Pirati di terra

Stampa questo copione

SEBASTIANO DI BELLA

PIRATI DI TERRA

SEBASTIANO DI BELLA

PIRATI DI TERRA

Commedia con canti  per grandi e piccini

In 2 atti e 4 quadri

Personaggi  femminili:                                                                              Personaggi maschili:

Ondina                                                                                                        Capitan Uragano

Spumetta                                                                                                   Ciclone

Scoglietta                                                                                                   Tempesta

Maretta                                                                                                      Tormenta                                                                                                                                                                                                                 

Sirenetta,  mamma di capitan Uragano                                                Tanti pirati

Mamma di Tormenta

Mamma di Ciclone

Mamma di Tempesta

Prima mamma

Seconda mamma

Tante mamme

Tante fanciulle

                                                                                                                    

Trama:

Nell’isola Tonda  dei pirati nascono da molti anni solo uomini. I più giovani hanno desiderio di trovarsi una compagna e decidono, quindi, di rapire le fanciulle dell’isola di Grasso, dove, invece, da tanti anni nascono solo femmine. Non sono molto coraggiosi, anzi sono molto vigliacchi e sprovveduti, tuttavia partono grazie all’insistenza e all’approvazione delle mamme.

Giunti nell’isola, i pirati hanno un primo approccio con le fanciulle che stanno nascoste fra i cespugli. Tuttavia i pirati se ne innamorarono attraverso il loro canto e le loro melodiose voci, anche se le canzoni che cantano sono ironiche e piene di doppio senso.

 Quando i pirati scoprono con grande delusione che le ragazze sono obese tentano di fuggire e tornare a casa.

Nottetempo, però, le fanciulle salgono sulla nave e si nascondono nella stiva; la nave, quindi, divenuta pesantissima non riesce a salpare.

Capitan Uragano dà l’ordine di scaraventarle in mare, ma ormai i pirati sono talmente innamorati da disattendere l’ordine.

Essendo eccessivo il peso che avrebbe dovuto sopportare la nave per il ritorno, Ondina, la fidanzata del capitano, suggerisce a tutte le fanciulle imbarcate di  mettersi  a stretta e rigorosa dieta.

 

SEBASTIANO DI BELLA

PIRATI DI TERRA

Commedia e canti  per grandi e piccini

Atto I

I quadro

SIAMO NELL’ISOLA TONDA DOVE, ORMAI DA TRENT’ANNI, NON NASCONO FEMMINE. GLI ABITANTI SONO TUTTI GIOVANI MASCHI PIRATI E DONNE ANZIANE. CI SI RENDE CONTO CHE È NECESSARIO CORRERE AI RIPARI.

L’OPERA INIZIA CON UN GRANDE VASCELLO ORMEGGIATO NELL’ISOLA TONDA, SU CUI SI TROVANO NUMEROSI PIRATI CHE CANTANO:

(SI RIPETE DUE VOLTE)

Noi siamo pirati e non pirateschi,

le nostre bandiere non hanno teschi.

Cerchiamo per mare le vere bellezze

troviamo invece le più fredde brezze.

Abbiamo paura del mare ondoso

che spegne persino l’animo più focoso.

Sogniamo di notte carezze ed abbracci

E ci svegliamo invece avvolti di stracci.

Cerchiamo l’amore anche col difetto

troviamo soltanto un pugno diretto.

Noi siamo pirati e non pirateschi

i nostri  eroi non sono maneschi.

Abbiamo paura del vento in tempesta

e stiamo legati per non perder la testa.

Vogliamo l’amore di belle fanciulle

troviamo soltanto vecchiette citrulle.

ESCE DAL VASCELLO, URLANDO E COL TRICORNO IN MANO,  IL CAPITANO:- ­Amici miei la solitudine è finita! Ci prepariamo a partire e a prenderci delle belle fanciulle per mogli nell’isola di Grasso. Sono stufo di parlare sempre con voi. In ogni angolo di quest’isola solo maschi e mai un delicato sguardo di fanciulla che mi lasci sognare.

CICLONE AMICO DEL CAPITANO:- Ma se neanche sai come è fatta una fanciulla, come puoi pensare al suo sguardo? AVVICINANDOSI:- Ma dimmi partiamo subito? Chissà quanto sono belle! Dicono che hanno trecce lunghissime bionde e sguardi carezzevoli. Io certamente una non me la faccio scappare; anzi, capitano, posso prenderne due?

CAPITAN URAGANO: - Che dici? Non stiamo andando al mercato, dove ognuno compra quello che vuole! Andiamo a prendere moglie per fare famiglia. Ognuno sceglierà la donna che più gli piace.

TUTTI INSIEME:- Una famiglia senza vecchi e con tanti bambini.

TEMPESTA CURIOSO CON UN VARIOPINTO PAPPAGALLO SULLA SPALLA:- Ma come sono le donne? A me hanno detto che a volte sono violente e che possono far male. Mi ha raccontato mio nonno che una durante una battaglia gli stava staccando un orecchio con un morso.

TORMENTA COMPIACIUTO DI SAPERE MOLTO DI PIÙ INTERVIENE:- Che dite? le donne non combattono: sono esseri delicati e aggraziati, nati per dare felicità agli uomini.

CAPITAN URAGANO: - Sì sono la meraviglia degli occhi; e fanno di tutto per  rendere felici gli uomini. Li amano, li curano li proteggono. Si lasciano accarezzare e ti rispondono con parole affettuose. E poi ti dicono sempre sì.

TUTTI TRANNE CAPITAN URAGANO: - Ma sono come le nostre mamme allora!

CAPITAN URAGANO:- Non è lo stesso. Mi ha detto il nonno che quando si vede una donna succede una cosa straordinaria: si smuove tutto dentro. I tuoi occhi non si staccano da lei, le tue labbra cercano le sue.

TEMPESTA CON L’IRREQUITO PAPPAGALLO IN SPALLA:- Per fare cosa?

CAPITAN URAGANO ESTASIATO GUARDANDO IL CIELO: - Ma per baciarla, per guardarla dentro gli occhi. E poi il nonno mi ha detto che hanno  una …. (INCERTO NEL TROVARE LA PAROLA GIUSTA) una calamita che ti costringe a non allontanarti mai da loro; e dice che è bellissimo. Io ci voglio provare.

TORMENTA: - Pure io ci voglio provare e guai a chi me lo impedisce.

TUTTI I PIRATI INSIEME:- Quando si parte?

CICLONE:- Siamo pronti e non possiamo rischiare di arrivare nell’isola di Grasso e non trovare nessuno. Magari sono talmente belle le fanciulle che già altri l’avranno rapite e a noi resta prendere le più brutte e le più racchie, oppure tornare a casa senza mogli.

TUTTI PRESI DALL’ENTUSIAMO:- Partiamo subito. Non perdiamo altro tempo! Capitan Uragano ci guiderà nell’impresa. E noi sfideremo i mari e le tempeste; e lotteremo contro quelli che ci vogliono impedire questa splendida avventura.

TORMENTA TIMOROSO RIVOLGENDOSI A CAPITAN URAGANO:- Tempeste, mari, nemici! Ma andiamo in guerra?

CAPITAN URAGANO:- Ma quale guerra? Neanche sappiamo come si fa la guerra. Certo in mare prima o poi ci sarà una tempesta ed è bene  prepararsi ad affrontarla.

TORMENTA AGITATO:- Ma io ho paura del vento e delle onde .

CICLONE SI AGGIUNGE A TORMENTA:- Ed io ho paura dei nemici, ho paura dei pirati!

TUTTI:- Ma I pirati siamo noi.

CICLONE SEMPRE PIÙ TIMOROSO:- Lo so, lo dice sempre pure mio nonno; e dice pure che nei mari ci sono tanti pirati e tanti pericoli.

E se le onde diventano altissime o se una balena si avvicina al vascello come faremo?

CAPITAN URAGANO:- Meno male che volevi prenderti due mogli! Penso che se non ti farai venire un poco di coraggio non riuscirai a prenderne neanche una.

CICLONE:- Per avere una moglie affronterò tutti i pericoli e se sarà il caso combatterò anche contro le balene.

TEMPESTA PRENDE SULLA MANO IL PAPPAGALLO LO GUARDA FISSO NEGLI OCCHI E GLI DICE:- Addio, amico mio. Mi hai fatto tanta compagnia. Grazie, adesso ti aspetta una nuova vita.

IL PAPPAGALLO NON VOLA E RESTA ANCORATO SULLA MANO DI TEMPESTA CHE INCOMINCIA A CANTARE:-

Adesso amico mio  ci dobbiam lasciare

è tempo che tu finalmente vada a volare

ricordati che sei un furbo pappagallo

e che non puoi vivere facendo il gallo.

Vola, vola, hai penne lunghe e se non voli

ti strappo le ali e ti butto nei  suoli.

Ti ho regalato altalena bocce e palla

ma tu rimani fisso attaccato alla mia spalla.

Non parli  e fai l’offeso, ma stai attento, pappagallo

ti taglio il becco aguzzo e ti faccio giallo.

