Pensione ‘o Marechiaro

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Pensione Minima

-Valerio Di Piramo-

Pensione ‘o Marechiaro

Personaggi                              Ruolo                                                 Età

Gennaro,                                Padrone della locanda;                      60-70  

Addolorata,                            Sua moglie;                                        55-70

Crocifissa                               Sorella di Addolorata;                       30-35

Mario                                      Cliente;                                              30-35

Carla                                       Moglie di Mario;                                30-35

Professor Caracciuòlo,           Scrittore;                                            45-55

Contessa De Santis,               Nobile decaduta;                               45-55

Suor Angela,                          Religiosa;                                           25-40

Suor Teresa,                           Religiosa;                                           60-70

A-Stià-nat,                             Sultano di Scassàt;                             30-45

Abel-Aziz                               Segretario del Sultano.                      25-40

Ambientazione :

Oggi a Genova

L’intera commedia si svolge nella portineria di una pensione a due stelle, in una città di mare; per comodità indicherò Genova; quindi necessario un bancone di ricevimento a destra vista pubblico. Sopra il bancone un campanello a pressione; un telefono; una radio; il cappello del portiere in bella vista; il quadro portachiavi dietro il bancone; dietro il bancone un’entrata, mentre l’entrata principale sarà a sinistra vista pubblico; accanto, sulla sinistra, un attaccapanni dozzinale; sul fondo un divano e un tavolino, con vicino un portariviste contenente qualche settimanale. Accanto l’uscita di fondo che conduce alle camere della pensione. Importanti due interruttori, uno sull’uscita di fondo e uno sull’uscita di destra; tutti e due accendono la luce centrale. Quando apre il sipario, la radio sta trasmettendo la canzone Malafemmena.

Primo atto

Scena I

Mario, Carla.

Carla               Entra da sinistra seguita da Mario; cosa importante, dovrà portare un vistoso anello alla mano destra. Guarda! No, dico Mario, guarda! Nessuno! Una portineria desolatamente vuota…te e la tua mania di prenotare con internet…visto? E che bettola! Ma che foto abbiamo visto?

Mario                          Portando due valige Queste, Carla, queste! Abbi un po’ di pazienza….

Carla                           Macchè pazienza e pazienza! Ora non venirmi a dire che questa è la pensione che avevamo prenotato!

Mario              Mah, sinceramente non lo so…così di primo acchito non sembra…ma tu non volevi venire a Genova? Eccoci a Genova.

Carla               Già. Eccoci a Genova. Ma io non volevo venire a Genova…è stata una scelta obbligata.

Mario              Forse era meglio se per una volta mi fossi stata a sentire…a quest’ora saremmo a Napoli…a vedere il Vesuvio, gustarci un babà, ammirare il mare chiaro…

Carla               A NAPOLI? Per l’amor di Dio! Non è per la città…ma sai benissimo che non sopporto i napoletani…no, no, mille volte meglio Genova.

Mario              E va bene, è meglio Genova. Ma quando abbiamo visto l’acquario che altro rimane?

Carla               Ci sono i dintorni. Mare pulito, natura selvaggia…

Mario              Allora dovevamo andare in Kenia. Posando le valige Ehi! Di casa! C’è nessuno?

Carla                           Secondo me è fuggito anche il personale.

Mario                          Via, Carla, smettila…ma è possibile che tu sia sempre così negativa? EHI! DI CASA! C’E’ NESSUNO?

Carla                           Se ci fosse stato qualcuno ti avrebbe già risposto. Andiamo via prima che sia troppo tardi. Cambiamo pensione.

Mario                          Cosa? Ho già pagato con la carta di credito! Non vado via di qui neanche se mi ammazzano! Queste sono le nostre uniche ferie!

Carla                           Appunto, Mario. Le nostre uniche ferie. Andiamole a fare da un’altra parte.

Mario                          NO! E poi non si trova un posto in un albergo neanche a pagarlo oro. In questo periodo c’è la mostra nautica.

Carla                           Aspetta, aiutami a ricordare: come c’era scritto sul sito? “Stupenda pensione a conduzione familiare a due passi dal porto e vicino alla stazione”…

Mario                          E allora?

Carla                           E ALLORA TI RENDI CONTO CHE DA QUANDO SIAMO SCESI DAL TRENO PER TROVARE QUESTO SCHIFO DI PENSIONE ABBIAMO CAMMINATO DUE ORE IN DIREZIONE OPPOSTA AL MARE?

Mario                          Zitta! Parla piano! Sempre esagerata…due ore! Al massimo un’ora e mezzo!

Carla               Dico, ma sei scemo? Guarda che arredamento…davvero una pensione di terz’ordine…o forse di quarto…

Mario                          Due stelle. E’ una pensione a due stelle…di più non ci possiamo permettere. E poi si sa che i genovesi sono parsimoniosi…per risparmiare farebbero qualsiasi cosa…

Carla               Mario, ma che stai dicendo?

Mario              E dai, Carla, sto scherzando! Santo cielo, ma siamo in vacanza! Cerchiamo un po’ di spensieratezza almeno in questi pochi giorni! Sdrammatizza, altrimenti c’è il rischio          che ti venga una crisi di panico come l’ultima volta…

 Carla              Per l’amor del cielo! E va bene, cerchiamo di stare calmi e godersi le ferie… però qui non c’è nessuno… prova a suonare il campanello. Mario suona il campanello insistentemente. INSOMMA, SI DECIDE A VENIRE QUALCUNO O DOBBIAMO CHIAMARE LA POLIZIA?

Mario                          Macchè polizia! Non lo vedi il cappello del portiere sul bancone? Sarà andato a prendersi un caffè…vedrai che tra non molto sarà di ritorno.

Carla                           Sapessi come mi fai rabbia quando parli come se sapessi cosa succederà di qui a poco… “Sarà andato a prendersi un caffè”…come se tu fossi un veggente, uno che sa predire il futuro…

Scena II

Mario, Carla, Gennaro.

Gennaro          Entra da ds ed avrà un forte accento napoletano Buonasera…scusate, ero andato a prendermi un caffè…guarda bene l’ambiente qualcuno ha nominato ‘a polizia?

Mario              Visto? Tutto chiarito!

Carla               Tutto chiarito cosa? Mi scusi, lei chi è? 

Gennaro          Mettendosi il cappello Sono il portiere di chista pensione. E sono anche o’ proprietario.

Carla               Ed è napoletano?

Gennaro          Sì signora…come diceva la buon’anima di Totò, Partenopeo e parte…napoletano. Insomma, tutto di Ponticelli.

Carla               O santo cielo! Un napoletano a Genova!

Gennaro          Ce ne stanno parecchi, signò.

Mario              E perché non dovremmo nominare la polizia?

Gennaro          Eh, perché porta iella, signò…per l’amor del cielo, io non ci credo, però se si può evitare… comunque, benvenuti alla Pensione ‘o Marechiaro…voi sareste?

Carla               Siamo i signori Mario e Carla Altomiri, e abbiamo prenotato una camera matrimoniale con bagno vista mare.

Gennaro          Vista mare? Allora avete sbagliato pensione, signò…

Carla               NON ABBIAMO SBAGLIATO PENSIONE! C’ERANO ANCHE LE FOTOGRAFIE!

Gennaro          Scusate, che fotografie?

Carla               QUELLE SU INTERNET!

Gennaro          Ah, chille su internettè! Le ho fatte io personalmente a Varazze…

Mario              A Varazze?

Carla               A VARAZZE?

Gennaro          Sì, lo scorso anno…una giornata magnifica…

Carla               MA NON SI PUO’!

Mario              Calmati, Carla, calmati! Ci penso io…senta…come si chiama lei?

Gennaro          Gennaro.

Mario              Ecco, appunto…ascolti, Gennaro, controlli le prenotazioni…abbiamo già pagato con la carta di credito…

Gennaro          Eh, queste diavolerie…non ci capisco molto, sapete…aprendo un registro per fortuna c’è mia figlia Diega che mi da’ una mano…è stata lei a mettere le foto…internètte la sistema lei…naviga, naviga…e non si muove mai dalla sua stanza…ai miei tempi sì, che si navigava davvero…ah, ecco qui: i signori Carlo e Maria Altomare.

Carla               MA CHE ALTOMARE E ALTOMARE! ALTOMIRI! HA CAPITO, ALTOMIRI! E anche i nomi sono sbagliati. Io sono Carla, e mio marito si chiama Mario.

Mario              Ti ho detto di stare calma che ci penso io.

Carla               E ALLORA PENSACI! Dio mio, sto per avere una crisi di panico…

Gennaro          Uscendo da dietro il bancone Mannaggia ‘o Vesuvio, signora, come siete diventata bianca! Sembrate ‘a Madonna di Pompei…le prende un braccio venite, mettetevi seduta!

Carla               Isterica NON MI TOCCHI! HA CAPITO?!? NON MI TOCCHI O MI METTO A URLARE! E POI LA MADONNA DI POMPEI NON E’ BIANCA, E’ NERA! Si siede sul divano.

Gennaro          No signò, la Madonna di Pompei è bianca…quella di Loreto è nera…io di Madonne me ne intendo, signò…in camera mia tengo pure un altarino della Madonna col lumino sempre acceso…proprio accanto alla statuetta di San Gennaro, vicino ad una piuma di un’ala dell’Arcangelo Gabriele.

Mario              Accidenti! Ma qui siamo a Genova o a Napoli?

Gennaro          A Genova signò, a Genova…eh, magari chista fosse Napoli…o Vesuvio, o babbà, o mare chiaro…e invece, tolto l’acquario…

Mario              Ma nei dintorni ci sarà pure un po’ di natura selvaggia…

Gennaro          Se volevate la natura selvaggia dovevate andare in Kenia.

Mario              A Carla Visto? Che ti avevo detto? Mamma mia come sei pallida…Come ti senti?

Carla               Male.

Gennaro          Stia tranquilla, signò…anche mia cognata buon’anima soffriva di crisi di panico…ed era pure nervosa come voi, signò… un bel giorno le uscì uno strillo e…zac! Secca e dura come uno stoccafisse…non se ne accorse neppure...che bella morte!

Mario              PORTIERE, PER FAVORE! Le sembrano cose da dire in un momento come questo?

