Orilio, Orilio…

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Orilio, Orilio…

Due atti di

Paolo Cappelloni


Personaggi

Orilio – l’avaro

Costanza - la domestica

Fiorina - la vicina di casa

Arsenio - l'amico

Giuseppina - la figlia

Adalgisa - la moglie

Ardesia  - la suocera

(Annunciatrice radiofonica)


Primo atto

(La scena rappresenta un vecchio e rimediato soggiorno arredato in modo essenziale. C'è un'uscita che porta all'ingresso, una che dà alle altre stanze e una finestra. È necessario che fra gli arredi di scena ci sia una vecchia radio.)

(All'aprirsi del sipario si trova in scena Costanza, la domestica, che sta cantando e spolverando i pochi mobili con uno straccetto lacero e consunto.)

Costanza -    "Non son degno di te… Non ti merito piùùùù…" (Guardando lo straccio) Guarda qui, c'è da vergognarsi a spolverare con uno straccio così. Poi dice che c'è la polvere… Per forza, ci sono più buchi che stoffa! (Lo scuote fuori della finestra. Mentre lo scuote scorge la dirimpettaia alla finestra) Buongiorno, signora Fiorina. (La voce di Fiorina non si sente. Costanza l'ascolta) Sempre peggio. Io non so proprio come ha fatto quella povera moglie a sopportarlo par tanti anni. (Ascolta) Esagero? No, no… minimizzo! Guardi: io lavoro qui da due anni… (Abbassa la voce) sa quante mensilità ho avuto finora?? (Forma il numero "tre" con le dita) Ah, si stupisce? Per televisione parlano tanto bene del volontariato… Bè, io stando in questa casa, lo supero di gran lunga, il volontariato! (Ascolta) Eh sì! L'unico vantaggio è che non c'è tanto da fare: Rifare un letto, lavare una camicia al mese, due mutande… Per fare la spesa mi van via due minuti… (Ascolta) Perché?? E quanto ci vuole a comprare un panino con due fette di mortadella! (Ascolta) No, tutti i giorni no: un giorno la mortadella e un giorno il formaggio… ma poco poco perché un pezzo gli dura una settimana! (Ascolta) Il vino?? La domenica! con due biscotti per fare uno stravizio. (Ascolta) Eh sì Per me è una cosa avvilente… (Ascolta) La cresta sulla spesa?? Non mi faccia ridere!! Quando torno dal negozio, altroché il metal detector! Mi tocca passare la dogana come se dovessi denunciare della roba sospetta! (Ascolta) Sì, allora venga lei, qua, s’accorgerebbe. (Ascolta, poi, sempre sottovoce) Ah, per me faccia pure. Io non lo toccherei nemmeno con una pertica. (Ascolta) Sì, sì, adesso però mi faccia tornare al lavoro perché se mi trova a parlare mi toglie i soldi per il tempo che ho perso e sarebbe a dire che prima di rivedere il prossimo stipendio dovranno passare altri sei mesi. Buongiorno signora Fiorina. (Esce per la porta interna e rientra subito con un aspirapolvere che aziona mentre canta) "Non piangerò mai su tutti i soldi che spendo, né che avrò, forse piùùùùù"

(Dopo qualche secondo entra Orilio, vestito con una vecchia giacca da casa e un paio di pantaloni informi. È scuro in volto. La prima cosa che fa è quella di agire sull'interruttore abbassando così la luce in scena.)

Orilio -          Cos’è ‘sto chiasso? (Guarda l'aspirapolvere) Accidenti a quella volta che mi son lasciato convincere a comprare quell’affare. Ma non è più comodo adoperare la scopa? Possibile che… (Non riesce a parlare a causa del rumore dell’aspirapolvere) Possib… Poss… E spegni quell’accidente che consuma l’ira di dio!! Possibile che per raccogliere un po’ di mondezza mi debba far succhiare la corrente da un coso come quello?? 1000 watt a succhiata per poi vuotarlo e buttar via tutto quello che ha ingurgitato?

Costanza -    Cosa vorrebbe fare, mettere da parte anche la mondezza, adesso?

Orilio -          E il riciclaggio cosa l’hanno inventato a fare? Che è l'invenzione più civile di questi ultimi tempi! Invece: tutti basta che buttino via! Buttano via di tutto! C'è la smania dell' usa e getta! Si compra la roba per buttarla via! Guardano che ora è e buttano via l’orologio. Si soffiano il naso e buttano via il fazzoletto. Mangiano e buttano via piatti e forchette. Bevono e buttano via bottiglie e bicchieri. Fanno due telefonate e cambiano il telefono.

Costanza -    (Ironica) Vanno al gabinetto e buttano via la carta…

Orilio -          Non far tanto la spiritosa che non c'è niente da ridere. Perché è così che si buttan via i soldi! Si buttan via i sentimenti! La vita, si butta via! Siamo arrivati al punto che ci buttiamo via da soli!!

Costanza -    Bè, lei dovrebbe star zitto. Sua moglie l’ha persa…

Orilio -          Persa?? Col divorzio da mia moglie ho chiuso una falla, ho arginato una perdita a getto continuo! Col divorzio ci ho guadagnato, altroché! A parte il mensile che mi tocca passarle che non è niente in confronto a quello che mi faceva spendere prima. Scialacquona sperperatrice da interdizione! Ah ma adesso dovrà tirare la cinghia anche con quello perché ho saputo che s'è messa a lavorare! Così smetterà di fare razzia a man bassa nelle mie saccocce! E cosa sono io, il paese di bengodi?

Costanza -    (Seduta tranquillamente) Bravo. Bel discorsino.

Orilio -          Lo vedi? Lo vedi? Io parlo e te te ne approfitti per stare stravaccata senza far niente! E io imbecille che ti intrattengo con le mie considerazioni! Prendi la scopa e fa' le cose come si deve, dai! (Esce)

Costanza -    (Rimasta sola, riaccende la luce) Ma non ti dico… (Accantona l'aspirapolvere e prende una scopa) Ma chi me lo fa fare, a me… a far Madre Teresa di Calcutta? (Spazzando) Però mi domando e dico come farebbe un cristiano così a campare da solo, senza qualcuno che non lo faccia ridurre peggio d'uno straccione? (Mentre spazza s'accorge che la scopa ha raccolto un biglietto del superenalotto) E quest cos’è? Un biglietto del superenalotto (Lo osserva) E’ buono, è per sabato. Non è possibile che l'abbia comprato lui, anche s’è solo da un euro. Lui non butterebbe mai i quattrini così. (Lo intasca e continua a spazzare. Si sente suonare il campanello d'ingresso) Chi è? (Va ad aprire e torna con Fiorina)

Orilio -          (Si affaccia) Chi è?

Fiorina -        (Entrando) Sono Fiorina, la sua dirimpettaglia.

Orilio -          E vuole qualcosa da me?

Fiorina -        No, anzi, pensavo che… se servisse a lei un qualcosa… visto che siamo vicini di casa, senza offesa…

Orilio -          No, grazie, (Indicando Costanza) spendo già abbastanza con questa qui.

Fiorina -        Ma io non voglio mica essere pagata!

Orilio -          Non è possibile. (Esce)

Costanza -    Sente con chi dovrebbe combattere?

Fiorina -        Detto fra noi, signora Costanza: Io sono vedova, mio marito, buonanima, mi ha lasciato solo debiti, ho un figlio che ancora studia e sinceramente non mi farebbe schifo non avere più preoccupazioni economiche. Lo sa quanto è difficile tirare avanti?

Costanza -    E lei spera che il signor Orilio le possa risolvere le sue preoccupazioni? Poveretta lei! Farebbe prima a vincere al totocalcio, se lo fa solamente per i soldi, se invece prova anche qualcosa per lui… significa che ha qualcosa in testa che non le funziona bene!

Orilio -          (Si affaccia) Cosa fate, salotto? Stammi a sentire, Costanza: Io oggi non vado a negozio, devo rivedere dei conti, perciò puoi andar via prima, così tu risparmi la fatica e io i soldini. (Esce)

Costanza -    (A Fiorina) Ha sentito l’antifona?

Fiorina -        Brutto non è….

Costanza -    No, brutto non è. Il fatto è che è tirchio. Ma proprio uno di quelli fatti col sentimento. Quello è uno che va stitico per non buttar via la roba!. (Ripone la scopa e si prepara ad uscire) Io vado. Se vuole rimanere con lui, faccia pure.

