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OSCAR

di Claude Magnier

Adattamento e riduzione in due tempi di Carlo Di Stefano

Personaggi:

BERTRAND BARNIER, industriale

GERMAINE BARNIER, sua moglie

COLETTE, loro figlia

CHRISTIAN MARTIN, impiegato di Barnier

JACQUELINE, una ragazza

CHARLOTTE, donna piacente su 40 anni

BERNADETTE, governante avvenente

PHILIPPE, robusto massaggiatore

OSCAR, ex autista di Barnier

Scena:

Il salotto di casa Barnier. Ampio locale, molto gusto, molta ostentazione, molte porte. Comode poltrone, un divano, sedie, tavolinetti sparsi, telefono e libreria.


PRIMO ATTO

CHRISTIAN - (da fuori) Vorrei parlare con il signor Barnier…

BERNADETTE - (da fuori) Ha appuntamento?

CHRISTIAN - (da fuori) No. Ma si tratta di cosa molto importante. (entrano in scena)

BERNADETTE - Sono soltanto le otto di mattina e il signore dorme ancora! Mi dispiace.

CHRISTIAN - Ma quello che devo dirgli non può aspettare!

BERNADETTE. Il signore non vuole essere disturba­to prima delle undici!

CHRISTIAN - Quanto gli dirò vale più del suo sonno.

BERNADETTE - Ma signore…

CHRISTIAN - Guardi… Mi assumo ogni responsabilità. Lo svegli e gli dica che c’è il signor Christian Martin che lo vuole vedere subito!

BERNADETTE - Bene, signore… (si avvia. Si sentono voci e brontolii. Bernadette rientra) Il signore è fuori di sé!

CHRISTIAN - Ah, sì?

BERNADETTE - Soprattutto quando gli ho detto che lei rifiuta d’andarsene!

CHRISTIAN - Benissimo!!!

BERNADETTE - Comunque arriva subito! Vi lascio. (si avvia)

CHRISTIAN - Signorina? Il signor Barnier fa colazione appena alzato?

BERNADETTE - Certo, signore!

CHRISTIAN - Allora aggiunga pure una tazza. Faremo colazione insieme!

BERNADETTE - Bene, signore! (si avvia)

CHRISTIAN - Ah, signorina, mi farebbe un altro favore?

BERNADETTE - Di che si tratta, signore?

CHRISTIAN - Ecco… (si guarda intorno e parla all’orecchio della cameriera. Questa ha una sua mimica nell’ascolto) Ha capito?

BERNADETTE - Sì, ma come farà ad avvisarmi?

CHRISTIAN - Ma ci sarà pure un campanello?!

BERNADETTE - Gliene procurerò uno. Lo metterò sul vassoio. Basta agitarlo!

CHRISTIAN - Perfetto! Mi fido di lei!

BERNADETTE - Grazie signore. (esce. Christian si accomoda in poltrona. Si apre la porta, bruscamente, ed entra infuriato Barnier in veste da camera)

BARNIER - Che c’è? Un incendio! La mia fabbrica ha preso fuoco?

CHRISTIAN - No, no, signor Barnier; la sua fabbrica non corre alcun pericolo!

BARNIER - E allora come osa venire a svegliarmi alle otto di mattina, a casa mia!

CHRISTIAN - Diciamo: causa di forza maggiore!

BARNIER - E non poteva aspettare il pomeriggio?

CHRISTIAN - No… certamente no!!!

BARNIER - Allora, mi dica.

CHRISTIAN - Signor Barnier, lei è un uomo di cuore e quando conoscerà il motivo che mi ha spinto a venire…

BARNIER - Ma si sbrighi, cos’è che non va?

CHRISTIAN - Niente. Va tutto benissimo!

BARNIER - E allora perché è venuto?

CHRISTIAN - Sono venuto a chiederle un aumento…

BARNIER - Cosa? Come si permette di svegliarmi a quest’ora per chiedermi un aumento?

CHRISTIAN - Quando saprà…

BARNIER - Io non saprò niente! Mi esporrà tutto in ufficio… (si avvia)

CHRISTIAN - Mi par di capire che la sua risposta è “no”?

BARNIER - C’è qualcosa che non quadra nel suo cervello, stamani, giovanotto… Se posso darle un consiglio io…

BERNADETTE - (entrando) La colazione del signore.

BARNIER - Metta lì! Perché due tazze?

BERNADETTE - È stato il signore ad ordinarle. Dice che farà colazione con lei.

BARNIER - Eh?

CHRISTIAN - Non avevo previsto la brevità del nostro colloquio e allora…

BARNIER - No, dico: è impazzito?

CHRISTIAN - L’amore, spesso, porta alla follia!

BARNIER - L’amore?

CHRISTIAN - Sì, signore! Sono innamorato!

BARNIER - Me ne frego del suo amore!

CHRISTIAN - Si tratta che stamattina debbo chiedere in sposa una deliziosa ragazza che, purtroppo, è stata abituata dai genitori ad un tenore di vita molto elevato.

BARNIER - I suoi problemi sentimentali m’interessano sempre meno!

CHRISTIAN - Caro signor Barnier, i problemi sentimentali sono sempre legati a problemi finanziari!

BARNIER - Ah, sì?

CHRISTIAN - E il mio problema finanziario è lei, è lei signor Barnier…

BARNIER - Senta, non ho tempo da perdere… quanto guadagna attualmente?

CHRISTIAN - Duecentomila franchi al mese, più gratifiche!

BARNIER - E quanto vorrebbe?

CHRISTIAN - Ottocentomila, più gratifiche! (Barnier ha un sussulto di tosse, Christian gli batte sulla schiena) Naturalmente, ottocentomila franchi! Guardi in alto! Guardi l’uccellino! (Barnier si divincola) Se lei segue il mio ragionamento…

BARNIER - Mi rifiuto di seguirlo!

CHRISTIAN - Capisco che la mia richiesta l’abbia sconcertata, però insisto perché lei la prenda in seria considerazione, magari bevendo un tè insieme…

BARNIER - È incredibile!… E mi dia questa zuccheriera… (gli strappa la zuccheriera di mano)

CHRISTIAN - Faccia lei!!! Un cucchiaino e mezzo per favore!

BARNIER - Senza aumento?

CHRISTIAN - Caro Barnier, se oggi la sua impresa è una delle più floride di Parigi e se il giro di affari è decuplicato…

BARNIER - Non mi dica che è merito suo?

CHRISTIAN - Diciamo: merito “nostro”. Non è stata mia l’idea d’incorporare, nelle sue saponette, il succo di baobab del Brasile?

BARNIER - Nelle mie saponette non ce n’è mai stata una goccia!

CHRISTIAN - Appunto! Mi consente di concludere?! Le ho fatto lanciare sul mercato un nuovo shampoo; poi la lacca per capelli, un dentifricio, una pasta per i peli superflui e la crema di bellezza che ci permise di utilizzare il motto “Baobizzatevi dalla testa ai piedi”!

BARNIER - Non ci voleva molta fantasia…

CHRISTIAN - Infine, la mia ultima trovata, il concorso: “Diverrete stelle del cinema acquistando sei saponette Barnier!”

BARNIER - Dove vuole arrivare: che sarà lei a licenziare me?

CHRISTIAN - Non arriverò a questo anche perché, ora, mi urge parlarle d’amore…

BARNIER - A me?

CHRISTIAN - Come le ripeto, io devo chiedere la mano di una ragazza abituata a vivere in un ambiente molto agiato… Necessita, quindi, a me e alla futura famiglia, una condizione economica più redditizia… Caro Barnier, se lei mi concede o no l’aumento richiesto può significare edificare o distruggere una felicità, mi spiego?

BARNIER - Ma cosa c’entro io con la sua futura famiglia?

CHRISTIAN - La vita, mi creda, è molto difficile per una coppia, oggi. Come mi diceva, pochi giorni fa, il signor Müller!

BARNIER - Quale Müller?

CHRISTIAN - Il suo più terribile concorrente al quale ho accennato alcuni miei progetti…

BARNIER - E dove lo ha conosciuto?

CHRISTIAN - È stato lui a cercarmi… Era molto preoccupato per la concorrenza dei prodotti Barnier e mi ha domandato quanto guadagnavo al mese… È un uomo d’idee molto aperte, mi ha fatto balenare…

BARNIER - Conosco i metodi di Müller, ma se crede di farmi paura, si sbaglia! Lo schiaccerò come una pulcetta!

CHRISTIAN - Ci credo, ci credo… intanto vorrei proprio vedere la faccia che farà questo Müller quando saprà che lei mi ha dato un aumento…

BARNIER - Si figuri io! Già pregusto la gioia…

CHRISTIAN - Gli vogliamo telefonare subito?

BARNIER - Per dirgli cosa?

CHRISTIAN - Che lei mi ha dato l’aumento!

BARNIER - Un momento. Devo pensarci su… Com’è questa fidanzata?

CHRISTIAN - Un amore.

BARNIER - Va bene! Allora facciamo seicentomila franchi al mese e non ne parliamo più, d’accordo?

CHRISTIAN - Grazie, signor Barnier… non speravo tanto!

BARNIER - Ma non aveva detto che Müller gliene offriva novecento?

CHRISTIAN - Mai detto. Avevo solo chiesto ottocentomila franchi con la speranza di ottenerne quattrocento…

BARNIER - Averlo saputo!

CHRISTIAN - Posso dunque contare sui seicentomila franchi al mese?

BARNIER - Parola di Barnier!

CHRISTIAN - Gliene sono grato, signore!

BARNIER - Buona fortuna! Barnier è tutta un’altra cosa di Müller! (schiaccia un insetto)

CHRISTIAN - (rientra con i guanti bianchi) Signor Barnier, ho l’onore di chiedere la mano di sua figlia.

BARNIER - (cadendo seduto) Eh?!

CHRISTIAN - Esatto, signore. Si tratta proprio di lei!

BARNIER - No!

CHRISTIAN - Sì!

BARNIER - Oh!

BERNADETTE - (entra con una corbeille di fiori) Da parte del signor Christian Martin.

CHRISTIAN - Mi permetta di offrire alla signora Barnier questa testimonianza della mia profonda gratitudine…

BARNIER - (getta i fiori) Li porti via!

BERNADETTE - Bene, signore.

BARNIER - Come ha conosciuto mia figlia?!

CHRISTIAN - Ci siamo incontrati, per caso, un anno e mezzo fa, alle corse. Non sapevo fosse sua figlia. Né io le ho detto chi ero.

BARNIER - Come?

CHRISTIAN - Voglio dire che non ho osato dirle che ero un misero impiegato di suo padre, a quell’epoca, con il meschino stipendio di duecentomila franchi, anche perché ciò mi procurava un forte complesso d’inferiorità…

BARNIER - Posso anche capire i suoi complessi, giovanotto, ma io debbo, con molta franchezza, dirle che ho altre mire per mia figlia. Aspirazioni molto alte, comprende?

CHRISTIAN - Come non lo capisco, ed è proprio per questo che io le chiedo la nomina a direttore commerciale degli Stabilimenti Barnier!

BARNIER - Dolente, ma né lo stipendio né la carica, potranno garantirle di poter mantenere mia figlia a quel tenore di vita cui è abituata…

CHRISTIAN - Era del tutto infondata la notizia che lei aveva intenzione di dare a sua figlia una dote di 50 milioni di franchi?

BARNIER - Chi glielo ha detto?

CHRISTIAN - Lei stessa!

BARNIER - Allora le assicuro che è completamente falso, come non può allontanare da me, con quello che dice, il sospetto che lei voglia sposarla per denaro!

CHRISTIAN - Bene. Allora per rassicurarla e per dimostrare la completa estraneità dai miei sentimenti dalle questioni d’interesse, io depongo ai piedi di sua figlia la mia intera fortuna

BARNIER - Capirai!

CHRISTIAN - 44 milioni e 567mila 890 franchi!

BARNIER - Cosa?

CHRISTIAN - Né un franco di più né uno di meno: 44.567.890!

BARNIER - Lei?

CHRISTIAN - Io.

BARNIER - Eredità?

CHRISTIAN - No, signore.

BARNIER - E allora da dove salta fuori tutto questo denaro?

CHRISTIAN - L’ho rubato!

BARNIER - Rubato! A chi?

CHRISTIAN - A lei!

BARNIER - Come?

CHRISTIAN - Ripeto. Gliel’ho rubato!

BARNIER - A me?

CHRISTIAN - A lei.

BARNIER - (si accascia sulla poltrona) È impossibile! (Christian suona, Bernadette entra)

BERNADETTE - Il signore ha chiamato?

CHRISTIAN - Porti due compresse di aspirina per il signor Barnier!

BERNADETTE - Bene, signore. (esce)

BARNIER - Io la denuncio alla polizia… la faccio mettere dentro… se quello che ha detto è vero, io… (rientra Bernadette con un vassoio)

CHRISTIAN - Su, faccia il bravo, prenda una compressa!

BARNIER - Ma vada al diavolo lei e le sue aspirine!

BERNADETTE - Debbo portarle via?

CHRISTIAN - Sì, ma stia pronta a riportarle!

BERNADETTE - Bene, signore. (riesce)

BARNIER - 44 milioni e 567 mila franchi?

CHRISTIAN - Signor Barnier, cosa sta facendo?

BARNIER - Telefono alla polizia!

CHRISTIAN - Non lo faccia, signor Barnier… Come può, oggi, denunciare un furto di oltre 44 milioni di profitti: il bilancio, stilato da me, quadra alla perfezione e dalla cassa non manca neanche un centesimo.

BARNIER - Non manca un centesimo dalla cassa?

CHRISTIAN - (rimette il ricevitore del telefono a posto) Proprio così: è qui che sta l’inghippo! Una situazione finanziaria, la sua, limpida e onesta e, tutto a un tratto, polizia, finanza, ragionieri, ispettori, tutti a ficcare il naso nella sua contabilità e a fare mille domande! Cosa risponderebbe?

BARNIER - Senta, potrei sapere, dato che paradossalmente lei era considerato il mio uomo di fiducia, come ha fatto a fregarmi 44 milioni?

CHRISTIAN - Ricorderà che il signor Michelet mi affidò, confidando nella mia competenza, lo studio dei prezzi di fabbrica. Calcolammo che, con dei piccoli accorgimenti, avremmo risparmiato sette franchi su ciascuna saponetta. (vocalizzi della signora Barnier)

BARNIER - Germaine! (urlo e poi cessano i vocalizzi)

CHRISTIAN - Rifacendo i conti, io mi accorsi che il risparmio era di 8 franchi e non di 7… mi segue?

BARNIER - Mi perdo, ma vada avanti…

CHRISTIAN - Quando scoprii questa differenza, pensai che avrei potuto, con un piccolo trucco nelle operazioni contabili, appropriarmi dì quel misero franco per assicurare a me e a sua figlia la felicità e il futuro!

BARNIER - Concluda.

CHRISTIAN - Dato e concesso che, da quel giorno a oggi, sono uscite, dai nostri stabilimenti, 44 milioni 567 mila 890 saponette, applichi il franco a saponetta e avrà esattamente la cifra che le ho denunciato!

BARNIER - Che lei mi ha rubato!

CHRISTIAN - La parola “rubare” non mi si addice! Tutto resta in famiglia perché, se aggiungiamo a quella cifra l’importo di 60 milioni di franchi della dote…

BARNIER - Trenta!

