Padre G.

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Giovanni Castelli

Padre G.

Estate 2017

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Prefazione

Ogni riferimento a persone reali è puramente casuale, così si scrive alla fine di certi film e racconti, e vale anche per questo dramma teatrale. Anzi l’ho scritto inventando personaggi e avvenimenti che corrispondono in modo metaforico a pensieri o a idee o a problematiche o a stati d’animo che mi hanno per certi aspetti coinvolto personalmente o interessato negli ultimi anni.

Dividere il bene dal male quasi in modo manicheo, come nell’Apocalisse: nella lotta fra il bene supremo e tutte le malvagità del mondo, è un artificio letterario e una semplificazione didattica; gli uomini sono spesso sia buoni, sia malvagi, e ci sono ambiti morali nei quali la distinzione fra bene e male diventa così tenue che rimane solo un giudizio soggettivo, sempre opinabile.

Èquesto il caso della fedeltà a un ideale, come è avvenuto in tanti fatti della storia passata e come avverrà nella storia futura. Soprattutto, almeno nella mia esperienza, riguardo agli ideali religiosi o a quelli politici, che sono in parte sovrapponibili e normalmente molto istituzionalizzati, e perciò generano maggiori tensioni. Il tema, quindi, è l’antico e sempre nuovo conflitto fra la necessità di seguire e rispettare una certa tradizione e la necessità opposta di rinnovarla, forse anche per mantenerla coerente e viva.

Come sempre, c’è qualcuno più “illuminato” che presume di sapere cosa sia giusto e cosa non lo sia, che può arrogarsi il diritto di giudicare fatti e persone e se è il caso di condannare, coinvolgendo, come spesso succede, anche tanta banalità del vivere umano, sia nel fare del bene che nel fare del male.

Il testo è scarno e ridotto all’essenziale, di soli dialoghi semplificati il più possibile; mancano tante considerazioni e raffinatezze, ambientazioni e stati d’animo, valutazioni e conseguenze, perché spero che i lettori si immaginino quello che io non ho volutamente scritto oppure non sono stato capace di esprimere.

Estate 2017

Giovanni Castelli

giocastelli@gmail.com

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Beati coloro che vivono nel dubbio,

perché conoscono la verità sull’uomo.1

1Un pensiero socratico in stile evangelico.

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Padre G.

dramma in un atto e 11 scene

scritto da Giovanni Castelli

(estate 2017)

Scena 1°: Padre G. e il vescovo.

Dietro l’antica scrivania su un alto seggio, il vescovo, vestito secondo l’uso canonico, riceve la visita di padre G. .

Padre G.: - Sua Eccellenza mi ha fatto chiamare! Sono qui, ai suoi ordini! Come posso esserle utile?

Vescovo: - Padre, io la conosco come un perfetto gesuita, integerrimo difensore della vera fede, e sono convinto di non sbagliarmi in queste mie considerazioni sul suo conto. L’ho fatta chiamare perché in questa diocesi c’è un grosso problema da risolvere e penso che lei sia la persona più opportuna per farlo. Io ho già cercato più volte di affrontarlo, ma devo ammettere che non sono riuscito a cambiare niente della presunzione e delle vane idee di quell’uomo, e a questo punto mi arrendo e le passo il compito e si ricordi che è veramente un … osso … duro.

G- Quello che mi dice, eccellenza, mi lusinga molto, ma sul grosso problema non ho veramente capito di che si tratti e chi sia quell’uomo a cui si riferisce …

V- Mi riferisco a don U. che continua, malgrado i miei ripetuti richiami, a… interpretare il suo dovere di parroco in modi contrari alla dottrina, a fare delle liturgie inventate da lui e al limite dell’osceno, ad avere rapporti poco chiari con certe persone ambigue, tipo prostitute ed omosessuali, … e poi ce ne sarebbero da dire tante altre … quasi, quasi, se fosse un protestante sarebbe più rispettoso della legge ecclesiastica e della dottrina. Non riesco proprio a capire come possa essere stato fatto sacerdote e come possa avere superato gli esami in seminario, uno così?! Ma quello che mi preoccupa è che tanta gente lo segue e va alla sua Santa Messa, che santa non è, ovviamente, sembra piuttosto un pranzo fra amici. Per questo vanno da lui anche tanti giovani che nelle altre parrocchie sembrano scomparsi, ma non imparano nulla sulla fede e la dottrina ... Io ho il dovere di controllare che non ci siano deviazioni dalla dottrina e dalla fede nelle parrocchie della mia diocesi, secondo i dettami della nostra Santa Tradizione, e giuro che questo tentativo di riportarlo nel giusto, attraverso la sua mediazione, padre, e il suo impegno nel farlo rientrare in sé, è per me l’ultimo, prima di scrivere a Roma del caso e chiedere la sospensione a divinis dell’esercizio sacerdotale.

G- Veramente, Eccellenza, ne ho sentito parlare bene da alcuni parrocchiani e forse molte cose sul suo conto potrebbero essere frutto di malelingue e di gente invidiosa …

V- No! No! So bene che ci può essere questa alternativa, ma io mi riferisco a fatti concreti e le

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assicuro padre che sono ben documentati, anzi le lascio da consultare questa cartella con tutte le schede sul caso e poi mi dirà se mi sbaglio …

G- (sfoglia il plico consegnatogli) … La Santa Comunione ai divorziati risposati?

V- Si! E’ solo l’inizio di questa storia, vari anni fa, quando uscì quella benedetta ambigua esortazione apostolica di Papa Francesco Primo, “Amoris laetitia”, quel prete chiamò tutti i divorziati risposati civilmente, prendendo i nominativi e gli indirizzi dall’anagrafe comunale, e fece delle Sante Messe solo per loro, durante le quali tutti potevano fare la Santa Comunione, ovviamente con una semplice assoluzione sommaria data all’inizio della liturgia. “Finalmente non siete più considerati dei peccatori, dei pubblici peccatori, per quello che fate come marito e moglie, perché la Chiesa ha finalmente capito che quello che fate nei vostri letti, per amore, il Signore lo benedice, …” così diceva nell’omelia ed altro ancora sullo stesso tono. Poi alcuni hanno raccontato, ma non ci sono le prove e quindi non compare nella cartella che le ho dato, che abbia accompagnato personalmente un signore in Svizzera in una di quelle cliniche, che là sono permesse, per il suicidio assistito, la cosiddetta eutanasia, come fanno i senza dio, i radicali più anticlericali. Ma questo è solo l’inizio, vada, legga più avanti!

G- … una Santa Messa senza Consacrazione???

V- Sì! Proprio così, senza Con-sa-cra-zio-ne, quel prete ritiene che “per la presenza di Cristo sia sufficiente l’essere assieme in un pranzo o in una cena comunitaria, senza ripetere delle formule che sanno di magico”, come le dicevo, come in un pranzo fra amici: la gente che ci va si porta da mangiare per sé e per chi non ce l’ha, mangiano e bevono, a volte si ubriacano, sempre all’interno della chiesa, che sembra diventata più un ristorante invece della casa di Dio. Una preghiera, che sia una preghiera, assieme non la fanno, ogni tanto qualche laico, non il sacerdote, fa un breve discorso che potrebbe assomigliare molto, ma molto vagamente, all’omelia del giorno, e poi …

G- E poi?

V- E poi ballano o meglio danzano perché ci sono molti immigrati dell’Africa che sono abituati a fare così, con i loro tamburi, le loro nenie e le loro cantilene … mi spiega dove è andato a finire il Sacramento?

G- Potrebbe darsi che quella gente o alcuni suoi parrocchiani gli abbiano preso la mano, come si dice, e il povero prete sia stato costretto in qualche modo ad accettare una tale liturgia …

V- Legga bene quello che scrive sul volantino che è dentro la cartella … “Se avete fame e non avete da mangiare venite da me, divideremo il pranzo con voi. Questo è il sacramento di fratellanza che ci unisce tutti. Don U.” … e per lui sarebbe la Santa Messa? … la Santa Messa?

G- (mentre sfoglia le pagine dentro la cartella) Cos’è? … che non fa più le confessioni?

V- È ciò che mi ha riferito una sua parrocchiana, ma non è il solo caso che mi è stato riportato, al

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riguardo, gli altri li troverà nella cartella. Quella signora aveva litigato molto ferocemente col marito, pur avendo torto, si era poi pentita ed era andata da lui per confessarsi del male fatto. Quel prete l’ha cacciata via in malo modo dicendole che non gli rompesse il “c”, ha detto proprio così, però la parolaccia intera, che se voleva il perdono doveva rivolgersi a colui che aveva offeso e non a lui e che lasciasse stare anche Gesù Cristo! Basta con queste confessioni del “c”! Infine le ha urlato contro, arrabbiato, … sempre la parola intera!

G- Sarà stato perché era impegnato in un momento molto delicato?

V- Neanche per sogno! Stava giocando, divertendosi, al bigliardino con dei ragazzini nella saletta giochi della parrocchia e …, scusi, anche quel modo di parlare osceno in bocca ad un sacerdote di fronte a dei ragazzini, lascia molto dubitare … non crede, padre?

G- Certamente! … C’è scritto che ha anche rifiutato di dare il Battesimo?

V- Eh! Don U. ha detto che “quando il neonato sarà un uomo adulto, se vorrà, si farà battezzare, ma ora la farsa, che poi quelli dell’UAAR hanno inventato la controfarsa dello Sbattezzo, lui non la fa”. Non l’ha neanche iscritto nell’anagrafe parrocchiale che tanto c’è quella civile, … I genitori erano sconvolti quando sono andati dal parroco della chiesa confinante, che mi ha riferito dell’accaduto.

G- Immagino la loro situazione … Allora cerco di farmi un’idea del personaggio … Io dovrei andare da lui e …

V- E farlo rinsavire, farlo tornare un prete normale come tutti gli altri!

G- Sarà fatto! (esclamò andando verso la porta)

V- Sia benedetto il Signore …

G- Ora e sempre …

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Scena 2°: Padre G. entra nella chiesa di don U.

Al successivo giorno festivo, prima di mezzogiorno, Padre G., vestito molto comunemente, entra nella chiesa di don U., trasformata in una grande sala da pranzo, senza farsi vedere e riconoscere, riesce ad avvicinarsi, mettendosi nascosto dietro una colonna o in un confessionale, per ascoltare una giovane donna che è di fronte a don U., oltre loro tre nella chiesa non ci sono altre persone.

