PENSIERI PER EDERA
Testo di Mihai Vantu, adattato dalla corrispondenza tra LucianBlaga e Cornelia Brediceanu,
Traduzione di Loredana Chircu
SCENA 1
Vienna. Ma che ci faccio qui? E soprattutto, che ci faccio qui all’inizio di settembre. Nessuno degli studenti fuori sede è ancora qui, perché le iscrizioni cominciano soltanto all’otto di ottobre. Sono arrivato. Sono venuto in questa città perché in una lettera ricevuta quattro settimane fa, ho letto qualcosa riguardo a un inizio di settembre. Non ho niente da fare qui, solo aspettare e basta. Aspettare, contando i minuti, le ore, le notti, le settimane, ed andare due volte durante queste settimane all'Università per non trovare, però mai una notizia per me da nessuna parte. Per cominciare qualcosa, almeno. Per lavorare all'Università. Ma, l’Università non mi fa bene. Forse comincerò anche a lavorare nella biblioteca dell’Università. Potrei avere lo stesso incarico che avevo tre anni fa, quando ho visto per la prima volta Cornelia. La vidi di nuovo dopo, facendo la fila per aspettare un posto nella sala di lettura. Poi, dopo qualche istante, la linea della vita cominciò a bruciare. Con quanta tranquillità aspettava davanti a me questa creatura leggermente eterea! E come è viva ancora in me la sua immagine creola,fine e di nobile pallore! Voleva iscriversi a Medicina, ma non aveva niente in sé dell'aria di una studentessa. Sembrava che venisse lì per leggere un romanzo di Dostoevskij o per compiere quello che scritto dal destino…
SCENA 2
Che sogno ...Talvolta, mi fai così tanta pena se penso a quel che succede a Vienna, che non ho nemmeno il coraggio di dirtelo. E hai sofferto, e soffri ancora, mi fa così male quando ci penso. Soffri il freddo e la fame, e non so come, ma mi sembra che questo tuo grande sacrificio lo stai facendo per me … Ma, vedi, se tu sei mia, se tu sai che sei mia, allora tu nutri il tuo ego con me e allora anch’io te lo nutrirò, il tuo e
quello degli altri con delle cose belle, uniche nel loro genere. Altrimenti chiuderei le labbra e tacerei per sempre, perché come potrebbe mai parlare qualcuno dopo averti perso…? Starei zitto chiuso in me stesso e nessuno saprà mai dopo la mia morte che ho vissuto. Io ho un’unica fonte per tutto ciò che faccio: TU. Hai mai provato quella sensazione di quando dici "TU" e ti sembra di dire "IO"? Certo, tu mi capisci meglio di chiunque altro e forse… chi lo sa,tanti non riusciranno a capirmi cosi intimamente, perché devi avere molta intimità con me per comprendermi, vero, amore? E questo, fino a quando tu non li aprirai gli occhi. Questo sarà il tuo merito. Il tuo merito, amore, in pratica, è il fatto di amarmi. Non avere paura dell’ignoranza nella quale sprofondi con la Medicina, come dici tu. Non sarà a lungo e poi io ti farò diventare la donna più colta di tutti i rumeni. Voglio dire, avrai una cultura vera, con la quale gli fai un baffo a tutti i professori universitari. Infatti, fino adesso, parlando sinceramente, hai imparato moltissimo. Voglio che la tua cultura sia sentimento, istinto, non scienza. Tu dici che diventerò un grande uomo e poi non ti guarderò più...
Che pensiero strano. Mi ami molto se cominci ad avere paura di perdermi. Non c'è ragione, amore, sono l'uomo più soggiogato della terra! Giorno e notte non vedo altro che te. E sono così felice che tu sia mia! E se ogni tanto mi arrabbio con te, è perché quando vedo qualche tuo gesto, con la mia fantasia ricca e malata, comincio a pensare di perderti. Ma tu sarai mia, vero, amore? Ora, per favore, pensami tanto, tanto, perché credo che solo nei momenti in cui tu mi pensi, i poemi mi vengono alle labbra ... Pensami, amore, e amami!