CHRISTIAN - …lei assisterà all’inoltrarsi, nella vita matrimoniale, di una coppia felice e corredata, più o meno, di cento milioni di franchi.

BARNIER - La sua logica è sorprendente!

CHRISTIAN - Ed ora, poi, che sono direttore commerciale del suo Stabili­mento e uno stipendio di 800.000 franchi mensili!

BARNIER - Ma non avevamo detto 600.000?

CHRISTIAN - Caro Barnier, ma lei si formalizza sempre! A proposito, se fossi in lei non esiterei, a concedere al sottoscritto la mano della sua deliziosa figlia…

BARNIER - Dare mia figlia ad un avventuriero?

CHRISTIAN - Avventuriero, uno che da due anni e mezzo si ammazza di lavoro per la costruzione del suo focolare domestico?

BARNIER - E mia figlia è al corrente dei suoi imbrogli?

CHRISTIAN - Come potrebbe? Non sa nemmeno che sono suo dipendente! Poi… sono un giovane timido…

BARNIER - Me ne accorgo! E se io dicessi a mia figlia la verità?

CHRISTIAN - Sarebbe seccante, per lei, trovare un mucchio di spiega­zioni…

BARNIER - E… mia figlia l’ama?

CHRISTIAN - Lo credo… anzi oserei dire che ne sono certo: ne ho le prove.

BARNIER - Quali prove? (Christian suona il campanello) La vuole piantare con quel campanello!

CHRISTIAN - Penso sia meglio far riportare l’aspirina prima che io le con­fessi le prove d’amore che mi ha dato sua figlia!

BARNIER - Ma è una fissazione la sua a farmi prendere l’aspirina!

CHRISTIAN - Signor Barnier, detesto i sotterfugi!

BARNIER - Sarei stato stupito del contrario!

CHRISTIAN - Ecco: parliamo tra uomini, o no? Ebbene io sono l’amante di sua figlia!

BARNIER - Cosa? (Christian suona il campanello)

BERNADETTE - Il signore ha chiamato?

CHRISTIAN - L’aspirina!

BARNIER - Fuori!

BERNADETTE - Io?

BARNIER - No, non lei! Lui!

CHRISTIAN - Io?

BARNIER - Sì, lei… (Christian fa per uscire) O meglio, no! Resti! Esca lei! (entrambi fanno per uscire)

BERNADETTE - Mi scusi, signore, ma non ci risulta chiaro chi deve uscire di noi due?

BARNIER - Risolva il problema in cucina!

BERNADETTE - Sì, signore. (esce)

BARNIER - Dove eravamo rimasti?

CHRISTIAN - …che io sono l’amante di sua figlia…

BARNIER - (ricaricandosi) E osa anche dirmelo in faccia! Non si vergogna?

CHRISTIAN - Un po’. Ma ormai quello che è fatto è fatto!

BARNIER - Mia figlia ha un amante! E da quanto tempo?

CHRISTIAN - Diciamo: un anno e mezzo…

BARNIER - Non ha perso tempo.

CHRISTIAN - Perché dice questo?

BARNIER - Se conosce mia figlia da un anno e mezzo e da un anno e mezzo ne è l’amante, aggiungo io: non ha perso tempo!

CHRISTIAN - Per la precisione ci sono diciotto giorni di differenza tra la data del nostro incontro e quella, diciamo, della nostra… Sa era di domenica e pioveva!

BARNIER - Oh, se lo sapesse sua madre! E volete sposarvi subito?

CHRISTIAN - Subito, subito!

BARNIER - Ma perché non me ne ha mai parlato?

CHRISTIAN - Perché lei le incute paura.

BARNIER - Io? Paura? Vado a chiamarla!

CHRISTIAN - No, non lo faccia! Lei non sa della mia visita e rimarrebbe a disagio…

BARNIER - Ma bisognerà mettere la situazione in chiaro e al più presto!

CHRISTIAN - Forse ha ragione.

BARNIER - Io ho sempre ragione!

CHRISTIAN - Lei è un presuntuoso! Senta, la metta a suo agio sì che sua figlia possa farle le sue confidenze. Io intanto mi faccio un gi­retto e tornerò tra un quarto d’ora per baciare la signora Barnier!

BARNIER - Vuole sposare mia moglie?

CHRISTIAN - No! Ma mi sembra abbastanza normale ch’io baci la mia futura suocera!

BARNIER - Va bene, ma è meglio che io parli prima a mia figlia.

CHRISTIAN - Grazie, signore, posso chiamarla Bertrand?

BARNIER - Non corriamo troppo! (Christian agita il campanello) Che c’è? Un’altra catastrofe?

CHRISTIAN - No, questa volta sono io che ho bisogno di un’aspirina! (inghiotte una compressa presa sul vassoio portato da Bernadette)

BARNIER - La signorina è alzata?

BERNADETTE - Vado a vedere, signore.

BARNIER - Le dica di venire qui, subito. Devo parlarle.

BERNADETTE - (uscendo) Bene, signore.

CHRISTIAN - Arrivederci, Bertrand!

BARNIER - Ciao… Christian!

CHRISTIAN - Tra un quarto d’ora sarò qui. Inutile dirle che muoio dall’impazienza!

BARNIER - Cose da pazzi! Un giovanotto al quale avrei affidato il portafoglio che mi deruba di 51 milioni e, in più, è l’amante di mia figlia! Che tempi!

COLETTE - Buongiorno, orsacchiotto mio! Dormito bene?

BARNIER - Colette non sopporto i nomi di animali!

COLETTE - Non ti piace “orsacchiotto”?

BARNIER - Non si chiama così il proprio padre!

COLETTE - Sei un po’ all’antica, papà!

BARNIER - E tu un po’ troppo… moderna, a giudicare da quello che so!

COLETTE - Cosa sai?

BARNIER - Tutto!

COLETTE - Tutto cosa?

BARNIER - Sul tuo amante! (si trova faccia a faccia con Bernadette che è entrata) A proposito di tua madre, volevo dire… (fa cenno a Bernadette di andarsene, poi, a bassa voce) A proposito del tuo amante! Perché non parli? (Colette scoppia in singhiozzi) Non è il momento di piangere! (Colette raddoppia i singhiozzi) Ti ripeto che non è il momento di piangere! (Colette esaspera i singhiozzi) Non fare tanto chiasso! Mi ha chiesto la tua mano!

COLETTE - (si arresta per incanto) La mia mano?

BARNIER - Se n’è andato un momento fa! (Colette ripiange) Non ricominciare, adesso!

COLETTE - Sono lacrime sincere, papà. Mancavo di sue notizie da quindici giorni. Credevo fosse fuggito!

BARNIER - Anche?

COLETTE - La mamma avrebbe voluto parlartene…

BARNIER - Ah, perché mamma sapeva, come al solito?

COLETTE - Sì.

BARNIER - Insomma, io sono sempre l’ultimo a sapere le cose in questa casa!

COLETTE - Che cosa gli hai risposto?

BARNIER - In che senso?

COLETTE - Hai acconsentito?

BARNIER - Piano, piano, ragazza mia! Non è detta l’ultima parola! (Colette ricomincia a piangere) E se continui a far tanto rumore ti richiudo in convento, ti rinchiudo! Che famiglia! (esce sbattendo la porta)

BERNADETTE - (fa capolino) La signorina ha dispiaceri?

COLETTE - Mio padre non vuole che mi sposi.

BERNADETTE - La signorina è innamorata?

COLETTE - Innamorata o no, voglio sposarmi. Sono stufa dì chiedere il permesso per uscire, sono stufa di non poter fare quello che voglio! Sto dissipando la mia giovinezza!

BERNADETTE - In “Cuori Di Donne” ho letto la storia di una ragazza che si finge d’aspettare un bambino per ottenere il consenso dai suoi.

COLETTE - E lo ha ottenuto?

BERNADETTE - Sì.

COLETTE - Ma se dico questo, a mio padre verrà un attacco.

BERNADETTE - Però, passato l’attacco, darà il consenso.

COLETTE - E quando saprà che non è vero?

BERNADETTE - Sarete già sposati!

COLETTE - Ma è difficile dirglielo…

BERNADETTE - No. Basta essere naturali, semplici. Se le occorre aiuto io starò in ascolto dietro la porta ed entrerò…

COLETTE - Grazie, Bernadette!

BERNADETTE - Fra donne c’intendiamo subito! So cos’è l’amore! Coraggio! Ci sono qua io! (Colette riapre la porta della camera del padre e ricomincia a piangere forte)

BARNIER - Ma la vuoi finire?

COLETTE - Paparino, c’è una cosa che ti farà cadere dalle nuvole!

BARNIER - Non sto facendo altro da stamattina alle otto!

COLETTE - Papà, tu non sai tutto sul mio fidanzato…

BARNIER - Dall’A alla Z. Quello che mi sorprende è che tu non sappia niente!

COLETTE - Credo sia impossibile non sapere quello che sto per dirti!

BARNIER - Ecco. Benissimo. Così la cosa si chiarirà più facilmente. (esce sbattendo la porta)

BERNADETTE - (fa capolino) Allora, come è andata?

COLETTE - Non ho fatto in tempo!

BERNADETTE - Stamani è un po’ nervoso. Ma non importa. Ricominci da capo! Pronta?

COLETTE - Pronta!

BERNADETTE - Io resto di guardia! (Colette riprende a piangere)

BARNIER - (rientrando) Dico: quanto durerà questa commedia? Dobbiamo farci sentire da tutto il vicinato?

COLETTE - Debbo parlarti, papà!

BARNIER - Va bene, ti ascolto.

COLETTE - Papà, lo chiameremo… Biagio!

BARNIER - Chi?

COLETTE - Suo figlio!

BARNIER - Il figlio di chi?

COLETTE - Il nostro.

BARNIER - Il vostro?

COLETTE - Sì, il nostro bambino! Non hai ancora capito?

BARNIER - Ah, no! Non è possibile! È troppo nella stessa mattinata! Dimmi che non è vero… dimmi “almeno” che non lo chiamerete Biagio! (agita il campanello)

BERNADETTE - Il signore ha chiamato?

BARNIER - Mi porti tre compresse d’aspirina!

BERNADETTE - Già pronte signore… ne avevo preparate quattro!

BARNIER - (ne ingoia tre poi dice) Biagio! (e ne ingoia un’altra)

COLETTE - Allora? Non ti opponi al mio matrimonio?

BARNIER - E come faccio? Mi avete fregato!

COLETTE - Oh, grazie orsacchiotto!… (sguardo) Papà! (Barnier fa saltellare Colette sulle sue ginocchia per darsi un contegno. Suona il campanello all’ingresso)

BARNIER - Hanno suonato!

BERNADETTE - Corro ad aprire!

COLETTE - E io vado a dare la bella notizia alla mamma!

BERNADETTE - (entrando) C’è una signorina che chiede del signore.

BARNIER - Basta ricevere, stamattina!

BERNADETTE - Dice che si tratta di cosa urgentissima! (entra Jacqueline)

JACQUELINE - Buon giorno, signore.

BARNIER - Buon giorno, signorina.

JACQUELINE - È lei il signor Barnier, vero?

BARNIER - Fino a prova contraria, sì.

JACQUELINE - Mi scusi, ma mi trovo in una situazione disperata…

BARNIER - Se questo può consolarla, anch’io!

JACQUELINE - Amo un giovane.

BARNIER - Io no.

JACQUELINE - Si chiama Christian Martin!

BARNIER - Allora le cose si complicano.

JACQUELINE - Perché?

BARNIER - Perché, proprio cinque minuti fa, ha chiesto la mano di mia figlia!

JACQUELINE - Ma è spaventoso!

BARNIER - Comprendo il suo sdegno, signorina… ma, vede, se lei vuole rivelarmi altre cose sul conto di Martin le dirò che conosco tutto. Anzi la pregherei di mantenere il massimo riserbo su ciò che sa… (origlia alla porta per vedere se c’è Bernadette)

JACQUELINE - Non capisco… Però credo che io le debba confessare una cosa. Ho mentito a Christian!

BARNIER - Ha Fatto bene!

JACQUELINE - Gli ho detto che ero sua figlia!

BARNIER - Poco male.

JACQUELINE - Perciò lui crede che lei sia mio padre…

BARNIER - Più che naturale se lei gli ha detto d’essere mia figlia!

JACQUELINE - Ma, allora, non capisce?

BARNIER - No! (ci ripensa e si mette a urlare) Sì, sì, sì. No! Non è possibile!

JACQUELINE - La domanda di matrimonio che le ha fatto era…

BARNIER - Ho capito! Ho capito! Non sono un imbecille!

JACQUELINE - Per me!

BARNIER - Dio, Dio, che mattinata! E mia Figlia aspetta un bambino!

JACQUELINE - La supplico di non dirgli la verità, gliela dirò io stessa!

BARNIER - Mi vuole suo complice? Ma lei non sa in quali guai mi trovo! Ma che bisogno c’era di farmi diventare suo padre?

JACQUELINE - Sono sprovvista di mezzi, signore, sono orfana e la mia povera madre lavora per vivere… (si siede) E io faccio la dattilografa…

BARNIER - Oh, tapina!

JACQUELINE - Quando ho saputo che Martin era direttore di una grande Ditta e guadagnava 800.000 franchi al mese…

BARNIER - (sussurra) 600…

JACQUELINE - …mi sono sentita piena di complessi!

BARNIER - Anche lei! Ma perché ha scelto proprio me?

JACQUELINE - Ci siamo conosciuti un anno e mezzo fa… (accenna a una partita di tennis. Barnier automaticamente fa gli stessi gesti)

BARNIER - Alle corse. Lo so. Me lo ha detto!

JACQUELINE - E quando mi ha detto come mi chiamavo… io mi chiamo Bouillotte…

BARNIER - Certo che con un nome così…

JACQUELINE - Mi è capitato sotto gli occhi un giornale dove c’era la réclame del Baobab…

BARNIER - Baobiba… Boabibi… È difficile ma ci devo riuscire: “Baobizzatevi dalla testa ai piedi…”

JACQUELINE - Appunto: “…con i prodotti Barnier”. Barnier! Mi ha colpito questo nome e gli ho detto di chiamarmi Jacqueline Barnier. Dopo non ho avuto più il coraggio di disilluderlo…

BARNIER - Ma io non sono mica il solo Barnier in Francia!

JACQUELINE - Sì, ma quando lui mi ha domandato: “sei per caso la figlia delle saponette”… io non ho osato…

BARNIER - Sempre per i complessi?

JACQUELINE - Gli ho detto: “Sì…”

BARNIER - E lui che ha risposto?

JACQUELINE - Ha detto: “Questa sì che è buffa!”

BARNIER - Infatti è buffissima!

JACQUELINE - La supplico di non dirgli niente… lo perderei…

BARNIER - E io perderei i quarantacinque milioni se lui viene a sapere che non è mia figlia!

JACQUELINE - Non la capisco!

BARNIER - Meglio così… Senta, io non dirò niente a Christian ma ad una condizione: che lei se ne vada finché io non abbia sistemato tutto!

JACQUELINE - D’accordo, signore.

BARNIER - Bene. Allora si nasconda in questa camera e non esca fino a quando non glielo dirò io…

JACQUELINE - Oh, grazie, signore!

BARNIER - Via, via, mi ringrazierà più tardi! (apre la porta e la richiude. Si appoggia alla ringhiera della scala) E adesso vorrei sapere chi è quello sporcaccione che ha fatto fare un figlio a mia figlia! (urla) Germaine!

