PANE
E
VOLPI
di
Alessandro Riccio
- Autore non iscritto alla SIAE -
PRIMO QUADRO
Notte di Natale dell’anno 1883.
L’interno di una casa padronale fiorentina.
Tutto è molto ricco e sfarzoso. Ma nella casa sembra non abitarci nessuno da molto tempo.
Alcuni mobili sono coperti da bianche lenzuola. C’è silenzio. Alcuni rumori di ferraglia.
Colpi. Di nuovo silenzio. Ancora colpi. Un colpo più forte. Un grido.
GAETANO (fuori scena)
Ma porc…!!!
ANITA (fuori scena)
Shh!! Muto!
Di nuovo qualche colpo e il rumore di una serratura che va in frantumi.
Due ombre entrano nella casa.
Con una lanterna in mano riusciamo di distinguere un uomo e una donna,
entrambi dall’aria poco raccomandabile.
Lei ha una benda sull’occhio sinistro, lui una catena al piede.
La ragazza porta una grossa borsa di pelle vuota.
Si scuotono di dosso la neve che si è accumulata sui loro vestiti.
La donna, Anita, ha un martello in mano. Si guardano intorno.
ANITA (meravigliata)
La vacca che roba!
L’uomo, Gaetano, dietro di lei, si sta lamentando di dolore guardandosi il dito.
ANITA
Poche storie, mammoletta.
GAETANO
Me l’hai quasi staccato!
ANITA
Ricresce.
I due si mettono a cercare gioielli e oggetti di valore,
buttano a terra oggetti, li rompono volontariamente e senza ragione,
mettono in disordine con disprezzo.
ANITA
Hai chiuso?
GAETANO
Si.
ANITA
Anche l’inferriata?
GAETANO
Sprangata.
ANITA
L’hai messa come se…
GAETANO
Ma che mi vuoi insegnare a me?
ANITA (ironica)
Non ti farebbe male che c’hai perso la mano…
GAETANO
Datti ‘na mossa, occhio di lince…
I due guardano ancora in giro.
Si separano l’uno dall’altra e si aggirano per la grande casa.
Gaetano trova una statuina di argento e se la intasca.
ANITA
Trovato nulla?
GAETANO (mentendo)
Niente.
Anita trova un orologio che si nasconde addosso.
GAETANO
Te?
ANITA (mentendo a sua volta)
Aria.
I due continuano a cercare.
Diventano sempre più nervosi.
GAETANO
Ma dove sta?
ANITA
Mica la mettono in bella vista, monco!
Lui continua a guardarsi il dito dolorante.
ANITA
Gaetano! Cerca dietro i quadri!
GAETANO
Ce ne sta un mucchio.
ANITA
Comincia da uno!
Gaetano comincia a cercare mentre borbotta.
GAETANO
Mica me lo credevo che si metteva così! S’era detto: si va, si piglia, si scappa. Massimo mezz’ora. Non mi posso andar in giro con ‘sta roba qua! (mostrando la catena che porta al piede).
ANITA
La cassaforte c’è, cretino. Che io mica mi metto sotto per niente. Me l’ha assicurato.
GAETANO
T’ha buggerato!
ANITA
Me l’hai dato te, il gancio!
GAETANO
E che ne so se t’ha detto la verità…
ANITA
Quando Anita si mette a lavoro, fa parlare anche ai morti.
GAETANO
E che gli avrai fatto…?
ANITA
Venti lire e lo saprai.
GAETANO
Zoccola.
ANITA
Galeotto.
GAETANO
Per errore.
ANITA
Pure io.
GAETANO (dopo una pausa)
Butta un occhio nel salone, vai!
Continuano a cercare. Anita trova una bottiglia di brandy.
Si attacca alla bottiglia e beve.
ANITA
Questa sì che è sciccheria!
GAETANO
Trovata?
ANITA (continuando a bere)
Miseria! Questa mica la trovi a giro! Riserva speciale! Importata!
GAETANO
Ma ti credi ad una festa? Datti ‘na mossa!
ANITA
Abbiamo tempo! Tieni, Gaetano: buon Natale!
GAETANO
Ti manca il cervello, a te! Se mi ribeccano qua trent’anni ai lavori forzati!
ANITA
Il lavoro nobilita l’uomo! Bevi, bevi!
Lui da una sorsata poi trova un piccolo cucchiaio di argento,
lo morde per sentire se è prezioso e poi se lo intasca.
Lei trova un porta sigari: svuota i sigari e si nasconde addosso il gioiello.
Lui è carponi e batte sul terreno per sentire se trova qualche botola segreta.
GAETANO (borbottando mentre cerca)
Quello t’ha fregata: t’ha detto tre scemenze in croce e poi se l’è spassata… chi me l’assicura che c’è davvero?
ANITA (molto brusca)
Bla, bla, bla…
GAETANO
Te non ci capisci nulla della gente!
ANITA
E chiudila un po’ ‘sta bocca!
GAETANO
Non alzare la voce con me! Dattela anche te, ‘na mossa: mica son solo io quello che sta a cercare!
ANITA
Io ho trovato!
GAETANO
Che è?
ANITA (mostrandoglieli)
Sigari.
GAETANO
Così, a giro…?
ANITA
Erano lì…
GAETANO
Tirala fuori.
ANITA
Solo a pagamento…
GAETANO
Fuori il portasigari!
Lui comincia a perquisirla, lei si divincola.
ANITA
Giù le zampe, bestia! Se mi tocchi ancora, ti stacco un braccio!
GAETANO (minaccioso)
Minacci? C’hai poco da alzare la cresta… Sei ‘na donna… sola… in una casa abbandonata… la notte di Natale.
ANITA
Sto tremando di paura…
GAETANO
Faresti bene che, se voglio, ti ci seppellisco qua dentro.
ANITA
Falla finita che senza di me eri ancora a marcire in galera. Sei un buono a nulla.
GAETANO
Chi te l’ha data la soffiata?
ANITA
E chi l’ha data al garzone per sapere come s’entrava?
Lui, dopo una lotta feroce, riesce a trovare il portasigari addosso alla ragazza.
GAETANO (polemico e aggressivo)
L’accordo era: si divide tutto.
ANITA
Allora avremmo dovuto dividere anche il garzone.
GAETANO
Ognuno sfrutta quel che ha: io la zucca e te la patata.
Gaetano ride.
ANITA (con ironia)
Che signore…
Gaetano continua a ridere.
Lei gli tira qualcosa. Che lui scansa e che cade pesantemente a terra facendo confusione.
GAETANO
Ma dico, sei cretina? Vuoi far venire gente?
ANITA
Non t’azzardare a offendermi! Finiamo ‘sto lavoro e poi non ti voglio più vedere!
GAETANO (sornione)
E dai! Per una volta chiudi un occhio…
ANITA (toccata nel vivo, molto offesa)
Questo colpo poi sparisci.
GAETANO
Sparisco sì. Che me ne frega di una come te…
ANITA
Marta l’ha detto che sei un meschino. C’ha ragione.
GAETANO
Quella è innamorata persa del sottoscritto: mi fa due occhi dolci…
ANITA (andandosene)
Carogna!
Anita fa per andare via. Gaetano la blocca.
GAETANO
Ma dove vai, cretina?
ANITA
M’hai rotto, galeotto infame! Fattelo da solo, il colpo.
GAETANO
Rossina? Alle chiappe ci tengo. Perciò hai da dividere tutto.
Le mostra il portasigari che lei aveva rubato di nascosto.
ANITA
E pure te, bestia!
Lei gli toglie di dosso la statuina che lui aveva trovato.
I due si guardano: Gaetano sorride.
GAETANO
Fatti l’uno per l’altra.
I due si guardano un attimo in silenzio. I loro respiri vanno all’unisono.
Si annusano e si avvicinano piano piano, l’uno verso l’altra.
I due sono molto attirati l’uno dall’altra. Il loro abbraccio è teso e sensuale.
ANITA
Prometti!
GAETANO (specificando)
Promettiamo…
ANITA
…che si divide tutto.
GAETANO
Niente frottole.
ANITA
Niente segreti.
GAETANO
Senza fregature.
ANITA
Una coppia.
GAETANO
Che non si piglia per i fondelli.
ANITA
Prometti?
GAETANO
E te?
ANITA
Insieme…
I due si guardano un attimo ancora.
ANITA e GAETANO
Promesso.
I due fanno per avvicinarsi e per baciarsi ma si sentono dei rumori venire da fuori.
Si allontanano l’uno dall’altro. Spengono la lanterna soffiando sulla candela.
I due restano al buio.
SECONDO QUADRO
Dei rumori di chiavi e di porta si sentono provenire dall’ingresso principale.
I due brancolano nel buio. Gaetano è preso dal panico.
ANITA
C’è gente!
GAETANO
Sono fottuto!
ANITA
Nascondiamoci!
GAETANO
Sono fottuto, sono fottuto!!
I due si nascondono. Un’ombra entra in casa.
Si aggira lentamente. Sbatte da qualche parte. Porta delle valige e le appoggia
vicino alla porta principale. Gaetano sfodera un coltello. Anita estrae la pistola.
Lui le fa segno di non usarla per paura del rumore.
Allora le indica un oggetto pesante. Lei lo afferra per colpire l’intruso.
I due si avvicinano all’ombra che sta entrando, trascinando una pesante valigia.
Si blocca, come se avesse sentito dei rumori, poi, continua a portare in casa le valige.
Quando stanno per colpirla, questa si volta e li vede.
SIGNORA (gridando con un grande sorriso)
Cu cu!
La signora esplode in una sonora risata, molto rumorosa.
Ha in mano un ombrello che brandisce come una spada.
I due, colti alla sprovvista, non sanno che fare.
SIGNORA (sempre allegra e sorridente)
Lo so. Lo so. Lo so. Dovevo avvertire. Ma l’inferno quest’ultima settimana, l’inferno! Vi ho spaventato: mi rincresce. La colpa è mia. Perdonatemi.
I due sono fermi. La guardano ancora.
SIGNORA
Andate! Non voglio che vi occupiate di me. Farò tutto da sola. E il da farsi lo decideremo domani.
I due restano un attimo in silenzio, increduli.
GAETANO
Si può andare?
SIGNORA
Ma certo! Non è pensabile trattenervi nel cuor della notte. E a proposito: buon Natale.
La signora estrae del denaro e lo da ai due tipi.
SIGNORA
Il Colonnello ci teneva. Sono anche da parte sua.
ANITA
Grazie.
SIGNORA
Tornate a riposare.
La donna si guarda attorno.
I due fanno per uscire lentamente, dalla porta principale, da dove la signora è entrata.
SIGNORA
E’ ancora lì, il cocchiere?
I due si bloccano preoccupati. Anita, si affaccia alla porta.
ANITA
Si.
SIGNORA
Sì, signora. Anche nella tenebrosa oscurità della notte non si pecchi di gentilezza… Sì, signora.
ANITA
Scusi, signora.
SIGNORA
Perfino il Colonnello, che negli ultimi giorni membra cascanti e viscere in subbuglio, mai dimenticò il bon ton.
I due dietro la signora guardano fuori.
