Per un sì o per un no

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Nathalie Serraute

“Per un sì o per un no”

di Nathalie Serraute

traduzione di Giulio C. Carlotto Farnese

Personggi:Uomo1, Uomo 2, Uomo 3, Donna.

(Atto unico)

Uomo 1: Ascolta, volevo chiederti... E' un po' per questo che sono venuto qui...vorrei sapere... che cosa è successo? Che cosa hai contro di me?

Uomo 2: Ma niente ... Perché? .

Uomo 1: Oh, non lo so ... Mi sembra che tusia distante...non chiami mai tocca farlo sempre a me...

Uomo 2: Lo sai bene: non prendo quasi mai l'iniziativa, ho paura di disturbare.

Uomo 1: Ma con me? Sai che ti dico.. .non mi pare che siamo arrivati al dunque... No, io sento che c'è qualcosa

Uomo 2: Ma che cosa vuoi che ci sia?

Uomo 1: E' proprio quello che mi chiedo. E se cerco una risposta... mai... dopo tanti anni... mai, non c'è mai stato nulla fra noi... per lo meno niente che io ricordi...

Uomo 2: Io, invece... ci sono cose che non dimentico. Tu sei sempre stato molto chic...ci sono state delle circostanze...

Uomo 1: Ma che vuoi dire? Tu anche, sei sempre stato perfetto... un amico vero... Ti ricordi come tua madre si inteneriva?..

Uomo 2: Sì, povera mamma... Ti amava molto... e mi diceva: "Ah, lui almeno è un vero amico. Potrai sempre contare su di lui". Ed è quello che ho fatto, d'altronde.

Uomo 1: Allora?

Uomo 2: (alza le spalle)...Allora che vuoi che ti dica!

Uomo 1: Sì, dimmi... ti conosco troppo bene:, c'è qualcosa di cambiato... anche se tu restavi sempre a una certa distanza... da tutti del resto... ma ora anche con me... pure l'altro giorno, al telefono... sembrava che tu fossi all'altro capo del mondo... questo mi fa soffrire, lo sai...  

Uomo 2: (con slancio) Ma anch'io, figurati...

Uomo 1: Ah, lo vedi, dunque ho ragione...

Uomo 2: Che cosa vuoi... io ti voglio sempre bene, lo sai... non credo che... ma è più forte di me...

Uomo 1: Che cosa è più forte? Perché non vuoi dirlo? Dunque c'è qualcosa

Uomo 2: No in verità niente.

Uomo l: Cerca comunque...

Uomo 2: Ohno... non voglio

niente che si possa dire...

Uomo l: Perché? Dimmi perché?

Uomo 2: No, non forzarmi...

Uomo 1: E' dunque così terribile?

Uomo 2: No, non terribile... non è questo...

Uomo 1: Ma allora di che si tratta?

Uomo 2: E'... è piuttosto...che non è niente... quello che si chiama niente... si chiama coSÌ... solo a parlarne, a evocarlo... può comportare... avremmo l'aria di... Nessuno, del resto, nessuno osa... non se ne sente mai parlare...

Uomo 1: Va bene, allora io ti chiedo in nome di tutto quello che tu dici io sono stato per te... in nome di tua madre... dei nostri genitori... ti supplico solennemente, non puoi più tirarti indietro...

Che cosa c'è stato? Dillo...me lo devi...

 

e cosa c e stato. o... me o eVI...

Uomo 2 (pateticamente): Ti dico: non è niente che si possa dire... niente di cui sia permesso parlare.. .

Uomo 1: Andiamo, deciditi...

Uomo 2: Ebbene, sì tratta solo di parole.

Uomo l: Parole? Fra noi? Non mi dire che ci siano state parole... non è possibile... me ne ricorderei...

Uomo 2: Ma no, non parole come intendi tu... altre parole... non quel genere di scambio di parole che... Ma parole che non si sa bene come arrivino...

Uomo 1: Ma quali? Quali parole? Sei snervante... mi vuoi indispettire..

Uomo 2: Ma no, non voglio indispettirti...Ma se te lo dico..

Uomo 1: Allora? Che sta succedendo? Tu mi dici che non è niente..

Uomo 2: Ma è proprio cosi, non è niente::: Ed è a causa di questo niente,

Uomo1: Ahfinalmente ci siamo...Ed è a causa di questo mente che tu ti sei allontanato? Che tu  hai voluto rompere con me?

Uomo 2 (sospira): Sì...è a causa di questo... Non lo capirai mai... E nessuno, del resto, potrà mai  capirlo...

Uomo 1: Cerca, comunque... Non sono mica così ottuso

Uomo 2: Oh, sì ...quanto a questo lo sei. Del resto lo siete tutti.

Uomo1:Allora, scommettiamo... losi vedrà

Uomo 2: Ebbene... tu mi hai detto, qualche tempo fa... mi hai detto... quando io mi sono vantato di non so più che cosa... di non so bene quale mio successo... si... con derisione... quando te ne ho parlato,.. mi hai detto. "Ah, bene... questo"

Uomo 1: Ripeti, ti prego... forse ho capito male.

Uomo 2: (prendendo coraggio): Tu mi hai detto "Ah bene...questo". Proprio con questa sospensione...con questo tono

Uomo1: Non è vero. Non può trattarsi di questo non è possibile

Uomo 2: Lo vedi, te lo avévo già detto... a quale scopo?

Uomo 1: No, ma, veramente, non si tratta di uno scherzo? Stai parlando seriamente?

Uomo 2: Sì: Molto... molto seriamente. .

