Patineau ovvero Un ritratto in fotografia

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OSSIA

UN RITRATTO IN FOTOGRAFIA

(traduzione dal francese)

DI

AMILCARE BELOTTI

Personaggi

CARLO PATINEAU, fabbricante di candele di sego

ORTENSIA, sua moglie

RAFFLÉ, mercante di porcellane

LUCIA, sua moglie

VALMOIR, proprietario

BABINETTE, serva di Patineau

Scena a Parigi in casa Patineau.

FIRENZE

ADRIANO   SALANI,   EDITORE

Viale Militare, 24

1896


ATTO UNICO

Camera semplice; porte laterali; porta in fondo; una finestra da un lato; sedie, sofà, tavolini, uno con sopra specchio.

Scena prima

Ortensia, Babinette, indi Valmoir, dal mezzo.

Ortensia    (guardando nella porta a diritta) Come è allegro mio marito. Sembra che abbia perduto il cer­vello.

BabinetteInfatti, vi è di che perderlo. Credo che non abbiadormito in tutta la notte, e come si può dor­mire dopo aver avuta una notizia di quella sorte? Anch'io sono stata desta per cagione molto diversa; dacché i topi hanno ucciso il nostro povero gatto, fanno tal fracasso la notte nella mia camera, che ri-sponde col mezzanino dello candele, che non mi fanno chiuder occhio; sono grossi, grossi, grossi... difatti nella sala di un fabbricante di candele di segohanno di che mangiare. Ho un bel mettere le trappole io! Essi vi entrano, mangiano il lardo, poi escono e se ne tornano a casa loro.

Ortensia    Vi avevamo detto di andare dallo speziale a farvi dare un veleno per estirparli.

BabinetteOra andrò, madama, perché non voglio più fare questa vita. Se non si prende riparo una volta o l'altra, mangeranno anche la vostra cameriera. (parte)

Ortensia    Che ciarliera! (si sente ridere Patineau di dentro) L'allegria di mio marito mi stordisce, malgrado questa fortuna inaspettata io non posso rallegrarmi; i dispiaceri che soffre la mia benefattrice mi tengono in una continua agitazione. Chi viene?

Valmoir     Ortensia.

Ortensia    Signor Valmoir.

Valmoir     Sei sola? Tuo marito?....

Ortensia    E' di là occupato con una folla di tappezzie­ri, pittori, ebanisti...

Valmoir     Dunque posso dirti due parole in fretta?

Ortensia    Quali notizie avete? Come sta il vostro Gu­stavo?

Valmoir     Ieri era più ammalato che mai, quest'oggi non ne ho avute notizie. Amelia non fa che piangere, io non posso piangere, io non posso andare a vederla, perché il padre mi fa tener dietro, e se mai si sco­prisse...

Ortensia   Dio te ne guardi. E' un uomo capace di tutto.

Valmoir     Tu conosci il suo orgoglio; egli sarebbe capa­ce di uccidere sua figlia, se sapesse che un matrimo­nio segreto ci unisse e che abbiamo già un frutto della nostra unione.

Ortensia    Niuno meglio di me conosce l'orgoglio del barone: sono stata dieci anni in sua casa carne cameriera, hoveduto crescere la mia cara Amelia, che mi riguardava come amica e non come sua serva. Voi eravate uomo d'affari del barone, efin da quando conobbi il vostro amore, previdi le sventure che lo avrebbero seguito.

Valmoir     In grazia della tua assistenza, tutto rimase celato.

Ortensia    Ma non avrei mai preveduto tanti penosi im­barazzi in che ci troviamo... Basta, ora non vi èpiù rimedio, e bisogna pensare all' infelice fanciullo, co­stretto a viver lungi dal seno di sua madre.

Valmoir     Tu sola puoi aiutarmi.

Ortensia    Fino che mio marito era lontano da Parigi, io ho potuto assistervi, ma ora...

Valmoir     Ed ora vorrai abbandonare il figlio della tua buona Amelia, che ti ama come una sorella?

Ortensia    Ma perché non cercare di persuadere il ba­rone?

Valmoir     Cure inutili; finché il barone verrà, il nostro matrimonio dovrà esser celato,

Ortensia    Oh cielo!

Valmoir     Se tu ami Amelia, devi prestargli l'ultimo servizio.

Scena seconda

Lucia, Rafflé, dal mezzo, e dette.

Lucia           (resta in fondo ad ascoltare) (Ortensia col proprietario della casa).

Valmoir     Dunque, Ortensia ?

Ortensia    (vedendo Lucia) Oh Lucia!

Lucia           (avanzandosi) Signora Ortensia. (ironica) Disturbo forse?

Valmoir     Al contrario, io giàpartivo...

Lucia           Un momento signor Valmoir; giacché vi ho trovato, io voglio domandarvi un favore.

Valmoir     Ma ora...

Lucia           Il camino della mia cugina manda, fuori un fumo che mi fa piangere tutto il giorno, e vorrei pregarvi...

Valmoir     Di farlo accomodare? Bene, domani manderò.