Ora devi volare là nella foresta da dove sei venuto

perch’io parto prima assai che il sol sia caduto.

IMPROVVISAMENTE CAPITAN URAGANO GRIDA:- Niente più chiacchiere! Organizziamoci: ognuno vada al proprio posto di comando.

TUTTI SCONSOLATI CON I FAZZOLETTI IN MANO AD ASCIUGARE LE LACRIME:- Povere mamme, chissà quanto soffriranno! Andiamo via senza neanche salutarle.

CAPITAN URAGANO, CICLONE, TEMPESTA E TORMENTA INSIEME:- Chissà quanto si preoccuperanno sapendoci in mezzo al mare. Ci accompagneranno col loro pensiero.

CAPITAN URAGANO:- Gli mancheremo.

CICLONE:- Si sentiranno sole.

TEMPESTA:- Tutti i giorni guarderanno il mare lontano per vedere se stiamo tornando.

TORMENTA:- Saranno addolorate e ci impediranno di partire.

CAPITAN URAGANO:- Non bisogna dire nulla! La nostra è un’impresa difficile e se sapranno ci impediranno di partire. Hanno avuto padri e mariti pirati e sanno quali sono i pericoli del mare.

TORMENTA:- I nonni lo sanno e ci penseranno loro ad informarle e a non farle preoccupare.

CAPITAN URAGANO CON VOCE FERMA E DECISA:- Adesso tutti sul vascello ed ognuno al proprio posto: Tormenta al timone, Tempesta alla prua di comando, Ciclone sull’albero maestro.

CICLONE ANSIMANDO:- No, in cima all’albero maestro no. Mi gira la testa, ho le vertigini.

CAPITAN URAGANO:- Ho detto Ciclone in cima all’albero maestro pronto a dare l’allarme in caso di pericolo. Capitan Uragano sarà nel…. Ma io sono il capitano e… comando solamente. E allora si parte, si naviga, i mari sono nostri ed anche le fanciulle dell’isola di Grasso.

TUTTI SCORAGGIATI E TRISTI:- con quale cuore partiamo? Potrebbe essere l’ultimo viaggio e non abbiamo salutato le mamme. Non ce lo perdonerebbero mai. Bisogna dirlo dolcemente che partiamo per l’isola di Grasso e che andiamo a prendere moglie. Non possiamo essere così ingrati con mamme che ci hanno dato il meglio della loro vita.

TEMPESTA:- A me ha dato persino il latte! Era buono, caldo, dolce e me ne ha dato tanto.

CAPITAN URAGANO RIVOLGENDOSI A TEMPESTA: Si vede! Te ne ha dato tanto che ti è arrivato persino nel cervello. Infatti ora ce l’hai annacquato.

CICLONE:- E tutte le ninne nannecantate ogni sera e tutte le volte che dovevo dormire? Com’era dolce la mia mamma. Mi dava tanti baci e mi addormentava teneramente.

CAPITAN URAGANO:- Erano dei sonni lunghi, mi pare che anche adesso, pur essendo  all’impiedi, tu stia dormendo.

TORMENTA:- E poi quei bei pranzetti che ci preparano. La mia non mi fa mai mancare il dolce. E quando è il mio compleanno prepara un pranzo speciale.

CAPITAN URAGANO:- Si vede, si vede,prima o poiquesto tamburo di pancia scoppieràe solo allora che la tua mamma si deciderà di non farti ”i bei pranzetti”.

TUTTI INSIEME:- Vogliamo salutare le mamme. Non possiamo lasciarle così; penseranno di noi che siamo figli ingrati e gli daremmo un grande dispiacere.

CAPITAN URAGANO:- Bene, andate a salutarle, ma ricordatevi che avete poco tempo: il vascello è pronto, le vele sono spiegate, le bandiere sventolano e i nostri cuori intrepidi sono pronti all’impresa coraggiosa. Nessuno fermerà quest’orda di pirati alla conquista dell’isola di Grasso; avremo le nostre donne e le porteremo nelle nostre case a custodire il focolare e la nostra famiglia. Siamo forti, siamo  audaci, siamo ardimentosi. Diventeremo gli eroi dei mari.

TUTTI VANNO VIA, TRANNE CAPITAN URAGANO CHE CON ATTEGGIAMENTO FIERO SI FERMA A GUARDARE IL VASCELLO CHE FRA POCO GUIDERÀ ALLA CONQUISTA DELLE FANCIULLE DELL’ISOLA DI GRASSO. MENTRE AMMIRA IL VASCELLO ENTRA UNA DONNA (SIRENETTA, LA MAMMA DI CAPITAN URAGANO), CHE PRIMA LO GUARDA SILENZIOSAMENTE POI GLI URLA ALLE SPALLE:- Uragano, cosa stai tramando? Mi hanno detto che state per partire per l’isola di Grasso. Come mai?

CAPITAN URAGANO MOLTO TITUBANTE:- Così senza alcuno scopo… andiamo a fare una … passeggiata.

SIRENETTA MOLTO INCREDULA:- Una passeggiata? E dovrei credere a questa fandonia? Dimmi subito cosa andate a fare;  oppure sarò costretta a dirlo ai nonni e ai papà.

CAPITAN URAGANO RAPIDAMENTE:- No, no, lascia perdere nonni e papà; andiamo per mare perché siamo pirati e perché… vogliamo… assalire qualche nave, giusto per mantenersi in allenamento.

SIRENETTA:- No, questo no! E’ troppo rischioso; il mare nasconde tanti pericoli e vi potreste fare male. Io non ti lascio andare via.

CAPITAN URAGANO PIUTTOSTO ACCORATO:- Ma mamma! Ormai sono grande e conosco i pericoli e mi so difendere. Non ti ricordi quando ho fatto scappare la scimmia selvaggia che voleva entrare in casa? E non ricordi quell’altra volta quando topi e scarafaggi avevano assaltato quel bel formaggio che avevi messo a stagionare? Mi è bastato un solo colpo (BATTE LE MANI) per farli andare via.

APPARE CICLONE CON GRAN VELOCITA’:- Capitan Uragano io non voglio parlare con la mamma: si arrabbierebbe e non mi farebbe partire. Ma devo dirti che non sono mai andato per mare ed ho un po’ di paura, anche se ho per portafortuna l’anello che mi ha regalato il nonno.

CICLONE MOSTRA L’ANELLO D’ORO E DOPO AVERLO ACCAREZZATO INIZIA A CANTARE:-

La sfortuna andrà lontana da me

non ho scongiuri e gli amuleti li lascio a te

non ho magie e non credo al mago che farfuglia:

ho perso tempo e pazienza cercando l’aguglia:

il destino si sa va secondo la sua ruota;

non puoi fermarlo: sarebbe una sfida vuota.

Ma io ho un bell’anello di grande effetto

con esso il nonno ebbe tanto rispetto

e mi  vigila dai guai e dai pericoli

e mi allontana da assatanati manipoli.

Fa fuggire i  nemici al mio cospetto

quando lo stringo caro al petto.

CAPITAN URAGANO:- Ciclone, vai a salutare la mamma e torna presto. Non aver paura hai un portafortuna invincibile.

SIRENETTA CON TONO QUASI DRAMMATICO:- D’altronde le insidie nel mare ci sono e sono pericolose. Il mare è popolato da balene, squali, barracuda e… poi … ci sono tanti pirati.

CAPITAN URAGANO:- Mamma, i pirati siamo noi!

SIRENETTA:- Non mi convinci. In ogni caso parto con te.

CAPITAN URAGANO ESTERREFATTO:- Non puoi: siamo tutti uomini. E non abbiamo bisogna di una donna a bordo.

SIRENETTA USANDO TONI PERSUASIVI:- Vedrai, invece, che sarò molto utile e tutti apprezzeranno la mia presenza.

CAPITAN URAGANO:- Mamma non puoi. Non possiamo imbarcare nel vascello tutte le mamme,

SIRENETTA:- Ma perché dirlo alle altre mamme? Parto solamente io. La mia sarà una presenza discreta.

CAPITAN URAGANO:- Non si può! Cosa direbbero gli altri sapendo che mi sono portato appresso la mamma?E poinon c’è spazio per tutti, al ritorno dove mettiamo le ragazze?

CAPITAN URAGANO SI PORTA LE MANI ALLA BOCCA: TROPPO TARDI IL SEGRETO GLI E’ SFUGGITO, QUINDI RESTA QUASI DI SASSO DAVANTI AGLI OCCHI DELLA MADRE INCREDULA CHE CONFUSAMENTE DOMANDA:- Ragazze? Di quali ragazze parli? Questo è un fatto nuovo. Come mai non me ne avevi parlato?

CAPITAN URAGANO SI RIPRENDE E BALDANZOSO DICE:- Sono cose di uomini e di pirati; non potresti capire.

SIRENETTA FERMA E DECISA:- Uragano, parla! Voglio tutta la verità. E non dire menzogne, perché sai che me ne accorgerei.

CAPITAN URAGANO TIMOROSO:- Mammina, ci siamo stancati di vivere in un’isola di soli maschi. Abbiamo deciso di rapire le fanciulle dell’isola di Grasso. Vogliamo avere una famiglia come l’hanno avuta il nonno e il papà.

