Pipino il breve

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Pipino il Breve




di
Tony Cucchiara

PERSONAGGI


PIPINO IL BREVE, re di Francia

BERTA LA PIEDONA

BELISENDA, regina d'Ungheria, madre di Berta

RE FILIPPO, re d'Ungheria, padre di Berta

FALISTA, figlia di Belisario

BELISARIO, conte di Magonza, padre di Falista

MARANTE, scudiero di Falista

BERNARDO DI CHIARAMONTE, fido di Pipino

MORANDO DI RIBERA, fido di Pipino

AQUILONE, fido di Pipino

LAMBERTO

IL CANTASTORIE

CORTIGIANI, POPOLANI, MUSICI


PRIMO ATTO

La scena è l'esatta riproduzione del teatrino dell'opera dei pupi,  i personaggi parlano con il linguaggio che usano i pupari oggi.

A sipario chiuso il tema musicale di berta. flauto e chitarra. Nella prima scena il fondale riproduce la reggia di Pipino. Sul fondo il  trono. All'apertura del sipario i personaggi sono per terra come  marionette rotte. Pipino sul trono.

Terminato il tema musicale di Berta, da destra appare il cantastorie.

           

CANTASTORIE

           

            Signuri e signurini cuminciamu,

            e l'Opira de pupi prisintamu,

            rignanti palatini, picciotti e traditura,

            Pipinu il brevi, Berta e la loru abbintura.

CORO

            Di Berta e Pipinu cuntamu la storia pi vidiri comu successi, chi fu

            ca tra maganzisi e chiaramuntisi 'a paci un si potti manteniri

            cchiù.

CANTASTORIE

            Signuri e signurini abbicinati

            si chista storia nun la canusciti

            ci mettu la me vuci e tuttu lu me affannu

            pi dirivilla a vui comu m'ha cuntà me nannu.

CORO

            Di Berta e Pipinu cuntamu la storia

            pi vidiri comu successi, chi fu

            ca tra maganzisi e chiaramuntisi

            'a paci un si potti manteniri cchiù.

            Le "marionette" pian piano si sono animate, adesso il coro

            sostituisce il cantastorie.

 CORO

            'N Francia, rignanti Chilpericu terzu,

            Re vili, lagnusuni e fitusazzu,

            i grandi capi di la nazioni

            ci volleru cercari un successori.

            la la la la

            la la

            la la

            la la

            Lu papa Zaccaria ca stava a Roma

            interrogatu a daricci cunziglio

            disse: "Doveti dare la corona

            a colui il quale che nni fussi digno".

            la la la la

            la la

            la la

            la la

CANTASTORIE

            Settecentocinquantaquattresima narrazioni delle imprese di Re Artù.

            Capitolo nono, paracrifo centodieci.

            (con enfasi) Primavera:

            li boschi di la Britagna erano verdi

            e gli uccellini cinguettavino allegramente

            allorché tanto fulgori, col soli ca pinitrava tra li fraschi

odorosi,

            fu interrottu come da un lucubri lamentu di l'armali di la foresta.

            Quali notizia funesta di presagio?

            Il povero re Uter Pandragon si era spento

            lascianno li so sudditi boni e cattivi, devoti e indevoti

            nel dolore più doloroso possibile e immaginabile.

            Chi poteva prendere il suo trono?

            Il re non aveva figli e nessuno dei principi, baroni e titolati di

            casta

            era alcunché degno.

            Com'era d'uopo si fu chiesto al potente maco Merlino:

            "Potenti Maco,

            con questa disastrosa situazioni presenti, che fare si debba?"

            E Merlino ci arrisposi:

            "Succedi lo sdilluviu universali

            siddu un re mori senza lassari eredi rigali

            siddu si spezza la catina

            scappa lu lupu

            e fa carnificina!"

CANTASTORIE

            Maestà, Maestà!

            Pipino si sveglia di soprassalto.

            Succederà anche a noi se non vi decidete!

CORO

            Maestà, Maestà dovete dare un figlio,

            un figlio alla corona.

            Pausa.

TUTTI QUANTI

            Maestà!

BERNARDO DI CHIARAMONTE

            Sire, vi ripudiate in grado, anche se in età

            avanzata, di avere ancora possibilità di fecondazioni tali da

            assicurare, alla vostra disdetta da questo mondo terreno,

            un principino focoso e preponderante, che vi succedesse

            - il più tardi possibile, si capisce -

            alla sacra corona di Francia?

PIPINO (furente)

            Bernardo di Chiaramonte, con troppa licenza parlaste!!

            Che forse non vi furono note le mie gesta arroganti e spericolatorie

            dove nulla risparmiai alle mie qualsivoglia donzelle e nobili

            cortigiane

            - esclusa naturalmente la vostra nobile signora e le signore

            presenti

            - alla cui irruenza del sovrano qui presente urlarono ripetutamenti

            di naturali piaceri,

            tale che tutta la corte ne fu scossa come da tirrimoto? (risolini)

            O è forse il fatto che il vostro Pipino sia nomato il Breve, per via

            della statura, diciamo così, non propriamente considerevole,

            che vi ha preposto a pensare che il qui presente Re di Francia

            abbia breve il pipino?

            E inserragliatevi nelle cervella ca l'uomo si misura in tre maniere:

            bumma uno:

            per i cretini, i sarti e i becchini, dalla testa ai piedi;

            bumma due:

            per gli uomini di pensiero, gregio Chiaramonte, si misura dalla

            fronte;

bumma tre:

            dumannatici alle donne che ho amato, socco manno misurato!

            E ricordatevi che due sono beni o male li cosi che fanno l'omini

            tutti uguali, anchi si la natura ha avuto il torto di stamparini uno

            longo e uno corto:

            a cascia 'i mortu dove stai orizzontale e… il talamo nuziale.

            Circatemi dunque una donzella degna. Di nobile casata e fresca

            d'anni. Possibilmente con la coscia lunga, le minni a milanciana e

            il colo…

CORO

            Eh?

PIPINO

            'U culu a mandolino.

            Che sia di nostra lingua non importa! Tanto meno parla e più

            ascolta!

MORANDO DI RIBERA

            Maestà, un momento! Io sentivo parlari di una principessa bellissima

            degna di stare al vostro fianco.

            Nun c'è fimmina cchiù bedda in tutta l'Europa! Cchiù saggia!

            E' la figlia di Re Filippo e della Regina Belisenda d'Ungheria.

            Berta dal gran piè è nominata, cuarmenti unico difettu

            havi un piede cchiù granni dell'altro.

PIPINO

            Un piedi! Nient'altro?

MORANDO

            Il resto tutto naturali è!

PIPINO

            Bene!

            Per volontà di Dio, il vostro re ha deciso che Berta la piedona sarà

            la regina di Francia.

CORO

            Ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva!

PIPINO

            Chi parta subitaneamenti una comitiva di baroni riccamente bardati.

MORANDO

            Comu?

PIPINO

            Su cavalli bardati comu i baruna.

            E portate ricchi doni, tale che il padre di Berta ne sia lusingato e

            mi conceda senza batter ciglio la grande mano della sua figlia

Berta.

MORANDO

            Solo ad un piede la natura l'offese, Maestà.

PIPINO

            Morando di Ribera, voi troppo spesso mi contraddite e questo vizio

            ve lo dovete livari.

MORANDO

            Come dice vostra Maestà.

            Avete qualche ambasceria particolare per il sovrano d'Ungheria?

PIPINO

            Sì.

            Ditegli che se sua figlia ha il piede più grande d'Europa,

            in Francia abbiamo i più grandi cazzolari del mondo,

            ite!

           

CORO

            E vinni preparata la partenza,

            oro e brillanti supra trenta muli,

            pi fari a re Filippo compiacenza,

            supra cavalli bianchi li baruni.

            la la la la

            la la

            la la

            la la la la

            la la

            la la

            E nella chiesa di San Dionigi,

            fu data a tutti la benedizioni,

            "Andati col consenso della Chiesa,

            e riturnati con notizie boni".

            la la la la

            la la

            la la

            la la la la

            la la

            la la

            Pi monti e valli va l'ambasceria

            città e paisi, pi jorna e pi notti

            e finarmenti arriva in Ungheria

            ed introdotta veni prestu a corti.

            Cambia il fondale. Siamo al secondo quadro.

           

CORTE DI RE FILIPPO D'UNGHERIA.

(Il tema di Berta va anche sotto al parlato)

MORANDO DI RIBERA

            Nobili cirimonioso e autentico sovrano, baciamo le mani!

            La mia qui presenti dilicazioni, in nome di Dio e col consenso del

            Padre

            del Figliolo e dello Spirito Santo,

            lasciò la dorcissima e profumatissima terra di Francia per ridursi a

            te in qualità di richiesta amorosa.

            Dunque,

            essendo il nomi di Pipino molto imperfezionato ed esteso a perdita

            di vista,

            e como cuarmenti alla naturali morti del nostro focoso soprano

            la Francia avvertirebbi una spaccatura profonda ed indissolubili tra

            Chiaramontisi e Maganzisi,

            noi qui presenti consiglieri e fidi diretti di Pipino

            avvertimmo la situazioni di prendere mogli… al Re.

