Stampa questo copione

OLTRE

di Giacomo Carbone

PERSONAGGI:

Hans Dogien

Marta Dogien

                Commissario Larsen

Dottore Marvas

Un barbone

Un salumiere

Un prete

Interno di una casa borghese. Un uomo ed una donna seduti in salotto. Campanello. La donna va ad aprire la porta. Un uomo con un impermeabile entra. Ha una busta della spesa in mano.

DOGIEN: Ciao cara. Ho comprato i funghi secchi che mi avevi chiesto. Un risottino è quello che ci vuole stasera. Brrr che umidità.

La donna rimane immobile sulla porta. Mentre DOGIEN si leva l’impermeabile e si accomoda nel salottino.

DOGIEN: Salve, le chiedo scusa per le mie condizioni ma piove a dirotto

LARSEN: Piacere sono….

DOGIEN: Un attimo soltanto e vengo da lei. Tesoro ho preso del vino novello, l’insalata belga e le fette biscottate. Dio quanta pioggia. Sono fradicio. C’è acqua calda per una doccia veloce?

La donna continua a rimanere in silenzio, fa soltanto due passi appena.

DOGIEN: (rivolto all’uomo) Appena piove il traffico impazzisce. Trovare un posteggio vicino al supermercato è stata un’impresa. (Ora alla donna) Dobbiamo iniziare a fare la spesa per telefono, anzi, via internet, pare che il servizio funzioni benissimo. Me lo consigliava anche la commessa, quella biondina, te la ricordi? Quella che aspetta il bambino. (Di nuovo all’ospite) Si accende il computer e si sceglie con calma cosa comprare. Secondo me si riesce anche a risparmiare. (alla donna) Ho comprato anche del crudo e un po’ di gorgonzola, per antipasto. Magari arrotoliamo il prosciutto intorno a dei grissini e poi ci spalmiamo il formaggio. Che ne dici?

La donna rimane in silenzio

DOGIEN: Non ti piace? Sei di nuovo a dieta?

MARTA : Ma lei chi è?

DOGIEN: La commessa nuova….quella con la coda bionda,

MARTA : No..lei chi è?

DOGIEN:Lei chi? Non capisco

MARTA :Cosa fa in casa mia? Come si permette di entrare in questo modo?

DOGIEN: Cos’è? Un nuovo gioco?

MARTA : Vada via subito. E si riprenda la sua roba.

DOGIEN: Cara io sono stanco, non ho voglia di scherzare questa sera.

MARTA : Sono io che non ho voglia di scherzare…Se ne vada.

DOGIEN: Me ne vado..me ne vado…però prima mangio il risottino.

MARTA : Commissario gli dica di andarsene

DOGIEN: Lei è un commissario?

LARSEN: Sono il commissario Larsen. Della I° sezione.

DOGIEN: Mi scusi, non mi sono ancora presentato. Sono proprio un maleducato. Sa….la pioggia, la spesa, poi gli scherzi di mia moglie…La prego di perdonarmi. Sono il Dottor Dogien.

LARSEN: E’ un po’ difficile.

DOGIEN: Difficile? Cosa è difficile?

LARSEN: Il Dottor Dogien è morto. Poche ore fa.

DOGIEN: Io sarei morto?

LARSEN: Dogien è stato assassinato, durante una rapina in un supermercato.

DOGIEN: Guardi che sono io Dogien.

MARTA :La smetta con questa commedia! Io sono la moglie di Dogien. Non ha neppure pietà del mio dolore.

DOGIEN: Ora lo scherzo sta diventando pesante.

LARSEN: Le conviene restare calmo

DOGIEN: Ma che calmo! Ci mancherebbe, è una cosa di pessimo gusto. (alla donna) Non so come ti sia venuto in mente. Coinvolgere un estraneo, che io neppure conosco.

MARTA : Lo mandi via commissario

DOGIEN: Ma quale commissario! Smettiamola!

LARSEN: (togliendo il distintivo dalla giacca) Le ripeto: Sono il commissario Larsen.

DOGIEN: E cosa fa in casa mia?

MARTA : Non è casa sua!

LARSEN: Sono venuto per avvisare la signora del terribile omicidio di suo marito.

DOGIEN: C’è stato un equivoco, io sono vivo e vegeto

LARSEN: Questo lo vedo.

DOGIEN: Allora è tutto chiarito. Commissario, se non le dispiace ora vorrei cenare, ho un buco nello stomaco.

LARSEN: Può andare in un ristorante delizioso che c’è all’angolo

DOGIEN: Io ceno in questa casa commissario

LARSEN: Credo che la signora non sia d’accordo.

DOGIEN: Forse mia moglie è sconvolta dalla falsa notizia che le ha comunicato.

MARTA : Certo che sono sconvolta, mio marito è morto, lo capisce?

DOGIEN: Tuo marito è qui. E’ stato un errore, non mi vedi? Mi dovrai sopportare ancora per anni.

MARTA : Commissario, mi tolga dagli occhi questo folle.

DOGIEN: Commissario, io chiamo un medico, mia moglie sta male. Ma qualcuno ne risponderà. Dovreste verificare bene le notizie, prima di arrivare in casa d’altri come uccelli del malaugurio. (Si alza e va verso il telefono)

MARTA : Cosa fa?

DOGIEN: Chiamo il dottore cara, stai tranquilla (va per abbracciarla)

MARTA : Non mi tocchi…non mi tocchi, commissario faccia qualcosa

LARSEN: Sono costretto a chiederle i documenti Signor…?

DOGIEN: Dogien ..Commissario. Dogien.

LARSEN:Voglio i suoi documenti.

Pausa

DOGIEN: E va bene…le mostrerò i miei documenti (Si fruga nella tasca non li trova)

LARSEN:I suoi documenti.

DOGIEN:Un attimo commisario ...solo un attimo…e poi la farò accomodare cortesemente alla porta.

LARSEN: Sto aspettando

DOGIEN (frugando ora nell’impermeabile senza trovare nulla.) Cara ho perso il portafogli, maledizione, il denaro, le carte di credito. L’avrò smarrito al supermercato. Chiamo per sapere se l’hanno trovato.

MARTA : Lasci stare il mio telefono!

DOGIEN: Ora non c’è tempo di scherzare. Se qualcuno usa il mio libretto d’assegni, o le mie carte di credito….

MARTA : Bastaaaaa! (strappandogli la cornetta dalle mani e gettando il telefono per terra)

DOGIEN: Basta lo dico io (la colpisce violentemente con uno schiaffo)

LARSEN: Brutto bastardo. Stronzo…figlio di puttana. (Prendendolo mentre DOGIEN cerca di divincolarsi ed ammanettandolo, poi sbattendolo a terra) Sei in arresto coglione. Sei in arresto.

MARTA : Lo porti via, lo porti via

Commissariato di Polizia

LARSEN: Glielo chiedo per l’ultima volta. Mi fornisca le sue vere generalità

DOGIEN:Sono il Dottor Hans Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN: Le sue generalità

DOGIEN: Sono il Dottor Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN: Perché è andato a casa di Dogien?

DOGIEN: Perché è casa mia.

LARSEN: Dove si trovava all’ora dell’omicidio di Dogien?

DOGIEN :Non conosco l’ora di quando è stato assassinato. Anzi non è vero che è stato assassinato, perché in tal caso sarei morto.

LARSEN: Alle 18 e 20.

DOGIEN: Ero vivo a quell’ora.

LARSEN: E dove si trovava?

DOGIEN: Nel traffico. Stavo andando al supermercato.

LARSEN: Ha assistito alla rapina?

DOGIEN:Non ho visto alcuna rapina

LARSEN: Conosceva Dogien?

DOGIEN: No. Cioè si, ammesso che si possa conoscere se stessi

LARSEN: Non faccia filosofia

DOGIEN: Senta commissario, voi avete preso una cantonata e mia moglie è impazzita. Mi creda.

LARSEN: Ancora insiste con questa storia!

DOGIEN:Dov’è il corpo di quello che credete sia io? Dove lo tenete?

LARSEN: Stanno facendo l’autopsia

DOGIEN:Posso vederlo?

LARSEN:No

DOGIEN: Come avete stabilito che quel corpo è il mio?

LARSEN: I documenti che aveva…

DOGIEN:Io ho perso i documenti, quell’uomo deve averli trovati e …ecco spiegato l’equivoco

LARSEN: Quell’uomo è stato indicato come Dogien, dal personale del supermercato. Era un cliente abituale, lo conoscevano benissimo

DOGIEN: Ma lei lo ha visto in viso? Mi rassomiglia?

LARSEN: Gli hanno sparato in faccia. Tre colpi. E’ devastato.

DOGIEN: Mia moglie…mia moglie ha visto il corpo?

LARSEN: Sua moglie chi è?

DOGIEN: La signora Dogien , commissario. Io sono sposato alla signora Dogien

LARSEN: La signora Dogien non ha ancora visto il corpo del marito.

DOGIEN: Mostrateglielo

LARSEN: Sarà fatto. Stia tranquillo. Conosce i signori Clementi, Basile e Vermont?

DOGIEN:Certo che li conosco

LARSEN: Mi sa dire chi sono?

DOGIEN: Clementi è il mio collega di studio. La signora Basile è la governante di casa e Vermont è il mio commercialista.

LARSEN: E’ il suo commercialista? Lo era anche di Dogien.

DOGIEN:Sono io….Commissario… io…

LARSEN:Queste persone sono dietro quella parete che è dotata di fori per il riconoscimento da parte dei testimoni. Li ho fatti chiamare, la stanno osservando.

DOGIEN: Bene. Finalmente un’idea intelligente.

LARSEN (parlando ad un telefono interno): Sergente allora?

DOGIEN: Li faccia venire qui

LARSEN( sempre al telefono): Non avevo dubbi. Grazie. Può farli andare.

DOGIEN: Ebbene?

LARSEN: Non l’hanno riconosciuta

DOGIEN: E’ una follia

LARSEN: Comincio a crederlo anch’io

DOGIEN: La prego mi aiuti

LARSEN:Davvero non ricorda il suo nome?

DOGIEN: Sono il Dottor Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN: Ha parenti. Ricorda il nome di qualche suo parente?

DOGIEN: Ho un lontano cugino che vive in Argentina

LARSEN:Fratelli ?

DOGIEN: Uno. E’ morto l’anno scorso

LARSEN:Come si chiamava?

DOGIEN: Paolo

LARSEN:Paolo…e basta?

DOGIEN:Dogien. Naturalmente

LARSEN: Sono costretto a trattenerla in Questura per questa notte

DOGIEN: Mia moglie è impazzita

LARSEN:E il commercialista di Dogien? E la governante ? Tutti impazziti?

