Ora che mamma è morta chi si tiene papà?

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ORA CHE MAMMA È MORTA CHI SI TIENE PAPÀ?
commedia brillante in tre atti di Calogero Maurici


Personaggi

Santo (il vedovo)

Matilde (la figlia maggiore)

Caterina (la figlia minore)

Luca (il figlio)

Biagio (il marito di Matilde)

Franco (il figlio)

Mario (il marito di Caterina)

Irene (la moglie di Luca)

D. Sarina (la vicina di casa)

P. Angelo (il sacerdote del paese) 


(elaborata da Pietro Maurici)




Titiolo originale
Ora ca a mamma muriu, cu su teni u papà?


Ora che mamma è morta…chi si tiene papà?
Commedia brillante in tre atti
(di Calogero Maurici)



Il sig. Santo Crapanzano, rimasto vedovo da pochissimo tempo della sua amata e compianta Carmela, ha tre figli: Matilde, Caterina e Luca. Egli ancora autosufficiente nonostante l’avanzata età, potrebbe e vorrebbe continuare ad abitare da solo, ma i tre figli tutti sposati, riescono a convincerlo, cercando con una rinunione preliminare chi fra di essi sarebbe più disponibile ad accettare in casa il padre. Incredibilmemte il vecchietto si ritrova ad assistere suo malgrado a questa riunione raccapricciante, intuento che anche fra i suoi figli cominciano a prevalere interessi di ogni sorta.
Mentre Luca in preda della moglie Irene, cerca di svincolarsi, facendo capire alle sorelle che sta provvedendo per i suoceri. Ma Santo non sententosi sufficientemente coccolato, escogita un raggiro per farsi rispettare e coccolare di più. Divertentissima commedia piena di ritmo, peraltro molto attuale. Il primo e secondo atto si svolge in casa della figlia maggiore Matilde, sposata con Biagio Colletti. Il terzo atto in casa della figlia Caterina, sposata con Mario Contello.
La scena rappresenta una porta d’ingresso ed una che porta alle stanze, un tavolo con tre sedie sulla destra, una poltrona sul fondo, un mobile con una radio sopra, quadri, un calendario…(per la sigla iniziale si consiglia: Il vecchietto dove lo metto di Domenico Modugno. Anche in questa traduzione mi sono accorto che dal vernacolo all'italiano perde in comicità e di altri aspetti, ma resta sempre una bella commedia e chi non vuole tradurla nel proprio vernacolo puo rappresentarla in italiano) 

A T T O I°

(SCENA I°)
(Matilde, Franco, D. Saridda) 

Fra. ( o “Franca” vestito stravagante mentre mangia patatine o mastica una gomma americana, subito dopo apre la radio ascoltando una musica ritmata mettendosi a ballare, dopo circa trenta secondi entra la madre vestita di nero, seccata spegne la radio e Franco si gira di scatto)

Mat. Ma come ragioni, nonna è da una settimana che è morta e tu accendi la radio…(nel frattempo apre l’asse da stiro)

Fra. Che sei esagerata, ricordati che il rispetto si porta nel cuore… Vado nella mia stanza (va)

Mat. ( Mat. inizia a stirare) Mah! Quando una è piccola, perchè è piccola, quando siamo grandi perchè siamo grandi, i problemi dentro una casa non mancano mai…(si commuove) Mia madre poverina quanto sacrifici
che ha fatto per noi! (bussano, entra donna Sarina, vicina di casa molto pettegola, invadente alla ricerca di sapere tutto e di tutti)

D.Sar. E’ permesso!…Condoglianze!

Mat. D. Sarina, quando siete arrivata da Torino!

D.Sar. Mezzora fà, il tempo di posare le valigie e mi ha telefonato mia comare
Concetta per darmi la notizia di tua madre…Matilde, sono rimasta quasi
un’ora senza parole, ammosciata…. ammosciata…

Mat. Pazienza! sedetevi…(si siedono e d. Sarina si mette a parlare veloce)

D.Sar. Potevi fare un colpo di telefono, per ora sarei preparata e saprei cosa
dire in queste occasioni…invece adesso sono senza parole, non mi viene
neppure di parlare tremo tutta…

Mat. Voi eravate da vostro figlio a vedere il nipotino e io telefonavo per dire
che è morta mia madre?!

D.Sar. (si commuove) l'ho lasciata in salute e non l'ho potuta vedere morire,
sono rimasta con una cosa qua dentro. (si tocca la pancia) Ma è
morta mentre era viva?

Mat. Purtroppo tempo dieci giorni se n' è andata!

D.Sar. (smette subito di commuoversi) Dove da suo figlio?

Mat. Ma che avete capito! Se n'è andata… il Signore l'ha presa!

D. Sar. Ah! Scusa, sono confusa, ancora non ci credo che è sottoterra,
(allargando le mani) che pazienza, che modi, che cuore che aveva 
(in quel momento entra Franco)

Fra. Mamma…

D.Sar. Ciao Franco.

Fra. Mamma eravamo un poco in pace…(facendo smorfie a D.Sar.)

Mat. Cosa c'è, hai fame?

Fra. Un poco l’avevo, ora mi è passata… oggi non volevo uscire più, ma
vedendo la signora “mille parole” esco subito altrimenti la testa mi
diventa quanto un pallone.

D. Sar. Sempre scherzoso, birbante, si può dire che ti ho cresciuto, di quanto
latte ti ho dato!..

Fra. Mamma ma come sono ancora vivo!…

Mat. Perchè…( mentre chiude l’asse da stiro)

Fra. Di quanto veleno ha, menomale che non l'ha messo nel latte! 

Mat. Basta e vedi dove devi andare. (Franco esce, facendo smorfie a D.Sarina)
D. Sarina non faccia caso, la sa com'è lui, ha confidenza e scherza…poi
per ora è un poco…con la morte di mia madre…l'ha sentito troppo, i
nipoti sono quelli che se la prendono più di tutti…

D.Sar. Non ci pensare…(si avvicina la sedia con invadenza) piuttosto, tuo padre
poverino che dice, che dice…

Mat. Dopo una vita assieme, è rimasto moscio, si è ammosciato…

D.Sar. Sempre arzillo me lo ricordo. ma…ma…per ora dov'è da tua sorella o
da tuo fratello?

Mat. Mio zio, l'ha voluto tenere con lui per un paio di giorni…ora vediamo
che decidiamo con mia sorella Caterina…

D.Sar. Con tua sorella? E perchè con tuo fratello non discutete?

Mat. (alzandosi) Con quella moglie che si ritrova lui non può decidere! Le nuore sono nuore e i figli sono figli, il mondo sarà sempre cosi! 

D.Sar. Però io penso che sarebbe giusto dirglielo, perché poi trovano la scusa e
dicono: a noi non avete detto niente…

Mat. Vero è, appena mi sento con mia sorella le dico che dobbiamo dirlo
anche a nostro fratello Luca e a quella… mia cognata, poi come vogliono
fare fanno. (si risiede)

D.Sar. Matilde, mi sono permessa di dire queste cose perchè da tanti anni che
siamo vicini di casa, ci siamo sempre rispettati…qualcuno pensa che mi
voglio intromettere e che parlo assai, inveci oggi con la notizia di tua
madre non mi viene manco di parlare…non l'ho potuta vedere morire.

Mat. Non vi preoccupati…(D.Sar.si alza ripetendo: poverina…) 

D.Sar. Ancora non ho sistemato la valigie, mio marito deve fare il bagno e se
non ci preparo tutto non si lava , è peggio di un bambino. 
Ed io non posso restare di più da qualche vicina di casa a discutere.

Mat. Che vuole farci, ognuno ha le sue abitudini! (in quel momento entra Franco) 

Fra. Ammazza D. Sari…se avessi saputo venivo più tardi, ma non ha niente da fare a casa?

D.Sar. Se non sapessi che scherzi, ci resterei davvero male…

D.Sar. Ora vado Matilde, se hai bisogno basta bussare…

Fra. Il fatto è… che qua dentro bussate sempre voi D.Sari…

D.Sar. Me ne vado… (stava per uscire, ritorna verso Franca e con una mano
gli smuove il mento) Bello, quanto latte che hai preso da me…(esce) 

Fra. (seccata si tocca il mento) Mi da un fastidio quando mi tocca cosi…

S C E N A II°
(Matilde, Franco, Biagio)

Mat. Iu dico che scherzi e cerco di non farle capire niente…

Fra. Tu sbagli a dirle che scherzo! Veleno nel latte non glie ne metteva, però
chissà se ci metteva qualche altra cosa, per questo ho sempre dolore di
pancia.

Mat. Basta adesso, dimmi dove sei andato poco fa.

Fra. Dal nonno, mi ha dato mille lire, appena sono uscito per comprarmi il gelato mi sono accorto che erano dieci mila liri.

Mat. Dieci mila liri? In questo momento mio padre è rimbambito, non ci ha fatto caso!

Fra. Guarda, ho novemilaliri di resto…(in quel momento entra Biagio)

Bia. Dalli a tua madre…(si siede)

Fra. Ammazza papà, giusto giusto adesso dovevi arrivare!

Bia. Non sai che io arrivo sempre nel momento giusto giusto?

Mat. Stanco sei veru Biagio, che vuoi mangiare…

Bia. Prepara quello che vuoi…novità c'è n'è!

Mat. Ancora no, ora dico a mia sorella Caterina che dobbiamo discutere, perché ci sono tante cose da discutere…(Mat.entra nella stanza per prendere qualcosa per apparecchiare)

Fra. Papà forse il nonno sta con noi!.. (Biagio si alza di scatto)

Bia. (In quel momento entra Mat.) Con noi? E perché con tua sorella no, o con tuo fratello Luca…

Fra. Papà se sta con noi la pensione ve la prendete voi, gli zii non possono
pretendere niente…

Bia. Zitto tu, la pensione…con noi…i sacrifici li dobbiamo fare tutti, il padre è di tutti e tre.

Mat. E non fare voci, ora appena facciamo sta riunione vediamo.

Bia. Io voglio essere presente, perché tuo cognato Mario vorrebbe fare lo scaltro. 

Fra. Papà a me pare che il nonno è più furbo ti tutti noi.

Mat. (che già aveva apparecchiato) Avanti, sediamoci che tuo padre ha fame.

Fra. Non mi viene fame…
Mat. Mangia…

Fra. Non ho fame…

Mat. Mangia ti ho detto…

Fra. Mi sento una cosa di traverso, forse è stato il gelato…

Mat. Ti ho detto mangia..

Fra. Non ho fame…Papà falla finiri…

Bia. (adirato) Oh! Finitila tutti e due, perché io già…

Fra. Papa, mamma, vi devo dire una cosa…la zia e zio dicevano che se non si trova un accordo…ci saranno litigi per quel pezzo di terreno!..