            E di salvaguardari un sulcessori - ca prima è nicu e poi crisci -

            alla popolazioni. La quali, in mancanza funesta di quest'ultimo,

            succederebbi una rivoluzioni veramenti generica.

            E' perciò per la quale ca vi addumannamu in sposa vostra figlia

            Berta,

            che il nostro soprano non si limitò affatto a considerare il suo

            piccolo difetto di piede.

            Servo vostro!

BERNARDO

            E' tuttavia nostro dovere farvi presenti, Maestà,

            che il nostro beneamato sovrano fisicamente non è diciamo

            all'altezza della situazioni

            Nel senso che…

FILIPPO (cantando)

            Ha quarchi cosa ca nun ci funziona?

BELISENDA

            Oppuru è ributtanti di pirsona? (preoccupati)

AQUILONE

            No, Sire,

            tutto perfettamenti apposto è!

FILIPPO (c. s.)

            Ha quarchi cosa ca nun ci funziona?

BELISENDA

            Oppuru è ributtanti di pirsona?

AQUILONE

            Tuttu è perfettamenti funzionanti

            e non a caso ha avuto cento amanti,

            solo ch'è anziano e leggermente basso

            visto assittato, non ci si fa caso.

FILIPPO e BELISENDA (c. s.)

            Ha quarchi cosa…

            AQUILONE (ha capito che deve cantare e canta)

            Sulu ch'è anziano e leggermente basso

            visto assittato, non ci si fa caso.

FILIPPO

            Sì, Re Pipino è brevi di statura

BELISENDA

            per uno scherzo di matri natura,

FILIPPO

            dirò a me figlia la vostra proposta

            lo sposerà soltanto s'è disposta!!

          

Musica. La Regina Belisenda e Re Filippo vanno verso la figlia.

FILIPPO

            Figlia

            chi decisioni granni

            lu tempu passa prestu

            su passati già vint'anni.

            Figlia crisciuta nni l'amuri

            pasciuta cu lu sciatu

            tra li pampini e li sciuri.

            Ora

            si nesci di sta casa

            ha nesciri cuntenta

            e sinnò rimani cca.

            Ora

            si compi lu distinu

            un Re putenti e granni

            voli a ttia na so città.

            Figlia

            crisciuta nni la paci

            pasciuta di signuri

            figlia bella figlia duci.

 CORO

            Berta

            chi decisioni granni

            lu tempu passa prestu

            su passati già vint'anni.

            Berta

            crisciuta nni l'amuri

            pasciuta cu lu sciatu

            tra li pampini e li sciuri.

            Ora

            si nesci di sta casa

            ha nesciri cuntenta

            e sinnò rimani cca.

            Ora

            si compi lu distinu

            un Re putenti e granni

            voli a tia nna so città.

FILIPPO

            Figlia

            crisciuta nni l'amuri

            pasciuta cu lu sciatu

            tra li pampini e li sciuri.

BERTA

            Di quantu tempu l'aspittava

            pariva un sonnu

            chistu mumentu chista nova

            stu bellu jornu

            ora ci semu, ma chi fà

            lu cori è chinu di timuri.

            Si partu pi la Francia siti

            tutti cuntenti

            rignanti vonnu mparintari

            atri rignanti

            chista è la liggi ed è accussì

            e nun si po canciari nenti.

CORO

            Chistu succedi da mill'anni

            battagli, guerri, patimenti nun ci nnè

            pi fari crisciri lu regnu

            pi fari granni la putenza di lu Re.

BERTA (tra sé)

            Lu sacciu qual'è u me duviri

            la me vintura

            un vali soccu c'avi mpettu

            'na criatura

            dicu ca sugnu pronta, u Re

            m'avi da vidiri cuntenta.

            Continua l'orchestra. Berta corre e si butta tra le braccia della  madre, quindi del padre, poi abbraccia tutti gli altri.

CORO

            Chistu succedi da mill'anni

            battagli, guerri, patimenti nun ci nnè

            pi fari crisciri lu regnu

            pi fari granni la putenza di lu Re.

FILIPPO

            Nobili dilicazioni di Re Pipino (inchino),

            sentito il risurtato di la vostra proposta direttamenti dalla

            vuccuzza 'nzuccherata di la me figlia Berta,

            quarmenti essa metesima non disdegna la vicinazioni o li comprimenti

            o puramenti la situazioni matrimoniali di stamparici fanciulli

            sani e vicorosi al fabbisogno del popolo di Francia,

            io, Re Filippo d'Ungheria,

            concedo in sposa la mia adorata figlia al vostro Re,

            co la spiranza ca 'nni faccia uso di bona crianza e filicità!!

            Viva gli sposi!

 TUTTI

            Ebbiva, ebbiva! Ebbiva, ebbiva, ebbiva!!!

FILIPPO

            Procetiamo ora con la lettura della "minuta",

            pi li boni orecchi di li ambasciatori prisenti

            e pi lu gudimentu di l'occhi del re di Francia!

            Un valletto porta al Re Filippo la minuta. Filippo legge cantando.

FILIPPO

            Milli bustini di tila di linu

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Milledducentu tuvagli di filu

            e re Pipinu cuntenti sarà.

FILIPPO E DONNE

            Milli suttani 'ntissuti d'argentu

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Milledducentu fadali di pannu

            e re Pipinu cuntenti sarà.

FILIPPO, DONNE E UOMINI

            Milli furchetti cucchiAra e cutedda

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Milledducentu pignati e podedda

            e re Pipinu cuntenti sarà.

TUTTI

            Centu cuperti cusuti cu l'oru

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Sei cuttunini p'u friddu 'i jnnaru

            e re Pipinu cuntenti sarà.

BELISENDA

            Centu para cosetti 'i cuttuni

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Centu scarpini di peddi 'i muntuni

            e re Pipinu cuntenti sarà.

FILIPPO E DONNE

            Milli linzola di matapolla

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Milli vistini pi pariri bella

            e re Pipinu cuntenti sarà.

FILIPPO, DONNE E META' UOMINI

            Milli e cchiù camicetti di sita

            chistu a so figlia so patri ci dà

            Milli mutanni ci duna a la zita

            e re Pipinu cuntenti sarà.

TUTTI

            Unnici scrigni chini 'i diamanti

            chistu a so figlia so patri ci dà

            centucinquanta tra aneddi e pinnenti

            e re Pipinu cuntenti sarà.

FILIPPO (POI GLI ALTRI)

            Sciatu di l'arma pezzi di cori

            chistu a so figlia so patri ci dà

            ca vali cchiù di ducentu tesori

            e re Pipinu cuntenti sarà.

CANTASTORIE

            Cumincia cca di Berta lu camminu

            sarà tragicu e duru u so' distinu

            pi causa di marbagi e di vili traditura

            povira figlia bedda

            patirà centu dulura.

CORO

            Signuri Signuri accumpagnala sempri

            picciotta cchiù bona di Berta 'un ci nn'è

            Signuri Signuri nun l'abbannunari

            proteggi la figlia di lu nostru Re.

CANTASTORIE

            Saluta tutti quanti la mischina

            pi mettisi 'ncaminu la matina

            vennu parati muli cu sacchi chini d'oru

            'un ci vastava o curtu

            sulamenti un tesoru.

CANTASTORIE E DIOSCURI

            Tri longhi jorna foru di viaggiu

            p'attravirsari tutta la Girmania

            e principi e baruna pi la via

            vulivanu ospitari a cumpagnia.

            Fu scertu lu castellu di Magonza

            del suo signori conte Belisario

            a Berta nun passava pi la testa

            c'accuminciava quivi il suo carvario.

TERZO QUADRO. CASTELLO DI BELISARIO DI MAGONZA.

BELISARIO

            Morando di Ribera, Saggio Aquilone, Bernardo di Chiaramonte,

            dolcissima

            e nobilissima Berta di Belisenda e Filippo figlia diletta,

            sono dichiarante di quanto vi sto per dire:

            Noi, compresi tutti, fummo felicissimi, onoratissimi e servilissimi

            di propugnare ospitalità a questo preziosissimo corteo che muove

            alla svorta del Re di Francia.

            La qui presenti damigella è la mia onorata figlia Falista,

            che si mise subito tosto a servile disposizioni della futura Regina

            di Francia e del suo sequito!

            (Berta e Falista si somigliano)

MORANDO DI RIBERA

            Conti Belisariu di Magonza, il vostro parlari ci riempì di gaudio

            e benemerenza, acciocché noi, con tutta la nostra delecazioni,

            non abbaimo veramenti ringraziare.

            La vostra domanda di rifocillazioni ci aggrada e distinque,

            che tanto viaggiammo e tanto provolazzo pinitrò nelle nostre

            cannarozza. Non tema ella che la nostra raccontazioni al re Pipino

            avrà da esso stesso lauta ricompensa e quarche titolo aggiunto di

            nobirtà per Voscenza.