Gennaro          Veramente sì…altrimenti quando le dovrei dire?

Carla               Sedendosi sul divano Mario, mi prendi un bicchier d’acqua?

Mario              Subito, Carla…ha capito Gennaro? Mi porti un bicchiere d’acqua!

Gennaro          Se mi posso permettere, signò, sarebbe meglio un bicchierino di cognac…

Mario              Lo so anch’io…ma purtroppo mia moglie è allergica all’alcol…le basta una sola goccia e perde completamente la ragione…

Gennaro          Va bene, vado… esce da dietro il bancone.

Mario              Su Carla, su…vedrai che tutto si risolverà per il meglio…

Carla               MARIO! SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO! MI HAI PORTATA TRA I MAROCCHINI!

Mario              Macchè marocchini! Solo perché il proprietario è di Napoli…

Carla               Non solo lui. Questa è una pensione a conduzione familiare. Sono tutti di Napoli. Io credevo che si chiamasse Marechiaro perché dalle finestre si vede il mare pulito…Invece di mare neanche l’ombra, e qui sono tutti napoletani…E IO ODIO I NAPOLETANI!!!!

Mario              Stai calma Carla, stai calma.

Carla                           Perché mi hai detto che la pensione si chiama Marechiaro?

Mario              Perché, come si chiama?

Carla               PENSIONE ‘O MARECHIARO! HAI CAPITO? ‘O!

Mario              Sul computer credevo che fosse una cacatina di mosca…

Carla               NELLA TUA TESTA SONO LE CACATINE!

Mario              Calmati, Carla, calmati…

Carla               HANNO MESSE LE FOTOGRAFIE DI VARAZZE!

Mario              Carla, per l’amor del cielo…

Carla               E la figlia…hai sentito come si chiama sua figlia?

Mario              In questo momento mi sfugge…

Carla               DIEGA! HA CHIAMATA QUELLA DISGRAZIATA COME MARADONA! DIEGA!

Mario              Non ci avevo fatto caso.

Carla               Già. Tu non fai mai caso a niente. Vedrai che ci toccherà chiamare la polizia.

Gennaro          Rientra con un bicchiere d’acqua in mano Ecco l’acqua…non vorrei insistere, signò, ma vedrete che questo nominare continuamente la polizia non ci porterà nulla di buono…se potete evitare…le porge il bicchiere bevete, signò, bevete…vedrete che vi farà bene…anche mia cognata buonanima beveva tanta acqua…

Mario              Insomma, basta con questa cognata buonanima! Controlli piuttosto che sia tutto in ordine con le prenotazioni…vuole i documenti?

Gennaro          Non importa, signò…se non ci fidiamo tra di noi…

Mario              Tra di noi? Che vuol dire tra di noi? Se è la prima volta che ci vede!

Gennaro          Eh, signò, io me lo sento dentro quando la gente merita fiducia…

Scena III

Mario, Carla, Gennaro, Addolorata.

Addolorata     Entra da destra; cuoca, moglie di Gennaro; vestina unta, pezzola in capo, cicca spenta in bocca; fortissimo accento napoletano Uè, Gennarì, Diega si sta chiedende se i signori Altomare stanne accà.

Carla               A Mario Santo cielo! Che ha detto?

Gennaro          Stanne accà, stanne accà… questa è mia moglie Addolorata.

Addolorata     Uè, come site belli signò! Esce da dietro il bancone e li va a salutare, porgendo la mano. Vedrete cà cà vi troverete bene… tanto piacere, signori Altomare!

Mario              Altomiri, signora, Altomiri…piacere nostro…

Addolorata     Altomiri? Non ci stà. Mia figlia Diega ha scritte Altomare, e chilla creatura non sbaglia maie.

Carla               Mario, rispondi tu perché io sto per svenire…

Addolorata     Madonna mia come siete pallida, signò! E come siete rigida…parite ‘o sangue di San Gennaro prima d’o miracolo!

Carla               Mario, portami via. Ti rendi conto che per capire qualcosa ci vogliono i sottotitoli? Ti prego, Mario, portami via.

Mario              Gennaro, sareste così cortese da darci le chiavi della nostra camera?

Gennaro          Subito, signò. Le prende dietro, nel portachiavi Tenite signò. La camera è la numero trecentoventitre.

Mario              Accidenti! Trecentoventitre? Da fuori non sembrerebbe così grande!

Gennaro          Che cosa?

Mario              La pensione, Gennaro…dov’è l’ascensore?

Gennaro          Ascensore? Quale ascensore?

Mario              Ma la trecentoventitre non è al terzo piano?

Gennaro          Terzo piano?

Mario              Insomma, quante camere avete?

Gennaro          Contando sulle dita della mano Dunque facimme pensà…se si conta anche quella in rifacimento sono cinque.

Mario              Solamente cinque? E allora perché usate numeri così alti?

Gennaro          Perché con questi numeroni chisto pare un grande albergo…

Carla               Andiamo via, Mario, andiamo via…

Mario              Va bene, mi dia la chiave…sorregge la moglie e prende le valige dov’è la camera?

Addolorata     Venite, vi facc’e strad’ ie… si avvia verso l’uscita di fondo

Mario              Vieni Carla, vieni…vedrai che dopo una doccia ti sentirai sicuramente meglio…

Gennaro          Scusate, facite a’ doccia?

Mario              Certamente.

Gennaro          Bene, allora vado a spengere la tv, altrimenti quando Addolorata appiccia lo scaldabagno salta l’interruttore generale…

Mario              Che cosa dobbiamo fare?

Gennaro          Uffa, accà parlamme, parlamme e nun ce capimme’… voi non dovete fare niente…ma io debbo spegnere la televisione.

Carla               MARIO! ANDIAMO VIA!

Addolorata     Ma lo sapete signò che somigliate alla buon’anima di mia sorella? Due gocce d’acqua…seguitemi, che vi racconte com’è trapassata… venite, venite…Carla comincia a piangere ed escono tutti dal fondo; Gennaro sta per uscire da destra, dietro il banco, ma da sinistra entra il professore.

Scena IV

Gennaro, Professore

Professore       Entra da sinistra, bastone e cappello, altri tempi, impettito Buonasera Gennaro.

Gennaro          ‘O professore! Chista sì che è una sorpresa! Mannaggia come sono felice di rivedervi! Che ci fate a Genova?

Professore       Sto scrivendo un libro, e qui a Genova conto di raccogliere il materiale che mi permetterà di portarlo a termine.

Gennaro          Ma come parlate bene! E’ nù piacere starvi a ascoltare… e chi lo direbbe che siete nato a Ponticelli, proprio come me? Va via la luce.

Addolorata                 Di fuori urla “GENNARI’!!!! ‘A TELEVISIONE!!!!”

Gennaro          Mannaggia o’ scaldabagno! Mi sono dimenticato di spegnere la televisione! Esce un attimo da destra, si sente lo scatto di un interruttore generale e torna la luce; rientra Scusate professore…allora, che fate? Vi fermate qui da noi?

Professore       Solo questa notte. Domani sera devo ripartire per Napoli.

Gennaro          Eh, beato voi! Se sapeste quanto tiempo è che anch’io…ma cambiamo discorso, sennò finisce che a’ malinconia mi spacca o’ core…

Professore       Posso contare sulla solita camera?

Gennaro          Mi dispiace, professore, la trecentoventitre se la sono accattata i signori di internèttè.

Professore       I signori…di internet?

Gennaro          Sì, insomma, dù clienti cànno fatto la prenotazione in chillo modo lì… meno male ci sta Diega, altrimenti io non saprei come aggiò a fa’…vo ‘a ricordate Diega, mia figlia?

Professore       Eccome! Gennarino, forse ti sei dimenticato che quattro mesi fa io stetti qui da voi per ben quindici giorni? Tutta la famiglia mi ricordo! E Addolorata come sta? E tua cognata?

Gennaro          Tutti bene, ringraziando San Gennaro…a parte mia cognata Crocifissa, ca’ nun ci sta’ più tanto con la capa…figuratevi che prende delle gocce tutti i giorni… e poi ha un fiato che sembra uscire da una fogna…per il resto tutto bene…ma ditemi di voi, professò…che libro state a scrivè?

Professore       Una cosa un po’ complicata…proverò a spiegatelo in modo semplice: è una esposizione di fatti riguardanti quella categoria di persone che nutrono una vera e propria fobia nei confronti di altre etnie, nel nostro caso verso il popolo napoletano… hai capito?

Gennaro          Eh, ho capite, ho capite… Se qualcuno dice che i napoletani sono una razza fetente voi lo scriveten’copp’o librò.

Professore       Bravo Gennarino, proprio così…naturalmente andando a ricercare le cause di questo odio.

Gennaro          Ma lo volite sapè? E’ arrivata giusto giusto una coppia, e la femmina mi sembra un po’…un po’…uè, non mi viene la parola…

Professore       Prevenuta?

Gennaro          Grazie, professò! Voi siete un vocabolario vivente. Sì, prevenuta. Da quando si è accorta che io e mia moglie siamo napoletani non ha fatto altro che sentirsi male.

Professore       Potrebbe essere una coincidenza…

Gennaro          Uè, professò, ma quale coincidenza! Fidatevi, chilla odia i napoletani!

Professore       Davvero? Bene, la devo assolutamente conoscere per capire la ragione di cotanto astio…ora mi vado a rinfrescare un poco, poi vedrò di incontrarli…allora, che camera mi dai?

Gennaro          Dovete avere pazienza, professò… Prende una chiave mi dispiace, professò, ma vi debbo dare chilla in rifacimento…la trecentoventisei…ci sta un po’ di polvere…c’è n’è un’altra libera, la trecentoventiquattro, ma tiene ‘o letto matrimoniale…voi mi capite…se arriva ‘na coppia…

Professore       Capisco benissimo, Gennaro, non preoccuparti tanto è solo per una notte…la doccia in camera c’è?

Gennaro          Per carità, non vi provate ad aprire il rubinetto della doccia!

Professore       Perché, non funziona?