SIRENETTA INCANTATA DALLE PAROLE DEL FIGLIO:- Che bello! Uragano sei diventato grande! Non me l’aspettavo questa tua decisione. Ma ormai sei un uomo. Ma chi vi aiuterà ad arrivare nell’isola di Grasso e come farete? Magari quelle fanciulle si difenderanno.

CAPITAN URAGANO: - Siamo forti abbastanza! E non è detto che dobbiamo usare la forza per portarle qui. Dobbiamo farle innamorare in maniera che ci possano seguire docilmente.

SIRENETTA CON TONO COMPIACENTE:- Sì, dovete preparare delle trappole amorose per convincerle ad amarvi.

CAPITAN URAGANO:- Proprio questo è il nostro intento. Ma non sappiamo come si faccia. Non siamo stati mai innamorati e non abbiamo mai abbracciato una ragazza. Se me la trovassi davanti non saprei cosa dire e cosa fare.

SIRENETTA COMPRENSIVA:- Hai ragione! Non abbiamo mai pensato ad insegnarvi  come si conquista una donna; a volte può essere facile a volte può essere difficile. Dipende da tante cose. Ma adesso per te ci penso io. Prima di partire ti farò da maestra e poi quando sarai nell’isola di Grasso le ragazze resteranno affascinate da te e dalle tue parole. Ti insegnerò tutto.

CAPITAN URAGANO PERPLESSO GUARDANDO LA MADRE NEGLI OCCHI:- Tutto…, tutto…..?

SIRENETTA ECCITATISSIMA:- Dico tutto! Sarai un’enciclopedia. Conoscerai tutto sull’amore e potrai fare da maestro anche agli altri. Per prima cosa lo sguardo. Quando guardi una ragazza lo sguardo non deve essere fisso: devi mostrare che hai il desiderio di accarezzarla e di baciarla, ma non troppo.

CAPITAN URAGANO:- Ho capito: la guardo negli occhi e poi l’accarezzo e la bacio!

SIRENETTA CON DISAPPUNTO:- Non hai capito nulla! Devi svegliare nella fanciulla curiosità e desiderio. Ti devi avvicinare lentamente e poi gli devi parlare sommessamente, magari facendole un complimento: noi donne siamo molto sensibili ai complimenti, soprattutto se riguardano la nostra bellezza.

CAPITAN URAGANO AVVICINANDOSI ALLA MAMMA:- Adesso sì; ho capito perfettamente: mi avvicino alla fanciulla, la guardo e le faccio un bel complimento; magari le guardo le gambe il …. (SI PORTA LE MANI AL PETTO PER FARE CAPIRE) seno e poi le dico: che belle gambe signorina! Ma che bel seno che ha!

SIRENETTA ARRABBIATA:-  Sei un barbaro, uno zoticone! Così la fai solo spaventare e quella ti terrà il più lontano possibile. Devi essere gentile, aggraziato. Ci vuole garbo con le fanciulle, ci vogliono buone maniere. Anche se la febbre della passione ti sta divorando ti devi mantenere sempre cortese. Poi, quando lei è caduta nella trappola, ti trasformi rude e screanzato. Prima la devi conquistare! Devi toccare i suoi sentimenti, parlando del sole, della luna, dell’amore e di tutta la bellezza della natura.

CAPITAN URAGANO CANTA:-

Mamma, dimmelo tu come fare,

perché voglio le ragazze far innamorare;

mi mancano le parole che fan sognare

e la voce mi par che non si voglia sbloccare;

le mani poi sembrano di cemento

mentre i brividi mi raggelano dai piedi al mento.

So raccontare solo come spulciare le scimmie rosse

E come son bravo a raccoglier ananas grosse.

Sono certo, però, che ad esse il mio discorso non piace

Dimmelo tu, allora, mamma, come si fa con esse a stare in pace.

SIRENETTA DELUSA E ARRESA SI AVVIA VERSO UN ANGOLO E SI SIEDE SU UNA ROCCIA E DICE:- L’amore non si può insegnare né tanto meno si può imparare. Tutto avviene spontaneamente, in maniera semplice e naturale.

SIRENETTA CANTA:-

L’amore è una piccola luce

che se l’accendi illumina il mondo.

Non sai come nasca e come cresca,

te ne accorgi quando è tardi.

Non sono necessarie parole,

sono superflui gli sguardi languidi,

basta solo il brivido di una carezza

per convincerti di quanto tu sia innamorato.

Se non dormi è amore;

se non mangi è amore.

Se soffri molto è amore.

Ma non importa: non fa male;

alzi gli occhi al cielo e dici: è solo amore.

CAPITAN URAGANO S’AVVICINA DOLCEMENTE ALLA MADRE:-

L’amore è una piccola luce

che se l’accendi illumini il mondo.

Anche senza riflessi lunari

e senza riverberi argentei

infiamma i cuori solitari.

Se sei triste e sconsolato

hai gli occhi come frecce in cerca di bersagli

li centri tutti senza sbagli,

ma se ne manchi uno è amore senza tagli.

SIRENETTA COMMOSSA S’AVVICINA ED ABBRACCIA IL FIGLIO E INSIEME CANTANO GUARDANDO IL VASCELLO:-

L’amore è una piccola luce

che se l’accendi illumina il mondo.

E’ più forte del vento in tempesta,

è più ardente della fiamma che brucia.

Senza amore persino la luna si spegne

e le stelle non brillano più.

L’amore non ti fa perdere mai

ed è l’unico premio che dalla vita avrai.

SIRENETTA ABBRACCIA AFFETTUOSAMENTE IL FIGLIO E GUARDANDOLO INTENSAMENTE NEGLI OCCHI GLI DICE:- Vai, Uragano! Non sarò certamente io a fermare la tua strada verso l’amore. L’amore vince sempre tutte le sfide. CAMBIANDO ATTEGGIAMENTO:- Ma gli altri dove sono? Bisogna fare in fretta.

CAPITAN URAGANO:- Sonoandati a salutare le mamme. Non volevano lasciarle in pena.

SIRENETTA:- Capisco allora il ritardo: faranno di tutto per non farli partire. Non si rendono conto che i figli ormai sono grandi e che devono trovarsi una compagna per fare una famiglia. RIVOLGENDOSI PERENTORIAMENTE AL FIGLIO:- Intanto sali sulla nave e comincia a preparare il timone; tu sei il capitano e devi dimostrare di avere coraggio e di essere sempre pronto.

CAPITAN URAGANO:- Sì mamma, salgo SI AVVIA CON PASSI INCERTI POI SI RIVOLGE ALLA MADRE:- Ma tu mi accompagni? Lo sai che soffro di mal di mare e per me salire su una nave è come stare in bilico su un trapezio.

SIRENETTA DECISA:- Adessohai paura. Come al solito: prima fai lo spaccone e poi tremi. Sali sulla nave! Appena la nave salpa ti passerà tutto. Lo vuoi capire che sei un pirata?

CAPITAN URAGANO SEMPRE PIÙ TIMOROSO:- Ma mamma è la prima volta che sto su una nave. E chissà quanti giorni dobbiamo navigare per raggiungere l’isola di Grasso. E poi nel mare ci sono le balene.

URAGANO CANTA:-

La balena in mezzo al mare

è un pericolo da evitare.

lei affonda e poi s’innalza

e può far tanto male alla panza.

Sbuffa sempre e ci bagna

e non vuol sentir la nostra lagna.

La balena in mezzo al mare

è un rischio assai mortale

con la coda fa onde gigantesche

c’è d’aver paura : non son burlesche.

SIRENETTA MANI AL FIANCO:- Non cercare pretesti! Questa è l’impresa che darà una svolta alla tua vita. Tutti, poi, ti renderanno onore ed omaggi e ti rispetteranno come il più coraggioso dei pirati di tutti i tempi.

CAPITAN URAGANO:- Veramente?

SIRENETTA MOLTO PERSUASIVA:- Certamente.

MENTRE I DUE STANNO PARLANDO, SENZA FARE RUMORE E DI SOPPIATTO ARRIVANO GLI ALTRI PIRATI CHE SILENZIOSAMENTE SI NASCONDONO. SIRENETTA GUARDA ESTERREFATTA E MOLTO PERPLESSA. SUBITO DOPO ARRIVANO, FACENDO GRAN BACCANO, LE ALTRE MAMME. TUTTE:- Dove siete farabutti. Vigliacchi! Andrete nell’isola di Grasso anche se dovremmo accompagnarvi noi a pedate.

SIRENETTA PERPLESSA:- Ma che succede? Perché tutta questa confusione?

PRIMA MAMMA:- i mascalzoni prima si sono organizzati per andare a rapire fanciulle nell’isola di Grasso, adesso hanno paura e vogliono essere accompagnati da noi.