Mat. Ah!.. Mio Signore! Mia sorella non sa quello che dice, Biagio facciamo subito sta riunione…

Bia. Ora a me mi cade il fegato ammalato!..

Fra. Lo zio Mario diceva che soldi da parte il nonno non ne ha, a chi interessa tenereselo…Papà ma la pensione sempre la prende, quindi se sta con noi…

Bia. Basta a me è passata la fame…(si alza nervoso)

Mat. Anche a me!

Fra. Proprio quando a me era venuta a voi vi si chiude la pancia…

Big. Matilde sparecchia e cerca di organizzare subito sta riunione, io vado a riposarmi un poco perchè voglio essere bello lucido per affrontare questa discussione. (entra nell’altra stanza)

Mat. Franco ma tu come hai sentito queste cose!

Fra. Mentre ero al compiuter di mia cugina Luisa, loro discutevano ed io ascoltavo…poverina per ora la nonna dentro la bara si gira e si rigira!.. 

Mat. Non potevi raccontarle dopo che finivamo di mangiare, almeno avevamo la pancia piena! (si siede) Mia madre, da una settimana morta e già ci sono 
discussioni addirittura da luntano, figuriamoci appena siamo tutti vicini (si alza decisa) Franco vai da zia Caterina e da zio Luca, e dici loro che li voglio tutti quà…(Franco và)

S C E N A III°
(Matilde, Caterina, Biagio)

Mat. Speriamo che il Signore ce la mandi buona, perché so non si trovasse un accordo, papà finisce in qualche ospizio! (entra Caterina)

Cat. (vedendola commossa) Matilde cosa c'è!

Mat. (abbracciando la sorella) Caterina, non l'abbandoniamo papà.

Cat. E che dice il contrario! Ora troviamo una soluzione, sentiamo che dice Luca … il padre è di tutti tre, non perché lui è maschio… papà non è buono solo per dare…(gesto dei soldi)

Mat. Si Luca, con sua moglie Irene, tua cognata non puo combattere con tre vecchi!

Cat. Cara sorella cerchiamo di essere unite, tu parla con tuo marito, iu parlo con mio marito, cosi non facciamo ridere nessuno, per ora sono tutti pronti che aspettano che litighiamo…

Mat. Menomale che non ci sono forti proprietà altrimenti…(in quel momento entra Biagio)

Bia. Ah! Questo è il fatto, siccome non ha lasciato niente, adesso non sappiamo 
chi se lo tiene.

Cat. Un pezzettino di terreno c’è…

Bia. Quattro ficodindie e tutta erba…

Mat. C’è pure una casetta…

Bia. Una pagliarola (casetta fatta di paglia o baracca) senza bagno, e quando ci scappa si deve uscire fuori…

Mat. Pittosto sorella, ora andiamo a prenderlo noi stessi papà, strada facendo
passiamo da Luca, da tuo marito e facciamo sta riunione qua…

Bia. Le rinioni si fanno sempre quà, sta casa mi pare la casa dei sofferenti, la casa de ricoveri, la casa delle conferenze…

Mat. (mentre si mette una giacca) Quanto predichi, ora torniamo. (escono)

S C E N A IV°
(Biagio, D.Sarina, Franco, Santo, Matilde,)

Bia. (passeggia nervoso) Ora li prendiamo belli grossi, sicuramente si decide che me lo devo tenere io e la pensione vogliono pure loro…possiamo fare testa o croce! Certo che mia cognata Caterina e suo marito Mario sono scaltri, per non parlare di mio cognato Luca e sua moglie Irene...Luca il figlio del cuore...Ma pensandoci bene, potremmo fare un mese ciascuno... (si ferma un attimo, guarda il pubblico) e chi comincia?
Sicuramente mia moglie dato che è la figlia più grande…Se avessi avuto a mio padre quà dentro, gli dicevo che non c'era posto…(prende la foto del padre posta su un mobiluccio) Papà ma non potevi morire dopo..! Almeno tu eri bravo, ma con mio suocero chi ci combatte di quanto è camurriusu!.. (capriccioso)
(bussano, entra D.Sarina col grembiule)

D.Sa. Oh! Biagio, solo sei, come mai!...

Bia. Sono andati a prendere mio suocero.

D.Sa. (veloce senza far parlare Biagio) Madonna Santa, avete deciso già…ve lo
tenete voi? Si vede che avete un cuore d'oro…

Bia. (seccato) D.Sarina…(viene subito interrotto e si gira dandole le spalle)

D.Sa. Io l'ho detto a tua moglie, levate l'occasione, non fate ridere a nessuno 
perché pure noi invecchieremo!… 

Bia. (stessa scena girandosi verso lei ) D.Sarina…(ma non riesce a parlare e si rigira)

D.Sa. Tanti mi domandano, ma chi si tiene questo vecchietto, neppure sono arrivata da Torino e già cominciano a sparlare…

Bia. (si gira di scatto molto arrabbiato) D.Sarina mi fate parlare…mi state facendo scoppiare la testa, ancora non sappiamo niente, venite domani se volete sapere qualcosa…

D.Sa. Madonna Santa fino a domani?! Ma cosa ci dico ai vicini di casa, quelli 
domandano sempre a me…(prima che finisce di parlare entra Franco)

Fra. Ciao papà, D.Sarina ha sentito diri che domandano sempre a lei, certo è
meglio di un ufficio informazioni…
D.Sa. Francuzzo se nonnetto sta con voi a voglia di lecca lecca e gelato…

Fra. D. Sarina quando la finisce…il lecca lecca, il latte, il gelato, ma le pare che sono ancora un neonato?

D.Sa. Per me sei sempre un picciliddu, (bambino) quante volte ti ho addormendato sopra queste gambe…

Fra. Papà ma mi avete cresciuto voi o lei…

D.Sa. Ora vado, perchè ancora ho qualche valigia da sistimari, però poi
vengo… (esce salutando)

Bia. Che fuoco di testa.

Fra. Papà mangiamo qualcosa.

Bia. Non ho fame!

Fra. Ogni volta che io ho fame, voi niente…quà dentro siamo sballati…

Bia. A momenti arriva tuo nonno, la zia Caterina con suo marito, lo zio Luca con sua moglie Irene…

Fra. Tutto il reggimento!

Bia. Ma tu che dici che se ci teniamo il nonno ci guadagniamo?

Fra. Papà ma la pensione ti sembra poco? Al posto di darmeli tu i soldi me li farei dare dal nonno.

Bia. Ci avevo pensato, tu non dire niente, fai parlare solo noi grandi…

Fra. Stai attento però, perché sono tutti scaltri…(si sentono rumori, entrano Matilde e Santo sorretto dalla figlia, con un bastone e tiene un borsone in mano, somatizza per essere coccolato di più, in realtà è ancora arzillo)

Fra. Nonno, come sono contento di vederti…(Biagio gesticola insofferente) 

Mat. Avanti, siediti e stai tranquillo…(Santo indica col bastone che vuole sedersi in un altro posto) Papa lo stesso è…(Ma Santo insiste e Franco
gli mette la sedia dove gli indica) Siediti ora…(poi si accorge della poltrona anche se un po’ malandata:)

San. Quella voglio…( cominciano tutti a sbuffare, mentre Franco gli prende la poltrona e lo fa accomodare, subito esce un fazzoletto dove c'è scritto a caratteri cubitali il nome della moglie facandolo vedere al pubblico, e si mette a piangere gridando: Carmela…Carmela…) 

Mat. (lo confortano) Franco tu esci, perché appena siamo tutti qui creiamo confusione…

Bia. Già siamo fusi non confusi!

San. Tu, è da una vita che sei fuso (risata ironica) Meglio che ridiamo perchè se penso a mia moglie…(si commuove e ripete Carmela…)

Fra. Mamma ma io non posso rimanere in questa riunione? Non faccio parte della famiglia!

San. Meglio di no caro nipote, perchè se cominciano a litigare e volano cazzotti, tu li prendi.

Mat. Nessuno si litiga papà… 

Fra. Beata mia cugina Luisa che rimane tre mesi a Parigi e non vede niente di questa situazione…me ne vado un poco al compiuter di Luisa (esce)

S C E N A V°
(Biagio, Santo, Matilde, Caterina, Mario)

Mat. Papà vuoi qualcosa!..

San. Nenti voglio, vorrei solo morire…

Bia. (si alza di scatto) Proprio in questo momento no! Ora vengono gli altri due figli e possono pensare che l'abbiamo fatto morire noi.

Mat. Papà devi decidere che vuoi fare, con chi vuoi stare.

San. Ma iu anche da solo potrei stare, ma voi mi volete!..

Mat. I figli perché ci sono…

San. Decidite voi, appena decidete vi dò la mia benedizione!

Bia. Ci assolve di tutti i peccati!…

San. Biagio tu che pensi…
Bia. Io è da troppo tempo che non penso...

San. Allora vero fuso sei…(risata da vecchietto)
(bussano, entrano Caterina con Mario…che ha un tic)

Mar. (inizia col tic) Salutiamo…

Cat. Come ti senti papà!

San. Ancora è presto per dirlo…(le due sorelle si siedono vicino al padre)

Mar. (si siede vicino a Biagio) Biagio sei stanco? 

Bia. Tu invece sei riposato…si vede in faccia!

Cat. Come mai ancora mio fratello Luca non arriva.

Mar. (si alza) A quello la discussione non gli interessa, lo sapete tutti e fate finta
di niente, ha ragione mio cognato Biagio, perché quelli che piangiamo siamo sempre io e mio cognato Biagio (gli mette la mano sulla spalla)

Bia. La ditta appoggio è fallita, poi tu per piangere minestra sei specializzato.

Cat. Papà, vedi che siamo quà riuniti per te l'hai capito?

San. Ti pare che sono rimbambito…basta che non vi azzuffate! (in quel momento entra Luca con la moglie Irene, elegante nell’abbigliamento e nell’atteggiamento, l’unica a non avere il lutto)

Luc. Salute a tutti…ciao papà (lo bacia, poi Matilde e Caterina li fanno sedere al loro posto mentre loro rimangono all’impiedi)

San. (pieno d'attenzione) Luchino mio, mi pare che sei più magro, stai mangiando poco?

Ire. Papà non si puo fare come un toro, non deve esagerare, perché tutto quello che mangia ci fa profitto…profitto…

Bia. Cominciamo già…prima di cominciare!

Mar. Hai ragione cognato… (mano sulla spalla)

Bia. (seccato gli e la toglie) Stasera mi dai ragione in tutto tu…

San. Basta che non vi azzuffate altrimenti sto da solo…
Cat. Ognuno esprima il suo parere, poi li mettiamo tutti assieme…

Bia. (subito) E facciamo la frittata…

Mar. Hai ragione cognato…(stessa scena di prima)

Bia. Mi stai allisciando troppo il pelo tu…

San. Come sono contento!… (al pubblico)

Mat. Irene vuoi cominciare tu a parlare?

