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Titoli provvisori:

O S V A L D O

due atti

 oppure

 (1° atto)

atto unico

(in italiano)

di

Pippo Spampinato

Personaggi:

UGO, giovane marito.

SANDRA, sua moglie.

CELESTE, madre di Sandra.

MATILDE, madre di Ugo.

     

ORAZIO FISICHELLA, anziano vedovo.

OSVALDO.

La scena:

Un soggiorno nell’appartamento di Ugo e Sandra, dove vive anche Celeste, madre di lei.

Nella parete in fondo c’è una larga apertura (che fa da comune) e un disimpegno che conduce all’ingresso, andando verso destra e nelle altre stanze, andando verso sinistra. Nella parete di destra c’è un porta che conduce in cucina e in quella di sinistra si apre una larga finestra a vetri.

Mobili adatti e con gusto per un soggiorno di una casa non di lusso ma con una certa agiatezza. In fondo sulla sinistra si trova un piccolo divano con tavolinetto dove sono poggiate giornali e riviste. Alcune sedie. Su un mobiletto è poggiato un telefono. 

  

IN SICILIA, NELLA CITTA’ DI CATANIA, OGGI

PRIMO ATTO

ALL’APERTURA DEL SIPARIO SANDRA E’ SOLA IN SCENA

MENTRE PARLA AL TELEFONO

SANDRA

Mamma… ti ripeto: nessun disturbo. Tu non sei la suocera ma la madre di mio marito. Anzi mi fa tanto piacere… Certo! A tutti noi. Ci fa tanto piacere! Tu lo sai che a me piace la compagnia… Ma certo!... Sarà un ospite gradito… Avrò il piacere di conoscerlo! Sì, sì!... Anche Ugo!... E’cambiato, sai?… Ugo, sì! Tuo figlio! Ama il chiasso, l’allegria… la comitiva… No. I viaggi, no! Per quanto riguarda muoversi, conoscere nuovi posti… non ti assomiglia. No... no! Non ci sono riuscita… Però… (Una lunga pausa) Ma certo! Sarà felice… Sì, Ugo! (Una breve pausa) Siamo stati soli facendo una vita monotona da quando ci siamo sposati. Va beh!… (Una pausa) Mia madre? Casa e chiesa…. (Pausa) Ora, è a Messa. Ci va ogni domenica. Oggi è domenica, no? (Altra lunga pausa) Sì, sì! Col tuo arrivo passeremo meglio le giornate… Sì! Anche con l’ospitalità al tuo amico… ne sono certa! Sarà magnifico! Tu sai sempre scegliere bene gli amici. Non vedo l’ora che arrivate. Come?... Ugo dovrebbe rientrare a momenti. Vuoi che  viene a prendervi?... (Breve pausa) No?!... Come tu vuoi!... Aspetta!… Mi sembra che hanno aperto la porta… C’è Ugo! (Lascia la cornetta e chiama) Ugo sei tu? (Al telefono) Permettimi, vado a vedere… (poggia la cornetta e si avvia all’ingresso) Ugo… Dove sei?

LA SCENA RIMANE VUOTA E SI ODE IL TELEFONO CHE GRACCHIA.

DOPO UN POCO SI FA SILENZIO ED ENTRA UGO SEGUITO DA SANDRA.

UGO

(Va subito a prendere la cornetta del telefono) Mamma… (ascolta inutilmente, poi si rivolge a Sandra) Ha chiuso!

SANDRA

Sarà caduta la linea (si porta al telefono e armeggia).

UGO

Lascia! Vado a prenderla! In quale albergo si trova?

SANDRA

(Dopo aver chiuso il telefono) Ma non è in albergo. Si trova in un bar. E non vuole che tu la vai a prendere.

UGO

Perché?

SANDRA

Ma per niente! Non vuole scomodarti. Viene lei stessa… Ha preso in noleggio una macchina. E’ con un amico… Stanno facendo colazione in un bar… qui vicino!

UGO

Colazione al bar?

SANDRA

Ma sì… Non è sola. È in compagnia, ti dico. Verranno a momenti.

UGO

Verranno?

SANDRA

Sì!... Sarà qui con il suo amico. Tua madre è in compagnia di questo suo amico.

UGO

L’ho sentito!

SANDRA

 Un signore che ha conosciuto sul treno… in aereo… o sulla nave, credo. E sono diventati amici… o forse si conoscevano prima. Non so! Non ho chiesto. Ha detto che verrà con questo signore suo amico. Io li ho invitati a tutti e due. Tua madre e il suo amico saranno nostri ospiti… per qualche giorno!   

UGO

Ma chi è quest’amico? Lo conosci, tu?

SANDRA

Io? È amico di tua madre… Che c’entro io?

UGO

Dico: Chi è questo signore? Che vuol dire amico di mia madre?

SANDRA

Un amico, sì! Perché ti alteri? E’ solo un amico! Non può avere degli amici tua madre? Cosa  ci trovi di strano?

UGO

Sì, però… venire qua con un amico… e poi… ospitare… Hai detto ospitare, mi sembra. Ho sentito bene?

SANDRA

Ho detto proprio così! Li ospiteremo tutti e due.

UGO

Ma scusa: c’è tua madre.

SANDRA

Che vuoi dire?

UGO

Tua madre vive con noi… in questa casa.

SANDRA

Ebbene?

UGO

Dico… le potrebbe dispiacere… Chi è questo signore? Che tipo è? Chi lo conosce? Tu lo sai com’è mia madre… fa amicizie, certe volte, non proprio ortodosse.

SANDRA

Ma cosa vai dicendo? Tua madre è una donna intelligente. Frequenta il bel mondo. Viaggia continuamente in crociere… Beata lei!

UGO

Sì, però… tu lo sai che tipo è! E ora, con l’età, sta diventando sempre più stravagante… Sempre peggio! (A sé) Un amico?! Qualche avventuriero. Ci vuole niente a mettersi negl’imbrogli. E’ meglio starne lontano!

SANDRA

Ma è tua madre! Scusa, non la vedi da più di un anno…Se n’era ritornata lassù dalle sue parti. Ora è in Sicilia… Vuole passare alcuni giorni qui città… E deve andarsene ad alloggiare in albergo?

UGO

Ma non è sola.

SANDRA

Appunto! Non è sola perché vuole la compagnia. Tua madre ama la compagnia. E se vuoi saperlo: anch’io! Non so isolarmi io! Tu invece…

UGO

Ti ripeto che c’è tua madre… Vive con noi anche tua madre.

SANDRA

E con ciò? Abbiamo tanto spazio…

UGO

Se ben ricordo l’ultima volta che è venuta hanno bisticciato. Sì, sì! Colpa di mia madre… Tra loro, bisogna ammetterlo, non corre buon sangue.

SANDRA

Cose passate! Nessuno lo ricorda più! È passato del tempo… anche più di un anno. È stato, non l’ultima volta che è venuta, ma ancora prima. Comunque saranno nostri ospiti! Così ho deciso! E così è giusto fare!

SI SENTE IL SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO

UGO

Già qui?!

SANDRA

Si trovavano in un bar qui vicino. Vai ad aprire!

UGO

Meglio ci vai tu!… Vai tu a ricevere quel signore…

SANDRA

Ma è tua madre… che non vedi da un anno. (Spingendolo) Vai! Non fare il cretino!  Io metto un po’ d’ordine…

UGO SI AVVIA PER IL FONDO ED ESCE,

MENTRE SANDRA SISTEMA I CUSCINI SUL DIVANO.

DOPO UN POCO SI SENTE DALL’INGRESSO UGO CHE DICE:“È tua madre”.

SANDRA

(Portandosi sul fondo) Mamma, ma non hai le chiavi?

CELESTE

(Entrando) Non li trovo. Forse li avrò messi nell’altra borsa.

UGO

(Entrando e rivolto a Sandra) Informa tua madre di quello che hai in mente di fare.

CELESTE

Che cosa?

SANDRA

Ma niente! Sta per venire la mamma di Ugo. L’ho invitata nostra ospite per qualche giorno...

CELESTE

Hai fatto bene! Ugo, a me fa tanto piacere! Così staremo in compagnia.

UGO

Mia madre…  non viene… lei sola. È in compagnia. (A Sandra) Perché non parli?

SANDRA

È in compagnia di un’altra persona… Ospiteremo tutte e due.

CELESTE

Ma certo! Se  viene con un’amica, sarà ospite anche lei! Ci mancherebbe! Hai fatto bene!

UGO

Non è un’amica.

SANDRA

È un suo amico. Un amico che ha conosciuto in crociera, credo. Volevano andare in albergo ed io ho insistito a volerli ospitare in casa nostra…

CELESTE

Un amico???

UGO

(Ironico) Ha insistito!... Credo che non vedevano l’ora. Mia madre alle volte è proprio taccagna.

SANDRA

Non dire che è anche un’approfittatrice. Tua madre, invece, i soldi li sa spendere bene! E sa anche ben divertirsi. Tu non le rassomigli per niente! E dire che i latini dicevano: “mater semper certa est!” A te forse ti avranno scambiato nella culla.

 CELESTE

(Alla figlia) Ma scusa, dove li fai dormire? Abbiamo una sola stanza per gli ospiti.

SANDRA

 Ci sono due letti…

UGO

Assieme… nella stessa stanza?

SANDRA

Due letti separati.

CELESTE

Si potrebbe sistemare un letto nella mia stanza.

UGO

(Distratto) Per chi?

CELESTE

Come?

UGO

Voglio dire… Mia madre non credo che voglia disturbare tanto e poi lei vuole la sua libertà.

Io la conosco!...

SANDRA

Anch’io! La conosco bene anch’io! E sono certa che saprà come comportasi dormendo  con un… amico nella stessa stanza. Bisogna chiederglielo e… caso mai metteremo un letto qui nel soggiorno.

UGO

Ma qui è di passaggio…

CELESTE

Dice bene Sandra. Bisogna chiederglielo. Aspettiamo che vengano!

SI SENTE IL SUONO DEL CAMPANELLO

SANDRA

Eccoli! Sono arrivati! (Si avvia in fretta all’ingresso ed esce).

ANCHE CELESTE E UGO  SI PORTANO CON CALMA ALLA COMUNE,

 uscendo prima ugo e poi celeste.

celeste, prima D’USCIRE, sistema  il vestito e

dà anche una sistemata ai capelli.

LA SCENA RIMANE VUOTA PER UN POCO,

 MENTRE DALL’INGRESSO SI SENTONO LE VOCI CON I SALUTI E

 I CONVENEVOLI

MATILDE

(Entrando per prima) Mi sembra di avervelo già detto, ragazzi: avete una bella casa! Poi tu Sandra, hai avuto veramente buon gusto nel saperla arredare. (Ad Osvaldo che entra dopo) Non ti sembra Osvaldo? (Entra Sandra) È tutta opera di questa vezzosa fanciulla! Mio figlio invece si accontenta sempre di tutte le banalità che gli vengono proposte. Nella vita bisogna essere esigenti! (Si porta al divano e siede. Entrano Ugo e Celeste) Vieni Ugo siedi accanto a me (Ugo esegue).Vedo che stai bene!

UGO

Sì, sto bene.

OSVALDO

(Un poco eccentrico, veste elegantemente. Tiene girata sul collo una lunga sciapa colorata che gli pende sul davanti e indossa un cappello bianco a larghe falde) Il buon gusto alberga nelle menti delle persone intelligenti. Bisogna mostrare sempre la propria creatività per essere apprezzati. E così sono quasi tutte le donne! Ma non è vanità. Noi uomini invece restiamo quasi sempre in quiescenza… e pronti a ricevere sempre la bellezza e la femminilità che è nel loro comportamento.

SANDRA

Devo dire che io sono sfaccendata tutto il santo giorno e mio marito invece è preso dal suo lavoro l’intera giornata. Quando rientra è sempre stanco!

OSVALDO

(Va a prendere la mano di Sandra e baciandola con galanteria) Spero non trascuri di cogliere il profumo di un fiore così fragrante e delizioso.

MATILDE

Cara Celeste, vedo che stai per uscire. Non vorrei che la nostra venuta scompigliasse le tue abitudini.

CELESTE

No! Sono invece rientrata proprio ora! Sono stata a Messa. Anzi, permettetemi che vado a cambiarmi… Mi preparo per la cucina. Permesso! (Si avvia in fondo a sinistra).

MATILDE

Prego…

OSVALDO

Vorremmo con piacere godere ancora della sua presenza, bella signora. Ma portarsi ai fornelli è sempre un obbligo!

CELESTE

Grazie!... (Esce).

OSVALDO

Se la padrona di casa, questa bella fanciulla permette, vorrei avere la gioia di trafficare anch’io in cucina. Per chi non lo sapesse ho frequentato un corso per chef  a Parigi.

SANDRA

Davvero???

OSVALDO

Solo per qualche mese… ma è bastato a insegnarmi qualcosa.

MATILDE

Sei il solito ed impertinente bugiardo! Il solito sbruffone.

OSVALDO

Lo dicevo solamente per essere ammesso in cucina. In verità mi sono solamente iscritto. (A Sandra) Chiedo scusa! Però mi piace davvero trafficare tra i fornelli e possibilmente preparare qualcosina di mia creazione che mi permette di emergere dalla folla degli anonimi.

SANDRA

Certamente! Lo chiederemo alla mamma! È lei che dirige in cucina!

MATILDE

Perché non andate sotto, a prendere le valigie? Ugo dai una mano anche tu!

UGO

(Alzandosi) Sì, sì! Andiamo… 

OSVALDO

Grazie!... Ma non è necessario. Ci penserò io solo!

UGO

(Sta per risedersi ma gli viene impedito da Matilde) Andiamo invece! (Si avvia per la comune ed esce seguito da Osvaldo).

MATILDE

(Appena rimane sola con Sandra) Ho conosciuto Osvaldo il mese scorso e mi è bastato capire che anche lui ha bisogno di compagnia come me. E’ una persona speciale e per me un caro amico. Sai Sandra? La vita in due trascorre più serena e alle volte è anche divertente. Osvaldo poi è un artista! Sa dipingere bene! Ma meglio ancora è molto bravo nelle foto. La fotografia per lui è un’arte! Dice che è gioco di luci e di ombre. Insomma, alla maniera del Caravaggio. Dovresti farti fare delle belle foto artistiche anche tu. Il tuo viso è ancora da ragazza. Un bel volto in tv, si dice, buca il video e nella fotografia, invece, buca la lastra. A me mi ha fatto posare col viso in penombra, ma col corpo, devo dire, in alcuni atteggiamenti… diciamo: seducenti.