Gennaro          Uè, funziona anche troppo! L’ultima volta si è allagato mezzo albergo… il rubinetto si apre, ma dopo non si può più richiudere…da sotto il bancone prende un’altra chiave tenite, professò…chisto è il duplicato della chiave trecentoventidue, proprio la porta di faccia alla vostra camera…la doccia facitela lì, tanto gli ospiti che la occupano torneranno in albergo verso le otto…ora sono le cinque e mezza, avete tutto il tempo…basta che quando uscite richiudete la porta…

Professore       Va bene, dopo ti riporto la chiave giù…mi raccomando, non accendere la televisione, altrimenti salta tutto.

Gennaro          Professò, con me voi siete in una botte di ferro…vi accompagno, professò?

Professore       No, stai tranquillo…ricordi? Ormai qui sono di casa…so dov’è…a dopo…esce dal fondo.

                       

Scena V

Gennaro, Crocifissa.

Gennaro          Tra se Eh, grande persona ‘o Professore…chi lo direbbe che siamo nati nello stesso quartiere?

Crocifissa        Entra da destra dietro il bancone; sarà vestita di nero, con la pezzola in testa, e quando parla con la gente si avvicina sempre molto. Sembra un pochino”ritardata”, e parla lentamente. GENNARO!

Gennaro          Impaurendosi AHHH! Mannaggia ‘a muorte, Crocifissa! Mi si è fermato o’ core…

Crocifissa        Non è vero. Se ti si era fermato il cuore eri morto stecchito.

Gennaro          Facendo le corna Tiè!

Crocifissa        Mi ha detto Diega che devono arrivare degli ospiti che hanno prenotato co’... con quell’affare là…come si chiama?

Gennaro          Internètte.

Crocifissa        Ecco, internètte.

Gennaro          Stanno già accà.

Crocifissa        Che camera?

Gennaro          Trecentoventitre.

Crocifissa        Perché proprio la trecentoventitre?

Gennaro          Perché era l’unica libera.

Crocifissa        Nella trecentoventitre ci sta ‘o fantasma di mio marito Osvaldo buon’anima.

Gennaro          Crocifissa, ieri mi dicesti che il fantasma di tuo marito Osvaldo buon’anima stava nella trecentoventiquattro.

Crocifissa        Ha cambiato stanza.

Gennaro          E perché ha cambiato stanza?

Crocifissa        Perché nella trecentoventitre c’è la doccia più grande.

Gennarino       Cricifissa, le gocce stamani te le sei prese?

Crocifissa        Sì.

Gennaro          Ventiquattro?

Crocifissa        Ventiquattro.

Gennaro          E allora sentiamo, da quando ci stanno fantasmi che fanno ‘a doccia?

Crocifissa        Da sempre. Quelli con i lenzuoli puliti fanno ‘a doccia.

Gennaro          E va bene, fanno ‘a doccia. Tu come lo sai?

Crocifissa        Ci ho parlato stamani.

Gennaro          Co’ ‘a doccia?

Crocifissa        Co’ fantasma.

Gennaro          E l’hai visto?

Crocifissa        No.

Gennaro          Però ci hai parlato.     

Crocifissa        Sì.

Gennaro          Senza vederlo.

Crocifissa        Senza vederlo. Non si possono vedere i fantasmi, a meno che non lo vogliano loro stessi medesimi in persona.

Gennaro          Però lo senti…

Crocifissa        Si capisce che lo sento. Non sono mica sorda.

Gennaro          Ah, bene. E che ti ha detto?

Crocifissa        Che vuole cambiare camera.

Gennaro          Ancora? E perché?

Crocifissa        Dalla trecentoventitre non si mira o’ mare.

Gennaro          Crocifissa, cà stiamo a due chilometri dal mare…non si vede da nessuna camera.

Crocifissa        Non è vero. Dalla trecentoventicinque, se si guarda tra le case, lontano lontano c’è uno spicchio di cielo che ci si vedono i gabbiani che volano sul mare.

Gennaro          Chillo non è ‘o mare. E’ la discarica, e i gabbiani ci volano sopra. Comunque appena si libera la camera trecentoventisei Osvaldo buon’anima lo mettiamo lì.

Crocifissa        Appena si libera? Perché, è occupata?

Gennaro          Sì, è occupata.

Crocifissa        Avvicinandosi alla faccia di Gennaro MA E’ IN RIFACIMENTO!

Gennaro          O MADONNA DI POMPEI! Sventolandosi una mano davanti al viso

Che cos’hai mangiato?!?

Crocifissa        ‘O tuonne.

Gennaro          ‘O tuonne morto di colera!

Crocifissa        Mangerò una mentina col buco.

Gennaro          Non ci vuole ‘na mentina, ci vuole ‘na ciambella di salvataggio… vai, Crocifissa, vai a apparecchiare per la cena…

Crocifissa        Per quanti apparecchio?

Gennaro          Dunque…Contando sulle dita ‘a Contessa, le due sorelle, i signori Altomare, ‘o Professore…ci stanno sei posti.

Crocifissa        ‘O Professore non ci sta.

Gennaro          Ci sta, ci sta. E’ lui che alloggia nella camera in rifacimento.

Crocifissa        Non era a Napoli?

Gennaro          E’ tornato a Genova.

Crocifissa        E perché?

Gennaro          Per scrivere un libro.

Crocifissa        E pecchè scrive un libro? Ce ne stanno tanti già scritti…

Gennaro          Crocifissa, vai ad apparecchiare. E mi raccomando…quando servi i clienti non ti avvicinare troppo.

Crocifissa        Perché?

Gennaro          Perché altrimenti si svuota ‘a pensione…e poi ti devi per forza vestire sempre di nero? Te l’ho detto tante volte: porta jella.

Crocifissa        Sono in lutto. E’ morto Osvaldo.

Gennaro          Ormai sono quasi tre anni che è morto Osvaldo.

Crocifissa        Appunto. Sono in lutto.

Gennaro          Vai, vai.

Crocifissa        Vado. Ah…è’ finito ‘o vino.

Gennaro          Lo so che è finito ‘o vino…a proposito, che vi dissi quando apriste l’ultima damigiana?

Crocifissa        Di mettere l’acqua.

Gennaro          Stttt!!!! Parla piano! Ne avete messa troppa…i clienti si sono lamentati…

Crocifissa        Chilli si lamentano sempre…

Gennaro          Senti ‘a me, altrimenti parlamme, parlamme e nun ce capimme… ora vengo in cucina con te, e ti faccio vedere come si allunga ‘o vino…altrimenti, se mettiamo troppa acqua, vanno in giro a dire che i napoletani sono tutti dei mascalzoni, e poi ‘o libro d’u professore viene lungo assaie …Via da destra tutti e due.       

Scena VI

Suor Teresa, Suor Angela

S Teresa          Entra da sinistra, seguita da S Angela; abito classico da suore, col gonnellone, cappello e quant’altro. Lo sapevo che non c’era da fidarsi…che ti avevo detto?

S Angela         Ma chi avrebbe mai pensato che il convegno durasse così poco? Dovevamo terminare verso le venti e trenta, e invece non sono ancora le diciotto.

S Teresa          Bella roba! Ma aspetta che si torni al convento, poi vedrai come te lo cucino padre Francesco!

S Angela         Ci sarà sicuramente un malinteso…

S Teresa          Ma quale malinteso! Prima di mandarci a questo convegno sulle nuove forme di inserimento dei bambini nella società si doveva informare, vedere se era una cosa seria o no…

S Angela         C’è un altro incontro domani mattina…forse allora si approfondirà l’argomento…

S Teresa          Ma come sei ingenua! Te l’ho sempre detto, Suor Angela, meno male hai scelta la via del Signore, altrimenti chissà cosa ti sarebbe accaduto in questo mondo di squali! La riunione di domattina comincia alle nove e termina alle undici: ti pare possibile approfondire un qualsiasi argomento in due ore? Io ti dico che vale di più un solo minuto trascorso insieme ai nostri bambini che un anno di convegni…Guardandosi intorno Piuttosto, il portiere dove sarà andato? Mi vorrei dare una lavata, prima di cena…

S Angela         Anch’io. Sono tutta sudata…ma non potevamo metterci gli abiti più leggeri?

S Teresa          Sai bene che la madre badessa non vuole. Come dice sempre? “Una suora è sempre una suora, e si deve rendere riconoscibile con tutti i mezzi di cui dispone. E quindi niente abiti a mezzo con i borghesi”.

S Angela         Già, tanto si suda noi.

S Teresa          Appunto, si suda noi. D’altra parte nessuno si aspettava un ottobre così caldo.

S Angela         Mamma mia che differenza di temperatura tra Genova e il Monferrato! Non vedo l’ora di essere di nuovo tra le mura del nostro convento…così fresche…

S Teresa          Eh sì, si sta proprio bene lassù…e poi ci sono tutti quegli orfanelli che ci aspettano…

S Angela         Chissà le feste che ci faranno!

S Teresa          Coraggio, domani pomeriggio ce ne torniamo su…come si chiama il portiere?

S Angela         Gennaro, mi pare.

S Teresa          SIGNOR GENNARO? SIGNOR GENNARO!

S Angela         Non risponde….sarà andato a prendere un caffè.

S Teresa          Che numero di stanza abbiamo?

S Angela         La trecentoventidue.

S Teresa          Eccola lì la chiave…Va dietro il banco e la prende Bene, andiamo a darci una rinfrescata. Esce dal fondo seguita da S Angela.

Scena VII

Gennaro, Contessa De Santis, Addolorata,

S Angela, S Teresa, Professore.

Gennaro          Rientra da destra; guarda l’ambiente, per capire se c’è qualcuno; Eppure mi pareva si aver sentito…come se qualcuno chiamasse…uè, sarà stata la mia immaginazione…

Contessa         Entra dal fondo Gennaro? Che cos’è questo fracasso? E’ tutto il giorno che sento schiamazzi e urla…lo sapete che ho bisogno di riposare.

Gennaro          Signora contessa, le faccio notare che sono le sei del pomeriggio.

Contessa         Ed io le faccio notare che finchè sono ospite della vostra pensione voglio che siano rispettati i miei diritti!

Gennaro          Contessa De Santis, tra un diritto e un rovescio, per caso ricorda anche che mi deve quattro mesi di arretrati?

Contessa         E dagli! Sempre la solita storia! Soldi, soldi…ma non sapete pensare ad altro, voi?

