Parliamone da persone incivili

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PARLIAMONE DA PERSONE INCIVILI

 


Due atti

di Umberto Simonetta e Luca Sandri

Da RIDOTTO – ROMA -

n. 11/12, novembre-dicembre 1994

Personaggi:

ALVARO

DESIRE'

LEONARDO

PRIMO ATTO

A sipario chiuso una musica «hard», piena di sospiri allusivi. All'apertura Destre è sul letto, grandissimo, che occupa quasi completamente la scena; sta termi­nando di aggiustarsi la vestaglia, ha un 'aria annoia­ta, dalla mensola che fa parte del letto prende una si­garetta, l'accende, fa un paio di tiri e guarda fissa da­vanti a sé, come assente. Dalla porta di sinistra, dove si suppone ci sia il bagno e il resto del piccolo appar­tamento (mentre quella di destra è l'uscita) entra Alvaro. È in accappatoio, allacciato, ha in testa la cuf­fia trasparente della doccia. Un asciugamano in mano, col quale termina di asciugarsi. Guarda la moglie che non si è accorta di lui, indugia a guardarla per qual­che attimo, poi le si rivolge con il tono di chi vuole superare un clima di imbarazzo.

ALVARO   Bè... stavolta non è andata malissimo, no?

DESIRE'     (si gira a guardarlo con un 'espressione di sorpresa)

ALVARO   Sì, d'accordo, non sarà stato un capola­voro ma... a me sembra che ce la siamo cavata meglio delle ultime volte... Non hai avuto anche tu la stessa sensazione?... Cioè mi sembra che un miglioramento c'è stato... no?

DESIRE'    Alvaro, dobbiamo parlarci.

ALVARO    Sì. Dobbiamo parlarci. Spegni quella mu­sica che fra l'altro non è servita a niente, anzi secon­do me ci ha confuso le idee. Invece di stimolarci ci ha depresso. Con tutti quei sospiri...

DESIRE'    (spegnendo la musica) Non è la musica che ci deprime, Alvaro, lo sai benissimo. Stiamo andan­do avanti così da mesi. E tutte le volte tu esci dalla doccia, ti fermi lì sulla porta e prendi quell'insoppor­tabile tono conciliante: «Bé, non è andata malissimo, no? Mi sembra che un miglioramento c'è stato...»

ALVARO   (avvicinandosi e sedendosi sul letto) Cer­co di non peggiorare la situazione... Cosa dovrei di­re... siamo stati pessimi anche questa volta?

 DESIRE'    Se ci fosse, una soluzione l'avremmo già trovata. Dopo 4 anni di matrimonio piuttosto soddi­sfacente...

ALVARO   No, no, no: non «piuttosto»... Molto sod­disfacente Desiré, molto, ammettiamolo senza riser­ve. Siamo andati benissimo per 4 anni... Una coppia perfetta, in ogni senso, che ci invidiavano tutti... Ec­co, ecco perché adesso siamo un po' in alto mare, per­ché l'invidia della gente porta rogna...

DESIRE'     Sì, sì siamo andati benissimo, ma adesso... Diciamoci la verità: ormai abbiamo superato pregiu­dizi ridicoli... se vivessimo in una situazione normale non scoppierebbero certo drammatiche scene di gelo­sia se ognuno di noi avesse un amante, no?

ALVARO   Eh?... Ma perché da un po' di tempo mi fai sempre la stessa domanda? Certo che non scoppie­rebbe niente se avessimo un amante... Ognuno di noi... Tu ma anche io... Fino a poco tempo fa era un'abitu­dine collaudatissima per una coppia con i nostri problemini...

DESIRE'    Problemini?!

ALVARO   Problemoni, problemoni... L'evasione co­niugale... roba da ridere fino a qualche anno fa... È pieno di testimonianze: dalla letteratura alle barzellet­te... (pausa)

DESIRE'     Ieri è arrivata un'altra lettera del ministro della sanità. Le solite raccomandazioni, l'ho buttata. È la quarta in 4 mesi.

ALVARO   Non è esatto. Abbiamo ricevuto 4 lettere dai 4 ministri delle sanità che si sono succeduti negli ultimi 4 mesi. Le lettere sono uguali, ma le firme so­no diverse. Però Desi abbi pazienza, noi stiamo facen­do un grosso sbaglio... continuiamo a scavare, a sca­vare... ci rotoliamo in questa situazione... siamo due prigionieri senza uscita... Il che francamente non fa­cilita una... come si può chiamarla?... una rifioritu­ra... una resurrezione...

DESIRE'    Un'erezione.

ALVARO   No, alt, alt... l'erezione c'è sempre sta­ta... Non colpevolizzare l'erezione! Giù le mani dal­l'erezione!

DESIRE'     E dieci giorni fa? Ti ricordi il disastro di dieci giorni fa? ! Che tu non sei stato nemmeno capa­ce di...

ALVARO      Dieci giorni fa? !... E allora non dieci gior­ni fa, ma venti minuti fa... venti minuti esatti, non sei stata un vulcano tu venti minuti fa!

DESIRE'    Può succedere, no?!... E se succede non è unicamente colpa mia!

ALVARO   E nemmeno unicamente colpa mia, Cristo!

DESIRE'    Non bestemmiare!

ALVARO   Ho detto Cristo. Non è una bestemmia è un'invocazione.

DESIRE'     Un'imprecazione. Vuoi che guardiamo sul vocabolario?

ALVARO   Per carità lascia perdere il vocabolario. Qui ogni volta che non si sparano i fuochi d'artificio diventa una tragedia... E l'erezione e l'invocazione e l'imprecazione e... Ma poi no, cosa stiamo facendo, non dobbiamo arrivare a questi punti...

DESIRE'    Hai ragione... non dobbiamo, siamo due idioti...        

ALVARO   (le si avvicina, l'abbraccia) Noi due ci amiamo, ci vogliamo bene... A noi ci bastano anche le coccole, no?

DESIRE'     Le coccole... ma sì, certo, ci bastano an­che le coccole... Ce le facciamo bastare... In fondo quello che c'è di autenticamente positivo nella nostra unione è che noi ci capiamo, ci comprendiamo... ab­biamo un sacco di complicità... Affrontiamo questa realtà con grande forza d'animo, senza scene di dispe­razione, e soprattutto senza ridursi, come fanno tan­ti, alle cassette porno. Che squallore. Sono umilianti.

ALVARO   Sì, sono umilianti. Anche divertenti. Ti ricordi quella dei due saccopelisti che s'incontrano in un campeggio, che poi finiscono uno nel sacco dell'al­tra e non si vedono i corpi, ma un sacco a pelo che fa delle contorsioni bestiali, ma noi sapevamo cosa sta­vano facendo perché li avevamo visti entrare insieme nel sacco... Che risate, eh?!... E quello della collegia­le tedesca che aveva una relazione fissa con due asini? Mica uno, eh, due! Zwei esel! (ridono)

 DESIRE'    Alvaro... se tu avessi un'amante, io... giu­ro, io non sarei gelosa... Perché capirei... lo stato di necessità, l'emergenza... Ce l'hai? Dimmelo tranquil­lamente.

ALVARO   Io?!... Un'amante?... Ma sei pazza?... Eppoi che domande sono, oggi? Non buttarle via le lettere del ministro della sanità! Leggile! (Suona il telefono che è incorporato nel mobile letto).

DESIRE'    (risponde) Pronto...

VOCE DONNA  Pronto Desiré... Sono Laura. Pur­troppo Esmeralda è morta due ore fa. I funerali sono alle dieci domani mattina.

DESIRE'     Oh, poverina... Mi dispiace. (riattacca) Esmeralda è morta.

ALVARO   Povera Esmeralda, morire con un nome così.

DESIRE'     Un anno esatto dalla morte di Filippo. Pe­rò se la sono voluta. Con la vita che facevano.

ALVARO      Già... Incoscienti!

DESIRE'    A proposito, hai telefonato per Marcello?

ALVARO   (nel frattempo ha cominciato a vestirsi mi­nuziosamente scegliendo i capi) Sì, ho chiamato ieri sera, ma a quell'ora non ricevevano più gli annunci per il giornale di oggi. Uscirà domani.

DESIRE'    Saremo gli ultimi.

ALVARO      Pazienza. Il povero Marcello purtroppo non potrà lamentarsi per il nostro ritardo.

DESIRE'    Che testo hai fatto?

ALVARO   Il solito. Desiré e Alvaro partecipano an­gosciati…

DESIRE'    Al   posto   di   angosciati   era   meglio sconvolti...

ALVARO   Macché sconvolti. Nessuno si sconvolge più per nessuno ormai. Piuttosto per Esmeralda adesso bisogna inventare qualcosa di diverso. Angosciati lo abbiamo già usato tre volte. Vediamo un po'... Desi­ré e Alvaro affranti partecipano... no, affranti no, è esagerato... Se mettiamo affranti non possiamo più uscire di casa per tre giorni... «Poveretti sono affran­ti, si sono chiusi in casa, al buio, non rispondono più nemmeno al telefono...» Ci vuole qualcosa di più soft...

DESIRE'    Depressi!

ALVARO   Bé, depressi è,un po' troppo soft... È mor­ta una cara amica e loro due come sono?... Mah, li ho visti un po' depressi, niente di speciale, dovrebbe­ro fare un bel viaggetto...

DESIRE'    Inconsolabili!

ALVARO   Eh, eh, inconsolabili non è male. Desirée Alvaro inconsolabili partecipano al dolore... Però no, alt, un momento: inconsolabili è pericoloso. È pericoloso perché sottintende una data... Inconsolabili, ma fino a quando?... Perché non possiamo rimanere inconsolabili sine die... Bisogna fissare una data... E allora è brutto: Desiré e Alvaro inconsolabili dal 12/3 al 31/8... No, non va bene...

DESIRE'    Ho trovato: annichiliti!

ALVARO   Ma dài, annichiliti fa ridere!... Ti pare che uno in un annuncio funebre mette annichiliti?... Che la gente che legge non sa neanche cosa vuoi dire!... Come hanno preso la morte di Esmeralda? Sono ri­masti annichiliti. «Eh, lo immaginavo... quei due lì non prendono mai niente sul serio...» No, no... Forse, ri­pensandoci, è meglio abolire gli aggettivi... Vediamo un po'... Desiré e Alvaro partecipano al dolore dei fa­miliari eccetera eccetera... È più semplice, mi sembra anche più rigoroso, più credibile. Non trovi?

DESIRE'     Mah, non so... a me quel «partecipano al dolore dei familiari» così, senza nemmeno un aggetti­vo mi pare un po' freddino.

ALVARO   Ma no, è superfluo. È chiaro che se par­tecipiamo al dolore dei familiari come ci partecipia­mo? Allegramente? Eppoi guarda che alla gente non gliene frega niente di sapere se io e te siamo angoscia­ti. L'importante è partecipare. Come alle Olimpiadi.

DESIRE'     Mi sembra un ragionamento vagamente cinico...

ALVARO   Hai ragione, probabilmente lo è. Ma quel­li che muoiono lo debbono alla loro imprudenza, al loro snobistico desiderio di sfidare il rischio...

DESIRE'    Questo è vero, l'ha ripetuto anche ieri il papa. L'hai sentito?

ALVARO   No, sai che io lo seguo poco. Era sul TG 3?

DESIRE'     Certo. Però anche se è da condannare, per­ché è da condannare, io capisco che questa sfida al pe­ricolo del contagio ha una sua forte componente emo­tiva... è molto eccitante... Ci dobbiamo andare al fu­nerale di Esmeralda? Io non ne ho nessuna voglia.

ALVARO    Figurati io. Quand'è?

DESIRE'    Domani mattina, alle dieci.

ALVARO   Domani mattina ci abbiamo anche l'ana­lisi del sangue.

DESIRE'    Sì. Io dopo ho anche il meeting, (breve pausa) Ho sempre pensato con terrore... no, ma non è proprio terrore, è... curiosità... bé, no, qualcosa di più che una semplice curiosità.

ALVARO   Di cosa stai parlando?

DESIRE'     Cercavo di dirti che ho sempre pensato con una specie di curiosità maligna a cosa succederebbe se -improvvisamente dall'esame del sangue risultasse che uno di noi due è positivo.

ALVARO   Ma che bei pensieri...       

DESIRE'     Per esempio se io sapessi che tu sei po­sitivo...

ALVARO   (fa gli scongiuri) Scusa, non possiamo cambiare discorso? Perché a me questa tua idea che io sia positivo non è che mi diverte da morire... «Da morire»... potevo usare un'altra espressione...

DESIRE'     (con slancio) Che peccato, Alvaro!

ALVARO    (la guarda con diffidenza) Che peccato cosa?...

DESIRE'    Che peccato che fra noi due sia tutto fini­to... cioè finito, finito no, ma è come se... se fosse fi­nita la carica...

ALVARO    Iolo so!

DESIRE'    Lo sai cosa?

ALVARO Lo so il perché. Perché abbiamo abusa­to. Ecco perché adesso non c'è più desiderio. Abbia­mo fatto come la cicala della favola. Abbiamo sper­perato, siamo stati troppo ingordi!... Ti ricordi?... 6 al giorno!... Battevamo i record! 6 al giorno!

DESIRE'     No, no sei no. Tre. E non tutti i giorni.

ALVARO   No, no, anche sei, anche sei. Non sem­pre, ma un paio di volte alla settimana. Comunque una gran bella media. E questo è stato il nostro errore. Ab­biamo dissipato, come quella cicala schifosa, (si siede accanto a lei affettuosamente) Sì, stiamo attraversan­do un periodo delicato... Ma fortunatamente noi ab­biamo sempre le nostre coccole... vero, amore?

DESIRE'     Sì, è una bella fortuna...

ALVARO   Perché quello che conta veramente in un rapporto che cos'è? È l'unione spirituale... il resto è puro comportamento animale... È permettere che pre­valga la bestialità... Noi non siamo mica delle bestie, no? almeno io... Ma neanche tu, vero? Non sei mica una bestia, no?

DESIRE'    Una bestia? Io? No, no... Oddio io rifiu­to anche certe ipocrisie, eh...

ALVARO    Ah sì, sì, ti do completamente ragione... Quali ipocrisie?

DESIRE'     Per esempio quella di fingere che la ses­sualità, diciamo anche la sensualità contino relativa­mente... Perché ammettiamolo invece: contano...

ALVARO   Contano, contano... No, io non è che condanno la bestialità, il comportamento istintivo, da animale... ma quando come nel nostro caso non c'è più, si è affievolito... (previene un'interruzione di lei)... notevolmente affievolito... perché noi non siamo più delle bestie... cioè lo siamo meno... delle bestioline... bé, rimane sempre il grande conforto delle coccole, vero?

DESIRE'    (distrattamente) Sì, amore... certo amore. (cambiando tono) Vai in ufficio anche oggi che è festa?

ALVARO    Sì! Un capo non ha mai riposo.

DESIRE'    (stupita) Un capo?

ALVARO   Non parlo mica di me, parlo di lui. Di Et­tore. È un leader. Trasuda carisma. Quello non si fer­ma qui. Ettore andrà a Milano, ne sono sicuro. Poi a Roma, magari a Strasburgo. Speriamo che porti an­che me. È un vero leader. L'ho capito anche ieri. Mi ha messo alla prova. Alla fine della riunione mi ha chiamato da parte: «Alvaro, vieni qui». Mi ha conse­gnato un registratorino, di quelli a pile, e mi ha detto: «Non perderlo». Poi mi ha messo una mano sulla spal­la: «Di te ho molta fiducia, Alvaro. Non perderlo, mi raccomando. Costa un sacco di soldi».

DESIRE'    Cosa c'era inciso sul registratore?

ALVARO   Niente. Era nuovo.

DESIRE'    Bé? Tutto qui?... Non mi pare una gros­sa prova di stima.

ALVARO                                                 Perché tu ti fermi alla prima lettura.

DESIRE'    Perché c'è una seconda lettura?

ALVARO   Logico.                                

DESIRE'    E qual è?

ALVARO   «Di te ho molta fiducia, Alvaro». Leggi: non lo affiderei mai a Pizzamaglia, perché quello, svanito com'è, capace che se lo dimentica da qualche parte.  

DESIRE'    E questa è la seconda lettura?

ALVARO   E cosa volevi, un romanzo?

DESIRE'     No, ma qualcosa di, un po' più... ripeto: non mi sembra una prova di enorme considerazione nei tuoi confronti...

ALVARO   L'episodio va interpretato in chiave rigo­rosamente politica. È un segnale.

DESIRE'    Il segnale che ti darà sempre qualcosa da tenergli?

ALVARO   Non fare dello spirito inutile. È un segnale rosso per Pizzamaglia. Perché Pizzamaglia gli sta sem­pre attaccato, approva sempre tutto quello che dice, è di un servilismo ripugnante, io invece non lecco, mi comporto con discrezione e se ho qualcosa da dire la dico. Non ad alta voce, ma... E lui l'ha notato.

DESIRE'    Cos'è che apprezza di più in te?

ALVARO   (esita) Bé... la mia mediocrità.

DESIRE'    Ma allora è un despota!

ALVARO   No. È uno che ha un'idea precisa dell'e­poca in cui viviamo.

DESIRE'     Senti. Tu avrai mille difetti, ma non sei un mediocre...

ALVARO   Non so se lo sono, ma mi sforzo di sem­brarlo. Desiré la politica è fatta di sfumature. Non t'in­segnano niente ai tuoi meeting?

DESIRE'     Guarda che i meeting non sono delle le­zioni universitarie. Ai meeting ci si va per discutere, per confrontarsi, per crescere.  Sai qual è stato il tema dell'ultimo meeting?     

ALVARO   No. Quale?

DESIRE'    Re Artù, l'informatica e i sindacati.

ALVARO      Ah... e cos'hanno in comune queste tre cose?

DESIRE'     Non l'abbiamo ancora capito, per questo ne stiamo discutendo. Qui sta la complessità del mee­ting... ma è anche quello che mi affascina di più... Tu prendi tre argomenti a casaccio, no? Li inquadri nella logica del meeting, ne discuti a fondo finché metti a fuoco il problema...

ALVARO    E poi?

DESIRE'     E poi lo risolvi. E puoi fare così con tutti i problemi. Parlandone.

ALVARO   Straordinario. Ai meeting. A proposito non avrai mica parlato dei nostri problemini... problemoni con quelli della vostra organizzazione?

DESIRE'    Ma no! Poi sarebbe inutile. Lo sai: i miei amici hanno scelto la castità assoluta.

ALVARO   Anche da sposati?

DESIRE'    Dicono che noi non sappiamo cosa perdia­mo a non praticarla.

ALVARO      Bé immagino... Sì però anche loro... Sen­ti... ma a letto... cosa fanno?       

DESIRE'    Niente.

ALVARO    Ah... non è un po' poco?

DESIRE'    È un traguardo che si raggiunge dopo an­ni di disciplina...

ALVARO   Ecco, se noi fossimo stati più disciplina­ti... invece io e te indisciplinati... Come a scuola. Vo­to in castità: zero. Praticamente due cicale. Tu però... come mai tu non hai fatto anche tu quella scelta?

DESIRE'     Nell'organizzazione ci sono tendenze di­verse... Io appartengo alla corrente di sinistra, (esce e va in bagno)

ALVARO   (accende musica stereo incorporato nel let­to. Dopo un attimo di riflessione) E se gliene parlassi con grande franchezza?... Senti; le cose stanno così e così... sono mortificato, sono avvilito, sono... anzi: non sono... Non sono più io... Credimi, faccio fatica a trovare le parole giuste... Capirebbe, sono sicuro che capirebbe... È intelligente, razionale. Sì, sì, ho deci­so. Gliene parlo. A cuore aperto. Devo dirti una cosa molto, molto importante: ho bisogno di tutta la tua attenzione... ascoltami, Ettore. Vedi Ettore, io e mia moglie non riusciamo più a... no, no quello sì, lo fac­ciamo ancora, ma senza interesse... non c'è più par­tecipazione, appagamento... Come?... sì certo Ettore, lo so che questo non c'entra niente con la politica del partito, ma vedi io... io volevo parlarti di una que­stione mia, privata... Non te ne frega niente delle mie questioni private?... Tra moglie e marito non mettere il dito?... Ah, ma questa è molto bella, molto acuta... Tu hai sempre delle uscite straordinarie, Ettore... ma come fanno a venirti in mente?... Tra moglie e mari­to non mettere il... Ecco, io mi sono confidato con te perché ho bisogno di qualcuno che mi dia un consi­glio autorevole e chi più di te può... Sì, certo Ettore, capisco: prima di tutto viene la politica, poi... se ri­mane spazio... Come? non rimane più spazio. Giusto, grazie Ettore. Mi sei stato di grande aiuto. Grazie, grazie...

                     (Entra lei. S'è messa accappatoio e cuffia doccia. Ha un asciugamano. Ha sentito il marito dire grazie, grazie).                      

DESIRE'    Che fai, parli da solo?  

ALVARO   Eh?... No, parlavo con lui... (lei fa una faccia stupita e lui si affretta a spiegare) Con Ettore.

DESIRE'     Ah. Non ho sentito suonare il telefono.

ALVARO   No. Perché non ha suonato. L'ho chia­mato io.

DESIRE'    Ah. Ma che tono strano che hai...

ALVARO   Chi, io?... Ho un tono strano?... Che to­no ho? ho il mio solito tono... il tono di sempre...

DESIRE'    Non so... sembra che tu voglia nasconder­mi qualcosa...

ALVARO   Io nascondere qualcosa a te? !... No... per­ché?... cosa dovrei nasconderti?... Non ho niente da nascondere, io...

DESIRE'     Non ho detto che tu abbia qualcosa da na­scondere, ho detto solo che dal tuo tono sembrerebbe che tu avessi qualcosa da nascondere... Se non è così, meglio.

ALVARO   (illogico) Certo, molto meglio. Desiré, dobbiamo essere sinceri fra noi, non nasconderci niente!

DESIRE'    Sì, sono d'accordo. È una questione...

ALVARO   ... Brava! Di rispetto reciproco, esatto... Di civiltà, (come giocando) Io non nascondo niente a te...

DESIRE'    (accetta il gioco)... e tu non nascondi niente a me... (fanno per abbracciarsi ma lui ci ripensa)

ALVARO   No, scusa, non è proprio così... Io non nascondo niente a te e,tu devi rispondere...

DESIRE'    ... e io non nascondo niente a te! E tu de­vi rispondere...

ALVARO                                              No! Io ho già risposto.

DESIRE'    Eh già...                             :

ALVARO   Oh... così!... (si abbracciano)

DESIRE'    Tornerai molto tardi questa sera?

ALVARO      Bé lo sai come sono queste riunioni... Non si sa mai quando finiscono. Tu che fai, esci?

DESIRE'     No, credo che resterò a casa. Forse verrà a trovarmi Paola.

ALVARO   Ah, la tua amica fotografa... è un pezzo che non la vedo, come sta?... salutamela.

DESIRE'    Non è sicura di poter venire. M'ha detto forse, (esce in bagno)

ALVARO   (finisce di vestirsi, si aggiusta magari la cravatta. Suona il telefono. Risponde) Pronto...

VOCE MASCHILE    Pericolo!... Tua moglie ti tra­disce!... Controlla, deficiente!

ALVARO   (rimane impietrito con la cornetta in mano. Un attimo. Lei rientra)

DESIRE'    Chi era?

ALVARO   Eh? Nessuno!... Cioè... uno che ha sbagliato. Ha sbagliato numero, voleva... un ristorante. La vecchia Bergamo, (sospettoso) A che ora viene Paola?

DESIRE'    Ti ho detto che non è sicura di poter veni­re. Forse, se le avanza tempo. Perché?

ALVARO   No, così, niente. E domani il meeting a che ora ce l'hai?

DESIRE'     Appena abbiamo finito gli esami del san­gue. Verso le dieci. Perché?

ALVARO      No, pensavoooo... mi è venuta un'idea... e se ci venissi anch'io con te al meeting?

DESIRE'    Tu?... al meeting?

ALVARO   Sì... non ci sono mai stato... potrebbe an­che interessarmi...

DESIRE'     Ma certo, perché no... Ma ti lascia libero domani, Ettore?

ALVARO   Bé se gli dico che è una mia questione pri­vata... Lui è molto comprensivo.

 DESIRE'    Però, sai, riflettendoci... Ti sembra pro­prio giusto che domani io non vada al funerale di Esmeralda?

ALVARO   Ma non hai il meeting?

DESIRE'     Sì, ma anche se lo salto non succede nien­te. In fondo è più importante Esmeralda... Era una mia carissima amica.

ALVARO   Ma com'è che adesso improvvisamente vuoi andare al funerale di Esmeralda?

DESIRE'     No, non è che ci voglia andare... mi sto domandando se non è brutto che non ci vada...

ALVARO   Ho capito. E va bene... andiamo al fu­nerale di Esmeralda.

DESIRE'    Ci vieni anche tu?

ALVARO   Perché ti stupisci, non era anche amica mia?... Se è brutto che non ci vai tu non sarà mica bello se non ci vado io...

DESIRE'     Ma se per te andare ai funerali è un sa­crificio...

ALVARO   Perché, per te è un divertimento?... Cer­to che è un sacrificio, preferisco il luna park... (breve pausa) Tutte quelle facce rassegnate... gente che si è abituata al dolore e lo indossa come se fosse un look... la cupa disinvoltura di tutti noi che siamo ancora qui* vivi... quasi... Sì, Esmeralda non ha fatto niente per evitare la fine, ma neanche noi abbiamo fatto molto per frenarla: ti ricordi i commenti di tutti i suoi ami­ci, no? «Bé, cosa vuoi, lei è fatta così, ha una sua vi­vacità irresponsabile... è trasgressiva... in fondo ognu­no ha diritto di fare le sue scelte...»

DESIRE'     Bé è vero, Alvaro: ognuno ha diritto di fare le sue scelte...

ALVARO   Sì, è vero, ma è rischioso. In quest'epoca... Certo che alla nostra generazione è andata be­ne... una cosa che fino a ieri è stata normalissima improvvisamente: pericolo!... E non possiamo neanche dire che è colpa della televisione! I miei nonni si tradivano, mio padre tradiva mia madre e credo che lei abbia tradito lui... tutto regolare, mai nessuna complicazione... bei tempi!

                     (Suona il telefono).       

ALVARO   Pronto...

VOCE FEMMINILE    Tua moglie è una bagascia...

ALVARO   (posa il ricevitore)  

DESIRE'    Chi era?

ALVARO      No, niente.     

DESIRE'    Un altro sbaglio?

ALVARO   Sì! (sottotono) Speriamo.

DESIRE'    Come?

ALVARO   No niente... stavo pensando. Hai ragione: è doveroso andare al funerale di Esmeralda doma­ni, (si avvia all'uscita poi si ferma per aggiungere) Tutti e due. Io e te. Ciao. (esce mandandole un bacio)

(Appena lui è uscito Desiré si accerta che se ne sia an­dato definitivamente. Poi, rapida, va al telefono. For­ma un numero. Sentiamo 3 squilli a vuoto. Con un sorriso soddisfatto mette giù e, entrando e uscendo dal bagno, si prepara. Si veste in maniera eccentricamen­te provocante, con minigonna chip, bracciali ecc. Ha acceso lo stereo e durante la vestizione balla a ritmo, si specchia in uno specchio a mano, si trucca vistosa­ mente. Ricordiamoci che il trovarobato viene preso da scomparti inseriti nel mobile letto. Il suono della mu­sica è così  assordante che non si accorge che Alvaro è rientrato e la guarda stupito. Quando si volta e lo vede getta un grido).     

DESIRE'    Aaaaaaah!

ALVARO   (che ha spento la musica) Scusa, ma «aaaaaah» dovevo farlo io... Che vestiti ti sei messa? Non li ho mai visti...

DESIRE'    (imbarazzata) Sono quelli della mamma...

ALVARO   Della mamma di chi?

DESIRE'    Di mia mamma!   

ALVARO   Di tua mamma?!

DESIRE'    Quelli che mi ha regalato la mamma...

ALVARO   Quanti anni fa?   

DESIRE'    Ma perché sei tornato?

ALVARO   Perché ho dimenticato le chiavi della mac­china. Scusa ma... e quel trucco?... Non stai aspet­tando Paola?

DESIRE'     Sì!... No... No... mi ha appena telefona­to adesso che non viene più...

ALVARO    E chi viene?

DESIRE'    Nessuno... Sono io che vado... Ho l'ap­puntamento con Paola in uno di quei locali un po'... Mi ha detto di vestirmi un po'... Perché c'è della gen­te un po'... Ti stupisci?

 ALVARO  Un po'.

DESIRE'     (riprendendosi) Non fare il moralista... co­sa c'è di male?

ALVARO   No, niente, niente, per carità... È che non ti avevo mai vista così... così appariscente... Non ci sono abituato... (prende le chiavi) ecco qua le chia­vi... Be' io vado... Ciao.

DESIRE'    Ciao amore.

(Alvaro esce. Lei si siede sul letto. Tira un sospiro. Lui rientra).

ALVARO   Scusa Desiré... Sinceramente... tanto è uguale, no?... Siamo persone civili... Mi hai mai tradito?

DESIRE'    Ma che razza di domande mi fai... con la premura che ho... Ho l'appuntamento...               

ALVARO   Con Paola.

DESIRE'     Sì, con Paola... Sai che odio arrivare in ritardo...

ALVARO      Ma è una domanda che si fa in fretta a rispondere. Sì o no. Mi hai mai tradito?

DESIRE'    Mai.

ALVARO      Mai... mai, mai?

DESIRE'    Mai. Anche se ne ho avuta una gran voglia.

ALVARO   Capisco. Con chi?

DESIRE'    Ma non adesso ti prego... ho l'appun­tamento...

ALVARO   Dimmi almeno con quanti. Tanti?

DESIRE'    Come sarebbe tanti?

ALVARO    Voglio dire... è una pattuglia numerosa?

DESIRE'    Tre.

ALVARO   Numero perfetto!... E... chi sono?

DESIRE'    Be'... lasciamo perdere i nomi.

ALVARO      Come lasciamo perdere i nomi?!... È la parte più interessante...

 DESIRE'    Be' uno è Raffaele...

ALVARO   Ma chi, Raffaele Sormani? !... quel defi­ciente?

DESIRE'    Ma no, Raffaele Comincili...

ALVARO      Cominelli? !... Peggio !... Cosa ci trovavi nel Cominelli? Sempre sudaticcio... che schifo... E gli altri due?

DESIRE'     Be'... Massimo Lavezzari... non puoi ne­gare che era un bel ragazzo... simpatico, intelligente...

ALVARO   No, intelligente no. Nego. Bel ragazzo se lo dici tu ci credo. A parte che non so come puoi dire un bel ragazzo di uno alto un metro e cinquanta con tutti i brufoli gialli in faccia... Sarà stato anche sim­patico, non lo so... ma intelligente no. Escluso. «Per Natale vado a fare la settimana bianca... col fuoristra­da. .. ho bisogno di relax... Però potrei anche andare alle Bahamas... col fuori strada... Te cosa dici per il relax è meglio Saint Moritz o le Bahamas col fuori­strada?»... Imbecille!... E il terzo?

DESIRE'     No basta, non te lo dico.

ALVARO      Ma perché?

DESIRE'    Perché a te non si può dire niente. Non fai altro che criticare e disprezzare...

ALVARO   Va bene, va bene, va bene... giuro che non critico più nessuno... «Nessuno»... questo qui che ar­riva... perché con lui la sfilata si chiude, no? Hai det­to che erano tre... O erano di più?

DESIRE'     No, tre. Tre!

ALVARO      E allora, avanti. Chi è il terzo?

DESIRE'    Francesco.

ALVARO   Ma chi, il gorilla? Tuo cugino?... No, non ci credo, non è possibile... Quella palla di lardo che non è neanche capace di camminare?... «Voglio per­dere un po' di chili. Devo fare del footing, footing, footing...»

DESIRE'     Hai giurato che non criticavi...

ALVARO   Infatti non critico... riferisco. No, scusa Desiré ma mi hai deluso... No, citamene almeno un quarto, uno degno, uno che io possa approvare... tu mi tiri fuori i tre porcellini... Allora era meglio Raf­faele... Sormani, non Cominelli... Almeno è geometra...

DESIRE'    Una non si innamora mica di un diploma!

ALVARO   Eh, ma neanche di tre casi disperati San­to Dio! Eh!... Sono tre da Lourdes!...

DESIRE'    (guarda   l'ora)   Basta,   è   tardi,   devo andare...

ALVARO   Aspetta, soltanto una cosa ancora... Pensaci bene prima di rispondere. Tu dici che non mi hai mai tradito... e va bene ti credo. Non mi hai mai tra­dito per amore, per rispetto o per paura del rischio?

DESIRE'     Per amore, per rispetto, per scrupoli reli­giosi. E per paura.

ALVARO   Capisco. E a me non chiedi se non ti ho mai tradito?

DESIRE'    No. Sono domande inutili.

ALVARO   Ore... è vero... sono domande inutili... È un'osservazione giustissima... Peccato che non l'ho fatta io...

DESIRE'     Però adesso, ripensandoci... mi hai fatto venire la voglia anche a me...

 ALVARO  La voglia?

DESIRE'     Sì, la voglia. Di sapere. Dimmelo Alvaro: mi sei stato fedele?

ALVARO   Spesso (dopo un attimo) ma no, è solo una battuta. Bisogna ricordarsi di sorridere ogni tanto...

DESIRE'     D'accordo, sorrido... ma la verità qual è? (Suona il telefono. Lui vuole rispondere ma lei lo ferma).

DESIRE'     Lascia, faccio io...        

(Il telefono fa altri due squilli).

ALVARO   Be'? Non rispondi?

DESIRE'    No, è il segnale.

ALVARO    Che segnale?

DESIRE'     Quello di Paola. Vuoi dire che sta uscen­do di casa. Lo fa per risparmiare.

ALVARO      Ah, ragazza economa. È un vecchio si­stema, lo fanno in molti.

DESIRE'    Adesso però lasciami andare...

ALVARO   Ti dò uno strappo?

DESIRE'    Grazie, prendo la mia. (Alvaro prende la sua borsa e insieme escono. Si sentono in quinta le se­guenti battute)

DESIRE'    Ecco vedi?... con tutte le tue domande mi hai fatto confondere... ho dimenticato le sigarette...

ALVARO   Be' non è grave... ti aspetto...

DESIRE'    No, no vai... Devo andare anche un mo­mento in bagno... Tu vai pure... Ciao.

ALVARO   Ciao.

(Lei rientra. Si accende una sigaretta che ha tirato fuori dalla borsa, si toglie il giubbotto, siede sul letto. Si met­te in diverse pose languide come se stesse cercando la più adatta. Alvaro rientra. Lei che ha le spalle voltate non se ne accorge. Lui si sofferma a guardarla un at­timo, l'espressione stupita. Poi lei si volta, lo vede e urla).

DESIRE'    Aaaaaaah!

ALVARO   Ma adesso tutte le volte che mi vedi, urli?

DESIRE'     Ma anche tu continui a entrare e a uscire...

ALVARO      Ma scusa, tu non avevi un appuntamen­to con Paola?

DESIRE'    Sì... Cioè no!

ALVARO   Sì o no?

DESIRE'     Non più !... Appena sono rientrata ha suo­nato il telefono...

ALVARO   Tre squilli per risparmiare lo so è una ra­gazza economa...

DESIRE'     No, non erano tre, erano di più... ho ri­sposto. Era Paola, appunto. Viene lei qui.

 ALVARO  Ah. Non andate più nel locale un po'... con la gente un po'...

DESIRE'    No, ha cambiato idea.

ALVARO   Ragazza economa, ma volubile... E tu la­sci che lei decida anche per te?... Come mai tanto re­missiva?... E come mai ti sei messa in quella posa... stravagante?

DESIRE'     Ecco, appunto...

ALVARO    (provocatorio) Appunto cosa?

DESIRE'    Ma tu perché sei tornato?!

ALVARO      Perché... perché ho dimenticato la 24 ore! (che ha in mano)

DESIRE'    Quale 24 ore?

ALVARO      Come quale, la mia!

DESIRE'    (indicandola) E quella lì cos'è?

ALVARO   Uh!... La vedi... Eccola qua... La mia 24 ore... Ho troppe cose in testa troppi casini... Meno male che l'ho ritrovata... Allora mi stavi dicendo che ti eri messa in quella posa stravagante perché... Perché?

DESIRE'     Uffa!... Perché Paola mi ha proposto di fare un provino per delle foto pubblicitarie... Ecco per­ché... Non c'è niente di male, no?... Anzi, se sarà po­sitivo arricchirà il bilancio familiare...

ALVARO   Magnifico!... Certo che non c'è niente di male... E che ragazza fantasiosa questa Paola! Eco­noma, volubile e fantasiosa.

DESIRE'     Non fare l'ironico. È una brava professio­nista, molto stimata nell'ambiente. Dice che io potrei essere un ottimo soggetto per lei...

ALVARO   E io no?... Posiamo insieme... Perché non lo suggerisci alla tua cara amica Paola? (la costringe ad alzarsi e a mettersi in piedi sul letto accanto a lui. Le circonda la vita e si mette in posa. Desiré subisce di malavoglia) Ecco qua: una coppia felice! Flash!... (musica) Una coppia felice!... Non è un'idea vincente?

DESIRE'     (liberandosi dalla posa) Non essere ironico...

ALVARO      Veramente volevo essere sarcastico...

DESIRE'     È la stessa cosa...

ALVARO      No... Ironico è ironico, sarcastico è sar­castico... (dal letto prende il vocabolario).

DESIRE'     Cosa fai, lascia perdere il vocabolario... Ricordati che hai la riunione... Pizzamaglia sarà già là... O non ce l'hai più la riunione?

ALVARO      Ce l'ho, ce l'ho... Non essere ironica... Io la mia riunione ce l'ho... Perché Ettore non cam­bia continuamente idea come fanno tanti... E non ti preoccupare per Pizzamaglia che ci penso io... «Iro­nia»!... (legge) «Dissimulazione più o meno derisoria del proprio pensiero con parole del tutto contrarie ad esso. Per esempio: buona lana... perla di galantuomo... casta Susanna...».

DESIRE'    Cosa c'entra la casta Susanna?

ALVARO   C'entra, c'entra... È una tipa che si chia­ma Susanna ed è casta... mentre ci sono di quelle che si chiamano Paola e non so se lo sono...

DESIRE'    Un momento... Dove vuoi arrivare?

ALVARO   Da nessuna parte... Voglio solo control­lare la differenza fra ironia e sarcasmo... Fammi ve­dere sarcasmo... Saracco... saraceno... saramento... cos'è saramento?... Giuramento... Sarangusto... sarangusto?... «mastice indiano composto di catrame grasso, calce polverizzata e olio di arachide sotterra­nea o pistacchio di terra, usato per calafatare...» che schifo... Cosa vorrà dire «calafatare»?

DESIRE'    Non ne ho idea... non stavi cercando sarcasmo?

ALVARO   Sì, è qui... ma fammi vedere prima que­sto «calafatare»... «calabrache... calabrese... calabro­ne... calafatare!... ristoppare una nave col qilf o scorza d'albero. Stoppare e rincatramare le fessure di una na­ve per renderla impermeabile all'acqua...» Cosa sarà il qilf?... Boh... Vediamo un po' qilf... Non c'è. Qua... Quaquero... Quaderno... Qilf non c'è. Vediamo sar­casmo... Sarcasmo! «Specie di ironia con odio e animosità...»

DESIRE'    Te l'ho detto che era uguale a ironia...

ALVARO      No, non è uguale. Il sarcasmo è una spe­cie di ironia. Però con odio e animosità. Preferisci che io verso di te abbia dell'odio o dell'animosità?... sto scherzando, amore... Vado, vado... Vi lascio alle vo­stre foto, (fa per uscire)

DESIRE'    Salutami Pizzamaglia...

ALVARO      Non mancherò. E mi raccomando: non guardare troppo dentro l'obiettivo... cerca di essere naturale... Più si è spontanei e più le foto riescono me­glio... Ma tutte queste cose Paola le sa benissimo... Lei è un'esperta... vero?

DESIRE'     E questo che cos'è, sarcasmo o ironia?

ALVARO   Fotografia, (esce)

(Appena lui è uscito lei torna a controllare che se ne sia andato veramente. Poi, veloce, attraversa la sce­na, entra in bagno, ne esce con un grande flacone di profumo che comincia a spruzzare in giro. Prende lo specchio, si riassetta, si ripassa il rossetto sulle labbra. Ha insomma tutti i comportamenti di una donna che aspetta l'amante. Poi si siede sul letto, impaziente. Prende il telecomando e accende il televisore che non è sulla scena).

VOCE SPEAKER 1 E oplà! Guardate: il culetto è pulito!

(Lei cambia canale).

VOCE SPEAKER 2 Risposta esatta!... Signora lei è stata bravissima e ha vinto il nostro pre... ma un mo­mento... un momento... Ahi, ahi... Il notaio mi co­munica che la sua risposta non è del tutto esatta: Ero­de Antipa, tetrarca di Galilea, non ammazzava i vec­chi, ma i bambini... Non importa signora Rosanna, lei vince ugualmente il nostro premio di consolazio­ne: un prezioso cofanetto contenente cento bellissimi profilattici colorati della ditta... (Lei cambia ancora canale).

VOCE SPEAKER 3 ... a causa dell'opposizione di Venere e Mercurio. In amore qualche piccolo detta­glio non va come voi vorreste e rischiate di annegare in un bicchiere d'acqua... Scorpione... (Destre da se­gno d'interesse) L'amore non vi da problemi grazie al benefico influsso di Giove. Purtroppo nemmeno lui riuscirà ad evitarvi una catastrofe sentimentale... Sa­gittario... un po' più di...

DESIRE'     (spegne il televisore. Si alza di scatto) E se gliene parlassi con grande franchezza?... Alvaro, ascol­tami...

(Suona il campanello della porta. Va ad aprire. Si sentono gioiose esclamazioni in quin­ta. Poi entra lei seguita da Leonardo che ha un pac­chetto in mano. Si fermano a guardarsi un attimo).

LEONARDO    Dum dum!

DESIRE'    Leonardo!

LEONARDO   Dum, dum!... Fatti vedere... fatti ve­dere... Ma sei più bella dell'altro ieri!... Sei sublime! Sei una visione!

DESIRE'    Leonardo... amore!

(Si gettano fra le braccia. Poi Leonardo staccandosi sta per iniziare una frase).

LEONARDO Ho tantissime cose da raccontar... (s'interrompe annusandosi attorno) Perché non dici a quel cretino di tuo marito di cambiare profumo? (ca­va una boccetta e spruzza)

DESIRE'     Ti prego, Leonardo, te l'ho detto tante vol­te: non chiamarlo cretino... lo sai che non mi piace...

LEONARDO Abbi pazienza, mi vien naturale di chiamarlo così...

DESIRE'     Eppoi non parliamo di lui... Parliamo di noi!

LEONARDO Io direi di non parlare per niente... (le salta addosso esclamando) Dum dum!... (ci ripensa e si stacca) Ah... ecco qua... Ti ho portato un regalo... (le da il pacchetto)

DESIRE'     Cos'è, cos'è?... Tu mi vizi con le tue sorprese...

LEONARDO Fare un regalo alla donna che ami è quasi più bello che fare all'amore. Quasi. È un CD con l'ultima incisione di Sommernachtstraum di Mendhelsson diretto da Kubelik. Incisione superlativa.

DESIRE'     (ha estratto il disco) Grazie, amore... È un regalo raffinatissimo, come sempre... Oh, Leonardo... sono felice!... Sono felice che tu sia qua... Quanto ti vedo mi sento rinascere, mi sento un'altra donna... Vorrei che tu non te ne andassi mai...

LEONARDO Invece fra poco me ne vado perché ti confesso che quando sono qui ho sempre paura che da un momento all'altro ritorni il cretino... sorry, sorry.

DESIRE'     Per favore, Leonardo... Alvaro non è af­fatto un cretino. Non lo è nel modo più assoluto. E tu mi fai torto ad insistere. Se fosse stato un cretino non l'avrei sposato.

LEONARDO    Io invece sì!

DESIRE'     (sconcertata) Come?

LEONARDO    Io ti avrei sposata anche se tu fossi sta­ta una cretina... Te lo ripeto ancora una volta, Desiré: vieni via con me... andiamo a rifarci una vita in­sieme, io e te... una vita normale, tranquilla...-senza più le ansie e i patemi di adesso...

DESIRE'     E io ti ripeto che non è possibile, Leonar­do... Non gli farei mai una cosa simile... Alvaro ne soffrirebbe troppo...

LEONARDO Già, lui ne soffrirebbe troppo pove­rino... Perché io no? Io non soffro a dover sopporta­re una situazione come questa? Dover dividere la pro­pria donna con un estraneo!... Dum dum... io ti vo­glio tutta per me!

DESIRE'     Ripetimelo!... Ripetimelo Leonardo!

LEONARDO Sì, te lo ripeto, te lo ripeto fino alla nausea: Dum dum! io ti voglio tutta per me (3 volte)... Deciditi una buona volta: prendi il toro per... No, fai le valigie... gli scrivi una bella letterina, gliela lasci lì sul cuscino e vieni via per sempre. Carta canta e cre-tin dorme!... A proposito hai letto il pezzo sul gior­nale di oggi?

DESIRE'     No, scusa... non ho avuto il tempo di com­perarlo.

LEONARDO Fa niente, te l'ho ritagliato... (tira fuo­ri dalla tasca un ritaglio di giornale)... Lo leggi dopo, con comodo.

DESIRE'     Ma di cosa si tratta?

LEONARDO Ero in un momento di vena e ho scritto un feroce attacco contro il suo Ettore... Ettore Ghisalberti! Un attacco che farà rumore, vedrai. Senti que­sta frase (estrae un altro ritaglio di giornale e legge): «Di tutte le qualità e le caratteristiche tipiche del grande uomo politico ci sembra che il consigliere Ettore Ghisalberti ne possegga soltanto una: quella di circondarsi di amici... forse fidati, sicuramente mediocri... Uni­ca eccezione alla regola, fra tante zucche vuote, il dottor Pizzamaglia, un giovane abile e intelligente al quale non è difficile pronosticare un grande avvenire...» Eh?... ci resterà male il cretino...

DESIRE'     Leonardo, ti prego...

LEONARDO Questa volta non alludevo a tuo ma­rito, te lo giuro, alludevo al suo capo, quell'altro cre­tino del Ghisalberti. È una bestia anche lui. L'unico che si salva lì in mezzo è Pizzamaglia. Mi ha telefona­to in redazione per ringraziarmi. Ci sa fare quel Piz­zamaglia è un furbacchione.

DESIRE'     Alvaro dice che è un leccapiedi di un ser­vilismo ripugnante.

LEONARDO   Appunto. Farà carriera.

DESIRE'     Sei cinico e crudele, Leonardo... Forse mi affascini proprio per questo... Sarebbe grave, sareb­be una perversione...

LEONARDO Ma no... sarebbe grave se tu fossi af­fascinata da un deficiente... magari leale e generoso, ma deficiente...

DESIRE'    Perché hai scritto quell'articolo?

LEONARDO    Te l'ho detto, ero in un momento di vena. Il direttore l'ha molto apprezzato. Ha un'enorme stima di me. Oggi mi ha chiamato nel suo ufficio, quando sono entrato si è alzato in piedi... mi ha mes­so una mano sulla spalla e mi ha detto: «Di te ho molta fiducia, Leonardo. Ho deciso. Sai chi sarà il nostro nuovo inviato speciale a Washington?»... Io?!?!?! «Lorenzoni. Di te ho bisogno qui. Vai, caro».

DESIRE'    È una grandissima prova di stima. C'è una seconda lettura?

LEONARDO    No. Perché?

DESIRE'     No, niente... così. Cos'è che lui apprezza di più in te?

LEONARDO    Be'... la mia genialità.

DESIRE'    Ha ragione...  tu sei un uomo straor­dinario!

LEONARDO    E tu sei una donna straordinaria. Pen­sa: se andavo a Washington chissà per quanto tempo non ci saremmo più visti... Bisogna che tu ti decida a far le valigie. Dum dum! Ma fatti vedere, fatti am­mirare... Dum dum!... sei un'apparizione!... Dum dum!... Grazie di esistere! (Suona il telefono).

DESIRE'    Pronto...

VOCE DONNA Desiré?... sono Daniela. Una brutta notizia: è morto Fabio.

DESIRE'     Oh, no!... Anche Fabio... (depone la cornetta)

LEONARDO    Che cosa è successo, amore?

DESIRE'    Un altro. È morto un altro nostro amico.

LEONARDO    Mi dispiace. Cosa faceva?

DESIRE'    Il medico.

LEONARDO   Gli eri affezionata?

DESIRE'     Molto. Ci conoscevamo fin da ragazzi. Era un uomo simpatico, allegro. Non posso andare al suo funerale domani. Ne ho già un altro.

LEONARDO    Eh, viviamo un gran brutto momen­to. Un momento difficile. E francamente non se ne vede l'uscita. Il ministro della Sanità manda lettere, il governo propone di tassare gli adulteri...

DESIRE'     La gente non ha ancora capito... nessuno si rende conto che è finito un ciclo storico, che non si può più... Anche noi due, Leonardo...

LEONARDO    Lo so, anche noi due...

DESIRE'    Dobbiamo evitare...

LEONARDO    Sì. Be', proprio evitare, evitare... Cer­to bisogna essere molto più prudenti. Ridurre il rischio a zero. Ma come si fa?... Io non riesco a esprimermi... a scopare come voglio io con addosso quei cosi!

DESIRE'    Anche il papa li condanna. Dice che non sono affatto sicuri.

LEONARDO  E se dice lui... con l'esperienza che ci ha...

DESIRE'    Be', non in questo campo...

LEONARDO    E chi lo sa... La divina provvidenza è grande...

DESIRE'     A proposito: ho avuto un ritardo di venti giorni...

LEONARDO    Potevo essere stato io...

DESIRE'    Anche.

LEONARDO Come? Solo «anche»?... Io speravo che tu mi dicessi «soprattutto»... Mi racconti sempre che con lui l'amore non lo fai mai... E poi invece di un «soprattutto» salta fuori un «anche»! Un malin­conico «anche»...

DESIRE'     Io ti ho detto la verità: sì, faccio l'amore con Alvaro, ma unicamente per dovere coniugale. Co­me lui con me, del resto. Gli ho appena detto che non l'ho mai tradito. Se vivessimo in un'epoca diversa da questa gli avrei confessato tutto di noi due... Ma og­gi, col terrore che c'è, come si fa a dire al proprio ma­rito che hai un altro partner?... Anche se Alvaro è una persona molto civile. Sono convinta che se sapesse della nostra relazione non ne farebbe un dramma...

LEONARDO No?... Ne sei proprio sicura?

DESIRE'    Sicurissima.

LEONARDO Hmmm. Io diffido di quelli che si di­chiarano civili, aperti. All'improvviso questi aperti si chiudono. E tu ti ritrovi con una coltellata in pancia. (tenendosi il ventre, con accenti doloranti) Ma come... ma lei non era così civile, aperto?... aia... (facendo l'interlocutore) Mi scusi, un raptus, una ventata di fol­lia... Non so spiegarmi... mi creda, mi dispiace... buo-nasera... (dolorante) Aspetti... dove va? Assassino!... chiami almeno un'ambulanza! (torna se stesso) No, no, alla larga dagli aperti... Meglio i gelosi, quelli di­chiaratamente gelosi: almeno sai come la pensano. Fi­nisce sempre lo stesso con una coltellata... ma era in preventivo. Insomma sarei più tranquillo se tu mi aves­si detto che il cretino è geloso. 

DESIRE'    Leonardo...

LEONARDO Sorry. Del resto quando io dico creti­no non lo dico in senso dispregiativo... (lei fa uri ge­sto per interromperlo ma lui prosegue)... neanche elo­giativo, d'accordo... Dico cretino perché uno che si lascia sfuggire una donna come te per me è un cretino...

DESIRE'     Non parliamo sempre di mio marito. Par­liamo un po' di tua moglie. Non ne accenni mai. Che tipo è?

LEONARDO    No.

DESIRE'    Cosa no?

LEONARDO    No, non ne parliamo. Non ne vai la pena. Dum dum!... (l'abbraccia)

DESIRE'     (sottraendosi) Scusa, amore, ma io vorrei proprio sapere qualcosa di tua moglie. Che tipo è?

LEONARDO    Insignificante.

DESIRE'    Come si chiama?

LEONARDO    (allarga le braccia senza rispondere)

DESIRE'    Scusa... come si chiama?

LEONARDO    (allargando di nuovo le braccia) E co­me vuoi che si chiami? Lina.

DESIRE'    Ma Lina è un diminutivo...

LEONARDO    Già, Lina è un diminutivo. Per tutte le altre donne che si chiamano così, Lina è un dimi­nutivo. Tutte le altre donne si chiamano Angelina, Marilina, Natalina, Pasqualina... mia moglie è l'unica donna al mondo che si chiama Lina e basta. Non ì il massimo. Lina, senza retroterra. Niente background.

DESIRE'    E... fisicamente com'è?

LEONARDO    (allarga le braccia)

DESIRE'     Ma scusa, se l'hai sposata...

LEONARDO    No!

DESIRE'    Come?... non l'hai sposata?

LEONARDO    Sì... ma in chiesa... una chiesa piccolina.... Io intendevo rispondere alla tua domanda pri­ma che tu la finissi. Perché la tua domanda... inevita­bile! era questa: «Ma scusa se l'hai sposata ci sarà stata pure una ragione?»...

DESIRE'    Infatti...

LEONARDO   Ecco perché ho detto no. Perché per quanto mi sia sforzato di pensare, di riflettere, non sono ancora riuscito a trovare una ragione per cui l'ho sposata!

DESIRE'    Strano...   

LEONARDO    Neh?...

DESIRE'    Ma insomma... che tipo è?

LEONARDO    Non è neanche un tipo... Te l'ho det­to: insignificante...

DESIRE'    Io invece credo che sia una gran porca... Eh, di' la verità... (mettendogli le braccia attorno al collo) È più porca dime?

LEONARDO    Ma cosa dici Dum dum!... Una por­ca, Lina!... Lina è una santa...

DESIRE'    Ah, una santa.   

LEONARDO    .

DESIRE'    Nientemeno.

LEONARDO    Credimi, in una donna essere una san­ta può anche essere una virtù. Ma non una qualità.

DESIRE'    Virtù e qualità sono la stessa cosa...

LEONARDO    No, virtù è virtù, qualità è qualità... Vogliamo vedere sul vocabolario?

DESIRE'    Per carità, lascia perdere!... E... lo fai spesso l'amore con questa santa?

LEONARDO    (allarga le braccia)

DESIRE'     Che figlio di brava donna che sei, Leonar­do... Comunque ho capito tutto: tua moglie è il clas­sico angelo del focolare che ti avvolge sotto le sue ali protettive, la regina dei fornelli, del bucato, la tua ca­sa è sempre pulitissima...

LEONARDO    Ma cosa dici Dum Dum, Lina in casa è una sciagura... Se non ci fosse Gigliola...

DESIRE'    E chi è Gigliola?

LEONARDO    La nostra colf. È lei che tiene in piedi la baracca.

DESIRE'     Aaaah, ho capito... La immagino questa tua colf... Innamorata di te, ti vizia, pronta a scattare a ogni ordine del suo adorato padrone...

LEONARDO   Sei molto lontana... La mia colf mi tratta come una serva... (pausino) Ma adesso basta con le parole, Dum Dumi... Qua ci vogliono i fatti!

DESIRE'    Leonardo... io ti amo!

LEONARDO    Hai ragione!...

(Si rotolano sul letto. Lui si toglie i pantaloni rima­nendo in boxer. Lei si toglie il vestito. Si baciano).

LEONARDO    Dum Dum, sono pazzo di te!

DESIRE'    Sono pazza di te!

INSIEME    Siamo pazzi di noi!      

(Altri baci, effusioni, sospiri, ecc).

DESIRE'    Sicché tua moglie è una santa, eh?

LEONARDO   Perché, tuo marito non è un santo?... è un santo anche lui, no?... O è un porcone? Un gran porcone bastardo?... Mi hai detto che con lui fai l'a­more solo: per dovere coniugale e anche lui solo per dovere... Ma è proprio vero?... o mi hai detto una pic­cola bugia?... Guardami bene, guardami bene negli oc­chi: mi hai detto una bugia?... Fai l'amore con lui co­me lo fai con me?...

DESIRE'    Ma no... non ti ho detto nessuna bugia...

LEONARDO    Sei   sicura   sicura?...   E   se   avesse un'amante?

DESIRE'    Chi?

LEONARDO Ma come chi, di chi stiamo parlando? di tuo marito!... Se avesse un'amante, eh?... ci hai mai pensato?

DESIRE'     Ma cosa dici, un'amante Alvaro?!... ma no...

LEONARDO Aaah... sei gelosa di lui, eh... sei ge­losa... se scoprissi che avesse un'amante ti dispiace­rebbe, eh... Perché in fondo tu lo ami... Non c'è niente di male se una moglie ama il marito... È banale, ma non è scorretto... Ma chi ami di più... me o l'infame?

DESIRE'     Lo sai benissimo che amo di più te!

LEONARDO No, no, non di più... solo me!... De­vi giurarmi che sono l'unico uomo della tua vita! Giu­ramelo!

DESIRE'     E tu giurami che sono l'unica donna della tua vita!

LEONARDO    Prima tu!

DESIRE'    No, prima tu!

LEONARDO   E va bene... insieme! (Dicono ciascuno la propria frase).

LEONARDO    Eppure, non so perché, ma io sento che su di lui tu non me la racconti troppo giusta...

DESIRE'    Ma non c'è niente da raccontare, te lo as­sicuro...

LEONARDO E allora gridalo... gridalo ! «Anche se mio marito è un uomo che stimo, un uomo per bene, di grande levatura morale però io l'amore preferisco farlo con Leonardo Montanari!... gridalo che a letto ti piaccio di più io!... che forse non ho tutte le doti umane dì tuo marito però... Eh?... però... Gridalo!

DESIRE'    Ma sei matto, ci possono sentire i vicini!

LEONARDO   Penseranno che è la TV... Gridalo!

DESIRE'     No, non voglio gridarlo... preferisco dir­telo in un orecchio... (sussurra all'orecchio)

LEONARDO    Davvero?... davvero davvero?

DESIRE'     (conferma con il capo)

LEONARDO    Sì, però quando io ho detto che forse - forse! - non ho tutte le doti umane di tuo marito tu sei stata zitta, non hai detto niente... anzi hai fatto un'espressione come per dire: «È vero, effettivamen­te...» Sul serio tu pensi che io abbia meno doti umane di lui?

DESIRE'     Tu sei perfetto, Leonardo.

LEONARDO No, perfetto no. Se fossi perfetto sa­rei di una noia micidiale. Forse non sono nemmeno un giornalista pieno di talento... forse sono solo un po' meno scemo di tanti altri o forse neanche questo... forse sono...

DESIRE'       Lascia perdere quello che sei...

LEONARDO    Hai ragione. Non è il momento di fa­re un'analisi troppo approfondita, che ci frega dell'au­tobiografia... Io sono quello che sono, tu sei quella che sei... siamo due che quando stanno insieme fun­zionano benino...

DESIRE'    Benone... benissimo...

LEONARDO    (con intenzione) Dum Dum... dài!... metti su la nostra canzone preferita!

DESIRE'    (esitando, civettona) Ma Leonardo... pro­prio adesso?

LEONARDO (incalzante) Sì... proprio adesso... M'è scoppiata una gran voglia di ascoltarla... dai, metti su la nostra canzone!

DESIRE'     E va bene... come vuoi tu... (aziona il na­stro incorporato nel letto).

(Parte la canzone: un mambo piuttosto volgare di qualche anno fa. Lei incomin­cia a ballarlo mentre lui prima la guarda estasiato, poi prende parte anche lui alla danza: naturalmente bal­lano sul letto. Proseguono il ballo per qualche istante poi si abbracciano, si baciano, finiscono per rotolarsi abbracciati mentre la musica prosegue. Suona il cam­panello).

VOCE DI ALVARO    Desiré, sono io !... Ho dimen­ticato le chiavi!... Apri!

DESIRE'    Oh, mamma mia!... e adesso?

LEONARDO    Lo sentivo!... Lo sentivo che tornava il cretino!

DESIRE'    Ti prego di non chiamarlo cretino!

LEONARDO    E come lo devo chiamare uno che tor­na proprio adesso? Uno tempestivo?

                     (Sale la musica assieme alla voce di Alvaro. Si chiude il sipario).


SECONDO ATTO

A sipario chiuso si sente il campanello ripetutamente e la voce di Alvaro.

VOCE DI ALVARO   Allora Desiré, cosa fai, cosa aspetti ad aprire? !... Ho dimenticato le chiavi in ufficioooo!...

(Si apre il sipario).

DESIRE'     (concitatissima in piedi sul letto) Sì, Alvaro, abbi pazienza un attimo... sono appena entrata in bagno... (a Leonardo che è in piedi sul letto anche lui, in boxer) Presto tu, vattene!      

LEONARDO    Ma dove?

DESIRE'     Nel bagno!... no, no, nel bagno no!... In cucina!

LEONARDO Ma se hai appena detto che è una par-sona tanto civile che anche se sapesse della nostra re­lazione non ne farebbe un dramma!... Gira armato? (Suono di campanello).

DESIRE'     Sì, Alvaro, vengo subito!... Sto cercando le chiavi!... (a Leonardo) Vai, ti prego, vai! (lo spin­ge verso la cucina)

LEONARDO Ho ragione io che non mi fido delle persone aperte!

DESIRE'     Ma ti pare il momento di polemizzare?!... (lo spinge in cucina) Vai! (esce Leonardo) Ooooh!

LEONARDO (rientra) Viva la faccia dei gelosi veri!

DESIRE'     (spingendolo nuovamente fuori) Vattene!

LEONARDO (esce in boxer. È in cucina. I suoi pan­taloni sono rimasti sul letto)

DESIRE'     Scusami Alvaro, ma non riesco a trovare le chiavi... Non capisco dove sono finite... (nel frat­tempo riassetta) Avevo messo il mazzo qui, proprio qui... e non c'è più... Ah, eccole, eccole... Le ho tro­vate... le ho trovate, Alvaro... Le avevo qui sotto il naso e non le vedevo... Accidenti, mi sono cascate sotto il letto! abbi pazienza ancora un attimo, Alvaro... Ma tu guarda dove sono andate a cacciarsi... Aia aia, che colpo che ho preso al ginocchio! Aia, aia!... A far le cose in fretta si combinano sempre dei disastri!... (ha finito di riassettare e si avvia zoppicando) Eccomi, Al­varo, arrivo... adesso arrivo, abbi pazienza... (esce per aprire)

ALVARO   (entrando, seguito da lei) Oh, finalmen­te! (annusa in giro)

DESIRE'     Scusami, non riuscivo a trovarle... è sem­pre così: quando si cerca una cosa... vero?

ALVARO   (che continua ad annusare in giro) Eh? ah, sì, sì... Ma cosa fai, zoppichi?

DESIRE'    No, niente... è la caviglia...

ALVARO   La caviglia? mi pareva d'aver capito il gi­nocchio... Fa' un po' vedere... (la distende sul let­to)

DESIRE'     Ma no, è una stupidata... una semplice bottarella... È inutile che tu perda tempo... perché im­magino che devi tornare di corsa alla tua riunione... vero?

ALVARO   No, no posso fare con comodo... Eppoi sai, aspetteranno... Quando c'è la salute di mezzo... Fammi vedere bene la caviglia... Accidenti, mi sem­bra gonfia... (dandole un colpo) Ti fa male qui?

DESIRE'     Aia!

ALVARO      Vedi? Sarà meglio chiamare un dottore...

DESIRE'    Ma no, ti assicuro che non è niente...

ALVARO   Sai cosa faccio? Ti faccio un bell'impac­co di camomilla fredda... È l'ideale... Tu stai distesa lì che io vado in cucina...

DESIRE'    No, aspetta!

ALVARO   Vedrai, ti guarisce in un secondo... Un im­pacco di camomilla fredda e il dolore sparisce!

DESIRE'    (alzandosi) È già sparito!... Guarda: non zoppico più!

ALVARO   Lo vedi?... È straordinaria: la camomil­la fredda basta nominarla... fa miracoli !... (annusan­do) Hmmm... sento un profumo che non è il tuo solito...

DESIRE'    Sì... è... è quello di Paola...

ALVARO   Non mi piace... È volgare. A proposito: come sono andate le foto?

DESIRE'    Benissimo, grazie.

ALVARO   (si siede sul letto con un sorriso. Proprio sui pantaloni di Leonardo) Aaaaaah, sono distrutto. Ho passato delle ore tremende. Ettore è incazzatissimo per un articolo contro di lui scritto da un certo Leo­nardo Montanari... ha scritto che l'unica qualità po­litica di Ettore è quella di circondarsi di persone me-diocri, fra le quali naturalmente ci sono anch'io... Il solo che viene salvato da quel giornalista è Pizzamaglia... Pizzamaglia, figurati! Se lo sarà arruffianato quel leccapiedi!... Quando ha letto il pezzo Ettore è diventato una belva... Io ho tentato di calmarlo: «Ma dai, non vale la pena che tu te la prenda per un articoletto»... (vede che la moglie lo guarda come se stesse rivolgendosi a lei e spiega) Ho detto a Ettore... (ripren­de) «È l’articoletto di un povero cretino»...

DESIRE'    No, non è un cretino...

ALVARO   Non è un cretino?... Leonardo Montanari non è un cretino? E tu cosa ne sai?... Lo conosci?

DESIRE'     No, ma... mi è capitato di leggerlo qual­che volta... Mi è sembrato uno preparato...

ALVARO   Sì, preparato al peggio. Per carità, cam-biamo argomento Desiré... ho bisogno di tirarmi su. Vado in cucina a farmi un bel caffè forte.

DESIRE'    No, in cucina no!

ALVARO Come in cucina no?... Scusa, dov'è la macchina del caffè? Non è più in cucina? L'hai spostata?

DESIRE'    No, ma...

ALVARO    Ti scongiuro non dirmi che il caffè mi fa male... È solo in quinto della giornata... e invece che forte me lo faccio leggero... Eh? sei contenta?

DESIRE'    Sì...no!

ALVARO    Come sì... no... sei contenta o sei in­decisa?

DESIRE'    No, volevo dire... non disturbarti... vado a preparartelo io...

ALVARO Tu? con la tua caviglia? In quello stato? per carità. Eppoi tu hai sempre odiato fare il caffè...

DESIRE' Sì, è vero, ma tu hai assoluto bisogno di rilassarti... Anzi, anzi... mentre io ti preparo il caffè tu ti fai una bella doccia...

ALVARO Eh, però... non è una brutta idea... qua­si quasi...

DESIRE' (invogliante) Una bella doccia tiepida... In bagno!

ALVARO Be' certo sì,' in bagno... dove vuoi che va­da a farla doccia?... A meno che tu non l'abbia spo­stata... Che abbia messo la doccia in cucina e la mac­china del caffè in bagno... (ride come se avesse detto una cosa spiritosissima) Ha ha ha... Una magnifica doccia tiepida, sì... mi distende i nervi... mi fa affron­tare la seconda parte della riunione con maggior sere­nità... Ma prima mi faccio un buon caffè!

DESIRE' No, ti prego! Voglio fartelo io!

ALVARO E va bene, come vuoi tu, non agitarti... (avvicinandosi in bagno) Sai una cosa tesoro? Nono­stante tutto home sweet home... dolce dolce doccia!... Mica male anche questa, no? (esce ridendo esagera­tamente)

DESIRE'    (rimasta sola tira un sospiro di sollievo e scappa in cucina. Suona il telefono tre volte).

ALVARO    (entra in maglietta e pantaloni) Il tele­fono... ma non lo senti il telefono?!... (rispondendo) Pronto!

VOCE FEMMINILE Pronto caro. Dato che hai le fette di salame sugli occhi, spalanca almeno le orec­chie: ascolta quel bel disco... (Alvaro si è passato la mano sugli occhi)

ALVARO    (depone il ricevitore. Vede il disco legge il titolo e accenna il motivo principale).

 DESIRE'    (entra, lo vede col disco in mano) Chi... chi era al telefono?

ALVARO   Al telefono? E chi lo sa... vorrei saperlo anch'io... Il solito sbaglio... Non sapevo che ti pia­cesse... Mendhelsson...

DESIRE'-  (imbarazzata, esitante) Infatti...

ALVARO    Infatti ti piace o infatti non ti piace?

DESIRE'    È... è un regalo di Paola.

ALVARO   Ah. Ma quante attenzioni ha per te quel­la fotografa. Non sarà mica un po'...

DESIRE'    Ti prego, non essere volgare. Vai a fare la doccia.

ALVARO Non ci sarebbe niente di male se Paola fosse un po'... Non sarebbe certo l'unica... (accorgen­dosi dei pantaloni e prendendoli) E questi? Di chi sono?

DESIRE'    Di Paola!

ALVARO (assentendo) Di Paola. Ma per fare le fo­tografie si toglie i pantaloni?... Sei sempre sicura che non sia un po'... No, non che ci sia niente di strano a togliersi i pantaloni per scattare fotografie... anzi, una si sente più libera, più creativa... non è il caso di scadere nel moralismo... Però ammetti che è curioso...

DESIRE'    Ma no...

ALVARO Be', come no... Non mi dirai che è un'a­bitudine comune a tutte le fotografe di togliersi i pan­taloni per fare un servizio fotografico...

DESIRE' Ma no... Paola me li ha portati perché li mettessi su io nelle foto... Dice che sto bene coi pan­taloni...

ALVARO   Aaaah, ho capito: una scelta rigorosamen­te estetica... (guardandoli attentamente) Mah. A me sembrano pantaloni da uomo.

DESIRE'    Sono da uomo. Paola...

ALVARO    È un uomo...

DESIRE' Ma no... Paola ha voluto che mettessi que­sti perché dice che così le foto vengono più... originali.

ALVARO Ah su questo non c'è dubbio... Senti ma... e il mìo caffè?

DESIRE' Ah sì, scusa... stavo per metterlo su poi ho sentito il telefono... Te lo preparo subito... Tu vai a farti la tua bella doccia... (lo spinge verso il bagno) Vai tesoro... (lui esce)

ALVARO    (rientra tirando fuori dalla tasca una let­tera) Oh, che scemo... Aspetta, tra la tua botta alla caviglia, il mio caffè, il disco e i pantaloni mi stavo dimenticando questa... DESIRE'    Cos'è?

ALVARO    Niente, una lettera.

DESIRE'    Del ministro della sanità?

ALVARO    No, anonima. Sta a sentire, (legge) «Stu­pida creatura»... Sono io... (prosegue la lettura) «Non ti accorgi che quella bagascia di tua moglie...» Sei tu...

DESIRE'    Bagascia?!

ALVARO C'è scritto qua... (mostrandole la lettera) Bagascia... (legge) «Non ti accorgi che quella bagascia di tua moglie è un vero pericolo pubblico e finirà col contagiare anche te?...»

DESIRE'    Una lettera anonima, che vergogna!

ALVARO    Hai ragione, è un'usanza incivile.

DESIRE'    Dio mio in che Paese viviamo!

ALVARO    No, se è per questo guarda che anche al­l'estero... Certo gli stranieri non ci mettono la stessa passione che ci mettiamo noi... Per noi italiani la lèt­tera anonima è delirio, è orgasmo... «bagascia» è forte, eh? (esce in bagno)

DESIRE' Ooooh!... Buona doccia... vado subito a farti il caffè... (va)

ALVARO (rientra) Aspetta, vengo io!... Ci voglio due gocce di latte!

DESIRE' (rientra precipitosamente e lo respinge) No!

ALVARO (stupito) Non vuoi che metta il latte?... perché mi fa ingrassare?... o per il colesterolo?... o per i trigliceridi?... o perché mi piace?... o perché non c'è più latte?... O perché... perché non vuoi che ci metta il latte?

DESIRE'    No!

ALVARO Questo l'ho capito... ma spiegami perché no...

DESIRE' No... sì... non voglio che tu ti disturbi... ci penso io, te lo metto io il latte: tanto...

ALVARO    No, due gocce...

DESIRE'    No: tanto non ti fa male... Tu vai a farti la tua bella doccia... in bagno!

ALVARO   E daje. (fa per entrare) Home sweet ho-me... (ci ripensa e con decisione) Ma poi no, lascia per­dere, me lo faccio io come al solito...

DESIRE'    No, ti prego... non andare in cucina!

ALVARO   Ma perché... cosa c'è in cucina?... ci sa­rà mica nascosto qualcuno? fammi un po' vedere...

DESIRE'    Noo!

ALVARO    Come no, perché no?... chi c'è in cucina?!

DESIRE'    No... perché... perché è umida!

ALVARO    È umida?... La nostra cucina? Ma da quando?

DESIRE' Da... da adesso... Perché ho lavato... ho lavato il pavimento... È tutto bagnato... potresti sci­volare... Ci penso io, tu vai a farti la tua bella doccia...

ALVARO In bagno, (entrando nel bagno) Home sweet home... (via)

DESIRE' (resta in scena e si assicura che lui sia pro­prio sotto la doccia. Si sente il rumore dell'acqua che scroscia) Non c'è di meglio che una bella doccia tiepi­da... lunga... perché la doccia, perché dia un risulta­to ottimale dev'essere lunga... lunghissima... la doc­cia breve è nociva perché procura una serie infinita di disturbi... perché... il corpo, in un tempo breve, non fa in tempo ad assuefarsi ai ritmi della... della doccia stessa...

LEONARDO (sporge la testa dalla quinta) Via libera?

DESIRE'    Aspetta un attimo...

LEONARDO    (esce di nuovo)

ALVARO    (si sente  la sua  voce che canta  una canzone)

DESIRE' Sento che ti stai rilassando finalmente... Eh sì, non c'è niente di meglio che farsi una bella can­tata sotto la doccia... lunga... Perché la doccia breve non ti da il tempo di finire la canzone... e quindi di rilassarti al massimo... Ecco perché la fisioterapia più avanzata consiglia come rimedio contro...

LEONARDO    Posso?

DESIRE' (gli fa cenno di entrare in fretta e prose­gue rivolta ad Alvaro) ... contro lo stress quotidiano la doccia lunga...

LEONARDO (che è entrato in boxer) Te lo ripeto, amore... piantalo... lascialo perdere...

DESIRE' Vai, vai... in fretta ! (rivolta ad Alvaro) La doccia lunga poi ha un effetto benefico anche sulla cir­colazione del sangue... (a Leonardo) Vai, presto! (ad Alvaro) Com'è risaputo...

LEONARDO Scappiamo insieme... fai le valigie!...

DESIRE' Ma sei matto?!... vai, vai, sbrigati... pre­sto!... (ad Alvaro) Invece la doccia breve alla circola­zione del sangue non serve... (a Leonardo) Vai, vai!

LEONARDO No, non me ne vado senza di te... Vie­ni via con me... Senza valigie... Lascia il cretino sotto la sua doccia cretina...

DESIRE'    Vattene, vattene!

LEONARDO Lasciami almeno infilare i pantaloni...

DESIRE'    No, no, no...

LEONARDO Ma non posso uscire sul pianerottolo così... Ma sì, perché no? In fondo è un classico... (le manda un bacio ed esce)

DESIRE'    (sospiro di sollievo) Ooooh!... (ad Alvaro) Adesso però non esagerare... Perché lunga va be­ne, ma troppo lunga la doccia non bisogna farla... Eh! (Suona il telefono). DESIRE'    Pronto...

VOCE MASCHILE Stai attenta bagascia... tuo ma­rito non ha le fette di salame sugli occhi... DESIRE' (rimane sconcertata. Mette giù. Tira fuo­ri la valigia e comincia precipitosamente a riempirla)

ALVARO (entra vestito ma con ancora la cuffia della doccia in testa) Aaaaaah!... Non c'è niente di meglio che una bella doccia... Lunga... la doccia dev'essere lunga... perché breve non serve, non ti rilassa... Non sei d'accordo?

DESIRE'    Eh? sì, sì, sì... certo...

ALVARO    E i pantaloni di Paola?

ALVARO   Ah,  sì...  ha mandato un pony a ri­prenderli...

ALVARO    Un pony?

DESIRE'    Express. Un pony express.

ALVARO   Ah, express. Strano, non ho sentito il campanello. Ma poi no, non c'è niente di strano: quan­do l'acqua scorre non si sente niente... È un classico. E il caffè?

DESIRE'    Quale caffè?

ALVARO    Come quale caffè?... ho capito, vado io in cucina a farmelo... (aspetta un attimo poi non ve­dendo reazioni da parte di lei, ripete con intenzione) Vado io in cucina a farmi il caffè!... In cucina!... Caffè-cucina... Ma... non reagisci? non dici niente?...

DESIRE'    Cosa dovrei dire?

 ALVARO   Come cosa dovrei dire, ma cerchiamo di essere logici... Prima sembrava che ti disperassi all'i­dea che io potessi scivolare sul pavimento bagnato: «No, no per carità non entrare... è tutto bagnato... ci penso io... tu vai a fare la doccia... lunga... in ba­gno!» Questo prima. E adesso?

DESIRE'    Prima era prima e adesso è adesso...

ALVARO   Ah. Risposta acuta.

DESIRE'    Prima il pavimento era bagnato, adesso sa­rà asciutto.

ALVARO Risposta acuta numero due. (inciampa nella valigia) Ma perché fai la valigia?

 DESIRE' (che non sa cosa dire) Come perché fai la valigia?... perché si fanno le valigie?... per partire, no?

ALVARO Risposta acutissima. Sei in gran forma oggi.

DESIRE' Ah già, mi sono dimenticata di dirtelo... Paola mi ha invitata a fare il week end in campagna da lei...

ALVARO Ah, magnifico! Cosa possiede, una villa con parco?... si guadagna bene oggi con le fotografie...

DESIRE'    No... è... è un vecchio cascinale...

ALVARO ... ristrutturato, ho capito. Senti, togli­mi una piccola curiosità: ma questa Paola, alle vol­te... si fa per parlare, no? non si chiamerà mica Paolo?

DESIRE' Cosa?!... ma non penserai che io...

ALVARO Per carità, non penso a niente... Poi io sono una persona civile. Se anche venissi a sapere che tu hai un amante non ne farei certo una tragedia, vero?

DESIRE' No, non è possibile... Tu pensi che io ab­bia un amante? Lo pensi sul serio?

ALVARO Assolutamente no. Perché saresti una paz­za. Non dico una bagascia... potrei dirlo ma non lo dico, dico una pazza... In un momento come questo in cui il rischio è altissimo, se tu avessi un amante sa­resti una mentecatta. Mentecatta, sì. In altri tempi sa­rebbe stato diverso... i miei nonni si tradivano, mio padre...

DESIRE'    Me l'hai già detto, la tua è una famiglia di cornuti...

ALVARO    Be', non semplifichiamo...

DESIRE'    (con un gesto di tenerezza verso di lui) Cer­to viviamo in un'epoca disperata... Ma tu credi, Alvaro, credi che verrà un giorno in cui...

ALVARO   No. Non verrà quel giorno. Quel famo­so giorno in cui non verrà. Le speranze vanno ridimen­sionate. Non verrà un giorno... al massimo un pome­riggio.

DESIRE'    Io ho fede. Per me oggi la speranza è du­ra a morire.

ALVARO   Per me è dura a nascere.

DESIRE'    Ma allora tu sei convinto che resterà tut­to così, che non cambierà mai più niente?

ALVARO   No, non ho detto questo. Qualcosa cam­bierà, qualcosina cambia sempre. Chi l'avrebbe mai detto qualche anno fa che un giorno saremmo diven­tati tutti socialdemocratici?... Ma non è un po' trop­po grande questa valigia per un week end?

 DESIRE'    Ti dispiace che vada via?

ALVARO   Certo... lo sai che mi dispiace... ma è so­lo per un week end.

DESIRE'    Già. È solo per un week end. (pausa) Mi mancheranno le tue coccole.

ALVARO    Ci   rifaremo   quando   torni,   (si   ab­bracciano)

DESIRE'    Vuoi che non vada? Vuoi che resti?

ALVARO   No, no, vai, vai. Vai a fare il tuo week end. Ti serve come distrazione.

DESIRE'    Etu?

ALVARO    Io cosa?

DESIRE'    Non potresti farti un bel week end anche tu?

ALVARO   Ma a me non mi ha invitato nessuno.

DESIRE'    Eppoi ci si può distrarre anche stando a casa...

ALVARO    Ma io non ho bisogno di distrazioni. Io ho Ettore.    

DESIRE'    Ah,già.

ALVARO   Sai, le riunioni con Ettore sono molto im­pegnative. Ti assorbono totalmente. Full immersion.

DESIRE'    Ma questo Ettore... per caso non...

ALVARO   No, non è una Ettora. Ettore è proprio Ettore. Ettore Ghisalberti! No, non ho bisogno di nes­sun week end. Me ne starò tranquillamente a casa ad aspettarti. Farò un po' di pulizie... magari darò una ripassata veloce al pavimento della cucina… metterò su qualche disco... questo per esempio... (Suona il telefono).

ALVARO    Pronto...

VOCE MASCHILE   Pronto, Al varo... Purtroppo stamattina il povero Stefano...

ALVARO   (mette giù) Un altro amico che se n'è an­dato. Stefano.

DESIRE'    Che malinconia.

ALVARO   Eh, sì. (pausa) Penso io all'annuncio.

DESIRE'   Che espressione di cordoglio metterai?

ALVARO    Ho trovato un aggettivo diverso: Desiré e Alvaro pietrificati...

DESIRE'    Pietrificati?!

ALVARO Troppo,eh?... Rimasti di stucco... Basi­ti... Desiré e Alvaro basiti... No, è brutto. Sembra un cognome... Vabbé ci penserò... (fa per andare poi ri­torna) Angosciati... (gesto) Non si sbaglia mai. (esce)

DESIRE' (rimasta sola mette il disco sul motivo can­ticchiato da Alvaro. Fa la valigia scegliendo i capi. Cer­ca di chiuderla ma non ci riesce e desiste. Poi prende foglio e penna e si mette a scrivere) «Caro Alvaro... non riesco a trovare le parole per spiegarti...» (appal­lottola e butta via. Altro foglio) «Alvaro carissimo... non giudicarmi troppo male se...» (id.) «Mio caro Alvaro...»

(Sale la musica, altri foglio. Buio lento. Suona il cam­panello. Luce. Leonardo è in scena).

LEONARDO Eccomi qua Dum Dum !... Non è una bella sorpresa?!... Non mi aspettavi così presto, eh?

DESIRE' Leonardo!... amore, ma sei pazzo?... per­ché sei tornato a quest'ora? Potevi incontrare Alva­ro... è appena uscito!

LEONARDO A parte che lui non mi conosce, stai tranquilla... io non lascio niente al caso, non sono un principiante. Sono rimasto giù davanti al portone, chiuso in macchina, finché non ho visto che il cretino è uscito...

DESIRE'    Ti prego, non chiamarlo cretino?

LEONARDO    Sorry... E va bene, finché non ho vi­sto che il cialtrone è uscito... Dov'è andato stasera, alla sua solita squallida riunione con quella boccia per­sa del suo Ettore Ghisalberti?... Oh, ma cosa vedo lì: una bella valigia!... Ooooh, finalmente! Brava la mia bambinona Dum Dum che s'è decisa! (l'abbraccia)

DESIRE'    No, veramente no... non mi sono ancora proprio decisa decisa...

LEONARDO Be' adesso non ti metterai mica a fa­re la ritrosa... È un ruolo patetico... non è adatto a una donna intelligente e volitiva come te... Piuttosto, ascoltami bene: io mi sono preso un mese di ferie... Dove vuoi che fuggiamo?... Hai delle preferenze? Ma­re, montagna, laghi?... O il tour delle capitali?... O un safari? Uno di quei bei safari fotografici in Afri­ca... dove le belve feroci si avvicinano ai pulmini dei turisti mansuete, completamente drogate... che non ca­pisci se sono lì per farsi fotografare o per spacciare. Dimmi dove preferisci fuggire?

 DESIRE'    Mah... non so... sono frastornata... Tu co­sa dici?

LEONARDO    Per me va bene dove va bene a te...

DESIRE'    E per me va bene dove va bene a te...

LEONARDO   Ho capito... C'è un atlante in casa?

DESIRE'    (tirandolo fuori da sotto il materasso) Sì, c'è questo, il De Agostini...

LEONARDO    (lo prende e lo sfoglia) Vuoi che re­stiamo in zona o sei pronta per il grande salto?

DESIRE'    Fai tu amore, fai tu. Quale grande salto?

LEONARDO    Un posto nuovo, diverso dai soliti iti-nerari turistici... Guarda, facciamo una cosa, apria­mo così, a caso... Sei d'accordo?

DESIRE'    Sì, sì, è eccitante!... Però no, aspetta!... E se apriamo a caso e viene Brescia?

LEONARDO    Chiudiamo veloci e apriamo a caso un'altra volta... Dai, attenzione... (apre) Paraguay!

DESIRE'    Paraguay?!

LEONARDO    Ci sei mai stata?

DESIRE'    Iono. Etu?

LEONARDO Neanch'io. Credo che non ci sia mai stato nessuno. Tu lo sai qual è la capitale del Paraguai?

DESIRE'     Dunque, del Paraguai... Fammi pensare... Bogotà!

LEONARDO   No, Bogotà è Colombia...

DESIRE'    Aspetta... La Paz!

LEONARD O    No, La Paz è Bolivia...

DESIRE'    Caracas!

LEONARDO    No, è Venezuela...

DESIRE'    Rinuncio. Qual è?

LEONARDO   Non lo so. Leggiamo qua. Capitale del Paraguai... Assunciòn.

DESIRE'    Assunciòn... che bel nome!

LEONARDO   Sì, è un posto dove vale la pena di fug­gire... Fa sensazione, fa notizia... «Dov'è andato Leo­nardo Montanari?» «Ma chi, il giovane e brillante gior­nalista? È fuggito con la sua amante ad Assunciòn...» «Ad Assunciòn? Però. Beato lui, mica scemo»... Poi vabbé, subito dopo il dialogo degrada: «Ma dov'è esat­tamente Assunciòn?» «Boh, dev'essere in Bolivia, in Venezuela, da quelle parti lì...» E ripetono più o me­no quello che abbiamo detto noi. Allora è deciso ci-quita vamos ad Assunciòn!

DESIRE'     Mi aiuti a chiudere la valigia?

LEONARDO   Molto volentieri... ti aiuto a chiudere il tuo passato.

DESIRE'    Oh, carina questa.

LEONARDO   Neh?... m'è venuta così. Un momen­to di vena. Oddio ammetto che è lievemente retorica... D'altra parte questa valigia contiene un importante pe­riodo della tua vita, no?

DESIRE'     (non ha capito l'intenzione) Ci ho messo solo l'indispensabile per una lunga vacanza... Non voglio portarmi via tanta roba...

LEONARDO   Ah. Ormai in una società pragmatica come la nostra anche le più grosse crisi esistenziali si riducono a problemi di guardaroba. Mettici anche un paio di costumi da bagno... Farà molto caldo ad Assunciòn. Mucho calor.

DESIRE'    Tu sai lo spagnolo?

LEONARDO   No... ma non vedo perché non dovrei far finta di saperlo.

DESIRE'    (ha messo i costumi da bagno nella vali­gia) Ecco, possiamo chiuderla...

LEONARDO   Lascia, faccio io. (chiude la valigia, la prende, fa per avviarsi all'uscita) Tutto a posto. Andiamo.

DESIRE'    (si siede sul letto) Aspetta...

LEONARDO    Cosa c'è ancora?

DESIRE'    Niente. Non parto più.

LEONARDO Stai scherzando... Cos'è successo?... perché non dovresti più fuggire? Praticamente abbia­mo già in tasca i biglietti per Assunciòn...

DESIRE'    Non posso, povero Alvaro.

LEONARDO   O Dio, la crisi, il pentimento... no, ti prego Dum Dum, non è da te... Andiamo su, forza... Una volta che sei uscita da quella porta vedrai che ti sembrerà di rinascere... (prendendola per un braccio) Vieni, fidati di me...

DESIRE'     (svincolandosi e tornando a sedersi) Do­vevi vedere gli occhi che ha fatto quando gli ho detto che me ne andavo a fare un week end con Paola. Due occhi da cane bastonato.

LEONARDO I suoi soliti. Ha sempre avuto lo sguar­do spento.

DESIRE'     Ha capito tutto. Ha capito che non si trat­tava di un week end... Ma non ha voluto fermarmi.

LEONARDO Perché sapeva che non ce l'avrebbe fatta.

DESIRE'     Non ho avuto il coraggio di scrivergli nes­suna lettera...

LEONARDO Meglio, cosa vuoi scrivergli a quel mezzo analfabeta...

DESIRE'     E quando lunedì non mi vedrà più torna­re cosa dirà?

LEONARDO Cosa vuoi che dica? Se ha un minimo di autocritica andrà davanti allo specchio e dirà: «So­no stato un bel cretino a lasciarmela scappare!» Poi si darà due schiaffi.

DESIRE'     Ma non provi un po' di comprensione per lui?

LEONARDO E perché dovrei?... Per me il cretino... (Destre fa un gesto e lui si corregge) Sorry, il cialtrone non è quello stinco di santo che pensi tu. Per me quel­lo è un gran figlio di brava donna e come dice il no­stro presidente ha il suo bel giro di mignotte... sì, sì, è inutile che fai quella faccia, li conosco bene io quei tipi lì... Sembrano dei compagni leali, sinceri, corret­ti, e poi sono dei delinquenti... Dai, non stiamo qui a perder tempo con quell'avanzo di galera...

DESIRE'    Ti prego Leonardo, non essere così spietato con lui... Sei cinico e spietato... Forse è proprio questo che mi attira in te... Il cinismo, la spietatezza...

LEONARDO (lascia la valigia quasi di colpo e si sie­de sul letto con aria pensierosa)

DESIRE'     Cosa c'è? Cos'hai?

LEONARDO (quasi parlando a se stesso) E se fosse vero? Se ti piacessero sul serio i tipi cinici, spietati?... (rivolto a lei) È un bel disastro, Dum Dum... (si toglie la parrucca) Basta, non ne posso più di questo gioco. Sono stufo di sentirmi dare continuamente del
cretino da un burattino biondo...         

DESIRE'     Ma Leonardo...

ALVARO   Alvaro... Il gioco è finito, Desiré...

DESIRE'     Ma come... così, all'improvviso?... Ma perché?... Era così divertente, l'avevamo costruito così bene... Perché vuoi rompere il nostro giocattolo?

ALVARO   Perché mi sono rotto io. Sì, l'avevamo co­struito proprio bene e le prime volte mi sono divertito moltissimo anch'io. Ma poi, dopo, ogni volta che mi cacciavo in testa questa parrucca e cominciavo a deli­rare con quell'accento insensato mi sentivo a disagio... E man mano che il giochino andava avanti io scopri­vo che stava diventando un giochino pericoloso, mol­to pericoloso... Il personaggio di quel giornalista così improbabile mi diventava ogni giorno più antipatico... È accaduta una cosa strana, impensabile: anche se mi sono accorto di provare un gusto sordido, avido a dar­mi continuamente del cretino, ho capito che non avrei più tollerato a lungo che quel bestione di Leonardo Montanari insistesse a ridicolizzarmi davanti a te...

DESIRE'     Ma cosa dici, sei mattò?... Leonardo Mon­tanari non esiste!

ALVARO   Esiste, esiste... Lo sai benissimo che esiste...

DESIRE'     Certo, che discorsi! Esiste perché lo face­vi esistere tu... eri tu!

ALVARO   No, non ero io, era un altro... Leonardo Montanari, subconscio o mica subconscio... era il tuo desiderio di tradirmi con un altro! Non c'è bisogno di scomodare i testi sacri per arrivarci...

DESIRE'     Peccato !... Avevamo organizzato tutto fin nei più piccoli dettagli!

ALVARO   Sì, era tutto giusto. Un esempio di gran­de efficienza. Un sistema geniale per rilanciare il no­stro erotismo logoro... Ci serviva un bel clima di ten­sione? un'atmosfera drammaticamente arrapante?... Pronti, basta schiacciare qua... (preme un pulsante del letto) Ecco l'atmosfera arrapante... (si sente il brano di registrazione: «Desiré apri la porta!» ecc.) E tu ti agitavi come se io fossi veramente lì dietro... E anche il bestione si agitava...

DESIRE'    O Gesù... Tu eri il bestione!

ALVARO    Sì... sono stato bravo, vero?

DESIRE'    Eio no?

ALVARO   Sì, due artisti, due commoventi imitatori della realtà... E il percorso dal pianerottolo alla porta di servizio per poter entrare in bagno senza che tu mi vedessi?... E le mie stupende lettere anonime? Piccoli capolavori letterari. E la trovata delle telefonate?

DESIRE'    Sulle telefonate siamo «fifty-fifty»... Senti, ormai possiamo rivelarcelo... Toglimi la curiosità: di chi è quella voce maschile al telefono?

ALVARO    Di Pizzamaglia.

DESIRE'    (divertita) Pizzamaglia?!... No!

ALVARO   Sai, quando può farti un piacere non si tira mai indietro... E la donna invece? Chi è?... Zitta, lo so... Paola!

DESIRE'    No, è...

ALVARO      Aspetta, lasciami indovinare... tua madre!

DESIRE'    Ma no, ma ti pare...

ALVARO      Allora chi?

DESIRE'    E chi può essere? Pensaci un attimo.

ALVARO   (riflette senza rispondere)

DESIRE'    Biancamaria...

ALVARO   Biancamaria Pizzamaglia? Sua moglie? Non l'ho riconosciuta... Ma allora tutti e due sono in­formati di noi...

DESIRE'     Vivono una situazione analoga alla nostra. Ogni tanto ricambio il favore e gli faccio anch'io del­le telefonate... Però lui non vuole che gli dica: «Peri­colo... tua moglie è una bagascia...»

ALVARO      E cosa gli dici?

DESIRE'     Preferisce: «Tua moglie è una poco di buono...»

ALVARO   È un moderato... Apprezza le sfumatu­re... Però ha ragione... Ormai, anche il turpiloquio è sputtanato... C'è ancora gente che pensa di essere ter­ribilmente spregiudicata perché dice cazzo e culo... caz­zo e culo... ai miei tempi li scrivevo con la K... (Suona il telefono).

ALVARO    (alza la cornetta)

VOCE DI DONNA Pronto Alvaro?... Sono Laura... Un'altra notizia triste: Francesca...

ALVARO   (a lei) Anche Francesca... (depone la cor­netta) Purtroppo queste non sono telefonate finte... Non c'è niente di inventato qui: Qua dentro in qual­che modo fantasioso si resiste, ma fuori di qua si muo­re, si muore sul serio. Ecco perché siamo stati bravis­simi... grande musa la disperata volontà di sopravvi­vere! Forse più che bravi siamo stati volenterosi...

DESIRE'     No, no, bravi, bravissimi!

ALVARO   D'accordo, come vuoi. Bravissimi. Fin troppo. Tu specialmente. Tu eri così eccitata quando facevi l'amore con quel buzzurro... Eri così credibile quando gli confessavi che lui era l'unico uomo della tua vita... E infatti io ti ho creduta e il guaio sai qual è? Che ti credo ancora Desiré: tu hai perso la testa per lui…

DESIRE'    Ma Leonardo... 

ALVARO    Alvaro!              

DESIRE'    Ma sì, Leonardo, Alvaro... tanto è la stessa cosa...

ALVARO   Alt! No... No, non è la stessa cosa né la stessa persona... Tu è di lui che ti sei innamorata!

DESIRE'    Sì, di lui... cioè di te...

ALVARO   No, non di me: di quello là... (fa il verso a Leonardo) Tanto è vero che volevi lasciarmi, volevi fuggire...

DESIRE'     Ma quale fuggire... il nostro solito fine set­timana... Sono quattro anni che facciamo il fine set­timana... Fuggire dice lui... Ma con chi vuoi che fug­gissi, eh?

ALVARO   Sì, lo so, lo so... adesso mi dirai che era già tutto combinato e che se scappavi, scappavi con me: e invece no, pensaci bene, ammettilo tranquilla­mente: non era con me che saresti scappata: era con lui... con il parmigianino... Ad Assunciòn... Che de­v'essere una delle città più stupide del Sud America!... Ad Assunciòn andava la signora!

DESIRE'     Sai benissimo che saremmo andati a Bellaria... come tutti gli anni. Ormai stai dando i numeri...

ALVARO   Non sto dando nessun numero !... Tu fug­givi con il bestione ad Assunciòn!

DESIRE'     Ma... no, non è possibile... Ma ti rendi conto che mi stai facendo praticamente una scenata di gelosia?!

ALVARO   Be'?... c'è poco da ironizzare sulla gelo­sia... Mi fate ridere tutte quante voialtre quando dite: «Nooo... non sarai mica geloso, vero?...» Sììììì! So­no geloso!... Gelosissimo!... Al confronto Otello era un uomo di larghe vedute!... Di colore e di larghe ve­dute!... Che poi... come tu abbia potuto lasciarti in­cantare da un tipo così!... volgare, burino, senza un minimo di fantasia mai, uno che mi dava sempre solo del cretino...

DESIRE'     Se è per questo gli insulti bastava con­cordarli...

ALVARO   Eh?... Ma cosa vuoi concordare!... A un tipo così non puoi che mettere in bocca insulti dozzi­nali... Ma scusa, abbi pazienza: cosa vuoi che dica un cafone come quello appena entra in casa dell'amante, una donna sposata con un uomo serio, colto, civile... cosa dice per infangare rozzamente il rivale? (parlan­do come Leonardo) «Dum Dum, dov'è andato quel cretino di tuo marito»... È un classico.

DESIRE'     Sì, sì, è incredibile... è proprio una scena­ta di gelosia... Mi stai facendo una scenata di gelosia!

ALVARO   E allora? La gelosia esiste. C'è, c'è la ge­losia, perché negarlo? È sempre esistita. Non è una questione di moda come pensano i falsi progressisti. È un istinto naturale, sano, animalesco. Anche il go­rilla strozza senza esitazione chi s'avvicina alla sua compagna. E il leone, appena s'accorge che un altro maschio sfiora la sua leonessa si avventa su di lui rug­gendo e lo sbrana...

DESIRE'     Forse hai ragione. Ho letto che anche il tapiro...        

ALVARO   Sì vabbè, ma lascia perdere il tapiro. Io ti sto proponendo animali nobili come il gorilla e il leone e tu mi vieni fuori con il tapiro, che non appar­tiene proprio al Gotha delle belve... Eh, abbi pazien­za, il tapiro... Sembra che lo fai apposta! Che poi non mi risulta neanche che sia geloso... È geloso il tapiro? Hmm, dubito.

DESIRE'    Vuoi che guardiamo sull'enciclopedia?

ÀLVARO   Ma sei scema? Vuoi che adesso mi metta a guardare sull'enciclopedia se il tapiro è geloso? Sul­l'enciclopedia non ci sono indiscrezioni di questo ti­po!... Sei tu che dai i numeri, non io!... Poi chi se ne frega se il tapiro è geloso. Io ci ho già i miei proble­mi! Il tapiro... ma chi è, cosa vuole?

DESIRE'    Non so...

ALVARO   E allora? !?!?!... È una bestia ripugnan­te il tapiro... che tu non dovresti neanche conoscer­la... che mi meraviglio che tu la conosca, che l'avrai conosciuto in uno di quei tuoi meeting... Re Artù, l'in­formatica e il Tapiro! Complimento, belle conoscen­ze, belle aperture... fanno le aperture al tapiro... Poi non sono neanche tanto sicuro che questa che ti sto facendo sia... sia come mi accusi tu, una scenata di gelosia: se tu avessi avuto un amante vero, un estra­neo, un altro con il quale io non avessi avuto nessun legame... be', forse non me ne sarebbe fregato nien­te... Forse... Era un estraneo, boh... Ma questo Leonardo, questo amante da laboratorio, questo amante di testa, mi umilia... sì, sì, sì, mi umilia molto di più di un amante reale... Con il tuo amante vero io avrei anche potuto, che ne so, andare a bere insieme, scam­biarci delle confidenze, farci due risate, ma con Leonardo... che ci faccio con Leonardo, cosa ci può esse­re in comune fra me e Leonardo?

DESIRE'     (ironica) Be'... qualcosa in comune direi che c'è...

ALVARO      No... forse in comune non ci abbiamo neanche... ecco, appunto neanche quello...!

DESIRE'    Calmati Leonardo!

ALVARO   Lo sapevo !... Adesso mi bollerai per sem­pre come Leonardo!... (sfigato) Leonardo... sono ro­vinato...

DESIRE'    No, ti chiamo Leonardo perché... perché tu come Alvaro sei stato un Leonardo perfetto... sei stato capace di sdoppiarti, una sensazione unica, straordinaria, sei un uomo ineguagliabile...

ALVARO   Sì, sì, addolcisci la pillola...

DESIRE'     Certo, Leonardo mi eccita... Ma perché? perché lo interpreti tu... perché sei tu: Alvaro, che fai Leonardo... Se fosse un altro...

ALVARO   ... sarebbe la stessa cosa...

DESIRE'     Ma no... (pausino) Ne ho parlato anche con Don Rossani... gli ho spiegato quello che stava­ mo combinando, ha detto che sì, certo, la nostra si­tuazione non è proprio ortodossa, ma che la Chiesa in certi casi sa comprendere e tollerare...

ALVARO                         Be', Don Rossani è di idee molto aperte. Convive con un pugile...

DESIRE'    Dilettante.    

ALVARO   E fallo anche professionista.

DESIRE'    Del resto anche tu eri eccitato da questa finzione, non puoi negarlo...

ALVARO   Sì, è vero... Mi eccitava vederti eccitata. Ero come un guardone. Che vergogna! Un'ipocrisia da sottosviluppati...

DESIRE'     Sarà, ma abbiamo ottenuto dei risultati molto, molto piacevoli... E del tutto leciti. Peccato, peccato veramente che adesso finisca tutto... Aveva­mo trovato questo... questo... non so come chiamar­lo... In francese si dice escamotage...

ALVARO   Eh be', certo, i francesi in queste cose so­no maestri... Escamotage!... senti come suona bene: escamotage!

DESIRE'    Come si dice in italiano?

ALVARO   In italiano...  dunque...  escamotage... escamotage in italiano si dice... in italiano non si di­ce. E adesso sai dove vado? Vado in bagno. Ma non a fare una doccia. Lunga. No. Vado semplicemente a sbarazzarmi di lui.

DESIRE'    Di... lui?... No!

ALVARO   Sì. E per sempre. Gli faccio fare la fine che si merita.

DESIRE'     No, aspetta!... Ti prego, Alvaro... Abbia­mo fatto tanta fatica per... per restare a galla... con­tinuiamo, ti supplico: continuiamo il gioco...

ALVARO   Siamo adulti, Desiré... il tempo dei gio­chi è finito...

DESIRE'    Ma che male c'è a giocare ancora?... Al­varo... fallo per me, fallo per me! (Tenta di strappargli la parrucca che ha in mano ma Alvaro la spinge via entrando in bagno).

ALVARO      Lasciami fare, Desiré! (entra in bagno)

DESIRE'    Nooooo!

(Appena Alvaro è entrato in bagno si sente uno spa­ro. Dopo un attimo mentre Desiré ha un 'aria ango­sciata esce Leonardo, pistola in mano).

LEONARDO    Il cretino ha tentato di farmi fuori, ma io sono stato più svelto di lui...

DESIRE'    Leonardo!

LEONARDO    Eccomi qua ! Fatti vedere DumDum... Sei una favola... Sei un'apparizione!... (Si abbracciano sul letto. Per qualche istante. Poi De­siré si stacca).

DESIRE'    Sei stato troppo precipitoso a rompere il nostro giochino, Alvaro...

LEONARDO    Leonardo!

DESIRE'    No, no... Alvaro!

ALVARO      Mah... forse era meglio continuare nell'ipocrisia da sottosviluppati... (tentando di abbrac­ciarla di nuovo) Ma a noi ci bastano anche le coccole, vero?

(Suona il telefono. Prima di rispondere lui e lei si guar­dano con un sorriso malinconico. Al terzo squillo Alvaro solleva la cornetta).

VOCE MASCHILE Pericolo! Tua moglie ti tradisce!

ALVARO   Sì, lo so, Pizzamaglia. Mia moglie mi tra­disce. Con me. (si toglie la parrucca di Leonardo) È un bel casino.

(Il grande letto si apre dividendosi in due lettini sepa­rati. Parte la musica. La marcia nuziale. Sipario).

F I N E