GERMAINE - (da fuori) Chi mi chiama?

BARNIER - Io.

GERMAINE - (da fuori) Chi, io?

BARNIER - Tuo marito!

GERMAINE - (da fuori) Ah, il cucciolone! (entra) Eccomi!

BARNIER - Finalmente!

GERMAINE - Cosa c’è?

BARNIER - Germaine devo parlarti. Tua figlia ha un amante…

GERMAINE - Anch’io!

BARNIER - Cosa?

GERMAINE - No. Anch’io devo parlarti!

BARNIER - Va bene. Ti ascolto.

GERMAINE - Tua figlia ha un amante.

BARNIER - Che fai mi imiti?

GERMAINE - Io lo sapevo prima che me lo dicessi tu!

BARNIER - Allora saprai anche che aspetta un bambino?

GERMAINE - Certo!

BARNIER - Ma dov’è il comune senso del pudore, in voi donne? (entra Colette) Brava, proprio te. Non mi avevi detto che il tuo fidanzato sarebbe venuto stamani a chiederti in sposa? No?

COLETTE - Veramente sei stato tu a dirmi che era venuto.

BARNIER - È vero. Allora, dimmi, chi è?

COLETTE - Non far finta di non conoscerlo, dal momento che è venuto a chiederti la mano…

BARNIER - Voglio sentire pronunciare il suo nome dalle tue labbra.

COLETTE - Oscar!

BARNIER - E chi è… Oscar?!

GERMAINE - Mi preoccupa caro la tua memoria. Oscar è il tuo autista!

BARNIER - Osi aspettare un bambino dal mio autista?

GERMAINE - Preferiresti che tua figlia avesse più amanti?

BARNIER - Ma cosa ho fatto per essere così crudelmente colpito dal destino?

GERMAINE - Non mi pare una disgrazia dare per marito a nostra figlia un bravo giovanotto! Invitalo subito a pranzo, cucciolone!

BARNIER - Come può questo cucciolone invitarlo a pranzo se l’ho licenziato sei settimane fa? (Colette piange)

GERMAINE - Sei il solito impulsivo, Bertrand. Maltrattare così la servitù. Va là che ti conosco! Telefona subito in ufficio che lo rintraccino al più presto! (Colette raddoppia il pianto) Non ti disperare, tortorella mia, che papà aggiusterà tutto! Vai pure a piangere in camera tua, però chiudi le finestre! (Colette esce)

BARNIER - Mia figlia a letto col mio autista!

GERMAINE - Per ciò che mi riguarda la preferisco a letto con un bel ragazzo come Oscar, anche se autista, piuttosto che con quell’abominevole e ridicolo barone De la Rubiniere tutto pieno di brufoli!

CHRISTIAN - (entrando) Signora Barnier, posso chiamarla mamma? (la bacia)

GERMAINE - Perché questo giovanotto mi chiama mamma e mi bacia?

BARNIER - È nel suo diritto.

CHRISTIAN - La signora non sa?

GERMAINE - Cosa dovrei sapere?

CHRISTIAN - Della mia domanda…

BARNIER - Ma sì che lo sa, solo dobbiamo chiarire dei particolari!

GERMAINE - Bertrand, potrei sapere di che cosa si tratta?

CHRISTIAN - Ho chiesto al signor Barnier la mano di sua figlia!

GERMAINE - Di Colette?

BARNIER - No, no dell’altra!

GERMAINE - Quale altra, Bertrand?

BARNIER - Della più giovane, che diamine!

GERMAINE - Hai un’altra figlia, Bertrand?

BARNIER - Germaine, potrei pregarti di ritirarti in camera tua? Debbo assolutamente parlare a questo signore.

GERMAINE - Come vuoi. Ti lascio. Ma mi pare che non avete il cervello a posto nessuno dei due… Ciao, pulcino caro…

CHRISTIAN - Non sapevo che avesse due figlie!

BARNIER - Nemmeno io.

CHRISTIAN - Come?

BARNIER - Mia moglie non sa quello che dice. Tutte queste emozioni l’hanno sconvolta! Parliamo noi due, piuttosto. Sorvoliamo su tutto, né metto in dubbio la sua parola, soltanto che, in caso di una sua deprecabile ritrattazione, gradirei avere una garanzia sull’impegno di restituire quella somma a mia figlia…

CHRISTIAN - Non ha fiducia in me, signore?

BARNIER - Completa! Ma nella vita può succedere di tutto, m’intende?

CHRISTIAN - Niente potrà farmi recedere dalla mia decisione.

BARNIER - Meglio così. Ma se lei, per esempio, mi rilasciasse un assegno a garanzia forse troverei più tiepida mia moglie a dare il suo consenso…

CHRISTIAN - Ma caro Bertrand, mi meraviglio! Crede proprio che io abbia messo quel denaro in banca?

BARNIER - Ah, no. E dove l’ha messo?

CHRISTIAN - In un primo tempo l’ho convertito in oro, ma mi sono subito accorto che pesava troppo. Lei non ha idea di quanto pesano 44 milioni… E così, ho pensato d’investire in gioielli!

BARNIER - E dove sono?

CHRISTIAN - In una valigia. Al sicuro!

BARNIER - Christian, io ho un’idea!

CHRISTIAN - Impossibile!

BARNIER - Se facessimo una sorpresa a Colette… a Jacqueline… dicevo? Lei va a prendere i gioielli e glieli offre come regalo di fidanzamento… Sua madre non potrà più opporsi…

CHRISTIAN - Lei crede?

BARNIER - Lo garantisco!

CHRISTIAN - Bene. Allora volo…

BARNIER - Bravo voli pure… ma attento a non cadere e a perdere la valigia…

CHRISTIAN - Non abbia timore…

BARNIER - Se riesco a fregargli i gioielli è già un bel colpo! (ci ripensa va alla porta e chiama) Christian!

CHRISTIAN - (torna indietro) Che c’è?

BARNIER - Per caso ha notizie di Oscar?

CHRISTIAN - Il suo autista?

BARNIER - Sì.

CHRISTIAN - Come, non lo sa?

BARNIER - Sì, so, so, ma…

CHRISTIAN - Ha avuto una forte delusione…

BARNIER - Davvero?

CHRISTIAN - Non ha mai voluto darci i particolari. Pare abbia avuto uno scontro, non d’auto… con un suo superiore, l’ultimo degli zulù!

BARNIER - Interessante!

CHRISTIAN - Povero ragazzo! Arrivare ad una simile decisione… E sì che abbiamo fatto di tutto per impedirglielo!

BARNIER - Si è suicidato?

CHRISTIAN - Peggio! Si è arruolato nella Legione Straniera!

BARNIER - Nella…

CHRISTIAN - Poveraccio… ne avrà per sei anni! (si avvia) A fra poco, suocero!

BARNIER - (cade su un divano) Sei anni! (la signora Barnier entra con Colette)

GERMAINE - Dobbiamo darti una brutta notizia! (Barnier è inquieto) Su, dillo a papà!

COLETTE - Non so come la prenderai orsacchiotto… Il pesce rosso è morto.

BARNIER - Kiki? (le due donne annuiscono insieme e Bertrand imita il pesce che volteggia nel vaso manda bollicine e poi crolla)

Buio con musica bridge. Al riaccendersi della luce, in scena Barnier.

BARNIER - (al telefono) Bene caro, la ringrazio. Cercherò un’altra soluzione. A presto. Non mancherò. Arrivederci! (abbassa il ricevitore) Un bel pasticcio! (scorge Bernadette che è entrata) Cosa vuole?

BERNADETTE - Dovrei parlare al signore.

BARNIER - Anche lei! Sono occupato.

BERNADETTE - Si tratta di una cosa molto importante!

BARNIER - Sarei stato stupito del contrario!

BERNADETTE - Ecco: devo avvisare il signore che dovrò lasciare il servizio…

BARNIER - Benissimo! Anche senza domestica! Perché vuole andarsene?

BERNADETTE - Mi sposo, signore.

BARNIER - Meno male: una fortunata! Posso farle una proposta? Il suo fidanzato sa guidare?

BERNADETTE - Oh sì, per questo più che bene, signore!

BARNIER - Opino che lei sappia che sono senza autista. Se lei resta, assumerò in servizio anche suo marito che, oltre ad occuparsi della macchina, potrà aiutarla a dare la cera ai pavimenti, aiutarla a lavare i piatti… (commenta tutto con dei gesti completamente sincronici alle battute)

BERNADETTE - Il signore vuole scherzare?

BARNIER - Mai stato così serio…

BERNADETTE - Il signore, forse, ignora che il mio fidanzato è nobile!

BARNIER - Nobile come?

BERNADETTE - È un barone!

BARNIER - La mia cameriera si sposa con un barone e mia figlia con un autista! Queste debbono essere le conseguenze del patto sociale!

BERNADETTE - Del resto il signore lo conosce molto bene: Honoré De la Butiniére!

BARNIER - Il pedicelloso?

BERNADETTE - Non tanto da non essere preso in considerazione dal signore come futuro genero… Comunque, per sua informazione, Honoré non ha più pedicelli!

BARNIER - Come mai?

BERNADETTE - Vogliamo dire che ha usato la crema Barnier? (ride)

BARNIER - Ciò la fa ridere?

BERNADETTE - Sì, perché la stessa crema l’ha usata lei, signore, per far andare via le rughe dal viso, ma senza effetto!

BARNIER - Bernadette! Questa sua ironia non mi piace! La prego di lasciare immediatamente questa casa e di fare le valigie! Intesi?

BERNADETTE - Bene, signore! (esce)

BARNIER - Roba da matti! (apre la porta) Germaine!

GERMAINE - (da fuori) Chi è che chiama?

BARNIER - Sono tuo marito. Bertrand!

GERMAINE - (da fuori) Vengo! (entra)

BARNIER - Sai la novità?

GERMAINE - No.

BARNIER - Il Barone de la Butiniére non ha più pedicelli!

GERMAINE - E a me cosa importa?

BARNIER - E non mi chiedi perché?

GERMAINE - Perché?

BARNIER - Domandalo a Bernadette!

GERMAINE - Bertrand, da qualche ora sto pensando se sei veramente in possesso delle tue facoltà mentali!

BARNIER - Comunque l’ho licenziata!

GERMAINE - Me lo immaginavo!

BARNIER - Inoltre ho telefonato al Ministro…

GERMAINE - Allora?

BARNIER - Niente da fare per Oscar. Ha firmato l’ingaggio nella Legione per sei anni e nessuno può scioglierlo dall’impegno, nemmeno il Ministro della Guerra!

GERMAINE - Ecco le conseguenze delle tue intemperanze!

BARNIER - Allora sarebbe sempre colpa mia?

GERMAINE - Certo. Se nostra figlia resterà ragazza-madre ciò dipenderà dal tuo carattere rissoso e dalla tua mania di licenziare tutti! Adesso dovrai trovarle un altro marito!

BARNIER - Non sarà facile nello stato in cui si trova!

GERMAINE - Non si dice sempre ai bambini che sono i genitori a comperarli? Adesso occorre comperare un papà al bambino di nostra figlia!

BARNIER - Allora guarda sulle pagine gialle dove si comprano i papà!

GERMAINE - Perché non ti consigli con il tuo famoso Martin?

BARNIER - Se lo interpello mi chiederà un altro aumento.

GERMAINE - Anche lui! Ma è una fissazione!

BARNIER - Appena avrò la valigia non metterà più piede in questa casa…

GERMAINE - Che valigia?

BARNIER - Non puoi capire!

GERMAINE - Vuoi dire che la mia intelligenza non arriva a tanto?

BARNIER - No.

GERMAINE - Bel villano!

BARNIER - Scusami, ma ho i nervi a pezzi! Se qualcuno accettasse di sposare Colette non tenendo conto dello stato in cui si trova… sarebbe una soluzione. Ma chi? Vuoi che domandi a Portier se suo figlio?…

GERMAINE - Cosa? Il figlio di Portier? Ti ho già detto che esigo un bel ragazzo!

BARNIER - Non facciamo tanto i difficili!

GERMAINE - Ma scusa: non mi avevi detto che stamattina un giovanotto aveva chiesto la mano di Colette?

BARNIER - Sì, ma…

GERMAINE - Come si chiama?

BARNIER - Martin.

GERMAINE - Il tuo Martin?

BARNIER - Sì.

GERMAINE - Ma allora è tutto fatto!

BARNIER - No, perché è già fidanzato!

GERMAINE - Bertrand deciditi: o fidanzato o aspirante alla mano di nostra figlia!

BARNIER - Ma io non sapevo che era mia figlia!

GERMAINE - Spiegati meglio, se puoi.

BARNIER - Ci sono cose che non si possono spiegare!

GERMAINE - Scusa, ma quel giovane che mi ha baciata, chi è?

BARNIER - Martin.

GERMAINE - Anche lui?

BARNIER - Ma è lo stesso!

GERMAINE - Ah, adesso capisco perché mi ha baciata e chiamato mamma!

BARNIER - Beata te!

GERMAINE - Bertrand sii serio: il signor Martin ha chiesto o no la mano di Colette?

BARNIER - Sì, ma non sapeva che…

GERMAINE - E allora la sposa. Non ci si rimangia la parola quando si è persone per bene!

BARNIER - Ma non posso domandargli di essere il padre del bambino di Oscar!

GERMAINE - Preferisci che sia figlio d’ignoti? Hai certe idee strane, tu! (apre la porta e grida) Colette! Visto che non sai importi, in questa casa, Bertrand, sarò io a comandare! (appare Colette) Tu sposerai Martin

COLETTE - Ma, mamma!

GERMAINE - Ho detto! E adesso ritornatene in camera a piangere! (Colette esce) In quanto a te, vai a preparare il pranzo!

BARNIER - Come?

GERMAINE - Visto che hai licenziato la donna, da questo momento pagherai le conseguenze dei tuoi atti inconsulti. Via, in cucina a sbucciare le patate!

BARNIER - Ma…

GERMAINE - Niente “Ma”… Fila. (esce sbattendo la porta)

BARNIER - Dovrò anche rifare le porte! Mi domando come ho fatto ad avere una famiglia così… (suonano alla porta) Fosse almeno, la mia valigia! (esce. Da fuori) Si accomodi, prego, caro Christian! Contento di rivederla! (entrano)

CHRISTIAN - Papà, ecco la valigia!

BARNIER - Grazie, figlio mio!

CHRISTIAN - Sarà contenta sua figlia, eh?

BARNIER - Mai quanto me!

GERMAINE - (entrando) Cosa diavolo è successo, Bertrand? Colette mi dice che c’è una ragazza rinchiusa nella biblioteca!

BARNIER - Germaine, torna in camera tua!

GERMAINE - Chi vedo, il signor Martin, mi dia un altro bacio!

CHRISTIAN - Cara suocera (l’abbraccia e la bacia)

BARNIER - (la scosta e la spinge fuori) Germaine, debbo assolutamente parlare al signor Martin da uomo a uomo. Lasciaci soli!

CHRISTIAN - Le prepariamo una bella sorpresa, signora Barnier!

BARNIER - Una bellissima sorpresa!

GERMAINE - Sapevo che mi nascondete qualcosa! (esce cantando guaglione)

BARNIER - Prendiamo le nostre precauzioni… (guardano se qualcuno ascolta) I gioielli sono qui nella valigia?