Lucia           Non sarebbe meglio oggi?

Valmoir     Bene, manderò oggi, ve lo prometto.

Lucia           (a Ortensia) (Cosa vuol dire cogliere l'occasione! egli è un bell'uomo).

Valmoir     (piano a Ortensia) (Dunque quest'ultimo favore che ti domando).

Ortensia    (Lo indovino: è di andare a vedere il vostro piccolo Gustavo?)

Valmoir     (Sì, e recarmi subito nuove di sua salute).

Lucia.          (Che sfacciataggine! Amoreggiare così in mia presenza, con uu marito sì buono come ella ha).

Scena terza

Patineau, di dentro, poi Babinette e detti.

 

Patineau     (di dentro) Siamo d'accordo, addio.

Ortensia    Mio marito!

Valmoir     Addio, Ortensia. (parte dì mezzo). Lucia(Viene il gatto, e il topo fugge. Se vorrà, che io taccia, mi dovrà ribassare la pigione almeno di un terzo).

BabinetteSignor padrone, lo speziale ha detto...

Patineau     (fuori, parlando a quelli che sono dentro) E non badate a spese; io non curo il denaro... ah, ah, ah! (ride).

Lucia           Che ha il tuo marito? (ad Ortensia).

Ortensia    Ma un'allegria che mi annoia.

Patineau     Babinette, tu passerai dal mio calzolaio, dal mio sarto, dal mio cappellaio, e vedrai se tutto è pronto.

Ortensia    Ma, amico mio.....

Patineau     Babinette, cerca il miglior calzolaio da donna, che sia in Parigi, perché venga a calzare mia moglie.

Babinette  Vado. (Ci mancava l'eredità per farmi correre). (parte)

Ortensia    Ma perché tante spese, marito mio?

Patineau     Perché, perché voglio, che tu oscuri le più ricche dame di Parigi; perché voglio che tu schiacci tutte le lionesse del nostro vicinato, e prima di ogni altra, quella vanagloriosa della nostra vicina, quella ridicola di madama Rafflé, che finora ha voluto soverchiarti in tutto.

Lucia           (avanzandosi) Grazie, mio buon vicino.

Patineau     Perdono, madama Rafflé, non vi avevo veduto, perché io non sono accostumato a sparlare delle persone quando sono presenti. Infine, non facendo che rendere giustizia al vostro buon gusto, voi darete dei consigli a mia moglie, consigli di  di...

Lucia           Di lusso.

Patineau     Già, consigli dì lusso. Voglio degli abiti di velluto di di...

Ortensia    Amico mio, l'abito di lutto è quello che conviene alla nostra situazione.

Patineau     (in tuono serio) Ha ragione mia moglie; ma adesso l'abito di lutto costa poco, tutti lo portano! Un cencio di velo nero attorno il cappello, ed ecco il lutto... anzi perché si veda meglio, si mette sopra ad un cappello bianco... Ma il vero lutto è qui nel cuore. - Così hanno deciso le persone economiche! Ah, ah, ah! (ride)

Lucia           Ma infine, che vi è accaduto?

Patineau     Ci è caduta addosso un'eredità... Ah, ah, ah! (ride)

Ortensia    Abbiate almeno convenienza innanzi alle persone.

Patineau     (tornando serio) Hai ragione. (poi a Lucia, quasi piangendo) Abbiamo fatto una perdita che ci è stata molto sensibile!

Lucia           Una perdita?

Patineau     Una perdita che ci fa guadagnare centomila franchi.

Lucia           Centomila franchi!

Patineau     Netti sfiguratevi il nostro dolore!

Lucia            (Lo credo bene, che li farà li abiti di velluto). Ma come?

Patineau     Un'avventura meravigliosa, favolosa!

Ortensia    Ma moderatevi. Quest'allegria...

Patineau     Allegria? Ma quest'è pazzia, delirio, ah! tu vorresti, che io fossi un ipocrita? Un uomo che ti lascia tal somma, lo fa per farti piacere, per farti stare allegro! ed io ci ho piacere, io sono allegro. Io eseguisco la volontà del testatore. (ride e balia)

Ortensia    Pensate che il vostro benefattore è morto,

Patineau     Eh, se non fosse morto, io non sarei il suo erede, io non sarei così allegro.

Lucia           Ma si può dunque sapere?...

Ortensia    (a Patineau) Voi dovete uscire; informerò io Lucia.

Patineau     (cerca il cappello, va allo specchio) Hai ragione, vado.

Ortensia    (a Lucia) Tu hai conosciuto Mr. Dubrevil?

Lucia           Quel vecchio, che abitava una soffitta in casa di madamigella Amelia tua padrona?

Ortensia    Appunto quello.

Lucia           L'uomo più avaro che abbia conosciuto mai.

Patineau     Vecchio virtuoso, aveva ragione di essere avaro.

Lucia           Non voleva spendere neppure con quello che lo assisteva nella sua malattia... Egli deve essere stato ricco una volta, ma ora...

Patineau     Non  gli era rimasto che un miserabile milione dì franchi... Poveretto!