Don U- Non devi sentirti in colpa minimamente, è semmai colui che ti ha messa incinta che dovrebbe sentirsi in colpa! Non poteva usare il preservativo? No, lui è superiore!

Donna- Ma io ho voluto abortire perché non me la sono sentita di sostenere da sola un figlio nel mio futuro …

U- E adesso senti il rimorso per averlo fatto e vorresti che io ti assolvessi, ma non mi dici se lui, che se ne è lavato le mani evidentemente, sente un minimo di rimorso, …

D- Ha detto che mi avrebbe aiutato, ma io, che lo conosco bene, so che dopo le prime difficoltà mi avrebbe lasciata sola con la mia creatura. Ma ciò non toglie la mia colpevolezza!

U- Sono leggi, fatte dai maschi per soggiogare le femmine, che ti sono state impresse fin da quand’eri piccola. Ormai l’aborto soprattutto se fatto subito con la Ru486, come hai fatto tu, è come aver usato un anticoncezionale e stai tranquilla che il Signore non ti giudica per questo.

D- Ho fatto un’azione contro natura, ma me ne pento, e il rimorso mi resterà per sempre perché ormai non posso più tornare indietro!

U- Forse non mi hai capito bene: il rimorso c’è perché ti hanno inculcato così, ma quello che ti ha trombato, che se ne sta tranquillo, dovrebbe prendersi la sua responsabilità invece di fregarsene di te in un momento così difficile e penoso. Se vuoi vengo con te a parlargli perché capisca come ti ha solo sfruttata per il suo piacere.

D- (Facendo segno di no con la testa in risposta alla proposta del prete) Spero solo che non mi succeda più

un’altra volta, ma ho bisogno di sentirmi serena, di dimenticare quello che mi è successo.

U- Te lo ripeto stai serena e la prossima volta che ti fai trombare verifica che quell’approfittatore del tuo amore abbia il preservativo.

D-Ti ringrazio delle tue parole e consigli, cercherò di farmi forza e farmi valere con quell’uomo

La donna se ne va. Mentre don U. sta apparecchiando, mettendo le tovaglie, i piatti e le posate per il pranzo comunitario, entra un omosessuale, che è evidentemente un catechista nella piccola parrocchia. Padre G. rimane nascosto e nessuno dei due lo vede.

Omosessuale- Salve prete, ho finito con quei ragazzini e quelle ragazzine!

U- Anche oggi le solite domande?

O- Beh no! Solo una, mentre parlavo sulla natura umana come risultato dell’evoluzione biologica, una ragazzina mi ha chiesto come va interpretata la creazione di Adamo ed Eva, perciò le ho

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detto che era tutto un mito, che Dio non ha fatto niente e che se avesse fatto qualcosa noi lo avremmo prima o poi scoperto, ma che evidentemente non è così. E … ho colto l’occasione per spiegare che non ci sono solo i maschi “maschi”, e le femmine “femmine”, come è scritto nella Genesi, che sono attratti sessualmente gli uni dalle altre, ma secondo la visione gender ho spiegato un po’ delle altre situazioni psicofisiche, al ché alcuni conoscendomi si sono messi a sorridere, ma senza cattiveria … Però, devo dire, don, che l’idea di basare il catechismo sull’enciclica “Laudato sì” è stata proprio una bella figata, i ragazzi sono molto partecipi e interessati, essi hanno un rapporto più semplice e istintivo con la natura, perciò sentono il messaggio della spiritualità ecologica nel loro intimo, molto più di noi adulti, ormai così lontani e divisi.

U- Bravissimo, se non ci fossi tu a fare il catechismo non avrei nessun’altro con la tua preparazione e capacità di insegnare ai giovani. Se tu ne avessi la voglia io ti proporrei di diventare diacono di questa parrocchia e così di ufficializzare la tua posizione come catechista, come diacono e anche come gay, ché ancora in questa società gli omosessuali sono visti come i lebbrosi al tempo di Gesù.

O- Ci devo pensare e chiederlo al mio compagno, se anche lui è d’accordo … ma penso che lo sia

…a volte mi sembra molto più religioso di me. Però vorrei essere sicuro di restare con te in questa parrocchia. Io e il mio compagno, che evidentemente non possiamo avere figli da soli, ci dedichiamo, come tu sai, completamente ai figli degli altri, ai ragazzi che vengono in questa parrocchia e se per loro un mio futuro diventare diacono potesse essere un vantaggio, penso che accetterei.

U- Certamente un ruolo ufficiale sarebbe un vantaggio non per i ragazzi, ma per tanti dei loro genitori che fanno un po’ fatica ad accettarti come catechista gay.

O- Abbiamo fatte le serate di incontri per le vittime dell’omofobia, ma c’è ancora tanto da fare per far cambiare alla gente il modo di pensare. Ora, poi, con tutti gli immigrati che arrivano, il senso di identità si fa ancora più forte, anche perché varie forze politiche lo stanno cavalcando per avere voti elettorali, mentre chi segue Gesù non può fare discriminazioni fra gli esseri umani e non riesco proprio a capire perché quelli, che sono in pratica dei razzisti, si ritengano cristiani?

U- Ma tu credi che i vescovi o i cardinali di questa benedetta chiesa cattolica li sconfessino?! A suo tempo fecero accordi con il fascismo e non si sa mai, se le destre razziste andranno un domani al potere, che non si ritorni alle leggi persecutorie, come all’inizio del Regno d’Italia, con la confisca dei monasteri e degli altri beni della Chiesa … che evidentemente non è né dei poveri e né per i poveri.

O- Hai ragione da vendere, noi cerchiamo di favorire il cambiamento di mentalità il più possibile e poi speriamo che la politica ci aiuti. Ti saluto e ti lascio sistemare le ultime cose per la nostra messa, faccio un salto a casa a prendere le mie vettovaglie e il mio compagno. A dopo.

Mentre l’omosessuale esce arriva una prostituta in piena crisi esistenziale.

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Prostituta- Prete! Io mi ammazzo, non ne posso più di questa vita! … Per favore fai qualcosa per me, che non ne posso più!

U- Ma dai! … cosa ti è successo questa volta, possibile che tu sia così sfigata? L’altra volta, che mi hai raccontato tutto della tua vita, avevi ragione di essere in crisi per la morte di tuo fratello, l’unico parente che ti era rimasto! Allora dimmi?

P- Il mio protettore, quella carogna, che si faccia dare nel culo, ha sperperato nel gioco tutti i miei guadagni, tutti, capisci, tutti i soldi che avevo preso col mio sporco mestiere, e pieno di debiti, incriminato, è stato messo in prigione … così mi trovo praticamente senza un quattrino e completamente abbandonata …

U- Finché ci sono io, qui, non sei per niente abbandonata! Ma ora, se vuoi, raccontami cosa è successo, esattamente, perché forse potremmo scoprire che poi non è un gran male se quel farabutto è finito in prigione, che forse se lo è meritato, e dopo a questo momento di crisi, che stai vivendo, può succedere un inizio di una nuova vita …

La prostituta, avvicinandosi a lui molto più del normale, comincia a raccontare la sua recente disgrazia, dopo un po’, mentre la donna gli parla, il prete inizia ad accarezzarle molto istintivamente i lunghi capelli, … finché i due escono e vanno in sacrestia chiudendo la porta, ma i suoni che sopraggiungono sono evidenti e quando rientrano in chiesa nel loro viso traspare ancora il rossore dell’orgasmo per l’amplesso che avevano consumato. Padre G. è completamente esterrefatto, possibile che in un solo quarto d’ora abbia visto momenti così deplorevoli e molto discutibili! Mentre don U. continua a sistemare per il pranzo, la donna rasserenata lo abbraccia e lo bacia sulle labbra e poi va verso l’uscita della chiesa.

U- Non andare, resta per mangiare, … è la messa!

P- Il lavoro mi chiama, devo andare!

U- Pensavo di riuscire, uno dei prossimi giorni, a cominciare a farti lavorare qui, come succede in alcuni paesi del nord Europa, ma solo per gli handicappati che vengono qui, ai quali nessuno dà mai una possibilità di uno sfogo sessuale … che ne pensi?

P- Può essere una bella idea, don, ci penserò! Ciao!

Mentre esce, entra un individuo immigrato, un africano di religione islamica, quasi privo di forze per il digiuno forzato dalla miseria.

Africano:- Fame, fame!

U- Vieni, sii benvenuto in questa casa di dio!Ti do qualcosa subito, mentre aspettiamo gli altri per la messa. Come ti chiami? Da dove vieni?

A- Hassan. Nigeria, nord Nigeria.

U- Allora sei un musulmano, un muslim?

A- Yes! Muslim!

U- Vieni che ti do del riso cotto rimasto … te lo scaldo un po’ nel forno a microonde … (prende da12


un frigorifero una ciotola e la mette nel forno a microonde)

U- Spero che tu voglia restare con noi per la messa che per noi è la chiamata di Allah, per tutti, alla pace e alla fratellanza universale.

A- (annuisce mentre inizia a mangiare con voracità per il digiuno) … I … I’m … in a christian church?

U- Beh! Che problema c’è?! Stai tranquillo che nessuno ti chiede di rinnegare la tua bella fede, ma resta qui almeno per il mangiare, poi devi sapere che non sei l’unico musulmano che viene qui, soprattutto fra gli immigrati africani, vedrai fra un po’ arriveranno.

A- (mangia un po’ di riso per riprendere le forze, beve un bicchiere d’acqua che nel frattempo don U. gliha offerto)-

Prayer!

U- Vuoi pregare Allah?! Vedi quei tappeti per terra in quell’angolo verso la Mecca, puoi andare lì a pregare, ma poi torna qui per finire di mangiare il tuo riso.

Mentre l’africano, che aveva già ripreso un po’ di forze, fa le sue genuflessioni nell’angolo dedicato ai musulmani, entrano, un po’ alla volta, varie persone: anziani e giovani, maschi e femmine, ricchi e poveri, locali e immigrati. Alcuni si sono portati le borse termiche con il mangiare e il vino. La gente è molto allegra, si saluta e saluta don U., qualcuno strimpella su una chitarra e altri fanno alcuni ritmi sui tamburi, alcuni ballano da soli o in coppia, ma don U. non fa caso al fracasso che provocano e continua a preparare i tavoli insieme a varie persone arrivate. Quando entra un handicappato grave, aiutato dai familiari, don U. si ferma improvvisamente e gli va incontro.