Si parlano fra di loro, bisbigliandosi: Gaetano cerca di esortare Anita ad andare via,
lei gli indica la carrozza fuori della porta. La signora sembra non capire cosa sta succedendo.
SIGNORA
Alza la voce, cara; sono un po’ dura d’orecchi…
ANITA
Il vetturino si sta sistemando per dormire in carrozza, signora.
SIGNORA
Sarà spossato, le pauvre. Che sia il caso di farlo entrare?
I due sono spaventatissimi. La signora fa per andare verso la porta.
Gaetano fa per aggredire la signora con il pugnale; Anita lo blocca.
La signora parla al vetturino, fuori scena.
SIGNORA (al vetturino, fuori scena)
Baldo? Voulez vous entrer dans la maison pour vous reposer un peu?
GAETANO
Diamocela a gambe!
ANITA
Nervi saldi!
SIGNORA (al vetturino, fuori scena)
Comment vous voulez. Merci ancore…
La signora riappare. Chiude la porta a chiave.
Mette il chiavistello. Sbarra la porta. Ci mette molto tempo a chiudere tutto.
I due la guardano. La signora si volta e li guarda.
SIGNORA
E adesso a noi. A proposito: buon Natale.
La signora estrae ancora del denaro da una borsetta e lo da ai due.
SIGNORA
Il Colonnello ci teneva. Sono anche da parte sua.
ANITA (prendendo avidamente i soldi)
Troppo buona, signora!
Anita dà una botta a Gaetano per esortarlo a ringraziare a sua volta.
GAETANO
‘razie, signora.
SIGNORA
Tornate a dormire. Mi sistemerò da sola.
La donna si aggira per la casa, ma sembra non riconoscere le stanze.
Vaga in giro un po’ confusa.
GAETANO
Andiamo via.
ANITA
C’è il vetturino fuori!
GAETANO
Usciamo di dietro!
ANITA
Aspettiamo che vada a letto…
La signora continua ad aggirarsi confusa.
GAETANO
Te mi vuoi mandare al patibolo!
ANITA
Chiudi il becco!
SIGNORA
Tornate a dormire. A domani il disfare bauli e ricomporre la vita. Ritiratevi. Bonnenuit!
I due non sanno dove andare.
Di nuovo c’è un attimo di silenzio imbarazzato.
Provano a guardare dove andare.
ANITA
Preferiamo che sia la signora ad andare a letto, prima.
SIGNORA
E’ mezzanotte passata: non voglio che domani siate stanchi. Dopotutto è Natale. A proposito...
La signora estrae ancora del denaro e lo da ai due tipi.
SIGNORA
Il Colonnello ci teneva. Sono anche da parte sua.
ANITA
Grazie, signora.
GAETANO
Grazie, signora.
SIGNORA
Lo diceva: “a Firenze mi trattano da re: Carlo e Clarabella, devoti amici più che servitori”. Ha speso delle belle parole per voi, negli ultimi giorni. Or comprendo.
ANITA
Eravamo molto molto attaccati al colonnello.
Gaetano la guarda e non capisce.
GAETANO
E’ un grande uomo.
SIGNORA (correggendolo)
Era. Mi ritiro in camera, non voglio trattenervi oltre. Dopotutto è Natale.
Gaetano si avvicina tendendo la mano, aspettandosi di nuovo di ricevere del denaro.
La signora lo guarda e gli stringe la mano con affetto, senza dargli niente.
SIGNORA
Buonanotte.
ANITA
Buonanotte, signora.
Anita da una botta a Gaetano, deluso, per esortarlo a salutare la signora.
GAETANO
‘notte, signora.
La signora entra nella sua camera.
TERZO QUADRO
I due restano soli, nel grande androne della casa.
Gaetano comincia ad imprecare a bassissima voce.
Anita è preoccupata.
GAETANO
Porca schifosa impestata d’una sorte infame… Filiamo!
ANITA
Fermo!
GAETANO
C’è già andata di lusso che è scema come una capra!
ANITA (riflettendo)
E’ partita di testa. C’ha pagato tre volte.
GAETANO
Usciamo da dietro…
ANITA (riflettendo)
Non riconosce la casa; pare straniera…
GAETANO
‘ndiamo!
ANITA (riflettendo)
Ed è da sola…
GAETANO
Andiamo via!
ANITA
La fortuna bussa alla porta e la lasci fuori?
GAETANO
Io non ho sentito proprio nulla!
ANITA
Qua ci sono i soldi soldi!
GAETANO
C’ha già dato dieci lire!
ANITA
E so’ poche! Questa vecchia vale milioni!
Gaetano si blocca e guarda Anita.
GAETANO (cominciando ad interessarsi)
Che c’hai in mente?
ANITA
Svaligiamole tutto. Ci si fa dire dove sta la cassaforte e si fa man bassa. Anche di quello che non avremmo fregato stanotte. E dall’inizio del 1884: vita da ricchi. Ma ricchi ricchi. Che non devi più contarli, i quattrini; che ce n’hai troppi e t’annoi a farlo.
GAETANO
Ma dici sul serio?
ANITA
E che ci vuole? A casa del Bardazzi hai fatto di peggio.
GAETANO
Sì, però…
ANITA
E con la vecchia di via del Proconsolo? Il notaio Nanni?
GAETANO
Qua si rischia troppo…
ANITA
In gattabuia t’hanno fatto fare la femminella troppe volte e ti sei rammollito!
Lui fa per colpirla ma lei si scansa.
GAETANO
Te non te l’immagini nemmeno i quattrini che ho rubato io!
ANITA
La metà.
GAETANO
La metà di che?
ANITA
La metà di quello che mi dirai…
GAETANO
E’ che non me la sento senza Marzio.
ANITA
Te quel nome non lo devi dire!
GAETANO
Ti brucia ancora, eh?
ANITA
Sta’ zitto che te non ci capisci nulla di nulla di queste cose.
GAETANO
Se c’era lui lo facevo. Ma te sei ‘na donna: con te no.
Lei lo guarda offesa. Annuisce poi continua.
ANITA
Te la ricordi la Gemma?
GAETANO
Quella con le tette grosse?
ANITA (annuendo)
La cameriera della Frescobaldi.
GAETANO
Quella con le tette grosse.
ANITA
Si fece assumere in villa che sembrava l’angelo di Nostro Signore. La Marchesa le confidava tutti tutti i segreti di famiglia, le confidenze. E quando le spifferò dove teneva i gioielli, due ore dopo sparito tutto. La Gemma se l’era filata. Con la Paoletta.
GAETANO
Quella col culo a mandolino?
ANITA
Idiota: ci stai o no?
GAETANO
E’ rischioso.
ANITA
Te la fai sotto, eh?
GAETANO
Che dovremo fare?
ANITA
Carlo.
GAETANO (spaventato)
Dove?
ANITA
Carlo. Sarai Carlo. Il maggiorduomo del Colonnello. E io Clarabella.
Lei gli si avvicina con fare ammiccante. Lo vuole sedurre per fargli dire di sì.
GAETANO (prendendola in giro)
Clarabella.
ANITA
Che nome da mentecatta.
GAETANO (prendendola in giro)
Clarabella caramella.
ANITA
Idiota.
GAETANO
E se capita qualcuno?
ANITA
Noi si fa i domestici. Completamente a suo servizio…
GAETANO
E se qualcuno li conosceva, Caramella e Coglione?
ANITA
Sono sei anni che qua non ci viene nessuno.
GAETANO (indicando la catena che ha al piede)
E con questa come la mettiamo?
ANITA
Si sega…
Lei prova a mettere la catena nei pantaloni.
Lui si eccita. Si scalda molto. Poi lei con la catena gli fa male.
ANITA
Allora?
GAETANO (con voce flebile per il dolore)
Non me la sento…
ANITA
Te ti devi fidare di me. E ci provo pur’io. Lo sento. Stavolta è quella buona.
GAETANO
E’ davvero buona…
Lui fa per toccarla e lei gli molla uno schiaffone.
Buio.
QUARTO QUADRO
Il giorno dopo: 26 dicembre. La signora è addormentata su una poltrona nella sua stanza.
E’ vestita come la sera prima. Non si è cambiata per dormire.
Si sveglia di soprassalto e si guarda attorno.
Si affaccia dalla stanza. Si guarda attorno un po’ spaesata.
Comincia a muoversi per la casa, d’un tratto sente un rumore di catene.
Si spaventa. Si ferma. Cerca di capire da dove proviene il rumore.
Si sente nuovamente il rumore di catene. La signora scappa nella sua stanza.
Prende da bere e butta giù un bicchiere di whiskey.
Si calma. Si da una sistemata e fa un lungo sospiro. Suona il campanellino. Nessuno arriva.
Lo suona ancora. E poi ancora.
Anita, spunta semi vestita da cameriera nella stanza in fondo alla casa.
ANITA
Gaetano! La signora sta suonando!
Gaetano appare con addosso una giacca da servo.
GAETANO
Non riconosco la canzone…
ANITA
Va’ a sentire che vuole!
GAETANO
La finisci di darmi ordini?
ANITA
Sto a vestirmi! Vai, forza! E fai il gentile. Ci deve da voler bene: ricordati della Gemma.
GAETANO (indicando le tette)
E chi se le scorda quelle bocce…
Lui esce dalla loro stanza, attraversa il corridoio ed entra nella stanza della signora.
SIGNORA
Non vorrei suonar sì tante volte quando ho bisogno di te, Carlo.
GAETANO
Non ho sentito.
SIGNORA
Non riesci a sentir trillare un campanello?
GAETANO
Si stava distratti…
SIGNORA
Le bugie m’infastidiscono, Carlo. Alla melliflua menzogna preferisco una brutale sincerità.
GAETANO
Stavo al gabinetto. M’ha beccato proprio nel momento in cui…
SIGNORA
Tralascia pure i dettagli. La colazione, s’il te plait: sto morendo di fame.
Gaetano si affaccia al corridoio e grida.
GAETANO (gridando)
La colazione!
Anita, in cucina, comincia a darsi da fare.
SIGNORA
Prepara il bagno, bollente. Credo proprio d’aver bisogno d’un lungo massaggio ai piedi…
GAETANO
…massaggio ci pensa Anita…
SIGNORA
Chi?
GAETANO
Caramel… Claram… ‘a cameriera.
La signora comincia a tirare fuori oggetti e abiti da un piccolo bauletto.
Estrae anche un fucile che guarda con tenerezza.
SIGNORA
Accendi il camino del salone e assicurati che vi sia abbastanza legna. Detesto il freddo.
GAETANO (scocciato di farsi trattare da servo)
Legna…
SIGNORA
Poi accendi il camino del salone e controlla che vi sia la legna. Detesto il freddo.
GAETANO
Ho capito.
SIGNORA
Certo. E poi un’altra cosa: nel salone accendi il camino e accertati che vi sia legna da ardere.
GAETANO
Detesta il freddo?
SIGNORA
Più della miseria. Sei ancora qua? Alé! Alé!
GAETANO (tra i denti)
Vado, signora.
Gaetano fa per uscire dalla stanza. Muovendosi fa tintinnare la catena.