SIRENETTA:- Anch’o sono qui per la stessa ragione. Ma fortunatamente mio figlio non mi vuole ed è ansioso di partire e di guidare i suoi amici in questa impresa pericolosa e difficile. POI AGGIUNGE ORGOGLIOSAMENTE:- Non mi voleva neanche salutare. E pur insistendo non mi ha voluto portare con sé. E’ temerario e non ha paura di nulla.

CAPITAN URAGANO BARCOLLANDO:- Le donne devono stare a casa! Siamo uomini e ce la dobbiamo cavare da soli. COMINCIA AD AVVERTIRE NAUSEA ED AVVERTE I PRIMI CONATI DI VOMITO:-  Siamo i pirati dell’isola Tonda; nulla ci spaventa e siam sempre pronti ad affrontare con audacia i pericoli. Ci mancano le ragazze? Bene noi siamo talmente abili e forti che andiamo a prendercele.

SECONDA MAMMA APPLAUDENDO:- Adesso sì che vi riconosco! Bravi! Andate sprezzanti del pericolo, andate incuranti delle tempeste e della forza del mare.

CAPITAN URAGANO FA UN GESTO DI SCONGIURO:- Ma gli altri verranno? O dovrò  arrangiarmi da solo?

TUTTE LE MAMME SI RIUNISCONO AL CENTRO DEL PALCOSCENICO E CANTANO:-

Saranno alte le onde, saranno forti i venti

ma le mamme vi aspettan senza tormenti.

Tornerete a casa più belli e vincenti

Vi daremo i nastri e i fiori dei potenti.

Nei mari vi aspettano grosse balene

voi impavidi le schiaccerete come falene.

Con i cannoni di bronzo i nemici vi spareranno

ma voi li respingerete senza alcun danno.

Saranno alte le onde, saranno forti i venti

Ma le mamme vi aspettan senza tormenti.

Tornerete a casa più belli e vincenti

vi daremo i nastri e i fiori dei potenti.

Se vi perdete nei mari in burrasca,

non temete: la nave non è una frasca.

La stella del nord vi farà da  bussola sicura

e sulla strada di casa vi metterà senza iattura.

Saranno alte le onde, saranno forti i venti

ma le mamme vi aspettano senza tormenti.

Tornerete a casa più belli e vincenti

vi daremo i nastri e i fiori dei potenti.

FINITO IL CANTO TUTTE LE DONNE SI METTONO A CERCARE I PROPRI FIGLI. IL PRIMO AD ESSERE SCOVATO E’ TORMENTA. NEL SILENZIO LA MADRE GLI URLA:- Tormenta esci fuori o ti spacco la testa!

TORMENTA:- esco mamma , esco. Ma come fai ad avermi riconosciuto? Ero così ben nascosto!

MAMMA  DI TORMENTA: è facilissimo! Quando hai paura il cuore ti batte così forte che l’udirebbe anche il peggiore dei sordi. Imbarcati immediatamente!

TORMENTA IMPLORANDO:- Mamamma! Lo sai che il mare in tempesta mi fa stare male. E poi non so neanche nuotare.

MAMMA DI TORMENTA GUARDANDOLO SEVERAMENTE:- Non fare storie, Sali! E torna solamente se hai rapito una moglie.

TORMENTA PIANO PIANO RAGGIUNGE CAPITAN URAGANO. HA UN’ESPRESSIONE INFELICE. MENTRE LE DONNE STANNO ANCORA CERCANDO SI SENTE PRIMA UN URLO DI DOLORE E POI SI VEDE TEMPESTA TRASCINATO DA UN ORECCHIO DALLA MADRE: ahi, ahi! Mamma mi stai staccando l’orecchio.

MAMMA DI TEMPESTA ARRABBIATISSIMA:- Ti staccherò la testa se eviti ancora di partire. Voglio che tu salga immediatamente su quel vascello e che tu prenda il tuo posto di comando.

TEMPESTA: mamma, ma questa è una nave vera. Cosa pensi che sia una di quelle navi con cui giocavamo? E poi il mio pappagallo non è abituato a stare in mare.

MAMMA DI TEMPESTA INDICANDO LA NAVE:- Questa è una  nave di pirati; tu sei un pirata e il tuo posto è lì sopra, insieme con i tuoi compagni e col tuo pappagallo spennacchiato. Dovrete tornare qui dopo che sarete conosciuti in tutti i mari per le vostre scorribande, le vostre razzie, per i sanguinosi assalti. Insomma, siete pirati e vi dovete comportare come tali.

TEMPESTA PREOCCUPATISSIMO:- Scorribande, razzie, assalti? Mamma è pericoloso; io già tremo al solo pensiero di sentirne parlare e non penso di poter fare affidamento sul coraggio dei miei compagni. Non voglio partire!

MAMMA DI TEMPESTA SCANDENDO LE PAROLE CON AUTORITA’:- Ti ho detto di salire su quel vascello e di raggiungere i tuoi compagni. Non voglio ripeterlo più.

TEMPESTA RAGGIUNGE GLI ALTRI DUE COMPAGNI LI GUARDA ATTENTAMENTE E DICE CON ARIA SARCASTICA:- I miei compagni sareste voi?

CAPITAN URAGANO E TORMENTA RISPONDONO:- Sì, ma poi ci sono tutti gli altri che devono venire.

TEMPESTA PIU’ SARCASTICO DI PRIMA:- Quelli che stanno ancora nascosti?

CAPITAN URAGANO E TORMENTA:- Eh , sì!

TEMPESTA: E allora stiamo tranquilli! L’impresa riuscirà perfettamente.

CAPITAN URAGANO:- Lo speriamo. Questo non si può sapere prima.

TEMPESTA  CON SGUARDO INDAGATORE S’AVVICINA A CAPITAN URAGANO E GLI DICE:- Tu sei il capitano?

CAPITAN URAGANO:- Sì, sì!

TEMPESTA  FISSA I SUOI OCCHI IN QUELLI DI CAPITAN URAGANO E DICE IRONICAMENTE:- Ah, bene! Allora è sicuro che andremo lontano; siamo proprio in ottime mani!

LA MAMMA DI CICLONE DISPERATA:- E il furfantello di mio figlio dov’è? Sicuramente si sarà nascosto così bene che pensa di non essere scoperto. Ma basta girare un po’ da queste parti che subito verrà fuori.

TUTTI INDICANO IL NASCONDIGLIO DI CICLONE, LA MADRE SI AVVICINA E CON TONO AUTORITARIO DICE:- Ciclone, esci immediatamente!Ti do solo tre secondi,

CICLONE USCENDO DAL NASCONDIGLIO:- Eccomi, e sono pronto a partire.

SIRENETTA MERAVIGLIATA:- Finalmente uno coraggioso che non teme le insidie del mare.

CICLONE SI RIVOLGE ALLA MADRE CON VOCE PIETOSA:- Mamma, sei sicura che non ti mancherò?

MAMMA DI CICLONE:- Ne sono certa e sicura.

CICLONE: - Mamma e chi si occuperà di te? Io non posso partire con questo pensiero.

MAMMA DI CICLONE:- Io, invece, più ti vedo qui, più mi agito e mi arrabbio. Quindi se non vuoi farmi arrabbiare sali sul vascello ed unisciti ai compagni.

CICLONE SEMPRE CON VOCE  PIU’ PIETOSA:- Ma mamma io non voglio lasciarti sola in quest’isola piena di pericoli. Tocca a me difenderti e proteggerti.

MAMMA DI CICLONE:- Hai tre secondi per salire sul vascello, non di più.

CICLONE:- Va bene, salgo.

RAPIDAMENTE CICLONE RAGGIUNGE I TRE COMPAGNI CON CUI SCAMBIA ABBRACCI E MANATE SULLE SPALLE, SEMBRANO TUTTI DI BUON UMORE.

SIRENETTA RIVOLGENDOSI AI QUATTRO PIRATI, CON GRANDE ORGOGLIO ED ENTUSIASMO DICE: Andate, l’amore vi aspetta. Fanciulle dai capelli biondi e dagli occhi languidi stanno aspettando le vostre carezze; ed ardono dalla voglia di essere baciate. Andate, l’amore non può aspettare.

I QUATTRO PIRATI INSIEME:

Le labbra tremano al pensier dell’ebbrezza

del primo bacio e della prima carezza.

Gli occhi avranno solo l’immagine di quel momento

anche se stai sfidando onde e vento.

CAPITAN URAGANO CANTA:

Sarà bionda o mora

poco importa al cuore.

Se balbetto e farfuglio

e se fermo sto incantato

quella giusta ho trovato.

La tengo stretta per non farla scappare

ma senza forza e senza lottare

le parlo solo di carezze e baci

fino a quando innamorata mi dice: taci!

I QUATTRO PIRATI INSIEME: -

Le labbra tremano al pensier dell’ebbrezza

del primo bacio e della prima carezza.

Gli occhi avranno solo l’immagine di quel momento

anche se stai sfidando onde e vento.

CICLONE APPASSIONATO:-

Fanciulla sconosciuta vengo a prenderti,

il vascello ci porterà lontano,

ma stai attenta: sono geloso come un gatto

e te lo dico fin d’ora

non scherzar col mio cuore, o bella mora.