SANDRA

Con il corpo… come?

MATILDE

Sì! Nudo! E in atteggiamenti proprio: sensuali e seducenti. Non volgari. (Dopo una pausa) Sandra, tengo ancora un bel corpo, sai?

SANDRA

Ma certamente! E’ evidente! Ti mantieni sempre giovane. Oggi non è difficile…

MATILDE

Faccio palestra. E niente chirurghi estetici. Solamente ginnastica! Frequento qualche centro estetico di alta classe. I soldi ci sono, grazie a Dio! O meglio… ci sono stati!

SANDRA

Fai bene!

MATILDE

Spero non vi fate scrupolo se Osvaldo ed io dormiamo nella stessa stanza. Due letti separati! Dico per tua madre… Sai, in albergo occupiamo sempre un solo locale.

SANDRA

Avevo proprio pensato questo! Due letti nella stanza degli ospiti. Dormirete lì! S’intende, però, che tutto l’appartamento è a vostra disposizione.

MATILDE

Oh, grazie! Sei gentile!

CELESTE

(Ha cambiato abito; entra venendo dalla sinistra e, annodandosi un grembiule, si avvia alla porta di destra) Eccomi pronta! Vi dovete contentare di quello che possiamo offrirvi. Quello che c’è! Oramai è tardi per uscire… e poter comprare qualcosa… (esce).

MATILDE

Ma certamente, Celeste! Siamo di famiglia, no?

SANDRA

Mia madre è brava in cucina. E vuole fare tutto da sola. Io penso solo alla colazione o meglio solo alla mia colazione… dato che mi alzo tardi la mattina e già loro hanno fatto tutto. Ugo va via presto.

MATILDE

Anch’io la mattina faccio tardi, mentre Osvaldo è già in piedi da un bel po’. Ha già preparato il caffè, che mi porta a letto. Che caro! (Indicando in fondo) Eccoli!

ugo e osvaldo ATTRAVERSANO il disimpegno da destra a sinistra,

 trascinando ognuno delle borse da viaggio e valigie trolley

Hai sentito poco fa? Voleva fare tutto lui, Osvaldo. E’ bravo davvero e… poi, alla sua età, ha tanta energia. Tanta, ma proprio tanta! Mi capisci?

SANDRA

Certo, certo!... Anche tuo figlio…  Ma lui è giovane… e devo dire che… (piano e a sé) proprio tanta tanta poi… (Forte) Va tutto bene! (Dopo una brevissima pausa) Vuoi che uniamo i due letti?

MATILDE

No, vanno bene così! Non ci fermeremo molto. Solo qualche giorno. Osvaldo è interessato a conoscere la città. Vuole fare qualche foto ai monumenti.

SANDRA

Vi farò compagnia! Credimi, io non conosco ancora bene la città. E dire che sono già due anni che abitiamo qui. Quando vivevo in paese venivo raramente a Catania. Mi piacerebbe visitarla. Mi accoderò!

MATILDE

Farai da guida ad Osvaldo. Io rimarrò a casa; non mi va di camminare.

SANDRA

Va bene! Andremo in giro solo noi due. Sono certa che neanche Ugo vorrà venire.

MATILDE

Potresti dirlo anche a tua madre. Chissà se Celeste volessevenire e girare per la città?

SANDRA

Chi? Mia madre? Lei, se esce, va solo in chiesa o all’università della terza età. E dire che poi non è proprio anziana, ma ancora giovane.

MATILDE

Allora andrete voi! Io non mi sento proprio. Osvaldo è un gran chiacchierone e non ti farà annoiare.

SANDRA

Me ne sono accorta!  E a me è molto simpatico! Davvero un simpaticone! Bene!

DAL FONDO, VENENDO DA SINISTRA, ENTRA OSVALDO.

INDOSSA  UNA GIACCA E UN BERRETTO DA CUOCO.

TIENE IN MANO UN GROSSO CUCCHIAIO DI LEGNO E UN FORCHETTONE.

DAL COLLO, DOVE HA ANNODATO UN FAZZOLETTO, GLI PENDE UNA PICCOLA MACCHINA FOTOGRAFICA

OSVALDO

E… voila! Eccomi pronto! Sto portando con me anche la “Nikon” (indica la macchina fotografica) Comunemente uso la “Canon”, la mia “Carolina”. Oggi, però, dovrò curare molto la messa a fuoco e fare uso di zoom lunghi. Voglio immortalare la mia ultima creazione, il mio nuovo piatto.

SANDRA

Di che si tratta?

OSVALDO

Eh, eh, eh!... Segreto!

MATILDE

Potresti dirci almeno il nome.

OSVALDO

Questo, sì!

SANDRA

E dillo! Sono impaziente!

OSVALDO

L’ho battezzato: “Pasticcio”.

MATILDE

Pasticcio??? Ma pasticcio di che cosa?

OSVALDO

Non posso dirvi altro. Solo: pas-tic-cio! Vedrete!..

SANDRA

Alla degustazione, allora!

MATILDE

Speriamo che non sia davvero un pasticcio.

OSVALDO

Donna di poca fede! Sono certo, invece, di meritare il vostro plauso. Dov’è la cucina?

SANDRA e MATILDE

(Ad una sola voce indicando la porta di destra)Di là!

OSVALDO

Alla carica! (Con passo marziale si avvia alla porta di destra ed esce).

MATILDE

E’ sempre il solito sbruffone. Segno del “Toro”!

SANDRA

E’ simpatico, invece! Un vero simpaticone! Io t’invidio: hai scelto bene!

UGO

(Affacciandosi venendo da sinistra e rimanendo nel disimpegno) Mamma, vado a sistemarti meglio la macchina. La metto, dove c’è un po’ d’ombra.

MATILDE

Hai le chiavi?

UGO

Sì! Me le ha date Osvaldo (va via per la sinistra).

MATILDE

Ed io vado a disfare le valigie. Sandra, permettimi (Va via per il fondo a sinistra).

SANDRA

Fai pure. Io, invece, vado in cucina… (si dirige alla porta di destra ma s’imbatte con Celeste che entra in fretta dalla stessa porta seguita da Osvaldo che vuole farle un foto).

CELESTE

Ma no! Non sono fotogenica.

OSVALDO

Saprò io come fare! Su, un bel sorriso.

SANDRA

Mamma, Osvaldo è un esperto fotografo. Fa delle foto artistiche.

OSVALDO

Su, bella signora… una sola foto e poi trafficheremo insieme! Dico: in cucina.

SI SENTE IL SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO

SANDRA

Chi sarà? (Si avvia per il fondo a destra).

OSVALDO

Una sola foto e poi ai fornelli! Noi due soli. Due chefs impareggiabili! Tu ed io!

CELESTE

Ci diamo del tu?

OSVALDO

Perché no! Ti dispiace? Anche con Sandra…

CELESTE

No. Ma…

OSVALDO

(Senza farla parlare oltre) Siiit! T’immortalerò così con la tua bellissima bocca chiusa (è pronto a fare lo scatto) Guarda in profondità con quegli occhi…

CELESTE

(Coprendosi il volto con le mani) Non voglio, ti dico!

OSVALDO

Ed io sì! Lo voglio! Fortissimamente voglio! Come disse il poeta… (le si avvicina, garbatamente le prende la mano che lei aveva al volto e scherzando le sussurra il noto motivo) “fatti fa fa na foto… Fatti fa fa na foto bellezza mia! Fatti fo… fo! Fatti fo… fo! Fatti fotografàaaa!”

CELESTE

(Piano e quasi a sé) Ci voleva, ora, anche la canzone…(Poi, maliziosa, lo allontana con un dito puntatogli sul petto) Impertinente! E sia! (Assume una posa artistica e sorride) Va bene così?

OSVALDO

Bellissima! ( Scatta la foto) Una foto bellissima! (Galante) E sei bellissima anche tu!

CELESTE

Mi stai facendo arrossire… (A sé piano). Sono tutta una vampa! (Forte) E’ d’assai tempo che qualcuno mi parla così…

OSVALDO

Ti dispiace, forse?

CELESTE

(Subito) No! Anzi… grazie! Mi fa tanto piacere! Il fatto è che ormai ho perso l’abitudine.

OSVALDO

Male! Bisogna sempre e ovunque recuperare.

SANDRA

(Entra venendo da dove era uscita) Mamma, c’è il signor Fisichella.

CELESTE

(Turbata) No, no! (Piano e quasi a sé) Ci mancava quest’altro! (Forte) Digli che non ci sono!

SANDRA

Ma gli ho già detto che eri in casa. L’ho fatto accomodare.

SI SENTE LA VOCE DI ORAZIO CHE DICE: “Permesso?”

CELESTE

(Volendosi allontanare si dirige verso la porta di destra) Mandalo via!...

OSVALDO

(Trattenendola) Aspetta! Ci penso io a cacciarlo! So come fare!

SANDRA

No, no! Meglio ci penso io!

 ORAZIO APPARE NEL DISIMPEGNO, VENENDO DA DESTRA

ORAZIO

Permesso? Dov’è la gentilissima signora Celeste? Che fa si nasconde? (Scorgendola) Oh! Eccola qua!

CELESTE

Si accomodi… presidente! (Ritorna sui suoi passi).

ORAZIO

(Venendo avanti) Ma quale presidente… Io per lei sono innanzitutto un amico. E poi, che siamo all’università? Quando io vengo a farle visita, sono solamente Orazio Fisichella. Se vuole: il cavaliere Fisichella.

SANDRA

Vieni Osvaldo, andiamo in cucina… la mamma poi ci raggiungerà! (Lo prende per mano e si avviano per la porta di destra).

ORAZIO

(Indicando Osvaldo) Avete affittato un cuoco?

OSVALDO

(Si blocca e staccandosi da Sandra, dopo aver tolto il berretto, si avvicina minaccioso a Orazio) Senta… lei è un povero ignorante ed innanzitutto un vero maleducato. Lo vuol sapere perché? Riesce a capire e afferrare la favella altrui? Primo: quando si entra in un luogo senza avere avuto il permesso è da cafone; e quando, poi, non si porge il saluto ai presenti, è da gran maleducato.

SANDRA

(Volendolo allontanare lo riprende per mano e lo tira verso la porta di destra) Lascia!... Vieni Osvaldo!

OSVALDO

Scusa cara, ma non sopporto… (si lascia trascinare e va via con Sandra).

ORAZIO

Ma chi è?...  Un parente?

CELESTE

E’ un amico di mia comare, la madre di mio genero. Sono venuti… e mia figlia li sta ospitando.

ORAZIO

Mi deve scusare signora Celeste, ma non me ne sono accorto… Ero preso dalla sua nobile presenza che appena l’ho vista… non ho guardato altro. Si può dire che sono diventato come cieco. Lei… Sì! Mi abbagliò!

CELESTE

Ma che dici, presidente?...

ORAZIO

E torna con questo presidente!... Mi deve chiamare: signor Fisichella. Anzi: Orazio. Solo Orazio!  Mi farebbe tanto piacere. E se lei permette io la chiamo solo Celeste… Sì! Perché  è una cosa celeste davvero… Celestiale, cosa di Paradiso!

CELESTE

Signor Fisichella… lei mi confonde.

ORAZIO

Ah, ah, ah!... Orazio! O-ra-zio! (Una pausa) Le sembro vecchio?

CELESTE

Neanche ragazzo. La sua bella età ce l’ha!

ORAZIO

E’ vero! Sono anziano… Diciamo meglio maturo. E solo! Da quando sono rimasto vedovo… sono stato sempre solo. Nessun affetto!... Ora, dato che sono solo… così come è anche lei sola… Mi è venuto un pensiero… Un bellissimo pensiero che da qualche settimana mi frulla in testa, ma di più qui nel cuore (indica buffamente).

CELESTE

(Subito) Pensi meglio all’università. E lì, trova tanta compagnia.

ORAZIO

Non è lo stesso! ‘Una cosa è la vita pubblica e un’altra cosa è la vita privata. Le volevo dire…

MATILDE

(Entra da dove era uscita) Tutto fatto! Porto sempre poche cose. (Appena si porta avanti) Oh! Scusate… (A Orazio) Buongiorno! Chi è questo baldo giovane? Mi sembra di conoscerlo… (A Celeste) Tuo fratello?

CELESTE

No, no! Il signore… è il signor Fisichella, il presiden…

ORAZIO

(Subito) Buongiorno! (Presentandosi) Permette? Cavaliere Fisichella! E lei scommetto che è la consuocera. (Matilde gli porge la mano per farsela baciare ma lui, imbarazzato, si esibisce in un buffo inchino) Molto, ma molto piacere!

MATILDE

Piacere mio! Amico di famiglia?

ORAZIO

Sì! La cara signora Celeste mi dà quest’onore. Sono venuto per farle una visita.

CELESTE

Il cavaliere è anche il presidente dell’università…

MATILDE

(Senza farla continuare e con ammirazione) Oh! Ma davvero? Il presidente…

ORAZIO

Sì! Proprio! Ma è solo una carica onorifica.

CELESTE

L’università della terza età.

MATILDE

(Un poco delusa) Ah! Capisco… capisco. E’ sempre una bella carica, però! (Chiedendo) Lei è un medico?

ORAZIO

Chi?

MATILDE

Lei! Dico: ha una laurea?

CELESTE

Ma no. E’ stato scelto tra gli anziani…

MATILDE

Anziani? Ma il signore non è anziano. Anzi… ha un aspetto giovanile. Io direi un bell’aspetto giovanile! Scommetto che è un “Vergine”!

ORAZIO

No. Che vergine? Sono già vedovo. Vedovo e solo!

MATILDE

Dicevo di segno zodiacale. Gli appartenenti alla “Vergine” vivono a lungo e mantengono sempre un aspetto giovanile per tutta la loro lunga vita. (A Celeste) Il signore l’abbiamo anche ospite a pranzo? Vorrei chiedergli alcune cose riguardo alla sua vita vissuta. Sai, Celeste, io sono molto interessata all’astrologia. Osvaldo, per esempio, è un “Toro” e per questo l’ho scelto come amico. I “Tori” uomini, oltre a vivere abbastanza, sono dei veri… maschi.

