Commedia in tre atti
diNicola Manzari
Libreria Editrice Organizzazione
Roma 1955
PERSONAGGI
MARCO
MATILDE
MARIÙ
RICCARDO
CLARETTA
Oggi, in una grande città. Il primo ed il secondo
atto in casa di Marco. Il terzo in casa di Matilde.
Fra il primo ed il secondo atto un giorno.
Fra il secondo e il terzo una settimana.
Rappresentata la prima volta il 15 maggio 1944 al Teatro delle Arti di Roma dalla Compagnia Bagni-Cortese-Pilotto-Zacconi, fu replicata per sessanta sere consecutive nello stesso teatro.
Indi è stata ripresa da numerose compagnie, fra le quali, quelle di Olga Villi-Luigi Almirante, Giulio Stival-Pina Cei, Lamberto Picasso; I Commedianti ecc. Tradotta in inglese, francese, tedesco, spagnolo, è stata ovunque accolta con immutato successo.
E' stata pubblicata la prima volta dall'editore Campitelli, Roma (1945): la seconda da Repertorio, Milano (1949): la terza dalla Elios, Roma (1950).
Quarta edizione. Tutti i diritti riservati.
ATTO PRIMO
Uno studio salotto in casa di Marco Vetti. Ambiente moderno ed elegante. Si capisce, da qualche particolare e dal "tono" dell'arredamento, che la casa è abitata da uomini soli. Mobili d'obbligo: un bar, un radiofonografo, uno scrittoio con un telefono.
Quando si leva il sipario per un po' scena vuota, poi si ode la voce di
Marco (di dentro) Riccardo... Riccardo... (Entrando) Riccardo, insomma vuoi rispondere? (Marco è in smoking, elegante, è un uomo che ha molta cura della sua persona).
Riccardo Eccomi, papà.
Marco Sei pronto?
Riccardo Ancora un momento.
Marco Sbrigati. (Va ad uno specchio, si ammira, si accomoda lacravatta. È soddisfatto del suo esame: canticchia).
Riccardo Sei allegro, papà.
Marco Abbastanza. (Ha finito di guardarsi. Esce a destra).
Un attimo ancora scena vuota. Poi
Marco (Torna. Ha uno spruzzatore di profumo. Sempre canticchiando ne spruzza un po' dovunque).
Riccardo (È apparso sulla soglia, a sinistra. È un bel ragazzo. Anche lui in smoking, ma senza la cravatta che stringe in mano. Sta un po' a guardare suo padre che non si è accorto di lui. Poi) : Ma papà, non usa più.
Marco (fermandosi con lo spruzzatore) No?
Riccardo Si legge solo nei romanzi! «La loro casa olezzava come una serra!».
Marco Dacché studi medicina, mi sembra di respirare dovunque quel tuo orribile odor d'etere.
Riccardo (tendendogli le mani) Fiuta, papà. Marco (eseguendo) Colonia. Benissimo. (Accorgendosi che Riccardo è senza cravatta) E la cravatta?
Riccardo Non ci riesco.
Marco Da qua. (Comincia a fare il nodo alla cravatta di Riccardo) .
Riccardo È proprio necessario che ci sia anch'io?
Marco Certo.
Riccardo Stasera avevamo deciso con Gianfranco di ripassare le dispense di anatomia.
Marco Studierai domani.
Riccardo Perché non hai voluto che invitassi Gianfranco?
Marco Non voglio discorsi macabri a tavola. L'ultima volta con quella vostra storia della laparotomia, non ho più potuto toccare carne per undici giorni. E poi stasera avremo delle signore.
Riccardo Di che genere?
Marco (scattando) Per bene. Per bene. Credi forse che inviti delle cocottes?
Riccardo Da te non mi meraviglierei.
Marco (c. s.) Ascoltami bene. Se stasera non ti comporti come una persona educata, c'è il caso che in presenza di tutti, io ti dia una lezione!
Riccardo Sta’ tranquillo. Sarò compitissimo.
Marco Mi basta che tu non commetta delle gaffes, come mercoledì scorso quando dicesti al commendator Bolgiani che con una semplice operazione di plastica oggi si mettono a posto i nasi più ribelli.
Riccardo È la verità. Credevo di fargli un favore.
Marco Ebbene, sai cosa ha fatto Bolgiani il giorno dopo? Ha rifiutato di partecipare al mio affare di cuscinetti a sfera. E così tre mesi di lavoro sono stati distrutti da una tua insolenza.
Riccardo Anche questo di stasera è un pranzo d'affari?
Marco No. Vuoi sapere altro?
Riccardo È per regolarmi. Posso dire che sono tuo figlio?
Marco Naturalmente. Ma non è il caso che tu vada a ripetere a tutti che hai compiuto diciannove anni.
Riccardo Venti, papà.
Marco (sbuffando) Va bene. Venti.
Riccardo Oh, per me! Se vuoi che dica quindici...
Marco Non fare il buffone. E ricordati che i miei ospiti godono tutti perfetta salute e non hanno bisogno delle tue ricette.
Riccardo Peccato. Perché proprio ieri il professore di fisiologia ci ha detto: «È nel cerchio familiare che i grandi medici fecero i primi esperimenti. Ricordatevi che nessun coniglio e nessuna cavia vi daranno le soddisfazioni che può darvi l'uomo!».
Marco Ti ringrazio. Ma stasera a tavola non ci saranno né conigli né cavie... Ih, che disgusto! Ecco, sento che nemmeno stasera potrò toccare la carne!
Riccardo Tanto meglio per te. Ne guadagnerà la tua pressione.
Marco Al diavolo la pressione. Io mi sento benissimo.
Riccardo Sentirsi bene non significa star bene.
Marco Insomma io scoppio di salute. Vuoi capirlo? E non ti ho fatto studiare medicina perché tu la esercitassi su di me! (Ha scorto una fotografia su di un mobile) Cos'è questa roba? (La prende) Un uomo nudo? (Gridando) Perché vai lasciando in giro le tue fotografie pornografiche?
Riccardo Ma, papà, sono tavole anatomiche. Devo studiarle. Vedi? Questo è un uomo affetto da artrite deformante. Le sue gambe...
Marco (interrompendolo) Non voglio vedere nulla. Sei impazzito per lasciar fuori simile roba? Non capisci che se non me ne fossi accorto, sarebbe rimasta lì e qualcuno avrebbe potuto vederla?
Riccardo Vuoi dire che i tuoi ospiti disprezzano la scienza?
Marco Ma fra poco qui ci saranno delle signore! E non c'è solo la medicina a questo mondo. Ma anche la buona educazione. Vuoi intenderlo una buona volta? (Guardando l'orologio) Ecco. Già le sette. Con tutte le tue chiacchiere mi fai perdere la testa. E chissà cosa combina, di là, solo, Antonio.
Riccardo Ma no, papà, sai benissimo che puoi fidarti completamente di Antonio.
Marco L'occhio di un domestico non vede mai tutto. E poi voglio accertarmi se a tavola ha disposto gli invitati come gli ho ordinato.
Riccardo (scrutandolo) Tieni a sedere presso qualcuno... in particolare?
Marco (fermandosi e fingendo indifferenza) Oh, no. Figurati!
Riccardo (fingendo severità) Papà.
Marco (c. s.) Che c'è?
Riccardo Vieni subito qui. E guardami.
Marco (eseguendo) Non mi far perder tempo.
Riccardo Tu mi nascondi qualche cosa.
Marco (imbarazzato) Io?
Riccardo Sì. Da un mese in qua sei cambiato. Si direbbe perfino che tu mi sfugga.
Marco Che idea! Ho avuto molto da fare. Ecco tutto. La fabbrica, il consiglio d'amministrazione...
Riccardo Vorrei conoscerli i membri di questo consiglio che si riuniscono solo in sedute notturne.
Marco (tentando di riprendere la sua autorità) Ah, tu mi spii...
Riccardo Se credi di avere un passo leggero quando rincasi alle due del mattino...
Marco Ebbene? Devo sempre essere un bue da lavoro per te?
Riccardo Anzi se ti svaghi un po', mi fai piacere! Sai bene che ti lascio libero.
Marco Ti ringrazio della concessione.
Riccardo Ma in te c'è qualcosa che m'impressiona. In tre giorni hai cambiato sei cravatte. Ti profumi. Canti. Anche poco fa ti ho sentito. E quel che è più sorprendente: fai della ginnastica. Negalo se puoi.
Riccardo Ma se me l'hai consigliato tu stesso.
Riccardo Io ti ho ordinato del moto. È diverso. E invece, ecco qua.. (Trae dalla tasca un fascicolo) Come far scomparire la vostra pancia in quattro settimane.
Marco (strappandogli il fascicolo) Hai frugato nei miei cassetti.
Riccardo Era necessario papà. Per il tuo bene.
Marco Insomma, sono stufo. Tu mi devi del rispetto.
Riccardo Non puoi pretenderlo se fai delle sciocchezze.
Marco Ecco il risultato della mia educazione.
Riccardo Su via, non tergiversare. Sai bene che noi ci siamo sempre detto tutto come due compagni. Sei tu che hai voluto così. E allora perché questa volta tanti misteri? Rispondimi francamente: chi è?
Marco (fingendo stupore) Chi?
Riccardo Diamine! Lei. La donna delle cravatte e della ginnastica.
Marco Non c'è nessuna donna.
Riccardo Papà, sai che non sta bene dire le bugie! Me l'hai ripetuto tante volte. Dunque, su, da bravo, chi è? La conosco?
Marco No.
Riccardo Lo immaginavo. E quanto ti è costata finora?
Marco Cerca di essere meno volgare.
Riccardo Ah, dunque è più serio di quel che pensassi. Vediamo un po'. Cos'è: ballerina?
Marco Non ti permetto.
Riccardo Indossatrice?
Marco Basta.
Riccardo Ci sono! Attrice. Cioè, generica. È uno dei tuoi generi preferiti!
Marco Insomma credi proprio che io non possa piacere per me stesso?
Riccardo Finora quelle alle quali giuravi di piacere per te stesso, come dici, ti sono costate il doppio delle altre. Ti dirò solo un nome: Lisetta.
Marco Figurati! Una donnina.
Riccardo Ah, non si tratta più di donnine, allora! Marco, tu mi sorprendi! Hai dunque cambiato genere di selvaggina!
Marco Non ti permetto questo tono confidenziale. E non chiamarmi Marco.
Riccardo Ah, già, siamo soli. Posso anche chiamarti: papà.
Marco Oh! (Fa per allontanarsi) .
Riccardo (trattenendolo) Aspetta, ho indovinato. Una divorziata.
Marco Mi rifiuto di rispondere al tuo interrogatorio. E se vuoi proprio saperlo, non si tratta di quello che pensi.
Riccardo No?
Marco Basta con le donnine! Del resto, te ne avrei parlato io stesso...
Riccardo Quando?
Marco Domani.
Riccardo Ah, dunque viene qui stasera. Ecco spiegato il profumo, lo smoking. Alto bordo, dunque. Ah, povero papà, chissà quello che ti mangerà!
Marco Smettila! Si tratta di una creatura angelica, di una donna per bene.
Riccardo Nientemeno! Allora voglio proprio conoscerla questa perla.
Marco Ah, sì? Ascoltami bene. Io non so quello che passa nel tuo cervellino, ma ti avverto che se non usi il rispetto che si deve ad una signora...
Riccardo Tu mi spaventi. Non si tratterà, spero di una cosa seria!
Marco Più di quanto pensi.
Riccardo (impressionato) Di... non penserai, forse, di sposarti?
Marco E se fosse?
Riccardo Ma no, è uno scherzo. Alla tua età.
Marco Ti faccio notare che ho appena cinquant'anni. E tu stesso mi hai spiegato che i cinquant'anni di un uomo sono la sua seconda giovinezza.
Riccardo Ma io ti parlavo clinicamente. E noi medici siamo sempre un po' generosi.
Marco Ebbene, io non ci vedo nulla di strano. Infine sei un uomo e non hai più bisogno di me.
Riccardo Via, non è possibile. Rifletti un momento. Una donna, qui.
Marco (che ha capito) Pensi alla povera mamma? È questo che vuoi dire?
Riccardo (abbassando il capo) Sì.
Marco Credi che non ci abbia pensato anch'io in tutti questi giorni? Tante volte mi son chiesto se ne avessi il diritto. Ebbene la mia coscienza è tranquilla. Ho cercato di educarti il meglio che sapessi. Oh, non come avrebbe fatto lei, certo! Ma ora il mio compito è finito. E sono certo che la mamma per prima approva la mia decisione. Non credo che essa sia contenta delle varie Lisette. E poi comincio a sentirmi solo...
Riccardo Solo? Ma tu hai me.
Marco Tu?... Oh, tu hai i tuoi umici ormai, le tue laparotomie... lnsomma, Riccardo, da uomo a uomo: potresti condannarmi? Non ti pare che dodici anni di vedovanza siano anche troppi per un uomo come me?
Riccardo Ma rifletti! Se la conosci appena.
Marco Oh,è una creatura limpida che si giudica facilmente.
Riccardo A sentirti si direbbe che tu abbia già deciso.
Marco Eh, sì. Questa volta spero proprio di sì.
Riccardo Benissimo! Ma questo è un vero tradimento. Fai tutto da te senza nemmeno consultarmi. Ed io? Non conto più nulla io? Ah, questo proprio da te non me lo sarei aspettato.
Marco Ma se l'ho invitata apposta per presentartela.
Riccardo Presentarmela? E credi che basti? Ma mi devi dare il tempo di conoscerla, interrogarla, accertarmi se è veramente adatta a te.
Marco Straordinario! A sentirti si direbbe ch'io abbia bisogno del tuo consenso!
Riccardo Certo. Il matrimonio è un passo grave. E bisogna pensarci bene prima. Ora se non ci pensi tu, è necessario che lo faccia io per te.
Marco Non temo il tuo giudizio. Vedrai che ne sarai conquistato al solo vederla. Ha uno spirito, una grazia, una classe!
Riccardo Alt. Tu cerchi d'influenzarmi. Non è leale.
Marco Io? Oh, sono così sicuro che non ti voglio dire nemmeno una parola su di lei. Anzi facciamo così. Io approfitto di un momento in cui gli altri ospiti sono distratti e te la mando qua. Così tu hai modo di interrogarla, di conoscerla, di giudicarla liberamente. D'accordo?
Riccardo E sia. Ma ti avverto che io non assumo alcun impegno. Se non mi va te lo dico subito.
Marco Un momento. Mi prometti di essere educato e di dirmi solo a quattr'occhi le tue impressioni?
Riccardo Naturalmente. So come ci si comporta in società.
Marco Veramente a frequentarti non si direbbe!
Riccardo Ma questa volta so che si tratta di una cosa seria; dunque, fidati di me. A proposito, le hai detto che sono tuo figlio?
Marco Naturalmente. Ti vedrà con molta simpatia.
Riccardo Speriamo ch'io possa dire altrettanto di lei. Ed ora, papà, sinceramente: credi d'essere veramente felice risposandoti?
Marco Felice?... Oh, felice lo sono già stato una volta. Pretenderei troppo dalla vita. Mi basterà d'essere tranquillo. Credo che sia il massimo cui possa aspirare un uomo della mia età.
Riccardo Papà.
Marco Ancora?
Riccardo Un'ultima domanda... Non sarà, per caso, un'amica della mamma?
Marco Sai che ho il rispetto delle cose sacre.
Riccardo Bravo. Ecco una risposta che t'innalza ai miei occhi.
Marco (dandogli un buffetto sulle guance) Ragazzaccio.
Suono di campanello.
Marco (agitatissimo) Eccola!
Riccardo Di già?
Marco L'ho pregata di anticipare la sua venuta appunto per te.
Riccardo (trattenendo Marco che sta per avviarsi) Aspetta. Lascia che vada ad aprire Antonio... È meglio non mostrarsi troppo premurosi con le donne.
Marco (fermandosi) Tu credi?
Riccardo Ma sì. Energia, papà. Energia. Le prime impressioni non si cancellano più. (Voci di dentro) .
Marco Eccola. Viene.
Riccardo Calma, papà. Non agitarti. Guarda me.
Sulla soglia appaiono Matilde e Mariù. Rispettivamente di quaranta e ventidue anni. Frivola, leggera, allegra, la mamma. Fredda, seria, la figlia.
Marco Oh, benvenute! (Bacia e stringe calorosamente le mani alle due donne) Sono lieto di salutarvi finalmente nella mia casa.
Matilde Amico mio, avete un domestico molto decorativo. Ho creduto per un attimo che fosse un vostro invitato.
Mariù (riprendendola) Mamma!
Matilde Figlia mia, al giorno d'oggi se si desidera un po' di classe bisogna cercarla nei domestici! Vero, amico mio ?
Marco Deliziosamente vero. Come tutto quello che dite.
Matilde Oh, non cominciate con l'adularmi subito, altrimenti allo champagne che farete?
Mariù (guardandosi intorno) Molto grazioso.
Matilde Sì. Ma un po' troppo genere «uomini soli» . Vi suggerirò qualche modifica.
Marco Ne approfitterò volentieri. So che avete gusto. Ed ora permettetemi di presentarvi mio figlio. Riccardo, saluta le signore.
