Agosto 2002
OGGI MI SPOSO (faccio bene?)
Fantasia giocosa di Mario Pozzoli
Questo testo tutelato dalla SIAE
INDICE
1) Cercasi famiglia
2) Al buio
3) Domanda di matrimonio
4) Vita a due
5) Un regista particolare
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C E R C A S I F A M I G L I A
Scena macabra di Mario Pozzoli
PERSONAGGI
Lord
Lady
Battista
Carlotta
Giorgina
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(Lord seduto e legge. Sul tavolo ci sono un vaso con un mazzo di rose e un candelabro dargento con inserite delle candele nuove. Entra Lady. Guarda il tavolo. Si avvicina scontenta. Strappa i fiori dai gambi e li getta, poi risistema i gambi nel vaso. Toglie le candele nuove dal candelabro e le sostituisce con altre gi usate e spezzate a met in modo che pendano chi da una parte e chi dallaltra. Ora Lady guarda tutta la sua opera molto soddisfatta. Si siede e inizia a ricamare, magari un piccolo teschio)
LORD- (tossisce) Pare che questa mattina la mia tosse vada meglio.
LADY- Certo, mio caro, ti sei allenato tutta la notte!
LORD- Mi spiace.
LADY- Devi deciderti a fare qualcosa. Di notte in questo castello non si riesce pi a
dormire: prima il fantasma, poi la tua tosse, ora ci si mette anche Battista!
LORD- Battista?
LADY- Certo mio caro, tutte le sere, quando andiamo a letto, Battista si ubriaca in modo indecente e poi passa tutta la notte schiamazzando lungo i corridoi.
LORD- Che strano! Io non mi sono mai accorto di nulla.
LADY- E perch quando dormi, non ti svegliano neppure le cannonate, mio caro.
(pausa)
LORD- Oggi stesso andr dal dottore per questa mia tosse notturna. Immantinente parler con Battista per gli schiamazzi. Per il fantasma, mia cara, non so cosa potrei fare. (suona il campanello)
BATTISTA- (entra) I signori mi hanno chiamato?
LORD- S, Battista, volevo parlare qualche minuto con lei.
BATTISTA- Dica pure, Milord.
LORD- Ho saputo che in questi ultimi tempi lei si abbandona un po troppo agli eccessi dellalcool.
BATTISTA- Purtroppo vero, Milord.
LORD- Sono rattristato da questo suo deplorevole comportamento.
BATTISTA- Milord, vi chiedo scusa. Cercher in avvenire, per quello che nelle mie capacit, di trattenermi il pi possibile.
LORD- Bene, bravo Battista.
BATTISTA- Posso andare, Milord?
LORD- S. (un attimo) Battista!
BATTISTA- Dica, Milord.
LORD- Ancora una cosa: vorrei comunicarle che in fondo se lei si lascia condurre per mano da Bacco, non un problema che riguarda la mia persona e quella di Milady, dato che questo fatto non ostacola minimamente le sue mansioni, che lei svolge sempre in modo impeccabile.
BATTISTA- Grazie, Milord.
LORD- Il fatto che ci indispone che di notte, in preda ai fumi dellalcool, lei si diverta, cantando a squarciagola, a spingere lungo i corridoi il carrello portavivande, sul quale ha preso posto uno dei suoi compagni di bagordi.
BATTISTA- Sono confuso, Milord, non so come scusarmi; far in modo che il fatto non si ripeta ulteriormente.
(pausa)
LORD- C per una cosa che non capisco.
BATTISTA- Dica, Milord.
LORD- Non riesco a spiegarmi come mai io dalla mia camera non abbia mai sentito nulla.
BATTISTA- (si china verso Lord) Consiglierei a Milord di non approfondire largomento.
LORD- No, Battista, approfondiamo! Se lei ha una spiegazione del fatto, la prego di rendermene edotto.
BATTISTA- Se Milord insiste, posso senzaltro spiegarle perch lei dalla sua camera non si accorga mai di nulla.
LORD- Dica, Battista.
BATTISTA- Gli che, mentre io, cantando a squarciagola, spingo il carrello portavivande lungo i corridoi, il signore (si avvicina a Lord, per non farsi sentire dalla moglie) non nella sua camera.
LORD- (sorpreso) Ah no!? E dove sono dunque?
BATTISTA- Sul carrello portavivande, signore!
LORD- Va bene, va bene. Vada, Battista, vada!
BATTISTA- Grazie, Milord. (esce)
(pausa)
LADY- Caro, dici che torner?
LORD- Penso di s, purtroppo.
LADY- Oh no... mi sento svenire...
CARLOTTA- (entra e vede la madre) Mamma, non stai bene?
LADY- No... no... non niente mia cara; stavo pensando che : QUASI ORA DI CENA!
CARLOTTA- (terrorizzata) Oh, mio Dio! Torner, vero mamma?
LADY- S, mia cara, torner.
CARLOTTA- Oh, mamma... (non si sente bene)
LORD- Gli far ancora dire di ripassare.
CARLOTTA- Grazie, pap.
LADY- Vado a dare ordini per la cena. (esce)
CARLOTTA- (si siede, prende in mano il ricamo della madre e lo guarda) Pap.
LORD- (riprende il giornale) Dimmi cara.
CARLOTTA- Quando hai sposato la mamma, eri innamorato di lei?
LORD- Molto.
CARLOTTA- Devessere bello innamorarsi di una persona e poi poterla sposare.
LORD- (depone il giornale) Carlotta, dimmi: ti sei innamorata?
CARLOTTA- No, pap.
LORD- Mia cara ragazza devi guardarti un po in giro. Possibile che fra tutti i giovani che frequentano la nostra casa non ce ne sia uno che abbia attirato il tuo interesse?
CARLOTTA- Pap, devo essere sincera con te; a volte, sai, ho limpressione di essere diversa, diversa da tutte le altre ragazze.
LORD- Perch dici questo?
CARLOTTA- Perch tutto quello che mi piace o ingrassa o gi sposato!
(Battista entra e prepara la tavola)
LORD- Capisco, mia cara, capisco. Per se tu fossi gi sposata, non avremmo questo grosso problema che ci assilla.
CARLOTTA- Ma non si pu dire di no?
LORD- Mia cara, sai bene che a suo tempo ho dato la mia parola, e un Lord del mio pari non pu che mantenerla.
CARLOTTA- (ha un mancamento) Oh no... pap!
