato? Il poveretto per il forte dispiacere di questa tua rivelazione partì anticipatamente per la guerra!

Grazia             E’ stato uno sbaglio, una debolezza! Non potevo sopportare che il mio ventre non facesse figli e non potere assaporare l’amore di madre! Inutile quel ventre che non può fare figli! Anche Domineddio dice: “Maledetto il ventre di quella donna che non può fare figli!” Ecco perché feci lo sbaglio di mettermi con un altro uomo! Ma me ne sono pentita, come è vero che esiste Domineddio! Sto pagando lo scotto di questo sbaglio, di questo peccato! La mia vita è un pozzo senza fondo, non ha mai fine questo continuo tormento! Ne è passata acqua sotto questo mulino! Sono diciotto anni che tengo acceso questo lumino, acceso davanti questa porta (indica il lume che sta davanti la sua porta), con la speranza che uno di questi giorni possa riprovare la gioia di abbracciare  l’uomo che mi ha fatto assaporare il piacere dell’amore! Aspetto, aspetto sino a quando? Ma il tuo stato è diverso! Avevi assaporato l’amore di madre! Una figlia l’avevi partorita, frutto dell’amore con tuo marito, una figlia che ora la scacci come se fosse una serpe, solo perché ha voluto provare l’amore di madre! Ma tu non ti sei accontentata di una figlia, ne hai voluto avere altri! Giusto, si dice che i figli sono grazia di Domineddio, ma quando sono figli della stessa madre e  dello stesso padre! Ma tu ne hai voluto avere altri tre figli, tre figli di  tre padri diversi! Ecco qual è il segreto che mi sta logorando la mia coscienza! Ecco quali sono le tue malefatte! Hai sbagliato una prima volta ed hai continuato a sbagliare! Chi mangia fa molliche e chi mangia con molto appetito ne fa di più! Io ho mangiato ma non ho fatto molliche! Ho fatto questo sbaglio senza frutto! Tu no!

Nunzia            ( continuando a pregare ) Oh Cristo messo in croce e flagellato …!

Grazia             Dici giusto: messo in croce e flagellato! La gente come te, lo mettono in croce! Pèntiti di questi tuoi peccati! Togli questi pesi dalla tua coscienza! Apri il tuo cuore alla povera sventurata di tua figlia, che sconsolata sta piangendo lacrime di sangue per la morte del marito ! Dai una paternità ai tuoi figli! Così potranno assaporare cosa significa amore di padre! Apri questo cuore di pietra! Perché se non lo fai tu, lo faccio io!

Nunzia            ( inveendo con ostinata rabbia verso la sorella) Non ti azzardare a fare una cosa del genere, se no quanto è vero Domineddio…!( rompe il rosario che tiene in mano )

Grazia             Quanto è vero Domineddio…? ( sopraggiungono Maricò e Angilinè )

Maricò            ‘Gna Nunzia, ‘gna Nunzia …!

Angilinè          Lesto, corra…!

Maricò            Gli uomini stanno raccogliendo l’uva zibibbo!

Nunzia            ( mantenendo ancora il suo stato d’ira) No! Quell’uva non si tocca! ( corre verso l’aperta campagna seguita da Maricò e Angilinè )

Grazia             Batti il buono che migliora, batti il male che peggiora! Guardate come corre per la roba! ( va verso il lumicino, lo piglia tra le mani, lo stringe al cuore poi lo riposa sul banchetto asciugandosi alcune lacrime, ed  entra nella sua casa a destra )

Scena  II

Teresa, Mariano,  Grazia, Carmina e Mara

Teresa             ( stanca, piena di sudore va a sedersi su una panca, si asciuga il sudore con un candido fazzoletto bianco, poi piglia un vaso di terracotta “ quartara “ e versa dell’acqua nella brocca, sopraggiunge Mariano)

Mariano          ( fa capire che sta cercando Teresa) Voi qua siete?

Teresa             Perché dove dovrei essere?

Mariano          Sono venuto a bere un po’ d’acqua fresca!( s’avvicina a Teresa ma questi si allontana.)

Teresa             Pure io! Sono venuta a bere però senza il permesso del datore di lavoro!

Mariano          Te lo do io il permesso! Sono io il padrone!

Teresa             Tua madre, la ‘gna Nunzia, è la padrona!

Mariano          O io o mia madre è lo stesso!

Teresa             A te sembra!( si avvicina a Mariano sfiorandolo con il corpo, ma nell’istante in cui Mariano la vuole abbracciare lei si allontana. Si ripete diverse volte nel loro dialogo)

Mariano          Cosa vuoi insinuare con questo?

Teresa             Tua madre è così legata alla sua roba che quanto muore se la porta dietro e tu resti con una mano davanti e una mano dietro!

Mariano          Mia madre vuol bene i propri figli!

Teresa             Guarda che stiamo parlando della ‘gna Nunzia!

Mariano          ( innervosendosi ) Perché cos’hai da dire su mia madre? Sangue di Giuda!Mia madre è una donna timorata di Domineddio e non ha mai fatto male a nessuno! Il suo cuore è stato aperto a tutti! Non ha mai fine la sua bontà!

Teresa             Non ha mai fine la sua bontà! Mi fai ridere! Chiedi! Chiedi a lei! Chiedi a lei il fatto che successe anni addietro alla miniera?

Mariano          Quale fatto? Quale miniera?

Teresa             Alla miniera di  Cozzo Disi! Chiediglielo!

Mariano          ( adirato al massimo) Sangue di Giuda, dillo tu, non mi fare stare tra le spine!

Teresa             ( vedendo che Mariano sta incominciando ad innervosirsi, si avvicina e lo calma sfiorandolo sempre con il corpo e poggiando il seno) Queste non sono spine, ma sono rose! Dai scherzavo! Ih come subito t’ innervosisci! ( Mariano la piglia per le braccia se la stringe al suo corpo )

Mariano          A me piace questo odore di rose! E’ un odore che mi fa patire l’amore e non mi fa sentire dolore! Con questo modo di fare hai fatto salire lo sdegno!

Teresa             (assecondandolo) Pensa all’amore che lo sdegno ti passa!

Mariano          Sei una vipera! La tua lingua ha la febbre!

Teresa             Eh Mariano se la lingua ha la febbre vuol dire che il cuore è malato!

Mariano          E’ malato per chi? Dillo che è malato per me!( Esce da casa la ‘gna Grazia, che ha assistito a tutto il dialogo e di sua volontà esce da casa per interromperlo. Tiene in mano degli aghi e un gomitolo di lana. Mariano le va incontro mentre Teresa va a riempire la brocca d’acqua)

                        Oh zia Grazia come vi sentire stasera?

Grazia             Oggi un po’ meglio mi sento!

Teresa             ( con in mano la brocca piena d’acqua ) Perché ‘gna Grazia che vi siete sentita male?

Grazia             A cacio vecchio non ci può più sale!( toccandosi poi il cuore ) Eh figlia, questo motore quando è giovane si ammala per una ragione, poi quando è vecchio si ammala per un'altra! Adesso mi siedo ed aspetto! ( va a sedersi su una panca )

Teresa             Cosa aspettate?

Grazia             Eh cara Teresa non sono cose per te, tu sei ancora giovane!

Teresa             Sono venuta a bere un po’ d’acqua fresca!Oggi fa molto caldo! Sembra una giornata di pieno agosto!

Grazia             Eh cara figlia chi è giovane è ricco! Quando si è giovani non ci sono stagioni è sempre primavera che mette il fiore e le api e le vespe vanno a posarsi per succhiarsi il nettare e danno allo stesso fiore più potenza! E’ vero Teresa? E’ vero nipote? ( vedendo che Mariano è assente) A te dico, Mariano!

Mariano          Avete ragione zia Grazia, sono sante parole!

Teresa             Vero è ‘gna Grazia!

Grazia             Però può succedere che le api e le vespe litigano e a sangue caldo non sanno cosa fanno e cosa vanno a perdere ed alla fine il fiore resta col suo nettare e a che nasce presto muore!( entrano Carmina e Mara )

Carmina          ( vedendo il fratello Mariano in compagnia di Teresa con tono di stizza) Teresa voi qua siete?

Mara               ( più aggressiva della sorella ) Avete smesso di lavorare senza permesso?

Teresa             ( con in mano ancora la brocca ) Sono venuta a bere un poco d’acqua, avevo un’arsura in gola e non riuscivo più a lavorare! Visto che ho tra le mani il boccale pieno d’acqua posso offrirvi da bere!

Carmina          Non abbiamo bisogno della vostra acqua per spegnere la nostra arsura!

Mara               Solo nostro fratello Mariano può dissetarsi e spegnere la sua arsura in gola con la vostra cattiva acqua!

Teresa             Ricordatevi che ogni cattiva acqua leva l’arsura nella gola!