CHRISTIAN - Sì. (Barnier cerca di aprire la valigia) Un momento. È chiusa a chiave! (l’apre)

BARNIER - (basito) Dio mio, è un tesoro! Sembrerebbe un bottino!

CHRISTIAN - Già, e noi due: i ladri!

BARNIER - Parli per lei! Richiudiamo la valigia. È più prudente… Sa Christian… lo chiameremo Biagio!

CHRISTIAN - Chi?

BARNIER - Nostro figlio!

CHRISTIAN - Quale figlio?

BARNIER - Ma il vostro, diamine, non capisce?

CHRISTIAN - No, davvero? E perché Jacqueline non me ne ha parlato?

BARNIER - È una notizia dell’ultima ora!

CHRISTIAN - Oh, Bertrand, sono il più felice degli uomini! (gli stringe la mano)

BARNIER - Speriamo che duri. Ma una cosa mi turba!

CHRISTIAN - Quale?

BARNIER - Una cosa molto delicata… non so come cominciare…

CHRISTIAN - Dica pure…

BARNIER - Ebbene, nessuno è immune da disgrazie. Uscendo da questa stanza potrei benissimo essere investito da una macchina o scivolare su una buccia di banana… Ho perduto una cugina in questo modo.

CHRISTIAN - No!

BARNIER - Sì!

CHRISTIAN - Oh!

BARNIER - Pensavo proprio poco fa: cosa ne sarebbe di mia figlia se lei perisse? E cosa ne sarebbe del mio nipotino se non potesse nemmeno chiamarsi Martin? Tocchiamo pure legno, ma bisogna sempre prevedere il peggio… (toccano legno) Allora che cosa faremmo?

CHRISTIAN - Semplicissimo. Vado dal notaio e lascio scritto nel testamento che riconosco la mia paternità…

BARNIER - Non c’è bisogno di disturbare un notaio per così poco! Bastano due righe…

CHRISTIAN - Come vuole. Le rilascio una dichiarazione…

BARNIER - Non mi faccia ritornare su questo penoso argomento! Mi scriva queste due righe e non ci pensiamo più! Si tratta di una semplice precauzione… Ecco tutto l’occorrente per scrivere. (prende carta e penna)

CHRISTIAN - Ha ragione! Potrebbe capitarmi una cattiva notizia tale da provocarmi un attacco cardiaco…

BARNIER - No, non deve stilare il suo certificato di morte… Deve scrivere solo questo: “Io sottoscritto, signor Christian Martin, riconosco d’essere il padre del bambino che la signorina Barnier è in procinto di mettere al mondo. (Christian scrive) Capirà che è solo un padre che le parla… “Signorina Barnier…”, ecco, basta così… E adesso una bella firmetta. (Barnier prende il foglio) Ecco fatto! E adesso il mio nipotino avrà un padre! Ma non abbia quest’aria preoccupata! Non è detto che siccome ha firmato questo pezzo di carta lei debba necessariamente morire!

CHRISTIAN - Sa cosa sto pensando? Che lei non si fida di me. Prima i gioielli, poi questa dichiarazione…

BARNIER - Che dice mai!

CHRISTIAN - Signor Barnier, e chi garantisce che lei mi restituirà i gioielli, una volta sposata sua figlia?

BARNIER - Amico mio, non voglio che lei resti dubbioso. Le rilascerò a mia volta, una dichiarazione. (scrive) “Io sottoscritto, Bertrand Barnier, mi impegno a versare la somma di 50 milioni di franchi al signor Christian Martin, il giorno che sposerà mia figlia.”

CHRISTIAN - E la firma?

BARNIER - Eccola. Tranquillo adesso?

CHRISTIAN - Lei è un galantuomo, signor Barnier…

BARNIER - Mai come lei… caro Martin! E adesso pensiamo a cose più allegre. Facciamo la famosa sorpresa a mia figlia? Ah, ho un’altra idea!

CHRISTIAN - Un’altra firma?

BARNIER - No. Lei si nasconde. (indica la stanza dove è nascosta Jacqueline)

CHRISTIAN - Là?

BARNIER - (afferrandolo) No! Meglio in giardino. (lo spinge) Nel frattempo io andrò da mia figlia e le faremo la sorpresa! Chissà come sarà felice!

CHRISTIAN - Non le ancora detto niente?

BARNIER - Non ancora. Voglio vedere che faccia farà! (ridono entrambi) Ci divertiremo un mondo! (si dirigono verso la porta, Christian esce) Signorina! (entra Jacqueline) Mi dispiace se ha dovuto aspettare tanto, ma è tornato Christian. Gli dica tutta la verità e quando avrete chiarito tutto, lo ringrazi pure a mio nome, per avermi riportato la valigia…

JACQUELINE - Quale valigia?

BARNIER - Capirà. Anzi, sarebbe bene che gli dicesse che non posso più trattenerlo al mio servizio.

JACQUELINE - Lavora da lei?

BARNIER - Fino ad oggi, sì.

JACQUELINE - E lo licenzia per colpa mia?

BARNIER - No, per colpa “sua”!

JACQUELINE - Perché?

BARNIER - Le spiegherà tutto lui. Lo raggiunga in giardino, resti sola con lui e, buona fortuna! (esce)

JACQUELINE - (chiama) Christian!

CHRISTIAN - (rientrando) Amore mio! (la prende tra le braccia)

JACQUELINE - Christian…

CHRISTIAN - Hai un padre adorabile!

JACQUELINE - Christian, dovrei dirti una cosa…

CHRISTIAN - Sì, lo so, ma non affaticarti… siediti! (la fa sedere) Ecco… (si inginocchia vicino a lei) Lo chiameremo Biagio!

JACQUELINE - Chi?

CHRISTIAN - Oh, come saremo felici tutti e tre, assieme! Siamo in buona salute, il denaro non ci manca… Non sei felice?

JACQUELINE - Certo, Christian, ti amo ma…

CHRISTIAN - Hai aperto la valigia?

JACQUELINE - Quale valigia?

CHRISTIAN - Allora tuo padre non ti ha detto ancora niente!

JACQUELINE - No.

CHRISTIAN - Non dirgli che ti ho parlato… vuole farti una sorpresa! Ti amo Jacqueline…

JACQUELINE - Forse non mi amerai più se…

CHRISTIAN - Non amarti più, io? Niente m’impedirà di amarti!

JACQUELINE - E allora preferisco dirti la verità…

CHRISTIAN - Anch’io debbo confessarti una cosa…

JACQUELINE - No, prima io…

CHRISTIAN - No io… La mia confessione ti sorprenderà molto di più…

JACQUELINE - Non credo…

CHRISTIAN - Ecco: io lavoro nell’azienda di tuo padre da quattro anni!

JACQUELINE - Non è mio padre e io non sono sua figlia!

CHRISTIAN - Sei nata da un primo matrimonio?

JACQUELINE - No.

CHRISTIAN - Allora la tua mammina ha fatto qualche strappo?

JACQUELINE - Niente di tutto questo. Il signor Barnier non è mio padre, ecco tutto.

CHRISTIAN - Va bene, va bene! Ma questo non cambia nulla! E lui lo sa?

JACQUELINE - Cosa?

CHRISTIAN - Il signor Barnier sa che tu non sei sua figlia?

JACQUELINE - Certo.

CHRISTIAN - Perfetto! E che dice?

JACQUELINE - Mi ha incaricato di ringraziarti per la valigia!

CHRISTIAN - Che mattacchione!

JACQUELINE - Mi ha detto anche che era costretto a licenziarti!

CHRISTIAN - Mi licenzia?

JACQUELINE - Credo proprio di sì.

CHRISTIAN - Confesso che non ci capisco più niente!

JACQUELINE - Secondo lui hai fatto degli errori…

CHRISTIAN - Senti, riepiloghiamo: che cosa gli hai detto esattamente?

JACQUELINE - Ecco. Quando ci siamo conosciuti io non ho avuto il coraggio di dirti che ero una modesta dattilografa. Mi hai chiesto come mi chiamavo e io ho detto il primo nome che mi è capitato. Avevo letto delle saponette…

CHRISTIAN - Barnier? È un’idea mia!

JACQUELINE - E così sono diventata la signorina Barnier, la figlia del tuo principale…

CHRISTIAN - Ma allora tu non sei la figlia di Barnier?

JACQUELINE - È mezz’ora che te lo sto dicendo!

CHRISTIAN - Però lui ha intenzione di tenersi la valigia?

JACQUELINE - Pare di sì.

CHRISTIAN - Per mille diavoli, mi ha giocato!

JACQUELINE - Tutto questo è quello che sai dirmi?

CHRISTIAN - Ma no, Jacqueline, non dicevo per te… credimi!

JACQUELINE - Lasciami!

CHRISTIAN - Ascolta! (le corre dietro)

BARNIER - (lo riconduce dentro) Allora, signor Martin?

CHRISTIAN - È contento di quello che ha fatto?

BARNIER - Abbastanza, grazie!

CHRISTIAN - Sapeva che Jacqueline non era sua figlia?

BARNIER - Non faccia domande idiote!

CHRISTIAN - È un uomo senza scrupoli!

BARNIER - Mai quanto lei. Comunque starò ai patti. Mi ha pregato di dare i gioielli a mia figlia? Lo farò, a patto che lei mantenga la sua promessa…

CHRISTIAN - Quale?

BARNIER - Quella di sposare mia figlia!

CHRISTIAN - La vera?

BARNIER - È ovvio!

CHRISTIAN - E perché dovrei sposarla?

BARNIER - Perché me l’ha chiesta!

CHRISTIAN - Ma io non sapevo che fosse lei…

BARNIER - E lei non doveva sbagliarsi…

CHRISTIAN - Insomma lei cumula: figlia e valigia?

BARNIER - A titolo d’incoraggiamento potrei fare un’altra proposta…

CHRISTIAN - La ringrazio, ma può tenersi tutto.

BARNIER - Dimentica che ha firmato una carta!

CHRISTIAN - E con questo?

BARNIER - Che lei è anche il padre del nascituro di mia figlia!

CHRISTIAN - Perché, sua figlia aspetta un bambino?

BARNIER - Sono cose che capitano…

CHRISTIAN - E perché non sposa il vero padre?

BARNIER - Perché è scomparso…

CHRISTIAN - E io dovrei?… Lei è un criminale, signor Barnier!

BARNIER - Credevo che ci saremmo accordati… Vuole che gliela presenti? (chiama) Colette, Germaine… (a Christian) È molto graziosa. Non troppo sveglia, ma lei lo è per due!

COLETTE - Mi hai chiamata, papà?

BARNIER - Sì. Ti presento il signor Christian Martin, tuo futuro marito!

GERMAINE - Il signor Martin sa tutto?

BARNIER - Sì e ha dimostrato molta comprensione.

GERMAINE - Non è bello come Oscar… ma sempre meglio che niente!

CHRISTIAN - Oscar! Oscar! È lui il responsabile?

GERMAINE - Il vero responsabile, per me, è mio marito!

CHRISTIAN - Signor Barnier, lei…

BARNIER - Basta! Silenzio! Lei è in procinto dì essere licenziato e ha firmato una dichiarazione che potrebbe arrecarle conseguenze assai gravi! Si ricordi che Colette è minorenne! Scelga pure: o l’umido giaciglio di una cella o una ovattata alcova coniugale! (strappa di mano la valigia dalle mani di Germaine) Io ho una parola sola!

GERMAINE - Ma rifletti, Bertrand!

BARNIER - Se aggiungi una sola sillaba dovrai cavartela da te! Io me ne lavo le mani!

GERMAINE - (sprezzante) Come si vede che commerci in saponi!

BARNIER - Lasciamo soli i ragazzi. Diamo loro modo di apprezzarsi e conoscersi… A fra poco, caro Christian, vieni…

GERMAINE - Topolino mio, non ti sembra di aver forzato un po’ la mano?

BARNIER - E non chiamarmi topolino! Tutte queste vicende mi hanno invecchiato di dieci anni!

GERMAINE - Prova a ringiovanire con i prodotti Barnier!

BARNIER - Fossi matto! Tornerei all’età della pietra! Sembrerei una mummia!

SIPARIO


SECONDO ATTO

Christian e Colette, uno di fronte all’altro, si guardano un poco, poi:

CHRISTIAN - Allora lei aspetta un figlio da Oscar?

COLETTE - Sì!

CHRISTIAN - E trova naturale che io me ne assuma la paternità?

COLETTE - Beh!

CHRISTIAN - E va bene. Le cose stanno in un modo tale che mi si obbliga a subire questo ricatto. Ma sia ben chiaro: noi due ci vedremo pochissimo. Lune di miele separate. Anzi, guardi, non ci vedremo mai!

COLETTE - Penso sia un patto ideale!

CHRISTIAN - Che vuol dire?

COLETTE - Che è proprio quello che voglio! Essere libera e, se mi sposo, è perché sono stufa di fare la figlia di famiglia!

CHRISTIAN - E lei si illude che sposandosi lei sarà libera? Si sbaglia! Io la rinchiuderò a chiave dalla mattina alla sera, in casa.

COLETTE - Geloso?

CHRISTIAN - Tanto da paventare il delitto!

COLETTE - Che bello!

CHRISTIAN - Come?

COLETTE - Ho sempre sognato un uomo che fosse capace di uccidere per me!

CHRISTIAN - E ha mai pensato che potrebbe essere lei la vittima in un eccesso di gelosia?

COLETTE - Questo sarebbe sublime!

CHRISTIAN - Aveva ragione suo padre quando diceva che io debbo essere intelligente per due. Senta, signorina, se ho ben capito lei vuole solo sposarsi, non importa con chi?

COLETTE - Beh, preferirei un bel ragazzo!

CHRISTIAN - Allora non sono il suo tipo!

COLETTE - Per carità! Ce ne sono di più brutti!

CHRISTIAN - Grazie. (campanello all’ingresso)

COLETTE - Mi scusi, ma siamo sprovvisti di cameriera. Vado ad aprire!

CHRISTIAN - Faccia pure.

PHILIPPE - (da fuori) Desolato, ma sono in ritardo! (entra con Colette. Philippe ha l’aspetto fisico di un culturista)

COLETTE - Tanto papà non è ancora uscito. (a Christian) È il massaggiatore di papà. Vado a dirgli che lei è arrivato…

CHRISTIAN - No, Colette, aspetti un momento. Non mi pare che suo padre sia d’umore tale da farsi massaggiare e, in quanto a me, non mi dispiacerebbe scambiare quattro chiacchiere con quest’atleta! (a Philippe) Permette che mi presenti? Christian Martin, direttore commerciale degli stabilimenti Barnier!

PHILIPPE - Philippe Dubois! (gli dà la mano tanto da far gridare Christian)

CHRISTIAN - Piacere. Da come stringe la mano opino che lei sia campione di qualcosa?

PHILIPPE - Gran Premio Deauville!

CHRISTIAN - Fantino?!?

PHILIPPE - Crede che ne abbia il fisico? No, sono il premio Deauville in persona!

CHRISTIAN - Eh?

PHILIPPE - Apollo ‘79, il più bel muscolo di Enghien les Bains!

CHRISTIAN - La credo sulla parola!… Immagino che tutte le donne cadranno ai suoi piedi?

PHILIPPE - Beh!

CHRISTIAN - Immagino, anche, che lei sia molto geloso. Capace di uccidere per amore!

PHILIPPE - Beh!

