Più di là che di qua

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    Valerio Di Piramo

piu’ di la’ che di qua

  Due atti brillanti

  PERSONAGGI

Isolina, custode del castello;

Franca, giovane proprietaria;

Carla, sua sorella;

Vincenzo, loro amico;

Luigi, architetto gay;

Cesare Ugolotti, fantasma;

Ettore, suo servo, fantasma;

                                   La scena si svolge in una polverosa e decadente soffitta di un

                                   castello; le cose necessarie allo svolgimento sono

                                   una poltrona, un tavolo e tre sedie; un portalampade

                                   sul centro della scena con lampadina, una porta a

                                   sinistra che sarà sia entrata che uscita, ragnatele

                                   e polvere in quantità; il resto a discrezione dello scenografo.

                                   All'aprirsi del sipario la stanza è illuminata solo da un riflettore;

                                   la zona della poltrona risulta in ombra; questa zona

                                   sarà illuminata solo all'apparire dei due fantasmi.

PRIMO ATTO

                                   SCENA I

                                   ISOLINA, FRANCA, CARLA

ISOLINA                 Entra aprendo lentamente la porta che cigola sinistramente; appare prima la mano con un candelabro e due candele accese; quindi entrano Carla e Franca, quest'ultima saldamente aggrappata al braccio della propria sorella Venite, signore, venite pure avanti...questa è l'ultima stanza che ci resta da visitare...fate attenzione, perchè questo scalino è pericolante...sapete, questo è un castello molto antico, e sono anni che nessuno viene più in soffitta...

FRANCA                 Accidenti, Isolina, ma dove ci avete portato? Gridando e gesticolando con le mani davanti al proprio viso AHHH!!!! UNA RAGNATELA!

ISOLINA                 Eh sì, ce ne sono parecchie...questo ambiente avrebbe proprio bisogno di una bella ripulita...ma che volete, io ormai sono troppo vecchia per questo genere di cose.

CARLA                    Ah, in quanto a questo non c'è da dubitarne...ad ogni passo si affonda venti centimetri nella polvere!

ISOLINA                 Che volete...se mi aveste avvertito della vostra venuta, avrei provveduto...ma così all'improvviso...

  CARLA                   Franca, ma non c'è una luce in questa stanza?

  FRANCA                 Questo proprio non lo so, cara sorellina…Anch’io è la prima volta che vengo                               quassù, ricordi? Isolina, c’è una luce?

ISOLINA                 Sì, c'è c’è...ma non funziona. Un giorno o l'altro dovrò decidermi a cambiare la lampadina. Improvvisamente si ode il rumore di qualcosa di metallico che cade

  FRANCA                 AHHH!!! Che  stato?

  ISOLINA                 Mah, non saprei...forse un topo...

  CARLA                    Ahhh! Topi? Ci sono i topi quassù?

  ISOLINA                 Eh sì, e anche qualche pipistrello…c’è un vetro rotto, e nessuno lo ha mai cambiato…il padrone non voleva, diceva che anche loro sono creature di Dio, e hanno il diritto di vivere…

  FRANCA                 Ma non in casa mia! Manderò qualcuno a cambiare il vetro e a disinfestare.

  ISOLINA                 Via, adesso sarà meglio tornare giù...più tardi cambierò la lampadina, così potrete ritornare anche da sole.

CARLA                    Va bene, andiamo pure... quando arriverà l'architetto saprai se questo posto è degno di considerazione, e vedremo se riuscirà a renderlo decente.

FRANCA                 "Deve" riuscirci! Oggigiorno la mansarda è così di moda! E meno male che lo zio di mio marito, morendo, oltre al castello ci ha lasciato anche un discreto gruzzolo per le dovute riparazioni.

ISOLINA                 Il Marchese Ugo aveva un gran cuore…

FRANCA                 Strano però che lo zio Ugo non abbia provveduto lui stesso...eppure le altre stanze del castello sono così ben tenute!

ISOLINA                 Nel castello ci sono ventisei stanze praticamente perfette…la mansarda non era una priorità per il Marchese. Non ci veniva mai. Diceva che non voleva disturbare nessuno.

CARLA                    Disturbare? Disturbare chi?

ISOLINA                 Non so…diceva così, e basta.

FRANCA                 Mah! Era così strano lo zio di Antonio! Ma lo sai che sarò venuta a trovarlo almeno cento volte, e di questa stanza non sospettavo nemmeno l'esistenza?

ISOLINA                 Eh, il povero marchese non voleva che la mostrassi a nessuno...lui stesso sarà venuto qui si e no tre o quattro volte in tutta la sua vita..e poi, quella

                                    vecchia leggenda...

  FRANCA                  Leggenda? Che leggenda?

  ISOLINA                  E' solo una vecchia storia, non credo che possa interessarvi.

  FRANCA                 Tutto ciò che appartiene a questo vecchio rudere ormai mi appartiene, comprese le vecchie storie, perciò mi interessa!

  CARLA                    Lascia stare Franca, lascia stare…lo sai che sono paurosa…aspetta che io vada via e dopo puoi farti raccontare tutto quello che vuoi!

  FRANCA                 Ecco fatto! Bella sorella che mi ritrovo! Invece di farmi coraggio se la fa sotto dalla paura…

  CARLA                    Ma che c’entra, Franca! Lo sai che queste cose mi terrorizzano! E poi ormai si sta facendo tardi…

  FRANCA                 Bella scusa! Neanche tu avessi un appuntamento!

  CARLA                    UFFA!

  FRANCA                 Allora, Isolina? Questa leggenda?

ISOLINA                 Impaurita QUI?!? Volete che ve la racconti qui?  Ma non ci penso proprio!

FRANCA                 Isolina, non mi sembra il caso di usare questo tono scortese.

ISOLINA                 Scusate, signora Franca…volevo dire che preferirei parlarvene quando arriveremo nel salone giù dabbasso...

  FRANCA                  E va bene, Isolina, andiamo pure nel salone...

  CARLA                    Anzi, affrettiamoci, perchè l'architetto dovrebbe arrivare da un momento all'altro, e se non trova nessuno...lo sai com'è  fatto, no? E' capace di andarsene subito! Anche tu, però…con tutti gli architetti che ci sono al mondo proprio quell’isterico di Luigi Arcuri dovevi chiamare? E poi è carissimo!

  FRANCA                 Carla, c’è di meglio sulla piazza? No! E’ il migliore in assoluto…e quando vuoi una cosa fatta bene devi pagare. Il fatto poi che sia un po’…diciamo… particolare, non mi riguarda più di tanto. Della sua vita ne può fare quello che vuole, basta che riesca a trasformare questa polverosa mansarda in qualcosa di bello.

                                    Esce prima Franca, poi Carla; per ultima esce Isolina, che si porta le candele davanti al viso e si guarda attentamente intorno; Un improvviso colpo di vento gli spenge le candele; esce impaurita sbacchiando la porta; cambio di luci, e dove prima c'era buio appare Cesare seduto tranquillamente sulla vecchia poltrona, mentre Ettore è appoggiato alla spalliera della stessa

                                   SCENA II

                                   CESARE, ETTORE, ISOLINA

CESARE                  Scuotendo la testa Non dovevi spengere quella candela...lo sai, Isolina è vecchia, e ha anche il cuore un po’ malandato...basta una piccola emozione e...zac!

  ETTORE                  No, dico, ma hai sentito? Hai capito cosa vogliono fare della nostra casa?

  CESARE                  Certo che ho sentito...una volta ero un pò duro d'orecchi, ma ora...però Isolina                             non c’entra nulla.

  ETTORE                  E noi? Noi che c’entriamo? E’ colpa nostra se improvvisamente è morto il                                    Marchese e ha lasciato il castello a quella…come si chiama? Ah, sì, a quello                                 stupido di suo nipote Antonio e alla moglie Franca con manie di grandezza?                         Anche l’architetto famoso, vuol chiamare! Eh? E’ colpa nostra?

  CESARE                  Ma no, perché dovrebbe essere colpa nostra…

  ETTORE                   Appunto. E ora allora spiegami come fai a rimanere così calmo, impassibile...con quell'aria da idiota stampata sulla faccia!

CESARE                  Vedi? Non lo capisci! E' questa la vera differenza tra noi due...

ETTORE                   Che tu hai l’aria da idiota e io no?

CESARE                  Attento Ettore…un giorno potresti pentirti di queste basse insinuazioni… volevo dire che io ero un Conte, un blasonato, e tu solo un povero servo...e ci saranno pure delle differenze in questo…e poi, non è spengendo le candele a Isolina o insultandomi che miglioreremo la nostra situazione.

ETTORE                   E allora? Allora come? Vostra signoria illustrissima il signor fantasma blasonato ha qualche idea di cui vuol far partecipe il suo povero servo Ettore? PARLA, CHE TI VENGA UN'ACCIDENTE!!!

CESARE                  Grazie, già fatto. Altrimenti ora non sarei qui a discutere di cose cretine con un imbecille come te.

ETTORE                   Imbecille, eh? Imbecille io! Se mi avessi ascoltato trecento anni fa, non ci troveremmo in questa ridicola situazione! E saremmo sotto terra, come tutti i trapassati che si rispettino!

  CESARE                  Senti, Ettore...

  ETTORE                   MA TU DURO!!! Volevi i soldi, volevi le donne, volevi tutto! E così sei riuscito a trascinare anche me in questo baratro senza fine! "Cosa vuoi che sia" dicevi "Cosa vuoi che sia se cornifico qualche marito? Se giocando a dadi e barando tolgo un pò di soldi ai miei più cari amici? " Pausa; calmandosi un pò Ed ora eccoci qui, condannati dalla tua vita dissoluta a vivere...anzi, a "sopravvivere" in questa lurida soffitta, cercando inutilmente l'occasione per fare un'opera di bene e poter raggiungere finalmente la pace eterna!

CESARE                  Mi sono pentito, lo sai...è  vero, ho condotto una vita disastrosa...ho umiliato, beffeggiato i miei più cari amici...e qualcuno l’ho anche fatto becco…ma ora basta. Questa, forse, è l'occasione che attendevamo...forse troveremo finalmente il modo di redimerci.

ETTORE                   Redimerci? E poi che c’entro io? Tu ti devi redimere! Sei tu il pervertito, il porco, il ladro!

CESARE                  Ehi, ehi! Piano con le parole!

ETTORE                   Perché? Non è forse vero?

CESARE                  Certo che è vero…ma son pur sempre Conte!

ETTORE                   Per quel che conta esser Conte…

CESARE                  E tu allora? Cosa ci fai tu qui? Dovresti essere a riposare eternamente, insieme alle altre anime pure e caste che sono trapassate…vuol dire che la coscienza a posto non l’hai neppure tu…

ETTORE                   Che c’entra! E’ stato sicuramente un errore…col fatto che ero il tuo servitore, hanno creduto che fossi come te, e mi hanno lasciato qui…

CESARE                  Un errore? Ma per favore! Lo sai, loro non sbagliano mai…no no, ci deve essere qualche cos’altro… a me non la racconti giusta…non credo che la tua anima sia così candida come vorresti farmi credere…a me non mi freghi, caro il mio virtuoso e risciacquato servo!

ETTORE                   Tendendo l'orecchio Ecco qualcuno...ma come! Non c’era mai stato tutto questo via vai...e ora…patatunfete! Eccoli tutti insieme!