ORAZIO

Questo è vero! Anch’io sono toro, cioè del segno del “Toro”

MATILDE

Davvero? Ma allora è interessante. Interessantissimo! Vorrei senz’altro conoscere qualcosa di lei. Fare un parallelo con Osvaldo. Celeste, fallo rimanere a pranzo!

CELESTE

Veramente…

MATILDE

Ti prego!

ORAZIO

Mi sembra di capire che volete invitarmi a pranzo? Ma con tanto piacere che accetto! Signora Celeste grazie! Mi fa tanto piacere! Però mi deve permettere di uscire e comprare qualcosa… Un po’ di dolci. Qua sotto…Nella  pasticceria che c’è qua sotto. Allora, vado… e torno (si avvia).

CELESTE

Ma non si deve disturbare…

MATILDE

Aspetti! Devo chiedergli: lei è stato tradito da sua moglie?

ORAZIO

(Bloccandosi) Come???

MATILDE

Dico: E’ a conoscenza di tradimenti della consorte? Perché…

ORAZIO

Tradimenti? Vuole dire se la buonanima…

MATILDE

(Facendo le corna) Sì, sì! Proprio! Perché è assodato che le donne col segno del “Toro” sono sempre vivaci ma fedeli, mentre gli uomini, oltre a vivere a lungo, sopportano con gran pazienza di essere traditi. Lei, scusi… ha sopportato? Voglio dire, insomma, è stato becco? Certamente, sì! Anche se non se ne accorto. Tutti i “Tori” sono cornuti!

ORAZIO

I tori… sì! Hanno le corna… Ma io…

MATILDE

(Tagliando corto) Va bene! Non se n’è accorto!

CELESTE

(Volendolo allontanare) Presidente, se vuole comprare i dolci… vada, prima che chiudano!

ORAZIO

Certamente... ci vado! (Poiché Celeste vuole accompagnarlo) Non si scomodi… conosco la strada per uscire. Faccio da solo.

CELESTE

Prego… prego… (Lo accompagna e assieme vanno via per il fondo a destra).

MATILDE

(Rimasta sola) Povero cornuto! (Va alla porta di destra e bussando chiama) Osvaldo!... Osvaldo!... Vieni fuori da quella benedetta cucina!

SI SENTE LA VOCE DI SANDRA CHE DICE: “ Entra, Matilde…”.

MATILDE

No che non entro! Tutto l’odore della cucina, poi mi rimane addosso. Fai venire fuori Osvaldo! (Si allontana dalla porta e a sé) Con quei suoi intrugli… sono certa che appesterà tutta la casa.

SI APRE LA PORTA DI DESTRA E

APPARE OSVALDO CHE STA FRULLANDO QUALCOSA

OSVALDO

Eccomi!

MATILDE

Entra e chiudi subito quella porta! (Osvaldo, senza smettere di frullare, chiude la porta con i piedi e si porta avanti, mentre Matilde si allontana da lui turandosi il naso) Oddio! La puzza dell’uovo frullato.

OSVALDO

Non temere! Ho messo di già un pizzico di vaniglia. Sto preparando il dolce.

MATILDE

(Rassicurata) Non mi dire che vuoi passare tutta la mattinata in cucina. C’è Sandra che avrebbe piacere di venire con te a visitare i monumenti. E forse anche Celeste. Avevi detto di volere fare delle foto.

OSVALDO

Ma certo! Ho quasi finito! Puoi prepararti per uscire. Hai detto che vuol venire anche Celeste?

MATILDE

Sì! Forse si convincerà. Sai la povera Celeste fa una vita monotona… e sono certa che le farebbe bene variare. Io, invece, non vengo!

OSVALDO

Noo? Perché?

MATILDE

Voglio riposarmi. E poi è da qualche tempo che sono lontana da mio figlio. Rimango a casa con Ugo. Devo anche parlargli per quello che tu sai (si porta al divano e siede).

OSVALDO

Neanche Ugo viene?

MATILDE

Ugo si annoierebbe da morire.

OSVALDO

Bene! Vado io solo con le donne! (Smettendo di frullare) E’ fatto! (Apre la porta di destra e va via).

DAL FONDO, VENENDO DA DESTRA, ENTRANO UGO E CELESTE

UGO

(Portandosi avanti con le chiavi della macchina in mano che maneggia nervoso, rivolto a Celeste che lo segue) Era meglio che saremmo stati noi soli! M’avrebbe fatto piacere di essere a pranzo tutta la famiglia.

CELESTE

Ma non sono sta io! E’ stata tua madre a invitarlo e a insistere.  (A Matilde) Diglielo tu, Matilde.

MATILDE

Cosa?

CELESTE

Non gli fa piacere che a pranzo c’è  il signor Fisichella. Io… non volevo!

MATILDE

Ma sì! La compagnia a tavola fa sempre bene. Mette allegria e fa digerire anche meglio.

UGO

Allegria??? Con quello? Quell’uomo è pesante, oltre ad essere villano e cretino. Io non sopporto poi, l’aria che si dà nel sentirsi chissà che cosa, mentre, invece è nessuno.

CELESTE

Ha ragione Ugo. E’ pesante!

MATILDE

Intanto è del segno del “Toro” come Osvaldo. Ed io voglio sapere una cosa importate. Un dettaglio molto utile per l’astrologia.

UGO

Cosa, cosa?

CELESTE

Tua mamma l’ha invitato perché dice che… Le interessa l’oroscopo…

UGO

(Seccato) Ho capito!... (Si avvia per il fondo a sinistra e prima di uscire si rivolge a Matilde con rabbia) Mamma, non cambi mai! Si sempre la stessa! (Va via).

MATILDE

Tra me e lui non c’è stata mai comprensione. Figurati, Celeste, che io – venendo dal Nord – volevo che lui parlasse in italiano, sin da piccolo. Ma lui, no! Non ha mai voluto. Doveva parlare sempre in dialetto, come faceva suo padre. Un altro siciliano testardo.

DALLA PORTA DI DESTRA ENTRA SANDRA SEGUITA DA OSVALDO

SANDRA

Finito! Osvaldo è uno chef eccezionale! Bravo e molto sbrigativo.

OSVALDO

(Toglie la macchina fotografica che ancora gli pende dal collo e la poggia su un mobile, poi toglie anche la giacca e il berretto da cuoco e li mette poggiati sul braccio) A voi, più tardi, l’ardua  sentenza! Spero che siate clementi! Ma sono certo del vostro gradimento.

SANDRA

Guarda che saremo dei giudici severi.

SI SENTE IL SUONO INSISTENTE DEL CAMPANELLO D’INGRESSO

E, SUBITO DOPO, SI VEDE UGO ATTRAVERSARE IL DISIMPEGNO

 DA SINISTRA A DESTRA

MATILDE

Chi è che suona con tanta insistenza? Avrà certamente premura d’entrare.

CELESTE

(Avviandosi per il fondo) Credo  di sapere chi è! (Sta per uscire dalla destra ma s’imbatte con Orazio che entra tenendo in mano una guantiera avvolta in una bella confezione).        

ORAZIO

(Portandosi avanti e indicando la guantiera) Cannolicchi con la ricotta che non si possono togliere dalla bocca Ogni volta voglio provvedere io per il dolce! Ecco qua!

OSVALDO

Cosa??? Cos’è che c’è dentro… in quell’involto così pacchiano?

ORAZIO

Pacchiano??? Cosa dice? Ho fatto anche mettere un bel nastro col fiocco. Questo è il dolce che ho portato per la fine del pranzo. Scusate se sono pochi ma ho preso tutti i cannolicchi con la ricotta che c’erano. L’avevano riempiti proprio al momento.

OSVALDO

(Si avvicina a Orazio e con garbo va a togliergli la guantiera) Dia a me! (Poi gli consegna la giacca e il berretto da cuoco) Cortesemente… vuol tenere un attimo… Anzi se vuol essere così gentile, vada a poggiarli in quella sedia, lì accanto la finestra (Orazio esegue, mentre le donne curiose stanno attente a ciò che Osvaldo ha in mente di fare) Dato che si trova lì… può cortesemente aprire la finestra. Mi sembra che c’è aria di chiuso. Non le pare? Apra! Apra!

ORAZIO

(Contento di rendersi  utile, con volto gioioso si porta alla finestra e l’apre in parte) Va bene così?

OSVALDO

Ancora!... Ancora!...

ORAZIO

(C. s.  apre la finestra ancora un poco) Così?

OSVALDO

(Quasi gridando e con voce di comando) Tuuutta! (Orazio la spalanca) Ora si metta di lato!

ORAZIO

(C. s. e col volto ancora più radioso esegue spostandosi con le spalle radenti il muro) Così?

OSVALDO

(Con un gesto da  esperto discobolo fa volare dalla finestra la guantiera).

ORAZIO

(Dopo essersi ripreso, si porta alla finestra e si sporge) Come??? I bellissimi dolci??? Tutti i cannolicchi in  strada???

OSVALDO

(Ad alta voce) Per il dolce sono io che me ne occupo! Solo io! (Gridando) Capìtooo? E  ora si tolga di mezzo perché sono tentato a fare volare anche lei dalla finestra.

ORAZIO

 (Spaventatissimo chiude  d’istinto e subito la finestra, poi si gira e, rimanendo impietrito poggiato al davanzale, riesce a balbettare) Ma… scusi… i cannolicchi…

OSVALDO

Ha chiuso? E allora… (snoda il fazzoletto dal collo e lo avvolge a mo’ di cappio) lo affogo! (Si avvicina ad Orazio e gli grida in faccia) Vada via! Via! Viaaa!

ORAZIO

 Sì… sì… sì!... (Terrorizzato riesce a guadagnare il disimpegno per allontanarsi in tutta fretta ed uscire a destra).

MATILDE

(Come se nulla fosse accaduto, si alza e sentenzia riferendosi ad Orazio) Uno che galoppa in quel modo è sicuramente ascendente “Sagittario”! Mezzo uomo e mezzo cavallo! (Poi si porta da Osvaldo e gli dà un bacio) Tu, caro sei, invece, ascendente “Leone”! Combacia tutto!

OSVALDO

Per la mia esuberanza chiedo clemenza alle signore … Ma, io sono fatto così!

SANDRA

Sei stato magnifico, invece! E’ veramente uno zotico quell’uomo: tronfio e maleducato.

DAL FONDO, VENENDO DA DESTRA, APPARE UGO

UGO

(Portandosi avanti) Cosa è successo? Il signor Fisichella scendeva le scale a quattro a quattro.

OSVALDO

Quattro e quattro fanno otto… Per quante volte? Io sono certo che andando veloce, così com’è partito, quanto prima si troverà fuori sulla strada.

UGO

Ciò vuol dire che il signor Fisichella non rimane a pranzo?

CELESTE

E’ meglio che a pranzo saremo solo noi.

UGO

Ma certamente! (Avviandosi nel disimpegno) Scusatemi, vado di là! Faccio una telefonata… ma mi sbrigo subito. Permesso! (Va via a sinistra).

MATILDE

A dire il vero… a me quel signore non è sembrato come voi dite. E tu, Osvaldo, cerca di non esagerare. Siamo ospiti.

OSVALDO

(Genuflettendosi unisce le mani) Pardon!

SANDRA

Allora?... Mi sembra che il pranzo è già preparato e sarà pronto per le tredici; che facciamo? Vogliamo fare sì o no questa passeggiata per la città? Abbiamo un po’ di tempo a disposizione.

OSVALDO

Ma certamente! (Si allontana in fretta nella sua stanza, portando con sé la giacca e il berretto da cuoco) Arrivo!

MATILDE

Su, Celeste partecipa anche tu a questa escursione. Io ho camminato abbastanza e voglio riposarmi un po’. Rimango a casa con Ugo. Vi aspetteremo per il pranzo. (Va a sistemarsi sul divano).

CELESTE

Rimango anch’io! Non mi va di girare. Catania non è come una volta. C’è tanto traffico e molta confusione. Poi bisogna stare attente agli scippi e guardarsi davanti e di dietro.

OSVALDO

(Ritorna subito abbigliato con giacca e cappello così come quando era venuto e va a prendere la macchina fotografica che aveva lasciato sul mobile) Io sono pronto! Se le signore vogliono seguirmi…

 CELESTE

Io non vengo! Devo preparare!

OSVALDO

 (Si avvicina a Celeste e prendendola per mano) Non vorrai privarmi della tua buona compagnia, bella signora! Vieni! Insisto!

CELESTE

(Svincolandosi) C’è Sandra che conosce meglio di me  i posti da fotografare.

SANDRA

Sì, sì! Andiamo! (Prende per mano Osvaldo e lo trascina verso il disimpegno) Si fa tardi! (Vanno via a destra tutti e due).

CELESTE

Ti lascio Matilde, vado in cucina! Permettimi! (Va via dalla porta di destra).

MATILDE

(Senza alzarsi chiama rivolta verso il disimpegno a sinistra) Ugo, puoi venire un momento?

UGO

(Appare dal fondo e si porta avanti) Eccomi!

MATILDE

Vieni Ugo, siediti accanto a me. (Ugo esegue) Non so come dirtelo ma sono costretta purtroppo a chiedere il tuo aiuto. Figlio mio, sono rimasta senza un soldo. Tutti i miei risparmi se ne sono come volatilizzati; non mi resta altro che quella piccola pensione lasciatami da tuo padre. Perciò ti chiedo un prestito che ti sarà restituito appena venderò l’appartamentino che ho lassù. Ho di già incaricato un’agenzia immobiliare per la vendita.

UGO

Mamma mi dispiace ma non mi è possibile. Abbiamo qualche risparmio ma è messo da parte perché stiamo pensando ad avere un figlio. Tu lo sai, lavoro solamente io e non è che ho uno stipendio alto. Poi le spese ci sono e, sebbene mia suocera contribuisce parecchio poiché finanziariamente lei sta molto bene, io non riesco a mettere da parte qualcosa come si dovrebbe e come ci dovrà servire quanto prima.