DOGIEN: Non può essere

LARSEN: Appunto. Come fa a conoscere i particolari della vita di Dogien?

DOGIEN: Cioè?

LARSEN: Sono notizie che mi ha dato anche la moglie. Il fratello morto. Il cugino in Argentina. Lei come fa a sapere queste cose?

DOGIEN: Non ha capito chi sono?

LARSEN: Me lo dica lei

DOGIEN: Sono il Dottor Hans Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN: Lei è un bugiardo

DOGIEN: Sono il Dottor Hans Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN: Lei è un bugiardo

DOGIEN: Sono il Dottor Hans Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario.

LARSEN:Lei è….

DOGIEN: Testa di cazzo, un poliziotto testa di cazzo, mi faccia parlare con un superiore, mi faccia parlare con un questore, un prefetto, una persona normale (lo assale ma il commissario è più forte e lo blocca, rimettendogli le manette)

LARSEN: Un altro scherzo del genere, e te la faccio pagare cara.

DOGIEN: C’è un complotto, una congiura, controllate la mia grafia, il sangue, qualcosa …sono io Dogien.

LARSEN:Per ora resta in cella, in attesa di ulteriori accertamenti.

DOGIEN:Nooo..noooo. Marta….chiamate Marta…ditegli che sono vivo, gridategli che sono vivo.

Stanza di una clinica per malati mentali.

DOGIEN seduto a un tavolo scrive su dei fogli. Un dottore è in piedi alle sue spalle.

DOGIEN: Vede Dottore, queste sono almeno cento firme. Possono confrontarle. Fare una perizia. Vedranno che la mia scrittura è uguale a quella di Dogien. Cioè è uguale alla mia che..

MARVAS:Ci sono falsari che possono copiare qualsiasi firma, mio caro Jimmy

DOGIEN: Perché continua a chiamarmi Jimmy ?

MARVAS:Perché non hai un nome, Jimmy è quello che ti hanno affibbiato i tuoi compagni

DOGIEN:Compagni. Che compagni. Questa è una massa di pazzi scatenati. Criminali assolti per incapacità di intendere e volere. Bestie che la follia ha salvato dalla galera

MARVAS: Sono persone mentalmente disturbate

DOGIEN: Che mi chiamano Jimmy

MARVAS: Ti innervosisce questo nome?

DOGIEN: Io mi chiamo Hans

MARVAS:Cosa ti fa venire in mente il nome Jimmy ? E perché ti piace più di Hans?

DOGIEN:Cazzo è il mio nome Hans. Punto. Hans. Punto. Non Jimmy .

MARVAS: Da ragazzino come ti chiamavano?

DOGIEN:Hans

MARVAS:Neppure un diminuitivo?

DOGIEN: Si

MARVAS:Quale?

DOGIEN:Testa di uccello

MARVAS:Testa di uccello e..perché?

DOGIEN:Perché ce l’avevo grosso e più lungo degli altri.

MARVAS: E questo era un problema per te?

DOGIEN: Essere chiamato testa di uccello?

MARVAS: Si..voglio dire essere superdotato

DOGIEN: Vada a fare in culo

MARVAS: Ti veniva sempre fuori quest’aggressività quando ti chiamavano….testa di…

DOGIEN:Di cazzo…a lei scommetto che la chiamavano testa di cazzo.

MARVAS: Secondo te Dogien era normodotato?

DOGIEN:Che?

MARVAS: Hai capito benissimo, avresti voluto avere il sesso di Dogien?

DOGIEN:Dottore io non sono pazzo. Mi creda. La smetta con questa stupide domande.

MARVAS:Non sei pazzo …lo so.

DOGIEN:E che sono allora?

MARVAS:E’ un fenomeno dissociativo. In presenza di fortissimi stress, può verificarsi un’amnesia totale. Nei casi più gravi l’amnesia può essere accompagnata da un’incoscia sostituzione della personalità. In pratica, per annullare radicalmente la propria identità, se ne assume un’altra, che possa estirpare totalmente la precedente.

DOGIEN:Cioè io non sarei Dogien ma un altro.

MARVAS:Ritengo che tu fossi una persona molto vicina a Dogien, che magari sua moglie non conosceva. Un amico segreto..un confidente..un amante

DOGIEN:Un amante?

MARVAS:E perché no?

DOGIEN: Io non ho mai avuto amanti. Tantomeno del mio stesso sesso.

MARVAS: Tu o Dogien?

DOGIEN:Dogien

MARVAS: Magari avrebbe voluto

DOGIEN: No ..sono sicuro di no.

MARVAS:Raccontami di nuovo come è andata quando sei arrivato a casa Dogien.

DOGIEN: La pioggia non aveva avuto pietà. Gocce fredde scivolavano lentamente sulla mia schiena. Fatico a cercare la chiave della porta di casa. Non la trovo. Suono, qualcuno verrà ad aprire. Mi sento insolitamente agitato. La pioggia, l’umidità, un prete con la faccia da folle che perdeva tempo alle casse del supermercato. Mia moglie che apre con lo sguardo sorpreso. Senza una ragione non le chiedo nulla. Non ho voglia di parlare. Entro in salone. Sul divano c’è una testa dai capelli grigi, che si volta e saluta a malapena. Rispondo, ma prima di presentarmi ho voglia di togliermi l’umidità dell’impermeabile. Mentre lo faccio, elenco a mia moglie la lista degli acquisti. Detersivi, cera, stoviglie di carta. Non avevo fame quella sera. Non avevo comprato nulla da mangiare. Mi sento confuso. Sulla sedia all’angolo del salone il prete sorseggia un bicchiere di porto. Bisognerebbe fare la spesa via Internet. Mia moglie sembra non capire. Le novità la spaventano. E’ esageratamente atterrita. Ho acqua anche nelle scarpe. Non faccio a tempo a toglierle. Marta mi chiede chi sono. Non è il momento di scherzare. Marta mi dice di andare via. Non riesco a capire. Marta dice che non mi conosce. Non riesco a capire. Il prete fa cadere del porto sul tappeto. Marta non se ne accorge. Vorrei avvertirla. Non riesco a parlare. Lei dice che non mi conosce. Qual è lo scherzo? La testa grigia mi avverte di stare calmo. E’ un commissario di polizia. "Il dottor Dogien è morto, sono qui per avvertire la signora". Le sue parole le getta così, come se raccontasse una barzelletta. Sorrido, Dogien sono io e sto benissimo. Marta ha le lacrime che le rigano il viso. Non capisco. Il prete continua a bere sgocciolando sul tappeto. Marta non se ne accorge. Cerco di far finta di niente. Se si macchia il tappeto è capace di una crisi isterica. Io ho sete e sono stanco di questa situazione. Vorrei che il commissario andasse via. Marta singhiozza. Sta male. Devo avvertire un medico. Marta inizia ad urlare. Sta malissimo, è evidente che sta malissimo. Il commissario mi chiede i documenti. Non trovo nulla, libretto degli assegni, le carte di credito, ho solo pochi contanti con me. Ma sui contanti non c’è stampata la mia fotografia. Marta e’ come svuotata, non le importa nulla. Il prete sta vomitando sul pavimento. L’odore del vomito del prete mi costringe a tossire. Avverto della confusione, vedo a malapena Marta che si agita dinanzi al mio corpo. Non riesco ad accorgermi che il commissario mi arriva alle spalle bloccandomi le braccia. In pochi secondi mi trovo ammanettato. Mi colpisce con un forte calcio alla nuca. Marta ha gridato che non sono suo marito.

MARVAS: Sei confuso

DOGIEN: E chi non lo sarebbe al posto mio?

MARVAS: Hai acquisito una nuova identità, ma ancora c’è qualcosa che si ribella ad una identificazione totale. E’ una convenzione nevrotica

DOGIEN: Lei è sicuro che io non sia Dogien?

MARVAS: Devi accettare la tua esistenza, che con quella di Dogien non ha nulla a che fare.

DOGIEN: Ma io non ho altre esistenze aldifuori di Dogien

MARVAS. Attualmente sei privo di identità. Devi recuperarne una.

DOGIEN: Ma le identità non si vendono per strada, mica ci sono le offerte di identità

MARVAS: Ma non puoi rubarne una altrui.

DOGIEN: Io non ero amico di Dogien

MARVAS: Stai migliorando, già ne parli in terza persona

DOGIEN: Nel senso che non potevo esserlo, essendo Dogien stesso. Che senso avrebbe avuto …che senso avrebbe avuto rubare l’identità di un uomo diverso, di....sono confuso…così confuso.

MARVAS: Un uomo morto. Dogien è morto. dimenticalo.

DOGIEN:Ha parlato con Marta?

MARVAS:La signora Dogien?

DOGIEN: Mia moglie

MARVAS:Le ho telefonato

DOGIEN: Per quale motivo?

MARVAS:Capire il livello di identificazione in corso

DOGIEN: E quale livello avrei raggiunto?

MARVAS: Elevato, ma ci sono casi peggiori

DOGIEN:Ah si?

MARVAS: Le discordanze sono parecchie.

DOGIEN: Tra me e il marito di Marta?

MARVAS: Esatto. D’altronde è logico, tu non potevi conoscere ogni aspetto della esistenza di Dogien

DOGIEN: Mi tolga una curiosità. In cosa discorderei?

MARVAS: Nel tuo breve soggiorno in questa clinica non hai mai mangiato le arance. Eppure ti vengono servite sia a cena che a pranzo insieme all’altra frutta.

DOGIEN: Ebbene?

MARVAS: Dogien amava le arance

DOGIEN:Lo ha detto mia moglie?

MARVAS: Eh già. Sembra una facezia, eppure è un particolare da non sottovalutare.

DOGIEN:Le arance. Ho una moglie smemorata, che non ricorda che io odio le arance, e questo basta per farmi ritenere un dissociato.

MARVAS:E’ solo un particolare, indicativo, tutto qua.

DOGIEN: Non le è mai capitato? Che sua moglie le portasse una frittata di cipolla convinta di servirle il suo cibo preferito, ed invece sbagliando, perché lei le frittate le odia, non le sopporta.

MARVAS: Io adoro le frittate di cipolla

DOGIEN: Ed io odio le arance

MARVAS: E dormi a pancia in giù

DOGIEN: Che importanza ha come dormo?

MARVAS: Dogien dormiva a pancia in alto. Livello di identificazione non assoluto. Ma non prendertela, meglio così, hai più speranza di guarire completamente.

DOGIEN: Ha chiesto a mia moglie come preferivo farlo? Se da dietro, in posizione da missionario o appoggiati alla parete? E perché non mi porta una prostituta? Così verifica le sue teorie. E poi mi dà un bel voto. Cinque in identificazione mio caro, te la sei sbattuta sul letto mentre io so che preferivi farlo sul divano.