LORD- (la rincuora) Su, su, coraggio! Lo vedi che io cerco di rimandare il pi possibile, ma tu dovresti riuscire a trovare unanima gemella, o almeno unanima cugina! E per far questo, mia cara, bisogna amare, amare gli altri, amare se stessi, amare la vita. Solo se si ama, si trova chi ti ama. Se sei triste, noiosa, arida, la gente ti fuggir sempre come la peste.
(pausa)
CARLOTTA- Pap, sai una cosa? Se io mi innamorassi di un uomo e lui si innamorasse di me e poi ci sposassimo, non sarei completamente felice, perch unombra offuscherebbe la mia gioia: andarmene da questa casa, da te, da Giorgina e soprattutto dalla mamma, alla quale sai sono molto legata.
LORD- Lo so, lo so. Per per mamma un rimedio ci sarebbe: potresti portarla con te!
GIORGINA- (subito entra di corsa, trafelata) Pap! Pap!
LORD- Giorgina! Ricomponiti! Che maniere sono? Quando imparerai a comportarti come una signorina?
GIORGINA- Hai ragione, ma ho una notizia sensazionale.
LORD- Va bene. Sentiamo questa notizia sensazionale. Ma mi raccomando: controlla il tuo fisico e le tue reazione emotive.
GIORGINA- (si adegua e cerca di parlare con calma) Caro pap, questa mattina a scuola c mancato pochissimo che prendessi un bel dieci in matematica.
LORD- Un dieci in matematica? Tu? Possibile?
GIORGINA- S, c mancato proprio poco, perch lha preso la mia vicina di banco!
BATTISTA- Signori, la cena servita.
CARLOTTA- Ho paura!
LORD- Su, Carlotta, si uomo! (si avvede della gaffe) Va beh! (si siede a tavola con Giorgina e Carlotta. Rivolto a Battista) E Milady?
BATTISTA- Sta guardando se arriva la persona di cui tutti sappiamo.
LADY- (entra) Non si vede nessuno. Forse questa sera non verr. (si siede)
CARLOTTA- Speriamo
(Battista esce. Silenzio, solo rumore di piatti)
GIORGINA- Mamma, non voglio mangiare luovo!
LADY- Giorgina, mangia lovetto, che ti fa tanto bene.
GIORGINA- (un attimo e poi) Mamma! Ma non fresco!
LORD- Giorgina, quando c da mangiare luovo, trovi sempre delle scuse. Su, mangialo senza tante storie!
GIORGINA- (sconsolata) Va bene, pap.
(silenzio, solo rumore di piatti)
GIORGINA- Mamma, lho finito. Ma devo mangiare anche le zampine?
-CAMPANELLO
(tutti hanno una reazione di spavento: Lord inghiottisce di traverso e tossisce; Carlotta sviene; Lady batte la forchetta sul piatto come tremando)
GIORGINA- Mamma, ho paura!
BATTISTA- (entra; tremante e spaventato) Milord, il principe Adolfo tornato. Insiste per ottenere, come nei patti, la mano della contessina vostra figlia.
CARLOTTA- (terrorizzata) Noooo...!
LADY- Caro...
LORD- Battista dica a sua altezza che ripassi domani.
BATTISTA- Sar fatto, milord. (esce)
(riprendono a mangiare)
BATTISTA- (entra) Milord, sua Altezza il principe Adolfo insiste perch manteniate la promessa fatta a suo tempo e quindi PRETENDE di avere la mano della contessina vostra figlia.
CARLOTTA- (sviene)
LORD- (si alza, la soccorre e poi deciso) E va bene. Carlotta, su! (le d qualche buffetto sulle guance) Dai, Carlotta.
CARLOTTA- Pap...
LORD- Carlotta, vieni. (escono. Carlotta sorretta dal padre)
(silenzio. Dopo pochi istanti si ode un colpo sordo e un urlo straziante di donna. Battista si morde le mani e Giorgina corre dalla mamma che vacilla sulla sedia)
LORD- (rientra con un pacchetto di carta di giornale sporco di sangue) Battista!
BATTISTA- Dica, Milord.
LORD- Battista, dica a sua altezza il principe Adolfo, che ho onorato la promessa da me fattagli anni fa. Consegnategli pure (gli d il pacchetto) la mano di mia figlia, per il resto dica a sua altezza di ripassare domani.
F I N E
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A L B U I O
Ripresa scherzosa di Mario Pozzoli
PERSONAGGI
Statua
Lui
Lei
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( notte fonda. Un giovanotto attende vicino al monumento in un giardino pubblico)
STATUA- Che luce viene da quella parte?
LUI- Di l v loriente ed Elena il sole. Sorgi bel sole e uccidi linvidiosa luna, perch tu sei tanto pi luminoso di lei. Eccola che arriva e i suoi occhi paiono stelle.
(Lui guarda da una parte e Lei entra dallaltra, di corsa, ansante, perch probabilmente in ritardo. Si getta fra le sue braccia. Si baciano. Intanto:)
STATUA- (aulico) Elena il sole, ma qui c sempre buio.
LEI- (un lungo sospiro) Non scorgevo mai listante desser qui con te. Ma tu, dimmi, come sei venuto?
LUI- In auto, angelo di luce!
LEI- Ma... e il blocco delle auto! Come hai fatto? E se i vigili tavessero fermato?
LUI- Sono volato sopra le strade, ch nessun blocco stradale pu chiudere la via della mia passione. Tutto ci che amore osa lecito allamore.
LEI- Ma se ti avessero visto? Quale rischio, amore mio! Le multe sono salate!
LUI- V pi pericolo negli occhi tuoi che in tredici pattuglie loro. E la notte mi nascose con il suo manto. Oh, mia gioia, ma se tu non mi ami, lascia pure che mi multino, che mi arrestino, che mi uccidano. Morire cos meglio che vivere implorando il tuo amore.
LEI- Che dici? Se la notte non celasse il mio volto, tu lo vedresti in estasi, perch io sono vicina a te.
LUI- Anchio, accanto al tuo cuore, perdo il senso della vita che mi circonda. Se fossi cieco, non appena il tuo respiro mi raggiungesse, ti riconoscerei tra mille e mille.
LEI- Mio caro amore. Solo il calore della tua mano sui miei occhi mi basta per sapere che tu sei il mio amore.
(un bacio; intanto:)
STATUA- Che amore, che passione, che ardore!
LUI- Ti giuro... sulla benedetta luna che inargenta la cima di questa statua...
LEI- Oh no, non giurare sulla luna, sullincostante luna, che ogni mese si muta, a meno che il tuo amore sia altrettanto mutevole e tu voglia abbandonarmi per unaltra.
LUI- Mai avverr ci che le tue labbra hanno pronunciato! Ma allora, su cosa devo giurare? Come devo giurarti tutto il mio amore?