            Servo vostro!

BERNARDO

            I maganzisi ed i chiaramuntisi con questo matrimonio artolocato

            vivranno 'mpaci, com'hanno disiato.

AQUILONE

            Saranno gli uni e gli altri tutti a corte promettennu a Pipino

            ch'è il più forte

            amuri, pi cent'anni e centu ancora

            finu a ca c'havi 'ntesta la corona!

BELISARIO

            Che sia fatta festa!

            Mangiati e viviti a profusioni,

            e se il cibo e le ospitazioni saranno di vostro gradimento

            tornati puri a trovarmi e mi farite contento!

            Musica!!

            Musica. Si fa festa. Si balla un misto di minuetto e tarantella

            siciliana. Finito il ballo

FALISTA (a Berta)

            Siti dorci e amabuli, principessa.

            La vostra spartenza mi darà certamenti dispiacimentu e dolori…

            Ti ni preco, se poi, portami co tia!

 BERTA

            E' una priposta che mi alletta assai: parlo co to patri.

            (a Belisario)

            Conti, volissi fari 'na proposta

            purtari 'nzemmula cu mmia Falista

            la vostra figlia tantu mi somiglia

            ca pari comu fussi di famiglia.

            Conti, nun mi faciti negativa

            sunn'era certa nenti vi diciva

            statu sicuru: la vostra diletta

            havi nu bello fatu ca l'aspetta.

CORO

            Falista na Francia sarà

            prima dama di corti

            un nobili sposu ci avrà

            sarà degna la so sorti.

BELISARIO (falso)

            E sia!

            Mi si arripudia il cori a privarimi di questo giglio odoroso.

            Ma pi la futura regina di Francia e pi la Francia tutta,

            anche se il cori d'un patri - e patri maganzisi - sanguina,

            ebberi, io mi nni fazzo privazioni.

            (Marante e Falista, isolati dalle luci, cantano un duetto d'amore).

BELISARIO (a Falista)

            Priparati a partire, Falista!

            Ti darò come tuo scudiero il qui presenti Marante,

            cavaliero della mia contea,

            nobili di cori e di spata,

            acciocché ti protegga mia diletta ed io sarò più tranquillo della

            tua disdetta!

CORO

            Morando, con Bernardo e con Falista

            Berta e Aquilone con Marante in testa

            si mettino 'n caminu e finarmenti

            arrivanu da presso a lu rignanti.

CANTASTORIE

            Prima di prisintarisi a Pipinu

            aspettanu ca veni lu matinu:

            si vonnu arripusari di la cursa

            pi fari tutti 'na bella cumparsa!

ALBERGO VICINO A PARIGI.

Si addormentano tutti ad eccezione di Falista, che si aggira nervosa per la scena.

            La musica e' di tipo ninna nanna siciliana.

           Falista dopo un po' tira fuori dal proprio bagaglio un cofano dove  e' disegnato un teschio e si prepara ad evocare il genio del male.

FALISTA (mentre intruglia in una pentola)

            U re Befè biscottu e Minè

            avia na figlia befiglia biscotta e miniglia

            c'avia n'aceddru befeddru biscottu e mineddru

            un jornu l'aceddru befeddru biscottu e mineddru

            d'a figlia befiglia biscotta e miniglia d'o re befè biscottu e minè,

            chi fa, chi fa, chi fa,

            piglia porta e ci vulà.

            (Da' fuoco all'intruglio. Si alza il fumo e dall'alto discende il genio dei maganzesi).

            Spiritu di li Maganzisi parla, ca c'haiu l'oricchi tisi.

            Iu sugnu la to casa, dimmi

            comu mortificari li francisi.

GENIO DEI MAGANZESI (Cantastorie)

            Innimina inniminanza

            Guarda

            talia la simiglianza?

            Se vuoi il regno conquistare

            poca cosa devi fare

            con la regina ti devi scangiari

            e a idda devi...

FALISTA

            a idda devi...?

GENIO (Cantastorie) (fa segno di tagliare la gola a Berta)

FALISTA

            Scannarozzari?

GENIO

            Ti saluto Riggina di Francia.

            Innimina inniminanza. (va via)

FALISTA (sveglia Marante)

            Marante, Marante, arrisbigliati!

            (Marante si sveglia)

            Fido Marante,

            mio patre ti misi al mio seguito perché tu mi rendessi di esaudire i

            miei desideri.

MARANTE

            Per protezione bella Falista.

            Quarmenti ci fussi quarchi male intenzionato perissi sotto la saetta

            della mia spata.

            Parlatemi e vi sarò utilizzato!

FALISTA

            Devi uccidere Berta!

MARANTE

            Cuntissa, voi canosciti lo me coraggio e il mio ardimento,

            chiddro ca in battaglia non ci ha paura di nenti e di nuddro.

            Ma una fimmina no!

            Mi si arrivorta il cori.

            Come poteria ammazzari a sango friddo?

FALISTA

            Fido Marante,

            m'apparsi in sonnu un ancilo pridicanno il seguenti mio distino:

            "Tu sarai Riggina ma solo se Berta sarà morta uccisa di mano del tuo

            scudiero, lo quali ti sarà sempri vicino in gloria e amori".

MARANTE

            Voi tu apriri la tua rosa e regalarci lu meli a un vecchiu cadenti e

            arripuddruto comu Pipino?

            Comu puoi tu pristari oricchio a una simili dicitura

            e sposariti con tanta bruttura?

FALISTA

            Fido Marante, Pipino è vecchiu e inaboli, havi sulu la corona,

            e questa ci darà.

            Iu l'amuri non lo canciu,

            tu Maranti, tu sarai lu sulu amanti

            e alla morti di Pipinu tu sarai puru lu Re!

            E ti vogliu dari prova ca si cchiù d'un amorosu

            e cu lu ritu maganzisi prontamenti ccà ti sposu!!

MARANTE

            Vita di la me vita, anima mia

            pi mmia nun stari in dubbiu né in suspettu

            amami e mi finisci a gilusia.

            Io non aviva milli cori 'n pettu

            Unu ca n'eppi, ti lu desi a tia

            Veni, sinni voi vidiri l'effettu

            'nveci di lu me cori, anima mia,

            trovi lu to ritrattu nta stu pettu.

            (Bernardo s'e' svegliato, assiste al matrimonio e si riaddormenta).

          

Musica. Si inginocchiano e si sposano con rito pagano.

            Alla fine del rito, entra un messaggero di Pipino, preceduto da profumi di arrosto.

MESSO (Cantastorie)

            Signori!

(Falista gli fa segno di parlare piano, Marante si acquatta)

            Il Re, saputo ca vi trovati nella periferia di Parigi ha mannato me,

            quali missaggero, pi dirivi ca egli e tutta la corti vi aspettano

            subitaneamenti, poiché grande festa priparò.

            Contrariamente egli sarebbe molto contrariato e nervoso, quarmenti

            la curiosità di canosceri la futura sposa è tarmenti granni ca nun

            susciterebbi a prenderi sonno.

            Fate quindi le belici, e certo è che alla sua età ogni minuto è

            perdutu, ratunati tutti e siquitemi alla svorta del palazzo riali,

            quarmenti animali

            di ogni grannizza foru scannati e si stannu arrustendo supra lu

focu,

            ca l'oduri arriva fino a lu sciumi,

            e si non faciti presto, s'abbrucianu tutti cosi!

            Vi aspetto nelle dabbasso. (va via)

FALISTA (sveglia Berta)

            Berta, vinni ora un messaggero e purtò un'ambasceria:

            il Re ci aspetta chista sira stissa cu pranzi e libagioni.

BERTA

            Io spirava fussi dumani

            pi putirimi prisintari co la pelli ripusata e cu l'occhi alluminati:

            io accussì paru malata.

FALISTA

            Io ci avissi 'na pinsata:

            data la similitudini di noi io pigliassi il tuo posto pi la festa,

            si lo vuoi. Dumani arripusata e splinnenti di tua beltà il fido

            Maranti ti codducirà

            a corti dove tu prenderai immantinenti il posto che ti aspetta

            dintra al letto regale.

BERTA

            Grazie Falista mia, la tua pinsata mi piace e mi conforta.

            Su, presto, scanciamuni li vesti.

            Berta e Falista escono di scena. Tutti si svegliano a malincuore.

            Bernardo si accorge dell'assenza di Falista e Berta.

BERNARDO

            E Falista?

MARANTE

            A Falista ci pigliò la nostalgia e vuole ritornare nella sua contea.

            Io accompagno la mia signora ma tornerò presto alla corte di Francia

            quali dono di nozzi a sua Maestà.

Tutti marciano con passo stanco, e cantano mentre la scena diventa il bosco della foresta magna.

CORO

            Si parti n'antra vota pi la reggia

            com'è luntana quannu si viaggia

            era cchiù megliu dumani matina

            ma u Re voli canusciri a Riggina.