Riccardo (s'inchina) .
Matilde È proprio un bel ragazzo. Non vi somiglia affatto, Marco. Adesso capisco perché non ce l'avete fatto conoscere prima. E cosa fa?
Marco Sarà medico.
Matilde Non gli mancheranno le clienti.
Mariù (a Riccardo) Conoscete Mario Bardelli, del terzo anno?
Riccardo Un tipo piuttosto alto, biondo?
Mariù Al contrario. Basso e bruno.
Riccardo (Come se lo conoscesse) Basso e bruno? Terzo anno?... (Secco) Mai visto.
Matilde (frivola) Ecco. Ora che avete degli amici in comune, potete diventare amici!
Marco (andando al bar) Prendete un aperitivo?
Matilde Grazie. Un cognac doppio, per favore.
Riccardo (è colpito).
Marco (a Mariù) E voi?
Mariù Un vermouth se c'è.
Marco Certo. (A Riccardo) Tu puoi servirti da te.
Riccardo Lo sai che non bevo, papà.
Matilde Decisamente questo ragazzo non vi somiglia, Marco.
Marco Infatti ci prendono piuttosto per fratelli.
Matilde Come me con mia figlia. Vero Mariù?
Mariù Sì, mamma.
Matilde Sentite? Le ho imposto di chiamarmi mamma sempre e dovunque. Io non mi vergogno di avere una figlia già grande.
Marco Nemmeno io. Vero, Riccardo?
Riccardo Sì, papà.
Matilde Quando si è ancora giovani, io trovo che i figli grandi sono una civetteria.
Riccardo È un genere di civetteria che a lui (indicando Marco) non sempre va giù. Certe volte infatti preferisce che lo chiami Marco.
Marco Riccardo!
Matilde (ridendo) Naturalmente il «Marco» è riservato alle donne!
Riccardo Per certe donne! Perché stasera mi ha permesso di chiamarlo papà.
Marco Riccardo!
Matilde Lasciatelo dire. È così simpatico.
Riccardo (inchinandosi) Grazie, signora!
Matilde Signora? No, no. Chiamatemi: Lilì.
Riccardo (impressionato) Lilì?
Matilde Ma sì. Matilde, Lilì. Mi chiamano tutti così. Ed io vi chiamerò... Come vi chiamate?
Riccardo Riccardo.
Matilde Riccardo... Riccardo... Ecco... Rorò! Sì. È gaio e virile altempo stesso. (A Mariù) Non ti sembra?
Mariù Sì, mamma.
Riccardo Rorò... Avevamo un gatto al laboratorio che si chiamava così.
Matilde Era una mascotte?
Riccardo No. Era idrofobo.
Marco Riccardo!
Riccardo Che ho detto di male?
Marco Ti sembran delle storielle da raccontare a delle signore? E prima di cenaper giunta?
Matilde Oh, è veramente interessante! È vero che anche i topi vanno soggetti all'idrofobia?
Riccardo Sì. E anche gli asini e i muli.
Marco Riccardo, ti proibisco. (Alle signore) Vi chiedo scusa. È un ragazzaccio.
Matilde Anzi. Mi sembra più giudizioso di voi. Del resto i ragazzi d'oggi lo fanno apposta ad essere più saggi di noi. Guardate mia figlia. Beve poco, fuma meno, non ha flirts, insomma è il mio rimprovero vivente.
Mariù Ma mamma, così, come sei, non ti cambierei con nessun'altra.
Matilde Davvero?
Mariù Certo. Pensa se anche tu fossi come me. Che noia!
Matilde E poi tu hai tanto tempo per essere saggia. Mentre io ne ho così poco per non esserlo.
Marco Ah, Lilì, lasciate che ve lo dica: siete proprio divertente.
Matilde Me lo diceva anche il mio povero marito: «Solo se tu parlassi un po' meno!» aggiungeva quando non ne poteva più. Dio lo abbia in pace! Mia figlia ha preso tutto da lui. Parla pochissimo.
Mariù Perché penso che la parola ci è stata data per esprimere l'essenziale.
Matilde Ma, cara, le cose più piacevoli della vita sono proprio quelle inutili.
Mariù (spiegando) Voglio dire che ad esprimere i sentimenti comuni è ormai provato che bastano ottocento vocaboli. Perciò il linguaggio di domani sarà esclusivamente tecnico e ai sentimenti sarà riservata una parte sempre più ristretta.
Riccardo Esatto! Solo quando i rapporti fra i sessi occuperanno il minimo posto nell'attività dell'individuo, questi potrà dedicarsi meglio al progresso della scienza.
Marco Riccardo, non siamo in un'aula di fisiologia.
Riccardo Peccato, papà.
Matilde (divertendosi) Peccato?
Riccardo Sì. Perché solo davanti all'uomo nudo si capiscono le eterne verità dello spirito.
Matilde Un uomo nudo? Oh, Marco, il vostro ragazzo è adorabile!
Mariù Mamma, ma si parla solo di una nudità metafisica!
Matilde Cara, non distruggere subito la poesia d'ogni cosa!
Riccardo Vedi, papà, Lilì non fa tante storie come te! Son sicuro che se avesse trovato quella fotografia, non avrebbe detto nulla!
Matilde Che fotografia?
Marco (precipitosamente) Niente. Niente.
Matilde Si tratta d'una donna, vero? Oh, non ci sono che i vedovi aparlare bene della prima moglie e a divertirsi con le altre.
Marco Vi giuro che si trattava di un uomo.
Matilde Un uomo? Oh, Marco, siete disgustoso!
Riccardo A proposito di vedovi, m'è venuta in mente una storiella.
Marco Ti proibisco di raccontarla.
Matilde Perché? La conoscete già?
Marco Non so. Ma se la racconta lui è certamente atroce!
Matilde Benissimo. A me piacciono le storielle piccanti. E mia figlia non ci fa caso. Vi ascoltiamo, Rorò.
Marco (a Riccardo) Bada! Se dici una sola parola scorretta, ti chiudo in camera e ceniamo senza di te.
Riccardo Allora non posso raccontarla. Tutta la storiella è scorretta.
Matilde Marco, siete proprio insopportabile! I ragazzi vanno lasciati liberi. A mia figlia io ho sempre permesso di fare tutto quello che voleva. E se è rimasta una brava ragazza, vi assicuro che il merito è soltanto suo.
Mariù (a Matilde) Senza saperlo, hai applicato una teoria molto nota in pedagogia: lasciar liberi gli istinti vitali.
Riccardo È una teoria che abbiamo anche noi in medicina. Lasciar liberi gli ammalati di vivere o di morire!
Mariù Intendete dire che le risorse dell'organismo sono sufficienti?
Riccardo Come quelle dello spirito.
Mariù C'è dunque una analogia fra le due attività?
Riccardo Certo. Come in tutte le altre discipline che studiano l'uomo nel suo complesso.
Mariù Credete dunque che ci avviamo ad una unificazione del metodo scientifico?
Riccardo Senza dubbio. Il prossimo futuro segnerà il trionfo della psicofisica.
Marco Ehi, ragazzi, non siamo all'università.
Matilde È impressionante la decadenza della gioventù. Appena due ragazzi oggi si trovano insieme, invece di fare all'amore, si mettono a parlare dell'anima. E poi ci lamentiamo se il mondo va male.
Marco Diteglielo voi, Lilì. Ai nostri tempi gli uomini e le donne sapevano bene quello che si doveva fare quando si trovavano insieme!
Matilde Un momento. I nostri tempi? Ma la vostra epoca non è la mia.
Mariù Attento, Marco. Avete commesso una gaffe. Mia madre non accetta paragoni in fatto di età.
Matilde Naturalmente. Perché io mi ritengo sempre più giovane delle persone che frequento. Ed è per questo che mi son mantenuta giovane.
Marco La vostra gioventù. Lilì, è fuori discussione.
Matilde Benissimo. E ricordatevene sempre se vogliamo restare amici!
Suono di campanello.
Marco Ecco gli altri invitati.
Matilde A proposito. Marco, se ci sono dei vecchi non me li mettete vicino. Perderei l'appetito.
Marco Non temete. Vi ho messo accanto mio figlio! E dall'altro lato ci sarò io.
Matilde Benissimo. Così mi potrò consolare di voi con lui.
Marco Lilì, siete proprio terribile.
Matilde Infatti mi invitano apposta nei pranzi. Pare che basti la mia presenza per elettrizzare l'atmosfera.
Marco Allora vogliamo andare di là?
Matilde Sì. (avviandosi) E voi, Rorò. non venite?
Riccardo Scusatemi. Faccio una telefonata. E vi raggiungo subito.
Matilde Bene. Vi aspettiamo. Voglio conoscere il seguito della storiella di quegli uomini nudi.
Marco, Matilde e Mariù via.
Riccardo (al telefono) Pronto? Sei tu, Gianfranco? No, stasera non possiamo studiare. Mio padre mi ha bloccato. Le dispense? Te le porto domani. Sì, farò tardi. Beh, studierò stanotte... Sì, domani. Ciao.
Marco (affacciandosi) Allora che impressione t'ha fatto?
Riccardo Non posso ancora pronunziarmi..
Marco C'è ancora qualche minuto prima di andare a tavola. Facciamo così. Con una scusa te la mando di qua. E tu la interroghi senza parere. E poi mi dici. Va bene?
Riccardo Come vuoi tu.
Marco Allora aspetta qui. (Esce).
Riccardo Povero papà! «Ai miei tempi quando due giovani si trovavano insieme facevano all'amore, invece di parlare dell'anima!».
Matilde (entrando) Parlate da solo?
Riccardo Sì. Trovo qualche volta più divertente parlare con me stesso che con gli altri.
Matilde Siete uno strano ragazzo. A volte cordiale. A volte rude. Meritate che io vi conosca più a fondo.
Riccardo Troppo buona.
Matilde Di là è arrivata una mummia che tutti trattano con grande rispetto. È un tradimento da parte di vostro padre averla invitata.
Riccardo Non ha potuto farne a meno. È il presidente della sua società. Ricchissimo.
Matilde È strozzino?
Riccardo No. Banchiere.
Matilde È lo stesso. Sapete dirmi perché il danaro finisce sempre nelle mani dei vecchi, mentre dovrebbero essere i giovani a goderlo?
Riccardo Io detesto il danaro. Tutti i grandi medici furono poveri.
Matilde Per fortuna vostro padre non la pensa come voi. Altrimenti non potreste diventare medico.
Riccardo (indagando) E a voi piace il danaro?
Matilde Sì. Per spenderlo. (Offrendo da un portasigarette) Una sigaretta?
Riccardo Grazie. Non fumo.
Matilde Ah, dimenticavo che siete virtuoso. E scommetto che non avete neppure un flirt.
Riccardo Detesto le donne.
Matilde Ah!
Riccardo Scusate.
Matilde Anzi apprezzo la vostra sincerità. E perché non godono la vostra simpatia?
Riccardo Perché sono avide ed interessate. Appena incontrano un uomo vedono in lui subito un marito.
Matilde Così che voi non vi sposerete mai.
Riccardo Mai. (Superiore) Per me la donna non è che uno scheletro rivestito di muscoli e pelle.
Matilde Se penso che vedete anche me così, arrossisco dalla vergogna.
Riccardo (accorgendosi solo ora d'esser preso in giro) . Voi vi burlate di me.
Matilde Com'è possibile prendervi sul serio? Siete un ragazzo. Mi sembra di ascoltare mia figlia. Questo è bene. Quello è male. Io la lascio dire. Quando avrà più anni si accorgerà che non ci sono cose buone e cose cattive. Ma solo cose che piacciono e cose che non piacciono.
Riccardo (rapido) E mio padre vi piace?
Matilde Vostro padre? Lasciatemi pensare. Beh. Perché no? È ancora un bell'uomo, forte, attivo.
Riccardo Non tanto forte. Ha la pressione un po' alta. E una tendenza uricemica.
Matilde Davvero? Non si direbbe..
Riccardo Eh, le malattie che covano, covano e poi un brutto giorno - là - un attacco di gotta. Capite? La gotta. Quasi sempre in una poltrona con una gamba grossa così. Assistenze, cure, ah, non sarà una vita allegra. E si diventa irascibili, collerici.
Matilde Poveretto! E lui lo sa?
Riccardo (in fretta) No. E non glielo dite.
Matilde State tranquillo. Povero Marco. Ora mi è quasi diventato più simpatico.
Riccardo Simpatico? (Aggrappandosi ad un altro argomento) Io direi riprovevole. Nelle sue condizioni di salute dovrebbe riguardarsi. E invece che vita fa? Donnine, avventure... eh, vi assicuro che me ne dà di preoccupazioni.
Matilde Capisco. Vedovo così giovane! Sapete cosa ci vuole a vostro padre? Una moglie.
Riccardo Eh?
Matilde Sì, per mettergli le briglie.
Riccardo Voi credete?
Matilde Sì. Una moglie energica. Come fui io con mio marito. Figuratevi che si ridusse a non spostare più un portacenere senza chiedermi il permesso.
Riccardo Voi siete una donna eccezionale.
Matilde Me lo dicono qualche volta.
Riccardo Mio padre è invece un uomo qualunque.
Matilde Non ci sono uomini qualunque se donna vuole. Ma perché parliamo di vostro padre? Ditemi di voi.
Riccardo Volentieri. Ho ventiquattro anni.
Matilde Strano! Vostro padre m'è parso che dicesse venti.
Riccardo Oh, papà ha così poca memoria per le cifre. Figuratevi che molte volte dimentica di avere cinquantacinque anni.
Matilde Cinquantacinque? Credevo di meno.
Riccardo Infatti è meglio che non glielo ricordiate. Si offenderebbe. Sembra più giovane perché fa della ginnastica. Ma tanto la sua pancia non gli va via. O, se vedeste com'è buffo in camicia da notte.
Matilde Camicia da notte? Non l'avrei mai supposto!
Riccardo Eh, papà in certe cose è un uomo all'antica. Figuratevi, certe sere d'inverno mette anche la papalina.
Matilde La papalina? No!
Riccardo Proprio così.
Matilde Incredibile! A vederlo in società così brillante!
Riccardo Una maschera. Credetemi. Nell'intimità viene alla luce il suo vero volto. Io ormai ci sono abituato. Ma se non fossi suo figlio vi assicuro che non sopporterei un uomo così borghese!
Matilde Avete ragione! Anch'io non lo sopporterei. La papalina. È una vera delusione. Adesso che me lo avete detto, non riuscirò a vederlo altrimenti.
Riccardo E si tinge i capelli.
Matilde Anche?
Riccardo E poi metodico, abitudinario, senza slanci...
Matilde Per carità, tacete. Mi sembra di soffocare. A me che piace il brio, la gioventù. Posso avere un'altro cognac?
Riccardo Subito. (Va al bar).
Matilde Doppio, per favore.
Riccardo Naturalmente (mesce).
Matilde Sospettavo che in Marco fosse tutta una posa, ma fino a questo punto, no. La papalina! (Brindando) Alla gioventù.
Riccardo Cosìche papà non è un uomo che vi interesserebbe?
Matilde Oh, no, davvero!
Riccardo Nemmeno se si sforzasse di apparirvi brillante, di farvi la corte...
Matilde Oh, no. State tranquillo! Mi verrebbe da ridergli in faccia ora che so... E non c'è nulla di peggio del ridicolo per certe cose... La papalina! Oh, è terribile. (brindando) A voi.
Riccardo (Allegro) Voglio bereanch'io!
Matilde Cosa vi accade?
Riccardo Voglio essere allegro stasera. Beviamo, Lilì.
Matilde Oh, io ci sto sempre se si tratta di far baldoria.
Riccardo (Levando il bicchiere) A voi!
Matilde Giù d'un fiato!
Riccardo (Esegue. Tossisce).
Matilde Povero piccolo!
Riccardo Piccolo? State a vedere. (Si versa dell'altro cognac. Lo beve d'un fiato).
Matilde Bravo. Alla nostra amicizia!
Marco (Entrando) Bene. Non vi annoiate!
Matilde Vostro figlio ha una conversazione brillantissima. Non ha fatto che dirmi male di voi.
Marco Spero che non gli abbiate creduto.
Matilde Anzi. Proprio perché gli ho creduto mi son divertita di più.
Mariù (Entrando) Invece vostro padre mi ha detto un gran bene di voi.
Riccardo Papà esagera.
Matilde (Scoppia a ridere guardando Marco).
Marco Cosa c'è?
Matilde Niente. Niente. È più forte di me.
Mariù Mamma!
Matilde Mariù, se tu sapessi! (A Marco) Scusatemi, Marco, ma vi trovo buffissimo.
Marco Possiamo saperlo anche noi?
Matilde No. Voi proprio no. (Smettendo di ridere) Ecco. È passato. Ma bisogna ch'io non ci pensi. Proprio che io non ci pensi. Forse è meglio che vada un po' di là. Volete accompagnarmi. Rorò?
Riccardo Volentieri, Lilì.
Matilde (Nell'uscire) Marco, per vostro figlio vi si perdona tutto.
Matilde e Riccardo via.
Marco Che avrà voluto dire?