U- Ti aspettavo! Sii benedetto dal Signore! Tu, fra tutta questa gente, sei il migliore. Tu sei la nostra salvezza! Vieni, a te ho riservato il posto più importante!

L’handicappato farfuglia un ringraziamento e si vede che è felice di sentirsi importante, anche i suoi familiari ringraziano. Don U. lo sistema con i suoi familiari nel centro della tavolata e fa cenno alla gente che è ora di cominciare il pranzo. Qualcuno ha messo al centro della tavolata, di fronte all’handicappato, su un grande vassoio, un intero pane pugliese molto grande con attorno decine di bicchieri di plastica e vari bottiglioni di vino. Mentre tutti si stanno sistemando, nella confusione padre G. sgattaiola fuori.

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Scena 3°: Nello studio di don U., primo colloquio fra i due preti.

G - Carissimo, sai perché sono qui per parlare con te?

U- Mah! Non saprei! Non credo che tu abbia bisogno di me per qualcosa, forse è per qualche tuo parrocchiano?

G- No! È per te! Lo sai che il nostro vescovo non sa più cosa fare per farti tornare ad essere un prete come tutti gli altri!

U- Ho capito … allora ha mandato te, l’esorcista diocesano, … vuoi vedereche mi crede un indemoniato! L’ultima volta che ho visto il vescovo, era tre anni fa, tanto per darti un’idea del suo interessamento a me e al lavoro che si fa nella mia parrocchietta, mi ha fatto una ramanzina senza fine piena di stronzate: che ho dimenticato i Sacramenti, che non insegno la vera dottrina e via di seguito. Ho cercato in tutte le maniere di fargli capire che, se continua con la sua mentalità medievale, qui chiudiamo la baracca, che posso anche sbagliare, ma almeno voglio tentare di aprire nuove strade … Il regime di cristianità è finito, finito! Kaput! Capito! Kaput! Siamo nel ventunesimo secolo in piena rivoluzione informatica e biotecnologica, siamo nel mondo globalizzato … Allora, mio caro, diamoci una bella svegliata, buttiamo via tutti quei miti che ci hanno insegnato, andiamo in mezzo alla gente e proclamiamo solo che la pace e la fratellanza sono possibili fin d’ora su questa terra!

G- Ma nessuno ti dice che tu non possa proclamare ciò, in fondo è quello che diceva Gesù nei Vangeli! No?!

U- Ma per me che l’abbia detto Gesù, o Allah, o Manitù non me ne frega proprio niente, quello che serve è dirlo oggi, perché noi crediamo che sia venuta l’ora di dirlo, tutti insieme: pace e fratellanza universale, e come diceva anche il Papa Francesco Primo, facciamo la pace anche con la natura …

G- (perplesso e scuotendo la testa) Tu credi che gli uomini possano salvarsi da soli, ma purtroppo non è così, la vera salvezza viene solo … solo per mezzo di Gesù Cristo e tu lo sai perché l’hai studiato, e non attraverso Allah o Manitù, come dici, tanto per dire, e neanche c’è salvezza per il solo volere umano ma come GRAZIA DIVINA.

U- Perdinci! Sono duemila anni che si ragiona così, sempre con ‘sta storia della salvezza eterna che oggi non interessa più a nessuno, e che nessuno può dimostrare, e che sembra solo un mito come tanti, anche perché nessuno ci ha mai dato una pur pallida conferma reale dell’aldilà! Noi conosciamo solo l’aldiquà che per molti, purtroppo, è un inferno! Ma potremmo, pure, una volta, tentare di essere noi i responsabili della nostra salvezza, la salvezza qui, su questa terra: un po’ di pace, non dico paradiso, nell’aldiquà, che per troppi e troppo spesso è un inferno, o no??!! … Dovremo aspettare che Lui ci dia la sua grazia per avere un po’ di pace sulla terra? Che poi, detto fra te e me, mi sai dire cos’è che di concreto sta facendo Lui, DIO, per noi oggi?

G- Hai perso la fede!

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U- Niente! Niente! Niente!

G- Sei impazzito!

U- Facciamola finita con tutte le nostre mitologie e guardiamo la vita degli uomini nella loro realtà, le loro sofferenze, la mancanza di pace, gli odi che ci sono, l’egoismo individualista che ci pervade, … dobbiamo fare capire a tutti che il mondo è solo nelle mani degli uomini e delle donne che ci vivono, non è né in quelle di Dio, né in quelle di Satana!

G- Il primo ragionamento che fanno i posseduti dal demonio è di dire che il demonio e dio non esistono e non agiscono nel mondo …

U- Ma basta con queste favole!

G- Ma tu sei o non sei un sacerdote cattolico? Allora?

U- Ma chi se ne frega del sacerdozio … cattolico … il problema è cosa ci stiamo a fare su questa terra? Se invece di portare la pace continuiamo a fare muri, a fare discriminazioni, a credere che una vera dottrina ci salvi mentre semmai è solo la fede che ci salva, ma non come diceva il tuo amico-nemico Lutero con le sue elucubrazioni: la fede ci salva solo dal nichilismo, dal suicidio in massa, dal chiuderci nel nulla, poi tutto il resto è nelle nostre opere, nel nostro impegno per la pace e la fratellanza.

G- Ma chi fa muri, chi fa discriminazioni, chi obbliga a credere in una dottrina che salva, chi?

U- Noi, noi cattolici, i sacerdoti come te e come il nostro vescovo, i cosiddetti detentori della verità, della vera morale, del bene per gli uomini … mi fate schifo, siete dei sepolcri imbiancati, fate finta di vivere con la gente e per la gente, ma in realtà gongolate perché vi seguono come delle stupide pecorelle, imbonite dalle vostre belle parole. Se c’è qualcuno che viene nella mia parrocchia alla messa per ascoltare le mie parole per sua beatificazione, lo caccio via, e gli dico “se vieni, vieni per dare qualcosa agli altri, non per ricevere qualcosa da me”

G- Allora siamo alle offese! Sia nei miei confronti che verso il nostro Vescovo e verso tanti generosi cattolici!

U- Scusami! Mi sono lasciato trasportare dall’enfasi del discorso, non c’è dubbio che ci siano tanti in buona fede e bendisposti verso tutti, purtroppo certi presupposti come miti, dogmi, idee antiche, che voi coltivate, diventano grandi macigni insormontabili e inaccettabili per la gente di oggi …

G- Per la gente di oggi? Io ho tanti fedeli, nella mia parrocchia e anche di altre parrocchie, che mi seguono e mi capiscono, perché io insegno bene e con chiarezza a loro, la vera dottrina, e nessuno MAI ha rifiutato quello che dicevo e neanche ha messo in dubbio la verità, il frutto di secoli di meditazione e di rivelazione divina nella Santa Chiesa Cattolica, illuminata dalla luce del Vangelo di Cristo. I macigni sono solo nella tua testa, per favore, comincia a ragionare su come fare per ravvederti … forse un pellegrinaggio a Fatima o a Lourdes o …

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U- A vedere le cazzate di Medjugorje, ma dai … per favore!

G- Ho pensato! ... un bel ritiro spirituale in un convento isolato, in mezzo alle montagne … dai monaci camaldolesi, per esempio …

U- No! Dai monaci tibetani … per un po’ ci andrei!

G- Insomma sto cercando di aiutarti! Non potrai continuare a ragionare con queste idee balzane nella testa … la gente che prende una strada come la tua fa sempre una brutta fine, te lo dico per il tuo bene …

U- Vuoi dire … come è finito Gesù Cristo!? … per favore non esageriamo!

G- Sei tu che esageri, che sembri un novello Giordano Bruno che vuole spazzare via tutto, ma chi ti credi di essere? E dove vorresti arrivare con la tua rivoluzione? Per favore ascoltami che ti dico cosa devi fare: ti prendi un anno sabatico e ti ritiri a Fonte Avellana o a Camaldoli in preghiera e poi ne riparliamo al tuo ritorno.

U- S’è fatto tardi devo andare …

G- Dove? S’è lecito sapere?

U- Non ho misteri! Vado da un anziano che è solo, e gliel’ho promesso, perché nessuno, nessuno dei suoi figli e nipoti gli fa un po’ di compagnia, così egli si deprime e passa i suoi ultimi giorni nella solitudine sperando solo che la morte arrivi al più presto … E lascia aperta la porta della canonica quando vai via che qui chiunque arrivi possa entrare anche se non c’è nessuno. Ciao, alla prossima. Ah! Un consiglio, vacci tu a Camaldoli o a Fonte Avellana per un anno …

ad ammuffire! (esce continuando con la mano a fare il cenno del saluto, mentre Padre G. resta completamenteperplesso e senza risposta)

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Scena 4°: Nella sala parrocchiale o nella chiesa di padre G. che parla ai suoi fedeli parrocchiani.

……

G- Sì! È proprio così, come dite! Il male, ovvero il demonio, si sta infiltrando nella Santa Chiesa Cattolica, e in questa parrocchia, perché quello che è successo l’altro giorno è sicuramente effetto del maligno, solo lui poteva suggerire una scritta così blasfema, come quella che è comparsa sul portone della nostra chiesa. Ma Satana si sta infiltrando anche nelle altre parrocchie, per effetto dell’ideologia relativista che pervade la nostra società consumista, individualista ed edonista. Il maligno è sicuramente riuscito a impadronirsi anche di un prete, quel don U., che si comporta in modo blasfemo ed eretico in una parrocchia di questa città. Voi dovete stare sempre attenti e vigilanti sulla vostra fede e sulla sua coerenza con la vera dottrina, voi dovete seguire sempre gli insegnamenti del Vangelo, del magistero ecclesiastico per non cadere vittima di falsi profeti che vogliono strapparvi dalla vostra vera fede con le loro lusinghe che sono dettate da Satana. Il buonismo e la tolleranza degli ultimi anni potrebbero trarvi in inganno, ma ricordate cosa dice Gesù: ”Chi non è con me è contro di me”, chi è contro Gesù è prima di tutti il maligno, ed è il maligno che fa credere a tanti che una religione vale l’altra, che tutti si salveranno ed altre fandonie. Se conoscete qualcuno che va alle messe

…“massoniche” di don U. state attenti che vi può traviare con estrema facilità, e, se ci riuscite, ma combattere contro il maligno è molto difficile, dovete esortarlo ad abbandonare al più presto quel prete, meno gente incontra meno guai potrà fare. Ed ora, per finire questa riunione, diciamo una preghiera alla Madre di Gesù.

