ORPHEUS
Scheda copione
Titolo |
ORPHEUS |
Autore ed aventi diritto |
Giuliano Angeletti poetangeletti@gmail.com tel. 3317115597 |
Data pubblicazione |
01.02.2012 |
Anno di stesura |
2012 |
Genere |
dramma |
Atti |
1 |
Durata (min) |
70 |
Lingua |
italiano |
Personaggi maschili |
4 |
Personaggi femminili |
5 alcune comparse |
Minimo attori maschili |
4 |
Minimo attrici femminili |
5 |
Premi e riconoscimenti |
|
Depositato S.i.a.e. |
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563 |
Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto Da effettuarsi dalla SIAE |
100% 100% |
SINASSI:
ORPHEUS
di GIULIANO ANGELETTI
Con ORPHEUS la struggente e breve amore tra Orfeo ed Euridice rivive nelle drammatiche scene scritte di Angeletti, un dramma che in modo moderno fa rivivere gli ultimi istanti di passione tra in grande cantore e la sua bellissima musa ispiratrice, una nuova scrittura creativa che nelle battute che pur mantenendo salda la trama classica ma riveduta di Ovidio, Seneca e Virgilio che tracciano nelle loro versioni scene ed evoluzioni adeguate ai loro tempi. Il drammaturgo vezzanese nella sua pièce ci trasmette un’evoluzione di un linguaggio teatrale che procede per accostamenti che ci portano ad identificarsi con il pubblico e di catturarne l’attenzione, con l’innesto di nuovi personaggi che la fantasia dell’autore rendono partecipi la scena: i nuovi personaggi che calcano il palco sono il poeta Arestea innamorato di Euridice e rivale di Orfeo, Arestea poeta mitologico greco, sentitosi rifiutato dalla sua amata nel bosco di querce deluso dall’ amore non corrisposto invoca le dee della discordia per perorare la sua causa, le dee intervengono ed Euridice viene mortalmente morsa dall’aspide, il giovane poeta reso infelice dal suo amore si pente e mosso da pietà ricopre il corpo della sua amata con foglie di quercia poi scosso dal dolore scompare nel bosco entra in scena Orfeo che sconvolto dal dolore per la morte del suo amore convince con il suo canto Caronte a farlo entrare nell’ Ade e nell’Ade tra le anime disperate incontra inaspettatamente Medea che narra ad Orfeo la sua triste storia, la donna è accompagnata dal fratello che ha ucciso per amore di Giasone e i suoi due figli che ha ucciso per odio verso Giasone, la prerogativa del testo sta nel fatto che la stessa maga è quasi giustificata per le stragi o i sacrifici umani dei figli che ha fatto in nome della dea. L’incontro tra Orfeo ed Euridice nel regno dei morti è struggente perfino Ade e Proserpina si commuovono, le scenografie sono animate, da attori che con i linguaggi del corpo si trasformano in alberi, anime e vento perché ogni uomo è teatro.
Vezzano Ligure, lunedì 20 febbraio 2012
ORPHEUS
Dramma di
Giuliano Angeletti
Atto Unico
PERSONAGGI
EURIDICE
ESINA
DESINA
ARISTEO
ORFEO
EAGRO
CALLIOPE
MEDEA
ELIO
(comparse che simulano alberi e ombre)
(musica)
SCENA 1
EAGRO – CALLIOPE
( Tracia, Regia del re Eagro, il re parla con sua moglie Calliope)
EAGRO: (preoccupato per suo figlio Orfeo) regina ho notato che nostro figlio Orfeo, si assenta dalla vita pubblica, non partecipa ai giochi ginnici e passa il suo tempo ad ascoltare il bosco ed a cantare il canto delle fronde mosse dal vento
CALLIOPE: non preoccuparti o sovrano, Orfeo è figlio tuo ma di madre Driade e quindi anche lui è creatura del bosco
EAGRO: ma il futuro di Orfeo è diventare re questa terra, ricca di boschi, mandrie e nuvole di greggi belanti
CALLIOPE: re può diventare Esteno che ha ereditato da te non la sapienza di Orfeo ma la capacità di lanciare un ferro infallibile e di colpire con un dardo un cinghiale a dieci metri,
lui maestro nel primeggiare nella lotta e nella guerra
EAGRO: ma Orfeo è il primogenito, a lui spetta il trono
CALLIOPE: mio figlio Orfeo, sangue del mio sangue potrebbe per amore della natura e del bel canto lasciare il trono e prendere la via del suo cuore
EAGRO: il suo cuore, si fa presto a dire cuore, i traci hanno bisogno di un re … di un re che li ama che li guida, ma anche che li domini
CALLIOPE: nostro figlio è amato dagli dei, e gli dei per lui hanno in procinto grandi cose
EAGRO: ma io devo pensare al mio regno
CALLIOPE: noi siamo tutti nelle mani del fato
EAGRO: è il fato che governa gli uomini
(abbraccia Calliope)
Stammi vicino Calliope, stammi vicino in questo momento
CALLIOPE: o mio re, ad Esteno il regno e ad Orfeo il canto
EAGRO: la mia … sarà una decisione sofferta
CALLIOPE: il destino di Orfeo va oltre il regno
EAGRO: venisse un dio a spingermi nella scelta, Orfeo è amato dal popolo
CALLIOPE: è più amato ma meno temuto
EAGRO: Orfeo è primogenito e prediletto, ma non usa armi
CALLIOPE: usa il canto e l’intelletto
EAGRO: Esteno usa le armi ed è un guerriero
CALLIOPE: ad Esteno il regno, ad Orfeo il canto
EAGRO: ma se Orfeo imparasse l’uso delle armi e la smettesse con il canto
CALLIOPE: ad Orfeo solo il canto
EAGRO: venisse un Dio a consigliarmi
( luci soffuse, luci psichedeliche, si sente un boato e un canto acheo accompagnato dal susseguirsi delle voci il dio Elio entra in scena)
EAGRO: cosa sta succedendo, o questo è un segno o la vendetta divina si sta abbattendo su di noi e su la Tracia
(il re si prostra ai piedi della visione, Calliope rimane in piedi ma a capo chino)
SCENA 2
EAGRO – CALLIOPE – ELIO
(entra in scena Elio, i due sovrani si prostrano)
EAGRO: (prostrato) dio sceso dall’Olimpo dimmi chi sei ma risparmia la tua ira …
ELIO: io sono Elio
EAGRO: perdonami Dio forse i sacrifici che ho fatto a tuo nome non sono stati graditi, forse ho commesso e offeso il tuo essere dio che tutte le mattine con la tua aurora permetti alla luce del sole di illuminare e scaldare la nostra vita … perdona questo tuo umile servo
ELIO: Eagro , i tuoi sacrifici sono benvoluti dal tuo dio
EAGRO: allora perché sei sceso in questa umile dimora
ELIO: Esteno
EAGRO: Esteno deve succedere qualcosa ad Esteno (grida, si alza e nervosamente gira per la scena) Esteno … Esteno dovrebbe essere a lanciare i giavellotti , è successo qualcosa a lui
ELIO: (alterato) Eagro, prostrati davanti al tuo dio
EAGRO: (si rimette in ginocchio gridando ) Esteno … Esteno
ELIO: (autorevole) la sventura divina ancora non colpirà la tua casa Eagro
EAGRO: allora perché sei venuto perché della tua visita
ELIO: (autorevole) Esteno diventerà re, così hanno deciso gli dei
EAGRO: e Orfeo … cosa succederà ad Orfeo
ELIO: Esteno è tuo figlio ma consacrato a me … ed io sono la luce io sono la vita, io permetto alle gemme di fiorire ed io ho deciso: Esteno deve essere re
Calliope! (prostrata davanti ad Elio)
CALLIOPE: ( prostrata) si mio signore (bacia la mano ad Elio)
(Elio allontana la Driade e le fa segno di rimanere in piedi)
( la Driade si mette al fianco del marito che è ancora in posizione supina)
ELIO: possa il mio sole scaldarti e farti fiorire come un fiore a primavera o Calliope
CALLIOPE: grazie mio signore
ELIO: (fa segno a Calliope di avvicinarsi) (il dio avvicina la mano destra a Calliope, la ninfa prende la mano e la bacia)
Possa la mia bocca baciare il tuo seno o ninfa, il seno che ha allattato Esteno il futuro re di Tracia e il cantore Orfeo incantatore degli dei
CALLIOPE: io non capisco mio dio
ELIO: Zeus ha deciso
EAGRO: Zeus!