MATILDE

E se lo chiedessi a lei?... Tu credi che Celeste sarebbe disposta?...

UGO

Ma scusa, mamma, perché  non lo chiedi al tuo amico?

MATILDE

(Con un lago sorriso) Osvaldo? Ma quello non ha un quattrino. Sono stata sempre io a pagare.

UGO

Hai pagato sempre tu? Bene! Bravo davvero quel tuo amico! Pancia e presenza! Certo che sai scegliere bene i tuoi amici… Io l’avevo capito che era un approfittatore. Dunque ti porti d’appresso un parassita?!

MATILDE

Ma no, Ugo! Sei cattivo! Osvaldo è senza quattrini è vero! Ma non è quello che tu pensi. Con me è tanto affettuoso, gentile e si comporta da gran signore.

UGO

Con i soldi degli altri. A me, quello, sin dal primo momento mi è stato antipatico. Intanto non mi va la sua boria e tutta quella confidenza che si prende. In modo particolare con Sandra.

MATILDE

E’ una persona allegra, stravagante… E’ fatto così Osvaldo. E’ un artista, lui!

UGO

E a me non piacciono gli artisti! Voglio starmene lontano! (Un pausa ) Anzi vado a dire a Sandra di allontanarsi anche lei! (Sta per avviarsi).

MATILDE

Dove vai? Sandra è fuori! Sono usciti Sandra e Osvaldo per fare un giro e visitare qualche monumento. Osvaldo vuol fare delle foto…

UGO

Fuori?! Sandra è uscita? C’è con lei mia suocera!...

MATILDE

No! Celeste è rimasta! Si trova di là che sta preparando. Non agitarti però. Saranno di ritorno per il pranzo (si alza).

UGO

(Avviandosi in fretta per il fondo a destra) Non mi pi-a-ce quell’uomo… (va via).

UN LIEVE E TIMIDO SUONO DI CAMPANELLO

S’ERA GIA’ SENTITO DALLA PORTA D’INGRESSO

MATILDE

(Portandosi alla porta di destra, chiama) Celesteee!…

CELESTE

(Si affaccia dalla porta di destra).

MATILDE

Cara, posso darti un aiuto? Ho i miei acciacchi io, ma non posso permetterti di affaticarti tanto. Tu sei molto brava in cucina, lo so. E sei anche una persona molto buona… generosa…

PROVENIENTE DAL FONDO SI ODONO LE VOCI

 DI UGO E ORAZIO. I DUE  STANNO PER ENTRARE.

CELESTE

(Riconoscendo la voce di Orazio) Madonna santa! E’ tornato?! Matilde, dirgli  per favore che sono uscita (subito rientra chiudendo la porta).

ORAZIO

(Precedendo Ugo appare nel disimpegno) Signor Ugo, vado via subito! Anzi subitissimo! Ma siccome è successo una cosa… Lei non era presente. Vorrei, insomma, chiarire… Due secondi e me ne vado!

UGO

Si accomodi! Io devo uscire, mi permetta. Mamma il signor Fisichella vuol parlare con mia suocera… (ritorna sui suoi passi e si avvia per il fondo a destra).

ORAZIO

(Gridandogli dietro) Può lasciare la porta aperta. Sto uscendo.

UGO

 La lascio aperta! (Scompare).

ORAZIO

(Portandosi avanti) Cara signora… vorrei dire solo due parole a sua comare, la signora Celeste. Se vuol essere così cortese di chiamarla…

MATILDE

Ma la signora Celeste è uscita con mia nuora e il mio amico. Sono in giro per la città.

ORAZIO

Non può essere! La signora Celeste non c’era! Veda, io poco fa, appena sono uscito in strada non mi sono allontanato, anzi mi sono appostato dietro l’angolo… Qua sotto! Perché volevo chiarire quello che è successo con quel signore. Quell’amico suo! Io credo che non è proprio una persona che stia bene. Ha certamente qualche problema.

MATILDE

Nessun problema. Ha solamente quegli scatti, alle volte. Veda: anche per questa sua irascibilità sto pensando di voler troncare la nostra amicizia.

ORAZIO

Brava! Tronchi, tronchi! Chi glielo fa fari? Stare vicino a quella persona non è prudente! (Una breve pausa) Le stavo dicendo che io, appena ho visto che quel signore è uscito assieme a sua nuora, loro due soli! Mi feci coraggio e sono tornato.  La signora Celeste non era con loro!

MATILDE

Forse non l’avrà vista, ma è uscita anche lei!

ORAZIO

(Rassegnato) Ho capito! Non vuole apparire! (Pausa) E va bene! Pazienza! Ma io solamente volevo chiarire… Senta cosa le dico: lei cara signora mi è simpatica, mi sembra di trovarmi al cospetto di una bravissima persona… e anche se non è siciliana possiamo capirci lo stesso. Ecco: io ho lavorato per tutta la mia vita e ho anche risparmiato. Qualche soldo messo da parte ce l’ho. Anzi più che qualche soldo. Insomma sto bene! Abbastanza bene! Ora che sono pensionato e faccio parte tra quelli della terza età… ho deciso di cambiare vita e spendere.

MATILDE

Deciso che cosa?

ORAZIO

Di spende... cioè di fare circolare i soldi che ho. Mi voglio divertire e godermi la vita in modo diverso di come ho fatto nel  passato. Per questo motivo cerco una compagnia. Da solo non è lo stesso. (Una pausa) So… cioè: sono a conoscenza che anche la signora Celeste soldi ne ha assai, ma a me i soldi di lei non interessano. Ne ho io a sufficienza. Ora siccome la signora Celeste è anche lei sola…

MATILDE

Ma scusi perché deve essere proprio lei? Se fosse un’altra?... Celeste non vuole!

ORAZIO

E’ vero! Non vuole! Lo sto capendo! (Pausa) Forse le sembro troppo vecchio.

MATILDE

Ma cosa dice? Lei è appena appena oltre un giovanotto. E’ l’aspetto quello che conta! Lei ha un bell’aspetto giovanile. E… credo anche l’energia di un giovane. Un giovane… diciamo maturo… ma sempre giovane!

ORAZIO

Davvero? Così le sembro?

MATILDE

Ma certamente!

ORAZIO

Però la signora Celeste è ancora più giovane…

MATILDE

Ma lasci stare Celeste! (Una breve pausa) Scusi, io come le sembro?

MALIZIOSAMENTE COMINCIA A MUOVERSI ANCHEGGIANDO

 COME SE FACESSE UNA PASSERELLA.

ORAZIO RIMANE STUPITO A GUARDARLA ESTASIATO.

MATILDE, DOPO LA PASSERELLA, GLI SI ACCOSTA PROVOCANTE.

MATILDE

Sono ben messa, guardi! Constatare per credere! (Gli prende le mani e li poggia sui suoi fianchi e poi al  seno) Tocchi, tocchi! Tutto naturale!

ORAZIO

(Che con piacere si era fatto coinvolgere) Miiih!!!

MATILDE

(Staccandosi) Le sembro floscia?

ORAZIO

Come? Vuole che le tocco la coscia?

MATILDE

Ma no! Dico: Non sono soda?

ORAZIO

Sodissima! Ed è anche magnifica… (fa mimica indicando la rotondità dei fianchi) e pure…(indica un petto prosperoso). Ha capito? 

MATILDE

(Dopo un sorriso) Tu, mio baldo giovane, ti fai capire di più con la mimica. Mi piacciono i tuoi gesti! Sì!... Sì! Mi fanno sentire giovane. Sai esprimerti meglio e bene con le mani, tu!

ORAZIO

E allora… mi faccia esprimere ancora… (Le si avvicina e la tocca come prima, ma con più passione).

MATILDE

(Lascia fare per un poco, poi lo allontana) Calmati! Capisco che sei siciliano con dentro il fuoco dell’Etna… Ma non essere così focoso. (Seducente) Almeno per ora!

ORAZIO

Sono Etneo… figlio di “Mongibello” e… sono anche “Toro”! (Cerca d’afferrarla, ma lei, maliziosa, scappa. Lui la rincorre per la stanza e lei, civettuola, dopo qualche giro, si fa acchiappare, lasciandosi abbracciare fortemente).

DAL FONDO SI SENTE LA VOCE DI OSVALDO CHE E’ RITORNATO

ORAZIO

 (Spaventato si stacca subito) Maria santissima! E’ tornato il pazzo! (Agitato si muove per la  stanza) Dove mi nascondo?

MATILDE

  Non temere, ci sono io! (Cerca di trascinarlo sul divano) Siediti accanto a me.

ORAZIO

(Facendo resistenza) No! Quel pazzo ce l’ha proprio con me! Io non capisco per quale motivo. St’amico suo è certamente pazzo!

MATILDE

Ti ho già detto che io e Osvaldo non siamo più amici. Ho deciso di porre fine alla nostra relazione. Non voglio avere più alcun legame con lui. Io, in questo momento,  sono libera!

ORAZIO

Ed io, invece, in questo momento, sono preoccupato! (Si muove agitato come prima) Non vorrei che mi vedesse… (Ha un’idea. Va a sedersi sul divano dopo aver afferrato un giornale o una rivista da sopra il tavolinetto e, cercando di essere calmo e indifferente, si copre come se leggesse. Ma senza avvedersene tiene il foglio capovolto).

OSVALDO

(Da dentro) Matilde!... Dove sei? Oh che strada stupenda!... (Appare nel disimpegno venendo da destra e rimane lì) Sai cara… qui vicino c’è una strada con tante chiese bellissime. Il tutto in un barocco meraviglioso. E’ la via Dei Crociferi. Nei pressi poi c’è anche un teatro greco-romano incastonato tra i palazzi. Voglio fare delle foto! Sono venuto a prendere la mia “Carolina”  (si avvia per la sinistra).

MATILDE

Aspetta! Poco fa ho parlato con mio figlio.

OSVALDO

(Bloccandosi) Sì?

MATILDE

Non può farmi alcun prestito.

OSVALDO

No? E… allora? (Si porta avanti).

MATILDE

Come ti avevo detto: ognuno per la sua strada! Io non possiedo più neanche un euro.

OSVALDO

(Si accorge di Orazio. Gli si avvicina e gli strappa il giornale. Orazio ha una reazione di paura e comincia a tremare, ma Osvaldo con calma gira solamente il foglio nel modo giusto e glielo ridà) Così! Si legge così!

ORAZIO

(Scusandosi) Stavo guardando solo le figure.

OSVALDO

(Quasi gridando) A testa in giù?

ORAZIO

Così…  mi piace! Guardarle a testa in giù. Però… ora che lei ha girato il foglio…

MATILDE

(Intervenendo) Osvaldo, non essere irascibile! Ognuno legge e guarda il giornale come vuole. Il cavaliere è un mio carissimo amico!

ORAZIO

(Alzandosi e volendo andar via) Io, se vuole, tolgo il disturbo… e vado via subito!

MATILDE

(Con una spinta lo caccia sul divano facendolo risedere) No! Resti! E lui che andrà via! Vero Osvaldo?

OSVALDO

(Capisce e dopo una breve riflessione) Va bene! Domani andrò via!

MATILDE

Mi dispiace! Ma credimi caro, sono stanca di girare. Vorrei fermarmi un po’.

OSVALDO

Io no! Sono uno zingaro, io! (Pausa) Intanto voglio fare queste foto. Chissà se riesca a venderle. (Avviandosi) Vado a prendere la “Canon”! (Va via per il disimpegno a sinistra).

ORAZIO

(Si alza e dopo essersi assicurato che Osvaldo non c’è) Ho sentito tutto! Mi è sembrato che parlava di un prestito non ottenuto. Senta signora…

MATILDE

(Interrompendolo) “Matilde”! Senza appellativo di signora. Sono solo Matilde.

ORAZIO

Certo, certo! “Matilde”! Mi piace anche il nome. Voglio dire: senza aver bisogno del prestito… Io sono solo. Lei, ora, è anche sola… Libero io, libera lei… E dato che non vuole più girare e si vuole fermare … Perché  non si ferma qui… con me? Così io… e tu, Matilde, facciamo coppia e stiamo assieme una vicina all’altro: (indicando) Orazio e Matilde!

MATILDE

Se a te fa piacere… io sono felice di starti accanto.

ORAZIO

Anch’io: felicissimo! (Una pausa) Intanto se permetti, poiché s’è fatto mezzogiorno, ti voglio invitare a pranzo in un bellissimo ristorante alla “Cìvita”, proprio sotto gli archi alla marina, dove si mangia divinamente: pasta alla “Norma” con melanzane e sopra grattugiata ricotta salata morbida, e poi arrosto di salsiccia e carne alla brace. Oppure… Ti piace il pesce?

MATILDE

Ne vado ghiotta.

ORAZIO

Magnifico! Allora ti porto a “Ognina” e lì mangiamo pasta con brodo di pesce pescato fresco nel mare di “Trezza” e poi, triglie rosse alla griglia e fritto di gamberetti rosa pescati freschi nel mare di “Stazzo”. E’ ovvio che pago tutto io! Sempre! (La prende per mano) Andiamo! (Si avviano per il fondo a destra ma s’imbattono con Ugo e Sandra che stanno per entrare).

UGO

(Stupito dell’atteggiamento intimo dei due) Mamma!...

MATILDE

Sì! Il cavaliere Orazio ed io siamo diventati amici. Ho accettato la sua buona e sostanziosa amicizia. Spero che a te non dispiaccia. Ho mollato Osvaldo! Sei contento?

ORAZIO

Signor Ugo, signora Sandra, stavamo andando a pranzo… se vogliono essere miei ospiti…

MATILDE

Su, venite!

UGO

(Dopo una brevissima riflessione) Ma sì! Veniamo!

SANDRA

E… Osvaldo?

UGO

(Autoritario) Lascialo stare! Cammina! Andiamo a mangiare con mia madre e il cavaliere Fisichella (la trascina e tutti vanno via per il fondo a sinistra).

LA SCENA RIMANE VUOTA PER UN ATTIMO.

                           NEL FRATTEMPO, PROVENIENTE DALLA CUCINA,                          

 S’ODE RUMORE DI PIATTI ROTTI E DI UTENSILI CADUTI A TERRA.