Assieme tutti recitano la preghiera:

Salve, Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae. Ad te suspiramus gementes et flentes in hac lacrimarum valle. Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tuis, nobis, post hoc exsilium, ostende. O Clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria!

Padre G. li benedice, poi tutti escono chiacchierando fra loro.

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Scena 5°: Nello studio di don U., secondo colloquio fra i due preti.

G- Sono tornato a parlare con te perché voglio chiarire ancora vari problemi. Dimmi chiaramente e onestamente se ti sei fatto traviare da qualche circolo massonico, casi come il tuo sono già successi e dietro c’era la lunga mano della massoneria.

U- Ma dai i numeri! Pensi che io mi faccia prendere in giro da quella gente! Tutt’altro! Io prendo sempre come riferimento solo i vangeli!

G- Allora spiegami perché hai vanificato i Sacramenti della Chiesa, cosa che neanche i protestanti hanno mai fatto completamente. Attuando in pratica quello a cui aspirano i massoni, cioè la fine della Chiesa Cattolica. Mi sembra che, comunque tu la pensi, devi avere un minimo di coerenza con il messaggio evangelico a cominciare dall’Eucarestia e dal Battesimo.

U- Stai ripetendo le medesime parole del vescovo di tre anni fa, e io ti rispondo esattamente nella stessa maniera e cioè che la gente che frequenta la mia parrocchia non capisce più i riti sacramentali, per quella gente sono rappresentazioni esteriori con un vago senso religioso, ma non li fanno avvicinare a dio, anzi per alcuni sembrano residui medievali che li fanno allontanare ancor di più. Allora alla luce dei vangeli mi sembra che i sacramenti non siano così importanti per seguire Gesù, non c’è scritto da nessuna parte che uno si salva perché è andato alla messa, ovvero perché si è confessato o battezzato, … queste cose le hanno sancite degli uomini, come te e come me, molto tempo dopo Gesù. Pensa al discorso delle beatitudini o a quello dell’ultima cena nel vangelo di Giovanni, … niente di niente sui sacramenti, neanche una parolina, ma! Ma è scritto tanto sul vivere per gli altri, sulla necessità dell’amore fra gli uomini, sul prendere per esempio Gesù, il suo stile di vita, il suo modo di amare, … Quindi i riti simbolici diventati esteriori e incomprensibili vanno sostituiti con quelle situazioni che la gente di oggi spontaneamente ritiene che avvicinino di più a dio, nel vivere un rapporto realmente fraterno con gli altri, quindi non superficiale, ma che tocchi i sentimenti più profondi delle persone.

G- Non puoi essere tu a decidere i riti e la liturgia della Chiesa, che vanno concordati secondo regole definite, come durante l’ultimo concilio con la riforma della liturgia, con l’introduzione della lingua volgare, l’altare rivolto verso ai fedeli, tutti gli altri cambiamenti che dovresti aver studiato in seminario?!

U- Guardami bene negli occhi! Dobbiamo seguire Gesù o quello che decidono papi o cardinali? Rispondimi! A me non interessa quello che dicono papi e cardinali, con la mia gente vogliamo seguire Gesù secondo i vangeli!

G- Un discorso che neanche Lutero e nemmeno Calvino accetterebbero! Una gerarchia nella Chiesa ci vorrà, sì o no? Ma è proprio nel Vangelo, che dici di voler seguire, che dall’istituzione dello stesso Gesù dei dodici apostoli e del primato di Pietro nasce la gerarchia della Chiesa Cattolica! Ed è ovvio che la gerarchia ecclesiastica è un mezzo per aiutare la gente a seguire meglio Gesù, come dici tu! Sono i pastori, le guide del popolo!

U- Ecco! Proprio qui c’è il misfatto, tutti i vangeli trasudano dell’opposizione alla religione

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farisaica di allora, alla gerarchia di potere che la costituiva e che, alla fine, ha condannato Gesù a morte. Come poi è stato fatto dalla gerarchia istituzionale della Chiesa nei secoli successivi, condannando chi non accettava quello che era deciso dall’alto, dal suo potere religioso, teologico, magisteriale. Gli ariani e i donatisti, gli albigesi e i valdesi, i luterani e i calvinisti, per finire ai più recenti modernisti, tutti poveri cristi, sa-cri-fi-ca-ti! Quella Chiesa non è stata neanche lontanamente quella che pensava Gesù, ma una brutta copia di quella farisaica e sadducea di allora!

G- “Ecclesia sancta et meretrix” …

U- Appunto! Ma, a volte, molto più la seconda che la prima! Con tutto il mio rispetto alle vere prostitute, alle quali va tutto il mio affetto perché schiavizzate così dalla malvagità degli uomini!

G- mugugna il suo dissenso, ricordando l’incontro, che aveva visto in chiesa, di don U. con una prostituta. Sta perribattere:”Anche qualcosa di più dell’affetto!” Ma poi si morde la lingua.

U- Comunque, come è stato sempre nella storia, da qualche parte si deve cominciare a cambiare, non per distruggere, ma per rinnovare, per recuperare il nucleo, l’essenza del messaggio iniziale. Poi se stiamo ad aspettare che si muovano quelli delle gerarchie ci vogliono chissà quanti anni per fare anche dei piccoli cambiamenti: come per il diaconato e il presbiterato femminile, ma anche l’episcopato femminile, perché no? Anche il papato? Che è ormai una vita che è stata costituita l’apposita commissione in Vaticano senza che ancora si siano decisi ad approvare una tale ovvietà.

G- Una tale ovvietà? Forse è meglio cambiare discorso … Mi hanno detto che non confessi più! Passi per il sacramento della riconciliazione, che ormai, anche nella mia parrocchia, sono pochissimi coloro che si confessano, ma non fai neppure più i Battesimi?

U- In un mondo di esteriorità, di immagini, di tv, di film e di Internet con tutti i suoi mezzi mediatici, un segno come quello dell’immersione nell’acqua non dice più niente. Per entrare nell’interiorità delle persone si può solo aspettare che in loro inizi la ricerca, che ci sia un bisogno profondo e solo dopo, quindi, dare loro un aiuto. Avevo pensato di fare una domenica mattina una gita tutti assieme alla piscina comunale per un bagno collettivo, un bagno simbolico come nei battesimi dell’antichità. Avrei potuto fare dei bei discorsi, puntando sul significato collettivo del Battesimo e non su quello della salvezza individuale come è stato fatto per secoli … ma ho pensato che, dopo un momento di esaltazione, ci sarebbe rimasto poco nel cuore di ognuno di quel gesto, ed ho rinunciato. Se me lo chiederanno ci penserò, ma solo per il Battesimo di adulti consapevoli. … Oggi, che segno di speranza e di salvezza può dare in più la fede in Gesù rispetto agli sviluppi del progresso scientifico e tecnologico? (senzalasciare rispondere a padre G.) E non mi dire il solito ritornello della salvezza eterna, perché saicome me che non interessa più a nessuno. Allora il segno è la realizzazione sulla terra del “regno di dio” come è descritto nelle beatitudini, questa è la speranza cristiana oggi! Chi accetta questo è già battezzato, cioè immerso o imbevuto, come un biscottino nel vino, ovvero nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, anche se non lo sa.

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G- Mi sembra un proclama più politico che religioso, non ti pare? Parli come i marxisti e i comunisti del ‘900 dell’idea di poter realizzare il paradiso sulla terra. Poi il comunismo reale mostrò il suo vero volto che era molto peggiore di quello del capitalismo. Caro, prima o poi ti scontrerai contro qualche potere a cui dai fastidio …

U- Proprio la massoneria, che tu hai pensato mi avesse plagiato, mi ha inviato delle lettere, il cui mittente è evidente, nelle quali cercava di intimorirmi per i miei atteggiamenti verso gli immigrati islamici, facendo intimidazioni quasi terroristiche contro la mia chiesa e la gente che ci viene. Sapessi, una delle cose che dava fastidio ai massoni era che normalmente facciamo il pranzo comunitario alla domenica, un pranzo che è come la messa e vengono pure gli islamici, che per molti di loro è un vero rito di fratellanza, ma durante il mese del ramadan non facciamo più il pranzo ma la cena dopo il tramonto della domenica così gli islamici possono continuare a venire. Spiegami tu che problemi può dare tutto ciò ai massoni?

G- Ai massoni proprio non so, ma per la Santa Madre Chiesa tutto ciò che fai è un problema, e non saprei da dove iniziare a spiegarti il perché …

U- Sta tranquillo, non cercare di spiegare niente, tanto tutte quelle belle elucubrazioni teologiche le conosco bene, ma ormai non servono più perché hanno perso completamente senso per la gente di oggi. E con esse tutte le considerazioni sui dogmi: dalla natura di Gesù Cristo alla Trinità, da Maria ai Novissimi, dalla Transustanziazione al … l’infallibilità del Papa, proprio quest’ultimo dogma, poi, a tanta gente fa quasi ridere, e c’è da vergognarsi al solo pensarlo … Alla gente di oggi non si può più parlare di verità assolute, ma nemmeno di verità di fede! Te ne sei accorto? La razionalità filosofica e quella teologica, dopo tutti i guai che hanno fatto, hanno lasciato il posto, per ovvi motivi, alla razionalità tecnico-scientifica, l’unico pensiero veramente ecumenico … ma i sentimenti e le speranze degli uomini possono perdersi nel nichilismo più deteriore e distruttivo, che solo un forte senso dell’umano, come c’è nei vangeli, può cambiare positivamente: può fare rinascere o risorgere le persone, se vuoi usare questo modo di esprimersi.