Gennaro          Cara contessa, quando i soldi ci stanno non ci si pensa, ma quando non ci stanno ci si pensa continuamente!

Contessa         E va bene, Gennaro, appena il mio fattore mi viene a portare il rendiconto del mese sarete pagato…questione di due o tre giorni…contento, ora?

Gennaro          Signò, siete ripetitiva: sono tre mesi che mi dicite la stessa cosa… e questo fattore non si vede mai…ma siete sicura che non sia morto? Magari è rimasto sotto ‘o trattore…fa anche rima…’o fattore sotto ‘o trattore…

Contessa         GENNARO! Ma cosa state dicendo? Sta solo passando un brutto periodo di salute, appena si rimette mi ha promesso che viene.

Gennaro          Sì, però ascoltate a me, altrimenti parlamme, parlamme e nun ce capimme…questa è l’ultima volta, intesi?

Contessa         L’ultima volta? Che vorreste dire, Gennaro?

Gennaro          Quello che ho detto. Mettetevi nei miei panni, Contessa…sono quattro mesi che occupate una stanza senza darmi un soldo…ch’aggio a fa’?

Contessa         Invece di ringraziare il cielo che la Contessa De Santis ha scelto questa miserevole locanda per soggiornare…una nobile, una blasonata appartenente ad una delle famiglie più antiche di Genova…

Gennaro          Uè, contessa, non ricominciamo la solita tiritera sul sangue blu, eh? Ormai in chista società il sangue blu non serve più neanche per ricaricare una penna stilografica… parliamoci chiaro, una volta per tutte: voi siete qui solo perché le altre pensioni non vi fanno più credito!

Contessa         E VA BENE, QUANDO E’ TROPPO E’ TROPPO! Vado a preparare i bagagli e me ne vado per sempre da questa topaia! Va verso il fondo, sta per uscire

Gennaro          Magari!

Contessa         Come avete detto?

Addolorata     Entra dal fondo Ecco fatto…i signori Altomare sono sistemati…stanno a fa’ ‘a doccia…Contessa! Ma pecchè site accussì stravolta?

Contessa         Domandatelo al mostro di vostro marito…

Addolorata     Gennarì, càie fatte alla cuntessa?

Gennaro          Ma niente! La solita scenata del sabato sera…

Contessa         Stavolta avete passato il limite: addio. Sta per uscire dal fondo, ma si odono le grida di suor Angela.

S Angela         Da fuori AIUTO, UN UOMO NUDO!

S Angela         Precipitandosi dentro SIGNOR GENNARO, SIGNOR GENNARO! C’E’ UN UOMO NUDO IN CAMERA NOSTRA!

Gennaro          Mannaggia ‘o scaldabagno! Ma voi non dovevate tornare questa sera alle otto?

S Angela         Il convegno è finito prima…FACCIA QUALCOSA, SIGNOR GENNARO! SUOR TERESA E’ RIMASTA DAVANTI A QUELL’UOMO, PARALIZZATA DAL TERRORE…NON RIUSCIVA NEMMENO A PARLARE…CHISSA’ CHE COSA LE ACCADRA’!

Gennaro          Ma era nudo nudo? Completamente nudo?

S Angela         Aveva la cuffia in testa…e poi si è messo un asciugamano…lì…

Contessa         Lì?!?

S Angela         Proprio lì…sì…

Gennaro          Se l’è legato in vita?

S Angela         No…stava su da solo…

Contessa         Accidenti! Ma che pensione è questa? Perché un uomo nudo era in camera delle suore e non nella mia?

Gennaro          Mannaggia ‘o Vesuvio co’ ‘a lava in goppa!

Addolorata     Gennarì, ma cos’è chista storia?

Gennaro          Addolorata, dopo ti spiego…

S Angela         PER FAVORE, GENNARO, FATE QUALCOSA!

Gennaro          E c’aggio a fa? Anche voi, però, tornare così presto…senza avvertire…

Contessa         Questa è sicuramente la pensione più balorda in cui io abbia soggiornato.

Gennaro          Però è anche la più economica, vero Contessa?

Contessa         Che fate Gennaro, ricominciate ad offendere?

Addolorata     Insomma, Gennarì, finiamola: una vo’ta pe’ tutte: che storia è chista?

Gennaro          E’ tornato ‘o Professore.

Addolorata     ‘O Professore?

Gennaro          ‘O Professore.

Addolorata     Ma proprio ‘o Professore ‘o Professore?

Gennaro          ‘O Professore ‘o Professore.

Addolorata     E perché è tornato?

Gennaro          Pe’ scrivere un libro.

Addolorata     E non lo poteva scrivere a Napoli?

Gennaro          Lo deve scrivere a Genova.

Addolorata     E che c’entra ‘o Professore  con chista storia?

Gennaro          L’uomo nudo è lui.

Addolorata     E’ arrivato senza vestiti?

S Angela         GENNARO, PER L’AMOR DEL CIELO! Suor Teresa è in balia di quell’uomo nudo…FACCIA QUALCOSA!

Gennaro          Stia tranquilla sorella, da che mondo è mondo un uomo nudo non ha mai fatto male a nessuno…anzi…

S Teresa          Rientra dal fondo, seguita dal Professore che ha addosso una cuffia, un asciugamano alla vita e un paio di ciabatte. E mi dica, professore, quando uscirà il libro?

Professore       Credo di poterlo terminare tra un paio di mesi. Guardandosi intorno Scusate l’abbigliamento…non ho l’accappatoio, e la velocità d’azione di questa…disavventura mi ha impedito di trovare qualcosa di più adatto per coprirmi…salve Addolorata, state bene?

Addolorata     Sto bene, sì. Piacere di rivedella professò.

Contessa         Era lei l’uomo nudo?

Professore       Come può constatare…con chi ho il piacere di parlare?

Contessa         Girandogli intorno Sono la Contessa Marisa De Santis…e perché era nudo in camera di due suore? E’ forse un maniaco sessuale?

Professore       Ridendo No, che maniaco…

Contessa         E NON RIDA, SA! CONOSCO LE PERSONE COME LEI! La buttano sullo scherzo, e poi, quando hanno conquistato la fiducia…ZAC! Si avventano sulla preda…

Gennaro          Mannaggia ‘a muorte…detto così ‘o Professore pare ‘a pantera nera!

Professore       Se posso spiegare…intanto mi presento. Sono Edoardo Caracciuòlo, docente di lettere all’università di Napoli. Per quanto riguarda questo spiacevole equivoco, ecco i fatti: stavo facendo la doccia ed ho usato quella della camera delle due religiose perché nell’attuale stanza dove mi trovo non funziona. Gennaro mi ha dato il duplicato delle chiavi…

Gennaro          Era tutto perfetto, se voi foste tornate più tardi, come avevate detto…

S Angela         Ora stai a vedere che è colpa nostra…

S Teresa          Via, via, oramai questo malinteso è chiarito…Suor Angela, torniamo nella nostra stanza…arrivederci, Professore, piacere di averla conosciuta…

Gennaro          Il piacere è stato mio, anche se un po’ imbarazzante…

S Teresa          E perché? Se il Signore ci ha voluti creare così non vedo cosa ci sia di imbarazzante a mostrare la sua opera…

Contessa         E che opera!…l’asciugamano stava su da solo…

S Teresa          Ah, Gennaro, io e Suor Angela non scendiamo per la cena…al convegno c’era un rinfresco, e così abbiamo approfittato…anche troppo abbiamo approfittato…Suor Teresa esce dal fondo seguita da Suor Angela.

Addolorata     Gennarì, Crocifissa dove stà?

Gennaro          Sta apparecchiando per la cena.

Addolorata     La vado ad aiutare. Così le dico che le sorelle nun ci stanno. Via da destra

Professore       Se permettete torno nella mia stanza…vorrei mettermi addosso qualcosa di più appropriato…

Contessa         Scusate professore, in che camera avete detto che alloggiate?

Professore       Non l’ho detto, comunque è la trecentoventisei…perché?

Contessa         Così, per curiosità…la trecentoventisei? Che coincidenza! Io sono alla trecentoventuno…siamo allo stesso piano!

Gennaro          Contessa, stiamo tutti allo stesso piano…accà ci sta un piano solo…           

Il Professore sta per uscire dal fondo ma entra Mario seguito da Carla.

Scena VIII

Gennaro, Contessa De Santis, Professore,

Mario, Carla.

Mario              Entrando dal fondo Visto Carla? Non c’è niente di meglio di una bella doccia per togliersi i malumori dalla testa…

Carla               Entra anch’essa E’ vero. Ora sto meglio. Vede il Professore AHHH!!!! UN UOMO NUDO! MARIO, ANDIAMO VIA!

Professore       Signora, sono desolato…creda, non era mia intenzione spaventarla…una serie di incresciose circostanze hanno fatto sì che mi trovassi nell’attuale situazione. Mi scuso ancora per il disagio morale che ho involontariamente provocato e sto ancora, mio malgrado, provocando.

Gennaro          Professò, come parlate bene! Parite proprie ‘o libro stampato.

Carla               Rincuorata dalla parlata forbita del Professore Evidentemente non sono tutti barbari come voi… Mario, finalmente abbiamo trovato una persona civile…

Professore       Molto piacere di fare la vostra conoscenza, anche se in circostanze alquanto strane. Io sono Edoardo Caracciuòlo, professore di lettere antiche e filosofia.

Mario              Piacere mio. Io sono Mario Corsi e questa è mia moglie Carla. Abbiamo un’attività commerciale a Milano.

Professore       E cosa vi ha condotto a Genova, se posso osare?

Carla               Siamo in vacanza.

Professore       Ah, capisco, siete venuti ad imbarcarvi per una crociera…ce ne sono di bellissime nel Mediterraneo, e questa è sicuramente la stagione più adatta…e le previsioni dicono che questo sarà un ottobre stupendo.

Mario              No, macchè crociera…siamo venuti a visitare Genova.