Sarò capace di rubare per te tutte le stelle

anche le più lontane e le più belle,

ma se mi dici bugie

giuro che ti lascio alle magie.

I QUATTRO PIRATI INSIEME: -

Le labbra tremano al pensier dell’ebbrezza

del primo bacio e della prima carezza.

Gli occhi avranno solo l’immagine di quel momento

anche se stai sfidando onde e vento.

TORMENTA:-

Fanciulla che mi stai aspettando

Voglio essere la tua trottola:

mi sbrandelli e mi fai girare

e più mi confondi e più mi piaci.

Perderò il conto appresso a te:

sarò pedina, orsacchiotto, e bambolina

ma non mi lamento perché è un bel gioco:

non perdo mai e sono sempre un fuoco.

I QUATTRO PIRATI INSIEME: -

Le labbra tremano al pensier dell’ebbrezza

del primo bacio e della prima carezza.

Gli occhi avranno solo l’immagine di quel momento

anche se stai sfidando onde e vento.

TEMPESTA:-

Dal ponte del vascello lancerò un bacio,

a chi per prima lo acchiapperà

il mio cuore e l’anima avrà.

Aspetterò il ritorno di tanti baci:

non li conterò e li vorrò audaci.

Affanni e pene dimenticherò

per tanta grazia e tanto ardor.

Sarò vigile mattino e sera

Perché finalmente avrò una donna vera.

I QUATTRO PIRATI INSIEME: -

Le labbra tremano al pensier dell’ebbrezza

del primo bacio e della prima carezza.

Gli occhi avranno solo l’immagine di quel momento

anche se stai sfidando onde e vento.

SIRENETTA URLA  E INCITA LE ALTRE MAMMA:- Vedete? Questi giovani vogliono realizzare i loro sogni d’amore. Noi li dobbiamo aiutare. Dove sono gli altri pirati? Cerchiamoli e imbarchiamoli immediatamente.

TUTTE LE MAMME SCOVANO DAI NASCONDIGLI I FIGLI. E’ UN MOMENTO DI GRANDE CONFUSIONE. C’E’ CHI SALE; CHI SCENDE DAL VASCELLO, CHI SI BUTTA DAI FIANCHI DEL VASCELLO, CHI VI E’ PORTATO A FORZA E POI FUGGE. LE MAMME LI INSEGUONO E LI OBBLIGANO A PARTIRE.

TUTTI CANTANO:-

Il vascello veloce ci porta lontano

la paura delle onde ci prende la mano:

conquisteremo  lo stesso l’amore

e tutte le fanciulle ci daranno il loro cuore.

Abbiam paura del mare in tempesta,

abbiam paura di andar lancia in resta,

ma allegri andiam lo stesso a fare festa.

LE MAMME CANTANO:-

Tirate l’ancora e le cime mollate

Date le vele al vento e poi salpate:

il coraggio vi vien mentre navigate,

pensando alle bionde che andrete a trovare.

Spingete il vascello nell’alto mare:

le stelle e l’amore vi diranno dove andare.

TUTTI I PIRATI CANTANO SUL VASCELLO:-

Noi siamo pirati e non pirateschi

le nostre bandiere non hanno teschi.

Cerchiamo per mare le vere bellezze

troviamo invece le più fredde brezze.

Abbiamo paura del mare ondoso

che spegne persino l’animo più focoso.

Sogniamo di notte carezze ed abbracci

e ci svegliamo invece avvolti di stracci.

Cerchiamo l’amore anche col difetto

troviamo soltanto un pugno diretto.

Noi siamo pirati e non pirateschi

I  nostri  eroi non sono maneschi.

Abbiamo paura del vento in tempesta

e stiamo legati per non perder la testa.

Vogliamo l’amore di belle fanciulle

troviamo soltanto vecchiette citrulle.

LE MAMME CANTANO:-

Tirate l’ancora e le cime mollate

Date le vele al vento e poi salpate:

il coraggio vi vien mentre navigate,

pensando alle bionde che andrete a trovare.

Spingete il vascello nell’alto mare

Le stelle e l’amore vi diranno dove andare.

FINE I ATTO


II ATTO

II QUADRO

I PIRATI SONO ARRIVATI NELL’ISOLA DI GRASSO. LA NAVE E’ ORMEGGIATA ALLA COSTA, MA L’ISOLA SEMBRA DESERTA ED ABBANDONATA. SI SENTONO SOLAMENTE I CANTI DEGLI UCCELLI E LE ONDE DEL MARE. CAPITAN URAGANO STA CONTROLLANDO IL LUOGO, MENTRE TORMENTA STA PESCANDO E CANTA:-

Ho la lenza in fondo al mare

ma il pesce è furbo e non vuole abboccare

mi sa tanto che l’esca non gli piace

ora ci metto un verme verace.

Meglio usare un amo più grosso

ma mi pare che rischio di prendere un osso.

Ho la lenza in fondo al mare

sale e scende ma non sa acchiappare,

ora aspetto che al pesce venga il sonno

e magari più tardi tiro su un tonno.

TORMENTA RIENTA NELLA NAVE E CAPITAN URAGANO RESTA SOLO NELLA SPIAGGIA.

CAPITAN URAGANO CON MOLTA MERAVIGLIA:-  Ma è un’isola bellissima! Peccato che non sia abitata. Eppure ne parlano tutti; anzi mio nonno dice che è un’isola famosa per le belle fanciulle. Forse qualcuno ci ha pensato prima di noi e le ha portate via. CAPITAN URAGANO SI SIEDE SU UNA ROCCIA E GUARDA IL CIELO:- Un cielo così azzurro non poteva avere che fanciulle bellissime, e questi fiori intorno e questi alberi ne rispecchiano la bellezza. Torneremo a casa soli, dopo aver fatto un lungo viaggio e dopo avere riposto tante speranze.  Mi toccherà dividere la vita con i miei più fidati amici. Certo è piacevole stare con loro, ma con una bella fanciulla è tutt’altra cosa.

DOPO UNA BREVE PAUSA, MENTRE AMMIRA LA NATURA INTORNO, CAPITAN URAGANO, DELUSO,  COMINCIA A CANTARE:-

Tutti i sogni son svaniti,

lenta la nave ora se ne andrà.

Il cielo azzurro e il mare blu

son poca cosa senza fanciulle;

persino la foresta si trasforma in lande brulle.

Siamo caparbi e assai testardi

abbiamo deciso di saltare i baluardi:

troveremo le fidanzate ad ogni costo;

perciò subito da questo lido partiam verso altro posto.

IMPROVVISAMENTE SI SENTE UNA VOCE FEMMINILE CANTARE PROVENIERE DA LI’ VICINO, MA CAPITAN URAGANO NON CAPISCE DA DOVE VENGA, CERCA DI SCOPRIRLO MA INUTILMENTE:-

Finalmente sei giunto nell’isola dell’amore.

Qui ti aspettano baci e carezze

ma non lasciarti ingannare dalle stranezze.

Mi cingerai i delicati fianchi

E cammineremo sugli scogli bianchi.

Ho il volto tondo come luna

e ti illuminerò come nessuna.

Adesso fuggir da te è spaventoso

anche se posso correre e il mare non è ondoso.

Ma prima che mi sveli a te, o navigante,

voglio prepararti un incontro sorprendente:

sarà d’amore, di bel canto e di buona cucina

perché non vogliamo deludervi dopo tanto tempo di marina.

 

CAPITAN URAGANO CURIOSO E SOVRAECCITATO:- Chi sei,  voce armoniosa  e tenera?

VOCE FEMMINILE CON GRANDE SENTIMENTO:- Mi chiamo Ondina  e sono dell’isola di Grasso. Vivo qui insieme con tante amiche e siamo tanto sole.

CAPITAN URAGANO:- Ondina, che bel nome che hai. E che voce angelica! Non ho mai sentito una voce così armoniosa e bella. Ma vieni fuori Ondina, vieni a conoscere capitan Uragano che è venuto da un’altra isola.

ONDINA:- Non posso capitano; per adesso non posso. Forse domani… non so.

CAPITAN URAGANO MENTRE CERCA DI SCOPRIRE IL LUOGO DOVE E’ NASCOSTA ONDINA:- Vorrei vedere i tuoi occhi che la tua dolce voce mi ha fatto immaginare azzurri come il mare. Dimmi, dove sei.

ONDINA:- Non posso,  mio capitano, devo stare nascosta fin a quando sarò sicura delle tue buone intenzioni.

CAPITAN URAGANO PRONTAMENTE:- Cara Ondina, come potrei farti del male? Io già sono incantato dalla tua melodiosa voce e fremo per vedere il tuo bel viso e le tue lunghe trecce bionde.

ONDINA CON TONO DI CURIOSITA’:-  Mio capitano, ma quale motivo ti ha spinto fin qui? Qui non c’è oro, non ci sono perle,  non ci sono ricchezze.

CAPITAN URAGANO:- La mia nave è piena di giovani. Tutti insieme cerchiamo fanciulle da amare. Veniamo dall’isola Tonda dove nascono purtroppo solo maschi da trent’anni. Siamo molto sfortunati e per amare ci è toccato fare questo lungo viaggio.

