PIOVE SULLA LIBERTA’
Commedia in un atto unico
di ROBERTO MAZZUCCO
PERSONAGGI
PASSANTE
AMICO
GIORNALAIA
SECONDO PASSANTE
RAGAZZI
Commedia formattata da
« " Piove sulla Libertà " offre un dibattito di sentenze pungenti che a volte sorprende e a volte diverte, tra la cui rete si delinea la fisionomia del povero diavolo odierno, dell'uomo della strada preso tra le tenaglie di alternative meschine e angosciose. La forma e il dialogo sono di natura fantasiosa e chiaramente significante, non senza le opportune audacie satiriche. Mazzucco ha incisività scenica e originalità di visione ». (Vito Pandolfi, «Il Punto», 18 febbraio 1961).
(Un viale di città. Scheletri di alberi. In terra, radici secche, sterpi. Nel mezzo, arretrata, un'edicola stracarica di giornali, con un'insegna enorme: GIORNALI. Aria autunnale ma non scura. Anzi, luce gialla e violenta. Gli uomini vestono in modo identico: cappello nero calato sugli occhi [il ragazzo un berretto], impermeabile abbottonatissimo, bavero rialzato, pantaloni che giungono alle caviglie, lasciando scoperti i piedi che sono nudi e scalzi. Seminascosto il viso, la voce differenzia i personaggi. La ragazza veste con colori accesi, scollata. Il Passante e l'Amico entrano, con perfetta sincronia, da opposte direzioni, marciando con la medesima cadenza, e s'incontrano a metà palcoscenico, davanti all'edicola. La scena, le azioni, la mimica, devono dare l'impressione di una desolata, stereotipata assenza di individualità).
Il Passante - Salve, amico.
L’Amico - Ciao.
Il Passante - Dove vai?
L’Amico - Dal dentista.
Il Passante - Lo conosci?
L’Amico - No.
Il Passante - Allora perché ci vai?
L’Amico - Perché mi fa male un dente.
Il Passante - E t'azzardi così, senza una lettera di presentazione?
L’Amico - M'arrangerò, gli darò una mancia.
Il Passante - Sta' in guardia: te lo caverà. Sono tutti criminali.
L’Amico - Non gli conviene: io pago.
Il Passante - Nessuno lavora gratis.
L’Amico - E' assurdo, come se un boia chiedesse l'onorario a un condannato.
Il Passante - Lavoro e soldi sono la stessa cosa.
L’Amico - Sì, ma inversamente proporzionali.
Il Passante - Chi lavora, paga e chi paga la cauzione, lavora.
L’Amico - Crepa tranquillamente, che le pompe funebri s'interessano a te, senza bisogno di raccomandazioni.
Il Passante - L'unico che ti giudica per quello che vali è il becchino. Sei morto? Vali un morto.
L’Amico - A proposito di morti: è un pezzo che non ci vediamo.
Il Passante - Da ieri a quest'ora in questo punto.
L’Amico - T'avevo quasi dimenticato. Come te la passi?
Il Passante - Non vedi? M'hanno ridotto scalzo.
L’Amico - Ci hanno fatto le scarpe.
Il Passante - Siamo tutti nelle stesse condizioni.
L’Amico - Uguali solo al momento del voto. Passata la giornata elettorale, ognuno ritorna alle proprie disuguaglianze.
Il Passante - A che serve la libertà?
L’Amico - Ad essere liberi.
Il Passante - Non sono cattivi, sono maleducati.
L’Amico - C'è chi lotta per star bene e chi per star meglio.
Il Passante - E' colpa nostra. Ma finché c'è vita, c'è vendetta.
L’Amico - Se non esistessero gli uomini coraggiosi, anche i giudici sarebbero disoccupati.
Il Passante - Tu e il tuo coraggio! Saresti capace di prendere a servizio una cameriera gobba?
L’Amico - Sono coraggioso, non eroico.
Il Passante - Pensa all'eroe che osò mangiare per primo un uovo di gallina.
L’Amico - Il coraggio è la paura degli orgogliosi.
Il Passante - Un orgoglioso che aveva fame.
L’Amico - Come l'orgoglio è il coraggio dei vili.
Il Passante - Va' dal tuo dentista. Sarà meglio non dare nell'occhio.
L’Amico - Per una volta che ci siamo incontrati! Hai paura?
Il Passante - Troppe spie in giro.