            (con ritmo più veloce) Si parti n'antra vota pi la reggia

            com'è luntana quannu si viaggia

            era cchiù megliu dumani matina

            ma u Re voli canusciri a Riggina.

BOSCO DELLA FORESTA MAGNA.

Entrano Marante e Berta. Berta ha le mani legate.

MARANTE

            Un tristi compito mia Riggina: v'haiu ammazzari!

BERTA

            No… no… pietati… pietati!

MARANTE

            Anchi si lu me cori chianci,

            un crudeli distinu voli chistu.

            V'aiu ammazzari!

BERTA

            (si butta ai piedi di Marante e piange)

            Pietati…

            (canta, il cantastorie canta insieme a lei)

            Facitilu pi la matruzza mia

            pi li vintanni me, p'u patri miu

            sinza di mia murissiru di duluri

            e chistu nun lu voli lu Signuri.

MARANTE

            L'unica cosa ca vi pozzu offriri

è di scegliri comu vuliti muriri.

            Vuliti muriri di lacciu affucata?

            La morti arriva inaspittata e la peddri vi resta 'mmaculata.

Entra in scena la coscienza che in crescendo si mette a tormentare Marante.

BERTA

            Facitilu pi la matruzza mia

            pi li vintanni me, p'u patri miu

            sinza di mia murissiru di duluri

            e chistu nun lu voli lu Signuri.

MARANTE

            Voliti moriri di spata affilata?

            Ca si la mano è di campioni ed è abituata la morti arriva… a timbulata!

            (La coscienza che continua a tormentarlo)

            Ma chi sei tu ca osi 'nzurtarimi tinendo il braccio scavannumi lu

            pettu, rodendomi la panza?

LA COSCIENZA (Cantastorie)

            Scimunitu, la tua coscienza!

MARANTE

            O Diu nni scanza!

            Haiu combattuto turchi e mafiusa,

ma chista è cchiù assai periculusa

            picchì se vince tu hai pirduto

            ma se idda perde… tu sei ruvinato!

LA COSCIENZA

            Si po' arrubbari l'oru da corona d'Inghilterra

            e Dio po' perdonari a chi rubando sgarra

            picchì in fondo il Criatori si nni futti

dei tesori ca su fango di            

la terra.

            Ma la vita, quella no!

            Quella appartieni al Patreterno:

            si la rubbi vai all'inferno! (va via)

            Marante rimane immobile con la spada puntata verso Berta. La musica

MARANTE

            Io vi risparmio la vita.

            Ma voglio da voi una promissa: non uscite mai più da chistu vosco,

            ossia foresta,

            tutti vi devono cridiri defunta, morta e seppellita.

BERTA

            Grazii… Grazii…

            Vi lo prometto e vi bacio le mani.

            E stati tranquillo: non udirete mai più parlari di mia.

MARANTE

            Forsi firmavu la mia condanna a morti

            ma 'i sugnu cumbattenti e no assassinu.

            Li Maganzisi cancianu li carti

            ma nun si po' canciari lu distinu.

            Chist'angili chi spaccianu la menti

            su angili tinti, su diavuluna:

            mettinu focu dintra di la genti

            fannu marbaggi principi e baruna,

            ca vonnu sempri cchiù, cchiù tantu ancora

            pi fari granni e grossa la famiglia!

            Iu mi ribellu a chista cungittura

            e nun l'ammazzu, no, sta bedda figlia!!!

(va via)

CANTASTORIE

            E mmezzu a la sfurtuna sbinturata

            putemu diri ca fu furtunata

            comu a nu criaturi ca sta p'affucari

            e cci iettanu a corda unni si po' affirrari

            Signuri, Signuri accumpagnala sempri

            Picciotta cchiù bona di Berta un ci nnè.

            Signuri, Signuri Nun l'abbannunari

            Proteggi la figlia di lu nostru re!

            Musica. Berta e' legata a un albero e singhiozza.

            Berta canta

BERTA:

            Matruzza mia patruzzu miu

            chi mala nova chi sbintura

            Diu di l'amuri veni cca

            ancora nun m'abbannunari

            chista picciotta un voli no

            cu li vint'anni so

            muriri

CANTASTORIE:

            Figliuzza bedda figlia duci

            chistu mumentu avi a passari

            figliuzza bedda un ci pinsari

            c'è Diu.

BERTA:

            Matruzza mia patruzzu miu

            chi mala nova chi sbintura

            Diu di l'amuri veni cca

            ancora nun m'abbannunari

            chista picciotta un voli no

            cu li vint'anni so

            muriri

CANTASTORIE e CORO

            Figliuzza bedda figlia duci

            chistu mumentu avi a passari

            figliuzza bedda un ci pinsari

            c'è Diu.

Finita la canzone di Berta passa Lamberto. E' un cacciatore che vive sulle rive del Fiume Magno. Entra in scena saltellando e  fischiettando.

            E' molto miope, per cui si accorge di Berta dopo un bel po'.

LAMBERTO

            Sogno o sugno addummisciuto? (a Berta)

            Che fate in questo bosco damigella?

            Io non ci vio bonu, ma mi pariti bella!

            E què ca fu che così va legato

con questo pezzo di ferro filato?

BERTA

            Nobile cavaliere leva sti' 'mpidimenti e vi arricconto tutto

            senza satari nenti.

LAMBERTO (mentre la slega)

            Lo sapiti ca arrischiavavo di essiri sbranata dai leoni?!

BERTA

            Mi avete sarvato da sicura morte.

            Ve ne sarò ricanuscenti fino a chì campu.

            Ma voi chi sieti mio nobili sarbatori?

LAMBERTO

            Sugno Lamberto riali cacciatori.

            Un tempo, quando ero verdi con l'etati, cacciavo a destra e a manca

            serbaggiana prilibata, sopraffina:

            cerbi, fagiani, lepri…

            Ora ca sugno vecchio e la vista non tanto m'accumpagna, vado a

            caccia di animali più grandi:

            liofanti, ippopotami, rinoceronti…

            Sulu ca ccà c'è scarsizza!

            A proposito, com'è che vi sanno assentiri?

BERTA

            Falisetta è il mio nomi.

LAMBERTO

            Ma ora parlatimi di vui bella straniera,

            como fu ca vi arricoglistivo in 'sto loco?

BERTA

            Quattro lazzaruni, turchi,

            mi strapparono alla mia famiglia e mi portarono quane.

            Prontamenti mi attaccaroni a chist'arbolo mentri si sciarriavano,

            a chi per primo doveva usarmi abbuso.

            Allora io, approfittannu di la situazioni di tafferugliu, mi misi a

            gridari accussì forti il nomi di Diu, di la Madonna e puramenti di

            tutti li Santi fino a arrivari a lu papa Zaccaria,

            ca comu pi miraculu vinni fora un temporali cu lampi, trona, furmini

            e seatti accussì forti,

            ca li quattru delinquenti pigliarunu tali 'na fuitina ca ancora

            currinu!

LAMBERTO

            Ma quane have tre mesi ca non chiovi!?

BERTA

            Erano li Santi chi m'avivano ascortato

            e il temporali era viduto solo dai 'nteressati!

LAMBERTO

            Ah, si ci avissi stato io!!!

            Voi non sapiti ca fui al fianco di Pipino

            quando cento ribardi alla guerra di Girmania lo volevano

            arriduciri porpetta.

            Pipino cummattì da eroi e si nni fici fora la billizza di otto,

            quarmenti la spata ci fumava.

            Ma lo soprano era deboli, ca ci aveva avuto una sciorta terribboli

            e non mangiava da tre giorni, onde arrimettersi in sesto le visceri,

            e allora chiamò a me:

            "Lamberto", mi dissi,

            "continuati voi lu cimentamentu".

            E fu così che mi trovai dinnanzi novantadue gaglioffi co la spata

            sguainata e li denti di fora!

            Io ne pinitrai cinque d'un sol colpo,

            venti li mannai arrasso a cauci e pidatuna, trentacinqu li fici

            sicchi sdradicannu 'n'arbulu di vircoca e facenno "testi 'e testi"!

            E pi l'autri quaranta ca ristaru

            bastà di li me occhi a taliatura: pi la paura si miseru a tremari,

            si cacaru di 'ncoddru e via… a scappari!!

            Ah, si ci avissi stato io!

Lamberto fa' per prendere in braccio Berta ma non vi riesce. dopo qualche tentativo…

LAMBERTO

            Se mi concedete il braccio io mi ci appoggio:

            una vecchia storia di calli ca si v'aggrada e si non 'nni stancamo

            ve la ricconto mentri camminamo.

            Berta gli porge il braccio. Lamberto si appoggia e, mentre va su la musica, i due escono lentamente.

LA SCENA DIVENTA LA "CORTE DI PIPINO".

PIPINO

            E dire ca noi soprani semo 'nvidiati.

            E invece il re, con tutto il suo potere, 'nvidia un morto di fami,

            ca svolazza como a n'aceddo e si và corca dove vole iddo,

            si nni futti se fa un figlio o nun lo fa,

            basta ca futti ca futti ca futti ca Dio pirdona a tutti.