SCENA 3
Edera, amore, che bella lettera mi hai scritto oggi. Mi chiedi quando ho sentito di amarti di più. Ti risponderò con il cuore aperto ed eventualmente con dei miti, se me ne verrà qualcuno in mente. Ti ho amato tantissimo quando eravamo insieme a Vienna. Tutto quell’amore si è trasformato adesso in nostalgia. Una nostalgia che mi tormenta terribilmente. Se vuoi un paragone per quello che mi succede, eccolo qui: L'universo è pieno di ogni genere di poteri, forze, energie, che cambiano in continuazione, si trasformano, ma senza perdere nemmeno una scintilla ...
Immaginati, amore, che anch’io sono un universo, un mondo, e che ho avuto dentro di me tante forze, e quelle forze, una ad una, dopo che ti ho incontrato, si sono riunite in un nuovo tipo di forza: in amore,cosi come le forze dell'universo, uno ad uno, si trasformano in calore.
Amore e calore, senti che bell'analogia? Come vedi, anch’io ho la mia legge d’entropia. Ed ora segui ancora l'analogia. Le forze che in natura si trasformano in calore non si possono più trasformare in qualcos’altro – nell’intero - ma solo in parte. Così succede anche per il mio amore. Pezzi del mio amore si trasformano in riflessioni, poemi, in concetti e in sogni. Ma,soltanto dei pezzettini, perché il processo di trasformazione è irreversibile, proprio come il processo di trasformazione dell'universo. Una parte significativa del suo calore non può più trasformarsi nelle forze che l’hanno generato, e quindi,l’universo si sta avvicinando a passi giganti al momento della morte ... morte per il calore, ed io invece morirò per amore ... Così finiscono la realtà e il mito. Sì, amore, ti amo molto, moltissimo, come non ti ho mai amato, e il mio amore è irreversibile. Anche il tuo amore è irreversibile? Sì, Edera?
Verrò a Lugoj. Amore, perché non hai chiesto a me, prima di dire ai tuoi, che ti sei fidanzata? Spero che ci vedremo lì e che farò una bella impressione.
SCENA 4
Non posso dire di non essere stato ricevuto bene a casa dei genitori di Cornelia. A me almeno sembrava tutto normale, perché ero abituato a guardare al di là delle forme convenzionali. Tuttavia, il fratello di Cornelia ha preso le cose più alla leggera di quanto mi aspettassi. Non è venuto, come aveva promesso nella lettera d’invito. Sono rimasto in città circa due settimane con la speranza che arrivasse anche colui che mi aveva invitato. Ho aspettato invano.
Mamma, raccontami qualcosa di bello, per favore, dimmi qualcosa. Tu sapevi una volta una storia, di uno che era stato al di là ... non pensi che abbia fatto un giretto anch’io da quelle parti? Qualche giorno che sembra però centinaia di anni... Mamma, fammi dimenticare, fammi dimenticare. Quale prete potrebbe liberarmi dall’incantesimo, ma per bene, tanto da restare un mucchio di cenere di quest’amore? Mi è stato chiesto di chiudere una corrispondenza assidua perché non identificata come in linea di piani realizzabili. È chiaro, molto chiaro, l’impressione che ho fatto a Lugoj è stata peggiore di quanto pensassi. Infatti, secondo gli eminenti criteri della nostra bella borghesia, io non sono altro che un giovane perdente, stupidamente perdente. Così, anch’io sono d'accordo con la mamma. Questo sono io.
Io non distruggo la corolla dei prodigi del mondo e non uccido
con la ragione i misteri che incontro sul mio cammino, nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri. La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
ma io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo. Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte, così anch’io arricchisco l’oscuro orizzonte con brividi intensi di santo mistero, e tutto ciò che è non intelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.