Contessa         Genova? Ma non c’è nulla da visitare a Genova! Quando avete visto l’acquario…

Professore       Mi permetta di dissentire, signora Contessa… c’è anche la Genova vecchia, quella di via del Campo, di Fabrizio De’ Andrè, del porto, degli odori…

Contessa         Se volete un consiglio evitate di andarci di notte…e in quanto agli odori, te li raccomando! Ma permettete che mi presenti. Sono la contessa Marisa De Santis, discendente diretta dei Conti Sarti di Savona.

Carla               O mamma mia una contessa vera! Come sono emozionata!

Professore       Adesso se permettete mi vado a rendere un po’ più decente… vi assicuro che questa mia condizione mi imbarazza quanto voi.

Mario              Ma certamente, vada pure…noi intanto andiamo a fare due passi…Gennaro, a che ora è la cena?

Gennaro          Alle otto.

Mario              Quindi c’è ancora un’ora e mezzo…dove potremmo andare?

Professore       Sentite, mi è venuta un’idea: se permettete vi accompagno io prendere un aperitivo dentro Genova vecchia, e invito anche voi, Contessa, a unirvi a noi.

Carla               Accidenti! Volentieri!

Contessa         Grazie, Professore, accetto anch’io con molto piacere.

Professore       Datemi cinque minuti. Aspettatemi dietro la pensione, vicino alla stazione del bus…per fare prima passerò dalla porta sul retro.

Mario              Sicuramente. Andiamo Carla…signora Contessa… Escono tutti e tre da sinistra.

Professore       Gennaro, è quella la donna che secondo te ce l’ha con i napoletani?

Mario              Non “secondo me”. Chilla se li potesse accidere tutti lo facesse!

Professore       Santo cielo, Gennaro, magari se tu studiassi un po’ di italiano non ti farebbe male…almeno coniugare i verbi…

Gennaro          Che volete, Professò, io mi sforzo, mi sforzo…ma loro non ne vogliono sapere…

Professore       Loro chi?

Gennaro          Loro, i verbi. Quando escono fuori dalla mia bocca sono tutti mascherati che nun si capiscono…

Professore       Va bene, va bene, non ti sforzare troppo…mi raccomando, non dire a quella signora che io sono napoletano, altrimenti la mia indagine va a farsi friggere…

Gennaro          Nun vi preoccupate, Professò, sarò muto come ‘o pesce…permettete una domanda?

Professore       Dimmi pure.

Gennaro          Ma è vero che l’asciugamano stava su da solo?

Professore       Che vuoi Gennarino, mi hanno preso alla sprovvista, e io stavo pensando a cose assai piacevoli….

Gennaro          Ho capito, Professore, ho capito…

Professore       Bene, a dopo. Esce dal fondo.

Gennaro          Ecco fatto. Alza gli occhi al cielo Grazie San Gennaro di avermi aiutato anche stavolta… stasera invece che il solito lumino ve ne accendo due…esce da destra. Sipario.

 Fine primo atto

Secondo atto

Stessa scenografia del primo atto; le tre di notte; servirà un piazzato “notte” che si alternerà con uno a luci piene; all’apertura del sipario la scena è vuota.

Scena IX

Mario, Carla, Crocifissa, Gennaro

Mario                          Entra seguito da Carla, che è molto impaurita; ha una candela in mano che gli gocciola continuamente sul polso; tutti e due sono vestiti “da notte”, in modo abbastanza ridicolo.     Carla, ma ne sei proprio sicura?

Carla               Ti dico di sì. L’ho lasciato sulla madia dove c’erano i cestini del pane…

Mario              AHI! Accidenti a questa cera che mi cola sulla mano… ma non possiamo accendere la luce?

Carla               Alle tre di notte?

Mario              E allora? Questa è una pensione…

Carla               Una pensione? Sì, una pensione…e io sono Biancaneve…Ma davvero credi che questa sia una pensione?

Mario              Beh, tra le due è più facile che questa sia una pensione che tu Biancaneve…

Carla               MARIO!

Mario              Senti Carla, abbiamo forse incrociato i sette nani? No! Perciò cade l’ipotesi che tu possa essere Biancaneve…però fuori c’è un’insegna dove c’è scritto Pensione Marechiaro, abbiamo un portiere, delle camere da letto e dei clienti…quindi dove dovremmo essere? In uno zoo? AHI! La cera!

Carla               Zitto! Urla piano, che svegli tutti…e chissà cosa potrebbe succedere, in questo covo di delinquenti napoletani…

Mario              Delinquenti? Quali delinquenti?

Carlo               Sei l’uomo più ingenuo del mondo. Questa pensione non è che una copertura a chissà quali loschi traffici...forse droga…quel Gennaro sembra il capo di tutto…con le collaboratrici…la moglie, quella cognata…Crocifissa…che fa la finta tonta…

Mario              Finta?!? Allora i tonti veri quali sono?

Carla               Mario, sono terrorizzata…

Mario              Dai, Carla, non tiriamo conclusioni affrettate, e stai tranquilla…AHI! Maledetta cera… ora mi sono stufato, accendo la luce.

Carla               Neanche per sogno! E gli ospiti? Eh? L’hai visti gli ospiti?

Mario              Un professore, una Contessa e noi…che c’è di strano?

Carla               Mi ha detto la Contessa che ci sono anche due suore…

Mario              Due suore?

Carla               Sì, due suore di un convento dell’alta Italia…pare che siano venute per un convegno…mah!

Mario              E che c’è di strano?

Carla               Guarda, io nella mia vita di scemi ne ho conosciuti, ma te li batti tutti…ma la vera scema sono io, che t’ho anche sposato… Mario, ho paura… lo prende per il braccio dove ha la candela, che naturalmente gocciola

Mario              AHI! Carla! E stai un po’ ferma che mi sono ustionato una mano…ora facciamo così: io vado di là a prendere l’anello e tu mi aspetti qui. Va bene?

Carla               NO! Io qui da sola non ci rimango! E se sotto a questa copertura c’è un commercio di schiave bianche e gli arabi mi rapiscono?

Mario              Non preoccuparti, non starai via molto. Dopo venti minuti ti riportano.

Carla               MARIO!

Mario              Dai, scherzo! Ma perché ti sei tolto l’anello?

Carla               La Contessa lo voleva vedere da vicino…e poi mi sono dimenticata di rimetterlo.

Mario              Va bene, va bene…allora, nasconditi qui dietro al bancone, che io vado di là a recuperare il tuo anello e torno in un attimo…

Carla               Va bene…ma mi raccomando, fai presto…

Mario              Un fulmine. Esce da destra, mentre Carla si nasconde dietro al bancone.

Crocifissa        Entra dal fondo con una vestaglia bianca addosso, con le braccia in avanti e gli occhi sgranati; si capisce che è sonnambula, e cammina molto lentamente verso l’uscita di destra, cantilenando in modo lugubre  Osvà…dove sei Osvà? Rispondi…Osvà…dove sei Osvà? Rispondi….

 Carla              O mamma mia, e quella chi è? Crocifissa? Si dirige verso di lei Mamma mia, ma è sonnambula!

Crocifissa        Osvà…dove sei Osvà? Improvvisamente si gira verso Carla  Osvaldo! Dov’è andato il mio Osvaldo? Alla fiatata Carla sviene, cadendo per terra; Crocifissa si gira e sta per uscire dal fondo, quando improvvisamente si accende la luce, ed entra Gennaro; Crocifissa si immobilizza immediatamente, con le braccia in avanti.

Gennaro          Ecch’e là, tutte le notti la stessa storia…’a sonnambula…sono due anni che me la gioco al lotto…18, ‘a vedova, 77 ‘a sonnambula e 29 ‘a spazzatura, per via dell’alito fetente che tien’issa…e mo’ mai una volta che uscisse un terno… Gennaro si accorge di Carla sdraiata per terra Mannaggia ‘o Vesuvio incalorito, ma cos’è accaduto?  Si avvicina e la comincia a schiaffeggiare piano piano Signora Altomare? Signora Altomare, si svegli! Mannaggia, si vedeva lontano un chilometro che non si stava tanto bene…si svegli! Si mette a cavalcioni su Carla e continua a schiaffeggiarla  Madonnina di Pompei, famme ‘a grazia… nu me la fa morì accà…altrimenti dobbiamo chiamare ‘a polizia…e voi lo sapete che porta jella…

Mario              Rientra da destra GENNARO! COSA STATE FACENDO A MIA MOGLIE?

Gennaro          Al pubblico E chisto da dov’esce?

Mario              GENNARO!

Gennaro          Sto cercando di farla rinvenire…la signora era svenuta proprio qui, sul pavimento…

Mario              Svenuta?

Gennaro          Sì, mo’ mi spiego meglio: mia cognata Crocifissa è sonnambula, la vedete, eccola là, e tutte le notti si alza dal letto e cerca ‘a buonanima di suo marito Osvaldo…

Mario              Ho capito: Carla l’ha incontrata e s’è presa paura…

Gennaro          Eh!

Carla               Svegliandosi Dove…dove sono? Vede Gennaro sopra di lei GENNARO! CHE CI FA LEI SOPRA DI ME?

Gennaro          Stia tranquilla signora Altomare…

Carla               ALTOMIRI!

Gennaro          …Altomiri, è tutto passato…si alza

Mario              Carla, ma che è successo?

Carla               A Gennaro Vostra cognata si diverte a far prendere spaventi alla gente?

Gennaro          Scusate, signora Altomare…

Carla               ALTOMIRI!

Gennaro          Sì, sì, Altomiri…la dovete compatire…poveretta, sono due anni che tutte le notti si alza, cammina per tutti i corridoi cercando la buon’anima di suo marito Osvaldo, e poi se ne torna buona buona a dormire…mi dispiace che vi abbia spaventata…

Carla               Non mi ha spaventata. Sono svenuta quando mi ha parlato vicino alla faccia.

Gennaro          Non vi dovete avvicinare, signora! Chilla è peggio d’una discarica…

Mario              Ma non si sveglia con la luce accesa e noi che parliamo?

Gennaro          Non è mai successo. Ormai la conosco bene…con la luce si ferma, immobile come una statua. Appena si spegne la luce ricomincia a camminare e a fare la sonnambula come si deve. Anzi, è l’ora che se ne torni a dormire…si avvicina all’interruttore e spenge la luce: immediatamente Crocifissa inizia a muoversi.

