Per Natale tutti buoni

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PER NATALE TUTTI BUONI

Testi e Musiche

di

Giuseppe Diodati

Arrangiamenti

di

Luigi Ceci

1985

Personaggi

Cronista

Anna

Mamma

Papà

Giuseppe

S. Giuseppe

Pastorello

I tre Re Magi

Maria

Vari personaggi del presepe

PRIMO ATTO

 (Sipario chiuso)

Cronista:    Buona sera! Mi chiamo Franca e sono un’amica di Anna… Chi è Anna? Non vi preoccupate, ve ne accorgerete  presto!…. io sono qui per farvi da guida  nella sua storia… Sono l’unica a conoscerla e ve la voglio raccontare, perché penso che può servire  un po’ a tutti….. Venite con me…. 

Si apre il sipario e compare l’interno di una cucina, c’è anche un televisore e su un mobile è costruito un piccolo presepe  mancante ancora del bambinello. Sulla scena sono presenti   Anna, seduta vicino al papà, intento a leggere, e la mamma che sta lavando i piatti.

Cronista:   Ecco, siamo in casa di Anna… State bene a vedere e a sentire cosa succede.

Anna:         (  Si versa da bere, beve, poi si alza, si avvicina  al televisore, lo mette in funzione e vi si piazza davanti ) Oh! Voglio proprio guardarmi un po’ di televisione.

Mamma:   Anna! Non sei ancora stanca?

Anna:         Uffa! Ho detto che voglio guardare la televisione…

Mamma:    Ma sono le undici di sera. E’ tardi e devi andare a dormire.

Anna:         Allora tu perché sei ancora qui? Perché non vai a dormire anche tu?

Papà:         Non fare così, Anna. La mamma deve ancora lavare i piatti    sporchi della cena. Su! Fai la brava, fammi un bacio e vai a dormire.

Anna:         No! Ho detto che voglio guardare la televisione. Non mi muovo da qui neanche se venisse un nuovo terremoto. Farò tardi anch’io come voi.

Mamma:    Allora vieni qui e aiutami. Faremo prima a lavare e potremo andare tutti a riposare.

Anna:         Cosa? Vorresti che ti aiutassi, anche se non  mi volevi far guardare la televisione? Scordatelo!  Anzi da qui non mi muovo. Ecco! (Si avvicina quasi a ridosso del video)

Papà:         ( Si avvicina ad Anna ) Ma allora lo fai proprio apposta. Sei una bambina poco educata. E poi togliti da lì, perché il video può farti male agli occhi. Scostati!

Si forma un piccolo contrasto tra Anna ed il papà, ma, alla fina, la bambina si alza arrabbiata, prende un piatto, lo sbatte per terra e lo rompe.

Anna:         Ho capito, voi non mi volete bene e non mi volete mai accontentare. Siete cattivi. Ecco io me ne vado a  dormire; ma non vi voglio neanche salutare.

Esce di scena piangendo.

Cronista:   Che ne dite? Per fortuna in questa casa c’è un altro bambino, oltre ad Anna,

Giuseppe: (Entra indossando un pigiama) Papà, mamma! Che cosa è successo? (Vede il piatto rotto) Uh! Il piatto rotto! Allora era questo il rumore che mi  ha svegliato di colpo. Io l’avevo percepito come quello di uno scontro automobilistico. Ma chi è stato? Chi lo ha rotto?

Papà:         Non è niente, non avere paura. Su! Torna a dormire e non ti preoccupare.

Giuseppe: Ma cosa è successo?

Mamma:    Niente di particolare. (Incomincia a scopare il piatto rotto) Mi è solo scappato di mano il piatto e si è rotto. (Scoppia in lacrime).

Giuseppe: Non piangere, mamma, non è niente di grave. Papà, ti prego, non sgridarla per questo. Domani rompo il mio salvadanaio e con i miei risparmi ricompriamo un piatto nuovo. Su! Non piangere, mamma.

Papà:         Stai tranquillo, Giuseppe, non la sgriderò, e domani  ci andiamo a comprare il piatto, e i soldi ce li metto io, va bene?

Giuseppe: Bravo, papà. Hai sentito, mamma? Adesso non devi piangere più, però.

Mamma:    Hai ragione, caro (si asciuga gli occhi e da un bacio a Giuseppe)… Ma adesso vai su, a dormire.

Giuseppe: (Si avvia per uscire, poi si ferma e si gira) Io  me ne vado, ma voi due, mi raccomando, fate i bravi e non bisticciate. Ciao, Mamma. Ciao, Papà!

Papà:         Ciao, Giuseppe, ciao e buona notte.

Giuseppe fa finta di andare a dormire ed invece si mette ad origliare. La cronista si intromette.

Cronista:   Ehi, Giuseppe, cosa stai facendo? Stai origliando?

Giuseppe: Ssss….!  Stai zitta, fammi sentire. Credi davvero che il piatto sia caduto? Io no.

Cronista:   Ma i bambini buoni non agiscono così, non si mettono ad origliare.

Giuseppe: Oh, insomma! Fammi fare.

Il cronista si arrende, e si mette in un suo cantuccio, scelto prima.

Papà:         Meno male, almeno Giuseppe sembra più calmo.

Mamma:    E’ vero! E’ proprio un tesoro di bimbo. Ma quella che mi preoccupa è Anna. Hai visto come ci ha risposto prima?  E come ha reagito Ha perfino rotto un piatto.

Papà:         Ma cosa vuoi che sia?

Mamma:    E’ proprio una bambina cattiva. Chissà quante ce ne farà passare!

Papà:         Ma lo sai che non è vero. La nostra bambina non è cattiva. E’ solo, come dire, un poco vivace.

Mamma:    Vivace? No! E’ qualcosa di più. Una bambina solo un poco vivace, come dici tu, non tratta così i genitori. Si! Farà pure qualche bizza, ma non grida in quel modo, non rompe i piatti e non va a dormire senza neppure guardarti in faccia.

Papà:         Ma sarà un poco stanca. Sarà un poco nervosa, forse perché studia troppo.

Mamma:    Studia troppo? E quando l’ hai vista tu sui libri? Io devo fare una predica al giorno per riuscire a farle aprire un libro; e quando si mette finalmente a leggere qualche riga tiro uno di quei  sospiri di soddisfazione che nemmeno t’immagini.

Ma già, che ne sai tu! Con la scusa che devi lavorare, stai tutto il giorno fuori. Come puoi sapere se tua figlia studia o no?  E quando sei libero dal lavoro e potresti stare con noi, te ne esci con gli amici. Cosa vuoi sapere tu di quello che fa tua figlia? (Riprende a piangere) Lo vedi? Lo vedi? Ci sta facendo  litigare anche quando non c’è. Io non ce la faccio più.