 SUBITO DOPO DALLA PORTA DI DESTRA APPARE CELESTE

TUTTA IMBRATTATA DI SALSA E ALTRO.

DAL FONDO A SINISTRA APPARE ANCHE OSVALDO.

OSVALDO

(Ha in mano un’altra macchina fotografica) Cosa è successo?

CELESTE

Un disastro. Si è salvato solo il tuo “pasticcio”.

OSVALDO

(Accostandosi premuroso) Spero non ti sarai spaventata.

CELESTE

(Togliendo il grembiule e cercando di pulirsi) No. Mi è schizzato tutto addosso.

OSVALDO

Aspetta che ti aiuto io! (Lascia su un mobile la macchina fotografica e cerca di pulirle il vestito) Sarebbe meglio toglierlo! (Comincia a staccare qualche bottone).

CELESTE

(Schermendosi, ma non troppo) No… no! Mi vuoi spogliare?

OSVALDO

Tolgo la custodia al capolavoro. Il tuo corpo è tutto un gioiello!

CELESTE

(Allontanandosi pudica) Allontanati meglio! E pensiamo, invece, di recuperare qualcosa per il pranzo.

OSVALDO

Non è necessario! Sono tutti andati a pranzare al ristorante. Li ho sentiti e li ho visti andar via: Ugo, Sandra, Matilde e il suo nuovo amico.

CELESTE

Che vuoi dire?

OSVALDO

Io e Matilde non stiamo più insieme. Lei ha accettato la compagnia di quel rozzo personaggio che ti ronzava attorno.

CELESTE

Il signor Fisichella?

OSVALDO

Quel villano maleducato! Povera lei! Tu, invece, te ne sei liberata.

CELESTE

E tu?

OSVALDO

Io? Sono ritornato ad essere un uomo libero. Domani partirò e… da zingaro, come sono sempre stato, girerò il mondo.

CELESTE

Solo?

OSVALDO

Da solo! Sì!... A meno che… tu non voglia farmi compagnia. (In attesa di una risposta) Eh? (Ancora in attesa, poi) Non ti va di girare il mondo? Esci da questa gabbia e vieni via con me! Ti farò divertire e ti renderò felice. (Ancora una pausa d’attesa) Allora?...

CELESTE

Forse… (Una lunga pausa) Intanto, ora, portami al ristorante! Andiamo anche noi a mangiare fuori! Se vuoi possiamo portare il tuo “pasticcio”.

OSVALDO

Nooo! Io non mangio mai quello che preparo! (Sorridendo) Lo faccio mangiare agli altri.

CELESTE

(A sé e sorridendo anche lei) Che tipo! (Forte) Vado a cambiarmi… (si avvia per il fondo ed esce a sinistra).

OSVALDO

(Rimasto solo  chiede al alta voce) Celeste, hai la carta di credito?

CELESTE

(Dall’interno) Sììì!

OSVALDO

Portala! (Malandrino, girando il cappello alla “ventitre”, rimane in attesa).

CELESTE

(Rientra con furia dalla sinistra. E’ in sottana e a piedi nudi. Tiene in mano la borsa, quella quando era entrata venendo dalla messa, e con agitazione rovista dentro) Non trovo il portafoglio. Doveva essere qui! E la carta era lì dentro. (Si porta al tavolinetto e scarica tutto il contenuto della borsa). Qualcuno mi ha derubato; senza che io me ne accorgesse ha aperto la borsa e preso il portafoglio. (Cercando tra gli oggetti che si trovavano sul tavolino ) E… anche le chiavi di casa. Non ci sono! Ecco perché non li trovavo.

OSVALDO

(E’ rimasto immobile a guardare non solo l’agitazione di Celeste ma il suo desabillè, poi ripresosi chiede) Che stai dicendo? Cosa è successo?

CELESTE

Mi hanno rubato il portafoglio con dentro credo più di 500 euro e la carta di credito.

OSVALDO

Possibile?

CELESTE

Proprio! Sarà stato stamattina in chiesa, mentre uscivo.

OSVALDO

Non te ne sei accorta?

CELESTE

Assolutamente! (Dopo una luna pausa) Ci troviamo attorniati di latri! Non si può stare tranquilli! Pazienza!... (Scusandosi per l’abbigliamento) Scusami, non trovando il portafoglio mi sono agitata… Vado a vestirmi… (sta per avviarsi).

OSVALDO

Aspetta! Fatti ammirare ancora!  

CELESTE

(Maliziosa) Chiudi gli occhi invece e non guardarmi. Hai già visto troppo!

OSVALDO

(Avvicinandosi a lei cerca di cingerla a sé) Anche con gli occhi chiusi ti vedo nuda e… bellissima!

CELESTE

(Sfuggendo) Senti, invece, apriamo gli occhi e aiutami a fare qualcosa per bloccare la carta di credito. Oggi è domenica. Io non so cosa fare.

OSVALDO

Una telefonata. Bisogna fare una telefonata.

CELESTE

Forse sarà meglio che aspetti a domani. Domattina presto vado subito in banca! Anche perché dovrò prelevare.

OSVALDO

Come???  Non hai il bancomat?

CELESTE

No. Quando ho bisogno di soldi faccio un prelievo in banca. (Pausa) Ma ora non ci pensiamo più. Quello che è stato è stato! Pensiamo invece ad andare a pranzare. A me è venuto un certo appetito…

OSVALDO

Al ristorante? E… chi paga?

CELESTE

(Con un furbo sorriso) Tu, no? Poco fa hai detto che mi offrivi il pranzo fuori.

OSVALDO

Ho detto che saremo an-da-ti al ristorante.

CELESTE

E allora, andiamo!

OSVALDO

Santi cara: in questo momento se tu mi tenessi per i piedi capovolgendomi a testa giù, dalle mie tasche non uscirebbe fuori un euro. Non possiedo un centesimo. Mi credi? Forse in seguito potrò avere del denaro. Chissà! Ma da un po’ di tempo sono costretto, mio malgrado, a vivere…

CELESTE

(Senza farlo continuare) L’avevo capito.

OSVALDO

(Dopo una lunga pausa) Mi dispiace! Però, se tu avessi deciso di venire con me, io te lo avrei detto prima! Ecco! Te lo sto dicendo: non ho danaro!

CELESTE

Ma io non ti ho ancora detto che verrò! (Una pausa) E’ vero! Mi piacerebbe cambiare vita. Vorrei svagarmi un poco… essere contenta… felice… perché  non lo sono mai stata! E… ora forse ho trovato il momento. Sei arrivato tu! (Breve pausa) Sì, la tua venuta… La tua presenza… Tu mi hai fatto sentire ancora giovane.

OSVALDO

Ma sei giovane! E così come sei: in sottana e a piedi scalzi, sei proprio una ragazza. Una giovane e bella donna da avere accanto e… amare. La vita bisogna viverla e cavalcarla allegramente senza fermarsi ad aspettare qualcuno o qualcosa che forse non verrà mai e non bisogna in alcun modo farsi sopraffare.

CELESTE

Hai ragione! Vivere la vita!

OSVALDO

Intanto io ho una fame da lupo. Come si fa?

CELESTE

Facile! Vai di là in cucina e mangi il tuo “pasticcio”. Per me, cercherò di recuperare qualcosa.

OSVALDO

Non potresti recuperare qualcosa anche per me?

CELESTE

(Con finta autorità) No! Tu mangerai il tuo pasticcio!

OSVALDO

Ma…

CELESTE

(Turandogli la bocca) Zitto! Non ti permetto di protestare! Vuoi che io venga con te?

OSVLDO

Fortissimamente!

CELESTE

E allora… sin da ora devi ubbidire! Vai di là a mangiare il “pasticcio”!

OSVALDO

(Avviandosi a malincuore in cucina) Se tu lo vuoi… Vado! (Toglie il cappello, lo poggia sul mobile dove aveva lasciato la macchina fotografica e va via).

CELESTE

(Rimasta sola, va a prendere la macchina fotografica lasciata da Osvaldo e cerca di capire come funziona per fare lo scatto, poi indossa il cappello di Osvaldo e sbarazzina sta per avviarsi in cucina).

DALLA PORTA DELLA CUCINA VIENE FUORI OSVALDO TENENDO,

CON UNA MANO UN PIATTO CON DENTRO UN INTRUGLIO DI QUALCOSA,

CON L’ALTRA MANO UNA POSATA.

SI PORTA AVANTI,

AFFONDA LA POSATA NEL “PASTICCIO” E, UNA VOLTA RIPIENA,

L’AVVICINA ALLA BOCCA CON UNA FORTE E LUNGA ESPRESSIONE DI DISGUSTO.

CELESTE E’ PRONTA A FARE UNO SCATTO.

DOPO LA LUCE DEL FLASH SI FA BUIO,

LASCIANDO ILLUMINATO SOLO OSVALDO CHE,

STATICO NELL’ATTEGGIAMENTO ED ESPRESSIONE DI DISGUSTO,

(COME QUANDO VIENE FISSATO IN UNA FOTO)

RIMANE IMMOBILE SINO A QUANDO SI CHIUDE IL S I P A R I O.

fine primo atto

(questo solo atto potrebbe qui concludersi e rimanere atto unico)

OSVALDO” 

SECONDO ATTO

LA STESSA SCENA

SONO PASSATI ALCUNI MESI

ALL’APERTURA DEL SIPARIO LA SCENA E’ VUOTA.

SQUILLA IL TELEFONO.

DAL FONDO APPARE UGO.

 VA AL TELEFONO, ALZA LA CORNETTA E PARLA.

UGO

Pronto?... (Dopo una breve pausa) Oh! Ma che sorpresa! Dove vi trovate?... (Una lunga pausa) Ma certo… un benvenuto a tutti e due: a te e a Osvaldo. (Pausa ) Vi aspettiamo… Salite! (Dopo un’altra pausa) Sandra è di là!.. Sta bene! (Pausa) Sì!... Sì, un bel pancione…La chiamo!... (Lascia la cornetta e chiama verso l’interno) Sandra!... Sandra!... Vieni!... Al telefono… Ora! (Ritorna a parlare al telefono) Arriva!...

DAL FONDO APPARE SANDRA.

E’ INCINTA E MOSTRA IN EVIDENZA IL PANCIONE.

SANDRA

(Rimanendo nel disimpegno) Chi è?

UGO

(Chiudendo con la mano la cornetta) Una sorpresa… E’ tua madre!

SANDRA

(Contrariata, quasi a volersi allontanare) Ah?!... Parlaci tu! Dille che non mi sento bene… (Parlando piano) Non le voglio par-la-re!

UGO

(Parlando piano anche lui) Veni qua!... Non fare la stupida!... (Lascia la cornetta e si porta al disimpegno, ma poiché Sandra è già andata via, la segue).

LA SCENA RIMANE VUOTA.

NEL FRATTEMPO SI SENTE, PER UN POCO, IL TELEFONO GRACCHIARE.

SUBITO DOPO RIENTRA UGO CHE TRASCINA SANDRA,

 L’AVVICINA DOVE SI TROVA IL TELEFONO E  LEI, CONTROVOGLIA,

PRENDE LA CORNETTA.

SANDRA

Ma è muto!

UGO

Avrà chiuso. Si trovano qua sotto al bar. Ha voluto prima telefonare.

SANDRA

Qui sotto?

UGO

Sì! Hanno finito di fare colazione… Sono arrivati ieri sera tardi. Alloggiano in albergo. Sono reduci di una crociera, così ho capito.

SANDRA

Una crociera? Bene! Se ne può andare dove vuole. Dove ha fatto l’estate si faranno anche l’inverno! Io… non voglio vederla!

UGO

Sandra ragiona. E’ tua madre!

SANDRA

Non doveva farlo! Almeno… doveva dirmelo prima! Chi ero io, nessuno? Non ero sua figlia? E anche tu dovevi saperlo! Potevi consigliare… No! No! Non si fa così! Fuggire, allontanarsi lasciando tutti… Senza che sapessero….

UGO

Certe decisioni si prendono all’improvviso. E… forse, magari, sembrava loro che noi l’avremmo presa male… Se tu ti opponevi…

SANDRA

No. Non mi sarei opposta. Anzi, ti dico, che sarei stata contenta. Ma a me lo doveva dire! (Quasi con un nodo alla gola) Me lo doveva dire!

UGO

E va bene! Ormai quello che è fatto è fatto! A lei sta bene così e… si sta divertendo. A me sembra che ha diritto a svagarsi, no? (Dopo una pausa) Intanto oggi saranno a pranzo da noi!

SANDRA

(Si è rimessa) Cosa gli diamo da mangiare? Il frigorifero è vuoto!

UGO

Esco e vado a comprare qualcosa. Ma prima vado a prenderli! (Avviandosi per uscire) Sandra, allegra! Senza fare quella faccia. E… senza emozioni. Mi raccomando!

SANDRA

Sì, sì! Tranquillo! Puoi andare!

UGO

Vado! (Va via dal fondo a destra).

SANDRA, APPENA RIMASTA SOLA, STA PER AVVIARSI SUL FONDO

MA SQUILLA IL TELEFONO.

ALLORA RITORNA SUI SUOI PASSI E ALZA LA CORNETTA.

SANDRA

Sìii? Pronto! (Dopo una pausa) Anche voi?... (Una pausa) Matilde, sono lieta di sentirti! Vi trovate a casa? Qui a Catania?! (Pausa) Quando siete ritornati? ( Una lunga pausa) Bene!... Ma certo! Ti aspetto! E… rimanete a pranzo! (Un’altra pausa) Non preoccuparti… Mi aiuterà Ugo. Ora tuo figlio è anche lui bravo in cucina! (Pausa) Come? Ci penserà Orazio?... Per il pranzo?... Ma no! Ci arrangeremo! (Una lunga pausa) Come?... Siete in macchina?… Qua sotto?... Già scesi… Bene! Ah, senti: ci sarà anche mia madre e Osvaldo. Sì!... Sono qui! Stanno venendo anche loro. Ugo è andato a prenderli! (Un’altra lunga pausa) Sì!... Sì… (Lascia la cornetta e porge l’orecchio alla porta d’ingresso) Aspetta!... Sono già qui! Chiudo! Ciao!

DALL’INTERNO SI SENTE LA VOCE DI UGO CHE CHIAMA SANDRA.