LEI- Non giurare affatto. Oh Paolo, Paolo, ma perch sei tu Paolo? Rinnega il tuo nome. Che cos un nome? Non la mano, non il braccio, non il volto n qualsiasi altra parte dun corpo umano. Prendi un altro nome! Cosa v in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome. E cos Paolo; anche se non si chiamasse Paolo, resterebbe perfetto. Paolo, lascia andare il tuo nome; e pel tuo nome, che non parte di te, prendi tutta me stessa.
LUI- E allora chiamami amore e sar ribattezzato. Da questo istante non sar pi Paolo. (pausa) Per, scusa, Elena, guarda che io non sono Paolo. Io sono Giovanni.
LEI- Oh Giovanni, Giovanni, ma perch sei tu... Giovanni?! Non sei Paolo?! (si discosta leggermente)
LUI- No.
LEI- Giovanni?! E chi Giovanni?
LUI- Io! Io, sono Giovanni.
LEI- Tu sei Giovanni e non sei Paolo...
LUI- No, Elena, mio amore, mia vita.
LEI- Che errore! Le tenebre mi indussero in errore: non sei Paolo, ma sei Giovanni... Giovanni... Giovanni! A proposito, io non sono Elena, io sono Maria!
STATUA- E bene non fidarsi del buio. Soprattutto negli incontri amorosi. Accertarsi dellesatta identit del proprio partner per evitare pericolose gaffe.
F I N E
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D O M A N D A D I M A T R I M O N I O
Scherzo brillante di Anton Cechov
Traduzione, riduzione ed elaborazione di Mario Pozzoli
PERSONAGGI
Stepan Stepnovic Cbukov
Ivan Vaslevic Lmov
Natlja Stepnovna
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scena 1
(Cbukov parla con uno o pi spettatori, quando entra Lmov in gran tenuta da cerimonia)
CUBUKOV- Ehu! Ma guarda chi si vede! Ivan Vaslevic! Il mio vicino. Le sue terre confinano con le mie. Buona famiglia, eh! Ottimo giovane. (gli si fa incontro)
Ivan Vaslevic, carissimo! Che bella sorpresa! Che piacere, eccetera, eccetera. (lo abbraccia e lo bacia tre volte) Come sta, mio caro?
LOMOV- Molto bene. E lei, piuttosto, come sta, Stepan Stepnovic?
CUBUKOV- Tiriamo avanti, angelo mio, grazie al cielo. Ma si accomodi, per cortesia. (lo guarda bene) Carissimo, perch tutte queste formalit? Labito scuro, i guanti, eccetera, eccetera? Va forse a far visita a qualcuno, amico mio?
LOMOV- No, sono venuto soltanto da lei, egregio Stepan Stepnovic.
CUBUKOV- Ma allora perch vestito cos, anima mia? Mica siamo agli auguri di capodanno!
LOMOV- Adesso le spiego. Sono qui a disturbarla, egregio Stepan Stepnovic, perch avrei un favore da chiederle... Potrei bere un po dacqua? Sono nervoso. (intanto che Lmov si versa dellacqua e beve:)
CUBUKOV- Prego, prego. E l sul tavolo. E bella fresca. Labbiamo appena presa dal pozzo. (a parte) E venuto a chiedere dei soldi. Ma niente da fare!
(a lui) Di che si tratta, bello mio?
LOMOV- Dunque, Stepan Egrgiovic, pardon, egregio Stepan Stepnovic... Mi scusi, sono terribilmente nervoso...
CUBUKOV- Lo vedo! Dica, dica! Coraggio!
LOMOV- S, subito! Il fatto che sono venuto a chiedere la mano di sua figlia, Natlja Stepnovna.
CUBUKOV- (con gioia) Ivan Vaslevic! Tesoro caro! (un attimo) Ripeta ancora una volta, non ho sentito bene!
LOMOV- Ho lonore di chiedere...
CUBUKOV- Carissimo! Come sono contento, eccetera, eccetera. Gi, proprio cos. (lo abbraccia e lo bacia) Non desidero altro. (qualche lacrima) A lei, angelo mio, ho sempre voluto bene come a un figlio... Ma io sto qui come un citrullo. Vado a chiamare Natascia. Che Dio vi benedica, eccetera, eccetera. (va)
LOMOV- Dice che posso contare sul consenso di sua figlia?
CUBUKOV- Ma via! Un belluomo come lei! Natascia non dovrebbe acconsentire? Sar innamorata come una gatta. Torno subito. (esce)
scena 2
LOMOV- (passeggia su e gi, molto agitato) Tremo tutto come prima di un esame. Natlja Stepnovna bravissima ad amministrare la casa; non brutta e ha una cultura... Cosa posso desiderare di pi? Daltra parte ora che anchio mi sposi. Ho gi trentacinque anni. E in secondo luogo ho bisogno di una vita ordinata e regolare. (si siede) La cosa principale questa: bisogna decidersi. Se ci si riflette troppo, se si fanno troppe chiacchiere, se si sta ad aspettare lideale o il vero amore, non si prende mai moglie.
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scena 3
NATALJA- (entrando, sorpresa) Oh bella! E lei! Pap mi aveva detto che era venuto uno per fare un contratto. Buongiorno, Ivan Vaslevic!
LOMOV- (che si era alzato) Buongiorno, egregia Natlja Stepnovna!
NATALJA- Come mai non si fatto vivo per tanto tempo? Si accomodi. Oggi una giornata splendida. Ieri invece piovuto tanto che i braccianti sono stati tutto il giorno senza fare niente. Da lei quanti mucchi di fieno hanno gi fatto? (lo osserva bene) Ma come?! Lei in abito da cerimonia! Lo sa che proprio bello? Va a una festa da ballo?
LOMOV- (nervoso) Vede, egregia Natlja Stepnovna... Il fatto che mi sono deciso a chiederle di ascoltarmi. Naturalmente lei si meraviglier o forse si arrabbier, ma io... (titubante)
NATALJA- Di che si tratta? (Lmov non si decide) Dica?
LOMOV- S, certo. Lei sa, egregia Natlja Stepnovna, che tra le nostre famiglie ci sono sempre stati rapporti di amicizia. Inoltre le mie terre confinano con le vostre. Ad esempio, come certamente ricorder, il mio Prato del Bove confina col vostro bosco di betulle e quindi, da buoni vicini...
NATALJA- Scusi se la interrompo. Lei ha detto: il MIO Prato del Bove. Ma... sicuro che suo?
LOMOV- Certo che mio! Di chi devessere?
NATALJA- Questa poi! Il Prato del Bove nostro, non suo!
