POLLI DI ALLEVAMENTO
di Giorgio Gaber
L'attore appare illuminato sul palco:
INTRODUZIONE
Nella
penombra della scena la sveglia suona come sempre.
L’attore ha un sobbalzo. Non ha bisogno di vederci, sa già dov’è la suoneria
che deve arrestare.
Leggi antichissime regolano minutamente i suoi gesti!
La sedia è a 80 centimetri: mezzo giro a destra, due passi avanti.
Ogni secondo si stampa uguale, perfetto, senza sbavature.
Tra pochissimo anche gli altri personaggi prenderanno posto senza intaccare
minimamente l’ordine prestabilito. Lui lo sa benissimo.
Il meccanismo regolato e perfettamente oleato della sua vita non muta!
L'attore canta "Timide variazioni" e "Chissà nel socialismo"
PRIMA DELL'AMORE
Io
sono uno che in tutte le cose ha bisogno di trovare quello scatto, quello
slancio iniziale, quell’energia che specialmente nell’amore può essere
esaltante solamente a condizione che avvenga e si realizzi in quell’istante che
precede la conoscenza e stimola, stimola, stimola, arricchisce, nutre e
incuriosisce.
Riassunto: mi piace l’avventura.
Io e lei, interno notte. Primo incontro, leggero imbarazzo.
"Fa caldo oggi", mi fa notare giudiziosamente.
Un gran silenzio.
La gente dovrebbe avere a portata di mano più frasi: le considerazioni
atmosferiche non sono più sufficienti.
Meno male sapeva tutto sulla coltivazione del cacao. Bell’argomento!
Prima di fare l’amore siamo dei grandi ascoltatori. Dopo meno. Ma prima si
ascolta tutto: ...e il padre all’estero, ingegnere agronomo, ...e i cavalli
normanni...
Mi avvicino e la guardo: un grosso sbaglio perché lei smette di parlare.
Silenzio.
Devo dire qualcosa, non ha importanza cosa. La prima frase che mi viene in
mente:
"Frangean la biada con rumor di croste"
Tutto può fare intimità!
Me l’ha detto un amico: "Di’ quello che senti, di’ quello che senti,
vedrai va benissimo"
"Frangean la biada con rumor di croste"...
Tutto facile al bar. "Non sono mica come te: una stupidata qualsiasi e...
e giù raffiche di baci".
Ma quando uno sente l’esaltazione dell’inizio, quando uno scoppia d’emozione...
Quando uno scoppia d’emozione, non scopa mai!
Rimango lì, in una situazione da limbo. Sempre incerto tra la paura e
l’apoteosi. Mi piace questo stato e spesso non faccio proprio niente. Per lo
più non sono capito.
Qualche volta mi salvano i particolari, quando sono in forma. A volte mi basta
una caviglia: il nudo integrale non mi dice un cazzo!
E poi è difficilissimo spogliarsi: c’è sempre qualcosa che rimane incastrato. E
le cerniere? Pensa te, uno dovrebbe "scernierare" senza aver l’aria di
farlo. Così distrattamente... ’CRRRRR!’ Ignorante, la cerniera... volgare.
Ma perché non fanno ’DIN DON DIN DAN’ ?
Dio, però com’è bella; ha una spalla così liscia. Se mi concentrassi molto
sulla sua spalla, potrei anche riuscire a fare l’amore. Non bisogna trascurare
nessuna possibilità!
A questo punto dovrei spogliarmi anch’io. Il copione lo prevede. Mi fa piacere
perché sono sciolto.
Dunque: blue-jeans... via!
Chi non ha mai commesso l’errore di togliersi i pantaloni prima delle scarpe,
costui non sa niente dell’amore!
Rimango lì, in una situazione... non da limbo. Questa è una situazione di
merda, proprio!
Tenti un’operazione rapidissima sulle scarpe... calma, per carità, non perdiamo
la testa.
E lei "Ti è venuto il nodo, eh?"
Ma insisti, lotti disperatamente e finalmente…via!
Ohhhh... Io quando sono nudo , tendo sempre un po’ a...
"E’ perché non ti sei accettato!" dice lei.
Bisogna stare attentissimi, se ne accorgono subito.
Addirittura individuano i punti: "Tu non erotizzi le ginocchia".
Com’è vero!
In questo momento, a dir la verità, il fatto di non erotizzare è decisamente
generalizzato.
E allora lei mi accarezza la schiena, le spalle, le ginocchia e tutto anche.
Tranquillamente. Come fosse un lavoro.