L’Amico - Ci si spassano. E' lo sport nazionale.
Il Passante - Il pettegolezzo inteso come attività politica.
L’Amico - E tu che fai adesso?
Il Passante - M'annoio.
L’Amico - Una malattia diplomatica.
Il Passante - Una malattia cronica, peggiore dell'ottimismo.
L’Amico - Conosco il sistema per guarire.
Il Passante - Insegnamelo.
L’Amico - Annoiarsi d'avere noia.
Il Passante - M'annoio a star solo.
L’Amico - Va' a fare il soldato.
Il Passante - Ghibellino!
L’Amico - Disertore!
Il Passante - Non attacca. Per il momento, leggerò. Ho l'edicola qui. Ciao, amico.
L’Amico - Buona fortuna.
(L'Amico esce dalla parte donde è venuto il Passante, mentre nell'edicola compare la Giornalaia).
Il Passante - Signorina, ha qualcosa da farmi leggere?
La Giornalaia - Quello che vuole, ho l'edicola intonsa. Legga questo. C'è il processo alla signora che uccise l'amante quando l'amico scoprì che la moglie tradiva il marito.
Il Passante - Che pasticcio. Troppa gente.
La Giornalaia - I soliti tre : li conti bene.
Il Passante - Non mi piacciono queste storie. Mi dia il « Corriere del Mato Grosso».
La Giornalaia - Non è ancora arrivato.
Il Passante - Il solito disservizio particolare.
La Giornalaia - Si stampa così lontano. Oggi poi, c'è stata tempesta.
Il Passante - Per favore, si sbrighi. Ricomincia a piovere.
La Giornalaia - Vuole il « Monitore degli Spazzacamini »?
Il Passante - Troppo lungo, non riuscirei a finirlo,
La Giornalaia - Quello è il titolo. Il giornale è più corto.
Il Passante - Niente spazzacamini.
La Giornalaia - Prenda questo. Ci sono le foto di tutte le aspiranti all'ultimo concorso di bellezza,
Il Passante - Vediamo. Sono proprio nude o vedo bene?
La Giornalaia - Guardi meglio. Tra la nuca e 1a fronte sono vestite.
Il Passante - Lo so, i capelli.
La Giornalaia - La calotta è coperta, non c'è che dire.
Il Passante - Ogni epoca ha la foglia di fico che si merita.
La Giornalaia - Beate loro: sono così belle.
Il Passante - Per ora. Poi arrivano i produttori...
La Giornalaia - ...i figli che nascono dopo sei mesi di gravidanza...
Il Passante - ...la cocaina...
La Giornalaia - ... la vecchiaia.
Il Passante - Suprema giustizia umana. Non è la legge uguale per tutti, ma la vecchiaia.
La Giornalaia - Quand'una è stata molto bella, qualcosa rimane.
Il Passante - Sì, le fotografie. Tenete il vostro fascicolo, non m'interessa.
La Giornalaia - Siamo passati al voi.
Il Passante - Era tempo: sto qui da cinque minuti.
La Giornalaia - Via il fascicolo. Neanche le misure vanno bene.
Il Passante - Per me la donna è più bella vestita che nuda.
La Giornalaia - Qual è la donna veramente bella?
Il Passante - Quella che è bella per vent'anni di seguito. Io preferisco guardar voi: siete carina.
La Giornalaia - Grazie. Voi: gentile.
Il Passante - Siate gentile voi. Piove: fatemi entrare.
La Giornalaia - E' un'edicola così piccola. Ci sto appena io.
Il Passante - Fatemi entrare, vi prego. Su questo viale non ci sono altri ripari. Né altre ragazze.
La Giornalaia - Sarete buono?
Il Passante - Buono ma anche stretto.
La Giornalaia - Avanti.
(Il Passante entra nell'edicola e appare al fianco della ragazza).
Il Passante - Mi presento.
La Giornalaia - Anch'io.
Il Passante e La Giornalaia (insieme) - Gioma-varianninna.
Il Passante - Adesso che ci siamo presentati, dobbiamo dirci i nostri nomi.
La Giornalaia - Io, Marianna.
Il Passante - Io, Giovanni.
La Giornalaia - Piacete.
Il Passante - Piacete voi.
Giornalaia - Non stringetevi troppo.
Il Passante - Che importanza può avere mezzo metro più in qua o più in là?
La Giornalaia - Domandatelo a quel finlandese che abita sul confine.