L’ isola  domani sarà un ribollire di sentimenti: Ciclone, Tempesta e Tormenta saranno felicissimi e non potranno mai dimenticare questa meravigliosa emozione.

ONDINA:- Chi sono costoro?

CAPITAN URAGANO PRONTO E RAPIDO:- Sono i miei amici più cari ed anche loro sono alla ricerca dell’amore.  SI GIRA ED INDICA LA  NAVE:-  Vedi quel vascello? Pullula di ardenti passioni.

Ma dimmi,  le fanciulle ci sono ancora in quest’isola? O qualcuno ci ha pensato prima di noi.

ONDINA RASSICURANTE:- Tranquillo tutto il giorno sono in spiaggia a guardare l’orizzonte e… aspettano pure loro un fidanzato.

ONDINA:- Anche noi siamo molto sfortunate: è da trent’anni che non nascono uomini in quest’isola. Sogniamo e desideriamo teneri amanti, prima che l’età avanzi troppo e spenga i nostri entusiasmi. Siamo in attesa d’amore.

CAPITAN URAGANO:- E’ tutto semplice: ci si incontra  e poi tutto si risolve con qualche sguardo ammiccante e qualche carezza audace.

ONDINA:- Ma mi hanno detto che l’amore è tutto un tremore, un pensiero fisso che non ti fa dormire e che a volte fa soffrire.

CAPITAN URAGANO: - Ti hanno detto giusto. Vedi il vascello col quale sono arrivato? Se avesse viaggiato con i palpiti del nostro cuore saremmo arrivati molto tempo prima; e nulla ci sazia più e meglio del pensiero di una fanciulla amorosa accanto. Non vogliamo rinunciare all’amore.

ONDINA:- porterò con me le mie amiche, così i tuoi compagni troveranno l’amore e saranno felici. Ce ne sono tante ma le più belle sono Spumetta, Maretta  e Scoglietta; sono bellissime.

CAPITAN URAGANO:- Ondina, hai trafitto il mio cuore ed ho solo il desiderio di vederti ed accarezzarti. Ogni giorno i visi sfioriscono un poco, ed io non voglio perdermi quel poco che oggi andrà via dal tuo viso. Ondina, ti prego esci fuori.

ONDINA:- Non posso. Domani a quest’ora sarò qui con tutte le mie amiche. Sarà bellissimo: ognuna  avrà un innamorato e sarà felice.

CAPITAN URAGANO FINALMENTE SERENO:- Sì, Ondina, domani sarà un giorno bellissimo; sarà il giorno del trionfo dell’amore. I palpiti riempiranno fragorosi l’aria dell’isola, dappertutto sbocceranno fiori e la gioia non avrà fine. Io potrò averti nelle mie braccia e ti sussurrerò parole che non ho mai detto. Ti farò sentire il battito del mio cuore impazzito che solo tu puoi rasserenare.

ONDINA DAL NASCONDIGLIO:-

Domani sarà il nostro primo incontro prima del solleone.

Dopo lunga notte vada via la paura e la tensione.

La mano timida ma non avara

Cercherà il tuo viso di pirata;

ed anche se mancherà il chiaror della luna

l’animo mio si perderà in questa laguna.

CAPITAN URAGANO FELICE, TENTANDO INUTILMENTE DI INDIVIDUARE IL NASCONDIGLIO, RIPRENDE A CANTARE:-

La tua voce arriva in fondo all’anima e mi consola:

Né fatica né pericoli sento in questa selvaggia gola.

Una sorpresa mi aspetta stuzzicante,

anticipa tu qualcosa piccola birbante

che l’ansia  non mi fa un buon amante.

Domani ti porterò sulla nave come piuma

E salperemo leggeri sulla spuma.

CAPITAN URAGANO E ONDINA DUETTO (DUE VOLTE):-

Insieme salperemo e non ci lasceremo più.

Il vascello dell’amore partirà sotto le stelle.

Quanti baci, quante carezze, quante parole belle.

Non ci saranno balli non ci saranno feste e canti:

perché il nostro tempo è quello degli amanti.

ONDINA:- Addio capitano, domani è vicino!

CAPITAN URAGANO S’ALLONTANA. SI FERMA E SI SIEDE A CONTEMPLARE IL CIELO. SI SENTE FELICE. IMPROVVISAMENTE SCENDE DALLA NAVE TORMENTA:- Capitano, ma le belle fanciulle di quest’isola dove sono? Siamo sicuri che non siano fuggite?

CAPITAN URAGANO:- Ci sono, eccome! Ci hanno pure visti ma hanno paura di noi.

TORMENTA INCREDULO:- Paura di noi? E cosa abbiamo fatto perché siano tante spaventate?

CAPITAN URAGANO:- Sono fanciulle che non hanno mai visto giovani uomini, e soprattutto non hanno avuto mai a che fare con pirati. In fondo siamo pirati e certo non abbiamo una bella fama. Ma domani  dimostreremo che anche noi siamo capaci di amare e di sapere incantare le fanciulle con parole dolci e romantiche. Anzi chiama la ciurma perché dobbiamo essere preparati a dovere.

TORMENTA SPARISCE MA RITORNA SUBITO DOPO CON CICLONE E TEMPESTA.

CICLONE:- Quindi le hai viste? Sono belle? Sono bionde o brune?

CAPITAN URAGANO:- Ho visto solo Ondina  che con la sua voce e le sue parole mi ha sciolto il cuore e non vedo l’ora perché venga domani. Verrà domani con le sue amiche ed ognuno potrà avere una fanciulla per sé.

TEMPESTA COL SUO PAPPAGALLO SULLA SPALLA ENTUSIASTA:- Finalmente! Io ne sceglierò una che amerò per tutta la vita. Basta solitudine. Basta parlare solo con gli amici, giocare e scherzare.  Adesso siamo uomini e siamo fortunati se abbiamo trovato in quest’isola la felicità.

CAPITAN URAGANO:- Sarà difficile dormire questa notte; ci godremo le ansie dell’attesa e ognuno farà discorsi con se stesso; sceglierà le parole giuste, preparerà gli atteggiamenti più adeguati, anche se sa che poi tutto quello che aveva immaginato e preparato  non servirà a niente.

TEMPESTA:- Io ho tante parole d’amore da dire; le ho scelte ad una ad una per rendere felice una fanciulla. E non ne dimenticherò neanche una.

CICLONE:- Domani voglio essere il primo a vedere l’alba  e a prendermi il posto migliore; voglio vedere tutte le fanciulle e saziarmi dei loro sguardi.

NEL FRATTEMPO TUTTA LA CIURMA DEI PIRATI SI AFFACCIA DAL VASCELLO E CANTA E BALLA:-

Non possiamo più aspettare

I cuori s’imbrogliano nel palpitare.

Noi vogliamo fanciulle belle

e non stiamo più nella pelle.

L’amore che ci manca ci condanna

ma tutto passa se abbiam la nostra donna.

CAPITAN URAGANO:- Basta, via, via. Tutti a lavorare.

TUTTI INSIEME:- Non vogliamo lavorare. E’ così bello sognare ad occhi aperti!

.

CAPITAN URAGANO:- Ho detto: tutti a lavorare!

TUTTI:- Ma non si può lavorare in una giornata così splendida! Perché privarsi di questa dolce atmosfera che anticipa la bellezza di domani?

CAPITAN URAGANO PERENTORIAMENTE E DECISO:- A lavorare!

TUTTI RIENTRANO LENTAMENTE E VANNO A LAVORARE.

III QUADRO

L’INDOMANI ALL’ALBA SONO TUTTI PRONTI A SCENDERE A TERRA; FREMONO PERCHE’  PRESTO VEDRANNO LE FANCIULLE. SI SENTE SOLO ONDINA CANTARE:-

Ho un baffetto delizioso

non è lungo ma malizioso.

Se lo taglio ancor non so

forse al capitano piace un po’.

Me lo liscio e lo tengo a posto

perché è un peccato tenerlo nascosto:

son peletti un po’ ribelli

ma io li tengo a bada sempre belli.

CAPITAN URAGANO:- State calmi e contenete il vostro entusiasmo. Non dovete spaventarle. Sono anime delicate. Già il vostro aspetto è inquietante con queste barbe incolte e questi capelli lunghi. Devo dire, però, che avete fatto del vostro meglio per rendervi più attraenti: vedo che non avete dimenticato di portarvi i gioielli, recuperati dai vostri nonni nelle loro razzie.

CICLONE MOSTRANDO IL DITO:- Questo è l’anello di mio nonno. Sicuramente mi porterà fortuna.

TEMPESTA:-  Sei così brutto che avrai bisogno di una fortuna straordinaria.

TUTTI RIDONO, MA CICLONE OFFESO:- vedremo alla fine chi riderà. Mi sento fortunato.

MAN MANO  ABBANDONANO TUTTI LA NAVE  E FORMANO UN GRUPPO SULLA TERRAFERMA IN ATTESA CHE CAPITAN URAGANO ORDINI COSA FARE.