Uomo 1: Senti, dimmi se sto sognando...se mi sbaglio...Tu mi avresti messo al corrente di un tuo successo. .. quale successo d'altronde..

Uomo 2: Oh, poco importa... un successo qualunque.

Uomo 1: E allora ti avrei detto "Ah bene... questo?".

Uomo 2 (sospira) Non proprio cosi... C'era un intervallo, tra "Ah bene" e "questo", molto più

lungo: "Ah beeeene.........questo..."Un tono messo su quel  "bene"...uno stiramento: "beeeene" e

una pausa prima di far arrivare "questo"... che non era priva di importanza...

Uomo1: E questo ...sì è il caso di dirlo... il "questo'  preceduto da una pausa ti ha spinto a  rompere..

Uomo 2: Oh...a rompere..no, non ho rotto... insomma non per davvero ...giusto un pò di allontanamento.

 

Uomo l: Era comunque una così bella occasione per concludere, per non rivedere mai più un amico di sempre... un fratello... Mi domando che cosa te lo ha impedito...

Uomo 2:E'che non mi è stato pennesso. Non ho avuto l'autorizzazione.

Uomo 1: Ah? L 'avevi anche chiesta?

Uomo 2: Sì, ho fatto alcuni passi.

Uomo 1: E verso chi?

Uomo 2: Ebbene, verso coloro i quali hanno il potere did~e queste autorizzazioni. Gente normale, gente di buon senso, come i giurati delle CQrte di assise, cittadini di cui si può garantire la rispettabilità. . .

Uomo 1: E allora? Che cosa ti hanno detto?

Uomo 2: Allora... c'era da prevederlo... Il mio caso non è il solo del resto. C'erano altri casi dello stesso genere: tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra sposi, tra amici.. .

Uomo l: Che si erano permessi didire. "Ah bene questo", con una grrrrande  pausa?

Uomo 2: No, non queste esatte parole... ma altre, anche più significative... E non c'è stato niente da fare: tutte richieste respinte. Condannati alle spese: E addirittura alcuni, come me, hanno ricevuto un avviso di garanzia. . .

Uomo 1: Un avviso di garanzia? Tu?

Uomo 2: Si E in seguito a questo avviso sono stato messo sotto inchiesta e hanno scoperto...

Uomo1: Ah? Ma che cosa? Che cosa sto per apprendere?

Uomo 2: Hanno saputo che mi è capitato di rompere per davvero con persone che mi erano molto vicine... per motivi che nessuno ha potuto capire... ero stato condannato... su loro richiesta... in contumacia... Non ne sapevo niente... Ho saputo che avevo una fedina penale nella quale ero definito come "Colui che rompe per un sì o per un no". Questo mi ha fatto riflettere...

Uomo 1: E' dunque per questa ragione che con me hai preso delle precauzioni... Niente di vistoso.

niente di scoperto...

Uomo 2: Lo si puòcapire. "Rompe per un sì o per un no". Ma ti rendi conto?

Uomo 1: Ora mi ricordo: la cosa deve essere nota... Lo avevo già sentito dire. Di te mi avevano detto: "Lo sapete, è un tipo di cui non bisogna fidarsi. Sembra molto amichevole, affettuoso... e poi, paff! Per un sì o per un no... non lo si rivede più."... Ah, io mi ero indignato, avevo cercato di difenderti... Ed ecco che anche con me... lo avevano previsto... veramente, è il caso di dirlo: per un sì o per un no... Siccome ho detto: "Ah bene... questo"...oh, scusami, non l' ho pronunciato nel modo giusto: "Ah beeeene...questo..." 

t. "

Ahbt" mo o grns o. eeene... ques o...

Uomo 2: Sì. In questo modo... proprio così... con questo accento messo sul "bene"... con questo stiramento... Sì, è come se lo sentissi, ti rivedo... "Ah beeene... questo...". E non ho detto nulla... e non potrò mai dir nulla.

Uomo l: Ma sì, dillo... fra noi, scusamÌ... dillo... potrò forse capire... sarà molto meglio per noi..,

Uomo 2: Perché? Non arrivi a capire?

Uomo 1: No, te lo ripeto... avrò sicuramente detto quella frase del tutto innocentemente. Del resto che mi venga un colpo se me ne ricordo... Quando l'ho detta? A proposito di che?

Uomo 2: Avevi approfittato di una mia imprudenza. .. si può dire che me la sono cercata..

 

Uomo1: Ma che cosa ti racconti?

Uomo 2: Si. Mi ci sono messo da solo. Proprio coSÌ. Con le mani nude. Senza difesa. Ho avuto la brillante idea di vantarmi... ho voluto mettermi in valore... sono stato... con te... a gloriarmi di non so quale piccolo successo... ho cercato di arrampicarmi fino a te... ho voluto salire li in alto, nelle regioni in cui abiti... e tu mi hai sollevato acchiappando mi per la nuca, mi hai tenuto in mano, mi hai girato e rigirato. .. e mi hai lasciato cadere dicendo: "Ah beeene. .. questo..."

Uomo 1: Dimmi, è questo che avevi esposto nella tua domanda di giudizio?

Uomo 2: Sì, pressappoco... non lo ricordo più molto bene...

Uomo 1: E ti sei meravigliato che la tua domanda sia stata respinta?

Uomo 2: No, sai... in realtà, da molto tempo in questo genere di cose non mi stupisco più di nulla...

Uomo 1: Comunque ci hai provato. ..

Uomo 2: Eh, si... ilcaso mi sembrava limpido.