ELIO: si Zeus, io sono stato mandato dal re degli dei per fare in modo che avvenga quello che è stato scritto
EAGRO: e cosa è stato scritto
ELIO: Esteno re di Tracia … e Orfeo
CALLIOPE: Orfeo mio signore è stato consacrato a Dioniso
ELIO: noi immortali sappiamo tutto
CALLIOPE: Esteno re, ma che ne sarà di Orfeo
EAGRO: si mio signore ma Orfeo
ELIO: ( tira fuori una lira a sette corde) questo è per Orfeo
(da la lira a Calliope che la prende)
EAGRO: ma Orfeo ha la primogenitura
ELIO: (autoritario) per questa lira lascerà il regno
( luci soffuse, luci psichedeliche, si sente un boato e un canto acheo accompagnato dal susseguirsi delle voci Elio asce di scena)
(musica)
SCENA 3
EUSINA – DESINA - ORFEO
( le muse insegnano a Orfeo a suonare la lira)
(Orfeo seduto nel bosco, armeggia con la lira)
ORFEO: (armeggia in modo goffo lo strumento musicale)
Non capisco ancora, il senso delle note ed il modo di tirare ed allentare le corde …
Eppure ci deve essere un modo …
(continua ad armeggiare con lo strumento musicale)
(entrano in scena le Driadi, Desina ed Eusina)
EUSINA: cosa stai facendo nobile Orfeo
ORFEO: il dio Elio ha portato a mio padre questo dono per me e questo dono è più prezioso di un regno
EUSINA: ma un regno vale una lira
ORFEO: queste corde hanno suoni soavi
DESINA: una lira ( prende in mano lo strumento musicale e lo esamina) questo legno è quercia, stagionato bene, ma allentate
(stringe le corde) ecco ora dovrebbe andare bene
(senti)
(Orfeo avvicina l’orecchio alla lira)
Ogni corda rappresenta una nota musicale la prima Do, le seconda corda Re, la terza MI, la quarta Fa, la quinta Sol, la sesta La, ed infine la quarta Si
Con queste note componi la scala musicale e puoi incantare il mondo
(Orfeo attento prende la lira e si mette a suonare)
EUSINA: bravo Orfeo
DESINA: suoni benissimo figlio di Eagro illuminato da Zeus
(Orfeo continua a suonare e al suo canto tutta la foresta si ferma, gli uccelli smettono di cantare il vento cessa, e le fiere e gli uomini si fermano a sentire la soavità di quella musica )
(Orfeo smette di suonare e il bosco con le sue voci riprende a vivere)
DESINA ed EUSINA: ( nell’avvertire in Orfeo qualcosa di divino le due ninfe si inginocchiano davanti a lui)
ORFEO: (le fa alzare) cosa avete da venerarmi, io non ho niente di speciale, ho solo suonato e cantato … alzatevi ninfe
DESINA: tu sei un dio Orfeo
ORFEO: no io sono il figlio di Eagro
DESINA: tu sei il figlio di Elio e della Driade Calliope
EUSINA: tu sei di stirpe divina come noi
ORFEO: io non sono nessuno, anzi adesso sapete cosa faccio per rendere le note più armoniche aggiungo altre due corde alla lira
(con un sottofondo di musica celestiale Orfeo e le due ninfe escono di scena)
SCENA 4
CALLIOPE – EAGRO
(sala del trono del re di Tracia, il re e la regina parlano tra loro)
EAGRO: Esteno diventerà un ottimo re
CALLIOPE: ha attitudini al comando
EAGRO: è un ottimo guerriero
CALLIPOPE: ed è eloquente come te mio re
EAGRO: Orfeo è invece simile ad un dio
CALLIOPE: Orfeo è di stirpe divina, mio figlio con il suo canto incanta le fiere
EAGRO: ha lasciato il trono al fratello
CALLIOPE: altri segni sono previsti per lui dio
EAGRO: dio o non dio non doveva lasciarsi convincere da Teseo
CALLIOPE: nostro figlio è protetto dagli dei
EAGRO: gli dei sono mutevoli
CALLIOPE: nulla si può contro il loro volere
EAGRO: la ricerca del velo d’oro è rischiosa
CALLIOPE: troveranno il velo e nostro figlio tornerà ricco di gloria e di onori
EAGRO: molti sono partiti ma nessuno è tornato
CALLIOPE: Orfeo non è solo, con lui ci sono i più grandi eroi dell’Attica
EAGRO: la nave Argo non mi sembra solida
CALLIOPE: troveranno mari calmi
EAGRO: ormai purtroppo è partito
CALLIOPE: è una nave con un’ equipaggio di semidei, troveranno il velo d’oro e nostro figlio tornerà
EAGRO: Orfeo è protetto da Dioniso e da Elio
CALLIOPE: sia fatta la volontà degli dei
SCENA 5
EUSINA – DESINA – ORFEO - EURIDICE
(si sente il canto di Orfeo e il melodico suono della lira)
EUSINA: è tornato Orfeo
DESINA: il suo canto ha incantato il bosco
(entra in scena Orfeo)
ORFEO: ninfe mie sono tornato
DESINA: senza te anche le stagioni … stentavano a venire
DESINA: senza te … neppure i fiori sbocciavano
ORFEO: sono tornato nella mia Tracia dopo aver conquistato con Giasone,Teseo, Eracle, il velo d’oro
DESINA: il tuo canto
EUSINA: ha incantato un drago, lo ha ammansito
DESINA: la tua musica ha permesso a te di prendere il velo e darlo a Giasone
ORFEO: ( canta)
(entra in scena Euridice, nel vedere Euridice Orfeo smette di suonare)
EURIDICE : (sorpresa) perché il dio cessa il suo canto
ORFEO: (rivolto ad Euridice) chi sei o ninfa , quale forza ha il tuo sguardo per aver fatto cessare il canto della lira, e quale forza ha il tuo sorriso per aver fatto cantare il mio cuore
DESINA: o dio, questa è Euridice
EUSINA: Euridice, Driade del bosco, nostra sorella
ORFEO: ed io pur vivendo e cantando il bosco, mai e poi mai ho incontrato una creatura simile
EURIDICE: non vivo nei boschi della Tracia
ORFEO: cosa ti ha spinto tra queste querce
EURIDICE: l’ebbrezza del tuo canto ha varcato i confini del mondo
EUSINA: noi ci congediamo nobile Orfeo
DESINA: nobile cantore noi ti lasciamo solo con Euridice
EURIDICE: vengo con voi sorelle
ORFEO: Euridice, anche tu vai
EURIDICE: vado con le mie sorelle
ORFEO: lasceresti solo un dio
EURIDICE: un dio non è mai solo
ORFEO: solo è il mio cuore
EURIDICE: il tuo cuore è il tuo canto
ORFEO: senza te non esiste canto
DESINA: rimani con lui o sorella
EUSINA: sei fortunata Euridice, il tuo cuore è nelle mani di un dio
ORFEO: rimani Euridice … rimani
EUSINA: rimani Euridice , rimani
(Eusina e Desina escono di scena)
SCENA 6
ORFEO – EURIDICE - ARESTEA
(sono soli in scena Arestea non visto li spia)
ORFEO: la tua bellezza incanta il mio canto
EURIDICE: non può la mia bellezza incantare un dio
ORFEO: nessun dio può nascondere il suo cuore
EURIDICE: a volte Eros lancia frecce ingannevoli
ORFEO: mai ho provato quello che sto provando
EURIDICE: come fa un dio prescelto dal fato per conquistare il velo d’oro innamorarsi di una ninfa
ORFEO: quello che provo per te è così grande
EURIDICE: ma tu puoi possedere non solo ninfe ma tutte le dee che vuoi
ORFEO: è solo il mio canto che vogliono gli dei
EURIDICE: gli dei che guardano e guidano gli umani
ORFEO: l’amore è nelle mie note e nella mia voce e la mia voce tocca il mio cuore
EURIDICE: il tuo cuore ma non il mio cuore
ORFEO: ormai è l’amore per te che muove le corde della mia lira
EURIDICE: sei un’ immortale Orfeo
ORFEO: renderò te immortale
EURIDICE: un oracolo ha detto che la mia vita sarà breve
ORFEO: breve quanto l’eternità
EURIDICE: nulla si può contro il fato
ORFEO: nulla si può contro l’amore
EURIDICE: l’amore di un dio dura quanto il fragore di un lampo di Zeus
ORFEO: il mio cuore non è ingannevole
EURIDICE: la vita è ingannevole
ORFEO: il mio cuore è sincero
EURIDICE: non puoi innamorarti di me