E dato che io sento molto, ma non sento quello che dovrei sentire, allora io le
parlo un po’ della coppia. Un bel problema! E lei si dimostra molto interessata
e dice, tra l’altro, delle cose molto sensate. Ma il suo lavoro ne soffre...
quello delle carezze.
Che strano! D’un tratto mi viene incontro l’eccitazione. Così, senza che la
cercassi. Tutto diventa più facile: il meccanismo faticoso della scena si
scioglie e siamo allacciati. Smanioso, rimastico frasi incomprensibili,
inframmezzate da esclamazioni e da gesti abbozzati pesantemente. Il mio monologo
si fa più oscuro e tra un respiro e un affanno, una parola, che mi
sembra sia "amore", ricorre più volte, senza una ragione visibile.
L'attore canta "L'esperienza", "La paura" e recita "La pistola"
IL VECCHIO
Esterno
giorno.
Sul muro di cinta della scuola tre manifesti rossi, tre esemplari identici
incollati l’uno accanto all’altro. Un discorso stampato in caratteri
piccolissimi ma con un titolo enorme: "Attenzione cittadini!", un
genere di letteratura che nessuno legge mai salvo di tanto in tanto un vecchio
signore che si ferma, mette gli occhiali, decifra riga per riga fino alla fine.
Poi si fa un po’ indietro scuotendo la testa. Rimette gli occhiali
nell’astuccio, rimette l’astuccio nel taschino e riprende il cammino con
perplessità chiedendosi se l’essenziale non gli sia sfuggito.
Ogni tanto infatti spicca come un fanale illuminante qualche parola a lui
sospetta e la frase che questa parola illumina sembra per un istante nascondere
molte cose o nessuna affatto.
Il meccanismo perfettamente oleato della vita continua, l’omino è già lontano…
L'attore canta "I padri miei", "I padri tuoi" e "La festa"
GLI OGGETTI
Nel
frattempo gli oggetti erano andati al potere. La loro prima vittoria era stata
il superamento del concetto di utilità. Piano piano avevano occupato anche gli
spazi più nascosti delle nostre case e da lì ci spiavano. Nessuno se n’era
accorto all’inizio, anzi la loro silenziosa presenza sembrava piacevole e
confortante, era difficile intuirne il senso sovversivo. Dopo anni di schiavitù
gli oggetti tentavano la strada del dominio…
Non si sa da quali strati sia cominciata la rivolta.
Negli anni sessanta il disco a 45 giri fu una specie di "Spartaco",
ma già da tempo nei nostri salotti dominava la presenza dell’oggetto
"Sapiens" , mentre le sorelle Candy, più stupide e viscerali,
occupavano sgarbatamente le cucine e le stanze da bagno: nessuno aveva compreso
il loro piano diabolico. Appostati dietro le vetrine gli oggetti ci sceglievano
selezionandoci in base al reddito. Nessuna riforma fiscale avrebbe mai
consentito un’individuazione più precisa. Anche i più poveri che finalmente,
per la prima volta nella storia, erano i privilegiati e forse gli unici a
potersi salvare, avevano accumulato una gran serie di cazzate inutili.
Non c’era più speranza per nessuno. La resistenza dell’uomo era sporadica e
soggettiva, sì, troppo individuale… handicappato nel fisico, stupidamente
biodegradabile, debole, fatto male, coi polpacci al posto sbagliato che non
riparano, mai capito perché non gli hanno messi davanti, che quando picchi con
gli oggetti, ‘STUCK’, lo stinco!
Cosa poteva pretendere l’uomo così fragile e così disfunzionale, anche la
riproduzione, bambino, delicato, nove mesi di tempo, parto, magari difficile….
Loro ‘PLUM’, fatto! Bel vantaggio! Senza contare gli altri vantaggi:
sentimentalismo quasi niente, assoluta certezza ontologica, visione del mondo
chiarissima, visione oggettiva. La Candy ha la stessa percezione di me che ha
anche il tostapane, temendo, tutti d’accordo, avevano vinto!
Anche la mia vecchia tabacchiera che per anni mi aveva seguito come un
maggiordomo fedele, andava con loro. No, no da lei non me lo sarei mai
aspettato, dal tostapane sì, ’TUCK’, antipatico, da lei così sensibile vederla
partecipare a questa enorme sfilata di oggetti inanimati che avanzava
vittoriosa dietro il suo leader naturale, la Candy!
La gente per la strada li osservava preoccupata, gli schieramenti politici
purtroppo avevano cose più importanti a cui pensare, era la fine, avevano
vinto!