Mariano          ( interrompendo il loro dialogo che stava incominciando a pigliare una brutta piega) Basta! Finiamola! Con questi discorsi inutili! ( alle sorelle) Voi che cosa siete venute a fare?

Carmina          Siamo venute a guardare i nostri interessi!

Mariano          Ma la campagna è là in fondo!

Mara               E anche qua! Se ancora non l’hai capito!

Teresa             La pietra quando urta la quartara, quasi rotta, tanto la urta che la rompe completamente!

Carmina          Cosa vuoi dire con questo?

Teresa             Niente voi siete molto sagace e mi capite!

Grazia             (intervenendo per  placare l’ira dei presenti) Quando i mugnai litigano allora si che  la farina viene buona, ma in questo caso non so fino a che punto!

 ( s’avvicina alla comune e guarda verso la campagna ) Dai sbrigatevi, andate ad aiutare gli altri che stanno giungendo con i cesti stracolmi d’uva! Lesto andate!( vedendo che nessuno si muove) E Santo Dio sbrigatevi! Sciò! Andate, andate! ( li spinge verso la comune e vanno via tutti tranne lei che resta ferma a guardare verso la vigna, poi prega ad alta voce con le mani alzate verso il cielo e lo sguardo verso la campagna)

                        La nostra prece è stata accolta!

Lodiamo Dio per la raccolta!

La nostra prece è stata accolta!

Lodiamo Dio per la raccolta!

Scena III

( entrano in scena tutti i personaggi portando a coppia cesti stracolmi d’uva cantando una canzone che è una lode di ringraziamento al Signore per l’abbondante raccolta d’uva. La scena che segue trova le donne che pigiano l’uva versata dentro il tino dagli uomini. Altri riempiono gli otri che vanno a riempire le botti che si trovano nel magazzino che si presume si trovi fuori la scena. La ‘gna Nunzia riempie boccali d’acqua e disseta gli uomini assieme con fette di limone, mentre la ‘gna Grazia va a sedersi su una panca vicino la sua abitazione.)    

Quando il sole

sta per spuntare,

tutta la terra canta lode al Signore,

i suoi colori

son d’ammirare

e nella vigna il chicco d’uva fa cantare!

            Rit.      Pigliala così,

                        mangiala perchè

                        ti fai la bocca tutta zuccherata!

                        Pestala così,

                        schiacciala perché,

                        il suo sapore schizza e porta amore!

                        Il vino porta gioia dentro il cuore,

                        nella nostra tavola allegria ci sa dare,

                        è un vero nettare che si può trasformare,

                        sopra l’altare sangue deve diventare,

                        questo è il miracolo che ancor fa il Signore!

                        Pigliala così,

                        mangiale perchè

                        ti fai la bocca tutta zuccherata!

                        Pestala così,

                        schiacciala perché,

                        il suo sapore esce e dà amore!

Bella vendemmia

è già arrivata,

e la stagione dell’amore è preparata!

Tutta la gente

in euforia

la sofferenza cede spazio all’allegria

            Rit.

Tutta quest’uva

è macinata

diventa mosto e si prepara per l’annata,

e a grande voce ,

cantiamo tutti,

e con premura la versiamo nelle botti!

            Rit.

                                                        Scena IV

Nunzia , Isidoro e Grazia

( finito il canto tutti i personaggi in scena escono dalla comune per recarsi nel magazzino a completare il lavoro della vendemmia, subito dopo rientra Nunzia e si reca a casa per pigliare un po’ di zolfo)

Nunzia            Lo zolfo !Lo zolfo! ( mettendosi le mani intesta) Se non ci penso io qua tutto si ferma! Andiamo a pigliare lo zolfo! ( entra nella sua abitazione e subito dopo dalla comune entra Isidoro Giacalone. Uomo all’antica di carattere buono, di poche parole e diffidente verso gli altri. Se non tocca con mano non ci crede)

Isidoro            Dov’ è andata!

Nunzia            ( esce dalla sua abitazione con in mano un piccolo fagotto contenente dello zolfo ) Zio Isidoro che fate voi qua? Guardate che il magazzino si trova dall’altra parte dove sono tutti gli altri a lavorare! Guardate che la giornata non è ancora finita! E se non cala il sole non calano neanche i soldi! ( vedendo che Isidoro non parla) Che avete perso la lingua? O non avete più voce?

Isidoro            Sempre la stessa siete non cambiate mai!

Nunzia            Mia madre e mio padre mi hanno forgiata con questa pasta!

Isidoro            Aspra! Che neanche il forte odore di questo mosto zuccherino può addolcire la vostra bocca!

Nunzia            Siete venuto qua per farmi scuola? Ormai è troppo tardi per darmi lezioni di comportamento! Sono vecchia e vaccinata! E toglietevi dalla testa quel pensiero, sono sempre della stessa opinione! Sola sono e sola voglio restare! Alla mia età  che me ne faccio di un vecchio come voi? Solo per pulirgli il culo? Sono andata avanti da sola e sola voglio morire! Ora andate nel magazzino assieme con gli altri, santissimo Domineddio, se no piglio questo zolfo…!

Isidoro            Vi è riuscito una volta alla miniera….!

Nunzia            Basta! Santissimo Domineddio! Guardate che il sole sta per tramontare! ( dalla comune arriva Grazia)

Grazia             ( vedendo i due in una discussione animata) Oh zio Isidoro voi qua?

Isidoro            Sono venuto a pigliare un po’ d’aria!

Grazia             Tanta buona veramente non è! ( riferendosi alla sorella ) Che vi ha dato in testa questo odore di mosto zuccherino? Penso di no? Voi ci siete abituato, come ci sono abituata io! Vi ricordate quando i nostri padri ci pigliavano in braccio e ci facevano sedere a cavalcioni sulle botti? Poi con le manacce, incallite per il duro e faticoso lavoro, afferravano le nostre piccole teste spingendole sino al buco della botte per odorare l’esalazione dell’alcol del mosto zuccherino!
Com’era inebriante quell’odore! Mi restava attaccato alla punta del naso per tutto il giorno! E non mi andavo a lavare la faccia, per paura di far cessare quel misterioso odore di mosto zuccherino! Ora se salissi sulla botte non sentirei più quell’odore di una volta! ( va verso la sua abitazione poi si volta ) E ricordatevi zio Isidoro meglio cavalcare che essere cavalcati!( entra nella sua abitazione).

Nunzia            Vizio brutto di  mia sorella interessarsi degli affari degli altri!

Isidoro            Vizio brutto di vostra sorella, vero?

Nunzia            Zio Isidoro, ancora? Ancora ci tornate, Santissimo Domineddio, e ora lasciatemi andare nel magazzino e voi cercate di alzare questi piedi e venite a terminare il lavoro iniziato! ( Nunzia esce dalla comune, Isidoro resta solo e subito dopo esce dalla sua abitazione la ‘gna Grazia )

Grazia              Zio Isidoro! Mi sembra che la cosa è rimasta mezza dentro e mezza fuori! E’ inutile che vi sbattete la testa al muro, voi la conoscete mia sorella, …e come la conoscete!

Isidoro             Cosa volete dire con questo?

Grazia              Voi cosa dite?

Isidoro             ‘Gna Grazia guardi che qui sotto la mano non ci piove! (fa il relativo gesto con le mani)

Grazia              Ci piove! Ci piove! Vi ricordate venticinque anni fa, vi ricordate, in questo periodo come l’odore del mosto zuccherino vi ha dato alla testa…avete mangiato e avete fatto molliche…! ( va verso la comune)

Isidoro             ( andandole dietro) Quali molliche? Cosa volete insinuare?

Grazia              Lo sentite questo odore di mosto zuccherino che esce dal magazzino, come vi ubriaca…e così fu allora…! Odorate…odorate, con tutte le due narici spalancate! Odorate…!

( esce dalla comune seguita da Isidoro)

SCENA  V

Carmine,  Mimmo , Lillo e la ‘gna Nunzia

(Mimmo tiene in tasca uno zufolo fatto di canna che lo sta costruendo, è un bravo suonatore di zufoli . Lillo è testardo come un mulo la vuole vinta sempre lui. Carmine uomo tutto di un pezzo. Non si scompone mai! Abile osservatore. E’ caratterizzato da una fredda e composta posatezza, quello che lui sentenzia è oro colato. Tiene in tasca un porta tabacco in metallo e continuamente si costruisce una sigaretta, ma non l’accende, la conserva inavvertitamente in una delle tante tasche del suo vestito e si dimentica d’averla costruita. Poi alla fine dopo alcuni tentativi ne accende una. Hanno una discussione animata su un proverbio )

Carmine          Guardi che si dice: “ Un colpo alla botte e un colpo al coperchio” Così recita il proverbio!