Mariù Non le badate. Mia madre è fatta così. (Fa per uscire anch'essa) Andiamo anche noi?
Marco No. aspettate un momento.
Mariù Che penseranno i vostri ospiti?
Marco Me ne infischio. Debbo parlarvi.
Mariù Potete farlo a tavola.
Marco Ci sarà vostra madre.
Mariù Mia madre non mi ha mai impedito che mi si facesse la corte.
Marco Cosa vi fa credere che abbia intenzione di farvi la corte?
Mariù Tutte le volte che ci troviamo, non mi dite forse le stesse sciocchezze?
Marco La ritenete dunque una sciocchezza se un uomo come me, voglio dire della mia età, s'interessa ad una ragazza come voi?
Mariù Affatto. So di avere più successo con gli uomini come voi che con i ragazzi.
Marco Infatti solo un uomo d'esperienza... può apprezzare la vostra grazia, la vostra...
Mariù Venite al fatto..
Marco Ecco. (Al bar) Volete bere qualcosa?
Mariù Giacché ne avete bisogno voi per farvi coraggio, non vedo perché io debba imitarvi.
Marco Ecco... avevo preparato tutto un discorso... ma ora così...
Mariù Volete che vi aiuti?
Marco Voi?
Mariù Certo. Perché tergiversate invece di dirmi chiaramente: Mariù vi amo. Volete o no essere mia moglie?
Marco Come, lo sapevate?
Mariù Non cercate forse, dacché mi avete conosciuta, d'incontrarmi in tutti i posti che frequento? Non balbettate tutte le volte che vi vengo vicina? Non siete gentile persino con mia madre? Non mi avete invitata stasera apposta per parlarmi?
Marco Non immaginavo nemmeno lontanamente che aveste capito.
Mariù Mi amate?
Marco Con tutto il cuore... con tutto...
Mariù Benissimo. Ma che scopo vi proponete?
Marco Come?
Mariù Sì. Il vostro amore tende al matrimonio o a qualche altra cosa?
Marco Darei dieci anni della mia vita per essere vostro marito.
Mariù Non desidero che la nostra cerimonia nuziale abbia la forma di un funerale.
Marco (Fuori di sé) Ma allora voi, se ho ben capito, non mi rifiutate...
Mariù Perché dovrei farlo? Non siete più giovane, dunque devo pensare che avete ben riflettuto su quanto state per fare. Siete vedovo; perciò se vi risposate, vuol dire che mi amate veramente. Siete ricco: dunque non lo fate per interesse.
Marco Non posso crederlo! Voi mi dite di sì.
Mariù Fra i molti che conosco siete uno dei pochi che posso considerare dal punto di vista matrimoniale.
Marco È troppo bello per esser vero.
Mariù Non vi eccitate. Finora non vi ho detto che vi amo.
Marco (Smontato) È vero.
Mariù Siete un uomo d'affari e non vi dispiacerà un linguaggio pratico.
Marco L'approvo con slancio.
Mariù Benissimo. Ho ventun'anni. Non sono brutta. Nemmeno povera. Perché credete che non mi sia ancora fidanzata?
Marco Forse nessun uomo vi è piaciuto abbastanza.
Mariù Sciocchezze. Perché i giovani mi parlavano soltanto d'amore. Gli altri soltanto di danaro. Voi invece siete stato corretto senza essere noioso. Generoso, senza essere offensivo. Non vi amo e questo mi permetterà di non diventare la vostra schiava. Ma vi stimo e questo farà di me una buona moglie. D'altro canto sono molto più giovane di voi, e perciò sarete un buon marito temendo di perdermi. Siete ancora fisicamente valido. E questo mi dà garanzia per il futuro. Eccovi spiegati i motivi principali del mio consenso. Volete sapere altro?
Marco No...
Mariù Per quanto riguarda il mio carattere devo avvertirvi che son fredda, tenace, ma orgogliosa. Perciò sarò fedele. Per rispetto ancora più di me stessa che di voi. Naturalmente esigerò la massima libertà spirituale, la più completa fiducia, la maggiore indipendenza. Come ho goduto sin ora.
Manco Sì. Sì.
Mariù Per quel che riguarda la mia spregiudicatezza di linguaggio che forse può impressionarvi sfavorevolmente, tengo a chiarirvi che, contro ogni apparenza, io sono ancora pura.
Marco Oh, non ne ho mai dubitato.
Mariù È meglio che non ci siano equivoci. Perché è accaduto che la mia franchezza fosse scambiata per cinismo.
Marco Vi assicuro...
Mariù Meglio così. Perché io sono casta non per costrizione mentale o per scrupoli morali, ma perché ho educato il mio corpo ad una rigida disciplina fisica, raggiungendo il completo dominio dei miei nervi. Solo chi è sempre padrone del proprio corpo, lo è anche della sua anima. Ed ora se, dopo quanto vi ho detto, desiderate ancora che io sia vostra moglie, la mia risposta è: sì.
Marco Più che mai. Sono entusiasta di voi. Siete la compagna che sognavo. Forte, sicura e bella...
Mariù Bene. Allora visto che ci siamo messi d'accordo, fissate pure le nozze per quando credete. Prendetevi tutto il tempo che volete per conoscermi meglio. Per me vi dico: domani, fra un mese, fra un anno, la mia risposta sarà sempre: sì. Ed ora andiamo a mangiare perché comincio ad aver fame.
Marco Ma io non aspetto, Mariù. Fisseremo subito le nozze. Credete che voglia perdere del tempo? No. No. Non ci penso nemmeno. Lo diremo subito a vostra madre. A proposito che ne penserà?
Mariù Non potrà che approvare perché m'ha lasciata sempre libera come io ho lasciata libera lei. E mi ha sempre detto: figlia mia, scegliti lo sposo che vuoi. Io mi opporrò soltanto se la tua scelta cadrà su di un negro, un pastore protestante o un tenore. Perché detesto i mulatti, i sermoni e gli acuti! Ma fuori di questi tre casi, ti lascio completamente libera. Non voglio rimorsi.
Marco Allora glielo diciamo stasera stessa. Chissà come sarà sorpresa!
Mariù Affatto. Prima di venire qui, m'ha detto: Vedrai che stasera il vecchio ti parla.
Marco II vecchio sarei io?
Mariù Non fateci caso. Per la mamma, gli uomini sono vecchi quando hanno superato i quarant'anni.
Marco Respiro. Allora l'annunciamo a tutti.
Mariù E vostro figlio?
Marco Gli ho già parlato.
Mariù Benissimo. Allora poiché siamo fidanzati potete baciarmi.
Marco Con gioia. (Fa per baciarla).
Mariù (Porgendogli la gota) Qui.
Marco (Deluso) Ah!
Mariù Non ho mai baciato nessuno!
Marco In tal caso... (La bacia sulla gota) .
Riccardo (Entrando. Con un grido) Papà!
Marco Vieni, vieni, figlio mio. Devo darti una grande notizia.
Entra anche Matilde .
Marco Chiama pure tutti.
Matilde Cosa c'è? Va a fuoco la casa?
Marco Ma no. C'è di meglio. Io e Mariù in questo momento ci siamo fidanzati.
Riccardo Papà!
Marco Sì. Riccardo, tuo padre si sposa.
Matilde Alla buon'ora! È tutta qui la novità?
Mariù Marco, baciate mia madre.
Marco (Andando vicino a Matilde) Con piacere. (Fa per baciarla sulla gota).
Matilde (Ritraendosi) No, caro Marco, sulla mano. Agli uomini oltre i cinquant'anni io permetto di baciarmi solo la mano.
Marco (Smontato) Cinquant'anni?
Matilde Via, è inutile negare. Visto che mia figlia apprezza l'archeologia. Ma ricordate: a me non la fate! So tutto di voi.
Marco (Scherzando) Sei stato tu, vero, Riccardo?
Riccardo (Triste) Sì, papà.
Matilde Ma ora andiamo a tavola, perché quel vostro cognac mi ha svegliato un appetito e quella mummia di là ha l'aria di mangiarsi tutto lui!
Marco Andiamo. (Porge il braccio da un lato a Matilde e dall'altro a Mariù).
Mentre i tre escono. Riccardo cade a sedere avvilito su di una poltrona.
Fine del primo atto.
ATTO SECONDO
La stessa scena del primo atto. Mattina inoltrata.
Riccardo (È solo in scena e sta studiando un grosso trattato, ripetendone qualche parola scientifica. Poi si alza. Va alla porta di destra, spia, torna di corsa alla poltrona e si rimette a leggere) .
Marco (Entrando lo guarda sospettosamente) Che fai?
Riccardo Studio.
Marco Non mi avevi detto che uscivi?
Riccardo Ci ho rinunciato. (Torna a leggere).
Marco (Siede e sfoglia delle riviste di arredamento).
Una pausa.
Marco Riccardo.
Riccardo Papà.
Marco Da stamani tu eviti di parlarmi.
Riccardo Non me ne sono accorto.
Marco Ed hai assunto un tono che non mi piace.
Riccardo Scusami.
Marco Si direbbe che tu ce l'abbia con me.
Riccardo Con te? Oh, no, povero papà. Tu sei soltanto una vittima!
Marco Ah, secondo te io sono la vittima di un raggiro?
Riccardo No. La vittima di un sentimento che agendo violentemente sul tuo sistema psicofisico, ha tolto ogni flessibilità al tuo spirito.
Marco In parole povere mi dài del rimbambito.
Riccardo Tutte le passioni senili producono dei perturbamenti nervosi.
Marco Così che, secondo te, non mi resta che farmi visitare da un alienista.
Riccardo Puoi anche sposare la signorina Mariù.
Marco In tal caso sarei proprio un pazzo da legare.
Riccardo L'hai detto tu papà.
Marco Allora ascoltami bene. Io ho cercato di spiegarti i motivi che mi spingono al matrimonio, ho cercato di farti capire che Mariù è la ragazza che fa proprio per me, ho creduto che tu fossi ragionevole e capissi; ma visto che sei testardo come un mulo, ti comunico che farò ugualmente quello che ho deciso.
Riccardo Vedi? Ormai l'idea ossessiva s'è impadronita di te e tu non riesci più a liberartene. È un caso tipico di angoscia erotica.
Marco (Scattando) Bravo. Conducimi alla tua clinica; fammi misurare il cranio; prendimi ad oggetto dei tuoi esperimenti. Tanto io sono un padre da burla, un padre col quale si può scherzare anche sulle cose più serie! Ecco il risultato della mia generosa educazione!
Riccardo Papà, ma è meglio che io ti consideri un po' malato!
Marco Ah, sì? Insultami anche.
Riccardo Perché se sei malato, sei irresponsabile. Mentre se sei cosciente, sei colpevole.
Marco Numi dell'Olimpo, ascoltatelo! Ecco come mi parla mio figlio.
Riccardo Allora non ti parlerò più efarai quello che vorrai.
Marco No, parliamone anzi! Altrimenti scoppio. Cos'è che non ti piace dunque in Mariù?
Riccardo Tutto.
Marco Ah, semplicemente!
Riccardo I suoi principali difetti li troverai elencati in questo mio studio clinico sulla sua personalità. (Trae di lasca uno scartafaccio) .
Marco Cos'è quella roba? Da' qua. (Glielo strappa quasi di mano e poi legge) «Atto d'accusa contro la signorina Mariù. pretendente alla mano di mio padre. Quadro biologico e sintomatologico». (A Riccardo) Hai scritto tu questo?
Riccardo Sono stato in piedi fino alle tre per finirlo. Ma ti faccio notare che non è completo solo perché ad un certo momento il sonno mi ha vinto.
Marco Benissimo! (Leggendo) «La non meglio identificata signorina Mariù presenta a prima vista i caratteri tipici della ragazza-uomo, detestabile specie di fanciulla moderna che pone tutta la sua energia nell'ap-parire sicura, decisa, spregiudicata, rinunciando così agli attributi della femminilità: la dolcezza, la sotto-missione, la docilità. Il matrimonio con un tipo siffatto, non può essere che infelice perché... » Ah! basta! (Strappa i fogli) Ecco.
Riccardo Ne ho un'altra copia.
Marco (Gridando) Ah, sì. Vuoi darla alle stampe?
Riccardo No. Desidero che tu la rilegga a mente più serena.
Marco Me ne infischio. Nulla potrà modificare la mia opinione su Mariù. Quando tu la conoscerai meglio finirai con l'approvarmi.
Riccardo Sei ottimista.
Marco Sono sincero. Del resto tu non eri così ostile ieri al mio matrimonio.
Riccardo Sfido! Credevo che tu volessi sposare la madre.
Marco Quella vecchia? Mi credi proprio tanto rimbambito?
Riccardo Eri così gentile con lei.
Marco Ma era una tattica. Volevo riuscirle simpatico per ottenere il suo consenso.
Riccardo Dovevi avvertirmi.
Marco Ebbene, ora che lo sai, cerca di essere più obbiettivo. Fra poco Mariù sarà qui e tu...
Riccardo (Alzandosi) Ah, viene qui? Perché non me l'hai detto subito?
Marco Dove vai?
Riccardo Non tengo ad incontrarla.
Marco Tu mi farai il piacere di restare e di essere gentile per quei pochi minuti che ci tratterremo. Abbiamo un appuntamento molto importante.
Riccardo (Che ha scorto le riviste di Marco) Vedo. «La casa bella», «II nido 900», «Giovani sposi»... Ti presenterò un mio amico architetto. Può esserti utile.
Marco (Raccogliendo le riviste) Grazie. Ne faccio a a meno. (Esce a destra) .
Riccardo (Dopo essersi accertato che Marco non può sentirlo, va al telefono, forma un numero) Pronto... Sei tu Gianfranco?... No, non si tratta delle dispense... Ho ben altro per la testa... Fammi un favore... telefona qui... Ma sì, a casa mia, chiedendo di mio padre... Tu sei un infermiere del Policlinico... Ma sì, dici di essere un infermiere... E spiega che il commendator Bolgiani... ricorda: Bolgiani... È stato ricoverato urgentemente al sesto padiglione per appendicite e chiede di vedere mio padre... Hai capito? Ti spiegherò poi... Ma sì telefona subito... Grazie. Ciao. (Depone il microfono. Torna a sedere fingendo di leggere) . Una pausa.
Marco (Torna) Bravo. Sei rimasto.
Riccardo (Senza badargli legge ad alta voce) «Nei mammiferi la vecchiaia e l'atrofia senile sono evidentissime. Un animale vecchio si distingue per il suo aspetto esteriore. Egli è sincero, insomma, nelle sue manifestazioni. Non c'è che l'uomo a camuffare i guasti dell'età».
Marco È inutile che tu finga di leggere codeste sciocchezze!
Riccardo Non ci credi? Guarda. (Gli mostra il libro).
Marco (Respingendolo) Non me ne importa nulla, anche se tu cerchi di impressionarmi! Squilla il telefono.
Riccardo (Va a rispondere) Pronto?... Come... Policlinico?... Ah, è mio padre... ( A Marco) È per te... Pare un ospedale...
Marco (Al telefono) Sì... Marco Vetti, sono io... Che?... Il commendator Bolgiani?... E quando?... Ah stamattina... Ma com'è successo?... Cosa?... Emiparé... Eh?... E come Empoli... Emme come Milano... I come Imola... Pi come Padova... A come Ancona...
Riccardo (Suggerendo) Emiparesi.
Marco (A Riccardo) Cos'è?
Riccardo Paralisi.
Marco (Al telefono) Ah, paralisi... Tutto il lato destro?... Poveretto! e non parla?.. Ah, sì... parla... da una parte sola?... Come?... vuole me?... Vengo, vengo. Ditegli che vengo. Fra un'ora. Ah, grida di andare subito? Sì. (Riattacca) II commendator Bolgiani... Chi l'avrebbe detto... Ieri così allegro e oggi... hai sentito? Una paralisi...
Riccardo Credevo l'appendicite...
Marco L'appendicite? Perché?
Riccardo Con quel che mangiava.
Marco Eh, già alla sua età. Ma è seccante. Proprio adesso. Come si fa? Mariù sta per arrivare e tu non vuoi incontrarti con lei. Chi le dirà?
Riccardo Papà, in un caso come questo, io conosco il mio dovere. Va' pure. Riceverò io la signorina Mariù.
Marco Ah, vuoi? Benissimo. Ecco, dille che torno su-bito. Spiegale quel che è successo. E pregala di aspettare. Faccio un salto dal povero Bolgiani. Oh, chi lo avrebbe detto ieri! Mi raccomando: sii gentile con lei. Ti assicuro che è una brava ragazza... Torno presto. ( Esce in fretta).
Riccardo (Prende in mano le riviste lasciate dal padre e comincia ad esaminarle).
Una pausa. Suono di campanello. Riccardo esce. Torna poco dopo introducendo Mariù.
Mariù Grazie. Ho un appuntamento con vostro padre.
Riccardo Mi dispiace. Ma mio padre è uscito.
Mariù È uscito? Ma come, se ha tanto insistito per andare stamattina dal mobiliere!
Riccardo Cinque minuti fa gli hanno telefonato che il suo presidente è gravissimo. Non si sa bene se un'appendicite o una paralisi.
Mariù È seccante.
Riccardo Certo. Pover'uomo.