LOMOV- Nossignore, egregia Natlja Stepnovna, mio.
NATALJA- Ma senti che novit! Come fa ad essere suo?
LOMOV- Guardi che io sto parlando del Prato del Bove che entra a cuneo tra il vostro bosco di betulle e la Palude bruciata.
NATALJA- S, s, proprio quello. E nostro, lo sanno tutti!
LOMOV- No, si sbaglia, mio.
NATALJA- Siamo seri, Ivan Vaslevic! Da quando diventato suo?
LOMOV- Come da quando? Fin da quando mi ricordo. E sempre stato della mia famiglia.
NATALJA- Questa proprio grossa!
LOMOV- I documenti parlano chiaro, egregia Natlja Stepnovna. E vero. Un tempo il Prato del Bove stato in contestazione, ma adesso tutti sanno che mio. Infatti da quando c stata la legge di riforma...
NATALJA- Mio nonno e il mio bisnonno consideravano le terre fino alla Palude bruciata loro propriet, quindi il Prato del Bove era nostro. Non capisco cosa ci sia da discutere. E persino seccante!
LOMOV- Le mostrer i documenti, Natlja Stepnovna!
NATALJA- Lei non mi mostrer un bel niente! Mi dica: sta scherzando o vuole prendermi in giro? Possediamo questa terra da trecento anni e un bel giorno ci vengono a dire che non nostra! Non che mi importi di quel Prato, Sono cinque ettari in tutto, e non valgono niente, ma quello che mi indigna lingiustizia. E lingiustizia non la sopporto!
LOMOV- Mi ascolti, la scongiuro! I contadini del nonno di suo pap...
NATALJA- Nonno, nonna... Il Prato nostro, punto e basta!
LOMOV- Le garantisco che mio.!
NATALJA- E nostro! Pu parlare per due giorni di seguito, pu mettersi tutti i vestiti della festa che vuole, ma il Prato nostro, nostro, nostro!... Quel che suo non lo voglio, ma che quel che mio me lo voglio tenere... Sia ben chiaro!
LOMOV- Egregia Natlja Stepnovna, il Prato non mi interessa affatto, ma una questione di principio. Potrei benissimo regalarglielo e cos chiuderemmo questa discussione.
NATALJA- Me lo regala! Come fa a regalare una cosa che non sua? Sono io che posso regalarlo a lei, perch il Prato mio! Ivan Vaslevic! Labbiamo sempre creduta un buon vicino, un amico. Le abbiamo persino imprestato la nostra trebbiatrice e lei adesso ci tratta da zingari. Mi regala la mia terra! Le un... un... rapinatore! Un ladro!
LOMOV- Cosa!? Signorina, io non mi sono mai appropriato delle terre di nessuno, io! Il Prato del Bove mio!
NATALJA- E nostro, nostro! E glielo dimostrer: mander oggi stesso i miei uomini a falciarlo.
LOMOV- Cosa! E io li caccer a pedate!
NATALJA- Come osa! E non gridi, per favore!
LOMOV- Il Prato del Bove mio!
NATALJA- Alzi la voce a casa sua!
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scena 4
CUBUKOV- (entrando) Cosa c? Perch gridate?
NATALJA- Pap, spiega per favore a questo signore a chi appartiene il Prato del Bove.
CUBUKOV- Il Prato del Bove...? E beh, il Prato del Bove nostro, si sa! Da che mondo mondo...
LOMOV- Ma assolutamente no, Stepan Stepnovic, come fa ad essere vostro? Cerchi di ragionare, almeno!
CUBUKOV- Permetta, carissimo, lei dimentica che i contadini di mia nonna, eccetera, eccetera, quindi: nostro.
LOMOV- (urla) Io le dimostrer che mio!
CUBUKOV- Perch gridate tanto, anima mia? Gridando non dimostra niente.
LOMOV- Dice che la terra sua e poi non vuole che io perda la calma. Non ci si comporta cos tra buoni vicini. Ma lei non un vicino, lei un usurpatore!
CUBUKOV- Cosa ha detto!?
NATALJA- Pap, manda subito a falciare il Prato! Il prato del Bove nostro e su questo non cedo, non cedo!
CUBUKOV- Usurpatore a me?
LOMOV- La vedremo! Vi dimostrer in tribunale che mio!
NATALJA- In tribunale! Ecco, lei non aspetta altro che loccasione per far cause. Attaccabrighe che non altro!
CUBUKOV- E vero. Tutta la sua famiglia ha nel sangue il litigio...
NATALJA- Tutti, tutti, tutti!
LOMOV- Prego non offendere la mia famiglia. Noi siamo sempre stati gente onesta! Non come suo zio che finito in tribunale per peculato.
CUBUKOV- E tutti i Lomov erano pazzi!
NATALJA- Tutti, tutti, tutti!
LOMOV- Suo nonno beveva come una spugna!
CUBUKOV- Non vero!
NATALJA- E sua zia minore scappata con un architetto.
LOMOV- E sua nonna era sciancata!
CUBUKOV- Che maleducato!
LOMOV- (si porta una mano al cuore) Oddio! Provo una fitta!... Oddio!... Dellacqua!
NATALJA- E suo padre giocava a carte e correva dietro a tutte le contadine!
CUBUKOV- Me lo ricordo benissimo!
LOMOV- Non sento pi la gamba sinistra...
NATALJA- E sua madre era una pettegola come poche!
CUBUKOV- Parole sante, ragazza mia, parole sante!
LOMOV- Oh, il cuore! Mi balla la vista... Da che parte devo andare? (va barcollando)
CUBUKOV- Che bassezza! Che squallore!
LOMOV- Non vedo pi niente Dov la porta? (esce)
NATALJA- Lei un essere velenoso, perfido, ipocrita! E non metta pi piede in casa mia!
scena 5
CUBUKOV- Al diavolo! (cammina agitato)
NATALJA- Che mascalzone!
CUBUKOV- E questa canaglia, dunque, ha il coraggio di venire a fare una domanda, eccetera, eccetera! Bella questa! Una domanda!
NATALJA- Una domanda? Quale domanda?
CUBUKOV- Quel buffone era venuto per farti la domanda di matrimonio. (si siede)
NATALJA- La domanda di matrimonio? A me? E perch non lhai detto prima?!
CUBUKOV- Ma non lhai capito? Per questo era vestito alla festa, il citrullo!
NATALJA- A me? La domanda di matrimonio? Ah! (cade su una poltrona e geme) Fatelo tornare! Ah! Fatelo tornare!
CUBUKOV- Far tornare chi?
NATALJA- Presto! Presto! Sto male... Fatelo tornare!