Papà:         Calmati! Vedrai che sarà più buona crescendo. Studierà di più, ci vorrà più bene e non farà più capricci.

Mamma:    Dici bene tu. Ma lo sai quante mamme sono venute da me per reclamare? Anna non si accontenta di tormentare noi, si diverte a far piangere anche i suoi amici.

Papà:         Questa è nuova. Cosa si mette a combinare agli amici?

Mamma:    L’altro giorno è venuta da me la signora Rossi. Vedessi come era arrabbiata. Mi ha fatto una testa così sul comportamento di Anna. Figurati che aveva catturato un rospo e l’aveva nascosto nella cartella del figlio Antonio. Puoi immaginare che cosa è successo a scuola, quando quel poveretto ha aperto la cartella.

Il papà accenna ad un sorriso.

Mamma:    Ridi? Quell’aula si è trasformata  in un campo di calcio  dopo un’invasione di tifosi. Le ragazze che scappavano da tutte le parti e tutte impaurite; i ragazzi che rincorrevano il rospo; il professore che cercava disperatamente ed in ogni modo di riprendere il controllo della situazione, senza riuscirci per niente. E quello che più faceva pena era Antonio: stava  lì fermo, assolutamente immobile per la paura, nel proprio banco quasi svenuto e con gli occhi spalancati.

Papà:         Ah! Ah! Ah!…. Immagino la scena! Deve essere stato terribile per quel professore. Ma, cosa vuoi, a me quello che mi hai raccontato non sembra una vera cattiveria, ma una burla. Anzi a dirti il vero mi fa anche un po’ ridere.

Mamma:    Lo sapevo! Cerchi sempre di difenderla. Ma te la dovevi sentire tu la signora Rossi. Te lo dovevi sorbire tu il predicozzo del preside , quando ha scoperto la colpevole e mi ha convocato a scuola. No! Allora tu non c’eri, dovevi andare a lavorare. Ecco, vedi? Di nuovo a litigare.

Papà:         Povera mamma, hai ragione. E chissà quante ancora ne hai dovute sopportare e senza mai dirmi niente.

Mamma:    E il topo nel bar dell’angolo, domenica sera, chi lo ha buttato? Anna! E i fili del telefono della zia Rosa, chi li ha tagliati?  Anna! E sai come si è giustificata? Ha detto che così ha contribuito a far diminuire il passivo del bilancio economico della zia Rosa: il costo della bolletta telefonica era sempre elevato ed in questo modo sarebbe diminuito di parecchio. Ti sembrano tutte belle azioni queste?

Papà:         No, ma…

Mamma.    Ed il cane al cinema, ieri sera, chi ce lo ha portato? Anna! Diceva che così non si sarebbe potuto dire che a vedere il film non c’era nemmeno un cane. E te l’immagini tu la scena, quando è apparso Lassie sullo schermo? Il cane ha incominciato ad abbaiare.. e via: tutti       fuori.

Papà:         Ma allora è proprio una piccola peste!

Mamma:    Hai detto bene. Ormai nel quartiere non la chiamano più Anna, ma proprio ‘ Pierino la peste ’. E sai quanti bocconi amari devo mandare giù?

Papà:         Se le cose stanno così, è veramente giunto il momento di metterci una pezza. Non ti preoccupare, se per metterci un riparo ci vorranno la maniere forti, useremo anche quelle. Vorrà dire che, se sarà necessario, saremo anche noi cattivi con lei. Ma adesso è tardi, andiamocene a dormire.

Mamma e papà escono senza incontrare Giuseppe, che si farà al centro della scena.

        

Giuseppe: Lo sapevo io che il piatto non era caduto. C’era qualche altra cosa sotto. Anna deve essersi arrabbiata per davvero.  Eh!  Ma quante cose ha combinate! Non mi ero mai accorto di avere per sorella un piccolo diavoletto! Un momento! Allora vuoi vedere che è stata lei a mettermi la gomma da masticare sulla sedia l’altro ieri? Quando mi sono alzato ho dovuto dare uno strappo e mi si è rotto il fondo dei pantaloni. E la mamma se l’è presa con me e mi ha punito sospendendomi la fornitura di gomme da masticare per una settimana. E i baffi al mio gattino? Non glieli avrà tagliati lei? Poverino mi faceva tanta pena. Ma se è stata lei, deve essere veramente una bambina cattiva. Qui bisogna fare qualcosa per aiutarla… Deve diventare buona. Ma come fare? Io sono piccolo e posso fare poco… Ma si!.. Mi rivolgerò al mio Angelo Custode. Chissà che non conosca quello di Anna, forse se gli da una mano insieme potranno fare molto di più per lei. Certo però che quel diavoletto tentatore di mia sorella ha una bella fantasia: il rospo nella cartella, il topo nel bar, i fili del telefono della zia Rosa, il cane al cinema. Gliene ha fatte combinare delle belle a mia sorella. Adesso mi metto in ginocchio e chiamo il mio Angelo, vediamo se mi sente.

Senti, angioletto io, io lo so che sei qui, anche se non ti vedo, lo so perché lo ha detto la mamma ed anche il mio papà. E poi suor Loreta me lo dice sempre a scuola: “Voi bambini non dovete temere niente, perché con voi ci sta sempre un angioletto del Signore, che vi protegge, vi aiuta e vi consiglia, tenetevelo sempre buono perché qualche volta vi potrà servire.” Ecco! Questo è il momento che mi servi, e se non vieni ora che mi servi, a che mi serve avere un angelo custode? Saresti proprio una cosa inutile. Ti prego, vieni!

1° Angelo: ( Entra alle spalle di Giuseppe e gli da qualche colpetto sulla spalla destra ) Allora, Giuseppe, cosa c’è?

Giuseppe: ( Impaurito ) Ah!… sei tu?   Sei tu, vero?…. Sei il mio angelo custode, o mi sbaglio?

1° Angelo: Non ti sbagli. Sono il tuo angelo custode.

Giuseppe: Dici? E chi me lo assicura? E se poi sei un ladro travestito, io come faccio a saperlo? Scusa sai, non è per mancanza di fiducia, ma di questi tempi   tutto è possibile.

1° Angelo: Bravo! Mi fa piacere. Vedo che le mie lezioni di prudenza non sono andate al vento. Bravo! E va bene. Allora dimmi: non sei stato tu che due anni fa hai rubato la marmellata di ribes dalla credenza?