SANDRA, DOPO AVER CHIUSO IL TELEFONO,

 SI DIRIGE IN FRETTA VERSO IL FONDO A DESTRA.

NEL DISIMPEGNO STA PER APPARIRE CELESTE,

MA S’INCONTRA CON SANDRA E TUTTE E DUE SI ABBRACCIANO PORTANDOSI FUORI SCENA.

NEL FRATTEMPO APPARE UGO CHE INVITA OSVALDO A FARSI AVANTI.

UGO  

Vieni, Osvaldo… accomodati!

OSVALDO

(Si porta avanti. Veste in modo semplice e serio; non porta cappello né sciarpa. In mano tiene una guantiera con dolci, confezionata come quella del primo atto) Eccoci... di ritorno! (Riferendosi alle donne) Lasciamo fare con comodo le loro effusione. (Va a poggiare la guantiera sul tavolinetto) Sai, Celeste non si è rassegnata di stare lontano da sua figlia.

UGO

Anche Sandra. Non ha fatto altro che pensare a sua madre. Quantunque un po’ arrabbiata, perché voleva essere informata della vostra partenza, non vedeva l’ora di incontrare la mamma. Avete fatto bene a venire! Vi fermerete, no?

OSVALDO

Lo stabilirà lei, Celeste! Io sono al suo seguito.

UGO

Ah, le donne!... Una volta si diceva che erano gli uomini a portare i pantaloni. Oggi noi uomini siamo diventati tutti scozzesi con il gonnellino a  quadretti.

OSVALDO

Proprio! Il kilt in tartan. Sai: una volta anch’io ho provato a suonare la cornamusa, senza indossare il kilt però. Avevo i pantaloni! (A sé) Prima…

 

DAL FONDO ENTRANO, TENENDOSI PER MANO, SANDRA E CELESTE.

SANDRA

(Spingendo in avanti Celeste e indicandola) Ugo, questa è mia mamma! Guarda! Non sembra un’altra? Fa la turista a tempo pieno!

UGO

Ho visto! E fa bene! Dopo il parto gireremo anche noi! Te lo prometto! Noi tre!

CELESTE

(E’ del tutto cambiata. Porta i pantaloni e veste elegante, un poco eccentrica e con una pettinatura alquanto sofisticata e curiosa). Il merito di questo mio look lo devo a lui (indica Osvaldo). E’ lui l’artista!

SI SENTE IL SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO.

UGO

Chi sarà?

SANDRA

Saranno loro! (A Ugo) Non te l’ho detto, ma poco fa ha telefonato tua madre. Vengono qui!

UGO

Mia madre? Ma non era andata in pellegrinaggio?!

SANDRA

(Avviandosi per il fondo a destra) Sono ritornati ieri sera! (Via).

UGO

Bene! Resteranno a pranzo anche loro! Così saremo tutta la famiglia. Mia madre, specialmente in questi ultimi mesi, è stata quasi ogni giorno qui a casa nostra, vicino a Sandra. E anche Orazio è stato sempre cortese e premuroso.

CELESTE

Scusa Ugo, hai detto: In pellegrinaggio? Matilde va in pellegrinaggio???

UGO

Sì! E non è la prima volta. Ci vanno con degli autobus. Tutto organizzato.

OSVALDO

Dovrebbe essere bello! Ci andrei anch’io!

UGO

La mistica è solamente mia madre. Orazio invece la segue controvoglia. Ma si accoda anche lui e partecipa con piacere. E’ diventato molto spiritoso e dice che sull’auto tiene tutti allegri. Ora vedrete! Vi racconterà certamente le sue barzellette.

NEL DISIMPEGNO APPAIONO MATILDE E SANDRA.

MATILDE E’ CAMBIATA.

 VESTE CON SEMPLICITA’, QUASI COME UNA BIGOTTA.

MATILDE

(Portandosi avanti e rivolgendosi a Sandra) Dov’è tua madre? (poi non riconoscendo Celeste né Osvaldo, li saluta) Buongiorno!... (Rivolgendosi ancora a Sandra) Mi avevi detto per telefono che ci sarebbe stata anche Celeste…

CELESTE

(Le va incontro) Matilde… eccomi!

UGO

Mamma devi farti controllare la vista.

MATILDE

(Riconoscendo Celeste) Oddio! Sei tu, Celeste?! (Si abbracciano. Poi riconoscendo Osvaldo gli si avvicina e va a stringergli la mano) Osvaldo!... Anche tu sei cambiato. Come stai?

OSVALDO

Bene, bene! E… tu?

MATILDE

Anch’io! Sì, sto bene anch’io! (Rivolta a Ugo) Ciao Ugo! Sandra mi ha detto che va tutto bene.

UGO

Sì! Tutto bene! (Una pausa) Vi siete divertiti?

MATILDE

Siamo stati in contemplazione e abbiamo pregato.

SUL FONDOAPPARE ORAZIO.

VESTE IN MODO ECCENTRICO, COSI’ COME PRIMA OSVALDO.

INDOSSA UN CAPPELLO BIANCO A LARGHE FALDE.

DALLA SPALLA GLI PENDE UNA PICCOLA MACCHINA FOTOGRAFICA.

 RIMANE FERMO NEL DISIMPEGNO  INTENTO A PARLARE AL TELEFONINO.

ORAZIO

(Dopo un poco chiude la comunicazione e si porta avanti) Buongiorno a tutti! Ho telefonato per il pranzo! Mi hanno detto che sarà servito all’una. Va bene?

UGO

Sì, sì! Va bene! Ma non dovevi disturbarti… Avremmo fatto noi!

ORAZIO

(Avvicinandosi a Osvaldo) Lei è il signor Osvaldo! (Gli stringe la mano, poi si avvicina a Celeste togliendosi il cappello) E… non vorrei sbagliarmi… La signora Celeste?!

MATILDE

(Intervenendo e portandosi al divano) Sì, sì è lei! Vieni qua Orazio, siediti accanto a me!

ORAZIO

(Volendo essere spiritoso) Oggi mi sento allegro. Quasi quasi che ribollo come l’Etna di ieri sera. Perciò se ti sto vicino… (Agli altri, serio) Ieri sera sull’autobus, quando stavamo ritornando a Catania, si vedeva, nei pressi di Taormina, la montagna in eruzione e a lei faceva impressione tutto quel rosso di fuoco che veniva lanciato  in aria.

MATILDE

Era impressionante a vedersi. Non avevo visto mai l’Etna in eruzione in quel modo.

CELESTE

Sì, sì! Noi l’abbiamo vista in televisione, in albergo. Faceva davvero impressione.

OSVALDO

Uno spettacolo!

SANDRA

Sono alcuni giorni che è in eruzione.

UGO

E meno male che la sabbia è caduta solamente nella parte di Giarre e Riposto… così l’aeroporto di Catania non è stato chiuso.

ORAZIO

Per me tutti gli aeroporti potrebbero rimanere per sempre chiusi. Io viaggio in auto. (Si porta al divano, sta per sedersi e si accorge della guantiera poggiata sul tavolinetto. Allora scatta in piedi) Cosa c’è in quest’involto… col fiocco e così pacchiano?

OSVALDO

(Inizia a parlare forte ma poi smorza la voce) Cannoli… ripieni di… ricotta.

ORAZIO

(Ad alta voce e serio) Il  dolce ci sarà! Ho provveduto,  io!

OSVALDO

(Si avvicina al tavolinetto, prende la guantiera e la consegna a Orazio, poi si porta alla finestra, la spalanca e si mette di lato) Prego!... Si accomodi! Lanci pure!

ORAZIO

(Dopo una lunga pausa) Io… non sono tanto esperto… Venga qui anche lei. Mi aiuti!

OSVALDO

Con vero piacere! (Si avvicina a Orazio e prende anche lui la guantiera).

LE DONNE

(A una sola voce) Uuuno!... Duuue!... Tre!

TRA GLI EVVIVA E L’ALLEGRIA,

ORAZIO E OSVALDO LANCIANO LA GUANTIERA DALLA FINESTRA,

POI SODDISFATTI SI ABBRACCIANO DA BUON AMICI.

ORAZIO

(A Osvaldo) Diamoci del tu. (Porgendogli la mano) Io sono: Orazio!

OSVALDO

(Stringendogli la mano) Bene! E io sono: Osvaldo!

UGO

(Ignaro) Scusate!... Cosa sta succedendo? (Va alla finestra e si  sporge).

SANDRA

(Dopo aver chiudo la finestra) Ma niente! Tu non eri presente l’altra volta e non hai visto il primo lancio.

MATILDE

Quello dei “cannolicchi” che aveva portato Orazio.

ORAZIO

Comprate nello stesso bar.

CELESTE

Però sono buoni. Al bar qua sotto c’è un’ottima pasticceria.

SANDRA

 (Trascinando il marito) Vieni! Aiutami ad apparecchiare…

ORAZIO

Aspettate! Ho portato la macchina fotografica perché voglio che facciamo una bellissima foto tutta la famiglia riunita. (Prende in mano la macchina fotografica) Questa è una Sony Cyber-shot digitale.

OSVALDO

(Si avvicina e stende la mano) Fai vedere!...

ORAZIO

(Allontanandolo) No, no! E’ delicata. Io solamente so maneggiarla!

OSVALDO

Non ti fidi di me?!

MATILDE

Orazio, tu non sei a conoscenza, ma vedi che Osvaldo è un esperto.

OSVALDO

(Tenta ancora di prendere la macchina) Dammi! Faccio io lo scatto.

ORAZIO

Lèvati! Nella foto ci devi esserci anche tu! Questa è una macchina ultimo grido con lo scatto  automatico. Cioè: Voi vi mettete tutti in posa, io la carico e poi ho il tempo di mettermi in posa anch’io. Avanti su, mettetevi tutti in fondo!

MATILDE

(Mentre gli altri si posizionano, va a prendere Osvaldo e lo trascina) Vieni Osvaldo, mettiti  accanto a me! (Osvaldo lascia fare).

ORAZIO

(Prende una sedia, la porta al proscenio e,  dopo aver caricato la macchina fotografica, la sistema sopra la sedia in modo da inquadrare il gruppo da fotografare. Poi scappa in fondo e si va a posizionare accanto a Matilde, spostando Osvaldo davanti a lui e facendolo abbassare) Pronti?... State fermi! (Volendo essere spiritoso) E… zitti, perché allora la foto viene parlata. (Poi, sempre scherzando, proprio quando sta per scattare la foto, fa le corna sulla testa di Osvaldo).

OSVALDO

(Se ne accorge e si arrabbia) Non mi piacciono questi stupidi scherzi! Le corna, in testa mettetele tu!

ORAZIO

Scherzavo…

OSVALDO

Vai a scherzare con tua sorella!

ORAZIO

(Continuando a essere spiritoso) Non ne ho sorelle!... Fregato!

SANDRA

(Volendo smorzare) Chi viene ad aiutarmi di là? (Sistema la sedia con la macchina fotografica, poi si avvia sul fondo ed esce a sinistra).

UGO

Andiamo ad apparecchiare. Vieni Orazio! (Va via seguendo Sandra).

CELESTE

(Porgendo il braccio a Orazio) Cavaliere Fisichella, andiamo di là!

ORAZIO

Con tanto piacere! (Dà il braccio a Celeste e assieme si avviano per il fondo a sinistra andando via).

MATILDE

(Già si era seduta sul divano e dopo che gli altri sono scomparsi) VieniOsvaldo, non arrabbiarti… Siedi! (Osvaldo esegue) Ti capisco!... E’ un povero ignorante! Presuntuoso… rozzo… ma ricco! Però io non mi sento più di seguirlo. Voglio ritornarmene lassù. Non vendo più la casa!

OSVALDO

Lassù? Nel Continente?

MATILDE

Voglio vivere da sola.

OSVALDO

(Dopo un lunga pausa) Anch’io! Non mi va più di girare. E Celeste vuole fermarsi qui con sua figlia. (Una pausa) Sai, mi hanno offerto un lavoro in un giornale. Forse accetterò! Mi piace tanto fotografare.

MATILDE

Accetta! Tu sei molto bravo.

OSVALDO

Il giornale che mi offre il lavoro… è al Nord.

MATILDE

Dalle mie parti?... Non mi dire che…

OSVALDO

(Si alza) Sì! Proprio! Nella tua città!

MATILDE

Bene! Partiremo assieme!... (Una pausa) Ma ognuno vivrà per conto suo!

OSVALDO

Certamente! Io… dovrò dedicarmi al lavoro!

MATILDE

Ed io… alla tranquillità di una vita sobria. (Pausa) C’è una chiesa vicino la mia casa… e nella parrocchia una comunità. Ne sono stata sempre lontana… Ora, invece, desidero avvicinarmi!

OSVALDO

(Si porta alla sedia dove c’è poggiata la macchina fotografica. Prende in mano la macchina e la osserva. Nel frattempo, da dove era uscito, entra Orazio).

ORAZIO

Ah, ah!... Stiamo attenti!  E’ una macchina di gran valore. La migliore che c’è in commercio.

OSVALDO

(Lanciandola in aria ad Orazio) Roba da ragazzini!

ORAZIO

(Riesce a prenderla in volo. Poi, tenendola stretta al petto e dopo essersi rimesso dallo spavento, si accascia su una sedia) Madonna! E se cadeva a terra…

OSVALDO

(Avviandosi verso il fondo) La befana ti avrebbe portato in regalo un altro giocattolo. (Va via a sinistra).

MATILDE

(Alzandosi e avviandosi verso il fondo) Vado anch’io di là! (Prima di uscire s’incontra con Celeste che entra venendo dalla sinistra).

CELESTE

 Matilde, puoi restare! E’ tutto pronto!

MATILDE

Voglio fare due chiacchiere con Sandra e mio figlio (va via dalla sinistra).

CELESTE

(Accorgendosi di Orazio che se ne sta seduto e quasi impietrito) Che c’è? Cosa è successo presidente? Perché è così pallido?

ORAZIO

Mi stanno tremando ancora le gambe. L’ho salvata a volo! (Indicando la macchina) Questa mi è costata un occhio della testa. E’ preziosa!

CELESTE

Perché non la mette al collo?!