MARVAS:Non devi angosciarti se non sei riuscito a sostituire integralmente la tua personalità con quella di Dogien, non è facile.

DOGIEN:Cercherò di migliorare ancora..

MARVAS:Dogien è morto. E’ inutile assumere le sembianze di uno spettro.

DOGIEN:Ci sono tanti modi per morire. Uno lo sto sperimentando, e giuro che è una sorpresa accorgermi che continuo a respirare.

MARVAS:Oggi verrai rilasciato. Il Giudice non ritiene ci sia qualcosa di rilevante a tuo carico. La misura di sicurezza è stata revocata. Ora devi a cercare la tua vita.

DOGIEN: E dove potrei trovarla un’altra vita?

MARVAS: Nella mente. Facendo affiorare i ricordi

DOGIEN: Se leggesse i miei ricordi…si renderebbe conto che quello che accade…non può accadere

MARVAS:Buona fortuna . Se hai bisogno chiamami a studio.

Sotto un ponte

DOGIEN:La centrale di polizia aveva odore di ascelle e tazze di caffè svuotate. Il neon mi procurava un leggero vortice alla testa, mentre il poliziotto davanti a me continuava a tempestarmi di domande. Sentivo il battito della tastiera di un computer risuonare dentro le mie orecchie. "Sono il Dottor Dogien…coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario". Vedevo il prete, seduto su una panca di legno con una piccola olivetti verde. Scriveva velocemente ma la pagina rimaneva bianca. Mi giravo perché qualcuno suonava continuamente ad un citofono, avevo voglia, senza un ragione, di alzarmi per andare a rispondere. Il poliziotto aveva l’alito cattivo, un misto di tabacco e arachidi tostate. Continuava a mangiarle gettando le bucce sopra un foglio di giornale, dove c’era la foto del prete vestito non ricordo come. Mi dicono che Dogien è stato ucciso alle 18 e 20. Ero vivo a quell’ora. Ero vivo e sembra che qualcuno voglia cancellare la mia esistenza. Gli hanno sparato in faccia. Si sono pure presi il disturbo di distruggergli la faccia, a quello stronzo che vuole prendere il mio posto da morto. E che se ne fa? Ormai è morto. Il poliziotto mi guarda stupito, forse ho parlato ad alta voce. Sempre meglio della sua, così puzzolente e sgradevole. Prova ancora a farmi domande. Clementi è il mio collega di studio. Gran bravo ragazzo. La signora Basile è la governante di casa da tre mesi, ma appena finisce questa storia la mando via perché non sa stirare e mi rovina tutte le camicie. Vermont è il mio commercialista. Con il suo cognome strano, da guerra d’indipendenza americana. Mi sfilano tutto e tre davanti. Nessuno di loro mi riconosce. Solo la Basile abbozza un timido sorriso. Clementi è imbarazzato, scuote il capo. Vermont ha l’aria altezzosa, mi osserva come se mi vedesse per la prima volta. Ed allora il poliziotto alza la cornetta di un citofono interno e parla con qualcuno, una specie di sibilo gracchiante che arriva alle mie orecchie in modo fastidioso, mentre mi incanto a guardare un orologio che muove le lancette da destra verso sinistra, e mi chiedo se sia uno specchio, o il mio cristallino si sia capovolto, o che il tempo abbia deciso di essere già andato troppo avanti e che bisogna ricominciare daccapo. Io inizio a ridere, a ridere a crepapelle, e mi sembra che tutta la centrale rida attorno a me, anche Vermont, mia moglie e le cassiere del supermercato, perché cavolo, se questo è uno scherzo, allora è lo scherzo più assurdo che sia mai stato organizzato. Mi guardo con attenzione attorno. Forse è una specie di Truman Show o di Grande Fratello. Ehi ragazzi dove avete messo i microfoni?. Ricomincio a ridere. "Non hai capito chi sono?" . "Sono il Dottor Hans Dogien….coniugato con Marta Dogien da 15 anni. Non abbiamo figli. Di professione veterinario". "Brutti pezzi di merda…..Sono il Dottor Hans Dogien…. Rido ancora più forte. Il prete continua a scrivere. Che cazzo scrive? Anche le mie risate scrive. Lo guardo fisso, ma lui non volta mai gli occhi verso di me. Il poliziotto getta sul tavolo una tessera dell’associazione veterinari. C’è una foto con sotto scritto Hans Dogien. La mia firma. La mia data di nascita. Ma quello della foto non sono io. Mi metto a piangere. E poi ad urlare. Mi portano via. Sudo, dentro la camicia di forza. Ed urlare mi fa male, ma continuo, ed il sudore scivola sulla mia schiena ancora bagnata.

BARBONE:Per me sei meraviglioso

DOGIEN:Che c’è di meraviglioso?

BARBONE: La vita. L’ho sempre pensato. Qualcuno ci prende per il culo. E’ meraviglioso prendere per il culo

DOGIEN:Non ti seguo

BARBONE: Li stai fottendo. Fai finta di essere vivo, ed invece sei morto. Meraviglioso.

DOGIEN: Giuro che non ti seguo

BARBONE: Bevi ancora del vino, vedrai che ci riesci.

DOGIEN:Non ho più un soldo.

BARBONE:Anch’io

DOGIEN:Sono andato nella mia banca, mi hanno sbattuto fuori.

BARBONE: A me è successo in tutte le banche della città

DOGIEN: Non mi hanno riconosciuto neppure i cassieri

BARBONE: Magari capitasse a me

DOGIEN: Non esisto più

BARBONE: Definitivamente

DOGIEN: Grazie. Sei proprio di aiuto

BARBONE: Fatti un sorso

DOGIEN: Dove cazzo lo rimedi questo vino? E’….

BARBONE:Vino della messa. Me lo regala un prete

DOGIEN: Bella consolazione

BARBONE:Scaccia via le ombre. Da quando lo bevo, non vengono più a trovarmi. Hanno paura

DOGIEN:Del vino?

BARBONE: Del sangue ..di Cristo. E ‘ vino benedetto.

DOGIEN:Ma che cavolo racconti?

BARBONE:Hai mai visto le ombre?

DOGIEN: Vuoi farmi paura?

BARBONE: Il mondo ne è pieno. Solo che non tutti le vedono

DOGIEN: Prima del vino le vedevi?

BARBONE: Si. In continuazione. Perciò sono scappato

DOGIEN:Per non vederle più?

BARBONE:Perché non mi credeva nessuno

DOGIEN:Anche a me non crede nessuno

BARBONE:E’ la cosa peggiore che possa capitare

DOGIEN: Io parlo di me non di ombre

BARBONE: Perché ad alcuni credono e ad altri no?

DOGIEN: Le ombre non esistono

BARBONE: Neppure Dogien esiste

DOGIEN: Si ..sono io Dogien

BARBONE: Ed io sono uno che vede le ombre che gli altri non vedono

DOGIEN: Che forma hanno?

BARBONE: Ne hanno mille di forme. Riescono ad avvolgere il tuo corpo. E mentre dormi non te ne accorgi. Ma si posano sopra di te. E ..ti senti soffocare, quando arrivano ti senti soffocare

DOGIEN: Bevo il vino

BARBONE: E’ l’unico modo per scacciarle

DOGIEN:Ho fame

BARBONE: Prova ad andare al semaforo

DOGIEN: E’ tardi..chi vuoi che passi?

BARBONE: Qualcuno capita. Magari una coppia, le ragazze si inteneriscono

DOGIEN: E poi che cazzo ci faccio con i soldi? A quest’ora è tutto chiuso

BARBONE: Bevi il vino..e guarda la luna

DOGIEN: Cos’ha la luna?

BARBONE: E’ orrenda

DOGIEN: Perché?

BARBONE: Ci hanno detto questa cosa. Che la luna non cadrà mai. Forza di gravitazione della terra. E se questa forza …questa forza non esistesse? O non fosse così potente da trattenerla? Ci hai pensato qualche volta? Prima sera. Cazzo non c’è luna, una settimana, un mese, ma la luna dov’è? Andata via. Dispersa nello spazio. E le poesie? Le canzoni? Che ne facciamo ora che non c’è la luna?

DOGIEN: I licantropi

BARBONE:Le maree

DOGIEN: I nomi del locali notturni

BARBONE: Le botti del vino

DOGIEN:Ho fame

BARBONE: Vai al semaforo

DOGIEN: Sei mai andato da un dottore?

BARBONE: Non mi serviva

DOGIEN:Poteva aiutarti per la faccenda delle ombre

BARBONE:Hai fame?

DOGIEN:Da morire

BARBONE: Puoi masticare i lacci delle scarpe. Serve. Io ho provato. Un po’ serve

DOGIEN:Domani vado dal mio vecchio salumierie

BARBONE: Perché?

DOGIEN: Era un brav’uomo. Regalava sempre qualcosa ai mendicanti

BARBONE: chiedigli un po’ di vino

DOGIEN: Non ti basta quello del prete?

BARBONE:Le ombre mi facevano compagnia.

Salumeria

DOGIEN:Salve

Salumiere: Buongiorno

DOGIEN: Bella mattinata vero?

Salumerie: Come tutte le altre

DOGIEN: Si..ma c’è un sole, ed un aria .L’aria sembra più pulita oggi.

Salumiere: E’ la tramontana: Si porta via lo smog

DOGIEN: Con quest’aria mi viene più appetito

SALUMIERE: Ho del prosciutto straordinario, ne vuole un etto?

DOGIEN:un etto?

SALUMIERE: Ne faccio due?

DOGIEN:Due?

SALUMIERE: Vada per due. Anche se avrei voluto farle assaggiare anche la mortadella

DOGIEN: La mortadella…

SALUMIERE: E’ con i pistacchi. Speciale

DOGIEN: Mortadella speciale.

SALUMIERE: Ne faccio un etto

DOGIEN: Di mortadella?

SALUMIERE: Concludiamo in bellezza?

DOGIEN: Concludiamo…in bellezza.

SALUMIERE: Mozzarelle di bufala. Solo un paio. Per assaggiare

DOGIEN:Non ho abbastanza soldi

SALUMIERE: Non importa.

DOGIEN:Non posso pagare nulla

SALUMIERE:La prossima volta

DOGIEN: La prossima volta?

SALUMIERE:Certo. Con comodo.

DOGIEN: Io non lo dimenticherò

SALUMIERE: Ecco…roba speciale.

DOGIEN:Grazie. Davvero. Dio la aiuterà per questo

SALUMIERE:Per così poco. Dio ha altro da fare

DOGIEN (andando via):Lei è un uomo perbene. Ecco cos’è. Una brava persona.