Ire. (di scatto) Che bisogno c’è di cominciare io, noi siamo venuti per la presenza, i più interessati siete voi…vero Luca?…Parla pure tu…(Luca annuisce )

Mat. Comincio io allora…quà dentro dobbiamo decidere: ora ca a mamma muriu, cu su teni u papà? (Ora che mamma è morta chi si tiene papà?)

San. Ma questo già lo sappiamo…

Mat. Io e mio marito non abbiamo niente in contrario, primo perchè è mio padre, però siamo tre e i sacrifici li dobbiamo fare tutti e tre…

Cat. Giusto i sacrifici tutti, mettiamoci d’accordo e troviamo una soluzione… Io penso che tu Irene…

Ire. (di scatto) No…no, sapete tutti come sono combinata io…Luca parla pure tu…(sta per parlare ma Irene lo blocca subito continuando a parlare veloce) io ho a mio padre a mia madre, sono sofferenti e ogni tanto ci vado per sistemarli, poi ancora siamo sposini e se decidiamo di avere qualche figlio…Luca parla pure tu…(stessa scena di prima) poi come facciamo con due bambini, perchè i vecchietti diventano come i bambini, io ci porto tanto rispetto a mio suocero ma…Luca parla pure tu…(Luca stavolta si assicura che può parlare, Irene abbassa il capo per l'autorizzazione poi si alza)

Luc. Io penso che voi siete più liberi, ci sapete fare meglio…tu che dici papà!

San. Io non m’intrometto, basta che non vi azzuffate…

Mar. Irene, ricordati che è il padre di tuo marito…

Bia. E tu ricordati che è il padre di tua moglie…quasi quasi lo vorreste accollare a me…quà dentro oggi dobbiamo stabilire tutto, dobbiamo mettere i puntini sopra le I…oggi e domani che non campa più….(Santo scatta dalla poltrona facendo gli scongiuri) e ci sono delle spesate…

Luc. Ma a queste cose, certo che provvediamo tutti dato che la pensione la dividiamo…

Bia. (si alza) Che dividiamo e dividiamo, è da una vita che mangi più di tutti.

Mar. Hai ragione cognato… (sempre mano sula spalla)

San. Come sono contento…mi sto divertendo tutto…

Ire. (con tono acceso) Luca lo sapevo io, appena si parla di soldi se la prendono subito con te…poi dicono che la cattiva sono io…

Mat. Per favore calmiamoci…Caterina che dici se facciamo un poco ciascuno…

Cat. Tu che dici Mario.

Mar. L’idea è buona, visto che siamo in tre…(ogni tanto il solito tic)

Ire. Parla Luca…parla…

Luc. Mario lo sai che la mia casa è più stretta di tutti, papà merita di stare bello comodo… 

Ire. Se ve lo tenete voi, noi veniamo spesso, siamo sempre a disposizione…

San. Quando c’è da prendere!

Ire. (alzandosi) Forse gli ho mancato mai di rispetto?

San. Mai…mai…(poi al pubblico) Per il tempo che ci vediamo!

Cat. Lasciamo stare a Luca o meglio a (entrambe le sorelle) IRENE!…
Vediamo come possiamo fare io e tu…

Bia. Io lo sapevo!...

Mar. Hai ragione cognato…(poi al suocero) lei che dice…

San. Io non m’intrometto, basta che non vi azzuffate, e che sto comodo,
servito, reverito, sereno e coccolato…

Ire. Io sono sempre disponibile, quando c' è da fare la spesa, portare i medicinali, prendere la pensione… (Biagio si alza di scatto)

Bia. No…la pensione la prendiamo noi, la posta è vicino…

Mar. Luca ma tua moglie ha la faccia tosta però!

Ire. (seccata e con tono acceso) Lo vedi Luca, la cattiva sono sempre io…tu non ci credevi, le tue sorelle erano d’accordo e non hanno ammirato che noi siamo venuti…parla Luca!…

Luc. Mario lo sai che ti dico, che la faccia tosta l’hai tu e tutti voi, escluso mio padre…

San. Menomale…

Mat. Calmati Luca, non facciamo ridere le persone…papà tu stai con me e mia sorella …io sono d’accordo, Caterina pure, Mario pure, tu pure, quindi questa è la decisione…

Bia. Io non ci sono vero!…

Mat. E quando mai tu hai contato! E non fare lo spiritoso…

Cat. Comu facciamo tre mesi ciascuno…

Mat. Meglio un mese, tu che dici Biagio.

Bia. Finalmente mi hai interpellato…facciamo un mese…

San. (al pubblico) Certo, perchè tre mesi buttano pesanti…

Luc. Menomale, sono contento che ci siamo messi d’accordo…

Bia. Lo so io, a questo prezzo! 

Ire. Luca andiamo, perché dobbiamo passare dai miei…

Luc. (si alzano) Papà ti saluto e ricordati che quello che conta è il cuore. 

San. E pure il fegato…

Ire. Suocero la saluto e cerchi di stare tranquillo perché gli siamo tutti vicino.
(escono )

S C E N A VI°
(Biagio, Mario, Caterina, Santo, Matilde)

Cat. L'avete vista, tempo una settimana si è tolta il lutto!

Bia. E si sono lavate le mani…

Mar. Hai ragione cognato…

Bia. E finiscila di darmi sempre ragione…

Mar. Hai torto cognato…

Mat. Finitila di scherzare e decidiamo chi comincia, decidi tu papà?…

San. Io non decido niente, avete deciso tutto voi, decidete pure questo e la salsiccia è fatta…

Bia. Facciamo testa o croce…

San. (al pubblico) Sono diventato un sorteggio…speriamo che non esce croce se no vero in croce mi mettono…

Mar. Ci siamo messi d’accordo per tenerlo e ci dobbiamo scoraggiare per decidere chi comincia? Biagio lasciamo decidere alle due sorelle…

Cat. Magari mentre laviamo papà decidiamo, andiamo dai…

Bia. Cominciate a lavargli le spalle…

San. (mentre si avviano) Non fare lo spiritoso, voglio vedere appena arrivi alla mia età…se ci arrivi!..(Biagio fa gli scongiuri)

Mar. Ha ragione…

San. Tu solo ragione sai dare. (entrano nel’altra stanza) 

Mar. (si alza, si accosta vicino alla porta, poi ritorna da Biagio) Ma ci lavano davvero le spalle?

Bia. Ma che ne sò…(Mario si siede a destra del cognato, entrambi imbarazzati fanno gli stessi gesti, si accavallano la gamba destra, pochi secondi e poi la scendono, poi si strofinano gli occhi, poi accavallano la gamba sinistra pochi secondi e la scendono…chi vuole anche a soggetto)
Mar. (rompe il ghiaccio) Devi dirmi niente?

Bia. Io niente ho da dire…

Mar. (si alza) Se mi devi dire qalcosa e te la tieni ancora sbagli…hai torto!

Bia. Dopo una giornata che mi da ragione adesso ho torto…

Mar. Lo so…lo so che pensi che ora noi ce lo teniamo e Luca fa lo scaltro…

Bia. (si alza) Hai ragione cognato…

Mar. Lo sapevo che pensavi a questo e io ti do ragione.

Bia. Questo lo so…(al pubblico) Ragione è la parola che sa dire di più…

Mar. Dobbiamo fare in modo che Luca e sua moglie non fanno gli scaltri…

Bia. Dobbiamo stare attenti al vecchietto, perchè quello di nascosto sborsa… 
appena piglia la pensione si metti i soldi di lato per Luca..e dici sempre: il mio piccoletto è in difficoltà e vuole aiuto…io è da una vita che sono in difficoltà!

Mar. Io non permetto, anche con mia moglie mi azzuffo…

Bia. Pure io…(si stringono la mano) 

Mar. Marito e moglie hanno mangiato troppo assai, la casa gli e l'hanno fatta,
la macchina gli e l'hanno comprata, soldi ogni volta che prende la pensione a volontà…Biagio io niente ho avuto…

Bia. Tu niente, io di meno di niente e addirittura ora ce lo teniamo.

Mar. Ormai siamo d'accordo, abbiamo fatto un patto e rispettiamolo
(si stringono di nuovo la mano) Non facciamo capire niente alle donne.

Bia. Prima o poi questa discussione dovevamo farla…(in quel momento entrano le moglie con il padre, già cambiato con giacca da camera e cappello da notte)

Mat. Eccoci qua, guardate com'è bello profumato, pare un giovanotto…(Santo si avvicina ai due generi e di scatto fa odorare le ascelle, i due tossiscono e Santo ride e si va a sedere)

Mat. Allora papà questo mese stai con mia sorella il prossimo con me.
Bia. Lo sapevo che dovevamo cominciare noi…

San. Biagio scherza, lo so che mi vuole bene, è troppo bravo…

Bia. Guarda che ruffiano…

Mat. Ma voi di cosa avete parlato nel frattempo.

Mar. Matilde, tu lo sai che io e tuo marito parliamo poco!

Bia. Secondo te, mi mettevo a parlare con lui?

Cat. Non avete scambiato manco una parola?

Bia. Abbiamo detto solo che tutto sommato questo poverino con qualcuno doveva stare.

Mar. Meglio cosi, abbiamo deciso senza litigi…un pocu Luca…

San. Ma sapete com’è lui è un poco cosi, ma è troppo affezionato.

Cat. Mio fratello ogni tanto fa arrabbiare, però ha un cuore grande, se uno gli
dà (fa il gesto) tanto, poi lui…

Bia.Mar. (interrompendo) Poi vuole tanto…(gesto più grosso e con più enfasi)

Mat. Che siete simpatici…Caterina mangiamo qualcosa?

San. Spicciatevi che ho fame spicciatevi...spicciativi!

Bia. Cominciamo già!

Cat. Un' altra volta cara sorella, ancora ho un sacco di cose da fare…

San. Stasera in televisione fanno il pugilato, me lo vedo sicuro…

Bia. Già si è prenotato, stasera veramente c’è la partita…

San. Non mi piace la partita, il pugilato mi piace…

Bia. (al pubblico) Manco un giorno che sta qua, e gia vuole comandare

Cat. Biagio per stasera faglielo vedere.

Mar. (si alza adirato) Tu fatti i fatti tuoi, per ora è in casa loro…
Mat. E finitila, stasera poi si vede…

Cat. E' tardi, ciao papà poi ci vediamo…

San. Quannu fra un mese?

Mar. Ma che dici, stiamo un mese senza vederlo!