ORAZIO

(Alzandosi e mettendo la macchina appesa alla  spalla) Vero è! Sempre così l’ho portata!

CELESTE

( Avvicinandosi gliela sistema intorno al collo) Meglio messa così che non può scivolare!

ORAZIO

(Galante) Le donne hanno sempre ragione! Sanno come governare gli uomini. (Una pausa) Io… una come lei avrei voluto accanto… (Sospirando dopo un’altra lunga pausa) Mah! Pazienza! Non è stato possibile che si avverasse!

CELESTE

(Prendendolo in giro) Il destino alle volte è crudele! (Fa un sospiro anche lei) Mah!Cosa possiamo farci?! Allora io era come se fosse stata cieca. Non ho capito  che stava capitandomi una buona occasione. Però… ora lo sto trovando molto cambiato… mi sta sembrando un’altra persona. Veramente! Una persona allegra, gioviale… col cappello…

ORAZIO

Davvero???

CELESTE

Sì, sì! Voglio essere sincera: quasi quasi che ne sono pentita!

ORAZIO

(Con gli occhi che gli brillano) Ma… lo sta dicendo per davvero? Allora…  Osvaldo?

CELESTE

Se ne sta andando… Lui solo!

ORAZIO

Come??? Se ne va?!

CELESTE

Nel Continente.

ORAZIO

(Con gioia) Anche Matilde! Se ne va anche lei… lassù! Nella sua città… Lei sola!

CELESTE

Mentre noialtri… catanesi, restiamo qui! Nella nostra bella Sicilia!

ORAZIO

E… siamo tutti due liberi e…soli!

CELESTE

Proprio!

ORAZIO

(Dopo un attimo si decide a prendere una decisione e, buffamente, si inginocchia davanti a Celeste) Signora Celeste, una volta le dissi che per me lei era una cosa celestiale. Ora le dico, invece, che non solo è celestiale ma divina!

CELESTE

(sorridendo) Di vina? Semmai: di vino!

ORAZIO

Divino???  E perché?

CELESTE

(Ritornando ad essere seria) Perché lei mi sta sembrando ubriaco!  Si alzi! E cerchi di non essere ridicolo.

ORAZIO

Venga qua, si avvicini!... Mi dia una mano… (Galante) Anche perché gliela vorrei baciare.

CELESTE

(Allontanandosi) La mano si bacia ai preti. E dato che si trova inginocchiato, faccia finta di trovarsi in chiesa, e dica una giaculatoria… Così sconta i piccati per i cattivi pensieri che fa  (va via per il fondo a destra).

ORAZIO

(Rimasto solo cerca di alzarsi ma non ci riesce) Vai ad alzarti, ora!... (Carponi cerca di avvicinarsi ad una sedia per sostenersi in modo di facilitare l’alzata. Trova la sedia e si appoggia lamentandosi ) Ahiai!.... Ahiai!...

DAL FONDO A SINISTRA RIENTRA OSVALDO.

OSVALDO

(Accorrendo) Cosa è successo? Sei caduto?

ORAZIO

(Subito) No! (Fingendo e per non farsi scoprire, rimanendo in ginocchio, fa il segno della croce e biascica una preghiera).

OSVALDO

Cosa fai? Preghi?

ORAZIO

(C. s.) Perché non si può pregare?

OSVALDO

Ma qui non siamo in chiesa…

ORAZIO

Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo. Perciò… Io stamattina ho dimenticato di dire le preghiere… Ora ci sto pensando e le dico! (Rifà in silenzio il segno della croce) Se vuoi dirle anche tu… (ad alta voce intona a cantilena) Padre nostro…

OSVALDO

(D’istinto fa il segno della croce e risponde) Che sei nei cie… (Si blocca) Ma che mi fai dire?... Io quando voglio pregare vado in chiesa!

ORAZIO

Io invece, prego dove mi trovo in quel momento che mi ricordo di dover dire le preghiere! (Biascica ancora qualche parola, poi si batte più di una volta il petto e rifà il segno della croce) Ecco! Ora mi posso alzarmi! (Si appoggia alla sedia e riesce a mettersi in piedi).

DA DOVE ERA USCITA RIENTRA CELESTE.

CELESTE

(Portandosi Avanti) Osvaldo, c’è Ugo che ti accompagna con la macchina per andare in albergo a prendere le mie valigie. Non dimenticare di portare anche i regali.

VENENDO DALLA SINISTRA APPARE ANCHE UGO.

UGO

(Rimanendo nel disimpegno) Se vogliamo andarci ora, io sono pronto!

OSVALDO

Ma non è necessario. Posso andarci a piedi. L’albergo è a due passi. Grazie, Ugo! Non vorrei disturbarti. Vado da solo!

UGO

Ma no! Andiamo! Vado a prendere le chiavi della macchina. (Si avvia e esce da dove era entrato).

OSVALDO

(Andandogli dietro) Ugo fermati! Possiamo andarci più tardi… (Va via)

ORAZIO

(Bloccando Celeste che sta per andare via anche lei) Signora Celeste… aspetti un momento…Io ancora insisto! Dico: dato che noialtri catanesi restiamo qui nella nostra bella città… e siamo liberi ognuno di fare ciò che vuole… Perché non ci facciamo compagnia reciprocamente? Io sono solo. Lei è pure sola…

CELESTE

No! Non sono sola! Sarò in compagnia di  mia figlia e… del nipotino che  sta per arrivare. E non sono neanche libera, perché quanto prima farò la nonna.

ORAZIO

Nonna in pantaloni?

CELESTE

Una nonna moderna.

ORAZIO

(Deluso, dopo un lunga pausa di riflessione) E’ vero! Una nonna giovane! (Rassegnato si accascia su una sedia)  Io, invece, sto cominciando a sentirmi vecchio.

VENENDO DA SINISTRA RIENTRA MATILDE.

ORAZIO

(Ripete) Vecchio!… Vecchio!...

MATILDE

(Portandosi Avanti) Con chi ce l’hai, Orazio?

ORAZIO

Con me stesso! (Dopo una pausa, si alza di scatto e si porta alla finestra; l’apre e con stizza lancia fuori il cappello).

MATILDE

Ma… scusate! Cosa c’è sotto la finestra, il mondezzaio? Perché hai buttato il cappello?

ORAZIO

(Dopo aver chiuso la finestra) Perché a me sta meglio il berretto, la coppola! (Una lunga pausa, poi, dopo aver tolto dal collo la macchina fotografica e sistematala appesa alla spalla,  comincia ad avviarsi) Sentite… io fame non ne ho e perciò non resterò a pranzo. Voglio andarmene a casa! Permettete… e scusate! (A passi lenti si porta sul fondo, si gira e muovendo la testa indicando a sinistra) Salutate da parte da parte mia i ragazzi! A Sandra in modo particolare! (Va via dal disimpegno a destra).

MATILDE

(Dopo averlo seguito con lo sguardo) Non mi va di commuovermi. In fondo in fondo – l’ho detto sempre – è una brava persona!

DAL FONDO A SINISTRA ENTRANO UGO E OSVALDO.

UGO

(Portandosi avanti chiede) Chi è uscito, Orazio?! Perché?

MATILDE

E’ andato a casa e non rimane a pranzo. (Volendolo giustificare) Ieri ha mangiato pesante e poi non ha dormito la notte. E’ andato a riposarsi.

OSVALDO

(Si era già portato avanti) Avrebbe dovuto salutare.

CELESTE

Ha detto di salutarvi!

MATILDE

Sì! Ha incaricato noi.

UGO

Mamma,  poco fa ho guardato su internet. Ci sarà un volo per le 22 e 40. Hai tutto il tempo! Se Orazio non può, ti accompagnerò io in aeroporto.

MATILDE

Grazie, caro! Mi fido meglio di te.

SI SENTE IL SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO

UGO

Chi sarà? (Avviandosi per andare ad aprire) Vuoi vedere che è tornato Orazio… (Va via).

CELESTE

Può darsi che è tornato davvero! Forse  vuole salutare Sandra…

OSVALDO

Non credo sia ritornato per questo. Non è nel suo stile.

MATILDE

(Dopo una pausa) Perché non mi fai compagnia, Osvaldo? Potremmo viaggiare assieme sullo stesso aereo.

OSVALDO

Io rimango in Sicilia ancora qualche giorno. Questa sera salirò sull’Etna. Voglio fare delle foto al Vulcano. Inizio così il mio nuovo lavoro!

RITORNA UGO TENENDO IN MANO IL CAPPELLO DI ORAZIO

UGO

(Portandosi avanti) Hanno portato questo cappello… Dice  che è caduto dalla finestra! Chi l’ha fatto cadere? Di chi è?

MATILDE

Tu, quando avvengono i lanci, non sei mai presente. (Togliendogli il cappello) Lascia stare. Dammi! E’ il cappello di Orazio.

OSVALDO

Quello di Orazio?

CELESTE

Sì! L’ha fatto volare dalla finestra.

UGO

Perché?

MATILDE

Vuole tenere sul capo la coppola.

OSVALDO

Cosa?

CELESTE

Il berretto. Non il cappello. (Togliendolo dalle mani di Matilde e avvicinandosi a Osvaldo) Questo devi portarlo tu! Mettilo! (Lo mette lei in testa a Osvaldo) Così ti ho visto la prima volta che sei venuto.  A te il cappello sta benissimo!... Voglio che vai via così!

OSVALDO

 (Toglie il cappello e, dopo aver abbassato le falde, lo rimette per provarlo).

MATILDE

Bravo! Da artista! Lo sei sempre stato: un grande artista! Vedrò con piacere le tue foto sul giornale. A  quando queste del fuoco sull’Etna?

OSVALDO

Se mi pubblicano il servizio, ti avviserò!

UGO

Avvisa anche noi! E… parlane bene della Sicilia, perché questa: è  una terra di fuoco, sì! Ma è  una  terra bellissima!

OSVALDO

E’vero! Terra d’incanto, d’amore e di passione! “La bella verde isola Trinacria, dove pasce il gregge del Sole” diceva Omero. (Toglie il cappello e lo dà a Ugo) Tieni! Restituiscilo a Orazio! Raccomandagli di portarlo con le falde abbassate così come è adesso. Un buon fotografo, devi dirgli, deve essere un artista!

UGO

(Dopo aver preso il cappello) Glielo dirò!

OSVALDO

Celeste…  io da stasera, quando me ne andrò via, non farò più  quello che tu vuoi, ma tutto ciò che voglio fare io!

CELESTE

Non ti capisco.

OSVALDO

Per esempio me ne andrò, no col cappello come vorresti tu, ma a capo scoperto.

CELESTE

Sulla montagna? Sbagli! Puoi buscarti una polmonite!

MATILDE

Certamente! Devi coprirti e bene! Lassù si è sui 3000 metri! Ricordati che l’Etna è il vulcano più alto d’Europa.

UGO

Ti presterò io un buon equipaggiamento. Di là, ho una collezione completa di abbigliamento per luoghi montani. Vieni con me, ti faccio scegliere! (Portandosi il cappello, spinge Osvaldo per il fondo e assieme vanno via per la sinistra).

CELESTE

E’ vero! Tuo figlio fa collezione di costumi dei popoli di tutte le razze del mondo. Ha degli armadi pieni. E alle volte l’affitta anche per il teatro.

MATILDE

Ha avuto da bambino l’hobby del collezionista. Ognuno di noi ha le sue manie.

CELESTE

Anche tu. Non è una mania quella dell’oroscopo?

MATILDE

Sì, una vera mania! Ma ho lasciato. Non mi ci dedico più.

CELESTE

Ah, no?! (Una pausa) Io alle volte penso che il nostro destino ce lo scegliamo noi.

MATILDE

Può essere anche vero! Difatti io sto scegliendo di ritornarmene lassù da sola e tu scegli di rimanere qui accanto a tua figlia.

CELESTE

Hai visto? Lo vogliamo noi!

MATILDE

Sì! In questo caso siamo noi che decidiamo!

VENENDO DAL FONDO A SINISTRA ENTRA SANDRA.

SANDRA

(Portandosi avanti) Dove sono andati gli uomini?

CELESTE

Di là! (indica in fondo a sinistra, poi dopo una pausa). Non mi hai ancora detto che nome avete scelto per il bambino.

SANDRA

Ancora nessun nome. Io e Ugo abbiamo idee discordanti. Ma non bisticciamo, anzi la prendiamo a ridere. Quando Ugo decide per un nome che a me non piace, io chiedo al bambino e… (indicando il pancione) lui dice di no. Ugo si arrabbia forte e dice: (Imitando la voce di Ugo) “Il padre non conta niente?” Ed io… (Con voce infantile) “Conta, sì! Ma per me decide la mamma!”  (Con un sorriso) Faccio il ventriloquo - Sì, è la parola giusta! -  E  in questo modo lo smonto.

MATILDE

(Continuando il discorso) Vedi Celeste? Alla volte noi decidiamo anche per gli altri. Per esempio, quando affibbiamo dei nomi strani ai figli…  Abbiamo deciso noi! Mentre loro, senza volerlo,  devono subire portando quel nome per tutta la vita. (Rivolgendosi a Sandra) Dico bene?

SANDRA

Non temere Matilde. Ho stabilito di non mettere quel nome al bambino! A Ugo piace ma a me no! E tuo figlio dovrà rassegnarsi!

CELESTE

Quale nome?

MATILDE

Quell’intelligentone di mio figlio vuole mettere al bambino il nome “Epaminonda”. Immagina un bambino che viene chiamato Emapinonda… (Si corregge ma sbaglia ancora) Voglio dire:  Enopiponda… Epompinonda… Vedi? Non riesco neanche io a pronunciarlo.

SANDRA

E-pa-mi-non-da! (Spiegando) E’ il nome di un guerriero antico.

CELESTE

Ma certamente! Perché mettere un nome così astruso? (Dopo una pausa) Però… Di un guerriero è?

SANDRA

Ho tanto insistito con Ugo per mettere il nome di suo padre…

MATILDE

No! “Alfio” no! E’ troppo siciliano.

CELESTE

Macché “Alfio”? Non piace nemmeno a me.

SANDRA

E difatti Ugo non vuole! Si era anche pensato di mettere uno dei vostri nomi. Ma come si può chiamare un bambino “Matildo” oppure “Celesto”. Impossibile! Meglio “Epaminonda”.