Crocifissa        Osvà, dove sei Osvà? Rispondi… fa un breve giro per la stanza cantilenando ed esce dal fondo. Appena è uscita Gennaro riaccende la luce.

Mario              Impressionante! Neanche con un telecomando…

Carla               L’hai trovato l’anello?

Mario              Ho guardato dappertutto…niente anello.

Carla               Eppure sono sicura di averlo lasciato sulla madia del pane…

Gennaro          Scusate signora, avete perduto un anello?

Carla               Sì. Un ricordo di famiglia. L’unica cosa che mi lega a mia madre. Antichissimo.

Gennaro          Ah, ve l’ha regalato vostra madre?

Carla               No, mia madre non l’ho mai conosciuta…. Sono cresciuta in un orfanatrofio.

Gennaro          Signora mia, voi mi straziate ‘o core… ma allora l’anello come l’avete avuto?

Carla               Insomma, saranno o no affari miei?

Mario              Scusatela Gennaro, non ne parla mai volentieri…appena nacque fu abbandonata davanti alla porta dell’orfanatrofio, in una cesta dove fu ritrovato anche l’anello; quindi si pensa che ce l’abbia lasciata la madre.

Gennaro          E perché ve lo siete tolto?

Carla               Anche questi non sono affari vostri. Mario, non glielo dire. Quanto siete pettegoli voi napoletani!

Gennaro          Noi non siamo pettegoli, signò…ci piace sapere le cose…

Carla               E magari raccontarle agli amici e ridere delle disgrazie altrui!

Gennaro          Figuriamoci se andiamo a cercare le disgrazie degli altri…ne abbiamo fin troppe per conto nostro, signò…

Mario              Via Carla, torniamo a letto…ormai saranno almeno le tre e mezza…

Carla               Andiamo, andiamo. Ma se entro domani mattina non salta fuori il mio anello chiamo la polizia, e faccio arrestare questa banda di farabutti napoletani!

                        I due escono dal fondo.

Gennaro          E dagli con questa polizia! Madonna, chista ha proprio il dente avvelenato! Spenge la luce e esce da destra.

Scena X

Sultano A-Stià-Nat, Segretario, Crocifissa, Gennaro, Assunta

Sultano           Entra da sinistra seguito dal Segretario (Gay, innamorato da sempre del Sultano) ;Il Sultano avrà il turbante in testa e calzoni molto appariscenti, magari rossi, con sopra la gonna tradizionale araba, mentre il segretario sarà vestito di scuro, camicia ma senza cravatta, capelli imbrillantinati; parleranno per almeno un paio di minuti in arabo maccheronico; naturalmente il Sultano sarà autorevole e il segretario sottomesso. E va bene, parliamo in italiano. Io non ricordo bene, ma lo stesso.

Segretario       E’ necessito, altezza…così almeno imparammo anche lingua. Aspetta che tiro fuori vocabolario arabo-italiano… aspetta aspetta…ecco qua. Estrae un piccolo vocabolario dalla tasca; si guarda intorno ma non essere luce qui? Meno male io avere mio piccolo torcio…estrae una piccola torcia e la accende

Sultano           Guardandosi intorno anche lui Dove essere noi?

Segretario       Io non so, altezza, ma pare piccolo…piccolo…sfoglia velocemente il vocabolario. Ah, ecco…piccolo albergio.

Sultano           Bene. E se io fermo qui?

Segretario       Spera di trova posto. Questo essere diciottesimo albergio che domandiamo. E poi ora molto tarda. Tre di notte…anzi, di mattino…

Sultano           Io non potere più di cammino. Ho i piedi in fuoco.

Segretario       Forse vostra altezza vuole che noi tornare su yacht?

Sultano           No, no! C’è il mare troppo movimentato, io no sopporto! No chiuso occhi nemmeno ieri…piuttosto dormo su strada! Ma perché comprato yackt?

Segretario       Vostra altezza, tutti altri Sultani avere grande yackt…tanto tutti voi avere petrolio gratis, e non spendere dollari per viaggio…

Sultano           Ma altri Sultani no mal di mare…Speriamo almeno che qui sta una camera liberata.

Segretario       Forse Sultano vuole uno albergio di più lusso?

Sultano           Lusso?

Segretario       Sì, volere dire…sfoglia il vocabolario. ..ecco…più ricco.

Sultano           No, no, andare bene anco così.

Crocifissa        Entra dal fondo, sempre sonnambula Osvà, dove sei andato Osvà? Rispondi, Osvà…dove sei?

Sultano           Chi essere questa femmina?

Segretario       Io non sapere. Ora chiedo lei. Si avvicina e la scuote per un braccio Scusi, signora…

Crocifissa        Svegliandosi AHHHHHH! Dove sono? O mamma mia, sono arrivati li Turchi! AHHHH! Ma io che ci faccio accà?

Segretario       Facendo un inchino Salam…questi è A-Stià-Nat, Sultano dell’emirato di Scassàt, e io Abel-Aziz, segretario del Sultano dell’emirato di Scassàt A-Stià-Nat.

Crocifissa        Molto piacere signor Astianatte, io sono Crocifissa…ma vi siete fatto male alla testa che tenite ‘a capa fasciata?

Segretario       Lei padrona di pensione?

Crocifissa        No, io no…è Gennaro, mio cognato…

Segretario       Volevamo stanza per notte oggi …e se onde ancora grosse  anche per notte domani.

Crocifissa        Io nun saccio niente…bisogna sentire Gennaro. Mamma mia che mal di testa …

Segretario       Tu chiami noi lui?

Gennaro          Entra da destra e accende la luce Crocifissa, eri tu che urlavi?…Vede i due Mannaggia ‘o Vesuvio! Crocifissa, chi sono questi signori? Che ti hanno fatto?

Crocifissa        Chillo è il Sultano Astianatte Scassato…e l’altro ‘o segretario ‘a bellazizza che detto tra noi mi pare ‘o poco ‘ricchione…

Gennaro          Crocifissa, ma che stai dicendo?

Crocifissa        Che mi sembra ‘o poco ricchione.

Segretario       Cercando sul vocabolario Cosa volere dire “ricchione”?

Gennaro          No, niente, niente…

Segretario       Voi siete padrone di albergio?

Gennaro          Albergio? Ah, albergo…per servirvi…posso fare qualcosa per voi?

Sultano           Al segretario   Tu dire loro che noi volere stanza…

Segretario       Sultano A-Stià-nat dice che noi volere stanza… tu avere libera?

Gennaro          Una ci sarebbe…ma lo sapete che ore sono?

Sultano           Al segretario Tu dire lui se noi potere dormire.

Segretario       Sultano A-Stià-nat dice se noi potere dormire.

Gennaro          Ma perché chiste cose nun me le chied’isso?

Segretario       Io no capire.

Gennaro          Perché il Sultano non parla con me?

Segretario       Grande Sultano A-Stià-nat parlare di rado con comuni mortali. Io solo potere fare da…da…cerca sul vocabolario tramite.

Gennaro          Ho capito. Però ci sta un problema.

Segretario       Problema?

Gennaro          Sì, nella camera ci sta solamente ‘o letto matrimoniale…

Segretario       Che bello!

Crocifissa        Hai visto Gennà? ‘A bellazizza è ‘ricchione!

Sultano           Si avvicina molto a Cricifissa, e si rivolge al segretario Insomma, ci sta camera?

Segretario       Sultano A-Stià-nat dice se camera essere o non essere. Crocifissa apre bocca per parlare, proprio davanti al volto del Sultano.

Gennaro          Presagendo il dramma NO, CROCIFISSA, NO!!!!

Crocifissa        Sul viso al Sultano Ci sta la stanza, ci sta!

Sultano           Rimane un attimo interdetto, poi si rivolge al segretario e parla una decina di secondi in arabo.

Segretario       A Crocifissa Sultano chiede se voi sposata, perché lui volere te come moglie.

Crocifissa        Me? Come moglie? O mamma mia!

Segretario       Ha detto che tu subito piaciuta lui, e che quando apri bocca respiri come Bia-sciàl-là, suo cammello preferito.

Gennaro          Al pubblico Devono tenere lo stesso fornitore di tuonne…

Segretario       Il Sultano parla col segretario in arabo; a Gennaro Il Sultano chiede quanto costa questa donna.

Crocifissa        Hai sentito Gennà? Mi si vogliono accattare!

Gennaro          Zitta, Crocifissa, zitta…figuriamoci se vendo mia cognata…ma che razza di paese barbaro è il vostro? Pausa Così, tanto per sapere…voi quanto siete disposti a spendere?

Crocifissa        Gennaro, mi vuoi vendere a Astianatte?

Gennaro          Ma figuriamoci, Crocifissa…voglio solo vedere dove vogliono arrivare…il Sultano tira fuori un sacchetto e lo passa al segretario, borbottando qualcosa in arabo.

Segretario       Ecco qua…queste sono cinquantamila Rial in monete d’oro…

Gennaro          Mi dispiace, ma qui accettiamo solo euri…e poi mia cognata non è in vendita, ve l’ho già detto…figuriamoci…comprarsi una moglie…mah! Pausa  E sempre per curiosità, al cambio quanto sarebbe?

Segretario       Tira fuori una piccola calcolatrice Allora…circa diecimila dei vostri euri…

Gennaro          Diecim…Crocifissa, vai a fare ‘a valigia.

Crocifissa        Sì Gennarì. E che ci metto dentro?

Gennaro          Chillo che vuoi, basta che fai in fretta prima che cambino idea.

Crocifissa        Ma io non ci voglio andare con Astianatte.

Gennaro          E perché?

Crocifissa        Gli puzza il fiato.

Gennaro          Gli puzza…a lui? Ma fammi ‘o piacere!!! Crocifissa, ma sai che bella vita che farai? Bei vestiti, il panfilo, insomma tutto quello che una donna può desiderare.

Crocifissa        E va bene, Gennarì…mi vado a preparare…ma co’ o fantasma di Osvaldo ci parli tu?

Gennaro          Ci parlo io.

Crocifissa        Allora vado. Crocifissa va verso sinistra, e sta per uscire, ma entra Addolorata.

Addolorata     Entra da dietro il bancone Crocifissa! Gennaro! Che cos’è chista, una riunione nottambula? Vede i due Mannaggia ‘o suonno Gennarì, sono arrivati gli ottomani?