SIGNORA
Che è?
GAETANO
Cosa?
SIGNORA
Questo rumore metallico…
GAETANO
…sento nulla, signora…
SIGNORA
Sparì. Parmi d’udire…
Gaetano è fermo. La signora lo guarda.
SIGNORA
Avanti, Carlo: a lavoro!
Gaetano fa per muoversi e si sente di nuovo il rumore delle sue catene.
SIGNORA
Di nuovo!
GAETANO
Cosa?
SIGNORA
Catene!
GAETANO
Dove?
SIGNORA
Qua…
La signora si guarda in giro. Gaetano è immobile. Teso.
Fa per estrarre un coltello dalla giacca per colpire la signora quando lei impugna il fucile.
Lui rimette a posto il coltello.
SIGNORA
Eppur l’ho sentite!
GAETANO
Fantasmi.
SIGNORA
Oh mon Dieu! Non dir così che m’impressiono.
La signora va a prendere da bere per rincuorarsi.
GAETANO
Per non farsi pigliare, quando si sentono le catene, basta fare finta di nulla. Così lo spirito non attacca…
SIGNORA
Chi te l’ha detto?
GAETANO
Magia nera.
SIGNORA
Ah!
Gaetano si muove e fa evidente rumore.
La signora ha di nuovo una reazione di paura.
GAETANO
Ancora catene, signora?
SIGNORA (sentendole ma facendo finta di niente per paura)
No. No. Adesso son sparite.
Anita entra con un vassoio con teiera e qualche dolcetto.
Anita si è messa in testa una cuffietta da cameriera.
Gaetano la vede e scoppia a ridere. Lei gli tira un calcio. E lui smette.
ANITA
La colazione, signora.
SIGNORA
Grazie, cherie.
Mentre la signora fa colazione i due perlustrano la stanza
e guardano i gioielli che spuntano dalle sue valigie.
SIGNORA
Il Colonnello è venuto a mancare da una settimana esatta. Nessuno qua a Firenze ne è a conoscenza: il Magistrato, il Commissario, il Capo della Polizia. I suoi più cari amici hanno diritto di sapere. Mi spiacerebbe far giunger loro la notizia in questo periodo di festività.
Dopo un attimo di panico i due trovano una risposta.
GAETANO
Non diciamo nulla.
ANITA
Perché turbare questi giorni di festa?
GAETANO
Mica ce n’è bisogno!
SIGNORA
Pensate che sia meglio così?
GAETANO
Orca.
SIGNORA
Seguirò il vostro consiglio. E mi permetterete, in tutta confidenza, di non portare il lutto?
ANITA
Siete voi la capa.
GAETANO
Fate un po’ come vi pare.
La signora prende un bauletto dal quale estrae alcune fotografie
che la ritraggono assieme al Colonnello. I due sbirciano le foto.
SIGNORA
Merci. Detesto il nero. Mi ha sempre portato una rogna…
ANITA
E per le finestre? Se qualcuno vede le luci…
SIGNORA
…penseranno che ci siamo: potrebbero telefonare…
ANITA
Tele…?
SIGNORA
Telefonare… il telefono.
La signora indica il telefono.
I due lo guardano molto curiosi.
GAETANO
‘sto coso…?
ANITA
Lo abbiamo usato poco, signora…
SIGNORA
A Parigi è di gran moda. Ci si parla da un capo all’altro della città come se si fosse nella stessa stanza. Provate.
ANITA
No, signora…
SIGNORA
Avanti: è divertente!
Gaetano prende in mano la cornetta ma non sa come usarla.
SIGNORA
Ruota il tondo con i numeri e componi il 13.
I due si mettono a farlo e si divertono.
GAETANO
E come fa a passare la voce qua dentro?
SIGNORA
Non ne ho la più pallida idea: ma il telefono della persona che hai chiamato trilla e quando risponde ne sentirai la voce là dentro…
GAETANO
…‘ncredibile…
ANITA
E chi stiamo chiamando?
SIGNORA
La polizia!
I due riattaccano di colpo.
GAETANO
Non c’era nessuno.
SIGNORA
Perciò se il telefono dovesse squillare voi dite che la signora non c’è. E che nulla sapete. Che sia il primo gennaio 1884 messaggero della cattiva novella. Fino ad allora nessuno dovrà sapere che siamo qua dentro: finestre sbarrate come occhi dormienti. D’accordo?
La signora prende il tè e lo beve. Ma è disgustata.
SIGNORA
Clarabella: questo brodo è imbevibile!
ANITA
E’tè, signora… vado e lo rifaccio.
SIGNORA
Portami qualcos’altro da mangiare.
ANITA
Biscotti?
SIGNORA
Trippa e patate.
La signora si fa mettere da bere del whiskey da Gaetano in un bicchiere.
Lui ne da una sorsata, non visto. E’ molto forte. Anita esce.
SIGNORA
Porta i bauli di sopra, Carlo.
Gaetano è distratto a guardare il telefono.
SIGNORA
Carlo?
Gaetano non capisce che si sta riferendo a lui.
SIGNORA
Carlo?
Gaetano si ricorda che Carlo è il nome che lei crede abbia.
GAETANO
Si, signora?
SIGNORA
Finisci di svuotare i bauli e portali di sopra.
GAETANO
Certo, signora.
SIGNORA
Accendi il camino del salone e assicurati che vi sia abbastanza legna. Detesto il freddo.
GAETANO (cominciando a innervosirsi)
Rieccola…
SIGNORA
Va’in dispensa: controlla quanto vino è rimasto. Dì a Clarabella che stasera prepari del vin brulé. Gli dava il buon umore.
GAETANO (sbuffando)
Certo, signora.
La signora ha in mano una giacca di una divisa militare.
La guarda con rapimento.
SIGNORA
Che fitte! Mi auguro che un bel massaggio plachi queste pene.
La signora guarda Gaetano. Lui guarda la signora poi esce risoluto.
Incontra nel corridoio Anita con il tè.
GAETANO
Quella m’ha rotto.
ANITA
Non fare il cretino! Fai quello che ti dice.
GAETANO
A me non mi da ordini nessuno, chiaro?
ANITA
Mica li sta dando a te: li dà a Carlo.
Gaetano prende dello sporco da terra,
schiaccia una bestia con il piede, lo mette nella teiera e poi ci piscia dentro.
ANITA
Ma che fai?
GAETANO
Sputa, forza!
Anche Anita sputa.
Poi ride. Ci butta del moccico e delle altre schifezze.
I due ridono. Anita rientra nella stanza.
ANITA
Il tè, signora.
SIGNORA
Merci, Clarabella.
La signora non beve il tè. Anita la guarda sperando che la signora beva.
Le porge la tazza più volte ma la signora non la prende mai.
SIGNORA
Aiutami a cercare la guida delle Americhe del Nord. Ha una copertina rosso sangue.
Anita comincia a rimettere a posto alcune cose della signora e vede un libro.
ANITA
“Madame Bovary”, “L’arte della Guerra”, “Storia di Carlo e Clara…”
Anita guarda il libro con curiosità. Entra Carlo.
La signora trova il libro.
SIGNORA
Trovata! Mi prendi il profumo, cherie?
ANITA
Certo, signora.
Anita prende un piccolo beauty-case da cui fa uscire diverse boccette.
Lo mostra alla signora. La signora si mette a darsi profumi e creme.
Gaetano guarda incuriosito e si spruzza un profumo. Ne resta inebetito.
ANITA
Ma che fai?
GAETANO
E’ quasi… come… se…
ANITA
Stai fermo, imbecille!
GAETANO
…mash… sirte…. deeee…
Gaetano si sente poco bene e non si regge in piedi.
SIGNORA
Carlo che hai?
ANITA
Niente, signora… (a Gaetano) Alzati!
GAETANO
…uurruuggre…
SIGNORA
Il poveretto non sta bene…
ANITA
Non so che cosa… (a Gaetano) che ti piglia?
SIGNORA
Dagli da bere, presto!
La signora prende il te e lo da all’uomo che beve.
Gaetano si rende conto che ha bevuto lo schifo che hanno
fatto assieme ed esce dalla stanza gridando. Anita lo segue.
La signora non capisce.
QUINTO
QUADRO
Gaetano va in gabinetto. Vomita ed è infuriato.
Anita lo segue a ruota.
GAETANO
Io la scuoio, quella vecchiaccia!
ANITA
Vuoi rovinare tutto?
GAETANO
M’ha fatto bere… mmhaaa… Che c’era in quella boccetta?
ANITA
Profumo.
GAETANO
Seee... di morte.
ANITA
Bifolco. Bestia. Che capisci, te, dei profumi francesi?
GAETANO
Ha parlato la contessa.
Gaetano entra in cucina e Anita continua a seguirlo.
Gaetano prende una enorme mannaia e fa per scagliarsi verso la stanza della signora.
GAETANO
Prepara la saccoccia: vado a squartare la scema.
ANITA
La vuoi far fuori?
GAETANO (sempre gentile)
Una mazzata qua, fra spalla e collo, per fracassare l’osso e immobilizzare le braccia. Crolla a terra. Da lì staccarle il collo con un sol colpo sarà una passeggiatina.
ANITA
Macellaio!
GAETANO
Ora si fa come dico io! Con la roba che c’ha nel baule c’è da star bene per un bel po’.
ANITA
E’ tutto falso!
GAETANO
Che stai a dire?
ANITA
Per ‘ste cose io c’ho occhio.
GAETANO
Uno.
ANITA
Le signore non girano coi gioielli veri. C’hanno delle copie che si fanno fare apposta. Tu pensi che quella sarebbe andata di notte con la roba vera al collo?
GAETANO
Dove stanno quelli veri?
ANITA
E chi lo sa? In cassaforte? In qualche altro baule? Li hai svuotati tutti?
GAETANO
Me ne manca uno.
ANITA
Se ti davi da fare adesso si sapeva dove stanno… ma no, si deve mettere il profumo. Secondo me in galera sono successe molte cose che non mi vuoi raccontare…
GAETANO
Quello non era profumo!
ANITA
Che intenditrice!
GAETANO
Dove stanno i gioielli?
ANITA
E che ne so?
Gaetano fa per uscire.
ANITA
Fermati! Se li ha messi in cassaforte ci ritroviamo con un pugno di mosche!
GAETANO
Molla!
I due cominciano a lottare e la loro lotta diventa da aggressiva a sensuale.
I due si trovano in posizioni molto intriganti.
Quando si stanno per fare davvero male sentono la signora cantare.
Lei è nella sua stanza e guarda una vecchia uniforme del colonnello.
La carezza con grande affetto e malinconia.
SIGNORA
“Tace il labbro
“T'amo” dice il violin
Le sue note dicon tutte: “m’hai d'amar”.
Della man la stretta
chiara dice a me:
Sì è ver tu m'ami, sì
Tu m'ami è ver..”
I due si staccano. Molto turbati.
SIGNORA
Nel valzer dell'ardor,
ANITA
Canta…
SIGNORA
“Or batte il picciol cor…”
GAETANO
Come si sente bene…
SIGNORA
“…col dolce palpitar ei dice a me: mi devi amar!”