CAPITAN URAGANO SILENZIOSAMENTE: quando ve lo dirò ciascuno di voi prenderà una ragazza e la porterà sulla nave. Sicuramente grideranno e si difenderanno, a volte possono mordere e graffiare, ma resistete. Appena arriveranno nella nave cambiaranno atteggiamento.

CAPITAN URAGANO SI ALLONTANA DAL GRUPPO E SOTTOVOCE FRA LA VEGETAZIONE CHIAMA:- Ondina, Ondina dove sei? Sono capitan Uragano sono venuto  finalmente a vederti.

DOPO UN PO’ ONDINA RISPONDE:- Sono qui capitano insieme con le mie amiche.

CAPITAN URAGANO:- Venite fuori, non abbiate paura.

ONDINA:- falli avvicinare.

TUTTI I PIRATI SI AVVICINANO ED IMPROVVISAMENTE SI ALZA UN CORO:-

Nulla ci sazia se non l’amore,

per questo abbiamo della fame il tremore;

abbiamo sempre il pane in bocca

dall’alba fino a quando mezzogiorno scocca.

Friggi, friggi; impasta, impasta

non c’è mai un definitivo basta.

Dal mattino alla sera

la cucina è la nostra bandiera.

Siamo desolate e poveracce

e anche se non subiam minacce

stiamo sempre davanti al fuoco

per le angherie di un grande cuoco;

ci costringe a fare i sughi con attenzione

e li mangiamo con la  pasta a colazione.

Le nostre vite son fatte di olio e grasso

ma non ci lamentiamo:tutto è uno spasso.

TUTTI RESTANO AFFASCINATI DALLA BELLEZZA DEL CANTO E RESTANO AMMUTOLITI  ED ESTASIATI PER UN PO’.

TEMPESTA AMMALIATO:- Che voci! Che canto!  Poverine ! condannate a stare sempre in cucina! Ma dove sono?

TORMENTA INFASTIDITO:- Stai zitto che le spaventi!

CAPITAN URAGANO CON VOCE INSISTENTE:- Ondina, per piacere esci.

IMPROVVISAMENTE DA UN FOLTO CESPUGLIO APPARE ONDINA ACCOMPAGNATA DA TRE FANCIULLE. SONO TUTTE E QUATTRO GRASSE. I PIRATI ANCORA INCANTATI DALLE VOCI DELLE FANCIULLE LE GUARDANO TENERAMENTE.

ONDINA:- Io sono Ondina, non sono bionda e non ho gli occhi azzurri e qui siamo tutte così INDICA LA GRASSEZZA SUA E DELLE AMICHE. INDICA LE AMICHE: Queste sono le mie amiche Spumetta, Maretta e Scoglietta, ma dietro ci sono tutte le altre.

TUTTI I PIRATI SORPRESI E DELUSI SI FANNO INDIETRO LENTAMENTE PER EVITARE L’INCONTRO CON LE FANCIULLE.

CAPITAN URAGANO PIUTTOSTO DISORIENTATO:-  e…  e… e … siete tutte così?

ONDINA: vuoi dire grasse?

CAPITAN URAGANO:- e bhè sì. Le vostre voci melodiose ci avevano fatto immaginare altro.

ONDINA:- Ma guarda come sono belle! Spumetta ha degli occhi straordinari ed una voce angelica e penso che potrebbe trovarsi bene col tuo amico con quel grosso anello. Vai Spumetta, vai a conoscerlo.

CICLONE FA IL GESTO DI NASCONDERE L’ANELLO E CERCA DI ALLONTANARSI, MA VIENE RAGGIUNTO DA SPUMETTA.

ONDINA: Maretta starebbe bene con quello con la bandana nera.

CAPITAN URAGANO: Si chiama Tormenta.

ONDINA: Vai Maretta a conoscere Tormenta. Dai suoi muscoli si capisce che è un uomo forte e coraggioso.

TORMENTA SI TOGLIE LA BANDANA NERA E TENTA DI NASCONDERSI FRA I PIRATI, MA MARETTA NON GLI DA’ IL TEMPO DI CONFONDERSI CON GLI ALTRI CHE E’ GIA’AL SUO FIANCO.

ONDINA:- Quel bel barbuto con i capelli lunghi e il pappagallo come si chiama?

CAPITAN URAGANO RISPONDE QUASI A MONOSILLABI:- Tempesta.

ONDINA:- E’ l’uomo giusto per Scoglietta.

ANCHE TEMPESTA TENTA DI NASCONDERSI FRA I SUOI AMICI PIRATI, MA SCOGLIETTA E’ PIU’ RAPIDA DI LUI E SE LO PRENDE SOTTOBRACCIO.

ONDINA CON MOLTA SERENITA’ CONTINUA:- Nell’isola di Grasso non troverete mai una fanciulla mingherlina; siamo tutte pesanti perché in quest’isola si mangia molto e bene. E se vi fermerete qui, anche voi diventerete come noi.

 CAPITAN URAGANO: non credo ci possiamofermare: ci aspettano lunghe e dure lotte nei mari. Abbiamo molti nemici e ci dobbiamo difendere. Penso che prima di sera salperemo.

TUTTI I PIRATI:- sì, sì, dobbiamo andare e combattere.

ONDINA:- Siete dei bugiardi! Prima avevate detto che cercavate le fanciulle per la vostra vita. Ed adesso cambiate idea? Lo fate perché ci vedete grasse. Non siamo stupide.

CAPITAN URAGANO TENTENNANDO E CERCANDO DI SALVARE LA SITUAZIONE BALBETTA:- ma… io… non so; le battaglie …il mare…

SCOGLIETTA STRINGENDOSI A TEMPESTA CHE TENTA DI SVINCOLARSI:- Tu ormai non andrai più via. Nessuno potrà separarci. Ho sempre sognato un uomo con la barba e i capelli lunghi ed adesso che ce l’ho non lo voglio perdere.

MARETTA RIVOLGENDOSI A TORMENTA:- Ti ho aspettato tanto bel pirata dei mari; ho sempre sognato che mi avresti salvato dai pericoli e mi avresti fatto fare il giro del mondo in barca.

TORMENTA MOLTO PERPLESSO:- Chi ? Io? Certamente ti sbagli.

MARETTA APPASSIONATA FACENDO FINTA DI NON CAPIRE:-Ci aiuteremo a vicenda e saremo gli amanti più felici del mondo.

SPUMETTA TENENDO STRETTO CICLONE:- Quest’anello che mi vuoi regalare ci porterà fortuna.

CICLONE FURIOSAMENTE:- no, non ho detto che lo regalo.  E’ l’anello che mi ha dato il nonno.

SPUMETTA CON FARE MELLIFLUO:- Bellissimo; il portafortuna del nonno lo custodiremo insieme. E ci proteggerà. CICLONE CERCA DI STACCARSI DA SPUMETTA, MA LEI LO TIENE SEMPRE PIU’STRETTO A SE’:- Sarà tutto magico, sarà tutto poesia.

CAPITAN URAGANO CON UNO SCATTO RAPIDO E VELOCE:- Presto! Tutti sul vascello! Tiriamo le ancore e molliamo le cime, si salpa per tornare a casa.

TUTTI I PIRATI CORRONO VERSO LA NAVE; IMPROVVISAMENTE TUTTE LE FANCIULLE ESCONO DAI NASCONDIGLI E SI METTONO A CANTARE:-

Grasse ed obese però sappiamo amare,

il cuore certamente l’innamorato non va a pesare.

Se vuoi un grissino, peggio per te! Ti stringi ossa

e ti perdi l’avvolgente abbraccio della mossa.

Siamo belle e corpose e forza noi abbiamo

in alto e in basso senza storie andiamo,

col pugno di ferro a centinaia ne stendiamo

e senza uno schiaffo da sole ci difendiamo.

Siamo romantiche: la luna e le stelle vogliamo,

ci piacciono le seduzioni e i corteggiamenti,

viviam di sospiri e di sempre nuovi complimenti.

Ci piacciono i fiori in tutte le occasioni,

ma anche i prelibati bocconi.

Il nostro forte è il tacchino al forno

ce lo serviamo con le patate ogni giorno.

Non ci manca mai pesce e pollo

e per stuzzichino anche il capocollo.

A tavola finiamo sempre col caffè

ma dopo aver mangiato cannolo e bignè.

Di quest’arte sopraffina approfittate

E a pranzo e cena i baffi vi leccate.

ALL’UDIR IL CANTO DELLE FANCIULLE I PIRATI PRIMA SI BLOCCANO QUASI INCANTATI  POI OGNUNO SCEGLIE UNA FANCIULLA E INSIEME CANTANO E BALLANO:-

Il nostro destino ormai è segnato:

l’han detto le stelle del planetario,

olio e grasso non ci fanno paura

perché se ci amiamo l’amore dura.

Non avremo bisogno della fortuna,

non avremo bisogno della luna:

vinceremo con l’amore tutti gli inganni

e saremo forti contro i malanni.

Diamoci le mani che siamo pronti,

il mar ci aspetta , presto andiamo ai ponti.