Uomo 1: Vuoi che te le dica? E' un peccato che tu non abbia chiesto il mio parere, perché avrei potuto consigliarti sul modo di redigere la domanda. C'è un termine molto appropriato che sarebbe stato necessario adoprare...

Uomo 2: Ah? Quale?

Uomo 1: Ebbene, è la parola "condiscendente". Quello che hai sentito nell'accento messo su bene... in quella pausa, e che si trattava di condiscendenza. Non dico che per questo ti avrebbero dato l'autorizzazione a non rivedermi più, ma almeno avresti potuto evitare la condanna alle spese. Il tono condiscendente poteva costituire una circostanza attenuante. "Ci rendiamo conto, ha voluto rompere con un simile amico... in fin dei conti si può tenere conto di questa impressione che lui ha ricevuto di una certa condiscendenza. . ."

Uomo 2: Ah? Dunque lo vedi? Lo riconosci?

Uomo 1: Non lo riconosco affatto. D'altra parte non vedo perché... come avrei potuto... con te... no, veramente, bisogna che tu sia...

Uomo 2: Ah, no, aspetta... non questo..non che io sia questo o quello...no, no, ti prego, poichè vuoi che ci sia un chiarimento fra noi... Lo vuoi sempre, non è vero?

Uomo 1: Certamente. Te l'ho detto. Sono venuto per questo.

Uomo 2: Allora, se proprio lo vuoi, serviamoci di questa parola...

Uomo l: Quale parola?

Uomo 2: La parola "condiscendente". Arnrnettilo, ti prego, anche se non ci credi, che poi c'era, si... la condiscendenza. Non avevo pensato a questa parola. Non la trovo mai quando occorre... ma ora che l'ho trovata... io ricomincio...

Corno 1: Vuoi fare una nuova richiesta di autorizzazione?

Uomo 2: Sì. Per vedere. E in tua presenza. Sai questo potrebbe essere divertente.

Uomo 1: Forse...ma a chi vuoi presentare ladomanda?

Uomo 2: Oh... Non c'è bisogno di andar lontano... li troviamo da per tutto... Per esempio, qui accanto... i miei viciriidi casa... persone molto servizievoli... molto a posto... esattamente quelli che vengono scelti per una giuria popolare... Persone integre. Solide.. Piene di buon senso. Vado a chiamarli.

Esce e ritorna insieme con una coppia.

Ecco, vi presento ...Prego...tutto ciò non vi farà perdere molto tempo..fra noi c'è una controversia...

Loro:  Oh, ma noi, lo sapete, non abbiamo alcuna competenza.

Uomo 2: Sì, sì, voi ce l'avete... Più di quanto occorra. Ecco di che si tratta. Il mio amico, là, un

amico da sempre, . ..

Donna: E' lui quello di cui mi avete spesso parlato? Mi ricordo. ..quando luiè stato male..eravate cosi preoccupato...

Jomo 2: Sì, è lui. ..Ed è proprio per questo che il fatto mi addolora tanto ...

Donna: Non mi dica che tra voi... dopo un'amicizia così grande... e poi lei mi ha sempre detto che

lui è stato, nei suoi confronti...

Uomo 2: Oh, perfetto. Gliene sono riconoscente...

Donna: Ma allora perché?  

Uomo 1: Ebbene, glielo spiegherò io: sembra che io gli abbia parlato con un tono condiscendente...

Uomo 2: Ma perché lo dici così? Con questa ironia? Non vuoi più fare un tentativo?

Uomo l: Ma si, ma si, evita... lo dico seriamente: l'ho offeso... si è sentito sminuito... dopo di allora, mi evita

Loro(silenziosi, perplessi..., scuotendo la testa...)

Donna: In effetti... sembra. ..per lo meno eccessivo... giusto un tono condiscendente...

Uomo 3: (è il vicino dicasa): Sì, però, lacondiscendenza, a volte,

Uomo 2: Ah? Dunque lei mi capisce?

Uomo 3: Insomma. ..non arriverei fino al punto di non rivederlo, ma..

Uomo 2: Ma" ma" ma...oh, lo vede, lei può capirmi.

Uomo 3: Non arriverò a dir questo

Uomo 2: Sì, sì, lei ci arriverà, vedrà... mi permetta di esporle...Ecco...Occorre innanzi tutto dirvi  che mai e poi mai ho accettato di andare da lui...

Donna: Lei non va mai da lui?

Uomo 1: Ma si, per favore. ..che cosa sta raccontando?

Uomo 2: Non è di questo che parlo. Andavo a trovarlo. A trovarlo, è vero. Ma mai e poi mai cercavo di istallarmi nei suoi territori.o.nello spazio in cui abita... Non ci sto a questo gioco, voi mi capite.

Uomo 1: Ah, è questo che vuoi dire. ..Sì, è vero, ti sei sempre tenuto ai margini...

Uomo 3: Un emarginato?

Uomo 1: Sì, se vogliamo. Ma devo dire che si è ,sempre guadagnato da vivere... non ha mai chiesto

niente a nessuno. 

Uomo 2: Grazie, sei molto gentile... Ma a che punto eravamo? Ah, sì, ve l'ha detto pure lui: io sono un tipo che si tiene in disparte. Lui a casa sua. lo a casa mia.

Donna: Mi sembra del tutto normale. Ognuno ha la sua vita, no?

Uomo 2: Ebbene, se lo immagini, lui non lo sopporta. Vuole con tutte le sue forze attirarmi... laggiù, da lui... bisogna che io stia con lui, che non possa andarmene via... Allora mi ha teso un tranello, una trappola per topi.

Tutti: Una trappola per topi?