SCENA 5
Amore, l’Unità è stata compiuta. Ieri sono andato ad Alba-Iulia. Sono partito con la carrozza al mattino. C’erano moltissime carrozze per strada. La cosa interessante è questa: da una parte della strada camminavano i tedeschi, in fila, con le macchine da guerra, come dei pugni stretti nel silenzio, e dall’altra parte camminavano i nostri rumeni, allegri e con le bandiere tricolore. Da una parte i vincitori sconfitti, dall’altra parte gli sconfitti vincitori. Ad Alba Iulia, una marea di gente e tante, tante bandiere.
Ètutto quello che ho potuto vedere, perché non ho sentito niente. Non sono riuscito ad avvicinarmi alle tribune per poterli sentir parlare. In realtà, secondo me, non c’era neanche granché da sentire, perché il discorso principale, di cui ho sentito dire che sia stato un capolavoro, l’ha fatto Goldis nella sala dove le delegazioni hanno deciso l’unità incondizionata, e dove ancora una volta non sono riuscito ad entrare. L’importante è che l’unione sia stata compiuta, e adesso dobbiamo aspettare che anche Wilson faccia qualcosa. Ovunque guardi, scopri che il popolo, il nostro povero popolo, non è all’altezza degli eventi… La città è piena di qualsiasi tipo di persone
oscure, rumeni che imparano adesso a parlare rumeno, di ruffiani che cercano qualche buon posto di lavoro al ministero. Chissà, rimarranno così le cose? Io sono sempre più schifato della gente e mi sono ritirato nella vita spirituale, dove la mia icona sei tu. Ad ogni modo, non ne valeva la pena di fare tutto quel lungo viaggio per venire fin qui solo per poter dire un domani “c’ero anch’io”. Leggerai tutto nei giornali e in questo modo forse immaginerai le cose ancora più belle di come sono state realmente. Come forma esteriore di quest’atto politico. Amore, ho nostalgia di rompere il lungo silenzio e se non posso essere un futuro muto e ardente, vorrei almeno essere un futuro parlante. Ti amo immensamente e sento come si abbracciano il nostro amore, l’unione e le mie opere! Non lo trovi anche tu? Per quale miracolo si sono trovate al mondo, tutte insieme? Per quale destino?
SCENA 6
Il bambino ride: la saggezza e il mio amore è il gioco. Il giovane canta: il gioco e la
mia saggezza è l’amore. Il vecchio tace: l’amore e il mio gioco è la saggezza.
Amore, sei arrabbiata perché non ti ho scritto parole d’amore nel telegramma? Tu non lo sai ancora quanto ti amo? C’è una spiegazione: tu mi hai sempre ostacolato nel dimostrare il mio amore in pubblico… E’ vero? E non so come, ma i telegrammi mi sono sempre sembrati pubblici. Quindi ho tirato le conclusioni sbagliate e per questo adesso ti prego di perdonarmi...
Dai, scrivimi subito per dirmi che mi hai perdonato e che mi dai un bacio per il mio grande talento di avvocato. Per quanto riguarda la Transilvania puoi stare tranquilla. I nostri leader sono talmente confusi da tutti questi eventi che si devono solo vergognare. Non riusciamo a essere uniti per lo stesso scopo, abbiamo soltanto tante pretese. Più avanti …ma lasciamo stare, amore, arriveranno tempi migliori per noi, per te, per me e in quel momento non perdoneremo. Giuro che ripristineremo i valori! Noi siamo la prima generazione per la quale è stata creata la Romania. Sai che articolo firmato da Nicolae Iorga è uscito sul giornale “Neamul Romanesc”? Righe per un giovane. Indovina, per chi? "Dalla Transilvania arrivano le meravigliose poesie di Lucian Blaga... C’è anche filosofia dentro, una malinconica ma non deprimente filosofia… E’ un giovane che porge le sue braccia di energia ai misteri del mondo." Ti manderò l'intero articolo. Il nostro lavoro sta dando i suoi frutti.