Mariù Ma io parlo per me. È seccante perché ho rinunciato a due impegni per tenermi libera.
Riccardo Mio padre vi prega di scusarlo. Tornerà il più presto possibile.
Marii; Speriamo! E allora visto che ho perduto la mattinata, aspetterò.
Riccardo Benissimo. (Al bar) Cognac?
Mariù Cognac? A quest'ora?
Riccardo Ah, già quella del cognac è vostra madre!
Mariù (Sottolineando) Io non bevo!
Riccardo (Offrendo da una scatola che è sul tavolo) Sigarette?
Mariù Grazie. Ho le mie.
Riccardo (Cerca i cerini, vuole accendere, ma Mariù vi riesce prima) .
Mariù E voi?
Riccardo Grazie. Non fumo. (Indicando la radio). Volete ascoltare della musica?
Mariù No, non datevi pena per me. Continuate a fare quello che stavate facendo.
Riccardo Non ho altro da fare che chiacchierare con voi.
Mariù Se ve l'ha ordinato vostro padre, ve ne dispenso subito. Ecco, io mi metto qui e sfoglio le riviste.
Riccardo Devo parlarvi lo stesso. È da ieri che me lo propongo.
Mariù Ah, e che vorreste dirmi d'interessante?
Riccardo Devo parlarvi di noi.
Mariù Di noi due?
Riccardo Precisamente.
Mariù Immagino quel che volete dirmi. Comunque sono a vostra disposizione.
Riccardo Ecco. Non è tanto semplice... e non vorrei offendervi.
Mariù Capisco. Vi ha stupito l'annuncio di questo matrimonio.
Riccardo Pressappoco.
Mariù Ioavevo consigliato vostro padre di prepararvi. Non mi ha ascoltato.
Riccardo Immaginavo che a mio padre stesse per capitare qualche cosa.
Mariù Ne parlate come se fosse vittima di un infortunio.
Riccardo Vi sembra normale un uomo che vuol sposarsi alla sua età?
Mariù Vostro padre è un uomo lucidissimo.
Riccardo Si può essere lucidissimi in affari e irresponsabili in amore.
Mariù Vedo che avete una vostra opinione in proposito. Ebbene parlatemi con assoluta franchezza. Forse ci intenderemo meglio.
Riccardo È presto detto. Non voglio che sposiate mio padre.
Mariù Perché?
Riccardo Non potete amarlo!
Mariù Non ho mai detto di amarlo. Ma lo stimo e un giorno credo che gli vorrò bene.
Riccardo Finirete col renderlo ridicolo.
Mariù Rispetto i vostri sentimenti di figlio, ma non tollero che mi insultiate.
Riccardo Voi non potete renderlo felice.
Mariù Felice? Oh, che parola impegnativa e logora. Io considero il matrimonio come un'associazione di due intelligenze più che di due sentimenti e son certa che sotto questo aspetto la mia unione con vostro padre avrà un pieno successo.
Riccardo Ma è terribile! Voi ne parlate come un esperimento da laboratorio.
Mariù Come medico non dovrebbe dispiacervi.
Riccardo Può darsi. Ma quando si tratta di altri. Non di mio padre. È l'unica persona alla quale voglio bene. Capite? E non voglio che gli sia fatto del male. Fra qualche anno voi sarete ancora giovane mentre lui...
Mariù Oh, tutto dunque si riduce ad una semplice questione di anni? Ma il tempo non è che una convenzione. Dovreste saperlo. Siamo noi che lo dividiamo in anni, in mesi... Einstein...
Riccardo Lasciate in pace Einstein! Lui forse non ha un padre che sta per sposarsi, ma io sì. Mio padre è un uomo romantico che si esalta per nulla. Voi invece siete così fredda, sicura... Cosaaccadrà?
Mariù Ecco l'errore. Un matrimonio fondato esclusivamente sull'amore è destinato a subire gli alti e bassi del sentimento. E spesso, cessata ogni curiosità sessuale, anche la società coniugale si sgretola. Ma quando a base dell'unione c'è il cervello invece del cuore...
Riccardo Scusate, ma mio padre vi ha mai sentita parlare così?
Mariù Molte volte.
Riccardo E vi stima ancora?
Mariù Più di prima.
Riccardo Incredibile. Dev'essere proprio malato.
Mariù Vedo che siete molto meno intelligente di quel che sembrate.
Riccardo E voi siete proprio il tipo di ragazza che detesto.
Mariù Non so cosa intendiate per vostro «tipo» ma certo voi mi riconfermate nell'opinione che ho dei giovani d'oggi.
Riccardo Sarebbe?
Mariù Preferisco non offendervi.
Riccardo Oh, so le arie che vi date voialtre ragazze appena avete sfogliato qualche libro.
Mariù Io non ho sfogliato qualche libro ma ho una laurea. Perciò come corso regolare di studi sono molto più innanzi di voi.
Riccardo Oh, di ragazze sgobbone sono piene tutte le università.
Mariù Per vostra norma io non sono una sgobbona.
Riccardo Strano. Il tipo ce l'avete.
Mariù Davvero?
Riccardo Sì. I vostri occhi in certi momenti accusano il leggero strabismo di chi trascorre molte ore sui libri.
Mariù Voi sognate! Tutti hanno sempre lodato i miei occhi.
Riccardo La carità non si fa di solo pane.
Mariù (Sempre più irritata) Insomma smettetela. Qui si parla di vostro padre. Ed esigo che la conversazione non esca da questi limiti.
Riccardo (Calmo) Siete anche affetta da ipertensione nervosa. I vostri scatti rivelano una neurosi accentuata. Dovreste farvi visitare. È probabile che si tratti di isterismo.
Mariù (Fuori di sé) Come vi permettete?
Riccardo Vedete? Un nulla basta per farvi perdere la calma.
Mariù (Cercando di dominarsi) Io so dominarmi benissimo. Siete voi che dimenticate di parlare ad una donna.
Riccardo Ecco come siete voialtre. Prima parlate liberamente. Sembra che lo facciate apposta a far dimenticare che si ha dinanzi una donna e poi quando si comincia a parlare come fra colleghi ecco che scappa fuori il sesso debole... la donna... il rispetto... Al diavolo le studentesse!
Mariù Avete altro da dirmi? O devo considerare chiusa la discussione?
Riccardo No, no. Vi prego. Non ho ancora finito. Bisogna che vi dica tutto prima che mio padre torni. Dimenticate le parole di poc'anzi. Volete che vi chieda scusa?
Mariù Non ci tengo. E giacché ci siamo, vuotate pure il sacco! Così i nostri rapporti futuri saranno regolati una volta per sempre!
Riccardo No, no. Torniamo aparlare senza rancore. Come due ragazzi.
Mariù Non chiedo di meglio. Mavi avverto: alla prima parola offensiva, non vi ascolto più.
Riccardo Promesso. Dunque: voi siete giovane, carina...
Mariù (Scattando) Non ricominciate ad offendermi.
Riccardo Ma no, sono sincero. Siete carina. Io non sono un competente in materia. Ma così a prima vista si capisce che potete anche piacere. Dunque uomini ne trovate finché volete. Cosa ve ne fate di mio padre?
Mariù Ascoltatemi bene. Nelle discussioni io tollero soltanto gli argomenti. Se ne avete, metteteli fuori. Vi assicuro che se riuscirete a convincermi che sposare vostro padre è una sciocchezza, sarò la prima a rompere il fidanzamento.
Riccardo Argomenti? Ma ne ho uno formidabile. Che mio padre non è fatto per risposarsi. Ne abbiamo sempre riso insieme quelle poche volte che ha preso una cotta per qualcuno. Perché è già capitato, sapete? Ma ha sempre finito col riconoscere che non ne valeva la pena. Ma questa volta, oh questa volta è diverso. Non mi ascolta più. Voi l'avete talmente suggestionato che non ragiona!
Mariù Insomma vostro padre non dovrebbe sposarsi per non lasciarvi. Mentre fra qualche anno sarete voi a lasciare lui indifferentemente. Ma non vi accorgete di essere un bell'egoista? Se i vostri argomenti si riducono a questo, temo che avete perduto!
Riccardo Allora vi avverto che farò il possibile perché mio padre non vi sposi.
Mariù Ed io vi avverto che farò il possibile perché vostro padre mi sposi.
Riccardo Non posso permetterlo. Come figlio e come medico! Sapete che i cinquantenni dalla pressione un po' alta con gli eccessi della vita matrimoniale vanno soggetti a colpi apoplettici?
Mariù Voi certo ignorate che le tabelle statistiche provano che vivono più a lungo i vedovi che si risposano di quelli che non lo fanno.
Riccardo Sciocchezze.
Mariù La mia statistica vale perlomeno quanto la vostra medicina.
Riccardo Volete forse insinuare che come medico non valgo nulla?
Mariù lo dico soltanto che la statistica è una scienza esatta. Mentre la medicina è una scienza sperimentale.
Riccardo (Esplodendo) Ah sì? Ebbene mi fate ridere con tutta la vostra statistica!
Marmi Non parlate male della statistica! Altrimenti dirò quello che penso dei medici.
Riccardo Se dite una sola parola contro i medici, non risponderò più di me.
Mariù Non vedo perché dovreste offendervi, visto che non siete medico!
Riccardo Lo sarò.
Mariù E gli altri medici che diranno?
Riccardo (Scoppiando) Ah, perché mio padre non è presente? Così conoscerebbe il vostro delizioso carattere. Son certo che preferirebbe farsi frate.
Mariù Non ne avrebbe bisogno, perché con i gentiluomini sono educatissima.
Riccardo Oh, povero papà! Povero papà!
Mariù È quello che dico anch'io. Povero padre!
Riccardo Insomma volete che fra noi sia guerra?
Mariù Perché? Ormai ci siam detti tutto. Ci siamo persino insultati. Dunque possiamo considerarci amici. Vi offro la pace. ( (gli stende la mano) .
Riccardo È una resa a discrezione?
Mariù Affatto. È soltanto una tregua.
Riccardo Sposerete mio padre?
Mariù Naturalmente.
Riccardo Ebbene non posso stringervi la mano. È più forte di me.
Mariù1 Sarete voi che l'avrete voluto.
Rumore di passi.
Mariù Vostro padre.
Entra quasi di corsa Marco.
Marco Vi prego di scusarmi. Mio figlio vi avrà spiegato. Spero che vi avrà fatto buona compagnia.
Mariù Mi ha divertito moltissimo.
Marco Son proprio contento. Ma non capisco... Il mio presidente mi ha accolto malissimo. Intanto non era affatto ricoverato in ospedale, ma nel suo ufficio. E quando gli ho chiesto se si sentisse perfettamente a posto con tutti i suoi organi è andato in bestia e mi ha giurato che se fosse stato un altro a rivolgergli simile domanda l'avrebbe preso a schiaffi.
Mariù Ah, niente paralisi?
Marco Almeno. A prima vista.
Mariù Credo che vostro figlio ne sappia più di voi in proposito.
Marco Certo. È medico lui.
Mariù Ma no. Per la telefonata. Interrogatelo.
Marco Come? Ne sai qualcosa tu?
Mariù Lo credo bene. È stata una sua luminosa idea.
Marco (A Riccardo) Tu? E perché?
Mariù Semplicissimo. Per rimanere solo con me.
Marco Santi numi! E cosa vi ha detto?
Mariù Oh, non ha fatto misteri. Che mi detesta. Ecco tutto.
Marco Spero che non gli abbiate creduto.
Mariù Perché no? Ne sono convintissima! Ma questo non modifica assolutamente nulla.
Marco (A Riccardo) Chiedile immediatamente scusa.
Riccardo È una preghiera o un ordine?
Marco Perché? C'è una differenza?
Riccardo Naturalmente. Se tu mi preghi di chiederle scusa ed io accettassi, ciò potrebbe significare una rinuncia alle mie opinioni su di lei (indica Mariù) e dovrei dunque rifiutare. Ma se tu me l'ordini, allora...
Mariù Vedete? Oh, è stata una felicissima idea tenervi lontano! Così ho potuto conoscere i veri sentimenti di vostro figlio verso di me. Non dicevate che sarebbe stato contentissimo? Me ne sono accorta.
Marco (A Riccardo) Chiedile subito scusa.
Riccardo È un ordine?
Marco (Scattando) Sì. E anche se non lo fosse dovresti ricordarti che mi sono sforzato di darti un'educazione!
Riccardo Basta, papà. Se è un ordine... (A Mariù) Vi chiedo scusa.
Mariù Ma no. È meglio esserci spiegati. Questo, del resto, non modifica nulla. Ve l'ho già detto, Marco.
Riccardo Papà, se permetti, io torno a studiare...
Marco No, resta. Studierai dopo. Già, per il bel profitto che ne ricavi... (A Mariù) lo desidero che non ci siano malintesi fra di voi.
Mariù Malintesi? Ma tutto mi pare chiarissimo! Oh, certo io sognavo di entrare nella vostra famiglia... come dire?... con più grazia... E che fra voi due non venissi a prendere tanto posto! Ma vedo che non è possibile. Non importa. Rispetto le sue opinioni. Ma conservo le mie. Ed ora Marco, non dimentichiamo che abbiamo l'appuntamento dal mobiliere.
Marco Oh, sì, è vero. Ci andiamo subito. Scusate, ma con tutto questo trambusto...
Mariù Oh, l'importante nelle discussioni è non lasciarsi trasportare dai nervi. E rimanere delle proprie opinioni. (A Riccardo) Esatto?
Riccardo Perfetto. Voi sapete sempre quello che volete.
Marco Riccardo!
Mariù Oh, lasciatelo dire. Perché dovrebbe mostrarsi gentile con me se sente di non esserlo? Sarei la prima a biasimarlo.
Riccardo Vedi, papà?
Marco Faremo i conti dopo. Ed ora, Mariù. andiamo, altrimenti faremo veramente tardi.
Mariù Arrivederci. Riccardo. (Esce).
Riccardo Buon giorno.
Marco sta per uscire ma sulla soglia Riccardo lo ferma.
Riccardo Papà.
Marco Che c'è?
Riccardo (Sottovoce) Sei sempre deciso a sposarla?
Marco Naturalmente.
Riccardo (Minaccioso) Sta bene.
Marco Che significa codesto tono misterioso?
Riccardo Niente. Ho detto soltanto: sta bene.
Marco Ma «sta bene» che cosa?
Riccardo So io.
Marco Non ne mediterai un'altra delle tue?
Riccardo Sta' tranquillo.
Marco Con te non si può mai esserlo. Non so, per esempio, quello che mi aspetta varcando questa soglia.
Mariù (Di dentro) Marco, venite?
Riccardo Senti? Ti attende lei. Va.
Marco Eccomi! (A Riccardo, avviandosi) Al ritorno ne riparleremo. (Via) .
Riccardo (Rimasto solo cammina nervoso. Va alla finestra, ma poi torna indietro indeciso. Evidentemente medita un progetto. Ma le idee che gli vengono in mente non lo soddisfano. Si ferma. Riprende a passeggiare mentre esclama):
Ci vorrebbe qualcosa di grosso, di clamoroso!
(Continua ancora nella scena muta, sempre più agitato, finché suona il telefono e va a rispondere nervosamente)
Pronto? No. È uscito. Sono suo figlio. Ma chi parla? Lilì? (Lì per lì non ricorda) Ah, siete voi, signora?
(S'illumina in volto improvvisamente. L'idea gli è venuta. Mentre parla ora il suo volto diventa sempre più allegro).
Oh, signora, dove siete? Non molto lontana? (Con affanno) Perché vostra figlia è di là che urla con mio padre. Sì, li sento gridare. Pare che si bisticcino. Oh, sento anche dei rumori. (Getta giù dei libri) . Sentite? Sembra una lotta. Oh, no, io non posso intervenire. No, mio padre ha chiuso la porta. Sentite? (Tira giù un grosso volume) Si direbbe un corpo caduto. Oh, signora, cosa sarà successo? Vi supplico, accorrete. Accorrete subito. (Smuove e fa cadere degli altri libri) Adesso s'è fatto un gran silenzio. Sì, venite? Ma subito, per carità. Subito!
(Depone il microfono. Fischietta una canzone, va allo specchio, si accomoda i capelli. Dopo essersi rimirato soddisfatto, esce a destra poi torna. Ha cambiato giacca ed ha uno spruzzatore di profumo fra le mani. Ne spruzza dovunque a profusione)
La loro casa olezzava come una serra!
(Ripone lo spruzzatore. Va al bar. Sceglie fra le bottiglie finche non trova quella del cognac. Ne versa. Poi riflette e ne aggiunge dell'altro)
Doppio! (Si sforza di berlo tutto. Lo beve) . Fatto! Ed ora...
(Va allo scrittoio, apre un cassetto. Fruga finché trae una rivoltella. La verifica. La scarica. Poi la mette nella tasca della giacca. Va a rimettere a posto i libri che sono caduti. Poi siede tranquillamente ed aspetta).
Un suono di campanello. Riccardo si alza e va ad aprire. Poco dopo entra di corsa Matilde.
Matilde Cos'è successo? Dov'è mia figlia?
Riccardo È uscita.
Matilde Scappata?