Uomo 2: Ha approfittato di un'occasione...

Donna (ride): Una trappola per topi di occasione?

Uomo l: Ma no, non rida. Parla sul serio, glielo assicuro... Quale trappola, diccelo...

Uomo 2: Ebbene, gli avevo fatto le nrie felicitazioni per la sua promozione... e lui nri ha detto che questa gli dava. .. fra gli altri vantaggi...l'occasione di fare dei viaggi appassionanti. . .

Uomo 1: Continua. Sta diventando interessante.

Uomo 2: Sì. Dei viaggi... e mi sono spinto un po' più in là di quanto non faccia di solito...ho mostrato come una nostalgia...allora... mi ha offerto di ottenere per me, grazie alle sue relazioni... io ho fatto alcuni piccoli lavori... insomma mi ha detto che forse, avrebbe potuto domandare a qualcuno molto in alto di propormi per un giro di conferenze...

Donna e Uomo 3: Ebbene, trovo tutto questo molto gentile...

Uomo2: (geme). Oh!

Donna e Uomo 3: Lei non trova gentile tutto questo? Io farei volentieri a cambio...

Uomo 2: A che serve coninuare? Non ci riuscirò mai.

Uomo 1: Invece io ci tengo. continua ti prego. Non era forse molto gentile?   

 Uomo 2:Bisogna dunque ricominciare tutto da capo. . .

Uomo1: No. Facciamo il punto: tu ami i viaggi. lo ti ho proposto di ottenere un giro di

conferenze. . ...

Uomo 2: Sì. Allora, vedete, avevo una scelta. Potevo... come si fa di solito, senza neppure pensarci... potevo fare marcia indietro e dire: "No, vedi, io i viaggi... e soprattutto a queste condizioni... no, non è per me:" Così ne restavo fuori. Oppure potevo farmi tentare, avvicinarmi all'esca, abboccare all'amo e dire: "Bene, ti ringrazio, ne sarei felice...". Sarei stato preso e condotto nel luogo che mi era assegnato, là in basso, con lui... ma al posto giusto. Non era male. Ma ho fatto di meglio. . .

Uomo 1: Guarda un po'? Tu hai fatto di meglio?

Uomo 2: Sì. Ho detto.. - ma come ho potuto... già solo a pensarci..

Uomo 1: Ora me lo ricordo. Tu hai detto che se volevi, potevi... che ti avevano proposto, a condizioni eccellenti. . .

Uomo 2: Si, proprio questo... che vergogna... mi sono messo io stesso proprio nel fondo della gabbia. Come se ci avessi sempre vissuto. Ho recitato la parte che laggiù si recita sempre. Conformemente a tutte le regole. Ho voluto sùbito rivalutarmi... come fanno tutti là in basso... La sua protezione, suvvia, non ne avevo proprio bisogno, anche io avevo un buon posto lassù, presso la gente che conta... un ottimo posto... me ne vantavo. E mi comportavo proprio come si comporta quella gente. Si sarebbe detto che nella mia vita non avrei saputo far altro. E allora lui non ha fatto che prendermi... mi ha tenuto nel cavo della mano, mi ha esaminato: "Pensate un po', guardate questo tipo, dice di essere stato invitato pure lui... e perfmo in forme delle quali vantarsi... e quanto ne è fiero... guardate come se ne sta tutto impettito.., ah, ma allora vuoI dire che non è così piccolo come molti credono... vale come un grande... Ah beeene... questo... Ahbeeeeene... questo... Oh, ma che cosa potete capire..

Uomo 3: Non molti, in effetti.

Donna: lo pure, non riesco a seguire... del resto non ho tempo, bisogna che io vada... Ma mi sembra che questa eccitazione... ha l'aria così agitata... e questa idea della trappola per topi e dell'esca... Non sarebbe forse meglio...

Uomo 1: No, non abbiate timori. Lasciateci, ci penso io.

Uomo 3 e la Donna escono.

Lungo silenzio.

Uomo l (con dolcezza): Allora credi davvero che quando ho parlato di raccomandarti io ti tendessi una trappola?

Uomo 2: Me la stai tendendo adesso, in ogni caso... Hai visto, quei due mi credevano un mezzo matto. .. e tu vuoi che io te ne fornisca una prova ancora più evidente.

Uomo 1: Ma no, ascolta. Sai bene che fIa noi... Ti ricordi quelle nuotate? Quando tu mi allenavo... mi piaceva, era molto eccitante... Ti ho mai trattato come un matto? Un po' strambo, forse, è vero. Un po' afflitto da mania di persecuzione... Ma questo fa parte del tuo fascino... Insomma, dimmelo sinceramente, lo credi? Pensi che ti abbia teso una trappola?

Uomo 2: Oh, teso... ho esagerato. E' probabile che all'inizio tu non l'abbia tesa, quando ti sei messo a parlare dei tuoi viaggi... Ma dopo, quando hai sentito in me quel fremito... come una nostalgia. .. un rimpianto... allora ti sei messo a ostentare, a mettere in mostra... come fai sempre quando ti metti in mostra davanti a me. . .

Uomo 1: Mettere in mostra? Io? Che cosa metto in mostra? Mi sono mai vantato di qualche cosa?

Uomo 2: Vantarmi oh no..che idiozia...è una cosa che vale per me, sono io che mi vanto. Sono un

grande stupido vicino a te.

Uomo 1: Ne sono contento. Credevo che quanto a sottigliezze.,

Uomo 2: Ma guarda che tu sei molto più sottile di me.

Uomo 1: E come? Come più sottile? Dimmi come.