CUBUKOV- (si alza) Che vuol dire Fatelo tornare? Ma se gli hai appena detto di non mettere mai pi piede, eccetera, eccetera!
NATALJA- Muoio!
CUBUKOV- Accidenti, smettila!
NATALJA- Fatelo tornare! Ivan Vasilevic! Sto male!
CUBUKOV- S, va bene, va bene! (esce)
NATALJA- Che abbiamo fatto! Vuol farmi la domanda e noi... Oddio, che abbiamo fatto!?
CUBUKOV- (rientra) Ritorna, eccolo. Ma ci parli tu. Sia chiaro! (va) Oh Signore! Che croce una figlia da marito! Mi ammazzo! Parola donore, mi ammazzo! (esce)
scena 6
LOMOV- (entra) Che terribile palpitazione... la gamba di piombo...
NATALJA- Scusi, Ivan Vaslevic, abbiamo un poco ecceduto.
LOMOV- Mi batte il cuore...
NATALJA- Adesso ricordo: il Prato del Bove suo!
LOMOV- Il Prato mio? Mi manca il respiro!
NATALJA- Ma si accomodi. (si siedono) Si accomodi. (a parte) Cosa gli dico, adesso? Non so come incominciare. Coraggio! (a lui) Quando pensa di andare a caccia?
LOMOV- Spero presto. Appena il mio cane Azzecca, che lei sicuramente conosce, avr smesso di zoppicare.
NATALJA- Che peccato! Come mai?
LOMOV- Deve aver preso una slogatura. (sospira) Pensare che il miglior cane che ci sia in giro. Con quello che mi costato: cento rubli!
NATALJA- Ma pensa! Pap per il nostro Acchiappa ha dato solo cinquanta rubli, e s che Acchiappa molto meglio del suo Azzecca!
LOMOV- Acchiappa meglio di Azzecca? (ride) Ma cosa dice?
NATALJA- Che meglio. E giovane, ma per proporzioni e scioltezza non lo batte nessuno.
LOMOV- Scusi tanto, egregia Natlja Stepnovna, ma lei dimentica che corto di mandibola e quindi avr sempre poca presa.
NATALJA- Corto di mandibola? E la prima volta che la sento! Innanzitutto, il nostro Acchiappa di buona razza, mentre il suo non si capisce di che razza sia. E poi vecchio, e brutto come il peccato.
LOMOV- E vero, non giovane, ma non lo cambierei certo con il suo, che non vale nemmeno due rubli.
NATALJA- A lei, Ivan Vaslevic, piace fare il bastian contrario. Prima racconta che il Prato del Bove suo, ora dice che il suo Azzecca e migliore del mio Acchiappa!
LOMOV- E vero!
NATALJA- Non vero!
LOMOV- E invece s!
NATALJA- Come pu affermare una balordaggine del genere!?
LOMOV- Perch grida, signorina?
NATALJA- Perch lei dice sciocchezze! Come fa a tirar fuori in cos poco tempo tante idiozie?
LOMOV- Signorina, la prego, stia zitta! Il mio cuore scoppia!
NATALJA- Non star zitta finch lei non riconoscer che Acchiappa cento volte meglio del suo Azzecca!
LOMOV- Cento volte peggio!
NATALJA- Meglio!
LOMOV- Peggio!
(ad libitum)
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scena 7
CUBUKOV- (entra) Ehu, ma insomma! Non se ne pu pi! Che urla! Cosa c ancora?
NATALJA- Pap! Di sinceramente, in tutta coscienza, quale cane il migliore: il nostro Acchiappa o il suo Azzecca?
LOMOV- Egregio Stepan Stepnovic, io sono...
CUBUKOV- Non si agiti, carissimo, che poi le vengono le palpitazioni, eccetera eccetera. Si sieda tranquillo, cos. (pensa un attimo) Il suo Azzecca, dunque, ha le sue buone qualit, eccetera, eccetera. Ma questo cane, se lo vuole sapere, ha due difetti terribili: vecchio e di muso corto.
LOMOV- La gamba non me la sento pi...
CUBUKOV- Ehu, ma insomma! Non appena, dunque, si accorge che un cane di un altro migliore del suo Azzecca, subito comincia a star male, eccetera, eccetera?
LOMOV- Ho una palpitazione al cuore...
NATALJA- Ho una palpitazione al cuore...! Ma che razza di cacciatore mai? Dovrebbe starsene a letto, al caldo... Ho una palpitazione al cuore...
CUBUKOV- E vero! Stia a casa invece di ballonzolare qua e l su una sella!
LOMOV- Lei va a caccia solo per entrare nelle grazie del conte e combinare intrighi...
CUBUKOV- Cosa dice?
LOMOV- Il mio cuore!... Lei un intrigante!
CUBUKOV- Cosa? Io un intrigante?
LOMOV- Intrigante!
CUBUKOV- Moccioso! Sbarbatello!
LOMOV- Vecchio bacucco!
CUBUKOV- (prende un oggetto per darglielo in testa)
NATALJA- Sta zitto, se no prendo il fucile e ti impallino come una pernice! Balordo!
CUBUKOV- Brava!
LOMOV- O mio Dio! Lo sanno tutti che sua madre buonanima picchiava suo padre!
CUBUKOV- Mia moglie mi picchiava!?
NATALJA- E tu ti lasci mettere sotto i piedi della tua governante!
CUBUKOV- S, s, s, sotto i piedi! (va a bere)
LOMOV- Ecco... mi scoppiato il cuore! Non mi sento pi la spalla! Dov la mia spalla? Un dottore! (cade su una poltrona e sviene)
CUBUKOV- Moccioso! Bamboccio! Un dottore! Un dottore!
NATALJA- Ma come fa lei a tenersi in sella...? (lo guarda) Pap! Cosha? Pap! Guarda, pap! (strilla) Ivan Vaslevic! E morto! (lo scuote per una manica) Ivan Vaslevic! Cosa abbiamo fatto! E morto! (cade su una sedia, sviene) Pap!
CUBUKOV- Natascia, coshai?
NATALJA- (gemendo) E morto!
CUBUKOV- Chi morto? (guarda Lmov) Santo cielo, morto davvero!
Dellacqua! Beva!... Non beve... Allora proprio morto, eccetera, eccetera. (depone il bicchiere) Come sono disgraziato! Proprio adesso che ero riuscito a piazzare mia figlia! Perch non mi sono ancora tirato un colpo di pistola? Datemi un coltello! (Lmov si muove) Ritorna in vita, sembra... Beva un po dacqua... cos...
LOMOV- Dove sono? E tutto nebbia...