            E invece il re!

            E ci pensate, mondo cane, che mi arriva sto moloni

            cu la scorcia profumata, di diamanti timpistata.

            E poi dentro quattro mura di la camera sovrana

            il meluni?... E' una cocuzza!!!

            E non è cà 'o poi jittari: re cornuto, ti l'ha mangiari!

UN MESSO

            Sire, un'imbasciata:

            la futura è già arrivata!

PIPINO

            Servi, pomelieri, sgabellieri, sarti, conti, baroni, arricciabaffi,

            calzolai, presto venite tutti ccà.

CORO

            Le regali mutanni con gingilli,

            la reale tunica,

            il regale gilè con brillanti,

            la rigali camicia,

            il regale mantello,

            la rigali corona.

PIPINO

            Io una liggi debbo fari dopo tanti chi 'nn'ho fatto:

            tutti quanti i servi a corte, superati i tredici anni,

            si cumencianu ad allungari s'hannu subitu ammazzari.

Pipino sale sullo sgabello e indossa la tunica lunga fino a terra.

            Si ammira allo specchio.

PIPINO

            La prima impressioni è quella ca cunta.

A questo punto entrano in scena Berta-Falista, Morando, Bernardo, Aquilone e Marante.

MORANDO

            Maestà, semu ccà.

PIPINO

            E u papa a Roma.

            Miei brodi, voi che giungete dalla lontana Ungheria e che avete

            attraversato fiumi, montagne, laghi, vallate e tanti autri così

comu,

            chi sacciu: a Germania, a Polonia, l'Austria, a Norvegia…

I POPOLANI (fanno cenno di no con la testa)

PIPINO

            Un ci passastimu dalla Norvegia.

            E che strada avete fatto?

            Damigella, siete tutta immacolata?

BERTA-FALISTA

            Illibata, mio signori.

PIPINO

            Me ne date assicurazione?

BERTA-FALISTA

            Pura come una colomba.

PIPINO

            Che non fece ancora l'ovo?

BERTA-FALISTA

            Un piccioni mio signori!

PIPINO

            E la doti?

CORO

            Milli bustini di tila di linu

            milledducentu tuvaglie di filu

            milli suttani 'ntissuti d'argentu

            milliducentu fadali di pannu

            milli furchetti cucchiara e cutedda

            milleducentu pignati e padedda

            centu coperti cusuti cu l'oro

            sei cuttunini p'u friddu di jinnaru

            centu para cosetti 'i cuttuni

            centu scarpini di peddi 'i muntuni

            milli linzola di matapolla

            milli vistini pi pariri bella

            sei cannilera d'oro pisanti

            trenta collani di perli e brillanti

            unnici scrigni chini 'i diamanti

            centocinquanta tra anedda e pinnenti

            chisto a so figlia so patri ci dà

            re Pipino cuntenti sarà.

PIPINO

            E i fazzoletti li avete nominati?

            Aquilone, porta 'ccabbanna 'sta truscia.

            Aquilone esegue.

PIPINO (ad Aquilone)

            Ah! Maliditta vecchiaia: isamoli i piedi.

            A proposito di piedi,

            damigella mi facete vedere i pedi?

            Un pede. Brava.

            L'altro pede? Brava.

            L'altro pede.

CORISTA

            Ma Maistà?

PIPINO

            A giusto due pedi havi.

            Ma binidittu san Pasquali su uguali.

            Ma chi mi 'ncucchiastivu?

BERTA-FALISTA

            Sparsi la vuci mio patri re Filippo,

            quali prova d'amori acciocché mi prendesse chi veramente innamorato

            di mia fusse.

PIPINO

            Megliu accussì.

            Damigella, io voglio ludari li vostri billizzi…

            Matre pigliatemi, pigliatemi!

Pipino sta per cadere dallo sgabello e i cortigiani nel tentativo di prenderlo cadono tutti per terra.

CORO

            Maestà, Maestà!

PIPINO

            Susitivi, alzatevi,

            che brutta figura la corte di Francia tutta in terra,

            susitivi, alzatevi, disgraziati e tappinari.

            Damigella, iu pidda veru voglio lodare…

            Pipino cade per terra e perde la dentiera. La cerca e alla fine la ritrova.

PIPINO

            Non è successo niente. Non è successo niente.

            Falista e Marante tentano di alzarlo.

PIPINO

            Basta, basta che arrivai.

            Reazione di stupore di Falista e Marante.

PIPINO

            Eppoi si dici sposu sdirrupatu, sposu fortunatu.

            Damigella, io pi davveru vogliu lodari sti billizzi toi,

            l'occhi ci l'arrubbasti a qualchi voi e dù piricocca russi i

            masciddi,

            granni l'oricchi, u nasu a trumma e i denti?

            Mi, du zappi grussuliddi,

            brava ora po stari in mezzo delli toi

            comu la troia in mezzu a li purciddi.

CORO

            Ebbiva, ebbiva, ebbiva.

            Signuri bona nova pi la Francia

            supra u letto di Pipino

            tra brevi tempo la Regina Berta

            ci darà lu principino.

            Chistu succedi da mill'anni

            battagli, guerri, patimenti nun ci nnè

            pi fari crisciri lu regnu

            pi fari granni la putenza di lu Re.

            Viva, viva la regina e cu ni la portò.

            sollevamo tutti i calici a saluti so

            una fimmina sbrugliari po' tutti li guai

            viva Berta, viva Berta

            e li parenti so

            viva Re Pipinu,

            lu pipinu so.

            Viva u Re… viva u Re… viva u Re

            Ma chi bella festa

            megliu nun ci nnè. Eh!

            Ma la storia chista storia nun finisce ccà

            E per ora 'un vi dicemu comu finirà

            Odii amuri tradimenti ancora assai ci nnè

            Doppu ti lu cuntu

            da regina e u re,

            doppu ti lu cuntu

            quannu tornu arrè

            comu fu, comu fu, comu fu

            doppu ti lu cuntu:

            sciatu un 'nnaju cchiù! Eh!!!!

            Sipario.

            Musica.

FINE PRIMO ATTO.


SECONDO ATTO

           

CANTASTORIE

            Su passati la billizza di sette anni

            di quanno accuminciaru li malanni

            pi lu Re e la Regina d'Ungheria

            Pi Berta ca ristà mezzu a la via .

            E alla corte di Francia pi Falista

            foru sett'anni tutti a fari festa

            pi Re Pipino invece foru guerri

            per conquistari sempri novi terri.

CORO

            Guerra, guerra ai Longobardi e o so fetuso Re

            guerra santa e giusta comu chista nun ci nnè

            Eccu c'ora s'assuggettanu davanti a nui

            Scappanu luntanu,

            guarda dunni su

            Roma è liberata

            nun ci sunno cchiù

            Nun ci su, nun ci su, nun ci su

            Roma è liberata

            nun ci sunno cchiù, eh!

CANTASTORIE (BANDITORE)

            Comunicato della corte di Francia:

            "Berta la piedona, che poi sarebbe Falista di Magonza,

            dà alla luce il suo primogenito, principe Lanfroà.

            Esultate genti e portate ricche regalie".

CORO DONNE

            Ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva!

            Chiovi chioviddica a picciotta si pizziddica,

            lu vecchio si marita cu la coppula di sita

            e lu giaccu di vellutu

            nesci fora capu vecchiu cornutu!

CORO

            Guerra, guerra a i Bavaresi e o so fituso Re

            Guerra santa e giusta comu a chista nun ci nnè

            Eccu c'ora s'assuggettanu davanti a nui

            Scappanu luntanu, guarda dunni su

            Roma è liberata

            nun ci sunno cchiù. Eh!

CANTASTORIE (BANDITORE)

            Comunicato della corte di Francia:

            "Berta la piedona che poi sarebbe sempre Falista di Magonza

            dà alla luce il suo secondogenito il principe Olderigi!

            Esultate genti e portateci ricche regalie!

            A Re Pipino non ci basta di averci dato il principe ereditario,

            ora voli addimostrari che le sue facortà di fecondazioni sono

            arrivati

            a li stiddi e personalmente penso ca u vicchiareddu si voli puru

            addivertiri".

CORO DONNE

            Ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva, ebbiva!

            Chiovi chioviddica a picciotta si pizziddica,

            lu vecchio si marita cu la coppula di sita

            e lu giaccu di vellutu

            nesci fora capu vecchiu cornutu!

CORO

            Guerra, ai sassoni fitusi e o so fituso Re

            Guerra santa e giusta comu a chista nun ci nnè

            Eccu c'ora s'assuggettanu davanti a nui

            scappanu luntanu, guarda dunni su

            Nun ci su, nun ci su, nun ci su

            Roma è liberata nun ci sunno cchiù!!!

CANTASTORIE

            Pipino tutti i terri conquistati ci li duna o Papa tutti arrigalati,

            cumincia cu stu fattu tali e quali de papi lu putiri temporali.

