Ok my gods! – La deicadenza

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OH MY GODS! LA DEICADENZA di FABIO BOSCO
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OH MY GODS! DEICADENZA PERSONAGGI E INTERPRETI ARES, Dio della guerra            AFRODITE, Dea della bellezza      ATENA, Dea della sapienza             ARTEMIDE, Dea della caccia        APOLLO, Dio della musica              DEMETRA, Dea dell’agricoltura         DIONISO, Dio del vino             HERMES, Dio del commercio             EFESTO, Dio della tecnologia          ESTIA, Dea del fuoco                  HERA, moglie di Zeus                  PERSEFONE, figlia di Demetra      POSEIDONE, Dio del mare           ZEUS, re degli Dei                IL MANAGER                        LA PROSTITUTA                                             
OH MY GODS (deicadenza) Buio. Parte la fanfara della 20th Century Fox, seguita dalla musica di Star Wars.  Man mano che la voce fuoricampo li cita, entrano gli DEI, sorridendo come attori di hollywood, ognuno con un gesto rappresentativo. Su di un lato sta il coro, i cui componenti sono vestiti anch’essi con tuniche antiche. SPEAKER: Ladies and gentlemen, Mesdames et Messieurs, Signore e Signori, direttamente dagli studi Eterei situati a 2917 metri sopra il Mar Egeo, ecco a voi i meravigliosi Dei dell’Olimpo! Si comincia da ARES, detto il sanguinario, funesto ai mortali, dio selvaggio e feroce della guerra, sempre assetato di sangue e violenza, dal carattere imprevedibile e turbolento... un tipino di cui è sempre meglio diffidare! Invece vi potete fidare di ATENA! dea della sapienza e della saggezza, sempre pronta ad aiutare i mortali con le sue invenzioni in scienze agricole, navali e tessili. Senza di lei Ulisse non sarebbe stato nessuno! Viene ora EFESTO, dio della tecnologia e del metallo: dicono che abbia un cattivo carattere ma una grande forza nelle braccia, e da buon artigiano, tutto quello che costruisce ha una perfezione impareggiabile! Per esempio, chi pensate abbia forgiato tutti i gioielli di AFRODITE? Come non inchinarsi di fronte all’immensa bellezza di AFRODITE, la dea dell’amore... della sessualità... della lussuria! Ed ecco HERMES, dio dei viaggiatori e del commercio, messaggero degli Dei: gentilmente astuto ma predone, spione notturno ma portatore di sogni, ladro ma... bugiardo, un tipino da conoscere! E che dire di ARTEMIDE, dea vergine della caccia, della selvaggina e dei boschi. E’ la regina degli animali selvatici e non ci mette né uno né due a trasformarvi in cervo, se solo la guardate...  tra l’altro si dice che abbia aiutato la madre a partorire il fratello gemello... ...APOLLO! il meraviglioso dio della musica, inseparabile dalla sua cetra, ma anche inventore della medicina, patrono della poesia, e soprattutto dio della profezia... prestate attenzione ai suoi oracoli! Non poteva mancare DEMETRA, dea del grano e dell’agricoltura, nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte... la nostra madre terra! E con lei, sua figlia, la bellissima PERSEFONE, l’unica in grado di gareggiare con Afrodite... purtroppo ADE, dio dell’oltretomba, la costringe a vivere laggiù per sei mesi all’anno, ma quando torna la natura tutta rifiorisce! E lui è DIONISO, dio benefico per gli uomini, scopritore della vite e del vino, portatore di quell’energia naturale che dà ebbrezza e felicità, e beh, insomma anche qualche mal di testa dopo... Tocca ora a POSEIDONE, il potente signore del regno delle acque, dio del mare, dei cavalli e dei terremoti! Non lo fate arrabbiare che per lui provocare uno tsunami è una facezia! L’ardente ESTIA, la dea del fuoco che brucia in ogni focolare rotondo che sta al centro di ogni casa! Nel nome della famiglia Le migliori offerte di sacrificio sono sempre presentate a lei! Ammirate l’intensità regale dello sguardo di HERA, dea del matrimonio: maestosa e solenne, è tra le divinità più vendicative, anche perché è molto gelosa dei continui tradimenti di suo marito che altri non è che... Il CORO canta il frammento di MACHO MAN. E appare ZEUS. ZEUS! il re degli Dei, dio del cielo e del tuono, sempre pronto a scagliare saette e a mettere al mondo figli, grazie alle sue frequentissime avventure erotiche extraconiugali, ma come non possiamo perdonarlo, lui, proprio lui, il sovrano dell’OLIMPO! Partono le note della CANZONE JESUS CHRIST SUPERSTAR, il Coro canta; entra il balletto e balla. Gli Dei escono.  Il balletto finisce la danza. Esce. Il coro rimane in un angolo. Buio. Rischiara leggermente, come fosse l’alba. Entra ESTIA. Ha un paio di binocoli in mano. Scruta la platea, verso il basso, da un capo all’altro. ESTIA: Quella... no. Quella... neanche. Questa, manco a parlarne. ‘Spetta un po’... forse quella lì... macché, uffa ma è mai possibile? Ce ne fosse una almeno... Entrano ARTEMIDE e ATENA. ARTEMIDE tiene a tracolla un mitra. ARTEMIDE: ...Massì, ti dico. Nemmeno con le frecce infuocate ci son riuscita. Neanche una scalfittura! ATENA: (un po’ assente) Che roba strana, ma d’altronde viviamo in un’epoca strana: lei è lì, alla portata di tutti, ma sembra che nessuno ne voglia sapere... ARTEMIDE: Allora gli son saltata sopra, sai come si fa con i leoni, ho una certa esperienza, e beh, aveva una corazza dura, ma così dura che... ATENA: (c.s.)