Lucia           E non era molto vecchio, era in età verde.

Patineau     Era giallo; io l'ho veduto una sol volta, quando faceva la corte a Ortensia.

Ortensia    (interrompendolo) Amico mio, avete tanta fretta d'uscire...

Patineau     Dopo il mio matrimonio non avevo più sentito a parlare di lui, e ieri soltanto ricevei la lettera di un notaio il quale mi annunciava che Mr. Dubrevil, morto il giorno innanzi, mi aveva lasciati... cioè aveva lasciati a mia moglie nel suo testamento la somma di centomila franchi. Oh valore! oh gioia!

Lucia           Centomila franchi !

Patineau     Già, per un poco d'assistenza che mia moglie gli fece nelle sue malattie.

Lucia           È cosa da non credersi: sembra una favola.

Patineau     Appena ricevuta la lettera, mi portai dal notaio, dove trovai otto mariti, che venivano per parte delle loro mogli, alle quali il buon vecchio aveva lasciata la medesima somma: gli stringemmo in silenzio la mano tutti... Eravamo nove. Fu una scena veramente drammatica: piangevamo tutti di tenerezza, pensando al defunto Dubrevil ed alla somma di centomila franchi.

Lucia           (L'invidia mi rode). Ecco mio marito

Scena Quarta

Rafflé e detti.

Rafflé         Amico, vengo a dirti, con mio rincrescimento, che mi è impossibile procurarti la somma che  mi  avevi chiesto due giorni sono...

Patineau     Ormai è inutile, perché...

Ortensia    Io mi ritiro per alcune faccende.

Patineau     Va pure, tesoro.

Ortensia    Si corra per  le nuove  del  piccolo  Gustavo.

Patineau     Rafflé, tu pranzi con noi?

Rafflé         Come!

Patineau     Con tua moglie.

Rafflé         Ma, vicino mio...

Patineau     Ti piacciono i tartufi?

Rafflé         E come!

Patineau     Ti piacciono le sfogliate?

Rafflé         Ma...

Patineau     Champagne, Bordeaux... Tu porterai i bicchieri di cristallo, un servizio di porcellana del tuo magazzino... pagherò appena avuta la somma..

Rafflé         Hai forse avuto qualche grand'ordine di candele di sevo, e vuoi mangiarti il guadagno in erba?

Patineau     Candele di sevo! Sono finite le candele di sevo; non più sevo: cera d'ora in poi, amico mio. Gran fabbrica di candele di cera odorifera di Carlo Patineau... e poi un altro cartello dirà: Carlo Patineau, ceraiuolo di Sua Maestà, all'Insegna del Cervo. Troverò una Maestà da servire, avrò unbrevetto, un magazzino spettacoloso accanto al tuo... un palazzo d'oro... ossia con grandi dorature, e quello che sarà più sorprendente, che avrò oro sopra le muraglie della mia bottega, del mio palazzo, ed oro in tasca; e non sarò come tanti, che hanno oro sulle muraglie e rame in tasca.

Rafflé         Ma come farai, se...

Patineau     Sono ricco, amico mio, ricco sfondato. Hai moneta da prestarmi?

Rafflé         Ho quattro pezzi da cinque franchi.

Patineau     Prestami questi venti franchi: vado a fare delle spese.

Rafflé         Ma come! (glieli dà) Sei tanto ricco e...

Patineau     Saprai, vedrai... Vado intanto ad ordinare il pranzo ed a comprare dei giocattoli per la mia bambina. Abbracciami, amico mio.

Rafflé         Volentieri. (vuole abbracciarlo, Patineau gli volge la spalle, dicendo)

Patineau     Addio. (parte)

Rafflé         Ma che scena è questa? È divenuto pazzo? che ha?

Lucia           Che ha? Ha centomila franchi che ha ereditato.

Rafflé         Ah! (sospira).

Lucia           Un certo Mr. Dubrevil, che tu  non conosci, è morto ed ha lasciato centomila franchi per ciascheduno a nove persone che si sono riunite ieri in casa da un notaio.

Rafflé         Ma questa è una favola, che ho letta questa mane, e che ho sentita a leggere in un giornale, alla quale neppur ho prestato attenzione.

Lucia           Ti dico che è storia reale, perché anche Ortensia me lo ha confermato ora, in presenza di suo marito.

Rafflé         Davvero? La rabbia mi affoga!... Figurati, ora che è divenuto ricco, quante soverchierie dovremo soffrire!

Lucia           Figurati il lusso di sua moglie, gli abiti di velluto, i scialli, cappelli... Oh! sudo a pensarvi.

Rafflé         Figurati cosa diverrà la mia bottega accanto alla sua che abbellirà!...

Lucia           Ortensia troverà subito un cavalier servente.

Rafflé         Patineau darà feste da tallo.

Lucia           Pensa che a qualunque costo voglio anch'io un abito di velluto.

Rafflé         Eh?

Lucia           Uno scial turco...

Rafflé         Che?

Lucia           Ed un cavalier servente.