Gennaro          Non sono ottomani. Sono arabi.

Addolorata     E si fermano a’cà?

Gennaro          Così pare.

Addolorata     In quale camera?

Gennaro          La trecentoventiquattro.

Addolorata     Ma nella trecentoventiquattro ci sta solo ‘o letto matrimoniale!

Gennaro          A loro va bene così. Specie ‘a bellazizza.

Crocifissa        Addolorata, mi sposo!

Addolorata     Sorella mia, che stai a dì? Sei già sposata, anzi, di più…Vedova!

Crocifissa        Ma ora mi sposo Astianatte.

Addolorata     Astianatte? E chi è?

Crocifissa        ‘O sultano scassato.

Addolorata     ‘O sultane scassato?

Crocifissa        Sì…deve essere una persona importante, perché tiene pure ‘o segretario ‘ricchione…

Addolorata     O madonna mia, Crocifissa, hai avuta ‘na crisi? Vieni con me, vieni, che ti do’ le tue goccioline…

Gennaro          Le ha già prese.

Crocifissa        Le ho già prese.

Addolorata     Ventiquattro?

Crocifissa        Ventiquattro. Devo fare la valigia…mi aiuti, Addolorata?

Addolorata     Va bene Crocifissa, va bene…ti accompagno in camera, così mi spieghi… Esce dal fondo seguita da Crocifissa.

Segretario       Allora, numero nostra stanza?

Gennaro          Ah, già…tenite…gli porge le chiavi La camera numero trecentoventiquattro…uscite da chilla porta, subito a destra ci sta la stanza.

Sultano           Al segretario Chied’aissèsèpossibilmangiàunbocconperallhà.

Gennaro          Certamente. Se venite di là nella saletta vi preparo qualcosa.

Segretario       PER MAOMETTO! Avete capito…Voi parlate arabo?

Gennaro          Arabo? Ma quale arabo, chillo era napoletano… si avvia, poi si gira verso i due

Scusate…quando andate in camera avete intenzione di fare la doccia?

Segretario       Doccia? Guarda il vocabolario Ah, il bagno! No, no…noi già lavati dodici giorni fa…

Gennaro          Mannaggia ‘o scaldabagno! Dodici giorni! E poi dicono dei napoletani! Esce da dietro il bancone scuotendo la testa seguito dai due.

                                                     

Scena XI

Suor Angela, Suor Teresa,

S Angela         Entra dal fondo seguita da S Teresa; preme l’interruttore e accende la luce.

Come va Suor Teresa?

S Teresa          Leggermente meglio, ma mi prendono certe fitte…

S Angela         Chissà cosa c’era dentro quei piccoli dolci…a dire la verità non mi sembrava roba molto fresca…infatti ne ho mangiato solo uno…

S Teresa          Beata te! Io ho peccato di gola…e anche parecchio. Ho mangiato molti di quei dolcetti…e poi c’era quella torta alle mele…se ci penso ora mi viene la nausea, ma quando ero lì…insomma, le mie tre fette me le sono mangiate.

S Angela         Tre fette?!? Accidenti! Erano fette enormi…come ha fatto?

S Teresa          Ti assicuro che sono andate giù tranquille tranquille come bere un bicchier d’acqua. Che stupida che sono…lo so che soffro di gastrite, e che mi dovrei riguardare, invece…e tutto quello spumante…Ohi ohi, che fitta! Andiamo a cercare qualcosa per digerire…e poi ci mancava anche il professore nudo!

S Angela         Il Professore? Che c’entra il professore?

S Teresa          C’entra, c’entra! Figurati…vedere un uomo nudo così…così…insomma, ero proprio nel momento della digestione e mi s’è bloccato lo stomaco!

S Angela         Speriamo di trovare qualcosa in cucina…

S Teresa          Andiamo, facciamo presto…ohi ohi! Escono da destra; la luce resta accesa

 Scena XII

Contessa, Professore

Contessa         Entra dal fondo, seguito dal Professore; al dito ha l’anello di Carla

Toh, che strano! C’è la luce accesa.

Professore       Che c’è di strano?

Contessa         Eh, ormai Gennaro lo conosco bene: a forza di stare con i genovesi è diventato come loro… non lascerebbe mai la luce accesa…anzi, qualche volta l’ho sorpreso di notte in giro per i corridoi al buio…chissà cosa non farebbe per risparmiare…

Professore       Nonostante questo è un uomo di cuore, molto attaccato alla sua famiglia e al suo lavoro…pensi che tiene con sé anche sua cognata Crocifissa, che in fondo in fondo è una parente acquistata…

Contessa         Avevo sentito dire che erano quattro sorelle…

Professore       Una storia straziante. A me l’ha raccontata Addolorata, la moglie di Gennaro…erano proprio quattro sorelle, Addolorata, Crocifissa, Maria Maddalena e un sua gemella…Maria Maddalena morì di una crisi di panico, proprio qui, in questa stanza…le prendevano spesso quelli attacchi, poveretta, ma quella volta fu più forte e non ci fu niente da fare…in quanto alla sua gemella…

Contessa         Sentite, professore, che ne direbbe di andare di là in cucina a bere un buon bicchiere di vino? Dopotutto siamo venuti per questo, no?

Professore       Le confesso, Contessa, che se non avesse bussato alla mia camera non avrei mai pensato di bere un bicchiere di vino alle tre e mezza del mattino…

Contessa         …o di notte. Dipende da che punto di vista si vuole guardare la faccenda.

Professore       Perché, cambia qualcosa?

Contessa         Tutto. Cambia tutto.

Professore       Le confesso che mi sfugge il concetto.

Contessa         Strano, Professore, eppure lei deve essere un uomo di mondo…

Professore       Che c’entra questo?

Contessa         C’entra, c’entra…

Professore       Stizzito E va bene, allora diciamo che non riesco ad afferrare la differenza tra dire la stessa cosa in un modo o nell’altro…va bene così?

Contessa         Eh, ma come siamo permalosi! Volevo dire, professore, se si considerano le tre e mezza come l’inizio del mattino, tutto finisce lì. Al massimo potremo andarci a prendere un caffè e festeggiare così un nuovo giorno che sta per nascere…

Professore       E invece le tre e mezza di notte?

Contessa         Allora cambia tutto, caro Professore…c’è l’intimità, il buio, un bicchiere di vino, la complicità di altre tre ore scure scure…e in queste tre ore scure scure tutto può accadere…si avvicina al Professore …anche che due persone come noi trovino un momento di intesa…la fusione di due anime…lei è sposato, Professore?

Professore       No.

Contessa         Appunto.

Professore       Ehm…va bene, andiamo a bere quel famoso bicchiere di vino…

Contessa         Sì, andiamo. Io e lei, soli soletti…Escono da destra spengendo la luce.

Scena XIII

Mario, Carla, Sultano, Segretario.

Carla               Entra dal fondo con una candela in mano, seguita da Mario.

Insomma, sono sicura che hai guardato male.

Mario              E io ti dico che ho guardato dappertutto, anche sui tavoli. L’anello non c’è.

Carla               Adesso vado a vedere io.

Mario              Ma non possiamo venire a vedere domani mattina?

Carla               Ti ho già detto e ripetuto che senza il mio anello non riesco a chiudere occhio…l’ho sempre avuto al dito…mi sembra di essere senza un braccio.

Mario              E va bene, vai, vai, ti aspetto qui. Ma non lo troverai.

Carla               Questo lo dici tu…si avvia per uscire da destra, ma quando è davanti alla porta improvvisamente dalla stessa entra il Sultano che accende la luce. AHHHHHHH!!!!!!!!! AIUTO, GLI ARABI! ORA MI RAPISCONO! CHE TI AVEVO DETTO? MARIO, AIUTO! Resta davanti al Sultano, paralizzata dal terrore, con la candela in mano.

Sultano           La guarda dalla testa ai piedi, a braccia conserte Io no volere te. Io volere femmina chiamata Crocifissa. Tu vista?

Carla               N…no…

Sultano           Tu puoi anche spengere moccolo, altrimenti bruci mana.

Carla               S…sì… soffia sulla candela, la spegne e corre tra le braccia di Mario.

Segretario       Entra anche lui da destra Chi era che urla?

Sultano           Questa femmina. A me pare tutti matti questo albergio.

Mario              Ma voi chi siete?

Segretario       Facendo un inchino Salam…questi è A-Stià-Nat, Sultano dell’emirato di Scassàt, e io Abel-Aziz, segretario del Sultano dell’emirato di Scassàt A-Stià-Nat.

Mario              Siete ospiti della pensione?

Segretario       Sì, noi ospiti, fino a domani, se onde non ci stanno; se ci stanno onde fino a dopodomani.

Carla               Onde? Mario, ma che dice?

Mario              A me lo chiedi? Non parlo mica l’arabo, io!

Segretario       Questo no arabo…Tira fuori il vocabolario e lo sfoglia velocemente Allora…ecco, mare mosso! Fino che mare mosso noi stare qua. Noi ora andare camera con letto matrimoniale. Salam. Escono dal fondo.

Scena XIV

Carla, Mario, S Angela, S Teresa, Contessa, Professore,

Gennaro, Crocifissa, Addolorata

S Teresa          Entra da destra seguita da S Angela, Buonasera…attraversano la stanza, stanno per uscire ma poi S Teresa guarda Carla Carla? Ma sei proprio tu?

Carla               Suor Teresa? Santo cielo, Suor Teresa! Quanto tempo… ma che ci fa a Genova? Non è più al convento nel Monferrato? Si abbracciano

S Teresa          Sì, sì, sono sempre al convento…siamo qui per un convegno…ma fatti vedere…saranno almeno cinque anni che non ci vieni a trovare…come stai?

Carla               Mi sono sposata… questo è mio marito, Mario…Mario, Suor Teresa è una delle suore che mi hanno allevato nel convento…ma che piacere rivederla…rivolgendosi a Suor Angela E lei?

S Teresa          No, Suor Angela non la conosci, è con noi solo da un anno…Vedi Suor Angela? Questa è Carla…pensa, fu lasciata in una cesta davanti al convento…avrà avuto una settimana si e no.