Uomo 2: Bene, proprio quando tu decidi di metterti in mostra. Nel modo più raffmato che esista. E' perfetto. Non hai mai l'aria di farlo perché qualcuno ti stia a guardare. E' qualche cosa che si trova là, con tutta naturalezza. Esiste. E questo è tutto. Come un lago. Come una montagna. Si impone con la stessa evidenza.

Uomo l: Che cosa? Basta con le metafore. Che cos'è che si impone?

Uomo 2: La felicità. Sì. Le felicità. E quali felicità! Le più apprezzate. Le più quotate. Le felicità che tutti i poveri diavoli contemplano, con il naso incollato alle vetrine.

Uomo 1: Un esempio, per favore.

Uomo 2: Oh, non ho che l'imbarazzo della scelta... To', se vuoi un esempio eccotene uno dei più riusciti... quando stavi davanti a me... ben sistemato in poltrona, col tuo primogenito in piedi, fra le tue ginocchia... l'immagine della paternità soddisfatta... lo vedevi cosi, lo presentavi...

Uomo 1: Dì subito che era tutta una posa..

Uomo 2: Non ho detto questo.

Uomo 1: Lo spero. Ero felice figurati che ogni tanto ttri capita e allora lo si vede, è tutto.

Uomo 2: No, non è tutto. Assolutamente no. Ti sentivi felice, è vero Come dovevate sentirvi felici, Giovanna e te, quando vi mettevate davanti a me: una coppia perfetta, braccia sotto, braccia sopra, sorridendo estatici, oppure guardandovi in fondo agli occhi... ma un piccolo angolo del vostro occhio era rivolto verso di me, una puntina di sguardo girata verso di me per vedere se io contemplo... se mi protendo verso questo spettacolo come si deve, come ognuno deve

Uomo 1: Ah siamo arrivati al dunque. Ho trovato: E tu...

Uomo 2: E io che? Che cosa ero?

Uomo 1: Tu... tueri...

Uomo 2: Allora dillo. Ero che cosa?

Uomo1:Tueri geloso.

Uomo 2: Ah eccoci al dunque, è vero. Era questo che volevi, questo quello che cercavi, che io fossi geloso. .. E tutto è là. Tutto è là: avevi bisogno che lo fossi, e invece non lo ero. Ero contento per te. Per voi... Sì, ma per voi soltanto. Per me, proprio non la volevo, questa felicità. Né cruda né cotta... Non ero geloso! No, no, per nulla geloso. No, non ti invidiavo affatto... Ma come è possibile? Non si tratterebbe dunque della Felicità? La vera Felicità riconosciuta dovunque? Ricercata da tutti? La Felicità degna di tutti gli sforzi e di tutti i sacrifici? No? Davvero? C'era dunque laggiù... nascosta in fondo alla foresta, una principessina...

Uomo 1: Quale foresta? Quale principessa? Tu stai dando i numeri.

Uomo 2: Certo, sto dando i numeri... Che cosa aspetti per richiamare quei signori di prima?  .. Ascoltatelo, è in pieno delirio... quale foresta?". Ebbene sì, brava gente, la foresta di quei racconti di fate in cui la regina interroga il suo specchio:  "Sono io la più bella, dimmelo...". E lo specchio risponde: "Sì, sei bella, bellissima, ma c'è laggiù, in una capanna in fondo alla foresta, una piccola  principessa ancora più bella.. .". E tu, tu sei come quella regina, non sopporti che ci possa essere da qualche parte, nascosta...

 Uomo 1: Un'altra felicità... più grande?

Uomo 2: Non proprio, è ancora peggio di così. Una felicità" a rigore, la potresti ammettere.

Uomo 1: Mi sorprende davvero Davvero potrei essere generoso fino a questo punto?

Uomo 2: Sì. Un'altra felicità, forse anche più grande della tua. A condizione che sia riconosciuta, classificata, che possa ritrovarla nelle tue liste... Bisogna che essa sia elencata nel catalogo fra tutte le altre felicità. E se la mia felicità fosse invece quella del monaco rinchiuso nella sua cella, dell' eremita in cima alla sua colonna... nella rubrica della beatitudine dei mistici, dei santi...

Uomo 1: Inquesto hai ragione, non avrei nessuna possibilità di ritrovarti.

Uomo 2: No. Né là, né altrove. Non è scritta da nessuna parte.

Uomo 1: Una felicità senza nome?

Uomo 2: Né senza nome, né con un nome. Niente affatto una felicità.

Uomo 1: Ma allora che cosa?

Uomo 2: Allora niente che porti il nome di felicità. Nessuno è là per guardare, per dare un nome... Ci si trova altrove. .. all'esterno... lontani da tutto questo... non si sa dove si è, ma in ogni caso non nelle vostre liste... Ed è questo che voi non sopportate...

Uomo 1: Voi chi? Perché vuoi assolutamentemettermi con gli altri? Se è così che vuoi... Se era per sentir questo. .. Avrei fatto meglio a non venire.

Uomo 2: Ah, ma è che tu dovevi assolutamente venire, eh? Per vedere..Questo ti attira.. questo ti tira, non è vero? Che cosa è? Sempre qualcosa che si trova da qualche parte, fuori dai nostri territori? Ci afferra sempre, questa specie di... soddisfazione. . . coSÌ. . . per un nulla... una ricompensa per un nulla, un nulla, un nulla...

Uomo 1: Stavolta davvero penso che sia meglio me ne vada.

Si dirige verso la porta. Si ferma davanti alla finestra. Guarda fuori.