...E’ come se non gliene fregasse più nulla, come se non fosse più una cosa importante per loro, come se l’avessero dimenticata per sempre... ARTEMIDE: ...Ho provato anche con l’ascia ma niente, giusto qualche graffio, allora m’ha preso un po’ l’ira, sai quando mi girano mi girano! e ho cominciato a saltarci sopra, faceva un fracasso... rimbombava come un vaso vuoto... ATENA: ...E mi domando come si fa a vivere senza lei. Cioè lo so, capisco che gli animali vivono così, ma gli uomini, gli uomini! Come fanno a starne senza... ARTEMIDE: Beh, sai che è successo allora? Che si è aperta una porticina nella schiena di quella bestia immonda, e ne è uscito uno, tutto intabarrato, con uno strano elmo in testa e mi ha urlato “bastardo di un terrorista!” e poi mi ha sparato con ‘sto coso qua, m’ha bucato la giacca, m’ha bucato! Guarda! ATENA: D’accordo che ogni epoca ha i suoi costumi, ma un momento così... così... deprimente, ecco, non l’avevo mai visto. Se uno rinuncia a lei, che rimane dell’umanità? ARTEMIDE: (sembra non capire) Eh. (pausa) M’ha bucato la giacca nuova... ...Scusa, ma di cosa stai parlando? ATENA: Ma della conoscenza, no? Della sapienza, del dono dell’intelletto, l’unica cosa che distingue gli uomini dalle bestie! E mi sa che l’hanno perduto ormai. ESTIA: Lo so io cos’ho perduto... Si accorgono di ESTIA che guarda sempre col binocolo. ARTEMIDE: Ohi, Estia, che fai? ESTIA: E’ inutile. Non se ne trova neanche a pagarla oro! ATENA: Sì, è quello che dicevo. Se stai cercando un po’ di intelligenza mi sa che è finita... ESTIA: Ma che intelligenza e intelligenza. Cosa vuoi che me ne faccia io dell’intelligenza! ATENA: E cosa allora? ESTIA: Atena cara, hai presente il mio fuoco che deve sempre rimanere acceso in mio onore... e che non si deve spegnere mai e mai e poi mai? Il fuoco che arriva direttamente dall’Olimpo, dono per gli uomini e che... ATENA: (la interrompe) Per favore Estia, risparmiaci la predica, conosciamo bene le regole noi. Il tuo fuoco che provvede a riscaldare la casa e a cuocere il cibo... ARTEMIDE: ...il tuo fuoco che serve a celebrare i neonati e consacrare la nuova dimora delle spose novelle, ATENA: ...il tuo fuoco che serve a benedire ogni nuovo tempio o edificio... persino alle Olimpiadi bisogna portarlo il tuo fuoco... ARTEMIDE: Si, infatti. Che palla di fuoco! ESTIA: (ad ARTEMIDE) Sei sboccata come al solito, boscaiola che non sei altro! Tornatene nella foresta. ARTEMIDE: Sentila la verginella, (le fa il verso) Sei sboccata come al solito, gné gné gné... Ti ci porto a te nella foresta e poi ti faccio conoscere qualche boscaiolo vero, vedi come te l’accende lui il fuoco... ATENA: Non cominciate a litigare! Ci vuole un po’ di intelligenza, per Zeus! ARTEMIDE: (preoccupata) Shhhh! Taci che ho sentito che è di malumore, non lo evocare per carità che se no è capace dell’ira di Dio... ATENA: (ad ESTIA) Allora, si può sapere che stai cercando con quel binocolo? ESTIA: Il mio fuoco sacro che deve sempre... vabbè, insomma lo sapete, chi lo deve curare no? Che non si spenga mai, eccetera eccetera. Il problema è che non ne trovo più. ARTEMIDE: Ma che cosa, di fiammiferi? ESTIA: Ma di vergini, babbea! ARTEMIDE: Babbea a me?! (le punta il mitra) Ma io ti defloro a cannonate, cretina d’un’illibata! ESTIA: Caprona selvaggia, vieni qui che ti brucio tutta la barba! ATENA: E smettetela! Basta! Siate un po’ raziocinanti! ...Cioè, spiegami bene non riesci a trovare sei misere vestali, sei piccole vergini che stiano a curare il tuo fuoco? ESTIA: Sei?! Mi accontenterei di una, se la trovassi. Ma non ce n’è. ARTEMIDE: Perché non provi con gli accendini? ESTIA fa per lanciarsi contro ARTEMIDE ma ATENA la trattiene. ATENA: (urla) E state calme, per Z... Zorro! (le altre la guardano stranamente, lei si schiarisce la voce) Ehm, dunque (ad ESTIA) Sicchè non ci sono più vergini sulla terra? ESTIA: (le porge il binocolo) Guarda tu stessa... E’ invece ARTEMIDE che prende il binocolo e inizia a guardare. ATENA: (meditabonda) Quello che mi dici conferma il mio sospetto... Gli uomini non sono più quelli di una volta. ARTEMIDE: (guarda col binocolo) E nemmeno le donne, pare! Si sente il suono di una vetrata infranta. Entra HERMES correndo su uno skateboard. HERMES: Pista! Permesso! Fate spazio che passa HERMES, il messaggero più veloce dell’Olimpo! Va avanti e indietro sullo skateboard in mezzo agli altri, che si lamentano, e poi finalmente rovina a terra. HERMES: Wow! Che figata questa nuova tavola in carbonio! L’ho rubata... cioè, l’ho presa in prestito da quella ditta californiana, Element si chiama... ATENA: Ma devi sempre arrivare così? A momenti ci ammazzavi! HERMES: Ma chi t’ammazza a te! Sei una Dea, bella! E poi Hermes arriva sempre così, volando! Sono o non sono il messaggero più veloce dell’Olimpo? Piuttosto cosa sono queste facce lunghe, v’è morto il gatto? O è per via di Zeus... ARTEMIDE: E non lo nominare! Che poi si sveglia e son cavoli... HERMES: Svegliare quello? Ma è così depresso che non si alza dal letto da duecento anni.... Tzè, svegliarlo... E allora che è successo? ATENA: (triste) Chiedilo a Estia. HERMES: Ossignùr, che atmosfera. Certo che anche se siete Dee non è che vi divertiate granché... (la cinge alla vita) Allora Estina cara, che c’è? Dillo al tuo Hermesuccio... ESTIA: E piantala di fare il cretino come al solito. Ti prendi gioco di tutto e di tutti tu... HERMES: E che altro si può fare, se non si ride un po’ qui all’Olimpo... pensa quei poveri mortali allora, di che possono ridere quelli? ARTEMIDE: Proprio di quelli stavamo parlando. To’ (gli porge il binocolo) guarda tu stesso... HERMES: (guardando col binocolo in platea) Mmmmmh, carina quella! Mi piace questa moda di mostrare il pancino... Uh! guarda quell’altra... certo che ‘sti piercing fanno proprio un sangue... E quella? Wowowow, scatenata... Eh, una volta ci si divertiva così anche da noi eh? (guarda le Dee) Adesso non più, pare... ESTIA: Ma tu lo sai che non riesco più a trovare una vergine per il mio fuoco sacro nemmeno a pagarla con la manna? HERMES: Oh, io non sono stato! ...E poi non è mica una brutta cosa: vuol dire che si stanno divertendo finalmente! ATENA: Sì, d’accordo divertirsi ma ci vorrebbe un po’ di discernimento, un po’ di intelligenza, per Ze... ARTEMIDE, ESTIA, HERMES: Shhhhh! ATENA: (Abbassa la voce) Insomma, non è che si può fare sempre sesso così, senza un minimo di organizzazione... un po’ di pianificazione... sennò la demografia va a ramengo, son già sei miliardi e seicento milioni quelli lì... ESTIA: E io non trovo nemmeno sei vergini!? HERMES: Oh ma che vi credete? Siamo nel nuovo millennio! C’è stata la rivoluzione sessuale, il ‘68, il muro di Berlino... Peace and love, peace and love! ARTEMIDE: Peace and love una cippa! Quelli si scannano peggio di prima... guarda che buchi che fanno... HERMES: Si, vabbè, ma si son sempre scannati, (guarda col binocolo) però ‘ste pancine sono carine... ESTIA: Io comunque il problema ce l’ho sempre. Niente vergini, niente fuoco... HERMES: Oh, guarda che adesso hanno i termosifoni, bella! Che se ne fanno del tuo sacro fuoco? ESTIA: (ad ATENA, infuriata) Ma lo senti? Prende in giro anche il mio fuoco! No, proprio non lo sopporto... Cafone di un cafone! Me ne vado... ATENA: Ma no, aspetta ragioniamo... Hermes! Insomma! Cerca di usare un po’ quella tua intelligenza... Estia! Estia! Non t’arrabbiare dai! ESTIA esce, seguita da ATENA. ARTEMIDE: Oh, l’hai fatta incazzare di brutto. HERMES: Capirai. Quella si deve svegliare, è rimasta ancora all’era del fuoco, ma qui siamo nell’era digitale, lo vuoi capire o no? Ci sono i DVD, i CD, il WOP, il WEB, il FUAC... ARTEMIDE: Il Fuac? HERMES: Eh, Fuac: forza uniamoci a copulare! E’ la nuova moda, per quello poi Estia fa fatica... son cambiati i tempi, c’è la libertà, liberté egalité fraternité... ARTEMIDE: Massì, massì, lo capisco. Insomma, cerco di farlo ma, insomma poi ti sparano con ‘sti affari (mostra il mitra)... guarda che buco mi ha fatto nella veste! HERMES: (toccando il mitra) Quello è per via della globalizzazione, ma è un’altra storia. Bello questo aggeggio, dove lo hai preso? ARTEMIDE: Lascia stare che tu appena tocchi qualcosa poi lo fai sparire. E mio! Bottino di guerra! Non ti azzardare eh? ARTEMIDE esce. HERMES: Mah. Io vorrei sapere chi ha messo in giro ‘sta voce che sarei un ladro. Io! Che sono l’onestà in persona, Dio della medicina, il più veloce messaggero degli Dei! Oh, ha lasciato il binocolo... Come si dice, ogni lasciata è persa... Fammi un po’ vedere ancora quella scatenata... (guarda in platea col binocolo) oh, si spoglia! Si spoglia! CANZONE “YOU CAN LEAVE YOUR HAT ON” e BALLO.  Durante il balletto HERMES rimane in scena in un angolo e guarda col binocolo. Appena escono le ballerine, al suono di una serie di esplosioni entra ARES. HERMES appare un po’ turbato. HERMES: (ad ARES, urlando per sovrastare il rumore) Ohhhh! ARES: Ehhhh? HERMES: (c.s.) Ho detto Ohhhhh... ARES: Ahhhh.... HERMES: Come vaaaaaa? ARES: Insommaaaaaaa... non ti sento beneeeeee... HERMES: (c.s.) Ma non la puoi spegnere un momento? ARES: Cosa? HERMES: Ho detto, (sillabando) Non la puoi spegnere un momento? ARES: (sillabando) Ho capito! Ho detto “cosa”! ...Cosa dovrei spegnere? HERMES: Questa roba qui, la guerra! ARES: Ah. No, non dipende da me. HERMES: Come, non dipende da te, sei o no il Dio della guerra? ARES: Si, ma questa non è guerra... HERMES: Ah, no? E cos’è? ARES: M.D.P.C.T.! HERMES: Eh!? ARES: Misure difensive preventive contro il terrorismo! Improvvisamente il rumore tace. Silenzio. ARES: Shhh. Taci che si son fermati. HERMES: Hanno vinto il terrorismo? ARES: Ma va’. Pausa pranzo. HERMES: Senti Ares, ma com’è che la guerra non la controlli più tu? ARES: Te l’ho detto, non si tratta di guerra. Non la chiamano più così. E poi le cose son tutte cambiate.... HERMES: Cioè, in che senso? ARES: Beh, hai presente quelle belle guerre di una volta, tipo l’assedio di Troia o quella tra Sparta e Atene? Quelle si che erano guerre, con gli eroi di entrambe le parti che combattevano corpo a corpo, mescolando il sudore e il sangue. Se le davano di santa ragione, si mozzavano braccia e gambe, ma erano tutti onesti e giusti, si conoscevano l’un l’altro, apprezzavano il loro valore e onore... HERMES: A te basta che qualcuno tagliuzzi qualcun altro e subito lo chiami giusto e onesto... ARES: No, no. E’ vero che mi piace il sangue, ma non così. Così non c’è gusto, schiacciano un tasto su una tastiera, appare un puntino luminoso che parte di qui, arriva veloce fino a là e poi bum! esplode in una luce assordante che fa tremare la terra e lì sotto poi rimangono pezzi di umani fatti a pezzi, che non si capisce nemmeno più quanti erano, figurati chi erano... HERMES: Beh, sempre a pezzi sono... ARES: Si, ma non c’è gusto, ti ripeto. Non sanno nemmeno chi sono, non arrivano nemmeno a guardarsi negli occhi, ti ricordi gli occhi di Achille quando guardava Ettore sotto le mura di Troia? HERMES: E come no, me li ricordo sì, anche quando ho aiutato Priamo a riavere il corpo di suo figlio, dopo che Achille l’aveva sgozzato... ARES: Eh. Adesso non è più possibile: metti che Ettore morisse sotto una di queste cose che esplodono, primo non ci sarebbe nessun corpo da riavere, secondo non si saprebbe nemmeno più a chi andarlo a chiedere... No, no. Non è più divertente così. Non mi piace più. ARES inizia a giocare con uno strano gingillo che tira fuori dalla tasca. Il gingillo emette delle piccole scosse elettriche. (Un Taser) HERMES: E quello che cos’è? ARES: Questo? Oh niente. E’ la versione aggiornata di una spada. Si punta verso il nemico (lo punta verso HERMES) e tzzza! (si sente crepitio elettrico) HERMES: (fa un balzo) Ahia! Ma sei cretino?! ARES: Gli scarichi addosso un po’ di volt che lo fanno stramazzare a terra. Solo addormentato per un po’, anche se a volte qualcuno ci rimane... vedi, che roba? Nemmeno più il contatto... che mondo! HERMES: Fammelo un po’ vedere... ti do questi strani occhiali in cambio... ARES prende il binocolo e comincia a guardare in platea. HERMES gioca un po’ con il taser. ARES: Oh, ma c’è una che si spoglia! HERMES: (gioca col taser) Eh, son tutte amiche di Estia... Entrano AFRODITE, che regge in mano uno specchio in cui continua a guardarsi, seguita da APOLLO, con una chitarrina a tracolla. AFRODITE: (irritata, parla con accento romanesco) E se dico de no è no, uffa! APOLLO: (supplicante) E dai, solo una volta. Cosa ti costa? AFRODITE: Abbello! Mica perché so’ la Dea dell’amore lo devo fare pefforza... APOLLO: Ma dai che non ti sto forzando... sto solo... insistendo un po’... AFRODITE: (annoiata) Uffa. Tempo perso. Io non sono disponibile per chiunque! APOLLO: Ah no, eh? Ma se l’hai data a tutti qui nell’Olimpo: ti sei sposata quel cesso di Efesto, lo zoppo, così brutto che sua madre l’ha buttato giù dall’Olimpo... AFRODITE: (sensuale) Ma Efesto è forte di braccia, e non solo... APOLLO: E perché, io no? Guarda che muscoli... poi te la sei fatta con quel