Mimmo           No, zio Carmine, si dice: Un colpo al cerchio e un colpo al fondo! Voi siete più grande di me e vi dovreste ricordare bene di questo proverbio che lo ripetevano i nostri avi! (Entra dalla comune Lillo e si mette a cercare per terra per tutto lo spiazzale della masseria)

Carmine          Santo Dio ( guardando in alto )! Mi deve perdonare se Lo chiamo in causa! Perché il proverbio recita: “Un colpo alla botte e un colpo al fondo”? Perché sta a significare che uno fa due cose in contemporanea! Eh santo Dio!                  ( guardando incuriosito Lillo che continua a cercare per terra ) Zio Lillo cosa cercate?

Lillo                Ho perso la chiave della dispensa!

Carmine          Dove l’avete persa?

Lillo                Dentro il magazzino!( indicando verso la comune )

Carmine          E la cercate qua?

Lillo                Qua c’è più luce!

Carmine          ( sorridendo ) Ascoltate, zio Lillo ho la vaga impressione che state incominciando ad andare fuori di testa!

Mimmo           Giusto dice lo zio Carmine, anche a me sembra che vi è andato di volta il cervello!

Lillo                Sentite, a me la testa mi funziona ottimamente, posso essere libero di cercare questa benedetta chiave dove mi pare e piace? O no? Voi con queste minuzie date un colpo alla botte e un colpo al fondo!

Carmine          ( subito ) Sante parole, sante parole! Avete sentito zio Mimmo? L’avete sentita la bocca di verità? Come le è uscito dalla bocca l’esatto proverbio?

Mimmo           Liscio, liscio come il suo cranio! Ricordatevi quest’altro proverbio: Nel cranio senza pelo di cervello non ne vedo!

Lillo                ( ironico ) Zio Mimmo, Il cervello che manca a me lo possedete tutto voi! Perché non raccontate loro il fatto della fichidindia? Raccontatelo!

Mimmo           Io non ho niente da raccontare!

Lillo                (sorridendo) Glielo racconto io allora! Ascoltate! La settimana scorsa zio Mimmo raccolse una fichidindia e la teneva in mano con le due dita della mano destra per non pungersi come se si trattasse di un cimelio! Gli dissi: “ zio Mimmo sapete contare sino a dieci con tutte e due le mani?” Mi rispose:           

“Certo non ci vuole molta intelligenza”!( facendo il relativo gesto di contare con le dita ) Allora lo zio Mimmo, a dorso nudo come se fosse piena estate, incomincia a contare con le dita della mano sinistra! Quando toccò di contare con la mano destra, incurante e spavaldo come sempre, piglia la fichidindia, che teneva con le dita della mano destra e la mette sotto l’ascella e così continua a contare sino a dieci! La sua ascella diventò un campo di spine!

Mimmo           In quel momento avevo altri pensieri che mi frullavano per la testa!

Lillo                Vi frullavano perché era vuota!

Carmine          Basta! Siamo venuti qua per azzuffarci? Siamo venuti per riposarci! Zio Mimmo suonate il fischietto che avete tra le mani, così passerà il tempo con allegria!

Mimmo           Assolutamente, perché se ci sente la ’gna Nunzia ci fa correre con due piedi dentro una scarpa! E’ così tirchia che la sera va a dormire presto per non cenare!

Carmine          Il marito, buonanima, era una pasta d’Angelo! Aveva un cuore così grande quanto questa masseria! Una volta gli ho chiesto un tumulo di frumento e lui senza esitare mi rispose di sì! Mi disse di procurarmi un gatto! Io gli chiesi il perché, e lui senza scomporsi mi disse di stare muto! Così feci! Di corsa mi procurai un gatto, un gatto grosso che sembrava una tigre e mi recai dal marito della ‘gna Nunzia! Quando giunsi nella masseria mi disse di seguirlo! Così arrivammo nel magazzino dove vi era ammassato quel bene di Dio! Frumento a non finire! Era tutto ammassato ed aveva la forma di un cucuzzolo di una montagna! Gli chiesi perché la ‘gna Nunzia teneva il grano così accatastato a forma di cucuzzolo? Lui mi disse  il motivo di questa forma! La ‘gna Nunzia per accorgersi se qualcuno le avesse sottratto del grano, a sua insaputa, se ne sarebbe subito accorta! “E come faremo a pigliare questa quantità di grano? ” io gli chiesi! Lui senza battere ciglio mi fece segnale di stare  zitto! Entrò nel magazzino prese non uno ma tre tumuli di frumento e me lo diede! Poi prese il gatto e lo sguinzagliò in mezzo a quel bene di Dio di frumento e chiuse la porta! “ E perché? “ gli chiesi! Lui mi rispose che il gatto chiuso dentro avrebbe messo sossopra il cumulo di frumento e così la moglie, accorgendosi,  avrebbe addossato la colpa al gatto e non si sarebbe accorta della mancanza del frumento! Lo capite sino a che punto arriva la tirchieria della ‘gna Nunzia?

Lillo                Lo sapete quando recitava le preghiere con i figli, ancora piccoli, cosa diceva? (diniego di Carmine e Mimmo ) Ascoltate:

                        Signore, denaro alla gente date,

                        in un sol colpo e non a rate,

                        al ricco datelo traboccante,

perché il povero è accomodante!

Carmine                      Così è! Ai poveri povertà ai ricchi ricchezza! Ascoltate zio Mimmo suonate alla faccia della ‘gna nunzia! (Mimmo si mette a suonare. Entra la ‘gna Nunzia)

Nunzia            La malinconia non paga il debito, l’ allegria invece sì! Mi pare che vi state pigliando il dito con tutta la mano! Zio Mimmo invece di suonare il fischietto perché non andate a curare i vostri interessi nel magazzino che si stanno ramificando? (fa segnale di corna ) Andate nel magazzino, correte! Mettiamo a conto quest’assenza! ( Mimmo si avvia per la comune mogio mogio). Zio Lillo l’avete trovata la chiave della vostra dispensa? Se continuate così non troverete niente dentro la dispensa! Andate a rompervi la noce del collo nel magazzino che c’è ancora lavoro! (Lillo esce dalla comune senza sbattere ciglio ) E voi Carmine…!

Carmine          ‘Gna Nunzia ( fa segnale con il dito di fare silenzio )!

Nunzia            Magari voi vi ci mettete! Andate…!

Carmine          ( c.s. e senza scomporsi e con rasserenata calma) ‘Gna Nunzia…! ‘Gna Nunzia, sempre la stessa siete aspra e con il veleno in bocca!

Nunzia            Carmine vi ho detto…!

Carmine          ( alzando la voce moderatamente e bloccando la ‘gna Nunzia che vuole parlare) ‘Gna Nunzia, odorate…( odora esageratamente l’aria che lo circonda e poi s’avvicina al tino che sta al centro della scena ) …odorate! ( infila le mani dentro il tino, li strofina per un po’sulla parete interne del tino, poi s’avvicina alla ‘gna Nunzia, strofina energicamente le due mani tra di loro e gliele avvicina  al naso ) annusate questo odore di mosto zuccherino è aspro e dolce dentro!

Nunzia            E voi con questa filosofia e con questa corda molle, vi fate scappare il coniglio che vi passa sotto gli occhi!

Carmine          No, ‘gna Nunzia siete voi che non avete aperto e continuate a non aprire il cuore a chi vi vuol bene!

Nunzia            Siamo sempre alle solite, Carmine! A cane vecchio la volpe ci piscia! Avete la testaccia dura! Non lo capite che oramai non c’è più speranza!

 Carmine         Una volta mi avete dato una speranza! Ed io contro il volere dei miei genitori vi ho seguita! L’amore che nutrivo per voi era così forte che mi aveva offuscato la mente facendomi dimenticare il male che voi avevate fatto alla mia famiglia! Vi ricordate? Vi ricordate come buttaste in mezzo alla strada i miei genitori come se si trattassero di due canovacci, levando loro la casa in cui abitavano, casa murata pietra su pietra con i sudori e le tribolazioni dei miei genitori, solo perché non avevano pagato il debito che hanno fatto nei vostri confronti! Prestito di soldi che erano serviti per curare la malattia di mio fratello! Ma siccome i soldi che avevate prestato erano soldi dati dal diavolo, l’innocente di mio fratello diede l’anima a Dio portandosi appresso coloro che gli avevano dato la vita

Nunzia            Non incominciamo a tirare in ballo il passato!Ora è finita questa speranza!        ( facendo il gesto con le mani e le dita) E’ finita non c’è più polmone per i gatti! Andate a finire il lavoro che avete incominciato nel magazzino se no…!

Carmine          Se no…!

Nunzia            Vi tolgo i soldi della paga della giornata!

Carmine          E togliete tutto quello che volete! Mi potrei avvilire se toglieste qualche anno alla mia vecchiaia, ma ciò non è possibile!( sorridendo ) Ma questo non si può! Non c’è un freno a questa macchina! Una volta messa in moto nessuno la può fermare!