G- D’accordo, tuttavia bisogna che tu ritorni al più presto a seguire le regole della nostra Santa Madre Chiesa, altrimenti il vescovo è intenzionato a toglierti la parrocchia e a farti dare la sospensione a divinis dal sacerdozio …

U- Ecco che si comincia a farmi delle altre intimidazioni, quando non mi sembra di fare niente di male e se mai cerco di migliorare questa Santa Madre Chiesa, come la chiami tu. … Ora devo andare, mi aspetta un povero indiano, un indù, molto bravo con le mucche e i maiali in una fattoria nella nostra campagna, dove lavora, ma purtroppo finito in carcere perché ha combinato non pochi guai quando era ubriaco fradicio. Il poveretto è solo, e spesso beve oltre misura e poiché nel suo paese natio è praticamente impossibile bere alcolici, non ha sviluppato quei meccanismi di autocontrollo che abbiamo noi fin dalla fanciullezza. Un po’ come succede agli immigrati dai paesi integralisti islamici, dove al massimo possono vedere gli occhi delle donne, mentre qui le vedono a spasso, a volte, seminude, per non dire se vanno alla spiaggia a Rimini. Voglio proporre al buon indiano appena esce dal carcere per la breve durata della sua pena, di venire qui, al gruppo alcolisti anonimi, che, insieme ad un valido

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psicoterapeuta relazionale, abbiamo organizzato nella canonica. Chissà che non riescano a risanarlo e possa magari fare qualche amicizia che lo guidi e lo aiuti.

G- Questo è molto bello da parte tua e potresti anche cercare di convertirlo alla nostra fede!

U- Poi con lo stesso psicoterapeuta abbiamo organizzato gli incontri di mutuo sostegno per i drogati  e  ultimamente  per  vari  anziani  che  sono  caduti  nella  trappola  della  ludopatia, immagino che tu sappia cosa sia? Ovviamente anche per aiutarli e indirizzarli a ricevere le opportune cure anche dalla USL, che purtroppo sono ancora insufficienti. … Già che sono nel parlatorio del carcere, spero anche di incontrare quello sfruttatore, quel magnaccia che ha bruciato nel gioco i guadagni della sua protetta e ha fatto anche parecchi debiti sempre nel gioco d’azzardo. La sua protetta è venuta pochi giorni fa a chiedermi aiuto e mi ha raccontato tutto, quell’uomo è chiuso in prigione, ma forse, dopo che avrà scontato la sua pena, potrebbe pensare seriamente a cambiare vita, e qui, nel gruppo di mutuo sostegno per la ludopatia, potrebbe avere un valido aiuto per vincere la sua mania del gioco. (Padre G., a fatica, fa la facciaperplessa come se non sapesse dell’incontro di don U. con la prostituta) Già…però vado di corsa perché al

carcere hanno orari inflessibili. E se vedi il vescovo digli da parte mia che vada un po’ in carcere anche lui, a incontrare i detenuti, che lì nessuno l’ha mai visto! Quando vai via, lascia la porta aperta, anche se qui non c’è nessuno, non si sa mai che qualcuno abbia bisogno di entrare … Ciao!

G- Ciao! (raccoglie i suoi appunti del colloquio e si avvia con calma e pensieroso verso la porta)

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Scena 6°: Padre G. torna dal vescovo.

G- È permesso? Sua Eccellenza, mi sono permesso di venire da lei per relazionarle la situazione che ho verificato riguardo don U.!

V- Dica! Lo ha incontrato? E che cosa ne deduce?

G- È un eretico impenitente! Con lui non si riesce a ragionare, oltre ad avere idee completamente sbagliate sulla Santa Chiesa, sui dogmi e sulla dottrina, quello che è peggio è che si comporta contro la morale. Sono rimasto un solo quarto d’ora nascosto nella sua chiesa ed ho visto cose che mi hanno lasciato completamente e-ster-re-fat-to!

V- Cioè? Cosa ha visto?

G- Per primo, a una donna che aveva abortito, don U. ha praticamente fatto credere che l’aborto era una imposizione maschilista e che non doveva avere rimorsi per quello che aveva fatto! Don U. parlava come una femminista accanita oltranzista degli anni ’70.

V- Poi l’ha confessata o no? Che poi avrebbe dovuto mandarla a confessarsi da me! Per il crimine!

G- L’ha mandata via dicendole che quando si farà tr …, che quando farà l’amore stia attenta che il suo amante usi il preservativo.

V- Cioè quella donna non era neanche sposata?

G- Evidentemente no! … Nel secondo caso, c’è stato un catechista che si faceva glorie di essere un omosessuale e che ha spiegato l’ideologia gender ai suoi alunni e alunne nella canonica, perché, mentre spiegava l’evoluzionismo al catechismo, è così!, una ragazzina gli ha chiesto che senso abbia la Genesi? Tutto un mito, così ha detto, in risposta, anche il fatto che Dio li creò maschi e femmine e così ha proposto la visione gender a tutti i ragazzini del catechismo!

…Infine don U. gli ha proposto di diventare diacono in quella parrocchia … un diacono gay!

V- Un omosessuale! Il gender! L’evoluzionismo in catechesi! Un diacono gay! Ma è da impazzire!

G- Oh! Ma non è finito! Perché, poi, è arrivata una prostituta che si voleva ammazzare e lui, don U., l’ha calmata portandosela in sacrestia e, sono sicuro di quello che dico, lì hanno fatto sesso! Loro due!

V- Noooo! Non è possibile! Sesso in sacrestia! Un prete della mia diocesi! Con una prostituta! … E la prostituta si era calmata poi?

G- Ma è andata via felicissima ringraziando don U.!

V- Ne ho abbastanza! O ce n’è dell’altro?

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G- Infine uno sventurato immigrato africano, nero come lo sono certi nigeriani, entrato in chiesa ha potuto essere sfamato con del riso già cotto che gli ha offerto don U., perché la chiesa, come ha detto lei, è stata trasformata in un ristorante, e alla sua richiesta di pregare, perché islamico, don U. gli ha detto che lo poteva fare nella stessa chiesa, in un angolo, dove c’erano i tappeti e le altre effigie come in una moschea! Evidentemente gli islamici vanno anche loro lì, a pregare il loro dio: Allah!

V- Ma è sommamente blasfemo quello che mi racconta! Non avrei mai pensato che potesse essere arrivato a questo punto!

G- È così!

V- Ma, quando lo ha incontrato, ha provato a farlo ragionare, almeno un po’?

G- È pressoché impossibile, ha una lingua biforcuta … proprio come raccontano i testi riguardo ai veri posseduti dal demonio.

V- No! Bisogna che lei padre ci riprovi ancora un’altra volta, poi, se non vede alcun cenno di ravvedimento da parte sua, venga qui a rendicontarmi e penserò io a come sistemarlo.

G- D’accordo, farò ancora un altro tentativo, perché ho già capito che per lui i Sacramenti, la Santa Chiesa, i dogmi, la dottrina, il magistero, eccetera sono tutti miti, lui dice di seguire solo il Vangelo!

V- Il solito discorso che fanno tutti gli eretici da duemila anni, ormai.

G- Si! Allora provo con il tema della morale, forse potremo trovare un punto di convergenza.

V- Della morale? Ma se ha fatto quello che mi ha raccontato, quell’uomo è senza morale!Veda lei, comunque vorrei chiudere la faccenda in pochi giorni perché ci sono delle scadenze importanti in ballo.

G- Le farò sapere al più presto l’esito del prossimo incontro con lui.

V- Il Signore la benedica e l’aiuti in questo difficilissimo compito.

G- Il mio animo confida sempre e solo in Gesù Cristo e nell’aiuto dello Spirito Santo.

Padre G. esce dalla stanza del Vescovo.

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Scena 7°: Ultimo incontro fra padre G. e don U.

G- Ho parlato con il vescovo del tuo caso, mi ha dato un’ultima possibilità per farti rinsavire, poi penserà lui come sistemarti, se io non ci riesco!

U- Rinsavire? Non mi sembra di essere impazzito?!

G- Per favore cerca di capire almeno un po’! Non vorrai dire che il tuo modo di fare il parroco in questa chiesa sia conforme alle regole che da secoli la Santa Chiesa Cattolica ha adottato? E il nostro vescovo, che ha la responsabilità di tutte le parrocchie della diocesi, dovrà pure intervenire in una situazione come quella che hai creato in questa parrocchia?

U- Guarda che qui, in questa parrocchia, non si fa niente di male, anzi noi tutti cerchiamo di fare più possibile del bene a quanti ne hanno bisogno! … Trascurare qualche sacramento e non rispettare la liturgia non sono motivi sufficienti per buttarmi fuori di qui. Pensa se i primi cristiani si ponevano tali problemi, dato che ancora nessuno aveva stabilito riti, dogmi e sacramenti!? Ma come ti ho detto l’altra volta, tutti questi cambiamenti non sono per mio capriccio o per il mio gusto, ma sono per venire incontro alle persone che vengono qui e che non capiscono e non accettano tutta l’impostazione tradizionale.

G- Può darsi che tu abbia anche ragione, purtroppo mi sembra che, demolendo tutta la base teologica e la tradizione che si è formata nei secoli, tu corra il rischio di mandare all’aria anche la morale, perché tu non parli più del peccato, del perdono di dio e della sua grazia santificante.

U- Come faceva Gesù e come ci insegnano i vangeli: noi, qui, contiamo più sull’esempio che sulla parola. Ai suoi tempi Gesù interveniva sia sul male fisico, cioè le malattie, sia sul male morale, cioè i peccati. Ma oggi ci sono i medici, l’USL e le cliniche private per le malattie, mentre il male morale, il tuo peccato, se non è perseguito dalla legge civile spesso non è neanche un vero peccato. Per la convivenza civile abbiamo le nostre leggi e la Costituzione che sono meglio dei vangeli. Ma non è finito perché il male non è scomparso dalla terra, finché sulla terra c’è chi muore di fame, chi non può studiare, chi non può essere curato, chi muore per le guerre, chi non ha lavoro, chi viene perseguitato per le sue idee, chi ha sbagliato nella vita e non viene perdonato da nessuno … capisci? Queste cose sono il vero male di oggi e noi saremmo degli ipocriti se non lo denunciassimo e non operassimo per aiutare tutta questa gente sofferente.

G- Ecco che entri nel campo politico!

U- Certo, per esempio: se anche noi accettiamo che il nostro Governo venda armi e munizioni ad altri Paesi, che fanno pericolose e inutili guerre, invece di usare quei soldi per aiutare le popolazioni più povere e bisognose, noi siamo colpevoli e peccatori, anche se nessuno ce lo dice.

G- Se non c’è consapevolezza e libertà di azione non ci può essere peccato!

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U- Vallo a dire a coloro che muoiono per la nostra inconsapevolezza o impossibilità di reagire! Diglielo se ne hai il coraggio! Ricordati del ricco epulone e del povero Lazzaro …

G- Cosa c’entra?