Il Passante - Voglio rovinarmi. Passo il confine.
La Giornalaia - Perché avete cambiato espressione, entrando qui dentro?
Il Passante - Siete libera questa sera?
La Giornalaia - Ho il tassametro guasto.
Il Passante - Andiamo a teatro.
La Giornalaia - Preferisco il cinema.
Il Passante - Troppo neorealismo.
La Giornalaia - Andiamo alla rivista.
Il Passante - Troppo naturalismo.
La Giornalaia - Non apprezzate i bikini.
Il Passante - Da quando li hanno atomizzati. Alla larga.
La Giornalaia - E' inutile. Non si può sfuggire alla polvere radioattiva.
Il Passante - E' piccolo il mondo. Ci sgozzeranno uno a uno.
La Giornalaia - Abbiamo una serata libera: non lamentiamoci.
Il Passante - Però non volete venire a teatro.
La Giornalaia - Non ci va nessuno. Chi guarderemo?
Il Passante - Gli attori.
La Giornalaia - E chi ascolteremo?
Il Passante - Gli spettatori.
La Giornalaia - Finiremo subito; sono tanto pochi.
Il Passante - Siete illibata?
La Giornalaia - Adesso che hanno chiuso i postriboli, lo chiedono tutti.
Il Passante - Il secolo diciannovesimo è finito anche da noi.
La Giornalaia - L'amore è un'altra cosa.
Il Passante - .E' un diritto: ogni uomo, una pulzella.
La Giornalaia - Ci sono due donne per ogni uomo, al mondo.
Il Passante - La ricchezza è male distribuita : io devo mantenere una sorella deficiente e una zia psicopatica.
La Giornalaia - Comunque, siete in perfetta media.
Il Passante - L'ideale sarebbe una fanciulla e una donna pubblica per ciascuno.
La Giornalaia - Ha da venire il matriarcato.
Il Passante - Tutto da rifare. Bisogna rovesciare i tempi dell'azione. Prima il corpo, poi l'anima. Prima l'amore, poi il matrimonio. Conoscere per amare. L'esperienza prematrimoniale è per la ragazza ciò che il servizio militare; è per i giovani: matura il soggetto.
La Giornalaia - Io, il mio servizio di leva l'ho compiuto.
Il Passante - Del resto, il matriarcato è prossimo. Il quaranta per cento dei giovani è riformato.
La Giornalaia - E il sessanta per cento delle ragazze si fa pre-matrimoniale.
Il Passante - D'una morte si deve morire.
La Giornalaia - Uscite, vi prego.
Il Passante - Che vi prende?
La Giornalaia - Uscite! (Piange).
Il Passante - Una crisi. (Esce).
La Giornalaia - Non mi volete bene. Non avete nessuna intenzione di sposarmi.
Il Passante - Se mi scacciate, mi uccido. Muoia Giovanni con tutti i Filistei. Quanti. Dico, quanti giornali. Ne sono venduti molti?
La Giornalaia - Domandatelo al governo. (Esce anche lei dall'edicola).
Il Passante - Ho chiesto se la gente acquista molti giornali.
La Giornalaia - No, perché vorrebbe che non fossero venduti. Come siete demoralizzato. Vi ho deluso tanto?
Il Passante - Più che se fossi stato cieco, ma meno che se fossi stato pessimista.
La Giornalaia - Vi tenete discosto. Ho forse l'alito cattivo?
Il Passante - Meglio cattivo che niente. Considerate i morti.
La Giornalaia - In vita mia, ho visto soltanto un morto. Come era bello! Gli mancava solo la parola.
Il Passante - Morte vigliacca. Ci prende per la gola e tac! Terra e marmo sulla pancia d'averne a sufficienza finché campi.
La Giornalaia - Tutti i pretesti sono buoni per dimenticarvi di farmi la corte.
Il Passante - Passiamo al tu.
La Giornalaia - Vada per il tu ma voglio la corte.
Il Passante - Una corte per il mio regno?
La Giornalaia - Certi giorni mi contenterei d'un cavallo.
Il Passante - Non mi vengono i nitriti adatti.
La Giornalaia - Anche il parlare è un fenomeno nervoso.
Il Passante - Ora mi spiego l'isterismo delle donne.
La Giornalaia - Io sono diversa: crepo di salute.
Il Passante - Eccoci muti tutti e due.
La Giornalaia - Il silenzio è d'oro ma io non sono venale. Me ne bastano dieci grammi all'anulare sinistro.