Giuseppe: Si!…. ma…

1° Angelo: E non sei stato tu che l’ hai mangiata tutta quanta, nascosto dentro l’armadio grande?

Giuseppe: E’ vero, ma tu come fai a saperlo?

1° Angelo. Tu credevi di essere solo e invece c’ero anch’io, Sapessi come mi sono sgolato per gridarti: “Guarda che ti verrà un grosso mal di pancia, non lo fare, rimettila a posto”. Ma tu non hai voluto ascoltarmi.

Giuseppe: E il mal di pancia mi venne davvero. E giù!… quante punturone sul mio sederino. E poi quelle purghe! Non mi ci far pensare, altrimenti mi arrabbio anche adesso. Un momento! E se questa storia te l’ hanno raccontata? Io devo essere sicuro, sono fatto così, cosa vuoi?

1° Angelo: Lo so bene come sei fatto! Ti conosco bene io. E va bene. Ti ricordi quella volta che rompesti il vaso della cucina?

Giuseppe: Eh si! Per la paura di essere picchiato mi nascosi sotto il letto…

1° Angelo: E ti ci addormentasti. E quanta paura ne ebbero i tuoi genitori. Ti cercarono da tutte la parti e si erano quasi convinti che tu fossi stato rapito, o, quanto meno, fuggito di casa.

Giuseppe: Basta! Basta! E va bene, ti credo. Sei il mio angelo custode. Ma adesso smettila di ricordare le mie marachelle. Se ti ho chiamato è per qualcosa di più importante.

1° Angelo: Allora fammela capire questa cosa, dimmi perché mi hai chiamato, e con quella insistenza poi,

Giuseppe: Finalmente arriviamo al sodo. Tu conosci mia sorella Anna?

1° Angelo: E come se non la conosco. Anzi ti dirò di più. Io su quella gomma appiccicata alla sedia e che ti è costata la fornitura di gomme da masticare per una settimana… io ci ho lasciato un bel po’ di penne delle ali, guarda.

Mostra un’ala con diverse penne in meno.

Giuseppe: Molto bene!  Allora la conosci veramente, è proprio lei. E dimmi un po’, per caso, tu conosci anche il suo angelo custode?

1°Angelo:  Povero amico mio. Non gli riesce mai di convincere tua sorella a farne una giusta.

Giuseppe: Allora credo che hai capito bene, deve essere proprio lui. Molto bene, significa che puoi farmi il favore  che volevo.

1° Angelo: Quale?

Giuseppe: Dovresti  dare una mano al tuo amico e agevolargli il compito nel far diventare più buona mia sorella. Hai capito.

1° Angelo: Io?… Io dovrei occuparmi di un’altra persona?

Giuseppe: Si, tu. Perché c’è qualche difficoltà forse?

1° Angelo: Certo che c’è qualche difficoltà. Tu mi stai chiedendo di fare un’illegalità. Devi sapere che a noi angeli custodi non è permesso interferire  col lavoro dei colleghi. Ognuno di noi può  e deve occuparsi di una sola persona. Ed è pure giusto così, altrimenti si correrebbe il rischio di non avere  una giusta distribuzione del lavoro. Ci potrebbero essere angeli con un superlavoro, dovendo badare a più persone,e costretti, tanto per capirci, a fare dello straordinario; così come ci potrebbero essere angeli disoccupati. Non ci sarebbe proprio un’equa distribuzione del lavoro. Le cose sono state fatte così e, secondo me, meglio di così non si sarebbe potuto fare. Ora dato che io sono stato assegnato a te, posso e devo aiutare solo te. Dovrebbe esserci un motivo molto grave per cambiare questo stato di cose.

Giuseppe: Scusa se insisto, ma io penso che questo è proprio il nostro caso. Giudica un po’ tu, io ti pongo solo una domanda: non credi che a lungo andare io incomincerò a prendere esempio da mia sorella? E forse potrei diventare come lei, un bambino cattivo, forse più cattivo, forse molto cattivo, anzi un bambino pessimo, tanto per non fare il secondo.

1° Angelo: Non insistere, io non posso lasciarti solo neanche per un attimo.

Giuseppe: E perché? Proprio tu hai detto che io sono prudente, che sono bravo. Io credo che ti puoi fidare, finché sono ancora in questo stato di buon bambino, a lasciarmi solo per un poco.

1° Angelo: Ho capito. Ormai hai imparato la lezione molto bene. Mi arrendo e parlerò con l’angelo di Anna. Vedremo se si può fare qualcosa.

Giuseppe: Grazie. Sei proprio un angelo tu,. Ciao e fate presto perché tra poco è Natale e voglio che per allora Anna sia buona. Ora me  ne vado a dormire tranquillo perché so che ci sei tu. Ciao! (Esce)

1° Angelo. Ma guarda un po’ chi mi doveva  capitare per protetto. Non gli basta il lavoro che mi fa fare lui, ora pretende che mi affatichi anche per la sorella. Ma mi è troppo simpatico. Fammi andare a chiamare il collega..

Esce e rientra tirandosi dietro il 2° Angelo che appare recalcitrante.

2° Angelo: Ti ho detto di lasciarmi fare il mio lavoro al  mio posto. Già quando ci sono io quella mi combina un sacco di guai, figurati cosa ti può combinare se non ci sono.

1° Angelo: Cosa vuoi che ti possa combinare se quando l’abbiamo lasciata dormiva profondamente?

2° Angelo: Parli così tu perché no la conosci bene. Quella peste una ne fa e altre cento ne architetta. Lo sai che cosa mi preoccupa adesso? Mi preoccupa quello che sta sognando. Chissà quante ne starà inventando.

1° Angelo: Esagerato…

2° Angelo: Esagerato? L’ultima me l’ ha combinata stasera. Figurati che prima si è rifiutata di andare a dormire, poi si è arrabbiata coi genitori ed ha fracassato un piatto per terra con una traiettoria    diritta verso il mio piede sinistro, quello col callo. Ma per fortuna sono stato abbastanza veloce a scansarmi.

1° Angelo: Cosa? E tu te ne stavi a guardare? Non hai fatto niente per trattenerla? Per farle capire che stava agendo male?

2° Angelo. Niente? Le vedi queste braccia? Non me le sento più. Mi sono preso uno strappo muscolare per trattenerla, ma proprio non mi è riuscito.

1° Angelo: Allora Giuseppe ha ragione. L’affare è serio e forse da solo tu non ce la fai. Eh si!  Qui ci vogliono quattro ali.