guerrafondaio sanguinario di Ares, che pure puzza sempre di sangue come un macellaio... AFRODITE: E che non lo sai che l’omo ha da puzzà? APOLLO: E allora perché ci sei stata con quel pesce lesso di Poseidone, sempre umido per via che sta bell’acqua tutto il tempo? AFRODITE: E non lo sai che sono nata dalla spuma del Mare? E’ come tornare a casa per me... APOLLO: E con quell’ubriacone di Dioniso, eh? Che manco capiva se eri donna o capra, per lui uguale è... AFRODITE: Ma Dioniso ha sempre delle cosine carine da bere, che danno un po’ alla testa... è fantasioso... APOLLO: ...pure con quel ladro di HERMES te la sei fatta, col risultato di dare vita a quella specie di trans, come si chiama, Ermafrodito... AFRODITE: Sai com’è HERMES, dove passa lui scompare sempre qualcosa... APOLLO: L’unica cosa che non scompare è la zoccola che è in te! AFRODITE: Oh, vacci piano. Son la Dea dell’amore io! APOLLO: Ah, poi l’hai data anche a mio padre. A mio padre! A me no ma a quel vecchiaccio di mio padre Zeus si!? AFRODITE: Shhh, taci che sta dormendo! Guarda che lo so ben io con chi mi sono accompagnata, non c’è bisogno che me lo ricordi tu! Se non ci sto con te sarà perché non mi piaci, no? APOLLO: (offeso) Come, non ti piaccio? Ma se sono considerato uno dei più fighi qui all’Olimpo, Apollo lo splendente mi chiamano! Ci sono schiere di fans che mi reclamano, appena gli canto una canzone mi stramazzano ai piedi, mi scrivono lettere di fuoco, appendono il mio poster in camera, scrivono il mio nome sui muri... Apollo the best... AFRODITE: (annoiata) E vai da loro, mica ti sto trattenendo... APOLLO: (conciliante) Dai su, una volta sola, che ti costa? Ti faccio una profezia gratis eh? Ti leggo la mano. AFRODITE: Al massimo potresti farmi un massaggio ai piedi che ‘sti tacchi mi stanno ammazzando... APOLLO: Eddai! Vuoi che ti canti una canzone, eh? Una canzoncina tutta per te! AFRODITE: Ancora una canzone? Ma quante me ne hai già fatte? APOLLO: Ma questa è bellissima! Una canzone che ho composto in un momento ispirato, l’ho intitolata Venus, come ti chiamavano i romani... senti che bella canzone per la Dea più bella... Il CORO canta VENUS. (versione BANANARAMA). Entra il BALLETTO e balla. APOLLO: (speranzoso) Allora? HERMES: Forte, ha quel sound un po’ da anni settanta! ARES: Mah, un po’ da femminucce, direi. APOLLO: Non dicevo a voi, cretini! Afrodite, allora...? AFRODITE: Carina... APOLLO: Davvero? AFRODITE: ...ma non mi piace. APOLLO: Come sarebbe non ti piace, è un pezzo che potrebbe scalare tutte le classifiche mondiali, una roba che ti mette addosso un’energia che nemmeno la migliore coca boliviana... AFRODITE: Oh. Se non mi piace, non mi piace. (si avvicina ad ARES) Cosa stai guardando Ares bello? APOLLO: (geloso) Ares bello! Ma pensa te, quella mezza sega! ARES: (ad APOLLO) Ti ho sentito, Apollo! (ad AFRODITE) Mah, niente, stavo cercando qualche eroe che combatte corpo a corpo... ma ormai si sparano tutti a distanza qui. AFRODITE: (allusiva) Beh, Ares, se ti interessa un corpo a corpo ci sono io qui... ARES: Massì, va, un po’ di relax è quello che ci vuole... Escono insieme. APOLLO: Ecco, a lui sì e a me no? Ma perché!? E io che faccio... HERMES: (ironico) Potresti fare una palla di pelle di pollo... APOLLO: (si scaglia contro HERMES con la chitarrina) Questa me la paghi! Vieni qui che ti uso come plettro! HERMES: E prova a pigliare il messaggero più veloce dell’Olimpo! Escono entrambi correndo. Pausa. Entrano EFESTO, DEMETRA e PERSEFONE, la quale indossa un paio di cuffiette e muove tutto il tempo la testa seguendo il ritmo. Mastica anche visibilmente un chewingum. DEMETRA: (dolce) ... e insomma, caro Efesto, come puoi vedere tutta la tua tecnologia ha fatto solo del bene al mondo... Guarda (lo sospinge verso la platea) Vedi che bello che è? Tutta la natura è in fiore, l’aria è pulita, gli animali sono in salute... senti gli uccellini che cinguettano? E tutto per merito tuo... EFESTO: (si schernisce) Ma no, non esageriamo... io ho fatto quello che era giusto fare... DEMETRA: (sempre dolce) Quello che era giusto fare, certo... Hai sempre fatto tutto quello che era giusto fare (cambia espressione e urla) COL CAVOLO! Hai fatto tutto quello che era giusto fare per distruggere il pianeta! (gli prende la testa) Ma guarda bene cretino d’un cretino! Non vedi che il mondo è alle soglie di una catastrofe? Non vedi l’inquinamento, il riscaldamento globale, l’estinzione degli animali? EFESTO: (confuso) Ma stiamo passando all’energia alternativa, quella che fa bene, quella che non inquina... stiamo costruendo un bel po’ di centrali nucleari, per esempio... DEMETRA: (urla) Energia alternativa una cippa! Ma non te le ricordi le renne fosforescenti ai tempi di Chernobyl? Centrali nucleari! Ma il cervello dove l’hai messo, sotto aceto? (si calma) ...Calma, Demetra stai calma, che poi ti sale la pressione e non va bene... Ohmmmmm! Ohmmmmm! (ritorna dolce) Dicevi, Efesto? EFESTO: Dicevo che potremmo smettere di usare il petrolio come risorsa e passare ad altre energie sostenibili... DEMETRA: Ecco quella sarebbe una buona cosa... PERSEFONE: (toccandole il braccio) Mamma... DEMETRA: (a PERSEFONE) Sì, aspetta un attimo tesoro. (a EFESTO) Ma bisogna che lo fai in fretta Efesto... Non hai molto tempo per sistemare le cose, perchè se continua il riscaldamento globale  aumenterà il livello dei fiumi e del mare, con pesanti conseguenze per il turismo, l'industria e l'agricoltura! (urla e lo prende per la gola) E l’agricoltura è roba mia! Hai capito!? Non me la devi toccare! EFESTO: (soffocando) Demetra... PERSEFONE: Mamma... DEMETRA: (a PERS. dolce) Un momento, tesoro... (urla ad EFESTO) ...E devi smetterla di sfruttare risorse ambientali, pezzo d’un asino. Se distruggi il pianeta dove vivono quelli? EFESTO: (fa gesti di aiuto) Ma io non c’entro... DEMETRA: (continua a urlare) Non c’entri!? Non c’entri!? E allora chi è stato eh? PERSEFONE: Mamma... DEMETRA: (a PERS. dolce) Tesoro, e aspetta un momentino. (a EFESTO) Che, sono io la responsabile di tutto questo disastro, eh!? EFESTO: (non riesce a parlare) Demetra... mu... hai... off-o ando... DEMETRA: Eh? Cosa dici? Non si capisce... EFESTO: Mi... stai... soffocando... DEMETRA: Cosa? (si accorge e lo lascia) Ah, scusa, ma per colpa tua guarda cosa succede... EFESTO: (si massaggia il collo) Come, per colpa mia? Che cosa ho fatto io? DEMETRA: Cosa hai fatto? Ma il  progresso tecnologico chi l’ha inventato? Sei tu il Dio della tecnologia o no? EFESTO: Ehi, calma calma. Io ho solo insegnato agli umani a forgiare spade e scudi, e le ruote dei carri!  