Nunzia            Sempre con la solita filosofia e levate il culo da questo banchetto ed entrate nel magazzino! Lesto…correte! ( entra la sorella Grazia )

Grazia             Nunzia, lesto, corri nel magazzino c’è una botte che sta perdendo e il mosto si sta buttando tutto fuori! ( Nunzia corre verso la comune )

Carmine          Cucù, cucù, cucù, quando la botte è vecchia non serve più! Gliel’ho detto a sua sorella che una doga della botte presentava una piccola lesione ed era rischioso riempirla di mosto! Lei testarda come sempre non mi ha dato ascolto ed ora…!

Grazia             Voi la conoscete bene mia sorella, conoscete questa sua testardaggine, la conoscete a fondo! La conoscete di dentro e di fuori!

Carmine          Non esagerate, i rapporti che ho con vostra sorella sono di lavoro, lavoro che in questa campagna non manca mai! Con il vento, con il freddo, con la neve e con il caldo c’è sempre da farsi il culo, scusasse la frase!

Grazia             Vi ricordate, zio Carmine, trent’anni fa? Nel mese di novembre, quando si raccoglievano le olive, quella volta che mia sorella, sempre cocciuta e testarda è voluta salire sulla cima di un albero per raccogliere una sola e maledetta oliva? Vi ricordate come è andata a finire a terra perché si ruppe il ramo dell’albero e fortunatamente con l’aiuto di Domineddio non si fece niente? Vi ricordate le vostre premure come sono state pronte ed immediate consolandola bene? Vi ricordate?

 Carmine         Cosa vorreste insinuare?

Grazia             Io niente! Vi voglio solo ricordare che all’anno nacque Mara…!

Carmine          Continuo a non capire queste vostre istigazioni e poi che c’entra Mara?

Grazia             ( giustificandosi ) Così…siccome mia sorella era incinta e sempre con la grazia di Domineddio non ha voluto altre complicazioni in seguito alla caduta!

Carmine          ‘Gna Grazia mi nascondete cosa?

Grazia             Io? Voi forse fate finta di non capire…! ( interrompe il dialogo Gesua )

SCENA VI  

Detti, Gesua e Nunzia

Gesua              Oh zio Carmine, ‘gna Grazia siete qua? Per caso avete visto mio fratello Saverio?

Carmine          No, non l’ho visto!

Grazia             Mi è sembrato, ma non ne sono sicura di averlo visto correre verso l’aperta campagna!

Gesua              Questo mio fratello va gironzolando a destra e a manca e non si stanca mai! E a me mi tocca dare i fianchi per lavorare anche per lui! ( poi toccandosi la schiena) Bisogna lavorare come se non si morisse mai e pensare sempre che si deve morire!

Carmine          Sante parole, ‘gna Gesua!

Gesua              La colpa del mal di schiena è di questo diavolo di tino! ( tocca con le mani il grosso tino che sta in scena )

Grazia             ‘Gna Gesua non imprecate contro vostro padre!

Gesua              Vero è, ‘gna Grazia! Me l’avevo scordato che è stato la buonanima di mio padre che con le sue mani ha compiuto quest’opera d’arte! ( abbraccia con veemenza il tino. Irrompe in scena Nunzia)

Nunzia            ‘Gna Gesua vi hanno messo in croce come Domineddio? Guardate San Giovanni da un lato e la Maddalena dall’altro!  ( riferendosi a Carmine e Grazia )! Carmine correte nel magazzino e andate ad otturare la crepa che si è venuta a creare nella doga di una botte!

Carmine          ‘Gna Nunzia ve l’avevo detto l’altra volta che la botte di cui parla era oramai vecchia e non serviva più per lo scopo!

Nunzia            Voi siete vecchio e non servite più! Andate nel magazzino e rendetevi utile! Andata a riparare questa crepa che si è venuta a creare! Grazia vai a pigliare un po’ di pece che si trova nell’ultimo cassetto dell’armadio di casa mia! Lesto!

 ( Carmine s’avvia  verso la comune mentre Grazia verso l’abitazione di Nunzia e poi a Gesua) ‘Gna Gesua ancora dovete accarezzare e contemplare questo tino?

Gesua              E’ ricordo di mio padre questo tino e mi consola toccarlo!

Nunzia            Troppo rispetto avete portato a vostro padre sia da vivo che da morto!

Gesua              Che diritto avete di infangare il nome di mio padre? L’uomo che mi ha dato la vita!

Nunzia            Vero è che vi ha dato la vita , ma non basta solo questo! Ricordatevi che si legge in fronte ciò che si ha nel cuore!

Gesua              Ancora insistete! Non vi è bastato ammazzarlo da vivo anche da morte infierite contro infangando il suo nome!

Nunzia            Sempre la stessa storia! Quante volte ve lo devo dire che io non c’entro con la morte di vostro padre? Io quando è successo il fatto mi trovavo qua in questa masseria a  sbucciare le mandorle!

Gesua              Siete la solita bugiarda! Ricordatevi che il diavolo è padre della menzogna! Siete stata voi che l’avete ammazzato buttandolo dentro un recipiente che conteneva zolfo liquido alla miniera di Cozzo Disi! L’avete ammazzato perché voleva porre fine al rapporto che era nato tra voi due! Gli rimordeva, a mio padre, la coscienza per il male che faceva  tradendo la fiducia di  mia madre e di tutti i suoi innocenti figli! Quando successe la disgrazia io corsi subito in miniera, portandomi dietro mio fratello Saverio! Io abbracciai per l’ultima volta mio padre, io gli diedi l’ultimo conforto perché mia madre non poté correre perché incinta! Quando strinsi forte al petto mio padre tra gli ultimi sospiri pronunciò il vostro nome! Perché? Perché fece il vostro nome in punta di morte?

Nunzia            ‘Gna Gesua  non mi fate dire quello che non dovrei dire…!

Gesua              Lo dica, lo dica! Butti fuori questo veleno che le corrode lo stomaco!

Nunzia            ‘Gna Gesua, il giorno in cui successe la tragedia, vostra madre confidò a vostro padre che il figlio che teneva in grembo non era figlio suo! Vostro padre non poté sopportare questa cruda realtà, quest’atto di infedeltà di vostra madre e per la disperazione si buttò di sua spontanea volontà dentro il contenitore di zolfo liquido, togliendosi così la sua tenera vita! Questa è la verità! Quanto ho sofferto per questa disgrazia solo Domineddio lo sa!

Gesua              ( esasperata) No! Non può essere! Menzogna sopra menzogna! Voglio sapere perché un attimo prima di esalare l’anima fece il vostro nome! Perché?               ( l’afferra per la veste ) Mi dica perchè?

Nunzia            ( svincolandosi e redarguendola ) ‘Gna  Gesua , state passando ogni limite! Cos’è questo odore di mosto zuccherino che vi da alla testa? Mettete le mani a posto ed andate nel magazzino a finire il vostro lavoro! ( gridando ) Andate! Santissimo Domineddio, se no vi lascio in mezzo ad una strada a  voi e vostro fratello Saverio, che non lo vedo mai al suo posto, com’è vero che esiste Domineddio!( giurando mettendosi le due dita sulle labbra. Gesua calmando le sue furie rientra nel magazzino mògia mògia seguita da Nunzia. Subito dopo entra Grazia provenendo dalla casa di Nunzia tenendo in mano un piccolo recipiente di terracotta contenente della pece)

Grazia             La menzogna ha le gambe corte, presto nasce e presto muore! Condire il cavolo con l’olio quando è duro, tutto l’olio che si mette è tutto olio perso!                   ( mentre si avvia per la comune giunge di corsa Biagio. Grazia va verso il magazzino a portare il vaso di terracotta che contiene la pece )

SCENA VII

Detti, Biagio , tutti i personaggi della commedia e Ciuzza

Biagio             ( giovane aiutante della masseria. E’ patito di musica lirica. Canta sempre brani di musica lirica a modo suo, con le braccia aperte e cantando verso il pubblico) Signori miei si mangia! Uno alla volta, uno alla volta , uno alla volta per carità! Figaro, Figaro, Figaro…( entrano dalla comune tutti i personaggi della commedia che provengono dal magazzino ed incominciano ad apparecchiare una lunga tavola. Alcuni si adoperano per montare un lungo tavolo altri invece si adoperano per imbandire la tavola di tutto il necessario per cenare. Durante questo processo viene intonato un canto di lode e di ringraziamento al Signore! ( Movimento a soggetto di tutti i personaggi)

Dopo questa mangiata

ringraziammo il Signore,

il pane che ci ha dato,

il vino e il suo amore.

‘Sta terra benedetta,

con sudore è travagliata,

e nella bella vigna

l’uva è profumata.

Rit.     

La luna risplendente,

in questa bella nottata,

dentro un manto di stelle,

ci fa la serenata,

e quando tu mi parli,

con ‘sta bocca zuccherata,

ti vorrei confidare

il desio d’una vasata!