Bia. (prima che escono, guarda il calendario) Mario, senti, oggi ne abbiamo trentuno, noi non vogliamo fare un giorno di più…ricordatevi che il mese inizia dal trentuno! (escono)

San. (risentito si alza adirato) Me ne vado..me ne vado che è meglio…(lo calmano)

Mat. Siedi papà, lui scherza…Biagio diglielo…

San. So che scherza, però sembra che questa volta diceva davvero…Io voglio stare comodo, sereno, reverito, servito e coccolato. (Fine primo atto)


A T T O II°

S C E N A VII°
(Santo, Franco, Biagio, Matilde) 

San. (sta facendo un solitario) Questa carte napoletane non li conosco, ora mi faccio comprare quelle (citare quelle del proprio luogo), io sicilianu sugnu…( anche qui citare il luogo di provenienza. Ogni tanto si aggiusta la sedia sulla quale è seduto) Questa sedia è scomoda, ora mi faccio comprare una poltrona comoda, io vecchietto sono e devo stare comodissimo…
Meglio finire di giocare con queste carte, perché non li conosco…(si alza bello arzillo e ride) quando ci sono loro…moscio..moscio (si abbassa) quando non ci sono loro teso…teso (su) Ora mi sento un poco di musica…(va ad accendere la radio, sta per sedersi quando sente la canzone ”Il vecchietto dove lo metto” Santo rimane basito e poi fa scena) Cambio canale (va, cambia canale sta per andare a sedersi, quando la canzone che sente è:“Vecchio, di Renato Zero”stessa scena, poi adirato va a spegnere e si va a sedere) Sti scherzi me li farà mio nipote…(in quel momento entra Franco)

Fra. Nonnu, ti vedo bello teso…(lo bacia) Sei il nonno più bello di questo
Mondo …

San. Per ora vuoi soldi!

Fra. Mizzica appena ti bacio pensi che voglio soldi…

San. Ho sbagliato allora non ti do niente…

Fra. Ma veramente…se mi vuoi dare qualcosa non ti dico di no, a un anzianetto non si dice mai di no…

San. (esce dei soldi) Tieni, non li spendere tutti…

Fra. (abbracciandolo) Sei il nonno più bello di questo mondo, speriamo che campi altri due secolii…ora esco…(subito dopo entrano Mat. e Biag. sono andati per la pensione mentre Franco và nella stanza)

Mat. Ciao papà, come ti senti stamattina, tieni la pensione e vedi che devi fare.

Mat. (prende la moglie sottobraccio) Secondo te ci sono tante cose da fare? Una sola cosa c sarebbe da fare con questa pensione! (Santo contava i soldi, poi si alza e si mette al centro dei due)

San. Questi…(fa scena come se stesse per darglieli) me li metto qui (tasca davanti) Questi…(Mat. e Biag. si erano allontanati e subito si riavvicinano) li metto quà…( l’altra tasca) E questi invece…(stavolta ci stanno credendo…) Me li metto quà…(tasca di dietro…si va a sedere nella poltrona mentre i due rimangono immobili guardandosi) 

Mat. Papà si è fatto vedere qualcuno nel frattempo.

San. Ho l’impressione che entro oggi qualcuno viene!

Mat. Papà vuoi mangiare… 

San. Non ho fame, mangiate voi, io vado a riposarmi un poco.
(Matilde lo accompagna ed in quel momento entra Franco)

Fra. Poverino fa pena!

Bia. Ma se sta meglio qua dentro che in un albergo di lusso…chissà se quando sarò vecchio io avrò tutte queste fortune!

Mat. (entra) A mio padre non lo capisco, piglia la pensione e se la mette tutta da parte, non sa di quante spesate abbiamo.

Fra. Forse non ci ha fatto caso.
Bia. Quello tutto calcolato ha…

Mat. Apparecchiamo va…

Bia. Vediamo se possiamo mangiare…(squilla il telefono)

Mat. (lo prende, mentre Biagio aiuta ad aparecchiare) Ciao Luca, bene sta, non c’e bisogno di venire…proprio oggi…va beni veni…

Bia. Sapevo che qualcuno entro oggi veniva, e sa anche il giorno preciso della pensione, ma ha qualche amico alla posta?

Fra. Papà tutto a noi dà, noi ce lo stiamo tenendo.

Bia. Per ora ce l'ha tutta conservata…nei posti giusti.

Mat. Ora sediamoci e mangiamo…

Fra. (tutti seduti) Che bello quando (con gioia) siamo tutti seduti a tavola e possiamo mangiare tranquillamente. (dall'altra stanza si sente Santo che inizia ad espettorare circa dieci secondi, mentre gli altri fanno scena)

Bia. (posa le posate bruscamente) Non è vita che si può fare, mi viene da rimettere, ogno volta che siamo a tavola, lui di là dentro comincia a….a…a…non so neppure dirlo.

Fra. A scracchiari…a scracchiari (espettorare) Papà…(accennano al vomito)

Mat. Sparecchiamo, quando vuole Dio mangiamo…

Fra. Io penso che prima di nonno moriamo noi, a due famiglie si porta al cimitero, solo lo zio Luca si salva.

Bia. Io arrivo in campagna mi vado a rasserenare la testa che mi sta scoppiando.

Fra. Papà vengo con te, mi sta scoppiando la pancia senza mangiare. (escono)

S C E N A VIII°
(Matilde, Santo, D.Sarina,Luca)

Mat. (seduta con tanta stanchezza) Non so più come fare…(entra Santo)

San. Voi non mi volete non mi volete…….meglio stare solo, ma ti pare che sono rimbambito?

Mat. Papà devi capire che sulle spalle io ho una famiglia, tu ti lamenti che dove dormi il materasso affonda, la sedia scricchiola, televisione in camera non ce n'è…

San. Ti sei scordata le carte, devi comprare le carte………………………

Mat. Hai pure il babbìo (trad. sei pure ironico)

San. Ora dalla mia stanza non esco più, perchè non siete in grado di rispettare un anziano. (và nella stanza)

Mat. Ha ragione mio figlio franco, lui campa cento anni e noi moriamo. (entra Luca)

Luc. Ciao Matilde (Santo entra gioioso)

San. Bello di papà….ho capito subito che era la tua voce. (si baciano)

Luc. Ti vedo bene papà…Come mai Biagio e Franco non ci sono…

San. (ride) Oggi hanno fatto sciopero della fame…

Luc. Papà è da tempo che dovevo venire, dai oggi dai domani…

San. Giusto, giusto….sei venuto oggi!…

Luc. Matilde che hai? Papà ma che fai il monello? Qua dentro non ti manca niente…

San. Si, niente!..

Luc. Non fare lo stizzoso….

San. Non me l'avevi detto mai…sta parola non me la scordo.

Mat. Vero stizzoso sta diventando.

San. Piuttosto, questo nipotino arriva o non arriva.

Luc. Papà ci stiamo provando.

San. Prova, però non ti stancare assai se no ti deperisci. (Mat. si sente chiamare da D.Sarina) Il telegiornale ti chiama…

Mat. Quanto vedo che vuole (và)

Luc. Non vedo l’ora che prendo lo stipendio papà…i soldi sono finiti già.

San. Di a tua moglie di tenerli più stretti (esce dei soldi) Tieni…

Luc. Ma hai preso la pensione? Non me lo ricordavo!

San. Tieni prima che arriva tua sorella e tuo cognato, volevo darti di più, ma ti do tanto per quella parola stizzoso…. (Luca si mette i soldi in tasca)

Luc. Perciò papà, come te la passi…

San. Avrei bisogno di tante cose…una poltrona, una televisione…

Luc. Se staresti con me te li farei io tutte queste cose.

San. (al pubblico) Con i soldi miei! (entrano Mat. e d.Sarina)

Mat. Sedeti D.Sarina (Santo sbuffa)

D.Sa. Non posso stare molto, perché devo fare tante cose ancora.

San. Dovete sistemare le valigie?

D.Sa. Le valigie ieri le ho sistemate. (si avvicina) con tua figlia te la passi magnificamente…speriamo che anche con Caterina te la passi allo stesso moso…anche se dicono che Matilde è più DISPONIBILE…perà nel vicinato si dice che il figlio del cu o re è Luca..

Luc. Le persone dicono tante cose!… 

Mat. D.Sari, menomale che mio padre non possiede soldi e se per caso avrebbe avuto qualcosa da parte, noi non litigavamo come succede in tante famiglie.

D.Sa. Vero è, voi siete una famiglia unita…che figli d’oro hai Santo…

San. Devo andare in bagno, più tardi viene P. Angelo e mi confesso.
Ora gli e lo ricorda Luca di passare.

D.Sa. Santo ma che hai peccati grossi per confessarti?
San. Tutti quelli che ho fatto in gioventù vorrei eliminari ora! Scusate ma mi scappa… (fa scena) quanto vado…

Luc. Aspetta che ti saluto papà…

San. (fa cenno che non può resistere) e spicciati! ( Luca saluta gli altri ed esce)

D.Sa. (la solita invadente) Matilde ma tuo padre l'ha presa la pensione? Ma prende più di mio padre? Ma che fate ve la dividete? Racconta racconta come fate…(Santo per liberarsene chiama la figlia dalla stanza)

Mat. Quanto vado a vedere che vuole.

D.Sa. Vuole essere asciugato anche!?

Mat. No, tutto da solo si fa.

D.Sa. Spicciati che ti aspetto…

Mat. No, perdo tempo, poi viene il parroco…

D.Sa. Va bene, vengo dopo (Mat. va, e D.Sar. prima di uscire) ma per confessarsi che peccati può avere! Mio padre non si confessa mai. (esce)

S C E N A IX°
(Santo, Matilde, P.Angelo)

San. (mentre entrano) Ma come la sopporta suo marito (si siede)

Mat. Prima o poi pure suo figlio si stuferà …(Santo si alza adirato)

San. Con queste battute che vuoi fare capire. (si agita) ora me ne vado cosi state tranquilli.

Mat. Sempre cosi dici tu…

San. Stavolta lo faccio davvero, mi prendo tutto. (Matilde lo trattiene e lo invita alla calma) allora che faccio rimango?!

Mat. Siediti per favore…

San. Allora resto…(si siede)

Mat. Vuoi un poco d'acqua e zucchero?
San. (si agita) Non voglio niente sono…calmo…calmo…(entra P.Ang.)

P.Ang. Il vecchietto che dice…Io dovevo venire ieri, poi ho avuto una riunione
del consiglio pastorale, si è fatto tardi e son venuto oggi.

San. (al pubblico) Menomale che non è parente, oggi è giorno di pensione!

Mat. P.Angelo, che ci offro, un biccherino, un caffè…

San. No…no, cose eccitanti, che quando mi confessa non sente bene poi…

P.Ang. Cercate di farvi vedere a messa.

Mat. Ha ragione, ma abbiamo avuto troppi impicci..

San. (sottovoce) P. Ang. non sapevano chi doveva tenermi, prima che si sono messi d'accordo. (Matilde sente tutto si avvicina al padre stringendolo nervosamente alla spalle)

Mat. P.Angelo mio padre ha voglia di scherzare!…

P.Ang. Santo vedi io conosco tutti in questo paese, e so tutto di tutti.