ANITA
Viene da questa grata piccola piccola…
SIGNORA
“…tace il labbro, quest'e' ver,
e' chiaro pure il suo pensier,
ei dice: t'amo, ancor
io t'amo, ancor…”
Gaetano guarda la ragazza che è in posa molto provocante,
piegata ad ascoltare la signora che canta e le salta addosso.
Lei lo respinge con un cazzotto.
ANITA
Se ci riprovi t’accoppo.
GAETANO
Come se non ti piacesse…
ANITA
Di farmela con un avanzo di galera? Il mio sogno di bambina…
GAETANO
Tanto lo sai che c’è qualcosa.
ANITA
Nei tuoi pantaloni? La catena.
GAETANO
Non era la catena…
Si sente la signora parlare da sola nella stanza.
Ha in mano una foto del colonnello e la guarda con rapimento.
SIGNORA
Stasera t’attenderò in salotto. Vin brulé e camino acceso.
GAETANO
Ma con chi parla, la scema?
ANITA
Shh!
La signora parla con tono intimo.
SIGNORA
Incorniciata di diamanti e topazi.
GAETANO
Al forofen… al fereton… al coso?
ANITA
Bestia. Sei una bestia, te! Parla col Colonnello!
GAETANO
Ma se è morto?
La signora è malinconica.
SIGNORA
Niente falsi, niente copie. I gioielli che mi hai donato: sarò preziosa solo per te.
ANITA
Hai sentito? Ha detto dei gioielli falsi!
GAETANO
Ma dove ce li ha quelli veri?
SIGNORA
E balleremo fino all’alba. Come a Nizza. Stremati.
ANITA
Ha detto che se li mette stasera…
GAETANO
Aspettiamo che li tiri fuori e poi l’accoppiamo.
ANITA
Ma che, dici davvero?
GAETANO
Lo capisci o no che su questo capo ci sta una taglia?
ANITA
Qua si fa un bel colpo.
GAETANO
E se ne faranno altri.
ANITA (stupita)
Altri?
GAETANO
Io e te.
ANITA
Insieme?
GAETANO
Due cervelli, quattro braccia e tre occhi.
ANITA (offesa)
La devi finire!
Lui la abbraccia di colpo. La guarda serio e tenero.
GAETANO
Io e te… si lavora bene, insomma.
ANITA
E perché io dovrei restare con uno come te?
Lui comincia a carezzarla con dolcezza e a darle dei piccoli baci sulle mani,
sulle braccia, sul petto.
GAETANO
Perché io c’ho quello che non c’hai te. E non parlo di roba di carne. Con queste mani una volta ho staccato la testa ad un pollo vivo. Agguantato al volo e… straaaa! Dimmi tu se questa non è forza.
ANITA (ammirata e sessualmente intrigata)
Straaa?
Lei comincia a contraccambiare le sue carezze. Lo abbraccia fortissimo.
GAETANO
Straaaaa. Io sono forte. A me mi garba difendere i deboli.
ANITA (stingendosi a lui, teneramente)
Debole ci sarai tu…
GAETANO
Lo sei, lo sei. Ma ci pensa Gaetano tuo. Te sei più forte col cervello e allora si fa il paio.
I due si guardano fissi negli occhi.
Per un attimo nessuno dei due dice niente.
Respirano di nuovo all’unisono.
ANITA
Te hai bevuto…
GAETANO
S’ha da restare insieme.
ANITA
E allora l’ammazziamo!
GAETANO
Sì e si fa man bassa. Domani siamo al Nord e si cambia vita. E vedrai che ti scordi anche del Marzio.
ANITA
T’ho già detto…
GAETANO (interrompendola)
Te lo fo dimenticare a forza di baci. Uno per ogni stiaffo che t’ha mollato.
ANITA
Ti ci consumi la bocca, allora.
GAETANO (dolcissimo)
L’accoppiamo, dai, la vecchia. Che ci vuole?
ANITA (dolcissima)
Ammazziamola.
I due fanno per baciarsi.
SESTO QUADRO
La signora piomba nella stanza. I due non riescono a baciarsi neanche stavolta.
E’ piuttosto agitata e in disordine. E’ confusa e turbata.
SIGNORA
Non è mia abitudine introdurmi nelle stanze della servitù ma stasera mi sento avvolta da un fuoco che non brucia…
La signora ha un piccolo cedimento.
Piange sommessamente. Gaetano è infastidito.
ANITA
Che succede, signora?
SIGNORA
Non è mia abitudine introdurmi nelle stanze della servitù ma stasera mi sento avvolta da un fuoco che non brucia…
ANITA
Volete sedervi?
SIGNORA
Non è mia abitudine introdurmi nelle stanze della servitù ma stasera mi sento avvolta da un fuoco che non brucia…
I due si guardano insofferenti. La signora le mostra una foto.
La ragazza la guarda e capisce.
SIGNORA
Parmi impossibile. Il tutto in un lampo. L’incontro, il matrimonio, la luna di miele, il trapasso. E’ stato così breve il nostro lungo viaggio! Voglio morire!
Gaetano fa per prendere la mannaia ma Anita lo ferma.
Hanno una piccola lotta alle sue spalle. Alla fine lei riesce a togliergli la mannaia di mano.
SIGNORA
Io sono sempre stata sola. Un po’ per scelta, un po’ per fato. Un fiore non retto da stelo. E adesso che tutto sembrava risolversi, il sogno perfetto m’è scivolato fra le dita.
La signora guarda i due. Ha un attimo di lucidità e si riprende.
SIGNORA (con leggero sollievo)
E’ passato…
La signora si alza e fa per uscire.
Gaetano cerca altri oggetti per uccidere la vecchia.
GAETANO
Se volete restare un po’ con noi…
SIGNORA
Siete ‘si gentili che mi strugge il cor…
ANITA (realmente coinvolta)
Sedete. Stasera siete una di noi. Che vi turba?
SIGNORA
Mi sento estranea straniera. Avulsa dal mondo. Mica l’ho mai vissuta, questa casa. Io e il Colonnello c’incontrammo a Courmayer la scorsa primavera. Scintilla. E a cavallo d’amore abbiamo attraversato l’intera l’Europa. Settembre: s’inginocchiò, non senza poche difficoltà, al Cafè de Bourgoise, e semplicemente proferì: “Mia per sempre”.
E mostra loro l’anello che ha al dito: un enorme anello di diamanti.
I due si guardano con interesse. Gaetano va a riprendere la mannaia.
Dà un colpo verso la direzione nella quale la signora ha steso
la mano per tagliarla ma la signora ritira la mano indietro.
Anita nuovamente cerca di fermarlo. I due sono stretti l’uno all’altra, in una lotta.
La signora non si accorge di niente.
SIGNORA
E prima che fosse di nuovo in piedi avevo già risposto: sì. Sposati, così, senza pensarci due volte. Voi non lo avreste fatto?
Guarda i due che sono vicini. I due si guardano fra di loro per un attimo.
Poi si allontanano.
SIGNORA
Tutti c’erano contro: suo fratello il Generale, l’attendente, il figlio di primo letto. Ma il mio Colonnello mi presentò in società. Que scandale: eravamo sulla bocca di tutta Parigi. Aborrita e disprezzata. Disprezzata e felice. Ma nel perderlo mi ritrovo sola di fronte a questo plotone. E se io…
La signora li guarda, titubante: non sa se sia il caso di continuare a parlare.
GAETANO
Cosa, signora?
SIGNORA
Non posso…
ANITA
Confidatevi!
SIGNORA
Non posso…
ANITA
Di noi potete fidarvi!
SIGNORA
Non posso…
ANITA
Signora?
SIGNORA
Non posso…
GAETANO
S’è incantata.
SIGNORA
Non posso…
GAETANO e ANITA
Eh…
SIGNORA
C’è una cassaforte.
I due si bloccano.
SIGNORA
Una cassaforte nascosta. Il Colonnello, sul letto di morte, cercò di spiegarmi dove…
GAETANO
Dove?
SIGNORA
…ma il suo balbuziare rese tutto incomprensibile. Capii solo che era ben occultata.
ANITA
Ma c’è davvero?
SIGNORA
Si! Mi ha parlato di guardie, di botole, di una chiave a forma di stella, di botole, di guardie, di una chiave a forma di botola, di stelle, di forme di chiavi, di botoli di stelle a forma di guardie…
GAETANO
Perché ce lo dice a noi?
SIGNORA
Il figlio del Colonnello è sulle mie tracce. Devo aprire quella cassaforte prima del suo arrivo.
ANITA
Nella cassaforte… denaro?
SIGNORA
Ehm…
GAETANO
Note di credito …?
SIGNORA
Anche…
ANITA
Gioielli…?
SIGNORA
Lettere. Ogni sera ce ne lasciavamo una sul cuscino. Il nostro mondo segreto. Era come liberare al vento un grande aquilone. Ma suo figlio profanò il nostro giardino d’amore e ne fece roghi di rabbia. Il Colonnello, per difendere quelle rimaste, le spedì qua, a Firenze. Se avete mai amato, capirete il valore di quell’inchiostro...
GAETANO
Ma gioielli ce ne stanno?
SIGNORA
La collana di smeraldi del Madagascar. Gli anelli d’oro del Perù. Orecchini di diamanti e filigrana.
ANITA
E che volete da noi?
SIGNORA
Aiutatemi. Non posso trovarla da sola. La Dea Bendata è dalla nostra parte…
Gaetano guarda Anita. Lei lo fulmina con lo sguardo.
Lui fa finta di nulla.
SIGNORA
…perché nessuno sa che sono a Firenze. Sei occhi cercheranno meglio di due.
GAETANO
Cinque occhi che a lei…
Anita gli da un pestone.
SIGNORA
Siete stati così pazienti, con me. Mi fate sentire al sicuro. Io sono una donna tanto debole. Altro non posso che implorar vostro sostegno.
Anita guarda Gaetano. Lui guarda Anita.
SIGNORA
Parte del denaro che troveremo sarà vostro!
Anita allontana Gaetano in disparte.
ANITA
Che si fa?
GAETANO (logico, per niente coinvolto)
Ammazziamola.
ANITA
E tutte le ciance sul difendere i deboli?
GAETANO
‘sta storia è ‘na fandonia! Lettere, giardini, aquiloni…
ANITA
Che capisci, te, del cuore d’una donna?
GAETANO
Ma che: te la vuoi aiutare?
ANITA
Sì: se troviamo la cassaforte lei i soldi soldi ce li da e non dobbiamo ammazzarla. Io no lo so se ce la fo a vivere col pensiero d’aver ammazzato.
GAETANO
L’ammazzo io, mica te.
ANITA
E chi me lo dice che un giorno non m’ammazzi pure a me?
GAETANO
Ma che dici?
ANITA
Io non mi fido di te.
GAETANO
E io non mi fido della vecchia.
ANITA
Lei però si fida di noi. Che gusto c’è a fregarla?
GAETANO
Con una scema così non è manco peccato!
ANITA
Se l’ammazzi mi puoi pure dimenticare.
I due si guardano per un attimo.
GAETANO
E va bene. Ma se fa la furba io le tiro il collo. E pure a te.