CHRISTIAN - Ci sono donne che vanno matte per questo! E io invidio davvero chi sarà la sua donna! La prego di scusarmi, signore, ma devo dire due parole al signor Barnier… Vuole essere così gentile di attendere in quella stanza…

PHILIPPE - Beh!

CHRISTIAN - Questione di minuti. (lo spinge) Qui ci sono delle riviste. Le scorra, se sa leggere! E ancora complimenti! (chiude la porta) Mai visto un fusto simile!

COLETTE - Sì, non è male!

CHRISTIAN - E poi con quell’aria così intelligente!

COLETTE - Oh, sì!

CHRISTIAN - Se fossi donna dovendo scegliere tra lui e me non esiterei un istante!

COLETTE - Nemmeno io!

CHRISTIAN - E allora perché non se lo sposa?

COLETTE - Perché non mi chiedono che ne penso!

CHRISTIAN - Dica subito a suo padre che preferisce lui!

COLETTE - Provi a dirglielo lei!

CHRISTIAN - Perché no? (chiama) Signor Barnier! (a Colette) Non c’è un minuto da perdere! (mette una mano sulla spalla di Colette)

BARNIER - (entra con la valigia in mano e, vedendoli) Allora, vi siete messi d’accordo?

CHRISTIAN - Mi sono permesso di leggere nel profondo del cuore di sua figlia!

BARNIER - E cosa ha letto?

CHRISTIAN - Ho scoperto che stavamo commettendo un imperdonabile errore!

BARNIER - Non esageriamo, adesso…

CHRISTIAN - Colette… posso chiamarla Colette?

BARNIER - A questo punto lei può tutto.

CHRISTIAN - Ecco: Colette è pazzamente innamorata… non è vero?

COLETTE - Oh, sì…

BARNIER - Allora siamo a posto, no?

CHRISTIAN - Innamorata… del suo massaggiatore. Di Philippe!

BARNIER - Cosa?

CHRISTIAN - Del Signor Philippe Dubois!

BARNIER - Di quel plantigrado?

CHRISTIAN - Zitto! È in quella stanza! Dato che a Colette urge un marito, tra le possibili opzioni preferisce il signor Dubois!

BARNIER - Non dirmi che è vero, Colette?

COLETTE - Oh sì, orsacchiotto!

CHRISTIAN - Non sono il suo tipo, vero?

BARNIER - Ma questo mi manda all’aria tutto! (Christian tossisce) Che le succede?

CHRISTIAN - I bronchi, signor Barnier. I miei bronchi!

BARNIER - Non mi aveva mai detto d’essere malato.

CHRISTIAN - Non volevo che qualcuno sapesse…

BARNIER - Ma adesso esistono mezzi e cure efficaci…

CHRISTIAN - Non per me, purtroppo! Ma abbiamo già abbastanza parlato di me… Parliamo di Dubois!

BARNIER - Io avrei preferito che mia figlia sposasse lei… (altra tosse) Bene, ma se preferisce Dubois… Lei o un altro fa lo stesso. Può sistemare tutto da solo?

CHRISTIAN - Eh no, signor Barnier. Dovrà farlo lei. Questa è competenza del padre!

BARNIER - Non mi diverte molto la faccenda!

CHRISTIAN - In quanto a me, sarà bene che me ne vada… Ma, prima di andarmene, desidererei sapere: può restituirmi la carta?

BARNIER - Cala, calma! Non precipitiamo! Se non combino con Dubois… potrei ancora averne bisogno… Torni nel pomeriggio. Se si conclude, le restituirò la carta e sistemeremo i conti tra noi…

CHRISTIAN - Prima che io sia licenziato da lei, vorrei metterla al corrente sui problemi dell’esportazione. In quel ramo gli affari della sua azienda vanno maluccio!

BARNIER - Davvero, dice?

CHRISTIAN - La situazione è veramente ai limiti del collasso!

BARNIER - Non mi dica!

CHRISTIAN - Urge una soluzione…

BARNIER - Beh, mi scusi se ho ecceduto… ne riparleremo con comodo. Continui pure, Martin a far parte del personale con l’incarico di vigilare sulle esportazioni…

CHRISTIAN - Non è una cosa da nulla! Dovrà firmarmi delle carte…

BARNIER - Ritorni il più presto possibile e…

CHRISTIAN - …ce ne sono alcune urgentissime! Questione di un minuto e poi me ne andrò direttamente in ufficio. (toglie di tasca delle carte e le mostra) Ecco, questa è la domanda per sbloccare alcune partite di merce in Sud America. (porge la penna a Barnier che siede e firma) Firmi qui. (Barnier firma un mucchio di fogli) Questi sono i certificati d’esonero per la dogana… (estrae fogli da tutte le tasche) E questi i certificati di carico e scarico…

BARNIER - Ce ne sono ancora molti?

CHRISTIAN - Ancora due. Qui deve anche scrivere: letto e approvato!

BARNIER - (ripete) Letto e approvato… firmetta…

CHRISTIAN - (recuperando tutti i documenti) E adesso debbo correre in ufficio!

BARNIER - E mi tenga al corrente!

CHRISTIAN - Farò in un lampo! (a Colette) Arrivederci, signorina e tanti auguri! (esce di corsa)

BARNIER - Perché ti sei incaponita a non sposare Martin? Mi pare in gamba!

COLETTE - Voglio l’altro!

BARNIER - Allora fila in camera tua. Cercherò di con vincerlo… (Colette esce e Barnier apre la porta e dice) Venga Philippe, prego…

PHILIPPE - Mi scusi per il ritardo, signor Barnier, ma…

BARNIER - Fa niente!

PHILIPPE - Per quei dolori alla spalla? Vedrà che con qualche massaggio…

BARNIER - Oh, non così forte, Philippe!

PHILIPPE - Sempre delicato, eh, signor Barnier?

BARNIER - No, gradirei meno energia da parte sua… (entra Bernadette vistosamente vestita. Ha in mano una valigia) Che c’è?

BERNADETTE - Il signore vorrà scusarmi…

BARNIER - Lei è ancora qui?

BERNADETTE - Ho dovuto fare la valigia!

BARNIER - Bene, allora se ne vada. L’ho già vista abbastanza

BERNADETTE - Anche se fra qualche giorno sarò baronessa, vorrei che il signore mi liquidasse il mensile.

BARNIER - Quanto le devo?

BERNADETTE - Mezzo mese, perché siamo al 15: 650 franchi. Non pretendo le ferie pagate. Vado in Italia col barone e penserà lui alle spese di viaggio…

BARNIER - Philippe, il mio portafoglio! Nella tasca interna della giacca. (Philippe cerca e gli porge il portafoglio. Barnier prende due o tre biglietti e li dà a Bernadette) Ecco, prenda! Per il benservito si rivolga alla signora…

BERNADETTE - Non è necessario. Avrò quattro domestici.

BARNIER - Allora le cominceranno i guai!

BERNADETTE - Non appena ci saremo sistemati nella nostra villa in campagna, spero vorrete passare un week-end da noi. Sarete sempre i benvenuti, lei e la signora…

BARNIER - La ringrazio.

BERNADETTE - Forse ci rivedremo anche prima…

BARNIER - Ma certamente…

BERNADETTE - Desidererei essere presente al matrimonio di Colette…

BARNIER - Chi è Colette?

BERNADETTE - La sua graziosa figliola!

BARNIER - Ah sì, certo, certo!

BERNADETTE - Mi manderete la partecipazione, spero?

BARNIER - Naturalmente!…

BERNADETTE - Allora arrivederla, caro Barnier!

BARNIER - (baciandole la mano) Arrivederci, baronessa!

BERNADETTE - E mi ricordi alla cara signora Barnier!

BARNIER - Sarà servita! (Bernadette esce e si sbaglia di valigia, lascia la sua e si porta via quella con i gioielli)

BERNADETTE - Ciao, ciao!

BARNIER - A che punto siamo arrivati!

PHILIPPE - Il personale procura spesso dei dispiaceri!

BARNIER - Non me ne parli. Si accomodi Philippe… prego…

PHILIPPE - Come va con quella biondina, signor Barnier? Mi pare che si chiami Florence?

BARNIER - Non gridi! È matto? Mia moglie è nella stanza accanto!

PHILIPPE - Mi scusi, non sapevo…

BARNIER - (a voce bassa) Ecco, Philippe, vorrei parlarle di mia figlia. (entrambi parlano sottovoce)

PHILIPPE - Ah, sì! Perché? Qualcosa non va?

BARNIER - Va tutto benissimo, ma vorrebbe sposarsi…

PHILIPPE - Con chi?

BARNIER - Con lei!

PHILIPPE - Dice sul serio?

BARNIER - Ma perché dobbiamo parlare a bassa voce se non abbiamo niente da nascondere…

PHILIPPE - (a voce altissima) No, credevo che, quando le ho chiesto notizie di quella biondina…

BARNIER - Zitto! Abbassi il tono! Non così!

PHILIPPE - Perché? Cosa ho detto? Vogliamo riprendere i massaggi, signor Barnier?

BARNIER - No, oggi non mi va! Ecco, volevo dirle, Philippe: le piacciono i bambini? (si parlano all’orecchio) Come? (si riparlano all’orecchio) È il suo incubo? (Philippe fa sì con la testa) No? (Philippe fa sì e no) Non le piacerebbe averne? (Philippe fa sì) Allora? (altro parlare all’orecchio) Non può? (altro mormorio) Ah! Ha avuto gli orecchioni a 15 anni! (Philippe dice di sì) Capisco, capisco, le dispiace di non poter essere padre! (Philippe fa sì) E allora si potrebbe rimediare…

GERMAINE - (irrompendo come una furia) Che succede? Ho saputo che Colette ha rotto il suo fidanzamento con Martin!

BARNIER - Florence… volevo dire Germaine, per l’amor del cielo non ti immischiare in queste cose! Penserà io ad aggiustare tutto! (entra anche Colette che rimane in disparte ad osservare)

PHILIPPE - Buon giorno, signora Barnier! (le stringe la mano)

GERMAINE - Dio! Che uomo!

BARNIER - (a Philippe) Ne riparleremo più tardi!

PHILIPPE - Capisco! (porta la tavola fuori al vestibolo)

GERMAINE - Cosa ha capito?

BARNIER - Che vuoi che capisca! Non capisce niente!

GERMAINE - Ed è questo fusto che vorresti sposare?

COLETTE - Sì, mamma!

GERMAINE - Mica male!

BARNIER - E non avete visto tutto! (a Philippe che è rientrato) Si spogli!

PHILIPPE - Chi, io?

BARNIER - Certo. Mica mia moglie! Lei magari poi…

PHILIPPE - Completamente?

BARNIER - Basta la camicia. (Philippe si toglie la camicia. Le due donne hanno applausetti e gridolini di ammirazione)

GERMAINE - Si giri… Cammini… Ancora… (Philippe fa la passerella da muscle-power)

BARNIER - Beh, che ve ne pare?

GERMAINE - Fa il masseur?

PHILIPPE - Kinesiterapico!

GERMAINE - Che è?

COLETTE - Gran Premio Deauville.

GERMAINE - Corre?

PHILIPPE - Beh, io…

GERMAINE - E vuole sposare mia figlia?

PHILIPPE - (che sta facendo flessioni, si blocca) Io?

GERMAINE - Cara, quello è un uomo, altro che tuo padre!

BARNIER - (che fa anche lui il muscle-power) Anche io me la cavo!

GERMAINE - Bertrand, ti prego! Chissà quante donne ti invidieranno, figlia mia!

BARNIER - Tua madre per prima! (Philippe continua a fare esercizi) Basta così, Philippe, ricomponiti!

GERMAINE - Vado a prendere una bottiglia di champagne per festeggiare l’avvenimento! (a suo marito, piano) Gli hai già accennato la situazione?

BARNIER - Stavo per farlo quando sei entrata.

GERMAINE - Cerca di non dire stupidaggini!

BARNIER - Stai tranquilla! (la spinge verso la porta) Chi l’avrebbe detto che un giorno mia figlia avrebbe sposato il mio massaggiatore perché aspettava un bambino dal mio autista! Si faccia avanti chi nega che la Francia sia un paese democratico!

GERMAINE - Vieni tesoro mio! (esce con Colette)

BARNIER - Come trova mia figlia?

PHILIPPE - Un poco giù di muscoli.

BARNIER - E sarebbe disposto ad allenarglieli lei?

PHILIPPE - Non domando di meglio!

BARNIER - Legalmente, s’intende!

PHILIPPE - Non capisco.

BARNIER - Coniu-Legalmente, se preferisce! Desidero dirle, subito, che le darò una buonissima dote che potrebbe migliorare la sua situazione.

PHILIPPE - Davvero?

BARNIER - Ha progetti? Ambizioni?

PHILIPPE - Vorrei aprire una piccola palestra…

BARNIER - Ma con la dote di mia figlia potrà aprirne due… ma che dico può comprarsi il Palazzo Dello Sport!

PHILIPPE - Davvero?

BARNIER - Sì. (prende la valigia e la mostra a Philippe) Ecco, qui dentro c’è quanto le occorre per realizzare i suoi sogni! (depone la valigia sul tavolo) La apra, su, guardi dentro! Uno stadio! (Philippe apre una valigia e ne cava un reggiseno) Che cos’è?

PHILIPPE - Si direbbe un reggiseno!

BARNIER - Ma è la valigia di Bernadette!

PHILIPPE - Un’altra amichetta?

BARNIER - Macché! È la nostra domestica! (cerca dappertutto) Deve aver portato la mia valigia dal barone…

PHILIPPE - Quale barone?

BARNIER - Il vecchio fidanzato di mia figlia…

PHILIPPE - Sua figlia è fidanzata a un barone?

BARNIER - Ma poi ha preferito Oscar!

PHILIPPE - L’Oscar! Fa l’attrice?

BARNIER - Oscar è il mio autista dal quale aspetta un bambino e che si è arruolato nella Legione Straniera…

PHILIPPE - E l’hanno preso?

BARNIER - Chi?

PHILIPPE - Il bambino!

BARNIER - Ma no! Oscar si è arruolato nella Legione, mentre un mio impiegato mi derubava di 50 milioni per sposare quella che non è mia figlia! (avanza verso Philippe che indietreggia spaventato credendo di avere a che fare con un pazzo) Adesso capisce perché volevo fargliela sposare? (entra Germaine con in mano una bottiglia di champagne seguita da Colette)

GERMAINE - Signore, ho il piacere d’annunciarle che io e mia figlia siamo perfettamente d’accordo… Lo è anche lei con mio marito?

PHILIPPE - Veramente noi…

GERMAINE - Tutto a posto, allora! Colette bacia il tuo fidanzato! (Colette si precipita e stampa un gran bacio sulla bocca di Philippe. Germaine stappa la bottiglia. Philippe, impaurito, urla) Niente paura, figliolo, è solo lo champagne! (gli porge un bicchiere che Philippe tracanna d’un fiato) Ehi, Bertrand, il nostro futuro genero beve come un cosacco! (altra coppa e altro tracannare) Eccole un’altra coppa, ma questa volta aspetti di fare il brindisi. (versa da bere a Bertrand) Dobbiamo festeggiare questo giorno… Ricordi Bertrand, il nostro fidanzamento?… Bei tempi! (suonano alla porta d’ingresso) Colette, vai ad aprire! (Colette esce) Deve scusarci, ma siamo senza domestici. Mio marito ha licenziato la cameriera!

COLETTE - (da fuori) Oscar!

OSCAR - (da fuori) Signorina!