CESARE                  Deve essere Isolina...aveva detto che sarebbe tornata a sistemare la luce...mi raccomando, Ettore, niente scherzi idioti. Si apre lentamente la porta;  è Isolina, ma questa volta ha un candelabro con otto candele accese; ha paura, e si guarda continuamente intorno; poi tira fuori da una tasca una lampadina, e sostituisce quella rotta; quindi va verso la porta dove si trova l'interruttore e lo gira; la luce si accende; i fantasmi sono sempre lì, ma lei non può vederli; spenge la luce ed esce richiudendo la porta; Cesare è seduto in poltrona, assorto nei suoi pensieri, mentre Ettore passeggia nervosamente su e giù per la stanza.

                                   SCENA III

                                   CESARE, ETTORE

CESARE                  E’ andata.

ETTORE                   Già, è andata.

CESARE                  E ha cambiato la lampadina.

ETTORE                   Già, ha cambiato la lampadina.

CESARE                  E ha fatto anche presto.

ETTORE                   Eh sì, ha fatto proprio presto.

CESARE                  Insomma, la fai finita di ripetere tutto quello che dico io?

ETTORE                   Questa storia comincia a seccarmi... tutte le volte che vedo qualcuno che è ancora vivo, i ricordi riaffiorano nella mia mente, e allora ripenso alla mia vita terrena…alle osterie…il buon vino…i miei amori lontani…quelle bellissime e goderecce avventure…

CESARE                  Scoppia in una fragorosa risata Cosa? Casomai questa frase avrei dovuta dirla io...tu amavi?!? Perché è la prima volta che ne sento parlare? Eppure è già un po’ di tempo che siamo insieme…e dimmi, chi era quella donna caduta così in basso da darsi a te, miserabile servo? Senza dubbio una villana par tuo... una zoccola, una contadinella in calore...o forse una capra?

ETTORE                   Una capra?!?

CESARE                  O magari una pecora. La letteratura è piena di casi simili…

  ETTORE                  UNA PECORA? Stizzito Credo, Conte Cesare, che sia meglio sorvolare…

  CESARE                  Cosa? Il mio servitore sta per farmi partecipe dei suoi molteplici amori con                                   una capra, o magari di un’orgia con un gregge di pecore, e io dovrei                                             rinunciarci? Dove vi incontravate, nel fienile? Dai, ti assicuro che non c’è                                niente di meglio di una fragorosa risata per raddrizzare questa giornata                                               storta…il riso fa buon sangue!

  ETTORE                  Conte, il sangue l’abbiamo finito diversi annetti fa.

  CESARE                  E dai! Insistendo Ormai sono curioso come un gatto…dai!

  ETTORE                  Conte Cesare Ugolotti, non rivanghiamo il passato…                    

  CESARE                  Scattando Eh no, caro il mio servetto! Per trecento anni siamo stati rinchiusi l'uno accanto all'altro e non sono riuscito a farti parlare che di cretinate che quasi mai mi hanno reso di buon umore... ora che hai iniziato un discorso che reputo divertente vorresti smettere? PARLA, PUSILLANIME!

ETTORE                   PUSILLANIME? CREDI FORSE CHE ABBIA PAURA?

  CESARE                  E’ solo un’esclamazione…di cosa dovresti aver paura? Più che morto!

  ETTORE                   E va bene, l’hai voluto tu. Ebbene... ti ricordi della Contessa Luisa Frustagna? Quella con quei meravigliosi capelli neri, quelle meravigliose gambe così ben fatte...

CESARE                  In estasi, continuando il discorso Ma certo! Come potrei dimenticare la Luisa? Che gambe! E che notti! Una favola. Ricordo che il marito era sempre in giro per città lontane, a causa del suo lavoro...poveretto, quante corna! Cambiando tono Poi, una notte, volli farle una sorpresa, ed arrivai all'improvviso in camera sua... Luisa era nuda, bellissima, completamente scoperta, invitante...il sangue cominciò a  bollirmi, ed io non resistetti più... mi gettai su di lei, ma quando toccai il letto vidi una sagoma coperta da un lenzuolo su quello stesso letto...sapendo che non poteva essere il marito, e sentendomi tradito, tirai fuori il coltello, e...zac! Una coltellata in quel gonfiore...quando il lenzuolo si impregnò di sangue,  corsi fuori dalla camera tra le grida di Luisa... ma cosa c'entri tu con la Contessa Frustagna?

ETTORE                   Cosa c'entro? Riparandosi dietro la poltrona Accidenti, se tiravi quella coltellata tre dita più in basso diventavo un cappone!

CESARE                  Arrabbiatissimo COSA?!? TU?!? ERI TU, MISERABILE TRADITORE?!?! MA E’ IMPOSSIBILE!

ETTORE                   Impossibile? Rimasi fasciato per un mese!

CESARE                  Ma come facesti ad infilarti nel letto di Luisa?

ETTORE                   Eh, in quanto a questo fu facilissimo...ricordi? Dovevo portare un messaggio alla Contessa dove dicevi che non saresti andato…e invece stracciai il messaggio e andai io al tuo posto, arrivando alla solita ora in cui eri solito presentarti tu...avevo il volto coperto dal mantello, e mi infilai subito nel letto. Poco dopo arrivò la Contessa, e...e il resto te lo lascio immaginare! Ma perché ti venne in mente di farle una sorpresa?

CESARE                  ECCO SPIEGATO TUTTO! STRACCIASTI IL MESSAGGIO!

ETTORE                   Certo…guardala da questo punto di vista: ti stavo aiutando…

  CESARE                  Sempre più infuriato VIGLIACCO!! E come mai la Contessa non si                                             accorse di nulla?

  ETTORE                  Si accorse, si accorse…

  CESARE                  E allora perché non ti scacciò dal letto dove tante ore di amore e di passione                                avevamo trascorso insieme?

  ETTORE                   Ah, questo proprio non lo so…continuava a ripetere “ Accidenti, Conte, ma cosa ti è successo stasera? Sei così…così…così diverso…così grande… così… così duro…”

  CESARE                  Sempre più arrabbiato BASTA COSI’! Non credo una sola parola…tu menti sapendo di mentire…ma...e la fasciatura? Perché quando il giorno dopo ti vidi fasciato non riuscii a collegare i due fatti? Era dunque l’amore che mi rendeva così cieco?

  ETTORE                  Ma che amore! Conte, Tu non eri cieco, eri cretino...ti dissi che ero caduto da                              cavallo.

  CESARE                  Cavallo? Quale cavallo? TU NON SEI MAI MONTATO A CAVALLO!

  ETTORE                  Lo vedi quant’eri cretino?

  CESARE                  Cercando di afferrarlo FARABUTTO, VIGLIACCO!!! Fermati, che te la faccio pagare! Fermati, rovina famiglie!

  ETTORE                   Evitandolo Senti chi parla!

  CESARE                  Ringrazia il cielo che sono un fantasma, altrimenti... Tendendo l'orecchio

                                    Sta arrivando qualcuno...

                                                                      

                                   SCENA IV

                                    CESARE, ETTORE, FRANCA, CARLA, LUIGI

Si apre la porta, e la mano di Franca cerca l'interruttore; lo trova

e accende la luce

  FRANCA                 Venite, venite...Isolina ha provveduto a sistemare la luce... entrate...

  CARLA                   Meno male, altrimenti c'era il rischio di urtare da qualche parte!

  LUIGI                       Entrando si guarderà intorno, poi con voce quasi isterica CHE MERAVIGLIA! E che orrore! Che meraviglia! E CHE ORRORE!!!

  CARLA                   Architetto, cerchiamo di deciderci...

  LUIGI                      CHE ORRORE!

  FRANCA                 Sì, l'ambiente fa piuttosto schifo, ma non mi pare il caso di drammatizzare...

  CARLA                   Sono sicura che con qualche ritocchino...

  LUIGI                       RITOCCHINO!?!? Via via via via via! Via tutto!! Guardando verso i fantasmi AHHH!!!!! UN MOSTRO!!! Cesare e Ettore si guardano interdetti

FRANCA                 Via, architetto, è solo un piccolo ragno! Passa tra i due fantasmi e lo schiaccia; sospiro di sollievo dei due

  CARLA                   Allora, architetto? Le è venuta qualche idea?

  LUIGI                       Oh, io sono un pozzo, una miniera di idee! Ma le idee non basta averle... bisogna anche saperle mettere in pratica...senta signora Franca, ma suo marito, quel fustacchione di Antonio, non viene? Preferirei parlare con lui…anche perché, se non ho capito male, è lui che paga…

  FRANCA                 Domani, architetto, domani…è dovuto rimanere in città a sistemare degli affari importanti.

  LUIGI                       Che peccato…è così un bell’uomo suo marito…e poi preferisco di gran lunga parlare con gli uomini che con le donne…non se ne abbia a male, ma con loro mi sento più in sintonia…allora vediamo…. Indicando alla sua destra Dunque, qua mettiamo il caminetto, con un meraviglioso tappeto orientale davanti... Là Indicando la poltrona dove è seduto Cesare al posto di quel vecchio rudere...Cesare scatta, ma Ettore lo blocca mettiamo un bel mobile bar, e poi...poi si vedrà! Lasciate fare a me, lasciate...

  CARLA                   Quanto tempo ci vorrà?

  LUIGI                       Mah, non so... una quindicina di giorni...al massimo venti...Vediamo un pò... Tira fuori un metro e misura dappertutto, appuntando su un notes; poi si porta davanti a Ettore e si inchina verso il pubblico, dimenandosi un pò; Ettore guarda prima lui, poi Cesare, quindi si copriranno ambedue il volto scotendo la testa Ecco fatto...vedrete che mansarda! VEDRETE CHE MANSARDA!!!

  FRANCA                  Sì, ma non si scaldi troppo....e si ricordi di quel divano!

  LUIGI                       E come potrei dimenticare quella splendida opera d'arte che avete acquistato all'asta? Giallo a fiorellini verdi e bleu...proprio quello che ci vuole in questo ambiente! Sarà un tocco di genialità e di colore in un ambiente decadente e demodè’…e poi vorrei mettere anche una statua, proprio lì, in quell’angolo…

  CARLA                    Una statua? Che tipo di statua?

  LUIGI                       Mah, pensavo a un discobolo, modello antica grecia, di duro marmo di Carrara. Naturalmente nudo.

  CARLA                    Naturalmente.

  FRANCA                 Senta, architetto, lasciamo stare la statua, mi sembra più una cosa da giardino…

  LUIGI                      Ma neanche per sogno! Ultimamente i nudi vanno così di moda…maschili,                                  naturalmente…il nudo femminile è così scontato…così vintage…

  CARLA                   Già, come se noi donne andassimo in giro nude dalla mattina alla sera!

  LUIGI                      Ma no, non volevo dire questo…come siete permalose voi femmine!

  CARLA                   Va bene, va bene…

  LUIGI                      E per il lampadario cosa avete intenzione di fare?

  FRANCA                 Lampadario? Quale lampadario?

  LUIGI                      Quello che non c’è.

  CARLA                   Quello che non c’è?

  LUIGI                      Ma sì, ma sì, intendevo dire che cosa mettiamo? Una luce centrale che                                         appiattisce tutte le ombre o un serie di faretti alogeni sulle pareti che esaltano                              i giochi di chiaro scuro e rendono la tridimensionalità dell’ambiente?