Il Passante - Te lo meriti. Sei una graziosa sirena anche se la tua zona ittica non è all'altezza delle altre.
La Giornalaia - Che scoperta! L'ha stabilito l'anatomia molti secoli or sono.
Il Passante - Verifichiamo.
La Giornalaia - Non si vede con le mani!
Il Passante - Non siate pretenziosa se avete l'anulare sgombro. E' controproducente.
La Giornalaia - Non ammetto certe confidenze dagli sconosciuti.
Il Passante - Conoscimi.
La Giornalaia - Mostrati.
Il Passante - Sono brullo. (Si scopre: è calvo).
La Giornalaia - Mamma mia! La cotenna? Il Passante (ricoprendosi) Ci sono nato, non è contagioso.
La Giornalaia - E neanche affascinante.
Il Passante - Le donne dicono sempre la verità. Degli altri.
La Giornalaia - Sono stata sincera.
Il Passante - Abbiamo bruciato in pochi minuti tutta la nostra relazione.
La Giornalaia - Ricominciamo.
Il Passante - E' difficile. M'hai visto nudo.
La Giornalaia - Non sembri il tipo tutto testa.
Il Passante - Che altro ci rimane adesso?
La Giornalaia - Hai sfiduciato anche me. Continua tu la vendita. Io leggo per dimenticare.
Il Passante - E io bevo per imparare.
La Giornalaia - Finalmente diventi nervoso.
Il Passante - E' questione d'insistere. Ora mi sembri tutta bella.
La Giornalaia - Giovanni, ci ho ripensato anch'io.
Il Passante - E' pericoloso pensare, figurati ripensarci.
La Giornalaia - Va bene anche così.
Il Passante - Con il cranio al vento?
La Giornalaia - Verrai a letto con il cappello.
Il Passante - Non ti manca lo spirito d'adattamento.
La Giornalaia - Ricomincia, ti prego.
Il Passante - Giungo subito alla comica finale: mi vuoi sposare?
La Giornalaia - Ancora.
Il Passante - E' una libidine. Mi vuoi sposare?
La Giornalaia - Così, su due piedi?
Il Passante - Oh, anche distesi qualche volta, specie all'inizio. Ma dovrebbe cessare di piovere.
La Giornalaia - Una parola. E' novembre.
Il Passante - Solo trenta giorni ha novembre.
La Giornalaia - Siamo giovani, possiamo aspettare. Aspettiamo la primavera.
Il Passante - Faremo notte.
La Giornalaia - Quanto guadagni al mese?
Il Passante - Faccio l'impiccato.
La Giornalaia - E come vivi?
Il Passante - Con gli inchini.
La Giornalaia - Hai la pensione sicura?
Il Passante - Noi burocrati siamo la classe dell'avvenire. Aspettiamo solo il nostro Carlo Marx che c'illumini.
La Giornalaia - Quando avrai il prossimo aumento?
Il Passante - Noi siamo come i proletari di cinquant’anni fa. Siamo un numero sterminato, siamo sparsi in tutto il mondo, svolgiamo lo stesso lavoro, abbiamo gli stessi gusti e la stessa miseria. E' suonata la nostra ora.
La Giornalaia - Mi saprai comprendere?
Il Passante - Veramente, speravo d'essere io il compreso, anche per rispettare le leggi di natura.
La Giornalaia - Io sono il tipo di donna forte, volitiva, abituata a far da sé.
Il Passante - Allora me ne vado.
La Giornalaia - Perché non piove più. Mascalzoni! Tutti uguali.
Il Passante - Quando una donna ti dice mascalzone, significa che non ti ritiene più capace di esserlo.
La Giornalaia - Con i dongiovanni non ci casco più.
Il Passante - Fai bene a disprezzarli. Essi sono nel sesso maschile l'equivalente delle prostitute.
La Giornalaia - Qualcuna di quelle si sposa.
Il Passante - lo sono per un altro tipo di donna. Il tuo opposto. Dolce, remissivo, triste.
La Giornalaia - Anche triste.
Il Passante - La tristezza rende affettuosi e fedeli.
La Giornalaia - Dev'essere vero. I cani non ridono mai.
Il Passante - I cani abbondano nelle case degli stolti. Tutti quattrini buttati via.
La Giornalaia - La conclusione è che non ci sposeremo. Peccato.