CUBUKOV- Non ne posso pi! Sposatevi al pi presto e andate al diavolo! Mia figlia daccordo. (congiunge le loro mani) Io vi benedico, eccetera, eccetera. Ma lasciatemi in pace!
(i due si alzano insieme)
LOMOV- Cosa?... Chi?
CUBUKOV- Lei daccordo. Baciatevi e... facciamola finita!
NATALJA- E vivo... S, s, sono daccordo!
CUBUKOV- Baciatevi!
LOMOV- Chi? Dove? (la bacia) Molto lieto... Scusi, di che si tratta... Ah s, sono felice, Natlja Stepnovna...
NATALJA- Anchio sono felice...
CUBUKOV- Che peso mi son tolto di dosso! Che disperazione una figlia da marito!
NATALJA- Ivan Vaslevic, penso che saremo felici. Che ne dice?
LOMOV- Credo di si?
NATALJA- Ivan Vaslevic... senta, sia sincero per, lo ammetta almeno adesso: Azzecca peggio di Acchiappa, vero?
LOMOV- E meglio!
NATALJA- E peggio!
CUBUKOV- Ecco, comincia la felicit domestica !
LOMOV- E meglio!
NATALJA- Peggio! Peggio! Peggio!
CUBUKOV- Champagne! Champagne per tutti. (li spinge fuori) Che pazienza! Per la pazienza che porto dovrebbero farmi un monumento, un monumento dovrebbero farmi, eccetera, eccetera! (esce)
F I N E
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VITA A DUE
Gioco brillante di Mario Pozzoli
PERSONAGGI
Voce
Lui
Lei
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VOCE- Lui e Lei sono innamorati.
(Lui e Lei sono seduti sul divano. Lui ladora. Lei capricciosa)
LEI- Mi ami?
LUI- Ti adoro...
LEI- Ma quanto mi ami?
LUI- Tanto, tanto... tanto.
LEI- Uff, che banale!
LUI- Ma amore, non sono un poeta. Per ti voglio bene come un pazzo: ogni giorno di pi.
LEI- Quindi oggi mi vuoi pi bene di ieri?
LUI- Ma certo.
LEI- Ecco, lo sapevo: allora ieri non me ne volevi!
LUI- Ma no, figurati! Te ne volevo tanto, come oggi.
LEI- Se oggi mi vuoi bene soltanto come ieri, vuol dire che il tuo amore non cresce; allora meglio lasciarci. Addio!
LUI- No, ti prego, non te ne andare! Ti volevo bene ieri, te ne voglio oggi e domani te ne vorr sempre di pi.
LEI- Ecco, oggi mi vuoi meno bene di domani. ( imbronciata)
LUI- Ma tesoro, ti voglio sempre tantissimo bene. (laccarezza) Dai ciccina, non fare quel musetto imbronciato, anche se cos sei tanto carina...
LEI- E gi, sono carina solo quando ho il musetto imbronciato.
LUI- No, sei sempre carina.
LEI- Pi carina di tutte le ragazze che conosci?
LUI- S.
LEI- Anche di quelle che non conosci?
LUI- Ma certo.
LEI- Ecco, vedi che sei un bugiardo. Allora tu conosci anche quelle, se dici che sono pi carina di loro.
LUI- S. Noo! Insomma mi fai confondere. Io conosco te sola, credimi.
LEI- Non lo so se ti posso credere
LUI- E invece devi, perch tu... (sei lunica donna)
LEI- (lo interrompe) Ti piace il mio vestito?
LUI- Molto.
LEI- Ti piace di pi di quello che avevo ieri?
LUI- S, questo decisamente pi bello.
LEI- Ah, dunque ieri ero vestita male!?
LUI- Ma cosa dici! Forse... forse hai ragione tu: quello di ieri era pi bello.
LEI- Lo so, ci avrei scommesso che oggi sono orribile.
LUI- Ma cosa ti metti in testa?
LEI- Tu me lhai appena detto, crudele!
LUI- Non volevo... Ciccina, sono tutte e due belli: quello di ieri e quello di oggi.
LEI- E sono pi belli di quello dellaltro ieri?
LUI- (disfatto) Tesoruccio mio, io sar sincero, ma quello dellaltro ieri non me lo ricordo proprio!
LEI- Non te lo ricordi!? Io faccio di tutto per essere carina, seducente, elegante e tu non ti ricordi neppure come ero vestita! Sei... sei...
LUI- Ma s, che stupido che sono! Come ho fatto a dimenticarmi del vestito che indossavi laltro ieri? Era magnifico!
LEI- (si alza in piedi) Bugiardo!
LUI- (balza in piedi) Cosa?
LEI- Laltro ieri non ci siamo visti!
LUI- Noo?
LEI- No! E tu ti confondi col vestito di unaltra!
LUI- Ma no! Cosa dici? Io... ti giuro che...
LEI- Non giurare falso traditore!
LUI- Non dirmi cos! Va bene, laltro ieri non ci siamo visti, ma io non ho visto nessunaltra ragazza.
LEI- E invece s, mio caro, laltro ieri ci siamo visti. Ho detto il contrario per vedere se almeno ti ricordi dei nostri incontri. Ma tu, neppure quello!
Tu te ne freghi di me, mi trascuri, non mi pensi, non mi ami (piange) ... mascalzone... non ti voglio pi vedere! (corre via piangendo)
LUI- (si lascia andare sul divano, disfatto. Poi si alza e le corre dietro) Ciccina! Ciccina, ascolta!
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VOCE- Ora Lui e Lei sono quasi fidanzati.
LEI- ( seduta sul divano)
LUI- (entra) Amore!
LEI- Tesoro!
LUI- (si inginocchia ai suoi piedi) Vuoi diventare la regina della mia vita?
LEI- (estasiata) Ohhh! Ma certo!
LUI- (le porge un pacchetto) Tieni, tesoro. Ho preso questo piccolo pegno damore.
LEI- (lo prende, lo apre, un anello, se lo infila al dito, lo rimira non troppo convinta)
LUI- Sei contenta, cara?
(Lei annuisce, come sopra)
Amore, un diamante, PURISSIMO!
LEI- Eh, per forza, (schiaccia un occhio per vederlo meglio) cos piccolo che non c assolutamente posto per un difetto!
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VOCE- Sposini novelli.
LEI- ( seduta sul divano, si sistema le unghie)
LUI- ( seduto sul divano e legge il giornale. Dopo poco lo chiude) Quando leggi il giornale sempre una pena: parla solo di omicidi, disgrazie, morti, feriti...
LEI- (distratta) E vero.