  FRANCA                 Mah, non saprei…lei che dice?

  LUIGI                      Ma il chiaro scuro e la tridimensionalità, naturalmente!

  FRANCA                 Naturalmente. Costa molto di più?

  LUIGI                      Ma naturalmente…tre, quattro volte di più…ma per avere un ambiente alla                                  moda e di classe qualcososina bisognerà pur spendere, no?

  CARLA                   Già, qualcososina si dovrà spendere…

  FRANCA                 Architetto, è in grado di farmi un preventivo?

  LUIGI                      E come faccio? Dipende da troppi fattori…dai materiali, dalla mano                                            d’opera…insomma, è un po’ difficile…

  FRANCA                 Ma così, senza impegno, in modo da regolarsi…una cifra indicativa…

  LUIGI                      Oddio, vediamo un po’…dunque, la paretina di vetrocemento rosa…il                                         pavimento andrà sicuramente recuperato…questo bel legno va assolutamente                              valorizzato…e poi ci sono i faretti, l’imbianchino, l’elettricista, il                                                  tappezziere…diciamo che si dovrebbe stare tra settanta e ottantamila euro…

  CARLA                   QUANTO? Ma ci si compra un appartamento!

  LUIGI                      Più naturalmente il mio onorario…insomma, trattate bene con cento si fa                                     tutto. E penso a tutto io, dai permessi alla mano d’opera.

  FRANCA                 Ah, ecco. Meno male che pensa a tutto lei. Ma qualcosa tanto dovrei riuscire                               a scaricare…con una fattura così alta…

  LUIGI                      AHHH!!!! FATTURA? CHI HA PARLATO DI FATTURA?                 

  CARLA                   Architetto! Non vorrà farci credere che si possono fare lavori per centomila                                 euro senza emettere fattura?

  LUIGI                      Certo che si può…basta essere accorti…e avere le conoscenze giuste…

  FRANCA                 E lei per le conoscenze è un vero asso, vero?

  LUIGI                      Proprio così…un vero asso. Figuratevi che all’ufficio urbanistica del Comune                              mi hanno soprannominato “ Rièccolo”…Adesso dovrei andare, il Conte                                       Altomiri mi attende in quel suo meraviglioso chalet di montagna per un                                               pigiama party...

CARLA                    Il Conte Altomiri? Riccardo Altomiri? Ma non  quello che  stato coinvolto nello scandalo dei quadri falsi?

LUIGI                       Sì, proprio lui... quante calunnie ho sentito negli ultimi tempi! Invidia! Solo invidia!

FRANCA                 Invidia? Ma se si è fatto anche due anni di carcere!

LUIGI                       Sciocchezze…fu accusato di vendere quadri falsi alla gente…

FRANCA                 Ora ricordo! Lo presero perché cercava di sbolognare un falso Renoir alla moglie del capo della polizia!

LUIGI                       Proprio così…ma era stato messo in mezzo…lui era convinto che il quadro fosse autentico…e invece quella brutta baldracca lo denunciò…e pensare che è un uomo tanto dolce e caro! Ma appena arrivo a casa sua ci penso io a consolarlo…

  FRANCA                 D'accordo, architetto, allora ci vediamo domani...alle cinque va bene?

  LUIGI                      Dunque vediamo…domani mattina sicuramente mi fermerò dal Conte                                         Altomiri, dopo una nottata come quella che mi aspetta…poi ho un pranzo di                               lavoro col sindaco e l’assessore all’urbanistica…sì, le cinque della sera è                                            proprio l'ora giusta...alle cinque della sera, come diceva il mio amico Garcia!                                    Bye bye! E se telefona Antonio, me lo saluti tanto…Esce

  CARLA                   Accidenti che preventivo! E meno male ti tratta bene! E senza uno straccio di                              fattura!

  FRANCA                 Che vuoi, è così bravo…

  CARLA                    Se è per questo è anche parecchio disonesto. Andiamocene anche noi, Franca... questo posto mi mette i brividi...finchè non avremo tolto tutto questo vecchiume...

FRANCA                 Non vorrai farmi credere che credi davvero a quelle pazze storie sui fantasmi inventate da Isolina?

  CARLA                   Ma no, solo che... non vorrei che arrivasse quel tuo amico...non doveva                                        venire oggi? Ostentando una falsa indifferenza Santo cielo, mi sfugge il                                        nome…come si chiama?

FRANCA                 Dai, Carla, smettila… Vincenzo si chiama, lo sai benissimo…

CARLA                    Ah, Vincenzo? Quel Vincenzo? L’amante di mia sorella, e cioè il tuo?

FRANCA                 Ma che amante e amante! Sai benissimo che non c’è ancora stato nulla tra noi.

CARLA                    Ma so altrettanto benissimo che ci sarà presto…eh, se ci sarà!

FRANCA                 Che cosa?

CARLA                    Qualcosa. Ma stai tranquilla, non ti biasimo…

FRANCA                 Vorrei vedere, con le storie che hai alle spalle!

CARLA                    E’ così un bell’uomo, quel Vincenzo…

FRANCA                 CARLA! Non ti provare a portarmelo via!

CARLA                    Tranquilla, non è il mio tipo…e poi non te l’ho forse presentato io?

FRANCA                 Questo è vero. Però sai, col tuo passato burrascoso…

CARLA                    Non cambiare discorso. Si sta parlando di te.

FRANCA                 Va bene, va bene….

CARLA                    Ma mi dici una volta per tutte come hai fatto a passare dieci anni della tua vita con quel cadavere di tuo marito? Così appiccicoso…se non sbaglio questa credo che sia la prima volta che ti lascia da sola.

FRANCA                 E’ vero…sempre attaccato alle sottane, con quella sua asfissiante gelosia…meno male che oggi al lavoro doveva fare una cosa che non poteva assolutamente rimandare!

CARLA                    Dimmi la verità: lo ami?

FRANCA                 Amarlo? Più passa il tempo e più sono disperata…ormai credo di odiarlo.

CARLA                    E allora perché non te ne vai?

FRANCA                 E dove dovrei andare? Io non ho nulla…ora poi che c’è questo castello di mezzo figurati me lo lascio scappare… E meno male che non abbiamo figli.

CARLA                    Ci mancherebbero solo quelli! Insomma, non sai decidere…

FRANCA                 Vedremo, Carla, vedremo. Ho detto a Vincenzo di venire qui proprio perché Antonio deve lavorare…e Vincenzo ha detto che oggi metterà le cose in chiaro…tutto dipende da questo incontro…mamma mia, come sono emozionata! Io un amante! ma ci pensi? Senti Carla, ti dispiacerebbe andare ad accoglierlo? E poi lo fai salire quassù in mansarda…qui nessuno ci disturberà. Ah, un’altra cosa…fai in modo che Isolina non lo veda…e tienila occupata, così sono sicura che non verrà quassù…E’ anziana, e poi mi sembra una donna così perbene, tutta casa e chiesa…chissà cosa potrebbe pensare, poverina…

CARLA                    Va bene, ma tu…tu resti qui da sola? Non hai paura?

FRANCA                 Macchè paura! Vai pure... tanto io sono tranquillissima, perciò è inutile che ti preoccupi per me...e poi di che cosa dovrei avere paura? Degli spettri che esistono solo nella testa di Isolina? Anzi, sai cosa faccio nell’attesa? Comincerò a dare una scopatina a questo posto.

CARLA                    Attenta…si comincia con una scopatina e poi chissà dove si va a finire…

FRANCA                 CARLA!

CARLA                    Va bene, va bene. Contenta tu…

                                  Carla esce; Franca si guarda attorno, poi la sua attenzione è attirata da un piumino in un angolo; lo prende e inizia a spolverare; Cesare e Ettore si avvicinano e la osservano molto da vicino

  ETTORE                  Però, niente male...

  CESARE                  Eh già. Ha tutte le sue cosine al posto giusto…

  ETTORE                  Proprio un bel bocconcino.

  CESARE                  Una volta tanto sono d'accordo con te. Avessi trecentotrenta anni di meno...

  ETTORE                   Ma tu non eri quello che era pentito? Quello che aspettava solo l'occasione giusta per fare del bene? E questo lo chiami far del bene?

  CESARE                  Che c’entra! Si fa per dire…e poi, anche se sono morto, ogni tanto mi assale  questo languorino…questa voglia di nuove avventure… Sento che qualcosa mi è rimasto, e fa ancora parte del mio essere…

  ETTORE                   Sì. Qualcosa ti è rimasto. Le corna ti sono rimaste.

  CESARE                  Mostrando il pugno Maledetto…ma verrà un giorno in cui ti presenterò il conto, e stai tranquillo che sarà salato…che servo traditore! E pensare che ti ho tolto dalla strada e sfamato…ricordati che non eri nessuno!

  ETTORE                   Invece ora che sono morto sono qualcuno?

  CESARE                  Che c’entra! Non t’ho mica ammazzato io! Anzi, a dire la verità non so nemmeno com’è avvenuto il tuo trapasso…e siccome si da il caso che ti ho mantenuto per quasi tutto il tempo della tua insignificante vita, almeno sapere come sei morto mi spetterebbe di diritto.

  ETTORE                   Eh! Che benefattore! E io ti ricordo, caro il mio nobile Conte dei miei stivali, che mai ho preteso un obolo da te, neanche quando con la mia prestanza fisica ti ho aiutato a tenere alto il nome della casata con le tue amanti…

  CESARE                  Maledetto! Vieni qui che ti strozzo! Rincorrendolo per la stanza, mentre Franca continua a pulire Fatti prendere! Fatti prendere…

                                   SCENA V

                                   CESARE, ETTORE, FRANCA, VINCENZO

                                  

                                     Si apre la porta ed entra Vincenzo, con un lenzuolo addosso e due buchi per                                gli occhi; Franca è girata verso il pubblico, perciò non lo vede.

  CESARE                   Toh! Un concorrente!

  ETTORE                  Ma dai! Succede tutto oggi?

  CESARE                  Evidentemente sì.

  ETTORE                   Ehi, tu, guarda che questo è territorio occupato! E poi, che ci fai con quel         ridicolo lenzuolo in testa?

  CESARE                   A Ettore Ma non ci sente?

  ETTORE                  Sarà duro d’orecchi… 

  VINCENZO             Andrà dietro Franca ed alzerà le braccia UHHHHHH!!!!!!!! Franca resta un attimo perplessa guardando verso il pubblico, e non trova il coraggio di voltarsi

  FRANCA                 Si volta lentamente e lo vede AHHHHH!!!! AIUTO!!!! Un fanta...un fanta....UNO SPETTRO!!!!! AIUTO!!!!!  

  VINCENZO             Togliendosi il lenzuolo Ci sei cascata! Ci sei cascata!  

  FRANCA                 VINCENZO?!?! Dandogli un sonoro schiaffo Toh!  

  VINCENZO             Ahi! Ma che ti ho spaventata? Sai, quella signora anziana…come si chiama? Ah, sì, Isolina… mi ha raccontato quella strana storia sui fantasmi, ed io non ho resistito alla tentazione...

  FRANCA                 Ah, non hai resistito, eh? CRETINO! E ALLORA NEANCHE IO RESISTO! Toh! Altro schiaffo

  VINCENZO             Ma Franca!