ORFEO: nessuno può impedirlo
EURIDICE: le parole sono figlie del vento
ORFEO: chiedo ad Eolo, di portare a te tutti i dolci sussurri degli amanti
EURIDICE: il dio dei venti non raccoglie, disperde
ORFEO: canterò per lui, e capirà
EURIDICE: cosa capirà
ORFEO: capirà che sei un fiore
EURIDICE: un fiore che presto appassirà
ORFEO: il mio canto non lo permetterà
EURIDICE: io non sono degna del tuo amore
ORFEO: il mio amore è superiore a tutto
EURIDICE: a tutto o a niente
ORFEO: io ti accetterò così come sei
EURIDICE: anche se tra pochi anni i miei lunghi capelli da dorati diventeranno bianchi
ORFEO: si
EURIDICE: anche se la mia pelle si coprirà di rughe
ORFEO: si
EURIDICE: anche se tu rimarrai giovane mentre io invecchierò
ORFEO: non importa come diventerai io ti amerò sempre
EURIDICE: sempre
ORFEO: sempre come un amore immortale
EURIDICE: Orfeo mi ami davvero
ORFEO: si
EURIDICE: io non posso
ORFEO: perché non puoi
EURIDICE: un oracolo ha detto che la mia vita, il mio amore e la mia felicità sarà breve
ORFEO: era un oracolo ingannevole
EURIDICE: tante volte gli oracoli sono portatrici di verità
ORFEO: io sono un dio, osi mettere in dubbio la parola e l’amore di un dio
EURIDICE: no
ORFEO: allora amami
EURIDICE: ma l’oracolo
ORFEO: tante volte gli oracoli non sono veritieri e vengono usati dagli dei per prendersi gioco degli uomini
EURIDICE: ma non un oracolo solo ma più oracoli mi hanno preannunciato la morte prematura
ORFEO: non può morire una ninfa amata da un dio
EURIDICE: ma l’oracolo diceva di non andare nei boschi della Tracia ed io sono venuta in Tracia
ORFEO: forse qualche dio è geloso del nostro amore
EURIDICE: forse
ORFEO: ma quello che provo per te è più grande
EURIDICE: si
ORFEO: più grande di qualsiasi altro amore
EURIDICE: grande quanto
ORFEO: il nostro sarà un amore eterno
EURIDICE: si
ORFEO: amami amore
EURIDICE: si
ORFEO: amo di te ogni cosa
EURIDICE: anch’io amore ti amo
ORFEO: più della mia vita
EURIDICE: la mia vita è la tua vita
ORFEO: io ti amerò oltre la vita
EURIDICE: prendimi tra le tue braccia
( Orfeo ed Euridice si abbracciano)
( Orfeo suona la lira e canta)
ORFEO: (smette di cantare) questo canto è per te amore mio
EURIDICE: il tuo canto è la delizia del mio cuore
ORFEO: la tua presenza è la voce del mio canto
EURIDICE: il mio amore per te sarà eterno
ORFEO: il mio mondo è il tuo mondo
EURIDICE: ( guarda verso il pubblico) il sole è già alto
ORFEO: ( si alza) devo andare amore
EURIDICE: (si alza) mi mancherai amore
ORFEO: ma solo per poco tempo
EURIDICE: sarà sempre tanto tempo
ORFEO: quando il sole passerà le querce , io ti aspetterò nella radura
EURIDICE: arriverò prima io nella radura e ti preparerò una corona di lauro
ORFEO: una corona per me
EURIDICE: si una corona di lauro per il mio amore più grande
ORFEO: e io nel ritorno raccoglierò i fiori più belli e con i fiori farò di te un tappeto d’amore
EURIDICE: un tappeto di fiori per me
ORFEO: un mondo di fiori per te
EURIDICE: mio grande cantore, senti come batte il mio cuore
ORFEO: il mio cuore batte più forte
EURIDICE: più forte degli oracoli pulsa il nostro amore
ORFEO: adesso devo andare
EURIDICE: non andare, aspetta
ORFEO: devo andare
EURIDICE: anch’io devo andare
EURIDICE: fammi sentire ancora il sapore dei tuoi baci
ORFEO: sono io che voglio sentire il miele della tua bocca
( i due si baciano)
ORFEO: vieni via con me
EURIDICE: no verrei, ma ho promesso alle mie sorelle
ORFEO: non pensare alle tue sorelle vieni con me
EURIDICE: ho promesso, ti aspetto nella radura
ORFEO: va bene se hai deciso, io passo da mio padre ma solo per il breve volo di un passero e dopo corro da te
EURIDICE: ti aspetto, per incoronarti con una meravigliosa corona di lauro
ORFEO: ed io amore sarà velocissimo, ma ti prometto che raccoglierò una pioggia di petali per te
( i due si abbracciano e si baciano)
ORFEO: a presto amore
ERUIDICE: ti aspetterò amore mio
( i due si separano e di corsa prendono due strade diverse, escono di scena, entra in scena Arestea)
ARESTEA: ( visibilmente contrariato) il mio cuore pullula sangue ed arde d’amore e di disperazione, la mia divina creatura la ninfa Euridice, la Doride che mi ha rapito il cuore ora si è donata ad Orfeo, ed io rimango qui a soffrire, o dei che predicate giustizia ora che ho sentito il luogo dove si incontrano i due amanti, luogo che io raggiungerò prima di loro, luogo dove i professerò ancora una volta il mio amore per cercare di spezzare la catena che cinge il suo cuore, dei aiutatemi a sedurla …
(si sente un tuono)
ARESTEA: ( nel sentire il tuono si prostra) dei dell’Olimpo vi prego di ascoltare la mia supplica e fare in modo che la ninfa comprenda l’amore mio sincero
(Arestea si alza e ed esce di scena)
(luci psichedeliche)
SCENA 7
EURIDICE
( il bosco è fatto di uomini e donne che vestiti di bianco in piedi ed in ginocchio che con le mani simulano gli alberi, si sente in sottofondo il rumore del vento, al canto del vento si muovono le armonicamente le mani, spinta da un angosciante ma lento sottofondo musicale entra in scena la ninfa Euridice sposa di Orfeo, la Driade vaga in questo nuvolo di mani, gira più volte spaesata, persa, mima continuamente il suo vagare, la sua angoscia e il suo affannoso cercare)
EURIDICE: (grida) Orfeo, Orfeo …. ( gira per il palco, dove è possibile scende nel pubblico, e tra le sedie cerca il suo amato) Orfeo … Orfeo … ( ma non ottiene nessuna risposta) Orfeo (continua a gridare, ritorna in scena, attraversa il nuvolo dell’ora immobili mani tese esce di scena, di nuovo il rumore del vento fa muovere le mani, Euridice rientra in scena)
EURIDICE: Orfeo … Orfeo (nessuna risposta) Eusina … Desina … (nessuna risposta) (di nuovo si sente il vento) sorelle, sorelle Driadi … mi sentite … dove siete ( nessuna risposta) aiutatemi … mi sono persa, nel bosco, e voi dove siete …
(il rumore del vento si fa più forte, incessante)
E questo vento che non cessa, mi fa impazzire ( i ventilatori messi al massimo scompigliano i capelli e la veste della ninfa , gli alberi agitando le mani si scambiano i posti in scena, simulando un altro tratto di bosco)
EURIDICE: (si ritrova in un’altra radura del bosco) dove sono finita, il bosco è cambiato ancora … ed io penso di non aver fatto altro passo, ed in più questa arsura che mi prende alla gola, Orfeo… Orfeo … Driadi ascoltatemi
(silenzio)
EURIDICE: e questo silenzio cos’è anche il vento di Eolo ha cessato di vorticare tra i rami e gli alberi hanno cessato di piegarsi e gli uccelli hanno cessato il loro canto come avessero loro strappato il cuore di questo luogo sconosciuto ma ospitale, eppure io Driade creatura dei boschi dovrei essere a conoscenza di tutti i segreti che si nascondono negli alberi, nelle felci, nei lauri e nei licheni
(a poco a poco le luci si fanno soffuse)
E questa luce, che a poco a poco si perde sotto queste fronde, segnale di un nuovo cammino, chissà dove mi condurrà?