MATILDE

No! Io con quel nome non lo chiamerò mai!

CELESTE

Forse… Bisognerebbe abituarsi… Fare allenamento…

MATILDE

Ma che dici? Io per pronunciare il nome di mio nipote devo fare allenamento… Andare magari in palestra…

CELESTE

No… dicevo:  una volta imparato… si fa poi l’abitudine…

MATILDE

Ma non dire stupidaggini: “abitudine”.

CELESTE

Sì! Una volta messo in mente… A me “Epapinon...”, quel nome insomma! A me piace! Sona bene!

MATILDE

Che suona? Celeste, sei proprio ignorante! Dove siamo alla “Polifonica”? (Volendo sfottere canta atteggiandosi a cantante lirica) Epaminondaaa! (Pausa) Uno con in testa l’elmo con le corna mentre canta al teatro lirico. (Come prima) Io sonooo Epaminondaaa! (Normale) Qui si tratta di un bambino, non di un nordico guerriero.   

SANDRA

Matilde ti sbagli! Epaminonda era tebano.

MATILDE

Tebano?! Non è un guerriero… germanico?

SANDRA

No. Un generale dell’antica Tebe. Avanti Cristo.

CELESTE

Hai visto che sei tu l’ignorante? E’ il nome di un generale. E poi… che canti? Sei anche stonata!

MATILDE

Come? Io sono stonata? Io… che ho cantato nel coro tirolese delle mamme della val Pusterìa.

CELESTE

Levati! “Coro”... Con quella voce che hai… Sembri una gallina quando fa l’uovo.

MATILDE

Non ti permetto, sai! Nessuno mi ha detto di essere stonata.

CELESTE

Ed io te lo sto dicendo. (Le si avvicina minacciosa)  E ti dico anche che il bambino potrebbe chiamarsi con quel nome!

MATILDE

(Ponendosi faccia a faccia minacciosa anche lei) “Epaminonda”? Mai!

CELESTE

Sì, invece! “Epapiponda” sì!

MATILDE

Ma non vedi che neanche tu lo sai pronunciare? “Epapiponda”! ma non mi fare ridere! “Epapi… “ allenati, prima! Vai da un logopedista! (Si allontana).

CELESTE

Vacci tu! Che io calli nei piedi non ce n’ho!

SANDRA

(Volendo calmare Celeste) Mamma!...

MATILDE

Cosa c’entrano i calli? Si sta parlando del nome che si deve dare al bambino…

CELESTE

(Mettendosi anche lei faccia a faccia) Ma perché chi sei tu che devi decidere il nome? Mi sembra che ci sono una mamma e un papà.

MATILDE

Quando un papà non sa decidere, c’è sua madre. La nonna!

SANDRA

(Mettendosi in mezzo) Basta! Non è il caso di litigare. Il nome lo scegliamo io e Ugo. I genitori!

CELESTE

 (Si calma e si allontana) Io, per quanto mi riguarda, sono sempre d’accordo per il nome che sceglieranno loro.

 MATILDE

Allora, se vuoi saperlo, mi rimetto anch’io alla loro scelta. Però…. Che sia un nome dalla pronuncia facile e…

CELESTE

E… bello!

SANDRA

Io…ce l’avrei!...

CELESTE e MATILDE

(Assieme) Quale?

SANDRA

(Dopo una lunga attesa si decide) Osvaldo.

MATILDE

Osvaldo?!... Come Osvaldo. Voglio dire lo stesso nome di…(indicando di là a sinistra in fondo) Osvaldo?

CELESTE

E perché no?! E’ un bel nome!

MATILDE

Ugo che ne dice?

SANDRA

Ancora non l’ho detto! L’ho deciso proprio oggi! Quando siete arrivati voi. Ho  pensato anche al nome “Orazio”, ma sono certa che Ugo non approverebbe.

MATILDE e CELESTE

 “Osvaldo”! “Osvaldo”!

SANDRA

Deve essere d’accordo anche Ugo.

SI SENTE SUONARE IL CAMPANELLO D’INGRESSO

SANDRA

Vado io! (Si avvia per il disimpegno e va via a destra).

MATILDE

E’ bene che tu sappia Celeste: Osvaldo a me ha regalato dei giorni bellissimi.

CELESTE

Anche a me! Giorni felici! 

MATILDE

E allora: “Osvaldo” è un bel nome!

CELESTE

(Assentendo ripete) ”Osvaldo” è un bel nome! (Poi, volendo siglare un patto d’intesa, stende in avanti le mani aperte e invita Matilde a battere sopra con le sue) D’accordo?

MATILDE

(Esegue) D’accordo!

PER GIOCO, TENGONO LE MANI UNITE L’UNA CON L’ALTRA

 E, COME FANNO LE RAGAZZINE,

 CON GIOIA FANNO UN GIRO RIPETENDO AD ALTA VOCE:

 “OSVALDO!... OSVALDO!... OSVALDO!...”.

DAL DISIMPEGNO SI ODONO LE VOCI DI SANDRA E ORAZIO.

CELESTE E MATILDE SI STACCANO E RITORNANO AD ESSERE SERIE.

MATILDE

(Riferendosi alle voci che si odono vicine) Cos’è che riportano sopra questa volta?

CELESTE

Ma perché? Hanno gettato altre cose dalla finestra?

MATILDE

No. Almeno che io sappia!

CELESTE

Saranno quelli del ristorante?

MATILDE

Non credo! Mi sembra ancora presto…

NEL DISIMPEGNO, VENENDO DA DESTRA,

RITORNA SANDRA SEGUITA DA ORAZIO.

ORAZIO TIENE APPESA ALLA SPALLA LA MACCHINA FOTOGRAFICA

E NASCONDE DIETRO LA SCHIENA QUALCOSA.

 

SANDRA

Vieni Orazio. Non ti avevo visto uscire.

ORAZIO

(Guardingo, si porta avanti tenendo nascosta dietro la schiena un’altra guantiera come quelle precedenti) Sono ritornato, perché – come stava dicendo a Sandra - mi hanno telefonato dal ristorante perché dicono che non possono provvedere per il dolce. Allora vi avrei lasciato senza? (Guardingo più di prima) Dov’è Osvaldo?... Non c’è, vero? (Si decide a mostrare la guantiera) Ecco qua! Sto provvedendo io! Ho portato il dolce! Cannolicchi di ricotta che…

CELESTE e MATILDE

(A una sola voce) … non possono togliersi dalla bocca!

ORAZIO

Proprio! (Dopo aver acconsentito più di una volta, porge la guantiera) Nascondeteli! Non li fate vedere a Osvaldo. Portateli a tavola alla fine, a sorpresa. Sono certo che piacciono anche a lui, perché non possono… (all’unisono con Celeste e Matilde) togliersi dalla bocca!

CELESTE

( Prende la guantiera e blocca Orazio che, voltando le spalle, sta per avviarsi verso il fondo) Dove vuole andare, cavaliere? Lei rimane qui e magia con noi!

 ORAZIO

Ma…

SANDRA

Come? Vorresti andare via? (Lo prende per il braccio e l’avvicina al divano) Qua! Siediti. Non potremmo mangiare se manchi tu. Io non so come ringraziarti dell’affetto e delle continue premure che tu e Matilde avete sempre avuto nei miei riguardi. E tu, Orazio, in special modo! Meglio di un padre!

ORAZIO

Veramente… mi piacerebbe restare! Specialmente ora che ci sono i cannoli. Ma non vorrei che Osvaldo la pigliasse a male e…

MATILDE

Non temere. Osvaldo non è più irascibile come una volta.

ORAZIO

E’ vero! Poco fa mi è sembrato più ragionevole.

MATILDE

E’ del tutto cambiato!

DAL FONDO VENENDO DALLA SINISTRA APPARE OSVALDO.

INDOSSA UNA PELLICCIA DI ESCHIMESE CON CAPPUCCIO.

SI PORTA AVANTI E RIMANE FERMO.

E’ IRRICONOSCIBILE ANCHE PERCHE’ PORTA DEGLI OCCHIALI SCURI.

ORAZIO

(Che stava per sedersi si blocca) Che siamo di già a Carnevale? (Indicando Osvaldo) Chi si nasconde in quella buffa maschera?

OSVALDO

(Si avvicina a Orazio e ponendosi di fronte, si toglie gli occhiali. Poi, quasi minaccioso gli spiattella in faccia) Sono Osvaldo! Mi riconosci? E non sono vestito in maschera! Indosso un “parka”.

MATILDE

Quest’eschimese è proprio lui: Osvaldo! Te l’ho detto che era cambiato.

ORAZIO

Cambiato completamente! Gli manca di trascinare la slitta…

OSVALDO

(Guardandosi si calma) Avete ragione! Sembro l’abominevole uomo delle nevi! Ma pensate proprio che io devo andare vestito così? (Sta per rimettere gli occhiali).       

CELESTE

Puoi non mettere gli occhiali.

MATILDE

Anzi deve toglierli! Se ci va di sera…

ORAZIO

Ma dove deve andare al Polo Nord?

OSVALDO

Sull’Etna. Questa sera!

SANDRA

Io non sto capendo cosa stia succedendo.

MATILDE

Osvaldo questa sera deve andare sul vulcano a fare delle foto.

CELESTE

E vuole andare vestito normalmente e a capo scoperto.

OSVALDO

(Conservando gli occhiali) Ma lassù c’è veramente questo freddo?

ORAZIO

Sull’Etna? Certamente che lassù fa freddo! Ma non è necessario andarci vestito in questo modo. Basta che ti metti ‘n giubbotto col cappuccio…

SANDRA

Questo è il vestito di eschimese della collezione. Ugo ti ha voluto fare uno scherzo!

OSVALDO

(Togliendosi con rabbia il cappuccio) Non sono un burattino, io! Non mi va affatto questo vostro modo di scherzare.

CELESTE

(Gli si avvicina e, dopo aver stracciato in un angolo la carta della guantiera, prende un cannolo mignon e glielo offre) Non arrabbiarti, prendi! Assaggia questo che è veramente buono. Sono i cannoli siciliani! 

ORAZIO

Ripieni di ricotta che… (per non dare il tempo alle donne, parla velocemente completando) non possono togliersi dalla bocca.

VENENDO DAL FONDO A SINISTRA ENTRA UGO

OSVALDO

(Toglie la pelliccia e sgarbatamente la butta addosso a Ugo, poi prende il dolce. Lo osserva e dà un morso).

ORAZIO

(In attesa della reazione di Osvaldo) Eh?... Come sono?...

OSVALDO

(Dopo aver acconsentito col capo, mette in bocca il rimanente. Poi, senza farsi capire, parlando con la bocca piena) Buoni!... Buoni!... Buoni davvero!

ORAZIO

Come? Cosa dici?

OSVALDO

(Ripete ancora con la bocca piena).

ORAZIO

(Richiamandolo) Non si parla con la bocca piena. Non è educazione!

MATILDE

Osvaldo,  inghiotti prima di parlare!

ORAZIO

Allora?... Come ti sembrano?

CELESTE

Sono buoni, vero?

OSVALDO

(Dopo aver evitato un soffocamento) Buonissimi! Non avevo assaggiato un dolce così prelibato.

ORAZIO

(Soddisfatto) Oh! Mi fa piacere che ti sono piaciuti! Ora si possono mettere da parte per mangiarli poi a fine pranzo.

OSVALDO

(Trattenendo Celeste che sta avviandosi in cucina) Aspetta! Non andare via! (Afferra la guantiera cercando di toglierla a Celeste, ma lei non la molla e ne nasce una garbata colluttazione).

NEL FRATTEMPO, DALL’ESTERNO NELLA PARTE DELLA FINESTRA,

SI SENTE UN VOCE CHE RIPETUTAMENTE  CHIAMA UGO.

SANDRA

Indicando la finestra) Ugo, c’è qualcuno che ti chiama dalla strada…

UGO

(Va alla finestra e guarda) E’ Idris! Cosa vuole? (Apre la finestra e si sporge).

MATILDE

Chi è Idris?

SANDRA

Il tunisino di qua sotto. L’extracomunitario che si metti  all’incrocio e  lava i vetri delle auto.

OSVALDO

(A  Celeste) Fammene assaggiare ancora un altro… Ti prego!

CELESTE

(Facendo resistenza) Dopo… dopo!

UGO

(Rientra e chiude la finestra) Idris, dice di aver visto Orazio che veniva sopra con la guantiera… ed è pronto, messo sotto la finestra, che aspetta il lancio!... Però dice che lui all’una smonta.

 ORAZIO

Questa volta, Idris resta a mani vuote! (Indicando) Lo vedete Osvaldo come è aggrappato alla guantiera?!

SANDRA

Ditegli a Idris di salire, prima di andare a casa, perché qualche involto per i suoi bambini ci sarà!

OSVALDO

(Prima che Celeste si allontani, dopo che era riuscita a staccarsi, affonda svelto una mano nella guantiera e prende un cannolo. Celeste lascia fare e lui ne prende un altro con l’altra mano) Sono veramente squisiti! Io che ho conosciuto tutte le specialità culinarie e dolciarie del mondo intero, non avevo ancora assaporato questa meraviglia (indica i cannoli).

SANDRA

Il cannolo è il dolce siciliano!

OSVALDO

Viva la Sicilia! (Sta per portarne uno alla bocca, ma Orazio lo blocca).

ORAZIO

Aaalt! Aspetta! (E’ pronto a prendere la macchina fotografica e scattare una foto).

DOPO LA LUCE DEL FLASH SI FA BUIO,

LASCIANDO TUTTI IMMOBILI E IN PENOMBRA.

ILLUMINATO RIMANE SOLO OSVALDO,

 MENTRE ASSAPORANDOLI MANGIA I CANNOLI.

FACENDO MIMICA APPROPRIATA PER LA BONTA’ E LA PRELIBATEZZA.

LI INDICA CON SODDISFAZIONE E

CONTINUA COSI’ SINO ALLA CHIUSURA DEL…

  S  I  P  A  R  I  O

 F  i  n  e

                                                                                                           Pippo Spampinato

www.pippospampinaro.it

( Email: Pippo.spampinato@teletu.it ) Tel. 095 912024 – 347 1493411