            Il mare dà alle onde,

            il potere di giocare,

            le barche con le reti,

            già son pronti per pescare.

            La vita è sempre bella,

            pure quanto fa soffrire,

            perché dopo la notte,

            il giorno dovrà tornare!

            Rit.

Il cuore batte forte,

il suo amore dovrà trovare,

ma se tu sei con me,

mi sembra di volare.

In questa dolce terra,

con i fiori profumati,

vorrei che stasera,

dormiremmo abbracciati

Rit.

( Mentre sono tutti seduti a desinare, Maricò e Angilinè che s’erano momentaneamente allontanati rientrano in scena andando a proferire all’orecchio di Carmine, seduto in prima fila, che sta per venire Ciuzza la figlia di Nunzia. La notizia viene passata in pochi secondi a tutti i commensali. Rimangono tutti ammutoliti! Nunzia è meravigliata del repentino silenzio che s’è venuto a creare)

Nunzia            Cosa vi è successo vi si è tranciata di botto a tutti  la lingua? (Tutti i presenti non rispondono e rivolgono lo sguardo verso la comune. Dalla comune entra Ciuzza tutta vestita in nero con in braccio il piccolissimo figlio, avvolto da un panno di lana bianco. Per tutto il discorso che segue i personaggi stanno fermi e in religioso silenzio e si sente ogni tanto il pianto del bambino. Solo Nunzia si dimena e parla )

                        Che c’è? Cosa avete visto? ( poi girando lo sguardo verso la comune s’accorge della presenza della figlia Ciuzza. Non si scompone ed ignora la presenza della stessa. Poi ai commensali)  Dai mangiate questo bene di Domineddio! Oggi è festa grande! Domineddio ci ha dato la grazia di avere una annata abbondante di uva e di zubbibbo!  ( nessuno accenna neanche un minimo movimento. Sono tutti in posizione statuaria ) Blasi! Canta tu una bella canzone! Forza! ( Blasi non risponde. Richiamandolo ad alta voce) Blasi! Qui comando io! E quello che dico io è legge! Ti ho detto di  cantare!  ( Blasi sta per accennare un canto ma si blocca nel cantare perché interviene Ciuzza)

Ciuzza             (Mentre Ciuzza parla, Nunzia non la degna neanche di uno sguardo! Dà sempre le spalle ignorandola) Madre, ascoltate il dolore di una figlia che viene a supplicarvi chiedendovi perdono per l’errore commesso! Aprite questo sentimento d’amore e di compassione almeno per questo piccolo innocente che tengo tra le braccia! Che colpa ha se è nato per causa di un atto d’amore, sbagliato o giusto che sia! Solo Domineddio può emettere una sentenza e dire da che parte sta la ragione! Io oramai non ho più niente da perdere, ma mio figlio si! Ve lo lascio, ve lo lascio qua in questa masseria! Madre non parlate? Madre non rispondete?

Nunzia            ( Non curante delle suppliche della figlia) Blasi poco fa ti ho detto di cantare! Forza mangiamo e  cantiamo! Dai Blasi! ( Blasi si alza per accennare un canto ma viene di nuovo bloccato da Ciuzza)

Ciuzza             Ho disubbidito ai vostri ordini, vero è! Ma voi avete mai capito qual è il significato d’amore? Mai! Quante volte da piccola, ancora con le gambe a forma di falce mi mettevo in mezzo alle vostre gambe, tenendole strette al mio fianco perché m’aspettavo da un momento all’altro una carezza, un bacio, una parola d’amore! Quante volte le ho chiesto “ Madre mi volete bene?” “Madre mi volete bene? “ Per far notare la mia presenza premevo energicamente le dita sulla vostra carne! A questa domanda non ricevevo mai una risposta, mai un accenno, sentivo dire solo: “ Togliti dalle gambe che ho molto da fare! Togliti che ho molto da fare! C’è troppo lavoro nella masseria! ” Gli anni passavano ed io crescevo senz’amore, crescevo senz’amore di madre! Ora che mi è nato questo figlio sto provando un amore ma è un amore di figlio! Per dimostrarvi che è così forte l’amore che ho verso mio figlio ve lo lascio qua in questa masseria, così potrà crescere sano e robusto e può assaporare da piccolo questo odore di mosto zuccherino per non dimenticarsi di quale gregge faceva parte! Io neanche latte posso dargli più da mangiare perché con il forte dolore mi sono seccate le mammelle! Non parlate, madre? Non rispondete, madre?

Nunzia            Io non rispondo a chi è morto! Si dice guai a chi è morto nel cuore dell’altro!

( con disprezzo e cattiveria ) Poi non ho bisogno di un bastardo nella mia masseria! ( riferendosi al piccolo figlio di Ciuzza)

Ciuzza             Mio figlio bastardo? Bastardo perché? Perché mi sono sposata senza la vostra benedizione? Voi non siete Domineddio! Mio figlio bastardo! Madre mettetevi davanti lo specchio e passatevi la mano sopra la vostra coscienza e così leggerete nei vostri occhi chi è, anzi chi sono i bastardi in questa masseria!

Nunzia            Cosa vuoi insinuare?

Ciuzza             Ah, non sono più  morta! O vi rimorde la coscienza, ora? Ho toccato il punto debole? Vi ricordate quando mio padre, un momento prima di lasciare questa vita terrena, mi ha voluto parlare da sola? Vi ricordate? Mi disse una cosa che io ho tenuto con dolore nel profondo del mio cuore! (interrogando Carmine ) zio Carmine! E anche voi zio Isidoro ( tutti e due straniti da questo richiamo ) si a voi due dico!

Nunzia            Cosa vai spergiurando gratuitamente ora? Vai via da questa masseria! Tu per me oramai sei morta!

Ciuzza             Morta? No! No, cara madre viva sono! ( s’avvicina a Angilinè e Maricò ) Ragazze, toccate questa carne che è stata straziata dal dolore! Toccate! Angilinè dammi un pizzicotto! E pure tu Maricò, toccami! E dite alla ‘gna Nunzia che sua figlia, l’unica figlia legittima è viva e vegeta! ( spinge le due ragazze a toccarla ) Perciò zio Carmine, zio Isidoro quando zappate il terreno che si trova accanto del vostro vicino e create i solchi, state attenti dove buttate la semenza perché perché potrebbe andare a finire nel terreno del vostro vicino che è accanto! Dopo nasce l’albero, cresce e si fa robusto, voi l’avete seminato, ma non siete i padroni! Il padrone è il vostro vicino!

Carmine          Ciuzza non capisco cosa volete dire!

Isidoro            Giusto dice lo zio Carmine che c’ entriamo noi col vostro discorso?

Ciuzza             Chiedete a mia madre, alla ‘gna Nunzia, che lei è informata di tutto! Fa finta di non capire, ma ricordatevi che essa è il cucchiaio delle vostre pentole! Chiedete, chiedete che significa questo discorso! Di quale albero parlo, anzi di quali alberi sto parlando! Chiedete! ( Seria e categorica ) Ora basta mi sono riempita i polmoni di questo odore di mosto zuccherino, mi è bastato e adesso me ne vado! Vi lascio mio figlio e vado a casa dove c’è mio marito che mi aspetta! Me ne vado con lui! Così faccio contenta mia madre! Addio!                 ( Lascia il bambino in fasce a terra e scappa via. Tutti i commensali si alzano tranne Isidoro e Carmine che scrutano con curiosità la ‘gna Nunzia che rimane seduta, impassibile. Gli altri vanno, chi verso la comune ad impedire Ciuzza che faccia qualche sciocchezza,  chi a pigliare il bimbo da terra)

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

Stessa scena del primo atto

SCENA I

Mara , Teresa, Maricò, Angilinè, Carmina, Mariano, Saverio, Biagio , Mimmo e Lillo

( Al centro della scena troviamo cinque botti che devono essere lavate. Le ragazze ognuna

con la sua botte assieme con gli uomini eseguono un ballo ed intonano il canto che segue )

Lavala, lavala, lavala

                                    Lavala, lavala, lavala

                                   Lavala, lavala, lavala

                                               Lavala.

           

            Lavala la botte,

            dai non ti stancare,

            puliamole tutte

            ci dobbiam sbrigare,

            con tanta contentezza

            riempiamole di vino

            beviamo tutti quanti,

            ‘sto nettare Divino.

            Rit       In questa bella tavola siamo tutti in  compagnia,

                       dobbiam bere questo vino che ci porta allegria.

                       Non aver paura tiralo fuori dalla botte,

                       non pensare ai tuoi guai

                       mangia, bevi e te ne fotti.

Lavala, lavala, lavala

Lavala, lavala, lavala

Lavala, lavala, lavala,

                                   Lavala.

Il Signore è grande,

leva la sventura,

il vino è una delizia,

si beve con premura.