  FRANCA                 FRANCA UN ACCIDENTE! MA DICO, SEI SCEMO? Mi si è gelato il sangue! E Carla dov'è?

  VINCENZO             Carla? Tua sorella? Come, c’è anche tua sorella?

  FRANCA                 Certo che c’è anche mia sorella! Non è giù nel salone?

  VINCENZO             Io non l’ho vista.

  FRANCA                 Strano. Ti è venuta incontro, ma evidentemente non vi siete trovati. In compenso ti ha trovato Isolina…che ti ha chiesto?

  VINCENZO             Simpaticissima! Mi ha chiesto chi fossi…

  FRANCA                 E tu cosa gli hai detto?

  VINCENZO             E cosa gli dovevo dire? Un amico di Franca!

  FRANCA                 Ecco fatto…e lei?

   VINCENZO            Ha detto: “Ho capito, ho capito…dicono tutti così…”

   FRANCA                Che vuol dire dicono tutti così?

  VINCENZO             Ah, non lo so…e poi ha continuato “se la vuole credo che sia ancora su nella mansarda…” Simpatica, vero? Una donnina così perbene…

   FRANCA                Davvero. Speriamo non abbia sospettato niente…Accidenti, mi tremano ancora le gambe…

   VINCENZO            Avvicinandosi Perdonami, amore mio, non credevo che ti saresti spaventata così…mio piccolo fiorellino di prato…

   FRANCA                Ho il cuore in gola…

   VINCENZO            Stringendola Scusami scusami scusami…siamo soli…che ne dici?  L'occasione è buona, non credi?

  FRANCA                 Timorosa Beh..sì…sarebbe...

  VINCENZO             Adesso, in questa soffitta, faremo ciò che abbiamo sempre desiderato fare...e che abbiamo sempre e scioccamente rimandato.

  FRANCA                  Imbarazzata Sa...sarebbe?

  VINCENZO             Amore...La bacia sul collo, e continuano a parlare a bassa voce durante tutto il colloquio seguente che avranno Ettore e Cesare.

CESARE                  Accidenti! Non credevo che dopo tanti anni mi toccasse assistere ad una cornificazione in cui io non c'entro niente!

  ETTORE                  Ti brucia, eh?

  CESARE                  Se mi brucia! Ma tu non puoi capire...

  ETTORE                   Lo capisco, lo capisco…

  CESARE                  Già, mi era passato di mente… Cosa non darei per poter essere quel Vincenzo! Sospiro Basta. Non pensiamoci più...questa è l'occasione che aspettavamo da due secoli.

  ETTORE                   Che aspettavamo? Cioè?

  CESARE                  Non dobbiamo fare un'opera di bene per redimerci? Ebbene, ecco qui la più meravigliosa idea degli ultimi trecento anni: sai cosa faremo?

  ETTORE                   No, cosa faremo?

  CESARE                  Faremo in modo che questa cornificazione non avvenga!

ETTORE                   A parte il fatto che interrompere questi due non so se è da considerarsi un'opera di bene, ma poi, come possiamo evitare una cornificazione che è ormai prossima all’avvenire?

CESARE                  All’avvenire…ma come parli bene! Sono già un centinaio d’anni che mi chiedo chi ti abbia aiutato a allargare così i tuoi orizzonti culturali…

ETTORE                   Lasciamo stare, lasciamo stare…

CESARE                  E perché? Devo essere geloso anche di un tuo maestro?

ETTORE                   O magari maestra…

CESARE                  Maestra? Ma insomma, che stai dicendo?

ETTORE                   E va bene, tanto ormai siamo in vena di confessioni…te lo posso anche dire. Vuoi sapere chi è stata la mia maestra? La Baronessa Ansaldi Lubrani.

CESARE                  CHI?

ETTORE                   Dai, su che hai capito benissimo!

CESARE                  La Baronessa Ansaldi Lubrani?

ETTORE                   Proprio lei. La tua promessa sposa da sempre…che poi non ti sposò mai.

CESARE                  MA TU NON POTEVI FREQUENTARLA!

ETTORE                   E perché no? Fu lei che, mentre tu eri a tentare di consolare altre anime femminili, mi istruì, e infuse in me un po’ di cultura…lunghe serate al focolare a parlare di scienze e filosofia…

CESARE                  Ah, parlavate di filosofia…eh sì, era una donna coltissima…e ci andavi tutte le sere?

ETTORE                   Magari! No, solo quando era il mio turno.

CESARE                  Quando era il tuo turno? Che vuol dire quando era il tuo turno?

ETTORE                   Ricordo che aveva tutta la settimana occupata…tu ci andavi il venerdì…e ricordo che era impegnata anche tutte le altre sere della settimana.

CESARE                  MA CHE STAI DICENDO? IMPEGNATA A FAR COSA?

ETTORE                   Via, Cesare, non mi fare entrare in particolari…

CESARE                  ERA CASTA E PURA! MAI ME LA DETTE, NONOSTANTE LE MIE INSISTENZE, PERCHE’ DICEA CHE VOLEA ARRIVAR ILLIBATA AL MATRIMONIO!

ETTORE                   Figurati…eravamo in quattro…io, Peppe il Pennone, Luigi del Gobbo e Frà Cristoforo…

CESARE                  FRA’ CRISTOFORO?!?!?

ETTORE                   E già. Io il lunedì, il martedì toccava a Peppe, il mercoledì c’era Luigi, il giovedì e il sabato Frà Cristoforo che faceva il doppio turno, la domenica riposo…anche se qualche volta, dopo la messa, si infilava in sacrestia…

CESARE                  CON FRA’ CRISTOFORO!

ETTORE                   Non sempre. A volte anche con frà Gaudenzio…

CESARE                  FRA’ GAUDENZIO? MA AVRA’ AVUTO CINQUANT’ANNI!

ETTORE                   Eh, ma era sempre in gamba…

CESARE                  SACRIPANTE! E CON TUTTI VOI, LEI…

ETTORE                   Eh già. Con tutti noi…però uno alla volta, eh!

CESARE                  E allora perché a me mai la dette?

ETTORE                   Forse perché ci andavi di venerdì che è vigilia. Niente ciccia.

CESARE                  E pensare che io l’amavo…

ETTORE                   Figuriamoci!

CESARE                  E voi me l’avete sciupata!

ETTORE                   NOI? Ma che stai dicendo? In città la chiamavano l’acquasantiera…

CESARE                  Acquasantiera? E perché?

ETTORE                   Perché ci inzuppavano tutti! Fa il gesto con la mano.

CESARE                  BASTA! NON VOGLIO PIU’ DARTI ASCOLTO, LURIDO SERVO DELLA MALORA!

ETTORE                   Va bene, mi taccio. Ma con loro Indica i due che facciamo?          

CESARE                  Aspetta, fammi pensare... potremmo spaventarlo...ma no, non servirebbe a niente...appena fuori di qui la cornificazione avverrebbe lo stesso...bisogna... ci sono! Bisogna eliminarlo!

  ETTORE                   Ecco, bravo, si ammazza e non ci si pensa più...sarebbe questa l'opera di                                        bene? Ma non dire cretinate!

  CESARE                  E' mai possibile, vile plebeo, che tu capisca sempre lucciole per lanterne? D’altra parte la tua cultura è quella che è...

  ETTORE                   Ah sì? Vuoi che ti metta al corrente dei particolari con la mia insegnante di cultura, la Baronessa?

  CESARE                  No, no…volevo dire che bisogna eliminarlo dalla testa di Franca! Prendere possesso della sua mente e forzarlo a dire cose che non si sognerebbe mai di dire... cose senza senso...

  ETTORE                  Buona idea! Ci penso io!

  CESARE                  Eh no, caro mio! L'idea  mia, e spetta a me metterla in pratica... tu siediti e osserva il maestro: ti potrà essere d'aiuto in altra occasione. Cesare si mette dietro Vincenzo con la testa tra le mani, concentrandosi; Ettore si siede ai suoi piedi, aspettando                                         

  VINCENZO            Dimmi che mi ami!

  FRANCA                 Ti amo!

  VINCENZO             E’ così bello sentire la tua bocca che dice quelle parole…dimmelo ancora, ti prego! Dieci, cento, mille volte! Dimmelo per tutta la vita!

  FRANCA                 Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo… Vincenzo si porta una mano sulla

                                    fronte Amore, che ti succede?

VINCENZO             Facendo gli occhi un po’ strani No, no, non è niente...sarà l’emozione del momento…ho avuto come un vuoto in testa, una vertigine...ma è stato solo un attimo, ora è passato...sto benissimo. Sto sempre benissimo quando sono solo insieme a te.

FRANCA                 Non sarai mica come quegli uomini che promettono mari e monti e quando arrivano al dunque è già tanto se ti portano in campagna?

VINCENZO             Eh? Cosa vuoi dire?

FRANCA                 Dicevo, non sarai mica uno di quelli che promettono esplosioni di dinamite e poi invece non si trova neanche la miccia?

VINCENZO             Franca, non ti capisco…

FRANCA                 Sì, buonanotte!

VINCENZO             Non vorrai dormire proprio ora!

FRANCA                 Ah, ho capito…stai scherzando! Vincenzo, tu non puoi immaginare...non puoi sapere...una vita vissuta con quel cretino di Antonio! Sempre appiccicato alle sottane, sempre dietro, giorno e notte,  senza mai un attimo di tregua, un po’ di libertà...figurati che se non chiudessi la porta a chiave mi seguirebbe anche in bagno…non ho mai conosciuto una persona più gelosa di mio marito…ma il destino ha voluto che la mia strada si incrociasse con la tua, e sono sicura che d’ora in poi tutto questo cambierà!

                                  Da questo punto in avanti Vincenzo parlerà come se fosse telecomandato da Cesare, il quale mimerà le parole del colloquio; l’ideale sarebbe se fosse dietro in piedi e lo manovrasse come se si trattasse di una marionetta

VINCENZO             Ed ora che ci siamo trovati staremo sempre insieme, per tutta la vita... non ci lasceremo mai...nemmeno per un giorno...

FRANCA                 Nemmeno per un giorno…

VINCENZO             Neanche per un minuto…

FRANCA                 Neanche per un minuto…

VINCENZO             Nemmeno per un attimo…

  FRANCA                 Oddio Vincenzo, così corri il rischio di diventare appiccicoso come Antonio!

  VINCENZO                        BENE!

  FRANCA                 Come bene?

  VINCENZO             Sì, perchè io voglio esserlo! Voglio amarti ora per ora, minuto per minuto, attimo per attimo! Cogliere i momenti più nascosti della tua vita e riempire un forziere con essi…e poi mostrarli a tutti, e dire :”Ecco, vedete? Questa è la mia Franca! Questa è colei che mi ha strappato il cuore dal petto, che ha riempito i miei squallidi giorni con la sua meravigliosa presenza. Questa è la mia Franca, che giammai si staccherà da me, o io da lei; legati a doppio filo come un paltò rimesso a nuovo, come un lenzuolo rattoppato; saremo l’un l’altra come Ulisse e Penelope, come Penelope e Ulisse; ma questo Ulisse non farà nemmeno un passo senza la sua amata! E mai, dico mai, lascerà il talamo nunziale per andare a Troia!

  FRANCA                 VINCENZO!