Riccardo No. È uscita con mio padre.
Matilde Ma come se mi avete detto che...
Riccardo Non era vero niente.
Matilde No? Ma che scherzo è questo?
Riccardo Avevo bisogno di vedervi e son ricorso a un trucco.
Matilde Ma quei rumori di lotta...
Riccardo Tutto io, signora. Sono solo in casa.
Matilde (Osservandolo) Ragazzo mio, ma voi avete bevuto!
Riccardo Infatti.
Matilde E del cognac!
Riccardo Doppio!
Matilde Si vede! Vi date all'alcool ora?
Riccardo Oh, no. È stato solo per farmi coraggio. Senza il cognac che ora è in me e lentamente mi sale al cervello, non avrei il coraggio di dirvi quello che sto per dirvi.
Matilde Ma voi mi spaventate! Cosa è accaduto?
Riccardo Nulla. O meglio: tutto! Signora, bisogna impedire a tutti i costi che mio padre sposi la vostra Mariù.
Matilde Perché?
Riccardo Perché sarebbe mostruoso.
Matilde Mostruoso? Vostro padre è malato?
Riccardo No.
Matilde Non capisco. È dunque on libertino?
Riccardo Non si tratta di lui, ma di me. Oh. non costringetemi a dire di più! Sarebbe terribile. Da ieri un fato orrendo si è abbattuto su di me. È da ieri che io combatto contro me stesso. Ma è inutile. Inutile. C'è un demone che mi perseguita implacabile.
Matilde Un demone?
Riccardo Non fatemi dire di più.
Matilde Insomma, se mi avete chiamata bisogna che io sappia!
Riccardo Ebbene sia! Non ho altra via. Bisogna impedire che mio padre sposi vostra figlia... perché è da ieri che io penso a voi.
Matilde A me? Siete sicuro che il cognac non vi sia già andato alla testa?
Riccardo Signora, è terribile! La vostra immagine m'insegue fino nei sogni. Non me ne libero più. È una ossessione. Cerco di non pensarci, di concentrarmi nello studio e frasi staccate della nostra conversazione di ieri s'insinuano nei miei pensieri. Chiudo gli occhi e risento la vostra voce. Vi rivedo così com'eravate seduta accanto a me a tavola col vostro bellissimo decolleté in cui i miei occhi erano spaventati di guardare eppure frugavano, frugavano avidi. È terribile, terribile! Credo di essermi perdutamente innamorato di voi!
Matilde I ragazzi della vostra età non dovrebbero bere tanto, quando non sono abituati. E Marco fa male a lasciare così in giro le bottiglie.
Riccardo Ma no. Ho bevuto dopo, per dimenticare! Per liberarmi di quieto terribile pensiero. Ma è tutta la notte che penso a voi. Non ho chiuso occhio. Mezz'ora fa il vostro ricordo s'è fatto così ossessionante, che avrei commesso certamente una sciocchezza. Ma per fortuna avete telefonato.
Matilde Ragazzo mio, adessovi preparo una magnifica pozione. Successo garantito. Voi la prenderete subito e stasera vi sentirete completamente rimesso. L'ho usata tante volte anch'io.
Riccardo (quasi gridando) Ma perché vi ostinate a trattarmi come un ubriaco? Non lo sono! Volete capirlo? Volete che vi ripeta la formula dell'acido prussico? O il nome di tutte le ossa del cranio? O volete che danzi su di una gamba? (Esegue) Sono un po' brillo, è vero. Ma sono lucidissimo. Perciò vi dico: non debbo vedervi più. Assolutamente. Se mio padre sposa invece vostra figlia, dovrò vedervi sempre. Mio padre se ne accorgerà ed io io non resisterei... Ecco. Perciò siate buona! Rendetevi conto che questa cosa mostruosa non può essere! Se non volete che faccia una sciocchezza, che parta domani stesso, mi arruoli nella Legione Straniera, vada errando come Edipo dopo essermi strappato gli occhi!
Matilde Calmatevi. Voi siete un po' eccitato.
Riccardo E lo sarò sempre più. Lo sento. Ah, perché doveva capitare proprio a me una cosa così mostruosa? La prima volta che mio padre, il mio adorato papà, s'innamora e vuol fare sua una graziosa creatura, ecco che io m'innamoro della madre. Oh, questo l'avevo letto solo nelle tragedie greche. Invece ecco qua: sono io il protagonista. Io, io! E non sprofondo dalla vergogna. Non m'annichilisco dall'orrore. No. Giungo invece a covare pensieri bassi e meschini contro mio padre. Sì, contro di lui, perché con la sua felicità impedisce la mia. Oh, che orrore! (Si copre il volto con le mani) .
Matilde Su, Rorò.
Riccardo No, non chiamatemi così. Se sapeste come lo dite bene! E come la vostra voce scende come musica al mio cuore! La colpa è vostra. Sì, perché eravate così bella ieri sera? E perché mi diceste tutte quelle perfide e dolcissime cose?
Matilde Non ricordo nemmeno quello che vi dissi. Avevo bevuto tanto champagne. E se bevo, non sopiù quello che mi dico. Né quello che faccio!
Riccardo Ma lo ricordo io. Oh, se lo ricordo! Ed ora perché mi guardate così? Perché fra vostra figlia e voi mi piacete più voi? Perché lo spirito, la grazia, il fascino femminile acquistano in voi. appunto perché non siete più giovanissima, un calore nuovo, un sapore di meriggio pieno e fecondo? Dove ho letto queste parole? Ah, sì, in una poesia cinese che esalta la stagione d'oro della donna. Ah Lilì, la vostra stagione d'oro!
Matilde Per favore, un po' di cognac! Ne ho proprio bisogno.
Riccardo Non posso. Vedete come mi tremano le mani? Versatevelo da voi.
Matilde Sì. E per carità, tacete. Le vostre parole cominciano a farmi girare la testa. E io so come va a finire quando mi sento così. Invece ho bisogno di conservare la mia lucidità. Altrimenti non rispondo più di me. In questo somiglio a mio padre. Ma perché vi parlo di mio padre? Vedete? Comincio a non sapere più quello che dico. Ma no... Vediamo un po'... Cerchiamo di ragionare. Com'è possibile che voi... No, non è possibile. Ammetto che io possa ancora piacere. Che qualcuno scopra ancora in me qualche fascino. Ma che un ragazzo come voi che si affaccia appena alla vita... No... Non lo crederò mai!
Riccardo (gridando) Insomma, che debbo fare per convincervi? Volete spingermi alla disperazione?
Matilde Su, venite qui accanto a me. Da bravo. E raccontatemi com'è nato questo vostro sentimento, ammesso che si tratti d'un vero sentimento.
Riccardo Scusate, ma non posso stare seduto. Ho bisogno di muovermi, di gridare, perché una cosa simile non mi era mai capitata. Ed è la prima volta che una donna mi turba, mi sconvolge fino a questo punto. Fino a ieri mi vantavo di essere indifferente dinanzi alla più bella. E deridevo i miei amici che mi confessavano di essere innamorati. Ed oggi invece... tutta la mia sicurezza è infranta, la mia vita sconvolta, l'avvenire mi si presenta con i colori più foschi.
Matilde (interessata) Dunque, sarebbe la prima volta che vi innamorate?
Riccardo La prima. Lo giuro.
Matilde C'è di che essere lusingate. Oh, un'altra donna al mio posto, finirebbe col lasciarsi convincere. Perché, infine, cosa c'è di più bello dell'amore? E gli anni sono forse un ostacolo?
Riccardo No, davvero!
Matilde Ma voi amerete fra poco una ragazza della vostra età!
Riccardo Oh, non me ne parlate. Sono così stupide! Invece il vostro spirito, la vostra grazia, vi rendono unica!
Matilde Badate, ragazzo, nessuna donna a lungo andare resta insensibile a simili frasi! E se io penso che così inesperto come siete potreste innamorarvi davvero d'una ragazza che non intuisse la tenerezza, lo slancio, il calore che sono in voi e sciupasse tutto quanto lasciandovi una triste impressione per tutta la vita, mentre solo una donna d'esperienza saprebbe apprezzare il meraviglioso candore che è in voi e che non merita d'essere contaminato da un amore rapido e brutale... Se penso a questo meraviglioso compito che farebbe di quella donna la più felice delle creature, oh allora...
Riccardo Sì, sì. Solo voi!
Matilde No. No. Che dico? Non dovevate farmi bere, così. Io devo essere saggia! Sì, basta con le follie! Sapete come mi chiamano i miei parenti? La pecora nera. E vi assicuro che hanno ragione. Ricordo che una volta a Parigi... Ma perché vi parlo di Parigi? No, non badate alle mie parole. Io son diventata saggia. Mia figlia sta per sposare vostro padre. Ed io non posso ascoltarvi. Peccato però! Oh, Parigi! Bene, ragazzo, mio, domani dopo un bel sonno dimenticherete tutte queste sciocchezze che ci siam dette e sarete il primo a sorriderne.
Riccardo Insomma il vostro è un no?
Matilde Naturalmente. Per una volta almeno voglio essere saggia! E non crediate che non mi costi nulla. Eh,no. Perché non c'è nessuna donna, credetelo, che dica facilmente no all'amore, specie se si presenta col vostro aspetto!
Riccardo Allora so quello che mi resta a fare. (Fa per uscire) .
Matilde (attraversandogli la strada) Dove andate?
Riccardo Mi rifiuto di rispondere.
Matilde Non vi permetto di uscire in queste condizioni. Fermatevi.
Riccardo (improvvisamente) Non voglio che frughiate nelle mie tasche!
Matilde Nelle tasche? Voi meditate qualche cosa... (Fruga nelle tasche di Riccardo) Una rivoltella? (Trae fuori la rivoltella) .
Riccardo Ridatemela.
Matilde Ma siete pazzo? Non ve la do.
Riccardo Non è l'unica rivoltella che si trova in città.
Matilde. Ma allora è vero? Voi mi amate!
Riccardo È un'ora che ve lo grido.
Matilde Mase mi amate sino al punto che avete potuto pensare... ebbene, ragazzo mio. io non posso assumermi la responsabilità della vostra morte. No. No. È una responsabilità troppo grande. Io debbo lasciarmi amare, eh, sì. Del resto gli anni, cosa contano gli anni? Ho letto, non so più dove, che la donna ha diritto d'essere amata fino a settant'anni. Dunque ho molto tempo ancora. E poi io ho la coscienza tranquilla. Ho fatto l'impossibile per dissuadervi. Ed è cosi dolce essere amata ancora! Tutto torna ad apparirci nuovo, bello. E ci si sente così giovani! Voglio telefonarlo a tutte le mie amiche. Voglio farle morire d'invidia. E se non mi credono, ebbene ci vedranno insieme. Vero, Rorò? (Mutando) No, non si può. È una cosa impossibile. Ho una figlia da marito. Bisogna essere sagge. Che direbbero i miei parenti? La pecora nera ne ha fatta un'altra delle sue! No, non si può.
Riccardo (inginocchiandosi) È con profonda devozione ma con grande amore che io umilmente chiedo la vostra mano. Volete essere mia moglie? Se mi direte di sì, voi mi farete il più felice degli uomini. Se mi direte di no, voi ne porterete il rimorso!
Matilde Come, giungereste a questo? Mi sembra di sognare. Ma alzatevi! Se vi vedesse vostro padre!
Riccardo Fra tre mesi sarò maggiorenne e potrò sposare chi vorrò.
Matilde Maggiorenne? Oh, come siete piccolo! Ecco qua, l'unica volta che incontro un vero, un puro amore, mia figlia mi attraversa ancora la strada.
Riccardo Ancora?
Matilde Altre due volte mia figlia mi ha impedito di essere felice. La prima quando aveva tre anni.
Riccardo Tre anni? Com'è possibile?
Matilde Ero vedova da un anno quando un violinista, un grande violinista si innamorò perdutamente di me. Io resistetti, resistetti, ma alla fine mi accorsi che la mia felicità non poteva essere che accanto a lui. Decidemmo di fuggire. I miei parenti, sempre loro, non avrebbero acconsentito che lo sposassi. Avevamo tutto stabilito. Egli mi attendeva all'albergo di dove saremmo andati direttamente alla stazione per prendere il treno per Vienna, dove due giorni dopo egli avrebbe dovuto tenere un concerto. Ma quando stavo per andare dalui, sento Mariù lamentarsi. Accorro. La bimba scottava. Le provo la febbre: quaranta. Scarlattina. Rimasi a vegliarla. Il violinista mi attese, mi attese... sino alla partenza del treno. Poi partì solo. Non lo rividi più. La seconda volta Mariù aveva quindici anni.
Riccardo Questa volta sapeva quello che faceva!
Matilde Oh, sì, questa volta si trattava d'uno scrittore. Un grande scrittore. Ma mi scriveva troppo! Un giorno Mariù lesse una sua lettera. Lo affrontò, l'insulto, ebbe una crisi terribile. Ed io dovetti dirgli addio. Credete che Mariù me ne fosse grata? Oh, i figli! Ed ecco la terza volta. La più dura. Perché sento che sarà l'ulti... (subito riprendendosi) ... forse sarà l'ultima!
Riccardo Ma voi ne avete il diritto. Vostra figlia ha cercato la sua felicità senza nemmeno consultarvi.
Matilde Oh, questo sì. In fondo non ci sarebbe nulla di male. S'è visto di peggio. Vostro padre, per esempio, che sposa una ragazza che ha trent'anni meno di lui. Ecco, sento che comincio a non ragionare più. Dio mio, temo proprio che finirò col dirvi di sì!
Riccardo (con un grido) Sì? Oh, Lilì. voi avete dinanzi il più felice degli uomini! Voglio annunziare a tutti il nostro fidanzamento.
Matilde Ma no, non badate a quello che ho detto! Non sono responsabile delle mie azioni in questo momento!
Riccardo (non badandole) Mi avete detto di sì. Ho voglia di urlare, di gridarlo a tutti! Voglio fare della musica, che tutti sappiano che sono felice! (Apre la radio. Si ode della musica da ballo).
Matilde Sento che sto per fare una sciocchezza di cui domani mi pentirò. Ma è più forte di me. È sempre stato così. Mi sono pentita quand'era troppo tardi!
Riccardo È così bello essere pazzi! Su, beviamo, Lilì!
I due bevono ancora.
Riccardo (brindando) All'amore!
Matilde Cos'è? Un tango?
Riccardo No, non sentite? È un valzer.
Matilde Ma sì. È un valzer.
Riccardo Balliamo? (La prende e la trascina nel ballo) La vita è bella e voi siete affascinante!
Matilde (ballando) Non dovete calcolare la mia età dagli anni che accusa mia figlia. Io mi sono sposata giovanissima. Ed essa ne dice sempre di più per farmi dispetto.
Riccardo Se foste più giovane, non mi piacereste più.
Matilde Com'è bello sentirselo dire! E come ballate bene. Siete così forte. Oh, il valzer! A Vienna, una volta... No, non fatemi girare tanto. Sento che la testa mi va via.
Riccardo Follie, follie, Lilì.
Matilde Sì. Follie. Vienna, il Danubio, l'isola Margherita... Veramente, quella era Budapest!
Riccardo Non importa. Follie, follie!
Entra Marco che si ferma stupito.
Marco Che succede?
Riccardo (passandogli dinanzi sempre ballando) Follie. Follie.
Matilde Fermatevi, Rorò. C'è vostro padre.
Riccardo (indifferente) Ah, sì? (Fermandosi) Ciao, papà!
Marco Mi vuoi spiegare cosa significa tutto questo?
Riccardo Subito. (Solenne) Ti presento la mia fidanzata.
Marco Tu sei ubriaco.
Matilde Marco, non mi offendete!
Marco Non vorrete negare che mio figlio è ubriaco. Perché lo avete fatto bere?
Matilde Quando sono arrivata aveva già bevuto. E poi finitela di trattarlo come un ragazzo. Vostro figlio è un uomo.
Marco Avete bevuto anche voi. Non mi meraviglio.
Riccardo Papà, tu le chiederai immediatamente scusa.
Marco Che? Ti dà di volta il cervello?
Matilde Oh, smettetela con codeste arie da samaritano! Rorò ha ragione. Come se non vi conoscessimo!
Marco Vi prego di lasciarmi solo con mio figlio.
Riccardo No. Sono io che me ne vado. Lilì ti spiegherà tutto. Per parte mia ti dico solo questo: fra tre mesi sarò maggiorenne!
Marco Con te parlerò quando non sarai più ubriaco.
Riccardo Quando vuoi. Ma ricordati: fra tre mesi. Ciao, Lilì. Nel pomeriggio ti telefono.
Matilde Ciao, Rorò, e cerca di riposare.
Riccardo Sì. Spero di sognare. (Esce a testa alta passando ostentatamente dinanzi a Marco che lo guarda stupito) .
Marco (a Lilì) Adesso, mi farete il favore di spiegarmi che scherzo è questo.
Matilde Marco, il ragazzo che voi avete lasciato un'ora fa è diventato un uomo. Durante la vostra assenza, qui un'anima è nata.
Marco Insomma l'avete corrotto.
Matilde Come vi permettete?
Marco Se devo stare alla prima impressione...