U- Quando andrai all’inferno, nelle viscere della terra, ché tu ci credi ancora, e vedrai tutti quelli scartati dal nostro mondo civilizzato, uccisi nelle guerre con le nostre armi e munizioni, morti per fame e sete mentre noi sprecavamo montagne di cibo e di acqua, morti per banali malattie che da noi si curano con medicine da pochi soldi, … dal fondo dell’inferno fra le fiamme che ti divorano e la sete che ti tortura … li vedrai tutti nel seno di Gesù, nei cieli, … e tu cosa dirai?

G- Ma cosa stai dicendo?! Stai tentando di colpevolizzarmi su cose che io non posso cambiare … e poi la bestia maligna, Satana, è all’opera in questo mondo e solo il Salvatore lo potrà sconfiggere al suo definitivo ritorno! Noi, poveretti, possiamo solo sperare!

U- Ah! Ah! Ma questa è una visione mitica che valeva per i fedeli di duemila anni fa! Mi fai ridere a pensare così! Ah! Ah! Ah!

G- (non sa più come ribattere a don U.) Per favore chiedi l’intercessione della Madonna, la vergine Maria Santissima, che ti faccia uscire dalla testa quel demonio che ti fa sragionare!

U- Ah! Ah! Ah! Alla Vergine Santissima! … Ma dai! Tutta la fede è legata ad una pellicolina, l’imene, di quella benedetta donna, la madre di Gesù, come la fede degli antichi ebrei dipendeva dal loro prepuzio tagliuzzato … Il sesso è sempre qui (portando la mano tesa verticalmentedavanti alla fronte), ma possibile che si debba dipendere dalla sua verginità “ante et intra et postpartum”, possibile che sia …

G. non gli lascia finire lo sproloquio, perché gli si scaraventa addosso con un Crocifisso nella sinistra e l’aspersorio nella destra urlando con tutta la sua forza:

G- Vade retro Satan! Vade retro Satan! Maledetto demonio fuggi dal corpo di costui! Abbandona questa creatura di Dio! Demone malvagio vattene via dall’anima di questo prete, che è un uomo di DIO! Te lo dico e te lo impongo: in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti!

E mentre padre G. lo segna più volte col segno della croce, e lo asperge, don U. sorpreso, anche se steso per terra con padre G. addosso, non fa altro che ridere quasi in modo isterico.

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Scena 8°: Padre G. torna dal vescovo, dopo la notizia della morte di don U..

G- Sua Eccellenza mi sono permesso di venire da lei perché sono rimasto sconvolto dalle ultime notizie su don U., che penso abbia saputo anche lei?

V- Sì! Hanno trovato il suo cadavere, l’ho letto sul corriere locale di oggi!

G- Ma è morto assassinato! È morto soffocato: con la testa dentro un sacchetto di plastica! Secondo la polizia gli assassini erano almeno in quattro, una banda organizzata apposta, entrati senza problemi perché don U. non chiudeva mai la porta della canonica, l’hanno colto di sorpresa nel suo studio e, mentre almeno tre di loro con le mani gli tenevano ferme le braccia e le gambe, il quarto gli avrebbe messo la testa dentro un sacchetto di nylon e glielo avrebbe fermato al collo con del nastro adesivo, tutto senza lasciare impronte, con guanti di gomma, senza lasciare tracce organiche: un assassinio da specialisti, prima di cena, e nessuno che abbia visto gli assassini. Inoltre l’obiettivo era solo di ucciderlo, perché gli assassini non hanno toccato nulla nella canonica e nella chiesa.

V- Che particolari raccapriccianti! Ma chi può essere stato?

G- La polizia indaga sugli islamici che lo frequentavano, che ci fosse fra loro qualche terrorista, come successe in Normandia qualche anno fa: si ricorda? Un sacerdote, si chiamava padre Hamel, molto anziano, amico e benvoluto dagli islamici, fu ucciso durante la Messa da un loro fondamentalista. Che brutta fine! Ed era un sant’uomo! … Poi la polizia indaga sui circoli massonici, perché fra le carte del povero prete sono state trovate delle lettere intimidatorie nei suoi confronti inviate da loro … Inoltre anch’io sono stato indagato dalla polizia perché alcuni hanno riferito delle urla e della colluttazione che abbiamo avuto durante il nostro ultimo incontro, ma io nello stesso periodo della sua uccisione ero in chiesa: prima a confessare e poi a dire la Santa Messa. … Sì! Perché nell’ultimo incontro ho vanamente cercato di fare un breve rituale di esorcismo su di lui mentre si dimenava come un ossesso e rideva istericamente. Le mie e le sue urla saranno arrivate alle orecchie di qualche vicino …

V- Morto! E con lui sono andate via tutte le sue idee eretiche e i nostri problemi al riguardo si sono per incanto volatilizzati. Domani, subito dopo il funerale, che mi tocca purtroppo, vado a Roma dal Papa. Beh! Ci vado un po’ più sereno e spero in una nuova nomina, che forse con quello lì in diocesi non avrei avuto. Arrivederci padre, ci vediamo domani al funerale.

G- Eccellenza, ha già pensato a cosa dire domani al funerale durante l’omelia?

V- Sicuramente dirò di lui tutto il bene possibile, visto che ormai è morto, e una volta sepolto nessuno lo ricorderà più. E adesso vada che ho da fare.

G- Eccellenza, me ne vado subito, però, prima di uscire, le devo dire che questa morte mi ha sconvolto, non so come spiegarmi, ma posso dire che in cuor mio, a volte, mentre discutevo con lui, ho desiderato che morisse, che il diavolo se lo portasse via, e adesso mi sento un po’ colpevole, anche se non ho fatto altro che il mio dovere con lui.

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V- Caro padre, vedo che l’ha sconvolto, ma lei ha fatto quello che le avevo chiesto di fare e mi raccomando non ceda alle idee senza fondamento, ché già abbiamo avuto lui a sragionare a vanvera. Si prenda anche qualche pastiglina per dormire più sereno. Domani lo seppelliamo e non ci pensiamo più … anzi glielo dico così … ipoteticamente … forse la sua morte è un segno della giustizia divina.

G- Può essere … seguirò i vostri consigli anche se faccio molta fatica ad accettare quello che è successo.

V- Vedrà che troveranno i fondamentalisti islamici che hanno fatto l’assassinio e così si metterà il cuore in pace. Vada che devo preparare per Roma.

G- Vado! (ed esce silenziosamente)

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Scena 9°: Crisi di padre G.

Padre G. solo è sempre più depresso, prende parecchie pillole.

G- Perché così tante persone al suo funerale? Saranno state più di un migliaio, ed era un prete eretico! Quando io morirò, al mio funerale ci saranno quattro gatti, si e no! Forse potevo essere meno duro con lui? Forse dovevo trovare dei compromessi? Con lui mi sembra di essere morto un po’ anch’io. Ma a chi poteva dare tanto fastidio da assassinarlo? A chi poteva interessare che lui morisse?

G- Mi sembra che la testa mi scoppi e son tre giorni che non dormo, continuo a prendere queste pastigline, ma non mi cambia niente. Non dormo e non mi rassereno, anzi mi sembra che con il passare del tempo il mio stato diventi sempre più patologico. Mi sembra di impazzire … Continuo a ripetere rosari, a leggere pagine del breviario e della Bibbia, ma la testa è altrove e mi sento completamente perso …

Suonano al campanello, è un suo parrocchiano che entra:

G- Vieni! Cosa vuoi?

Parrocchiano- Padre, sono tre giorni che se ne sta chiuso qui! La Perpetua mi ha detto che non è sceso neanche per mangiare e neanche per dire la Santa Messa! Perciò sono venuto a trovarla, per vedere come sta. Noi parrocchiani siamo un po’ preoccupati!

G- Sto malissimo, l’assassinio di quel prete mi ha messo in crisi, forse ho sbagliato con lui … e poteva anche morire con un miglior ricordo di me. Chissà cosa dirà di me al Signore quando arriverà al suo cospetto? Perché anche con le idee malsane che aveva, in fondo era un buon uomo! E tutta quella gente al suo funerale lo conferma.

P- Ma su, Padre! Non diceva sempre che era un eretico, che era preda del demonio? Con lui non è scomparso un sacerdote, ma è scomparsa una propaggine dell’Inferno su questa terra!

G- E’ stata sconfitta l’umanità! E’ stata sconfitta l’umanità! Non parlare in questo modo!

P- Io sono sicuro che nel momento del trapasso non ha chiesto al buon dio il perdono per i suoi peccati …

G- Ma per forza, l’hanno fatto morire soffocandolo con un sacchetto di nylon, forse l’avrà pensato

P- Di nylon? No, era di cellophan …

G- Quello che pensava in quel momento nel suo cuore nessuno lo può sapere, e io credo che abbia raccomandato la sua anima al buon Dio.

P- O a un demonio! A Satana in persona!

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G- Smettila! Vattene via che mi fai ancora più male!

P- Va bene, me ne vado … ma non stia più a rimuginarsi l’animo per quel disgraziato!

Il parrocchiano, spinto all’uscio a forza, esce, mentre padre G. resta piuttosto pensieroso, quasi disperato e chiuso in sé.

Suona il telefono.

G- Pronto, chi è? La polizia, … Si! Sono io! … Scusate, ma quello che sapevo ve l’ho già detto

…Ah! Il droghiere di fronte a questa parrocchia dice di aver venduto, pochi giorni fa, dei sacchetti di cellophan e un nastro adesivo e forse dei guanti usa e getta, ma non si ricorda a chi l’abbia venduto … non capisco cosa c’entri … ma nel giornale c’era scritto che don U. era stato soffocato con un sacchetto di nylon, non di cellophan … ah si! … Certo che non so come si fanno le indagini per un assassinio … Cosa ne so io? Non sono un detective! … Va bene, se so qualcosa ve lo faccio sapere.

Attacca il telefono e rimugina fra sé e sé. Poi si decide a ritelefonare alla Polizia.

G- Pronto polizia? Lei è il poliziotto che mi ha telefonato cinque minuti fa?... Bene le devo dire che un mio parrocchiano sapeva, e non so come, che il sacchetto era di cellophan e non di nylon, me lo ha detto un quarto d’ora fa. Forse se lo interrogate vi potrà dire qualcosa di più,

…Ah! Devo venire da voi a fare una breve deposizione, va bene, non ci sono problemi, fra pochi minuti sono lì da voi.