Rafflé         Va' al diavolo!

Lucia           E tu ci devi pensare.

Rafflé         Io penserò a provvedermi  d'un buon bastone. Già  io non invidio questa fortuna acquistata Dio sa come.

Lucia           Frattanto avete accettato il pranzo quest'oggi.

Rafflé         Sicuro... Non bisogna disgustarsi le persone ricche possiamo un giorno o l'altro aver bisogno di loro.

Lucia           Dunque vado in bottega a preparare il servizio di porcellana.

Rafflé         Va pure. Voglio vedere se posso cavare di bocca ad Ortensia qual è la vera causa.

Lucia           Eccola; vado via. (parte).

Scena quinta

Ortensia e detto.

Rafflé         (Centomila franchi! Ma l'aneddoto che leggevamo nel giornale ha una somiglianza).

Ortensia    (esce) Siete voi, mio caro vicino?

Rafflé         Sì, mia bella Ortensia.

Ortensia    Bella! non me lo avete mai detto.

Rafflé         Oggi siete più bella del solito. (Centomila franchi!)

Ortensia    Signor Rafflé, voi siete mio amico, e m'incoraggiate a farvi una confidenza.

Rafflé         (Ci siamo.) Parlate, amabile Ortensia,

Ortensia    Mio marito e uscito?

Rafflé         Sì.

Ortensia    Babinette ancora?

Rafflé         Sì.                                   

Ortensia    (fra sé) Io non posso allontanarmi, d'altronde sono in sospetto; e se il barone facesse spiare...

Rafflé         (che ha sentito qualcosa) Il barone?

Ortensia    Voi mi giurate segretezza, non è vero?

Rafflé         (Un segreto!)

Ortensia    Quel povero Gustavo. (fra sé, ma forte).

Rafflé         (Il barone prima, ora Gustavo: son due).

Ortensia    Vorreste andar voi, per me?

Rafflé         Dove?

Ortensia    A Mont Martre, dalla Geltrude, la nutrice: Via del Lioncino, n.° 13. Voi le domanderete notizie del malato.

Rafflé         Chi è malato, il marito di Geltrude?

Ortensia    No, domandate come sta l'ammalato; ciò basta; poi tornate subito a darmi la risposta... Egli è così costernato per sapere...

Rafflé         Chi, vostro marito ?

Ortensia    No.

Rafflé         Almeno spiegatemi. (s'ode la voce di Patineau)

Ortensia    Ah! la voce di mio marito. Passate per l'altra scala, andate e tornate subito. (insegna, a Rafflé la porta a diritta, poi va incontro a Patineau).

Rafflé         Dalla nutrice... che cosa diavolo mi ha detto? Il barone, Gustavo, quelle parole interrotte... Ah povero Patineau! ma quel giornale che parlava... Scendo al caffè qui abbasso, e prima di andare dalla nutrice, voglio leggere.... Eccoli. (va a diritta)

Scena sesta

Patineau ed Ortensia.

Patineau     (con giuocattoli, cioè una bambola, un pulcinella ed una scatola di legno) Ti piacciono eh?

Ortensia    Perché spendere tanti denari?

Patineau     Miserabili venti franchi! guarda, guarda guasto pulcinella come è bello, eh?

Ortensia    Sì, bello.

Patineau     E questa signorina?... somiglia a Lucia.

Ortensia    Dammela; porterò intanto questa alla mia piccina.

Patineau     Sì, ciò ti servirà per studiare sulle mode. Quando sarà annoiata di quella, gli passeremo pulcinella, e cosi...

Ortensia    Disponi tutto su questo sofà; penserò io a nasconderli.

Patineau     Sì. (li pone sul sofà).

Ortensia    Vado a portare la bambola alla bambina. (parte).

Patineau     Dagli un bacio per me... Cara! tu non sarai destinata a fabbricar candele, come tuo padre: tu sarai ricca, non dovrai avere la noia di studiare sui libri, tu potrai esercitare la bellissima arte di non far nulla.

Scena settima

Rafflé e detto.

Rafflé         (È solo). Patineau?

Patineau     Oh! sei qua?

Rafflé         Vengo per farti i miei complimenti per la tua fortuna, per l'eredità che hai avuta.

Patineau     Cioè, mia moglie.

Rafflé         Ah! tua moglie. E perché ha avuta quest'eredità tua moglie?

Patineau     Perché quel bravo Mr. Dubrevil, mentre viveva, apprezzava molto le qualità dì mia maglie.

Rafflé         La cosa non mi par naturale.

Patineau     Anzi è naturalissima.

Rafflé         A proposito di eredità, ve n'è una sul giornale.

Patineau     Oh!

Rafflé         Hai tu letto lo Charivary di questa mattina?

Patineau     No, anzi voglio abbuonarmi: è tanto dilettevole, metto tutto in ridicolo. Ah! sene leggono pur belle in quel giornale.

Rafflé         Delle bellissime. Guarda... questo è quello di oggi; vi troverai una graziosa istoriella che ti farà ridere... Qui... guarda.