2° Angelo: Con questo vuoi dire che mi darai un aiuto? Ti ringrazio e l’accetto volentieri. Provaci anche tu e te ne accorgerai.

1° Angelo: Va bene, va bene. Ma cosa si può fare?…

Vagano tutte e due   pensierosi per a cucina, finché l’attenzione del 1° Angelo viene attirata dal presepe.

1° Angelo. Toh! Guarda. Vieni qua. E se noi chiedessimo aiuto a loro?. Vieni, guarda, sono già tutti pronti.

2° Angelo: Ma di chi stai parlando?

1° Angelo: Come di chi? Ma di loro: Giuseppe, Maria, i pastorelli, e tutti gli altri. Sono tutti pieni di gioia e aspettano che Gesù porti l’amore.

2° Angelo: Hai ragione. Però, scusa, ma non  ho capito che cosa possono fare per aiutarci, né tanto meno come potrebbero influenzare Anna.

1° Angelo: Ma come, non capisci? Se stanno qui attorno alla grotta è segno che hanno capito che la verità sta nell’amore. Potrebbero anche convincerne Anna.

2° Angelo: E tu credi che potrebbero riuscirci?

1° Angelo: Non ne sono sicuro, ma se ci proviamo non perdiamo niente.

2° Angelo: Guarda un po’. Ci stanno anche un pizzaiolo, il pescatore, il pescivendolo. Mi meraviglio che non ci abbiano messo anche un meccanico  o un ingegnere nucleare con la sua brava pila atomica.

1° Angelo: E cosa ci sarebbe stato di strano? Questi  personaggi stanno qui a rappresentare   chi accetta il messaggio d’amore di Gesù ed anche un meccanico lo deve fare, ed anche un ingegnere nucleare. Dai retta a me, anche questi personaggi ci starebbero bene.

2° Angelo: Ed io lo sapevo. Hai sempre la risposta giusta. Sei il solito primo della classe. Sai sempre tutto. Piuttosto fammi capire bene quello che hai pensato.

1° Angelo: Come sei permaloso. Con il mio discorso volevo solo sottolineare che questi personaggi, proprio  perché stanno vicino alla fonte dell’amore, potrebbero far bene entrare   in testa ad Anna di voler più bene agli altri. Stai attento che adesso chiamo S. Giuseppe…… San Giuseppe!….. San Giuseppe!

San Giuseppe entra in scena col costume tipico con una sega e un martello nelle mani.

S. Giuseppe:Chi è? Chi mi chiama?

1° Angelo: Oh, scusami. Non credevo che alla tua età tu stessi ancora lavorando.

S. Giuseppe:Cosa vuol dire  alla tua età? Non lo sai che di là l’età non conta? Conta solo l’eternità. E nell’eternità non trovi mai la giusta età per andare in pensione. Si! stavo lavorando. C’è forse qualcosa di strano? Io sono  di vecchio stampo e non mi piace stare in panciolle, devo sempre stare in attività… io.

2° Angelo: Scusaci, San Giuseppe, ma siamo stati costretti a disturbarti. Si tratta di fare una buona azione.

San Giuseppe:Allora se è così, se si tratta di fare una buona azione, mi trovate sempre pronto e a totale disposizione. Aspettate che poso il mio armamentario da lavoro e prendo il mio bastone col giglio, così dovunque ci presentiamo mi riconoscono subito. (Esegue) Su , parlate!

1° Angelo: Vedi, s. Giuseppe,  devi sapere che in questa casa  abita una bambina che non è tanto buona…

2° Angelo: (Interrompendo)  No! Dici pure che è cattivissima.

San Giuseppe:Ma cosa state dicendo?  Non esistono bambini cattivi. E voi che fate gli Angeli custodi lo dovreste sapere bene.

2° Angelo: E’ proprio perché li conosciamo bene i nostri piccoli protetti che affermo che Anna è cattiva.

San Giuseppe:Ma che avrà fatto di tanto grave?

2° Angelo: Non studia, fa sempre degli scherzi cattivi agli amici, si arrabbia coi genitori e li fa disperare.

San Giuseppe:Beh!  Se è così, non deve essere una bambina tanto buona.

1° Angelo: Figurati che ci siamo decisi a chiedere il tuo aiuto, proprio perché da soli ci sembra impossibile farcela.

San Giuseppe:E cosa avete pensato di fare?

2° Angelo. Abbiamo pensato, anzi lui ha pensato (indica il 1° Angelo con ironia) che voi  personaggi del presepe, perché vicini a Gesù, potreste infondere in Anna un poco di quello amore che raccogliete dalla stessa persona di Gesù.

San Giuseppe:  Si! Ma in che modo?

1° Angelo: Perché non andate a farle una visitina in sogno?

San Giuseppe:Ci proveremo. Ma ora spiegatemi una cosa. Come mai questa bambina ha due angeli custodi? E come mai voi che siete in due non riuscite a farla diventare buona?

2° Angelo: Veramente  l’incarico l’ ho avuto solo io.

San Giuseppe:E tu, cosa ci fai qui allora? Come mai non sei al tuo posto, vicino al tuo protetto?

1° Angelo: Io sono l’angelo custode del fratellino di Anna. E’ un bravo bambino, e mi ha insistentemente chiesto di aiutarlo a redimere Anna.

San Giuseppe:Ma, adesso hai lasciato solo questo bambino?

1° Angelo: Oh! Di questo non mi preoccupo. Giuseppe  sa bene come deve comportarsi.

San Giuseppe:Allora interessiamoci di questo caso e non vi preoccupate che cercheremo di fare l’impossibile per questa bambina.

1° Angelo: Presto, andiamo a chiamare quelli che secondo te possono darci una mano e poi ci faremo accompagnare da Anna.

Escono tutti.

Cronista:   (Al pubblico) Mah! Chissà se ce la faranno? Aspettateci ai vostri posti e lo vedrete tra poco da voi stessi. Ciao!

Cala il sipario.

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

A sipario chiuso

Cronista:   Ben trovati. Vedo che vi è rimasta la curiosità di sapere come va a finire questa storia. Bene! A questo punto, allora, dobbiamo fare un piccolo passo indietro nel tempo, ma non preoccupatevi, non andremo molto lontano. Vediamo un poco che cosa ha fatto e detto Anna dopo il litigio con i genitori.

Si apre il sipario ed appare questa volta la cameretta di Anna. Entra Anna tutta arrabbiata.

Anna:         Sempre la stessa storia. Se la prendono tutti con me. Ora ci si mettono anche i miei genitori. Ma io non gliela do per vinta. Si! Mi hanno costretta ad andare a dormire presto.