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Scena 10°: Padre G. va dallo psicoterapeuta.

Padre G., seduto di fronte al suo ex compagno di liceo, ora psicoterapeuta, racconta di sé e della sua crisi dopo l’assassinio di don U.

Psicoterapeuta- Come va?

G- accenna un“così così”con le mani, mugolando

P- Riesci a dormire?

G- sbuffando, oscilla la testa

P- Uhm … rispetto la volta scorsa, qualche miglioramento l’hai avuto!?

G- fa un breve assenso con il capo

P- Stai migliorando lentamente, ci vuole il suo tempo per riprendersi… l’importante è la tua volontà nel ritornare a vivere serenamente come prima … Ti ricordi, quando eravamo al liceo, che belle partite di calcio abbiamo fatto! Tu eri un ottimo terzino, mentre io facevo il mediano

e … (Padre G., non interessato ai ricordi di un passato ormai lontano, desidera ovviamente parlare di sé e della suasofferenza, lo psicoterapeuta termina subito) Vedo, con piacere, la tua impazienza nel confrontarti conme … Nel tuo racconto dell’altro giorno sei arrivato all’assassinio di don U., poi cos’è successo?

G- Appena ho saputo del fatto ho cominciato a sentirmi male, come se fossi colpevole della sua uccisione. È vero che, come ho detto anche al vescovo, un po’ l’avevo pensata durante i miei incontri con lui, e anche nel ripensarci quando ero solo in canonica. Noi avevamo visioni troppo diverse sulla fede e sul nostro dovere di parroci, ma erano pensieri così, che mi venivano istintivamente e mai e poi mai avrei pensato realizzabili.

P- Succede così, abbastanza spesso, ci mettiamo in testa delle idee che ci fanno male nel nostro intimo o nei nostri rapporti umani, e, paradossalmente, ci costringiamo a subirle, conservandole, malgrado ci accorgiamo dell’effetto deleterio che ci fanno.

G- Cioè?

P- Il tuo star male dipende anche da quei pensieri violenti che ti sono balenati nella mente durante gli incontri con don U., anche se tu sai bene che non corrispondevano in alcun modo ad azioni che avresti fatto. Purtroppo tu li hai sostenuti, involontariamente, perché lo scontro ideologico con don U. ha generato in te una forte reazione di intolleranza verso di lui e al suo modo di fare il parroco e nello stesso tempo ti ha messo in crisi implicitamente nel tuo modo di essere prete: è il bello e il brutto di ogni vera relazione umana! Ti sei trovato di fronte ad interrogativi inaspettati ed hai reagito difendendoti, cercando nell’immaginazione di annullarli alla loro origine … purtroppo i fatti dolorosi successi ti hanno generato un immotivato senso di colpevolezza … è nella nostra natura umana avere a volte pensieri malvagi … in ciò non dobbiamo sentirci colpevoli, succede, i pensieri vanno e vengono e non sono i fatti. Continua pure la tua storia!

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G- Il giorno successivo, ancora sconvolto dall’assassinio che avevo letto sul giornale nella cronaca locale, andai dal vescovo, e nel parlare con lui dell’accaduto sono uscito ancora più sconvolto. Ho avuto l’impressione che il vescovo fosse quasi contento per quella morte atroce … Adesso che ci ripenso, in quel momento fu come se una trave mi fosse caduta addosso, … mi sono sentito solo e affranto … ho pensato di aver sbagliato tutto con quel povero prete … e al suo funerale … la presenza di tantissima gente, evidentemente sconvolta e addolorata per quella fine … persone di tutti i tipi e di tutte le età e tutte con una visibile profonda tristezza per quella atroce scomparsa … mi è venuto all’improvviso di pensare al mio funerale, quando ci sarà e chi ci sarà a rimpiangere la mia morte? … Ciò mi ha dato ancora più angoscia … Ho cominciato a non mangiare e a non dormire per quasi una settimana, prendendo quelle pastigline che ti ho detto, poi sono venuto da te. Ah! Dimenticavo, un altro fatto che mi ha turbato: dopo qualche giorno venne da me un parrocchiano preoccupato per il mio stato, ma l’ho cacciato via in malo modo perché nelle sue considerazioni sulla vittima era talmente cinico che il solo ascoltarlo mi faceva male nel mio essere più profondo! … Fu allora che quel parrocchiano affermò che il povero prete era morto soffocato in un sacchetto di cellophan, invece che di nylon come era scritto nel giornale, perciò andai dalla polizia per evidenziare questo fatto, perché era proprio successo come diceva lui, ma non si sa come avesse potuto saperlo. Tuttavia la polizia ha indagato, ma non ha trovato prove concrete contro di lui e contro nessun altro, e l’assassino, anzi gli assassini restano impuniti. Ho la sensazione che resterà per sempre un delitto senza un chiaro movente e senza che si conoscano gli assassini. Ma io penso e non ne sono sicuro, è come una sensazione, anche se mi sembra impossibile, che quel parrocchiano, con qualcun altro, sia colpevole dell’assassinio del povero prete … Anche se veniva a volte alle mie catechesi e mi sembrava una persona tranquilla e pacifica. Non so come spiegarlo, ma non riesco a darmi una ragione di quello che è successo. … Ho finito. Penso di averti detto tutto quello che mi è capitato e che mi ha messo in crisi.

P- Questa parte del tuo racconto mette in luce due elementi precisi: il tuo rapporto con il vescovo e il comportamento inesplicabile del parrocchiano. Sei d’accordo? (Padre G. fa cenno di sì col capo). Da quello che racconti, penso che per te il vescovo fosse come un padre, la tua guida ideale, e, dopo quel che è successo, quel sentimento è decaduto e ti sei trovato improvvisamente senza la tua guida … e contemporaneamente gli incontri con don U., la sua morte e il suo funerale hanno messo in crisi il tuo essere umano, cristiano e di prete. Succede così per tutte o per quasi tutte le persone nella maturità, prima o poi ci si accorge di essere soli ad affrontare i problemi dell’esistenza, e di avere la completa responsabilità personale delle proprie azioni … ci si accorge di non poter contare più su una guida, su una figura paterna: reale o ideale o immaginaria. (Ti ricordo, ché tu lo dovresti sapere, che anche i grandi mistici passarono attraverso la loro “notte oscura”, l’abbandono, anzi direi, l’esperienza dell’assenza di Dio: per i credenti cristiani la figura paterna per eccellenza, la guida assoluta). Questa crisi si risolverà se sarai convinto delle tue scelte esistenziali future perché dovranno essere fatte nella massima autonomia … anche per il tuo impegno nella parrocchia, dopo l’esperienza dello scontro con il modo di fare il parroco di don U., il mio consiglio è che dovrai ragionare allo stesso modo, tenendo sempre presente il nostro essere limitati, e dovrai trovare da solo e con l’aiuto dei tuoi parrocchiani il tuo modo di essere parroco, come penso facesse don U., nel rispetto delle proprie e delle altrui convinzioni.

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(Padre G. esprime il suo fastidio

G- Penso che tu abbia ragione, già mi sento un po’ più rilassato per quello che mi dici, però vorrei tornare ancora da te per trovare la mia pace, come prima.

P- Sì! Per me, ciò che è importante, è riuscire a stimolare in te la consapevolezza di poter gestire autonomamente ciò che stai provando, che tu riesca da solo a dare una svolta costruttiva al senso di smarrimento psicologico e morale che i fatti accaduti ti hanno procurato.

G- Ci proverò!

P- Adesso ti spiego l’altra faccenda sul perché persone normali possano arrivare ad uccidere altre persone. Cercherò di spiegarti che nell’ipotesi che quel tuo parrocchiano sia uno degli assassini, tu non ne hai alcuna colpa. Questa, che ti espongo, è una teoria che mi sembra valida, ma non è l’unica. Quando l’uomo non era ancora l’homo sapiens … ma non crederai ancora al mito di Adamo ed Eva? Eh! Quella era un’idea che gli antichi ebrei avevano pensato per spiegare il mondo con le poche conoscenze che possedevano. Sei d’accordo? Comunque che tu sia d’accordo o no, ci sono buone prove per quello che ti dico. Dunque quei nostri lontani antenati erano piuttosto indifesi singolarmente rispetto a tanti animali, sia prede che predatori, che possedevano artigli, fauci, corna poderose, odorato finissimo, vista a 360 gradi, o potevano correre molto velocemente. Gli antichi ominidi potevano contare solo sulla loro intelligenza e sull’agire in branco, sia per la raccolta di frutta e vari vegetali commestibili, cosa a cui si dedicavano le femmine, sia per la caccia, che era riservata ai maschi, anzi la caccia iniziò solo dopo aver cominciato a costruirsi delle armi, le prime amigdale di selce. All’inizio i branchi di ominidi ripulivano le carcasse rimaste di qualche preda che era stata abbattuta da un forte predatore che, già sazio, l’aveva abbandonata spolpata, proprio come fanno oggi le iene o gli avvoltoi. Quello che è importante è capire che l’identità di quegli ominidi era quella del branco di appartenenza. Ognuno esisteva in funzione del proprio branco e nel conflitto estremo con tutti gli altri branchi simili, cosa che in natura succede solo molto raramente, per quel che si conosce, solo per alcuni topi che convivono in piccole isole e alcuni tipi scimmie confinate nelle foreste. Forse i primi ominidi non avevano il minimo senso di una coscienza individuale, che sembra si sia sviluppato solo con l’acquisizione del pensiero simbolico, quello che ha permesso di rappresentare le prime immagini nelle grotte preistoriche, le prime attività

intellettive veramente umane che nessun animale ha mai fatto.

nell’ascoltare una storia che non riesce a comprendere che senso abbia con i fatti successi, ma lo psicoterapeuta lo

richiama) Stai attento e non fare il supponente, perché tu come cattolico romano potresti esserecome quegli antichi ominidi e sentire una forte identità di branco, proprio la tua Chiesa cattolica … ma andiamo in ordine con la spiegazione. Quindi, con l’evoluzione della specie, l’uomo è diventato cosciente di sé e ha acquisito un’identità personale, però non è scomparso il bisogno di un’identità di branco, come uno dei tanti istinti innati che possediamo, e che ci contraddistingue rispetto a tutte le altre specie di animali, perché solo noi umani sterminiamo dei nostri simili, solo noi umani facciamo i genocidi, … ci hai mai pensato? … Ti faccio un semplice esempio personale: quando eravamo al liceo e costituivamo la nostra squadra di calcio, noi avevamo preso la squadra come branco e la nostra identità durante le partite e anche in altre occasioni era quella della squadra che doveva vincere, a tutti i costi. Ci siamo divertiti e appassionati, però, se tu avessi fatto caso durante quelle sfide, non era ad agire la tua