Tutto il resto l’hanno fatto da soli, mica gli ho insegnato io a fare i SUV! DEMETRA: Eh si, è facile dire che non è colpa tua. Ma se non gli insegnavi a lavorare i metalli e tutta quella roba lì magari non inquinavano così tanto! PERSEFONE: Mamma, senti... EFESTO: Ma gli ho insegnato a fare l’aratro! Senza l’aratro me lo dici come la facevano la tua amata agricoltura? Se poi gli umani son così scemi da distruggere il pianeta dove vivono non è mica colpa mia... Son come le bilie, vanno vanno e non riesci più a tenerli... io non li controllo più. DEMETRA: Questa non è una scusa, e poi... PERSEFONE: (urla) Mamma! DEMETRA: (urla) Dimmi, che c’è? PERSEFONE: (pausa) Lo voglio anche io il SUV, me lo comperi? DEMETRA: (irata)  Pure una figlia scema mi doveva capitare... Devi smetterla di guardare la televisione, te l’ho detto che ti rimbambisce... PERSEFONE: Ma mamma! Come si fa a non guardare la tv! Lo fanno tutti! Mica posso fare come te, che sei una selvatica ecologista e non ti comperi un paio di scarpe da dieci anni! EFESTO: Eh, ha ragione. Come si fa a resistere alla tv? DEMETRA: (fa il gesto di tirargli una sberla) Oh, non ti ci mettere anche tu che ne esco pazza, sennò! Pazza! Pazza! (si rilassa) ...Ohmmmm PERSEFONE: Scusa Mami ma te lo devo dire: sei out. Ormai quelli come te, i cosi, come si chiamano, (sprezzante) ...ambientalisti, tsè, sono fuori moda da tempo... DEMETRA: (si passa le mani sulla fronte) Ma cosa ho fatto di male ad andare a letto con Zeus quel giorno, non potevo fare una bella passeggiata invece? (a PERSEFONE) ma non lo capisci che l’ambiente è necessario alla sopravvivenza? EFESTO: Ah, quella la so pure io, dice: “L’unità di sopravvivenza è un orgasmo... DEMETRA: (gli tira uno scappellotto) Organismo! L’unità di sopravvivenza è un organismo nel suo ambiente. Se l’ambiente non sopravvive non sopravvive nemmeno l’individuo. PERSEFONE: Uffa. Che palle con queste menate. Ma guardati intorno, non c’è più nessuno a cui interessino queste cose. Ormai siamo in un’altra epoca, l’epoca delle cose da comprare e da usare e da buttare. Che retrogada, Mamma mia! CANZONE MAMA MIA. Il balletto balla con delle sagome che raffigurano vari prodotti consumistici. Danzano intorno a PERSEFONE che tenta di acchiapparli. Alla fine li prende tutti, ed è molto soddisfatta. PERSEFONE: Tutti miei! Tutta roba mia! PERSEFONE esce correndo. EFESTO: Oh, vedi, che anche tua figlia è una consumista... DEMETRA: Consumata, vorrai dire, consumata nel cervello... Ma adesso le do una bella lezione. Persefone! Vieni subito qui! Persefoneeeee! Escono anche loro. Entra DIONISO, visibilmente ubriaco, con una bottiglia in mano barcolla e canta. Va verso il coro e lo disturba. DIONISO: L’acqua fa male, il vino fa cantare, questa è la regola che insegnano gli sguisseri,alzano il gomito e vuotano il bicchier. L’acqua fa male, il vino fa cantare. Bevevano i nostri padri? Sì. Bevevano le nostre madri? Sì. E noi che figli siamo beviam, beviam beviamo, e noi che figli siamo beviam beviam beviam: del bianco Moscatello, del nero Marzemin. Se ne avessi un botticello ne vorrei veder la fin. DIONISO si accascia in un angolo. Entrano HERA e POSEIDONE. HERA: ...Insomma, ti dico, non so più che fare con tuo fratello... POSEIDONE si annusa le mani e altre parti del corpo ripetutamente. E’ un po’ assente, concentrato su se stesso. HERA: Non fa altro che dormire, dormire e dormire. Quando cerco di svegliarlo mi guarda con una faccia che non so... sembra la faccia di un morto, con degli occhi così spenti ma così spenti... POSEIDONE: Spenti come una cernia? (annusa l’aria) Ma la senti anche tu? HERA: Poi finalmente riesco a farlo scendere dal letto... ma è come un sonnambulo: trascina i piedi, ciondola un po’ per casa, non vuole nemmeno mangiare... POSEIDONE: Nemmeno una fritturina di paranza? (c.s.) HERA: Macché. Niente, riesco giusto a fargli mandare giù un po’ di brodino, pensa che mi sarà dimagrito di venti chili! Te lo ricordi com’era florido cento anni fa? Non mi mangia più niente... POSEIDONE: Eh lo so, adesso fanno i sofficini... (c.s.) Mah, non capisco da dove possa venire... HERA: E poi te lo ricordi lui col sesso com’era messo, no? Non se ne faceva scappare una! E io che mi arrabbiavo ogni volta e poi lo pestavo ben bene... eh, bei tempi. Beh, adesso niente, ma niente! Ha perso ogni appetito, anche quello sessuale... DIONISO: (canta ubriaco) Damela a me biondina, damela a me biondà... POSEIDONE: La salsedine... La salsedine fa bene per l’appetito... (si annusa) Proprio non capisco... HERA: Tu dici che magari è meglio così, che non ho più motivi di essere gelosa, ma non va, non va. Non mi piace che il re degli Dei sia ridotto così, non mi sembra neppure più di essere la regina... E’ come stare con uno zombie, uno che non ha più voglia di vivere... DIONISO: (Canta ubriaco) Voglio una vita spericolata, voglio una vita come Steve McQueen... POSEIDONE: Un po’ come le cozze, insomma... (c.s.) Ma la senti anche tu? HERA: Pensa che ho provato anche con i film della serie PornoOlimpo, sai magari vedendo qualche immagine del passato gli torna la memoria delle sue prodezze... ma niente... mi cambia canale, e va a vedere quelle robe degli umani, quei telequiz, le pubblicità, i telegiornali... e poi dopo è più depresso di prima... POSEIDONE: Conoscevo un gambero una volta che si era depresso, è finita che l’han trovato sul Monte Bianco con un palloncino attaccato al collo... (si annusa) Ma la senti o no? HERA: Non so proprio più che fare, com’è possibile che il grande Zeus si sia ridotto così... ma cosa devo sentire? POSEIDONE: (mettendole