Fiorina -        Oggi non mi sembra che sia la giornata buona…

Costanza -    E quand’è la giornata buona? Giusto se s’ubriaca con una bottiglia di vino regalata da qualcuno! (Escono entrambe)

Orilio -          (Sbircia in scena, poi entra) Sono andate via... Guarda te che sprechìo di luce! E chi sono io, l'ENEL? (Agisce sull'interruttore abbassando la luce) Poi dicono che non esistono i vampiri. Ci sono, ci sono! Io sono circondato da vampiri succhiasangue! Perché la gente, dopo che butta via i soldi e tutto il resto come se fossero coriandoli, vuole prenderli dove ci sono senza sudare, senza muovere un dito. Loro non sanno quanto ho sudato io, per metter su il mio negozio di ferramenta. Quanti salti mortali ho dovuto fare per mettere da parte un soldino sopra l’altro, i sacrifici che ho fatto! E agli altri è tutto dovuto! A cominciare da mia moglie che adesso sta bene dove sta e non m'importa con chi, e poi mia figlia, che anche lei è un debito continuo che scoppiassero tutti quanti! (Si accorge di un chiodo abbandonato sul pavimento) Ecco! Lo vedi? Questo è come spazza quella disgraziata! C'è un chiodino per terra e nemmeno s’è accorta. (Prende il chiodo e se lo mette in tasca) Se perdessi un chiodino al giorno, nel giro di… qualche anno andrei in fallimento dritto dritto! Eeeh, non c'è da fidarsi di nessuno… e non vale nemmeno la pena spendere il fiato, per della gente così. (Campanello) Un’altra volta il campanello. E cos’è oggi? (Esce dalla porta esterna e rientra con Arsenio)

Arsenio -       Son passato alla tua rivendita di ferramenta e mi hanno riferito che eri in casa

Orilio -          Sì. Devo rivedere certi conti, una faccenda lunga, e io preferisco fare certe cose a casa mia, distante dagli sguardi della gente.

Arsenio -       Allora me ne vò.

Orilio -          No, no, stai pure. Smetto per un po’.

Arsenio -       Come va?

Orilio -          Mah. Tiriamo avanti ma è sempre più difficile. La vita, caro Arsenio, costa sempre di più!

Arsenio -       Ma dai! Hai quel negozio che produce così bene! Cosa dovrei dire io, allora, col mio misero stipendio da travet? Da piccolo impiegato qual sono?

Orilio -          Sai, Arsenio, che da una parte t’invidio? Tu hai studiato, sei colto, parli forbito e soprattutto stai tranquillo: alla fine del mese ti danno lo stipendio, non devi pensare a niente. Io invece, tra i fornitori, i commessi, le tasse, i debitori: è una cosa impossibile! Oh, a proposito di debitori, tu sei un amico ma la rata di quel prestitino che t'ho fatto è scaduta da tre giorni!

Arsenio -       Ne sono consapevole, Orilio, ma anche io, sai, ho le tasse da pagare, le bollette, mio figlio che mi costa come un figlio…

Orilio -          E io chi devo essere, l'ultimo a riscuotere?

Arsenio -       Bè, devi pure ammettere che per un prestito di mille euro, il 20% d'interesse è un tasso da usura.

Orilio -          (Si scalda) Non mi nominare quella parola, per carità! L'unico usurato qui sono io! In questa casa si usura tutto, e se non mi arrivasse qualche soldino ogni tanto andrebbe a finire tutto in malora!

Arsenio -       Stai tranquillo che domani è il ventisette e ti restituirò tutto ciò che devi avere. (Nota un calendario dell'anno precedente appeso alla parete) Ma cos’hai, ancora il calendario dell’anno scorso?

Orilio -          Certo. Io lo cambio ogni quattro anni! Mica dovrò comprare un calendario nuovo ogni volta che esce? Io so per esempio che il quindici di marzo lì viene di lunedì e invece è martedì e quest’altr’anno sarà mercoledì. Dopo quattro anni sono costretto a cambiarlo perché con l'anno bisestile il conto diventa un po' complicato. Pazienza… Eeeeh, era una volta che tutti ti davano i calendari in omaggio! Non sai gli scatoloni che riempivo!

Arsenio -       Questa non la volevo sentire. E come li utilizzavi?

Orilio -          Li vendevo a chili!

Arsenio -       Ti ho capito. Per piacere, Orilio, mi dai…

Orilio -          (Interrompendolo) No.

Arsenio -       Guarda che volevo solamente un bicchiere d'acqua!

Orilio -          Ah! Allora la prossima volta comincia dicendo: “…Un bicchiere d’acqua, me lo dai?” Così non mi metti in agitazione! (Esce un attimo per prenderglielo)

Arsenio -       (Ad alta voce) Non farlo pieno fino all'orlo, me ne basta un sorso.

Orilio -          (Rientra con un bicchiere d'acqua, non pieno) Ecco, bevi piano che è ghiacciata.

Arsenio -       (Beve) Non è gasata…

Orilio -          Gasata?? E’ del rubinetto. Non vorrai mica l’acqua minerale?

Arsenio -       No, no, stai tranquillo, non ti faccio spendere. Ieri ti ho anche regalato un biglietto del superenalotto! È facile che tu vinca una consistente cifra e io non mi dovrò più preoccupare del debito.

Orilio -          Io non credo per niente a questi giochi. Son tutti quattrini buttati al vento. Poi, scusami ma, anche se vincessi, cosa c’entra la mia vincita col tuo debito? Sono due cose completamente differenti!

Arsenio -       Orilio, sei una cosa impossibile! (Campanello)

Orilio -          E dagli! Un’altra scampanellata! Ci fosse uno che bussasse! Farebbe meno chiasso e sarebbe più economico! (Va ad aprire e rientra con Fiorina) Si accomodi ma le ho già detto che non mi serve niente.

Fiorina -        (Civettuola) Madonna mia, signor Origlio, mi tratta come se volessi venderle qualcosa. (Vede Arsenio) Buongiorno.

Arsenio -       Buongiorno, signora.

Orilio -          E non è così?

Fiorina -        No, giuro, mi prendesse un colpo!

Orilio -          Mm, allora non capisco cosa va cercando.

Fiorina -        Niente. Ho semplicemente pensato che le facesse piacere un po’ di compagnia, ma vedo che è occupato perciò tolgo il disturbo.

Arsenio -       No, no, signora. Sono io che mi sto accomiatando, non si preoccupi. Ciao Orilio, allora ci vediamo domani per quella nostra transazione, va bene?

Orilio -          Va bene, Arsenio. Oh mi raccomando, se no qui… (Allarga le braccia)

Arsenio -       Stai tranquillo che non ti ridurrai misero e ramingo. (Galante) Buona giornata, signora. (Esce)

Orilio -          Si accomodi pure, tanto oggi è andata così.

Fiorina -        Grazie.

Orilio -          Mi dica.

Fiorina -        Stavo pensando, signor Origlio, che lei lavora troppo. La vedo troppo preso dal suo lavoro. Si dovrebbe rilassare, svagarsi un po’. Se no come fa???

Orilio -          Mi scusi ma… a lei cosa gliene fr…

Fiorina -        (Lo interrompe) Madonna mia, signor Origlio! Ma siamo cristiani! E vedere uno che corre sempre che pare che lavori a cottimo, che è sempre imbronciato, sempre talmente indaffarato peggio di un formicaglio… non da piacere per niente!

Orilio -          La ringrazio ma io sono tanto rilassato. E’ proprio il lavoro che mi rilassa. Quando mi metto a fare i conti, per me è un momento meraviglioso, romantico, addirittura. E’ come raccogliere i fiori a primavera: ogni milione è un mazzolino profumato che faccio fruttare e i frutti sono ancora più profumati e saporiti dei fiori, e io godo quando con quelli posso fare delle ghirlande fruscianti. Mi danno un senso di freschezza e di solidità perché quelli non appassiranno mai, mi capisce? E mi rilassano, altroché… Il nervoso mi viene quando c'è della gente che vuole raccogliere i miei frutti per buttarsi giù con l'ingordigia e farli fuori in quattro e quattr'otto. Ecco l'unico problema, mia cara signora… signora…?

Fiorina -        Fiorina.

Orilio -          Bel nome…. viene dall'Olanda?

Fiorina -        No, perché?

Orilio -          Perché il fiorino è una moneta olandese… Se invece di una figlia avessi avuto un figlio lo avrei sicuramente chiamato "Euro".

Fiorina -        Ma mi tolga una curiosità, signor Origlio: Perché sta sempre con le mani sui fianchi?

Orilio -          Perché ho paura che mi esca la roba dalle tasche.