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coscienza individuale, ma un’altra, sempre tua, un’altra identificata nella squadra. Nel gioco del calcio normalmente non andavamo contro principi morali, tuttavia, per esempio, se avessimo fatto uno sgambetto ad un avversario, magari non fischiato dall’arbitro, non avremmo sentito un rimorso della nostra coscienza morale o almeno il dovere di chiedergli scusa, perché in quel momento la nostra coscienza era assente mentre valeva la coscienza immaginaria della squadra, che per vincere tollerava anche lo sgambetto all’avversario. Poi, maturando, normalmente si abbandona il bisogno di sentirsi parte di un branco e la coscienza individuale cresce e si ammaestra secondo la morale più evoluta. Ma non è così per tutti, qualcuno continua a sentire una forte dipendenza dall’appartenenza ad un certo gruppo, ad un certo branco, e l’identità personale si fonde con quella presunta del gruppo al punto che la persona agisce solo in funzione della sua idea d’identità di gruppo, e in quello stato di fusione identitaria la coscienza morale individuale conta sempre meno. Le persone che appartengono a gruppi diversi sono viste in base alla logica ancestrale, rimasta nella nostra psiche dagli antichi ominidi, che dice che esse sono potenziali concorrenti nella ricerca del cibo e delle altre risorse, e quindi nemici da uccidere prima che uccidano loro. Sì! Scuoti la testa perché ti sembra esagerato, ma, per farti un esempio più comune, pensa a quanti femminicidi avvengono quando, a seguito di certi fatti, i maschi umani del ventunesimo secolo seguono quell’istinto ancestrale e quelle tensioni ormonali, che fanno considerare la femmina una cosa propria, come avviene in tante specie animali per la conservazione naturale del proprio patrimonio genetico! Ovviamente i sentimenti più aggressivi, nella fusione di identità, sono espressi dagli uomini, gli antichi cacciatori e difensori del branco, più che dalle donne, dedite alla raccolta dei frutti della natura e alla cura dei piccoli e dei vecchi. Questo succede anche quando si parla di fondamentalisti islamici che si fanno saltare in aria con gli esplosivi per uccidere persone inermi, come successe a Manchester nel maggio del 2017: i morti non sono persone, ma nemici senza connotati umani, e la propria vita non conta per il bene dell’idea di branco, come succedeva per gli ominidi del passato. É quello che è successo durante il fascismo o il nazismo: nell’educazione dei giovani, nella propaganda mediatica, nelle chiese … sì! anche nelle chiese, si diffondeva un forte senso di appartenenza ad un gruppo esemplare, detentore della buona morale, superiore a tutti gli altri perché erede della romanità o degli antichi ariani, una superiorità che era rinvigorita dalla demolizione sistematica e razzista dei gruppi concorrenti, fino a prendersela con gli ebrei, non considerati più come persone, e … sappiamo come è andata a finire.

G- Se ho ben capito tu vorresti insinuare che il mio insegnamento religioso potrebbe essere stata la causa che ha spinto qualche mio parrocchiano ad assassinare quel prete?

P- Questo potrebbe essere un tuo dubbio, ma, secondo me, qualcuno che ti ha ascoltato potrebbe essersi fatta un’idea esclusivista dell’essere cattolico e quindi aver sviluppato quel sentimento identitario che sta all’origine del processo.

G- Vorresti dire che fanatici fondamentalisti si diventa più perché ci si è portati, dal proprio bisogno di identità e magari dal sentirsi protetti, che per effetto delle credenze immesse nel gruppo da qualche leader?

P- Certo! Anche durante il fascismo tanti ascoltavano il duce, tuttavia pochi erano veramente 33


fanatici e avrebbero messo in pericolo la propria vita e ucciso i nemici per gli ideali che propugnava. Poi sappiamo che molte volte non serve la presenza di un leader a rinforzare il fanatismo, che è l’identità come idea che si insinua nell’animo a fare tutto, dagli ultras delle squadre di calcio che arrivano anche a uccidere per il tifo, passando per gli estremismi di destra e di sinistra dei nostri anni di piombo, fino ai recenti fondamentalisti religiosi.

G- Può essere che il mio sentimento di colpevolezza per l’uccisione di don U. dipenda da un meccanismo analogo? In fondo io ho agito in funzione del mio branco: la Santa Chiesa Cattolica, però non credo di aver mai perso la mia coscienza morale per lasciare campo all’identità collettiva.

P- Sta attento, perché il fanatico non si rende conto di agire in modo opposto alla morale individuale, e gli pare di agire di propria spontanea volontà e in accordo con i propri principi etici, al proprio dovere umano. Solo in casi particolari si riesce a far capire ai fanatici gli errori fatti. Per te sono sicuro che è solo un riflesso perché hai sempre mantenuto il senso della colpevolezza, che rappresenta la prevalenza della coscienza personale.

G- Questo mi rincuora un altro po’ … se non devi dirmi altro, vado.

P- Aspetta che ti racconto un altro fatto, che penso ti possa interessare e che interessa anche me e riguarda don U., un uomo che ho avuto modo di conoscere molto bene. Io non mi pronuncio sulle questioni religiose che potevano riguardarlo, ma posso dire che dal punto di vista della sua sensibilità umana era una persona squisita. Non so se tu sai che si erano costituiti nella sua parrocchia tre gruppi di mutuo sostegno guidati da me: uno per gli alcolisti, un altro per i drogati e uno ultimo per i maniaci del gioco d’azzardo. Ora, venendo a mancare lui, non vorrei che andasse al suo posto un prete che manda all’aria quel tipo di attività perché non direttamente religiosa: quelle persone che partecipano ai gruppi ne hanno veramente bisogno e non hanno altro luogo dove ritrovarsi. Visto che tu conosci bene il vescovo dovresti fargli presente il problema perché nomini un sostituto che accetti questa situazione.

G- Veramente don U. mi aveva raccontato di questi gruppi, ma non sapevo che lo psicoterapeuta fossi proprio tu. La cosa mi fa veramente piacere … vedrò come parlarne al vescovo, mi sembra che sia ancora a Roma, e chiederò un’udienza al più presto al suo … segretario … Comunque non ho la più pallida idea di cosa il vescovo voglia fare in quella parrocchia … Adesso vado!

P- Restiamo d’accordo così: fra dieci giorni mi telefoni per dirmi come stai e poi decidiamo se rivederci o no. E spiega al vescovo la validità dei gruppi di mutuo sostegno che seguo.

G- Ciao!

P- Ciao!

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Scena 11°: Finale

Padre G. è solo, mezzo addormentato su un letto o su una poltrona, ed è come preso dall’incubo di morire come don U..

Nel sonno si mette a parlare.

G- Dove andate? … Cosa fate? … Mi state soffocando! … Non respiro! … Sto morendo! … Noooo!

Poi sogna don U.

G- Sei tu?  … Sei il suo fantasma?  … Se è per colpa mia, ti chiedo di perdonarmi! … Perdonami!

…Perdonami!

Urlando così forte, padre G. si risveglia dal sonno.

G- Stavo dormendo … stavo sognando!Un incubo! Mi sembra anche di aver rivisto don U., di averlo sognato!

G- Povero don U.!

G- Perché?

G- Ho sbagliato tutto con lui! Povero prete! Assassinato! Io non ti ho capito! Non ti ho capito affatto!

G- Ah! Le mie idee … sono quelle di tutta la Santa Madre Chiesa! Non sono sbagliate in sé, ma perché io le ho assolutizzate!? Perché? Perché quelle idee erano per me un idolo! Don U. ha cercato di spiegarmelo, di farmelo capire con il suo esempio, che le persone vive contano molto di più di tutti i principi e di tutte le idee, anche le più razionali, le più logiche. Ma io lo capisco solo ora, che lui è stato assassinato vigliaccamente. E che forse sono stati alcuni miei parrocchiani, in parte istigati da me, a farlo!

Padre G. si inginocchia su un inginocchiatoio, di fronte sul muro c’è un crocifisso appeso … e come se pregasse …

G- Dove sei Dio eterno? Dove sei Padre onnipotente? Sei ancora l’alfa e l’omega di tutte le cose e di noi, tue creature predilette? … No! Tutte solo idee! Belle idee! Magnifiche illusioni!

G- Don U. perdonami! Avevi ragione tu! Io non ti ho capito! Tu vedevi lo Spirito di Dio nel profondo degli occhi della prostituta, del catechista gay, nel cuore del povero musulmano, nell’handicappato e anche nella donna che aveva abortito volontariamente.

G- Io non ho mai guardato nel profondo degli occhi di nessuno! Mai guardato! Solo adesso mi sembra di ricordare … di rivedere nei tuoi occhi, quando mi parlavi, una scintilla divina!

G- Perdonami! … Domani andrò al carcere a raccontare dell’accaduto all’alcolista indiano e al lenone ludopatico …

La scena si chiude fra i sinceri singhiozzi e il pianto di padre G..

FINE

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Sommario

Prefazione......................................................................................................................................... 3

Scena 1°: Padre G. e il vescovo......................................................................................................... 7

Scena 2°: Padre G. entra nella chiesa di don U................................................................................ 10

Scena 3°: Nello studio di don U., primo colloquio fra i due preti.................................................... 14

Scena 4°: Nella sala parrocchiale o nella chiesa di padre G. che parla ai suoi fedeli

parrocchiani.................................................................................................................................... 17

Scena 5°: Nello studio di don U., secondo colloquio fra i due preti................................................ 18

Scena 6°: Padre G. torna dal vescovo.............................................................................................. 22

Scena 7°: Ultimo incontro fra padre G. e don U.............................................................................. 24

Scena 8°: Padre G. torna dal vescovo, dopo la notizia della morte di don U................................... 26

Scena 9°: Crisi di padre G............................................................................................................... 28

Scena 10°: Padre G. va dallo psicoterapeuta................................................................................... 30

Scena 11°: Finale............................................................................................................................ 35

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