Il Passante - Peccato. Una sirena così carne e così pesce.
La Giornalaia - Se mi continua così, resto zitella.
Il Passante - Bisogna sacrificarsi per il proprio ideale. Tu che sei disposta a fare, per sposarti?
La Giornalaia - A morire, no.
Il Passante - Che altro?
La Giornalaia - A vivere in miseria, nemmeno.
Il Passante - Hai già scartato due grosse possibilità.
La Giornalaia - Insomma, com'è diritto degli uomini pretendere l'illibatezza, è diritto delle donne aspirare a un marito ricco.
Il Passante - Non ti biasimo mica. Un marito povero è solo un marito, un marito ricco è la cameriera, più l'autista, più la sveglia a mezzogiorno.
La Giornalaia - Tu come sei?
Il Passante - Mattiniero.
La Giornalaia - Allora vattene.
Il Passante - Poveri impiegati.
La Giornalaia - Volevi andartene di tua iniziativa.
Il Passante - Da buoni amici?
La Giornalaia - Meglio: da leali combattenti.
Il Passante - Salutiamoci.
La Giornalaia - Arrivederci.
Il Passante - Con un bacio.
La Giornalaia - Sei sfrontato, oltreché mattiniero.
Il Passante - Un bacio innocente. Puerile.
La Giornalaia - Amichevole.
Il Passante - Fraterno: è più attuale. (Si baciano. Entra il secondo Passante e si avvicina alla edicola).
Il secondo Passante - Ehm. Ehm. Vorrei l'« Araldo dei Galoppini ».
Il Passante - Va' al diavolo!
Il secondo Passante - Disgraziati! Immorali!
Il Passante - Lettore di rotocalchi!
Il secondo Passante - Cafoni! Cambierò edicola.
La Giornalaia - Trattalo bene, è un cliente.
Il Passante - Scusi. Lei non ha il senso dell'opportunità. Ero sul bacio.
Il secondo Passante - Gli interessi della cultura dovrebbero essere preminenti. E' così che la patria va in rovina.
Il Passante - Prima l'amore, l'amore è la sorgente di tutto.
Il secondo Passante - Non condivido, la nostra crisi è essenzialmente morale.
Il Passante - Appunto! L'amore in piazza, l'emblema fallico sulle facciate dei palazzi! Proviamoci una volta! Diamo sfogo alla civiltà occulta. Oggi conta solo la civiltà vestita, quello che l'uomo compie quando è vestito. E quello che accade, fermenta, si prepara quando si è nudi?
Il secondo Passante - Lei trascura il valore dell'onanismo nell'educazione degli individui. Bisogna leggere di più e guardare di meno.
Il Passante - Tutto ciò che non è codificato, non m'interessa.
Il secondo Passante - Lei antepone i codici alle coscienze?
Il Passante - Sta di fatto che gli uomini sono più pronti a commettere atti disonesti che illeciti.
Il secondo Passante - Mi meraviglio che un tipo come lei non sia in galera.
La Giornalaia - Smettila, Giovanni, ti rovini. (Rientra nell'edicola).
Il Passante - Lo so, i moralisti arrivano sempre cinque minuti prima delle guardie.
Il secondo Passante - Io sono un teorico, con me si può discutere.
Il Passante - Discuto. La disonestà è più frequente dell'onestà perché per diventare disonesti è sufficiente la paura, mentre per rimanere onesti è necessario il coraggio.
Il secondo Passante - Non condivido. Lei confonde la repubblica con un ente di beneficenza.
Il Passante - Rispettate la legge! Il resto verrà da sé.
Il secondo Passante - Ci vorrebbero leggi apposite per far rispettare la legge.
Il Passante - E invece creano leggi per violare la legge.
Il secondo Passante - Oserebbe affermare qui, in luogo pubblico, dinanzi a questa innocente signorina, che la libertà non esiste?
Il Passante - La signorina non è innocente e la libertà non esiste.
Il secondo Passante - E la stampa, i partiti, le bestemmie?
Il Passante - La libertà è una sola: quella di sbattere la porta e cambiare mestiere se uno subisce una prepotenza. Ce l'ha lei questa libertà?
Il secondo Passante - A casa mia, le porte le sbatte mia suocera. A ciascuno il suo.
Il Passante - A ciascuno il tutto.
Il secondo Passante - Con certa gente, non si può discutere. Si raccomandi l'anima.