  VINCENZO             Non preoccuparti, è solo un modo di dire…volevo affermare senza ombra di  dubbio che non solo mai andrà a Troia, ma che se anche dovesse succedere, mai si tratterrà dieci anni come fece il prode Ulisse!

  FRANCA                 VINCENZO!

  ETTORE                   Ho come l’impressione che tu sia entrato in un ginepraio…

  CESARE                  Lascia fare a me…

FRANCA                 Veramente...questa relazione...sempre ammesso che si possa chiamare così...me la immaginavo diversa...

VINCENZO             Diversa?

FRANCA                 Sì, diversa…più…più tranquilla, ecco!

VINCENZO             Tranquilla? Può l’uragano placarsi di botto? Può il mare in tempesta fermare le sue onde affinchè le Sirene facciano sentire il loro canto a Ulisse che sta tornando da Troia?

ETTORE                   E dai con questa Troia…

VINCENZO             NO! NON PUO’! E sai perché non può? Eh? Lo sai?

FRANCA                 No, perché?

VINCENZO             Toccandosi la fronte Al momento mi sfugge, ma appena mi torna in mente te lo comunico.

FRANCA                 Vincenzo, sei strano…ma sei sicuro di sentirti bene?

VINCENZO             Ma certo che sto bene! Mai stato meglio! E ora io voglio fuggire con te, andare...che so? In un'isola sconosciuta, dove conteremo insieme i giorni che ci separano dalla morte! E l'attenderemo sereni, abbracciati sotto una palma, con i nostri sette figli che ci ringrazieranno per aver data a loro la vita...

  FRANCA                 QUANTI?!? SETTE FIGLI? MA SEI IMPAZZITO? MI VERRANNO LE                               SMAGLIATURE SULLA PANCIA!

  VINCENZO             Impazzito? Non sono mai stato così lucido come in questo momento...Però quando hai ragione hai ragione. Ho sbagliato, lo ammetto. Sette figli sono davvero pochi…e va bene, facciamo undici e non se ne parla più.

  FRANCA                 UNDICI?!?!? MA SEI SCEMO?!?

  VINCENZO             E mentre io sarò a  caccia o a pesca sulla nostra piccola isola d'amore, tu li vedrai crescere sani e robusti, li allatterai, giocherai a bocce con loro con le noci di cocco…fino al mio ritorno. Al mio ritorno dovrai cucinare ciò che ti porterò, mentre io, stanco della dura lotta sostenuta con qualche belva feroce, mi sprofonderò in poltrona ad ammirarti e a ringraziare Iddio di averti conosciuta…e dopo cena…dopo cena la bestia che è in me prenderà di nuovo il sopravvento, e ti farò mia tutta la notte, e forse anche la mattina seguente fino a pomeriggio inoltrato.

  ETTORE                  Bravo Cesare, continua così!

  VINCENZO                        Dì la verità, ti piace il mio programma?

  FRANCA                 Molto più fredda di prima Senti Vincenzo, non credi di correre un po’ troppo? Dopo tutto tra noi due c'è stato solamente qualche bacio...chi ti dice...sì, chi ti dice che io voglia iniziare questa relazione?

  VINCENZO            Chi me lo dice? Ma se prima mi hai detto che mi ami!

  FRANCA                 Beh, prima era prima, e ora...è ora.

  VINCENZO                        Oh, come son volubili le donne! Niente a lor paragone son le canne al vento!

  FRANCA                 O Vincenzo, ma come parli? Sembra che tu viva nel settecento!

  ETTORE                  Dai Cesare, aggiornati un po’…

  VINCENZO                        FRANCA! Non puoi cambiare idea così, nel giro di tre minuti!

  FRANCA                 E chi lo dice che non posso? La vita è mia, e ne faccio quello che mi pare!

  VINCENZO            Adesso capisco tutto! Tu non sei altro che...che...una donnaccia, ecco!

  FRANCA                 VINCENZO!!!!

  ETTORE                  Vai, Cesare, vai ora!

  VINCENZO             Una donnaccia, sì, una donnaccia! Una che vuole solo un amante, di nascosto dal marito, che vorrebbe vivere in una situazione di comodo, rendendosi più piccante la vita nel costante pericolo di essere scoperti! Povero Antonio! Con tutte le donne che ci sono al mondo è andato a scegliere proprio una come te... e pensare che per poco non ci cadevo anch'io! Penelope…Ulisse…Oh, come avrebbe sofferto il vate Omero al cospetto di una simile e penosa storia d’amore che d’amor non ha parvenza! Mille volte meglio se il prode Ulisse fosse rimasto a Troia!

FRANCA                 Sull'orlo di una crisi ADESSO BASTA!!!! NON HO PIU' INTENZIONE DI FARMI INSULTARE DA TE!!! Sai che ti dico? Addio, latin-lover da strapazzo! E ricordati che non è questo il modo di trattare con una signora!

  VINCENZO             Guardandosi intorno Dov'è questa signora? Non la vedo!

  FRANCA                 Ah, non la vedi, eh? Mostrandogli il palmo aperto E questa la vedi? Toh! Gli dà uno schiaffo

VINCENZO             ZOCCOLA! Vincenzo le rende lo schiaffo; Franca ha una crisi di  nervi, batte i piedi stizzita ed esce piangendo, lasciando la porta aperta; Vincenzo ride a lungo, poi si ferma, torna serio e si porta una mano sulla fronte; Cesare si sveglia dalla catalessi ed alza la testa

VINCENZO             Dove... dove sono? Cos' successo? E dov'è Franca? Franca, dove sei? Se n'è andata! Ma perchè? Cosa le ho fatto? E perchè non ricordo più nulla? Non capisco cosa sia successo… Franca? FRANCA?!?! Si siede sulla poltrona

                                                                      

FINE PRIMO ATTO

                                  

SECONDO ATTO

            Praticamente il continuo del primo atto; Vincenzo è in poltrona

     che sta dormendo, i fantasmi lo stanno guardando ridendo.

                                   SCENA VI

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO,

                                   Cesare ed Ettore ridono a crepapelle

  ETTORE                  Undici...ah, ah! Undici figli... hai visto come correva Franca?

  CESARE                  Che idea che ho avuto...ah,ah! Stai sicuro che lei non lo vorrà più vedere! "Zoccola"! Devi ammettere che quando voglio… Hai sentito? Mai andrò a Troia!

  ETTORE                  Senti, è già un quarto d’ora che dorme…ma starà bene?

  CESARE                  Ma certo che sta bene…è spossato, non dimenticare quello che ha passato questi ultimi dieci minuti…

  ETTORE                   Devo ammettere che erano lustri e lustri che non ridevo così!

  CESARE                  E io erano almeno tre secoli che non entravo nel corpo di qualcuno…

  ETTORE                   Beh, almeno stavolta una decina di minuti sei durato! Ah, ah!

  CESARE                  Che fai, ricominci? E smettila di ridere!

  ETTORE                   Dai, non te la prendere…ormai siamo spiriti…cerchiamo di comportarci dignitosamente.

  CESARE                  Certo che anche la mia morte  stata un pò comica...quasi una burla del                                          destino...

  ETTORE                  Eh sì! Proprio comica! E proprio in questo castello…Eri con la signora...                                      come si chiamava?

  CESARE                  Anna, si chiamava Anna...

  ETTORE                   …quando improvvisamente sentisti schiavacciare alla porta...credendo che fosse il marito sfoderasti il tuo miglior francese e dicesti "Addio!", facendo un balzo felino dalla finestra aperta, ma dimenticando che eri in cima ad una torre! Venti metri di salto! Ah, ah! Che cretino!

CESARE                  Non ero cretino. Sapevo che sotto c’era il fossato con l’acqua…

ETTORE                   Però non sapevi che il giorno prima il padrone del castello l’aveva fatto riempire di coccodrilli.

CESARE                  Non erano coccodrilli, erano alligatori.

ETTORE                   Mi sembra che il risultato sia stato lo stesso. Ti hanno mangiato.

CESARE                  Fu un errore di valutazione…

  ETTORE                  No! Ah, ah! Fu un errore di persona!

  CESARE                  Che vuoi dire?

  ETTORE                   Che se invece di buttarti dalla finestra avessi aspettato solo un momento, avresti visto il tuo fedele servo che veniva a finire ciò che tu avevi lasciato a metà!

  CESARE                  Ma come?!!?.. Non era il marito? ERI TU???? ANCHE QUELLA VOLTA?                              MA AVEVI UN’IDEA FISSA NELLA TESTA?

  ETTORE                  Senti chi parla! Ero proprio io, sì...ma stavolta ero in anticipo.

  CESARE                  Mi fai... mi fai così rabbia che ti ammazzerei!

  ETTORE                   Beh, se ti può consolare ad ammazzarmi ci pensò il marito di Anna che rientrò dopo un paio d'ore...io provai a spiegargli che ero lì per errore, ma quando mi chiese come mai ero nudo e io gli risposi che avevo caldo s’arrabbiò come una scimmia...anche perché era gennaio…e subito dopo mi prese e mi buttò di sotto alla torre.

  CESARE                  Anche tu nel fossato degli alligatori?

  ETTORE                   Anch’io nel fossato degli alligatori…ma mi salvai. Avevano già mangiato te, e non mi degnarono neanche di uno sguardo. Stavano piangendo tutti…chissà, forse non gli eri piaciuto…

  CESARE                  E allora quale fu la causa della tua morte?

  ETTORE                   Raffreddore. Troppo gelida l’acqua. Morii appena giunsi a riva.

  CESARE                  Ecco perché sei anche tu in questo castello! Perché anche tu sei deceduto qui!

  ETTORE                   Appunto.

  CESARE                  Che fine ignobile!

  ETTORE                   Invece te, eh? Mangiato dai coccodrilli…

  CESARE                  ALLIGATORI!

  ETTORE                   Certo...ah, ah! Certo che come spettro potrai essere anche accettabile, ma come umano eri proprio un'idiota! (Un rumore) Ancora gente! Ma quando finirà questo via-vai?

                                                                                 

                                   SCENA VII

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO, CARLA

                                   Entra Carla, timorosa…vede Vincenzo e lo scuote

  CARLA                   Vincenzo…Vincenzo! Svegliati, ti devo parlare! Vincenzo!

  ETTORE                  E’ arrivata la sorellina…

  CARLA                   Scuotendolo Vincenzo!

  CESARE                  Se continua a scuoterlo così prima o poi vomita…

  VINCENZO                        Svegliandosi Chi è? CARLA! CHE CI FAI QUI?

  CARLA                   Alzati, ti devo dire una cosa.

  VINCENZO                        E non me la puoi dire se sto seduto? Mi gira un po’ la testa…

  CARLA                   No. Viene male. Alzati.

  ETTORE                  E alzati, Vincenzo!

  VINCENZO                        Si alza e si mette di fronte a Carla Ecco. Dimmi.

  CARLA                   Gli da’ un sonoro schiaffo IDIOTA! Ora ti puoi sedere.

  VINCENZO                        Ma perché? Che ho fatto?

  CARLA                   NON LO SO COSA HAI FATTO! Ma sono sicura che lo schiaffo te lo                                      meriti…e forse te ne meriti anche due. Giù nel salone c’è mia sorella che                                      frigna come un poppante. Non mi ha voluto dire nulla. Anzi, non riesce a                                 dirmi nulla, perché continua a singhiozzare…che cosa le hai fatto?