Cronista:   Beh! Tanto presto non direi. Sono la ventitré.

Anna:         E tu cosa c’entri con la mia storia? Infischiati dei fatti tuoi, fai la narratrice ma non impicciarti più. Hai capito?

Cronista:   Che caratteraccio. (Si mette in disparte)

Anna:         Mi ha fatto perdere il filo. Ah, si! Vedranno domani se saranno capaci di farmi studiare. Anzi, sapete che faccio? Prendo i libri e li butto dalla finestra. (Esegue) Oh! Così non dovrò neanche sforzarmi a trovare una scusa. Niente libri niente studio, così imparano a trattarmi bene. Adesso mi sento meglio e posso anche andarmene a dormire, (nel frattempo indossa il pigiama) e domani non andrò neanche a scuola, e non ci andrò fino a che non mi avranno comprato nuovi libri. Certo, mi vendicherò così: dovranno tenermi tra i piedi per casa e dovranno spendere altri soldi per i nuovi libri.

Si mette nel lettino e si addormenta, il cronista si avvicina al lettino e si accerta che Anna si sia veramente addormentata, poi si rivolge al pubblico.

Cronista:   Meno male che si è addormentata, altrimenti chissà quanti altri guai avrebbe combinato. Ma ritorniamo al presente della nostra storia e vediamo gli angeli custodi e gli altri cosa faranno.

Entra il 2° Angelo seguito dal 1° e da S. Giuseppe, con passi felpati ed estrema cautela invitando    anche gli altri a fare lo stesso.

2° Angelo: Fate piano. Non svegliamola, altrimenti sono guai. Eccola la.

San Giuseppe:E quella sarebbe la terribile? Ma se è una bambina così bella. Sembra impossibile che non sia anche buona.

2° Angelo: Non guardarla adesso che dorme. Aspetta che si svegli e te ne accorgerai.

San Giuseppe:Va bene, proseguiamo.

2° Angelo: Noi non ti daremo fastidio: ci mettiamo qui ai due lati del lettino e cercheremo di dare meno impiccio possibile.

San Giuseppe:( Rivolto ad uno degli ingressi ) Vieni, su. Entra.

Entra un pastorello con un agnellino.

Pastore .:  Eccomi pronto, S. Giuseppe.

San Giuseppe:Allora hai capito bene quello che ti ho detto prima?

Pastore .:  Certamente. Entro nel sogno di quella bimba e cerco di convincerla a diventare buona.

San Giuseppe:Bravo. ( Esce )    

Cronista:   Vogliamo entrare anche noi nel sogno di Anna? Ma si! Così sapremo subito che cosa succede.

Un cambiamento di luci e un sottofondo musicale (effetti di passaggio) sottolineano l’ingresso nel sogno di Anna, contemporaneamente i due angeli iniziano un balletto ed una canzoncina per invitare il pubblico ad entrare nello stesso sogno.

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.itoppure a diodatigiuseppe@tin.it

1° e 2° Angelo:Forza, venite,

         entriamo nel suo sogno;

         senza rumore.

         Vediamo che succede.

         Forza, venite,

         entriamo nel suo sogno;

         col pastorello

         vediam se torna buona.

         Forza, venite,

         entriamo nel suo sogno;

         senza parlare,

         vediamo che succede.

I due angeli riprendono il loro posto e il pastorello i avvicina al lettino.

Pastore .:  Oh!  Finalmente. Qualcuno a cui chiedere. (Cerca di svegliare Anna) Ehi!   Ehi! Ascoltami un poco.

Anna:         Chi mi chiama? Chi sei tu? E come ti sei permesso di svegliarmi?

Pastore .:  Scusami, sai, ma tu sei l’unica persona che vedo su questa strada, ed io volevo un’informazione.

Anna:         Un’informazione? Senti io non faccio il vigile urbano. Cercatene uno, io me ne torno a dormire.

Pastore .:  No, aspetta. Io voglio solo sapere se è per di qua che si va a Betlemme.

Anna:         Uhè! Ma dico.. sei ammattito?  Di qua non si va da nessuna parte, questa è la mia stanzetta e basta. Ma guarda un po’, vuole andare a Betlemme passando per la mia stanza. Forza, sloggia. Vattene via perché devo dormire, e poi cosa ci dovresti andare a fare a Betlemme?

Pastore .:  Ma come non lo sai? Tra poco è Natale ed io voglio essere lì quando nasce Gesù. Gli voglio portare questo agnello in dono.

Anna:         Cosa ci fa questa bestia in casa mia? Portala via subito, altrimenti la faccio volare dalla finestra.

Pastore .:  Ma allora tu non vuoi bene a Gesù? Non capisci quello che viene a fare?

Anna:         Io so soltanto che voglio dormire. Vattene via.

Anna torna a dormire mentre un nuovo gioco  di luci e suoni (effetti di passaggio) ci riporta fuori dal sogno. Entra S. Giuseppe. Durante il sogno il 2° angelo avrà manifestato la sua tristezza per il fallimento del pastorello, consolato dal 1° angelo.

San Giuseppe:Allora, com’è andata?

Pastore .:  Male. Questa qui non ha voluto sentire nemmeno il nome di Gesù, figurati che cosa ci si può ricavare.  (Esce)

San Giuseppe:(Si aggira sulla scena, pensieroso) Non è possibile che non di possa fare qualcosa. Ma forse ho scelto un personaggio di poco spessore, ci vorrebbe qualcuno con un carisma più forte.. ci sono! Farò entrare in campo i Re Magi. Sono dei re ed hanno un certo fascino, un sicuro ascendente. Ehi, voi Magi, venite qua, presto.

I Magi entreranno uno alla volta, ognuno porterà il suo tradizionale dono e farà il suo inchino a S. Giuseppe.

1° Magio:  Eccomi, S. Giuseppe, sempre pronto ai tuoi ordini.

2° Magio:  Ai tuoi comandi. Come si può negare qualcosa al padre, anche se putativo, di Gesù.

3° Magio:  Che cosa ti serve, S, Giuseppe?

San Giuseppe:Si tratta di una sciocchezza per voi uomini di grande sapienza e cultura. Si tratta di entrare nel sogno di quella bambina cattiva e di convincerla a diventare buona. Posso fidarmi?

1° Magio:  Lascia fare a noi. (S. Giuseppe esce)

Cronista:   Riusciranno i nostri amici a convincere Anna? L’unico modo per saperlo è quello di entrare di nuovo nel sogno di Anna, ma in punta di piedi, senza svegliarla. Ssss ! Entriamo.