Il Passante - E lei si raccomandi ai galoppini se non vuole essere trombato.
La Giornalaia - Il giornale! Lo vuole più?
Il secondo Passante - Meglio evitare contatti con gli appestati. Non voglio compromettermi io! Tentatori! (Esce a passo di marcia).
Il Passante - Sarà meglio che scappi prima che arrivino le guardie.
La Giornalaia - Ha detto che era solo un teorico.
Il Passante - Appunto.
La Giornalaia - Meno male che te ne vai, altrimenti perderei tutti i clienti.
Il Passante - Preferisci i clienti agli innamorati.
La Giornalaia - Chi perde un cliente, perde un tesoro.
Il Passante - Spendaccioni. (Entra un Ragazzo in bicicletta).
Il Ragazzo - Il « Corriere del Mato Grosso » (Getta un pacco di giornali nell'edicola).
La Giornalaia - Quante copie sono?
Il Ragazzo - Tante quante.
La Giornalaia - Sono troppe.
Il Ragazzo - Butta via i titoli.
La Giornalaia - E che mi resta allora?
Il Ragazzo - Le bugie meno tre quarti. (Esce pedalando).
Il Passante - Be', giacché mi trovo, lo prendo. Quanto costa?
La Giornalaia - Per te, niente.
Il Passante - Grazie, è un buon prezzo.
La Giornalaia - T'ho fatto lo sconto.
Il Passante - Non te ne vorrò per questo.
La Giornalaia - Addio, buona fortuna. (Scompare dall'edicola mentre sta rientrando l'Amico).
L’Amico - Ciao.
Il Passante - Toh! L'amico di prima. Già stato dal dentista?
L’Amico - Cosa credi che ci voglia a cavare un dente?
Il Passante - Almeno una pinza.
L’Amico - E cinque minuti.
Il Passante - Perciò vanno dicendo che il tempo uccide.
L’Amico - Assassino!
Il Passante - Se cinque minuti ti cavano un dente, settant’anni uccidono. La legge delle proporzioni.
L’Amico - E' già in vigore?
Il Passante - Dopo la firma del Presidente.
L’Amico - Che non gli manchi mai l'inchiostro per il bene della nazione.
Il Passante - Ti vedo sollevato. Complimenti.
L’Amico - Ti pare? Sono rimasto con trentuno denti.
Il Passante - Mio caro amico, in questi cinque minuti ho corso anch'io un grosso pericolo.
L’Amico - Tutta la vita è un pericolo. Chi non vuol rischiare, stia seduto.
Il Passante - Meglio bocconi che seduto.
L’Amico - E' più comodo ma anche meno verticale. Che pericolo hai corso?
Il Passante - Ho litigato con un dottrinario.
L’Amico - E sei ancora vivo?
Il Passante - Perché avevo corso un pericolo ancora più grande.
L’Amico - Impossibile.
Il Passante - Se una graziosa giornalaia fosse stata più furba, a quest'ora sarei promesso sposo.
L’Amico - Se hai queste tendenze, non girare solo.
Il Passante - Era bella come una sirena.
L’Amico - Ricordo, per via della noia.
Il Passante - Quella storia lì, o per la pioggia, non so bene.
L’Amico - In fondo, le donne hanno sei bellissimi appigli.
Il Passante - Sei? E' appena la sufficienza.
L’Amico - I seni, le ruote. (Si tocca le natiche) E le cosce.
Il Passante - Sono soltanto tre.
L’Amico - Tre coppie.
Il Passante - Tre per due: sei.
L’Amico - Se sei cotto, quarantotto!
Il Passante - La donna ci completa, non si può negare.
L’Amico - Io sono più che completo, sono esaurito.
Il Passante - A volte sento la mancanza d'una moglie.
L’Amico - A me non è la moglie che manca, sono gli amici che mi fregano.
Il Passante - Ci rifletterò. Per oggi, ho il « Mato Grosso » da leggere.
L’Amico - Ci sono novità?
Il Passante - C'è un articolo sulla libertà, lo vuoi? Io l'ho avuto gratis.
L’Amico - A quanto lo rivendi?
Il Passante - Il doppio.
L’Amico - Costa troppo.
Il Passante - Rinunciatario!
L’Amico - Meno di te che lo dai via, avendolo in mano.
Il Passante - Io sulla libertà ci vomito.
L’Amico - T'hanno dato la libertà di farlo.
Il Passante - Non giudicarmi male, ho combattuto anch'io per la libertà, lo sai.