SALUMIERE: Arrivederci Dottore

DOGIEN (fermandosi e girandosi): Come..come ha detto?

SALUMIERE:Ho detto arrivederci

DOGIEN:Ah si, arrivederci. (Va per andare via poi si ferma di nuovo) No…lei non ha detto arrivederci, non semplicemente arrivederci. Mi ha chiamato dottore. Ha detto arrivederci dottore

SALUMIERE: Non ci avrò fatto caso

DOGIEN:Ha ragione. Mi scusi. Grazie..di nuovo grazie.

SALUMIERE: Ma poi non è la stessa cosa?

DOGIEN:Credo di sì. Sono io che…mi scusi..vado…

SALUMIERI: I veterinari non possono chiamarsi dottori?

DOGIEN: Secondo lei io …io sarei un veterinario?

SALUMIERE: Mi prende in giro Dottore?

DOGIEN: Senta..io devo chiederle una cortesia. Può sembrare una stupidaggine, ma per me è importante.

SALUMIERE: Mi dica dottore

DOGIEN: Può .. può chiamarmi per nome. Voglio dire può usare la parola dottore unita al mio nome. Ecco può fare questo per me?

SALUMIERE:Certo. Perché no?

DOGIEN:Allora, riproviamo, io la saluto e lei ricambia nel modo, nel modo che le ho appena indicato

SALUMIERE: Come vuole Dottor Dogien

DOGIEN:Bisogna riflettere prima di pronunciare il nome di una persona. Vede lei potrebbe confondersi. Una rassomiglianza, una cattiva memoria visiva. E cosi magari le potrebbe capitare di chiamare Dogien una persona che invece glielo ricorda, ma che non lo è, che non lo è mai stato, o che non lo è più.

SALUMIERE: Con tanti clienti, forse a volte mi confondo.

DOGIEN:Ecco lo vede? Magari Dogien è morto e lei mi scambia per ..per un morto

SALUMIERE: Starò più attento.

DOGIEN: Può darmi anche una bottiglia di vino? E’ per un mio amico. Le pagherò anche questa

SALUMIERE: Ma certo. Quale desidera?

DOGIEN: Scelga lei.

SALUMIERE: Un bel rosso d’annata. Prenda

DOGIEN: Grazie …e arrivedreci. Si..arrivederci.

SALUMIERE:Arrivederci Dottor Dogien

DOGIEN(fermandosi ancora una volta e parlando dopo una pausa): Come..come sta mia moglie?

SALUMIERE: Come?

DOGIEN: Voglio sapere come sta Marta

SALUMIERE:Io…io non lo so…oggi non è passata…

DOGIEN:E’ a casa?

SALUMIERE: Dottore io non so dove stia sua moglie

DOGIEN: Non ha importanza. Non ha importanza

Va via

Casa

DOGIEN: Questo psichiatra mi sta più simpatico del poliziotto. Ha un buon profumo addosso, e lo sguardo da furbo, ma non cattivo Mi considera pazzo. Dovrei trovare la forza di cambiare la sua opinione, ma in questa stanza è tutto bianco, quando è tutto bianco mi assale la paura. E non sono mica tanto lucido quando ho paura. Il bianco mi ricorda l’ospedale. Mio fratello che muore. E prima mio padre. E prima ancora mia madre. Mi sono fatto portare un block notes che sto riempendo di firme. Almeno un centinaio. Il prete studia i movimenti della mia mano. Poi si mette a scrivere. Non posso vedere ma giurerei che cerca di ripetere la mia firma. Non capisco perché debba assistere a questo colloquio. Io non sono credente. Dovrò segnalarlo alla direzione sanitaria. Ma al dottore non dico niente, preferisco parlare delle mie firme. Vorrei una perizia che confrontasse la mia scrittura con quella di Dogien, ci sarà pure in giro un documento firmato da lui, cioè da me. Il dottore mi osserva. Ma io insisto e firmo, insisto e firmo. E lui mi chiama Johnny. Un nome del cazzo che mi fa girare le palle da morire. Cosa mi fa venire in mente il nome Johnny? Che discorsi di merda. E’ il mio nome Hans. Punto. Hans. Punto. Non Johnny.. Ora lo mando a fare in culo al medico simpatico. "Vada a fare in culo" ecco l’ho detto, l’ho sputato fuori. Ma quello non si scompone. Giurerei di aver sentito il prete chiamarmi Johnny testa di uccello. Bastardo, vuole provocarmi. Ha i denti gialli il prete. A me i denti gialli fanno schifo. Smetto di guardarlo. Arrivano due infermieri. Mi tengono fermo. Mi asportano del sangue. Poi mi infilano un ago nei testicoli. Vogliono anche il mio sperma. E’ per via del Dna mi spiega il medico. L’ago mi fa un male cane. Sputo in faccia all’infermiere. Quel bastardo non si asciuga nemmeno la saliva. Ho di nuovo voglia di vomitare, mi va di essere lasciato solo con i miei succhi gastrici. C’è qualcuno che vuole sdoppiarmi, forse è un esperimento di manipolazione genetica. Per questo mi hanno bucato i testicoli. Vogliono clonarmi. Ormai ne ho la certezza. Sono confuso. Cazzo e chi non lo sarebbe al posto mio. E’ una convenzione nevrotica. Una convenzione nevrotica. Non l’avevo mai sentita. Il prete raccoglie l’ago della siringa gettata in un cestino. Lo conserva con cura. Lo psichiatra non se ne accorge. Mi dicono che sono libero di andare via.

MARTA : Secondo me hai avuto un incubo

DOGIEN: Giuro che è successo Marta

MARTA : Sei stressato. Come potevo non riconoscerti?

DOGIEN: Me lo chiedo anch’io

MARTA : Comunque non pensarci più.

DOGIEN:Bisogna avvertire il commissario

MARTA :Di cosa?

DOGIEN:Che non sono morto

MARTA :Non sei mai morto Hans

DOGIEN: Lo so. Ma lui credeva il contrario

MARTA : Hans, è stato soltanto un sogno.

DOGIEN: Almeno avvertilo che tu mi riconosci di nuovo

MARTA : Hans..tesoro…mi prenderebbero per folle. Ed anche a te. Non è successo nulla di quello che mi hai raccontato, se non nella tua mente

DOGIEN: Il vino…ecco il vino è lì..il vino c’è

MARTA : e con questo?

DOGIEN:Lo devo portare al mio amico..a quello che vive tra gli stracci sotto il ponte.

MARTA :Hans..vai a lavorare..devi solo andare a lavorare e lasciarti dietro tutto questo

DOGIEN: Ho…ho paura di uscire da casa

MARTA : Di cosa hai paura?

DOGIEN:Che quando torno…non ..tu non mi riconosci più. Puoi venire con me? Almeno una volta…puoi venire con me?

MARTA : Dovrei accompagnarti a lavoro?

DOGIEN:Ecco..magari è Clementi a non riconoscermi, tu potresti confermare che…

MARTA : Hans…

DOGIEN: Resto a casa…oggi è meglio che io resti a casa. Sono stanco...non so spiegartelo…cercherò di mettere ordine nella mia mente, alcuni pezzi non sono forse al posto giusto, è come se un’onda mi fosse entrata dentro il cervello, ed adesso mi galleggia qua e là, deve svuotarsi di tutto questo, ecco svuotarsi è il termine esatto.

MARTA : Vado a fare la mia seduta di massaggi. Torno presto. Se vuoi un calmante sono nel mio comodino

DOGIEN:Non ho bisogno di calmanti. Non ne ho alcun bisogno. Sono sano…sano di mente

MARTA : Ti voglio bene Hans

DOGIEN: Guardami Marta

MARTA : Ti vedo Hans

DOGIEN: Non dimenticarmi…non dimenticare i miei occhi, la mia bocca

MARTA : E’ bellissima la tua bocca

DOGIEN: Non farlo mai più...ti prego...neppure nella mia immaginazione, fa in modo che non accada mai più

MARTA : A presto Hans

DOGIEN: Vuoi…vuoi portarti una mia foto?

MARTA :Ti farebbe stare più tranquillo?

DOGIEN: Credo di si

MARTA : Prendo questa dell’anniversario. La metto in borsa. Va bene?

DOGIEN: Quella dell’anniversario. Così se non mi riconosci, puoi controllare, posso controllare anch’io.

MARTA : A dopo Hans

DOGIEN: Ciao Marta.

Rimane solo. Si accende una sigaretta. Suona il telefono. Alza la cornetta. Non risponde. Mette la cornetta giù. Si mette la faccia tra le mani. Si guarda ad uno specchio. Suonano alla porta. E’ indeciso. Suonano ancoraHa paura di aprire. Suonano ancora. Apre. Il Postino

Postino: C’è una lettera

DOGIEN: Indirizzata a chi?

POSTINO: C’è scritto Dottor Dogien.

DOGIEN: E’ sicuro di..aver bussato alla porta giusta?

POSTINO:Lei non è il Dottor Dogien?

DOGIEN: Credo di sì

POSTINO:Dottore mi prende in giro? Sono 10 anni che le vengo a portare la corrispondenza.

DOGIEN: A volte ci sono omonimie..

Postino: Io non conosco nessun altro che si chiami Dogien

DOGIEN: Potrebbe esserci, potrebbe esserci, non si sa mai.

POSTINO: Me la faccia sapere. Arrivederci

DOGIEN: Arrivederci

Chiude la porta

Si guarda attorno. Si asciuga il sudore dalla fronte. Sta per aprire la busta. Suonano ancora la porta.

DOGIEN (aprendo): Si è dimenticato qualcosa?

Non è il postino ma il Commissario

LARSEN: Prego?

DOGIEN: Lei è…lei è..

LARSEN: Che ci fai qui?

DOGIEN: E’ casa mia

LARSEN:Ti avevo avvertito di stare lontano da questa casa.

DOGIEN: le giuro che è casa mia

LARSEN: Come sei entrato?

DOGIEN:Mia moglie. Mia moglie ha aperto la porta.

LARSEN: sei un bugiardo.

DOGIEN:Chiami il postino. E’ appena uscito. Chiami il postino.

LARSEN: Non ho visto nessuno entrando nel portone

DOGIEN:Sarà ancora nel palazzo, lui sa chi sono io

LARSEN:Sei un millantatore. Un folle paranoico.

DOGIEN: Non è vero. Non è vero.

LARSEN: Dov’è la signora Dogien?

DOGIEN: Non la riguarda. Dov’è mia moglie non la riguarda

LARSEN: Che ne hai fatto?. Giuro che se le hai fatto del male…

DOGIEN: E’ uscita…mi creda è uscita

LARSEN: Non ci credo.