Uomo 2 ( l'osserva un istante. Si avvicina all'altro, gli mette una mano sulla spalla ): Perdonami... Lo vedi, avevo ragione: ecco che cosa accade a gettarsi nelle spiegazioni... Si parla a vanvera... Si dice più di quello che si pensa... Ma ti voglio bene, sai... lo sento con forza in momenti come quelli...

Uomo1:Come quelli?

Uomo 2: Sì, come per esempio adesso, quando ti sei fermato là, davanti alla finestra... per guardare... con lo sguardo che tu puoi avere... c'è in te, talvolta, come un abbandono, si direbbe che riesci a fonderti con quello che vedi, che ti perdi dentro... per questo... non fosse altro che per questo. .. all' improvviso mi sei vicino... Capisci perché tengo tanto a questo posto? Può sembrare un po' sordido... ma sarebbe duro per me cambiare... C'è qua... difficile da dire... ma lo senti, non è vero? C'è come una forza che si irradia da lì... da questa stradina, da questo muretto, là, a destra, da questo tetto... qualcosa di rassicurante, di vitale. ..

Uomo 1: Sì... capisco.

Uomo 2: Se non dovessi più vedere questo... sarebbe come se... non so... Sì, per me, vedi... la vita è là... Ma che hai?

Uomo l: "La vita è là... semplice e tranquilla..." "La vita è là, semplice e tranquilla. ..". Sono versi di Verlaine, non è vero?

Uomo 2: "Sì, sono dìVerlaìne... Maperché?

Uomo1: DiVerlaine. E' cosÌ.

Uomo 2: Non avevo pensato a V erlaine..Ho detto soltanto: la vìta è là, e basta.

Uomo 1: Ma il seguito veniva da solo, non c'era da far altro che continuare... siamo stati a scuola tutti e due..

Uomo 2: Ma io non ho continuato... Ma perché devo stare sempre a difendermi. Che c'è? Che ti prende all'improvviso?

Uomo 1: Che mi prende? "Prende" è la parola giusta. Sì, che mi prende? E' che, proprio adesso, non hai parlato per dk nulla... mi hai insegnato moltissimo, figurati... Ora ci sono cose che anche io sono capace di comprendere. Stavolta, chi ha messo il pezzettino di lardo sei tu.

Uomo 2: Quale pezzettino di lardo?

Uomo 1: Però è chiaro. Proprio adesso, quando mi hai visto davanti alla fmestra... Quando mi hai detto. "Guarda, la vita è là...", la vita è là, nient' altro che questo... la vita... quando hai sentito che mi sono proteso un istante verso l'esca...

Uomo 2: Sei proprio svitato.

Uomo l: No. Mica più svitato di te. Quando hai detto che avevo voluto ade scarti con i viaggi per rinchiuderti nel mio spazio, nella mia gabbia... sembrava che tu avessi detto una pazzia, ma forse non hai avuto tutti i torti. Però stavolta sei stato tu ad attirarmi. ..

Uomo 2: Attirarti dove? Dove avrei cercato di attirarti?

Uomo l: Ma insomma, non recitare la parte dell' innocente.. "La vita è là,  semplice e tranquilla.

Uomo 2: Tanto per cominciare io non ho detto questo..

Uomo 1: Sì, lo hai detto. Implicitamente. E non è la prima volta. E pretendi di essere altrove... al di fuori... lontano dai nostri cataloghi... fuori dalle nostre classificazioni... niente a che vedere con i mistici, i santi. . .

Uomo 2: E' vero.

Uomo 1: Sì, è vero, niente a che vedere con loro. Voi avete di meglio... Che cosa può esserci di migliore del tuo territorio, in cui mi concedevi con grazia di entrare, affrnché potessi, io pure, raccogliermi... "La vita è là, semplice e tranquilla... ". E' là che ti metti, al riparo dai nostri contatti un po' sporchi... sotto la protezione del più grande... Verlaine...

Uomo 2: Ti ripeto che non ho mai pensato a Verlaine.

 

Uomo 1: Bene. Ammettiamolo, posso essere d'accordo. Tu non ci hai pensato, ma riconoscerai che con il muretto, il tetto, il cielo sopra al tetto... c'eravamo in pieno. ..

Uomo 2: Ma dove insomma?

Uomo 1: Ma diamine, nella "poetica", nella "poesia".

Uomo 2: Mio Dio! Come d'improvviso tutto ritorna.. proprio così, con quelle virgolette...

Uomo 1: Quali virgolette?

Uomo 2: Quelle che metti sempre attorno a queste parole, quando le pronunci davanti a me "Poesia." "Poetica." Una distanza, un'ironia... un disprezzo...

Uomo 1: Io? Forse che io prendo in giro la poesia? Parlo con disprezzo dei poeti?

Uomo 2: Non dei "veri" poeti, certamente. Non di quelli che ammirate nei giorni festiv piedistalli, nelle loro nicchie... Le virgolette non sono per loro, mai...

Uomo 1: Ma allora per chi sono?

Uomo 2: Sono per. ...sono per...

Uomo 1: Dillo, dunque...

Uomo 2: No, non voglio. Ci porterebbe troppo lontano.

Uomo 1: Va bene, lo dirò io. E' con te che metto le virgolette, quelle parole... sì con te... momento in cui sento questo in te, è impossibile trattenermi. Mio malgrado, le virgolette arrivano.

Uomo 2: Ecco. Credo che ci siamo. L 'hai detto. Ecco il punto. Questa è l'origine. Le virgolette, sono per me. Se guardo dalla finestra, se mi permetto di dire "la vita è là", eccomi subito racchiuso nella sezione dei "poeti"... di quelli che vengono messi tra virgolette... che vengono imprigionati...