una mano sotto il naso) Secondo te puzza? DIONISO: Come la scoreggia di uno squalo bianco! HERA: (arrabbiata) Ma io ti sto parlando del problema di Zeus e tu ti preoccupi della puzza! POSEIDONE: (preoccupato) La senti pure tu? Allora ho ragione a dire che puzzo! Sono quarant'anni che lo chiedo alle sirene e loro mi dicono: ma no è solo l’aria di mare, e invece io la sento questa puzza, me la sento tutta addosso... è una puzza come di... non so dire, plastica... o roba così, ma plastica andata a male, come qualcosa di putrido... DIONISO: Come la cacca di una balena... HERA: Beh, in effetti non è che sia proprio un profumo... POSEIDONE: E’ per tutte quelle schifezze che mi versano addosso. Pensano che il mare sia una discarica, ci versano di tutto e poi pretendono anche che il pesce che pescano sia sano! Ma come fa ad essere sano se è tutto pieno di scarti chimici e schifezze industriali... Per non parlare della merda di pollo. Non so nemmeno più come lavarla via sta puzza malefica... HERA: Si, ma io ho un problema serio... POSEIDONE: E perché non è serio questo?! Mi stanno uccidendo il mare con tutta ‘sta porcheria e poi io che faccio, senza mare sono disoccupato... HERA: Ma io ho paura che Zeus, a forza di andare avanti così faccia una sciocchezza... che un giorno o l’altro lui... si stanchi di vivere... e se si suicida?! POSEIDONE: (riflette un attimo) ...Ma va’, non può, è immortale. HERA: Va beh, ma metti che decide di non svegliarsi più. Cosa facciamo noi? Senza di lui non possiamo fare nulla... POSEIDONE: Uhm. Forse hai ragione. HERA: Poseidone, tu sei suo fratello, a te magari dà ascolto... POSEIDONE: Macché, ci ho provato. L’ho invitato a passare una settimana alle Seychelles ma lui niente, ha detto che la sabbia bianca gli dà fastidio agli occhi... DIONISO: Ad Amsterdam dovete portarlo... si fa un bel cannone e passa tutto! Gli umani sì che si divertono... mica come voi che siete sempre tristi a preoccuparvi... POSEIDONE: Ehi. Ha ragione! HERA: Ma come, cosa stai dicendo? che ha ragione quell’ubriacone? POSEIDONE: Massì, mi ha fatto venire un’idea. Forse possiamo fare qualcosa per Zeus, vieni dobbiamo organizzare una cosa... POSEIDONE prende HERA per mano che subito la ritrae. HERA: Scusa eh, ma non vorrei che la puzza... Vai pure avanti che ti seguo... Escono. DIONISO: Uè, se andate ad Amsterdam vengo anche io eh? (canta) Là, c’è un grande prato verdeeeee, dove nasce della roba, che si chiama marijuana, quello è il grande prato dell’amorrrr... Aspettatemi! Esce barcollando. Buio. Pausa. Si sente l’esplosione di un tuono. Il coro comincia a cantare “MACHO MAN”. Entra Zeus, depresso. E’ vestito con il pigiama e la vestaglia. La barba non fatta. Trascina i piedi. Fa un gesto verso il CORO per azzittirlo, ma quello continua. ZEUS: (con poca convinzione al CORO) Si, vabbè, adesso basta... Il CORO continua a cantare. ZEUS: (c.s.) Abbiamo capito. Però adesso basta, su... Il CORO continua. ZEUS: (urla) Basta sennò vi fulmino! Il CORO finalmente smette. ZEUS: Oh. Bisogna sempre minacciarvi a voi, eh? ZEUS ciondola per il palcoscenico, continua a sospirare. ZEUS: ...Macho man... Il CORO accenna l’inizio ma viene subito zittito. ZEUS: (isterico) Basta ho detto! ... una volta ero macho (guarda minaccioso verso il CORO) ... adesso non più... Io non so cosa mi è successo... o forse sì... (si avvicina alla platea e guarda giù) E’ colpa loro, di quegli umani delle balle... Me li ricordo quando mi osannavano: Grande Zeus tu sei il re! Grande Zeus tu sei il dio del cielo! Possente Zeus sovrano el tuono! (parte il rumore del tuono) E taci anche tu, che ho mal di testa! Zeus il salvatore mi chiamavano... il protettore di tutta l’umanità... (alla platea) Ingrati! Anzi: stronzi! ...Stronzi e ingrati ecco... Uff, che fatica... (si tasta le tasche) Ecco che mi torna il malessere... dove ho messo il prozac... mannaggia a me quando ho ingaggiato la battaglia coi Titani... potevo fare il pastore, no? Che c’è di più bello che pascolare un po’ di capre in montagna, respirare aria buona, suonare il flauto, ogni tanto dare una bottarella alle Ninfe di passaggio... E invece, Dio degli Dei ho voluto diventare... e adesso la paghi caro mio... ma dov’è sto cazzo di prozac... (lo trova e prende due pasticche). Che poi io, mica ho capito cosa è successo... per migliaia d’anni è andato tutto bene, loro mi adoravano e io ricambiavo con affetto, vabbè ogni tanto qualche punizione ci stava, ma era per educarli, no? Gli ho anche permesso di cambiarmi nome: chiamatemi Jupiter, chiamatemi Giove, chiamatemi Odino, come cavolo volete... e poi mi hanno semplicemente chiamato Dio, Padre nostro, e anche Geova e Allah... in fondo chi se ne frega dei nomi? Hanno inventato tutte quelle robe del figlio di Dio, come se ce ne fosse uno solo! Con tutto il daffare che mi son dato. Ma mica mi sono arrabbiato, andava bene tutto, bastava che mi considerassero un po’. E invece no! Hanno cominciato quella cosa degli scambi di roba, di denaro, le transazioni economiche, la finanza, il libero mercato, il consumismo e così all’improvviso... puff! Dio è svanito! Come una nuvoletta di borotalco... Nessuno più ha bisogno di me... E allora io che ci sto a fare qui? Tanto vale che mi butti giù... (guarda verso la platea) Alto è alto, ma non so se ci riesco, d’altra parte sono immortale... Poi magari rimango storpio come Efesto... Però, se mi butto di testa forse ci rimango secco... Massì, dai... uno... due... tr... HERA: (urla) Fermati o Possente Zeus! ZEUS: Eh? Chi è? Ah, sei tu mia consorte... che c’è hai paura per l’eredità? HERA: Ma che dici? Io temo per te, per quello che sei diventato... ZEUS: Appunto. Meglio finirla qui, tanto non c’è speranza... HERA: E invece sì, ci siamo tutti riuniti in consiglio e abbiamo trovato una soluzione! Entrano silenziosamente tutti gli DEI e gli si avvicinano. ZEUS: (arrabbiato) Avete fatto un consiglio senza di me? Come avete osato? Io vi fulmino tutti... PERSEFONE: Ma dai, Papi, è una bella cosa, vedrai che ti piacerà... HERMES: Si papi, ci abbiamo pensato tutta la notte... ARTEMIDE: Abbiamo