  VINCENZO                        Senti Carla, se ora ti dico che non mi ricordo nulla di quello che è successo                                  tra me e tua sorella, mi credi?

  CARLA                   No.

  VINCENZO                        Appunto.

  CARLA                   Ma è possibile che riesci sempre a rovinare tutto? Quale era il piano?

  VINCENZO                        So benissimo qual’è il piano…

  CARLA                   Allora ripetimelo, perché non sono sicura che tu abbia capito bene.

  VINCENZO                        Ma dai, Carla…certo che ho capito…

  CARLA                   E ALLORA RIPETIMELO!

  VINCENZO                        Far innamorare Carla…

  CARLA                   E poi?

  VINCENZO                        Farci sorprendere in atteggiamento amoroso da Antonio, in modo che  la                                      ripudi…

  CARLA                   Bravo! Questa la prima parte del piano…e la seconda?

  VINCENZO                        Entri in azione tu…e consoli Antonio…ti fai sposare e vieni a vivere nel                                       castello…

  CARLA                   Non sei così scemo come sembri…e dopo?

  VINCENZO                        Dopo Antonio avrà un incidente…e ci godremo il castello io e te!

  CARLA                   BRAVO! E allora, se il piano è questo, avrei dovuto trovare mia sorella felice                              come una Pasqua dopo essere stata quassù nella mansarda da sola con te. E                                 invece l’ho trovata che piangeva, quindi mi chiedo: perché?

  VINCENZO                        Credimi, Carla, non ricordo…ho come un vuoto nella testa…

  CARLA                   Questo è sicuro. Un buco nero.

  VINCENZO                        Aspetta, cerco di rimediare…vado giù e vedrai che saprò farmi perdonare.

  CARLA                   Lo spero per te, altrimenti avremo lavorato tutto questo tempo per nulla…

  VINCENZO                        Vedrai, vedrai…vieni giù con me?

  CARLA                   Certo, vai avanti tu, ti seguo subito…cerco di fare velocemente il punto della                              situazione… Vai, vai…e comportati bene, stavolta! Vincenzo esce, e Carla si                              siede sulla poltrona, pensierosa.

  CESARE                  Ettore, hai sentito che tresca?

  ETTORE                  Ho sentito, ho sentito…

  CESARE                  E’ una congiura bella e buona! Dobbiamo sventarla!

  ETTORE                  E come, mio prode Conte?

  CESARE                  ETTORE! Non mi prendere in giro!

  ETTORE                  Lo sai benissimo che non ci possiamo muovere da qui. Non possiamo                                           intervenire su ciò che accade al di fuori di questa stanza.

  CESARE                  Sacripante! E’ vero, non ci avevo pensato…

  ETTORE                  Ultimamente fai fatica a pensare, mio prode Conte Cesare…

  CESARE                  E smettila di chiamarmi prode Conte! Mi da ai nervi!

  ETTORE                  Conte, sono trecento anni che mi sbeffeggi non appena ti si presenta                                            l’occasione. Ora tocca a me…tu non immagini neanche per quanto tempo ti                                 potrei deridere…

  CESARE                  Perché? Me ne hai combinate altre?

  ETTORE                  Povero il mio Conte Cesare…tutti i giorni te ne combinavo una! Ma tu eri                                    troppo preso dal tuo orgoglio per accorgertene…vivevi nel tuo mondo, e                                     credevi che tutto quello che era fuori da questo mondo fosse stato messo lì                             per servirti…povero illuso! Rumori Accidenti! Ancora gente!

   CESARE                 E adesso? Chi arriva adesso?

   CARLA                  Sono già qua? Carla si nasconde dietro al tavolo, in modo da                                                        vedere la poltrona ed essere vista dal pubblico.

 

                                   SCENA VIII

                                   ETTORE, CESARE, CARLA, VINCENZO, FRANCA

  VINCENZO                        Entra tenendo Franca per la mano; Ti prego, vieni!

  FRANCA                 Perché mi hai trascinato un’altra volta quassù?

  VINCENZO                        Perché ti devo dire una cosa importante…

  FRANCA                 E non me la potevi dire nel salone?

  VINCENZO                        Non volevo essere interrotto…Isolina gira per tutte le stanze…quando meno                               te lo aspetti te la vedi apparire davanti…

  FRANCA                 Ormai è tardi. Quello che mi hai detto prima è stato tremendo. Non ti                                          perdonerò mai.

  VINCENZO                        Ascoltami, Franca. Io non so cosa sia successo poco fa, perché non lo ricordo.                             Devo aver accumulato tanta di quella stanchezza al lavoro che mi ha fatto                                   fare un corto circuito al cervello…

  FRANCA                 Questo non giustifica quello che mi hai detto. Ma rendi conto? Mi hai                                          chiamata Zoccola!

  VINCENZO                        Non ci credo! Davvero?

  FRANCA                 Davvero, sì. ...mi hai parlato di un'isola, e che mi avresti fatto fare 11 figlioli.

  VINCENZO            Ma dai! Undici?

  FRANCA                 Undici, sì! E io ti ho preso a sberle!

  VINCENZO                        Ecco perché sono tutto indolenzito! Ma hai fatto bene. Me le meritavo. Ma                                  hai sentito? Ti ho detto cose senza senso…segno che non ero in me.                                             Credimi Franca, ho un vuoto di memoria enorme...l’ultima cosa che ricordo                                 di quel momento è che ci siamo seduti qui, proprio come siamo ora. Vieni                                    qui, ascolta...la tira verso di sè e le comincia a parlarle in un orecchio.

  CESARE                  Ecco qua. Visto? A volte la provvidenza...basterà che io ora faccia come                                      poco fa…e il gioco è fatto!

  ETTORE                  E no, caro il mio Cesare, adesso tocca a me!

  CESARE                  A te?  Ma non sei capace!

  ETTORE                  Certo che sono capace.

  CESARE                  Rovinerai tutto!

  ETTORE                  Non rovinerò nulla.

  CESARE                  Non ci riuscirai mai!

  ETTORE                  Ricordati che in vita sono riuscito a fare tutto quello che hai fatto tu. E da                                   quello che mi risulta anche meglio!

  CESARE                  E va bene, allora accomodati...sono proprio curioso di vedere cosa succederà!

  ETTORE                  Ho un piano tutto mio. Guarda e stupisci del tuo servo... Si concentra

  VINCENZO                        Facciamo finta che non sia successo nulla. Questo è il momento giusto per                                   ricominciare tutto da capo…

  FRANCA                 È vero, forse sono stata troppo impulsiva...ha uno scatto, e stavolta è lei                                       quella posseduta, ed Ettore la guida.

  VINCENZO                        Vieni, amore, cominciamo con un bacio. Il resto verrà da solo...

  FRANCA                 Eccomi, Vincenzo...non vedo l'ora di essere tua ...sono qui, prendimi!

  VINCENZO                        No...cioè sì...ma qui? Ma ora?

  FRANCA                 E quando sennò?

  VINCENZO                        Ma io credevo che tu volessi parlare del nostro futuro…

  FRANCA                 Dopo si parlerà anche di quello. Ma ora non vedi che brucio di passione?

  VINCENZO                        Sì ma...non ti ho mai visto così. Ti senti bene?

  FRANCA                 Certo si comincia a spogliare Allora? Che fai? Non mi salti addosso? Non                                   senti le campane che suonano? Forse non ti piaccio?

  CESARE                  Ma cosa diavolo sta succedendo? Ah, ho capito! Stai influenzando Franca!

  ETTORE                  Perspicace, eh? Ora sta zitto e lasciami lavorare...

  FRANCA                 Sai che farò quando io e te saremo insieme?

  VINCENZO                        No, che farai amore mio?

  FRANCA                 Ti riempirò di corna.

  VINCENZO                        Cosa farai?

  FRANCA                 Uffa! Vuoi che te lo metta per scritto? Ti riempirò di corna. Sulla tua testa                                   non si dovrà più vedere un capello. Solo corna ramificate.

  VINCENZO                        FRANCA! Ma perchè mi dici questo?

  FRANCA                 Semplice. Perché sei un debosciato, un uomo senza spina dorsale, e il piano                                 che hai escogitato con mia sorella per impadronirvi del castello non vi                                          riuscirà mai.

  VINCENZO                        Piano? Che piano? Ti giuro…

  FRANCA                 Non giurare, idiota. So tutto.            

  VINCENZO                        Ma come...come hai fatto a…

  FRANCA                 Questo non è importante.

  VINCENZO                        E Carla…Carla sa che tu sai?

  FRANCA                 E come potrebbe non saperlo? È lì dietro quel tavolo lì! Indica il tavolo

  VINCENZO                        Dietro il tavolo?

  FRANCA                 Dietro il tavolo, sì. Carla, vieni fuori da lì, forza.

  CARLA                   Titubante Eccomi....

  FRANCA                 Vieni Carla, non aver paura. Sei pur sempre mia sorella.

  VINCENZO                        E io?

  FRANCA                 Tu sei un idiota competo, non ti manca niente. Vattene via per sempre dalle                                 nostre vite, prima che ti riempia di schiaffi.

  VINCENZO                        E tu Carla che dici?

  CARLA                   Ormai il piano è fallito, e io devo farmi perdonare. Ha ragione mia sorella,                                   vattene, altrimenti quando con gli schiaffi ha finito lei comincio a darteli io.

  VINCENZO                        Grazie, per oggi sono a posto così. Me ne vado. Ma di una cosa potete stare                                 certe: non mi vedrete mai più! Esce velocemente.  

  FRANCA                 Carla, io ti perdono, ma tu promettimi una cosa.

  CARLA                   Tutto quello che vuoi, sorellina mia…

  FRANCA                 Tra un minuto esatto io dimenticherò tutta questa storia. E tu farai altrettanto.                             Non ne parleremo mai più.

  CARLA                   Te lo prometto. Mai più. Grazie Franca.

  FRANCA                 Io ti sembrerò strana, ma tu non ci farai caso.

  CARLA                   No. Cioè sì. Insomma, non ci farò caso.

  FRANCA                 Bene. Butta giù la testa e sviene; Carla la sorregge mentre Ettore si rilassa.

  CARLA                   Oh mamma mia Franca, che ti prende?

  FRANCA                 Santo cielo la mia testa…ma che è successo?

  CARLA                   Hai avuto un mancamento…stai bene?

  FRANCA                 Sono tutta scombussolata…l’ultima cosa che ricordo è che stavo parlando                                   con Vincenzo…dov’è?

  CARLA                   Se n’è andato per sempre.

  FRANCA                 Bene. Dopo quello che mi ha detto è il minimo che poteva fare…vieni,                                        andiamo giù nel salone…qui mi sembra che mi manchi l’aria.

  CARLA                   Sì, andiamo. Escono

                                   SCENA IX

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO.

                                  

                                   Non appena le donne sono uscite entra Vincenzo

  VINCENZO            Entrando Permesso?

  CESARE                  Accidenti! Perché è tornato?

  ETTORE                  E come ha fatto a non vedere Franca e Carla?

  VINCENZO                        Guarda verso Cesare e Ettore Buonasera...

  CESARE                  Ma... ma chi saluta?

  ETTORE                  Boh?