Matilde No. È diverso. Per riassumere tutta la questione vi farò una sola domanda: dov'è la vostra rivoltella?
Marco Nel mio scrittoio. (Fa per cercarla).
Matilde È inutile. Eccola.
Marco Come l'avete voi?
Matilde Per lo stesso motivo che l'aveva vostro figlio.
Marco Ma allora, sarebbe possibile una mostruosità simile?
Matilde (piccata) Non più mostruoso d'un vecchio come voi che vuol sposare una ragazza come mia figlia.
Marco Per vostra norma io non sono vecchio!
Matilde Come se non sapessi che soffrite di gotta e che un giorno vi verrà una gamba grossa così.
Marco La gotta, io?
Matilde Ma sì. E vi tingete i capelli. E usate la papalina. Ebbene ho forse detto nulla a mia figlia? Le ho forse impedito di sposarvi? Faccia pure quello che sente. E si tratta d'una ragazza infine! Perciò se c'è qualcuno che non ha diritto di parlare, siete proprio voi. Del resto, ho tentato in tutti i modi di deludere il vostro ragazzo. Ma egli sembra proprio innamorato. Lo avete visto. E ringraziate il cielo che ha trovato una donna come me. Che sa essere tenera, comprensiva, amica! Del resto, egli mi ha pregato di dissuadervi dallo sposare mia figlia. Ma io vi lascio libero. Non voglio pesare sul destino di mia figlia.
Marco Vi ha detto così? Ma allora, è un trucco. Non capite? S'è aggrappato a questo mezzo per impedire che io sposi Mariù. È così chiaro. E mi meraviglio che una donna intelligente come voi non l'abbia capito subito. Oh, vedrete che Riccardo si spiegherà. Ha voluto soltanto mettermi paura.
Matilde E la rivoltella allora?
Marco Ma fa parte della messinscena, diamine!
Matilde Capisco che come padre voi vi aggrappiate a tutto per negare l'evidenza. Ma giacché la prendete su codesto tono, voglio dirvi una rosa che fin ora avevo taciuto: il vostro ragazzo mi piace!
Marco Lo credo bene.
Matilde Non più di quanto mia figlia piaccia a voi!
Marco Mi dispiace darvi questa delusione. Ma domani vedrete che mio figlio sarà il primo a ridere di tutta questa storia.
Matilde Vi avverto di non metterlo contro di me. Avrei anch'io allora un'arma contro di voi.
Marco Mariù? È dunque un ricatto? Ebbene, è quel che vedremo.
Matilde Bene! Mi piacciono le sfide. (Dopo esser rimasta un attimo a guardare Marco in atteggiamento di sfida, Matilde esce).
Marco (chiamando) Riccardo!
Riccardo (di dentro) Che c'è?
Marco Vieni subito qui.
Riccardo (entrando) Eccomi.
Marco Complimenti. Come espediente per impedire il mio matrimonio non c'è che dire: è ben trovato!
Riccardo (duro, chiuso) Non è un espediente. Adoro Lilì.
Marco Smettila! Quel suo nome sulle tue labbra mi dà i brividi!
Riccardo Perché? È graziosa, intelligente, spiritosa. L'hai detto tu stesso ieri sera!
Marco Ma io parlavo della figlia, disgraziato! C'è stato un equivoco!
Riccardo Benedetto quell'equivoco!
Marco Insomma è proprio un ricatto che mi proponi? Ma come speri che io ti prenda sul serio?
Riccardo Fra tre mesi sarò maggiorenne!
Marco Ancora con le minacce? Via, cosa ti è accaduto per parlarmi cosi?
Riccardo Molte cose sono accadute da ieri. Tu stesso non sei più quello che conosco.
Marco II mio matrimonio ti ha dunque tanto impressionato, se hai potuto, sia pure per spaventarmi, immaginare un'aberrazione simile? Quando quella vecchia parlava poco fa delle sue mire su di te, io mi sentivo rimescolare il sangue!
Riccardo Perché cominci a preoccuparti di me solo ora?
Marco Perché soltanto ora io mi domando se tu hai l'anima così guasta da aver potuto immaginare una assurdità simile.
Riccardo Oh, l'amore non ha età. Me l'hai ripetuto tu stesso ieri.
Marco Smettila. Nel mio caso è diverso.
Riccardo Non vedo la differenza.
Marco Ma è intuitivo. Mariù è una ragazza semplice, sincera... mentre sua madre è...
Riccardo (interrompendolo) Se dici una sola parola contro di lei, io torno di là.
Marco Insomma finiamola! Perché non vuoi che io sposi Mariù?
Riccardo Non è tanto semplice spiegartelo. Comunque cercherò, ma non so se potrai capirmi, papà...
Marco Avanti.
Riccardo Ecco. Quelle volte che ho pensato che tu potessi risposarti, la donna che immaginavo al tuo fianco, io la vedevo sempre con i capelli bianchi.
Marco Se non è che questo, verranno anche aMariù.
Riccardo Vedi che non capisci? Bianchi adesso... Perché così li avrebbe ora la mamma. Perché lei non se li tingerebbe come fai tu.
Marco (confuso) Io? Mi tingo forse io?
Riccardo Andiamo, papà, t'ho visto dal buco della serratura.
Marco Bravo!
Riccardo E la mamma, ne son sicuro, non si sarebbe risposata se fossi stato tu a lasciarla per primo!
Marco Ebbene, voglio dirti qualcosa che ti ho sempre taciuto. Sai quel che mi disse la mamma tre giorni prima di chiudere gli occhi? Marco, so che quando non ci sarò più tu tornerai a sposarti. E farai bene. Solo aspetta che il ragazzo sia cresciuto.
Riccardo È stata dunque la mamma stessa ad autorizzarti?
Marco Sì. Te lo giuro.
Riccardo Non ce n'è bisogno. Ti credo. Allora... (Fa un gesto rassegnato).
Marco Sei persuaso adesso?
Riccardo Oh, certo, è ridicolo che continui ad oppormi io, quando la mamma stessa...
Marco La mamma era molto più buona e comprensiva di te. Figurati che una volta... (Si ferma interdetto).
Riccardo Continua.
Marco Non so se faccio bene a parlartene.
Riccardo Si tratta di una tua scappata, vero?
Marco Come fai a capirlo?
Riccardo Va' avanti, papà.
Marco Una volta partii per un viaggio d'ispezione per conto della mia società. Milano. Torino. Genova. A Genova mi capitò d'incontrare una mia antica compagna di liceo. Una certa Margherita. Un tipo! Beh, per fartela breve, rimasi n Genova una settimana invece di un giorno. Quando tornai, lamamma mi accolse come il solito: affettuosa, serena, premurosa. Tre anni dopo, in occasione del quarto anniversario delle nostre nozze, le proposi un viaggio nel Nord d'Italia. Accettò. Ma quando, dopo Milano e Torino, le proposi Genova, essa mi disse solo: Ti dispiace, caro, se saltiamo Genova? E fu tutto.
Riccardo Sapeva?
Marco Sì. Qualcuno ci aveva visti e le aveva riferito. Ecco com'era la mamma.
Riccardo Papà, quando andasti a Genova... in ispezione eri dunque sposato da appena un anno?
Marco (mortificato) Sì. Un anno.
Riccardo Papà, era molto buona la mamma!
Marco Oh, sì. Ed io son stato sempre un po'... canaglia.
Riccardo E la mamma a giudicare dalle fotografie era bellissima.
Marco Oh, sì, molto bella!
Riccardo Che canaglia sei stato, Marco! (Traendo una fotografia) Ecco qui, proprio quell'anno le scrivevi (leggendo): «A te. mio unico amore, per sempre. Marco». Per sempre.
Marco Dove l'hai pescata?
Riccardo Nei tuoi cassetti!
Marco Bravo! Non perdi dunque l'abitudine di frugare nella mia roba!
Riccardo E c'era anche questa. (Mostra un'altra fotografia) .
Marco Ah, è la prima fotografia che ci facemmo tutti tre insieme.
Riccardo Questo bimbo fra voi due sarei io?
Marco Sì.
Riccardo Che baffi avevi, papà!
Marco Sette centimetri. Usava così allora. C'era il pericolo di accecarsi abbassando gli occhi.
Riccardo E che enorme cappello aveva la mamma. Sembra un paralume!
Marco Non molto più ridicolo di quelli che si mettono in testa le donne d'oggi. E tu con la vestina? Sei bello forse?
Riccardo Ma io non potevo protestare. La vestina! Una vera prepotenza!
Marco T'assicuro che eri delizioso. (Una pausa).
Squilla il telefono.
Riccardo (al microfono) Pronto... Ah... (A Marco, con tono triste) È per te, papà! (Gli porge il microfono) .
Marco (esita un momento, poi lo prende e risponde) Pronto... Sì. Sono io. No.
(Dà un'occhiata a Riccardo che finge di guardare la fotografia, poi sottovoce) No... stasera non è possibile... Resto a rasa. Scusatemi. Sì. Arrivederci. Vi telefonerò. (Depone il microfono. Poi viene avanti sulla scena. Una pausa) .
Riccardo (con tono volutamente indifferente) Chi era?
Marco Oh, niente d'importante!
Riccardo sorride. Marco si avvicina al figlio e insieme continuano a guardare le fotografie.
Fine del secondo atto.
ATTO TERZO
In casa di Matilde una settimana dopo. Ambiente di molto gusto in cui predomina il bianco. Una gran finestra in fondo. Arredamento modernissimo.
Scena vuota, poi entra
Matilde (che cautamente va al telefono. Forma un numero. Poi alterando la voce). Pronto. Casa Vetti? Vorrei parlare con il signor Riccardo... Chi parla? Sono Nicoletta. Sì, una sua collega d'università... Ah, non c'è? E quando torna? Non lo sapete? Sì, grazie.
Mariù (entra e guarda la madre).
Matilde (con la voce normale) No, Armando: oggi non posso venire per la permanente. Disdico l'appuntamento. Telefonerò io. (Depone il microfono) Questi parrucchieri sono proprio impossibili. Non credi?
Mariù Sì, mamma.
Matilde Eppure si ha bisogno di loro! (esce) .
Mariù (si accerta che sia uscita Matilde. Poi va al telefono. Forma un numero. Attende. Poi sottovoce) Pronto. Casa Vetti? Chiamatemi per favore il signor Marco. Ah. non c'è? E quando torna?... Bene. Ditegli che ha telefonato la signorina Mariù. Sì. (Depone il microfono).
Claretta (entra. È una giovane cameriera molto graziosa dall'aria furba) Signorina.
Mariù Ah, sei qui. Ebbene?
Claretta (accennando a Matilde) Posso parlare?
Mariù Sì. Mamma è di là.
Claretta La signorina permette che adoperi una espressione popolare?
Mariù Avanti!
Claretta Niente da fare.
Mariù Non hai visto il signore?
Claretta Nemmeno la punta del suo naso. Appena ho sonato è venuto ad aprirmi il cameriere. Come lo vedo, io penso: Questo è un filone. In gamba, Claretta! Allora gli mostro il biglietto e faccio: Ho una commissione urgente per il tuo padrone. - E lui: Il padrone è a letto. - Bene. Aspetterò che si alzi. - Impossibile. Ne avresti per un pezzo. È malato. - Oh. poverino. E cos'ha? - L'influenza. - Allora conducimi da lui. - Che, vorresti prenderla anche tu? - Oh, io l'ho già avuta quest'anno! lnsomma non c'è stato verso di smuoverlo. Ho dovuto attendere la risposta in anticamera.
Mariù Oh, finalmente. Dammela.
Claretta Non ha scritto nulla. Mi ha fatto dire che appena sta meglio vi telefonerà lui.
Mariù Ah, sì? Allora ci vado io.
Claretta È inutile. Quella faccia d'allocco ha aggiunto: II signore prega la signorina di non venire finché non è guarito.
Mariù (Delusa) Ah.
Claretta La signorina permette che dica la mia impressione?
Mariù T'ascolto.
Claretta Una volta anch'io avevo un fidanzato che faceva proprio così. Appena uscivano le nostre pubblicazioni matrimoniali in chiesa, lui cadeva ammalato. Finché un giorno vado da lui e gli faccio: Di', come va questa faccenda? - E lui: È l'emozione. - Che emozione? - Quella di vedere i nostri due nomi insieme esposti a tutti. - E allora io: E se non se ne fa nulla, ti passa l'emozione? - E lui: Certo che mi passa. - E così non se ne fece nulla.
Mariù (irritata) Stupida!
Claretta Eh, sì, fui stupida. Perché quella che venne dopo di me, sapete che fece? Come cominciò la storia della malattia, andò dal vescovo, si fece dare il permesso e gli portò il prete in casa. Così dovette sposarla per forza.
Mariù Stupida, cosa vuoi che m'interessino le tue storie?
Claretta Oh, io l'ho detto soltanto per confortare la signorina.
Mariù Non ho bisogno dei tuoi consigli. (Altro tono) Scusami. Sono nervosa. (Esce).
Claretta Povera signorina! (Fa per uscire) .
Matilde (entra. Sottovoce a Claretta) Claretta!
Claretta Signora.
Matilde Allora ci sei stata?
Claretta Sì. Son tornata proprio ora.
Matilde (guardandosi a destra) Parla piano.
Claretta (sottovoce) Sì.
Matilde E allora?
Claretta Niente da fare.
Matilde Perché?
Claretta È venuto ad aprirmi il cameriere e m'ha detto: II signorino è malato. - E io: anche lui?
Matilde Come: «anche lui?».
Claretta Eh, con l'influenza che c'è in giro quest'anno!
Matilde Ah! E non gli hai dato la mia lettera?
Claretta Sì. E m'ha fatto rispondere che appena il signorino si alza, telefonerà lui alla signora.
Matilde Ecco, perché non ha più telefonato... Ed io che non ci avevo pensato!
Claretta Naturalmente!
Matilde Ma bisogna che corra subito. Chissà come farà a letto, povero piccolo, solo, senza una donna che lo assista, con quel padre che non sta mai in casa!
Claretta Se posso permettermi un consiglio, è meglio che non ci andiate.
Matilde E perché?
Claretta Ha detto che si cura da solo.
Matilde Ma non è possibile.
Claretta Sì. Ha detto che sta facendo grandi sudate e come vede gente, subito il sudore gli si ferma e deve ricominciare da capo.
Matilde Allora è meglio aspettare.
Claretta Sì. Vedrete che appena ha finito di sudare, vi telefona.
Matilde Oh, sì, ne son certa. Hai visto che bel ragazzo?
Claretta No. Ho parlato solo col cameriere.
Mariù (entra).
Matilde Allora, Claretta, siamo intese? Desidero che non ti fermi più a parlare con il garzone del lattaio.
Claretta Sta bene, signora.
Matilde Dacché gli dài confidenza, il latte è sempre annacquato!
Claretta Sta bene, signora. (Esce) .
Matilde Non ti pare che abbia ragione?
Mariù (distratta) Certo.
Matilde Cos'hai? Mi sembri nervosa!
Mariù Io? Tu piuttosto.
Matilde Figurati! Sono calmissima.
Mariù Non mi avevi detto che uscivi stamattina?
Matilde Sì. Ma il tempo non mi sembra buono.
Mariù Ma se c'è il sole!
Matilde II sole! Sì, vatti a fidare del sole al giorno d'oggi. Son certa che appena metto il piede fuori del portone, comincia a piovere. Ti ricordi l'anno scorso? Sempre così. Ma tu non dovevi andare all'università?
Mariù I bandi del concorso non sono stati ancora affissi. C'è tempo.
Una pausa. Squilla il telefono. Le due donne corrono insieme, poi si fermano confuse.
Mariù Aspetti una telefonata?
Matilde No. E tu?
Mariù Nemmeno io.
Matilde Allora... (Il telefono continua a squillare) Ma rispondi!
Mariù (al telefono) Pronto? (Delusa) No, non sono io. Aspettate. Mamma, è per te.
Matildecorre con un sorriso.
Mariù È la sarta.
Matilde (delusa) Ah. (Al telefono) Pronto. No, oggi non posso venire per la prova. Ho l'emicrania. Ma sì. domani... Vi telefono io. Sì, sì, va bene. Come? La piega a sinistra? Ma no, signorina, non possiamo parlarne per telefono. Ve lo dirò a voce domani. (Mette giù il ricevitore) È straordinario quanto chiacchiera questa donna! È capacissima di tenerti al telefono per mezz'ora.
Mariù E così se qualcuno telefona trova occupato.
Matilde Infatti. (Una pausa) Che ne diresti se mi pettinassi così? (Cambia con le mani foggia alla pettinatura) Non ti sembra che avrei l'aria più giovanile?
Mariù (distratta) Ma non so...
Matilde Un libro che sto leggendo dimostra che se una donna di quarant'anni sa fare, gli anni passano su di lei come l'acqua su di uno specchio.
Mariù Oh, tu sarai sempre una mammina giovane!
Matilde Mamma. Mamma. Fammi il piacere di chiamarmi Lilì d'ora innanzi.
Mariù Anche in presenza dei nostri parenti?
Matilde Se vuoi saperlo, me ne infischio dei nostri parenti. Gente pettegola e invidiosa che passa tutti i suoi giorni a chiedersi: Credi che manchi molto perché Matilde compia i cinquant'anni?