( gli alberi cambiano di posto)
(torna la luce si risente il vento, il canto degli uccelli e gli animali)
EURIDICE: finalmente, di nuovo il bosco che conosco, vedo la radura della roccia bianca, il canto degli uccelli è gioioso e il vento da vorticoso si è trasformato in alito, ogni cosa, ogni albero sembra essere cambiato e laggiù vedo una fonte che zampilla, una fonte che prima non c’era (si avvicina alla fonte)
Le mie sorelle le gaie Driadi hanno ascoltato le mie invocazioni, le invocazioni di Euridice la sposa di Orfeo e loro con l’aiuto degli dei mi hanno finalmente indicato la via sicura e fatto sgorgare questa fonte per placare la mia sete
(musica)
SCENA 8
EURIDICE – EUSINA – DESINA
(Euridice beve alla fonte e dopo si siede vicino ad essa, entrano le sorelle di Euridice, le Driadi Eusina e Desina)
EURIDICE: che pace, e questa acqua zampillante, la frescura di questo posto anche gli alberi, il canto degli uccelli, gli animali tutto è accogliente
(Euridice è seduta vicino alla fonte)
(entrano danzando a ritmo di musica gioiosa le due sorelle di Euridice)
(la musica rimane in sottofondo)
(le ragazze vedono Euridice e tutte si abbracciano festanti)
(le tre donne si siedono)
EURIDICE: sorelle che gaia sorpresa, io mi ero persa nel bosco che doveva essere per noi casa e conoscerne ogni anfratto, sono capitata in una radura opprimente, un luogo forse dimora di qualche dio malefico, perfino il sole stentava ad entrare tra le fronde scarne e gli alberi mi guardavano minacciosi ed il vento non più alito si mutava in vorticosa anima ululante: ho gridato aiuto sorelle, ho invocato voi, il mio sposo Orfeo e Zeus affinché mi indicasse la strada per tornare a voi e dissipasse la mia angoscia e la mia paura
EUSINA: (preoccupata) ma dov’è questa terribile radura
DESINA: (preoccupata) scendendo dal Parnaso, non ho mai incontrato un luogo simile a quello che hai descritto
EURIDICE: eppure scendendo dal Parnaso, mi sono trovata in un bosco, che da gioioso diventava opprimente, soffocante il buio sembrava irreale, perfino gli uccelli annichiliti trattenevano i voli e cessavano di cantare
EUSINA: (ridendo) non è mia cara che tu stanca dal troppo camminare ti sia addormentata nella frescura di questo candido e rigoglioso bosco
DESINA: la stanchezza ti ha giocato uno scherzo infame, e il sonno turbolento ha trasformato in paure umane il tuo essere semidea
EURIDICE: no, io ho vissuto quelle paure, io non ho sognato e poi mi sono trovato vicino a questa fonte
DESINA: questa fonte, non c’era
EUSINA: questa fonte è un dono degli dei, forse a te Euridice per allontanare le tue paure
EURIDICE: parlatemi del mio sposo, io avevo appuntamento in questa radura, ma il sole è ormai alto, ed io non so …
DESINA: il divino Orfeo ha cantato le sue note per gli dei sul monte Pangeo, alle sue note tutto il bosco tacque, la sua lira parlava con voce soave, il dio Pan, tutti i centauri, e tutte le ninfe nostre sorelle si radunarono per ascoltare il canto del dio, i lupi si sdraiarono vicino agli agnelli e nel bosco non vi erano più prede né predatori
EUSINA: il divino Orfeo, dedicò ogni nota a te Euridice come pegno del tuo grande amore
DESINA: Efesto , sentendo il conturbante canto chiuse la sua sacra fucina e anche il vulcano cessò la sua voce
EUSINA: Anche Zeus mutatosi in stallone si fermò ad ascoltare
DESINA: non vennero né Febo il messaggero degli dei, né Ade che rimase senza un motivo apparente chiuso nella sua caverna senza fine tra le ombre dei morti
EURIDICE: perché non vennero a sentire il canto del mio sposo
DESINA: nessuno ha saputo il perché
EURIDICE: ma ditemi di Orfeo ha parlato di me
EUSINA: Orfeo ha parlato e cantato te come un fiore in sboccio nella primavera, a te dedica ogni ora, ogni minuto del suo canto
EURIDICE: mi ama ed io lo amo
ESIMA: vieni via con noi
EURIDICE: non posso devo aspettare Orfeo
DESIMA: è l’amore che fa girare il mondo
EURIDICE: ho promesso alla luce del mio volto che lo avrei aspettato qua in questa radura e per lui avrei intrecciato la più bella e sacrale corona di lauro con cui voglio cingere il suo capo, e lui …
EUSINA: e lui …
EURIDICE: e lui mi farà giacere in una pioggia di fiori
DESIMA: è l’amore il più bel fiore
EURIDICE: io non pensavo mi succedesse una cosa simile
DESIMA: è il potere dell’ eros
EURIDICE: prima di conoscere Orfeo, Cupido mi aveva lanciato solo frecce di piombo
DESIMA: gli dei avevano deciso che tu sposassi Orfeo
EURIDICE: Orfeo … Orfeo
EUSIMA: tu sei la fonte del suo canto
DESIMA: tu sei la sorgente della bellezza
EURIDICE: io non sono niente
EUSIMA: tu sei la vita Euridice
EURIDICE: io lo amo anche se penso di essere solo il capriccio di un dio
EUSIMA: Orfeo ti ama
DESIMA: da quando il suo cuore è entrato in te, più sublime è il suo canto
EURIDICE: grande è la forza dell’amore
DESIMA: sorella noi andiamo
EUSIMA: oltre il sentiero fino ai lauri
EURIDICE: rimanete ancora un poco
DESIMA: non possiamo
EUSIMA: che gli dei propizi del tramonto siano con te
EURIDICE: mi lasciate sola
DESIMA: non preoccuparti, Pam e nostro padre Silvano veglieranno su di te
EUSIMA: e poi Euridice non devi temere, tu non aspetti l’arrivo di un dio
EURIDICE: si
EUSIMA : che gli dei siano con te sposa di Orfeo
EUSINA: domani ti abbraccerò sorella
EURIDICE: vi accompagno per un tratto
(le tre ninfe escono di scena)
SCENA 9
EURIDICE – ARESTEA
(musica)
(Entra in scena Arestea con un flauto )
ARESTEA: questo è il luogo dell’incontro in cui la mia adorata Euridice si incontra con Orfeo, perché! Perché! Io prima dell’evento del figlio di Calliope ero il più grande poeta dell’Attica mi chiamano solo in mancanza del figlio di Eagro. Dee (implora) dee della discordia aiutatemi, seppellite con grandi pietre di cava l’amore tra i due sposi e permettete ad Euridice di amarmi, il mio è un amore profondo: dee aiutatemi vi prego, aiutate questo disperato
( si guarda intorno)
Adesso mi nasconderò in attesa che giunga la bellissima Euridice
(raccoglie dei fiori)
Ecco al suo arrivo mi presenterò con versi struggenti e con i fiori più belli del bosco
(si sente cantare, è la voce di Euridice che sta facendo la corona d’alloro per Orfeo)
( suonando il flauto Arestea si nasconde nella boscaglia)
EURIDICE: (con la corona in mano la intreccia, la guarda ed è visibilmente soddisfatta)
questa bellissima corona di lauro, intrecciata con amore dalle mie mani impazienti, non vede il momento di cingere il capo ed accarezzare i capelli del mio grande amore
(Euridice rimane sorpresa, il flauto suona ma non si vede nessuno)
EURIDICE: chi suona questo flauto, e queste note non sembrano le melodie del dio Pan, né sono i centauri amici di Eracle, perché non ho sentito lo scalpitante rumore degli zoccoli: chi sarà che rompe la quiete del bosco?