LUI- (pensa, guarda verso lalto) Tesoro, dimmi, se io improvvisamente morissi, mi piangeresti?
LEI- ( intenta a sistemarsi le unghie) Ma certo, caro, lo sai che piango per niente!
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VOCE- Sposati da tanto... troppo tempo!
- RUMORE DI TRENO
LUI- (aspetta larrivo del treno; guarda lorologio)
LEI- (entra, felice, labbraccia) Ciao caro!
LUI- (poco entusiasta) Ciao.
LEI- Ma caro, non sei contento di rivedermi? Guarda quel signore con quanto slancio abbraccia la moglie!
LUI- Ci credo: quella sta partendo!
F I N E
U N R E G I S T A P A R T I C O L A R E
Bizzarria comica di Mario Pozzoli
PERSONAGGI
Madre
Padre
Roberto
Dottore
Becchino
Regista
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(Le battute della commedia nella commedia sono in grassetto. Quando nel testo compare il simbolo xxx sostituirlo con il vero nome dellinterprete)
Lenti - Svogliati - Non sanno la parte
MADRE- (stira ogni tanto guarda fisso nel vuoto, il tono di voce piatto) Sono preoccupata.
(silenzio)
MADRE- Sono preoccupata. (silenzio) xxx! Sono preoccupata.
PADRE- (stava leggendo il giornale; lo abbassa) Tocca gi a me?
MADRE- S.
PADRE- (estrae un foglio e legge la parte) Dunque... Di cosa?
MADRE- (abulica) Come di cosa? Nostro figlio uscito ieri sera a mezzanotte per andare in discoteca, ti ricordi...?
PADRE- (legge il giornale) Vedrai che sar qui a momenti.
MADRE- Aspetta! Nostro figlio uscito ieri sera a mezzanotte per andare in discoteca, ti ricordi...?
PADRE- (idem) Vedrai che sar qui a momenti.
MADRE- xxx! Devi aspettare!
PADRE- Ancora?
MADRE- Fammi finire. ...per andare in discoteca, ti ricordi o no? Sono le 9, no, le 9 e mezza, o le 10? Va beh, cosa cambia? Facciamo le 10 e non ancora tornato.
(un attimo. Madre indica al Padre che tocca a lui)
PADRE- Vedrai che sar qui a momenti. (come un attore alle prime armi, guarda verso le quinte per vedere se Roberto entra, anticipando quindi il succedersi degli eventi)
ROBERTO- (entra in ritardo, lento e svogliato) Mamma, sto male.
MADRE- (continua a stirare) Roberto, bambino mio.
PADRE- (riprende a leggere) Avrai bevuto troppo.
ROBERTO- Muoio. (sbadiglia; poi si guarda intorno) Si ma dov che muoio?
PADRE- Dai, prendiamo quella panchetta. (eseguono)
ROBERTO- Muoio. (si stende, si fa male alla testa) Ahio!
PADRE- To, prendi un cuscino.
ROBERTO- Grazie. (si finge morto, ma non sta fermo)
PADRE- (legge sempre. Alla Madre) Telefona al becchino.
MADRE- Ma, xxx!
PADRE- Cosa c?
MADRE- Devo gi telefonare al becchino?
PADRE- Nooo! Scusa, hai ragione! Telefona al dottore.
MADRE- (va al telefono e, senza fare alcun numero, parla sfogliando una rivista) Pronto, dottore? Presto venga che mio figlio sta male.
DOTTORE- (entra col copione prima che la Madre abbia finito di parlare) Eccomi. Cosa succede?
ROBERTO- (al Dottore) Dovevi entrare prima!
DOTTORE- (sveglione) Ho aspettato troppo?
ROBERTO- Troppo presto, oca!
DOTTORE- Rifaccio?
ROBERTO- Ci manca! Vai avanti che ho un appuntamento!
DOTTORE- S, allora: (allarga le braccia come fanno i bambini quando recitano) Eccomi, cosa succede?
MADRE- Dottore, mio figlio! (riprende a stirare)
DOTTORE- Vediamo (si china su Roberto. Si gratta la testa)
ROBERTO- (al Dottore) xxx, telefona di spostarmi lappuntamento alle quattro.
DOTTORE- (controlla sul copione) Ma... dovevi dire questa battuta?
ROBERTO- Certo che no! Ma se non ti sbrighi il mio appuntamento va a farsi benedire, cribbio!
DOTTORE- Mi sbrigato, mi sbrigato subito! Signora suo figlio morto.
MADRE- (stira, incolore) Oh destino crudele! Lunico figlio che avevamo!
PADRE- (alla Madre, intanto va al telefono) Scommetto che dovevo essere gi al telefono? Pronto, impresa pompe funebri? Venite che mio figlio morto (poi fa per uscire, ma fermato sulla soglia dalle parole di Roberto)
ROBERTO- xxx, dove stai andando? A farne unaltro?
PADRE- Di cosa?
ROBERTO- Di figlio?
DOTTORE- Era nel copione?
ROBERTO- Oh mio Dio! Ma certo che non era nel copione! (al Padre) Non devi uscire!
PADRE- No, eh?
ROBERTO- No!
BECCHINO- (tenta di entrare, ma impedito dalla presenza del Padre sulla soglia, che poi spinge via. Ha un metro in mano) Se magari ti sposti, posso fare unentrata decente! Dov il caro estinto? (guarda in posti diversi)
DOTTORE- Guarda che l.
BECCHINO- Ma non si era detto che doveva...? Va beh. (lo misura) Far una bara bellissima e...
REGISTA- (interviene dal pubblico. A Roberto) xxx, che ne dici se, invece di morire cos, ti sparassi un bel colpo di rivoltella?
ROBERTO- Perch?
REGISTA- Capperi, ma per svegliare il pubblico! (alterato) E una cosa vergognosa. E tre mesi che avete in mano il copione e non sapete ancora la parte. (al dottore) Quello gesticola come un bambino. Non c un attacco o unentrata giusta. Capperi, datevi una svegliata!
BECCHINO- Rifacciamo, capo?
REGISTA- Direi! E concentratevi: vi voglio veloci, scattanti e pieni di vita! (va) E tu, capperi, quante volte ti ho detto di non chiamarmi capo?
BECCHINO- OK, capo.
(riprendono tutti le loro posizioni di partenza)
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Ad un ritmo indiavolato - Molto seri
MADRE- (stira velocissimamente) Sono preoccupata
PADRE- (abbassa il giornale) Di cosa?
MADRE- Come di cosa? Nostro figlio uscito ieri sera a mezzanotte per andare in discoteca, ti ricordi o no? Sono le 9 e non ancora tornato.