            E l'eserciti ca seguino a Pipino

            su ditti tutti esercito divino.

            E alla populazioni? Chi ci toccò alla populazioni?

            Sempri u stissu: c'è cu aspetta sutta l'arbulu a ficu 'mmucca e c'è

            cu si sfascia la carina a raccogliri lu frumento.

LA SCENA E' LA CAMPAGNA VICINO PARIGI.

Canto di mietitura.

            CORO

            E laudamo

            e ringraziamo

            e lu santissimo e divinissimo sacramentu

            e lu sacramentu

            a tia beddu cavaddu arrisbigliati

            e vidi ca nun è ura i dormiri

            è ura i dari a lu marteddu, cavaddu

            e lu cavaddu!

            E batti batti

            cori cuntenti e cuntentu lu cori

            e cuntenti la menti

            e cuntenti la menti e cuntentu lu cori

            e cuntenti la menti

            lu cori

            la menti.

            Finito il canto di mietitura entrano in scena Belisenda, Re Filippo e lo Scudiero.

BELISENDA

            Bravi o onesti contadini di Francia,

            sapeti indicarci la giusta strata chi porta alla reggia di Pipino?

            Quarmenti vulissimo renniri omaggio a cotanto Re

            e farici devozioni di li nostri doni,

            ca lungo viaggio intrapresimo

            e sono sette anni ca un povero patri e una povera matri

            non vedono la sua propria figlia ca colà dimora di onorificenza

            'nsignita!

I° CONTADINO

            E cu è, a Reggina di Francia?

TUTTI (ridono)

            Lo Scudiero fa segno a Re Filippo e Belisenda di non rivelarsi.

I° CONTADINO

            U Re piglià a munnizza d'o vicinu e s'a misi dintra!

II° CONTADINO

            Si, ma dopu aviri girato mezzo mondo sposarisi una superba e

            baggiana come quella ca si arritrova nel suo letto è veramente da

            babbei!

SCUDIERO DI RE FILIPPO

            Avete arricato offesa alla sacra maestà del Re!

            Vi mereteressivo la morte!

I° CONTADINO

            Ma io parlavo del re di Spagna!

TUTTI (ridono)

III° CONTADINO

            Non cerchiamo di cambiari li carti in tavola.

            Lo sanno tutti ca il nostro Re ha avuto la critinaggini di maritarsi

            c'un cufinu chinu di difetti.

            E' curpa di l'età, è tuttu rimbambitu, meno mali ca è riuscito,

            chissà con quali sporzi, a stamparici dui pargoli!..

I° CONTADINO

            Dui pargoli?

            Du così laidi!!!

BELISENDA

            Basta! A palazzo! (via)

SCUDIERO

            A palazzo!!! (via)

CORO DONNE (Accompagnando i Sovrani)

            Chiovi chioviddica a picciotta si pizziddica,

            lu vecchio si marita cu la coppula di sita

            e lu giaccu di vellutu

            nesci fora capu vecchiu cornutu!

LA SCENA DIVENTA: LA CORTE DI PIPINO.

BERNARDO DI CHIARAMONTE

            Maistati, c'è di là i rignanti d'Ungheria chi chiedono d'essere ammissi

in cotesto ambienti per averi udienzia…

PIPINO

            Introtocitoli immediatamenti:

            sono tanti anni ca non vedo personarmenti li me cari soggiri ca mi ribollo

            tutto dalla gioia!

            Berta, c'è tua matri e tuo patri, il sanqui del tuo sanqui, la carni di

            la to carni.

            Non sei ribollita dall'emozioni?

BERTA-FALISTA

      Mi vieni di sbeniri, Maestà.

      Non riesco a favellari e volissimi ritirari!

PIPINO

      E non fari bella faccia ai toi ginitori!?

      Vuoi andari corcarti?

BERTA-FALISTA

      Parlando con licenzia, mi sento smunta e deperita e non volissi

      ammostrarimi in quisto stato.

PIPINO

      Ma neanchi per babbiari!

      Introducete a soggira!!

            Musica. entrano Belisenda e Re Filippo che per un bel po' scrutano Balista  la quale indietreggia fino a cadere.

            Belisenda capisce che non e' la figlia. Si inginocchia e piange.

CORO

      Chi successi, chi cosa

      Chi cosa ci fu

      Picchì chiangi sta bedda riggina

      Nun è paga, cuntenti di essiri ccà

      D'abbrazzarisi la figlia so.

BELISENDA

            Unni è finiri 'a figlia mia

            Gioia di l'arma mia, di lu me cori

            Mi l'ammazzaru a figlia mia

            Oh, chi disgrazia granni, chi duluri!

CORO

            Chi successi, chi cosa

            Chi cosa ci fu

            Picchì chiangi sta bedda riggina

            Nun è paga, cuntenti di essiri ccà

            D'abbrazzarisi la figlia so.

BELISENDA

            Certu lu re non sapi nenti

            Nun sapi diri nenti di me figlia

            Chista ca tantu ci sumiglia

            Quarcunu ci 'a purtò ni la so casa.

CORO

            Chi successi, chi cosa

            Chi cosa ci fu

            Picchì chiangi sta bedda riggina

            Nun è paga, cuntenti di essiri ccà

            D'abbrazzarisi la figlia so.

RE FILIPPO

            Pipino, questa donna ca si è presentata sotto alle vostre pupille

            non è la mia adorata figlia Berta!

            Ci assimiglia assai. Ma come si può 'ngannari il cuori d'un patri?

            E' una ca si ha arricato gioco di voi e di u sacro e onorato regno di

            Francia. Questa donna, Maestà, ha disonorato tutta la vostra nobili stirpe

            e miso a ridicolo il vostro valoroso ardimento di cavalieri e cummattenti

            ca non si è curato ca ci aviva intorno alla sua propria dimora un serpenti

            vilinoso ca ci arrecava danno, quarmenti tutti li sudditi erano disamorati

            e scontenti!

BELISENDA

            Con questi orecchi sentimmo i contadini di Francia annunciarici ca la loro

            riggina era baggiana e crudeli e peranco un cofino chino di difetti,

            acciocché io, da matri ca sapiva li virtù della propria sua figliola,

            era vinuta quane risentita e incredula.

            Quarmenti la mia adorata figlia Berta possiede tutte le buone virtù

            e non mi avrebbi lasciato sette lunghi anni senza sue notizie.

            Ora quello ca m'importa di chiune, Maestà,

            è di sapiri da questa, traditora, chi fini fici la mia diletta,

            ca il rimanenti sarà vostro compito e duviri!

PIPINO

            Gesù, Giuseppe e Maria

            Patri, Figlio e Spirito Santo

            Patri, Figlio e d'unni pigliu!

            Bernardo, Aquilone, Morando… tinitimi forti, ca mi vogliu arridduciri

            'a testa comu 'na ficazzana..

            tinitimi forti, altrimenti con coteste mano ci agguanto il collo a questa

            sciagurata e la arridduco defunta!! (a Falista)

            Chi sei tu che hai spartuto impunementi li possedimenti, lu putiri

            e lu letto di colui ca si cridiva d'essiri il più intelligente, astuto e

            fiero re

            di Francia?

            Com'hai potuto compiri una disfatta di questa fattizza?

            Com'hai potuto ingannari la Chiesa… lu regnu… lu Re…

            Tenetemi, tenetemi forti… Ca mi sbattissi la testa mura mura!!..

            Ora lassatimi!

PIPINO, BELISENDA E FILIPPO

            Focu di l'aria, ventu e timpistati acqua, surruschi, scupittati e trona,

            filecci cu li punti avvilinati, cannuni, artigghiaria, spati e rasola,

            punti di cardi e vommiri 'nfucati, cutedda spiti, partituri e chiva li

            pozza aviri a lu cori appiccati

            tu, donna mancatura di parola…

PIPINO

            …tinitimi…

            Il Coro interviene con un rosario di improperi.

BELISENDA E FILIPPO E CORO

            Chi pozza moriri di subbitu!

            Chi pozzi moriri impalata!

            Chi putissi scattari!

            Chi putissi ammutiri!

            Chi ci vinissi un moto!

            Chi ti vinissi 'na pipita!

            Chi ti pozzinu scurticari!

            Chi ti pigliassi 'na botta!

            Botta di sancu!

            Botta d'acito!

            Botta di sciorta!

            Maliditta la mammana ca ti tirò li pedi!

MARANTE

            (si pone davanti a Falista che piange)

            Ora vi cuntu tuttu, Maistati

            di como accumincià sta storia trista

            e avitivi tanticchia di pietati

            pi sta picciotta bedda ch'è Falista.

            Figlia di Belisario di Magonza

            ci vinni u focu di l'ambizioni

            quannu a Berta ci dissi:

            "Tu si stanca pigliu u to posto iu fino a dumani". (canta)

            Personarmenti iu, pi ordinazioni,

            duviva trucitarla cu la spata

            dintra del bosco d'a Foresta Magna

            ma pi pietati l'ho risparmiata.