(si sente di nuovo suonare il flauto ma non si vede nessuno)
EURIDICE: chi suona queste canne, se sei umano volgi verso di me il tuo corpo, e non avere timore io sono la ninfa Euridice, figlia di Nereo e di Doride
(si sente suonare ma non si vede nessuno)
EURIDICE: io canto il bosco, sono ninfa, non aver timore creatura umana o dio, io sono stata creata per amare e non per odiare
( si sentono dei versi d’amore recitati con maestria)
ARESTEA: (canta) “ il mio cuore ti appartiene nobile figlia di Calliope, la tua bellezza che compare e ricompare tra le querce illumina come luce profonda il mio cuore. Lo rende vivo ma soffre quando allontana il mio sguardo”
EURIDICE: questi versi, possono solo nascere da un grande poeta: tu sei Arestea i tuoi canti hanno reso grandi tutti i tiranni dell’attica, la tua voce ancora armonizza le corti da Tebe a Corinto, perfino ad Atene e Creta ancora fanno lustro di averti, grande poeta
( entra in scena Arestea suonando il flauto)
Arestea che sorpresa, i tuoi versi modellano le parole le rendono armoniche proprio come il tuo cuore di poeta
ARESTEA: il mio cuore e i miei versi ti incantano ancora, meravigliosa ninfa
EURIDICE: anche le stelle del cielo ti rendono omaggio
ARESTEA: tu mi consideri ancora grande Euridice
EURIDICE: ammiro la tua solare grandezza mio poeta
ARESTEA: la tua considerazione mi lusinga mia ninfa
EURIDICE: grande sei tu e i tuoi versi
ARESTEA: anche adesso che sono inviso agli dei
EURIDICE: gli dei sono gelosi delle fortune degli umani
ARESTEA: gli dei non permettono che qualcuno si senta superiore a loro
EURIDICE: perchè il fato ti ha portato in questa radura sperduta e lontano dalla tua città
ARESTEA: il mio destino è quello di vagare senza una dimora
EURIDICE: capisco, le tue dimore erano
ARESTEA: le mie dimore erano le corti dei tiranni che apprezzavano chi canta il loro valore
EURIDICE: ma qui ci sono solo querce non tiranni
ARESTEA: ora … solo il nobile re Creso mi ha chiamato
EURIDICE: ti chiama perché tuo hai un soave canto
ARESTEA: (prende il mazzolino di fiori) questo omaggio è per te mia adorata ninfa
EURIDICE: (prende il mazzolino di fiori lo odora) sono fiori bellissimi e profumatissimi
ARESTEA: mai belli quanto te Euridice, e mai nessun profumo potrebbe eguagliare l’inebriante aroma del bosco che è in te
EURIDICE: le tue parole o poeta esprimono complimenti che non merito
ARESTEA: sei bellissima Euridice
EURIDICE: molte ninfe sono più belle di me
ARESTEA: nessuna è più bella di te
EURIDICE: sono in imbarazzo Arestea
ARESTEA: al cuore non si comanda
EURIDICE: il mio cuore appartiene ad un altro
ARESTEA: una volta apparteneva a me
EURIDICE: tu a me a suo tempo hai preferito la fama
ARESTEA: è stato un dio malefico che ci ha separato
EURIDICE: ho sofferto tanto
ARESTEA: ora sto soffrendo io
EURIDICE: ora appartengo ad Orfeo
ARESTEA: (vede il diadema) per lui hai preparato la corona
EURIDICE: la corona come pegno del mio amore
ARESTEA: il mio amore per te è più grande di una corona
EURIDICE: ti voglio bene ma nel contempo non voglio ferirti
ARESTEA: io sono venuto perché ti amo
EURIDICE: ho deciso di appartenere ad un dio solo
ARESTEA: una volta ti facevi possedere da più dei
EURIDICE: ora non più
ARESTEA: mi accontento di essere di te amante
EURIDICE: adesso vai, sto aspettando Orfeo
ARESTEA: ascolta ti prego è l’amore che ti parla
EURIDICE: amore … parola che spesse volte abusi
ARESTEA: fammi rimanere ti prego
EURIDICE: ormai è tardi nobile Arestea, vai o chiamo il dio Pan, i centauri e le orribili creature dei boschi
ARESTEA: io vado, a malincuore… ma ricorda che rinneghi un amore
EURIDICE: vai e scompari alla mia vista
(Euridice si mette a bordo scena, Arestea rimane a centro scena e rivolto verso il pubblico)
ARESTEA: dee della giustizia aiutate questo povero innamorato
(Arestea si lascia cadere sul palcoscenico ed è prostrato al suolo)
(fuori scena le dee della giustizia rispondono a Arestea)
(le dee della giustizia): non disperarti nobile cantore… noi agiremo con giustizia … noi allevieremo le tue pene …
(Arestea esce di scena, rimane in scena Euridice che torna a prendere la corona di alloro lasciata vicino alla fonte)
(in quel momento un serpente velenoso morde Euridice)
EURIDICE: (grida) Ahi !
( la ninfa cade a terra morta)
ARESTEA: (torna in scena disperato) non è questo che volevo. Euridice, Euridice amore mio … no
non è questo che volevo, Euridice … dee della giustizia, dee della discordia uccidete me, ma lasciate in vita lei …
(Arestea si dispera)
(musica)
SCENA 10
EURIDICE (morta) – ARESTEA
(Arestea è in ginocchio davanti al corpo di Euridice)
ARESTEA: non volevo, amore mio io non volevo … non volevo … non volevo … sono stati gli dei che precludono a me ogni amore e felicità
… non volevo … non è stata colpa mia … io ti amo… sono stati gli dei
Gli dei per colpire le ingiustizie … hanno colpito quanto mi è più caro …
(disperato vaga per il bosco)
Non voglio che il corpo del mio amore venga profanato
Adesso amore mio voglio coprire il tuo corpo con foglie di quercia, pianta a te cara per fare in modo che animali immondi non ti scoprono facendo scempio della tua bellezza
(Arestea disperandosi copre il corpo di Euridice)
ARESTEA: (veglia il corpo della ninfa) ora purtroppo mio grande amore devo andare, la reggia del grande e potente Creso mi aspetta, il tiranno ha bisogno di un cantore che tesse a lui odi… addio mia grande dea, il mio cuore apparterà sempre a te Euridice … un giorno le nostre anime quando le Erinni decideranno si ricongiungeranno nel regno di Ade
(si alza piangendo)
Addio amore mio, mai e poi mai mi dimenticherò di offrire sacrifici a Proserpina che ora veglia su di te
(Arestea esce di scena)
SCENA 11
EURIDICE – OMBRA (voci fuori scena)
(musica) (luci soffuse, cambio scena, gioco di luci)
(Euridice si alza ha la veste insanguinata)
EURIDICE: cosa mi sta succedendo, mi sento confusa, è come se fossi lontana dal bosco dalla fonte, dall’ acqua della vita
( si scioglie i capelli, vaga per la scena)
Questo a me non sembra il bosco, è qualcosa, no a me … sembra qualcosa di innaturale, forse un luogo sacro agli dei
(musica)
E questa musica, non capisco sono strumenti ignoti, nessun suono è simile a questo, un suono che sembra indichi una strada
(Voce fuori campo) Euridice … Euridice …
EURIDICE: chi mi chiama, ho sentito il mio nome
(musica, ma la voce cessa)
(Euridice si guarda la veste bianca e la vede macchiata di sangue)
EURIDICE: ho la veste macchiata di sangue, da dove viene, io non sento dolore
Da dove viene questo sangue ( ispeziona tutta la veste bianca)
(vede il piede)
Ecco da dove viene il sangue (si siede ed esamina il piede) ma non capisco dove mi sono fatta male, sarà stato un rovo …. No vedo due fori … un serpente, ma il morso di un serpente è dolorosissimo ed io non sento niente, nessun dolore, perdo solo del sangue … tanto sangue … e questo sangue sento che fa parte di me, perché non provo né orrore né timore … anzi nel vederlo scorrere provo sensazioni inebrianti … provo persino gioia, e questo torpore, strano , sento le membra che si stanno addormentando, ma le muovo è come se un dio le rendesse insensibili. Orfeo … Orfeo … vieni a prendermi, non permettere a questo sconosciuto dio che ora si avvicina a me
(si avvicina ad Euridice un’ ombra)
E mi prende per mano
(prende la mano di Euridice)
E non faccio niente per poter impedirlo, la sua mano è fredda, fredda come il suo corpo, ma anche la mia mano è fredda ogni cosa intorno è fredda
(musica)
Orfeo, vieni e ferma questa mano che mi stringe
(musica)
Orfeo, amore mio ferma il mio cuore che pur essendo per sempre tuo segue convinta questa ombra
(OMBRA): vieni con me, lasciati guidare o ninfa, un re ti attende
EURIDICE: un re mi attende, ma io non voglio nessun re, Orfeo, tu sei il mio re
(musica)
(OMBRA): un re più grande e potente di Eagro ti vuole accanto a lui