ANITA
Come alla gallina.
GAETANO (annuendo)
Straaa!!
Anita ha un brivido sensuale al gesto violento e maschio di Gaetano
poi si rivolge alla signora.
ANITA
Signora: ci si sta!
SIGNORA (dimentica di tutto)
E’ pronta la cena?
ANITA
Per trovare la cassaforte.
SIGNORA (stupita)
Chi vi ha detto della cassaforte?
GAETANO
Avete fatto una filippica di mezz’ora…
ANITA
Le lettere del Colonnello. Il figlio che le vuole distruggere…
SIGNORA (preoccupatissima)
Le ha distrutte? Le nostre lettere?
ANITA
Non ancora! Se le troviamo prima noi!
SIGNORA
Dobbiamo trovarle! E dove sono?
GAETANO
Nella cassaforte!
SIGNORA
E dove è?
ANITA
Si deve cercare. E noi vi diamo una mano finché non salta fuori!
SIGNORA
Non ho parole per ringraziarvi. Sono al settimo cielo! Ho amici! Quelle bonheure!
La signora li abbraccia contenta.
SIGNORA
Ho una gran sete. Festeggiamo questa nostra alleanza?
La signora si alza e li invita a seguirli.
Apre una cassa dal quale spuntano bottiglie di liquori.
SIGNORA
Che non ne resti neanche una goccia! Diamo fondo a ogni diletto: sigari, brandy, whiskey, tabacco. Che non ci sia limite ai piaceri della carne. Siamo ospiti del mio Colonnello. E che stasera nessuno sia nemico di nessuno.
I tre cominciano a bere e a fare bisboccia.
Musica con azioni.
Passaggio di tempo.
SETTIMO QUADRO
I tre sono in diverse stanze della casa e stanno cercando instancabilmente la cassaforte.
Spostano oggetti. Frugano. Guardano ovunque.
Anita è nella cucina (in fondo a sinistra), la signora nella sua stanza, Gaetano in salotto.
Si danno tutti un gran daffare. Sono in disordine poco interessati al loro aspetto.
Anita trova qualcosa. Grida di gioia.
La signora e Gaetano escono dalle loro stanze e si incontrano in corridoio.
GAETANO
Trovato qualcosa, Anita?
ANITA
No!
SIGNORA
Merde!
Gaetano guarda la signora un po’ stupito.
SIGNORA (squadrandolo)
Chi è “Anita”?
GAETANO
Chi ha detto “Anita”?
SIGNORA
Tu hai detto: “trovato qualcosa, Anita?”.
GAETANO
No. Io ho detto: “trovato qualcosa? Aita?” Nel senso di: “vuoi aiuto”? Noi servi ci si rivolge con di molto di garbo.
SIGNORA
Allora aita pure me, Carlo.
GAETANO
Meglio se ognuno cerca da se’ che so’ cinque giorni che non s’è trovato nulla!
SIGNORA (gentile ma ferma)
Aita, Carlo. Aita.
I due si mettono a cercare.
Nuovamente la catena di Gaetano fa rumore.
La signora la sente. E comincia a spaventarsi.
SIGNORA (sottovoce)
Carlo…
GAETANO
Che?
SIGNORA
Non senti niente?
GAETANO
Sento voi che mi chiamate.
SIGNORA
Nient’altro?
GAETANO (insinuante)
Io no. Ma se voi sentite qualcosa forse qualcuno vi sta cercando…
SIGNORA
No. Io non sento niente.
GAETANO (minaccioso)
Sicura?
SIGNORA
Mai stata più sicura in tutta la mia vita.
GAETANO (sempre più minaccioso)
Niente catene? Voci che chiamano il vostro nome? (rendendosi conto solo adesso che non sa il suo nome) …come vi chiamate?
SIGNORA
Sono certa di non sentire niente. Niente niente. Continua a cercare!
La signora solleva un lenzuolo bianco che copre una delle statue del corridoio.
La statua è un cane levriero. La guarda sorridente.
Toglie anche l’altro lenzuolo che copre l’altro cane al lato della scalinata principale.
Li carezza e ci gioca come se fossero vivi.
SIGNORA
Ettore! Achille! Ecco dove vi eravate nascosti!! Su andate fuori a giocare!
Gaetano bussa sulla testa di uno dei due cani per far capire alla signora che sono di marmo.
La signora sorride vaga.
GAETANO
Qua sotto che c’è?
SIGNORA
Potrebbe esserci qualcosa?
GAETANO
Potrebbe!
SIGNORA
Il Colonnello biascicò qualcosa a proposito di due guardiani custodi del tesoro…
GAETANO
Questi so’ cani.
SIGNORA
Levrieri…
GAETANO
Levriamoli!
La signora si mette a spostare due cani di pietra che sono nel corridoio.
SIGNORA (con grande sforzo)
A giudicare dall’altezza dei gradini potrebbe esserci spazio sufficiente per una piccola cassaforte.
Cerca in tutti i modi: è molto decisa. Vuole spostarli, trovare la cassaforte.
Gaetano la guarda. Lei si rende conto di non riuscire a farcela da sola e lo guarda.
GAETANO
Spostatevi.
Gaetano, con grande sforzo riesce a spostare uno dei due cani.
La signora lo guarda ammaliato. Lui ha fatto molta fatica. Ha il fiatone.
SIGNORA (ammirata)
Sansone!
GAETANO (dubbioso)
Carlo…?
SIGNORA
Ercole!
GAETANO
Vabbè…
SIGNORA
La forza bruta, al servizio dei giusti! C’è qualcosa?
Gaetano prova a saggiare il pavimento.
GAETANO
Pare vuoto, qua sotto.
SIGNORA
Ci deve essere un’apertura, da qualche parte. Spostiamo anche l’altro.
Lei lo guarda immobile.
GAETANO (polemico)
Spostiamo…
Gaetano si rimette a spostare anche il secondo cane, con gran fatica.
E’ sfinito. I cani pesano moltissimo.
SIGNORA
Due guardiani… Sotto i guardiani… I levrieri sono cani da caccia o da guardia? Sono cani da corsa, di questo sono certa: seimila kurus puntati su “Besim”, quel figlio d’un cane. Un inferno vivere in Turchia senza un soldo…
Gaetano è riuscito a spostare anche il secondo cane.
La signora va a toccare il pavimento.
SIGNORA
Nessuna botola… rimettili a posto, Carlo.
Gaetano vorrebbe aggredire la signora ma si controlla.
Rimette a posto i cani con grande fatica, mentre la signora continua a pensare fra sé.
SIGNORA
Guardiani… A guardia… le armature? Le spade sul camino? Guardia o guarda? Vista? La torretta? Il Colonnello continuava a dire: il cuore. Cuore, fuoco? Nel caminetto? Dove sta il cuore, Carlo?
La signora si cerca il cuore addosso.
No sa se è a destra o sinistra.
GAETANO
Dal macellaio.
Gaetano ha rimesso a posto i cani con grande fatica.
La signora guarda Gaetano ammirata.
SIGNORA
Carlo: sei eccezionale. Nel vero senso della parola: l’eccezione. Un anormale.
GAETANO
A chi?
SIGNORA
Fuori della norma. Quello che risalta. Che nella massa ci sta stretto. Che non può stare rinchiuso. Perché un uomo così capace ha deciso di mettersi a servizio?
GAETANO
Ho promesso.
SIGNORA
Uomo di parola. Se avessi dieci anni di meno ti farei la corte.
GAETANO
Solo dieci?
SIGNORA
Dodici!
Mentre la signora parla, seduta sui gradini,
Gaetano continua a cercare sul pavimento del corridoio.
SIGNORA
Sei verace. Vuoi? Fai! Che singolare capacità di giungere all’obiettivo. Ti ammiro. Carlo.
GAETANO (disinteressato)
Mmm…
SIGNORA
Nessun timore nel gridar le bellezze dalla vita! Che di brutture vi pullula il mondo! Il brulicar d’orrori n’empie gl’occhi ad ogn’angolo. E si finisce per creder ch’altro non vi sia.
Gaetano, dietro la signora, trova un’apertura sul pavimento.
Senza dirle niente la apre lentamente. La signora continua a parlare, senza accorgersi di niente.
La signora estrae uno specchietto e comincia a truccarsi con cipria.
Gaetano si cala nel buco e ne esce con un forziere blindato. Esulta in silenzio, dietro la signora.
SIGNORA
Nessun indugio nel rimarcar un difetto dell’altro. Ma per un elogio par di strapparsi gli arti di netto. Che strana legge degli uomini. Perché, mi domando, è così?
Gaetano rimette dentro il forziere sempre nel massimo silenzio e richiude la botola.
La signora è sempre distratta a guardarsi nello specchietto
e a ritoccarsi i capelli.
SIGNORA
L’abitudine a notar il male anestetizza il bello. Come se non vi fosse alternativa. Ma io non mi sono mai piegata a ce point de vue. Mai voluto credere che una vita semplice e mesta fosse il mio destino scritto. Una donna solo perché è donna deve limitarsi a cucinare e a badare ai figli? Jamais!
Gaetano è sfinito ma molto felice. Prende una corda e si avvicina alla signora,
alle sue spalle, lentamente. E’ aggressivo e inquietante.
La signora non si è accorta di niente e intona una canzone malinconica.
SIGNORA
Ninna nanna la malcontenta
Babbo gode e la mamma stenta
Babbo va all’osteria
Mamma tribola tuttavia
Babbo mangia l’erbe cotte
Mamma tribola giorno e notte
Babbo mangia e beve e vino
Mamma tribola col bambino
E la mamma la mette l’grugno
E i’ babbo gli da un pugno
E la mamma la piange forte
E i’ babbo gli dà la morte
Gaetano si blocca. La ascolta turbato.
Mentre la signora canta lui cerca di tornare aggressivo ma non ci riesce.
Prova a prendere altre armi: coltello, un martello, una pistola.
Armi sempre più grossolane e ridicole. Letali e enormi.
Alla fine lui desiste dal suo intento e crolla.
Quando la canzone finisce lui è molto scosso.
SIGNORA
Che c’è, Carlo?
GAETANO
Nulla.
SIGNORA
Ti hanno offeso le mie lodi?
GAETANO (titubante, dopo una pausa)
Quella canzone, come mai la sapete?
SIGNORA
Me la cantava la mamma, quand’ero piccina.
GAETANO (incredulo, entusiasta)
Anche a me! Anche a me!!
SIGNORA (stordita)
Cosa?
GAETANO
La canzone che avete cantato!
SIGNORA (sempre stordita)
Quale canzone?
GAETANO
Quella che cantavate ora! La ninna nanna!! Quella che fa…
Lui comincia a cantarla, molto imbarazzato, la signora si aggiunge con lui e
fanno una sorta di duetto.
GAETANO e SIGNORA
Ninna nanna la malcontenta
Babbo gode e la mamma stenta
Babbo va all’osteria
Mamma tribola tuttavia
Babbo mangia e beve e vino
Mamma tribola col bambino
E la mamma la mette l’grugno
E i’ babbo gli da un pugno
E la mamma la piange forte
E i’ babbo gli dà la…
I due sono in silenzio. C’è un attimo di imbarazzo,
perché entrambi sembrano toccati in qualcosa di doloroso e profondo.