Fiorina -        Non le fa un po’ de tristezza accumulare… tutti questi fiori e non condividerli con altre persone? Non sentire il profumo insieme a qualcun altro e godere insieme della grazia e … del romanticismo che emanano?

Orilio -          (Sospettoso) Dove vorrebbe arrivare?

Fiorina -        Da nessuna parte, solo che, se io a avessi per esempio una bella torta mi piacerebbe mangiarla con qualcun altro! Che gusto c'è ingolfarsi da soli di panna e di cioccolata senza dire a chi ti sta vicino: "Accidenti com’è buona!" Mi comprende, signor Origlio?

Orilio -          (C.s.) La comprendo tanto bene…

Fiorina -        Ecco: Adesso lei non vada a pensare che io a sia una cacciatrice di dote, per carità!

Orilio -          (Ironico) Per carità! Non mi sfiorava nemmeno il cervello!

Fiorina -        Ma, parliamoci chiaro, signor Origlio. Proprio in questi giorni stavo pensando che… insomma, io sono vedova, lei è divorziato…

Orilio -          Lei ha un figlio…

Fiorina -        Che mangia pochissimo! E’ un fuscello! Un grissino! Un manico di scopa! Uno stuzzicadenti!

Orilio -          Dev’essere uno spettacolo di figlio…

Fiorina -        E io non sono sicuramente una di quelle donne con i grilli per la testa a cui piace spendere a destra e a sinistra! E cosa ci sarebbe di male unire le nostre due solitudini e vivere questi anni che ci rimangono aiutandoci l'un con l’altro con un po' di tenerezza… ed economia? (Avvicinandosi impercettibilmente ad Orilio) Signor Origlio, ma sono proprio da buttar via?

Orilio -          Ma cosa dice?

Fiorina -        (Civettuola) Grazie! Anche lei è ancora… un bell’uomo.

Orilio -          (Lusingato) Bè, mi mantengo.

Fiorina -        (c.s.) La solitudine è una brutta cosa per una donna ancora giovane.

Orilio -          Me lo immagino.

Fiorina -        (Avvicinandosi ancora un po') Senza un uomo al suo fianco…

Orilio -          È normale.

Fiorina -        Che la faccia sentire ancora desiderabile. Signor Origlio, Mi dica qualcosa.

Orilio -          Ha una pensione di reversibilità?

Fiorina -        (Delusa) Bè, qualche soldo mi arriva, anche se poco.

Orilio -          Io le dico subito che non ho nessuna intenzione di risposarmi, eh?

Fiorina -        E chi ha parlato di matrimogno! A me basterebbe solamente una convivenza. Per dare e ricevere un po’ di serenità…

Orilio -          … economica.

Fiorina -        anche…

Orilio -          Ci penserò.

Fiorina -        (Alzandosi) Ma lo faccia presto, signor Origlio perché ogni lasciata è persa…

Orilio -          Va bene, Fiorina.

Fiorina -        Anche per me, Origlio.

Orilio -          A presto.

Fiorina -        (Andandosene con movenze molto femminili) A prestissimo…

Orilio -          Ah, Fiorina…

Fiorina -        Origlio…

Orilio -          In caso, io ti proporrei…

Fiorina -        (Civettuola) Sììììì?

Orilio -          Conti separati, eh?

Fiorina -        Ne riparleremo (Esce)

Orilio -          (Rimasto solo) Poi dicono che non sono buono di cuore! Se ci sapesse fare, la gente otterrebbe tutto, da me… in prestito. (Estrae dalla giacca un vecchio quaderno consunto che pone sul tavolo ed inizia a fare dei conti) Dunque, riprendiamo il discorso: Il trenta devo riscuotere 200 euro da Pistoni, il meccanico, che o mi dà i soldi o mi fa gratis il collaudo del furgone. Il primo del mese è il turno di Spatola, l’imbianchino, 150 euro. Anche questo, o i soldi o mi rifà la facciata del negozio. Il due tocca al dottor Vescichetti, l'urologo. A questo chiedo i soldi e basta. Il tre… niente, giornata nera. Il quattro devo riscuotere 250 euro da Snodi, l'idraulico (Ci pensa su)… l'idraulico… a questo devo aumentargli il tasso. Ecco, e con questo è finita la pacchia, adesso cominciano i dolori: Mille euro per mia moglie che le andassero tutti in medicine,. cinquecento… a proposito… dove ho messo quel biglietto del superenalotto che m'ha regalato Arsenio? (Cerca nelle tasche, poi tra le pagine del quaderno, nel cassetto del tavolo chiuso a chiave, poi apre altri cassetti, tutti chiusi a chiave, usando un mazzetto di chiavi che tiene in tasca) Ma guarda te… Una volta che mi regalano qualcosa lo vado a perdere. Dove l’avrò messo? (Cerca ancora) Non varrà niente ma non si sa mai. (Ribalta varie cose per cercarlo) Ti venisse un accidente secco! Dove sei andato a finire? (Minaccioso) L'estrazione è domani, se per domani non vieni fuori ti do fuoco! (Gli viene un sospetto) Non l’avrà mica succhiato Costanza con quel cavolo di aspirapolvere?? O l’ha addirittura trovato e intascato lei?? Quella è capace di tutto! Anche di rubare la roba alla gente onesta! (Esce)

(BUIO)

(È sabato mattina)

Costanza -    (Entra con un sacchetto della spesa, accende la luce e canta) "Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte a lunga conservazioneeee, devo dirti una cosa, sulla nostra situazioneeee!" (Appoggia il sacchetto della spesa sul tavolo e lo apre) Allora: il panino, la mortadella… la mortadella, il panino… Mi pare che non manchi niente. (Chiama) Signor Orilio! Ho portato la spesa! (Ricanta) "Banane, lamponeee, chi c'era con te… chi c'era quella sera… zan zan!"

Orilio -          (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Cos’hai preso?

Costanza -    Il caviale l'avevano finito così ho ripiegato nella mortadella, ho fatto male?

Orilio -          Il tuo senso dell'umorismo mi fa dar di stomaco. Il resto?

Costanza -    Guardi che la battuta finisce così.

Orilio -          Volevo dire il resto dei soldi!

Costanza -    Il resto dei soldi? Ma ho dovuto tirarli fuori io!!

Orilio -          Ah sì? Allora a te li aggiungerò nel prossimo stipendio.

Costanza -    Di che anno?

Orilio -          Sono rimasto un po' indietro con le tue mensilità, è vero? Stai tranquilla, lunedì ti darò tutto con gli int… va be’ poi faremo i conti. A proposito, Costanza, cos’hai trovato, per caso, un biglietto del superenalotto?

Costanza -    Dove?

Orilio -          Qui.

Costanza -    In questa casa? No di sicuro. Sarebbe come trovare una spigola nel bel mezzo del Sahara.

Orilio -          Questa è la terza spiritosaggine di stamattina, alla quarta ti prendo a calci! Insomma l’hai visto o no?

Costanza -    No che non l'ho visto.

Orilio -          Non può essere andato a finire nello stomaco di quella succhiacorrente di aspirapolvere?

Costanza -    Nooo, si sarebbe incastrato tra i denti!

Orilio -          (Fa il gesto di darle un manrovescio) Mi raccomando, Costanza, se lo dovessi trovare dammelo subito, capito?

Costanza -    Stia tranquillo, signor Orilio, lunedì ripasso con la scopa.

Orilio -          No! Lunedì è troppo tardi! Lo devo controllare stasera! Sciagurata!

Costanza -    Allora farò il possibile.

Orilio -          Ecco, brava, fa' il possibile.

Costanza -    Non va in negozio nemmeno stamattina?

Orilio -          No. Signora ficcanaso. (Prende la spesa ed esce)

Costanza -    (Riaccende la luce. Tra sé, sbirciando il biglietto che ha intascato) Non si vincerà niente ma… mi voglio proprio togliere questo sfizio. (Canta) "Quel sorcio campagnolo, che salti che fa… Me lo agguanti papà?… Sì…" (Campanello. Costanza va alla porta esterna)

Orilio -          (Si affaccia) Adesso chi è?

Giuseppina - (Entra insieme a Costanza che si mette ad ascoltare il colloquio fra padre e figlia) Ciao paparino.

Orilio -          (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Oh, com'è mia figlia al sabato mattina? E successo qualcosa a tua madre??

Giuseppina - No.

Orilio -          Che peccato… Allora?

Giuseppina - Ti dovrei parlare.

Orilio -          Parla pure, non costa niente.