            Forsi la povorella vivi ancora

            si quarcheduno ci passò da pressu

            prima ca ci passassi nu lioni:

            circatila, ca nenti ancora è persu!

            E risparmiati sta mischina ccà

            com'iu fici cu Berta a la foresta.

            Ora ca vi cuntavu a virità

            facitivi cuscienza, Maistà!

PIPINO

            No! Il fallo di questa donna è talmenti falloso ca grazia non posso

            concedere.

Falista si butta fra le braccia di Marante, lasciando scoprire in maniera inequivocabile il loro rapporto.

            Marante sfodera la spada. Pipino scappa e si rifugia dietro ai propri scudieri.

PIPINO (facendo capolino tra gli scudieri)

            Quannu nascisti tu gentili donna

            t'avissi fattu tossico la minna!

            Ca a to marito ci facisti 'i corna

            e ogni corno cchiù granni i n'antinna.

            Il destino di Falista di Magonza e del suo cavalieri Marante è ormai

            segnato:

            essi moriranno bruciati come si usa fari coi tratitori della Corona.

AQUILONE

            Maistà, con la condanna a morti di Falista di Magonza si

            rischierebbe di fari insorgere mezza Germania.

            Marante, nella Foresta Magna, lasciò la vita di Berta d'Ungheria

            nelle mani di Dio.

            Se Dio ha voluto, Berta ora vive in qualche città o campagna o

            agnoni del vostro circondario.

            Lasciamo al giudizio di Dio la vita della traditora Falista e del

            suo cavaleri.

MARANTE

            Io per amori sugnu junto ccà

            e per amori feci tutto chisto.

            E pi 'sta donna e la so ambizioni

            persi 'a cosa cchiù granni: 'a libertà!

            Ci sunnu stai tanti e tanti offisi contro alla vostra sacra maistà:

            iu li pagu pi tutti e cu ragiuni

            e comu omu e comu maganzisi!

            Io spero ca il signore mi perdoni c'abbia pacenzia di chist'attu

            cca.

            Autri minchiati cchiù nun ni commettu

            e mi chiantu la spata 'nta lu pettu!

            Marante si uccide tra lo stupore generale.

Falista piange sul corpo di Marante.

            Morando sulla donna che lo amava in segreto.

           Una solista del coro a voce spiegata inizia un canto di lamentazione, mentre il Coro in controluce indossa i costumi che portano durante la processione del Venerdì Santo di Caltanissetta.

           Terminata la lamentazione della solista, il Coro si volta di scatto verso il pubblico

(illuminazione a scatto - quarzo bianco di proscenio)

            e canta all'unisono con la tromba.

Canto del Venerdì Santo di Caltanissetta. I corpi vengono portati via in processione.

PIPINO

            (mentre va via la processione)

            Un cornuto alla corte di Francia edue figli bastardi per cimelio:

            povera Francia… povero Pipino… povero me! Povero meee… povero meee

            (bela).

            E' certo che ci su curnuti e curnuti: u cuntadino fa curnuto u

            padrone u padrone fa curnuto u conte u conte fa curnuto o duca u Re

            avissi a fare i corna a tutti.

            Ccà 'a cosa è diversa co u curnuto è u Re!

            Qua c'è il rischio ca diamo il via oltre che a una serie di re curti

            a una serie di Re curnuti.

            Povero me, povera Francia.

            Morando, Bernardo, Aquilone, venite qua: abbidico.

BERNARDO AQUILONE MORANDO

            No, Maestà!

PIPINO

            U sapiti che vi dico, ora pigliu ed abbidicu.

BERNARDO AQUILONE MORANDO

            No, Maestà!

PIPINO

            Non volete?

            Allora mettitivi li pedi in cammino e circatemi la mia bella Berta,

            circatimilla in tutti i banni in tutti li grotti in tutti li

 purtusa.

            Ma mi l'hati a truvari,

            truvatimilla, ite!

            Vanno via tutti. Pipino rimane con Belisenda e Re Filippo.

            L'orchestra ripete l'inciso mentre cominciano ad entrare in scena i  cortigiani che erano andati alla ricerca di Berta.

I° GRUPPO

            Ventu 'nni la foresta, lampi e trona

            Ma di Berta, Maestà, nissuna nova.

II° GRUPPO

            Ventu 'nni la foresta, lampi e trona

            Ma di Berta, Maestà, nissuna nova.

III° GRUPPO

            Ventu 'nni la foresta, lampi e trona

            Ma di Berta, Maestà, nissuna nova.

IV° GRUPPO

            Ventu 'nni la foresta, lampi e trona

            Ma di Berta, Maestà, nissuna nova.

CORO

            Chi successi, chi cosa

            chi cosa ci fu

            nun si trova la nostra riggina

            Forsi allura Maranti nun dissi Maistà

            pi sarvarisi la verità.

BELISENDA E RE FILIPPO

            Circati ancora a figlia mia

            gioia di l'arma mia, di lu me cori

            È ancora viva a figlia mia

            e aspetta ca qualcunu a va a truvari.

CORO, BELISENDA E RE FILIPPO

            Chi successi, chi cosa

            chi cosa ci fu

            nun si trova la nostra regina

            Forsi allura Maranti nun dissi Maistà

            pi sarvarisi la verità.

BELISENDA

            Io ho la certizza, Maistà, ca mia figlia è viva e che in questo

            momento si Voli comu fari assentiri e grida,

            grida cu la sua bella voci…

            Oppuro… si…

            oppuro fila… fila.

CANTASTORIE

            E intanto mentri tutti quanti a corti

            La davanu pi certa la so morti

            Berta comu diciva so matri a so patri

            Tissiva la so storia n'e tappita e n'e cutri.

UNA LUCE ILLUMINA BERTA CHE FILA.

CORO

            Berta filava lu so caminu

            comu fu sciorta da lu so distinu

            comu ci fu data sarba la vita

            un cavaleri chi l'ha garantita.

            E un cavaleri chi l'ha garantita.

            Berta filava pi jorna e pi notti

            pi raccuntari qual'era a so sorti

            e s'aspittava ca lu so disegno

            Supra a la tila arrivassi a lu regno.

            E Berta filava lu so caminu

            comu fu sciorta da lu so distinu

            comu ci fu data sarba la vita

            e un cavaleri chi l'ha garantita

            E un cavaleri chi l'ha garantita

            Berta filava pi jorna e pi notti

            pi raccuntari qual'era a so sorti

            e s'aspittava ca lu so disegnu

            supra a la tila arrivassi a lu regnu.

            Supra a la tila arrivassi a lu regnu.

BERTA

            Batti navetta mia tilaru batti.

            Quantu l'amuri miu senti li botti

            tessi tissennu dui ca 'nni su fatti

            guarda sta tila chi 'nni veni forti.

            Ma u cori mi dici ca c'è

            'na spiranza pi mia

            e chistu lavuru mi da

            granni gioia e cumpagnia.

CORO

            La bedda lu tilaru tessi e canta

            e tessi e canta cu gran maistria

            tessi la tila dilicata e bianca

            pi quannu chi ci servi armuzza mia.

            E Berta filava lu so caminu

            comu fu sciorta da lu so distinu

            comu ci fu data sarba la vita

            e un cavaleri chi l'ha garantita.

            E un cavaleri chi l'ha garantita.

            Berta filava pi jorna e pi notti

            pi raccuntari qual'era a so sorti

            e s'aspittava ca lu so disegnu

            supra a la tila arrivassi a lu regnu.

            Supra a la tila arrivassi a lu regnu.

CANTASTORIE

            M'arriva 'na vota, chi sa?

            Pi misteru divinu

            la tila ca Berta filava si l'accatta un tunisinu.

CORTE DI PIPINO.

Sfilano i venditori che offrono le proprie

            mercanzie a Pipino. Alla fine un tunisino offre al re una tela su  cui in sei quadri e' ricamata la storia di Berta. stupore generale.

TUNISINO

            Viniti ccà, viniti ccà, soccu purtavu di l'Orienti!!

            Viniti ccà, viniti ccà, chi ci purtavu a lu Rignanti!

            Maestà, chistu ccà è 'u tappitu p'a mamà!

            Maestà, chista ccà è 'a sita p'u sofà!

            (a un curioso) Ma chi fa, passa lla!

            Maestà, chista ccà è 'a coperta pi cuccà!

PIPINO

            Chiddu dda, chiddu dda…

TUNISINO

            U tappitu p'a mammà

PIPINO

            Chidda dda, chidda dda…

TUNISINO

            È la sita p'u sofà

PIPINO

            Chidda dda, chidda dda…

TUNISINO

            A coperta pi cuccà

PIPINO

            Ma a chistu cu ci u porta ccà?

            Senti, cosa tieni sopra la spalla così stritto e arrotoliato!

TUNISINO

            Ah, Maestà, questo essere tappito meraviglioso!

PIPINO

            Fare vedere!

TUNISINO

            No, Maestà, io vendere così arrotoliato senza fare vedere.

PIPINO

            Vastasu e porco! Prendete il tappito!