La Chiesa sempre sensibile agli strani sconvolgimenti del tempo, come già aveva
fatto molti anni prima con la donna, decise di concedere l’anima anche agli
oggetti e come allora aveva rivalutato la figura della Madonna, ora aggiungeva
al suo calendario una nuova festività: il Candy Day!
L'attore recita "Situazione donna" e canta "Eva non è ancora nata"
L'attore recita "Dopo l'amore"
L'UOMO NON E' FATTO PER STARE SOLO (monologo)
E'
capita, è cosa capita! Allora sai cosa ti dico? Ho ragione io, che in fatto di
amicizie apprezzo molto quello che si perde e non quello che si trova.
Purtroppo con questa storia dei contatti non si trova la forza di rompere con
tutti, tutti! Senza lasciare il tempo che ti diano le loro qualità. Ti si
mettono accanto: 'BSSS', 'BSSS', vogliono comunicare, 'BSSS', 'BSSS', è come un
bisogno di dare, di scambiare, 'BSSS', pericolosissimo!
La compenetrazione, il grande contagio, è capita?
Anche tra i sessi, che scambio: uomo, donna, pochissima differenza ormai, un
buon lavoro, devo ammattere, gli uomini hanno preso dalle donne e le donne
dagli uomini... hanno preso tutte le cazzate! E' capita?
Le cose buone non fanno epidemia, è un fatto biologico, niente da fare.
Io c'avevo un fratello, gracile poverino ma geniale, intelligente, e io gli
stavo vicino, come dire... ora anch'io: 'BSSS', 'BSSS', 'BSSS'.
Niente! L'intelligenza non si attacca... la scarlattina si'!
Secondo me le persone che si aggregano c'hanno come incorporato una specie di
distillatore che, 'SFFF', 'SFFF', 'SFFF', filtra, elimina tutto il buono
attraverso un tubicino di scappamento, 'POH', 'POH', via il buono, 'POH',
'POH', 'POH', poi filtra il resto, distilla, e lascia passare... 'SFFF',
'SFFF', la merda pura! E' capita?
Ecco perché sono così generosi e ti trasmettono, ti trasmettono, ti mandano
anche in silenzio, sì, senza parlare, i vasi comunicanti, 'SFFF', e come ci si
concentrano, distributori di sentimenti, di idee, scialacquatori,
scialacquatori di energie, di energie, di energie e che poi...
L’INGENUO
Tu
sei un ingenuo, tu credi a tutto e ti butti con troppa facilità perché sei un
ingenuo.
Tu sei avido e vorace di conoscenza e abbocchi a tutti i mangimi, ma stai
attento, non c’è niente che sia meno nutriente dei mangimi.
Tu sei troppo suggestionabile, il tuo cervello aderisce subito, come trovi una
bella idea ti ci butti come su un osso, ma attenzione, non c’è niente che sia
meno nutriente delle idee.
Le idee sono come quei legnetti bucati che nelle spiagge si tirano ai cagnolini
per farseli riportare, e tutti ci corrono dietro, le mordono, le
"supacchiano", le portano in giro scodinzolando e te le rimettono
davanti tutte biascicate.
Tu viaggi troppo, ma attenzione, non c’è niente che sia meno nutriente dei
viaggi, ti basta un paese nuovo e il cuore ti si emoziona, la testa ti gira, un
infinito si apre nuovo per te, un ridicolo piccolo infinito, e tu ci caschi
dentro.
Il viaggio è la ricerca di questo nulla, di questa piccola vertigine per
ingenui!
L'attore canta "Polli 'd'allevamento"
L'attore recita "Il palazzo" e canta "Salviamo 'sto paese"
L'attore canta "Guardatemi bene"
IL SUICIDIO
Com’è
cambiata questa camera. Prima era un casino di fogli, foglietti, tutto al muro,
manifesti Marx, Hengel, attaccati male; partiva un chiodo e ‘PLUFF’ giù un
testone! E poi prima che torni la giornata del chiodino…
Ah una bella imbiancata e via, fa tristezza? Abitudine, il mio bel armadione,
lo specchio… vabbè spogliamoci va.
Che faccia ragazzi! Le spalle curve, le gambe magre e queste mutande, pervinca.