Ci sarà di nuovo il cambiamento di luci (effetti di passaggio) per sottolineare l’ingresso nel sogno e i due angeli di nuovo canteranno la stessa canzone di prima , sostituendo al verso 7: ‘ Col pastorello ’  il verso:’ Con i Re Magi ’ .

1° Magio:  (Guardando per aria come se fosse in cerca di qualcosa)  Ma dove si sarà cacciata quella benedetta stella? E’ più di un’ora che giriamo senza riuscire più a vederla.

2° Magio:  La colpa è tua (al 1°)! Ti avevo detto di non perderla di vista nemmeno per un istante, e invece sei riuscito  farti  distrarre dalle mille luci che fanno pubblicità in questa città. Hai visto che cosa è successo? Ci siamo persi.

3° Magio:  Non è possibile. Dei sapienti come noi non possono perdersi. Rifacciamo i nostri calcoli  e sono certo che riusciremo a ritrovare la giusta direzione della stella.

1° Magio:  Hai ragione. Dunque, tenendo presente l’angolo rispetto all’orizzonte mantenuto dalla stella e, applicando le leggi della trigonometria, io direi che ora la stella sta viaggiando in quella direzione, a destra.

2° Magio: Ma cosa dici?  Tu, allora, non tieni per niente in conto il moto degli astri. Secondo le leggi dell’astronomia, la stella sta seguendo questa direzione diritto davanti  noi.

3°Magio:   Ah! Ah! Ah! Si vede proprio  che non avete mai letto le profezie di Isaia. Avreste già capito  che la direzione giusta è quella che porta a Betlemme. Allora è di qua, verso sinistra , che dobbiamo andare.

1° Magio:  Cosa? Volete dire che io ho sbagliato i calcoli? Voi non sapete con chi avete a che fare. Io sono il più grande matematico dei nostri tempi e non posso assolutamente sbagliare. La stella è andata di qua, a destra.

2° Magio:  In questo modo vorresti dire che a sbagliare  sono stato io? No! L’astronomia è una scienza esatta  e ti dico  che dobbiamo andare di qua, diritto.

3° Magio:  Allora Isaia non sarebbe un buon profeta. E’ a sinistra che dobbiamo andare.

1° Magio:  No, a destra.

2° Magio:  No, diritto.

3° Magio:  No, a sinistra.

Tutti e tre continuano a difendere la propria convinzione con foga e tenacia. Si forma, così, un confusione che attira l’attenzione di Anna.

Anna:         Ehi, voi tre state buoni e non gridate. Oh! Ma voi siete dei re. E cosa ci fate qui?

1° Magio:  Veramente, devo ammettere  che è colpa mia. Ho perso di vista la stella cometa e adesso non  riusciamo  metterci d’accordo  sulla sua possibile direzione.

2° Magio:  Per caso hai visto tu da che parte si è diretta?

Anna:         Una ….. che cosa?

3° Magio:  Una stella cometa. Non mi dire  che non sai che cosa sia una stella cometa?

Anna:         Veramente…..!?!

1° Magio:  Che ignoranza. Anche i bambini più piccoli sanno che cos’è una stella  cometa.

Anna:         (Risentita) Anch’io so che cos’è una stella cometa.

2° Magio:  Allora diccelo, su.

Anna:         Una stella cometa è…. (indecisa)

I 3 Magi ins.:       (Interrompendo) E’ … ?

Anna:         Una stella cometa è …. Una stella!

2° Magio:  Bella scoperta. Certo che è una stella. Ma come è fatta?

Anna:         Dunque, una stella cometa ha una forma….  (indecisa)

I 3 Magi ins.:       (Interrompendo) Ha una forma?

Anna:         Uffa! Adesso mi state facendo arrabbiare. E va bene, non lo so che cos’è questa stella cometa.

3°Magio:   Non ti arrabbiare, adesso te lo spieghiamo noi.

1° Magio:  La stella cometa è una stella bellissima, con una grande scia luminosa, una specie di coda.

Anna:         Embè! A voi a che vi serve?

1° Magio:  Come, non lo sai proprio?

Anna:         No.

1° Magio:  Ma per ritrovare la strada per vedere Gesù che deve nascere tra poco.

Anna:         Anche voi? Ma allora è una mania. E vi pare che vale veramente la pena sprecare tanta fatica e fare tanto viaggio solo per cercare questo Gesù?

1° Magio:  Come si vede che non sai che cosa rappresenta per tutti noi Gesù. Gesù è il Re del mondo, il Re dell’amore, merita quello che facciamo per Lui ed anche qualcosa di più. 

2° Magio:  Devi sapere che l’umanità tutta intera, per mezzo suo, sarà migliore, più buona.

3° Magio:  Guarda. Noi gli portiamo anche dei doni: oro, incenso, mirra.

2° Magio:  L’oro perché è un re, la mirra perché è un vero uomo, e l’incenso perché è Dio, è Dio che viene sulla terra  per aiutarci.

Anna :        Mah! Contenti voi, contenti tutti! Io non penso che valga veramente la pena fare tutta questa fatica per scovare questo Gesù. Forse avrà anche una sua importanza, ma io preferisco riposare e dormire. Anzi, mi raccomando, se proprio volete, continuate  la vostra strada di qua, ma cercate di non fare troppo rumore perché io devo dormire. (Si avvicina al lettino, poi come avesse un piccolo ripensamento) Però! Anche questi alla ricerca dell’amore, chissà se è bello amare?… (Ripensandoci) Ma che me ne frega. Fammi dormire, perché sono stanca.

Anna si addormenta, e noi, con i soliti  effetti speciali, (effetti di passaggio) usciamo dal sogno e rientra S. Giuseppe.

San Giuseppe:Allora, che mi dite?

1° Magio:  E’ proprio  una bambina testarda, dura.

2° Magio:  Non  tanto, direi. Le ultime  sue parole fanno capire che si sta ammorbidendo.

3° Magio:  Eh, si! Sai S. Giuseppe, che si è perfino   chiesto  se fosse bello amare? Anche se poi ci ha lasciato di sasso e se ne è andata a dormire.

San Giuseppe:E così neanche voi avete risolto il problema? La cosa si sta facendo sempre più difficile. Ma il ferro si deve si deve battere finché è caldo e se si è solo posto il problema dell’amore, bisogna insistere dovrà convincersi.

2° Magio:  Ti consiglio di non arrenderti proprio ora. In fondo non mi è sembrata tanto cattiva. Dacci dentro.

San Giuseppe:( Si aggira pensieroso, poi come colpito da un'  idea ) Ho capito cosa bisogna fare. Qui ci vuole una grande mobilitazione.