EURIDICE: ma, non capisco io sono una povera Driade, una ninfa del bosco il mio nome è Euridice figlia di Nereo e Doride, sicuramente il tuo re ha sbagliato persona. Io non sono degna di essere ammessa al suo trono, forse il re aspettava Orfeo il grande cantore
(OMBRA): il grande re aspetta te, bellissima ninfa
EURIDICE: ma sono tutta sporca di sangue, la mia veste è in disordine, i capelli non sono raccolti ed ancora devo passare la lama nelle gambe
(OMBRA): per Orfeo andavi bene così
EURIDICE: Orfeo mi ama per quello che sono
(OMBRA): il mio re ti accetta per quello che sei e sei bellissima nobile ninfa
EURIDICE: bellissima: ora … ma tra pochi anni la mia pelle diventerà rugosa
(OMBRA): nel regno dove andrai, non invecchierai
EURIDICE: io non posso venire (toglie la mano) devo aspettare il mio sposo
(OMBRA): il tuo sposo, se aspetti verrà
EURIDICE: non posso seguirti
(OMBRA): tu mi seguirai perché lo vuoi
EURIDICE: non posso senza Orfeo
( Euridice continua sempre a perdere sangue)
(l’ombra si china e raccoglie con una terracotta un po’ del sangue di Euridice e lo beve, passa la brocca alla ninfa che come presa da impeto beve il proprio sangue, il sangue cola lungo il viso entrambi devono. Infine si scopre che anche l’ombra sanguina, il traghettatore riempie la brocca del proprio sangue lo mescola con quello della ninfa e devono di nuovo)
EURIDICE: si
(OMBRA): vieni via con me
EURIDICE: vengo ma il mio cuore rimane di Orfeo
(OMBRA): il cuore l’amore e il ricordo sono eterni
EURIDICE: eterni come il mondo
(OMBRA): il mondo è l’oltre
EURIDICE: oltre la vita, oltre l’amore
(OMBRA): grande è il tuo amore
EURIDICE: l’amore è oltre il mondo
(OMBRA): l’amore non ha limiti
EURIDICE: l’amore è vita
(OMBRA): la vita va con passo greve
EURIDICE: l’amore segui il mio passo
(OMBRA): il nostro passo è quello del non ritorno
(musica)
(Euridice e l’ombra escono di scena)
SCENA 12
ORFEO
(cambio scena, gli alberi umani si trasformano in bosco, gli uccelli cantano)
(Orfeo entra in scena, con i fiori in un cesto cerca Euridice)
ORFEO: ( cerca la sua amata) Euridice, Euridice dove sei … Euridice amore, dove sei
(silenzio)
Euridice! Euridice …
(silenzio)
(Orfeo ispeziona la scena, gira e rigira fra gli alberi chiamando la sua amata)
(vede delle tracce di sangue)
(musica)
ORFEO: (sorpreso ) e questo cos’è
( con le mani tocca il sangue e con il dito indice si mette le mani alla bocca)
Ma questo è sangue, sangue … tanto sangue , perché di tutto questo sangue …
(preoccupato) Euridice … Euridice, dove sei luce della mia vita!
(silenzio)
ORFEO: (si accascia al suolo) Euridice, ascoltami non scherzare, sono Orfeo, il tuo unico e grande amore
(si alza e si inginocchia accanto al sangue, lo esamina)
No! Non può essere il sangue di Euridice … non può essere il sangue di Euridice
No non può essere!
(musica) (Orfeo si accascia di nuovo e si dispera)
(Orfeo si alza)
E se fosse lei … magari è ferita ed ha bisogno di aiuto, o forse qualche malefica creatura del bosco le ha fatto del male e l’ ha rapita : ed io sono qui a disperarmi mentre lei ha bisogno di me
(grida con tutta la sua forza) Euridice … Euridice
(nessuna risposta)
Non devo perdermi d’animo, il mio amore ha bisogno di me ed io devo andare a cercarla, forse seguendo questo sangue
(Orfeo si inginocchia e vede di nuovo il sangue, si rialza ne segue la traccia ed esce di scena)
SCENA 13
ORFEO – OMBRA - MEDEA
(musica)
(luci soffuse, cambio scena, gioco di luci, fumo)
ORFEO: ma che posto è questo, questo luogo sembra la dimora di un dio malvagio
(guarda le tracce di sangue) eppure le tracce non mentono, è questo il posto dove il sangue ancor fresco mi conduce
(guarda incuriosito) non ci sono alberi, e questo fumo che nasce dalle viscere della terra, chissà dove sono?
(continua a simulare il viaggio passando e ripassando tra il fumo)
OMBRA: dove vai Orfeo?
(voci fuori campo) : dove vai Orfeo?
ORFEO: chi sei! Io non ti conosco
OMBRA: dove vai Orfeo?
(voci fuori campo): dove vai Orfeo?
ORFEO: come fai a sapere il mio nome o straniero
OMBRA: nessuno di noi è straniero
(voci fuori campo): nessuno di noi è straniero
(si intensifica il fumo, la scena si anima con l’ingresso di altre ombre con mani levate verso il cielo )
ORFEO: (riferendosi all’ombra principale) tu chi sei e come fai a sapere il mio nome?
(coro delle altre ombre): tu chi sei … e come fai a sapere il mio nome
OMBRA: io sono in traghettatore e tu non puoi entrare
(coro delle altre ombre): io sono il traghettatore e tu non puoi entrare
ORFEO: fammi traghettare io posso pagare
(coro delle altre ombre). Fammi traghettare io posso pagare
OMBRA: non puoi entrare
ORFEO: ma Euridice è entrata
OMBRA: Euridice è mortale
ORFEO: ma questa porta
OMBRA: conduce nel regno di Ade
ORFEO: (sbigottito) ma allora Euridice è …
OMBRA: stata chiamata alla corte di re Ade e della regina Persefone
ORFEO: no … non è possibile, non è possibile
OMBRA: il re Ade ha chiamato Euridice alla sua corte
( coro delle altre ombre): il re Ade ha chiamato Euridice alla sua corte
ORFEO: Euridice, no … Euridice è viva e tu sei una voce ingannevole di qualche dio invidioso della nostra felicità
OMBRA: tu Orfeo, sei amato dagli dei e sei benvoluto da tutti i mortali
ORFEO: ma Euridice
OMBRA: Euridice è una ninfa mortale ed un oracolo aveva predetto che la sua felicità sarebbe stata di breve durata
ORFEO: ma il mio amore è grande
OMBRA: non esiste amore che possa essere superiore al fato
(coro delle altre ombre): non esiste amore che possa essere superiore al fato
OMBRA: Torna nel mondo dei vivi Orfeo, oltre questo limite ogni porta ti è preclusa
ORFEO: non posso io devo andare dalla mia amata
OMBRA: la tua amata ormai è anima che vaga e si dispera perché mai potrà tu essendo immortale di nuovo incontrarti
ORFEO: l’ immortalità oh quale, triste ragione mi allontana da lei
OMBRA: torna indietro Orfeo … il mondo che tu avvicini non è il tuo mondo
(coro delle altre ombre): torna indietro Orfeo … il mondo che tu avvicini non è il tuo mondo
ORFEO: il mio mondo è quello di Euridice
OMBRA: il tuo mondo è l’immortalità del tuo canto
ORFEO: il mio canto è Euridice, ti prego ombra fammi entrare nel tuo mondo
OMBRA: ma questo mondo è un mondo di disperazione
ORFEO: il mio mondo è di disperazione
OMBRA: vorrei accontentarti ma non posso
ORFEO: accontentami ti prego ed io suonerò per te
OMBRA: non posso, il mio compito è quello di traghettare le anime non i vivi
ORFEO: tu allora sei
OMBRA: io non posso traghettare un vivo sulla sponda dello Stige
ORFEO: ti prego, nessuno lo saprà mai
OMBRA: non posso, divino cantore
(coro delle altre ombre): non può divino cantore
ORFEO: canterò per te
(canto e musica di Orfeo)
(le porte si spalancano il cantore e Caronte passano indenni attraverso le anime che prima erano alberi spogli ed ora tentano di ghermirlo)
( musica e fumo, Orfeo continua a cantare, le anime a poco a poco si quietano e ne rimangono estasiate, aritmicamente ma lentamente ballano tra loro, una di loro rimane ferma)
(coro delle ombre): Cantore Orfeo sapessi per quanto tempo noi ti abbiamo atteso
(le ombre lacrimano)
ORFEO: perché dunque ombre voi lacrimate
(voci delle ombre): noi nobile cantore siamo anime dei morti e noi piangiamo i nostri cari e l’affetto verso di loro che ci siamo dovuti privare
ORFEO: perché piangete o anime, un giorno tutti i vostri cari verranno da voi
(voci delle ombre): il nostro pianto è il timore di essere dai vivi dimenticati
ORFEO: io non dimentico Euridice
(voci delle ombre): non dimentichi Euridice perché l’amore è più grande, ma hai dimenticato, la madre è il padre di tuo padre, e la sua fida ancella caduta nel dirupo, le loro anime ora vagano disperate
ORFEO: chi sei tu o anima, il mio canto ora non ti commuove
ANIMA: ( si avvicina ad Orfeo) io sono Medea
ORFEO: ma come … Medea !