L’Amico - E allora perché vomiti?
Il Passante - Per la nausea. Hanno cambiato tutti la casa, la macchina, la gabbana.
L’Amico - Siamo rimasti in pochi fedeli alle idee di quindici anni fa.
Il Passante - Da noi, la persona onesta è un fesso.
L’Amico - Questo lo dicono i disonesti.
Il Passante - O i fessi.
L’Amico - Nella nostra società, la delusione comincia quando si fanno confronti.
Il Passante - Il male sta nel fare confronti senza che ci sia la società.
L’Amico - Società società. Una volta si diceva patria.
Il Passante - La patria è una società che ha preso marito.
L’Amico - A te piacciono le zitelle.
Il Passante - No: le donne libere. La colpa è delle idee, sono troppo sedentarie. Gli uomini si muovono, camminano, vanno avanti.
L’Amico - Non vanno avanti. Girano intorno e di quando in quando ripassano per le stesse strade.
Il Passante - Persino le montagne si spostano.
L’Amico - Non quanto i portalettere.
Il Passante - Tocca subire. Del resto non sopportiamo pazientemente che la terra giri? E le alluvioni? E le promesse del sindaco?
L’Amico - Non si subirà mai del tutto finché si crederà in qualche cosa.
Il Passante - La vita è come un'amministrazione che mette a concorso un posto solo. Uno riesce, per gli altri non c'è merito che tenga.
L’Amico - Prima o poi bisognerà trovare il coraggio di guardare in faccia la realtà.
Il Passante - Il sistema più sicuro per suicidarsi.
L’Amico - La realtà è questa. C'è gente che deve sempre avere un bersaglio davanti. Tempre di combattenti. Se non combattono stanno male.
Il Passante - La salute è un diritto.
L’Amico - C'è chi nasce combattente e chi imboscato.
Il Passante - Al cuore non si comanda.
L’Amico - Il paradiso è degli eroi. Lo diceva anche Maometto. Gli imboscati vanno all'inferno.
Il Passante - Se non si è eunuchi, c'è da spassarsela in quell'inferno.
L’Amico - Maledetti i vent'anni.
Il Passante - Tutti dimenticano la storia.
L’Amico - Mentre la storia non si dimentica di noi. Tra poco saremo colonizzati dagli abissini.
Il Passante - Non sempre vincere, significa conquistare.
L’Amico - E conquistare, vincere.
Il Passante - L'uomo è la somma dei suoi ricordi.
L’Amico - Sì, e la sottrazione delle sue speranze.
Il Passante - Così finisce che uno si butta in politica.
L’Amico - A infoltire i partiti dei punti esclamativi.
Il Passante - E cominciano gli schedari.
L’Amico - Si vendessero per molto, lo giustificherei, ma no! Per una pensione di fame.
Il Passante - Verrà anche il tempo dei rimorsi.
L’Amico - I nemici ti stanno sempre addosso. Gli altri non si vedono mai. Ti cercano solo in caso di bisogno.
Il Passante - La prova dell'amicizia è la visita oziosa.
L’Amico - Che fai? Getti via il giornale?
Il Passante - Non vedi? Torno dalla giornalaia, ricomincia a piovere.
L’Amico - E se vengono ad arrestarti?
Il Passante - Sceglierò il male minore.
L'Amico - Attento! Potrebbe piovere a lungo, fino a primavera. Quando le sirene diventano furbe.
Il Passante - Bella forza! Diventano furbe perché indossano i pullover.
L’Amico - O astuzia o pullover, in quella stagione sono micidiali. Dammi retta. Ci sono passato io.
Il Passante - E' andata. A primavera mi sposo.
L’Amico - Scagli la prima pietra colui che almeno una volta nella vita non è stato giudicato broccolo da una donna.
Il Passante - E' destino. A qualcosa si deve pur rinunciare.
L’Amico - Io ho rinunciato a un dente.
Il Passante - A te è costato poco. C'è chi paga di più. Addio. (Il Passante entra nell'edicola le cui luci si spengono).
L’Amico - Sempre così da che mondo è mondo. C'è chi paga molto e chi poco, chi capita tra le grinfie degli strozzini e chi ottiene sconti. Chi si cava un dente e chi non riesce a cavarsi la fame….Attenti! Ora piove davvero sulla libertà. (Raccatta da terra il giornale e resta pensoso).
FINE