San. Mi racconti un poco di cose a me!…

P.Ang. Il segreto della confessione è inviolabile!…

San. Quando comincia a parlare difficile mi fa veniri i nervi (agitandosi)

Mat. Ci spiegi che significa se no poi…(và per il caffè)

P.Ang. INVIOLABILE …se tu ti confessi non posso dire a nessuno quello che
mi dici.

San. A nessuno a nessuno…

P.Ang. A nessuno, nessuno…

San. Manco se ci puntano una pistola al petto? Ma ogni sacerdote fa cosi, o ci
sono sacerdoti e sacerdoti…? 

P.Ang. Basta ora Santo…

San. (ride) Capito è uomo di pancia…parroco di pancia…(gli solletica la
pancia e ride subito dopo entra Mat. col caffè)

Mat. Non faccia caso a quello che dice ( mentre P.Ang. porta la tazzina per
bere, Santo con la mano lo blocca dicendo:)

San. Dobbiamo essere soli…

P.Ang. Certo…sta per prendersi il caffè e viene bloccato nuovamente)

San. Ma da dove iniziamo…

P.Ang. Comincia da dove vuoi (sta per bere e stavolta lo blocca Matilde.)

Mat. (gli tocca il braccio con la mano e P.Ang. comincia a seccarsi) Io vado
da D.Sarina, P.Angelo quà dentro non ci manca niente…

San. (Mentre P.Ang. sta per bere, viene bloccato ogni qualvolta nomina 
quello che gli manca) Si niente… una poltrona, la televisione, le carte,
il materasso (P.Angelo arrabbiato si alza)

P.Ang. Me lo fai prendere sto caffè che si è fatto freddo.

Mat. Permette P.Angelo (esce)

San. Finalmente soli…

Mat. (entra) P.Angelo lo vedo poi…

P.Ang. E non lo so…

Mat. Allora lo saluto ora…(poi esce)

San. Devo liberarmi di quello che ho dentro la mia pancia ed entra nella sua
pancia…(gli tocca la pancia e ride)

Mat. (entra) Mi scusa P.Angelo…papà le lenticche le vuoi passate…

San. Passali, strofinali, basta che non entri più. (Mat. esce) 

P.Ang. Quanto ti pensa tua figlia…

Mat. (entra) Mi scusi…

San. (nervosissimo,si alza ) Sta confessioni deve cominciare e lei entra e esce, 
esce e entra…

Mat. Papà volevo dirti per secondo vuoi una fettina di carne?

San. Non voglio niente mi faccio un panino col salame e mi corico…

P.Ang. Calmati Santo, anzi tua figlia si preoccupa. (Mat. esce un po' di silenzio
mentre Santo rimane immobile, P.Angelo lo guarda gli fa gesti con la mano e dopo qualche attimo) Santo che fai dormi, non parli più?

San. Aspettiamo, vediamo se entra ancora…(si alza arzillo posando anche il
bastone e si va ad accertare, P.Angelo lo guarda stupito)

P.Ang. Santo ma ti vedo bello teso…arzillo.

San. Quando ci sono loro (fa scena) moscio…moscio…quando non ci sono,
teso...teso…moscio…teso…(ride e si siede) io non sto bene, dò fastidio, si azzuffano per sta misera pensione, ho il materasso che affonda, le carte sono napoletane e non le capisco…

P.Ang. Ma tu devi capire che non possono comparti tuto quello che vuoi.

San. Per carità, con i miei soldi dovrebbero farlo, alla mia età, dovrebbero
coccolarmi come un neonato, invece sono di peso.

P.Ang. (si alza) Se ti trattano male, parlo con i tuoi figli.

San. (si alza) No, no…mi mette nei guai!

P.Ang. Parlo con i tuoi generi…

San. Peggio di peggio, poi si azzuffano con le mogli…sembro una bandiera
un mese in questa casa, un altro mese in un'altra casa e menomale che
non ho cinque figli!

P.Ang. Se ci sono interessi io non lo permetto, loro hanno il dovere di tenerti, 
aiutarti, amarti, in quanto padre…

San. Cosi mi va piacendo…

P.Ang. Ti dico di pregare, affinchè il Signore illumini la nostra mente, la mente
dei tuoi, e vedrai che tutto si sistemerà.

San. Pregando pregando prima che il Signore mi accontenta io moro!Ora la situazione la risolvo io…ho un piano nella mente…

P.Ang. Un piano? Sentiamo!…
San. Siamo sempre sotto confessione? E la confessione è inv…inv…

P.Ang. Inviolabile!…

San. Ora dico a mia figlia che ho trantamilioni…faccio capire che io e mia moglie raccoglievamo, e mettevamo da parte e che questo segreto doveva sapersi alla mia morte o di mia moglie…

P.Ang. Guarda caso, mori tua moglie prima!

San. Ci dico MATILDE: a chi rispetta di più a la mia morte ci tocca di più… levando le spese della bara, per la messa, per i fiori…la stessa cosa ci dico a Caterina…(P. Angelo si innervosisce)

P.Ang. Santo io non mi sento di sentire questi raggiri ora parlo con i tuoi figli e sistemiamo tutto. (Santo si alza e si mette dietro di lui)

San. Ah! no…P.Angelo, non puo' parlare con nessuno, siamo sotto confessione e la mano di Dio si poserebbe su questa spalla (gli tocca la spalla sinistra)

P.Ang. (di scatto gli toglie la mano) Ma quale su questa spalla…

San. (velocissimo sulla spalla destra) Allora su questa…

P.Ang. ( si alza e più nervoso di prima gli toglie la mano) Santo basta ora…
Cerca di non farlo e speriamo che il Signore t'illumini…

San. Pure io lo spero… la mia stanza è al buio!

P.Ang. Ora me ne vado, se hai bisogno chiamami e pensaci…(mentre esce)

San. Lei è un parroco d’oro (appena esce) con la faccia di bronzo(entra Franco si avvicina al nonno aprendo la mano) dieci mila e non dico niente a nessuno, ho sentito tutto ed io non sono sacerdote…(gli e li dà)

San. Questo non è legato al segreto confe…confe…(Franco esce)

S C E N A X°
(Santo, Caterina, Matilde)

San. Mi ha fatto sudare il parroco… gli e la devo combinare a tutti e tre…
Luchino lo lascierei…ma no, anche a lui…(bussano)

Cat. (da fuori) Papà Caterina sono…(era bello teso)

San. Calati Santo…(si piega) Sto venendo, non mi posso muovere bene(apre)

Cat. Papà, ma parlavi solo.

San. Non stavo parlando, stavo pregando per voi…

Cat. Mia sorella comincia a lasciarti da solo.

San. E’ dal telegiornale telesarina… (in quel momento entra Matilde)

Mat. Sono uscita perché è venuto P. Angelo a confessarlo.

Cat. Papà ma che peccati hai a sta età…

San. Peccati di gioventù…quando uno è giovane a tanti cose non ci pensa…

Cat. Il mese sta finendo, dimmi qualche abitudine.

San. (al pubblico) Una bandiera…una bandiera sono…

Mat. E’ un pocu sti…sti…stitico…

San. (di scatto) stavi dicendo stizzoso…stizzoso…

Cat. Calmati papà, appena sei da me giochi con Mario a carte…

San. Come sono napoletane o…………….

Cat. Mi pare che le ha comprate a Salerno!

San. Allora napolitane sono…

Cat. Ora scappo, ciao papà, vedi come stai bene…(esce) 

S C E N A XI°
(Santo, Matilde, Biagio, Franco)

Mat. Ti vuoi riposare papà…

San. Più tardi, prima devo dirti una cosa importante. Prendi la sedia e vieni
vicino a me…da tempo me lo tengo in questa pancia, ma ora è arrivato il
momento.
Mat. (indifferente, si mette in un angolo del palco alla destra del padre) papà
Devo preparare il mangiare perché a momenti viene Biagio e poi si secca.

San. Poi appena sà tutto si calma…Cara Matilde, tu sei la figlia più grande, la più sensibile, la più costante…

Mat. (seccata) Spicciati…

San. E non mi fare premura, un po’ di filosofica ci vuole…io e tua madre con tanti sacrifici, raccoglievamo…raccoglievamo e abbiamo messo da parte…

Mat. (subito prende la sedia e gli si mette vicino ) Soldi?!….

San. E chi pidocchi? Soldi…(Mat. si sistema meglio la sedia e lo coccola) 

San. Tua madre ha detto: alla nostra morte anche se i figli sono tutti uguali, a chi rispetta di più avrà di più…

Mat. Giusto papà…tu lo vedi, tutta per te sono, anzi avevo detto a Biagio di comprarti le carte…………

San. LA poltrona, il matarasso, la televisione…

Mat. Certo, a poco a poco…

San. Cara figlia, abbiamo messo da parte trenta milioni…

Mat. (emozionata) Mamma! Trentamila milioni? Mi viene la pelle d'oca.

San. Anche a me mi arriccia il pelo!

Mat. Papà vado a comprare un poco di filetto, è da molto che non ne mangi.

San. Lscia stare…Vedi che tua sorella e tuo fratello non sanno niente, e non ho intenzione di dirgli niente, l'ho detto a te perché sei la figlia più grande.

Mat. Se questa è la tua volontà…va bene cosi…

San. Dillo solo a Biagino…Ora mi vado a riposare.

Mat. Vuoi riposare nella mia stanza da letto? Sai c'è il materasso ortopedico.

San. Ormai domani sono da tua sorella, non preoccuparti, il prossimo mese me lo fai trovare.(Mentre Matilde sistema le sedie, Santo fa un gesto al pubblico a voler dire: "la prima l'ho sistemata" poi entrano nella stanza da letto, esce euforica, prende la foto della mamma)

Mat. Santissima donna, ma come ha fatto a mettere da parte tutti questi soldi (cammina da una parte e dall'altra, poi entra Biagio e si ferma vicino la porta) e mio fratello e mia sorella se vengono a sapere? Cosa devono pensare che volevo fare la furba? …vedi che situazione! (Biagio vedendola che cammina da una parte all’altra, la guarda stupito Matilde ancora fa scena e non si accorge del marito)

Bia. Ma sei esaurita…menomale che è l'ultimo giorno.(Mat. fa cenno di non gridare) Si, piano..mi metterei a buttare urla…(gridando, ma Matilde lo tira dalla giacca e lo invita alla calma)

Mat. Siedi che dobbiamo parlare.(in quel momento Santo inizia ad espettorare)

Bia. Cominciamo gia…aspetta che arrivo io per cominciare a …a… manco dillo sò (proprio in quel momento entra Franco)

Fra. A scracchiare papà…((Bia.accenna al vomito) non possiamo mangiare neppure oggi! (scraccchiare sarebbe ESPETTORARE dirlo nel proprio dialetto)

Mat. (euforica) Biagio siedi che dobbiamo parlare.