SIGNORA (con un filo di voce)
E’ bella, vero?
Gaetano si commuove.
Si toglie il fazzoletto dalla tasca e gli cadono alcuni oggetti.
Si getta a raccogliere tutto subito. La signora lo aiuta ma lui non vuole.
GAETANO
Faccio io! (grida arrabbiato) Lasciate, ho detto!!
Gaetano è molto imbarazzato. Fa per andare via.
SIGNORA
Il giorno in cui litigammo, il Colonnello venne da me in lacrime: un bambino. Non era mai stato così bello. Mi mostrò il suo lato più prezioso. Gli sussurrai: “un uomo non ha da temere il pianto”.
GAETANO (aggressivo)
Io non ho paura proprio di nulla.
La signora, si toglie un piccolo gioiello di dosso e glielo mette in mano.
SIGNORA
Le parole volano, gli oggetti restano.
GAETANO (con grande stupore)
Ma che: è d’oro?
SIGNORA
Un segreto fra noi. Contro i momentacci. Ma non mostrarlo a nessuno.
GAETANO
Non bisogna fidarsi?
SIGNORA
La fiducia è bene, il controllo è meglio.
La signora si allontana da lui che resta a guardare il braccialetto,
profondamente turbato e serio.
OTTAVO QUADRO
In cucina Anita ha cercato per tutto il tempo della scena, senza trovare niente.
D’un tratto trova una chiave con una grossa stella
che corrisponde a quella descritta per la cassaforte. Esulta felicissima.
Saltella per la cucina come una matta e nel farlo fa cadere delle pentole a terra con gran fracasso.
Entra in cucina la signora.
ANITA
Signora! L’ho trovata! La chiave! Era nascosta dentro uno scomparto segreto, all’interno della…
SIGNORA
Che c’è per cena?
ANITA
Come?
SIGNORA
Se ci fosse un filetto di sogliola al piatto ne sarei proprio felice…
ANITA
La chiave della cassaforte, signora! A forma di stella! E’questa per forza: non ci sarebbe stato motivo di nasconderla se non fosse stata…
SIGNORA (interrompendola)
O forse del formaggio? Mi sono alzata con una fame…
Anita fa per uscire per andare da Gaetano. Ma la signora grida.
La signora si guarda il polso.
SIGNORA
Ah!!
La signora si cerca addosso, molto agitata.
SIGNORA
Il mio braccialetto! Non ho più il mio braccialetto…
ANITA
Signora! Avete capito che ho trovato la chiave?
SIGNORA
Il mio braccialetto. Non posso averlo perso! Dio mio!
La signora è molto agitata. Si affanna a cercarlo attorno.
SIGNORA
Ti imploro, Clarabella! Aiutami a cercarlo!
Anita, un po’ riluttante, si mette a cercare con la signora.
ANITA
Non ve lo siete tolto per fare il bagno?
SIGNORA (piccata e molto turbata)
Non l’ho tolto dal giorno che mia madre lo allacciò a questo polso!
La signora sembra disperata.
SIGNORA
Ce l’avevo stamane!
ANITA
Quando l’avete visto l’ultima volta?
SIGNORA
Spostavo i cani del corridoio con Carlo…
Le due donne si guardano. La signora è turbata.
SIGNORA
Potrebbe fare una cosa del genere?
ANITA
Vi ha preso la mano?
SIGNORA
Quando spostavamo i cani, le avevamo vicine…
La signora si blocca molto turbata.
SIGNORA
Ecco che la storia si ripete.
La signora si siede, abbattuta. La signora le fa toccare la sua nuca.
Anita esegue, un po’ spaesata.
SIGNORA
Lo senti questo? Facevo l’attrice al Café Chantant. Me lo trovai all’uscita degli artisti con il mazzo di rose più grande che avessi mai visto. Sussurrò con voce da bambino che s’era innamorato della mia fragilità e che era nato per difendere i deboli, Marius il boxeur di Marsiglia. Sei mesi d’ospedale. Solo perché gli chiesi come mai frugava nella mia pochette. Avevo la tua età. Tornassi indietro mi prenderei fra le braccia e mi direi…
La signora prende Anita fra le braccia e le parla con veemenza.
SIGNORA
L’amore è un miraggio. Mai fidarsi, Anita. Mai fidarsi!
ANITA (stupita nel sentirsi chiamare con il suo vero nome)
Anita…?
SIGNORA
E’ il mio nome. “Mai fidarsi!” mi direi. E farei le valige senza pensarci due volte…
La signora lascia Anita che è in evidente stato confusionale.
Anita è molto delusa e abbattuta.
SIGNORA (incredula)
Carlo sembrava anche lui così sincero…
ANITA (interrompendola)
E’ un avanzo di galera! Canaglia! Lo sapevo!
SIGNORA
E’ stato in prigione?
ANITA
Ce l’ho spedito io! E c’ho anche pianto perché mica l’ha capito che sono stata io: mi diceva che mi voleva. M’ero persa dietro un altro schifoso ed ero giù. Lui m’ha accolto e io ci credevo. Non mi ci volevo buttare subito perché mica mi fidavo. E infatti l’ho scoperto con la Pierona dell’osteria. Una cicciona tutta tette. Non c’ho visto più: a lei ho strappato i capelli e a lui ho fatto la soffiata. L’hanno beccato a svaligiare l’orologeria di piazza Duomo. Sette mesi senza Pierona!
SIGNORA
Se ha tradito il tuo cuore hai fatto bene a denunciarlo!
Anita è molto scossa. Sta quasi per piangere.
SIGNORA
Sii dolce come una colomba ma furba come una volpe. Se hai capito di che stoffa è fatto, fuggi prima di rimetterci le penne!
ANITA
E dove? Con che soldi?
La signora le da un pacchetto di banconote.
SIGNORA
Non dire no. Se alla tua età qualcuno avesse fatto lo stesso con me mi sarei risparmiata tante di quelle botte! “Anita, prendili”: questo avrei voluto sentirmi dire.
Anita prende i soldi ed è molto confusa.
ANITA
Ma io da sola…
SIGNORA
Guarda!
La signora le mostra le due mani. Le manca il mignolo destro.
SIGNORA
Non ti immagini la confusione a contare fino a dieci…
ANITA
Dove l’ha perso?
SIGNORA
Regolamento di conti. Ma smazzo le carte come nessun altro!
ANITA
Sì, ma io non ci vedo nulla nulla. La gente si volta a guardarmi per via della benda. Che sembro un pirata. Ma senza è pure peggio! M’ero spesa un capitale per farmi fare un occhio di vetro. Non ci vedevo niente lo stesso ma almeno nessuno lo notava più, che ero orba. Ma, orco boia, l’ho perso!
SIGNORA (ridendo, complice)
Io mi feci fare un guanto con l’imbottitura…
ANITA
E nessuno sospettava?
SIGNORA
Mai. Mi chiamavano “quella coi guanti”. Ero rinomata per questo. E molto richiesta.
ANITA
Per cosa?
SIGNORA (dopo un attimo di imbarazzo)
Per le serate di alta società… E sarebbe per me trionfo, femmina monca di mignolo, battere quel vigliacco. Vendetta! Erinni assetata di giustizia femminile! Vittoriosa nella crociata contro il maschio traditore!
ANITA
Anche il figlio del colonnello è una carogna?
SIGNORA
Una merda. Se mi concedi il termine.
ANITA
Conosco il tipo.
SIGNORA
Era certo che ingannassi il Colonnello. Ma non lo può capire, quello, l’amore.
La signora si blocca.
SIGNORA
Ora capisco quello sguardo…
ANITA
Il figlio del Colonnello?
SIGNORA
Carlo! Mi fissava come fossi… una gallina!
ANITA
Vi ha fatto del male?
SIGNORA
Vuole farmi del male?
ANITA
Signora: se vi sentite in pericolo dovete dirmelo!
SIGNORA
Quale donna non è in pericolo per il solo fatto d’esser femmina? Sorveglia quell’uomo quando sarò distratta. Che, non so se hai notato, ogni tanto non mi tornano i ragionamenti. E io guarderò le tue, di spalle. Solidarietà femminile. Potere alle donne!
La signora esce dalla cucina lentamente e lascia Anita sola.
Anita si mette la chiave in tasca.
Gaetano è solo in salotto. E’ mesto e guarda il braccialetto.
La signora è nella sua camera. È molto turbata.
Prende la giacca del Colonnello e la stringe forte.
NONO QUADRO
Anita è molto confusa. Si aggira per la casa. Entra in salotto. Non sa cosa fare.
Gaetano la vede. La sua espressione è meno dura.
La guarda ed ha un moto di tenerezza verso di lei.
Quando lei non se ne accorge la abbraccia da dietro. Lei sobbalza e gli si allontana.
ANITA
Che fai? Mi spii?
GAETANO (scherzando)
Agisco nell’ombra: sono sempre con te…
Lui le si avvicina. Lei si scansa.
GAETANO
C’ho una roba da dirti.
ANITA
Dilla.
GAETANO
Vien’ qua.
ANITA
Dilla!
GAETANO
Vien vicino a me.
ANITA
Perché?
GAETANO
Perché te lo sto chiedendo…
ANITA
Non ci vengo.
GAETANO
Peffavore…
ANITA
Per favore? (insospettita dalla sua gentilezza) Che vuoi?
GAETANO
Lo vuoi sentire quello che c’ho per te?
ANITA
Me lo immagino.
Lui le si avvicina ancora. Lei si scansa.
ANITA
Stammi lontano!
GAETANO
Che: puzzo?
ANITA
Per un anno ti potresti lavare ma mica t’andrebbe via lo schifo che c’hai addosso.
Gaetano si offende ma cerca di controllarsi.
GAETANO
Sai cosa? Se non la vuoi sentire peggio per te…
ANITA
Un’altra strusciata da cane: io mica vado in calore! Ladro! Vatti a strofinare con le puttane all’osteria!
GAETANO
Ringrazia Iddio che sei te sennò t’avevo già concia per l’ospedale!
ANITA
Girami al largo!
GAETANO
Ma che t’ho fatto?
ANITA
Aria!
Anita cerca di fuggire. Lui la blocca.
ANITA
Se mi fai male urlo fino a far venire gente!
GAETANO
Non ti voglio far nulla!
Lei lotta con lui e lo allontana. La signora, che ha sentito gridare i due,
si è avvicinata alla porta del salone e li sta ascoltando dal corridoio. E’ spaventata.
Nell’allontanarsi a lui cade il braccialetto che la signora gli ha dato.
Anita lo guarda, poi lo prende in mano.
ANITA
Hai fatto spese?
GAETANO
Ridammelo.
ANITA
E’ il braccialetto della vecchia!
GAETANO
E’ mio!
ANITA
Ladro. Infame. Bugiardo.
GAETANO
Me l’ha dato lei.
ANITA
A te? E perché te l’avrebbe dato?
GAETANO
Te ancora non hai capito che quella è tutta ciance! Non ce la racconta giusta.
ANITA
La vecchia t’ha capito! E pure io!
GAETANO
Questo non c’entra con la promessa!
ANITA
Ah no? E allora sai che ti dico? Che neanche io non ci sto alla promessa.
Anita butta a terra il braccialetto con violenza.
Lui lo raccoglie subito, con cura.
GAETANO
Io questa cosa non te la potevo dire ma te ne volevo dire un’altra che è pure meglio.
Gaetano fa per picchiarla, lei si scansa.
Anita prende una spada e la punta contro Gaetano.
GAETANO
Abbassa quella spada sennò ti cavo l’occhio che ti resta!
ANITA
Provaci!
GAETANO
Ho trovato la cassaforte! E’ sotto il pavimento vicino alle statue dei cani. La vecchia non sa niente.
La signora si trova proprio nel corridoio nel punto esatto di cui parla Gaetano.
Guarda in basso. Poi comincia a esplorare per trovare la cassaforte.
GAETANO
E’ blindata: con la dinamite si rischia di spaccare tutto: ci vuole la chiave! Perciò vedi di abbassare la voce che se la vecchia ci sente va tutto all’aria!
Mentre i due stanno parlando,
la signora estrae il piccolo forziere dal pavimento.
Anita continua a minacciarlo con la spada, senza abbassare la guardia.
ANITA
Te non hai capito nulla. A me della cassaforte ora non me ne frega più niente! Puoi andare al diavolo te e tutti i quattrini che ci stanno dentro!
La signora ha il forziere in mano e lo porta nella sua camera.
Anita esce dal salone e va in bagno.
Gaetano la segue ma non la trova e va in cucina, pensando che sia lì.
GAETANO
Ma ormai ci siamo: se continuiamo a cercare io lo so che la troviamo, la chiave!
ANITA
Non la trovi più…
Anita butta la chiave nel gabinetto.
La signora la vede e, appena Anita è uscita dal bagno e va in camera sua,
la signora corre a recuperarla schifatissima.
Gaetano e Anita si ritrovano nella loro camera.
Lui fa per toccarla ma lei scatta.
ANITA (gridando)
Lasciami!
GAETANO
T’ho detto di fare piano!
ANITA
C’hai fifa, eh? Che se ci beccano te ne torni in gatta buia… che ce l’ho saputo, sai, che t’hanno gonfiato di botte il primo giorno che sei arrivato. Te ti credi tanto uno forte forte, ma qualcuno più forte di te lo troverai sempre! E in galera te l’hanno fatto capire! E niente più Pierona…
La signora con la chiave in mano, va in camera sua
e cerca di aprire il forziere con la chiave.
GAETANO
Che c’entra la Pierona?
Anita comincia a mettere i suoi vecchi vestiti in un borsone.
ANITA
Non ci sei mai stato con quella cicciona?!
GAETANO
Ci sarò stato per passare un’ora…
ANITA
Sì o no?
GAETANO
Non me ne frega nulla di quella grassona!
ANITA
Addio, pezzente!
Anita fa per aprire il portone.
La catena di lui di è sfilata dai pantaloni ed è in bella vista.
La signora ha aperto il forziere e trovato gioielli e denaro.
Squilla il telefono. Tutti e tre si bloccano.
GAETANO
Che è ‘sto rumore?
ANITA
Qualcuno alla porta?
GAETANO
No! Non è la campana della porta…
Il telefono continua a squillare.
La signora prende il forziere e corre in salotto.
I due escono dalla loro camera e si dirigono in camera della signora.
DECIMO QUADRO
Entrano nella camera della signora mentre il telefono continua a squillare.
I due guardano il telefono con aria spaventata.
GAETANO
Che si fa?
ANITA
Che ne so!
GAETANO
Dove è la vecchia?
ANITA
Parla piano. Ci sentono dal feletofono.
GAETANO (preoccupatissima)
Ci sentono?
Il telefono non smette di squillare.
ANITA
Rispondiamo.
GAETANO
Dici?
ANITA
La signora ha detto che dobbiamo dire che non c’è.
GAETANO
Rispondi allora!
ANITA
Io sono la cameriera: rispondi te, omo!
Il telefono non smette di squillare.
GAETANO
Non ci parlo là dentro: se mi riconoscono sono fottuto!
ANITA
Faccio venire la signora!
GAETANO
Aspetta! Mi si è vede la catena…
ANITA
Signora? Signora? Il filotofono…
Anita cerca la signora per la casa ma non la trova.
La signora è nascosta in salotto ma Anita non la vede.
ANITA
Signora!
Gaetano cerca di rimettersi a posto la catena ma è molto agitato.
Il telefono non smette di squillare.
Anita torna in camera della signora.
ANITA
Non la trovo! Rispondi e fai una voce che non è la tua!
GAETANO
Ma che dici?
ANITA
Fai il falso. Che ti riesce bene!
Lei alza la cornetta con grande diffidenza e la mette in mano a Gaetano.
Gaetano, prima di rispondere, respira profondamente.
GAETANO (facendo una voce strana)
Chi è?
Anita lo guarda e scuote la testa.
GAETANO (c.s.)
Ho chiesto prima io.
Qualcuno parla dall’altra parte della cornetta.
GAETANO (perdendo e riacquistando più volte la voce camuffata)
Ho detto che l’ho chiesto prima io… io lo so chi sono ma non so chi siete voi…
ANITA (suggerendo)
La signora non c’è…
GAETANO
La signora non c’è. E’ morto. I servi. Qui.
ANITA (suggerendo)
La signora non c’è…
GAETANO
La signora non c’è. Eh? Io sono Clarabella. La casa non è chiusa. Della signora, certo…
ANITA (suggerendo)
La signora non c’è…
GAETANO
..ma la signora non c’è. Ma voi chi siete? Questo lo dici a quella zoccola di tu’sorella!
Anita lo blocca.
GAETANO
‘st’imbecille!!
ANITA
Era il figlio del Colonnello?
GAETANO
E’ una merda.
ANITA
Che ha detto?
GAETANO
Ha capito che la vecchia sta qua: era imbestialito.
ANITA
Io me la batto.
Anita riprende i suoi vestiti che aveva messo in un borsone e va al portone centrale.
Gaetano la segue. Anita cerca di aprire il portone.
GAETANO
Non si chiappa nulla?
ANITA
Abbiamo fatto cilecca, rassegnati! Se ci trova qua, mica è rincoglionito come lei, finiamo sulla forca!
Anche Gaetano cerca di aiutare Anita ad aprire il portone.
GAETANO
Lo vedi che la vecchia non l’ha raccontata tutta…?
ANITA
Ma che ha ‘sta porta??
GAETANO
Ha detto che se lo immaginava che avrebbe svaligiato anche questa casa…
ANITA
Ma che, la vecchia è una ladra?
D’un tratto si sente un colpo di esplosione.
I due si spaventano. Dopo qualche attimo se ne sente ancora un altro. Poi un altro.
ANITA
La polizia!
I due cercano di capire cosa sta succedendo. I colpi diventano sempre più rumorosi e numerosi.
I due si spaventano moltissimo: non capiscono da dove provengono quei rumori.
Ci sono anche luci strane che provengono da fuori della casa.
GAETANO
Sono fottuto!
I due cercano dei nascondigli e delle armi per difendersi.
Poi si stringono l’uno all’altra in cerca di complicità per affrontare il nemico.
In realtà è la fine dell’anno. E’ mezzanotte.
E i botti che sentono sono quelli di capo d’anno.
I botti cominciano ad essere meno rumorosi e i due capiscono.
Si riprendono dallo spavento e, per reazione, cominciano a ridere. Si guardano.
Da fuori si sente la musica del “Valzer delle candele” (“Auld lang syne”).
I due si guardano, e di colpo corrono l’uno nelle braccia dell’altro.
Il loro abbraccio è forte e intenso. Lui la carezza dolcemente. Lei gli bacia la mano.
Lei prende la catena di lui e se la attorciglia attorno per essere legata a lui.
Lui annuisce sorridendo.
La musica finisce. I due stanno per baciarsi.
La signora, nell’altra stanza sta cercando di portare via il forziere ma
è molto pensante e le cade di mano.
Prima che i due riescano a baciarsi il colpo li blocca.
GAETANO
La vecchia!
I due, legati dalla catena, cercano di liberarsi ma non ci riescono.
Allora si trascinano fuori e trovano la signora con la cassaforte.
UNDICESIMO QUADRO
La signora è circondata dai gioielli che ha fatto cadere dal forziere.
SIGNORA (sorridente e svagata)
Buon anno!
ANITA
Stavate scappando!
SIGNORA
Finalmente l’ho trovata!
GAETANO
Io l’ho trovata!
SIGNORA
E perchè lo hai tenuto segreto, Carlo?
GAETANO
Ora basta co’ ‘ste storie! Io non sono Carlo e tu non sei una signora!
SIGNORA
Non mi piace questo tono…
GAETANO
Ammettilo, vecchiaccia: te sei più ladra di noi!
I due la minacciano con le spade e con la pistola.
ANITA (alla signora)
Allontanati dal forziere!
La signora si allontana. Anita si avvicina al forziere e comincia a raccogliere i gioielli.
Resta senza fiato quando vede le immense ricchezze che ci sono.
ANITA
O Dio e tutti i santi messi in fila!
GAETANO
“Vi prometto che vi darò una parte di soldi”… Cerca un sacco!
ANITA (con ammirazione a Gaetano)
C’avevi ragione!
GAETANO (soddisfatto)
Io c’ho sempre ragione!
Anita esce di corsa per andare in cucina.
Poi torna indietro e si avvicina alla signora.
ANITA
Vecchiaccia!
Anita corre in cucina gridando felice come un’ossessa.
Entra anche nelle altre stanze correndo per la incontenibile gioia.
GAETANO
Allora ce l’avevi, la chiave…?
SIGNORA
No.
GAETANO
E come l’hai aperta? A morsi?
SIGNORA
L’ha trovata lei.
Gaetano la minaccia con il fucile.
SIGNORA
L’ha trovata e te l’ha tenuta nascosta.
GAETANO
Raccontala a un altro!
SIGNORA
Non te l’ha detto…?
Anita rientra di corsa con degli enormi sacchi di iuta.
ANITA
Ecco qua.
Anita si mette a terra e riempie i sacchi, famelica.
SIGNORA
Chiedilo a lei.
Gaetano la fulmina con lo sguardo.
Gaetano guarda Anita e poi guarda la signora.
Poi riguarda Anita. E’ dubbioso.
GAETANO (ad Anita)
L’hai trovata te la chiave?
Anita si ferma un attimo.
Poi riprende a rimettere i gioielli e i soldi dentro.
GAETANO
L’hai trovata te o no?
ANITA
L’ho trovata io, fai poche storie!
GAETANO
E non me lo dici?
SIGNORA
Guardala come afferra il bottino…
GAETANO (ad Anita)
M’hai dato del bugiardo fino ad ora!
SIGNORA
Perché lo sei.
GAETANO
Sta’ zitta!
SIGNORA
Va bene, Carlo!
GAETANO
Non sono Carlo!