MEDEA: io sono Medea la sposa di Giasone e sono entrata nell’Ade
ORFEO: ma quelle voci che sento ma non vedo e sembra ti seguano
(voci di bambini)
MEDEA: sono le voci di Mermo e Frene
ORFEO: i tuoi figli avuti con Giasone
(voci di bambini)
MEDEA: Mermo e Frene li ho condotti nel regno dei morti
ORFEO: li hai uccisi, per odio verso Giasone, per non lasciare a lui neppure un erede
MEDEA: ogni uomo è l’erede di se stesso
ORFEO: e quell’anima che è al tuo fianco
MEDEA: questa è l’anima di mio fratello Apsirto che io ho ucciso, durante la mia fuga dalla Colchide con Giasone … ancora maledisco quel giorno
ORFEO: Apsirto ma nelle sue invocazioni non ci sono rancori ne vendette, e le sue membra le avevi sparse
MEDEA: nell’Ade i corpi si ricompongono
ORFEO: si ricompongono ma sono disperati
MEDEA: disperati come lo erano in vita
ORFEO: sono tutti assetati di sangue
MEDEA: di sangue, di sacrifici e di giustizia
ORFEO: ma quello che hai fatto era giustizia
MEDEA: quello che ho fatto ai miei figli, era solo un sacrificio
ORFEO: sacrificio non vendetta
MEDEA: la vendetta deve ancora venire
ORFEO: non ti basta, tutto quello che hai fatto
MEDEA: la nave Argo, compirà la mia vendetta
ORFEO: la nave Argo, è ormai un relitto spiaggiato
MEDEA: la nave argo, compirà il destino di Giasone
ORFEO: Giasone, Giasone sempre Giasone ma tu perché sei qui?
MEDEA: il mio cuore non ha retto al dolore della perdita
ORFEO: povera Medea
MEDEA: Giasone, mi ha fatto innamorare, mi ha fatto abbandonare la mia casa, tradire il mio popolo e consegnare a lui il velo d’oro simbolo di grandezza
ORFEO: ed io sono stato cagione della tua infelicità
MEDEA: ora che tu sei entrato in questo regno di dolore, hai comprensione del mio dolore
ORFEO: Giasone ha sbagliato
MEDEA: Orfeo, Teseo, Eracle : non avete fatto niente per impedire tutto ciò
ORFEO: io non potevo
MEDEA: potevate tutto e non avete fatto niente, niente per impedirlo
ORFEO: noi eravamo
MEDEA : in preda alla cupidigia
ORFEO: non si tratta di cupidigia
MEDERA: voi pensavate solo ai fasti della gloria
ORFEO: (scusandosi) potevamo fare qualcosa
MEDEA: Giasone si è preso tutto di me!
ORFEO: ti capisco nobile Medea, ora più che mai ti sono vicino.
MEDEA: si, vicino: si vicino alla mia disperazione, ora in questo mondo lontano dalla pace … in questo mondo fatto di voci
ORFEO: la pace, ne voci … per i mortali non vi è pace né voci
MEDEA: il regno dei morti è il regno delle anime dimenticate
ORFEO: io non ti ho dimenticato Medea
MEDEA: tutti mi hanno dimenticato
ORFEO: questo non lo puoi sapere
MEDEA: sento le preghiere dei non dimenticati, arrivano sentori di sacrifici … mai nessuno si è ricordato di me
ORFEO: neppure io …
MEDEA: ma io prima di entrare nel regno di Ade, ho pregato gli dei di intercedere per me … donna … e regina tradita e Poseidone ha ascoltato le mie preghiere ed ha predetto al traditore Giasone una fine orrenda, l’eroe divenuto umano e nella sua città, portatore di disgrazie, isolato da tutti i suoi sudditi ed in preda alla pazzia morirà una notte di luna piena in spiaggia dentro il relitto della nave che lo ha portato alla gloria, ma Giasone non sa che le glorie terrene sono effimere come le navi che dapprima sembrano invincibili ai fortunali ma soccombono ad essi nel correre del tempo ( breve pausa) Teseo morirà ucciso dalla nave che ha sempre amato: così ha detto Poseidone
ORFEO: e gli altri eroi
MEDEA: Ulisse dopo la guerra di Troia durata dieci anni, per arrivare ad Itaca ci metterà altri dieci anni e vedrà colare a picco ad una ad una le sue navi e morire tutti i suoi compagni
ORFEO: ma giungerà a casa
MEDEA: si giungerà nella sua amata terra e lì ucciderò tutti i pretendenti della moglie, ma poi non contento riprenderà il mare e scomparirà nei flutti di Poseidone, ancora adirato per quello che il perfido Ulisse ha fatto a suo figlio Polifemo
ORFEO: Eracle
MEDEA: Eracle morirà per una pelle di montone avvelenata che il perfido centauro Tissone con l’inganno gli farà avere
ORFEO: ed io … sai dunque quale sarà il mio destino?