Staremo insieme mattino e sera

con tanto pane, cibo e vino.

Ci pasceremo come un piccolo fringuello

e ad ogni cucchiaiata direte: ancora, è bello!

IL CANTO E IL BALLO FINISCONO CON L’ABBRACCIO INTENSISSIMO DI CIASCUN PIRATA CON UNA FANCIULLA.

CAPITAN URAGANO GRIDA:-Farabutti e mascalzoni, avete lasciato la nave. I pirati non abbandonano mai la nave. I nemici sono in agguato e non bisogna dare loro l’opportunità di colpirci. Presto!  Ognuno al proprio posto sul ponte, attivate la guardia a prua e a poppa.

ONDINA ACCOMPAGNANDO LA VOCE CON LE MANI:- Ragazze, andiamo via anche noi. Dobbiamo prepararci: la prossima azione sarà più dura.

SI ALLONTANANO TUTTI PIANO PIANO, MANDANDOSI BACETTI CON LE MANI.

IIII QUADRO

CALA LA SERA E IL SILENZIO E’ TOMBALE SI SENTE CANTARE SOLO QUALCHE RARO UCCELLO NOTTURNO. CAPITAN URAGANO STA PARLANDO CON TORMENTA, TEMPESTA, E CICLONE:- Date a ciascun pirata due tappi di cera da mettere alle orecchie se alla partenza le maliarde tenteranno di incantarci col loro canto. Non sentendole potremo iniziare il nostro viaggio tranquillamente.

TORMENTA:- Vado a dare l’ordine alla ciurma che è ansiosa di partire.

TEMPESTA:- Andiamo via da questo posto. Io la cicciona di Scoglietta non la voglio.

CICLONE:- Ed io l’anello del nonno non voglio darlo a Spumetta.  Guardatelo, mio nonno l’ha razziato cinquant’anni fa durante un pericolosissimo attacco ad una ricca nave inglese.

CAPITAN URAGANO:-  E ha preso solo quest’anello?

CICLONE:- No, no! Abbiamo un piccolo tesoro.

CAPITAN URAGANO:-Questo meglio non farlo sapere a Spumetta.

VIENE TORMENTA CONTENTO E FELICE:- Capitan Uragano gli ordini sono stati eseguiti; tutti sono ai posti di comando ed aspettano il segnale.

IL COMANDANTE SOFFIA IN UNA BUCCINA E UN SUONO SORDO SI ESPANDE PER LA RIVIERA. VIENE ISSATA LA BANDIERA, VENGONO MOLLATE LE CIME, LE VELE SONO AL VENTO.

CAPITAN URAGANO:- Finalmente si parte, addio belle fanciulle dell’isola di Grasso!

DOPO QUALCHE SECONDO IL CAPITAN URAGANO:- Ma perché non si muove la nave? Vuoi vedere che l’hanno incantata e l’hanno bloccata alla riva?

ARRIVA DI CORSA TEMPESTA:- Capitano la nave non si muove; non si sposta. Non capiamo cosa stia succedendo.

CAPITAN URAGANO IRRITATO:- Maledette! Ci hanno incastrato con qualche maleficio. Dobbiamo farcela. Altrimenti saremo costretti a restare qui.

SULLA NAVE UN VIA VAI DI PIRATI AFFACCENDATI SPERANDO DI FARE SALPARE LA NAVE, MA ESSA RESTA FERMA COME FOSSE DI PIOMBO. IMPROVVISAMENTE ARRIVA GRIDANDO CICLONE E RIVOLGENDOSI AL CAPITANO DICE:- Sono tutte sotto, nella stiva, non ne manca nessuna. Non ho mai viste in vita mia tante donne così grasse.

I PIRATI AMMUTOLISCONO E NON CREDONO ALLE LORO ORECCHIE. RESTANO DI SASSO POI FINALMENTE  CAPITAN URAGANO PRESO DALLA RABBIA:- Buttiamole fuori dalla nave a costo di sollevarle come fuscelli e romperci le ossa. I pirati siamo noi e la nave è nostra. Buttiamole a mare senza alcun riguardo.

I PIRATI:- Sì, mandiamole vie  e torniamo a casa.

TUTTI SPARISCONO VELOCEMENTE, RESTA SOLO CAPITAN URAGANO:- Non potrò mai dimenticare la voce di Ondina, le belle parole che mi ha detto; e chi sa se troverò mai un’altra fanciulla che mi ami quanto lei.

ARRIVA TRAFELATO CICLONE:- Non si vogliono smuovere ed hanno detto che sono pronte a cantare per ammaliarci. Sono impaurite. Spumetta mi ha abbracciato forte e non crede che io possa fare tanto male a lasciarla qui nell’isola. Mi vuole seguire.

CAPITAN URAGANO INFASTIDITO:- Mettetevi i tappi nelle orecchie e fatele scendere dalla nave con le buone o con le cattive.

IMPROVVISAMENTE COMPAIONO SUL PONTE PIRATI E FANCIULLE. SI CREA UN GRANDE CAOS: ALCUNE FANCIULLE FANNO RESISTENZA, ALTRE CORRONO PER IL PONTE SEGUITE DA ALCUNI PIRATI, ALTRE VENGONO BUTTATE A TERRA DALLE SPONDE DELLA NAVE, MA RISALGANO PER ESSERE NUOVAMENTE CACCIATE. LO STREPITO E LA CONFUSIONE SONO ENORMI.

LE FANCIULLE CANTANO:-

Cantiamo senza malia

Noi da qui non andremo via  

Buttateci in mare o dove vi pare

Ma noi lo stesso non vi faremo andare.

Che forza che vigore han le nostre braccia

non si arrenderanno davanti al vostro voltafaccia.

I PIRATI CANTANO:-

Noi siamo pirati e viviamo di arrembaggi

se vediamo nemici diventiam selvaggi

LE FANCIULLE:-

No, no, voi cercate soltanto l’amore

E non avete il coraggio di farne furore.

I PIRATI:-

Il mare ci aspetta e non possiamo restare

Ci basta un vascello perché vogliamo navigare

LE FANCIULLE:-

Né mare né vascelli potranno allontanarvi da noi

La fortuna ci assiste e l’amore ha vinto anche voi.

SI FERMANO I CANTI E LE DANZE. OGNI PIRATA E’ ABBRACCIATO AD UNA FANCIULLA. ONDINA ABBRACCIA CAPITAN URAGANO, MARETTA TORMENTA, SPUMETTA CICLONE, SCOGLIETTA TEMPESTA.

CICLONE ESCE FUORI DAL GRUPPO INSIEME CON SPUMETTA. SPUMETTA FELICE:- Mi ha regalato l’anello del nonno. E’ bellissimo! Guardatelo.

CICLONE:- E’ la mano più bella che io abbia mai visto, la più degna di portare l’anello del nonno.

ANCHE TORMENTA ESCE FUORI DAL GRUPPO INSIEME CON MARETTA. MARETTA:- Abbiamo deciso di fare il giro del mondo. Tutti devono sapere quanto siamo innamorati.

TORMENTA ESTASIATO:- Per lei troverò il coraggio e non mi arrenderò davanti a qualunque pericolo.

TEMPESTA SI FA AVANTI ABBRACCIATO CON SCOGLIETTA. TEMPESTA:- Noi non ci lasceremo mai. Ci siamo innamorati subito e non per la malia del canto. Il suo volto è bello quanto la sua voce.

SCOGLIETTA RIVOLGENDOSI A TEMPESTA:- Tu sei l’uomo dei miei sogni; l’uomo che ho sempre aspettato e desiderato. Sono felice.

PARLA ONDINA:- L’amore è imprevedibile. Noi siamo pronte a seguirvi.

CAPITAN URAGANO:- Ma la nave non ce la fa!

ONDINA SERENAMENTE:- Ci procureremo un altro vascello.

CAPITAN URAGANO PRONTAMENTE:- Chissà quanto dovremmo aspettare! 

ONDINA:- Ma se è questione di solo peso la soluzione è facile.

CAPITAN URAGANO:- Quale sarebbe la soluzione?

ONDINA:- Ci mettiamo tutte a dieta fino a quando la nave possa partire.

RIVOLGENDOSI ALLE SUE AMICHE:- Vero ragazze?

TUTTE LA FANCIULLE INSIEME FRAGOROSAMENTE:- Sì!

PARTE LA MUSICA. SI CANTA E SI BALLA:-

Noi siamo pirati e non pirateschi,

le nostre bandiere non hanno teschi.

Cerchiamo per mare le vere bellezze

troviamo invece le più fredde brezze.

Abbiamo paura del mare ondoso

che spegne persino l’animo più focoso.

Sogniamo di notte carezze ed abbracci

e ci svegliamo invece avvolti di stracci.

Cerchiamo l’amore anche col difetto

troviamo soltanto un pugno diretto.

Noi siamo pirati e non pirateschi

I  nostri  eroi non sono maneschi.

Abbiamo paura del vento in tempesta

e stiamo legati per non perder la testa.

Vogliamo l’amore di belle fanciulle

Troviamo soltanto vecchiette citrulle.

FINE