TUNISINO

            E i sordi?

PIPINO

            Quanto costare?

TUNISINO

            Cento sordi, Maestà!

PIPINO

            Cento sordi? E chi ti pari ca ccà iemu a rubbari?

TUNISINO

            Sessanta sordi…

PIPINO

            Due sordi!

TUNISINO

            Quaranta…

PIPINO

            Due sordi!

TUNISINO

            Vinti…

PIPINO

            Due!

TUNISINO (sfinito)

            E va bene.

            Il tunisino consegna la tela e va via cantando "Viniti cca', viniti cca'…"

PIPINO

            Ora vediamo cosa rappresenta di tanto misterioso questa tela.

            Morando, Aquilone… sbrugliatela!

            Morando e Aquilone scoprono la tela. Tutti si incantano a guardare.

BELISENDA (interpretando i disegni della tela)

            Lo sapiva io, mi lo sentiva;

            Berta è viva, Maestà, è sana e salva!

RE FILIPPO

            Si trova nella casa di un cacciatore.

            Il cacciatore, lo vedete? La sarbò da sicura morte e si la portò nni

            la so casa.

            Ora la nnuccintella aspetta di essere sarbata, quarmenti ha paura ca

            si si arrisica a mettere il naso fuori dall'uscio, c'è quarchi mali

            'ntenzionato pronto a trafiggèlla!!

CORO

            Signuri bona nova pi la Francia

            S'è truvata la mischina

            Ni priparamu a fari festa granni

            Granni festa pi la Riggina

            Ittamu fora li malanni

            Picchì malanni e patimenti nun ci nn'è

            Pi fari crisciri lu regnu

            Pi fari granni la putenza di lu Re.

BELISENDA

            Genti, facemucci gran priu

FILIPPO

            È viva a figlia mia

            Sia ringraziatu Diu!

            Musica.

CORO

            Viva u Re! Viva u Re! Viva u Re!

            Berta è ancora viva!

            Viva, viva u Re, eh!

CANTASTORIE

            E doppu travirsata la foresta

            fu Re Pipino ad arrivari 'ntesta.

            Ci dumannò a Lamberto si c'era na signura

            e chiddu ci arrispusi:

            "Idda è cca Sacra Curuna".

            L'orchestra esegue il ritornello.

CASA DI LAMBERTO.

            PIPINO

            Arraccuntatimi, cavaliero: tiniti una dama dorci ed amaboli 'nni la

            vostra casa?

            Ca lungo travaglio passai acciocché la trovassi.

LAMBERTO

            Una donna c'è, signori, ed è dorci ed amabili.

            Ma la sua prommisa fu di non ammostrarisi a chiccheduno ca fossi

            forastiero!

PIPINO

            Ma voi che dite? È forsi furastiero il vostro Soprano?

            Tagliatimi bene: Pipinu sugnu!

            Lamberto rimane pietrificato.

LAMBERTO (si getta ai piedi di Pipino)

            Pirdonatimi Maistati, ma non vi aviva ricanusciuto.

            Sono il vostro serbitore Lamberto

            che tanti nobili fagiani cacciò per la vostra nobile mensa.

            Considirati il vostro umili serbitori

            cannavazzo sutta li vostri pedi!

            Torno prontamenti.

            (va via.)

Musica. Ritorna con Berta, la quale, riconosciuto Pipino, scopre molto lentamente il piedone.

PIPINO

            Berta! Piduzzu miu!

BERTA

            Sire!

            Si abbracciano. Man mano arrivano gli altri con le torce accese in

            mano. Berta, vedendo la madre, le corre incontro e l'abbraccia.

BERTA

            Di quantu tempu l'aspittava

            pariva un sonnu

            chistu mumentu, chista nova

            stu bellu jornu.

            E finarmenti ecculu ccà

            lu cori è chinu 'i cuntintizza.

            Li manu me ci li lassavu

            supra la tila

            chistu signuri 'un sapi nenti

            iu nun parlava

            ca u prezzu di la vita

            mia era ca aviva stari muta.

CORO

            Chistu succedi da mill'anni

            battagli guerri patimenti nun ci 'nnè

            pi fari crisciri lu regnu

            pi fari granni la putenza di lu Re.

CANTASTORIE

            Signori qua prisenti, il vostro Re, smosso dentro da furori amorosi

            pi chista Berta autentica figlia di Belisenda e Filippo d'Ungheria,

            ci averia una bellissima pinzata.

PIPINO

            Io volissimi corcari subito dintra lo stisso letto con la qui

            presenti futura mia sposa e stamparici un pargoletto;

            Che dire vi debba? Mi sento… vispo e agitatissimo!

            (a Berta) Avete nulla in contrario mia diletta?

BERTA

            Nulla in contrario ebbi, mio Signore.

BELISENDA

            Re Pipino, vi debbo ricordari ca non vi sieti ancora maritati.

            Frenati i vostri bollori ancora pi pochi mumenti: io parlerò con

            Berta

            e ci schiarirò la menti, quarmenti tutte le donni d'Ungheria abbiano

            a ben figurari.

PIPINO

            (mentre Belisenda si apparta con Berta)

            Giusto, giusto. Ancora è piccilidda, non sapi nenti! E noi

            aspettiamo,

            tanto chi ni costa: u tempu c'è!

            (si avvicina a Re Filippo) Filippo, finalmente ti posso chiamare

            papà!

            (a Berta) Avanti, basta, sbrigati, veni ccà!

            (Berta lo raggiunge, Pipino le prende una mano)

            Io, Pipino, figlio di Carlo Martello, con i poteri a me conferiti,

            prendo in moglie la qui presente Berta, figlia di Filippo e

            Belisenda d'Ungheria e la dichiaro a tutti gli effetti Regina di

            Francia!

            (a Berta) La corona te la do domani ca la stannu allustrannu.

CORO

            Ebbiva, ebbiva, ebbiva ebbiva ebbiva!

PIPINO

            Lamberto?... Apparecchiate il letto!

LAMBERTO

            Ma veramente… Maestà…

PIPINO

            "CONTE" Lamberto, apparecchiate il letto!

LAMBERTO

            Volo! Mi precipito!

            Lamberto esce seguito da Berta e Pipino.

            Il coro canta "viva Carlo Magno". Durante la canzone Berta e Pipino            riappaiono. Berta ha in braccio il pupo di Carlo Magno appena nato  con tanto di barba e corona.

CORO

            Nasci nasci nasci

            nasci nasci nasci

            nasci nasci nasci

            nasci nasci nasci

            Nasci Carlu Magnu,

            viva Carlu Magnu

            nasci Carlu Magnu

            viva Carlu Magnu

            nasci lu re di li re di li re di li re

            Carlu Magnu

            nasci lu re di li re di li re di li re

            Carlu Magnu

            E nascì ca cammisedda

            ca so matri ci fici bedda

            la corona nni la testa

            ci facemu granni festa

            Cu lu mantu di villutu

            veni o munnu pi darini aiutu

            veru figliu di l'amuri

            beddu comu lu Signuri.

            nasci lu re di li re di li re di li re

            Carlu Magnu

            nasci lu re di li re di li re di li re

            Carlu Magnu......

           

SIPARIO.


Testo e Musiche di

TONY CUCCHIARA

Personaggi e interpreti

Pipino il Breve, Re di Francia: Tuccio Musumeci

Belisenda, Regina d'Ungheria: Anna Malvica

Filippo, Re d'Ungheria: Pippo Pattavina

Berta dal "Gran Piede": Emiliana Perina

Belisario di Magonza: Vincenzo Ferro

Falista, sua figlia: Mariella Lo Giudice

Marante, scudiero di Falista: Leonardo Marino

Bernardo di Chiaramonte: Angelo Tosto

Morando di Ribera: Miko Magistro

Aquilone di Baviera: Giuseppe Lo Presti

Il cacciatore Lamberto: Marcello Perracchio

La Lamentatrice: Enza Lauricella

Il Cantastorie: Tony Cucchiara

Cortigiani e Popolani:

Berta Ceglie - Alessandra Costanzo - Lia Manfrè

Massimo Marino - Mimmo Mignemi - Concetta Sciacca

Musici:

"I Dioscuri": Pippo Calandrino, Giovanni Gallo,

Giovanni Lo Brutto, Francesco Sodano

Assistente per la scenografia e i costumi: Elena Carveni

Scene realizzate dal laboratorio di scenografia

del Teatro Stabile di Catania

Costumi realizzati dalla sartoria"Guerina" di Catania

I Tecnici:

Direttore di scena: Enzo Di Stefano; Capo elettricista: Franco Buzzanca;

Elettricista: Salvo Orlando; Capo macchinista: Filippo Di Franco;

Macchinista: Andrea Mangano; Fonico: Franco Patrignani

Sarta: Tania Laudani

Attrezzista: Armando Sciuto

Scene e costumi: Francesco Geracà

Coreografie: Guido Guidi

Collaborazione ai testi: Renzo Barbera

Regia: GIUSEPPE DI MARTINO