Attento che t’inganna,

perciò non abusare,

sorseggia piano piano,

che ti può ubriacare.

            Rit.

Dopo questa canzone,

che ti vuole dire,

il vino è la fortuna,

perciò non t’avvilire.

Tienilo con tanta cura,

attento a non sguazzare,

se no diventa aceto,

e poi lo puoi buttare.

Rit.

( le donne vanno via dalla comune tranne Mara che si reca nella sua abitazione mentre gli uomini, Mariano, Blasi , Mimmo e Lillo portano fuori dalla scena le botti. Alla fine restano in scena Mimmo e Lillo. Si siedono)

SCENA II

Mimmo e Lillo

Mimmo           Ogni anno è sempre la solita storia: si riempie e si ributta! Vita sacrificata!

Lillo                Avete ragione zio Mimmo! Se voi non riempite il motore di vino ( fa il relativo gesto di bere e toccandosi lo stomaco )  non camminate!

Mimmo           Cosa volete dire che sono un ubriacone?

Lillo                No! Vi ricordate quella sera quando cercavate di aprire la porta di casa vostra, infilando la chiave dentro la serratura, vi ricordate dove l’avete infilata? L’avete infilata nell’occhio della zia Rosa che era seduta davanti la vostra porta!

Mimmo           Non è vero! E’ stata lei che ha appoggiato l’occhio alla mia chiave!

Lillo                Si lei, state zitto che neanche avete il senso della misura!

Mimmo           E voi l’avete?

Lillo                Certo che ce l’ho!  E per dimostrarvi che voi non l’avete rispondete a questa mia domanda:  pesa di più un chilo di paglia o un chilo di piombo?

Mimmo           Guarda che domanda mi sta propinando, solo voi potevate farmi questa sciocca domanda!

Lillo                Rispondete! Pesa di più un chilo di paglia o un chilo di piombo?

Mimmo           Asino! Asino! Un chilo di piombo pesa di più!

Lillo                (ridendo) Asino siete voi, che non siete in grado di far funzionare il cervello che si trova nella vostra testa! Un chilo di paglia e un chilo di piombo non hanno lo stesso peso?

Mimmo           Si, ma il piombo è più pesante!

Lillo                Asino! Se vi sto dicendo che un chilo di paglia e un chilo di piombo hanno lo stesso peso… un chilo è un chilo…lo avete capito, asino?

Mimmo           ( grattandosi la testa) E voi ditemi una cosa: In una stalla divisa in due da un muro con due porte per ogni metà della stanza si trova un asino da una parte, mentre dall’altra si trova della paglia! Ebbene come fa l’asino a mangiarsi la paglia che si trova nell’altra metà stanza? Vediamo rispondete a questa mia domanda!

Lillo                ( riflette un po’ grattandosi la testa e poi risponde) Ah, ho capito! Perciò l’asino esce dalla porta gira ed entra dall’altra andando a mangiarsi la paglia!

Mimmo           Ditemi ora se  l’asino sono io o voi?

Lillo                Voi l’avete dimostrato poco fa!

Mimmo           E io dico che lo siete voi l’avete dimostrato ora, ora!

Lillo                Perché non ho dato la risposta giusta al vostro indovinello?

Mimmo           Giustissimo, tanto giusto che avete fatto lo stesso ragionamento che ha fatto l’asino per andarsi a mangiare la paglia! Asino di Pantelleria! ( va via dalla scena rincorso da Lillo. La scena resta vuota per alcuni istanti e subito dopo entra Teresa e Blasi)

SCENA III

Teresa, Blasi, Mara e Grazia

Teresa             Blasi andate a bussare alla porta della sua casa, la troverete di sicuro dentro, io vado e incomincio a spianarvi la strada! ( va via dalla comune )

Blasi                ( bussando delicatamente alla porta e a bassa voce) Mara, Mara!

Mara               ( uscendo dalla sua abitazione ) Che c’è Blasi?

Blasi                Pronta sei ?

Mara               Pronta perché?

Blasi                Per scappare via!

Mara               Ora?

Blasi                           E quando? Subito! Vostra madre è andata in paese!

Mara               Ma io ho paura!

Blasi                           Come hai paura? Di notte non è possibile perché dormite assieme a vostra madre e allora scappiamo ora! Prima eri decisa  e ora…!

Mara               Lo sai cos è…è  la prima volta!

Blasi                Che vorresti che fosse la seconda? Lesto sbrigati!

Mara               E a mia madre cosa le dico?

Blasi                           Cosa dici? Niente, quando viene le dici: Madre sto scappando con Blasi! E vedrai che tua mamma ti farà saltare tutte le trecento tralci che si  sono nella campagna!

Mara               E allora?

Blasi                Lascia un biglietto scritto sul tavolo! Dai sbrigati piglia quel po’ di roba che hai raccolto e scappiamo! Sbrigati!

Mara               Cosa scrivo sul biglietto?

Blasi                Quattro parole: Addio madre!

Mara               Addio madre sono solamente due!

Blasi                Così tanto per dire! Ti vuoi sbrigare? (entra Teresa )

Teresa             Dai sbrigatevi e pigliate per il viottolo della campagna che non c’è nessuno! Ascoltate pigliate per la trazzera di Passofonduto perché a quest’ora non incontrate nessuno! Io vado avanti e se dovessi incontrare vostra madre per strada cercherò di trattenerla con una scusa qualsiasi! Sbrigatevi, non perdete tempo! ( va via dalla comune )

Mara               Questo perché per la testardaggine di mia mamma che è contraria a questo nostro fidanzamento! Se lei fosse d’accordo non ci sarebbero tutti questi problemi!

Blasi                Ti vuoi sbrigare? Ascolta se mi senti cantare, ciò vuol dire che c’è gente e quindi non uscire! ( spinge verso la porta Mara. Resta per alcuni istanti solo poi proviene dalla comune  la ‘gna Grazia. Blasi fa tutto il possibile sia per fare andare via la ‘gna Grazia e per non fare uscire da casa , in quel momento, Mara)

Grazia             Blasi che fai qua solo?

Blasi                Son venuto a bere un poco d’acqua fresca, ho sudato maledettamente per pulire le botti ed avevo bisogno di integrare il mio corpo con dell’acqua! ( si mette a canticchiare come al solito, un brano della Cavalleria Rusticana  per far capire a Mara che per il momento non deve uscire ) “ Voi non sapete oh mamma prima di andar soldato, Turiddu amava Lola e aveva eterna fe’ giurato…”

Grazia             Perché questa cantata? Poi ti vedo molto agitato!

Blasi                Mi sono stancato molto a lavare le botti! La sporcizia era così ferma alle pareti delle botti che mi ha fatto innervosire e cosi mi rassereno cantando!

Grazia             La botte?

Blasi                Ah certo la botte! ( per un attimo spunta dalla porta Mara, Grazia tenuta per le mani da Blasi viene costretta a dare le spalle a Mara, facendo segnali di rientrare, cantando e inventando un brano )

“ Fior di giaggiolo,

resta a casa, io

non son più solo…

Fior di giaggiolo….

Grazia                         Blasi mi sembrate oggi un po’ fuori di testa, non credo che sia questo odore di mosto zuccherino che vi dà alla testa? Poi ricordatevi una cosa io sono molto più grande di voi , vi ho visto nascere, vi ho visto crescere e ti conosco a fondo che sei un bravo ragazzo! Mia sorella Nunzia questo non lo vuole capire! E ricordatevi che quando il vostro pensiero và il mio ritorna! Ora ti saluto, ti lascio libero di volare! ( s’avvia verso la sua casa ) Eh! Quando il cuore comanda si deve dire sempre di si! ( va a pigliare il lumicino acceso davanti la sua porta lo accarezza poi lo riposa rientrando a casa. Blasi va verso l’abitazione di Nunzia bussa alla porta chiamando Mara )

Blasi                Mara! Mara uscite, subito! ( Mara spunta dalla porta con un fagotto in mano. Dalla comune spunta Teresa.)

Teresa             Dai sbrigatevi, per il viottolo non c’è nessuno! Prendete da questa parte!           ( indica la comune dalla parte sinistra. Blasi l’afferra con forza e se la trascina verso la comune. Mara viene fermata per un attimo da Teresa) Mara vi voglio ricordare che state bevendo nella mia acqua sporca! Bevete e ricordatevi che a chi vi fa bene dovete restargli obbligato! Andate, andate per la trazzera di Passofonduto!

Mara               ( accorgendosi che ha dimenticato il biglietto scritto da lasciare alla mamma) Oh Madonna mi sono scordato in tasca il biglietto !

Teresa             ( togliendolo dalle mani ) Datemelo, ci penso io!

Mara               La porta è aperta!

Teresa             Non perdete tempo, andate, andate per la trazzera di Passofonduto! (Vanno via dalla sinistra) E questa è fatta! ( rimasta sola va di corsa verso l’abitazione di la ‘gna Nunzia, entra e riesce subito. In quest’istante arriva Carmina.)