Uomo 1: Sì, stavolta non so se ci siamo, ma sento che ci avviciniamo...Pensa, io pure, visto che siamo arrivati al dunque... ci sono delle situazioni di cui mi ricordo.. forse te ne sei dimenticato... nel periodo in cui facevamo alpinismo...nel Delfinato...avevamo scalato la Barre des Ecrins. .. te lo ricordi?

Uomo 2: Sì, certamente.

Uomo 1: Eravamo in cinque: noi due, altri due amici e una guida. Stavamo per iniziare la discesa... E improvvisamente ti sei fermato. Hai fermato tutta la cordata e hai detto, con un tono...: "Se ci si fermasse un istante per guardare? Ne varrebbe comunque la pena..."

Uomo 2: Ho detto questo? Ho osato?

Uomo 1: Si. E tutti sono stati costretti a fermarsi... Stavamo là, ad aspettare...Battendo i piedi, scalpitando... mentre tu "contemplavi"...

Uomo 2: Davanti a voi? Dovevo aver perso la testa.

Uomo 1: Ma no. Ci costringevi a sostare davanti allo spettacolo... dietro di te, lo volessimo o no. Allora non ho resistito più e ho detto. "Insomma, spicciamoci, non abbiamo tempo da perdere. Potrai trovare giù in basso, in cartoleria, delle bellissime cartoline illustrate.. ."

Uomo 2: Ah sÌ. Me ne ricordo Ho avuto voglia di uccideni.

Uomo1: Io pure. E tutti gli altri, se avessero potuto parlare, avrebbero confessato la voglia di

spingerti m un crepaccio...

Uomo 2: E io... si... nient'altro che a causa di ciò, di queste cartoline illustrate... come ho potuto rivedere te...

Uomo 1: Oh ci deve essere stato, dopo, un momento in cui hai ripreso speranza.

Uomo 2: Speranza? Dopo questo?

Uomo 1: Sì, non la perdi mai. Hai dovuto avere la folle speranza, come adesso, davanti alla frnestra... quando mi hai toccato la spalla... "Ah bene, questo..."

Uomo 2: Ah bene, questo?

Uomo 1: Ma si, anche tu lo sai dn-e... in ogni caso insinuarlo... Ah beeene...questo Ecco un bravo ragazzino che conosce il valore dì queste cose... non lo si ìmmaginerebbe, ma sapete, per quanto sìa scemo, ne è proprio capace...

Uomo 2: Mio Dio! E io che avevo creduto nella magia di quel momento... come ho fatto a dimenticare? Ma no, non me ne ero scordato... lo sapevo...l'ho sempre saputo...

Uomo 1: Saputo che? Saputo che? Dillo.

Uomo 2: Saputo che fra noi non c'è conciliazione possibile. Implacabilmente... E' una lotta senza quartiere. Una lotta a morte. Sì, per la sopravvivenza. Non c'è scelta. O tu o io:

Uomo 1: Stai andando un po' forte..

Uomo 2: Ma no, niente affatto forte. Dobbiamo ben vedere quale è la realtà: siamo in due campi avversi. Due soldati in due schieramenti nemici che si affrontano.

Uomo 1: Quali schieramenti? Hanno un nome.

Uomo 2: Ah, i nomi, questo riguarda te. Sei tu, siete voi che mettete un nome a tutto.Voi che collocate fra virgolette... Io non ne so niente. 

Uomo 1: Ebbene, io so. Tutti lo sanno. Da una parte il campo in cui mi trovo, quello in cui gli uomini lottano, in cui impegnano tutte le loro forze... creano la vita attorno a loro. .. non quella che tu contempli dalla finestra, ma quella "vera", quella che tutti vivono. E dall'altra parte... eh bene...

Uomo 2: Eh bene?

Uomo l: Eh bene...

Uomo 2: Eh bene?

Uomo1: No...

Uomo 2: Sì. Lo dirò io per te... Eh bene, dall'altra parte ci sono i "falliti".

Uomo 1: Non ho detto questo. E poi tu lavori. ..

Uomo 2: Sì, giusto per permettermi di vivacchiare. Non vi consacro tutte le mie forze?

Uomo 1: Ah! Le risparmi?

Uomo 2: Ti vedo arrivare ...No, no, non le risparmio...

Uomo 1: E invece si, le risparmi. E le risparmi a quale scopo?

Uomo 2: A che cosa può servirti saperlo? Perché devi sempre ispezionarmi, perquisirmi? Si direbbe che hai paura. . .

Uomo 1: Paura? Paura!

Uomo 2: Sì, paura. Questo ti fa paura: qualche cosa di ignoto, forse di minaccioso, che si trova là, in qualche luogo, al riparo, nel buio... una talpa che scava sotto i prati ben pettinati sui quali vi trastullate... Bisogna assolutamente farla uscire, ed ecco lo strumento infallibile: "E' un fallito." "Un fallito." E immediatamente, vedete? Ecco la talpa che esce fuori, tutta agitata. "Un fallito? lo? Che sento? Che dite? Ma no, non lo sono, non crediate questo... ecco chi sono io, ecco che cosa sarò... andate a guardare, vi fornirò le prove...". No, non contarci. Perfmo questo, perfmo "Un fallito", per efficace che possa essere, non mi farà lasciare il mio buco, ci sto troppo bene.

Uomo 1: Davvero? Ci stai davvero così bene?

Uomo 2: Meglio che da te, in ogni caso, sui tuoi prati ben pettinati... Là deperisco... ho voglia di fuggire... La vita non vale più...