cacciato il sonno per pensarci... ATENA: Abbiamo usato tutta la nostra intelligenza... DIONISO: (ubriaco) Ci son volute parecchie bottiglie e mezzo chilo di hascisc... ma ce l’abbiamo fatta... ZEUS: (lo allontana) Dioniso, hai un alito che spaventa i ciclopi! E che cosa avete pensato dunque? APOLLO: Grande padre, è una sorpresa dolce come una melodia. ARES: Sì, padre proprio una bomba! AFRODITE: L’abbiamo studiata con amore, o Padre... ZEUS: Ah, sì!? EFESTO: Siamo Dei... (si tocca la gamba) in gamba, Padre... POSEIDONE: Si, fratello, anche se l’idea è stata mia... DIONISO: ‘Na cippa... se non c’ero io... ZEUS: Beh, e di cosa si tratta allora? HERA: Visto che negli ultimi tempi eri un po’... come possiamo dire, confuso su quello che gli umani pensano di te... DEMETRA: Abbiamo pensato di organizzare uno scambio di opinioni con loro... ESTIA: E visto che di vergini non ce n’è traccia, ne abbiamo presi due a caso... ZEUS: Ah si? E dove sono? HERA: (ad HERMES) Hermes! Vai a prenderli! HERMES: Volo! (esce di corsa) Tutti gli dei si dispongono a semicerchio in attesa. Un po’ seduti, un po’ in piedi. Il CORO canta IT’S RAINING MEN. Buio. Si illumina su un lato il MANAGER, parla al cellulare, ha una borsa 24ore. Parla con accento milanese. MANAGER: No, mi senta bene, Borlacchini: io sono incazzato perché respiro sfiducia, respiro aria d’aspettativa, respiro quelle facce da... senso critico, come quando uno vede una partita di pallone non ce la fa e tutti sono professori; perché, perché la gente legge i giornali, vede il titolo, si rimbalza si crea dei grandi film che sono tutte cazzate! ...Cosa sto dicendo?! Sto dicendo che qui ci vuole una grande idea, anzi più di una se vogliamo battere la concorrenza... Qua la tv satellitare ci sta facendo saltare tutti i palinsesti e voi sapete solo frignare! ...Borlacchini? Mi sente?(guarda il cellulare) Ma non c’è campo qui... (si sposta) Borlacchini? Aspetti che provo a muovermi... Mi sente? (urla) Borlacchini!? Ha capito quello che ho detto? Qui ci vuole uno scatto di reni, come quello di Napoleone a Waterloo, tutti lo davano per fatto, cotto, per la supremazia degli avversari, c’aveva cinque grandissime nazioni contro, delle forze in campo. Però strategia, chiarezza delle idee, determinazione, forza, Napoleone fece il suo capolavoro a Waterloo... Cosa?... La sento male! Eh!? Non si capisce quello che dice... pronto? (guarda ancora il cellulare) La solita storia delle connessioni italiane, che razza di paese... non funziona mai niente, non funziona... Ah, ma io emigro alle Barbados e li mando tutti al diavolo... (riprova a chiamare) Pronto? Buio sul MANAGER. Luce sulla PROSTITUTA, dall’altro lato. PROSTITUTA: (canta e intanto passeggia) Fiorin, fiorello l’amore è bello vicino a teeee... Mi fa tremare mi fa sognare chissà perché... (guarda da una parte e dall’altra) Oh, ma che è... stasera non c’è un’anima viva, è venuta pure su ‘sta nebbia che non si vede niente... (si guarda intorno) Ti credo che non c’è nessuno, manco la strada si vede... (canta un po’ annoiata) Fior di margheritaaaa, cos’è mai la vitaaaa... Se non c’è amore che il nostro cuore fa palpitaaaar... Forza belli, fatevi vedere che qua c’è da pagare l’affitto, le rate della macchina, la scuola del pupo, l’ospizio della vecchia... uff. Io che mi sbatto dalla sera alla mattina, cioé più la sera veramente... Si, ma stasera non si batte un chiodo qui... Eh, c’è la crisi dicono... è vero eh? Una delle prime cose che ne risente è l’amore! (si guarda intorno) Forza Belli, su! Fatevi vedere che qua a stare sole mica ci guadagno niente! Però che strano, non si vedono nemmeno i lampioni... Luce sul MANAGER. MANAGER: (si aggira col cellulare in alto, per cercare campo) Pronto Borlacchini! ... Niente... Ma che roba è? Tutta ‘sta tecnologia e non si riesce a telefonare, ah! Qua sta andando tutto a rotoli... ma so io cosa si deve fare, licenzio tutti e ci metto dei bei computer, che loro si che hanno voglia di lavorare... Aspetta, aspetta. Zitto che sta suonando... Si sente una voce registrata. VOCE: (musichetta) Teleolimpo Mobile. La chiamata effettuata non è autorizzata. Siete pregati di non provarci più perché altrimenti saremmo costretti a fulminarvi l’apparecchio... MANAGER: Eh!? Ma cosa dite? Ma chi parla? VOCE: Questo è un messaggio registrato. Teleolimpo Mobile, la rete degli Dei... MANAGER: (irritato) Ma che scherzo è? Io ti licenzio! VOCE: Teleolimpo Mobile... Per i reclami digitare il tasto “Fulmine” tre volte e attendere il nostro operatore... MANAGER: (c.s.) Tasto fulmine!? Piantatela con ‘ste stronzate! Non ho mica tempo da perdere io! VOCE: Teleolimpo Mobile... Per le stronzate digitate il tasto “Nuvoletta” due volte e attendere il nostro operatore... MANAGER: (sempre più arrabbiato) Sai che ti dico? Vaffanculo! VOCE: Teleolimpo Mobile. Per vaffanculo digitare il... Il MANAGER interrompe la comunicazione. Comincia a frugare nella borsa. La PROSTITUTA si avvicina. PROSTITUTA: Ah, mi sembrava di aver sentito qualcuno parlare... Che fai qui tutto solo, bello? MANAGER: Chi è? Ah, una zoccola... PROSTITUTA: Oh, andiamoci piano coi termini. Io sono una lavoratrice dell’amore, non so se mi spiego... MANAGER: Sì, sì, come no. (fruga nella borsa) Ma dove le ho messe? PROSTITUTA: (si avvicina ancora) Dicevo, cosa fai qui da solo, non vuoi un po’ di compagnia? MANAGER: No, guarda, ho una riunione importantissima e poi non mi funziona nemmeno il cellulare, e non trovo ‘ste cazzo di chiavi della macchina... PROSTITUTA: (si appoggia alla spalla) Mi sembri un po’ stressato, sicuro che non vuoi rilassarti un po’ con la tua Roberta? MANAGER:  (si scosta) Ma ti sembro il tipo che si abbassa a una come te? Ma smamma va’, che se c’ho bisogno di relax ho le mie veline a disposizione, per non parlare delle attrici degli sceneggiati... PROSTITUTA: Ehi, ma che maniere! Ma chi ti credi di essere? (lo guarda meglio) ...Ma tu sei Mastoloni, il re della tv! MANAGER: Eh già. Mi conoscono tutti... (si guarda intorno) Ma la mia macchina dove è finita? PROSTITUTA: Non è che c’avresti un posticino anche per me