Mario              La famosa Suor Teresa! Sapesse quante volte mi ha parlato di lei…a dire la verità la facevo più anziana…

S Teresa          Eh, caro mio, gli anni ci sono…diciamo che “Lui” è stato clemente con me, e mi ha lasciato un aspetto abbastanza giovanile…

Carla               E Suor Piera? E suor Viviana? Stanno bene?

S Teresa          Sì, ringraziando il Signore…va be’, Suor Piera comincia a perdere i colpi, ma i suoi novantasei anni se li porta ancora bene… ma tu cosa ci fai qua?

Carla               Le ferie.

S Teresa          Le ferie? A Genova?

Carla               Eh sì. Anch’io comincio a pensare che sia stato uno sbaglio, ma ormai…

S Angela         Uno sbaglio? Perché? Genova è bellissima!

Carla               Sì, è vero, un pochino l’abbiamo visitata…no, non è mica per la città…è che qui…qui sono tutti napoletani…Gennaro, Addolorata, Crocifissa…e la figliola l’hanno chiamata Diega, come Maradona!

S Teresa          Questo non lo sapevo. E allora? Non mi verrai a dire che quella dolce e cara fanciulla che ho tirato su io con queste mani è diventata razzista?

Carla               No, che c’entra! E’ che proprio…proprio non digerisco i napoletani…

Crocifissa        Entra dal fondo trascinando un’enorme valigia, aiutata da Addolorata; al dito ha un anello uguale a quello perduto da Carla. Ue, Addolorata, fai piano che mi si mescolano tutte le mutande dentro la valigia…

Addolorata     Quante paia ne hai messe?

Crocifissa        Tutte quelle che avevo: due.

Addolorata     Sorella mia, ripensaci, chilli sono barbari…

Mario              Volete una mano?

Crocifissa        No, no, facciamo da sole…

Carla               Vedendo l’anello al dito di Crocifissa Ma…ma quello è il mio anello! Guarda Mario, il mio anello! Ecco perché non riuscivi a trovarlo…l’ha preso lei!

Addolorata     Signò, ma cosa state dicendo?

Carla               Dico che l’anello che ha al dito sua sorella Crocifissa è mio. Lo dimenticai ieri sera sulla madia vicino ai cestini del pane, di là, nella sala da pranzo…ed è sparito.

S Teresa          Ci sarà sicuramente un malinteso….

Carla               MA QUALE MALINTESO! RENDETEMI SUBITO L’ANELLO O CHIAMO LA POLIZIA!

Gennaro          Entra da destra Insomma signò, accà parlamme, parlamme e nun ce capimme…la volete smettere di nominare ‘a polizia? Vi ho già detto che porta jella…

Carla               O mamma mia un altro attacco di panico…O mamma mia stavolta muoio…Mario…Mario….

Mario              Sorreggendola Stai tranquilla, Carla, ora ci penso io… Gennaro, sareste così gentile da dire a vostra cognata di restituire l’anello a mia moglie?

Gennaro          Quale anello?

Carla               QUELLO CHE HA AL DITO CROCIFISSA!

Gennaro          Ah, chillo? Ma è suo, l’ha sempre avuto…se lo mette solo nelle occasioni speciali…

Carla               Hai visto Mario? Hai visto? Sono tutti d’accordo! Avevo ragione Suor Teresa? Ora capite perché odio i napoletani? Voi lo ricordate il mio anello? E ricordate che  non me lo toglievo mai?

S Teresa          Sì…effettivamente è molto simile a quello che avevi tu…

Carla               NON E’ MOLTO SIMILE A QUELLO CHE AVEVO IO! E’ IL MIO! O mamma mia Mario…mi gira tutto…

Addolorata     Come siete pallida signò…parite ‘a Madonna di Pompei…

Carla               E BASTA CON QUESTA MADONNA DI POMPEI! Mario, portami via…ti prego…PORTAMI LONTANO DA QUESTA BANDA DI DELINQUENTI!

Gennaro          Signò, moderate le parole: accà di delinquenti non ce ne stanno.

Mario              Sorreggendo Carla Vieni, Carla, andiamo a fare le valige…ce ne andremo immediatamente…

Contessa         Entra da destra, seguita dal professore Accidenti quanta gente! Ecco il perché di tanta confusione! Ma che sta succedendo?

Carla               Mario?

Mario              Dimmi Carla.

Carla               Credo di cominciare a vaneggiare…

Mario              Perché Carla?

Carla               Perché ho una visione…al dito della Contessa vedo un altro anello uguale al mio…

Contessa         Ah, sì…me lo sono messo per restituirvelo…è il vostro anello, signora Carla. Ieri sera lo dimenticaste sulla madia nella sala da pranzo, ed io lo presi per paura che andasse perduto. Tenete… Si avvicina e glielo porge; poi lancia un’occhiata a quello di Crocifissa. Santo cielo! Ma sono identici! Dove lo ha trovato?

Crocifissa        E’ un ricordo di mia sorella Maria Maddalena. Era suo, non se lo toglieva mai, nemmeno quando andava a letto…

Addolorata     Mamma mia Gennaro, credo di aver realizzato…sorreggimi…mi sento mancare…

Gennaro          Anche tu?

Addolorata     Famm’ aria, Gennarì, famm’ aria….

Gennaro          Sventolandole una mano davanti al viso Ma che cosa sta succedendo, Addolorà?

Addolorata     Crocifissa! Indica Carla Chilla donna è sorella a me! E pure a te!

Gennaro          Ma cosa stai dicendo, Addolorà?

Mario              Appunto, cosa state dicendo?

Carla               MA STIAMO SCHERZANDO?!?

Addolorata     Ascoltate signò, ascoltate…eravamo quattro sorelle, io, Crocifissa e le ultime due, Maria Maddalena e la sua gemella Maria Santina. Quando nacquero le gemelle, mia madre buon’anima mise due anelli identici nelle due culle, come segno di buon auspicio…insomma, per annullare le maledizioni e le invidie…O madonna, Gennà, sto per avere un mancamento….

Gennaro          Su, su Addolorà…

S Teresa          E poi cosa accadde?

Addolorata     Successe una brutta cosa…Maria Santina sparì…qualcuno la prese, e la portò via con sé…insomma, la poverina fu rapita.

Mario              CAPPERI!

Gennaro          Sì, co’  pommarola e ‘a mozzarella facimm’e ‘a pizza…continua, Addolorà, continua…

Addolorata     Facimm’e ricerche su ricerche, ma di Maria Santina neanche ‘na traccia…ma poi guardatela…guarda Crocifì…guarda Gennà…non somiglia a Maria Maddelena buon’anima? E soffre pure di attacchi di panico, proprio come lei…

Crocifissa        Per somigliare ci somiglia…

Carla               Io napoletana? Impossibile. Io odio i napoletani.

Professore       E vi dovrete ricredere, signorì…

Carla               PROFESSORE! Parla napoletano anche lei?

Professore       Nonostante le apparenze, ebbene sì: io nacqui a Napoli, nella stesso quartiere di tutta questa bella e rumorosa gente.

Carla               E io…io allora sarei…

S Teresa          Ho paura di sì, Carla… tutto coincide…a Addolorata Quanti anni avrebbe avuto oggi Maria Maddalena?

Addolorata     Dunque…vedimm’e…trentaquattro.

S Teresa          I tuoi anni, Carla, vero?

Carla               Sì…

Professore       E ancora una volta trova conferma il detto popolare: gli amici si scelgono, ma i parenti ci toccano…

S Teresa          Ormai non ci sono più dubbi. La somiglianza, l’età, l’anello, la stessa malattia…Carla, fattene una ragione. Hai finalmente trovato la tua famiglia.

Carla               Ma io la mia famiglia me l’immaginavo di Pordenone o Vipiteno! O a Cuneo, a Varese…insomma dal Po in su!

Professore       Visto? L’immaginazione è solo immaginazione. E’ la realtà che conta. E stavolta la realtà ha sentenziato che la vostra nascita è avvenuta dal Po in giù.

Mario              Ho sposato una napoletana?!?

Contessa         Pare proprio di sì.

S Teresa          Una cosa però non la capisco: se è stata rapita in un ospedale di Napoli, perché l’abbiamo trovata davanti la porta del nostro convento in Piemonte?

Professore       Non vi meravigliate, sorella…accade spesso…il rapitore poco dopo il fattaccio si pente e restituisce la vittima…naturalmente il più lontano possibile da dove ha compiuto il misfatto, sperando così che nessuno possa risalire a lui.

Sultano           Entra seguito dal segretario Cosa essere tutta questa casino?

Segretario       Gran Sultano chiede: Cosa essere tutta questa casino?

Gennaro          Abbiamo capito, abbiamo capito…

Sultano           Noi volere dormire.

Segretario       Gran Sultano dice: Noi volere dormire.

Mario              Che cos’è, un pappagallo?

Crocifissa        No, è ‘ricchione.

Addolorata     A Carla Sorella mia, ti posso abbracciare?

Carla               Sono…sono così confusa…si abbracciano, e partecipa anche Crocifissa.

Contessa         Che bel quadretto di famiglia! Quasi quasi vorrei essere nata a Napoli anch’io…

Professore       Non si preoccupi Contessa: sicuramente qualche suo antenato è dei nostri…sapete? Chisto è proprio un bell’argomento per il libro che sto scrivendo; un capitolo a parte, che merita anche un titolo: “Si scopre napoletana dopo aver odiato tutta la vita i napoletani”!

Contessa         Mezza vita: è così giovane!

Carla               Staccandosi dalle sorelle E così io sarei di Napoli?

Gennaro          Eh sì. Ormai siamo sicuri…se poi volite fa’ la prova del DNA….

Carla               Ma proprio di Napoli Napoli?

Gennaro          Quartiere di Ponticelli…

Carla               E allora lo sapete che vi dico?

Addolorata     Che cosa?

Carla               Lo sapete che vi dico?

Tutti                Che cosa?

Carla               MANNAGGIA ‘O VESUVIO! Prende a braccetto Gennaro GENNARO, FACIMME VEDÈ LA MADONNA DI POMPEI! Si avvia verso il fondo con Gennaro; Sipario e parte una canzone napoletana molto allegra, magari funiculì funiculà..

Fine