Il Commissario inizia a rovistare la casa E mentre rovista continua a fare domande

LARSEN:Dove sei stato dopo che sei uscito dalla clinica?

DOGIEN:In giro

LARSEN: Dove hai dormito?

DOGIEN: Non ricordo bene

LARSEN: Sei finito. Questa volta ti sbatto in galera

DOGIEN:Non sono un delinquente

LARSEN:Sei un paranoico pericoloso. La signora Dogien deve essere tutelata

DOGIEN: Marta ha detto che non è vero

Finendo di rovistare

LARSEN:Che non è vero cosa?

DOGIEN: Tutto questo. Mi ha detto che tu sei un incubo. Che non è mai accaduto nulla. Ecco ha detto così.

LARSEN: Stai delirando

DOGIEN:Marta dice che io non sono mai morto. E che tu non sei mai venuto qui, che non c’è stata nessuna rapina…e che….

LARSEN: Sei più pazzo di quanto pensassi

DOGIEN:Tu non esisti

LARSEN (tirandogli un cazzotto in pancia) Questo esiste?

DOGIEN:No. E’ un incubo. Come le ombre.

LARSEN:Che ombre?

DOGIEN: le ombre che poi il vino scaccia via. Il vino della messa.

LARSEN: Chiamo l’ambulanza.

DOGIEN: Il prete esiste? Se esisti tu esiste anche quel prete che mi segue ovunque?

LARSEN: C’è un prete che ti segue?

DOGIEN:Quello che era a casa l’altra volta, poi era anche in Commissariato e…

LARSEN: Non c’era nessun prete al commissariato

DOGIEN: Non esiste?

LARSEN: Te lo sei immaginato

DOGIEN:Se lui non esiste non esisti neppure tu

LARSEN: Chiamo l’ambulanza

DOGIEN: Chiama mia moglie

LARSEN: Dov’è?

DOGIEN:Al centro massaggi che sta a Piazza Dante

LARSEN: Tu come lo sai?

DOGIEN: io sono il marito

LARSEN: Non vuoi smettere di perseguitarla eh?

DOGIEN: Posso farti una domanda?

LARSEN: Che vuoi sapere?

DOGIEN:Il mio...funerale...l’hanno celebrato il mio funerale?

LARSEN: Vuoi dire il funerale del Dott. Dogien.?

DOGIEN:Proprio così

LARSEN: Si….certo che è stato celebrato.

DOGIEN:All’ora del tramonto per caso?

LARSEN:Cosi il Dottor Dogien aveva lasciato scritto nel suo testamento

DOGIEN:Lo so

LARSEN:Non cercare di imbrogliarmi

DOGIEN:E’ venuto mio cugino dall’Argentina?

LARSEN: Si, ma è ripartito il giorno stesso.

DOGIEN:E se fossi un fantasma? Se fossi solo un anima in cerca di pace? Se fossi morto per davvero?

LARSEN: Non incantarmi con i tuoi discorsi

DOGIEN: Aspetta…solo un’altra richiesta…

LARSEN: Che vuoi?

DOGIEN: Al funerale hai visto…hai visto se c’era una donna….una donna con i capelli rossi?

LARSEN: E gli occhi verdi?

DOGIEN: Come due smeraldi

LARSEN:No..non l’ho vista

DOGIEN: Allora non sono morto

LARSEN: Che vuoi dire?

DOGIEN:Che lei sarebbe venuta al mio funerale. Non sarebbe mai potuta mancare

LARSEN: E chi sarebbe la donna misteriosa?

DOGIEN: E’ una vecchia storia..che…come sapevi che ha gli occhi verdi?

LARSEN:Me lo hai detto tu

DOGIEN:No.Io ho parlato di smeraldi…quando tu già sapevi che erano verdi

LARSEN:Gli smeraldi sono sempre verdi.

DOGIEN:Era lì vero? Era lì e non me lo vuoi dire

LARSEN:Che importanza ha?

DOGIEN: Significa che sono morto per davvero

LARSEN: Dammi il numero del centro massaggi. Voglio verificare che la signora Dogien stia bene

DOGIEN: E’ sulla rubrica. Sotto la lettera esse

LARSEN: Perché esse?

DOGIEN:Salute e benessere

LARSEN:Anche la rubrica di casa Dogien conosci….

DOGIEN: Chiama. Chiedile se vuole parlare con me

LARSEN:Scordatelo. Ci parlo io. Senza dirle che sei qui. Non voglio che si allarmi troppo.

DOGIEN: Fai come ti pare.

LARSEN: Pronto. La signora Dogien per favore. Sono il commissario Larsen

DOGIEN: Che vestito aveva la donna dai capelli rossi?

LARSEN:C’è. Per una volta hai detto la verità

DOGIEN:Aveva il vestito a fiori blu?

LARSEN: Non interrompere. Pronto? Signora? Sono il commissario Larsen. Sono a casa sua in questo momento….Si?…. Mi dica..

DOGIEN: (mentre il commissario ascolta al telefono quello che dice Marta Dogien) Il vestito a fiori. L’aveva il giorno che ci siamo lasciati. Mi disse che non l’avrebbe mai più indossato . Sono sicuro che per il mio funerale lo metterebbe di nuovo. Nessuno capirebbe. Un vestito a fiori per un funerale. A fiori blu poi. Dei fiori larghi. Io l’adoravo quel vestito. Nessuno capirebbe. Ma io sarei felice .

Il commissario chiude il telefono. Si siede.

LARSEN:Hai una sigaretta?

DOGIEN:Si …certo

LARSEN:Fanno male

DOGIEN: Sempre meno di quanto ne fa la vita

LARSEN: Fumi da molto?

DOGIEN: Come te credo

LARSEN:Ti ricordi la prima sigaretta?

DOGIEN:No…non la ricordo più

LARSEN: E lei? La donna dai capelli rossi, la ricordi bene?

DOGIEN: Magicamente

LARSEN:Ne sei ancora innamorato?

DOGIEN:No io amo mia moglie

LARSEN: Non sembra da come parlavi di quegli occhi verdi

DOGIEN: E’ solo una magia. Nient’altro.

LARSEN:Difficile da spiegare

DOGIEN:Come tante altre cose

LARSEN: Marta Dogien sta venendo qui

DOGIEN: Sono ancora un impostore?

LARSEN:Mi ha raccontato che uscendo, ha lasciato suo marito a casa, vivo e vegeto

DOGIEN:Ti ha detto così?

LARSEN: Proprio così.

DOGIEN:Giura

LARSEN: Ti devo delle scuse

DOGIEN: Lei ha detto che …che io ero qui ..ha detto questa cosa…cioè che io sono …

LARSEN:Un grosso equivoco. Deve esserci stato un grosso equivoco.

DOGIEN:Allora non sono morto

LARSEN: Era lì , in prima fila

DOGIEN:Chi?

LARSEN:Al funerale. La donna con i capelli rossi e gli occhi di smeraldo

DOGIEN: Aveva un vestito a fiori?

LARSEN:Blu

DOGIEN: Come è .diventata?

LARSEN:Il suo viso ha ancora 18 anni

DOGIEN: Li avevi mai visti due occhi così verdi?

LARSEN: Erano smeraldi pieni di lacrime. Ma sorrideva.

DOGIEN: E’ bello che tu me l’abbia raccontato

LARSEN:E’ rimasta lì, ferma. Anche quando siamo andati via

DOGIEN: Pioveva?

LARSEN:No..non pioveva

DOGIEN: Allora piangeva per davvero

LARSEN:Dovrai farle sapere che sei…sei ancora vivo

DOGIEN:Credi che lo possa rimanere ancora per molto?

LARSEN:Intendi vivo?

DOGIEN: Intendo vivo.

LARSEN:Io vado. Aspetta tua moglie. Poi con calma verrete al commissariato. Bisogna capire chi è morto al posto tuo.

DOGIEN:Non le dirai nulla vero?

LARSEN: Degli smeraldi e del vestito a fiori?

DOGIEN: Non capirebbe

LARSEN: E’ difficile da capire

LARSEN esce

DOGIEN rimane solo. Beve del liquore. Va in un’altra stanza. Entra la signora Marta Dogien, ha diversa pettinatura e vestito. Poggia la borsa.

MARTA : Hans

DOGIEN (Da fuori scena) Arrivo. Un attimo.

MARTA :Dove sei Hans?

DOGIEN:Eccomi

MARTA : Come stai?

DOGIEN:Io bene

MARTA : Mi ha chiamato il commissario. Ho cercato di spiegargli l’equivoco, che tu sei vivo, che sei il mio Hans. Ho fatto una corsa, ma non sono riuscita ad arrivare prima. E’ andato via? Ci ha creduto? Devi aver passato attimi terribili.

DOGIEN: Chi sei?

MARTA : Dio che vicenda incredibile.

DOGIEN: Chi sei?

MARTA : Hans? Stai male? Sono Marta

DOGIEN:No. Non sei Marta.

MARTA :Hans ..Hans ti prego già è successo di tutto, ora non complichiamo ulteriormente…

DOGIEN: Non voglio complicare nulla. Mia moglie è un’altra

MARTA : Sono Marta Dogien. Qualunque cosa, ma io sono Marta Dogien

DOGIEN:Cosa sta accadendo? Chi ha bussato alla mia vita? Entrano da ogni parte. Senza che io possa impedirglielo. E tu da dove arrivi? Quanti punti interrogativi porti con te? Quale spazio ho lasciato libero per farti intrufolare? Sembro un libro dove le pagine sono mescolate. Un disordine continuo.

MARTA : Devi farti aiutare

DOGIEN:Da chi?

MARTA :Da me. Sono tua moglie

DOGIEN: No. Non sei Marta.

MARTA : Si. Sei sconvolto. La morte presunta. Il funerale,la tua assenza senza spiegarmi nulla. Hai bisogno d’aiuto

DOGIEN: La mia assenza?

MARTA :Non sei più tornato dal supermercato. Soltanto oggi ti sei deciso a tornare a casa. Quell’uomo ucciso. Tutti che credevano fossi tu.

DOGIEN:Non ero io?

MARTA :E quell’impostore! Un uomo che sosteneva di essere Hans Dogien

DOGIEN:C’è un uomo così folle che vuole la mia vita?

MARTA : Si è presentato in questa casa come nulla fosse. Figurati. Aveva fatto anche la spesa. Mi voleva fare impazzire. Per fortuna c’era il commissario

DOGIEN:Lo ha arrestato?

MARTA :Certo che si

DOGIEN:Ero io

MARTA : Hans…

DOGIEN:Quell’uomo ero io

MARTA : Non è vero.

DOGIEN: Ero io, ma non ricordo la tua presenza.

MARTA : Non è possibile

DOGIEN:C’era mia moglie. Marta. Che fine ha fatto?

MARTA : Hans io sono Marta

DOGIEN: Tu sei Marta

MARTA : Proprio così

DOGIEN: C’è stato un funerale ultimamente?

MARTA :Lo sai. E’ stato orribile, tutti credevano che fossi morto.

DOGIEN: Pioveva?

MARTA : Un vero diluvio

DOGIEN:A che ora lo avete celebrato?

MARTA : Di mattina

DOGIEN:Nel testamento c’era scritto al tramonto.

MARTA : Lo so….ma che importanza ha? Possiamo considerarlo fasullo. Tu sei vivo.

DOGIEN:E’ venuto mio cugino dall’Argentina?

MARTA : No. Non siamo riusciti a rintracciarlo.

DOGIEN: C’era una donna, con i capelli rossi e..e gli occhi verdi?

MARTA :Fammi ricordare…si …l’ho notata perché aveva un vestito a fiori blu

DOGIEN: E’ venuta anche questa volta

MARTA : Come?

DOGIEN: Viene ad ogni mio funerale. All’alba o al tramonto. Che piova o con il sole.

MARTA : Ti sei convinto ora?

DOGIEN: Di cosa?

MARTA :Che sono tua moglie

DOGIEN: Sei mia moglie. Dov’è la foto del nostro anniversario?. Era qui. Non la vedo.

MARTA : L’ho portata con me.

DOGIEN:Perché?

MARTA :Me lo hai chiesto tu, non ricordi?

DOGIEN:Io l’ho chiesto a Marta non a te

MARTA :Vuoi vedere la foto?

DOGIEN:Si..la voglio vedere

MARTA : Eccola

DOGIEN: La guardo?

MARTA :Credo sia meglio per tutti e due

DOGIEN: Bella

MARTA : Ci sei vero?

DOGIEN:Si io ci sono

MARTA :Ed a fianco a te, la donna a fianco a te la riconosci?

DOGIEN:Si. La riconosco

MARTA : E chi è?

DOGIEN: Sei tu. Invece di Marta ora ci sei tu.

MARTA :Io sono Marta e ci sono sempre stata in quella fotografia

DOGIEN: E’ strano…è tutto così strano. Prova a continuare a parlare ma non riesce a pronunciare le parole

MARTA : Ti sembra strano..ma non lo è

DOGIEN: Dove è la chiave della cassaforte?

MARTA :Dove è sempre stata credo

DOGIEN: Non ricordo più quale è il posto

MARTA : Dentro la scatola del riso integrale

DOGIEN: Come lo hai scoperto?

MARTA :Scoperto? Lo abbiamo deciso insieme, non ricordi?

DOGIEN: E …e che giorno era quando..quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta?

MARTA : Facile. 31 ottobre,

DOGIEN:Anche questo sai?

MARTA : E come potrei dimenticarlo?

DOGIEN: Ho smarrito..ho smarrito il senso di quello che succede. Nessuno mi crederebbe lo so. Ma …hai visto…hai visto….

MARTA :Cosa?

DOGIEN:Non fa niente. Non fa niente.

MARTA : Vuoi una spremuta di arancia?

DOGIEN: Io le odio le arance

MARTA :Già…è vero..tu odi le arance

DOGIEN: Non lo ricordavi?

MARTA : Certo. Ero distratta

DOGIEN: Io ho sempre odiato le arance e tu..tu mi chiedi…

MARTA : Invece adori la cioccolata

DOGIEN:Sì, adoro la cioccolata. Questa parte della lezione l’hai imparata bene.

Suona il telefono

DOGIEN: Rispondo io

MARTA : Se è per me non ci sono

DOGIEN:Perché?

MARTA :Non ho voglia di parlare con nessuno

DOGIEN:Perché non vuoi rispondere?

MARTA :Sono stanca. Preferisco evitare seccature.

DOGIEN:Potrebbe essere importante

MARTA : Bè chiedi chi è, richiamerò…

DOGIEN:Magari è anche urgente

MARTA : Rispondi e dì che sono uscita..per favore

DOGIEN:Rispondo e..se chiedono di Marta Dogien…

MARTA : Marta Dogien non c’è

DOGIEN:Non c’è.Marta …non c’è

MARTA : Bravo. Rispondi in questo modo

DOGIEN (risponde): Pronto? Si? Lei vuole Marta Dogien? E’ sicuro? Marta Dogien..certo..è qui accanto a me, ecco

MARTA Ti avevo avvertito di....

DOGIEN: Ecco..le passo la signora Marta Dogien

MARTA :Pronto? Pronto? Si certo. Non si preoccupi. La relazione sarà pronta domani. Grazie. Certo le saluto mio marito. Stia tranquillo, glielo dirò. Grazie. (attacca il telefono) Non l’hai riconosciuto?

DOGIEN:Chi era?

MARTA :Il mio capo. Potevi salutarlo, c’è rimasto male che non l’hai riconosciuto.. Per fortuna che almeno mi hai passato la telefonata

DOGIEN:Una fortuna

MARTA :Una grande fortuna

DOGIEN: E’strano…si è strano. Devo ..devo respirare aria pulita. Devo fare andare fuori, ho bisogno di vedere il cielo.

MARTA:Vai via?

DOGIEN:Soltanto quattro passi, soltanto per guardare il cielo.

Dal Salumiere

DOGIEN:Salve

SALUMIERE:Buona sera

DOGIEN: Non si saluta più ?

SALUMIERE:L’ho salutata

DOGIEN:E che non avendo pronunciato il nome….

SALUMIERE:Dottore ha sempre voglia di scherzare

DOGIEN: Ha visto mia moglie?

SALUMIERE:E’ venuta 10 minuti fa,Non è salita in casa?

DOGIEN:Marta?

SALUMIERE: Si. Sua moglie

DOGIEN:E’ salita in casa vero?

SALUMIERE:Scusi ma lei da dove arriva? Non era lì?

DOGIEN:Certo

SALUMIERE: E vi siete incontrati?

DOGIEN:Sicuro

SALUMIERE:Le ha portato le pesche?

DOGIEN:Le pesche?

SALUMIERE:Si..aveva una busta piena di pesche gialle

DOGIEN: Non aveva pesche

SALUMIERE: Come no? Erano almeno 6 chili

DOGIEN:Erano arance. Sei chili di arance

SALUMIERE:Ma se lo sanno tutti che il Dottor Dogien odia le arance

DOGIEN:Se ne era dimenticata.

SALUMIERE:Guardi che erano pesche

DOGIEN: Io ho sempre odiato le arance

SALUMIERE: Torni a casa. Sicuro che sono pesche

DOGIEN:No. Io non ci torno a casa.

Strada

LARSEN in attesa, arriva DOGIEN

DOGIEN: Commissario

LARSEN: Cosa è successo?

DOGIEN: Io sono….

LARSEN:Lo so chi sei. Mi prendi in giro?

DOGIEN: Prima di parlare..prima di parlare…posso fare una domanda..solo una domanda..magari che appare senza senso..ma una domanda

LARSEN: Certo che la puoi fare

DOGIEN: Se io dico occhi verdi che mi rispondi?

LARSEN:Smeraldi..ma non mi sembra opportuno tornare sull’argomento, con quello che è successo

DOGIEN: Si…smeraldi. Risposta esatta.

LARSEN:Hans..io volevo dirti..

DOGIEN:No aspetta…sono io che devo parlare..sei disposto a credere ogni parola che io ti dirò?

LARSEN:Hans non occorre che tu mi fornisca spiegazioni

DOGIEN: No. Ti prego. Devi ascoltarmi

LARSEN:Nessuno pensa di incolparti per quello che è successo

DOGIEN: Si ma….

LARSEN: E’ normale che tu sia sconvolto. Anche essere sparito così, senza dire nulla, chiunque avrebbe potuto farlo, davanti ad una cosa così assurda

DOGIEN:La pensi come me allora

LARSEN:Si. E’ assurdo. Inspiegabile

DOGIEN:Ed ora avete chiarito ..chiarito….

LARSEN:è stato chiarito ogni cosa. Tutto ricostruito nei minimi dettagli

DOGIEN:Sono contento. Sono contento. E Marta?

LARSEN:E’ stata cremata. Come era nelle sue volontà

DOGIEN: Marta…

LARSEN: Abbiamo ricostruito ogni cosa. Non penso certo di incolparti di omicidio. E’ stato un suicidio. Non c’è dubbio. Nessuno la spinta nel vuoto, dalla finestra si è gettata da sola, Dio sa per quale ragione.

DOGIEN:Marta….

LARSEN: L’abbiamo cremata ieri. Non sapevamo dove fossi e lei aveva lasciato scritto che non voleva essere seppellita. Non potevamo aspettare, ci sono dei regolamenti igienici inderogabili. Ma non fartene una colpa. Capisco che tu fossi sconvolto

DOGIEN:Lei ha aperto la finestra. Ha fatto passare una gamba, poi l’altra, e giù di sotto.

LARSEN:Dalla finestra della camera da letto

DOGIEN:Ed è stata cremata

LARSEN: Cosi aveva voluto

DOGIEN:Avete fotografato il corpo..il corpo…

LARSEN:No. Meglio per te. Ne conserverai un ricordo da viva.

DOGIEN:Sei sicuro che fosse Marta?

LARSEN: Rassegnati Hans

DOGIEN: magari era un’altra donna

LARSEN: Niente da fare Hans. Questa volta nessun scambio di persona.

DOGIEN:Vedi Larsen. L’altra volta, dal centro massaggi è arrivata …io volevo dirti che è arrivata…non ci crederesti

LARSEN: Ora devi riposare. Prenditi una vacanza. Stacca la spina.

DOGIEN: Povera Marta. Ha lasciato un foglio..qualcosa?..

LARSEN: Niente spiegazioni. Ma non addossarti colpe che non hai.

DOGIEN: Il suo corpo era intatto quando..

LARSEN:E’stato un volo di trenta metri

DOGIEN:Non c’è modo per sapere più nulla

LARSEN: Rimarrà un mistero

DOGIEN:Un episodio. Un tragico episodio

LARSEN:Ma la vita deve continuare

DOGIEN:Quale? Quale vita?

LARSEN:La tua. Anche senza di lei

DOGIEN:Devo tornare a casa. Ci sarà molta roba da sistemare

LARSEN: Torna a casa ma riposati. Per mettere a posto la roba ci sarà tempo. Subito sarebbe troppo doloroso

DOGIEN: Tu credi?

LARSEN: Fatti consigliare, ci sono passato anch’io

DOGIEN: Sei vedovo pure tu?

LARSEN:Due anni fa, in un incidente stradale

DOGIEN:Brutta roba

LARSEN:Tremenda da mandare giù

DOGIEN: Quando ti sei rassegnato all’idea di averla persa?

LARSEN:Ci vuole tempo. Hans, devi solo lasciarlo trascorre

DOGIEN:Non hai mai avuto il dubbio che non fosse lei quella morta,ma un’altra, non so, una sosia, un’omonimia.

LARSEN: Devi solo lasciare il tempo trascorrere

DOGIEN ed il Barbone sotto il ponte

DOGIEN: Sono scappato quasi subito. Era strano. Capisci, arance al posto di pesche. E’ una dimensione sconosciuta. Non ci sono le regole della vita. Della vita quotidiana. E’ cambiato tutto. Va oltre. E poi sembra tornate indietro. Invece prende un’altra direzione. Come se ci fossero dei sentieri che si biforcano. Lo hai mai letto Borges? Questa nuova Marta, me la sono trovata davanti, così, all’improvviso. Non me l’aspettavo. Lei mi dice questa cosa, del 31 ottobre, cazzo non lo sapeva nessuno del 31 ottobre. Secondo me hanno rapito la vera Marta. Non si spiega. Lei ha raccontato tutto di me….e così loro lo sanno. Questa nuova è preparata capisci? Risponde ad ogni domanda. Anche quella della chiave della cassaforte. Ma il 31 ottobre, perché lei, cioè la mia Marta, ha raccontato del 31 ottobre? Non lo sapeva nessuno. E poi Larsen mi dice che è morta. Ma quale Marta si è uccisa? Quale delle due? Mi auguro fosse l’ultima che ho incontrato.

BARBONE:LA tua Marta precedente non t’aveva riconosciuto

DOGIEN:E le arance? Come la mettiamo con le arance?

BARBONE:La nuova Marta della cioccolata si è ricordata

DOGIEN: Non era difficile

BARBONE: Stai sempre rintanato qui.Hai paura?

DOGIEN: Da morire

BARBONE:Il prete c’era ancora?

DOGIEN: Si. Era il postino. Non potrei giurarci. Ma sono sicuro che fosse lui travestito da postino. Mi ha detto che era 10 anni che mi portava la corrispondenza. Non era vero. Sono sicuro fosse il prete.

BARBONE:E la lettera che ti ha recapitato, l’hai letta?

DOGIEN:non c’è stato il tempo

BARBONE: Tornatene a casa. Una moglie vale l’altra

DOGIEN:Non ci torno a casa

BARBONE: Hai paura?

DOGIEN:Tu ne avresti?

BARBONE: Io non sono più tornato

DOGIEN:E le ombre ti hanno seguito?

BARBONE:A te può andare meglio

DOGIEN: Secondo te sono vivo?

BARBONE: Potrebbe essere un’altra vita, un errore, come uno scambio di binari, azionato male. Stai viaggiando per una diversa direzione.

DOGIEN:Che sciocchezza

BARBONE:Oppure sei pazzo. Un pazzo meraviglioso.

DOGIEN: Un pazzo meraviglioso

BARBONE: Non sei triste per tua moglie?

DOGIEN:Quale?

BARBONE:Bella domanda

DOGIEN:Si lo sono. Ma forse tutto questo non è vero, io sto sognando e lei è accanto a me che dorme

BARBONE: Non bisognerebbe addormentarsi mai. Accadono cose spaventose mentre si dorme

Entra un uomo vestito di stracci, si siede vicino a loro.

DOGIEN:E questo chi è?

BARBONE:Abbiamo un nuovo inquilino

DOGIEN: Ehi inquilino?

BARBONE: Straccione ci senti?

DOGIEN: Sta sull’incazzato

BARBONE:Forse è sordo

DOGIEN:Oppure straniero e non capisce

BARBONE: Ehi stronzetto, metti giù quella bottiglia che è mia

DOGIEN:Bè non si chiede il permesso?

BARBONE: Bellezza se non lasci la bottiglia saranno guai per te

DOGIEN:Abbiamo difeso il territorio da gente peggiore della tua

BARBONE:Compreso il semaforo, che è roba esclusiva, capito?

DOGIEN: Non la molla

BARBONE: Stronzo, stai esagerando, l’hai provata, ora mettila giù

DOGIEN: Vediamo che faccia ha.

Si avvicinano.

BARBONE:Allora, ti sei dissetato?

DOGIEN: Dio santo!

BARBONE:Che c’è?

DOGIEN:Lui è..lui è…

BARBONE:Chi?

DOGIEN:Il medico. E’ il medico

BARBONE:Lo psichiatra?

DOGIEN:Già è proprio lui

BARBONE: Ehi..mi senti?

DOGIEN:Cazzo è lui

BARBONE:A furia di curare cervelli gli si è marcito il suo

DOGIEN:Dottore Marvas. Mi riconosci?

BARBONE:E’ completamente fatto

DOGIEN:Ehi mi riconosci:Sono Hans, Hans Dogien

BARBONE: Lo riconosci bellezza?

MARVAS: Che cazzo volete?

DOGIEN:Sono io, ti ricordi di me?

MARVAS:Fanculo

DOGIEN: Dogien. Quello della convenzione nevrotica

MARVAS:Non so di che stai parlando

BARBONE:Non facevi lo psichiatra?

MARVAS: No. Non ho mai fatto nulla nella vita

DOGIEN: Fanculo. Ti ho riconosciuto. Non mentire

MARVAS:vacci tu a fare in culo.

DOGIEN:IO sono Hans Dogien

MARVAS:Piacere. Carlo Bertier

DOGIEN: No. Tu ti chiami Marvas

MARVAS: Puoi chiamarmi cosi se ti va

DOGIEN: Quando hai lasciato l’ospedale?

MARVAS: Non rompermi i coglioni e dammi il vino

BARBONE:Il vino è mio professore

MARVAS: Allora lasciatemi dormire

DOGIEN: Senti Marvas, io devo farti delle domande

MARVAS: Perché non vai a crepare?

DOGIEN: Tu mi hai diagnosticato una psicosi, un disturbo dissociativo, l’hai chiamata convenzione nevrotica

MARVAS:Io non ti ho diagnosticato un cazzo di culo. Ma chi lo ha fatto, aveva sicuramente ragione

DOGIEN: Non puoi esserti dimenticato

MARVAS:E’ la prima volta che ti vedo in vita mia

DOGIEN: Sono Hans Dogien

MARVAS:Mai sentito nominare

DOGIEN inizia a pestarlo selvaggiamente

DOGIEN: Sono Hans Dogien. Bastardo. Stronzo. Figlio di Puttana. Tieni, prendi. Dimmi che sono Hans Dogien

MARVAS:Sei solo un pezzo di merda

Riprende a pestarlo

DOGIEN: Bastardo. Non mi prendere per il culo hai capito? Non te lo permetto. Chi ti ha mandato qui. E’stato il prete? Quella che si spaccia per mia moglie? Chi è stato? (lo massacra di botte)

BARBONE:Basta. Fermati. Lo stai ..

DOGIEN:Lo schiaccio come un lombrico…questo spione…lo riduco in poltiglia

BARBONE:Ora basta…cazzo hai perso il controllo

DOGIEN: Bastardo.Anche qui. Anche qui

BARBONE:Lo hai picchiato duro

DOGIEN: Devono lasciarmi perdere. Hai capito la lezione, Professor Marvas, l’hai capita?

BARBONE: Non può risponderti

DOGIEN:gli ho spaccato i denti?

BARBONE:Peggio.

DOGIEN:Che ha?

BARBONE: E’ andato. Gli avrai rotto la milza o il fegato.

DOGIEN: Che vuol dire è andato?

BARBONE:Che lo hai ucciso

DOGIEN:Non volevo…lui….

BARBONE:Ormai non possiamo fare più nulla per lui.

DOGIEN:Sicuro? Sicuro che..

BARBONE:Addio Professor Marvas o Carlo Bertier come cavolo si chiamava

DOGIEN:Si chiamava Marvas

BARBONE: Dobbiamo sloggiare da questo posto

DOGIEN:Ci manca solo un’accusa di omicidio

BARBONE: Dividiamoci.

DOGIEN:E’ stato un incidente

BARBONE: Capita, tanto per come era ridotto non sarebbe durato a lungo

DOGIEN: Credi?

BARBONE:Hai anticipato il viaggio di poco

DOGIEN: Non volevo, Dio solo sa che non volevo

BARBONE:Lo so anch’io.

DOGIEN:Devo avvertire Larsen. Ho ucciso un uomo. Devo avvertire Larsen

BARBONE:Ti arresteranno

DOGIEN:Devo dirglielo. Mi dispiace. Devo dirglielo

BARBONE:Sarai fottuto. Io sloggio

DOGIEN:Sei un vigliacco

BARBONE: E che mi importa?

Di nuovo strada

DOGIEN: Ciao Commisario

LARSEN:Come stai Hans?

DOGIEN:Non tanto bene. Ecco. Non bene.

LARSEN:Vorrei aiutarti Hans. Non ti lasci mai aiutare

DOGIEN:E’ vero, sono testardo a volte

LARSEN:Si. Non puoi pretendere di capire tutto. Accetta le cose come sono.

DOGIEN: Ci provo. Giuro che ci provo

LARSEN: Devi fidarti degli altri. Tu credi sempre che vogliano ingannarti

DOGIEN: No. Gli altri no. Magari la vita, o io stesso.

LARSEN: E’ tutto sotto controllo Hans

DOGIEN:Me lo giuri?

LARSEN:Te lo giuro

DOGIEN:Nessun pericolo per me?

LARSEN: No bello, nessun pericolo per te

DOGIEN:Mi piace citare le canzoni

LARSEN:Sei forte Hans

DOGIEN:Ma non sono venuto qui per questo

LARSEN: E cosa Hans? Con me puoi parlare

DOGIEN:Quel dottore, quello che fa lo psichiatra

LARSEN:Marvas?

DOGIEN:Si Marvas. Io devo dirti qualcosa a proposito di lui

LARSEN: Sai chi lo ha ucciso?.

DOGIEN: Sai già che è morto?

LARSEN: Certo. E’ stato assassinato il giorno che ti hanno dimesso dalla sua clinica.

DOGIEN:Non è stato ucciso oggi?

LARSEN: No Hans. Lo hanno pestato a sangue quel giorno lì, Credo siano stati dei balordi.

DOGIEN:dove è successo?

LARSEN: Sotto il ponte dell’uscita est. Lo conosci?

DOGIEN:Sotto quel ponte non è stato ucciso nessuno quel giorno lì

LARSEN: Non metterti in mezzo a questo affare. Lo ha trovato una pattuglia. Conciato per le feste. Sarà stato un balordo di periferia, o i barboni che bivaccano sotto il ponte, forse una rapina, chissà.

DOGIEN: Sono stato io. Ma non quel giorno, l’ho ucciso oggi.

LARSEN:Senti Hans, riposa. Passerà. Vedrai che passerà.

DOGIEN:Non mi credi?

LARSEN:Perché accusarti di un omicidio di cui non hai responsabilità?

DOGIEN:Nessuna responsabilità?

LARSEN: Nessuna

DOGIEN:E’ qualcosa che è sfuggita al controllo vero? Non proprio tutto può essere previsto

LARSEN:Capita

DOGIEN: Quindi lui è stato già seppellito

LARSEN: Proprio così

DOGIEN: E se vado al ponte, quello dell’uscita est, il suo corpo…

LARSEN:L’hanno portato via quel giorno stesso.

DOGIEN: Credi ai fantasmi Larsen?

LARSEN: No Hans. Non ne ho mai incontrato uno

DOGIEN:Io forse sì. Non ne sono proprio sicuro.

LARSEN: Fidati Hans

DOGIEN:Nessun pericolo?

LARSEN: Nessuno.

DOGIEN:Allora alla prossima.

LARSEN:Ti vengo a trovare

DOGIEN:Si. A casa mia

LARSEN; Certo a casa tua.

DOGIEN sotto il ponte da solo

DOGIEN:Non c’è il corpo. Io vado da questo cazzo di Larsen, e gli chiedo di quello là, dello psichiatra. E lui mi dice che è stato ucciso, qui, proprio qui, dove io l’ho preso a calci.. Mi dice che ha tutto sotto controllo, che devo stare calmo. Il corpo è stato portato via. E’ vero. Sono tornato qui apposta. Non c’è nessuno qui??? Non c’è nessuno. Come faccio? Cazzo come faccio? E chi c’è ora a casa mia? Marta? Quale delle due? Ci sono io? E l’altro chi è? Uno specchio? Quanti specchi? Se ne frantumo uno, lo riduco in mille pezzi. Ogni pezzo è un nuovo specchio. Se mi tagliassi un dito, domani lo ritroverei al suo posto? Non ricordo che giorno è oggi. Dovrei tagliarlo e stamparci una bella data sopra. Ho bisogno di un registratore. Vediamo se resta impressa ogni parte di questa storia. Una telecamera. Che mi spii ovunque io vada. Riavvolgere il nastro. Ritrovare l’inizio. Cancellare il seguito. Camminare sopra un filo appeso sul vuoto. Tagliare quel filo. Baciare la sabbia. Tuffarsi nel mare. Uscirne dal fondo. Cadere nel vuoto. Aggrapparsi ad una nuvola. Gridare ed accorgersi che è solo un sospiro. Morire per finta. Morire davvero. Un giorno vado via. Non mi credi? Un giorno vado via. Non c’è differenza. E’ tutto sotto controllo. Vengo a trovarti a casa. E Marta? Dov’è? E’ morta? Cazzo. Sentendomi irreale, non ho il coraggio di chiederlo, è come un sibilo che mi perfora la testa, era dentro di me, non me ne ero mai accorto, era con me, tutti questi anni, mi ha sempre tenuto compagnia, ma forse c’è un errore, qualcuno ha mescolato le carte, e le carte hanno cambiato colore, qualcuno ha confuso la follia con la realtà. Se mi volete così io accetto e vengo a scoprire il gioco, mi volete nudo? Io mi spoglio. Io mi spoglio ma non chiedetemi di rivestirmi, perché sto cercando la verità, e non la coprirò di bugie, mai più, mai più di bugie.

SALUMERIA

DOGIEN: Salve

Il salumiere sembra indaffarato, non risponde.

DOGIEN: Salve

SALUMIERE:Buongiorno

DOGIEN: E’ di cattivo umore?

SALUMIERE:Perché?

DOGIEN: Prima..non mi ha salutato

SALUMIERE:Oggi non è una bella giornata

DOGIEN:Avevo indovinato allora

SALUMIERE: E’ vero. Aveva indovinato

DOGIEN:Come mai?

SALUMIERE:Non credo le possa interessare

DOGIEN: Me lo dica lo stesso. Così per fare quattro chiacchiere

SALUMIERE: Mi dispiace ma non sono in vena di fare conversazione

DOGIE;Allora deve essere successa una cosa grave

SALUMIERE:E’ morta una persona a cui ero affezionato,

DOGIEN:Un parente?

SAUMIERE:Cliente. Io voglio bene ai miei clienti

DOGIEN: Una disgrazia?

SALUMIERE: Già, una disgrazia. Povera signora Dogien. Si muore senza una ragione…è terribile

DOGIEN:La morte sembra essere una cosa terribile

SALUMIERE: Perché non lo è?

DOGIEN:Ci sono cose peggiori

SALUMIERE: Ma la morte quando arriva così improvvisa..lascia….lascia senza parole

DOGIEN: Lei..oggi…Non mi ha riconosciuto.. Vero? Lei non mi ha riconosciuto

SALUMIERE:Dovrei?

DOGIEN:Si dovrebbe

SALUMIERE:Parente della signora Dogien?

DOGIEN: Più o meno

SALUMIERE: Le porga le mie condoglianze

DOGIEN:Non ho capito

SALUMIERE: Le porga le mie condoglianze

DOGIEN: A chi?

SALUMIERE:Alla povera Signor Dogien. Perdere il marito così giovane. Si volevano molto bene.

DOGIEN:E’ Hans Dogien ad essere morto? Non la moglie?

SALUMIERE:Ucciso. Durante una rapina al supermercato

DOGIEN (quasi piangendo):Non è vero

SALUMIERE:Assurdo vero? Uno va a comprare della frutta e viene ucciso. Una rapina ..una maledetta rapina

DOGIEN:Questo è già accaduto, non doveva succedere un’altra volta

SALUMIERE:In altri quartieri forse, qui era un posto tranquillo

DOGIEN:Lei non capisce

SALUMIERE:Siamo tutti assediati oramai

DOGIEN: Hans Dogien non può essere morto

SALUMIERE:Purtoppo ci è andato di mezzo lui, era una gran brava persona

DOGIEN:E che ne sa lei? Lo ha mai visto in faccia Hans Dogien?

SALUMIERE:Vuole scherzare? Lo conoscevo benissimo

DOGIEN: Lei non sa nulla di Dogien. Crede di saperne qualcosa, soltanto per avergli venduto qualche fetta di maiale?

SALUMIERE: Bè certo non eravamo amici, ma non vuol dire che la sua morte non mi colpisca

DOGIEN:Quale morte? Questa o quella precedente?

SALUMIERE:Non la sto seguendo

DOGIEN: Sei vivo tu? E sei solo? Credi di essere uno solo vero? Invece io ne ho incontrato un altro uguale a te. Non ci credi? Invece esiste. E riconosce i vecchi clienti

SALUMIERE: Io i clienti li riconosco sempre

DOGIEN: Non è vero. Bastardo. Non è vero. Bastardo. Bastardo

SALUMIERE:Che vuoi? Sei pazzo? Sei pazzo?

DOGIEN: Bastardo. Non è vero.

SALUMIERE:Vattene fuori, vattene via.

Esce. Va a casa. Trova la porta aperta. Entra C’è Larsen

DOGIEN (ora calmissimo):Larsen

LARSEN: Ancora qui

DOGIEN: Larsen

LARSEN: Cosa vuoi?

DOGIEN: Dogien

LARSEN: E’ morto. Lo sai

DOGIEN: Si..lo so

LARSEN: Senti, ti abbiamo rilasciato. Marvas ci ha assicurato che non saresti più tornato

DOGIEN: Marvas ve lo ha assicurato….Come sta Marvas?

LARSEN: Che te ne importa?

DOGIEN:Sta bene?

LARSEN:Si. Credo di si

DOGIEN:Posso entrare?

LARSEN:No. Non puoi

DOGIEN:Marta…puoi farmi vedere Marta?

LARSEN:Niente da fare

DOGIEN:Solo un attimo.

LARSEN:Neppure quello

DOGIEN:Devo rendermi conto…fammela vedere ti prego

LARSEN:Vattene

DOGIEN:lei potrebbe suicidarsi, potrebbe succedere, non chiedermi le ragioni, ma io so che può succedere

LARSEN:Ho detto di andartene.

DOGIEN: Come…come è stato il funerale di Hans ..Hans Dogien?

LARSEN: Non è stato ancora celebrato. Sarà stasera

DOGIEN:Al tramonto?

LARSEN: Al tramonto

DOGIEN: Al tramonto

LARSEN: Te ne vai?

DOGIEN:Solo una domanda

LARSEN: L’ultima

DOGIEN:Tua moglie..tua moglie è morta in un incidente automobilistico due anni fa?

LARSEN: No. E’ stata in coma alcuni giorni ma si è salvata.

DOGIEN:Una fortuna.

LARSEN:Come facevi a sapere dell’incidente?

DOGIEN:Ho tirato ad indovinare

DOGIEN va via

Strada

BARBONE: Ehi..scusa…ehi?

DOGIEN: Si’

BARBONE:Hai qualcosa? Ho fame

DOGIEN:No. Non ho più nulla

BARBONE: Ho fame, ti prego

DOGIEN: Secondo me hai sete

BARBONE: Certo, anche sete

DOGIEN:Non ti danno più il vino sacro?

BARBONE:E tu chi cazzo sei?

DOGIEN: Non lo bevi più? Ti fa restare solo vero?

BARBONE: Che cazzo vuoi eh? Chi ti conosce? Che cazzo ne sai?

DOGIEN: Meglio la compagnia delle ombre

BARBONE:Fanculo …fanculo

Si allontana bestemmiando

Funerale

Suono di campane. Larsen, Marta, il salumiere,altri attorno alla tomba. Vanno via con tono sommesso. Rimane una donna con il vestito a fiori blu ed i capelli rossi. DOGIEN sbuca da dietro e rimane alle sue spalle, della donna non si scorge il viso.

DOGIEN: Lei lo conosceva?

La donna rimane in silenzio

DOGIEN: Peccato sia finita così. Hans Dogien. Che tomba triste. Mi dispiace che piova, la pioggia le sta rovinando il vestito. E tra poco fa buio. E’ strano che lei con tutta questa pioggia abbia soltanto quel vestito. Anzi non è strano. Hans sarebbe felice. Un vestito sotto la pioggia. Un vestito a fiori blu che vanno oltre la morte.

Hans esce mentre la donna inizia a parlare

DONNA: Gli avevo scritto una lettera. Non mi ha risposto. Forse non l’ha mai letta.

La donna toglie la parrucca. Sfila il vestito. E’ un prete. Posa il vestito vicino alla tomba. Va via.

Fine

Dedicato a tutti quelli che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto