Parti di ricambio

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PARTI DI RICAMBIO

di

Leonardo Franchini

Personaggi:

Marta

Sergio

Angelo

Mecke

Epoca: contemporanea

Scena: Non ha importanza, atteso che il lavoro intende esplorare un problema di persone e non di ambiente. Può anche essere costituita soltanto da qualche mobile ed oggetto che ricordi simbolicamente una stanza qualsiasi. E' tuttavia possibile che si debba suggerire una atmosfera di benessere materiale, per giustificare alcuni passaggi, altrimenti meno comprensibili per lo spettatore.

Marta (a Sergio, che sta rientrando in quel momento) Allora?

Sergio Come al solito. Lo sai, non c'è molto da aggiungere.

Marta Non è peggiorato?

Sergio E' una domanda che non ha senso. Io... come vuoi che ti risponda?

Marta Mi... per un momento mi sembrava qualcosa di positivo.

Sergio Posso soltanto cercare di evitare nuove complicazioni.

Marta Lo so. Eppure... quando tu entri da lui ho sempre l'impressione che possa accadere qualcosa.

Sergio E' una speranza, Marta. Lo capisco. Ma purtroppo non c'è molto da fare.

Marta Ho fiducia in te, Sergio. Mi dai sicurezza. Non fraintendermi: c'è nel tuo modo di fare, forse nel tuo viso, un'impronta di serietà, di competenza... mi sento rincuorata.

Sergio Mi fai sentire in imbarazzo. Non è come pensi. Io... vorrei davvero poter trovare qualcosa di efficace, per il bambino... Ma ci sono situazioni per le quali la medicina è disarmata, totalmente.

Marta Ti riferisci... alla mia gravidanza tardiva?

Sergio Ma no! Dovresti smettere di tormentarti con quel pensiero. Tu ed anche Angelo. Non ci sono legami precisi...

Marta Però è una possibilità, ammettilo!

Sergio Mi costringeresti a mentire. Una possibilità... è qualcosa di evanescente, di teorico. Mi hai detto che sono serio. Ebbene, non c'è un rapporto assoluto, di causa ed effetto, fra le due cose. Si tratta di statistiche, di ipotesi.

Marta La medicina progredisce su queste basi.

Sergio Non sono molto certo che si tratti sempre di progressi. A volte si crede di aver iniziato un cammino giusto, sicuro, e poi la vita si prende il carico di mostrare quanto sia facile sbagliare.

Marta Siamo stati noi a commettere quell'errore.

Sergio Sei ingiusta. E' stato un atto d'amore.

Marta Si è trattato di egoismo. Avremmo dovuto pensarci. Io... sono stata io ad insistere.

Sergio No. Lo voleva anche Angelo.

Marta Io... io. Mi sembrava di essere una donna incompleta, di non avere nulla di veramente mio... Sai come si dice: una donna si realizza nella maternità. Condividevo questa idea e... anche adesso non ho cambiato opinione. Perciò Angelo ha acconsentito ad un mio desiderio. Oh, non lo ha fatto certo di controvoglia, ma io so di avere la responsabilità...

Sergio Basta, ti prego. E' una discussione sterile. Il tuo bambino ha bisogno di tutto l'amore che puoi dargli, non della tua amarezza. Che è priva di reale fondamento, te lo ripeto. Credo che anche Angelo ti abbia detto... A proposito, è ancora in viaggio?

Marta E' stato ad Amsterdam. Ma dovrebbe essere qui a momenti. Il suo aereo atterrava poco più di un'ora fa.

Sergio Avrà avuto il tempo di andare dal dottor Van Leipe? E' solo un altro tentativo. Non l'avrei nemmeno suggerito, se non ci fosse stata la coincidenza della missione di lavoro.

Marta Sì, sì. Non ha detto molto, al telefono. Ha promesso di raccontare appena arriva. Sai, quando chiama, ormai, vuole solo sentire se ci sono novità circa il bambino.

Sergio E'... naturale. Però... dovreste cercare, tutti e due, di farvi una ragione... No, no... va bene. Era solo un discorso inutile.

Marta So che puoi capire.

Sergio Ma certo. Ora devo andare.

Marta Non vuoi aspettare Angelo? Credo che sia veramente questione di minuti. Così senti che cosa ha da dire.

Sergio Io... Uhm, dovrei... Beh, forse qualche altro momento. Scusami, posso telefonare?

Marta Sicuro. E' di là. Sul tavolo della... Ah, ecco la porta. Deve essere lui.

Sergio Torno subito. (esce verso destra)

Marta (fa due o tre passi verso una vera o immaginaria porta a sinistra)

Angelo (entra in quel momento) Ciao. (la bacia) Il bambino?

Marta (allarga le braccia)

Angelo Ma... ma almeno non è peggiorato?

Marta No... questo no. Sergio è qui. Sta telefonando.

Angelo Sergio? Ah, sono contento, mi fa piacere. Ho da dire... Ma prima voglio andare un momento dal piccolo. (posa la borsa che ha in mano ed esce verso il fondo, a destra)

Sergio (rientra) Ecco, ho chiamato per dire... E' arrivato, Angelo?

Marta Sì. E' di là dal bambino. Te l'ho detto. Non mi ha quasi salutata. Dritto filato in camera.

Sergio Mi rendo conto.

Marta Non è un rimprovero. Farei lo stesso anch'io. Lui è spesso assente ed ha l'impressione di perdere ogni minuto in cui non lo vede. Io, invece... No, non invece. Io sono qui e mi sento inutile. Ma non vorrei muovermi ugualmente.

(rientra Angelo)

Angelo (va verso Sergio e lo abbraccia - poi torna verso la moglie ed abbraccia anche lei. Sospiro) Beh...

Sergio Posso dirvi una cosa molto seria?

Angelo (e Marta, all'unisono, improvvisamente più tesi) Sì?

Sergio Ecco... Dovreste telefonare, far venire l'infermiera, la Gardelli, è brava, fidata. Dovreste uscire a... non so, andare al ristorante, anche solo una passeggiata.

Marta No.

Angelo Non se ne parla nemmeno.

Sergio Tant'è. Lo immaginavo. Allora, hai parlato con Van Leipe?

Angelo Sì... sì. Certo. Mi ha pregato di salutarti. Deve avere una grande stima di te. Appena ho fatto il tuo nome mi ha sorriso come ad un vecchio amico.

Sergio Tutto merito di qualche birra bevuta assieme. E' una persona cordiale. Ma gli hai mostrato le carte?

Angelo (prende la borsa e ne toglie una busta) Sì. Le ha guardate e... dice che non saprebbe cosa aggiungere al quadro che tu hai fatto della situazione. Anche da loro non hanno alternative, per adesso.

Sergio Lo immaginavo. Così... Marta... Angelo... io...

Angelo Però mi ha parlato di una possibilità...

Sergio Come?

Marta Cosa?

Angelo Lui dice... Dice se tu hai pensato all'opportunità di un trapianto.

Sergio (di colpo cambia atteggiamento) Ma non in tutti i casi...

Angelo Van Leipe ha naturalmente sottolineato che devi essere tu a valutare. Chiedeva soltanto...

Sergio Sì, sì... ma ci sono situazioni...

Marta Davvero ci sarebbe una speranza?

Angelo Mi sembrava imbarazzato a parlarne...

Sergio (quasi violento) Imbarazzato! Van Leipe sa come la penso, su questo argomento! Non mi sarei mai aspettato... (si ferma, per controllare la propria foga)

Marta Angelo... che cosa ti ha detto, veramente, quell'olandese?

Angelo Poco... Poco altro... (guarda fissamente Sergio)

Marta Sergio...

Sergio Non guardatemi a quel modo. Non c'è molto da dire. Io sono contrario ai trapianti. Ad alcuni, almeno. Non risolvono tutte le situazioni e... e spesso si tratta di meri esercizi di abilità tecnica. Nel vostro caso non ci sono serie probabilità... non ci sono garanzie... oh, cristo, non ci sono nemmeno donatori...

Marta Ma tu... tu, perché non ce ne hai parlato?

Sergio Te l'ho detto, capisci? Devo ripeterti tutta la tiritera? Non so...

Angelo Lui dice semplicemente che devi essere tu a valutare.

Sergio L'ho... l'ho fatto. Credetemi. Sarebbe... sarebbe una falsa speranza.

Marta Ma ci sarebbe una speranza?

Angelo Credi che non ci sia alcuna possibilità?

Sergio Ma no. Non si può escludere del tutto, è ovvio. Sono tecniche relativamente recenti, con una statistica ancora insufficiente. Insomma, se dai retta ai chirurghi, è ovvio che loro ne parlino come di routine. Ma la verità è ben altra.

Angelo Van Leipe non è un chirurgo.

Sergio Per questo mi stupisce la sua proposta. Non dico che sia stato scorretto. Sono stato io a chiedergli di parlare con te, naturalmente. Però...

Angelo Rispondi a questa domanda, ti prego? Ci sono delle possibilità?

Sergio Ti... ti ho già risposto, Angelo. Non si può escludere, ma il rischio è molto alto. E poi... e poi in questo caso..., oh, insomma, io non saprei...

Angelo Tu sei il medico del bambino.

Marta Sergio, esprimi quello che pensi veramente.

Angelo Sei anche nostro amico.

Sergio Sì, sì. Sono tutto quanto. Ed è questo a rendere la mia posizione più difficile. Comunque, ora sapete la mia opinione. Io... devo andare.

Marta Dovremmo parlarne a fondo.

Sergio Fra voi. Fra voi. Io... io devo andare.

Angelo Sergio... non pensare che io non creda in te.

Sergio Non lo penso, e comunque non importa. Adesso devo proprio... Sarò all'ambulatorio.

Angelo Possiamo chiamarti ancora?

Sergio Naturalmente. Vi... vi saluto. (esce a sinistra)

Marta Angelo... Hai visto?

Angelo Non avrei mai immaginato. L'ho sempre considerato una specie di... padre, di fratello maggiore, oltre che un amico. Ho fiducia in lui.

Marta E' lo stesso per me. Ma che cosa intendi dire?

Angelo Non ci aveva mai parlato di questa alternativa. Perché?

Marta Non la ritiene praticabile. Per quale altro motivo?

Angelo Sono perplesso. E' stato lui medesimo a impegnarsi allo spasimo con noi in questa lotta. Mi ha incoraggiato a rivolgermi ad ogni fonte dove potesse darsi un barlume di speranza. Si è mosso anche lui con l'umiltà di postulante per chiedere aiuto a colleghi noti e docenti universitari.

Marta E' vero. Anche se nessuno ha mai minimamente corretto la sua diagnosi ed il suo giudizio. Purtroppo. Eppure a volte ho avuto anch'io l'impressione che lui desiderasse intensamente di essere smentito.

Angelo Tuttavia di questa possibilità... di questa sola possibilità...

Marta Allora io credo che sia da scartare. Se lui non è d'accordo, ci sono ragioni vere, importanti.

Angelo (sospiro) Probabilmente hai ragione. Però...

Marta C'è qualcos'altro che non mi hai detto?

Angelo (imbarazzato) No... no... aspetta. (prende un piccolo pacco elegante dalla borsa) Guarda. E' per te.

Marta (confusa, ma piacevolmente sorpresa) Angelo, tu... perché?

Angelo Quando viaggio, e sono solo, mi succede spesso di pensare a te, a noi due. Sì... non escludo il bambino, capisci, ma è proprio questo. Sono consapevole che negli ultimi mesi, da quando la situazione si è aggravata, noi abbiamo praticamente dimenticato di esistere.

Marta Lo ha osservato anche Sergio... Ha detto...

Angelo E così... E' soltanto un modo per dirti che fra noi non è cambiato nulla, che ti amo sempre, che...

Marta Malgrado le mie colpe?

Angelo Marta! Smetti subito! Apri...

Marta (svolge lentamente il pacchetto - lo apre, è un anello con uno splendido brillante) Angelo... è... è stupendo!

Angelo Non come te, amore mio.

Marta Oh, è veramente meraviglioso! E'...

Angelo Posso mettertelo al dito?

Marta Sì, sì, che pietra magnifica... Oh...

Angelo Sta benissimo.

Marta (copre la pietra con una mano, per non vederla brillare) Angelo... no, chissà quanto costa...

Angelo Ma che importa? Non facciamo, non esistiamo, non viviamo più... Almeno questo...

Marta Ho rimorso. Ho l'impressione che il denaro abbia condizionato troppo la nostra vita.

Angelo Ti prego, lascia stare.

Marta No... no. Il denaro, il successo, tutto... e poi il figlio, come il premio finale.

Angelo (cupo) Hai dovuto dirlo, vero?

Marta Sì, oh sì. Così abbiamo atteso troppo, abbiamo voluto che tutto fosse perfetto, e invece...

Angelo Marta, noi ci amiamo.

Marta Lo so. Un figlio è il coronamento di un amore perfetto.

Angelo Quanta amarezza... E senso di colpa...

Marta Non nasconderlo: ti senti allo stesso modo anche tu. Ti vedo, sai, e stiamo assieme da tanto tempo che capisco tutti i tuoi pensieri, anche quelli più nascosti. Non hai segreti, per me.

Angelo E' giusto.

Marta E allora... allora dimmi: cos'altro ti ha suggerito il medico olandese?

Angelo E sta bene. Ricordi quando Sergio ha affermato che è difficile trovare i donatori?

Marta Sì...

Angelo Ha fatto la stessa osservazione anche Van Leipe. E' terribilmente difficile trovare in tempo giusto un donatore. Forse hai idea di come funziona: si tratta in genere di... di persone che hanno avuto incidenti o danni gravi al cervello, ma senza lesioni agli altri organi. Così sono... sono clinicamente morti e qualche volta i... i parenti permettono che si utilizzino i... alcune parti per questi trapianti.

Marta Sì.

Angelo Ma incidenti di quel tipo non sono così frequenti, e la lista di attesa è lunga. Questa è la principale difficoltà, secondo Van Leipe. E Sergio lo ha confermato. Tuttavia esiste una organizzazione...

Marta Oh, Angelo...

Angelo Aspetta, lascia che finisca. Una specie di trust internazionale per l'assistenza, sai, come quelle assicurazioni...

Marta Angelo, io non credo che...

Angelo Ascolta: si chiama "International Medical SOS". Loro agiscono in tutto il mondo e così...

Marta Ho paura.

Angelo Anch'io, te lo confesso. Ma... avere qualche informazione in più non può far male.

Marta Informazioni in più? A che cosa ti riferisci?

Angelo Questa organizzazione ha una persona anche qui in città. Ti ho detto che sono presenti in tutto il mondo. Così, le ho telefonato dallo studio di Van Leipe, e le ho chiesto di venire da noi.

Marta Da noi? Quando?

Angelo (guarda l'orologio) A momenti. Dovrebbe essere già qui. Sai, qualunque sia la nostra decisione, non mi pareva il caso di perdere tempo.

Marta Subito? Ma... perchè non l'hai detto a Sergio? Avremmo dovuto fermarlo! E' lui il dottore del bambino!

Angelo Ma noi siamo i genitori. Hai visto come ha reagito, tutta quella fretta improvvisa.

Marta Non so, non so.... Ma io non mi sento di fare nessuna scelta, senza il suo accordo. Credimi, Angelo, non mi manca la fiducia nella tua capacità di giudizio. Però è tanto tempo che ci siamo affidati a lui e allora preferirei che potesse...

Angelo Sì, sì... sono d'accordo. Anch'io non farei nulla senza aver sentito il suo parere.

Marta Perchè... mi vergogno a dirlo, ma sai che cosa temo? Cosa non vorrei? Ecco... hai letto anche tu quelle storie, sui giornali... Quelle orribili notizie circa il traffico di bambini usati come...

Angelo Sì! Sì! Sì! E' lo stesso pensiero che è venuto anche e me, subito! Ma... me lo ha suggerito Van Leipe, non è stato un qualunque mezzano! Come posso pensare che un famoso medico, amico di Sergio, mi consigli un... un accomodamento così turpe?

Marta Hai ragione... Deve essere vero... Però... veramente preferisco che ci sia anche Sergio. Ora provo a chiamarlo... gli spiegherò, capirà... spero che accetti di tornare qui.

Angelo Certo, certo. Anzi, te ne prego, subito.

(esce Marta)

Angelo (si passa una mano fra i capelli, avvilito)

(suonano ad una porta a sinistra - entra una donna)

Angelo (le va incontro) Signora... Signora Mecke? Si accomodi, io sono Albignani. Mia moglie arriva subito.

Mecke Veramente non disturbo?

Angelo No, no. Cosa dice? La aspettavamo.

Mecke Le confesso che è sempre un momento imbarazzante, il primo contatto con una famiglia... in simili circostanze.

Angelo (colpito) Ah! Non immaginavo... Pensavo che lei avesse una certa... come dire?

Mecke Assuefazione?

Angelo Ecco, sì, forse...

Mecke (scuote la testa) No, signor Albignani. Non ci si abitua, non io almeno. Ogni volta, mi creda, è una lotta con me stessa. Ma... non voglio annoiarla. Il professor Van Leipe ha gentilmente descritto il caso al nostro centro di Amsterdam.

Angelo Aspetti... la prego. Preferirei che ci fosse anche mia moglie a sentire. Anzi, a dire il vero...

Mecke E' giusto, mi scusi.

(rientra Marta - presentazioni, si siedono di nuovo tutti)

Marta Gradisce qualcosa?

Mecke Grazie no, signora. Se me lo permette, più tardi le vorrei chiedere un altro favore.

Marta Ma certo...

Mecke Stavo dicendo a suo marito che questo mio impegno non mi è affatto lieve. Ogni volta... dolore, sofferenza.

Marta Ma lei... porta speranza, no?

Angelo E' vero, dovrebbe esserne lieta.

Mecke Invece non è così, purtroppo. Non sempre siamo in grado di portare veramente aiuto. Molti casi sono al di là delle nostre possibilità di azione, che pure sono vaste.

Marta Mi sembra...

Mecke Mi permetta di spiegarle rapidamente come funziona. Noi manteniamo una banca dati attiva ventiquattr'ore su ventiquattro, ogni giorno dell'anno. Siamo collegati in tempo reale con quasi tutte le nazioni del mondo. Tranne qualche paese africano, e al centro dell'Asia. Le richieste vengono esaminate e catalogate da uno dei nostri centri clinici specialistici, che cercano di mettere assieme quanti più dati sia possibile. Capisce... ci sono delle compatibilità di base da rispettare...

Angelo Sì, vada avanti...

Mecke Allo stesso tempo, abbiamo accordi con un gran numero di ospedali, accordi di reciprocità, badi bene, per mezzo dei quali ci vengono segnalati i casi... i casi di possibili donatori. Da tutto il mondo.

Marta E' un grande lavoro.

Mecke Sì, grande e... costosissimo. Ma ne vale la pena. Però non è tutto. I dati vengono incrociati per scoprire se ci siano le circostanze per un possibile... intervento. Loro sanno, naturalmente, che i donatori, o le famiglie nel caso di minori, devono aver dato esplicitamente il consenso...

Marta Ah, è così?

Angelo Senti?

Mecke Nulla può essere fatto senza questa indispensabile premessa. Così, una volta che i dati corrispondano in maniera soddisfacente, viene attivata la parte logistica: i trasporti, che devono essere molto rapidi, l'eventuale catena di servizi speciali che fossero necessari, le équipe destinate ad operare... Un impegno estremamente complesso. Ora dicevo che nel vostro caso...

Marta Aspetti, mi scusi. Ha detto che è molto costoso.

Angelo Marta? Ma che importa?

Mecke Ha ragione la signora. E' giusto che lo sappia. Un intervento costa centomila dollari.

Angelo Me lo aveva già accennato Van Leipe. Ero al corrente, te lo avrei detto, ma cosa vuoi che...

Marta Scusa, ma è per chiarire una questione molto importante. Quindi, signora, questo servizio è riservato a pochi?

Mecke (sospiro) In un certo senso, ha ragione. Ma non è solo un problema di costi. Come le dicevo, si tratta di... di possibilità di incroci. Non è semplice come... come con una macchina. Le variazioni sono infinite. Tuttavia, una parte della somma pagata viene accantonata e riservata per gli interventi... per i casi di chi non ha disponibilità.

Marta (sembra rilassarsi) Ah.

Mecke Apprezzo la sua sensibilità, signora. Aggiungerò che si tratta, da parte nostra, di serietà. Se un "incrocio" non è realizzabile con qualcuno che è in lista d'attesa a pagamento, segnaliamo comunque a tutti gli ospedali la possibilità. E l'intera organizzazione si muove ugualmente, gratis. E'... è una delle consolazioni del mio lavoro.

Angelo Lo credo!

Marta Però... mi scusi se insisto, dopo quanto mi ha detto... tuttavia...

Mecke La prego.

Marta Ecco... io ho letto, (ad Angelo) tutti e due abbiamo letto delle notizie circa un traffico...

Mecke La fermo subito.

Marta Non riguarda il vostro operare?

Mecke Al contrario. Lei deve sapere tutto, con onestà, per decidere. Non possiamo giocare con i sentimenti delle persone, né con le loro convinzioni. Però talvolta la stampa dà interpretazioni maligne e stravolgenti a fatti che sono in realtà molto diversi. Ascolti...

Marta Sì...

Mecke Naturalmente non posso rispondere di quello che fanno piccoli gruppi di delinquenti, d'accordo con cliniche e medici inqualificabili. Ma lei sa che le nostre referenze...

Angelo Me ne ha parlato il dottor Van Leipe, certo.

Mecke Tuttavia anche noi, in certi casi, interveniamo in modo particolare. Deve sapere che una percentuale di nascite, purtroppo, ha come esito... ecco, mi spiace dirlo, degli esseri con gravissime imperfezioni...

Marta Ohh...

Mecke Mi scusi signora, non intendevo ferirla. Mi riferisco, creda, a situazioni enormemente più gravi. Ha mai sentito il termine anencefalo?

Angelo Significa... senza cervello?

Mecke Esattamente. Del tutto privi di cervello. (a Marta) E' molto sgradevole, signora, anche per me. Tuttavia, ascolti: è impossibile definire umano un... un essere senza cervello, le pare? Sarebbe più giusto... è come una specie di... di macchina in carne ed ossa, vero? Sì, sì... so che è terribile. E in verità, la maggior parte è destinata a morire in brevissimo tempo. Per fortuna, aggiungo. In qualche caso, però, se ci perviene la segnalazione in tempo... Ecco, cerchiamo di intervenire, di fare in modo che da una... da un orrendo sbaglio della natura possa nascere... sì, me lo consenta, possa nascere un fiore di speranza. Aspetti!

Marta Non posso, non posso...

Mecke Aspetti. Non creda che non mi renda conto. Spesso il carico di dolore di queste storie è troppo grande anche per me. Mi creda. Però... ho parlato a lungo, con i responsabili di questa iniziativa, prima di accettare di farne parte. A lungo. Ho dibattuto, ho... non me ne vergogno, ho pianto. Ma è la natura, la natura stessa che suggerisce simili soluzioni, nella sua inarrestabile volontà di vita. Ci sono decine di esempi, in natura, e mi creda, molto più impressionanti di questi, che illustrano come la catena della sopravvivenza passi attraverso la... attraverso simili trasformazioni, simbiosi, legami. Perchè... di questo si tratta, signora. Di un vincolo di solidarietà per consentire alla vita di vincere... Ma basta, signora, la prego; non sopporterei oltre di caricarla dei miei stessi dubbi, delle mie angosce... Piuttosto... le avevo chiesto prima se avrei potuto chiederle un favore.

Marta (sorpresa) Sì... mi dica.

Mecke Potrei... potrei vedere il bambino? Ha otto anni, vero?

Marta Ma...

Angelo (come svegliandosi da una lunga riflessione) Sì... credo di sì. Forse sarà assopito, ora, però...

Mecke (a Marta) La prego...

Marta Non capisco... ma non c'è ragione...

Angelo Venga... venga, la accompagno io... (escono, mentre Marta rimane al suo posto, pensierosa)

Marta (mima il proprio tormento: vorrebbe raggiungere gli altri in camera del bambino, ma teme qualcosa di indefinito, che appunto per questo è più spaventoso; ha il desiderio di vedere Sergio, al quale si è affidata psicologicamente, e lui, malgrado le promesse, tarda ad arrivare; è attirata e respinta, allo stesso tempo, dalla signora Mecke, della quale non riesce ad afferrare la verità)

Angelo (a Marta) Non dormiva... sai? Le ha sorriso.

Mecke (un passo indietro, mostra di asciugarsi di nascosto una lacrima) Sì... è vero.

Marta (credendo di avere un segno) Davvero? Ha sorriso?

Angelo Veramente. Come se... come se la conoscesse. No, anzi, come se ne attendesse la visita.

Marta Non accade spesso.

Angelo Ho avuto il medesimo pensiero.

Mecke E' stato l'effetto di un volto nuovo. E' un bambino sveglio, attento... forse ha apprezzato l'interruzione della consueta routine.

Marta Può darsi... Però, ecco, mi spiace di non avere visto.

Angelo (a Mecke) Si accomodi signora. Ora vorremmo sapere qualcosa di preciso.

Mecke Certamente. E' bene anzi, parlarne subito. Ho già detto loro che il professor Van Leipe ha segnalato con molta precisione il caso al nostro Centro. La risposta, inutile tergiversare, è fortunatamente positiva. Ci troviamo nella felice situazione di poter affrontare il caso.

Angelo (e Marta) Davvero!

Mecke I parametri biologici sono ottimamente compatibili con una... una possibilità che si è venuta a creare, ed allora...

Angelo Ma è incredibile!

Mecke No, è soltanto una favorevole combinazione.

Marta Lei... lei non sa...

Mecke Al contrario, signora, capisco il suo stato d'animo di questo momento. Non voglio forzarla in nessun modo. Sappia che, se deciderà per il sì, posso organizzare nel pomeriggio il trasferimento, in modo che si possa intervenire entro due, tre giorni al massimo. Noi abbiamo convenzioni con varie cliniche, ma se mi è consentito un suggerimento, penserei alla Salvatrix: sono necessarie attrezzature di assoluta sicurezza. E si servono di specialisti al massimo livello. Se desiderate qualcuno in particolare, o se il vostro medico ha delle preferenze, ne teniamo volentieri conto. Naturalmente è tutto... compreso nel prezzo.

Angelo No, non credo che sia... Sicuramente ne parleremo con il medico del bambino.

Mecke Di una cosa, sono costretta a pregarvi. Qualunque decisione abbiate in mente, prendetela subito. Voi capite... Non è materia sulla quale, purtroppo, siano consentite esitazioni. Si tratta... di vita.

Angelo Io, per me...

Marta Angelo!

Angelo ... non ho più dubbi...

Marta Si era stabilito di attendere Sergio!

Angelo Quello che mi ha detto è stato convincente. E lo sarà anche per Sergio, non ne dubito. (guarda Marta per un lungo istante - alla fine anche lei china lentamente la testa, più volte, in segno di assenso)

Mecke Posso concludere che siete favorevoli?

Angelo Sì.

Mecke Se lei fosse così gentile... mi capisce...

Angelo Certamente... (toglie il blocco degli assegni di tasca e si accinge a scrivere)

Mecke Mi perdoni... è la parte più sordida e sgradevole... ma è necessaria, purtroppo...

Angelo Non ha motivo di sentirsi a disagio. Ecco: va bene?

Mecke (esamina rapidamente l'assegno ed assente) Perfetto. Mi farò viva molto rapidamente. Ora, devo correre ad organizzare quanto è necessario.

Angelo Le siamo grati.

Marta Le... siamo...

Mecke Vi prego. Aspettiamo l'esito. Sarà felice, ed allora sarà più facile per tutti. Credetemi. Arrivederci. (saluta rapidamente ed esce a sinistra)

Marta (comincia a piangere, sommessamente)

Angelo (che ha accompagnato Mecke alla porta, torna e la vede) Marta! Che cosa c'è?

Marta Non riesco a comprendere.

Angelo E' la tensione nervosa. Anch'io avrei voglia di piangere. Così... vicini.

Marta E Sergio? Perché non è venuto?

Angelo Arriverà, vedrai, e sarà felice con noi.

Marta Felice? Io non lo sono... non ancora.

Angelo Dubbi?

Marta Non so cosa credere.

Angelo L'hai sentita, no? Mi sembrava che avesse ben chiaro quello che sta facendo.

Marta Lei, certamente. Io, non lo so.

Angelo Non ti ispira fiducia? Ti confesserò che all'inizio, io pure... tuttavia poi, quando l'ho vista con il bambino, lui che sorrideva... Mi sbaglierò, ma credo di averla vista piangere, quando uscivamo dalla camera.

Marta Non sbagli. Ha fatto di tutto per... Oh, non so. Ma non si è nascosta di certo. Credimi, Angelo, vorrei con tutto il cuore credere che veramente posso sperare ma... forse sono state le tante delusioni.

Angelo Certamente... non c'è motivo per... (suonano alla porta) Forse è Sergio, finalmente è potuto arrivare. (si muove per andare incontro all'amico, e torna assieme con lui)

Sergio Allora? Dov'è la signora?

Marta E' già andata.

Sergio Come? Tutto così in fretta?

Angelo Non c'è molto tempo, in queste cose.

Sergio (nervoso) Non vi sembra di avere un po' precipitato le decisioni?

Marta Tu non sei d'accordo?

Sergio (cercando di controllarsi) Non ho detto questo. Solo che avrei voluto sapere...

Marta Sergio... Se tu dici che non si debba fare...

Sergio Ti ripeto che non è così. E' una decisione vostra, e sono certo che avete valutato attentamente tutti gli aspetti.

Marta E' l'ora della medicina. Devo andare di là.

Angelo Racconto io a Sergio.

Marta (esce verso la camera del bambino)

Angelo E' stata molto chiara. Non ha nascosto nulla. Sembrano ben organizzati. Decisamente efficienti e seri. Il tuo amico Van Leipe forse ha dato un consiglio valido.

Sergio (vago) Sì... sì...

Angelo Abbiamo affrontato ogni aspetto sai? Anche quelli più scabrosi. Non ha rifiutato nessuna domanda, nessun confronto.

Sergio Come si chiama l'organizzazione?

Angelo "International Medical SOS": è diffusa in tutto il mondo. La conoscerai senz'altro.

Sergio (riflette un istante) No, mai sentita.

Angelo Possibile?

Sergio Questo non ti fa pensare?

Angelo Che cosa?

Sergio Il fatto che esercito da trent'anni e non l'ho mai sentita nominare.

Angelo Ma se me l'ha segnalata Van Leipe!

Sergio (sospira) Lo so, lo so. Van Leipe. Però... Scusami, Angelo, a Marta non lo direi... ma: sei sicuro di aver preso la decisione giusta?

Angelo Tu sei contrario, allora?

Sergio No... no... Non è una questione così semplice. Non voglio dire di essere contrario, in assoluto. Ma... perdonami se insisto, credimi, lo faccio in nome della nostra amicizia. Non pensi... non credi che se anche questa strada si rivelasse sbagliata si tratterebbe di un'ulteriore sofferenza?

Angelo (colpito, esita) Lei dice... Quella signora dice che l'esito sarà favorevole.

Sergio Ma certo, certo. Tutti se lo augurano. Però ci sono dei rischi. Delle incertezze significative. Perchè... perchè non cercate di... di farvi una ragione?

Angelo NO! Non accetto questo, da te! Tu non sai! Non capisci! Tu... tu non sei mai stato sposato, non hai avuto figli!... Non hai visto la luce spegnersi poco a poco negli occhi del tuo bambino.. . Non sai che cosa possono significare gli affetti, le speranze, un figlio. Il dolore.

Sergio Ti sbagli. Credo... che che sbagli. La mia professione è tutta... intrisa del dolore, della sofferenza. Di affetti che si infrangono, di speranze che svaniscono. Ci sono anche gioie, certo, soddisfazioni. Ma quelle... le dimentichi subito. Invece i momenti di sconfitta, gli sguardi che ti chiedono un aiuto che non puoi dare, quelli, ti rimangono dentro. Quando rifletto sulla mia vita, ho l'impressione che sia colma soltanto di battaglie perdute... No, non è giusto. E per tuo figlio, poi... Credimi, è come se fosse mio.

Angelo Scusami. Perdonami. E' vero. E' vero. Sono un imbecille.

Sergio No. Sei un padre. Ti capisco.

(squilla il telefono - Angelo si scuote)

Angelo Vado... vado a rispondere.

Marta (rientra mentre Angelo esce) Ho sentito Angelo alterato. Che cosa è accaduto?

Sergio (scuote la testa) Nulla. E' la tensione nervosa. Un momento di... Niente.

Marta Io non voglio fare qualcosa che tu disapprovi.

Sergio Marta, avete preso una decisione, difficile e sofferta. Adesso... adesso bisogna avere coraggio ed andare avanti.

Marta Voglio almeno sapere il motivo del tuo dissenso.

Sergio Non chiedermi questo. Potrei parlare per ore e non chiarire nemmeno a me stesso le ragioni profonde di ogni mio modo di vedere. Solo... forse una cosa, ti posso dire. Voglio bene, sinceramente a voi due ed al bambino. E vorrei con tutte le mie forze evitarvi nuovi carichi di dolore. Per questo, per i rischi che ci sono, immagino di temere oscuramente un esito infelice. Non vorrei che vi ferisse ancora più nel profondo. Come colpirebbe me, ne sono certo. Avete deciso, ma... ti prego, non caricare di troppe speranze questa scelta. Ci sono veramente molti rischi. E' giusto che tu lo sappia.

Marta Ti sono grata di queste parole. Immaginavo che potesse essere così. Credo di essere... serena, per quanto è possibile.

Sergio Bene, non permettere che le tue illusioni abbiano il sopravvento.

Angelo (arriva quasi di corsa, eccitato) Incredibile! Era la Mecke. Sono... sono straordinari. Pensa, ha già organizzato tutto: domani mattina alle nove e trenta arriverà l'aereo. La clinica Salvatrix ha già riservato il posto. Inizieranno subito gli esami e in due giorni al massimo... Ad operare sarà il professor Benneis... (guarda Sergio) Oh, naturalmente se tu sei d'accordo... Benneis, io non lo conosco... Non so, cosa credi...

Sergio Benneis... sì... certo... (fa segno di sì con la testa, ma come se pensasse ad altro, e comincia ad avviarsi lentamente per uscire, seguito dai due) Benneis...

Angelo Sono stati davvero efficienti... Almeno qualcosa che funzioni... E' un sollievo, a volte... un piccolo sollievo...

Sergio Un sollievo... certo... Benneis... certo

Angelo Te ne vai?

Sergio Vi prego... sarò con voi nei prossimi giorni, sarò con voi... (esce, scuotendo la testa)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Angelo (solo, visibilmente affranto e tormentato, mima lo sconforto di chi ha assistito al crollo delle sue speranze)

Marta (entra, dapprima non vede Angelo, poi lo nota) Ah, sei qui? Oh, Madonna! Che succede?

Angelo (le va vicino e la abbraccia, come per consolarla, ma si capisce che è lui ad avere più necessità di conforto, in quel momento. Ha la voce rotta dall'emozione) Marta.

Marta Ti scongiuro, dimmi! Perché fai quella faccia?

Angelo Marta... non si può... oh, dio... non si può...

Marta (capisce) L'operazione? Il bambino? Ma perché?

Angelo Non si può...

Marta (prima angosciata, poi, vedendo il marito in quello stato, ha una reazione d'orgoglio) Angelo! Basta! Solleva la testa! Non devi lasciarti andare a quel modo!

Angelo (cerca di reagire, si passa la mano sugli occhi, prende fiato, e finalmente parla con voce quasi normale) Sono stato all’aeroporto.

Marta Ebbene?

Angelo Non possiamo procedere.

Marta Perché?

Angelo Ho visto il bambino.

Marta (fredda) Va avanti, raccontami.

Angelo Non è affatto... una macchina di carne. Al diavolo! E' un bellissimo ragazzetto, allegro.

Marta Come hai fatto a vederlo?

Angelo Sai... non te ne ho parlato perché mi sembrava... infantile. Curiosità, sai... e... e anche quel problema, del quale credevamo di esserci liberati. Ma stamattina sono andato direttamente in aeroporto. C'era traffico, ed ho fatto un po' tardi. Sono entrato al settore arrivi ed ho visto immediatamente la Mecke. Stavo per andare da lei quando mi sono accorto che un uomo le si avvicinava. Teneva per mano un bambino... più o meno come il nostro. Il piccolo sorrideva. Bel sorriso, begli occhi.

Marta Sì.

Angelo E'... come avevi pensato. Maledizione. Come avevamo pensato.

Marta Aspetta: perché ne sei così sicuro?

Angelo Non ci sono altre possibilità, purtroppo. Le coincidenze sarebbero davvero eccessive. L'ora dell'aereo era quella che mi aveva comunicato la Mecke. Ma il peggio è che poi li ho seguiti: sono andati direttamente alla clinica Salvatrix. Anzi... no, non direttamente. Durante il viaggio lei ha sostato un momento davanti ad una pasticceria ed ha comprato un dolce al bambino. Dovevi vedere... come la guardava con riconoscenza.

Marta Ma non potrebbe trattarsi di un... un ricevitore, invece che di un... donatore?

Angelo Tu manderesti tuo figlio da solo, in una clinica, per sottoporsi ad un intervento di quel genere?

Marta E se non si trattasse di un'operazione particolarmente grave?

Angelo Marta: non c'erano altri bambini, né altre... niente altro per la Mecke, stamattina.

Marta (sempre fredda) Volevo solo esserne certa.

Angelo Pensi che... si possa andare avanti?

Marta In un assassinio? Hai perso la testa?

Angelo No. Ti vedo così fredda... indifferente.

Marta Cerco di ragionare. Mi sforzo di guardare fino a che punto sono impazzita.

Angelo (amaro) Solamente tu?

Marta Essere in due, in questo caso, non conforta molto. Avrei dovuto oppormi con più forza.

Angelo Anch'io. Ma sono mesi, ormai, che rincorro tutte le ombre. Mesi... mi paiono secoli.

Marta Oppure minuti. Il tempo non finisce mai quando aspetto che si svegli. Ma sono soltanto attimi quelli concessi per essergli vicina.

Angelo Avresti mai pensato di poter soffrire tanto?

Marta Credevo che il dolore riguardasse gli altri.

Angelo Mi chiedo quanti errori ho commesso, quali colpe debbo espiare.

Marta Amare non è sufficiente?

Angelo Amare come, ingannarsi come, sperare come, disperare come.

Marta Non c'è nulla di positivo, nulla?

Angelo Oh, moltissimo. Ma baratterei tutto, subito.

Marta Aspetta: subito, c'è altro da fare. Dobbiamo fermarli.

Angelo Hai ragione. Subito.

Marta Sta arrivando Sergio. La consueta visita. Dovremo dirglielo.

Angelo Certo. Io, io stesso. Io, che ho dubitato di lui.

Marta Ora non importa più. Dobbiamo chiedergli come sia possibile veramente fermarli.

Angelo La polizia... che altro?

Marta Non penso che sia tanto semplice, purtroppo. Hai sentito quella donna. Sono forti, ben organizzati, potrebbero avere il diritto dalla loro parte.

Angelo Il diritto? Ma ti rendi conto di quello che dici?

Marta Sì. Credo che sia necessario capire meglio. Sergio potrà aiutarci. (suonano) Eccolo.

Angelo (va incontro all'amico e torna con lui, come sempre)

Sergio (un po' innaturale) Non dovete essere così tesi, preoccupati. Ho parlato con Benneis. Mi ha convinto che i miei dubbi sono eccessivi. Il margine di sicurezza è accettabile.

Marta Sergio...

Angelo No. Lascia che glielo dica io. Sergio, non ci sono più prospettive. Nessuna.

Sergio Il bambino! Cos'è accaduto?

Marta No... no. Lui è come sempre...

Angelo E' l'altro. Il cosiddetto... "donatore".

Sergio Non l'hanno trovato? Ma se avevano detto che era così facile, tutto organizzato! Sembrava che avessero la bacchetta magica.

Angelo Ne hanno una terribile. Il piccolo è arrivato. Ma non si tratta di... di anencefalo. E' un... normale, allegro, vivace bambino da uccidere.

Sergio (comincia ad alterarsi sempre più fortemente) Cosa?

Angelo I nostri timori più oscuri...

Sergio (crescendo) Cosa?

Marta I tuoi pensieri, sii sincero...

Sergio (quasi impazzito) Cosa?

Angelo (china la testa) Sì.

Marta (si avvicina a Sergio) Sergio...

Sergio (la allontana con brutalità selvaggia e durante la battuta seguente agirà come un folle, muovendosi come se dovesse distruggere tutto) Dìo! Dìo! Un bambino! Non deve avere mai limite questa follìa? Non riusciamo più ad avere paura di noi stessi? Non c'è nessuno che dica maledetti, basta? Non arriva il fuoco dell'inferno a bruciare queste cellule impazzite di onnipotenza? Medicina! La medicina! La serva della sofferenza degli uomini si è fatta loro dea! Dea! Sovrana delle menti, gelido trono delle ambizioni!

Angelo Sergio...

Sergio (ansimante, senza ascoltarlo) Trent'anni fa ho giurato, sì, ho giurato, con le lacrime agli occhi, con cuore puro e sincero, ho giurato, perdìo, ho giurato sul mio onore e su quello che ho di più caro e nobile, ho giurato di usare queste mani, questi occhi, il mio cervello, tutto me stesso per alleviare le sofferenze degli uomini. Ho giurato che mai, mai, nemmeno sotto minaccia di tortura e di morte avrei tradito questo impegno! Mai avrei potuto impiegare la mia scienza per causare dolore, per... per uccidere!

Marta (si riavvicina a lui che continua a parlarle come se fosse trasparente, cupo)

Sergio La scienza! Briciole che la natura ci concede e che noi vediamo come trionfali fiaccole della nostra intelligenza! Quanto dovremo studiare, ancora, prima di capire fino a che punto siamo piccoli e stupidi? E crudeli, perdìo, e infami, e incapaci di fermare l'ingigantirsi della nostra stessa disumanità! Questo, è il cancro più terribile!

Angelo Sergio, ascoltami, abbiamo già deciso...

Sergio (attenuando un po' alla volta il tono) Angelo! Vuoi sapere quale cosa, fra le tante, mi tormenta di più, in questa vicenda? Che tutti, maledizione, tutti assolutamente quelli che parteciperanno al bestiale sacrificio, riterranno di aver compiuto un rito pio, di aver pagato un giusto tributo alla dea: la medicina! Credi che Benneis pensi diversamente? Credi che Van Leipe sia consapevole? No, mai.

Marta Noi abbiamo bisogno di te per fermarli...

Sergio (come se li sentisse per la prima volta) Fermarli?

Marta Dobbiamo impedire che avvenga.

Sergio (amaro) Fermare? E cosa vuoi impedire, ormai?

Angelo L'operazione, il trapianto.

Sergio Non si può. Ci vorrebbe un altro diluvio universale. Nemmeno la guerra atomica sarebbe sufficiente.

Marta Cosa dici?

Sergio Possiamo vietare a Benneis questa operazione: ma non le altre cento, mille, che il suo cervello maligno ha già progettato. Che gli servono per il prossimo, minuscolo ramo d'alloro delle sue pubblicazioni.

Angelo Ma allora, cosa consigli?

Sergio Nulla. Guardate in voi stessi. Voi dovete decidere.

Marta Per noi è già chiaro.

Angelo Sì. Ora chiamo la Mecke. (esce rapidamente per telefonare)

Marta (a Sergio) Vuoi qualcosa?

Sergio No... grazie. Un bambino... Sono sempre i più piccoli, i più deboli, le vittime dei sacrifici. Immolerò una colomba, su questo altare! Si è mai sentito che sacrificassero un leone? Una tigre?

Marta E' vero. Ma qualcosa deve cambiare, si potrà modificare.

Sergio Temo che sia un'utopia. L'uomo delle caverne è dentro di noi, con la sua terrificante incapacità di salvarsi.

Marta No, io non ci credo. Penso che anche l'atto di uno, per quanto possa essere isolato, abbia valore per tutta l'umanità. Non accetto una logica di rinuncia.

Sergio Nemmeno io. Marta, tu hai combattuto, continui a combattere.

Marta E' il mio momento di dare.

Angelo (rientra, aggrondato) Ho telefonato. La Mecke dice che siamo impazziti. Che stiamo commettendo un errore. Vuole venire subito a parlarci. Secondo lei c'è un equivoco.

Sergio Equivoco... Mi piacerebbe sapere quale.

Marta Fermati qui. Lei arriverà in fretta.

Sergio (guarda l'orologio) Ho un paziente da vedere... Va bene, mi sbrigherò presto. Sono ansioso di sentire le ragioni di questi difensori della vita. (esce in fretta)

Marta Vado a vedere se il bimbo riposa.

Angelo No! Non lasciarmi... Scusa. Vai, naturalmente.

Marta (si era fermata, perplessa - riparte)

Angelo (a se stesso) Povero idiota. Povero infantile idiota. Sei qui che tremi per quello che hai fatto e per quello che hai tralasciato di fare. Temi un futuro che tu stesso hai contribuito a costruire e chiedi aiuto a chi sei incapace di proteggere. Possibile che la vita non ti abbia insegnato nulla, possibile che la tua esperienza sia trascorsa come acqua sul marmo?

Marta (rientra, ha sentito le ultime parole) Angelo.

Angelo Sì?

Marta Il piccolo riposa. Sorride nel sonno. Sembra che faccia meno fatica a respirare.

Angelo Veramente?

Marta Come se sognasse qualcosa di bello. Ha dimenticato di essere malato.

Angelo E'... è meglio. Noi, non possiamo.

Marta Invece è questo il problema, temo. Cerchiamo ogni pretesto per sfuggire la nostra pena. Siamo diventati incapaci di soffrire.

Angelo Ma è per lui, che ci stiamo battendo!

Marta Ho riflettuto. E' per noi. Non vogliamo ammettere la nostra sconfitta, non vogliamo accettare che il programma di vita che ci eravamo proposti sia sconvolto. Anni fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta...

Angelo Amati.

Marta Incontrati, alleati. C'è anche l'amore, certo, io ti amo e tu mi ami. Anche questo fa parte della perfezione del progetto. Noi abbiamo immaginato la nostra vita come una scala che salisse dolcemente verso l'infinito. Traguardi, nuovi percorsi, altri confini. Abbiamo cancellato tutte le ipotesi negative.

Angelo Ma... non ce ne sono state. Perché avremmo dovuto cercare...

Marta No. Semplicemente, abbiamo evitato ogni possibile ferita. Le abbiamo sfuggite, in forza del nostro amore, della ragione, della unità famigliare. Abbiamo trovato i nomi più belli e convincenti per il nostro atteggiamento.

Angelo Capisco... comincio a capire.

Marta E' accaduto in molte occasioni. Non è un'accusa a te, Angelo. Sto parlando di noi due. Sto parlando di un amore perfetto, di una vita perfetta.

Angelo (come proseguendo il pensiero di lei) Poi abbiamo deciso che era tempo di generare un figlio.

Marta Io te l'ho chiesto.

Angelo Hai solo espresso quello che tutti e due desideravamo intensamente.

Marta E all'inizio abbiamo creduto che la perfezione fosse possibile, che nulla potesse cambiare un tale stato di grazia.

Angelo Ne siamo stati convinti sempre. Per tutto il tempo. Hai ragione. Fino a... fino ad un istante fa. E'... incredibile. Fino... ad... un... istante... fa.

Marta Ciò che abbiamo immaginato come giusto, era un cumulo di errori.

Angelo Questo no. Io ti amo. Ho imparato ad amarti.

Marta Come intendi dimostrarmelo?

Angelo Con la vita di ogni giorno. Io... sono disposto a qualunque cosa, per te, per il bambino.

Marta Non esserne certo.

Angelo La mia vita. La mia vita per la sua... o per la tua.

Marta La vita è un grande pegno. Ma anni ed anni di rimorsi, di rimpianti, possono essere molto più difficili da offrire.

Angelo Sono pronto.

Marta Pensaci. Cerca veramente di immaginare i giorni, le ore, i minuti con quel peso addosso.

Angelo (pensa per un momento, in silenzio - il viso esprime i pensieri che gli passano nella mente)

Marta Non rispondermi, ora. Ci ho provato anch'io, e non ho avuto il coraggio di guardare fino in fondo a quel baratro. Ma intendo riuscirci.

(suonano)

Marta La Mecke.

Angelo Vado io. (va e torna con la donna)

Marta Buon giorno.

Mecke Fatico a credere che sia buono. E' uno dei peggiori della mia vita.

Angelo Lei!

Mecke Sì. Non è facile, mi creda. Quando si lavora in queste condizioni.

Marta Lei ha sentito la nostra decisione.

Angelo Sì, le ho detto tutto al telefono.

Mecke Quello che parlava non era lei, era una persona dalla ragione sconvolta. E non riesco a capirne i motivi.

Angelo Ah! Finge di non capire!

Mecke No. Sono veramente sorpresa. Mi ero convinta che la mia franchezza avesse chiarito tutte le vostre perplessità.

Angelo Lei ha mentito.

Mecke (riflette un attimo) No, su nessuna cosa.

Marta Sul punto principale, invece. Lei aveva escluso che la sua... organizzazione fosse coinvolta in azioni indegne.

Mecke (di nuovo un momento di riflessione) Ascoltatemi. Io vedo che qualcosa vi ha profondamente turbati, e ne sono sorpresa, ma non era del tutto inatteso. Si tratta di decisioni capitali, per le quali è umano avere delle esitazioni. In queste ultime ore ho pensato quasi soltanto a voi. A voi, qui, che nella vostra casa, dovete lottare contro l'angoscia. Forse, rifiutate persino quel briciolo di speranza alla quale vi eravate aggrappati dopo il nostro colloquio. Pensate soltanto ai rischi, alle probabilità contrarie. E' giusto, lo farei anch'io. Anzi, permettetemi... scusate, permettetemi di dirvi qualcosa di personale. Io non collaboro con questo organismo per caso; non si tratta di un lavoro qualsiasi. Io... ho percorso il vostro medesimo cammino, qualche anno fa.

Angelo Come?

Mecke Ne parlo malvolentieri. Sono ricordi con i quali non mi è facile convivere, anche se in ogni momento, per mia scelta, me li pongo davanti. Ho avuto lo stesso vostro problema. Cinque anni fa.

Marta Suo figlio?

Mecke Mia figlia. L'unica... l'unico essere che mi importasse al mondo. Io... non sono sposata. Avevo fatto una scelta... indipendente. Volevo un figlio. E l'ho avuto. Poi, il dramma. Non avevo nessuno, vicino. Credo che possiate capirmi. Avevo delle disponibilità, non ho rinunciato a nessun tentativo. Finché mi è stato offerto questo. Anche allora, hanno detto tutto con molta chiarezza. Non mi hanno lasciato alcuna speranza, diversamente da quanto è possibile ora. Mi hanno parlato di una nuova via della medicina, di aperture incoraggianti, ma di tecniche ancora troppo poco sperimentate, di incognite.

Angelo Io però volevo dire...

Marta Lasciala andare avanti.

Mecke Grazie. Non c'è più molto. Non c'è stato quasi niente. L'operazione è riuscita. Per i primi dieci giorni la speranza cresceva, diventava realtà. Vedevo la mia bimba recuperare le forze, i suoi occhi riprendevano a vivere. Mi era concesso poco tempo ogni giorno, prima al di là di un vetro, poi di una tenda sterile. Sapete, allora i problemi erano ancora grandissimi. Quando, al decimo giorno, hanno portato la mia piccola in una stanza normale, ho capito come potesse essere il paradiso. Bianco, sterile, spoglio, in penombra, ma con la mia bimba che mi sorrideva.

Angelo (e Marta - si stringono vicini e guardano intensamente la donna)

Mecke A quel punto potevo restare quasi tutto il tempo con lei. Le cure erano diventate meno assillanti. I medici cercavano di frenare il mio entusiasmo, dicevano che gli imprevisti erano molti. Ma sembrava che in fondo fossero soddisfatti. Sono stati dieci giorni meravigliosi. I più belli della mia vita.

Marta Dieci?

Mecke (come un oracolo) Dieci, più dieci, più otto. Questa è la storia della mia vita. Di nuovo, al decimo giorno della mia felicità, c'è stato un piccolo colpo di tosse. Un insignificante colpo di tosse. Di primo acchito l'ho preso per un segno positivo, tutti i bambini hanno qualche minuscolo problema di gola. Mi faceva quasi piacere che la mia piccola potesse... potesse tornare ad avere gli inconvenienti... di una vita normale. Mi sembrava giusto. Ma non lo era. Otto giorni dopo era finito tutto.

Marta Otto giorni.

Mecke La misura del tempo è una convenzione. Luce, buio, luce. Talvolta c'è la luce fuori e il buio dentro. Oppure il contrario. Ripensandoci - e ci ripenso spesso - non riesco a decidere se sono stati otto minuti oppure otto secoli. Se i dieci giorni di felicità siano durati in realtà un battito di ciglia. Ma ne ricordo ogni attimo.

Angelo E poi? Perché questo lavoro? Per altruismo?

Mecke No. Per non dimenticare. Ma non voglio... permettetemi di non dire altro.

Angelo Questo spiega una parte. Ma non tutto. Non il problema più importante.

Mecke Mi dica.

Angelo Ero all’aeroporto, stamattina.

Mecke (colpita - resta un momento senza parole)

Angelo L'ho vista.

Mecke Perché?

Angelo Non nega?

Mecke Che cosa dovrei negare?

Angelo Quel bambino che era con lei.

Mecke Non devo dire niente, in proposito.

(suonano)

Marta Vado io. (va verso sinistra)

Angelo E' uno strano modo di essere onesti. Comunque, è quello il motivo per il quale abbiamo deciso di annullare tutto.

Mecke (guardandolo negli occhi) Da genitore a genitore: mi creda, si sbaglia. Non è la decisione giusta.

Angelo Perché, dovrei crederle? Per la sua storia? Per quello che dice di avere in comune con noi?

(alle spalle della Mecke arrivano Sergio e Marta)

Mecke Anche. Ci sono cose che non posso spiegare.

Sergio Molte, vero?

Mecke (si gira di scatto verso di lui) Lei è...

Marta Il medico del bambino. Nostro amico.

Mecke (torna a volgergli le spalle - ad Angelo) Perché è venuto all’aeroporto? Quale curiosità morbosa l'ha spinta fin là?

Angelo Legittimo desiderio di sapere. E i fatti mi hanno dato ragione.

Mecke I fatti! La prima regola è rispettare gli impegni. Nessuno le ha chiesto di fare di più.

Angelo E' tutta qui la sua giustificazione?

Mecke Non c'è nulla da giustificare. Comunque, potrei dirle che qualsiasi cosa abbia visto, non può afferrarne il significato.

Angelo Al contrario. L'ho seguita, fino alla clinica. (si passa la mano sul volto) Ho visto anche l'episodio della pasticceria. E' stato il più rivoltante.

Marta Ci possono essere spiegazioni, per questo?

Sergio No. Nessuna.

Mecke Dottore, lei è sempre stato contrario, vero?

Sergio Con fondatezza, come vede.

Mecke Non giudichi. Aspetti. Van Leipe mi aveva avvertita. Ho parlato a lungo, con lui, sia ieri che oggi.

Sergio Van Leipe. Di nuovo lui. Credevo di aver conosciuto un uomo diverso.

Mecke Lo è. Per questo collabora con noi.

Sergio Per denaro! Per denaro!

Mecke Nemmeno un centesimo. Lei non ha sbagliato il suo giudizio su quell'uomo. E' in errore soltanto quando pretende che tutti la pensino come lei.

Sergio Questo... questo terribile episodio mi conferma in pieno nelle mie convinzioni.

Mecke Dottore, vuole dire ai suoi amici, davanti a me, perché è contrario ai trapianti?

Sergio E' una sfida? Ma si renda conto che in questo caso non esiste via di scampo, per lei.

Mecke La prego.

Sergio E sta bene. Sono contrario perché questo tipo di trapianti comporta l'uccisione del donatore. Conosco le sue obiezioni: si tratta di individui il cui elettroencefalogramma è già piatto da un tempo determinato, sono stati fatti tutti i tentativi per salvarli. Si tratta di persone consenzienti o per le quali esiste l'approvazione da parte dei parenti più stretti.

Mecke E che cosa risponde?

Sergio Che noi crediamo che quei parametri corrispondano alla morte. Abbiamo convenuto che sia così. E purtroppo molti hanno interesse che sia così. In nome del progresso della scienza. Ma non abbiamo nessuna certezza. Siamo sicuri soltanto che sarà il chirurgo, a provocare la morte di quell'essere umano.

Mecke Non sono più esseri umani!

Angelo Io ho visto un bambino.

Sergio E che cos'ha da dire, su questo? Vuole raccontarmi qualche altra favola, in proposito? Vuole illustrarmi ulteriori progressi della medicina?

(Marta, silenziosamente, esce verso la camera del bambino)

Mecke Con un medico come lei, sarebbe inutile. Lei ha finito di avere contatti con la scienza quando ha chiuso l'ultimo libro dell'ultimo esame. Ma non voglio che il suo amico possa pensare che io l'abbia ingannato.

Sergio Pensa davvero di avere argomenti per lui? Con me, qui presente?

Mecke (sospira) Posso tentare. (Fruga nella propria borsa) Soltanto perché c'è lei, diversamente non sarebbe stato possibile. (toglie una grande busta, ne trae delle carte e delle radiografie, che esamina un momento prima di darle al medico) La prego di guardare. E' tutto molto chiaro, molto evidente.

Angelo (fa per avvicinarsi anche lui, ma Mecke lo prende per un braccio, per chiederne l'attenzione)

Mecke Mi ascolti un momento. Poi chiederà il parere al suo amico. Quel bambino viveva, se si può chiamare vita, in un tugurio a San Felipe, in Costarica. Ha sette fratelli, per ora, e nessuno che si preoccupi di loro. Lo abbiamo trovato per caso, su segnalazione di un medico, quasi morto di fame. Abbiamo nutrito lui e la sua famiglia.

Angelo Ma questo non significa che abbiate un diritto di vita o di morte, su di lui!

Mecke Certamente no. Noi non abbiamo diritti né pretese. Ce ne siamo occupati senza sapere quale fosse il futuro. Come aiuto umano. Ha avuto l'unico anno vivibile della sua vita. Poi è stato ricoverato. Una, due volte. Lì ci sono i risultati. (indica il plico in mano a Sergio)

Angelo (si rivolge a Sergio) Cosa... cosa c'è scritto?

Sergio (serio) Un quadro tragico. Fatale. Può morire oggi...

Angelo Ma cosa dici?

Mecke (trionfante) Ha sentito?

Angelo Ma l'ho visto io, io, camminare, sorridere! Cosa dici!

Sergio ...oppure fra tre mesi, o di più. Nessuno è in grado di dirlo.

Mecke Tre mesi! Quante probabilità ci sono?

(Marta, è rientrata, sta in fondo alla scena)

Sergio Pochissime, quasi insignificanti. Ma esistono.

Mecke E' più ragionevole pensare ad un periodo breve, brevissimo, no?

Sergio Sì, è più ragionevole. Ma non ci sono certezze.

Angelo Ascoltatemi: vi dico che l'ho visto io! (sembra smarrito)

Mecke E' fragile come la fiamma di una candela, come l'ultimo lampo di luce. Ma la sua morte può non essere inutile.

Sergio Ecco, questo è ciò che io non accetto. Questo è il limite che non può essere superato.

Mecke Può continuare a vivere, in parte, in piccola parte, in suo figlio.

Sergio (scuote la testa) Ha difeso bene la sua causa, signora. Mi sentirei di ammirarla. Ma la ragione...

Mecke La ragione! Lei ne parla in un campo dove il linguaggio della ragione e quello della pietà si confondono fino a diventare un incomprensibile rumore!

Sergio Può darsi. Però continuo a credere che piccole verità siano raggiungibili. Forse saranno sentimenti, scritti dall'educazione, dall'esperienza. Ma credo che esistano per tutti e che a nessuno sia lecito infrangerli. Nessuna causa, nemmeno la più nobile, lo merita.

Mecke (ad Angelo) Non ho nulla da aggiungere. Le avevo detto che non era semplice. Sappia, tuttavia, che non è previsto alcun rimborso.

Sergio Il denaro!

Angelo Non m'importa del denaro.

Mecke Nemmeno un centesimo andrà altrimenti che agli scopi umanitari che ci siamo prefissi.

Angelo Ma non mi sembra giusto...

Marta Angelo!

(tutti si girano verso di lei)

Angelo Sì? (le va incontro)

Marta (a Mecke) Il bambino? Il piccolo costaricano?

Mecke (sospira) La lista d'attesa è molto lunga.

Marta No.

Mecke Non ci pensi più, signora. Lo cancelli dalla sua mente.

Marta Al contrario. Intendo tenerlo più che mai presente.

Sergio Che cosa vuoi fare?

Marta Vai a prenderlo, Angelo.

Sergio Marta!

Mecke Non è possibile.

Marta Lo abbiamo pagato. E' nostro.

Sergio (a Mecke) E' la sua logica, no?

Angelo Marta, amore mio... Hai pensato veramente a quello che stai per fare?

Marta Sì (sospiro) è tutto chiaro. Vai a prenderlo.

Sergio Marta, tu non hai potuto sentire. Io ho visto la sua cartella, e devo dirti...

Marta Non importa. Ciò che ho ascoltato mi basta.

Sergio Vado io, andrò a prenderlo io.

Marta No. Deve essere Angelo. Lui capisce, conosce.

Mecke (va incontro a Marta, le si avvicina, esita un po', e poi l'abbraccia - parla con voce rotta) Signora, lei sa a che cosa sta andando incontro vero? Sì, sono certa che lo sa. Mi crede se le dico che in questo momento, veramente, desidererei non essere mai nata?

Marta Sì. Angelo, va con lei. (si scioglie dall'abbraccio)

Sergio Ha bisogno di cure. Lo porterò io in ospedale...

Marta Verrà qui. E' nostro. E' a casa nostra che deve venire.

Sergio Tre giorni... un mese... Avete già l'altro.

Marta Ne abbiamo due. Verrà nella sua casa e avrà l'amore che gli è dovuto. Tre giorni, tre mesi, o quello che potrà essere. Dovrai vedere tutti e due, allo stesso modo, fin quando durerà. Abbiamo due figli.

Angelo Sì, sì, vado. Tornerò presto.

Marta Ti aspetterò: preparerò la sua stanza, intanto.

SIPARIO

Nota dell’autore :

“sarebbe bello che pagaste i diritti d’autore, come previsto dalla legge; sono modesti e me ne arriva circa il 65%, fra tasse e trattenute. Ma se proprio non volete, almeno mandatemi un manifesto con le vostre firme ed un pensiero. Lo conserverò con piacere come ricordo. Grazie in anticipo, Leonardo”