1° Magio:  Che cosa hai deciso?

San Giuseppe:Voglio ricreare nel sogno di questa bambina la grande scena della nascita di Gesù. Ci mettiamo tutto il presepe che sta in cucina e lo facciamo rivivere. Su! Mettetevi al lavoro, chiamatemi tutti gli altri. Alla mia famiglia ci penso io.

S. Giuseppe e i Magi escono. Con i soliti effetti rientriamo  nel sogno di Anna. La scena si popola lentamente con i personaggi del presepe: prima entra la sacra famiglia e poi via   tutti gli altri, compresi i personaggi già nominati nel primo atto. Ogni personaggio farà il suo omaggio a Gesù, mentre il tutto è sottolineato da dolci canti tradizionali natalizi. Alla fine il silenzio.

Anna:         (Si risveglia con più dolcezza) Ma era un canto. Però!… cantavano bene. Perché hanno smesso? (si accorge della scena natalizia e si avvicina) Guarda! Ma questo è il presepe che stava in cucina, cosa ci fa qua? E questo? Questo è il pastorello di prima!?!?

Pastore .:  (Saluta Anna con la mano) Ciao, Anna. Allora non è vero che non vuoi bene a Gesù! Mi hai detto una bugia. Le bugie non si dicono, non lo sai? Sapessi come ci sono rimasto male prima.

Anna:         Ciao. E questi? Questi sono i tre re di prima.

1° Magio:  Benvenuta tra noi, Anna.

2° Magio:  Lo vedi dove ci portava la stella cometa? Dimmi, ti piace?

Anna:         Si. E’ tutto tanto bello. (Guardando Gesù) E come è bello questo bimbo. (Alla madre) Scusi, Signora, è suo figlio? ( Maria fa segno di si con la testa ) Com’è bello. Mi sembra il più bello tra quelli che ho visto fino ad ora.

Maria:        Grazie, bambina, ma non sai quanto ci è costato.

Anna:         Non raccontatemi anche voi che i bimbi si comprano. Io sono abbastanza grande e non ci credo più.

Maria.        Ma cosa hai capito? Io mi riferivo alla pazienza e all’amore che ci è costato.

Anna:         Perché?

Maria:        Ma non hai visto dove siamo? In una stalla. Ti sembra un posto adatto per accogliere un bambino? A me proprio no.

Anna:         E’ vero. Anche a me non sembra il posto più adatto. E come mi vi trovate qui?

Maria:        Perché il Signore ci ha chiesto una prova in più. Ha voluto metterci in difficoltà anche quando stava per nascere il bimbo per vedere quanta pazienza e quanto amore potevamo ancora dare a Lui ed al mondo.

San Giusepe:     (Intromettendosi) Devi sapere che prima di venire qui noi abbiamo cercato un posto più adatto, ma non siamo riusciti a trovarlo.

Maria:        Qualcuno, addirittura, ci ha anche cacciato via in malo modo.

San Giuseppe:Ma non per questo ci siamo persi d’animo. Il nostro amore per il piccolo ci ha spinto a cercare un rifugio qualsiasi. Questo siamo riusciti a trovare e, devo dirti, che non è completamente cattivo. E’ un ritrovo di fortuna, ma meglio di così non abbiamo trovato. Ci siamo accontentati perché almeno qui un poco di caldo il bimbo lo può avere.

Anna.         Ed io che ho, oltre ai termosifoni, anche la termocoperta, mi lamento sempre per il freddo.

San Giuseppe:Talvolta il freddo lo teniamo dentro.

Maria:        Chissà che nel petto tu non ti ritrovi un piccolo ghiacciolo, magari con la forma di un cuoricino.

Anna:         Ma cosa stai dicendo? Aspetta, vado a prendere una coperta dal mio lettino, la metteremo addosso al bimbo, sentirà meno freddo. (Esegue)

Maria:        Grazie, bambina. Brava! Ed ora dimmi: tu come farai? Senti sempre così freddo.

Anna:         Freddo? Sai che invece ora mi sembra di non accorgermene proprio? Se proprio vuoi saperlo, qua dentro (mostra il petto) sento ora un teporino che va aumentando sempre di più. Si! Sento qualcosa di diverso. Ma, aspettate, vado in cucina e vi preparo qualcosa da mangiare. Chissà che fame avrete. E poi non voglio essere la sola, tra tutte queste persone, a non offrirvi niente.

Maria:        Non ti preoccupare, Anna. Tu non sai quale grande dono ci hai fatto, offrendoci la tua coperta. Ora sono sicura che sarai più buona, vero? Devi sapere che questo bambino è Gesù. Si! Proprio quel Gesù che tutti prima cercavano. E tu hai fatto un regalo a Gesù, ora anche Egli te ne farà uno: ti metterà dentro tanto di quello amore da riempire una casa; sei contenta?

Anna:         (Si inginocchia) Si! Gesù ti ringrazio e ti prego di scusarmi se finora sono stata una bambina cattiva. Ma ti giuro che da questo momento in poi “ Pierino la peste “ è morta e nel quartiere si parlerà solo di “ Anna mollica di pane “, tanto voglio essere buona.

A questo punto i due angeli si danno la mano, tutti contenti e il 2° angelo può finalmente consolarsi mentre anche durante il sogno dei Magi aveva sottolineato con disappunto il comportamento della sua protetta, anche S. Giuseppe si lascia andare dalla gioia e accenna un segno di vittoria con le dita, tipo V con l’indice ed il medio della mano destra, ed indirizza un preciso OK, mimandolo con la mano sinistra, verso i due angeli. A questo punto si incominciano a sentire le note di una canzone, la cui prima strofa sarà cantata da tutti, tranne Anna e la seconda solo da Anna stessa.

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.itoppure a diodatigiuseppe@tin.it

SEMPRE CON NOI

Coro:         E’ tornato sulla terra,

         come più di mille anni fa,

         nel bel mezzo della notte,

         dentro il freddo di una grotta.

         Solo paglia ed un asino

         Gli fan caldo ed un bove,

         un vagito da uno straccio

         e per l’aria va una voce,

         è la mamma che Gli canta:

         “ Fa’ la nanna, bel bambin “.

         “ Fa’ la nanna, bel bambin “.

Anna:No, tu non sei mai andato via,

         non rinasci solo oggi sai,

         sei rimasto sempre in mezzo a noi,

         anche sen non ti si è visto mai.

         Dietro il vino, dietro il pane,

         dietro un povero per strada,

         dietro un vecchio e un malato

         c’eri solo e sempre Tu,

         dietro il sogno e la speranza

         di un mondo pien d’amor.