  VINCENZO            Voi, saluto voi...chi altri dovrei salutare? Non c’è nessun altro qui!

  CESARE                  Ma tu... tu ci vedi!

  VINCENZO            Certo che vi vedo! Non sono mica cieco!

  ETTORE                  E ci senti!

  VINCENZO             E dai! Secondo voi dovrei essere sordo? E cieco? Tra sè Con tutti i fantasmi che ci sono, proprio con questi due idioti mi dovevano mettere?

  CESARE                  Ma com'è possibile? Eri qui pochi minuti fa...e non ci vedevi, nè ci sentivi!

  VINCENZO             Sì, ma adesso c'è una sostanziale differenza..dovete sapere che quando sono corso fuori sono scivolato su un gradino di quella vecchia scala ed ho battuto la testa dopo averla ruzzolata tutta...ed eccomi qua.

  CESARE                  OH, NO!

  VINCENZO             Permettete che mi presenti? Vincenzo Bevilacqua, ragioniere. Lavoro...anzi, lavoravo in un'azienda tessile.

CESARE                  Molto piacere. Io sono il Conte Cesare Ugolotti, e questi è il mio fedele servitore Ettore.

ETTORE                   Servitore? Servitore un corno! Da morti siamo tutti uguali…

”E bravo Cesare! Proprio una bella idea hai avuto! Altro che opera di bene..." Bisogna eliminarlo", avevi detto...va là, che ci sei riuscito benissimo!

CESARE                  Ma che vai a pensare! Lo sai bene che  stata solo una disgrazia! Io ho fatto la mia parte, non volevo certo che accadesse tutto questo! Non puoi darmi la colpa se è successo una cosa che non ho minimamente pensato!

VINCENZO             Ma insomma, vorreste avere la cortesia di spiegare qualche cosa anche a me? Ho come il sospetto che debba ringraziare voi due se ci ho rimesso la pelle!

CESARE                  Beh, in un certo senso…

ETTORE                   Ecco qua i fatti: questo idiota ha avuto la fantastica idea di sostituirsi a te nel colloquio che hai avuto poco fa con Franca...

CESARE                  E invece questo idiota ha sostituito Franca nel colloquio successivo…

VINCENZO             Colloquio? Quale colloquio? Non ricordo niente…E come avrebbe fatto a sostituirmi?

  ETTORE                   Te lo spiegherò un'altra volta...che stavo dicendo? Ah, sì; dopo essersi sostituito a te ha trovato il modo di rompere sul nascere la tua relazione con Franca.

  VINCENZO            Ah, sarebbe dunque questo vecchietto la causa del mio trapasso?

  CESARE                  VECCHIETTO?!? NON HO NEPPURE QUATTROCENTO ANNI!

E poi...devi sapere che eri quasi riuscito a risistemare le cose, ma è arrivato           Ettore e t’ha dato il colpo di grazia. Però devi credermi: nessuno di noi due ti    voleva morto.

VINCENZO             Già, però eccomi qui, e chissà per quanto tempo…

ETTORE                   Tranquillo, ci farai l’abitudine…

VINCENZO             Mah…in fondo pensavo che morire fosse molto peggio...Invece vediamo, udiamo, e da quel che ho capito abbiamo conservato anche i sentimenti...non è vero?

CESARE                  Sì, è vero, ma non devi rallegrarti per questo...sapessi com'è brutto poter percepire tutto ciò che ci circonda senza potervi partecipare, senza poter avere niente di quello che vorremmo...oh, come vorrei non avere questi sentimenti!

ETTORE                   E invece eccoci qua, tutti e tre, a dividere questa già angusta soffitta...forse sarà solamente un'idea, ma mi pare già che mi manchi l'aria...

CESARE                  Non possiamo ribellarci. Questo è il nostro destino futuro, chissà per quanti anni ancora…l’importante è non si cresca ancora di numero. Non lo sopporterei.

                                 

                                  SCENA X

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO, CARLA, FRANCA

                                  Entrano d’impeto Carla e Franca, trafelate, e si chiudono la porta dietro

CARLA                    Tremando O mamma mia…o mamma mia…

FRANCA                 Tremando anche lei Santo cielo, Carla, smettila di tremare…sembra che stia passando il treno…Si abbracciano

VINCENZO             Avvicinandosi Franca! Carla! Amori miei!

ETTORE                   Stai buono, Vincenzo…non ti sentiranno mai, nemmeno se ti metti a urlare. E poi vedrai che questo tenere un piede in due staffe non ti porterà a nulla di buono.

VINCENZO             Ma la posso almeno toccare?

CESARE                  Magari! Darei cent’anni della mia vita per poter toccare una donna ancora una volta!

ETTORE                   Rassegnati, Vincenzo…questo mondo i vivi lo chiamano “aldilà” proprio per questa ragione…perché ci siamo noi…e non possiamo interagire fisicamente con il loro mondo.

CESARE                  “Interagire”…ma sentite com’è colto questo servo!

FRANCA                 E ora? Che facciamo ora?

CARLA                    Ma sei proprio sicura che sia morto?

FRANCA                 Ma certo, non hai visto gli occhi strabuzzati? E poi giaceva con la testa in una pozza di sangue…

CARLA                    Ma cosa può essere successo?

FRANCA                 Deve essere scivolato su quello scalino sconnesso che diceva Isolina…

CARLA                    ISOLINA!

FRANCA                 Spaventata DOV’E’?

CARLA                    Da nessuna parte, mi è partito un urlo…

FRANCA                 O Santo cielo che spavento…cerca di contenerti…

CARLA                    E come faccio a contenermi? C’è un morto in fondo alle scale!

FRANCA                 Va bene, ma è stata una disgrazia…non l’abbiamo mica ammazzato noi!

CARLA                    Beh, su una cosa ha avuto ragione…uscendo ha detto “non mi vedrete mai più!”

FRANCA                 Davvero. L’ha azzeccata in pieno.

CARLA                    Chiamiamo la polizia?

FRANCA                 Polizia? Ti immagini quante domande? Verrà sicuramente fuori che io e Vincenzo eravamo amanti…almeno fosse la verità! Lo saprà mio marito…magari mi ripudia e addio castello! No, no…

CARLA                    E allora? Non vorrai mica…

FRANCA                 Cosa?

CARLA                    Insomma, come si fa?

FRANCA                 Di che parli?

CARLA                    Il cadavere!

FRANCA                 Già. E’ un problema.

CARLA                    Non è un problema…un problema è quando ti viene il raffreddore, o quando non hai i soldi per arrivare a fine mese. Questa è un’apocalisse!

FRANCA                 Bisogna far sparire il cadavere.

VINCENZO             SPARIRE? COME SPARIRE…E DOVE MI VORRESTE METTERE?

CARLA                    E dove lo vogliamo mettere?

FRANCA                 Ascolta Carla, mi è venuta un’idea…si potrebbe portare a quella vecchia discarica che c’è qui a tre o quattro chilometri.

VINCENZO             IN UNA DISCARICA? MA DAI!

CARLA                    O mamma mia! Non ci penso neanche! Io chiamo la polizia!

CESARE                  Buona idea.

FRANCA                 Carla! Non è così che si comporta una sorella! Perderò il castello!

CARLA                    Franca, in fondo a queste scale c’è un morto con la testa spaccata in due come un’anguria! E IO CHIAMERO’ LA POLIZIA! E NIENTE, DICO NIENTE, RIUSCIRA’ A FARMI CAMBIARE IDEA!

FRANCA                 Peccato. Ti avrei regalato tre o quattro stanze.

CARLA                    Tre o quattr…bisogna far sparire il cadavere.

ETTORE                   Trovato l’accordo. Non è cambiato poi così tanto il mondo in trecento anni…

FRANCA                 Grazie Carla. E ricordati che una sorella consiglia, sorregge…

CARLA                    …e aiuta a far sparire i cadaveri…

FRANCA                 All’occorrenza sì! E poi…ma che cadaveri? Ne parli come se in fondo alle scale ci fosse un intero cimitero… Uno solo! Il cadavere!

VINCENZO             Non mi avevano mai chiamato cadavere.

ETTORE                   Sarà meglio che ti abitui in fretta.

CESARE                  E poi c’è sempre una prima volta per tutto.

CARLA                    Ma come facciamo? Peserà almeno ottanta chili…non ce la faremo mai!

FRANCA                 Basta volerlo, il modo si trova…pensiamoci un po’…

ETTORE                   Perché non lo fate a pezzi e lo portate via un po’ alla volta?

VINCENZO             A PEZZI? FIGURIAMOCI! NON LO FAREBBERO MAI! IN FONDO MI AMAVANO! Franca, dì qualcosa…

FRANCA                 TROVATO! FACCIAMOLO A PEZZI!

VINCENZO             FRANCA! Carla, almeno tu…

CARLA                    Sai che è proprio una buona idea? Così faremo meno fatica…cominciano a parlottare a bassa voce tra loro

ETTORE                   Visto? Mai fidarsi delle donne…diglielo, Cesare…

CESARE                  Già, io ne so qualcosa…mi dispiace Vincenzo…che brutta fine!

ETTORE                   Senti chi parla! Uno che l’hanno mangiato i coccodrilli e l’hanno ricacato dentro tutto il fossato!

CASARE                  ALLIGATORI! ERANO ALLIGATORI!

ETTORE                   Va bene, ma cacano anche gli alligatori…

CARLA                    Andiamo Franca…

FRANCA                 Sì, andiamo…Si apre la porta SANTO CIELO, CHI E’?

                                  SCENA XI

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO, CARLA, FRANCA, ISOLINA

ISOLINA                 Entrando Ah, eccovi qui…è vostro quel cadavere in fondo alle scale?

FRANCA                 No…cioè sì…volevo dire no, non è nostro…

CARLA                    L’abbiamo trovato lì.

ISOLINA                 Era vivo o morto?

FRANCA                 Morto.

ISOLINA                 E l’avete ucciso voi?

FRANCA                 NOI? Per l’amor del cielo!

CARLA                    Deve essere scivolato su quel gradino sconnesso mentre correva.

ISOLINA                 E perché correva?

FRANCA                 Non lo so, Isolina, non lo so! Non posso mica sapere tutto!

CARLA                    Non sappiamo cosa fare…

ISOLINA                 Le soluzioni sono due. O chiamate la polizia o fate sparire il cadavere.

FRANCA                 Cosa bisogna fare?

CARLA                    Chiamare la polizia.

ISOLINA                 O far sparire il cadavere.

CARLA                    Davvero? Isolina, cosa ci consiglia?

ISOLINA                 Di far sparire il cadavere. Non possiamo chiamare la polizia. Tutte quelle domande…finirebbero per scoprire la tresca tra lei e il cadavere…pardon, tra lei e il suo amante. E suo marito potrebbe non gradire…

FRANCA                 Tresca? Che tresca? NOI non eravamo amanti!

ISOLINA                 Sì, va bene, va bene…dicono tutte così…

CARLA                    E dove lo mettiamo?

ISOLINA                 L’ideale sarebbe portarlo alla vecchia discarica.

FRANCA                 Visto? Avevo indovinato anche la vecchia discarica…

CARLA                    Franca, mi cominci a mettere paura…

FRANCA                 Ma come facciamo? E’ pesante!

ISOLINA                 Questo non è un problema. Si fa a pezzi.