Bia. Parla…

Mat. Franco vai a fare compagnia al nonno.

Fra. Cosi mi riempie tutto di sputi! (Santo chiama il nipote)

Mat. Vai, che ti dà soldi. (Franco và)

Bia. Siamo combinati belli qua dentro,(Mat và vicino la stanza del padre per assicurarsi che nessuno senta, e Biagio si siede)

Mat. Biagio siediti che dobbiamo parlare.(Mat. guarda verso la porta) Ti ho detto siediti…(Biagio stupito)

Bia. Ma non vedi, è da mezzora che sono seduto…

Mat. (accanto al marito) Biagio…si…a…mo….ri…ri..ricchi!

Bia. E nessuno lo sa!..

Mat. Siamo ricchi…
Bia. E nessuno lo sa…

Mat. Vero nessuno lo sa…

Bia. Certo la fame davanti e il vento appresso!..

Mat. Mio padre ha tre…tre…

Bia. A tremarella, pure questa ci voleva!

Mat. No…trenta milioni…

Bia. Ha vinto al lotto? E tu ammucchi, non ci credo…

Mat. Biagio siamo ricchi…

Bia. Non lo diri più se no lo sanno tutti…io non ci credo…E’ furbacchione!
(esce Franco con centoeuro)

Fra. Il nonno è uscito pazzo mi ha dato centomilalire senza feste e senza compleanno…ora che tua madre sa la verità: tieni! Ma di quale verità parla… 

Mat. Ci credi ora Biagio?

Fra. (comincia a saltellare) Sono il npote del cuore……… che bello (esce)

Bia. E’ difficile crederci, ma quando mai ha dato centomilalire!…

Mat. Vedi che nessuno sà…(Santo comincia a espettorare) Papà ti senti male!…

San. (dalla stanza) E’ sta bronchiti!

Bia. Non si preoccopi, quando ci viene non si trattenga se no poi si sente più male…

Mat. Vacci là dentro, chi tratta meglio lascia di più…

Bia. Che mi tocca fare (và dal suocero)

Mat. Ora gli compriamo il materasso ortopedico, la televisione, poverino deve stare comodo. (entra Biagio toccandosi col pollice e l'indice il naso)
Che ti ha detto..che ti ha tetto…

Bia. Con la bocca niente…ma appena sono entrato, ha buttato quattro pirita che mi ha fatto morire, ma aspetta sempre me…

Mat. Che sei esagerato per quattro pirita. (entra Santo)

San. Biagio ho i soldi della pensione ve li do e mi comprate una televisione.

Mat. (premurosa) Non ti preoccupare papà, Biagio ieri sera mi ha detto di comprarti la televisione vero Biagio?! (colto di sorpresa)

Bia. Si…si, proprio ieri sera parlavamo…

San. Che sono contento!

Mat. Pure io sono contenta e pure Biagio.

Bia. Si, si…sono contento… (facendo scena)

San. Perché sono contento io?

Bia. Quando lei è contento siamo tutto contenti…

San. Meglio cosi, quando c’è contentezza si campa di più. (ride) 

Bia. ( si distacca un poco, poi al pubblico) Sono sempre più convinto che moriamo tutti prima di lui!

San. Che hai detto…

Bia. Niente…niente…mi dispaice che il mese sta finendo..

San. Non ti preoccupare il prossimo mese sono qua di nuovo…Dai la pago io la televisione (facendo sempre il furbo)

Mat. Papà conservali questi soldi, è un regalo che vogliamo farti noi.(Biagio fa segnale alla moglie di prenderseli) Lascia stare papà…Vero Biagio!

Bia. Certo è da ieri sera che parliamo!

San. Va bene, non insisto più…(si conserva i soldi)

Bia. La vuole a colori?

San. Certo…Ora mi vado a riposare..(sta per andarsene)

Bia. Il telecomando lo vuole?

San. Si, manco per disturbarvi voi per cambiare canale e non vi scordate la poltrona.

Mat. Certo papà, Biagio me l'aveva detto…(Santo entra in camera)

Bia. Almeno ti prendevi i soldi della poltrona, tutto a rate possiamo prendere.

Mat. Pazienza, pensa ai soldi che pigliamu dopo, per ora gli facciamo la televisione, il prossimo mese gli facciamo il resto.

Bia. Sta casa diventa un Hotel di prima categoria…(esce)

Fra. (entra) Mamà dove andava papà cosi di premura…

Mat. A comprare una cosa…

Fra. Una cosa di mangiare non ci credo, perchè ormai è proibito mangiare qui dentro….

Mat. Una cosa per il nonno.

Fra. Mamà ho fameeeeee, vedi se il nonno dorme e mangiamo(Va a vedere e rientra subito)

Mat. Franco non chiedere altri soldi al nonno perché non te li puo dare.

Fra. (con un sorrisino) Me li dà…me li dà…anzi vado.(va)
(entra Biagio con uno scatolone contenente un televisore di 14 Pollici) 

Mat. Presto hai fatto Biagio…

Bia. Mi ha accompagnato il sig. Manganaro..(entra Franco)

Fra. Ma si puo sapere cosa c'è qui dentro?

Bia. L’uovo di Pasqua.

Fra. Bello grosso è, almeno è il cioccolato è al latte?(tolgono il cartone) Una televisione! Per me papà…

Mat. Per il nonno….

Fra. Ma sei uscito pazzo?…
Bia. Ecco le carte…

Fra. Papà non ti sto conoscendo più, chiamiamo il neurologo?(entra Santo)

San. Che premura che avete avuto…

Bia. Basta che abbiamo la salute.

Fra. Quà dentro la stiamo perdendo la salute…non mangiamo mai!

San. Quanto canali piglia…e le carte? (Mat. gli e li dà, poi Santo bacia Biagio) sei il miglior genero che ho…mi viene la pena che domani vi lascio, menomale che fra un mese sono qua…

Fra. Se siamo vivi! Se non si inizia a mangiare per riprenderci…

San. Sono emozionato, ora vado e mi faccio una piagnucolatina (entre và)
CARMELA…(alza il viso verso l’alto) le carte mi hanno comprato…

Bia. (appena esce Santo) CARMELA…(stessa scena) pure la televisione gli abbiamo comprato…

Fra. (stessa scena) CARMELA…STIAMO MORENDO DALLA FAME!..

Mat. Ti ha rispettato, che sconto ti ha fatto.

Bia. Fra tre anni finiamo di scontarla…(Entra Santo)

San. Ah! Biagio, per il materasso, la poltrona, non vi preoccupate, l'importante che fra un mese al mio ritorno me li fate trovare…(risata ironica) 

(La scena del terzo atto si svolge in casa della figlia Caterina) 

A T T O III°

S C E N A XII°
(Caterina, D.Sarina, Mario, Santo)

Cat. Mario, cerchiamo di fare meno traffico possibile, perché lui è stizzoso e poi finisce che perdiamo la pazienza. (entra D. Saridda)

D.Sa. E’ permesso! Mi sembrava di trovare tuo padre già...

Cat. Sta riposando.

D.Sa. Volevo scambiare due chiacchere…

Mar. (al pubblico) Le due chiacchere sono due ore di discussioni…

D.Sa. Allora da oggi in poi tocca a voi, ma chi lo porta tua sorella o tuo fratello?!

Mar. Lo portano tutto l’esercito.

D.Sa. Ma perché non fate sei mesi ciascuno!

Mar. (si alza di scatto) Sentite, lasciate stare le cose come sono e non vi intromettete…

D.Sa. Poverino!..avete un padre troppo bravo, che cuore grande che ha…è un pezzo di pane . (in quel momento entra Santo dalla stanza)

Mar. Se uno si mastica questo pezzo di pane cadono i denti…

San. (si siede) Menomale che scherzi, vieni quà che ti dò un bacetto.

Mar. Cominciamo con i bacetti, prima che finisce il mese ci squagliamo…
(si baciano)

D.Sa. Che scena commuovente…mi si arrizza la carne…che suocero…che genero, quanto si vogliono bene!

Mar. Vado a prendere la bolletta del telefono, Caterina dov'è nella stanza da letto? (Cat. annuisce) La prendo e vado a pagarla (guardando il suocero, và)

San. Vai a pagare…paga..paga..

D.Sa. Santo se (avvicinandosi) viene a trovarti quella pettegola di mia comare Olga, non ci fare sapere niente, quanto parla e quanto vuole sapere…

San. Tu invece mai!..

D.Sa. Voi mi conoscete bene, Caterina ti risulta che sono una che parla assai?

Cat. No…no, cose giuste…vado a preparare il letto a mio padre (và)

D.Sa. Anche io me ne vado, prima che mio marito mi va cercando…Santo e a tuo figlio Luca, qualche cosa di pensione dagliela pure, i figli sono tutti uguali.

S C E N A XIV°
(Caterina, Santo, Mario, Franco)

Cat. (entra) Mamma mia siamo esauriti con questa…

San. Questa è peggio di tutte le pettegole, mi dice sempre che sono fortunato, …quanto mi tocco!…

Cat. Vedi che vicini abbiamo? 

San. Non ci badare, se nò cadi malata e poi chi si prende cura di me.

Cat. Cerca di non farmi esaurire pure tu…

San. Ma io poverino che faccio…(entra Mario) portami nella mia stanza…
(entrano, mentre Mario si siede ascoltando, Santo dalla stanza grida:) 
Questa stanza è troppo piccola…

Cat. (sempre dalla sanza) Questa è!

San. Televisione non ce n'è…

Cat. Quando vuoi, ti senti la radio…

San. Questo materasso non è ortopedico…

Cat. Adesso stai tranquillo che io devo fare tante cose. (entra in scena) Hai sentito Mario…

Mar. Neppure è entrato, e se già dovessimo fare l’elenco di quello che vuole non ci basterebbe una penna per scrivere…

San. Caterina dai un bacetto a Mario da parte mia…

Mar. (s’innervosisce di più) Digli di finirla, mi fa innervosire (aumenta tic)

San. Caterina…Caterina…

Cat. Che vuoi papà…

San. Hai dato il bacetto a Mario.

Mar. (si alza più furioso di prima) Ti ho detto fallo finire…

Cat. Papà dormi, fatti un pisolino…

San. Rispondi gli e l'hai dato…

Mar. (sbatte la testa contro una parete) Ma che gli ho fatto al Signore! (poi si siede)

Cat. Si papà e te ne manda uno pure lui. (si siede affannata)

San. Che sono contento! (in quel momento entra Franco)

Fra. (guarda gli zii affannati e tristi) Che avete con queste faccie da funerali, è morto il nonno?