GERMAINE - Oscar? Ma non mi avevi detto che s’era arruolato nella Legione straniera? (a Philippe) Mi ridia il bicchiere, lei! (riprende il bicchiere) Bertrand, Oscar non deve assolutamente incontrarsi con l’atleta! (passa il vassoio e spinge il marito via) E lei si accomodi in questa stanza. Le diremo noi quando potrà uscire! (chiude la porta dietro Philippe) E tu, Bertrand, non trattare Oscar come il tuo autista. Non dimenticare che nostra figlia porterà il suo nome!

COLETTE - (entrando) Mamma, è tornato Oscar!

GERMAINE - (aprendo le braccia) Oscar, vieni tra le mie braccia! (lo bacia) Sono davvero contenta di rivederti! Lo sai che stavo in pensiero per te! Bertrand, su saluta Oscar!

BARNIER - Come va vecchio mio?

GERMAINE - Allora, racconta cosa ti è capitato…

OSCAR - Credevo che la signorina…

BARNIER - Signorina, andiamo! Chiamala Colette!

OSCAR - Ecco, quando il signore mi ha messo alla porta…

GERMAINE - Ma lui scherzava, vero Bertrand?

BERTRAND Ma certo che era uno scherzo!

OSCAR - Io, veramente, ho creduto…

GERMAINE - Ma come hai potuto credere una cosa simile?

BARNIER - Così si è arruolato nella Legione?

OSCAR - Sì, signore…

BARNIER - Oscar, la prego, niente signore… mi chiami pure Bertrand! E mi dica: come ha potuto lasciare la Legione?

OSCAR - Sono stato riformato!

GERMAINE - Come? Un ragazzone come te…

OSCAR - Ho i piedi piatti!

GERMAINE - I piedi piatti? Oh, mio Dio, hai sentito, Bertrand? Che buffo! Oscar ha i piedi piatti! Ma no?

BARNIER - Sempre meglio degli orecchioni!

GERMAINE - Non dargli retta… Mio marito ha sempre voglia di scherzare! Suvvia, Bertrand, lasciamo soli questi due piccioncini. Chissà quante cose avranno da dirsi! A fra poco, miei tesorucci! Colette, se hai bisogno chiamami! (lei e il marito escono)

COLETTE - (saltandogli al collo) Oscar!

OSCAR - Mia colombella! (si baciano)

COLETTE - Credevo mi avessi abbandonata!

OSCAR - E io che non mi amassi più!

COLETTE - Ma ora sei qui. È questo che conta!

OSCAR - Ma perché i tuoi genitori mi hanno fatto tante feste?

COLETTE - Poiché temevo che avrebbero ostacolato il nostro matrimonio, ho fatto credere loro che aspettavo un bambino…

OSCAR - Un bambino da me?

COLETTE - Certo. E da chi altro?

OSCAR - M’avranno dato del mascalzone!

COLETTE - Eccome!

OSCAR - E io che t’ho sempre rispettata!

COLETTE - L’essenziale è che hanno dato il loro consenso!

OSCAR - No?

COLETTE - Si!

OSCAR - Oh, amore mio!

COLETTE - Tesoro mio! (si siede sulle ginocchia di Oscar) Di chi è questo nasino?

OSCAR - Mio.

COLETTE - E di chi è questa orecchiuccia?

OSCAR - Tua! (Philippe rientra visibilmente ubriaco e li vede abbracciati)

PHILIPPE - Questo è troppo! (afferra Oscar per il colletto e lo sbatte fuori dalla stanza)

COLETTE - (grida) Lei è un bruto! (Colette si slancia per dargli un pugno, Philippe schiva e lei fa una piroetta e cade tra le braccia di Philippe che la bacia focosamente. Entrano i Barnier, marito e moglie, che vedono Philippe di spalle)

GERMAINE - Come è bello amarsi! Non è vero Bertrand? (Philippe si volta e Germaine urla) E io che credevo fosse Oscar!

BARNIER - Infatti, dov’è Oscar?

PHILIPPE - (afferrando Barnier per la vestaglia) Ha inghiottito i diamanti della cameriera che si è arruolata nella Legione Straniera perché aveva trovato un bambino nella valigia!

BARNIER - Ma che sta dicendo?

PHILIPPE - Ed ecco che ne faccio del suo barone! (calca la valigia sulla testa di Barnier ed esce urlando)

GERMAINE - Bertrand, ma quello non è un Kinesiterapico… è un paranoico!

Buio con musica bridge. Al riaccendersi della luce, in scena Colette e Bernadette.

COLETTE - Figurati che aveva i piedi piatti!

BERNADETTE - Ne sono felice, signorina!

COLETTE - Non so come ringraziarti, Bernadette. La tua trovata ha funzionato a meraviglia, grazie ad essa potrò sposarmi e vivere la mia vita!

BERNADETTE - E adesso debbo scappare. Preferisco non incontrare suo padre. Ero venuta per lasciargli la sua valigia e riprendere la mia.

COLETTE - Questa?

BERNADETTE - Sì, grazie, è proprio questa! Arrivederci, Colette!

COLETTE - Arrivederci Bernadette!

BERNADETTE - Le auguro tanta fortuna!

COLETTE - Anche a te. Ti accompagno…

BERNADETTE - Non importa. Conosco la strada!

COLETTE - È il minimo che potevi imparare. (ridono ed escono insieme)

BARNIER - (entra come una bomba) Potessi almeno riacciuffare quell’idiota che si è fregata la mia valigia! (telefona) Hallo? Honoré De la Butinière?… Parla Barnier! Buongiorno carissimo, come sta?… Voglio, innanzitutto, rallegrarmi con lei per il suo fidanzamento! Una ragazza intelligente, elegante, di razza, quella che ci voleva per lei! Saranno contenti i suoi genitori no?… No! E perché no?… Ma questi sono sciocchi pregiudizi! Occorre andare incontro al livellamento delle classi sociali! Ma che diamine!… Sì, certo, ha ragione! Vedrà che sarà una bravissima padrona di casa… Conosce bene il servizio… Beh, noi ne eravamo soddisfatti! Mi ha detto che veniva da lei! È venuta?… No, glielo domando perché nell’andarsene ha sbagliato valigia… Sì, ha lasciato qui la sua e si è presa la mia! Esatto… Potrebbe rimandarmela dal suo autista?… Grazie e i miei omaggi alla futura baronessa! (depone il telefono. Suonano alla porta e riappare Colette)

COLETTE - Orsacchiotto mio, C’è il signor Martin! (entra Christian esce Colette)

BARNIER - Tutto a posto per l’esportazione?

CHRISTIAN - Mi è stato impossibile occuparmene, nello stato in cui mi trovo!

BARNIER - Che significa?

CHRISTIAN - Sono disperato!

BARNIER - Non esageriamo!

CHRISTIAN - E lei è la causa della mia disperazione!

BARNIER - Io? E perché?

CHRISTIAN - Jacqueline è scomparsa!

BARNIER - La ritroverà!

CHRISTIAN - E come? Credevo fosse sua figlia. Invece, così, non ha nome né un indirizzo! Come trovarla? Ormai la vita non ha più alcuno scopo per me!

BARNIER - Non si deve abbattere!

CHRISTIAN - Posso chiederle un favore signor Barnier?

BARNIER - Di che genere?

CHRISTIAN - Potrebbe restituirmi la valigia?

BARNIER - Quale? Quella con i gioielli?

CHRISTIAN - Mi farebbe piacere riaverla!

BARNIER - E poi cos’altro vuole?

CHRISTIAN - Mi comprenda: sono così affranto!

BARNIER - Si consolerà altrimenti!

CHRISTIAN - Poi, c’è un’altra cosa che mi affligge!

BARNIER - Un’altra?

CHRISTIAN - Non posso tacerle la verità…

BARNIER - Allora mi siedo. Perché ogni volta che deve confessarmi qualcosa è una catastrofe! (si siede) Sono forte, parli pure!

CHRISTIAN - Ecco: io le ho rubato cinquanta milioni…

BARNIER - Si, lo so, ma me li ha restituiti…

CHRISTIAN - No! Altri cinquanta!

BARNIER - Cosa?

CHRISTIAN - Non si alzi, glielo spiegherò…

BARNIER - Non è possibile!

CHRISTIAN - Eppure è così! E la cosa più sgradevole è che, quando ho detto rubato, questa volta intendevo dire proprio rubato. Denaro sonante preso, rubato dalla cassa, alla banca! (Barnier si precipita al telefono) Che fa?

BARNIER - Questa volta telefono alla polizia!

CHRISTIAN - Prima lasci che le spieghi… poi telefonerà…

BARNIER - Ma come ha fatto a derubarmi di altri cinquanta milioni?

CHRISTIAN - Ricorda che poco fa mi ha firmato delle carte?

BARNIER - Sì, ed erano molte!

CHRISTIAN - Ebbene tra quelle carte ho inserito un foglio bianco così… (mostra un foglio piegato) Si ricorda che l’ho pregata di scrivere di suo pugno “letto e approvato”?

BARNIER - E allora?

CHRISTIAN - Ho riempito il foglio in bianco confezionando una procura generale in piena regola… (Barnier si avvia al telefono) Che vuol fare?

BARNIER - Insisto nel voler chiamare la polizia!

CHRISTIAN - Ma sia tanto educato di ascoltarmi… Sto per finire…

BARNIER - Mi risiedo, ma non m’incanta!

CHRISTIAN - È presto detto: con quella procura mi sono recato alla Banca. Ho fatto scontare tutti gli effetti giacenti in portafoglio e poi ho ritirato dal suo Conto Corrente 42 milioni e 814 mila franchi. Ho lasciato i rotti per non estinguere il suo conto…

BARNIER - Che delicatezza! E glieli hanno dati tutti i soldi?

CHRISTIAN - Il direttore, pur conoscendomi bene, è rimasto, in verità un po’ perplesso: “Dal signor Barnier c’è da aspettarsi di tutto!” E ha messo l’indice in mezzo alla fronte a indicare… “È pazzo!”

BARNIER - Ah, il direttore ha fatto…?

CHRISTIAN - Proprio così!

BARNIER - Lo licenzio! (al telefono)

CHRISTIAN - Prima di precipitarsi al telefono mi lasci concludere…

BARNIER - C’è dell’altro?

CHRISTIAN - Dopo la Banca sono passato alla Cassa dello Stabilimento…

BARNIER - Salirà sul patibolo!

CHRISTIAN - La paga degli operai si doveva fare questa sera e così ho potuto raccogliere altri otto milioni circa…

BARNIER - E siamo a 50! Ha finito?

CHRISTIAN - Mi pare abbastanza, no?

BARNIER - Voglio dire. Ha finito? Posso telefonare alla polizia?

CHRISTIAN - Inutile. L’ho già prevenuta!

BARNIER - Meno male!

CHRISTIAN - Ecco la copia della lettera che ho inviato al Commissario… Legga pure…

BARNIER - (legge) “Signor Commissario, debbo informarla che il proprietario degli Stabilimenti Barnier mi ha ordinato di ritirare per suo conto tutto il denaro che aveva in deposito presso la Banca e la cassa della Società…”

CHRISTIAN - Legga il seguito, è importante…

BARNIER - “…Temo, signor Commissario, che da quanto ho potuto arguire, il signor Barnier sia in procinto di fuggire dopo aver convertito tutto il denaro in gioielli e averli chiusi in una valigia!” Ah, questa poi!

CHRISTIAN - Ripensandoci credo che ridimensionerei la parola rubato. In realtà io mi sono semplicemente “rimborsato”… Ma c’è ancora una cosa divertente nella letter, permette? (la prende e finisce di leggerla) “…Unica spiegazione di questo comportamento del signor Barnier può essere una forte depressione nervosa di cui il signor Barnier soffre da un po’ di tempo e che trapelava da discorsi strampalati fatti negli ultimi giorni…”

BARNIER - Vuole farmi passare per matto?

CHRISTIAN - E concludo: “Ecco, perché, signor Commissario, mi permetta di esporre quanto precede, nella speranza che lei voglia agire, prima che sia troppo tardi. Firmato: Christian Martin, direttore generale degli Stabilimenti Barnier.”

BARNIER - Adesso metterò io in chiaro la faccenda e stia tranquillo che crederanno a me!

CHRISTIAN - Non credo! Se troveranno in casa sua la valigia con i gioielli, tutte le spiegazioni saranno inverosimili! Rifletta un momento: io le rubo 50 milioni e lei non se ne accorge. Chi potrebbe credere che ho rubato per sposare sua figlia che non è, in effetti, sua figlia? In cambio le avrei dato una valigia piena di gioielli e lei mi avrebbe firmato una procura generale in bianco… Via, sia serio!

BARNIER - Adesso glielo faccio vedere io!

CHRISTIAN - Non complichi le cose, Barnier!

BARNIER - (telefona) Pronto? Polizia?… Signor Commissario tengo a farle sapere che, contrariamente a quanto contenuto in una lettera che lei riceverà, io non sono pazzo… Qui parla Bertrand Barnier… Sì, proprio quello delle saponette al baobab del Brasile! Sappia dunque, che io sono in pieno possesso delle mie facoltà mentali. Che sono vittima di un criminale che mi ricatta e mi deruba!… Come? Abito al 21 del Boulevard Suchet!… Bene, certo signore: sporgerò denuncia! Grazie! (ripone) Ha sentito?

CHRISTIAN - Signor Barnier, le propongo una transazione. Parliamo in cifre tonde. I gioielli destinati alla mia felicità coniugale, valgono 50 milioni. Se mi restituisce i gioielli io le restituirò i 50 milioni, però il giorno che ritroverò Jacqueline della cui scomparsa lei è il solo responsabile!

BARNIER - Lei mi assicura che mi restituirà i 50 milioni?

CHRISTIAN - Se lei mi restituisce i gioielli!

BARNIER - Mi faccia riflettere! (prende la valigia che crede essere quella di Bernadette) Credo che accetterò la sua proposta. Mi porti il denaro e lei avrà questa valigia coi gioielli!

CHRISTIAN - E Jacqueline?

BARNIER - Le darò il suo indirizzo.

CHRISTIAN - Sa dov’è?

BARNIER - Sì, me lo ha detto prima d’andarsene.

CHRISTIAN - Qua la mano, signor Barnier! (si stringono la mano) Ho lasciato in giardino una valigia contenente 50 milioni in banconote.

BARNIER - È stata una bella imprudenza.

CHRISTIAN - Sapevo che ci saremmo accordati! (esce)

BARNIER - L’ho fregato! L’ho fregato! Gli restituisco la valigia col reggipetto di Bernadette e l’autista del Barone mi porterà la valigia piena di gioielli… in quanto all’indirizzo di Jacqueline non lo conosco ma basta inventarne uno. (prende un foglio di carta) Via delle Figlie Perdute 35, perché no?

CHRISTIAN - (rientra con una valigia) Eccomi, signor Barnier! (Barnier cerca di prendere la valigia) Ah! Ah! E l’indirizzo di Jacqueline?

BARNIER - Pronto! (glielo consegna)

CHRISTIAN - E il cognome?

BARNIER - Il cognome? Ah, ecco adesso me lo ricordo: Culotte, Jacqueline Culotte!

CHRISTIAN - Via delle Figlie Perdute 35?

BARNIER - Esatto! (vorrebbe prendere la valigia)

CHRISTIAN - Un momento! Vorrebbe anche restituirmi quel foglietto da me firmato?