Patineau     Vediamo (prende il giornale).

Rafflé         Leggi e ti divertirai. Addio (parte).

Patineau     Addio. Riposiamoci unpoco. (siede) Da ieri in qua non hofatto che camminare. Finalmente avrò l'esistenza che tante notti mi sono sognata! La. mattina alle nove, tazza di caffè in letto; alle dieci, caffè alla crema e crostini al burro; alle undici, una costoletta di vitella e vino di Bordeaux; alle dodici... cosa mangerò alle dodici? Basta, vedremo. (legge) Leggiamo un poco. « Abbiamo il piacere di « poter narrare ai  nostri lettori un tratto degno dei più bei tempi  della galanteria « francese. »Ho intenzione di abbuonarmi a questo grazioso giornale. (legge)

« Un certo Mr. D.,»  Un'iniziale. I giornali hanno sempre l'abitudine di mettere la sola iniziale. « Un certo Mr. D., ha risoluto di lasciare la sua fortuna a tutte le donne « a lui affezionate, mentre viveva, » Bravo, bravo signor D. questo è veramente un tratto degno della galanteria francese. « o per meglio spiegarsi, a tutte le sue amanti. » Ah, ah! erano dunque ammanti? Ma bravo signor D. bravo! ah, ah! ciò mi fa ridere davvero. « la cosa più ridicola, era il vedere i mariti, » Ah,  ah!  eccoli i  mariti... eccoli, poverini! Ah, ah! « riuniti tutti in casa di un notaio stringersi la mano in numero di nove. » (gettando un grido, si alza) Ah! In casa di un notaio, in numero di nove. Oh cielo! e la mia storia! (ricade a sedere) Ma questa è un' infamia, questo è il colmo della disgrazia! Dubrevil... perché quel D. significa Dubrevil. Dubrevil, amante della mia Ortensia, del mio tesoro. E credevo che per la sola ricompensa delle tante cure rese a lui nella sua malattia... 28 ottobre stampati 45000 esemplari... 45000! Pensare che 45000 famiglie, senza contare i gabinetti di lettura, sapranno oggi ciò che mi è seguito! E domani gli altri giornali che riprodurranno questo articolo! E le gazzette italiane, inglesi, turche, russe: alemanne, americane, che avranno l'infamia di farmi la traduzione e stamparlo nella loro lingua! L'Europa intiera avrà l'occhio sulla mia persona. Oh orrore! Ora capisco perché tutti ridevano per istrada questa mattina; avevano letto quell'articolo in questo maledetto giornale. (guarda il giornale) Cos' è questo? un ritratto. (legge) « Ritratto d'uno dei nove mariti, preso dalla fotografia. » Il mio ritratto! Io svengo... sono fotografato.

Scena ottava

Lucia, e detto.

Lucia           (che avrà inteso le ultime parole) Vi siete fatto fare il ritratto?

Patineau     (Lucia! Oh! qual idea... essa ha conosciuto quel vecchio seduttore... quel mostro del mio benefattore; essa forse sarà a parte...)

Lucia           Ma cosa avete, vicino? Non mi guardate cos’: mi fate venir rossa.

Patineau     (Finiamo.) Ebbene, avete nessuna novità?

Lucia           Per bacco! Ne volete una più bella della vostra eredità?

Patineau     Appunto per quest'eredità, so che corrono delle voci ambigue sulmio conto e su quello di mia moglie, eh?

Lucia           Non saprei.

Patineau     Dicono che si sia lasciata corteggiare...

Lucia           Da Valmoir, il proprietario di questa casa..

Patineau     Da Valmoir ?

Lucia           Non bisogna badare alle ciarle; sono lingue malediche; dicono che viene a trovare Ortensia, quando siete di guardia.

Patineau     Quando sono di guardia?

Lucia           Dicono, che solo per questo, Mr. Valmoir, che è vostro sergente della Guardia Municipale, vi mette di sentinella ai posti più onorifici... Ma io non credo a nulla.

Patineau     Di fatti, mi fa sempre montar la guardia al Palazzo del Re, dove la notte ci chiudono a catenaccio! Sarebbe vero? Ortensia....

Lucia           Che andate immaginando ? Vi credevo uomo di spirito. Ortensia è una brava donna... Fa, è vero, un poco la civetta con Valmoir, ma senza questo egli vi avrebbe tormentato per i tre mesi che gli dovete.

Patineau     Ecco perché non mi chiedeva mai lapigione di casa! Oh infamia! (prendendo la sciabola di legno) Giuro al cielo, l'ammazzerò!

Lucia           Via non vi riscaldate...  Pensate che io non vi ho detto nulla... Addio, vado in traccia di mio marito. (Mi comincio avendicare degli abiti di velluto.) (parte)

Patineau (girando la sciabola di legno) Il vecchio Dubrevil e Mr. Valmoir sono dunque due, che devo ammazzare. Un morto ed un vivo! II vecchio Dubrevil, quel mostro, quel pezzente, che ha arato l'audacia di lasciarmi centomila franchi...