Mariù' Non pretenderai, spero, che anche Marco ti chiami Lilì!
Matilde Pensi forse che gli permetterò di chiamarmi «mamma»? Alla sola idea mi vengono i brividi. Mi parrebbe di avere cent'anni!
Mariù Tutti i generi chiamano mamme le suocere!
Matilde Ma io sono più giovane di lui. E poi io non sono una suocera. Suocera si nasce! Bisogna averci la vacazione. Io invece mi sento l'anima così bambina. Un nulla mi commuove! Per esempio stamattina sai cosa c'era sul mio davanzale? Un pettirosso. Cip. Cip. Cip. Pareva proprio che piangesse. Oh, povero piccolo cos'hai? La bua? Sei malato? Ebbene suda, suda, che poi viene la tua Lilì e ti coccola tutto.
Mariù Mamma, sei sicura di sentirti bene?
Matilde Oh, non badarci. Son certa che non passerà la giornata che giungerà una buona notizia.
Mariù Ne son contenta per te. Si tratta d'un uomo, vero?
Matilde Come fai a saperlo?
Mariù Non ti accade di essere allegra tutte le volte che stai per ricostruirti lavita, per usare una tua espressione?
Matilde Ma questa è la volta buona.
Mariù Dicesti così anche per il calciatore.
Matilde Oh, non parlarmene! Un uomo la cui intelligenza stava tutta nei piedi!
Mariù E il pianista?
Matilde Quello lì, d'intelligente non aveva che le dita.
Mariù E questo qui l'intelligenza dove ce l'ha?
Matilde Nel cervello! Se Dio vuole!
Mariù Cos'è? Un giocatore di rugby?
Matilde È... Beh, per ora non posso dirtelo.
Mariù Naturalmente si tratta di un bel ragazzo! Perché se un uomo non è bello, tu non lo stimi.
Matilde Certo. La bellezza fisica è un riflesso della bellezza dell'anima.
Mariù Con questa teoria io non dovrei sposare Marco.
Matilde Infatti. Ma io ti lascio libera. Certo non mi dirai che promette bene un fidanzato che si eclissa per una settimana quando ha la fortuna, alla sua età, di avere una ragazza come te.
Mariù Se vuoi proprio saperlo, Marco è ammalato.
Matilde Anche lui?
Mariù Perché? Chi altro è a letto?
Matilde Oh, niente... dicevo così per dire... pare che quest'anno ci sia un'epidemia d'influenza.
Mariù Marco, appena levato mi telefonerà. O verrà qui. Ne sono certa.
Matilde Vorrei vedere che non lo facesse!
Mariù Perché sei diventata così aspra con lui?
Matilde Perché ora soltanto l'ho conosciuto. Non vorrei toglierti l'illusione, ma il tuo Marco è un grande egoista, come tutti i vecchi. Basta osservare il modo come tratta Rorò.
Mariù Ma che dici? Mi sembra così amico di suo figlio.
Matilde Amico? Mentre gli impedisce di vivere la sua vita? Oh, si vede proprio che non lo conosci bene. Del resto, contenta tu! (Va al telefono, leva il ricevitore: ascolta) Funziona.
Mariù Perché non dovrebbe funzionare?
Matilde Sai... tante volte capita che i telefoni si guastino senza che nessuno se ne accorga e allora...
Mariù Mamma, non vorrei annoiarti, ma ho l'impressione che tu stia per commettere qualche sciocchezza.
Matilde Probabile. Ma fare delle sciocchezze è ancora il mezzo migliore per sentirsi giovani. Ed io mi sento così giovane oggi! Credo che se i nostri cari parenti mi vedessero, morrebbero d'invidia. È vero che ho una cera magnifica?
Mariù Sì, hai un aspetto fresco e riposato.
Matilde Anche la massaggiatrice l'ha notato. Quella donna sostiene che fra tutte le signore sue clienti io ho i muscoli più sodi ed elastici.
Mariù Non temi che ripeta a tutte la stessa cosa?
Matilde Può darsi. Ma si prova sempre piacere a sentirselo dire.
Mariù Insomma tu mi sembri felice.
Matilde Sembro? Ma lo sono, bimba mia!
Claretta (entrando, annunzia) C'è il signor Marco.
Mariù Che ti dicevo? (A Claretta) Fallo passare.
Matilde Vi lascio soli. Oggi preferisco non vedere persone spiacevoli.
Claretta II signore ha chiesto di parlare con la signora.
Matilde Con me?
Mariù Non hai capito bene.
Claretta No. Ha detto proprio così: Vi raccomando di essere precisa. Desidero parlare prima con la vecchia.
Matilde Hai sentito? Ebbene, me ne vado. Altrimenti non rispondo più di me. (A Claretta) E tu digli che la signora lo ringrazia, ma quando vuol fare due chiacchiere con una persona decrepita, va a trovare suo zio, che oltre tutto, le deve lasciare l'eredità. (Fa per uscire) .
Mariù Mamma, aspetta: ci dev'essere un equivoco.
71
Marco (entrando) Scusate, Mariù, ma non c'è nessun equivoco. (Ha i capelli bianchi e porta sotto il braccio un pacco) Vorrei proprio parlare con vostra madre.
Mariù Toh, i vostri capelli.
Matilde (trionfante) Che ti dicevo? Eran tinti.
Marco Infatti. Ho deciso di non nascondere più i guasti dell'età. Se tutti avessero il buon gusto d'imitarmi, si finirebbe con l'essere più sinceri.
Matilde Per vostra norma, io non ho nulla da nascondere. E non sono ancora giunta all'età dei restauri! (Altro tono) Beh, è meglio che me ne vada, altrimenti finisco col restar nervosa tutta la giornata.
Marco Vi prego di restare e di superare, come faccio io, la reciproca antipatia. Si tratta di cosa molto importante. E vi prometto di non rubarvi più di quindici minuti.
Matilde Se dovete parlarmi di mia figlia, vi avverto che oggi non mi sento affatto «materna» e quindi è meglio che ve la sbrighiate direttamente con lei.
Mariù Sì, Marco, mia madre non ha nessuna influenza su di me. Quindi possiamo abolire gli intermediari.
Marco Ma non si tratta di voi.
Matilde No? Ma allora... Oh, è Rorò dunque? È lui. Non sta bene vero? E voi lo lasciate solo? Che padre snaturato! Mariù, per favore, va' un momento di là.
Mariùnon si muove.
Matilde Ma muoviti, dunque. Non capisci che quel ragazzo sta male e manda suo padre per chiedere al suo fianco il conforto d'una persona amica? Su, lasciaci.
Mariù Sì, mamma. (A Marco) Prima di andarvene, Marco, vorrei salutarvi.
Marco Con piacere.
Mariùesce.
Matilde Avanti, ditemi, sta molto male?
Marco Riccardo sta benissimo.
Matilde Benissimo? Ma allora...
Marco (come un discorso preparato) Mia cara amica...
Matilde Non ricominciate ad offendermi! E soprattutto abolite i preamboli.
Marco (c. s.) Mia cara arnica, nella vita ho assolto parecchi incarichi di fiducia. Ho rappresentato gente a funerali, nozze, duelli, ma ancora non mi era capitato di rappresentare mio figlio in una faccenda di questo genere.
Matilde Rorò? Allora è lui che vi manda.
Marco Precisamente. In quest'ultima settimana voi avete telefonato a casa mia, chiedendo di lui trentadue volte. Naturalmente avete dato i nomi più vari: Erminia. Maria. Giovanna... persino Nicoletta.
Matilde Certo. Sapevo che lo tenevate prigioniero.
Marco Lasciatemi finire. Mio figlio ed io abbiamo dapprima litigato a causa vostra, poi ci siam messi d'accordo. Ecco perché son venuto. (Solenne) Signora, a nome di mio figlio ho l'onore di chiedervi...
Matilde (fuori di se dalla gioia) Oh, ecco la notizia! Lo sapevo. Il pettirosso. Cip. Cip. Cip. Oh, perché in questo momento non è presente nessuno dei miei parenti? Scusatemi, ma si vive di soddisfazioni.
Marco (c. s.) A nome di mio figlio vi chiedo...
Matilde (c. s.) Sì. Sì...
Marco ...di lasciarlo in pace!
Matilde Che? Siete impazzito?
Marco Signora, mai capelli bianchi coprirono cervello più lucido. Capisco il vostro stupore, ma io obbedisco ad un mandato preciso. «Papà, va e faglielo capire!».
Matilde Via, via, come scherzo è durato troppo. Non credo ad una sola vostra parola.
Marco L'immaginavo. Per i tipi come voi ci vogliono i documenti. Ecco qua. (Trae un biglietto dalla tasca) .
Matilde È di Rorò?
Marco Certo. Ecco la sua firma. Se l'emozione v'impedisce di leggere, ve lo leggerò io. «Cara Lilì. tutto passa. Il latore della presente è incaricato di spiegarvi che il nostro dolce sogno è irrealizzabile. Se quel giorno aveste esaminata la rivoltella, vi sareste accorta che era scarica. Volevo soltanto salvare mio padre. Il non più vostro Riccardo. Poscritto. A ricordo di un'ora di gioia, vi prometto di non permettere a nessun'altra di chiamarmi Rorò». A voi. Potete controllare.
Matilde (guardando il biglietto, poi) Scrive bene sotto dettato.
Marco In quella lettera non c'è una parola di mio.
Matilde Perché non è venuto lui?
Marco Perché temeva che foste colta da una crisi. Egli sostiene che le reazioni d'una donna un po' avanti con gli anni sono imprevedibili.
Matilde. Bugiardo. Se c'è qualcosa che Rorò apprezza in me è proprio la mia età.
Marco Anch'io, signora, apprezzo i tartufi, ma non vorrei mangiarne a colazione, a pranzo e a cena.
Matilde Basta. Non vi credo.
Marco Dubitereste d'un padre coi capelli bianchi?
Matilde Un uomo che si tinge i capelli è capace di tutto.
Marco Siete più cocciuta di quel che pensassi. Ebbene, vi darò l'ultima prova. Avete un grammofono?
Matilde Cosa volete fare?
Marco Starete a sentire.
(Cava un disco dal pacco. Si avvicina al grammofono e mentre mette il disco, dice): Io avrei preferito non giungere fino a questo, ma vi assicuro che non c'è altra via. Ne abbiamo discusso a lungo con Riccardo. (Ha messo il disco) Ecco.
(Il disco comincia forte con la voce di Riccardo) «Cara Lilì se papà mette il disco, vuol dire che non siete ancora convinta. Ebbene le cose stanno proprio così. Quella sera avevo bevuto troppo».
Matilde (ferma il disco. Si guarda intorno).
Marco È inciso da tutte e due le parti. Potrete ascoltarlo con comodo.
Matilde Uscite immediatamente.
Marco Non posso andarmene, senza aver parlato con vostra figlia. Gliel'ho promesso.
Matilde D'ora innanzi mia figlia la vedrete fuori di qui.
Marco Attendo che sia essa a dirmelo.
Matilde Bene. È quello che vi confermerà fra poco. (Esce) .
Marco (va alla finestra. Fa cenno di venire a qualcuno che aspetta nella strada. Ritorna nel mezzo della scena) .
Matilde (tornando) Badate che per questi tre mesi finché compie vent'anni, Riccardo deve essere libero. Se continuate a tenerlo chiuso in casa, io vi denuncerò per sequestro di minorenne.
Marco Se c'è qualcuno che vuol sequestrare un minorenne, siete proprio voi. Qualunque giudice vi condannerà.
Matilde Dovevo immaginarlo che eravate bilioso e collerico. Rorò me lo disse che tutti i gottosi hanno un carattere impossibile.
Marco Se sapeste quel che mio figlio m'ha detto di voi sprofondereste nella vergogna.
Matilde Compiango mia figlia perché dovrà vivere con voi.
Marco Ed io la compiango perché è vissuta con voi.
Matilde Oh, basta! Spero che al mio ritorno abbia il piacere di non incontrarvi più qui.
Marco (inchinandosi) II piacere sarà tutto mio!
Matilde esce.
Marco, rimasto solo, va verso la porta di destra. In questo momento si affaccia Riccardo. Ha un gran rotolo sotto il braccio.
Riccardo (sottovoce) Ebbene, come è andata?
Marco Un disastro.
Riccardo Non s'è persuasa?
Marco Macché! È attaccata a te come un'ostrica a una perla.
Riccardo E il disco? Non ha funzionato?
Marco Sì. Ma non per lei. Ed ora devo scappare. Sta per arrivare sua figlia. Speriamo che tu abbia migliore fortuna di me.
Riccardo Oh, io son deciso a tutto!
Marco Credi che io non lo fossi? Ma il guaio è che lei lo era più di me. Mi raccomando: sii persuasivo.
Riccardo Lascia fare a me. (Indica il rotolo che ha sotto il braccio) Ci ho pensato!
Marco Ricordati che sono due donne. Mentre noi siamo soltanto due uomini.
Riccardo Qui si decide la battaglia dei sessi. Hai perduto tu. Ma io vincerò.
Marco Speriamo che non perda anche tu. Buona fortuna. (Esce).
Riccardo (comincia a girare cercando qualche cosa sulle pareti). (Entra Mariù).
Mariù E vostro padre?
Riccardo È uscito. Doveva correre in ufficio.
Mariù Mi aveva assicurato che mi avrebbe aspettata.
Riccardo Ha preferito lasciare me al suo posto.
Mariù Voi. Sempre voi. Insomma non riuscirò a liberarmene?
Riccardo Io son qui per assolvere un incarico di fiducia.
Mariù Da parte di chi?
Riccardo Di mio padre.
Mariù E non poteva restare lui?
Riccardo No. Perché l'incarico non me l'ha dato ora. Ma stamani.
Mariù Avanti. Di che si tratta?
Riccardo Subito. Per favore, non c'è qualche chiodo bene in vista? (Indica le pareti) .
Mariù Volete impiccarvi?
Riccardo Ho di meglio per voi. Ah, ecco. Trovato. (Apre il rotolo che mostra la sezione di un corpo umano).
Mariù Cos'è quella roba?
Riccardo La sezione di un corpo umano.
Mariù Fin lì ci arrivo.
Riccardo Meglio così. Noi medici contiamo sempre sull'intelligenza dei pazienti.
Mariù Volete finirla con i vostri scherzi?
Riccardo Con la medicina non si scherza. Vedete? (Indicando la carta) Questoè un uomo sui cinquant'anni. Ormai l'età ha prodotto profonde modificazioni nel suo organismo. Non soltanto le sue parti molli, viscere e muscoli, non diminuite di peso, ma son diventate gracili e pallide... e anche le sue cellule...
Mariù Smettetela! Credete che codesta vostra trovata riesca meglio delle altre a convincermi di non sposarlo?
Riccardo (continuando) II regime matrimoniale per un organismo al declino è un'incognita paurosa. La domanda che dobbiamo rivolgerci è questa: Resisterà il cuore all'aumentata richiesta di globuli rossi? E il fegato? Ecco. Come si regolerà il fegato? Che scherzi farà? Potete in coscienza rispondere?
Mariù Che c'entra il fegato in questa faccenda?
Riccardo II fegato c'entra sempre. Si parla, ci si agita, si soffre perché la nostra giovane moglie ritarda a rincasare e chi lavora? Il fegato. Si discute a proposito d'un ballo fatto con un cavaliere che ci è antipatico, e chi ci va di mezzo?
Mariù II fegato.
Riccardo Precisamente. Ci si vuol dimostrare ancora giovani verso la moglie. E allora...
Mariù Basta!
Riccardo Come volete. La lezione vi ha convinta?
Mariù Accetto di regolare la questione solo con vostro padre.
Riccardo Ma mio padre è qui. Presente in spirito.
Mariù Che intendete dire?
Riccardo Conoscete la sua calligrafia, vero?
Mariù Certamente.
Riccardo Bene. Guardate qui in basso. (Indica la carta) Quello che c'è scritto.
Mariù (leggendo) «Approvo tutto quello che dice mio figlio. Lasciatevi convincere anche voi. Addio, Marco».
Riccardo C'è anche la data. Oggi.
Mariù Tutta organizzazione vostra, naturalmente.
Riccardo No. In pieno accordo con mio padre.
Mariù Non vi credo.
Riccardo Anche voi?
Mariù Perché? Avete parlato con altri?
Riccardo No, no... Nulla.
Mariù Bene, caro aspirante dottore, questa volta l'operazione non è riuscita! La paziente rifiuta il vostro intervento.
Riccardo Insomma non rinunciate a mio padre,
Mariù No. Finché non sarà lui a chiedermelo.
Riccardo Siete più cocciuta di quanto pensassi!
Mariù La mia cocciutaggine si chiama coerenza. Ed ora vi prego di andarvene. Altrimenti sarà il mio fegato a soffrirne.
Riccardo Io son venuto soltanto per fare un piacere a mio padre. Per nulla al mondo avrei voluto incontrarmi ancora con voi.
Mariù Ecco l'unica cosa nella quale siamo d'accordo. Buon giorno. (Gli volta le spalle).