BARNIER - (lo ha in tasca) Eccolo! Contento? (vuole prendere sempre la valigia)

CHRISTIAN - Non restano che i gioielli…

BARNIER - Già, i gioielli! (si scambiano le valigie)

CHRISTIAN - Grazie, Barnier, lei è un galantuomo!

BARNIER - Mai quanto lei, caro Martin. (apre la valigia) Il conto torna?

CHRISTIAN - Si direbbe che non si fida di me!

BARNIER - Come può pensarlo! E adesso vada subito a raggiungere Jacqueline. Starà morendo d’impazienza!

CHRISTIAN - È vero. Grazie… peccato che non possa essere mio suocero!

BARNIER - Lo dice per adularmi!

CHRISTIAN - Lo dico sul serio!

BARNIER - Su, vada, si sbrighi!

CHRISTIAN - Mi ricordi alla signora Barnier! A fra poco! (esce)

BARNIER - Non mi dispiace affatto di aver dato una fregatura a quel furfante matricolato! Ah, brigante! Brigante! Pazzo, io!

CHRISTIAN - (facendo capolino dalla porta) Dimenticavo di dirle, Bertrand. Quella lettera al Commissario non gliel’ho ancora inviata!

BARNIER - Non gliel’ha mandata? Ma allora quello mi prenderà per matto! (ricompone il numero al telefono) Hallo! Polizia?… Parla sempre Barnier, sì quello delle saponette… Signor Commissario la prego di non tenere alcun conto della mia telefonato di poco fa… C’è stato un errore… Grazie. (riattacca)

GERMAINE - (entrando) Sto facendo l’elenco degli invitati. Secondo me bisogna fare una cerimonia molto intima. Non più di 3.000 persone, no? Sarà opportuno invitare i Pommervilles?

BARNIER - (guarda il contenuto della valigia) Cosa vuoi che me ne frega dei Pommervilles? (canta “Questo e quello per me pari sono!” Suonano alla porta) Quanto ci scommetti che si tratta di un’altra tegola?

GERMAINE - Apri e saprai.

BARNIER - A proposito: hai telefonato per un’altra domestica? Sono stufo di andare sempre ad aprire alla porta!

GERMAINE - L’agenzia mi ha promesso che avrebbe provveduto in serata! (Colette entra in lacrime) Cos’altro è successo?

COLETTE - Ho ricevuto un espresso!

GERMAINE - E quando ne ricevi uno, piangi?

COLETTE - Prendi e leggi. (porge l’espresso)

GERMAINE - “Coccoletta mia!” Chi è coccoletta?

COLETTE - Sono io…

GERMAINE - (rivolta a Bertrand) È di Oscar!

BARNIER - L’avevo capito!

GERMAINE - “Mi sono accorto che non apparteniamo allo stesso mondo! Non voglio che tu ti sacrifichi sposandomi. Me ne vado!”

BARNIER - Ma è una fissazione!

GERMAINE - “Ho deciso di sostituire un collega autista ammalato e parto per una spedizione al Polo Nord. Addio! Ti mordo il naso!”

BARNIER - Che significa?

COLETTE - Ci mordevamo sempre il naso!

BARNIER - Mia figlia che morde il naso al mio autista!

GERMAINE - Prima l’Africa, poi il Polo Nord. Ma quest’Oscar non può stare un momento fermo!

BARNIER - E rieccoti senza marito!

GERMAINE - Questo lo vedremo! (stacca il telefono)

BARNIER - Che fai?

GERMAINE - Telefono alla polizia!

BARNIER - Per che fare?

GERMAINE - Lo vedrai! (al telefono) Hallo! Polizia?… Parla la signora Barnier… Sì, sono la moglie di quello delle saponette! Ci capita un grosso guaio. Il nostro autista è partito per il Polo Nord. Potrebbe, cortesemente, perlustrare tutte le stazioni e mettere in stato di allarme tutti gli aeroporti? Anche blocchi stradali se serve… Altezza? (guarda Colette) Uno e sessantacinque… (colette fa “più alto”) Mi dicono: uno e ottanta, capelli neri… Segni particolari… Mi dicono nessuno… Ah, no: è fidanzato con mia figlia!… Pronto! Cosa ha detto?… Che razza di maleducato! (depone il ricevitore) Mi ha chiamata: vecchia matta! Spero, Bertrand, che non gliela farai passare liscia!

BARNIER - Calmati, mia cara…

GERMAINE - Se non provvediamo, siamo presto nella completa anarchia!

BARNIER - Ma, Germaine…

GERMAINE - (riprende il telefono) Anarchia, sì, proprio l’anarchia. E nessuno che sente il dovere di scendere nelle strade! Nemmeno mio marito mi difende! (al telefono) Pronto? Polizia?… Parla sempre la signora Barnier! Voglio parlare col commissario in persona!… Cosa? Chi ricomincia? Io… Ohhh! Avrete presto mie notizie! (depone il telefono furibonda) Ecco chi ci dovrebbe difendere dai criminali! E in quanto a te, se non avessi licenziato Oscar, ora Colette avrebbe un marito!

BARNIER - Non vedo il rapporto!

GERMAINE - È solo colpa tua!

BARNIER - Rinuncio a capire. Vado a dormire!

GERMAINE - Bravo! Buona notte! (Barnier esce sbattendo la porta) Ah, gli uomini!… Quell’Oscar, poi più cretino degli altri! Cosa poteva mai essere la tua vita con un uomo come quello!

COLETTE - Non voglio più rivederlo!

GERMAINE - Hai ragione, mi ispira più fiducia Philippe, il massaggiatore! Almeno è un sedentario!

COLETTE - Capirà cosa vuol dire andarsene!

GERMAINE - E come se capirà! (suonano alla porta, esce)

VOCE AUTISTA (in russo) Ripuorto valigia signor Barnier da puarte barone De la Butiniere.

GERMAINE - (da fuori) Molto gentile, grazie, Vladimiro.

AUTISTA Barone detto me prendere valigia signorina Bernadette! (Germaine rientra con la valigia di Bernadette, la posa ed esce con la valigia dei biglietti di banca)

GERMAINE - (da fuori) Eccola e ringrazi ancora il barone da parte di mio marito!

AUTISTA Non mancherò. Buona sera!

GERMAINE - (da fuori) Arrivederci, Dimitri…

AUTISTA Mi chiamo Igor!

GERMAINE - (rientra, prende la valigia e la guarda. A Colette) Tuo padre sarà contento!

BARNIER - (entra come una catapulta e guarda dove ha lasciato la valigia) Dov’è?

GERMAINE - Cosa?

BARNIER - (vedendo la valigia nelle mani della moglie) Ah! (gliela strappa e ritorna in camera sua ridendo)

GERMAINE - Non ci capisco più niente! (suonano all’ingresso) Mai tante suonate alla porta da quando siamo senza domestica! (esce)

GERMAINE - (da fuori) Oh, caro Philippe, ma che piacere rivederla! (entrano)

PHILIPPE - Sono venuto a scusarmi col signor Barnier per quanto è accaduto!

GERMAINE - Ma per carità, Philippe! Nemmeno a parlarne! Ormai tutto è chiarito! Conosce mia figlia? Ma certo che la conosce… che sciocca! Si accomodi, prego, mio marito non tarderà… Colette va a chiamare papà! (Colette esce)

PHILIPPE - Forse ero un po’ su di giri… ma quando ho visto la signorina Colette sulle ginocchia di quell’individuo, ho sentito il sangue andarmi alla testa e l’ho messo knock-out

GERMAINE - Ma per carità! Non formalizziamoci! Del resto non era il caso che lei si scaldasse tanto… Era solo un cuginetto tornato dall’Africa!

PHILIPPE - Davvero? E pensare che avevo creduto…

GERMAINE - Alla sua età e con i suoi muscoli è comprensibile!

PHILIPPE - L’altro giorno ho steso un poliziotto!

GERMAINE - Ha fatto bene!

PHILIPPE - E un’altra volta un tranviere!

GERMAINE - Evidentemente non può soffrire le uniformi… (Barnier entra, sempre con la valigia in mano)

BARNIER - Caro Philippe, non l’aspettavo.

PHILIPPE - Sono tornato per scusarmi…

BARNIER - Non è il caso… S’accomodi, prego…

GERMAINE - (a bassa voce) Questo gliel’ho già detto io; cerca di trovare qualcosa di nuovo. (a Colette) Vieni passerotto! (fa uscire Colette. A bassa voce) Sta attento, oltre Oscar ha steso un poliziotto e un tranviere! (esce)

PHILIPPE - Vede, se bevo si ripercuote sul mio fragile sistema nervoso… e allora…

BARNIER - Che succede?

PHILIPPE - Esco dai binari. (mette un dito sulla tempia per significare pazzo)

BARNIER - Ah, come me!

PHILIPPE - Anche a lei capita la stessa cosa?

BARNIER - Sì, ma non per colpa dell’alcool! Parliamo, piuttosto, di mia figlia, vuole?

PHILIPPE - Come dicevo a sua moglie, quando ho sorpreso Colette sulle ginocchia del cugino…

BARNIER - Cugino? Non abbiamo cugini!

PHILIPPE - Quello venuto dall’Africa.

BARNIER - Ma quello è il mio autista!

PHILIPPE - Il suo autista?

BARNIER - Si calmi. L’ho licenziato!

PHILIPPE - La signora mi ha detto che era un cugino di ritorno dall’Africa

BARNIER - È vero! Ed ora è ripartito per il Polo Nord!

PHILIPPE - Non capisco!

BARNIER - Soffriva troppo il caldo!

PHILIPPE - Mi pare che lei faccia dei discorsi strampalati!

BARNIER - Non mi parli di discorsi strampalati!

PHILIPPE - Si tratta forse di una forte depressione…

BARNIER - Non mi parli di depressione!

PHILIPPE - Allora non parlo più!

BARNIER - Ecco: è molto meglio! Dunque, io le avevo promesso una grossa dote per mia figlia, consistente in un considerevole numero di gioielli che avevo messo in una valigia. Ora, la cameriera licenziata si è portata via la valigia dei gioielli ed ha lasciato la sua… Mi segue?

PHILIPPE - Sì, ma non vada troppo in fretta!

BARNIER - Quando non capisce lo dica.

PHILIPPE - Fin qui ci sono.

BARNIER - Ecco spiegato perché dalla valigia è saltato fuori il reggiseno dì Bernadette…

PHILIPPE - La sua amichetta?

BARNIER - La cameriera…

PHILIPPE - Che lei ha licenziato…

BARNIER - E che se ne è andata con la valigia…

PHILIPPE - Che conteneva i gioielli? Bene!

BARNIER - Male! Tutto chiaro?

PHILIPPE - Fin qui chiarissimo.

BARNIER - Ora, un impiegato infedele mi ruba 50 milioni… Però me li ha restituiti…

PHILIPPE - Un po’ strano!

BARNIER - I soldi si trovano in questa valigia…

PHILIPPE - La valigia della cameriera!

BARNIER - Ma no… per quella della cameriera ho pregato il barone di ridarmela.

PHILIPPE - Quale barone?

BARNIER - Perché, non le ho ancora detto che la cameriera sposa il barone?

PHILIPPE - No, me lo ha detto adesso. Ma non è un po’ complicata questa storia?

BARNIER - Ad un occhio disattento può sembrare complicata, invece è semplicissima. Se spiego tutta la storia al Commissario sono certo che capirà…

PHILIPPE - Ne dubito. Ma perché proprio al Commissario?

BARNIER - Perché l’impiegato ladro voleva farmi passare per pazzo!

PHILIPPE - No!

BARNIER - Sì!

PHILIPPE - Oh!

BARNIER - Dov’ero rimasto?

PHILIPPE - Quando la cameriera sposa il barone…

BARNIER - (felice) Bravo! Lei ha capito tutto! Eccole la valigia coi 50 milioni!

PHILIPPE - Ah, non sono gioielli?

BARNIER - Ma allora lei è un po’ duro! Non complichi le cose! In questa valigia ci sono 50 milioni, sposi mia figlia e si tenga la valigia! (Philippe lo guarda come un matto) Non ci crede?

PHILIPPE - Certo, certo, signor Barnier! (esita ad aprire)

BARNIER - Forza, l’apra e si persuaderà che non sono pazzo! (Philippe apre la valigia e ne trae ancora un reggipetto) No! No! No! Ci siamo! Sono diventato completamente pazzo! Germaine! (esce come un pazzo)

PHILIPPE - (si precipita al telefono) Hallo, polizia!… Telefono dalla casa del Signor Barnier… Sì, quello delle saponette. Il signor Barnier è stato colpito da un attacco improvviso di pazzia!… Lui! Lui! Non io!… Hallo, hallo!… Non riattacchi! (abbassa il telefono)

GERMAINE - (entra con Colette) Che altro c’è?

PHILIPPE - Signora Barnier, temo che a suo marito non funzioni… (indica il telefono)

GERMAINE - Bene, chiami l’ufficio reclami!

PHILIPPE - Non ha capito. Suo marito mi ha fatto discorsi molto strani: una valigia piena di gioielli, poi piena di biglietti di banca, un impiegato ladro, una cameriera che sposa un barone…

GERMAINE - L’unica cosa vera è la cameriera che sposa il barone. Per il resto non ci faccia caso. L’importante è che concludiamo con mia figlia. Colette, bacia il tuo fidanzato! (Colette lo bacia appassionatamente sulla bocca) Vi lascio! Ohè, comportatevi da bravi ragazzi! (esce)

COLETTE - Papà le ha detto che aspetto un bambino?

PHILIPPE - A che ora?

COLETTE - No, per essere sincera non l’aspetto… ma l’ho fatto credere a papà per sposare Oscar!

PHILIPPE - Vuole sposare Oscar?

COLETTE - No, ora non più. Come faccio a sposare un uomo che scappa!

PHILIPPE - Beato lui!

COLETTE - Ne ho abbastanza di tutto questo. Voglio sposarmi, capisce?

PHILIPPE - Capisco.

COLETTE - Io ho una grossa dote, lo sa?

PHILIPPE - In una valigia!

COLETTE - In una valigia? È pazzo!

BARNIER - (entra come un pazzo) Tua madre dov’è?

COLETTE - In camera sua!

BARNIER - Germaine!

GERMAINE - (da fuori) Eccomi, vengo!

BARNIER - (a Colette) C’è una cosa da chiarire…

GERMAINE - (entra) Credo proprio che non possiamo fare a meno di invitare i Tournel!

BARNIER - Senti, me ne batto dei Tournel! Ora dobbiamo chiarire una cosa.

GERMAINE - Quale cosa?

BARNIER - C’era qui una valigia alla quale tenevo molto!

PHILIPPE - Quella che conteneva 45 milioni di gioielli!

GERMAINE - Non dica sciocchezze!

BARNIER - Silenzio!

COLETTE - Orsacchiotto!

BARNIER - Basta!

COLETTE - Volevo dirti che Bernadette ha riportato la tua valigia…

BARNIER - Quando?

COLETTE - Poco fa ed ha ripreso la sua!

BARNIER - (grida) Ah!

COLETTE - Non sei contento

BARNIER - Contento? Quella valigia l’ho data a Martin! (a Colette) Perché non me lo hai detto subito, piccola idiota!

GERMAINE - Beh, adesso vado a terminare la lista degli invitati!

BARNIER - Non è finito!

GERMAINE - Ancora!