Scena nona

Rafflé e detto.

Rafflé         (ansante) Auf! Quanto ho corso! Oh mio Dio!... Che hai, Patineau? Come sei pallido!

Patineau     Non sono che pallido?

Rafflé         Questa mattina eri sì allegro, sì giocondo...

Patineau     Questa mattina ridevo, questa mattina non sognavo che oro; adesso maledico l'oro; volevo comprare un brevetto, volevo far dorare la mia bottega...

Rafflé         Volevi mettere una fabbrica di candele di cera...

Patineau     Coll'insegna del Cervo. Già la folla si radunava innanzi al mio negozio, lo credo bene... venivano per vedermi...

Rafflé         Ed ora chi turba la tua gioia?

Patineau     (senza badargli) Ed essa piangeva! Infame!

Rafflé         Chipiangeva?... tua moglie?

Patineau     (come sopra) Ora comprendo la sue lacrime, il suo dolore. Ah! vorrei che egli fosse là, a me dinanzi, pieno di salute; ed invece è morto. Ah!

Rafflé         No, rassicurati, egli sta meglio.

Patineau     È morto,

 Rafflé        Ti dico che sta meglio.

Patineau     Ti dico che è morto.

Rafflé         Si credeva che morisse, ma ora è fuori di pericolo.

Patineau     Ma come ?

Rafflé         Era un dente.

Patineau     Un dente?

Rafflé         Sì, un dente che spuntava.

Patineau     Spuntava un dente al vecchio?

Rafflé         No, no, al bambino.

Patineau     Al bambino! Vi è un bambino?

Rafflé         Bello come un amore; e tua moglie tremava per la sua vita.

Patineau     Ortensia ha un bambino? Come! mia moglie ha un bambino, senza che io sappia...

Rafflé         Come, tu credi che quel fanciullo...

Patineau     Io non soquello che credo; ma dopo la lettura di quel giornale, dopo quello che ho letto del vecchio morto...

Rafflé         Ma no, quando tua moglie mi parlò in segreto della nutrice, era tutta commossa; parlava d'un barone.

Patineau     D'un barone! Oh Dio! sono tre.

Scena decima

Babinette e detti.

Babinette (per andare nella camera)

Patineau     Dove vai?

BabinetteMa... (nascondendo una lettera)

Patineau     Cosa nascondi? Una lettera... dammela.

BabinetteMa devo consegnarla alla padrona.

Patineau     (strappandogliela) Dal barone, forse?

Rafflé         O di Gustavo?

BabinetteNon l'aprite, signore, non l'aprite.

Patineau     Va' via...

Babinette(Vado; lo farò entrare per la piccola scala, e parlerò a voce alla padrona). (parte)

Patineau     (che ha aperto la lettera) Una lettera di Valmoir!

Rafflé         Del nostro padrone di casa, al quale devi tre mesi?

Patineau     (legge) « Mia cara Ortensia » Auf ! mi vengono i sudori freddi.

Rafflé         Siedi, amico mio, siedi. (gli dà la seggiola)

Patineau     (siede) « Non mi avete ancora dato notizie « del nostro caro bambino. » Oh Dio!

Rafflé         Dice così?

Patineau     « Di mio figlio » Un altro bambino « al  quale spero poter ben presto dare questo titolo, « sposando pubblicamente sua madre » Sposare mia moglie: no, che non lo permetto, birbante!...

Rafflé         La legge si oppone.

Patineau     La legge? Ah respiro! (cade a sedere).

Rafflé         E poi tu t'inganni: il bambino è di Dubrevil.

Patineau     Perché?

Rafflé         Ha lasciati centomila franchi, acciocché tu amministri i beni di suo figlio.

Patineau     È maschio, eh? Io che desideravo tanto un maschio!....

Rafflé         Certamente.

Patineau     Cosa faresti tu al posto mio ?

Rafflé         Io ricuserei l'eredità.

Patineau     Sì, ricuso. Fammi il piacere di andare dal notaio e dirgli per mia, parte, ch'io ricuso quella maledetta eredità.

Rafflé         Bravo! Ora ti stimo uomo d'onore,  addio.   (Almeno non avrò accanto una bottega che  faccia  sfigurare la mia!)   (s'incammina, poi torna)  Ricordati che mi devi venti franchi. (parte)

Patineau     Ingannarmi, dimenticare i più sacri doveri per miserabili  centomila  franchi! Ortensia, che  io chiamavo il mio tesoro, e dire che ella se ne  sta là tranquilla senza rimorsi con Dubrevil, Valmoir il barone, Gustavo, e un bambino sulla coscienza. Cosa farà? (va a guardare dal  buco della chiave) Gran Dio! Non è sola; Mr. Valmoir è con lei. Che situazione la mia ! Aver per rivale un padrone di casa, e sergente, e dire che non bisogna mancare   alla  subordinazione militare!... (guardando) Essi si dirigono a questa parte... Ho un'idea... se  io  mi   nascondessi... se stassi ad ascoltare? Sì: nasca quel che s'ha da nascere, bisogna ch'io sappia il vero. (si nasconde alla porta laterale, di faccia a quella che essi escono).