Ti penso così tanto, potrei dire che 30 ore al giorno ho solo te in testa! Sono spiritoso? O forse oggi non so essere molto spiritoso… e allora mi perdoni? Cerco una definizione per te, signorina, e mi viene in mente solo una meravigliosa parola: Edera. Ho visto in un giardino tanta edera e ho pensato che tu, amore, hai la grinta e la fragilità di un’edera. Sai cosa sono venuto a sapere a Sibiu? Il Re Ferdinando e la Regina Maria, nel loro lungo viaggio, hanno fatto una sosta anche qui. Il fatto strano
èche qualcuno mi raccontava in un angolo di strada di questa visita e mi ha accennato anche un fatto che mi riguardava personalmente. Le signore che si sono occupate della stanza in cui doveva riposare la regina hanno avuto la meravigliosa idea di mettere sul tavolo una Bibbia e il mio libro di poesie, “I poemi della luce”. Il giorno seguente, dopo la partenza della regina, scoprono che la Bibbia era al suo posto, mentre “I poemi della luce” era sparito. La regina Maria, da perfetta anglicana, conosceva perfettamente la Bibbia, ma il mio libro no. E adesso ti lascio a pensarmi. Come mi agitano questi cambiamenti, e nonostante ciò, quello che succede tra di noi
èla cosa più bella del mondo.
SCENA 7
La saggezza di un mago mi raccontò una volta
Di un'onda che lo sguardo non può oltrepassare,
Ragnatela che ovunque cela il senno,
e non vediamo più quello che è reale.
E ora, mentre tu anneghi le mie guance, gli occhi, nei tuoi capelli,
io, stordito dalle onde nere e ricche
sogno
che l'onda che trasforma in mistero
tutta l'immensità del mondo ha origine
nei tuoi capelli.
egrido, e grido,
e per la prima volta sento
l'intero incantesimo che il mago ha contenuto nella sua storia.
Ti ho mandato un altro poema. Hai fatto caso… quasi tutto quello che hai, ha dentro un poema: la tua luce, il sorriso, le spine, gli occhi, le mani, la nostalgia e adesso anche i tuoi capelli…Ieri ho preso tra le ditta la ciocca di capelli che mi hai dato e un
strano brivido mi ha attraversato dalla testa ai piedi. Mi sono ricordato poi di una splendida serata che abbiamo passato insieme,tu mi hai sepolto la testa nei tuoi folti capelli e io ho sentito ancora meglio il tuo profumo… e tutto si è trasformato in un poema. Ti piacerà questo poema forse, come è piaciuto alla mia cara cugina. Titusca ha detto che da quando ha letto i miei poemi non sopporta più le poesie in rima. La disturbano proprio. Io penso che succederà questo a tanti. Edera, amore, a te è già successo? Per quanto facci, a volte penso di non meritare ancora il tuo amore e questa sensazione mi obbliga a impegnarmi ancora di più. Nel futuro, il mio “ego” ti darà ancor di più. Ieri ti ho scritto una lettera arrabbiata e stamattina lo stesso, ma vedi, ho il cuore troppo buono e non posso farti soffrire nemmeno due ore, anche se, forse, te lo meriteresti. Ma, non posso, non posso. Tra l’altro, oggi a pranzo ho ricevuto da te una lettera molto carina e quindi sono molto felice. Edera, amore, ti amo molto. E tutto quello che faccio, lo faccio per te, mi butto in ginocchio davanti a te e ti prego, non abbandonarmi, perché se mi lasci, abbandoni la felicità e la fortuna del popolo rumeno. In questo momento solenne, te lo dico, sono tuo per sempre e voglio che anche tu sia mia. Oggi sono andato ad Arini e mi sono fermato vicino al piedistallo di pietra, sul quale ti ho messo una volta come se fossi una divinità, e ti ho abbracciato le ginocchia religiose, come solo un pagano sa farlo, e dei fili lunghi bianchi, come quelli che volano di solito in autunno, mi hanno fatto arrossire le guance. Allora ho chiuso gli occhi e mi sono immaginato di averti davanti, con i capelli sciolti mossi dal vento che mi accarezzavano il viso. Vero che ti amo molto? Sai cosa penso? Nel futuro ci saranno tanti giovani sognatori, che leggendoil poema dei tuoi capelli e ubriachi da questa icona si chiederanno sussultando: Che bei capelli aveva Edera.