Uomo 1: La vita non vale più la pena di essere vissuta - così è. E' esattamente questo che sento quando provo a mettenni nei tuoi panni.

Uomo 2: Chi ti obbliga a farlo?

Uomo1: Non lo so...voglio sempre capire...

Uomo 2: E' quello che ti dicevo: tu dubiti sempre, e temi che non ci sia laggiù, in una piccola capanna della foresta. . .

Uomo l: No, non voglio sapere da dove ti venga questo distacco. Soprannaturale. E mi fa tornare a dire: bisogna che tu ti senta sostenuto...

Uomo 2: Ah di nuovo Verlaine, eh? I poeti... Ebbene no, non lo sono... e se vuoi saper lo non lo sarò mai. Mai. Non avrai questa fortuna.

Uomo1: Io? Questa fortuna? Penso che se tirivelassi come un vero poeta... mi sembra che la fortuna sarebbe tua.

Uomo 2: Andiamo, che cosa racconti? Non ci credi proprio... Avete addirittura una parola già bella e pronta per tutto questo: ricuperato. Reintegrato. Collocato presso di voi, laggiù. Niente più virgolette, certamente, ma al giusto posto e sempre sotto sorveglianza. "Ah bene... questo". Sarà ancora più bello se verrò tutto ansimante a presentarvi [le mie poesie]... aspettare... spiare "Ah si? Trovate? Si? Va bene?.. Evidentemente non posso pretendere... avendo dietro di me, presso di me, tutti questi grandi...". Mi darete una pacca sulle spalle... non è commovente? Sorriderete... "Ah ma chi sa? Eh? Chi può far previsioni? ... Ci sono stati dei caso..." No. Non contarci. Puoi guardare da per tutto. Apri i cassetti, ispeziona gli armadi, non troverai un foglietto... uno schizzo... il più leggero tentativo. .. Niente da mettere sotto i denti.

Uomo 1: Peccato. Avrebbe potuto essere oro puro. Diamante.

Uomo 2: O magari piombo, no? Purché si veda bene che cos'è, purché lo si possa classificare, quotare... Bisogna assolutamente sapere come regolarsi. In tal modo si è tranquilli. Non c'è più niente da temere.

Uomo 1:Da temere? Ritorni sempre a questo. Da temere... Sì. forse... Forse hai ragione, in fin dei è vero che con te provo talvolta una specie di apprensione...

Uomo2: Ah, ecco.

Uomo 1: Sì... mi sembra che là dove sei tutto sia... non so come dire... inconsistente, fluttuante... sabbie mobili in cui si affonda... sento che perdo l'equilibrio... tutto intorno a me si mette a traballare, tutto sta per disfarsi... bisogna che esca di à al più presto... che mi ritrovi a casa mia dove tutto è stabile. Solido.

Uomo 2: Lo vedi bene... E io... ebbene, dato che ci siamo... e io, vedi, quando sono a casa tua, è come una claustrofobia... sono in un edificio chiuso da tutti i lati... da per tutto scompartimenti, tramezzi, piani.. ma anche quando ne sono uscito, quando tomo a casa mia, faccio fatica a... a...

Uomo 1: Fai fatica a far che?

Uomo 2: Fatico a riprendere a vivere... talvolta anche l'indomani mi sento come un po' inerte... e attorno a me anche... ci vuoI tempo perché questo ritorni, perché lo senta di nuovo, questa pulsazione, un polso che si rimette a battere... allora vedi...

Uomo l: Sì, vedo. (Un silenzio) A quale scopo accanirsi?

Uomo 2. Sarebbe tanto piùsano..

Uomo1: Per ognuno di noi... più salutare.

Uomo 2: La migliore soluzione...

Uomo 1: Ma sai bene come siamo fatti. Anche tu, non hai osato deciderlo.

Uomo 2. No. Ho bisogno di una autorizzazione.

Uomo 1: E io dunque, mi conosci... (Un silenzio.) Cosa credi? Se presentassimo una istanza. noi due... questa volta... potremmo spiegarci meglio... avremmo forse maggiori possibilità...

Uomo 2: No... a quale scopo? Posso dirti tutto già da prima... Vedo i loro atteggiamenti... "Ebbene, di che si tratta ancora? Di che? Che cosa ci vengono a raccontare? Quali talpe? Quali prati ben pettinati? Quali sabbie mobili? Quali schieramenti nemici? Esaminiamo un po' la documentazione... Niente... Per quanto ci si metta a cercare... a esaminare i punti di solito più delicati... nient'altro che i sintomi di un'amicizia perfetta. .."

Uomo 1: E' vero.

Uomo 2: "E chiedono di rompere. Non vogliono più rivedersi per tutta la vita... che vergogna..."

Uomo l: Sì, non ci sono dubbi possibili, senza esitazioni: istanza respinta per tutti e due.

Uomo 2: "E anzi, che stiano in guardia... che facciano grande attenzione. E' noto in quali pene possono incorrere coloro che hanno la tracotanza di permettersi così, senza ragione... saranno segnalati. .. in futuro verranno avvicinati con prudenza, con la più estrema diffidenza... Ognuno saprà di che sono capaci, di che cosa possono rendersi colpevoli: possono rompere per un sì o per un no":

Uomo 1: Per unsi... o perun no?

                                                            (Un silenzio).

Uomo 2: Sì o no?

Uomo 1: Non è proprio la stessa cosa

Uomo 2: In effetti: sì o no?

Uomo 1: Sì.

Uomo ": No!

( Sipario )