Riccardo (sta un attimo incerto. Poi esce rapido a destra) .
Mariù passeggia nervosa. Si ricorda della carta anatomica appesa alla parete. Va per prenderla. Ma entra Matilde.
Matilde Oh, Dio. cos'è quel cadavere?
Mariù È la sezione di un corpo umano.
Matilde Che cosa disgustosa! Toglila subito. O lo fai anche tu apposta per esasperarmi?
Mariù Io. Io. Io. A sentirti non ci sei che tu a questo mondo!
Matilde Che modo è codesto di rispondermi?
Mariù Scusami. Maqualche volta anche gli altri possono essere nervosi.
Matilde Cos'è accaduto? Marco ti ha offeso?
Mariù Magari! Almeno gli avrei risposto a tono! Ma non l'ho visto. Capisci?
Matilde Come? Ma se l'ho lasciato qui.
Mariù E invece ho trovato suo figlio.
Matilde (quasi con un grido) Rorò!
Mariù Sì. Il bel Rorò. Che mi ha parlato per incarico di suo padre.
Matilde Anche lui?
Mariù Sì. Mi ha annunciato che suo padre mi lascia.
Matilde Rorò! E dov'è? Dov'è? (Corre verso la porta) .
Mariù È andato via da un bel pezzo.
82
Matilde Ma non dovevi lasciarlo andare. Bisognava trattenerlo.
Mariù Cosa volevi dirgli?
Matilde Nulla. Nulla. Dovevo chiedergli notizie di un suo amico.
Mariù Uno studente?
Matilde Sì. Un ragazzo che ho conosciuto... e che non ha nessuno... Insomma volevo parlargli.
Mariù Lilì, tu stai per farne una delle tue... come dice la zia Bettina.
Matilde Lascia in pace i miei parenti. Ti assicuro che si tratta di un ragazzo al quale m'interesso... soltanto perché ha bisogno d'una guida spirituale!
Mariù Mamma, guardami bene. È con uno studente questa volta che tu pensi di ricostruirti la vita!
Matilde Studente! Studente! Non si resta eternamente studenti. Ci si laurea pure un giorno! No?
Mariù Uno studente. Incredibile. Tu mi sorprendi sempre più. La prossima volta se continui così toccherà ad un poppante.
Matilde Non cominciare a farmi la morale! Lascia questo compito alla zia Bettina. Del resto, pare che non se ne faccia nulla. Che sia stato, come dire, un fuoco di paglia!
Mariù Sia lodato il cielo!
Matilde (irritata) Ah, sì? Ti sembra giusto che un un uomo accenda nel cuore d'una donna sogni, speranze, progetti, e poi all'improvviso dichiari: Scusate, avevo solo scherzato.
Mariù No. Non è giusto. Un uomo deve sempre sapere quello che fa.
Matilde Ecco. Specie se la donna non è più giovanissima.
Mariù No. Specialmente se è giovanissima.
Matilde No. Se non è più tanto giovane, è più grave, perché la donna può lasciarsi andare, parlarne alle amiche... accennare al suo flirt è umano, no? e allora come si fa a tornare indietro, a spiegare: «Non c'era nulla di vero. Era tutta un'illusione!». C'è da morire dalla vergogna.
Mariù Tu ne hai parlato in giro?
Matilde Soltanto un po'. Come hai fatto tu col tuo Marco.
Mariù È diverso. Marco era il mio fidanzato.
Matilde II che non gli ha impedito di filare ugualmente.
Mariù Infatti. E sai come me l'annunzia? Con una carta anatomica. Eccola lì. Moderno, no?
Matilde Ed a me con un disco. Pensa!
Mariù (sforzandosi di ridere) Ah, sì? Veramente originali.
Matilde E sbrigativi.
Mariù Povera Lilì.
Matilde Povera Mariù.
Mariù Soffri molto?
Matilde (mentendo) Oh, no. Solo un pochino. E tu?
Mariù Provo del dispetto. Ecco tutto.
Matilde Se non avessi il rimmel, forse piangerei.
Mariù Ti farebbe bene.
Matilde Ma dopo avrei gli occhi rossi per due giorni.
Mariù Allora non lo fare. Se non fosse triste, sarebbe comico!
Matilde I nostri fidanzati ci lasciano nello stesso giorno.
Mariù E ce lo mandano a dire.
Matilde Da suo padre.
Mariù Da suo figlio!
Matilde Oh, che bella famiglia!
Mariù (colpita) Lilì.
Matilde Eh?!
Mariù Hai detto: che bella famiglia!
Matilde Parlavo di noi due.
Mariù Oh, no... Adesso capisco! Ma sì... Tu parlavi di Marco... e di Rorò! Lo studente è lui.
Matilde (debolmente) No. No. Si tratta d'un suo amico.
Mariù Ma sì. È tutto chiaro. Oh, mamma sei proprio impossibile. Ci sono dodicimila studenti all'università e tu chi vai a scegliere fra tutti? Proprio il figlio del mio fidanzato!
Matilde Non sono stata io a scegliere lui.
Mariù Per forza suo padre doveva fuggire!
Matilde Ma no! È il figlio che fugge per riguardo al padre!
Mariù Ma no. È il padre che si ritira per salvare il figlio.
Matilde T'assicuro che è il contrario.
Mariù Ma no. È evidente. Marco non può sposare la figlia della fidanzata di suo figlio!
Matilde Ma no. È Rorò che non può sposare la madre della fidanzata di suo padre.
Mariù È Marco che si sacrifica.
Matilde Ti dico che è Rorò che rinunzia.
Mariù Bene. Lo sapremo subito.
Matilde Che vuoi fare?
Mariù Chiamarli qui.
Matilde No. Non lo fare. Continuerebbero a beffarsi di noi.
Mariù No. Se avessero avuto il coraggio di affrontarci, sarebbero venuti a parlare direttamente con ciascuna di noi. Non si sarebbero fatti rappresentare.. Ma oltre tutto i signori uomini sono vili. Ci lasciano, ma celo mandano a dire. Ebbene che vengano personalmente. Vedremo le ragioni che oseranno portarci della loro condotta!
Matilde No. Non lo fare, Mariù. Non mi sento di affrontare ancora quel ragazzo.
Mariù Temi di non essere in ordine? No, sei affascinante.
Matilde No... Non è fuori di me... Ma qui dentro qualcosa che non va più. Ecco... Ho paura di cominciare a sentirmi vecchia.
Mariù No. Una donna è sempre più giovane di qualsiasi uomo. Coraggio, Lilì. Qui è in ballo la dignità del nostro sesso. Non sarà mai detto che due donne come noi si facciano giocare da due uomini qualunque. Coraggio. Sei bellissima. Pensa al pettirosso. Pensa al giocatore.
Matilde Lui sì che mi voleva bene.
Mariù Pensa al pianista.
Matilde Quello mi adorava!
Mariù Pensa a... Insomma tu te ne ricordi più di me. E allora chiudi gli occhi e ripeti: Io sono stata adorata. Gli uomini limino fatto pazzie per me. E tutto ti sembrerà facile. Non si tratta in fondo che di un ragazzo!
Matilde È appunto per questo! Ha un certo modo di guardare.
Mariù È soltanto un uomo. Noi siamo invece due donne. E nella partita abbiamo dunque le carte migliori. Giochiamole, Lilì. La partita non è ancora perduta.
Matilde (si è venuta montando) Ebbene, sì. Una donna è sempre una donna. Hai ragione. Mariù. Ci hanno offeso. Ebbene che ci sentano! Il calciatore era un uomo venti centimetri più alto di quel... Rorò, eppure impallidiva ogni volta che mi vedeva.
Mariù Ecco.
Matilde E il pianista! Bastava che io entrassi nella sala dei concerti perché prendesse certe stecche! Sì. Non è ancora finita. L'altro giorno per la strada, col tailleur nuovo, c'erano ancora uomini che si voltavano al mio passaggio.
Mariù Lo vedi?
Matilde Sì. Uno mi venne persino dietro. Non tanto anziano. Poi cambiò idea. Ma mi seguì. Lo posso giurare.
Mariù Brava, Lilì. Adesso ti riconosco.
Matilde Chiamali pure. Non ho più paura.
Mariù Benissimo. (Va verso il telefono).
In questo momento entra Claretta.
Claretta I signori Vetti.
Matilde (smarrita) Che?
Claretta I signori Vetti. Padre e figlio.
Mariù Marco?
Matilde Rorò?
Claretta Tutti e due. Chiedono delle signore.
Mariù Falli entrare.
Claretta (esce) .
Matilde Mariù, restami vicina.
Mariù Coraggio.
Entrano Marco e Riccardo.
Marco e
Riccardo (insieme) Buon giorno.
Mariù Buon giorno.
Marco e
Riccardo (insieme) Siamo venuti...
Riccardo Parla tu, papà.
Marco Oh, se vuoi cominciare tu...
Riccardo No, di' pure tu.
Marco Ecco... il modo col quale vi abbiamo comunicato... sì, insomma...
Riccardo Le nostre decisioni.
Marco (correggendo) I nostri propositi
Riccardo Ecco. Propositi... È la parola. Forse può essere stato troppo brusco...
Marco Diciamo: inelegante...
Mariù C'è un termine più appropriato. Ineducato.
Marco Ecco. Sì... Ma vi assicuro, Mariù...
Riccardo (riprendendolo) Papà. (Alle donne) Insomma, la forma non è stata eccessivamente urbana... benché fosse l'unica a nostra disposizione... Se vi avessimo parlato direttamente...
Matilde Oh, sarebbe stato meglio!
Mariù: (riprendendola) Mamma! (Ai due) Immaginiamo che lo facciate ora. Dite pure ad ognuna di noi quel che volevate dirci l'uno per mezzo dell'altro.
Marco (incerto) Subito. Dopo attento esame... e lunga ponderazione... È così Riccardo?
Riccardo Sì. Pesato il pro e il contro, abbiamo pensato... Non è così, papà?
Marco Perfettamente. C'è sembrato...
Riccardo Che il libero corso che avevamo dato ai nostri sentimenti....
Marco Urtasse...
Riccardo Si opponesse...
Marco Insomma portasse ad una situazione...
Riccardo Terribilmente difficile...
Marco Diciamo: anormale...
Riccardo E allora...
Marco Con sommo rincrescimento...
Riccardo Con vivo dolore...
Marco Con dolore... per i progetti che accarezzavamo... (Il silenzio delle due donne lo disorienta. Si asciuga il sudore) Sì... perché si sperava... Ma insomma dite qualche cosa!
Matilde (Di fronte al disorientamento dei due ha riacquistato la sua sicurezza) In poche parole: vorreste chiederci scusa della vostra condotta...
Riccardo Sì.
Matilde Ma non dovete scusarvi affatto. Voi ci avete offerto il modo di uscire da una situazione imbarazzantissima. Siamo noi due che dobbiamo ringraziarvi.
Marco e Riccardo si guardano stupiti.
Mariù è sorpresa e guarda ammirata la madre.
Matilde Sì, perché adesso che siamo certe di non farvi soffrire, possiamo dirvi che voi ci avete semplicemente precedute.
Marco Che significa?
Matilde Che la nostra insistenza nel volervi vedere aveva un motivo. Ognuna di noi avrebbe voluto dirvi, ma direttamente, quello che voi ci avete detto indirettamente. In questi giorni io e Mariù ci siamo spiegate. Vero Mariù?
Mariù Sì, mamma.
Matilde (A Marco) E quando Mariù mi ha confessato di avervi detto di sì soltanto perché le faceva pena un uomo anziano che s'era ridotto ad esser ridicolo, pur di conquistarla, io le ho detto: Ma no. figlia mia, è meglio che tu gli parli chiaro. Digli che già altre volte ti è capitato di far colpo su qualche vecchio signore e lì per lì hai detto di sì per guadagnare tempo. Ma poi hai trovato modo di condurlo, per esempio, in una strada di campagna un po' in salita e lì ti è stato facile distanziarlo col tuo bel passo elastico da sportiva. Al ritorno non hai avuto bisogno di dir nulla. Egli ha preferito eclissarsi. Fa lo stesso con Marco. Invitalo, per esempio, ad una partita di tennis. Vedrai che capirà da sé. Non c'è nulla di più buffo di un uomo grasso in calzoncini.
Marco (A Mariù) Avete detto questo?
Mariù Oh, Marco, l'avrei fatto con molta discrezione, siatene certo! E avreste avuto l'impressione di esser voi a lasciare me. So il rispetto che si deve ai capelli bianchi!
Marco (Arrabbiandosi) Non vi credo. Lo dite apposta per farmi dispetto. Ma quella sera eravate sincera.
Mariù Dio mio, sincera come può esserlo una donna! Eravate così lanciato che mi faceste un po' pena, povero Marco!
Riccardo Non le credere, papà. È tutto un gioco.
Matilde Ragazzo, tutto è gioco nella vita. Naturalmente. Non giocavate forse anche voi quel giorno quando fingevate di volervi uccidere per me? E non era gioco il mio quando fingevo di credere al vostro amore?
Marco Non dite questo. Voi gli avete creduto. Ne ho le prove. Voi avete accarezzato dei progetti con lui.
Matilde Ma una donna crede sempre a quelli che le parlano d'amore. Tutto sta nell'intendersi per quanto tempo vi crediamo. Un attimo. Un'ora. O una vita. Io sono per l'attimo. E qualche volta per l'ora. Come con vostro figlio. È più sbrigativo e più movimentato.
Mariù Mamma, ma non devi esagerare. Riccardo non merita di essere trattato come il calciatore o il pianista.
Riccardo Il calciatore?
Matilde Oh, era un uomo molto più alto di voi. Il miglior centrattacco di tutto il meridione. Peccato che non l'abbiate conosciuto.
Marco Ragazzo mio, non ti resta che rassegnarti. Hai sentito? Un semplice calciatore ha lasciato dietro di sé più rimpianti di te con tutta la tua medicina.
Riccardo (A Marco) E tu? Stai forse meglio tu? Con tutta la tua ginnastica e le tue cravatte non sei riuscito a tenere Mariù.
Matilde Amici miei, non è il caso che vi accusiate a vicenda. Avete perduto tutti e due.
Marco Infatti nella partita noi avevamo le carte migliori, ma ce le siamo lasciate portar via stupidamente quando siam venuti a parlarvi io a suo nome (indica Riccardo) e lui per me. È stata una mossa falsa perché vi abbiamo dato il modo di prepararvi a dirci ora direttamente no.
Matilde Oh, se non aveste fatto quella mossa falsa, ne avreste certamente commessa un'altra. È fatale. Tutti gli uomini sono dei giocatori inesperti in fatto d'amore.
Riccardo Tutti? Via, non esageriamo!
Matilde Ma sì. E sapete perché? Perché in questo gioco eterno che è l'amore voi uomini non siete che dei dilettanti mentre noi donne siamo delle... artiste! Per voi l'amore è uno dei sentimenti della vita! Per noi tutta la vita! Ecco perché noi finiamo col vincere tutte le partite anche quando... le perdiamo!
Marco Lilì, sapete che cosa mi viene in mente ora? Che abbiamo perduto per un altro motivo.
Matilde Quale?
Marco Mariù, permettete che lo dica?
Mariù Oh, parlate pure.
Marco Credo che in questa partita a quattro abbiamo sbagliato sin dall'inizio.
Riccardo Che vuoi dire papà?
Marco Ma sì. Non abbiamo scelto bene il posto che conveniva a ciascuno di noi. La partita sarebbe stata più fortunata, se i compagni di gioco fossero stati diversi.
Matilde Diversi?
Marco Sì. La prima e più importante regola di gioco è la scelta del compagno. E credo che a mutare le sorti della nostra partita, basterebbe un piccolo cambiamento di posto. Ecco. Così. Scusate? (Spinge Riccardo accanto a Mariù e si va a mettere accanto a Matilde) .
Mariù Marco, cosa vi salta in mente?
Marco Zitta. Lasciate un po' fare al cartaio. Tu, Riccardo, ti trovi meglio a quel posto?
Riccardo Beh, è un po' troppo presto per dirlo, papà.
Mariù Ma io non son disposta a restare qui!
Marco Cercate di abituarvi. Vedrete che non ve ne lamenterete. Io per mio conto qui sto benissimo. Ho una compagna che certamente capirà a volo tutte le mie carte e mi seguirà nel gioco.
Matilde Un momento. Questa è una partita ancora più difficile, Marco!
Marco Che importa? Abbiamo tanto tempo innanzi a noi per giocarla. E vedrete che un po' per volta finiremo col giocarla con più gusto e interesse.
Matilde Attento, che io come compagna di gioco non perdono nessuna mossa falsa.
Marco Non ce ne saranno, se voi mi guiderete.
Mariù (A Riccardo) E voi credete di poter subito capire tutte le carte che avrò in mano?
Riccardo Se le dichiarerete in tempo, sì.
Marco Ed ora silenzio. Non sono ammesse interruzioni. Il cartaio comincia a distribuire le carte. E il gioco... ricomincia!
(E mentre fa il gesto di distribuire le carte, si ode un colpo di gong).
Fine della commedia.
Finito di stampare iI 16 maggio 1965 con
i tipi della TIPOGRAFICA M. COCCIA ROMA