Mah, questa volta va a finire che lo faccio davvero, certo che senso ha? Magari
davanti allo specchio, nudo, sì via anche le mutande. Ecco questo sono io, gli
specchi non servono a niente, non so neanche che faccia avrò con gli occhi
chiusi. non riesco a fregarlo, non importa. Questa volta mi ammazzo davvero! Mi
ricordo che una volta volevo ammazzarmi per amore, mi aveva detto che non mi
amava più… un attimo prima che glielo dicessi io, quel tanto che basta per
farti impazzire, ti senti escluso, abbandonato e lei non si accorge neanche
dell’ingiustizia che ti ha fatto, e tu ti ammazzi… così impara. Educativo. E
dopo ti ama per tutta la vita… la sua vita. Cazzate, suicidi a caldo.
Ma tu guarda che faccia ragazzi, non c’ho mica la faccia di uno che soffre, è
il mondo.
Suicidio a freddo, di contro informa…, ‘PUM’, e tutto cambia e il mondo
tremendo e ostile viene subito a rotolarsi sui tuoi piedi come una palla
docile, sorniona, scodinzolante, affettuosa… un cocker. Vabbè, sembra che poi
nessuno c’abbia avuto la soddisfazione di vederlo… il cocker.
Quasi quasi mi rivesto e vado da Giuseppe. Giuseppe è sensibile, so già cosa mi
dice: "Ci sono mille modi di reinteressarsi alla vita", lui ci crede
ciecamente nelle passioni, "mille modi. C’è gente che fotografa gli
uccelli nei loro nidi e fa dei corsi meravigliosi per impadronirsi di questa
tecnica speciale!", …ci sono davvero questi corsi! C’è tutto!
No, non devo andare da Giuseppe, non posso distrarmi con la fotografia. Siamo
così futili che le distrazioni ci possono impedire di morire.
Ah, meglio Athos, Athos è obiettivo, non sta mica a tirarmi su di morale con
delle cazzate, dai. Vado lì, gli racconto tutto, tutto-tutto fino alla fine e:
"…ecco lo vedi anche tu, sono un fallito!", e lui: "Sì" e
mi indica la scogliera, sto deficiente, insensibile, ma che si ammazzi lui, la
scogliera. Casomai il modo melo scelgo io, un modo che sia mio, un modo giusto
per…, bisogna essere prudenti quando ci si ammazza.
La scogliera! La scogliera va bene per Bergman, nordico, religioso… già, come
si ammazzerà la gente importante? Non so, la Mina? Aspidi, maledetta non ne
sbaglia una. E Antonioni il regista? Gas, gas a bombole ‘BSSS’. E Arbasino?
Svenamento, un classico. E Moravia? Moravia si prepara calmo, sereno, sobrio,
due righe, quattro righe, dodici volumi e si fa murare vivo e dopo si sente ‘PUM’,
‘PUM’. E Lucio Battisti? A fari spenti, con Mogol, questa era facile. E
Pannella, Marco Pannella? Eccolo me lo vedo, piccola conferenza stampa, la
stanza circondata da amici, la cicuta. E lui che parla calmo con Adele Faccio,
con Spadaccia e questa volta muore davvero.
Eh sì, ognuno c’ha la propria estetica. E io con questa faccia, questa camera,
queste mutande potrei buttarmi sotto un… come se fosse un forte attrazione
fisica, una cosa bella, un momento di gioia. Troppo vitale, esteticamente
vecchio, sa di poeti.
Oppure potrei uccidermi senza nessun dolore, nessuna rabbia, nessuna
passionalità, senza nessuna voglia di riscatto, un suicidio svedese, più
adeguato a quello che succede. Eppure sento che anche questo è già vecchio
esteticamente. Forse oggi esteticamente mi rimetto gli slip pervinca, mi
rivesto, esco e vedremo come va a finire. C’è una fine per tutto e non è detto
che sia sempre la morte!
L'attore canta "Quando è moda è moda"
FINALE
Nella
penombra della scena l’attore prosegue senza intaccare minimamente l’ordine
prestabilito.
Avrebbe voglia di rovesciare tutto, introdurre un inversione, uno sfasamento,
una confusione, una curvatura. Ma anche negli atti più insoliti la sua vita è
un meccanismo perfettamente oleato. Qualche rara volta sembra che si riesca
veramente a romperlo, una specie di magia.
Per un istante il meccanismo regolato della scena si interrompe, a metà di una
frase l’attore di arresta. La sa a memoria questa parte che recita ogni giorno,
ma forse questa sera si rifiuta di andare avanti.
Gli altri personaggi si irrigidiscono col braccio alzato, la misura che
l’orchestra aveva cominciato si prolunga indefinitamente.
Bisognerebbe ora fare qualcosa, dire una parola, una parola qualunque che non
sia scritta nel copione…
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