SCENA IV

Detta, Carmina e poi Isidoro

Carmina          C’è mia madre a casa?

Teresa             No, non c’è!

Carmina          Mio fratello Mariano? ( va di corsa verso la porta )

Teresa             Non c’è neanche lui!

Carmina          E voi cosa siete andata a fare nella mia casa quando il padrone non c’è?

Teresa             Ho visto la porta socchiusa e mi è sembrato di vedere vostra madre a casa!

Carmina          E sol perché avete visto la porta socchiusa siete stata autorizzata ad entrare a casa mia? Fai bene al contadino e te ne vuole male, fai del male e te ne vuole bene!

Teresa             Mi sembra che state incominciando ad uscir fuori il seminato! Da quale pulpito viene la predica!

Carmina          Cosa volete dire?

Teresa             Voglio dire che voi siete andata avanti ed io vi ho seguita! Voglio dire anche voi avete visto la porta aperta con Saverio e siete entrata! Siete entrata senza chiedermi permesso! Voi lo sapete che Saverio è cosa mia!

Carmina          Non può essere che è cosa vostra!

Teresa             Può essere!

Carmina          L’ha giurato davanti a Domineddio!

Teresa             Vi ricordo che una menzogna ne tira fuori altre due! Non vi ha detto pure che se nasce figlio lo legittima?

Carmina          ( stranita da questa affermazione che risponde a verità) E a voi chi l’ha detto?

Teresa             Poco fa vi ho detto che Saverio è cosa mia, quindi…!

Carmina          Saverio non sa cosa fare di una ragazza “ mula” illegittima!

Teresa             Si, vero è che sono una “ mula “, sono una ragazza che non ho conosciuto chi sono stati i miei genitori, ma sono orgogliosa di essere nata , ed orgogliosa dei miei genitori  che mi hanno dato la cosa più bella che esiste al mondo, la vita! Io sono sicura di essere nata in seguito di un atto d’amore tra i miei genitori…ma voi siete figlia di un atto d’odio…!

Carmina          Con quale diritto sentenziate menzogna sopra menzogna?

Teresa             Chiedetelo a vostra madre e poi lo riferirete allo  zio Isidoro!

Carmina          Mia madre? Lo zio Isidoro? Cosa avete per la testa? Quale altre menzogne mettete nel fosso?

Teresa             Carmina, ‘lo zio Isidoro è vostro padre!

Carmina          ( inveendo contro ) Della mala pasta, basta solo una pagnotta! Vigliacca con quale odio stai infangando il nome di mia madre! Vigliacca! (  sta per afferrarla ma viene fermata da Teresa che le attanaglia con forza le braccia sino a farle male )

Teresa             Carmina! Non sentenziate se prima non avete sentito l’altra campana! Se c’è una vigliacca in questa masseria questa è vostra madre!

Carmina          Basta! ( otturandosi con le mani le orecchie ) Basta, non voglio sentire queste assurdità!  ( va via di corsa uscendo dalla comune )

Teresa             E anche questa è fatta! Prepariamo il terreno per l’altra! ( si avvicina alla  “quartara” e beve un poco d’acqua) Ci vuole un poco d’acqua! Mi si è asciugata la gola con tutto questo parlare! Vi faccio vedere io chi è Teresa La Capruzza! (Teresa esce dalla comune e dopo alcuni istanti entra la ‘gna   Nunzia )

SCENA V

Detta, Teresa e Grazia

Nunzia            Il buon vino sino alla fezza il buon panno sino alla pezza! Questo vorrei ricordare a mastro Deco che mi disprezza il vino, vino che è sangue di Cristo!   ( va verso la sua abitazione entra e dopo alcuni istanti riesce con il biglietto in mano che le ha lasciato Mara , poi con assoluta freddezza ) E sono due! Mi è morta una seconda figlia! Le allevi con tanto amore e poi per ricompensa ti danno coltellate alle spalle!( entra Teresa di corsa) Che c’è con tutta questa corsa?

Teresa             Niente, stavo cercando…!

Nunzia            Chi stavi cercando?

Teresa             Cercavo Maricò!

Nunzia            Guarda che io ti pago a giornata! Si dice: Chi ha mala volontà non gli mancano occasioni! E a quanto pare tu di occasioni ne stai trovando molte sino al punto che stai uscendo fuori dal seminato! Guarda che l’uva è troppo alta non ci puoi arrivare!

Teresa             Cosa vuol dire con questo?

Nunzia            Io son nata molto prima di te e posso venirti madre! Quindi non fare finta di non capire niente, cerca di cambiare strada perché Mariano non è cosa per te!

Teresa             E voi che diritto avete di comandare sopra il cuore di Mariano?

Nunzia            Io comando sopra il cuore di mio figlio Mariano e anche sul tuo!

Teresa             Voi non comandate sopra il mio cuore perché io a suo figlio Mariano neanche lo voglio! Lui è innamorato pazzo di me, io no!

Nunzia            E perchè lo vai cercando per strade e per vicoli?

Teresa             ‘Gna Nunzia il male che avete tramato alle mie spalle è stato troppo grande e non si può scordare con una alzata di vento! A quindici anni mi avete fatto abortire il frutto dell’amore che c’era tra me e Mariano! Ero piccola senza genitori, non avevo una fissa dimora! Andavo girando per le masserie cercando una qualcosa da potere mettere sotto i denti e di trovare il calore di una famiglia che mi proteggesse! Mi chiamavate e mi chiamate Teresa la Capretta per questo motivo! Allora mi avete convinto e mi avete comprata! A sangue caldo non si ragiona! Avevo uno sviscerato amore per vostro figlio Mariano ed ora si è tramutato tutto in odio! Si dice a chi muore: Va, vai avanti che ora vengo! Io sono morta ora aspetto voi! Una cosa del genere me la potevo aspettare da voi, che siete la cattiveria in persona ma no da Mariano! Del resto lui è un pupo nelle vostre mani! A tempo e luogo si danno le risposte, aspettatevi la mia!

Nunzia            Mariano in questo discorso lui non centra! E’ tutta opera mia! Lui è stato all’oscuro di tutto! E poi che risposta tu mi puoi dare? Io ti campo!

Teresa             Mi campate perché io ve lo permetto! E poi chi gliela detto che la risposta la darò a voi? Come ho detto poco fa voi siete la cattiveria in persona e solo male si può aspettare uno! Ormai è radicato  nel suo ventre che quando sputa butta veleno dalla bocca! Mariano, invece, è un ragazzo  d’oro ma nelle vostre mani lo fate diventare malefico sino al punto di non ragionare più con la sua testa! Chi male fa male deve aspettarsi! Mariano male ha seminato e male deve ricogliere! Ora la lascio! ( s’avvia per la comune)

Nunzia            (andandole dietro e afferrandola per il braccio ) Ascolta, pigliati tutta la tua roba e vai via da questa masseria! Non mettere più piede in questa terra! Cancella dalla tua mente ogni pezzetto di questa terra, ogni pezzetto di queste mura, ogni virgulto! Scordati questo odore di mosto zuccherino! Vattene, Teresa la Capretta!

 Teresa            ( sorridendo con sarcasmo) Dove mi manda? Dove? Non si scordi il patto! A voi conviene che io lavori in questa masseria e non a me! Ora la lascio e si ricordi che io sono morta ed ora aspetto a Mariano! ( va via di corsa verso la comune. Rimasta sola per alcuni istanti, subito dopo esce dalla sua abitazione Grazia e si accorge che la sorella è agitata)

Grazia             Nunzia cosa ti succede, ti vedo tutta agitata?

Nunzia            Niente! Son venuta di corsa dal paese e sono così trapelata di sudore! Piuttosto hai visto mio figlio Mariano?

Grazia             No, non l’ho visto!

Nunzia            Ascolta Grazia vado di corsa in paese…!

Grazia             Ma se stai venendo adesso…!

Nunzia            ( categorica ) Ascolta! Voglio parlare con Mariano subito! Facciamo così:  io vado in paese e tu vai nella masseria di Peppe Nasca! Mariano ci doveva andare per una partita di mosto e sono sicura che lo troverai là! Vai di corsa! Dì a Mariano di venire subito a casa che gli voglio parlare di una cosa molto importante!

Grazia             Tutta questa premura perché?

Nunzia            Niente, poi ti spiego! Corri subito!( Nunzia pigliando la scialle esce dalla comune a sinistra)

Grazia             In questa masseria si è arrivata al punto che la gallina fa le uova e al gallo gli brucia il culo! ( entra in casa per pigliarsi lo scialle e riesce subito dopo, cerca la sorella che è andata via ) Dov’è! Grazia, Grazia dove sei? Grazia, Grazia!     ( sta per uscire dalla comune e s’imbatte con Saverio facendole  perdere l’equilibrio).