         Di un mondo pien d’amor.

Alla fine del canto.

San Giuseppe:Brava, Anna! Sento che veramente hai capito la lezione. Ora sono sicuro che sarai buona, perciò possiamo andarcene. Tu ritorna a dormire e ricordati per sempre della tua promessa. Ciao!

Anna torna a dormire. I personaggi del presepe sfollano la scena ordinatamente, così come sono entrati. S. Giuseppe consegna la coperta di Anna al 2° angelo , che tutto contento e pieno di premura la stende su Anna e si ferma seduto sul lettino ad accarezzare la bambina. Esce anche il 1° angelo, anch’egli visibilmente contento, e saluta il collega. Di nuovo i soliti effetti di luci (effetti di passaggio) ci riportano alla “ realtà “ e , mentre uscivano i personaggi si erano fatti risentire altri tradizionali brani natalizi. Ormai si è fatto giorno e nella stanza entra Giuseppe seguito da 1° angelo. Giuseppe è molto prudente e cammina con passi felpati.

Giuseppe: Sei sicuro che adesso è diventata buona? Mi posso fidare? Non è che se si sveglia e mi trova qui, mi sgrida?

1° Angelo: No! Stai tranquillo perché ora la tua sorellina sarà buona come il pane.

Giuseppe: Stento a crederci, ma, se me lo assicuri tu, mi fiderò.

Giuseppe si avvicina con molta cautela ad Anna e cerca di svegliarla con gentilezza. Anna si sveglia e…… dolcemente…

Anna:         Ah! Sei tu, Giuseppe?

Giuseppe: (Al 1° Angelo) Ma allora è vero, non mi ha mangiato.

1° Angelo: Non te lo avevo già detto? Ma non parlare con me. Anna non mi vede.

Anna:         Giuseppe, con chi stai parlando?

Giuseppe. Io? Con nessuno, parlavo tra me.

Intanto fa l’occhiolino al 1° angelo, che fa segno di volere andare via. Difatti chiama il 2° angelo ed insieme, dopo aver salutato Giuseppe, e con balletti di contentezza del 2° angelo, escono. Anna, intanto, guardando la sveglia.

Anna:         Oh! Ma sono le otto. Presto, mi devo lavare, devo sbrigarmi altrimenti farò tardi a scuola. Ma dove sono i libri? Oh! Ma io li ho buttati dalla finestra. Presto, Giuseppe, aiutami. Vai tu a prenderli, ma cerca di non farti vedere dalla mamma, potrebbe provarne dispiacere.

Giuseppe esce e poco dopo entra la mamma ancora un poco arrabbiata per il fatto della sera precedente.

Mamma:    Sei sveglia, Anna?  La tua colazione è pronta, devi andare a scuola.

Anna:         Si, mamma. Faccio subito. (Esegue) Eccomi pronta.

Mamma:    Questa si che è una sorpresa. Non mi sembra più di rivedere mia figlia. Mi sembra di avere di fronte un’altra bambina.

Anna:         E’ proprio così, mamma. Sono diversa, e sarò più buona, te lo prometto.

Mamma:    Dici davvero? Oh! Cara…. (Abbraccia Anna) Tu non sai come mi fai felice. Ma come è successo?

Anna:         Non te lo so spiegare, so solo che sento di volere più bene al presepe che sta in cucina.

Mamma:    Anche papà deve saperlo. Aspetta, vado a chiamarlo. ( Esce, poi rientra col papà )

Papà:         Anna! (L’abbraccia) E’ vero?

Anna:         E’ vero, papà.

Papà:         Sono veramente contento.

A questo punto entra Giuseppe con i libri in mano. Accortosi della presenza dei genitori, cerca di nasconderli dietro il proprio corpo.

Giuseppe: Anna, i libri… Uh! Mamma, papà!

Mamma:    Si, Giuseppe. Ma posali i libri. Oggi non servono. Anna non deve andare a scuola. Dobbiamo fare una grande festa, tutti insieme, e compreremo per lei tanti dolci.

Giuseppe: Io lo sapevo. Le solite ingiustizie. Io mi do da fare e le altre si beccano i premi. Come uno scemo anche i libri sono andato a raccogliere.

Giuseppe butta i libri per terra e la mamma lo abbraccia e tutti ridono contenti.

Cronista:   Questa è la storia di Anna. Ora sono tutti felici ma i nostri amici vogliono mandarvi un ultimo messaggio tutti insieme. Ascoltiamoli.

La scena si popola di tutti gli attori che canteranno la prossima canzone.

(clicca sulla musica per ascoltare)

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.it  oppure a diodatigiuseppe@tin.it

AMORE SEMPRE

Coro:Rit.    Sciogliete quei ghiaccioli dentro il petto,

         formatene d’amore un fiume intero,

         per irrorar deserti senza frutti e

         trasformarli in fitti e grossi boschi.

         Sciogliete quei ghiaccioli dentro il petto,

         formatene d’amore un fiume intero,

         per rinverdire cuori senza frutti

         e fare tanto buoni un poco tutti.

1° solista:  Amici bambini, sentiteci un po’.

         È vero che noi studiamo poco,

         siamo cattivi a tutte le ore,

         facciamo i capricci con i genitori

         (Parlato) Ma, vi prego, almeno per Natale!

Coro:         Rit.

2° solista:  Voi cari già grandi, sentiteci un po’.

         E’ vero che voi amate poco,

         fate la guerra a tutte le ore,

         riempite la terra di odio e rancore.

         (Parlato) Ma, vi prego, almeno per Natale!

Coro:         Rit.

3° solista:  Felice Natale vi auguro allora.

         E’ festa per noi: amiamoci un po’,

         siamo più buoni a tutte le ore,

         smorziamo quell’odio che c’è tra di noi.

         (Parlato) Ma, allora sempre, non solo a Natale!

Coro:         Sciogliamo quei ghiaccioli dentro il petto,

         formiamone d’amore un fiume intero,

         per irrorar deserti senza frutti e

         trasformarli in fitti e grossi boschi.

         Sciogliamo quei ghiaccioli dentro il petto.

         Formiamone d’amore un fiume intero,

         per rinverdire cuori senza frutti e

         fare tanto buoni un poco tutti.

Cala il sipario

FINE

In caso di messa in scena si prega informare l’autore per semplice conoscenza, inviando eventuali foto, filmati o articoli a:

Diodati Giuseppe

Via Brecciame 30 81024 Maddaloni (CE)

Tel. 0823 408456 mail: diodatigiuseppe@alice.it