Mar. Peggio di peggio! Ancora vivo è! Chissà quanto campa!..

Fra. Zia, mia madre già ha comprato la poltrona, la televisione…

Mar. Vedi che fa fare la pensione…Ora mangiamo qualcosa…(mentre 
apparecchia Caterina)

Cat. Mah! Mia sorella non mi ha detto niente per la televione, per la poltrona.

Mar. Quelli non ci fanno queste confidenze…

Fra. Zio forse l'ha scordato…zia dato che il nonno dorme mangio quà, a casa mia non ci faceva mangiare mai…

Cat. Sediamoci, se vuoi Franco ti faccio un panino…

San. (dalla stanza) Caterina…Caterina…

Mar. Manco fatto apposta!

San. Portami un fazzoletto, sono raffreddato.

Mar. Coprilo bene, se nò gli viene la febbricolina…(Cat. và)
Franco in questo mese il nonno ti hato dei soldi?

Fra. Mi ha dato centomilalire…(entra Caterina)

Cat. E’ un po' raffreddato…(mentre prendono le posate, Santo inizia ad espettorare, e soprattutto Mario posa tutto bruscamente)

Fra. Pure da noi faceva cosi, abbiamo fatto un mese di questa vita, ogni volta che cominciavamo a mangiare, lui espettorava…(Mario accenna al vomito) Vado a salutarlo e poi me ne vado. (Franco entra dal nonno)

Mar. Per un mese allora non si mangia…

Cat. Ma forse perchè è raffreddato…(entra Franco)

Fra. No, anche quando non è raffreddato espettora…

Mar. (stessa scena di prima) Per favore Franco, basta..basta…

Fra. Certe volte fa pena! Vi saluto ora…

Mar. Aspetta che ti accompagno, cosi passo dal bar e mi piglio una limonata, senò le budella fradicie mi diventano…(escono, Caterina sparecchia)

S C E N A XV°
(Caterina, Santo)

Cat. Certo che quà dentro dobbiamo cambiare abitudini, quando mia figlia Luisa si marita, non si deve tenere a nessuno a casa, se nò si infelicita…
La vita (entra Santo)

San. Ti vorrei parlare cara figlia (esce centoeuro) tieni, appena viene Luisa gli e li dai…Non ti scordare poi di comprare la poltrona, il materasso, tua sorella già li ha comprati…

Cat. Uffa!…papà tu sai che Mario prende poco di stipendio, mia sorella per farti queste cose significa che tu li hai aiutatii…non mi fare perdere la pace in famiglia.

San. Caterina, mi vuoi sentire un minuto, mettiti più vicina…ascoltami bene.

Cat. Parla che ti sento…(indifferente)

San. Non ti scordare poi le carte …………… (del prorio paese)

Cat. (seccata) Questo era il discorso….

San. Ti secchi! E’ proprio vero, i proverbi non sbagliano mai: un padre campa cento figli e cento figli non possono campare un padre…

Cat. Papà finiscila e vedi quello che devi dirmi.

San. Te lo dico perché questa era la volontà di tua madre.

Cat. (si commuove) Poverina, lei si che era una Santa con tutti…una Santa!

San. Chissà se la fanno beata! Ascoltami, io e tua madre mentre voi crescevate raccogliavamo, stringevamo da tutte le parti…(Cat.comincia ad aprire gli occhi, facendo scena) anche perchè quando uno crepa spese ce ne sono assai…stringendo…stringendo, abbiamo messo da parte, Tre…tre…tre…

Cat. (con molta attenzione gli si avvicina) Parla papuccio mio…

San. Abbiamo raccolto trenta milioni per voi..

Cat. (stupita, di scatto si siede accanto al padre coccolandolo) Santo cielo! Ma come avete fatto…sto svenendo…

San. L'ho detto a te per prima perchè sei la figlia più piccola…non sa niente nessuno…

Cat. Allora mia sorella e mio fratello non sanno niente…

San. Non sanno niente, e sono contento che tua sorella e Biagio si sono comportati bene, mi hanno trattato con i guanti gialli…mi hanno comprato la televisione, il materasso…

Cat. Papà pure io, l'avevo pensato!

San. Se gli dicevo queste cose a tua sorella, potevo pensare che mi trattavano bene per questo motivo, invece…però poi forse glie lo dico, poi a chi merita di più avrà di più…

Cat. Papà non pensare male se ora ti compriamo la televisione, il materasso…

San. A poltrona, le carte ……lo so che li compravi …ma io ti ho detto queste cose perché sei la più piccola…la prima figlia….

Cat. Proprio ieri ho detto a Mario che dovevamo farti un regalo, manco se le fatto dire…però a rate mi ha risposto.

San. Non ti preoccupare, quello che conta è il cuore…Ora mi vado a riposare, mi sento stanco…(si alza lamentandosi per il mal di schiena)

Cat. Pure Mario quando si siede in questa sedia si alza sempre dolorante, la togliamo di mezzo e compriamo una bella poltrona…(mentre Cat. sistema la sedia, Santo verso il pubblico: " E questa è pure sistemata" 

San. Preparami questo letto…(entrano nella stanza e subito dopo arriva Mario)

S C E N A XVI°
(Mario, Caterina, Biagio)

Mar. Caterina (risponde dalla stanza)

Cat. Quà sono, sto sistemando mio padre…

Mar. E sistemalo bene lo sistemasse per le feste almeno…manco mille lire di pensione mi dà, lui dà sempre a suo figlio Luca e a sua figlia Matilde, e Mario tiene la candela! (entra Caterina, euforica)

Cat. Mario, tutti questi nervi ora ti passeranno in un baleno…

Mar. Che parli fina…in un baleno! (Cat. Stava per raccontare ma bussano)

Cat. Silenzio poi parliamo…(entra Biagio)

Bia. Salutamo a tutti, passavo di quà vicino e ho suonato…

Mar. Biagio ti vedo contento.

Bia. Che vuoi, dopo un mese di sacrifici un poco di respiro, ora lo stiamo prendendo…Ma dov'è il vecchietto…

Cat. Sta riposando.

Bia. Mario non fare questa faccia, prendila con filosofica, pure noi invecchieremo…

San. Sbaglio o sento la voce di Biagio…che bravo genero…

Bia. Io sono papà…vado a salutarlo (và)

Mar. (stupito) Papà…l'ha chiamato papà…e che ruffiano mio suocero, prima dice che il genero più bravo sono io, poi appena sente la voce di Biagio dice che è lui…

Cat. Zitto, che ancora non sai niente, questi nervi ti passeranno in un baleno…

Mar. Ancora! Con questo baleno!…

Cat. Vacci pure tu e gli dai un bacetto…

Mar. A chi!

Cat. A mio padre…

Mar. Ma sei pazza!?

Bia. (entra) Ha sonno, quà dentro mi pare più calmo, invece a casa mia era insopportabile. ( Cat. entra nella stanza perché Santo tossiva)

Bia. Mario, non ti preoccupare, io voglio il giusto della pensione, ma dobiamo stare attenti a Luca, anzi ogni tanto facci la voce grossa al vecchietto, sai quante volte ho litigato io! Ogni tanto trattalo pure male.

Cat. (entra) La tosse ha…

Mar. LA tosse è niente in confronto a quando espett……

Bia. Non lo dire che vomito…(esce)

S C E N A XVII°
(Caterina, Mario, Luca)

Cat. Non parlari assai che questi nervi ti passeranno in un baleno…

Mar. Ma ti sei fissata con questo baleno…

Cat. Siediti e ascoltami bene…questi nervi ti passeranno.

Mar. Miracolo! Non ha detto: in un baleno…

Cat. E finiscila…Poco fà mi ha chiamato mio padre per dirmi…

Mar. Che vuole la televisione! (seccato)

Cat. Non mi ha detto questo, però vai a prenderla subitu…

Mar. Pazza…pazza è uscita pazza..

Cat. Mario, forse ci stiamo sistemando…

Mar. Per le feste!

Cat. Dice che raccoglievano…stringevano, e sono arrivati a tre …tre…trenta milioni.

Mar. (rimane basito, poi aumenta il tic) Questa sarà una pensata da furbacchione, non ci posso credere, e come mai l'ha detto a te per prima.

Cat. Perchè sono la figlia più piccola, la prima figlia…non sà niente nessuno…

San. (dalla stanza) Caterina…Caterina…

Cat. Si è svegliato, dicci qualcosa, chiamalo papà…(Mario lentamente và, prima di entrare:)

Mar. E se sarà vero?! (entra nella stanza)

Cat. (mentre passeggia contenta, entra Luca)

Luc. Ciao sorella, che dice papà.

Cat. E’ raffreddato (esce Mario)

Mar. Dici che vuole una pizza…(prende sottobraccio la moglie e di nascosto) Mi ha dato centomilalire…

Luc. Ma non ci fa male la pizza.

Mar. (prima di uscire) Pa…pa…papà la vuole margherita!

San. (dalla stanza) Più ingredienti ci sono meglio è!

Mar. Ha uno stomaco di ferro. (esce)

S C E N A XVIII°
(Luca, Santo, Caterina, D. Sarina)

Luc. Come si sente papà…(Santo in quel momento esce)

San. Bene…bene mi sento (si salutano)
Cat. Luca pe Natale mangiamo tutti assieme…

Luc. Mia moglie mi ha detto che per natale siamo con i miei suoceri, per Santo Stefano con i miei cognati…

San. Per capodanno con i tuoi zii e per Pasqua con i tuoi cugini…Caterina ho voglia di una fetta di fegato…stasera me la mangio. 

Cat. Vado subito dal macellaio (esce)

San. Non vedevo l’ora di vederti…bello mio (lo stringe e lo bacia)

Luc. Pure io papà, però non vorrei che i miei cognati pensano che vengo quando pigli la pensione!

San. Tu a tuo padre vieni a vedere, fregatene.

Luc. Infatti, quando pigli la pensione, fai metà a Matilde e metà a Caterina, te dico io stesso…se poi qualche cosa la vuoi dari a me.

San. Io non faccio particolarità…ma questo nipote nasce o non nasce.

Luc. Ci stiamo provando papà, meglio però che questo mese non esce incinta, abbiamo troppe spese…

San. Non ti preoccupare, anzi appena resta incinta ti regalo un milione.

Luc. Un milione? E dove lo prendi…

San. Lo prendo…lo prendo…ora ti racconto tutto, e mi levo sto peso!..

Luc. Quale peso!

San. Sbrighiamoci prima che arrivi tua sorella…lo voglio dire a te per prima perché sei il secondo figlio…di solito si inzia o con la più grande o con la più piccola, io invece cambio… Dopo una vita di sacrifici e di stringere di tutti i lati io e tua madre abbiamo raccolto trentamilioni e sono conservati con gli interessi.

Luc. Ma vero! (si alza di scatto) Mi hai salvato, un poco di debiti me li posso levare.

San. Ci sono anche le tue sorelle…

Luc. (deluso) Giusto, non puoi dare tutto a me…
San. Però a chi merita di più, avrà di più…non dire ninte alle tue sorelle…

Luc. Sono muto come una tomba.

San. (esce dei soldi) Tieni…

Luc. Lascia stare papà, io per vederti vengo…

San. Prendili prima che arrivi tua sorella…( Luca,li prende veloce e se li mette in tasca) Quanti sacrifici per mettere da parte…(entrano Cat. e Saridda)

D.Sa. Che bello fegato aveva il macellaio…

Cat. Papà ora ti fai un bagno…

D.Sar. Ti lava le spalle tua figlia, ah! Che figli…che figli che hai Santo…

Luc. Ti saluto papà…(Cat. e santo entrano nella stanza)

D.Sa. (lo prende sottobraccio) Luca provateci per questo figlio, se non capita una sera capita un'altra sera…(escono)

S C E N A XIX°
(Mario, Caterina)

Mar. (entra con la pizza appoggiandola sul tavolo) Caterina dove sei…

Cat. Quà sono, papà si sta facendo il bagno, ricordati di comprare poi il borotalco che sta finendo..

Mar. Il borotalco? Come i bambini…Caterina la pizza è pronta! 

Cat. A momenti finisce…

Mar. Ancora non ci posso credere…(entra Caterina)

Cat. Non ci credi ancora…ora ora mi ha detto: chissà qanti interessi hanno fruttato!…

Mar. Ho incontrato luca, che voleva.

Cat. E' venuto per vedere mio padre…e poi spunta D.Sarina.

Cat. Papà spicciati che la pizza si raffredda…(entra Santo)
San. Ci credi che mi è passata la fame!

Cat. Tagliela Mario…taglia…

Mar. Si pa…pa…papà, gli e la taglio io!

San. Ma ci sono i funghi, lascia stare, che se sono velenosi e moro prima del tempo vi lascio in mezzo ai guai e P.Angelo mi manda all’inferno…sono sazio!

Cat. Ma come, avevi desiderio di pizza.

San. Con mio genero che mi chiama papà, sono sazio, m’arrizzo tutto!...

Cat. Ora ti compriamo la televisione, vero Mario!...

Mar. Io volevo aspettare per prenderne una più sofisticata!

San. Ma io semplice la voglio…

Cat. Hai sentito Mario, non c’è motivo di aspettare la vuole semplice!

San. Appena viene Luisa le compro lo sterio (Mario comincia a crederci di più)

Mar. Caterina vado a prendere questa televisione?

Cat. Vai…vai…

Mar. Quattordici pollici…

Cat. Quindici…sedici…

San. Facciamo diciotto o venti e non si offende nessuno.

Mar. (guarda la moglie) Va bene..va bene…(sta per uscire)

San. Mario, non ti scordare il borotalco, e mentre passi informati per il materasso.

Cat. Certo…Mario ci aveva pensato, vero Mario!

Mar. Uh!…è da tempo che ci penso!…(esce)


S C E N A XX°
(Le figlie, i generi, Santo, Luca, Irene, Franco, P.Angelo)

Cat. Papà, ma ci fai caso di quanto è buono tuo genero Mario! Quella che ha consumato mio fratello Luca, è tua nuora Irene, mai una festa assieme mai…Quando si è fidanzata, i primi giorni com'era ruffiana… adesso è pure scroccona…

San. Non ci fare caso…mi chiamava papà…(in quel momento entra Luca con Irene, stavolta vestita di lutto e più premurosa) 

Ire. Papà, cosa c'è sembra che stava piangendo…

Cat. Stava pensando la mamma…

Ire. Caterina, fatelo svagare, non ricordateci momenti brutti…papà questa è la vita (lo tiene per mano) deve stare sereno! (poi si siedono) Luca ogni tanto lo portiamo a casa nostra senza stabilire giorni e mesi, questa cose si fanno nelle famiglie dove si pensa solo agli interessi…tu che dici Caterina…

Cat. (adirata) Ci potevi pensare prima…

Ire. Che significa questa battuta…Luca hai sentito tua sorella, parla pure tu…

Luc. Caterina, giusto dice Irene…

Cat. (animando la lite) Vorrei sapere come mai vi state pigliando ora di pena.

Ire. Se lo vogliamo dentro ogni tanto non lo facciamo per scopo!

Cat. Scopo? Ma quale scopo, ora state parlando troppo.

San. (adirato) Non fate polemica…(entra Mario col televisore ed il borotalco)

Mar. Ma cosa sono questi voci, fino al negozio si sentono…

Ire. LA televisione…il borotalco…(entrano Biagio, Matilde, Franca)

Fra. Che c'è riunione di famiglia…nonno come stai…

Mat. Cosa avete con questa faccie!

Bia. Mario che c'è…

Mar. Io ora sono arrivato, non sto capendo niente.
Cat. Alla signora Irene son o venuti gli scrupoli di coscienza, ogni tanto vorrebbe portarsi papà a casa…

Mat. Come mai ci stai pensando ora e non ti sei degnata di fargli una visita…

Ire. Come mai vi state bruciando…

Cat. Mat. (al fratello) Se diventato un pupo…

Mat. Tutta colpa tua, (a Irene) a mio fratello gli hai tolto il senso della famiglia unita.

San. Finitila ora…

Bia. Mario pure tu hai comprato la televisione…

Cat. Matilde per me papà puo restare sempre quà (Santo si stringe a lei)
A me non pesa…

Mat. Pure a me non me pesa, puo restare sempre con me…(Santo si stringe a Matilde, ma entrambi se lo tengono)

Luc. (Irene gli fa cenno che anche lui può) Anche a me…(Santo va verso di lui ma le due sorelle lo riportano al posto di prima)

Ire. Come mai lo volete tutti per l’eternità e non volete che sta ogni tanto con suo figlio Luca…parla pure tu Luca…

Luc. Giusto è quello che dice Irene, come mai non volete.

San. FRANCO vai a chiamare P.Angelo…

Bia. Che c’entra P.Angelo.

San. C’entra…c’entra…(un poco spaventato)

Mar. I panni sporchi si lavano in famiglia.

Luc. Giusto, ora pure noi vogliamo lavare i panni a papà!

Ire. Finalmente hai parlato senza avertelo detto io…

Fra. (al pubblico) Menomale che centomilalire me li son fatti dare prima se nò pure questi perdevo.

San. Franco, ti ho detto vai a chiamare P.Angelo (Franco và)

Bia. Io direi di discutere facendo il punto…

San. Facendo il punto, la virgola, i due punti….

Bia. Irene come mai lo volete ora, e tu Mario comu mai te lo vuoi tenere per sempre!

Ire. Perchè è giusto che i sacrifici li facciamo tutti, e mio marito mi ha fatto capire che abbiamo sbagliato…pure noi invecchieremo…

Mat. Poverini!..

Cat. Come sono diventati buoni di cuore!…

Mar. E tu Biagio come mai te lo vuoi tenere pre sempre!

Mat. Papà è meglio che decidi tu, sai che io sono stata sempre precisa…

Cat. Papà pure io, forse sono stata più precisa di mia sorella…

Ire. Luca e tu come sei…

Luc. Più preciso di tutti…

Bia. Io sto capendo tante cose…

Mar. Pure io…

San. Pure io…non vedo l’ora che arrivi P.Angelo!

Bia. Mario, io ho comprato le carte, il materasso, la televisione…

Mar. Pure io…anzi ho comprato pure il borotalco, la pizza… 

San. Ma quando viene P. Angelo…(entrano P.Ang. e Franco)

Fra. Fermi tutti…ci siete caduti come pere cotte, dillo nonno, non ti vergognare.

San. Santo celo!..

Mat. Papà ma ci hai preso in giro tutti?

P.An. Proprio cosi!..

Mat. Ma lo sapevo io sola e non lo dovevo dire a nessuno…

Cat. Papà avevi detto che lo sapevo io sola…

Luc. Papà avevi detto che io ero il secondo figlio e che solo io sapevo…

Ire. Basta…basta, Luca le tue sorelle ti volevano mettere di lato…

Cat. Sorella, tu lo sapevi…

Mat. Pure tu sorella…(poi entrambe a Luca: "Pure tu fratello" Luca si gira)

Ire. Per questo non volevate che lo portassimo ogni tanto…

Bia. Basta, ora che sappiamo tutti, dividiamo in parti uguali!

Mar. Tu già hai preso gran parte della pensione, e tu Luca che pigli sempre…

San. Oh! dividiamo…dividiamo, ma che vi pare che sono morto, vivo sono.

P.An. Cercate di finilla lo dico io ora…vergogna per voi stessi, vergogna ognuno
verso il proprio fratello, vergogna verso Dio…

San. P.Angelo, menomale che ha preso la parola, se nò i capelli si tiravano…

P.An. Zitto e vergognati!

San. Intanto senza questo trucco, lei non sarebbe quà a fare questa bella predica.

P.An. Chiedete perdono a Dio, di fronte a tale meschinità.

Ire. Per questo non volevano…

P.An. Zitta Irene, continui a sbagliare…cercate il benessere senza capire che da
Dio viene l’unico bene, eravate pronti per la spartizione? Volete dividere
in parti uguali?

Mar. E tutti in pace!

P.An. Se non trovate la pace con Dio, non potete trovate la pace con voi stessi,
l’interesse prevale sull’amore verso un padre!…Vergogna!…

San. Di quante volte che ha detto vergogna, mi pare che non si vergogna nessuno.

P.An. Vostro padre non ha una lira…(tutti stupiti, fanno un po’ di confusione, ognuno esclama qualcosa verso l’altro)

P.An. Basta…non continuate a peccare…

San. Voi non mi tenevate come un padre!…no…come un padre…

Luc. Io sempre sono venuto a trovarti…

San. Il giorno della pensione!…

Mat. La colpa è nostra, ora lo teniamo come un vero padre e senza soldi addirittura.

Luc. Irene…

Ire. (Di scatto) Senza che mi chiami, sai che casa nostra è più piccola di tutti…

P.An. Irene basta…Solo tenendolo con grande amore potete espiare questo
peccato…pregate, pregate altrimenti non starete mai in pace con voi
stessi. (poi fa qualche passo avanti con un sottofondo di musica,
rivolgendosi al pubblico con un sottofondo musicale) 
A voi dico: se vi capita una cosa del genere, non cadete in questo peccato
cosi grande e meschino…amate e onorate i vostri genitori con grande
cuore, senza porvi mai questa domanda: 
Ora che mamma è morta chi si tiene papà?…

(Tutti chinano il capo, mentre il sipario si va chiudendo)

(Per ogni rappresentazione di questa commedia è necessaria l’autorizzazione dell’autore e dell’elaboratore)