SCENA 8
Arrivato a Bucarest, ho trovato la tua lettera. Mi scrivi che vai al mare. Da una parte sono contento, perché so che l’immensità del mare ti avvicina all’immensità della mia anima. Dall’altra parte mi fa male perché devo aspettare ancora per incontrarti. Ma forse arriverà quel giorno. A Bucarest ho lasciato tanta confusione intorno alla mia persona. Qualcuno diceva che sono un poeta, qualcun altro che sono un filosofo, qualcun altro ancora che sono né poeta né filosofo ma genio. L'impressione che ho fatto a tutti è stata forte, e la mia gloria viene strombazzata in tutta la grande Romania. I miei libri sono andati a ruba, quindi ho firmato un altro contratto per entrambi i libri con la casa editrice Cartea Romaneasca. Ho incontrato anche Nicolae Iorga, che mi ha consigliato di iscrivermi all'università di Bucarest, ma io ho altri
piani per adesso. La mamma piange di gioia e Nelu sorride felice. Una mattina ho trovato davanti alla porta di casa la macchina di un ministro, e il suo segretario è entrato nella mia modesta stanza e mi ha detto: "Signore, sono felice di essere io a portarle questa bella notizia:la regina è molto interessata a lei".La dama di compagna, signora Procopiu, che ha organizzato un ricevimento in onore della regina, ha mandato un invito anche a me. Che dire, sono rimasto a bocca aperta.Ci sono andato e sono rimasto per molto tempo davanti al palazzo, guardando le carrozze e le macchine eleganti e le facce che finora avevo visto soltanto nelle foto: Goldis, Duca, Disescu. Alla fine sono entrato e la signora Procopiu mi ha accolto entusiasta e dopo un po’ mi ha presentato alla regina. Che,con un affascinante accento straniero mi ha detto alcune parole lusinghiere in merito ai miei versi. Il fatto sta che alla partenza, la regina aveva in mano i miei due libri. Da allora la mamma mi prega di raccontargli anche tre volte al giorno questa storia, ascolta affascinata e ancora non mi crede.
Non vedo l'ora di incontrarci. Abbiamo molto da raccontare.
SCENA 9
Voglio danzare, come non ho mai danzato!
Perché Dio non si senta
dentro di me
schiavo in una prigione - incatenato.
Oh, Terra, dammi ali:
freccia vorrei essere per rompere
i confini,
per vedere intorno a me soltanto il cielo,
cielo al di sopra,
cielo sotto di me–
e fiammeggiante nelle onde di luce
ch’io danzi
folgorato da slanci irripetibili
perché libero in me respiri Iddio,
né più gridi:
sono schiavo in prigione!
Amore, a livello psicologico sto terribilmente male. Le cause sono tante, la più importante è che sia passato troppo tempo senza vederti, amore. Troppo. Al diavolo, come sono nervoso. Se passassero più in fretta queste due settimane. Non lo so, ma se dura ancora per molto questa situazione, sento di impazzire. Non posso lavorare. Spesso sto seduto per ore con la penna in mano e non scrivo una sola parola. In più, Nelu mi tormenta per fargli da segretario: mi chiede di aiutarlo nel suo studio di avvocato. Sai, Edera, non pensa minimamente che io non sono fatto per queste cose. Non vuole capirlo. Ritiene che il suo guadagno materiale sia al di sopra di tutto. E’ curioso che da quando mi infastidisce con le sue sciocchezze, ho chiuso con la scrittura. Posso dire che ultimamente ho delle sensazioni uguali a quelle che ho avuto quando è cominciata la guerra. Questo nervosismo deve generare qualcosa. Quindi mi sono messo a leggere. D'altronde mi fa solo bene. Voglio che la mia Edera, tanto fiera per la mia genialità, sia fiera anche per la cultura straordinaria che ho. Tutto per te, tutto per un motivo: perché tu sia mia! Per non volerti separare da me, nemmeno volendo. Voglio essere forte sotto ogni aspetto, voglio essere una sintassi di tutte le possibilità per avere e meritare i tuoi capelli, occhi, labbra e tutto il tuo calore ... Se potessi scappare da questo tormento! Edera, io ti ho rassicurato tante volte, adesso tocca a te tranquillizzarmi. Va bene? Vorrei tanto sapere cosa fai in questo momento. Io credo che tu mi pensi. I nostri pensieri si incontrano nei nostri posti più belli, si sorridono e poi ritornano a casa, ma non più nella testa, ma nell’amina.