Giuseppina - A quattr'occhi.

Orilio -          (Fissando Costanza) Te, Costanza non hai niente da fare, stamattina?

Costanza -    Certamente. Vado a fare il letto e approfitto per dare una scottata all'aragosta. (Esce)

Giuseppina - L'aragosta??

Orilio -          Lasciala perdere. Ogg è in vena di umorismo nero. Dimmi pure.

Giuseppina - Papà…

Orilio -          Oh.

Giuseppina - Sono incinta.

Orilio -          (Dopo un attimo di sbandamento) Scusa, non ho sentito bene. È successo qualcosa? No?

Giuseppina - Papà, hai sentito benissimo.

Orilio -          (Sospettoso) E… cosa vorresti da me?

Giuseppina - (Si alza e fa per andarsene) Niente.

Orilio -          (Si tranquillizza) Aspetta, allora. Vieni qui, stai tranquilla. (Giuseppina si risiede) Dunque, riepiloghiamo il concetto… Mi pare d'aver capito che sei un po’… incinta, giusto?

Giuseppina - Sì.

Orilio -          Benissimo… Benissimo… E chi è l'assassino?

Giuseppina - L'ass… il padre sarebbe… è… Luigi.

Orilio -          (Esterrefatto) Luigi chi? Il figlio del barbiere?? Dimmi la verità, Giuseppina… è il figlio del barbiere??

Giuseppina - Sì. Ma mi vuole bene e anche io ne voglio a lui!

Orilio -          (Come se non riuscisse a comprendere una simile bestialità) Gli vuoi bene?? Al figlio d'un barbiere?? E di cosa ti sei innamorata, della sfumatura alta?? Eh?? E di tutti gli insegnamenti che t'ho sempre dato cosa ne hai fatto? Un taglio e via?? Ma come si fa, io mi domando e dico, una ragazza bella come te, intelligente - fino ad oggi - amica di figli d’avvocati, di dottori, di ingegneri, darsi via…. al figlio del barbiere!!! Brutta disgraziata che non sei altro!

Giuseppina - Adesso è inutile gridare tanto ormai è fatta. Luigi mi vuole sposare.

Orilio -          Anche! Ma io vi faccio la riga nel mezzo della fronte con un piccone, a tutti e due, altroché!

Giuseppina - (Piangendo) Sapevo che avresti reagito così! Me l’aveva detto anche la mamma!

Orilio -          E cos'altro t'ha detto, tua madre?

Giuseppina - Che se ci vogliamo bene davvero non c'è nessun problema.

Orilio -          Capirai. La solita farfallina superficiale. Avrà già pensato di fare un matrimonio in grande invitando mezza città…

Giuseppina - Sì.

Orilio -          (Infuriato) Lo vedi? Lo vedi? E chi dovrebbe pagare, secondo lei? Pantalone? Ah ma se crede di fare affidamento su di me si sbaglia di grosso!

Giuseppina   Papà, io sono venuta qui solo per informarti senza pretendere niente da te. Io qualcosa guadagno, Luigi aiuta suo padre nella bottega perciò in qualche modo tireremo avanti. Alora se non hai nient’altro da dire o da sbraitare, io vado. (Si alza)

Orilio -          Aspetta, aspetta, Giuseppina. Vieni qui. (Comprensivo e paterno) Anche se ho una figlia deficiente sono sempre tuo padre, no? E capisco le spese che deve sostenere una coppia che si sposa. A cominciare per esempio… dai confetti…

Giuseppina - Quello è il meno.

Orilio -          Lo dici te! Con quello che è aumentato lo zucchero!! (Magnanimo) Comunque per quelli non ti preoccupare che ci penserò io. Ho giusto un commerciante di Sulmona che mi deve dare qualche… soldo e gli farò firmare delle cambiali in natura. Contenta?

Giuseppina - (Rassegnata) Si, pa'.

Orilio -          E per quando sarebbe previsto sto contratto, voglio dire… sto matrimonio?

Giuseppina - Pensavamo di sposarci a settembre.

Orilio -          (Sfiorandola con una carezza) Mm… Ma, viene la gente in quella barbieria?

Giuseppina - Certo. Lavorano anche bene.

Orilio -          Mm. Allora cosa vuoi che ti dica…cercate di essere felici, tutti e due

Giuseppina - (Con uno slancio filiale, nonostante tutto, abbraccia il padre)

Orilio -          Su, su. (La scosta e le asciuga le lacrime) Stammi a sentire, Giuseppina. Vuoi rimanere a mangiare qui con tuo padre?

Costanza -    (Si affaccia e lo fissa)

Orilio -          Forse è meglio di no, nelle tue condizioni devi mangiare abbondante e sostanzioso.

Costanza -    (Fa un cenno di assenso e scompare)

Giuseppina - Non ti preoccupare, papà. Oggi sono a mangiare dai genitori di Luigi.

Orilio -          Brava! figlia mia, brava! Adesso ti riconosco! Vai, vai… E stai tranquilla.

Giuseppina - Grazie, papà. (Esce)

Orilio -          Lei, sta tranquilla, io per niente.

Costanza -    (Entra cantando) "Tra i monti di pietra può nascere un fiore…"

Orilio -          (Le risponde dapprima cantando poi concludendo con la minaccia) A te, questa sera… ti tiro qualcosa in mezzo alla schiena!.

Costanza -    Non la facevo così affettuoso e… generoso, signor Orilio.

Orilio -          Te bada a non fare la ficcanaso e a trovarmi quel cavolo di biglietto. (Esce)

Costanza -    (Riaccende la luce e va alla finestra dalla quale rivede Fiorina) Sempre affacciata alla finestra? Sta aspettando il principe azzurro? (Ascolta) Ah, l'ha già trovato? E chi sarebbe, se non sono troppo curiosa? (Ascolta) Lui?? Il principe buzzurro? E le ha già fatto una promessa? (Ascolta) Ah, ieri! Chissà se adesso sarà sempre della stessa opinione… (Ascolta) Eh, bè, proprio ora è successo qualcosa che cambierà un po' le carte in tavola. (Ascolta, poi risponde a bassa voce) La figlia… (Fa il gesto della gravidanza poi ascolta) Eeeeh, sì. Bè, veda un po' lei come fare. (Si allontana dalla finestra cantando) "Bella Belinda innamorata, parla da sola con l'insalata. Non guarda il piatto ma sta alla finestra…"

Orilio -          (Affacciandosi) "T’arriva un calcio sulla chiappa destra…" Vuoi star zitta un po’??

Costanza -    Cosa ci posso fare se mi piace Gianni Morandi l'eterno giovinotto?… Signor Orilio! Posso venire a spazzare nel suo studio? Chissà che non l'abbia perso lì, il biglietto.

Orilio -          (Rientra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Vai, ma non rovistare più di tanto.

Costanza -    (Esce)

Orilio -          Ci mancava anche un figlio per la strada… E vengono tutti da me! (Si affaccia alla finestra dalla quale vede Fiorina) Buongiorno. (Ascolta) Eh, prendo un po' d'aria buona. (Ascolta) Male! (Ascolta) E lei cosa sa?? (Girandosi verso la porta dalla quale è uscita Costanza) Oh brutta… Ma io le do gli otto giorni, a quell’impicciona! (Grida) E senza liquidazione!! (Torna a parlare con Fiorina) No, no, niente. (Ascolta) Eh già, è il problema d'avere una figlia: Per un po' va tutto bene e poi, tutto in una volta: tach! una tegola tra capo e collo! Ha capito? Da piccoli bisogna spendere per farli ingrassare e da grandi bisogna spendere perché ingrassano troppo! (Ascolta) E cosa mi può fare? (Ascolta) Ah, se vuole, venga pure… (Campanello. Orilio guarda stupefatto la porta esterna e fuori della finestra) E porca miseria! E cos’è, un fulmine? (Esce e rientra con Fiorina)

Fiorina -        (Entrando) Insomma ha fatto la frittata.

Orilio -          Sì, con un carciofo.

Fiorina -        Stia tranquillo, signor Origlio: Sarà sicuramente una gran bella sposa!

Orilio -          E una gran bella spesa!

Fiorina -        Ma non stia a pensare sempre ai soldi!

Orilio -          E a cosa devo pensare?

Fiorina -        Ci sono tante altre cose! Sa, per esempio, che da ieri l’ho sempre pensata?

Orilio -          E perché?

Fiorina -        (Evanescente) Così… Ci possiamo dare del tu?

Orilio -          Se preferisci…

Fiorina -        Ho pensato a come potremmo stare bene insieme, io e te.