SCENA VIII

Detta, Saverio , Teresa e Mariano

 

Saverio            ( sorreggendola) Mi scusi ‘gna Grazia! ( poi abbracciandola ) Si ricordi che la voglio sempre bene!

Grazia             ( svincolandosi ) Quando la lepre corre il cacciatore non guarda pericolo! Perché tutta questa fretta?

Saverio            Son venuto a bere un poco d’acqua fresca!( esegue )

Grazia             Bevi, bevi che l’acqua spegne ogni fuoco! ( esce dalla comune )

Saverio            ( con il boccale in mano e pieno d’acqua incomincia a bere subito dopo entra Teresa ) Oh Teresa anche voi qua?

Teresa             Anch’io son venuta a bere un poco d’acqua!

Saverio            Tenete! (porge il boccale) Bevete!

Teresa             ( piglia il boccale e beve si versa appositamente dell’acqua addosso )  Oh, mi sono bagnata tutta!

Saverio            ( togliendosi la camicia di dosso ) Aspettate che vi  asciugo! ( esegue) Ditemi una cosa, Teresa voglio sapere che c’è tra voi e Mariano?

Teresa             ( sorridendo ) Tra me e Mariano? Niente, lui è il padrone ed io sono il suo garzone!

Saverio            Ma se vi vedo sempre appiccicati l’un l’altro?

Teresa             Gioco! Mi piace giocare con lui e gioco!

Saverio            Allora ci posso sperare?

Teresa             Sperare in che cosa?

Saverio            Il vostro amore! Io sono pazzo di voi e la pazzia porta alla gelosia!

Teresa             Amore e gelosia son sempre in compagnia! Il mio cuore è come un giardino pieno di fiori profumati in cui tutti possono entrare!

Saverio            E allora posso entrare in questo giardino?

Teresa             ( avvicinandosi poggiando il suo seno sul petto di Saverio) Non lo vedete che il cancello è aperto! Entrate! ( allontanandosi da Saverio) Poi non lo sentite questo odore di mosto zuccherino penetra nelle narici e ti fa perdere la ragione!

( avvicinandosi ) Odorate, odorate ! Entrate ed odorate!( Saverio la sta per abbracciare e lo blocca) Fermatevi, ditemi una cosa, voi per me fareste la qualsiasi cosa?

Saverio            Comandatemi ed io eseguo gli ordini! Se mi dite di buttarmi da una montagna io mi butto se mi di  affrontare un esercito io l’affronto. se mi dite di…             ( tappandole la bocca)

Teresa             Tutto?

Saverio            Tutto! Basta che mi fate un cenno ed io parto!

Teresa             Non credo che vi rimangiate tutto quello che avete detto?

Saverio            Per il vostro amore faccio tutto!

Teresa             Tutto, tutto?

Saverio            Tutto…!

Teresa             ( tappandole la bocca ) Allora ammazzate Mariano!

Saverio            Anche questo…!( accortosi dell’ assurda richiesta ) Come?

Teresa             Lo vedete che non siete di parola!

Saverio            Ma è un’assurdità ciò che chiedete!

Teresa             Mi avete detto: Tutto!

Saverio            Tutto…ma no…! ( Teresa  s’avvicina e gli alita davanti il viso stregandolo e poi stringendola verso di se ) Amore mi tira ed io asino vado!( entra Mariano che assiste agli ultimi istanti del dialogo)

Mariano          ( pieno di rabbia allontanando Saverio dalle braccia di Teresa) Sangue di Giuda! Come vi permettete di mettere queste lorde mani sopra una cosa che mi appartiene?

Saverio            Non mi risulta che è roba vostra! Solo padrone della masseria potreste essere e basta più! L’ha detto ora lei stessa, è libera come l’aria!

Mariano          ( a Teresa ) Vero è?

Teresa             Vero è che sono libera come l’aria! Io mi stavo bevendo un boccale di acqua fresca poi è venuto Saverio e mi ha abbracciato!

Saverio            Vero è che vi ho abbracciata ma con il vostro permesso! Voi mi avete invitato…!

Mariano          ( afferrandolo per il bavero della camicia e infilandogli due dita dentro il naso) Voglio conto e soddisfazione!

Saverio            Subito vi do soddisfazione! ( esce dalla tasca un coltello a serramanico, altrettanto fa Mariano. Poi i due si tolgono le giacche e l’avvolgono ai propri bracci sinistri. Teresa è ferma ad assistere al duello. Nello stesso istante arriva dalla comune la ‘gna Grazia)

Grazia             ( frapponendosi tra i due ) Misericordia di Dio, Che state facendo? Levate questi coltelli dalle mani! Questi servono per tagliare il pane che ci dà Domineddio, non per toglierlo!

Saverio            ‘Gna Grazia si levi di mezzo, voi in questo discorso non c’entrate!

Mariano          Zia Grazia si levi!

Grazia             ( restando sempre tra i due disperata e rivolgendosi a Teresa) Teresa che fai lì impalata che sembra di provar piacere, corri, corri vai a chiamare aiuto! (Teresa resta ferma non accennando un minimo movimento )

Saverio            ‘Gna Grazia le ho detto ti levarsi! ( la scosta )

Grazia             ( gridando a squarcia gola verso il magazzino ) Lesto correte, per misericordia di Domineddio, correte! Si stanno scannando come agnelli! ( incomincia il duello rusticano tra Saverio e Mariano. Nel frattempo arrivano dal magazzino gli uomini e le donne della masseria, tranne Isidoro e Carmina. Assistono impotenti al duello. Dalla comune affannata arriva Nunzia. Nel vedere la scena emette un grido lacerante sino al punto da distrarre il figlio Mariano che viene così sopraffatto da Saverio. Mariano a terra e Saverio con il ginocchio sul corpo di Mariano e il coltello puntato nella gola  )

Nunzia            Fermati Saverio, fermati! Non l’ammazzare, non l’ammazzare perché è sangue del tuo sangue! Mariano è tuo fratello! ( Saverio si blocca, si alza piglia il coltello lo pone tra i denti guarda fisso la ‘gna Nunzia e va via. Nunzia si avvicina a Mariano allunga la mano per farlo alzare ) Alzati Mariano!

Mariano          (rifiuta l’aiuto della madre, si alza l’afferra se la stringe forte al petto, Nunzia vuole proferire alcune frasi ma Mariano le tappa la bocca con la mano ) ‘Gna Nunzia…!

Nunzia            ( togliendosi la mano dalla bocca ) Neanche madre mi chiami…!( le tappa di nuovo la bocca con la mano )

Mariano          ‘Gna Nunzia,  questo non è più posto mio! ( la stringe forte al petto e le da un bacio sulla bocca e va via di corsa dalla comune)

Nunzia            ( andandogli dietro ) Mariano, Mariano non mi lasciare! (afflitta torna indietro e poi rivolta ai presenti ) E voi che ci fate qui? Perché non andate a lavorare! Andate a guadagnarvi il pane, se no a fine lavoro non trovate niente nel salvadanaio! Sciò! Andate a riempirvi i polmoni di questo odore di mosto zuccherino! ( vanno via tutti tranne Teresa e Grazia poi rivolta a Teresa) E voi che aspettate ancora? Ci volere vedere il fondo? Se la gramigna vuoi fare morire alle radici la devi estirpare!

Teresa             Si ricordi che la vipera se non è toccata non morde! E ora la lascio e la saluto! Si riempia lei i polmoni di questo odore di mosto zuccherino io non ne ho più bisogno! Questo odore mi ha dato forza e coraggio di andare avanti! ( entra dalla comune Ciuzza )

SCENA IX

Dette e Ciuzza

Ciuzza             Teresa, basta ora! Non forzare più a fondo il coltello! Madre son venuta a salutarla! Mi guardi in faccia quando parlo, perché voglio ricordare sino alla mia morte questo malefico sguardo! Guardatemi in faccia! Perché questo sguardo mi darà la forza per andare avanti! (gridando ) Vi ho detto di guardarmi o siete una vigliacca e non avete la forza? ( la madre alza lo sguardo e la fissa intensamente) Ecco! Mi è bastato! Addio madre! ( esce dalla comune mentre Teresa si fa una  risata e va via anche lei )

Nunzia            ( afflitta e demotivata e rivolta verso il pubblico)  ) Sentite questo odore di mosto zuccherino! ( odora esageratamente ) Odorate! Odorate questo profumo che ubriaca e che fa perdere la ragione e nello stesso tempo porta allegria e tristezza!

( Grazia piglia il lumicino che è posato davanti la sua porta e lo porge alla sorella, questi lo piglia e con un soffio lo spegne ) Non mi serve questa fievole luce, sola sono e sola voglio morire!

 ( si mette in ginocchio e con la testa giù e ripete ) Oh Cristo messo in croce e flagellato …! 

FINE DELLA COMMEDIA