SCENA 10
C'è tanta quiete intorno a me che si sentono i raggi della luna urtare i vetri. Nel petto
mi s’è destata una voce estranea,
in me un canto canta ignote pene.
Gli avi, si dice, da un’acerba morte,
con sangue ancora giovane nelle vene,
con patemi immensurabili nel sangue,
con sole ardente nei patemi
vengano,
vengano a seguitare l’esistenza
dentro di noi,
tutta la vita non vissuta.
C'è tanta quiete intorno a me che si sentono
i raggi della luna urtare i vetri.
In quale petto canterai, oh anima
Un giorno, anche tu, di là dai secoli,
sulle morbide corde della quiete,
sull’arpa delle tenebre – il desiderio
rotto, e la gioia di vivere infranta? Chissà? Chissà?
Edera, non essere più gelosa, né adesso, né mai più per la mia cugina, che in affetti amo tanto… ma credimi, sei tu al primo posto e lo sarai per sempre. Oggi sono passati in treno per Sebes e Deva i primi soldati rumeni che vanno in guerra. È stata una grande festa alla stazione, e se mi vedessi, ero completamente pazzo. Urlavo “Urrà” come non ho mai urlato. Tutti gli intellettuali di Sebes hanno fatto un brindisi con gli ufficiali, prima alla salute del re, poi della regina (uno ha detto che vorrebbe che la regina venisse per abbracciarli come ha promesso), poi un brindisi alla salute del erede al trono e in quel momento ho detto ad un ufficiale di fare il quarto brindisi a Zizi Lambrino, ma quando ho cominciato con “Urrà”, lui mi ha preso da parte e mi ha detto che è stata ricoverata in Svizzera. Povera, quanto mi dispiace per lei. Poi quando hanno deciso di partire, ho fatto la proposta di disarmarli e di farli rimanere tutti qua con noi. È stata una cosa fuori dal comune.
SCENA 11
Ho una buona occasione per scriverti qualche riga. Mi hai scritto da Parigi che vorresti che ci incontrassimo a Vienna all’inizio di settembre. Cosicché prima ho contato i mesi, dopo le settimane e adesso conto i giorni per incontrarti. Ancora qualche giorno... E quanto ti bacerò e abbraccerò. Corro già dappertutto per avere il passaporto. Ho tante difficoltà. Ma penso che riuscirò ad esserci a Vienna per riannodare il filo interrotto da troppo tempo. È stato difficile, molto difficile. Mai ho sentito la tragicità come in questi ultimi mesi. Andrà ancora bene tra di noi? Spero tanto che Parigi non abbia distrutto quello che ha costruito Vienna perché sei tu quella che mi fai fare le scintille. E mi manchi molto. Mi amerai tanto quando arriverò, vero? Voglio che mi ami tanto, tanto. Un uomo con grande entusiasmo si è costruito delle ali di cera e ha volato verso il sole, e il sole gli ha sciolto le ali e l’uomo è caduto in mare.
SCENA 12
Adesso quell’inizio di settembre è rimasto indietro da tanto tempo. Se magari potessi incontrare qualcuno, qualche conoscente per scambiare qualche parola. Ma no, in effetti non voglio incontrare nessuno. Una sola spiegazione si fa posto dentro di me.
Cornelia non viene più a Vienna…