Orilio -          Dove?

Fiorina -        Qui.

Orilio -          Ah, mi pareva… E casa tua?

Fiorina -        Ma io sto in affitto.

Orilio -          Ah, ecco. E, in caso, avresti pensato di trasferirti qui, con tuo figlio…

Fiorina -        Ma lui si accontenta di poco! Un letto, un piatto caldo…

Orilio -          Tu stai parlando come se fosse già tutto deciso. Guarda che io non t'ho promesso ancora niente!

Fiorina -        Lo so. Ma io a vedo un qualcosa nei tuoi occhi che mi fa sperare bene…

Orilio -          Mah, se lo dici tu…

Costanza -    (Da fuori scena) Signor Orilio! Se vuole andare a mangiare… La tavola è apparecchiata!

Orilio -          Allora vado a mangiare. Ti inviterei ma…

Fiorina -        Ma…?

Orilio -          Niente, finisce così.

Fiorina -        Non ti preoccupare. Io per oggi ho preparato una bella fiamminga di lasagne, fatte tutte da me, così ho risparmiato! E tu cosa mangi?

Orilio -          (Accompagnandola all'uscita) Mah, vedrò cosa m'ha preparato Costanza. Credo che ci sia un prodotto di forno con pasticcio di suino.

(BUIO)

(Luce piena. Costanza è in scena. Sta mettendo a posto le ultime cose per poi prepararsi

ad uscire)

Costanza -    (Canta) "Accendilo tuuu questo sole ch'è spentoooo. L'amore lo sai, squaglia i cuori di ghiacciooo" Eeeh, signor Orilio… Il pane con la mortadella per tre giorni alla settimana… Ma come si fa? Gli saranno venuti i lardelli nelle budella! (Chiama) Signor Orilio!! Io vado via! Anche questa settimana mi sono guadagnata il paradiso!

Orilio -          (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Hai trovato il biglietto?

Costanza -    Che biglietto? Ah! Quello del superenalotto? No. Mi dispiace.

Orilio -          Tanto non può essere sparito così!

Costanza -    Ha pensato ai sorci? In queste case vecchie ogni tanto ne viene fuori uno.

Orilio -          Ma i sorci mica i giocano al superenalotto!. Può essere invece che qualche penticana….

Costanza -    (Andandosene senza porgli ascolto) Bè, buona domenica, signor Orilio. Domani vada alla messa e faccia la comunione, così manda giù qualcosa di più. E chissà che non le faccia bene!

Orilio -          (Rimasto solo) Però. Non è mica una cattiva idea…

Arsenio -       (Entrando) Ho approfittato della signora Costanza che stava or ora uscendo…

Orilio -          (Lo scruta) Hai portato i soldi?

Arsenio -       Sì, sì.

Orilio -          Mm. Allora va bene.

Arsenio -       Poi stasera hai anche la speranza di vincere dei miliardi con quel biglietto che t'ho donato.

Orilio -          Non mi parlare di quel biglietto par carità!

Arsenio -       Perché mai?

Orilio -          Perché non lo trovo più!

Arsenio -       Come sarebbe? Una persona precisa come te!

Orilio -          E’ andata a perderlo! Non m'era mai successo di perdere qualcosa!

Arsenio -       Bè, se per curiosità lo volessi controllare, io mi sono appuntato i numeri su questo foglietto.

Orilio -          No, no. Sei matto? E se ci fossero?? Sarebbe roba da mangiarsi il fegato!

Arsenio -       Ma se i numeri non sono quelli ti potresti mettere l'animo in pace del tutto senza restare con quel tarlo del dubbio.

Orilio -          Ma guarda te in che razza di impiccio sei andato a mettermi!

Arsenio -       Io?? Sei tu che hai perso il biglietto!

Orilio -          Io poi sono stato sempre contrario a questi giochi! Sono un imbroglio legalizzato! Uno dovrebbe puntare i soldi solo se è sicuro di vincere.

Arsenio -       Già! E che sorta di gioco sarebbe?

Orilio -          Un gioco meraviglioso!

Arsenio -       Ma lascia perdere, va' là!

Orilio -          Fammi un po' vedere quel foglietto. (Arsenio glielo porge e Orilio lo legge) 53 - 61 - 67 - 71 - 76 - 84… che cavolo di numeri! Non usciranno mai!

Arsenio -       L'estrazione è tra poco, possiamo controllare.

Orilio -          Sai che bella soddisfazione! È come dare il torrone a uno che non ha i denti!

Arsenio -       Fai un po' come ti pare. (Fa per andarsene)

Orilio -          Ehi, vieni qui, dove vai?

Arsenio -       Ci hai ripensato, eh?

Orilio -          Mi devi dare i soldi della rata!!!

Arsenio -       (Dandogli i soldi) Ah già, non mi ricordavo più.

Orilio -          (Intascandoli) Io sì.

Arsenio -       Allora? Cosa vuoi fare?

Orilio -          Che or'è?

Arsenio -       Quasi le otto.

(Entrambi osservano una vecchia radio posta su di un mobile)

Orilio -          Io non posso mica stare così per tutta la vita!

Arsenio -       E’ quello che dico io. Anche se ci sarà una possibilità su un miliardo che si vinca qualcosa.

Orilio -          Apposta l’hai dato a me!

Arsenio -       L’accendo?

Orilio -          Accendila… così consumiamo anche quella.

(Arsenio va ad accendere la radio dalla quale esce della musica, dopo qualche secondo si

sente la voce dell'annunciatrice)

Voce -          Vi diamo ora i numeri estratti del concorso odierno del Superenalotto: 53…

Orilio -          (Controllando il biglietto) C'è!

Voce -          61…

Arsenio -       (Sbirciando il biglietto che tiene in mano Orilio) C'è!

Voce -          67…

Orilio -          (Lascia il biglietto ad Arsenio ecercando una sedia su cui si cade a sedere) C'è!!

Voce -          71…

Arsenio -       C'è!

Voce -          80…

Arsenio -       Abbiamo l'84…

Orilio -          (Sudando freddo) Meno male!

Voce -          Numero jolly: 3. Appena possibile vi comunicheremo se vi è stato qualche 6 o 5 + 1. A più tardi. (Torna la musica)

Arsenio -       Orilio!!! Abbiamo azzeccato QUATTRO cifre!!!

Orilio -          (In catalessi) Ma vuoi andare a morire d’un colpo!!

SIPARIO

FINE DEL PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

(È domenica mattina. Orilio è in scena e si trova in un stato pietoso: riverso su una

poltrona con una pezzuola bagnata sulla fronte. Luce bassa in scena)

Orilio -          Cinquemila euro…Ai quattro vanno cinquemila euro! Ai quattro… a me, invece… un paio di pifferi! Madonna mia che nottata che ho passato! Ho sognato milioni di biglietti del superenalotto che mi ballavano davanti e mi ridevano in faccia! Poi sparivano e rimaneva soltanto una gran voragine e da quella voragine veniva fuori Arsenio che diceva: "Un regalo per te!… Un regalo per te!" E ancora sto sudando freddo con un mal di testa che mi si spacca! (Campanello) Chi è che rompe, adesso? (Si alza a fatica e va verso la porta esterna) Che perdita… che perdita madonna mia!

Fiorina -        (Entrando, sente le ultime parole di Orilio e lo vede in quello stato pietoso)) Cos’è successo, Origlio? Una disgrazia?

Orilio -          (Tornando stancamente sulla poltrona) Una cosa gravissima!.

Fiorina -.       O dio mio! È successo qualcosa a tua figlia?

Orilio -          Peggio!

Fiorina -        Alla tua ex moglie?

Orilio -          Se ho detto: peggio…! Quello sarebbe un miracolo!

Fiorina -        Dimmi te, allora!

Orilio -          Ho perso un biglietto del superenalotto che valeva cinquemila euro!!

Fiorina -        (Si butta anche lei su una sedia, colpita dalla tremenda notizia) Oh signore mio che tragedia! Ma come hai fatto a perderlo??

Orilio -          Non lo so, Fiorina mia, non lo so! È tutta stanotte che tra gli incubi cerco di capire dove può essere andato a finire, quel fetente di biglietto!

Fiorina -        Vedi cosa succede a voler fare tutto da per te? Senza una donnina che ti metta in ordine le cose? E’ questo che voglio dire quando parlo di aiuto reciproco! Guarda come ti sei ridotto! Vuoi che ti faccia un buon caffè, Origlino?

Orilio -          Sì, grazie.

Fiorina -        (Si dirige verso la porta interna)

Orilio -          Dove vai?

Fiorina -        A fare il caffè!

Orilio -          Ma io non ce l’ho mica!. Se mi vuoi offrire un caffè dovrai andarlo a fare a casa tua!

Fiorina -        (Uscendo, disarmata) Origlio, Origlio…

Orilio -          Eh, chi sono, io, Paperon de’ Paperoni? Certa gente non sa proprio comportarsi! (Ad alta voce) Lascia la porta aperta così non devi risuonare! (Si mette una mano sulla testa, per il dolore) Io non mi riprenderò più da una cosa così!

(Mentre Orilio è immerso nelle sue tristezze e alle prese col mal di testa, sulla porta

d'uscita, alle sue spalle, compare Adalgisa, la moglie, in atteggiamento battagliero)

Adalgisa -      (Secca) Orilio!

Orilio -          (Fa un sobbalzo sulla poltrona) Oddio! (Si volta) Adalgisa! Tra tante disgrazie mi mancavi solo te!

Adalgisa -      Mia figlia mi ha raccontato tutto.

Orilio -          Anche a me.

Adalgisa -      Volevo dire che mi ha raccontato di come ti sei comportato con lei!

Orilio -          E lei come si è comportata con noi? Dopo tutte le raccomandazioni e gli insegnamenti che le ho sempre dato?

Adalgisa -      Ah. Sì. Dei begli insegnamenti! Volevi solo farla diventare una spilorcia come te! Per fortuna ha preso da me!

Orilio -          Una fortuna da ridere! Diventerà una saccoccia sfonda come te!

Adalgisa -      Insomma, Orilio. Il fatto è che almeno in questa occasione devi comportarti come un padre come si deve!

Orilio -          E tirar fuori i soldi!

Adalgisa -      Certamente! Guarda che è una cosa normale!

Orilio -          Lo dici te! Per me è una cosa contro natura!

Adalgisa -      (Osservandolo con disgusto) Sei tu ad essere contro natura. Ma non vedi come ti sei ridotto nonostante tutti i soldi che hai? Guarda lì come sei messo… è una vergogna!

Orilio -          Io sono il ritratto della sobrietà!

Adalgisa -      Sì, dipinto da un pittore ubriaco fradicio!

Fiorina -        (Entrando con due tazzine di caffè) Ecco il caffè, Origlino. (Vede Adalgisa) Ops! Buongiorno, signora.

Adalgisa -      E questa chi è?

Orilio -          Adalgisa ti presento Fiorina, la mia dirimpettaia…

Fiorina -        Sono la sua dirimpettaglia.

Orilio -          Fiorina, questa è la mia ex – ex - ex moglie.

Adalgisa -      (Ignorando Fiorina erivolta ad Orilio) Un acident che ti spacca! Ecco con chi preferisce condividere il suo patrimonio invece di aiutare la figlia, il sangue del suo sangue! Ah ma… anche questa volta metterò di mezzo l’avvocato e vedremo come andrà a finire. Ti saluto, Origlino. (Esce)

Orilio -          Ma io cos’ho fatto di male per meritarmi una valanga di disgrazie così??

Fiorina -        (Sedendosi vicino a lui) Non pensarci, Origlio. Bevi il caffè che ti farà stare meglio. (Con fare birichino) Indovina cosa ci ho messo dentro…

Orilio -          (Guardando Fiorina negli occhi e sorseggiando con lei il caffè) Ci hai messo uno schizzo di mistrà?!

Fiorina -        Sììì.

Orilio -          Maliarda! (Affascinato) E sei brava anche in cucina, Fiorina?

Fiorina -        Oddio! Se devo mettere qualcosa sul fuoco non mi scotto le dita!

Orilio -          Perché non mi fai sentire un qualcosa di buono, ogni tanto? Potrei apprezzare i tuoi manicaretti…

Fiorina -        Cosa vuoi che ti faccia?

Orilio -          Tutto. Se sapessi fare, per esempio una bella zuppa di pesce … Oppure qualche dolce come una bella ciambella…

Fiorina -        Con gli acinini d’uva?

Orilio -          Con gli acinini d’uva! … Oppure la zuppa inglese…

Fiorina -        Con l’alchermes?

Orilio -          Con l’alchermes!

Costanza -    (Entra e vede il romantico quadretto) Sto spezzando un idillio?

Orilio -          Te spezzi tutto, con la tua vociaccia! (Aggrappandosi all'ultimo disperato tentativo) T'è venuto in mente dove può essere quel biglietto?

Costanza -    Che biglietto? Ah quello del superenalotto? No. Ma tanto ormai l'estrazione è stata fatta!

Orilio -          (Agitandosi) Appunto!! Sono usciti quattro numeri di quel biglietto!! Sciagura costante!! Cinquemila euro buttati non so dove!! O nelle tasche di non so chi!!

Costanza -    Oh! Non vorrà mica insinuare che sono stata io?? Qui, se c'è qualcuno che deve dare dei soldi non sono certo io!

Fiorina -        Perché non vieni un po’ di là da me, Origlio? Così lasci lavorare la signora Costanza e tu ti distragli un po' cambiando ambiente…

Orilio -          Mi farai un altro caffè?

Fiorina -        Certo.

Orilio -          Con lo schizzo?

Fiorina -        (Sensuale) Anche due!

Orilio -          Andiamo, allora. Costanza, guarda bene in tutti gli angoli della casa… (Si alza ed esce con Fiorina)

Costanza -    (Rimasta sola, accende la luce) Cinquemila euro… Francamente pensavo di più. Ma gli farò passare lo stesso le pene dell'inferno, a quello spilorcio! (Prende la scopa e si mette a spazzare cantando) "Ritornerò, a carponi da teeee… L'altra non è, non è niente per meeee!"

Arsenio -       (Si affaccia) Buongiorno.

Costanza -    Oh, buongiorno signor Arsenio.

Arsenio -       Sempre al lavoro, eh?

Costanza -    Eh, bè. Ormai la mia la è una missione.

Arsenio -       Santa Costanza, dovrebbero farla, a lei! Santa Costanza vergine e martire!

Costanza -    Mi sembra un po' troppo impegnativo… Mi basta solo il martirio!

Arsenio -       Orilio dov’è?

Costanza -    E’ in dolce compagnia della sua dirimpettaglia che lo sta facendo riprendere.

Arsenio -       Ieri sera era in uno stato spaventoso. Mi ero addirittura un po' preoccupato!

Costanza -    Stamattina è nelle stesse condizioni, se non si ubriaca col mistrà.

Arsenio -       Certo che, per uno come lui, veder svanire cinquemila euro è una cosa da collasso!

Costanza -    Già!

Arsenio -       Quello che non mi spiego è come avrà fatto a smarrirlo! Lui che tiene tutto da conto con una precisione e una meticolosità certosina! Che non getta nemmeno i fiammiferi usati perché fa loro la punta e li usa come stuzzicadenti!

Costanza -    Mah.

Arsenio -       E fa rabbia anca a me perché son sicuro che sarei riuscito a convincerlo almeno ad alleggerirmi un po' il mio debito!

Costanza -    Eh, lo so…

Arsenio -       (Abbassando la voce) Ma, detto fra noi…

Costanza -    Sì.

Arsenio -       Lei crede davvero che si… unirà a Fiorina?

Costanza -    Ma lei, che è suo amico da tanto tempo, ancora non ha capito di che razzaccia è quell’individuo? Quello ha già pensato sicuramente di sfruttarla più che può promettendole quello che vuole e poi… quando vede che comincia a mangiare la foglia… chi s'è visto s'è visto!

Arsenio -       Da un lato mi fa un po’ compassione.

Costanza -    Anche a me.

Orilio -          (Rientra con un pacco di caffè e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Ciao Arsenio. (Porge a Costanza il pacco di caffè come una cosa preziosa) Costanza, riponi questo pacco di caffè nella credenzina dove tengo i torsoli delle mele. E non prenderlo se non te lo dico io.

Costanza -    (Senza che Orilio se ne accorga, fa un gesto ad Arsenio per dire: "Come volevasi dimostrare", quindi esce)

Arsenio -       Per quale recondita ragione conservi i torsoli delle mele?

Orilio -          Per fare il beverone di mele! Ogni dieci torsoli li faccio bollire un po’ nell’acqua che poi lascio riposare finché non rimane un leggero saporino di mela. E’ tanto buono! È molto meglio che comprare tutte quelle bibite che fanno solo male e ti costano una barca di soldi.

Arsenio -       Non si getta via niente eh?

Orilio -          E chi sono, io, il principe di Torlonia?

Arsenio -       Come va stamane?

Orilio -          Come vuoi che vada? Male!

Arsenio -       Non te la prendere più di tanto, Orilio, in fondo quei cinquemila euro non li possedevi prima e non li possiedi ora, perciò non è cambiato alcunché!

Orilio -          (Cercando intorno a sé qualcosa da tirargli) Cosa gli tiro?? Ma senti te che razza di filosofia scalcagnata deve avere un cristiano!!

Arsenio -       Ho capito il motivo di questa tua inquietudine. La signora Fiorina ti ha offerto un’eccessiva dose di caffè a cui tu non sei abituato! Ti saluto. (Si avvia)

Orilio -          Vieni qui, fringuello! Stammi a sentire: Per quanto tempo sono validi, quei biglietti, per riscuotere la vincita?

Arsenio -       Mah, tre mesi, credo.

Orilio -          (Titanico) Vorrà dire che in tre mesi ribalterò la casa, il quartiere, ribalterò la città e la rivolterò come il mio cappotto ma quel biglietto deve venire fuori!! (Esce verso le camere. Arsenio cerca distrattamente il biglietto in qualche angolo, sotto qualche mobile, finché non entra Fiorina)

Fiorina -        (Entrando, in ciabatte)) Buongiorno signor Arsegno.

Arsenio -       (Sorpreso carponi mentre guarda sotto un mobile) Oh, buongiorno signora Fiorina, mi perdoni la postura…

Fiorina -        Si figuri! Mi perdoni lei che mi presento in ciabatte. Devo sembrare uno spaventapasseri!

Arsenio -       Al contrario, è molto graziosa in versione… casereccia, e quelle ciabattine le donano molto.

Fiorina -        La ringrazio, signor Arsegno. Origlio dov'è?

Arsenio -       E’ di là, ancora sottosopra a causa del biglietto.

Fiorina -        Certo che è una roba che scombussola il sistema nervoso!

Arsenio -       Specialmente a lui.

Fiorina -        Me lo immagino.

Arsenio -       Bè, lui è fatto così! (La osserva) Ma sa che indossa un bel vestitino oggi, signora Fiorina?

Fiorina -        (Smorfiosa) Dice? Pensi che me lo son fatto da sola, tutto con queste mani.

Arsenio -       Allora può essere a buon diritto considerata una sarta rifinita! Saranno d'oro, quelle manine…

Fiorina -        (C.s.) M’arrangio. Sa, dovendo tirare la cinghia, ci si adatta! Lei è amico da molto con Origlio?

Arsenio -       Eh!! Una vita!. Sin da quando, ancor piccini, mi rubava sempre le biglie di vetro. Poi ho continuato a frequentarlo un po' per amicizia e un po' per compassione, specialmente quando ha divorziato anche lui.

Fiorina -        (Colpita e interessata) Perché, è divorziato anche lei?

Arsenio -       Sì, da quattro anni.

Fiorina -        Ah, ecco… Non lo sapevo.

Arsenio -       Lei invece, ho saputo che è vedova.

Fiorina -        Eh sì. Da cinque anni… (Guardando Arsenio negli occhi) Da cinque anni!

Arsenio -       Ho capito.

Fiorina -        Perché non si vede ma ho un’età.

Arsenio -       Ma sta scherzando? E’ ancora una ragazza! E’ nel fiore degli anni!

Fiorina -        Grazie, è gentile, ma non sono più proprio in boccio! Mi scusi la sfrontatezza ma sa che lei mi pare una personcina fatta proprio per bene? La vedo sempre così a modo, anche nei confronti di Origlio…

Arsenio -       La ringrazio. Ma anche lei mi sembra una donnina (La osserva) fatta egregiamente.

Fiorina -        Adesso lasciamo andare con i complimenti, se no divento tutta pavonazza.

Arsenio -       (Sottovoce) Sarebbe ancora più bella.

Fiorina -        Lei mi lusinga! Ma quando divento rossa mi compaiono tante macchiolone sulla faccia!

Arsenio -       Proprio come i petali d'una rosa!

Fiorina -        (Si schernisce) Oh signore!! Però è piacevole discorrere con un poveta come lei.

Arsenio -       Anche con lei. Sa che è dalla prima volta che l’ho vista che desideravo dirle qualcosa? Ma sa, vedendola così… amica di Orilio, non mi sono permesso di dirle alcunché.

Fiorina -        E ha fatto… ma non possiamo darci del tu?

Arsenio -       Certamente.

Fiorina -        E hai fatto male, Arsegno. Non c'è mica niente tra me e Origlio.

Arsenio -       Io credevo…

Fiorina -        A dir la verità un pensierino l'avevo fatto ma poi m'è venuto anche un gran dubbio che….

Arsenio -       Che…?

Fiorina -        Che mi stia prendendo in giro!

Arsenio -       In che senso?

Fiorina -        Nel senso che invece di condividere la roba con me voglia fare come faceva con le tue biglie!

Arsenio -       Bè, con un tipo come Orilio tutto è possibile.

Fiorina -        (Gli si fa più vicino) Tu sei impiegato, è vero?

Arsenio -       Sì. Non avrò i soldi di Orilio ma sicuramente vivo meglio di lui.

Fiorina -        La vita bisogna goderla finché si può, Arsegno.

Arsenio -       Parole sante, Fiorign… Fiorina. Io sto tanto bene nella mia casetta a due piani con garage e mansarda!

Fiorina -        Ma è la tua?

Arsenio -       Certo. Ho attraversato diversi anni di sacrifici ma ora a me la godo tutta.

Orilio -          (Voce fuori scena) Arsenio!

Fiorina -        Ti posso offrire qualcosa di là da me?

Arsenio -       Ma nemmeno per sogno, se lo desideri sarò io ad offrirti qualcosa in un posticino qui nei paraggi, oggi è domenica!. Ti alletta, Fiorina?

Fiorina -        Mi alletta, Arsegno… (Escono entrambi)

Orilio -          (Da fuori) Arsenio, con chi stai parlando? Vieni qua! (Si affaccia, poi entra) Ma dov’è andato? (Si affaccia alla finestra, guarda di sotto, poi in alto, verso la finestra della Fiorina) E’ sparito… Pare che non ci sia nemmeno Fiorina… Mah! (Si sporge un po') Oddio! In compenso stanno arrivando i lanzichenecchi!

(Entrano Adalgisa, Giuseppina e Ardesia)

Adalgisa -      Eccolo, va’. Guarda che articolo! Allora, signor saccoccia a chiocciola, mettiti seduto e preparati a incassare la botta. L’avvocato m'ha detto che se non vuoi finire negli impicci devi partecipare al matrimonio di tua figlia!

Orilio -          Ma certo che partecipo! Se m'invita…

Adalgisa -      Partecipare con i soldi! Non far finta di non capire! (Indicando la madre) Ho portato anche la testimone!

Orilio -          La testimone…Tua madre dovrebbe fare il boia, altroché la testimone!

Ardesia -       La farei molto volentieri, con un assassino come te!

Giuseppina - Mamma, io non voglio discussioni…

Adalgisa -      Qui non si tratta di discussioni ma di coltellate, se va tutto liscio.

Ardesia -       Se va tutto liscio!

Adalgisa -      (Ad Orilio) Allora, facendo una botta di conti, tolto l'aiuto che le posso dare io, a questa figlia mancano ancora cinquemila euro.

Orilio -          (Dopo un leggero sbandamento) Perché proprio cinquemila?

Adalgisa -      Perché è venuto così. Hai qualcosa da ridire?

Orilio -          Sicuro che ho qualcosa da ridire! E cosa sono, io, il pozzo di San Patrizio? Ma sai quanti sono cinquemila euro?? Io mica li trovo sotto il letto!… Aspetta un po'…(Gli sorge un dubbio e si affaccia alla porta che da alle cameregridando) Costanza! Da' un po' un’occhiata anche sotto il letto e sotto il comò! (Torna da Adalgisa) Dunque… cosa stavo dicendo? Ah sì! Oh! Non sono mica brustolini! Se lei non voleva mettere negli impicci la gente ci doveva pensare prima! L'ho sempre detto, io: Al giorno d'oggi è tutto un dar via la roba! Nessuno tiene da conto più niente!

Costanza -    (Entra e si mette in disparte)

Orilio -          Non ti son bastati tutti i soldi che t'ho sempre dato e che ancora ti sto regalando? Se vuoi che tiri fuori degli altri soldi ridammi allora le azioni che ti sei presa! Ridammi i titoli!