SIGNORA
Lo vedi che sei bugiardo?
ANITA
Lasciala stare ‘st’ammasso di stracci! Filiamo!
Gaetano estrae anche la pistola e minaccia le due donne contemporaneamente.
GAETANO
No. Adesso mi dici che altro m’hai nascosto…
ANITA
Tutto quello che m’hai nascosto te, va bene? A cominciare dal braccialetto.
GAETANO
Me l’ha dato lei, il braccialetto.
SIGNORA
Ha il mio braccialetto?
ANITA
Te l’ha fregato.
GAETANO
Me l’ha regalato.
SIGNORA
Non è vero. Ridammelo. È mio!
GAETANO (alla signora)
Come fai a dire che non è vero? Quando eravamo sulle scale…
SIGNORA
Perché avrei dovuto regalartelo?
GAETANO (in grande confusione, molto turbato dal voltafaccia della signora)
Ma come… io credevo… te m’hai fatto…
ANITA
E dillo che l’hai fregato!
GAETANO
No, non l’ho fregato! Non l’ho fregato!
ANITA
Allora? Che c’hai da nascondere?
GAETANO
E’ un discorso che s’è fatto noi due…
ANITA
Quale discorso?
Gaetano non risponde.
ANITA
Quale discorso?!
SIGNORA
Bugie! Solo bugie!
ANITA
Se non rispondi mi metto a urlare!
GAETANO (grida imbestialito mentre punta due armi da fuoco verso le donne)
Ma l’ha regalato perché io sono fragile e che è bello essere fragili!
Dopo un attimo di pausa.
SIGNORA
Come dargli torto.
GAETANO (minacciando la signora con la pistola)
Se non confessi ti fo’ saltare il cervello!
SIGNORA (molto spaventata)
E’ vero! Gliel’ho regalato! Gliel’ho regalato!
GAETANO (verso Anita)
Sentito?
ANITA
Le stai puntando un fucile alla testa, cosa vuoi che ti risponda?
GAETANO
Questa è tutta falsa!
ANITA
Allora sta in buona compagnia.
GAETANO
E’ una schifosa rivestita. S’è accaparrata il vecchio e poi se l’è ammazzato!
SIGNORA
Io lo amavo!
GAETANO
C’ha preso per il culo fin dall’inizio!
SIGNORA
Non è vero!
ANITA (molto dura, alla signora)
Dove sono le lettere?
GAETANO
Non ci sono mai state. E’ tutta una fandonia. E noi, come due fessi, ci siamo cascati.
Anita strappa di mano una pistola a Gaetano e la punta alla signora.
ANITA (gridando)
Dove sono le lettere!?!
SIGNORA
Non sono qua. Ma ci sono, ve lo giuro. Prendetevi tutto: gioielli, soldi, note di credito. Che non valgono la metà di questa missiva…
La signora estrae una lettera dalla manica e gliela mostra.
SIGNORA
Lione, primo ottobre…
GAETANO
Non ricominciare!
SIGNORA
Mia signora. Stamani appena sveglio…
Gaetano le strappa di mano la lettera.
SIGNORA
No!!!
GAETANO
Adesso facciamola finita!
La signora raccatta la lettera e la guarda con grande tristezza.
Gaetano fa per puntare la pistola contro la signora.
SIGNORA (abbattuta, lentamente guardando i resti della lettera)
Attenta, ragazza: un uomo che uccide una volta non si fa problemi a rifarlo ancora.
GAETANO e ANITA
Zitta!
SIGNORA (a Gaetano)
Ammazzami. (Ad Anita) Ma poi guarda nella tasca del gilet.
Anita gli fruga addosso e trova il suo occhio.
I due sono esterrefatti. Anita distoglie l’arma dalla donna e lo punta contro Gaetano.
Lui fa lo stesso: punta la pistola contro di lei. Si guardano come due belve.
ANITA
Ce l’avevi tu!?! Eppure lo sapevi quanto ci stavo da cani…
GAETANO
Mi garbava…
Anita si rimette l’occhio e si toglie la benda.
ANITA
Ti garbava farmi sentire un mostro?
GAETANO
Mi garbava di guardarlo. Perché mi pareva di guardarti a te. Che non ce l’ho avuto mai il coraggio di guardarti per davvero.
Anita è colpita dalle parole di Gaetano.
I due si guardano intensamente.
La ragazza abbassa la pistola e lui fa altrettanto.
Lei gli sorride e poi gli da uno schiaffo molto forte.
ANITA (sorridendogli di nuovo)
Scusa.
GAETANO
Orca ma’… Io ci stavo da cani ma non ce la facevo a dirtelo. Che te non ce l’hai avuti i segreti che non li puoi dire?
ANITA
Mai!
SIGNORA
T’ha mandato lei in galera: sapeva dal colpo dal gioielliere di Piazza Duomo!
Lui si blocca. Guarda Anita.
GAETANO
Come fa a sape’ ‘sta roba?
Anita è colta alla sprovvista e non risponde.
Lui le punta di nuovo la pistola contro.
GAETANO
Quanti soldi t’hanno dato per la soffiata?
ANITA
La soddisfazione di mandarti in galera m’è bastata.
La signora, mentre i due si tengono sott’occhio, si allontana e si avvicina alla sua toilette.
Prende un flaconcino di profumo, si mette un fazzoletto attorno alla bocca
E spruzza il profumo ai due. I due perdono le forze e cadono a terra.
La signora, riesce a mettere la catena attorno ad una poltrona e li blocca.
SIGNORA (agitando ironicamente la catena in modo che faccia rumore)
Spiriti… fantasmi… ovunque…
I due sono semi incoscienti. La signora, una volta bloccati i due, cambia atteggiamento.
Impugna una pistola e li guarda. I due la guardano spaesati.
SIGNORA
Avrei davvero voluto che le cose andassero diversamente.
La signora ha perso quell’aria spaesata e vaga.
Si muove con sicurezza e con determinazione.
Riempie i sacchi con il restante del bottino.
SIGNORA
Credetemi, non se lo merita questo ben di Dio, la carogna. Il Colonnello è schiantato mezz’ora prima dell’arrivo del notaio. Mezz’ora e sarebbe stato tutto mio. Sia chiaro: io l’amavo davvero, il mio Colonnello. Ma il ruolo della vedova inconsolabile non mi s’addice. Nemmeno a teatro. Le mie interpretazioni migliori erano le cocotte: parti da mignotta. Non è stato facile fare la scema, ma voi m’avete creduto…
La signora lega meglio i due che sono ancora un po’ incoscienti.
Si allontana un po’ dai due e li guarda con dispiacere.
SIGNORA
Cinque giorni ma ce l’abbiamo fatta… (correggendosi) anzi: ce l’avete fatta! Senza di voi… eh!
La signora continua a rubare roba in giro.
I due si agitano balbettando.
SIGNORA
Agitarsi non serve: ce ne vorrà prima che l’effetto del laudano vi passi. Non potremo salutarci! Peccato! Anno nuovo, vita nuova! Dicono che in America vadano pazzi per il nobilame europeo. Accento bulgaro?
ANITA (balbettando semi incosciente)
M’hai raccontato tutte bugie…
SIGNORA
Non tutte tutte. Ma molte.
La signora si muove nella casa, per raccattare altri gioielli e preziosi.
Mentre lo fa continua a parlare.
SIGNORA
Non sono mai stata troppo sincera. Col Colonnello c’avrei provato, però. Ma la Morte s’è messa di mezzo e quindi…
GAETANO (balbettando semi incosciente)
Ma dove è andata?
SIGNORA
Sono nella vostra stanza. La mia voce corre nell’impianto di riscaldamento: piccoli tubi di rame collegano le stanze fra loro. Voi mi sentivate farneticare sul Colonnello e io sentivo le vostre discussioni. Non ho fatto altro che ripetere i vostri sospetti: i gioielli falsi, i dubbi…
La signora rientra nella stanza con altri oggetti.
Ha un orologio da taschino d’oro con catena
GAETANO (balbettando semi incosciente)
No… è mio…
ANITA (balbettando semi incosciente)
Anita… aspetta…
SIGNORA
Non sono io Anita. Sei tu Anita!
ANITA (balbettando semi incosciente)
Ma tu hai detto…
SIGNORA
Si dicono tante cose! Io sono…
I due la guardano.
SIGNORA
Non penserete davvero che vi dica il mio nome? Mai fidarsi. Ve l’ho detto e ripetuto. Ma voi, niente! Alla prima occasione: “staremo insieme?”, “per sempre”, “sì per sempre…”
GAETANO (balbettando semi incosciente)
Brutta stronz…
La signora ha raccolto tutto in due sacconi di iuta.
E’ pronta per andare via. Si sofferma a guardare i due in silenzio per qualche attimo.
La sua voce è più dolce.
SIGNORA
Stavolta v’è andata male. Ma non ci dovete prendete l’abitudine. L’unico vero capitale è l’esperienza. A parte questi favolosi smeraldi.
La signora, sempre coprendosi la bocca, spruzza sui due il laudano.
Poi scioglie i due, togliendo corda e catena.
Ovviamente i due non si possono muovere perché sono sotto l’effetto del laudano.
SIGNORA
Non siate pigri: la pigrizia è tanto lenta che la miseria fa presto a raggiungerla. E un ultimo consiglio: non seguite mai i consigli.
Mentre i due sono quasi svenuti, la signora fa per uscire. Si ferma.
Torna indietro, si fruga addosso, estrae del denaro e glieli poggia sopra.
Fa per uscire nuovamente ma poi si ferma ancora. Torna indietro.
Si riprende i soldi, alza le spalle ed esce definitivamente.
DODICESIMO QUADRO
I due sono a terra, semi narcotizzati
Parlano male, con voce impastata perdendo il filo del discorso.
GAETANO
C’ha fregati, la vecchia…
ANITA
Siamo fottuti.
GAETANO
Ce la fai a tirarti su…?
ANITA
Certo…
I due provano a mettersi in piedi ma inutilmente.
Crollano fiaccati dal laudano.
GAETANO (alzando la voce)
L’abbiamo imparata la lezione, signora. Dateci una mano…
ANITA
Signora! Non diremo niente! Vi lasciamo tutto…!
GAETANO
‘gnora!!!!
I loro corpi sono in balia del laudano.
GAETANO
Se torno in galera mi sa che non ti vedrò per tempo tanto… e te mi dimentichi: lontano dagli occhi…
Anita si leva l’occhio e lo restituisce a Gaetano.
Si rimette la benda.
ANITA
Ti scrivo… Ogni giorno una letterina… belle come quelle della signora e del Colonnello…
GAETANO
Anita?
ANITA
Oh?
GAETANO
… n’so mica leggere…
ANITA
Perché sei una bestia…
GAETANO
…e tu sei guercia…
I due si provano a muovere e si trovano l’uno di fronte all’altra.
Si guardano e sono di nuovo vicini.
I due sono ormai sfiniti.
ANITA
Gaetano: ma te a me mi vuoi bene?
GAETANO
Orca…
I due fanno per baciarsi ma cadono storditi dal laudano,
senza riuscire a baciarsi neanche stavolta.
SIPARIO