BARNIER - Martin mi aveva portato un’altra valigia!

PHILIPPE - Quella che conteneva 50 milioni in banconote!

GERMAINE - Non continui a dire sciocchezze!

BARNIER - Silenzio! Voglio sapere dov’è?

GERMAINE - Ma non hai tu stesso telefonato al barone di mandarla a prendere?

BARNIER - Ed è venuto il suo autista?

GERMAINE - Dieci minuti fa.

BARNIER - (urla) Ah!

GERMAINE - Penso sia meglio chiamare un dottore…

BARNIER - (si precipita al telefono) Quarantacinque milioni di gioielli, cinquanta milioni di liquido… scomparsi! Non mi rimane che un reggiseno! (a Colette) E tutto questo per colpa tua! Non avrai più dote!

GERMAINE - Diventi pazzo, Bertrand?

BARNIER - Sì, che divento pazzo! Siete contenti! (al telefono) Pronto?… Pronto dottore?… Volevo dire signor barone… C’è Bernadette? Parla Barnier… È uscita? Perché è uscita?… Sì, la cosa mi interessa… Con quale valigia è uscita?… Sì, ma cosa vuole che m’importi! Badi alle parole, barone… Io scimunito! Sarà lei! Pezzo d’imbecille! (riattacca) Ma guarda un po’! Perché mi guardate tutti così?

GERMAINE - Penso che sia utile che vostro padre resti qualche minuto solo. (Barnier cade affranto su una poltrona)

PHILIPPE - Io devo andare, signora Barnier…

GERMAINE - Ma neanche per sogno! Cenerà qui con noi e poi aiuterà mio marito a lavare i piatti. Inoltre, mi darà una mano a scrivere le lettere d’invito… Così faremo prima! (spinge Philippe e Colette fuori e poi a Bertrand) Ti stai comportando in modo deplorevole. Bella figura davanti al tuo futuro genero! (esce. Suonano alla porta)

BARNIER - (si alza di botto) La mia valigia! Mio Dio, fa che sia la mia valigia! (si precipita. Da fuori) Ah, è lei?

JACQUELINE - (da fuori) Sì, sono io.

BARNIER - (da fuori) Desidera?

JACQUELINE - (entrando seguita da Barnier) Signore, sono disperata!

BARNIER - Tutti lo siamo, signorina!

JACQUELINE - Non so dove sia Christian!

BARNIER - Se è come penso io dovrebbe essere qui tra poco!

JACQUELINE - Davvero?

BARNIER - Per via di una certa valigia! Non le racconto la storia, perché quando la racconto tutti mi prendono per pazzo!

JACQUELINE - Povero signor Barnier…

BARNIER - Grazie per la commiserazione. Dunque, il signor Martin si è recato, con la valigia dei gioielli, ad un falso indirizzo che gli ho dato.

JACQUELINE - A un falso indirizzo?

BARNIER - Non cerchi di capire… Torni a nascondersi. (la spinge verso la porta) Riderà bene chi riderà ultimo! (la spinge)

JACQUELINE - Ma signore!

BARNIER - Non discuta, altrimenti chiamo la polizia! (suonano) Attenzione, forse è lui. Si nasconda, presto! (chiude la porta) Mio Dio, fa che sia la mia valigia!

BARNIER - (da fuori) Ha fatto in fretta!

CHRISTIAN - (da fuori) Sono andato e venuto con la carrozza! (entrano. Christian ha in mano la valigia che depone)

BARNIER - Allora?

CHRISTIAN - Mi è capitata una cosa orribile!

BARNIER - Davvero?

CHRISTIAN - Jacqueline!

BARNIER - Non l’ha trovata?

CHRISTIAN - Sì.

BARNIER - E dove?

CHRISTIAN - Non so come dirlo…

BARNIER - Perché?

CHRISTIAN - La credevo un angelo ed era una poco di buono.

BARNIER - Che mi dice?

CHRISTIAN - L’indirizzo che mi ha dato…

BARNIER - Ebbene?

CHRISTIAN - È una casa d’appuntamenti!

BARNIER - Non mi dica!

CHRISTIAN - Sì!

BARNIER - Clandestina?

CHRISTIAN - Opino!

BARNIER - Che coincidenza!

CHRISTIAN - L’avrebbe mai sospettato?

BARNIER - Mai!

CHRISTIAN - Mi ha aperto una orribile donna, la padrona… le ho chiesto di Jacqueline e lei subito mi ha parlato del prezzo!

BARNIER - Ed era un prezzo ragionevole?

CHRISTIAN - Ecco perché Jacqueline non voleva dirmi il suo vero nome!

BARNIER - Aspetti un momento! (toglie di tasca il suo taccuino e annota) Era Via delle Figlie Perdute 35, vero?

CHRISTIAN - Adesso, signor Barnier, la vita non ha più scopo per me e le riporto i gioielli (gli dà una valigia)

BARNIER - Ah, finalmente (apre la valigia e riesce il reggipetto) Ancora la valigia di Bernadette! Sempre quella!

CHRISTIAN - Scusi, mi sono sbagliato! (prende la vera valigia e la dà a Barnier)

BARNIER - Mi faccia un piacere. Io mi giro, lei apra la valigia e se ci sono i gioielli, batta tre volte le mani, cosi… (batte le mani) Ma se fosse ancora la valigia di Bernadette, la supplico di non dire niente, non un gesto: silenzio!

CHRISTIAN - Non capisco.

BARNIER - Nemmeno io… Ecco, mi volto. Apra la valigia e faccia quanto le ho detto! (si volta e Christian apre la valigia e batte tre volte le mani) Questa è la volta buona! Non la lascio più (si stringe contro il petto la valigia) Grazie figliolo, e per ricompensarla di questo gesto voglio dirle tutta la verità… Saprà bene che, nella vita, il denaro non è tutto!

CHRISTIAN - Come è vero! Io darei tutto quello che ho perché Jacqueline non fosse quello che è!

BARNIER - Esaudito! Avevo inventato quell’indirizzo. Jacqueline non è mai stata in quella casa ed è una ragazza onestissima!

CHRISTIAN - Davvero?

BARNIER - Sì. L’aspetta in quella camera…

CHRISTIAN - Oh, signor Barnier, non dimenticherò mai quello che ha fatto per me!

BARNIER - Nemmeno io! Vada! (Barnier posa la valigia e si assicura che contenga i gioielli. Suonano alla porta. Lui lascia la valigia, poi ci ripensa, torna indietro e si riprende la valigia; poi va ad aprire)

CHARLOTTE - (da fuori) Buon giorno, signore; mi manda l’agenzia.

BARNIER - (da fuori) Benissimo, venga pure avanti… (Charlotte entra seguita da Barnier) Si accomodi, prego. (si siede sulla valigia)

CHARLOTTE - Grazie, signore. (si siede)

BARNIER - L’agenzia le ha detto di che si tratta?

CHARLOTTE - Certamente.

BARNIER - Lei è già stata a servizio?

CHARLOTTE - Sì, signore.

BARNIER - Ha referenze?

CHARLOTTE - Eccole! (trae dei documenti dalla borsetta) Il mio primo benservito risale a ventiquattro anni fa!

BARNIER - A tanto?

CHARLOTTE - Sì, infatti mi è sembrato molto buffo quando mi hanno detto di presentarmi qui…

BARNIER - Perché, buffo?

CHARLOTTE - Non volevo venire, poi…

BARNIER - Per quale ragione?

CHARLOTTE - Ecco, legga! (gli porge un certificato)

BARNIER - (legge) “Io sottoscritta, Eugenia Barnier…”, ma questa è la calligrafia di mia madre…

CHARLOTTE - Sì!

BARNIER - (la guarda bene) Charlotte!

CHARLOTTE - Sono io! Sì, sono stata al servizio della sua famiglia trentanove anni fa…

BARNIER - È straordinario!

CHARLOTTE - Eh! Il tempo passa!… Lei, allora, era un gran bel ragazzo!

BARNIER - E adesso sono un pover’uomo con una valigia!

CHARLOTTE - Beh, tanto povero non direi!

BARNIER - Lo sa che mi fa piacere rivederla?

CHARLOTTE - Anche a me.

BARNIER - Ha ancora un magnifico aspetto…

CHARLOTTE - A quell’epoca ero molto giovane…

BARNIER - E cosa ne è stato di lei… dopo?

CHARLOTTE - Ho continuato ad andare a servizio…

BARNIER - Sposata?

CHARLOTTE - No. Ma ho una figlia!

BARNIER - Davvero? E quanti anni ha?

CHARLOTTE - Trentotto… Si sposerà tra poco!

BARNIER - Complimenti!

CHARLOTTE - L’unica cosa che mi rattrista è che non potrò darle una piccola dote…

BARNIER - Ora che ci siamo rivisti mi permetterà di farle un regalo di nozze?

CHARLOTTE - Il signore è molto buono!

BARNIER - E il fidanzato?

CHARLOTTE - Un bravo giovane con una buona posizione…

BARNIER - Mi fa piacere…

CHARLOTTE - Sì, guadagna 800.000 franchi al mese ed è direttore di una grande azienda…

BARNIER - 800.000… una grande azienda… Non si chiama per caso Christian Martin?

CHARLOTTE - Lo conosce?

BARNIER - Eh! Se lo conosco. Ma allora lei è la mamma di Jacqueline?

CHARLOTTE - Conosce anche lei?

BARNIER - Ma certo, è mia figlia!

CHARLOTTE - Lei sapeva e taceva?

BARNIER - Come?

CHARLOTTE - Sapeva che Jacqueline era sua figlia?

BARNIER - No… no… non è possibile!

CHARLOTTE - Non ho mai voluto dirlo… ma dato che lei è al corrente!

BARNIER - Ma non è un po’ troppo tutto nella stessa giornata?

CHARLOTTE - Si sorprende?

BARNIER - Certo che lo sono ed anche con ragione. Ma perché ha aspettato tutti questi anni per dirmelo?

CHARLOTTE - Me ne è mancato sempre il tempo… (piange)

BARNIER - Oh, Charlotte non faccia così!

CHARLOTTE - (piange fra le braccia di Bertrand) Oh, Bertrand! (tutti e due sono scossi da singhiozzi)

GERMAINE - (entra e vede la scena) Che ti è successo, Bertrand? Chi è questa donna?

BARNIER - (sempre piangendo) È la nuova cameriera!

GERMAINE - Beh, non mi pare sia il caso di piangere, no? (a Charlotte) Ha qualche dispiacere?

CHARLOTTE - No, sto piangendo di gioia!

BARNIER - Anch’io!

GERMAINE - È felice d’essere assunta a servizio da noi?

CHARLOTTE - Oh sì, signora!

GERMAINE - E anche tu, Bertrand, sei contento?

BARNIER - (asciugandosi le lacrime) Tanto!

GERMAINE - E allora non resta che dichiararmi solidale con la vostra felicità! (esce)

BARNIER - Jacqueline è di là! (indica la porta)

CHARLOTTE - Davvero?

BARNIER - (apre la porta e chiama) Jacqueline! Piccola mia! È così carina!

JACQUELINE - (appare con Christian) Mamma, cosa fai qui?

CHARLOTTE - Jacqueline, ti presento tuo padre…

JACQUELINE - Non ricominciamo, mamma…!

CHARLOTTE - Sì. Ti ho sempre mentito dicendoti che eri orfana. Oggi dico la verità: il signor Barnier è tuo padre!

JACQUELINE - Veramente?

CHARLOTTE - Il solo!

JACQUELINE - (si butta tra le braccia della mamma) Oh, mamma, come è piccolo il mondo!

CHRISTIAN - Bertrand, urge darci un bacio!

CHARLOTTE - Lei è Christian?

JACQUELINE - Sì, mamma, è lui!

CHARLOTTE - Permette che l’abbracci! (si abbracciano e piangono tutti e quattro)

GERMAINE - (entrando con Colette) Ma qui è un pianto generale

JACQUELINE - Signora, permette che mi presenti?

BARNIER - Più tardi. Le presentazioni dopo!

OSCAR - (entra a razzo) Ho vinto!

BARNIER - Cosa ha vinto?

OSCAR - Sente la folla? (rumore di folla in avvicinamento) Posso telefonare?

GERMAINE - Un altro matto!

COLETTE - Non parti più per il Polo?

OSCAR - No, parto per Hollywood! (al telefono) Pronto? Polizia?… Ho vinto il concorso “Diventate una stella del cinema comprando saponette Barnier”!

TUTTI - Oh!

COLETTE - Passerotto mio!

OSCAR - Coccola mia, sono inseguito dalla folla: reclamano il mio autografo!

COLETTE - Cucciolotto!

OSCAR - Puledrina! (adesso tutti parlano uno sull’altro in accelerazione. Al telefono) Sono qui, in casa, del signor Barnier… Sì, in casa sua… Sì, quello delle saponette! 21 Boulevard Suchet… Mandate un rinforzo di agenti, presto!

COLETTE - (piange) Che fai, mi lasci?

OSCAR - No, questa volta verrai con me!

COLETTE - Come sei caro!

BERNADETTE - (entrando) A momenti mi ammazzano!

BARNIER - La mia valigia! La mia valigia! Merita un bel bacio! (bacia Bernadette)

GERMAINE - Adesso gli ha preso di baciare tutte le domestiche!

PHILIPPE - (rientra) Signora Barnier, mi dispiace, ma devo proprio andarmene!

GERMAINE - Di già! Quanto mi dispiace?

CHRISTIAN - Tutto questo fa pubblicità signor Barnier. Le chiederò un altro aumento!

BARNIER - Mio caro Christian… (Bernadette se ne è andata via discretamente con una valigia. Rientra Charlotte spaventata)

CHARLOTTE - Signore! Signore! Vi sono all’ingresso due poliziotti e due infermieri.

BARNIER - Due infermieri? E cosa vogliono?

CHARLOTTE - Dicono che qui c’è un pazzo che non la smette di telefonare…

BARNIER - Un pazzo?

CHARLOTTE - Dicono che sono venuti per portarlo via…

PHILIPPE - Arrivederci a tutti!

BARNIER - Arrivederci! (esce Philippe) Un pazzo? Chi sarà?

PHILIPPE - (da fuori) No, lasciatemi! Non sono io! Io sono il massaggiatore! Aiuto! Non sono io! Sono innocente! (tutti escono per vedere, poi tacciono)

JACQUELINE - Ecco fatto! L’hanno portato via!

TUTTI - (rientrando) Oh!

BARNIER - Poveretto!

CHRISTIAN - Senta, Bertrand. Se non sbaglio io ho sempre quel suo foglietto di carta…

BARNIER - Che foglietto?

CHRISTIAN - Quello nel quale si impegna a versarmi 45 milioni di franchi se sposo sua figlia…

BARNIER - Ma era uno scherzo, vero Germaine?

CHRISTIAN - Signor Barnier, sollecito l’onore di diventare suo genero!

BARNIER - Accordato!

OSCAR - Ah, no!

BARNIER - Accordato!

GERMAINE - Ma Bertrand…

BARNIER - Accordato!

GERMAINE - Fra poco diventerò pazza anch’io!

CHRISTIAN - Allora, papà, me la restituisci la valigia?

BARNIER - Eccola è tua, figlio mio! Prendi! (porge la valigia, la apre e ancora una volta esce fuori il reggiseno di Bernadette)

BARNIER e CHRISTIAN - (urlando escono) Bernadette! Bernadette! (tutti restano allibiti)

SIPARIO