Scena undecima

Ortensia, Vilmoir e detto, in ascolto.

Valmoir     Sì, mia cara  Ortensia, ben presto  noi potremo annunciare pubblicamente il nostro matrimonio.

Patineau     (Ma dunque io non conto più nulla!)

Ortensia    Questo è il più dolce de' miei voti, voi lo sapete.

Valmoir     Io non potevo più durare questa vita; non vedo l'ora di poter dire a tutti: questa è mia moglie.

Patineau     (Io sono curioso di sapere come farà a sposare mia moglie).

Valmoir     È ben crudele dovere aspettare dalla morte di un uomo la sua felicità!

Patineau     (Dunque ho da morire).

Ortensia    Sono contenta di sapere che questa sera...

Valmoir     Sì, questa sera sbarazzatevi di vostro marito e mi vedrete te felice.

Patineau     (Ahscellerato).

Valmoir     Più tardi verrò a dirvi il resto. Addio cara, Ortensia. (parte dal mezzo).

Ortensia    Quale felicità! (ragionando fra sé)

Patineau     (Felicità).

Ortensia     Ma se mai non riuscisse in bene la cosa?

Patineau     (Lo spero).

Ortensia    Bisogna ancora tener tutto occulto, e specialmente a mio marito.

Patineau     Ma con qual mezzo vorranno sbarazzarsi di me?) (esce dalla porta e va nel fondo senza essere veduto)

Scena dodicesima

Babinette e detti.

BabinetteSignora padrona è fatta.

Ortensia    Cosa?

BabinetteLa vostra commissione. Lo speziale ha detto che per spicciarsi ci vuole l'arsenico.

Patineau     (Oh!)

Babinette   Ma esso non vuol darmene, senza l'autorizzazione.

Ortensia    In ogni modo mio marito lo prenderà.

Patineau     (cadendo sul sofà) Oh ! (forte)

BabinetteOh Dio! (volgendosi)

Ortensia    Che fa? Ah! vien male a mio marito... Carlo? Carlo?... il solito mal di nervi.

BabinetteHa aperto un' occhio.

Ortensia    Rinviene! Ah lode al cielo! corro a prender l'acqua. (parte)

Patineau     (con voce flebite) Su chi sono caduto? (toccando il sofà, trova il pulcinella) Sopra il naso di pulcinella! Sei tu dunque che mi richiami alla vita?

Babinette   Appoggiatevi sopra me.

Patineau     (alzandosi furibondo, percorrendo la scena sempre con pulcinella in mano) Vendetta. sì, vendetta! Anch'io sarò infedele, anch'io sarò abominevole. Sono in quattro atradirmi... quattro contro uno! Ebbene, mi vendicherò di tutti gli uomini sopra tutte le donne.

Babinette(Cosa, diavolo dice?)

Patineau     (vedendo Babinette) Ah! Ah! sei tu Babinette? (Cominciamo da Babinette). (accorgendosi del pulcinella che ha in mano lo getta) Tu va al diavolo. Babinette? (chiamandola)

BabinetteChe volete, signore?

Patineau     (slanciandosi ad abbracciarla) Abbracciami, Babinette.

BabinetteOh! signore, che fate ?... Chiamerò la padrona...

Patineau     Ah! tu sei la complice de' miei assassini, (respingendola) Va'.

BabinetteÈ divenuto pazzo; vado a chiamare il medico. (parte)

Scena tredicesima

Lucia e detto.

Lucia           (con dei piatti) Sono qua.  È tardi, non  v'è tempo da perdere.

Patineau     (Lucia! meglio così).

Lucia           (alla finestra) Ecco il pranzo che arriva. Ma che avete che mi guardate così fisso?

Patineau     Lucia, io t'amo.

Lucia           Mi amate? Ah! ah! ah! (ridendo).

Patineau     Non ridete, Lucia.

Lucia           E perché mi amate, mi guardate in tal modo?

Patineau     Mi corrispondi, Lucia? mi corrispondi? LuciaMa voi scherzate.

Patineau     Per ora non ti domando che un abbraccio; vieni nelle mie braccia.

Lucia           Che fate? sono una donna onorata.

Patineau     No... amor mio, non fuggirmi: fa ch'io possa vendicarmi.

Lucia           (svincolandosi) Ma, voi impazzite!

Scena quattordicesima

Ortensia e detti.

Ortensia    Bevi, marito: questo ti farà bene. (con bicchier d'acqua: che verrà agitandola col cucchiaino).

Patineau     (guardando ferocemente il bicchiere e la moglie) Cosa c'è là in fondo?

Ortensia    Dello zucchero.

Patineau     Zucchero!

Scena quindicesima

Rafflé e detti.

Rafflé         Son qua... Come ho corso!

Lucia           (È giunto in tempo).

Patineau     (ad Ortensia) Ortensia? Fissatemi in volto.

Ortensia    Perché, amico mio ?