PADRE- Vedrai che sar qui a momenti.
ROBERTO- (subito entra) Mamma sto male.
MADRE- Roberto, bambino mio! (va al telefono)
PADRE- Avrai bevuto troppo.
ROBERTO- Muoio, ah. (velocemente si stende)
PADRE- Telefona al dottore.
MADRE- Pronto dottore. Presto venga che mio figlio sta male.
DOTTORE- (entra) Eccomi. Cosa succede?
MADRE- Dottore, mio figlio!
DOTTORE- (guarda il Padre)
PADRE- Non sono io, lui! (va al telefono)
DOTTORE- Ah, bene. Vediamo. Signora, suo figlio morto.
MADRE- Oh destino crudele! Lunico figlio che avevamo!
PADRE- Pronto, impresa di pompe funebri? Venite che mio figlio morto.
BECCHINO- (entra col metro ancor prima che il Padre abbia parlato, sovrapponendosi) Dov il caro estinto? (velocemente misura) Far una bellissima bara e...
REGISTA- ...e vorr dire che invece di darla in teatro, questa commedia, la daremo in uno stadio olimpico.
DOTTORE- (sveglione) Davvero? Avremo cos tanti spettatori?
REGISTA- S, specialmente se rifate una corsa ad ostacoli come questa.
DOTTORE- (sveglione) Allora dovr allenarmi!
ROBERTO- (rivolto al Dottore) xxx! Lascia perdere!
REGISTA- Capisco che (di Roberto) xxx ha un appuntamento, ma cos non si capiscono neanche le battute. Troppo veloci!
BECCHINO- Per prima ci avevi detto che eravamo troppo lenti.
REGISTA- E adesso avete esagerato nellaltro senso! Dai, tutto da capo; con dei tempi normali, se possibile. E poi: troppo seri!
BECCHINO- Ma in questa tragedia non c niente da ridere.
REGISTA- Lo so, ma la gente quando viene a teatro, ogni tanto vuole sorridere, altrimenti non si diverte. Date retta a me: siate pi brillanti, pi pimpanti, pi sorridenti, insomma!
(riprendono tutti le loro posizioni di partenza)
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Ridono tutti a pi non posso
MADRE- (stira, si ferma e scoppia a ridere)
PADRE- (abbassa il giornale, ride) Cosa c?
MADRE- Sono preoccupata.
PADRE- E chi se ne frega?
MADRE- Ma lo sai che tuo figlio uscito ieri sera a mezzanotte...
PADRE- A mezzanotte, il cretinetti!
MADRE- ...e non ancora tornato.
PADRE- (mano davanti alla bocca. Vuole parlare, ma non riesce, perch gli viene da ridere)
MADRE- Cosa c?
PADRE- ...magari ha avuto un incidente!
MADRE- Buona questa! Un incidente! E probabilmente si sfracellato contro un albero!
ROBERTO- (entra, piegato in due dalle risa) Mamma... Mamma, (di colpo serio) ti sembro in buona salute?
MADRE- Direi di s.
ROBERTO- E invece sto malissimo!
(ridono tutti)
ROBERTO- Muoio dal ridere, ah! (si stende)
PADRE- Bravo Roberto! Uno in meno da mantenere!
MADRE- (al telefono) Pronto, dottore? Adesso la faccio ridere: mio figlio sta male! (al Padre) Ha detto che... non gliene frega niente!
DOTTORE- (entra) Eccomi, Cosa succede?
MADRE- Dottore, mio figlio!
DOTTORE- Signora, la sa lultima?
MADRE- No.
DOTTORE- Suo figlio morto.
PADRE- Non mi sono mai divertito tanto! Dov il becchino?
MADRE- Il becchino! Per mio figlio!...
BECCHINO- (entra) Dov il caro estinto? E questo sgorbio qui?
PADRE- E proprio lui.
BECCHINO- Far una bellissima bara e...
REGISTA- E io mi far una buonissima insalata con i pomodori che vi tirer il pubblico.
DOTTORE- (sveglione) Si mangia!?
REGISTA- Fate semplicemente schifo! Pi proviamo e peggio . Capperi, avete ridotta la mia tragedia in una farsa! Ma possibile che non sappiate recitare con quel giusto equilibrio restando vagamente nel tragico-leggero e nel brioso-compassato? (ora lezioso) E poi, ragazzi, ci vuole... patos!
ROBERTO- Patos come?
REGISTA- (idem) Come faccio a spiegarvelo. Bisogna lasciarsi prendere dalla passione, dal tormento delle parole; recitare con frenesia, ardore e il massimo trasporto.
Da capo, ma vi scongiuro, perdindirindina, fatela con quel patos che piace a me. (torna al suo posto)
(vanno tutti sul fondo. Fanno circolo e confabulano per qualche secondo. Poi ognuno torna al suo posto)
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Da gay
PADRE- (stira un paio di mutandine rosa) Sono preoccupata.
MADRE- (abbassa il giornale) Ma cara, di cosa?
PADRE- Per nostro figlio, amore, non ancora tornato. Mamma mia! (passeggia ancheggiando) Non vorrei proprio che avesse incontrato qualche omaccione cattivo!
ROBERTO- (entra, lezioso) Ohu, mamma! E terribile, sai? Non sto proprio bene per niente.
MADRE- Telefono subito al dottore.
ROBERTO- Direi proprio che muoio, ahhh...! (si distende sul tavolo con mosse femminili)
MADRE- Dottore, mio caro dottore, che cosa atroce che devo dirle: mio figlio sta male.
DOTTORE- (fa unentrata tipo Wanda Osiris) Eccomi.
MADRE- Dottore, mio figlio!
DOTTORE- S calmi, mia cara che adesso vediamo. (lo guarda) Oh, ma che bel ragazzone! E che muscolacci! E proprio un peccato che sia: morto!
PADRE- (al telefono) Pronto, impresa pompe funebri? Siii...? Venite che mio figlio morto... No, no e no! Antonio non lo voglio. Mandatemi: Gianfabio!
MADRE- Oh destino crudele! LUNICA FIGLIA che avevamo!
BECCHINO- (entra) Dov il caro estinto? (lo vede) Ma che bel cristiano! Ma perch ci lasciano sempre i migliori? Far una bara bellissima, tutta a fiorellini e con tanti bei cuoricini, e...
REGISTA- (gay al massimo) S, s, siii! O mio Dio, proprio come piace a me! Bravi! Venite tutti a casa mia che vi offro un gelatino!
(escono tutti abbracciandosi)
F I N E D E L L A C O M M E D I A
- Questo copione è stato visto: