OMO-LOGANDO
Monologo
di ALDO NICOLAJ
PERSONAGGI
GAIO
Commedia formattata da
Per carità, non è che voglia dire che una volta fosse meglio, non ci sono paragoni. Oggi c’è una libertà di idee e di costumi che fino a qualche anno fa nemmeno s’immaginava, se osassi lamentarmi, sarei da picchiare. Non rimpiango certo quei tempi, figuriamoci, non posso che ringraziare il cielo che siano finiti, ora c’è molta più tolleranza. Per lo meno da noi, perché in altri paesi, purtroppo, il problema è ancora completamente da risolvere e chissà quanto tempo ci vorrà per riuscirci perché la mentalità della gente è difficile da cambiare. Del resto, anche noi fino a pochi anni fa, eravamo completamente emarginati e bisognava mettercela proprio tutta per farci soltanto tollerare: eravamo presi di mira, perseguitati, messi alla gogna, scartati completamente… Quando scoprivano che avevamo tendenze sessuali differenti dalle loro, era finita, non ci davano più pace. Anche senza una prova, bastava un semplice sospetto e ci bersagliavano con chiacchiere, allusioni, frecciate, tentativi d’isolamento e peggio ancora. Non è che ora la mentalità sia poi tanto cambiata, ma per lo meno c’è maggiore larghezza d’idee. Purtroppo è facile indovinare la nostra natura. Volenti o nolenti, siamo incapaci di nascondere la nostra diversità. Disarmati come siamo, ci tradiamo continuamente con gesti, mosse, modo di parlare, atteggiamenti, per noi naturali ma che per gli altri non lo sono affatto. Basta un niente per rivelare la nostra diversità, un’audacia di abbigliamento, una morbidezza d’incedere, l’inflessione della voce, il languore di un gesto. Dettagli innocenti e normali, ma che per gli altri sono un campanello d’allarme perché testimoniamo la nostra diversità. La colpa è anche nostra perché noi per un nostro segreto istinto ci manifestiamo per quello che siamo per mancanza d’ipocrisia, vogliamo che gli altri capiscano chi siamo e che ci accettino, senza bisogno di inutili discorsi e confessioni rivelatrici. Vorremmo essere accettati per quello che siamo perché sentiamo il dovere di vederci identificati. Abbiamo bisogno di sincerità. Ma detestiamo ogni tipo di finzione Una camicia di un colore inconsueto od un muover di fianco che può sembrare insolito fanno capire chi siamo ed offrono a chi lo vuole capire un’evidente prova della nostra diversità. Sì, certo, come dicevo ora la situazione è molto migliorata, c’è maggior elasticità, grazie al cielo più rispetto per chi ha tendenze diverse. Ma fino a pochi anni fa la società quando captava un qualsiasi dettaglio che manifestasse le nostre scelte sessuali, ci metteva da parte, di noi non ne voleva sapere. Atteggiamento assurdo perché noi diversi in fondo siamo del tutto normali nella nostra diversità, con la sola differenza che preferiamo andare a letto con il maschio invece che con la femmina. La differenza è tutta lì. Per lo meno, per quello che riguarda noi omosessuali normali. Perché non includo nella categoria quelli che si sentono donne e che si comportano come donna in tutti i sensi, rovinando la nostra reputazione. Parlo dei travestiti, dei transessuali, degli invertiti, che sono una specie completamente diversa dalla nostra. Come confondere un mastino con un pechinese. Noi siamo omosessuali nel vero senso della parola, uomini che amano gli uomini e non lo nascondono e lo fanno onestamente ed alla luce del sole senza vergognarsene, E perché poi dovremmo vergognarcene? I gusti sono gusti e non c’è nulla di male ad averli diversi, sarebbe come se ci si vergognasse di essere vegetariani e non mangiare carne. Perché essere vegetariani deve essere tollerato, essere omosessuali no? Ed anche oggi, nonostante la situazione sia cambiata, ce lo fanno pesare. Ma una volta, era peggio. Ricordo ancora certi discorsi fatti all’orecchio, ma non così piano che l’interessato non potesse sentirli. E bisognava ringraziare il cielo se li facevano all’orecchio, perché spesso non avevano pudori e, ti davano in faccia del frocio, trattandoti come un appestato. Le umiliazioni che ho ricevuto in gioventù…. Famiglie della buona borghesia che non mi ricevevano in casa… mamme che proibivano ai figli di frequentarmi… ragazzacci che mi gridavamo improperi per strada… ingiurie nella cassetta delle lettere… Un monsignore, non uno qualunque, un prelato di un certo peso e prestigio, un religioso che avrebbe dovuto manifestare pietà cristiana per il prossimo, non mi volle padrino di battesimo del figlio di un amico di famiglia per la mia diversità. E quando, confuso ed umiliato, andai di persona per cercare di convincerlo, non ebbe timore di dirmi in faccia che andava contro la sua coscienza mettere come padrino un diverso. E non si commosse nemmeno quando lo scongiurai di farlo per mia madre, vecchia e malata, alla quale non avrei saputo giustificare questo rifiuto, visto che lei ignorava le mie tendenze sessuali. Ad un tratto scoppiai anche a piangere, ma lui rimase irremovibile. E dire che poi sono venuto a sapere, con tanto di prove, che proprio lui, quel monsignore così intransigente alla diversità, nel suo privato non lo era poi molto, visto che fu trasferito d’urgenza in un’altra sede per le chiacchiere che si facevano a proposito della sua assiduità con un seminarista biondo ed atletico che aveva assunto come segretario. E come se non bastasse… ma lasciamo perdere, inutile fare pettegolezzi. Per fortuna, oggi, viviamo in un mondo meno ottuso e meno meschino ed all’ultimo battesimo a cui ho partecipato erano omosessuali tutti, dall’officiante al sacrestano… Ma fino a qualche anno una spilletta… un orecchino… i capelli un po’ lunghi, peggio se ossigenati… dei pantaloni attillati… una camicia a fiori… erano dettagli sufficienti per etichettarti ed emarginarti tutta la vita. Potevi poi vestirti fino alla vecchiaia in grisaglia con cravatta reggimentale, niente da fare, tutti ti ricordavano in un abbigliamento rivelatore della tua diversità per cui la nomea di gay ti restava appiccicata addosso tutta la vita. E contro di noi erano tutti di una crudeltà… Ricordo un ragazzotto… un bel figliolo che la natura aveva particolarmente dotato, che un giorno decise di tingersi biondo. E benché bruno fosse piuttosto carino, biondo era ancora meglio. Ma non aveva calcolato che in provincia regna una stupida mentalità piccolo borghese. Perciò… quei capelli ossigenati provocarono uno scandalo mai visto. Duramente redarguito e minacciato dai suoi datori di lavoro. per la sua opposizione a riportare i capelli al colore normale fu licenziato in tronco… la signora che lo teneva a pensione rifiutò di continuare ad ospitarlo… la ragazza che lui tingendosi i capelli aveva sperato di conquistare non volle più vederlo… la vecchia zia che gli aveva promesso l’eredità, morì lasciando tutto ai preti. Quel povero ragazzo fu sbeffeggiato, schernito e preso in giro da tutti. E perfino violentato una notte per spregio da tre giovinastri, che ebbero quello che si meritavano perché si beccarono, proprio nel corso di quella violenza, l’AIDS. Morirono uno dopo l’altro. Infatti il ragazzo poverino era sieropositivo ma non lo sapeva. Proprio vero che se gli uomini pensano di poter fare a meno della giustizia, in alto dei cieli c’è chi sa come punire chi si comporta male. L’AIDS in fondo, in certe occasioni, ha anche i suoi vantaggi… Ma in paese non se ne parlò perché non era considerata scandalosa la violenza ma il ragazzo che si era voluto tingere i capelli come una femmina… Adesso invece… i maschi, perfino integerrimi padri di famiglia si tingono le chiome in tutti i colori. portano orecchini, collanine, bracciali… pantaloni attillati e coloratissimi, camicie a fiorellini aperte sul petto abbronzato… usano fondotinta… si truccano come puttane di strada… ostentano i pettorali… esibiscono sfacciatamente il corpo abbronzato… si depilano… si rifanno il naso ed anche le natiche. Un po’ troppo, mi pare. Parlano di massaggi estetici… di cure di bellezza… di cosmetici… di antirughe… di creme rassodanti… di linea… diete… di come togliersi le borse dagli occhi o gonfiarsi le labbra. Discutono di giro di vita o di misura dei fianchi come le donne, esattamente come fanno le donne ed i travestiti. Pensate se lo avessimo fatto noi qualche anno fa? Ci avrebbero messi in galera. Accusandoci di sovvertire le regole della società. Ma come si spiega questa rivoluzione che svirilizza completamente il maschio? Possibile che alle donne possa piacere un uomo svirilizzato a cui viene a mancare completamente la sua chiave di seduzione? Io se fossi donna non degnerei di uno sguardo un uomo che si trucca, si tinge, si fa depilare… Io, poi, non credo di essere un’eccezione, ma a me il maschio piace col pelo. Perché il pelo sa di selvaggio, sa di foresta… è una parte integrante della virilità. Come possono le donne amare un uomo che sta perdendo poco per volta i suoi attributi per diventare la brutta copia di una donna? Io vorrei saper cosa ci prova una bella ragazza a farsi abbracciare da un uomo che ha la pelle liscia come la sua… Mi pare peggio dell’omosessualità… Eppure di maschi veri, di quelli di una volta, se ne vedono sempre meno… S’incontrano persino giovani padri platinati che spingono la carrozzella del loro bambino e per farlo star buono lo fanno giocare coi braccialetti che portano al polso ed ogni tanto si fermano per controllare il trucco. Ma come si fa a vivere in un mondo così omologato? Per forza succedono equivoci che poi danno origini a storie spiacevoli. È capitato persino a me, che sono attento e discreto, pieno di rispetto per il prossimo. Avevo notato passeggiando una sera lungo il fiume, un bel giovanotto… con una mise diciamo inequivocabile, pantaloni ramati… camicetta di pizzo di un bel rosa acceso, aperta sul petto dov’era tatuato un grifone sul quale ballonzolava una catenona d’oro. Capelli lunghi biondissimi, un cherubino, Camminava ancheggiando cercando di valorizzare il suo fisico… Una gran bellezza. Rassomigliava al Davide di Michelangelo, tanto per capirci… un corpo atletico ed una testa di non minore bellezza E, visto come si presentava, non poteva assolutamente passare inosservato. Perciò, pur non essendo il mio tipo, potevo non farci un pensierino? Avrei dovuto rinunciare a portarmi a letto il Davide di Michelangelo solo perché aveva capelli tinti ed il petto depilato? Preferisco l’uomo ruspante, il maschio, che manifesta la forza e la tracotanza della sua virilità, ma rinunciare a tanta bellezza… I toraci depilati non li ho mai sopportati, ma quello era un torace come non se ne vedono sovente… un torace michelangiolesco con tutto il resto in armonia. Per cui ho pensato che, visto che mi si presentava un’occasione come quella, rinunciarci sarebbe stato un peccato mortale. E non mi è nemmeno passato per la mente di poter avere un rifiuto, mi rallegravo invece di poter entrare in intimità con un uomo di un eccezionale splendore maschile. Che non avrebbe certo rifiutato le mie gentilezze, non lo dubitai nemmeno. Gli sorrisi e lui con discrezione ricambiò il sorriso. Gli offrii una sigaretta, la rifiutò. Capii che era un salutista. Mi appoggiai anch’io come lui alla balaustrata sul fiume, non so quale banalità dissi per attaccare discorso. Poi allungai il braccio e gli posai la mano sul sedere e fu questo che provocò immediatamente una violenta reazione. Lanciò un urlo e con la mano ingioiellata mi colpì sulla bocca che si riempì di sangue. Al mio grido di dolore accorse gente che si diede da fare per proteggermi affinché non avessi la peggio e siccome il Davide di Michelangelo si difendeva dicendo che si trattava dell’aggressione di un frocio e quella parola era serpeggiata tra le persone accorse che di fronte a quel tipo col petto nudo, le collanine e gli anelli, i riccioli biondi non dubitò nemmeno per un istante che l’aggressore fosse lui. Non poteva giudicare che potesse essere un distinto signore di mezza età in grisaglia, a dar fastidio ad un marcantonio con i capelli lunghi, tinti, gli occhi truccati ed ingioiellato come una madonna in processione. Quello urlava per cercare di chiarire ma nessuno gli dava retta e tutti gli urlavano di vergognarsi. Cominciarono a volare schiaffi e pugni, telefonarono alla polizia ed io che avrei dovuto andare a testimoniare, quando vidi il povero Davide colpito con un pugno, con l’occhio che si faceva nero, pensai che la cosa migliore era sparire. Seppi che la polizia arrivò e lo portò in commissariato dove nessuno credette alla sua versione di aggredito in quanto, dato il suo abbigliamento, era chiaro che fosse l’aggressore. Mancando la denuncia non ci fu processo. Ma quel cretino si prese una grande paura e distrusse la sua onorabilità di macho. Ma ne valeva la pena? Bello com’era, che bisogno aveva di vestirsi come una marchetta? Visto che era una specie di Davide di Michelangelo, come poteva pensare di esserlo ancora di più solo perché abbigliato come una marchetta, coi riccioli biondi ed una camicetta di lamé rosa? È giusto che l’opinione pubblica si apra all’omosessualità, ma non che gli uomini, quelli veri, i maschi, per essere moderni si omologhino a tal punto che noi, poveri omosessuali, non riusciamo più a capire su chi possiamo contare e su chi no. Con tanti problemi che abbiamo da risolvere, perché complicarci ancora la vita? Se non possiamo nemmeno più capire chi possono essere i nostri possibili partner, non è che la situazione sia, poi, molto migliorata. Anzi, direi…
FINE