Ardesia -       (Ad Adalgisa) Adalgisa, dagli pure i titoli che vuole.

Adalgisa -      Che titoli vuoi, quelli onorifici? Eccoli: mondezza, spilorcio, gretto e degenere!

Orilio -          Mondezza sarai te e 48 dei tuoi parenti!

Adalgisa -      Ma non ti vergogni per niente a parlare così davanti a tua figlia?

Orilio -          E ridagli! E' lei che deve vergognarsi!

Giuseppina - Andiamo via, mamma.

Adalgisa -      Tanto saprai che il pranzo lo deve pagare il padre della sposa!

Orilio -          Il pranzo…! Uno spuntino…

Adalgisa -      Ma hai una figlia che si sposa e le vuoi far fare uno spuntino? Magari con la tua mortadellaccia???

Orilio -          (Vergognandosi un po' di se stesso) Bè, messa a tocchetti farebbe la sua figura.

Adalgisa -      (Fuori di sé) Sarò io a farti a tocchetti, a te! Con una mannaia!

Ardesia -       Quella per scannare i maiali!

Costanza -    (Facendosi avanti) Stia tranquilla, signora. Il signor Orilio, in fondo in fondo, è un buon padre e a sua figlia non farà mancare niente.

Orilio -          Cosa vorresti dire?

Ardesia -       Cosa vorrebbe dire?

Adalgisa -      Noi, qui, stiamo per scontrarci all'arma bianca e lei mi viene a dire che in fondo è un buon padre?

Costanza -    Sì. Perché adesso sua figlia uscirà da qui con cinquemila euro.

Orilio -          Ma dovrà uscire correndo, perché la inseguirei con un attizzatoio!

Costanza -    (Estrae il biglietto del superenalotto e lo mette nelle mani di Giuseppina) Ecco, questi sono cinquemila euro che può andare a ritirare anche subito.

Orilio -          (Non credendo ai suoi occhi) Ma quello è il mio biglietto del superenalotto!!

Costanza -    Certo. E a chi potrebbe andare se non a sua figlia?

Orilio -          Oh, brutta… Avevo una vipera! Un serpente a sonagli per casa e non me n’ero nemmeno accorto! Ma io ti taglio la testa! Te la riduco ai minimi termini!

(Adalgisa, Giuseppina e Ardesia se ne escono alla chetichella)

Orilio -          Io ti denuncio! Ti mando in galera par sottrazione di biglietto vincente! Ti faccio dare l'ergastolo!! (Si accascia sulla poltrona) Va' via da questa casa! Non ti voglio più vedere davanti! Ti do gli otto second! Sei licenziata!

(BUIO)

(Al riaccendersi della luce Orilio è ancora accasciato sulla poltrona, da solo, con poca luce)

Orilio -          (Dopo un lungo silenzio) Assassina.

Fiorina -        (Si affaccia) Posso?

Orilio -          (Guardando distrattamente) Sì, sì. Tanto ormai qui entrano cani e porci.

Fiorina -        (Offesa) Ti ringrazio del complimento.

Orilio -          No, no. Non era per te.

Fiorina -        Perché stai al buio?

Orilio -          Io sto sempre al buio. Si pensa meglio e non si spreca la luce.

Fiorina -        Anche io a stavo pensando che … ti credevo diverso, Origlio.

Orilio -          Anche io mi credevo diverso. Non mi riconosco più.

Fiorina -        Credevo di dover condividere la roba a metà, con te.

Orilio -          E cosa ti dovevo fare, la zuppa di pesce anche io?

Fiorina -        Ecco, vedi? Tu sei troppo materialistico, Origlio. A me invece piacerebbe sentire anche un po' di tenerezza dall’uomo che mi sta vicino. Allora, per onestà ti volevo informare che…

Arsenio -       (Entrando)… Che Fiorina ed io ci siamo accompagnati e lei verrà a dimorare a casa mia.

Orilio -          Contento te… (Ironico) Cosa t'ha dato, il mistrà?

Arsenio -       No, le ho offerto qualcosa io, perché non sono un tirchio come te .

Orilio -          Senti, senti come mi ringrazia, dopo tutti i piaceri che gli ho fatto!

Arsenio -       (Disgustato, si rivolge aFiorina) Questa, Orilio, te la potevi anche risparmiare.

Orilio -          Ah ma, chi sono io?

Arsenio -       Un imbecille! Andiamo via, Fiorina, perché questa casa mi provoca il voltastomaco! (Si avviano)

Fiorina -        Addio, Origlio!

Orilio -          Non mi chiamo "Origlio"! Ignorante! Mi chiamo Orilio! Orilio!

Fiorina -        Allora schiatta! Usuraglio! (Esce)

Orilio -          (Ad alta voce) Arsenio! Ci vediamo il mese prossimo per la rata del debito!

Arsenio -       Te la manderò per posta! (Esce)

Orilio -          Prioritaria, mi raccomando! Disgraziati tutti e due! Ecco fatto: (Va ad affacciarsi alla finestra e grida) Quando ci sono i soldi di mezzo ognuno pensa a riempire il proprio budello! (Tra sé, tornando a sedere) Caro Orilio… non ci sono più gli euro, non c'è più Costanza, è andato via Arsenio, Fiorina… Sono andati via tutti, sono andati via. Ma perché? Forse perché mi piace ammucchiare i quattrini? E cosa c'è di male? Vai a domandare ad un collezionista di francobolli di regalarti qualche pezzo della sua collezione… ti manda via a calci nel sedere o ti chiede un sacco di soldi! Oltretutto nei soldi sono buoni anche i doppioni!!! Anzi, più ne hai e meglio è! Ma la gente non ha questa sensibilità! Dicono che il denaro non dà la felicità e in parte è vero ma… non fa neanche piangere! (Estrae un fazzoletto dalla tasca e si asciuga una lacrima)

Costanza -    (Si affaccia e accende la luce. Ha un sacchetto della spesa in mano) Cos’ha mangiato, oggi, signor Orilio?

Orilio -          (Senza voltarsi) Una fetta…

Costanza -    Di mortadella, come al solito! Venga con me su, andiamo a mangiare qualcosa insieme.

Orilio -          (C. s.) Non ho fame per niente.

Costanza -    (Materna) Nemmeno se le preparo due soglioline e un po' d'insalata, il tutto innaffiato con un goccio di vino buono? Oggi è domenica!

Orilio -          E chi ha pagato, tuta questa roba?

Costanza -    Non so perché ma è un mio regalo.

Orilio -          (Si volta verso Costanza) Ci sono anche due pomodorini?

Costanza -    (Pazientemente) Sì.

Orilio -          (Si alza di finta malavoglia e si avvicina a Costanza) Vedi, Costanza, quando mi fai così ti darei tutti gli arretrati che vuoi… un giorno o l’altro. (Escono verso la cucina)

SIPARIO

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Qual è il valore dei soldi?

Orilio è disposto a tutto: anche a non mangiare, anche a speculare su chi gli presta assistenza, sull'amicizia; anche a non vivere una storia d'amore!

Ma il destino è beffardo, e quando l'unico affetto della sua vita, sua figlia, ha bisogno di lui, gli riserva la più difficile delle prove…!

Paolo Cappelloni


Arredi di scena per: Orilio Orilio…

Arredi sempre in scena:

- Una vecchia radio

- Un calendario alla parete

- Qualche libro

1° atto

                      Costanza                                                                                Orilio

- Uno straccio lacero e consunto (1° scena)                              - Libretto dei conti (in tasca)

- Aspirapolvere                           (1° scena)                               - Una penna           (in tasca)

- Una scopa                                 (1° scena)                               - Un fazzoletto      (in tasca)

- Un biglietto del superenalotto  (che Costanza                         - Un chiodo (che Orilio trova

                                                     trova sul                                                      sul pavimento)

                                                     pavimento)                            - Un bicchiere d'acqua (che Orilio

- Un sacchetto della spesa          (che Costanza                                                               va a prendere

   contenente:                                porta da fuori)                                                             in cucina per

    - Un panino                                                                                                                  Arsenio)

    - Un cartoccio con mortadella

                      Arsenio

- Un foglietto con i numeri giocati (in tasca)

- Alcune banconote                        (in tasca)

2° atto

                     Fiorina                                                                                  Orilio

- Un vassoio con 2 tazzine di caffè (lo porta                             - Un pacco di caffè (lo porta da

                                                         da fuori)                                                             fuori)

                    Costanza

- Un sacchetto della spesa (che tiene in mano nella scena finale)