in qualche tuo programma? Ormai c’ho una certa età per stare sulla strada, mi vengono i reumatismi e la bronchite (tossisce) MANAGER: A chi? A te? (la squadra) E cosa vorresti fare? Un reality tipo... la Grande Zoccola? (ride ma poi ci pensa) Però... potrebbe anche essere interessante... Oh, me l’avranno rubata... PROSTITUTA: (alza le mani al cielo) San’Antonio facite a grazia... ZEUS avanza nella luce. ZEUS: Serve aiuto? ROBERTA: (si spaventa) Ahhh! Sant’Antonio! ZEUS: No. Più su... MANAGER: (spaventato, gli porge la borsa) Prendi la borsa, ma risparmiami la vita! ZEUS: Eh? La borsa? E che me ne faccio della tua borsa... MANAGER: Non sei un ladro? ZEUS: (a Hermes) Hermes qualcuno mi ha preso per te! Ha proprio dello spirito! PROSTITUTA: Sei il fantasma di un morto!? ZEUS: Eh!? Ma sei cretina? MANAGER: Sei tu che mi hai preso la macchina! ZEUS: Ma scherziamo? Che me ne faccio io della tua macchina... MANAGER: (ironico) E già, che te ne fai tu della mia macchina? Di una Ferrari rossa fiammante con interni in zibellino leopardato... ci rimorchi chi vuoi, no? ZEUS: Primo, io non ho bisogno di una macchina per rimorchiare... secondo, se volessi la tua macchina o qualunque altra mi basterebbe uno schiocco di dita... PROSTITUTA: Ho capito, sei un diavolo dell’Inferno! ZEUS: Un diavolo!?  No, guarda ti confondi con Ade, mio fratello, quello che abita negli Inferi (si rivolge agli altri Dei) Oh, ma che razza di campioni avete preso... HERMES: Questo è quello che era rimasto, Padre... ZEUS: Vabbè, visto che non mi sembrate molto svegli, è meglio che facciamo le presentazioni... Io sono... Zeus! (si sente un tuono) MANAGER: (come se non avesse sentito) Ecco, ci manca pure che comincia a piovere... Chi hai detto che sei? ZEUS: Zeus! ROBERTA: Lo zio? Lo zio di chi? ZEUS: Ma che “zio!? Zeus! Zeus! Zeus figlio di Crono! Zeus il sovrano dell’Olimpo, Zeus il salvatore! Zeus il protettore! PROSTITUTA: Ahhh, capito. Anche tu stai nel settore... Però non t’ho mai visto qui. Che lavori con le africane o quelle dell’est? MANAGER: Zeus... sei africano eh? E lo sapevo che eri un extracomunitario... ZEUS: Ma lo volete capire... io sono un Dio! MANAGER: Seeee, figurati, Sai quanti ne sento che dicono così... PROSTITUTA: (porge la mano a Zeus) Comunque piacere, io sono Roberta la dea della gamba aperta... ZEUS: (si passa le mani sul volto) O Madre Rea dammi la forza di non fulminarli... MANAGER: Facciamo così, se tiri fuori la macchina ti do una bella mancia e magari ti faccio assumere per le pulizie, eh? Ce l’hai il permesso di soggiorno? ZEUS: Permesso di che? MANAGER: Vabbè, ti prendo in nero è uguale, tanto di contante che arriva ce n’è sempre... ZEUS: Guarda che se continui così un fulmine non te lo leva nessuno... ROBERTA: Ma te fai anche i filmini? ZEUS: I fulmini! I fulmini! (agli Dei) Mi fanno uscire pazzo, questi altro che guarirmi! (si calma) Allora... un momento... calmiamoci che se no la pressione... Dunque, io sono Zeus, il sovrano dell’Olimpo, il re degli Dei, il Dio del cielo e del tuono (parte il tuono) E taci, tu, che abbiamo già abbastanza confusione! Avete capito? Il MANAGER fa segno alla PROSTITUTA che ZEUS deve essere matto. MANAGER: (assecondando) Eh. Come no. Sei il re, ma l’avevamo capito subito, vero? ROBERTA: Sì, sì. Io l’ho visto subito che aveva un portamento distinto, come Giggi, quello che fa i panini sulla statale, il re della Porchetta! ZEUS: (irato) Cosa!? Volete essere trasformati in statue di bronzo!? MANAGER: Ma senti un po’ tu, se solo capace di sparare stronzate? E senza permesso di soggiorno, poi. Aspetta che passi una ronda e vedi che ti succede... ROBERTA: Ma non sei un po’ vecchio per fare il protettore? ZEUS: Basta! Ci rinuncio! (si rivolge agli Dei, che avanzano sul palco) Lo vedete anche voi che non servo più a nulla! Non solo non mi adorano ma nemmeno sanno più chi sono... Non credono in me... Avevo ragione a dire che non servo più, ormai gli umani non hanno più bisogno di noi, lo volete capire o no? Anche voi siete inutili! Ormai sono altre le divinità che gli umani adorano: la scienza, la tecnologia, l’economia, la finanza, il consumo! Mi dispiace ma io non voglio più fare da padre a questa gente, non è più il mio mestiere... (si rivolge al manager) la natura era ricca, era sufficiente per tutti noi, la vita poteva essere felice e magnifica, ma voi lo avete dimenticato. L'avidità ha avvelenato i vostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio. La macchina dell'abbondanza vi ha dato povertà, la scienza vi ha trasformato in cimici, l'avidità vi ha resi duri e cattivi. Più che macchinari vi serve umanità, più che abilità vi serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. E allora sapete che vi dico? Che me ne vado! Me ne vado in un posto dove nessuno mi troverà mai più e quando arriverà il momento in cui loro, loro! avranno bisogno di me io non ci sarò più! E’ finita! Zeus abdica da re del creato e di tutte le creature! Addio... cioé A me! ZEUS esce a grandi passi. Gli DEI rimangono ammutoliti e un po’ tristi. MANAGER: Sì, sì. Arrivederci. Che sfigato... ROBERTA: Che belle parole però. E’ anche un bell’uomo, poi... MANAGER: Non è mica con le parole che si fanno i soldi. Ci vogliono programmi, ci vogliono... E se non trovo qualche bella idea la concorrenza mi fa le scarpe... (si aggira tra gli dei) E voi, chi sareste? AFRODITE: Beh, noi saremmo Dei, ma ormai siamo disoccupati... MANAGER: Eh lo so, siamo in un’epoca di precariato. Ma per una bella sventola come te qualcosa si trova sempre... (continua ad aggirarsi) Però... belle facce... sapete ballare o cantare? No anzi, meglio se non sapete fare un cazzo... basta la presenza. Venite un po’ con me... Gli DEI seguono il MANAGER ed escono. La PROSTITUTA rimane in scena da sola. Guarda da una parte e dall’altra. PROSTITUTA: Cos’è che ha detto? Umanità... Bontà... gentilezza... Eh. Magari ci fossero... 1 Fiorin Fiorello, l’amore è bello vicino a teeee...  Mi fa tremare mi fa sognare chissà perché... Fior di Margheritaaaa, cos’è mai la vitaaaa... (esce) BUIO. PROIEZIONE DEI VIDEO FINALI.