MEDEA: il tuo destino è scritto
ORFEO: io sono immortale
MEDEA: tra l’immortalità e la mortalità il passo è breve
ORFEO: non capisco
MEDEA: breve come la vita, lunga come la morte
ORFEO: la vita può essere breve ma eterna
MEDEA: neppure la tua sarà eterna
ORFEO: tu non puoi sapere perché sei un’umile mortale
MEDEA: ma io sono nel regno dei morti, un regno che tu dio non puoi neppure visitare, perché ogni porta per te dovrebbe essere chiusa
ORFEO: come vedi io sono entrato e sono vivo
MEDEA: come hai convinto Caronte a farti entrare
ORFEO: con la forza del mio canto
MEDEA: il canto solo non basta
ORFEO: con la forza dell’amore
MEDEA: l’amore, l’amore che mi ha deluso, soffocato … distrutto. È stato l’amore che mi ha portato ad entrare in questo regno
ORFEO: in questo regno di dolore
ARIANNA: in questo regno, dove uno entra e mai più esce
ORFEO: allora tu Arianna nobile regine che sai tutto di questo tenebroso regno e delle vicende umane dimmi dove posso trovare Euridice
MEDEA: Euridice, sapevo che eri venuta per lei
ORFEO: il mio amore è talmente grande
MEDEA: anche la morte è grande
ORFEO: tu sai o regina dove posso trovare la mia amata
MEDEA: si
ORFEO: indicami ti prego la via
MEDEA: la via è costellata di anime che imploreranno il tuo aiuto
ORFEO: ma che aiuto posso dare
MEDEA: avvisare i loro cari che sono alla luce di fare sacrifici agli dei
ORFEO: cercherò di fare il possibile per alleviare le loro pene
MEDEA: tra loro troverai, persone conosciute, altre mai viste, troverai amici e nemici, ma tutte sofferenti di eguali pene
ORFEO: farò tutto quello che dici, ma indicami la via
MEDEA: la via … la via, aspetta ancora un poco Orfeo
ORFEO: non posso devo raggiungere Euridice
MEDEA: ma lei è un’anima sofferente come me
ORFEO: ma lei sa che io la raggiungerò
MEDEA: le anime dei defunti tutto sanno
ORFEO: io solo non so dove andare
MEDEA: canta per noi Orfeo
ORFEO: canterò per voi o anime, canterò per voi come cantassi per Euridice che ora è una di voi
O anime pietose fate si che il mio canto rassereni i vostri cuori infranti e allontani seppur per poco il dolore ed i rimpianti
MEDEA: canta o Orfeo, e le anime stesse ti condurranno al cospetto di Euridice
(le anime fanno barriera, Orfeo attraversa il corridoio esce di scena le anime si aprono e compare un trono con Ade e in ginocchio a lui vi è Euridice … luci marroni)
SCENA 14
(ADE – ORFEO – EURIDICE)
ADE: (seduto sul trono) nobile Orfeo, ti aspettavo
ORFEO: (si inginocchia davanti al sovrano) mio re mi aspettavi
ADE: si … io ti aspettavo in questo regno senza ritorno
ORFEO: (sempre in ginocchio) o mio re, allora sai anche il perché sono venuto
ADE: (si alza dal trono e raggiunge Orfeo) alzati o nobile Orfeo, ti permetto di parlare a tu per tu con un dio
ORFEO: io sono immortale come te
ADE: sei vivo e i vivi non possono entrare nel mio regno
ORFEO: il guardiano mi ha traghettato e le anime mi hanno accolto
ADE: quale altro dio ti ha condotto in questa meta
ORFEO: la mia musica, il mio canto e la voce di Eros
ADE: Eros ha tutte le porte aperte
ORFEO: io sono venuto da te o mio dio perché tu possa intercedere per me
ADE: io non posso fare più di tanto
ORFEO: dio delle tenebre e protettore delle anime io sono sceso nel tuo regno per chiedere aiuto
ADE: un dio amante del canto, un immortale che ha trovato il velo d’oro, quale aiuto può chiedere
ORFEO: riconduci Euridice con me tra i vivi
ADE: Euridice tra i vivi (ride) ma non sai che chi entra intraprende una strada senza ritorno
ORFEO: capisco mio re, ma almeno posso vedere la mia amata
ADE: (benevolo) se è solo per questo ( batte le mani) Euridice vieni
(entra Euridice, la donna è come svampita, cammina come un’ automa)
ORFEO: Euridice amore mio
EURIDICE: (alla vista di Orfeo) Orfeo, amore mio finalmente sei venuto a prendermi
ORFEO: si tesoro, ma dimmi cosa è successo
EURIDICE: ero alla fonte ad aspettarti quando ho sentito un dolore fortissimo e ho visto tanto sangue
ORFEO: fammi vedere
(guarda la veste di Euridice)
ORFEO: un serpente ti ha morso
EURIDICE: dopo il dolore ho avuto un senso di torpore e come in sogno mi sono ritrovata nel regno delle tenebre
ORFEO: ma mai, ti sei sentita abbandonata
EURIDICE: no … ogni giorno vedevo e sentivo le offerte di sacrificio tuo e di Arestea
ORFEO: Arestea, come Arestea?
EURIDICE: il poeta Arestea era con me e mi allietava con il suo canto
ORFEO: anche lui ti amava
EURIDICE: si
ORFEO: ma il mio amore è più grande
EURIDICE: più grande che il mondo
ORFEO: più forte che la morte
ADE: nulla si può contro la morte
EURIDICE: (implora) canta o divino amore, canta solo con il canto puoi vincere la morte
(Orfeo canta suonando la lira)
(tutte le anime si radunano alcune danzano)
EURIDICE: mio dolce sposo, il tuo canto fa dimenticare le pene
ADE: (rimasto affascinato) fa cenno ad Orfeo di fermarsi
(Orfeo si ferma, il canto cessa)
ADE: immortale Orfeo, io in qualità di dio degli inferi visto le soavi melodie che con il tuo canto ha portato in questo mondo triste, ho deciso di concedere ad Euridice di tornare nel regno dei vivi … a condizione che durante il viaggio verso la terra tu la preceda e non ti volti a guardarla fino a quando tu fossi giunto alla luce. In caso tu ti voltassi, la tua amata tornerà nel regno dei morti per sempre
ORFEO: (euforico) grazie o mio dio
(si inginocchia davanti ad Ade)
(Ade lo fa rialzare)
ADE: adesso vai la luce ti aspetta ( chiama Euridice)
Euridice … adesso segui il tuo sposo … e spera che il fato ti sia amico
ORFEO: Euridice, amore mio
ADE: Adesso vai e non voltarti … canta Orfeo e segui la via che l’istinto ti traccerà, Euridice seguirà il tuo canto …
(Orfeo canta a cammina tra le anime, Euridice lo segue, si sente un boato e le anime fuggono spaventate, rimangono solo Orfeo ed Euridice rimangono in scena)
SCENA 15
ORFEO – EURIDICE
(Orfeo continua a cantare e suonare)
EURIDICE: Orfeo amore, fammi seguire il tuo canto, presto saremmo sulla terra e in Tracia è primavera, i fiori sono in sboccio
ORFEO: seguimi Euridice, ma ti prego continua a parlarmi, la tua voce è più sensuale di una carezza
EURIDICE: stiamo percorrendo strade nuove, non è questa la via che ho percorso per entrare in questo triste regno
ORFEO: ( canta) questa è la via che ci porta alla salvezza a mia cara
EURIDICE: perché gli dei si sono accaniti sul nostro amore
ORFEO: il mio cuore è legato alla tua voce
EURIDICE: cosa ho commesso per aver irato gli dei
ORFEO: gli dei hanno avuto invidia per il nostro amore
EURIDICE: ma io non ho mai provato invidia per gli amori delle Driadi, ninfe mie sorelle
ORFEO: ed io ho unito l’amore al canto
EURIDICE: (con voce fievole) amore sento che la voce sta per abbandonarmi
ORFEO: non mi abbandonare proprio adesso
EURIDICE: non pensare a me, continua a camminare: e poi non ci possiamo lamentare, siamo assieme io morta e tu immortale e stiamo andando verso la salvezza … e … la salvezza per noi è l’amore
ORFEO: ormai ho dimostrato agli dei che il nostro amore è eterno
EURIDICE: no il nostro amore non sarà eterno, perché tu tornando sulla terra sarai immortale, mentre io presto tornerò al cospetto di Ade
ORFEO: no amore, il mio mondo è il tuo mondo
EURIDICE: la mia vita è la tua vita
ORFEO: voglio donare a te la mia vita e il mio canto e raggiungerti nell’Ade
EURIDICE: solo così il nostro amore sarà eterno
ORFEO: amore ho deciso … per te rinuncio all’immortalità
(Orfeo si volta)
EURIDICE: (scomparendo scandisce la parola) a-m-o-r-e
(tutte le anime scandiscono) a-m-o-r-e
(voce fuori campo)
dal canto di OVIDIO nelle METAMORFOSI (X,61-63) “ ed ella morendo per la
seconda volta non si lamentò, e di cosa avrebbe dovuto lagnarsi se non di
essere troppo amata. Porse al marito l’estremo addio, che Orfeo a stento riuscì
ad afferrare, e ripiombò nel luogo donde s’era mossa”
Orfeo invece venne ricacciato alla luce della vita
ORFEO: (ad alta voce) dedicherò la mia lira al mondo e rinuncio per amore di Euridice per sempre … all’immortalità
( luci psichedeliche ed un forte boato )
SIPARIO