Patineau     È zucchero quel  bianco in fondo al bicchiere?

Ortensia    E che volete che sia ?

Patineau     Non voglio bere, non ho sete.

Rafflé         (prende  il  bicchiere  di mano ad  Ortensia) Bevo io che ho sete. (beve tutto in un fiato).

Patineau     Disgraziato! tu sei perduto.

Rafflé         Perduto! E perché?

Scena sedicesima

Babinette e detti.

BabinetteIl pranzo è all'ordine.

Rafflé         Meno male.

Lucia           Andiamo. (prendendo ì piatti)                     

Patineau     (mettendosi avanti  a  Rafflé) Pranzare? E tu avresti coraggio di pranzare ?

Rafflé         E come!

Patineau     Tu dunque non sai?...

Rafflé         Cosa?

Patineau     Bevi del latte, disgraziato! In quell'acqua c'era veleno.

Rafflé         Veleno!

Lucia           Veleno!

Ortensia    Che dici?

Patineau     Io non mangerò oggi... io non voglio mangiare più, che portino via il pranzo... Ecco cosa farò dello porcellane. (prende i piatti di mano a Lucia a li getta).

Rafflé         Le mie porcellane!

Lucia           È pazzo.

Ortensia    Ma che hai, Carlo?

Patineau     Romperò tutto! distruzione completa! Spezzerò il nostro Nodo. come spezzo questo bastone. (prende il bastone a Rafflé e lo fa in due pezzi)

Rafflé         La mia canna!

Ortensia    Ma, marito mio....

Patineau     Ti calpesterò come calpesto questo cappello. (getta il cappello di Rafflé)

Rafflé         È pazzo davvero!

BabinettePoco fa voleva abbracciarmi per forza.

Patineau     Sì.

Lucia           Voleva abbracciare me pure.

Patineau     Sì.

Rafflé         Abbracciare mia moglie!

Patineau     (furioso) Sì, tua moglie, che doveva consolare il povero Patineau! Io l'amo, essa mi ama, noi ci amiamo.

Ortensia    Si amano!

Patineau     Sì, e la conduco meco nella Lorena.

Rafflé         Ma, amico mio, ritorna in te adesso; io sono il tuo amico Rafflé, che torno dal notaio, dove ho portato la rinunzia, all'eredità.

Ortensia    (Tu hai rinunziato?) (a Patineau).

Patineau     E ardisci ancora parlarmi di eredità? Dimmi il barone è venuto?

Ortensia    Qual barone?

Patineau     Gustavo l'hai veduto?

Ortensia    Come, voi sapete?

Patineau     A chi appartiene il bambino?

Ortensia    Il bambino!

Patineau     (urlando) Di chi è il bambino?

Scena ultima

Valmoir e detti.

Valmoir     Mio, signor Patineau.

Ortensia )

Lucia      (      Mr. Valmoir!

Rafflé     )

Patineau     Il suo complice! Rafflé, hai tu  in tasca un fucile? Babinette, va' a chiamare la guardia.

Babinette.    La guardia!

Valmoir     Esco ora dal vostro e mio notaio.

Patineau     Tienimi forte, Rafflé, tienimi forte per carità.

Rafflé         (tenendolo) Ti tengo amico mio, ti tengo.

Valmoir     Edin questo punto ho firmato il contratto di nozze con Amelia, la mia adorata Amelia.

Patineau     La tua Amelia!   lasciami, Rafflé, lasciami, non mi tener più. Non vimaritate dunque  con  mia moglie?

Ortensia    Con me?

Valmoir     Con Ortensia ?

Ortensia    E voieravate geloso di Mr. Valmoir?

Patineau     So di lui... del barone.

Valmoir     Del barone mio suocero ?

Patineau     No, di Gustavo e non mi fa paura.

Valmoir     Lo credo, ha quindici mesi.

Patineau     Chi!

Valmoir     Il mio piccolo figlio Gustavo.

Patineau     Vostro figlio! Dunque mia moglie, non  è padre di vostro figlio? Cioè non è madre del padre, eh...

Valmoir     Che diavolo dite!

Patineau     Mi spiego... Il bambino l'ha fatto il vecchio che è morto?

Valmoir     Il bambino è mio figlio: è figlio della mia Amelia, è frutto del nostro matrimonio segreto che oggi, col consenso ottenuto dal barone suo padre, si pubblicherà.

Patineau     Ed io ho rinunciato all'eredità?

Valmoir     Fortunatamente il notaio, non accettò la vostra rinunzia, ed eccovi una lettera del medesimo per voi, con entro copia, del testamento, che giustifica l'onestà di vostra moglie.

Patineau     Oh, moglie stimabile!

Ortensia    Ma se non sei persuaso, io non accetto.

Patineau     Accetto io, noi siamo ricchi.

Rafflé         Ed io ho bevuto l'arsenico!

BabinetteEra per i topi.

Ortensia    Ma no; era zucchero, non avete a temere.

Patineau     Moglie, perdona alla mia gelosia, e fammi sperare in una seconda eredità.

F i n e.