VINCENZO             No, vi prego, lasciatemi tutto intero…

FRANCA                 A Carla Visto? Questa è la soluzione migliore!

ISOLINA                 Oppure si usa la vecchia cariola che è nella rimessa degli attrezzi.

CARLA                    Cariola?

ISOLINA                 Ma sì, si carica e si porta all’auto…si mette nel bagagliaio e si porta alla discarica.

CARLA                    Accidenti, Isolina, che sangue freddo! Sembra che non sia la prima volta…

ISOLINA                 E chi vi ha detto che è la prima volta?

FRANCA                 Ma come! Lei…

ISOLINA                 …insieme al padrone? Eh, ne abbiamo avute di avventure…se queste mura potessero parlare…

CARLA                    Eravate amanti?

ISOLINA                 E che amanti! Avete visto la grande sala con le tende rosse? Quello era il luogo dei nostri incontri…a volte eravamo in due, ma il più delle volte in quattro, in sei…qualche volta eravamo così tanti che sembrava di soffocare…

FRANCA                 ACCIDENTI!

ISOLINA                 Eh sì, begli anni quelli…

CESARE                  Ma sentite che storia!

CARLA                    E perché ce la raccontate?

ISOLINA                 Perché tanto ormai…tutto ha il suo tempo…

ETTORE                   E noi che non ci siamo mai accorti di nulla…che peccato!

CARLA                    Ma che c’entrano le tresche amorose con i cadaveri?

ISOLINA                 Facile. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo avuti ben undici morti per infarto…sapete, la gente invecchia, il cuore non regge più come prima…e mica potevamo chiamare il medico ogni volta…a lungo andare si sarebbe insospettito… allora cominciammo a portarli nella vecchia discarica. C’è tanto di quello spazio, uno più uno meno…

FRANCA                 E nessuno ha mai scoperto nulla?

ISOLINA                 E che dovevano scoprire? La discarica appartieneva al padrone…quindi ora a voi…e la custodiva il povero Arnaldo, il giardiniere…

FRANCA                 Che suppongo fosse in combutta con voi!

ISOLINA                 Certo, fino a che ha potuto ha anche partecipato ai nostri…incontri…

CARLA                    E dei cadaveri…insomma, dei morti che ne faceva?

ISOLINA                 Li seppelliva, naturalmente…nel campo degli anemoni, vicino all’orto dove coltivava i pomodori…

FRANCA                 Basta Isolina, per pietà!

ISOLINA                 Siete voi che fate le domande. Io mi limito a rispondere.

CARLA                    Ora cerchiamo di risolvere questa faccenda prima che arrivi qualcuno.

ISOLINA                 E allora andiamo, che aspettate? Siamo in tre, ce la faremo sicuramente…

FRANCA                 Mamma mia…con tutte questi orrori, non sono mica più tanto sicura di volere il castello!

ISOLINA                 Signora Franca, non faccia la stupida! Lo prenda, lo prenda…questo è un castello storico…ma lo sapete che nel fossato intorno al castello una volta c’era l’acqua? Pare che nel medioevo un Conte un po’ idiota si sia buttato dalla finestra e sia stato mangiato dai coccodrilli!

CESARE                  ALLIGATORI! ERANO ALLIGATORI!

ETTORE                   Visto? Lo sanno tutti che eri idiota!

FRANCA                 Non nego, Isolina, che tutte queste storie mi abbiano sconvolta…

ISOLINA                 Le storie sono solo storie. La realtà è che questo castello ha un valore immenso, e lasciarselo sfuggire sarebbe da sciocchi.

FRANCA                 E’ vero…ma è anche vero che appartiene a mio marito…

ISOLINA                 Allude forse a quello stupido di Antonio?

CARLA                    Stupido?

ISOLINA                 Sì, Ugo lo chiamava così, “lo stupido di Antonio”…diceva che pensava solo a lavorare, e che non si sarebbe mai goduto la vita…avesse avuto altri parenti avrebbe lasciato tutto a loro, ma purtroppo Antonio era il solo nipote.

FRANCA                 Senti senti…

ISOLINA                 Dia retta a me, signora…non rinunci al castello…venga ad abitare qui con suo marito, poi quando sarà il momento…ZAC! E resta tutto a lei.

CARLA                    O MAMMA MIA!

FRANCA                 O SANTO CIELO!

CARLA                    Ma come “ZAC!”

FRANCA                 Che cos’è di preciso “Zac?”

ISOLINA                 Solo un modo di dire…può essere un coltello, una falce…

FRANCA                 Che orrore!

ISOLINA                 Se non vi piace questo metodo in cantina ho due bottiglie piene di cianuro…sapete, per i topi…

FRANCA                 Ma non sono creature di Dio?

ISOLINA                 Quelli nella mansarda. Quelli in cantina sono creature del demonio.

CARLA                    Strano modo di catalogare gli animali…

ISOLINA                 Lo diceva sempre il padrone…quelli in basso schiacciali, quelli in alto salvali. Andiamo, si va giù e si fa quello che si deve fare. Si Avvia

CESARE                  Ma sentite Isolina! E chi l’avrebbe detto?

ETTORE                   Che donna tosta, eh?!?!

VINCENZO             MAMMA MIA, SONO CAPITATO IN UN COVO DI DELINQUENTI! MENO MALE CHE SONO GIA’ MORTO, COSI’ NON MI POTRANNO AMMAZZARE!

ETTORE                   Non fa una grinza.

ISOLINA                 Allora, andiamo?

FRANCA                 Andiamo, andiamo… Escono tutte e tre

                                  SCENA XII

                                   ETTORE, CESARE, VINCENZO, LUIGI.

ETTORE                   Bene. Siamo rimasti noi. E ora?

CESARE                  Ora cosa?

ETTORE                   Ora cosa facciamo?

CESARE                  Quello che abbiamo sempre fatto da trecent’anni a questa parte: niente.

VINCENZO             Ma non possiamo andare da altre parti?

ETTORE                   Perché non provi ad uscire?

CESARE                  ETTORE!

VINCENZO             Con immenso piacere. Arrivederci. Va verso la porta e la tocca, e subito viene respinto indietro da una forza violenta, come una scossa elettrica AHHHH! AH CHE MALE! CHE MALE!

ETTORE                   Visto? Non si può uscire.

VINCENZO             Ma perché ho sentito male? Non sono morto?

CESARE                  Sì. Questo è l’unico caso in cui puoi sentire il dolore. Se provi ad uscire.

LUIGI                       Mettendo dentro la testa Permesso? C'è nessuno qua dentro?!?

  CESARE                  Guarda guarda! E' tornato l'architetto...cosa avrà dimenticato?

  ETTORE                  Avrà lasciata la limetta per le unghie…

  CESARE                  O magari il fazzolettino ricamato…

  VINCENZO                        Limetta per le unghie? Ma non è un uomo?

  ETTORE                  Uomo? Che parolona!

  VINCENZO            Ah, ho capito! Pende!

  ETTORE                  Accidenti se pende!

LUIGI                       Oh Dio, ma dove sono capitato? Sono tutti volgari come voi qua dentro? E poi parlano senza alcun rispetto, come se gli altri non esistessero! Come se non ci sentissero! Oh Dio!

  CESARE                   OH, NO, ANCHE LUI!

  ETTORE                   EH NO, EH? NO! Passi per Vincenzo, in fondo è come noi, ma lui no… LUI NON CE LO VOGLIO! FIGURIAMOCI! NON S’E’ MAI VISTO UNO SPETTRO CULATTONE!

  LUIGI                       Prima di tutto si dice Gay. E poi non credo di essere il primo e neanche l’ultimo…

  CESARE                  Ci perdoni architetto, siamo nati nel diciassettesimo secolo…

  LUIGI                       Perché, nel diciassettesimo secolo non c’erano i gay?

  ETTORE                   I gay c’erano, ma non c’erano le parole straniere…e quindi noi li chiamavamo culattoni!

  CESARE                  Calmati, Ettore, hai forse dimenticato che per noi il sesso non esiste più?

  LUIGI                      NO?!? Neanche per me?

  CESARE                  Si capisce!

  LUIGI                      Che peccato! E' tanto un bel fantasma, quell'Ettore! Ma non usa fare le                                        presentazioni?

  CESARE                  Certo, siamo spiriti educati, noi! Io sono il Conte Cesare Ugolotti, questi è il                                mio servitore Ettore, e lui un signore un po’ idiota di nome Vincenzo…

  VINCENZO                        Piano con le parole, eh!

  LUIGI                      Molto piacere. Io sono l’architetto Luigi Arcuri.

  ETTORE                  “Ero.”

  LUIGI                      Prego?

  ETTORE                  Non si dice “sono”. Si dice “ero”.

  LUIGI                      Già. Suppongo che ci dovrò fare l’abitudine.

  VINCENZO            Architetto, ma come ha fatto a trapassare?

  LUIGI                       Oh, questo è molto semplice... è scoppiata una gomma alla mia Spider...se vedeste com'è ridotta, povera piccina!!! E io ho perso il controllo e sono finito fuori strada…

  CESARE                  Ma dov’è successo?

  LUIGI                       Conoscete quella vecchia discarica a circa tre chilometri da qua?

  VINCENZO             NON CI CREDO!

  LUIGI                       E invece sì…sono volato per almeno cinquanta metri, e poi non ricordo più nulla…poco dopo, mi sono sentito leggero, leggero, ed ho cominciato a volare; ho guardato in basso, ed ho visto il mio corpo piantato per metà in un monte che sembrava concime…subito dopo mi son ritrovato qui.

  ETTORE                   Piantato nel concime?

  CESARE                  Chissà che pomodori che verranno!

  LUIGI                       Che c’entrano i pomodori?

  ETTORE                   Andiamocene, Cesare, andiamocene!

  VINCENZO             E mi lascereste solo con quello lì?

  CESARE                  Sai bene che non possiamo, Ettore...che ci piaccia o no dobbiamo rimanere qui per chissà quanto altro tempo!

LUIGI                       Non vi darò fastidio, vedrete... starò zitto zitto in un angolino, e farò...Con intenzione farò tutto quello che vorrete...

  ETTORE                  E’ proprio questo che mi preoccupa.

  VINCENZO             Ma come avete passato tutto questo tempo in questa soffitta? Cosa avete fatto in tutti questi anni?

CESARE                  Ti dirò...conversare con Ettore non è che sia molto edificante...più che altro abbiamo giocato a dadi e a carte.

ETTORE                   Buona idea! Adesso siamo in quattro, no? Accomoda un tavolo sul centro della scena; si siede La sfida del secolo! Giovani contro vecchi! Siediti, Vincenzo! Ed anche tu, Luigi! Sapete giocare a tressette vero?

CESARE                  Ma per favore, Ettore! Figurati se ora mi metto a giocare a carte!

ETTORE                   Perché? Hai qualcosa di meglio da fare?

CESARE                  Veramente no…

VINCENZO             Non per vantarmi, ma io ho vinto diversi tornei…al mio paese mi consideravano un campione...

LUIGI                       Io... invece non ho mai giocato a carte…sapete, col lavoro che ho...non mai avuto occasione di imparare...

  CESARE                  Non fa niente, non fa niente...tempo per imparare ne avrai quanto ne vorrai...nel frattempo vuol dire che giocheremo a tressette...COL MORTO!

                                    Tutti ridono; sipario

FINE